LA SCRITTURA ALLA BASE DI TUTTO - Napoli
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
COPIA GRATUITA IN EDICOLA CON IL ROMA La Città – La Squadra – Gli Eventi numero 11 del 16 giugno 2019 LE STORIE IL RITORNO DELLE ‘‘VESPE’’ PUNTO NAVE DANIELE IPPOLITO ALL'INTERNO INSERTO SPECIALE Foto Salvatore Pastore C APPUCCIO LA SCRITTURA ALLA BASE DI TUTTO
L’EDITORIALE di Giovanni Gaudiano Certo da ieri in Brasile è iniziata la Copa América, oggi al nord d'Italia inizia l'Europeo Under 21, da una settimana si gioca in Francia il mondiale di calcio Ci manca il femminile con la nazionale azzurra di Milena Bertolini in bella evidenza. A fine settimana inizierà anche la Coppa d'Africa, con il nostro campionato e le Koulibaly tra le stelle del torneo, che quest'anno si giocherà nella terra dei faraoni. Volendo quindi, ci sarebbe da vedere e da seguire in televisione ma gli occhi e le nazionali ed il orecchie dei calciofili saranno tutte tese a raccogliere le notizie, o si dovrebbe dire le fantanotizie, provenienti dal calciomercato. calciomercato non Il Napoli è atteso da quelli che dovrebbero essere investimenti mirati e importanti. Si sa che Ancelotti ha formulato richieste precise, di sicuro non impossibili da esaudire anche bastano perché il tecnico emiliano ha due grandi qualità tra le tante: la chiarezza nell'espressione e l'equilibrio. Il presidente Aurelio De Laurentiis è impegnato comunque a migliorare la squadra in senso I l campionato è finito da neanche un mese e già ci manca da morire. Una volta si diceva che la domenica senza calcio non era domenica, oggi il concetto si può tranquillamente trasferire ad almeno qualitativo. Si parla di cedere prima per poi tutto il fine settimana. Il calcio spezzatino con partite dal venerdì al lunedì a cui siamo sottoposti per nove mesi provoca di conseguenza una forte crisi quando la routine si interrompe e di certo gli impegni delle nazionali o gli altri sport di stagione non riescono a riempire il vuoto provocato dall'assenza del campionato, che per tutti noi continua ad essere il più bello del mondo. 3
L’EDITORIALE rinforzare la rosa ed è un sistema corretto ed impeccabile finanziariamente ma non calcisticamente parlando. Il Napoli di Ancelotti già partirà per Dimaro con l'handicap di alcuni giocatori che arriveranno più tardi per gli impegni delle proprie nazionali e pensare di essere ancora in Trentino con giocatori che andranno via ed altri che ancora non sono arrivati ritengo sia un azzardo, se alla prossima stagione si è deciso di affidare obiettivi importanti. A proposito di Dimaro, adesso anche il sindaco Andrea Lazzaroni, contagiato, si Rodrigo De Paul mette a parlare di un mister X che dovrebbe comparire sui manifesti che tappezzeranno la ridente cittadina alpina. In realtà chi conosce un po' la situazione sa bene che il Napoli difficilmente ingaggerà un nome altisonante, ammesso che ce ne sia bisogno se dovesse essere confermata integralmente la rosa attuale, mentre la politica sposata pienamente dal tecnico è quella di trovare tanti nuovi Fabian Ruiz da Jordan Veretout portare in maglia azzurra. Di Lorenzo, prelevato dall'Empoli, è un ipotizzare cosa ci dovremmo aspettare dal prototipo degli investimenti che il Napoli si primo Napoli targato Ancelotti. Giuntoli sta appresta a fare: prezzo accessibile, ingaggio lavorando tanto. I nomi sulla sua agenda ragionevole ed età da Napoli. sono tanti, ci si augura tutti di vedere da In conclusione, da quello che accadrà da subito coperti i ruoli oramai individuati tra i domani al 6 luglio, data nella quale la punti deboli della rosa per poter partire dalla squadra si ritroverà a disposizione del prima di campionato prevista per il 24 agosto tecnico in ritiro sulle Alpi, si potrà iniziare ad con la giusta marcia. 4
IN QUESTO NUMERO Numero 11 del 16/06/19 In copertina: Ruggero Cappuccio, il direttore ar tistico del Napoli Teatro Festival Italia - Pag. 44 Foto di Salvatore Pastore Il ritorno della Juve Stabia in B da pag. 34 LA SQUADRA EUROPEO LE STORIE GLI EVENTI UNDER 21 E SOCIETÀ 11 Il Napoli al tempo del 18 Una vetrina di 66 Punto Nave: Le 49 Tony Laudadio calciomercato campioncini coordinate del buon “Il Tempo è veleno” di Mimmo Carratelli di Bruno gusto di G. Gaudiano 15 Zoff: Puntare sui Marchionibus di Lorenzo Gaudiano 55 La scrittura scenica settori giovanili 21 L'Italia punta al 74 Daniele Ippolito: di Davide Iodice di Salvatore Caiazza successo finale Un produttore di Lorenzo Gaudiano 24 Ruiz per una volta di Marco Boscia “vulcanico” 71 Caravaggio e il suo contro l'azzurro di Lorenzo Gaudiano periodo napoletano di Lorenzo Gaudiano IL RITORNO di Marco Boscia 29 Luperto – Un punto LA CITTÀ 77 Enza D'Esculapio: fermo per Ancelotti “L'ultimo sposatore” di Gianluca Mosca di Marina Topa 32 Le plusvalenze: 78 Hikikomori apparenza e realtà di Ciro Chiaro di Francesco 81 Volontariato per Marchionibus stroncare il bullismo di Marina Topa 34 Il mare che bagna Castellammare 59 Il Palazzo del Re di G. Gaudiano di Domenico Sepe 36 Gianni Improta e 63 I quattro Il ritorno della Juve “buontemponi” L'inserto speciale Stabia di Palazzo Reale sulle Universiadi è stato di Marco Boscia di Paola Parisi realizzato da G. Gaudiano, L. Gaudiano e B. Marchionibus 7
La Città – La Squadra – Gli Eventi n.11 del 16 giugno 2019 AUT. TRIBUNALE DI NAPOLI N. 50 DEL 8/11/2018 MENSILE A DISTRIBUZIONE GRATUITA CON IL QUOTIDIANO “ROMA” DIRETTORE RESPONSABILE GIOVANNI GAUDIANO COORDINATORE EDITORIALE LORENZO GAUDIANO REDAZIONE MARCO BOSCIA, BRUNO MARCHIONIBUS PROGETTO GRAFICO ART DIRECTOR DANIELA ALTRUDA Seguici sul nostro sito web HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO SALVATORE CAIAZZA, MIMMO CARRATELLI, CIRO CHIARO, www.rivistanapoli.it FRANCESCO MARCHIONIBUS, GIANLUCA MOSCA, PAOLA PARISI, DOMENICO SEPE, MARINA TOPA Resta sempre aggiornato FOTO DEI SERVIZI SPORTIVI AGENZIA MOSCA LA FOTO DELLA COPERTINA DI QUESTO NUMERO È DI SALVATORE PASTORE con tutti gli articoli ILLUSTRAZIONI GIANCARLO COVINO dedicati alla squadra, CONSULENZA AMMINISTRATIVA STUDIO MARCHIONIBUS STAMPA E PUBBLICITÀ agli eventi ed alla città SPORT AND MARKETING SRL SEDE: VIALE LAMBERTI - TRAV. SPINELLI - 81100 CASERTA TEL. 0823 149 0340 REDAZIONE@NAPOLIMAGAZINE.IT ‘‘NAPOLI’’SARÀ NUOVAMENTE IN EDICOLA CON IL QUOTIDIANO ROMA DOMENICA 14 LUGLIO 2019
