LA SCRITTURA ALLA BASE DI TUTTO - Napoli

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                                                   La Città – La Squadra – Gli Eventi       numero 11 del 16 giugno 2019

                                                                                                    LE STORIE

                                                                                        IL RITORNO DELLE ‘‘VESPE’’

                                                                                                 PUNTO NAVE

                                                                                             DANIELE IPPOLITO

                                                                                        ALL'INTERNO INSERTO SPECIALE
Foto Salvatore Pastore

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                         LA SCRITTURA ALLA BASE DI TUTTO
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L’EDITORIALE
                                                                           di Giovanni Gaudiano

                                                     Certo da ieri in Brasile è iniziata la Copa
                                                     América, oggi al nord d'Italia inizia
                                                     l'Europeo Under 21, da una settimana si
                                                     gioca in Francia il mondiale di calcio

      Ci manca il                                    femminile con la nazionale azzurra di Milena
                                                     Bertolini in bella evidenza. A fine settimana
                                                     inizierà anche la Coppa d'Africa, con il nostro

   campionato e le                                   Koulibaly tra le stelle del torneo, che
                                                     quest'anno si giocherà nella terra dei faraoni.
                                                     Volendo quindi, ci sarebbe da vedere e da
                                                     seguire in televisione ma gli occhi e le

    nazionali ed il                                  orecchie dei calciofili saranno tutte tese a
                                                     raccogliere le notizie, o si dovrebbe dire le
                                                     fantanotizie, provenienti dal calciomercato.

  calciomercato non                                  Il Napoli è atteso da quelli che dovrebbero
                                                     essere investimenti mirati e importanti. Si sa
                                                     che Ancelotti ha formulato richieste precise,
                                                     di sicuro non impossibili da esaudire anche

       bastano                                       perché il tecnico emiliano ha due grandi
                                                     qualità tra le tante: la chiarezza
                                                     nell'espressione e l'equilibrio. Il presidente
                                                     Aurelio De Laurentiis è impegnato
                                                     comunque a migliorare la squadra in senso

I     l campionato è finito da neanche un
      mese e già ci manca da morire. Una
      volta si diceva che la domenica senza
calcio non era domenica, oggi il concetto si
può tranquillamente trasferire ad almeno
                                                     qualitativo. Si parla di cedere prima per poi

tutto il fine settimana. Il calcio spezzatino
con partite dal venerdì al lunedì a cui siamo
sottoposti per nove mesi provoca di
conseguenza una forte crisi quando la
routine si interrompe e di certo gli impegni
delle nazionali o gli altri sport di stagione
non riescono a riempire il vuoto provocato
dall'assenza del campionato, che per tutti noi
continua ad essere il più bello del mondo.

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L’EDITORIALE

  rinforzare la rosa ed è un sistema corretto ed
  impeccabile finanziariamente ma non
  calcisticamente parlando.
  Il Napoli di Ancelotti già partirà per Dimaro
  con l'handicap di alcuni giocatori che
  arriveranno più tardi per gli impegni delle
  proprie nazionali e pensare di essere ancora
  in Trentino con giocatori che andranno via
  ed altri che ancora non sono arrivati ritengo
  sia un azzardo, se alla prossima stagione si è
  deciso di affidare obiettivi importanti.
  A proposito di Dimaro, adesso anche il
  sindaco Andrea Lazzaroni, contagiato, si                                                 Rodrigo De Paul
  mette a parlare di un mister X che dovrebbe
  comparire sui manifesti che tappezzeranno
  la ridente cittadina alpina.
  In realtà chi conosce un po' la situazione sa
  bene che il Napoli difficilmente ingaggerà un
  nome altisonante, ammesso che ce ne sia
  bisogno se dovesse essere confermata
  integralmente la rosa attuale, mentre la
  politica sposata pienamente dal tecnico è
  quella di trovare tanti nuovi Fabian Ruiz da                                             Jordan Veretout
  portare in maglia azzurra.
  Di Lorenzo, prelevato dall'Empoli, è un                  ipotizzare cosa ci dovremmo aspettare dal
  prototipo degli investimenti che il Napoli si            primo Napoli targato Ancelotti. Giuntoli sta
  appresta a fare: prezzo accessibile, ingaggio            lavorando tanto. I nomi sulla sua agenda
  ragionevole ed età da Napoli.                            sono tanti, ci si augura tutti di vedere da
  In conclusione, da quello che accadrà da                 subito coperti i ruoli oramai individuati tra i
  domani al 6 luglio, data nella quale la                  punti deboli della rosa per poter partire dalla
  squadra si ritroverà a disposizione del                  prima di campionato prevista per il 24 agosto
  tecnico in ritiro sulle Alpi, si potrà iniziare ad       con la giusta marcia.