TESTIMONE DEL TEMPO Il Napoli al tempo del calciomercato La società azzurra protagonista al ballo dei milioni dell'estate. Rico Colombari il primo colpo. Jeppson mister 105. La trattativa per Altafini. Una pistola per Savoldi. Krol dal Canada. Maradona, un sogno da 13 miliardi. La follia per Fonseca. Con Higuain, l'ultimo top-player di Mimmo Carratelli Le prime ‘‘follie’’: da Colombari a Sivori Erano una bella cifra, nel 1930, le 250mila lire pagate al Torino per l'acquisto di Rico Colombari, un mediano di lotta e di governo, soprannominato, prima di Jeppson, “o Banco 'e Napule” per l'alto costo. Inevitabile che i tifosi dell'Ascarelli gridassero è caduto “o Banco 'e Napule” quando Rico ruzzolò per terra dopo l'intervento falloso di un avversario. Fecero epoca, nel 1952, i 105 milioni sborsati per avere Jeppson. Lauro portò di persona il contante al presidente dell'Atalanta Daniele Turani, commerciante bergamasco di pelli, in seguito senatore della Dc. Si incontrarono all'Hotel Excelsior di via Veneto a Roma e il Comandante gli mostrò la valigia contenente 10.500 banconote da diecimila lire: 75 milioni per il trasferimento del giocatore e trenta di ingaggio al centravanti svedese. Vinicio costò la metà del centravanti svedese (50 milioni al Botafogo nel 1955), ma rese il triplo e si legò a Napoli, da giocatore e da allenatore, oggi felice inquilino con donna Flora, la leonessa di casa, di un Hasse Jeppson C olpi di mercato, da Colombari a Higuain, inseguendo oggi James Rodriguez, il pischello colombiano del Bayern, che non ha certo la maestà del pibe e di Krol, il Napoli è stato sempre in prima linea al ballo milionario del calciomercato, persino negli anni bui di Corbelli quando prese Edmundo in prestito dal Vasco da Gama. Luis Vinicio 11
TESTIMONE DEL TEMPO azzurra. L'olandese dei trionfi con il magico Ajax di Cruijff, superati i trent'anni, giocava in Canada. Venne al Napoli (1980) in prestito per sette mesi, 110 milioni versati al Vancouver. Ruud rimase in maglia azzurra quattro anni. La trattativa infinita per Maradona Durò “un'eternità” nell'estate del 1984 la trattativa per il trasferimento di Maradona dal Barcellona al Napoli. Un giugno di voli tra le due città, trattative interrotte e riprese, passi avanti e passi indietro, le acrobazie finanziarie di Ferlaino, la tenacia e il bluff risolutivo di Juliano. Sul pibe piombò anche il Racing di Parigi appena promosso nella serie A francese. Il presidente Jean Luc Lagardere, giovane proprietario dell'industria automobilistica Matra, con interessi editoriali e partecipazioni nelle industrie degli armamenti, voleva festeggiare la promozione con l'acquisto del fuoriclasse argentino. Il Barcellona rifiutò tenendo, José Altafini intanto, il Napoli sulla corda appartamento panoramico di via benché il Consiglio del club Manzoni con vista sullo stadio San catalano avesse votato in Paolo. Nel 1965, Roberto Fiore segreto la cessione di Diego prese Altafini dal Milan per 280 (18 voti favorevoli, uno milioni con l'impegno, sottoscritto contrario del vicepresidente sul contratto del trasferimento, che Gaspart), ma aveva paura il Napoli non avrebbe mai ceduto della contestazione dei tifosi Josè all'Inter. Per avere Sivori, e del parere negativo dei Lauro contattò direttamente 108mila soci del Barça Gianni Agnelli, pagandolo 70 annunciando la rinuncia al milioni più l'acquisto dalla Fiat di giocatore. J uliano ebbe due motori marini. Fece cronaca e un'idea. Finse di scandalo l'ingaggio di Savoldi, nel abbandonare la trattativa Omar Sivori 1975, pagato al Bologna 1.400 inscenandone una finta con milioni più la cessione di Clerici e di l'Atletico Madrid per avere metà del cartellino di Rampanti. Hugo Sanchez che Dopo l'accordo tra Ferlaino e il interessava al Barcellona. presidente del Bologna Luciano presidente catalano Nunez Conti, quest'ultimo, minacciato dai tremò. Rischiava di perdere tifosi emiliani, cercò di mandare a i l l a u t o r i c avat o d a l l a monte l'impegno. Nell'albergo c e s s i o n e d i D i e go e i l milanese “Principe di Savoia” pare giocatore dell'Atletico. Alla che Ferlaino costringesse Conti a fine, il club catalano cedette. tenere fede al patto puntandogli Gaspert disse a Juliano: una pistola. Se era vero, si trattò di “Abbiamo fatto di tutto per una pistola scarica. Fu Antonio s c o r ag g i a r v i ” . T r e d i c i Juliano a portare Krol in maglia miliardi di lire per avere Beppe Savoldi 12
Diego, sette anni di felicità, due scudetti, la Coppa Italia e la Coppa Uefa. Gli ultimi colpi Gianfranco Zola fu un colpo di Moggi che lo portò al Napoli per 300 milioni dalla Torres (1989). Zolino è stato un beniamino dei tifosi azzurri. Rimase in maglia azzurra per quattro anni, poi la forte crisi economica in cui venne a trovarsi il Napoli ne provocò la cessione al Parma per 13 miliardi. Il dopo- Maradona fu un tormento per Ferlaino. Come si poteva vincere ancora lo scudetto? L'idea fu di prendere dal Cagliari Fonseca (23 anni) che, in coppia con Careca (32), avrebbe assicurato un forte tandem d'attacco. L'uruguayano costò 15 miliardi nel 1992, prezzo gonfiato per salvare il club sardo dalla crisi economica. La follia per Edmundo (18 miliardi in prestito dal Boca nel gennaio 2001), con spettacolare presentazione al San Paolo, si Ruud Krol concluse con la retrocessione del Napoli (allenato per sette giornate da Zeman, poi da Mondonico) che mancò la salvezza per un punto. Il fallimento era alle porte. Con Aurelio De Laurentiis cominciò un'altra storia. Gonzalo Higuain è stato il colpo maggiore del nuovo presidente (38 milioni di euro nel 2013). Grazie ai contatti di Benitez, al Napoli arrivarono altri sei giocatori per una spesa complessiva di 94,7 milioni di euro, terzo maggiore investimento della nuova società al calciomercato. Con Higuain giunsero gli spagnoli Albiol (11,3 milioni) e Callejon (8,8), il belga Mertens (9,5), l’italo-brasiliano Jorginho (9,8), l’algerino Ghoulam (5,2) e il colombiano Zapata (7,6). Edmundo 13
www.mtaeronautica.com
L'INTERVISTA Il grande Dino detta la ricetta per la risalita della nazionale italiana di Mancini Zoff: “Puntare sui settori giovanili” di Salvatore Caiazza D i calcio se ne intende eccome. La carriera di Dino Zoff è stata lunga. Prima da portiere (anche campione del Mondo) e poi da allenatore ne ha visti di campioncini crescere. È stato anche alla guida della Nazionale maggiore, dove ha portato su ottimi calciatori. Zoff sarà spettatore degli Europei Under 21 che l'Italia ospiterà dal 16 giugno. Si giocheranno anche dalle sue parti. Infatti uno dei campi di gioco sarà quello di Trieste. Quale migliore occasione per tifare per gli uomini di Gigi Di Biagio. Sarebbe bello poter essere campioni d'Europa in casa propria. Bisognerà, però, cominciare a fare bene all'esordio con la Spagna a Bologna. Poi ci sarà il confronto con la Polonia ed infine con il Belgio. «Sicuramente sarà una bella vetrina – ha ammesso Zoff – per i nostri ragazzi del futuro». Quante possibilità ha l'Italia di poter arrivare fino in fondo? «Abbastanza. Di Biagio nel corso degli anni ha saputo creare un ottimo gruppo. Ci sono calciatori che nelle loro squadre hanno fatto bene». Beh tra i pali c'è un suo corregionale … «Meret è un gran bel portiere. Ha solo 22 anni e già si è imposto in una grande piazza come quella di Napoli. È stato un peccato quell'infortunio che lo ha tenuto fuori per quasi mezza stagione. Ma 15
L'INTERVISTA
quando è stato utilizzato non ha tradito le attese. pensato su due volte. Meret poi ha dato Ha personalità e sicuramente la metterà in campo immediatamente dimostrazione del suo valore e da titolare anche in questo Europeo». già si sta consacrando ad importanti livelli Sempre che non arrivi dalla prima squadra prestazionali. Mi auguro che possa essere Donnarumma ... protagonista in questo Europeo e continuare «Ben vengano tutti questi grandi portieri. naturalmente a fare bene con la maglia del Napoli, L'Italia ha sempre avuto una grossa tradizione. Io come ha già fatto vedere in questa prima stagione non posso che essere contento visto dove giocavo alle pendici del Vesuvio». prima di allenare. Sia Gigi che Alex sono il futuro A proposito di Napoli. Nella prossima stagione della nazionale maggiore che con Mancini può potrà la squadra azzurra avvicinarsi alla Juve di raggiungere dei risultati importanti. Soprattutto Cristiano Ronaldo? dopo l'amarezza per non aver disputato lo scorso «Io ho il cuore diviso a metà avendo giocato Mondiale». prima nel Napoli e poi nella Juventus. È naturale Secondo lei cosa serve per la svolta? che se non vince una mi auguro che possa farlo «Puntare sui settori giovanili. È da lì che l'altra. Di certo con Ancelotti qualcosa in più si può arrivano poi i campioni del domani. Basti pensare a fare. Non è facile avere a che fare con il giocatore Barella, Zaniolo, Chiesa, Cutrone, Calabria. Se si più forte al mondo ma si può migliorare. Con il continuano a comprare calciatori già fatti all'estero lavoro ma anche con qualche elemento di spicco. facciamo solo un piacere alle nostre avversarie ai Senza dimenticare i giovani…». Mondiali o agli Europei». Ma purtroppo il problema è sempre lo stesso: nessuno vuole aspettare per vincere ... «Sinceramente questo discorso non vale perché in Italia vince sempre la stessa da otto anni. La verità è che si fa la corsa a qualificarsi per la Champions, dove poi arrivano tanti soldi per le casse delle società». Chi deve temere l'Italia di Di Biagio in questa importante competizione? «La Spagna ha sempre comandato negli ultimi anni. Certo, le due finali di Champions ed Europa League hanno detto altro. L'Inghilterra oggi va per la maggiore così come la Francia. Ma starei attento anche alla Croazia che ha sempre espresso degli ottimi elementi». Del Napoli è stato convocato Alex Meret. Con Ancelotti hanno giocato quasi tutti gli elementi della rosa ... «Carlo è uno che conosce il calcio a 360 gradi. Non a caso ha vinto in tutti i campionati dove ha allenato. Sa bene anche lui che il futuro sono i giovani ed è per questo che quando si è trattato di buttare nella mischia qualche ragazzo non ci ha 17
LA COMPETIZIONE Europeo Under 21 – 2019 Una vetrina di campioncini di Bruno Marchionibus Tante le pretendenti al titolo con l'Italia Tra le principali antagoniste dell'Italia nella caccia alla Coppa è da annoverare sicuramente la Spagna, vera e propria bestia nera degli azzurrini e come s e m p r e c o m p o s t a d a n u m e r o s i g i ov a n i interessanti. Pretendenti alla vittoria finale sono anche la Germania, vincitrice proprio sugli iberici due anni fa e pronta a difendere il titolo, e l'Inghilterra, desiderosa di sfruttare l'onda dell'incredibile stagione disputata dalle squadre di club inglesi in Europa. Occhio anche alla Francia; i Tre gironi per sei città ospitanti “galletti” mancano dalla fase finale del torneo dal Inizieranno il 16 giugno e si concluderanno il 30 2006 e senza dubbio affronteranno i quindici gli Europei Under 21 in programma in Italia e San giorni italiani vogliosi di ottenere il gradino più Marino. Per la seconda volta nella storia della alto del podio. Oltre alla conquista del titolo di rassegna, dopo l'edizione di Polonia 2017, a Campione d'Europa, inoltre, la rassegna prendere parte alla manifestazione saranno dodici continentale assegnerà alle quattro semifinaliste nazionali, divise in tre raggruppamenti da quattro anche i pass per le Olimpiadi di Tokyo della squadre ciascuno. A qualificarsi per le semifinali p r o s s i m a e s t at e , e c c e z i o n f at t a p e r l a saranno le prime classificate di ogni girone più la rappresentativa inglese, non aderente al CIO, che migliore seconda. Il Gruppo A, in cui sono stati se dovesse raggiungere le semifinali sarà sostituita inseriti di diritto gli azzurri di Gigi Di Biagio in dalla vincente dello spareggio delle restanti quanto padroni di casa, comprende anche la seconde. Spagna, giustiziera proprio della selezione italiana due anni fa, la Polonia ed il Belgio. Il Girone B, invece, vedrà i tedeschi, campioni in carica, affrontare Danimarca, Serbia ed Austria, mentre nel Gruppo C a giocarsi il passaggio del turno con Inghilterra e Francia saranno Romania, assente dal 1998, e Croazia. Sei le città nelle quali si giocheranno le ventuno gare in programma: Bologna (Stadio Renato Dall'Ara), teatro dell'esordio dell'Italia contro le Furie Rosse e di una semifinale; Reggio nell'Emilia (Mapei Stadium), dove si disputerà l'altra semi; Udine, con lo stadio “Dacia Arena-Friuli” pronto ad ospitare la finale; Cesena (Stadio Dino Manuzzi); Trieste (Stadio Nereo Rocco) e Serravalle (Stadio Olimpico) per San Marino. 18