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IN QUESTO NUMERO

Numero 11 del 16/06/19
In copertina:
Ruggero Cappuccio, il
direttore ar tistico del
Napoli Teatro Festival
Italia - Pag. 44
Foto di Salvatore Pastore
                                                                              Il ritorno della Juve Stabia in B
                                                                                                     da pag. 34
  LA SQUADRA                     EUROPEO                       LE STORIE                       GLI EVENTI
                                 UNDER 21                                                       E SOCIETÀ

11 Il Napoli al tempo del   18 Una vetrina di              66 Punto Nave: Le               49 Tony Laudadio
   calciomercato               campioncini                    coordinate del buon             “Il Tempo è veleno”
   di Mimmo Carratelli         di Bruno                       gusto                           di G. Gaudiano
15 Zoff: Puntare sui           Marchionibus                   di Lorenzo Gaudiano          55 La scrittura scenica
   settori giovanili        21 L'Italia punta al           74 Daniele Ippolito:               di Davide Iodice
   di Salvatore Caiazza        successo finale                Un produttore                   di Lorenzo Gaudiano
24 Ruiz per una volta          di Marco Boscia                “vulcanico”                  71 Caravaggio e il suo
   contro l'azzurro                                           di Lorenzo Gaudiano              periodo napoletano
   di Lorenzo Gaudiano         IL RITORNO                                                     di Marco Boscia
29 Luperto – Un punto                                          LA CITTÀ                    77 Enza D'Esculapio:
   fermo per Ancelotti                                                                        “L'ultimo sposatore”
   di Gianluca Mosca                                                                           di Marina Topa
32 Le plusvalenze:                                                                         78 Hikikomori
   apparenza e realtà                                                                         di Ciro Chiaro
   di Francesco                                                                            81 Volontariato per
   Marchionibus                                                                               stroncare il bullismo
                                                                                              di Marina Topa
                            34 Il mare che bagna
                               Castellammare               59 Il Palazzo del Re
                               di G. Gaudiano                 di Domenico Sepe
                            36 Gianni Improta e            63 I quattro
                               Il ritorno della Juve          “buontemponi”                      L'inserto speciale
                               Stabia                         di Palazzo Reale            sulle Universiadi è stato
                               di Marco Boscia                di Paola Parisi           realizzato da G. Gaudiano,
                                                                                    L. Gaudiano e B. Marchionibus
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LA SCRITTURA ALLA BASE DI TUTTO - Napoli
La Città – La Squadra – Gli Eventi

                                                     n.11 del 16 giugno 2019
                                                     AUT. TRIBUNALE               DI      NAPOLI N. 50   DEL
                                                     8/11/2018

                                                     MENSILE A DISTRIBUZIONE
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                                                     DIRETTORE RESPONSABILE
                                                     GIOVANNI GAUDIANO

                                                     COORDINATORE EDITORIALE
                                                     LORENZO GAUDIANO

                                                     REDAZIONE
                                                     MARCO BOSCIA,
                                                     BRUNO MARCHIONIBUS

                                                     PROGETTO GRAFICO
                                                     ART DIRECTOR
                                                     DANIELA ALTRUDA

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                                                     CARRATELLI, CIRO CHIARO,
www.rivistanapoli.it                                 FRANCESCO MARCHIONIBUS,
                                                     GIANLUCA MOSCA, PAOLA PARISI,
                                                     DOMENICO SEPE, MARINA TOPA

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                                                     GIANCARLO COVINO

 dedicati alla squadra,                              CONSULENZA AMMINISTRATIVA
                                                     STUDIO MARCHIONIBUS