Come si è arrivati al format attuale È la Challenge Cup, trofeo risalente agli anni '60, la prima competizione internazionale tra selezioni giovanili che può essere considerata un'antenata diretta dell'attuale Europeo Under 21. Tale Coppa, riservata all'epoca alle nazionali Under 23, era basata su una formula simile a quella adottata nel pugilato: la squadra campione in carica poteva mettere in palio il titolo in una partita secca a cadenza non prestabilita. Il primato degli azzurri nell'Albo d'Oro Questo for mat venne presto L'attuale format dell'Europeo di categoria affonda a b b a n d o n at o e s o s t i t u i t o d a i le sue radici negli anni '60. Dopo aver subito varie Campionati Under 23, comprendenti modifiche, la competizione assunse la più nazionali, che nelle tre edizioni denominazione attuale a partire dal 1986; nel '94, poi, per la prima volta semifinali e finale si disputate videro un dominio dell'Est disputarono in un singolo paese organizzatore, Europa con i successi di mentre è solo dal 2000 che la formula ha iniziato a Cecoslovacchia, Ungheria ed U.R.S.S. prevedere dei gironi eliminatori. L'Italia, cinque Nel 1978 la UEFA, considerando volte campione, è la nazionale con più titoli in troppo ampio il divario tra Under 18 bacheca. Dopo la finale persa nel 1986 contro la ed Under 23, abbassò il limite di età Spagna dai ragazzi di Vicini, molti dei quali quattro all'Under 21, riservando a tali anni più tardi furono i protagonisti delle compagini la partecipazione alla indimenticabili Notti Magiche, gli azzurrini si sono aggiudicati tre edizioni consecutive della rassegna che nel 1986 ottenne la Coppa tra il '92 ed il '96 sotto la guida tecnica di denominazione attuale. A metà degli Cesare Maldini. Tra i tanti campioncini anni '90, decennio dominato dai colori avvicendatisi in quegli anni Peruzzi, Toldo, azzurri dell'Italia, la manifestazione Panucci, Nesta, Inzaghi, Vieri, Totti, Buso e Fabio iniziò ad essere disputata in un unico Cannavaro, questi ultimi due proclamati migliori paese ospitante, e dal 2000 nella fase giocatori della rassegna rispettivamente nel '92 e finale furono introdotti anche due nel '96. Successi italiani anche nel 2000, con g i r o n i e l i m i n at o r i . L e u l t i m e Tardelli in panchina ed in campo i futuri Campioni del Mondo Pirlo, protagonista assoluto del torneo, modifiche appor tate al for mat Gattuso e Zambrotta, e nel 2004, quando De Rossi dell'Europeo di categoria sono giunte e Gilardino guidarono la squadra di Claudio nel 2007, anno a partire dal quale la Gentile al trionfo sulla Serbia. Sconfitta in finale competizione è stata spostata negli per la selezione azzurra, invece, nel 2013, con anni dispari per evitare la Verratti, Insigne ed Immobile fermati sul più bello concomitanza con Europei UEFA e dalla stratosferica Spagna di Alcantara, Isco e Mondiali FIFA, e nel 2017, quando Morata. Toccherà ai ragazzi di Di Biagio, dunque, nell'edizione in Polonia per la prima provare a conquistare per la sesta volta l'Europeo, combattendo anche con una tradizione sfavorevole volta i raggruppamenti sono diventati che accompagna le nazionali di casa; solo in una tre, con l'innalzamento del numero circostanza infatti, l'Olanda nel 2007, la squadra delle partecipanti a dodici. ospitante ha alzato la Coppa al cielo. 19
CENNAMO A R R E D A M E N T I Via S. Giacomo, 90 80040 Pollena Trocchia (NA) Tel. +39 081 5311656 Fax +39 081 5311415 www.cennamoarredamenti.com
GLI AZZURRINI Under 21 – L'Italia punta al successo nale di Marco Boscia La squadra di Di Biagio pronta al duro esordio contro la Spagna. Belgio e Po l o n i a l e a l t r e avversarie. Il tecnico si affida ai calciatori già nel giro della nazionale maggiore per provare a vincere il torneo in casa “Azzurro” Di Biagio Il ricordo di mister Di Biagio 11 metri. Un pallone che pesa come un macigno. Gigi non si tira indietro e sul dischetto ci va lui. È l'ultimo calcio di rigore, quello decisivo, che o “Io dissi subito di sì, quando Maldini mi ti porta in paradiso o ti spedisce all'inferno. Un chiese se volessi tirare il rigore. È nel mio dna, da giocatore non ho mai detto di no a un boato dello stadio, riempito in ogni ordine di allenatore posto dai tifosi francesi, quando quel pallone si stampa contro la traversa della porta difesa da Barthez. È il mondiale del 1998, in Francia “Ricordo un particolare: inizialmente io dovevo essere il terzo, poi all'ultimo momento appunto, e l'Italia viene eliminata ai quarti di il Mister mi disse: “Tiri per ultimo”. La cosa finale proprio dai galletti, poi vincitori del non mi ha scosso, terzo o quinto per me era torneo. Ancora oggi Luigi Di Biagio viene uguale ricordato per quel penalty fallito. Nessuno ha memoria però della semifinale degli Europei di “All'ultimo ho deciso solo una cosa: che se due anni più tardi: con l'Olanda finisce 0 a 0, Barthez fosse rimasto fermo fino alla fine, ancora una volta sono decisivi i rigori e l'ex avrei dovuto metterla proprio un pelo sotto la centrocampista, fra i più bravi e dinamici degli traversa. Così, anche se si fosse abbassato di anni '90, si ripresenta sul dischetto. Stavolta poco, avrei segnato comunque. Per il resto segna e si riscatta. Si può riassumere così la volevo tirare forte, in modo da non fargliela carriera del Di Biagio calciatore con la maglia vedere proprio. Da quel giorno ad oggi, della nazionale. Una storia infinita, con comunque, avrò rivisto il mio rigore migliaia l'azzurro nel destino. Oggi l'avventura continua di volte sulla panchina dell'Under 21, di cui Gigi è allenatore dal 2013. 21
GLI AZZURRINI La nazionale che andrà in campo L'Italia vuole giocarsi tutte le sue carte per provare a tornare al successo che manca dal 2004. Ha concrete possibilità di farlo, perché oltre a contare su una formazione di tutto rispetto, cui si sono aggregati i big convocati da Roberto Mancini per le partite di qualificazione agli Europei, per la prima volta le fasi finali saranno disputate proprio nel Bel Paese. Il mister ha in mente di schierare l'Italia con un 4- 3-3 offensivo. Serrato ballottaggio tra Meret e Audero per difendere i pali della porta azzurra. Linea difensiva composta da Adjapong a destra, Mancini e Romagna centrali con Dimarco a sinistra. A centrocampo si contendono una maglia da titolare i due calciatori della Roma, Pellegrini e Zaniolo, per il ruolo di mezzala sinistra. Centralmente dovrebbe agire da playmaker Mandragora, con Barella pronto a ricoprire il ruolo di mezzala destra. In attacco la stella è quella di Patrick Cutrone, che con ogni probabilità sarà supportato sugli esterni da Federico Chiesa e Moise Kean, autentica rivelazione della Juventus. Pronti a dare una M e r e t u n i c o ‘‘ n a p o l e t a n o ’ ’ i n mano tutti gli altri azzurrini convocati: nazionale importanti comprimari del calibro di Bonifazi, È lui l’unico calciatore del Napoli su cui Di Locatelli, Orsolini ed i baby Tonali, sorpresa del Biagio ha puntato per gli Europei. Il portiere, Brescia, e Andrea Pinamonti. dopo un lungo stop, ha esordito in campionato l'8 dicembre e da quel momento la sua stagione è stata segnata da una continua crescita. Si è reso protagonista nelle notti di Europa League con una serie di parate esaltanti, anche se ha commesso poi un errore contro l'Arsenal sulla punizione di Lacazette. Il numero uno del Napoli ha però qualità eccelse e potrebbe essere schierato a sorpresa come titolare dal tecnico. Escluso a sorpresa Luperto che, dopo aver fatto parte della lista dei preconvocati, non è stato confermato. Con il Napoli difatti non sono state molte le presenze, chiuso da due mostri sacri come Koulibaly ed Albiol prima, da Maksimovic poi. 22
BPMed – Banca Popolare del Mediterraneo S.c.p.a. Via Agostino Depretis N° 51 Napoli 80133 - Tel. 081 5521603 - Fax 081 5516704 - E-mail: bpmed@pec.it – info@bpmed.it Filiale Palma Campania (NA) Via Nuova Nola, 16A - Tel. 081 8241120
L'AVVERSARIO Ruiz per una volta contro l'azzurro di Lorenzo Gaudiano S pagna 1996. È il mese di aprile e a Los Palacios y Villafranca vede la luce un bambino con la passione per il calcio nelle vene ed un talento pronto a sbocciare con “Mi sono innamorato del calcio grazie a Xavi. Sogno di ripercorrerne le orme” Nel settore giovanile della squadra biancoverde il passare degli anni. Qualche mese più tardi ai comincia a spianarsi per il giovane Ruiz la quarti di finale degli Europei di calcio in strada verso i campionati più importanti. Inghilterra la sua Spagna fu eliminata dai Inizialmente i suoi pochi centimetri di altezza padroni di casa dopo la lotteria dei rigori. fanno pensare ad un clone spagnolo di Messi. La Fabiàn Ruiz era ancora troppo piccolo per sua improvvisa e sorprendente crescita cambia comprendere e soffrire con i propri le carte in tavola. Il ruolo più adatto per lui viene connazionali, in quel momento sfiduciati e individuato nella zona nevralgica del campo, inconsapevoli dei grandi traguardi che dove Fabiàn aveva un modello a cui ispirarsi: sarebbero stati conseguiti di lì a poco. Xavi Hernandez. Oltre alle due finali di Champions nel 2009 e nel 2011 vinte con il “Mamma è la persona più importante per me. Barcellona, arrivano le vittorie agli Europei Ha fatto di tutto affinché potessi giocare a calcio” 2008 e 2012 e il Mondiale nel 2010, tutti s u c c e s s i o t t e n u t i c o n i l c o n t r i bu t o a Con un pallone da calcio sempre tra le mani, centrocampo di un giocatore anche quando si adagia sotto alle coperte per straordinariamente forte ed unico nel suo dormire, Fabiàn cresce. Tra le dritte della genere. Fabiàn allora comincia a cullare un scuola calcio vicino casa sua e il divertimento piccolo sogno, ovvero di diventare come il suo con i suoi coetanei, il dono naturale ricevuto dal grande idolo. giovane spagnolo viene incanalato nella giusta direzione. Le voci sul suo talento cominciano a girare in Spagna e la società più rapida e pronta “Napoli è una città che mi piace: la gente ti accoglie come se fossi parte della famiglia. Il modo di vivere il ad offrirgli un'opportunità di svolta è il Betis di calcio è molto simile a quello di Siviglia” Siviglia. Del resto, Madrid e Barcellona lo avrebbero allontanato troppo dalla sua mamma Nel 2014 il debutto con la prima squadra, il e dai suoi fratelli, a cui il piccolo Fabiàn, che prestito semestrale nel 2017 all'Elche ed infine allora aveva solo 8 anni, è molto legato. l'esplosione definitiva grazie ai consigli del tecnico biancoverde Quique Setién, a cui Fabiàn Gli inizi ed i sacrifici della madre. probabilmente deve tutto. È arrivato il Si allena con il desiderio momento però per lo spagnolo di evolversi, di misurarsi con un calcio diverso per completare di emulare il suo idolo Xavi il suo percorso. Il progetto del Napoli lo attira ed arriva a Napoli particolarmente, soprattutto dopo l'ingaggio in grazie agli Ancelotti panchina di Ancelotti. I connazionali Albiol e Callejon lo aiutano ad integrarsi, Mertens gli 25
L'AVVERSARIO mostra di sera il fascino della città partenopea e lo porta ad assaggiare la pizza, che lo spagnolo stranamente non gradisce. Dopo un ottimo campionato arriva anche la chiamata della Nazionale maggiore, a cui Ruiz non può rispondere per una brutta influenza. Di tempo ce ne sarà in futuro per vestire la maglia un tempo indossata dal suo idolo, al momento invece per il giovane spagnolo c'è l'Under 21 spagnola e l'Europeo. Oggi sfiderà proprio l'Italia e il popolo napoletano appassionato di calcio quasi certamente farà il tifo anche per lui. Ho avuto la sfortuna di ammalarmi e di non poter giocare alla prima convocazione. Adesso ho davvero tanta voglia ed entusiasmo di rivestire la maglia della nazionale 26
Dicono di lui Il quotidiano Diario de Sevilla: “Dimostra ogni giorno che vuole migliorare sempre di più, continua a fare passi in avanti in tutto (fisico, carattere…), con l'animo del leader del futuro” Miguel Valenzuela (suo scopritore): “È un giocatore completo. La sua dote migliore è il fatto di essere tremendamente competitivo. Fabián è la fusione tra il lavoro per la squadra di Lampard e la qualità tecnica di Guti” Quique Setién (suo allenatore al Betis): “Sta diventando un grande calciatore. Ha davanti un futuro molto incoraggiante. Gli piace essere protagonista con il pallone. Ha qualità, sa inserirsi, sa imporre i tempi, si muove bene negli spazi stretti. Mi ricorda molto Glen Hoddle, uno di quei giocatori con grande personalità che non buttavano mai via una palla, nonostante la pressione” Ancelotti: “È un giocatore continuo, ha grande passo e grande presenza. Per l'età che ha, possiede grande personalità” Luis Enrique (ct della Spagna): “Ha un tiro bestiale. Ha avuto il grande coraggio di affrontare un campionato difficile come quello italiano e sta crescendo con il Napoli. Ho voglia di vederlo all'opera con noi” 27
LIQUORE APERITIVO - TONICO Spiritelli 1965 srl s Via D. Beneventano, 32 - 80044 Ottaviano NA info@spiritelli1965.it
PROFILI di Gianluca Mosca Luperto Azzurro Intenso porta nelle sue giovanili. Il suo omonimo allenatore, Dal Salento a Napoli. Titolare ad Claudio Luperto, prima lo sposta sulla fascia di Empoli nella stagione 2017-18 difesa per poi dirottarlo centralmente, sfruttando appieno i suoi 191 cm d'altezza. Dopo tre grandi con la chiamata in Under 21. prestazioni contro Liac New York, Napoli e Honved Carlo Ancelotti sembra puntare nel Torneo di Viareggio, Luperto viene acquistato sul lungagnone nato a Lecce dal Napoli. Fin da subito aggregato alla Primavera di Saurini, Luperto gioca una buona prima stagione, N ato a Lecce il 6 settembre 1996, Sebastiano Luperto nutre sin da piccolo una forte passione per il calcio, ma le partitelle con gli amici nei cortili e nelle strade della città salentina non gli bastano e passa alla scuola con 3 reti in 25 gare. 21 sono le presenze l'anno successivo, 2014/15, nella quale continua il buon rendimento. Il centrale di difesa viene tenuto d'occhio anche da Rafa Benitez, che lo convoca in campionato e nella Supercoppa vinta ai rigori calcio San Cesareo, dove comincia l'ascesa che lo contro la Juventus. Questa parabola culminerà con porterà nel calcio che conta. Il ragazzo nasce l'esordio in Serie A nei minuti finali della 34esima attaccante, all'occorrenza esterno sinistro, e già da giornata contro il Milan. Per la stagione 2016/17 è subito le sue qualità attraggono il Lecce, che lo in prestito alla Pro Vercelli nel campionato cadetto 29
PROFILI italiano, nella quale raggiunge 32 presenze ed un assist. L'anno successivo viene dato in prestito all'Empoli, sempre per disputare il campionato di Serie B. Con il club toscano il giovane leccese colleziona 28 presenze, 1 assist ed una rete. È proprio nella stagione in prestito all'Empoli che mostra appieno tutte le sue potenzialità: ottima scelta di tempo, buon senso dell'anticipo, forza fisica ed un buon piede mancino, qualità che gli procurano la convocazione con l'Under 21. Per la stagione 2018/19 torna al Napoli a disposizione di Ancelotti e, causa infortuni, diventa titolare, con buone prestazioni. Il ragazzo si trova bene nell'ambiente, sia con i tifosi che con i compagni di squadra: “Sono quasi 6 anni che sono qui e mi sono innamorato di questa città. A Napoli come a Lecce si cucina benissimo, sono capitato benissimo”. Ancelotti, essendosi reso conto delle potenzialità del ragazzo e dopo averlo trattenuto da possibili partenze in prestito la scorsa estate, lo ritiene un punto fermo per il futuro della squadra azzurra. 30
Via Gian Lorenzo Bernini, 68, 80129 Napoli NA Tel. 081 558 1970 Aperto dal lunedì al sabato dalle 09.00 alle 22.00
L’APPROFONDIMENTO di Francesco Marchionibus Le plusvalenze: apparenza e realtà L'argomento è sempre più discusso, anche se non tutti lo conoscono bene. Il Napoli dell'era De Laurentiis è una delle società che meglio ha saputo gestire questa determinante posta di bilancio, senza perdere di vista la competitività della squadra azzurra C ome ogni anno, alla conclusione del campionato l'attenzione generale viene catturata dai temi del calciomercato, e tra i tifosi oltre che di voci, ipotesi, sogni e speranze, da qualche tempo si discute sempre più in quel momento nel bilancio della società dopo aver sottratto gli ammortamenti del periodo in cui è stato di sua proprietà. Acquistando un calciatore, la società acquisisce il diritto a godere delle sue prestazioni sportive per la durata del di contratti, bilanci e plusvalenze. E in effetti nel contratto sottoscritto: questo vuol dire che il calcio di oggi, che è (o dovrebbe essere) costo di acquisto, per essere correlato caratterizzato dal Fair Play finanziario e dunque correttamente all'utilità che ne deriva per la da ben precisi equilibri di bilancio, per le società il società, dovrà essere imputato a bilancio mercato rappresenta l'occasione, oltre che per suddividendolo negli anni di durata del contratto migliorare le proprie squadre, anche per ottenere del calciatore. Se ad esempio la società acquista ricavi attraverso le “plusvalenze” generate dalla un calciatore pagandolo 10 milioni con un vendita dei giocatori. Ma cerchiamo di contratto di cinque anni, il costo del calciatore approfondire un po' cosa sono e come maturano andrà “ammortizzato” in cinque anni, imputando le plusvalenze di bilancio in una società di calcio. a bilancio per ogni anno un costo di 2 milioni. Tecnicamente la “plusvalenza” sulla cessione di Parallelamente, nel bilancio della società il un calciatore è il ricavo che deriva dalla differenza valore del calciatore diminuirà di un quinto al fra il valore di vendita e il valore che è registrato termine di ogni stagione, perché la sua utilità si 32
Le maggiori plusvalenze realizzate dalla SSC Napoli Calciatore Prezzo di cessione Plusvalenza Marek Hamsik 20.000.000 19.995.000 Jorginho 65.000.000 64.730.000 Gonzalo Higuain 90.000.000 86.300.000 Edinson Cavani 67.894.000 64.399.000 Ezequiel Lavezzi 28.947.000 28.632.000 ridurrà progressivamente all'avvicinarsi della le plusvalenze da cessioni diventano una voce scadenza del contratto. Questo vuol dire che se la fondamentale per mantenere i bilanci in società cederà il calciatore dopo tre anni di equilibrio. Il Napoli, che rientra tendenzialmente contratto sui cinque previsti, in quel momento il in questa seconda categoria di società, ha valore di bilancio sarà di 4 milioni: se la cessione realizzato negli ultimi dieci anni plusvalenze avverrà ad un “prezzo” superiore, la società complessive per oltre 250 milioni (al netto delle otterrà una plusvalenza, e dunque un ricavo da minusvalenze), supportando così in maniera imputare a bilancio, altrimenti dovrà sopportare significativa i risultati di bilancio, ma è riuscito una minusvalenza e cioè un costo che andrà a sempre a conciliare l'esigenza di ottenere gravare sul bilancio. In altri termini, se la società plusvalenze con quella di mantenere la squadra dopo tre anni di contratto decide di vendere per 7 competitiva. Nell'ultimo decennio infatti se da un milioni il giocatore acquistato a 10, anche se lato le cessioni eccellenti sono state solo cinque apparentemente “ci perde” tre milioni in realtà (Lavezzi, Cavani, Higuain, Jorginho e Hamsik), ottiene una plusvalenza, e dunque un ricavo, di 3 tanto che il Napoli statisticamente è la prima milioni rispetto al valore residuo del calciatore. squadra in Italia e la nona in Europa per stabilità Per alcune società i ricavi da plusvalenza in realtà dell'organico (come certificato da un recente sono complementari se non secondari rispetto a studio del CIES Football Observatory), dall'altro quelli ottenuti da biglietti e abbonamenti, diritti il valore complessivo della rosa è costantemente TV, sponsorizzazioni, sfruttamento dei marchi, aumentato e la squadra si è oramai stabilizzata ai vendita di gadgets, magliette, ect; per altre invece vertici del calcio italiano. 33
IL RITORNO IL CALCIO CHE BAGNA CASTELLAMMARE di Giovanni Gaudiano Castellammare e il calcio. Un binomio che affonda le radici lontano nel tempo. A pensarci, dove poteva cominciare la storia del football dalle nostre parti se non dalla costa partenopea, quella che inizia dai Campi Flegrei e termina proprio a Castellammare? Quel mare, da cui grazie ai mercantili inglesi arrivavano merci, spezie e novità a volte esotiche, è stato il mezzo grazie al quale è arrivato dalle nostre parti quello che sarebbe diventato il gioco più bello del mondo. Gli inglesi, che lo avevano di fatto inventato per come lo si conosce oggi, avevano anche pensato di esportarlo ovunque si fermassero nei continui viaggi con i quali battevano di fatto tutte le rotte possibili. In Italia lo avevano trapiantato in Liguria, ma poi si resero conto che Napoli ed i dintorni avevano più spazio, più respiro ed allora il calcio arrivò sotto il Maschio Angioino, passando per il pullulante e già rinomato mercato del pesce di Pozzuoli per arrivare poi a Torre ed a Castellammare. Il nuovo sport trovò terreno fertile proprio alle pendici del grande Vesuvio e proliferò spingendo la grande città, Napoli, che agli albori del secolo scorso era una vera e propria capitale nonostante tutti i suoi problemi, a prenderlo in seria considerazione. Fermiamoci però questa volta a Castellammare. Lo Stabia Sporting Club nasce nel 1907 e da allora, con vicende altalenanti ma sempre condite dalla passione per questo gioco, ha saputo interpretare 34
la vera essenza del gioco del calcio. Oggi è arrivato uno di quei momenti altisonanti e le “vespe” sono ritornate in serie cadetta. Lo stadio, intitolato all'indimenticato granata Romeo Menti che ha vestito la maglia gialloblù per una sola ma ricordevole stagione, quella del 1944-45, è di nuovo in festa. Per chi non lo ricorda, quella Juve Stabia vinse sul campo lo scudetto dell'Italia liberata dagli alleati che la FIGC non ha mai voluto riconoscerle. È dunque il momento anche di applaudire tutti a partire dal presidente Manniello, oggi dimissionario per il bene e lo sviluppo di questa società tanto amata, che ha saputo costruire in silenzio un ritorno nel calcio che conta per una terra che lo merita assieme alla sua competente tifoseria. Complimenti quindi alle “vespe”, ai dirigenti tutti, al tecnico, ai giocatori, allo staff ed anche alla città ed al pubblico di Castellammare di Stabia impegnati sin da questo momento a fare ancora di più per sostenere il sogno realizzato che può continuare, basta volerlo. 35
IL RITORNO GIANNI IMPROTA: IL “BARONETTO DI POSILLIPO” di Marco Boscia Una passione smisurata per il calcio ed una carriera segnata dall'amore per la maglia azzurra. Il record di quasi quattro campionati senza mai essere sostituito ma un unico grande rimpianto: non aver vinto il primo storico scudetto con il Napoli nel ‘71 contro l’Inter a Milano N ativo di Napoli, vissuto e cresciuto in una delle zone più belle della città, più precisamente sulla collina di Posillipo. Incontro Gianni Improta proprio al club Virgilio, locale notturno della movida partenopea che comprende anche il complesso calcistico Denza, che lo ha visto muovere i primi passi da calciatore e che oggi gestisce con il figlio. Se parli con Gianni Improta non puoi non partire dal suo percorso col Napoli: si emoziona visibilmente quando ripercorre la propria carriera in azzurro, dal principio fino al momento in cui dovette lasciare i partenopei. Racconta di una rivoluzione popolare. Questura e prefettura autorizzarono riferiva a me, considerandomi un calciatore cortei contro la sua cessione perché era diventato un che avrebbe potuto decidere la gara; da lì in beniamino della tifoseria; spuntò addirittura uno striscione poi hanno continuato a chiamarmi così. che recitava: “Il Vesuvio si può vendere, ma Improta no”. Ghirelli mi ha poi spiegato il motivo di quel Un passato glorioso dunque nelle file degli azzurri che titolo, sottolineando quanto fossi elegante ripercorre con classe, eleganza, educazione: qualità che nel pormi, nelle movenze in campo e nel lo contraddistinguono da sempre e che gli sono valse il vestirmi. Per me, allora ventitreenne, fu titolo di baronetto che, ancora adesso, lo accompagna e un'emozione indescrivibile: significava lo rende fiero di aver vestito i colori della propria città. sentirmi importante quanto, anzi di più rispetto ai campioni di quel Napoli come «Il titolo di baronetto è nato nel 1971. Dovevamo giocare Zoff, Altafini, Sormani, Juliano, Bianchi e una gara fondamentale. Eravamo secondi in classifica ad un tanti altri». punto dall'Inter e mancavano poche giornate al termine del campionato. Li affrontavamo in trasferta ed Antonio Una piccola pausa ed un gradito caffè Ghirelli, sul “Corriere della Sera”, presentò il match con il fanno da contorno al ricordo proprio di titolo: “ARRIVA IL BARONETTO DI POSILLIPO”. Si quel match con l'Inter. 36
Il Direttore dell'Area Tecnica Ciro Polito Il presidente Franco Manniello Io, Gianni Improta “Ho incontrato due avversari veramente tosti nella mia carriera: un difensore centrale, Franco Baresi, che anticipava quasi sempre le mie mosse; l'altro, un mediano, Andrea Orlandini della Fiorentina, che riuscivo invece a superare ma che aveva un passo che gli permetteva di recuperarmi “ Quando giocavo io con gli azzurri, pur non avendo vinto nulla, al San Paolo ogni domenica venivano sistematicamente in 90.000 “ Mi sono tolto tante soddisfazioni, sia da calciatore che poi anche da dirigente del Catanzaro. Nonostante tutto, il mio più grande rimpianto è di non essere riuscito a regalare la gioia dello scudetto ai tifosi napoletani “Cammino sempre a testa alta. Sono contento di quello che ho fatto e di quello che ancora oggi faccio, guidato da sempre dalla passione 37
IL RITORNO «A fine primo tempo vincevamo 1 a 0 con gol di Altafini e con il vantaggio di avere un uomo in più, vista l'espulsione di Burgnich. Nell'intervallo ci fu un via vai nello spogliatoio dell'arbitro Gonella da parte del presidente e di alcuni giocatori dell'Inter, fra cui Mazzola e Facchetti. Quando rientrammo in campo, dopo pochi minuti, l'Inter usufruì di un rigore inventato e pareggiò. Non riuscimmo più ad uscire dalla nostra metà campo, perdemmo la partita per 2 a 1 ed ovviamente anche lo scudetto. Arrivammo poi solo terzi a fine anno». Giocatore del Napoli ma ancor prima tifoso. Quanto è difficile differenziare la passione dalla professione? «Racconto un aneddoto per rispondere a questa domanda: nel 1979 giocavo nel Catanzaro e nonostante avessi quasi 32 anni, Inter e Napoli mi volevano fortemente. Avrei potuto scegliere i nerazzurri, guadagnare di più e vincere uno scudetto, ma ho preferito fare ritorno nella mia città. Per me, anche se oggi spesso non accade più, ha vinto la passione». 38
IL RITORNO DELLA JUVE STABIA IN SERIE B messo a disposizione degli altri. È stato per tre Il Club Manager Improta anni il presidente del comitato regionale della ripercorre la stagione che ha F.I.G.C. del settore giovanile e scolastico; quindi permesso alle “vespe” di ritornare dirigente dell'amato Catanzaro ed anche nella serie cadetta grazie all'unione opinionista TV di successo. Quest'anno Improta ha di intenti fra società, squadra e città. rivestito il ruolo di “Club Manager” della Juve Stabia. Poi lancia un'idea, studiare la Mi racconta, con altrettanta emozione, quali possibilità di offrire un siano stati i principali ingredienti, visto che abbonamento unico per i tifosi del nomi e blasone non bastano, che hanno portato Napoli e della squadra di la squadra di Castellammare, pur non partendo Castellammare di Stabia da favorita rispetto a squadre più attrezzate, alla vittoria del campionato di Serie C. S erietà ed impegno, compor tamento «Innanzitutto non bisogna fare grossi proclami esemplare e rispetto verso tutti. Qualità che, che molti giocatori non riescono a sostenere. Ci come dicevamo, hanno caratterizzato tutta vuole la fortuna di avere un gruppo di calciatori che la carriera di Gianni Improta. Le stesse che, siano prima uomini e poi atleti. Importante quindi assieme alla sua enorme esperienza calcistica, creare un giusto mix fra i più esperti e gli altri più anche una volta tolti i pantaloncini, il baronetto ha giovani e sfruttare le occasioni che capitano 39
durante la stagione. Ovviamente società e pubblico devono fare la propria parte. Il merito del successo raggiunto va equamente diviso fra Ciro Polito, responsabile dell'area tecnica, e Fabio Caserta, allenatore che ha gestito il gruppo in maniera eccellente. Alla base ci deve essere sempre la passione; la Juve Stabia è una società fatta da persone che lavorano in maniera organizzata, cosa che, pur non avendo una disponibilità economica elevata, ci ha permesso di fare un'impresa che tutti ci invidiano: dal Trapani al Catanzaro, dal Catania alla Casertana, che hanno investito tanto e più di noi». Sarà possibile, a partire dal prossimo anno, stringere rapporti con il Napoli per far crescere qualche giovane azzurro a Castellammare? «Già in passato sono passati per Castellammare giovani forti fra cui Zaza, Pavoletti, Biraghi e lo stesso Simone Verdi, che poi sono riusciti ad arrivare in squadre più blasonate ed anche a vestire l'azzurro della nazionale. Quindi per noi sarebbe un vero piacere collaborare con la prima società che ci rappresenta non solo in Campania, ma in tutto il Sud. Ciro Polito già cura i rapporti con il Napoli in merito al settore giovanile; ben venga un'ulteriore sinergia che possa permettere ai giovani azzurri di crescere nella Juve Stabia. La cosa bella è che Castellammare dista solo 20 km da Napoli e, difatti, i nostri tifosi, la maggior parte, sostengono entrambe le squadre. Lancio un'idea che potrebbe dare sia conforto al calcio Napoli sia, principalmente, alla Juve Stabia: creare una sorta di unico abbonamento che consenta ai tifosi stabiesi di seguire entrambe le squadre e viceversa a quelli partenopei. Questo permetterebbe di avere un Romeo Menti sempre pieno ed anche al San Pa o l o l e p r e s e n z e p o t r e bb e r o c r e s c e r e, riavvicinando i tifosi alla squadra». M.B.
IL RITORNO L’anno da ricordare di Gianni Improta “Le emozioni vissute durante la stagione con la Juve Stabia non le avevo mai provate “Non essendo partiti favoriti, si toccava con mano, gara dopo gara, l'avvicinamento alla realizzazione di un sogno “ Castellammare è una piazza che, nonostante la squadra militi in categorie inferiori, fa sentire i calciatori come se si giocasse in Serie A “Fabio Caserta ha una qualità fondamentale: legge le partite dopo 10 minuti “Non ho mai trovato uno spogliatoio unito come quello della Juve Stabia “Non abbiamo fatto un'impresa per caso. Se andiamo a guardare i numeri, ci si accorge di come, record dopo record, abbiamo meritato il successo “Non abbiamo mai avuto paura di vedere sfumare l'obiettivo. L'ambiente ci ha aiutato tanto. L'unione fra città e squadra è stata bellissima “ Il gruppo degli ultrà della Juve Stabia non ci ha mollato un attimo. A Bisceglie addirittura i nostri tifosi erano più numerosi di quelli di casa 42
COPERTINA “Costruire un festival è come scrivere un romanzo” di Giovanni Gaudiano Il Direttore artistico del Napoli Te at r o Fe s t i va l Ru gg e r o Cappuccio parla del teatro e dell'importanza della scrittura, della passione che deve animare q u a l u n q u e at t i v i t à , d e l l a manifestazione in corso e del valore eterno della cultura Da qualche giorno la nostra città e non solo è pervasa dall'anelito del teatro, degli spettacoli. È la cultura che cancella la consuetudinarietà della routine e che si impossessa per 37 giorni delle prime pagine e che dà sfogo a tutta la sua grande profondità, alla bellezza, grazie al richiamo di una serie di rilevanti rappresentazioni previste nel programma dell'edizione del 2019 del Napoli Teatro Festival Italia. Al di là del fatto che ne è il direttore artistico, con Ruggero Cappuccio se ne potrebbe parlare comunque. Durante l'intervista in un passaggio ha chiaramente detto che la sua passione, il suo entusiasmo crescono quando vede realizzati lavori altrui di qualità, di successo perché il teatro ha bisogno di tutti e forse tutti avrebbero bisogno del teatro, anche se a volte non lo sanno. La prima domanda è scontata ma poi non tanto. Dovendo scegliere, quale ruolo dei tanti che ha 44
rivestito e riveste sente più suo? «Non mi sono mai posto il problema delle differenze tra i vari ruoli che ho ricoperto in c a m p o a r t i s t i c o. I n r e a l t à s o n o r u o l i apparentemente diversi ma intimamente congiunti. Ho sempre interpretato il mio lavoro come lo può interpretare un artista che ha una bottega e che vive per alcuni anni un innamoramento per gli oli su tela, viene poi attratto da un periodo di particolare fascino espressivo legato agli acquerelli e poi per due anni della sua vita lavora la terracotta e poi per altri due anni ancora si occupa soprattutto del marmo e così via. In realtà, se ci riflettiamo un momento, tutti i canali espressivi di cui mi sono occupato sono legati dalla scrittura. Per fare teatro bisogna scrivere, così come per fare un romanzo ed anche per fare un film la base è la scrittura. Quindi il comune denominatore di tutte queste attività è sicuramente la scrittura». Forse a questo punto il Direttore artistico può rappresentare la somma, con la sua funzione di organizzazione e raccordo con le istituzioni? «Il Festival lascia pensare ad un uomo d'azione mentre lo scrittore è un immaginario che ci apre una porta sull'uomo di pensiero. Però costruire un festival è come scrivere un romanzo, con la differenza che i personaggi del romanzo sono nel pieno dominio dello scrittore mentre i personaggi di un festival essendo viventi si muovono, si spostano e questo rende le cose più difficili ma anche più affascinanti. In fondo sono uno scrittore, colui che fondamentalmente immagina, poi il fatto che usi una penna per scrivere è relativo. Basta pensare a Socrate che è stato uno dei più grandi scrittori dell'umanità senza aver usato mai la scrittura vera e propria ma è stato tanto bravo da mettere in condizione gli altri di farlo». Analizzando i suoi lavori si nota la volontà di spaziare senza soffermarsi a lungo sullo stesso argomento. Volendo fare dei paragoni si sente 45
Puoi anche leggere