                                                     STAMPA E PUBBLICITÀ

 agli eventi ed alla città                           SPORT AND MARKETING SRL
                                                     SEDE: VIALE LAMBERTI - TRAV.
                                                     SPINELLI - 81100 CASERTA
                                                     TEL. 0823 149 0340
                                                     REDAZIONE@NAPOLIMAGAZINE.IT
       ‘‘NAPOLI’’SARÀ NUOVAMENTE IN EDICOLA
 CON IL QUOTIDIANO ROMA DOMENICA 14 LUGLIO    2019
LA SCRITTURA ALLA BASE DI TUTTO - Napoli
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TESTIMONE DEL TEMPO

Il Napoli al tempo del calciomercato
La società azzurra protagonista al ballo dei
milioni dell'estate. Rico Colombari il primo colpo.
Jeppson mister 105. La trattativa per Altafini.
Una pistola per Savoldi. Krol dal Canada.
Maradona, un sogno da 13 miliardi. La follia per
Fonseca. Con Higuain, l'ultimo top-player
                                         di Mimmo Carratelli
                                          Le prime ‘‘follie’’: da Colombari a Sivori
                                          Erano una bella cifra, nel 1930, le 250mila lire pagate al Torino
                                          per l'acquisto di Rico Colombari, un mediano di lotta e di
                                          governo, soprannominato, prima di Jeppson, “o Banco 'e Napule”
                                          per l'alto costo. Inevitabile che i tifosi dell'Ascarelli gridassero è
                                          caduto “o Banco 'e Napule” quando Rico ruzzolò per terra dopo
                                          l'intervento falloso di un avversario. Fecero epoca, nel 1952, i
                                          105 milioni sborsati per avere Jeppson. Lauro portò di persona il
                                          contante al presidente dell'Atalanta Daniele Turani,
                                          commerciante bergamasco di pelli, in seguito senatore della Dc.
                                          Si incontrarono all'Hotel Excelsior di via Veneto a Roma e il
                                          Comandante gli mostrò la valigia contenente 10.500 banconote
                                          da diecimila lire: 75 milioni per il trasferimento del giocatore e
                                          trenta di ingaggio al centravanti svedese. Vinicio costò la metà
                                          del centravanti svedese (50 milioni al Botafogo nel 1955), ma
                                          rese il triplo e si legò a Napoli, da giocatore e da allenatore, oggi
                                          felice inquilino con donna Flora, la leonessa di casa, di un
Hasse Jeppson

C        olpi di mercato, da
        Colombari a Higuain,
        inseguendo oggi James
Rodriguez, il pischello colombiano
del Bayern, che non ha certo la
maestà del pibe e di Krol, il Napoli è
stato sempre in prima linea al ballo
milionario del calciomercato,
persino negli anni bui di Corbelli
quando prese Edmundo in prestito
dal Vasco da Gama.                                                                                   Luis Vinicio

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TESTIMONE DEL TEMPO

                                          azzurra. L'olandese dei trionfi con il magico Ajax di Cruijff,
                                          superati i trent'anni, giocava in Canada. Venne al Napoli (1980)
                                          in prestito per sette mesi, 110 milioni versati al Vancouver.
                                          Ruud rimase in maglia azzurra quattro anni.
                                          La trattativa infinita per Maradona
                                          Durò “un'eternità” nell'estate del 1984 la trattativa per il
                                          trasferimento di Maradona dal Barcellona al Napoli. Un giugno
                                          di voli tra le due città, trattative interrotte e riprese, passi avanti
                                          e passi indietro, le acrobazie finanziarie di Ferlaino, la tenacia e
                                          il bluff risolutivo di Juliano. Sul pibe piombò anche il Racing di
                                          Parigi appena promosso nella serie A francese. Il presidente
                                          Jean Luc Lagardere, giovane proprietario dell'industria
                                          automobilistica Matra, con interessi editoriali e partecipazioni
                                          nelle industrie degli armamenti, voleva festeggiare la
                                          promozione con l'acquisto
                                          del fuoriclasse argentino. Il
                                          Barcellona rifiutò tenendo,
José Altafini                             intanto, il Napoli sulla corda
appartamento panoramico di via            benché il Consiglio del club
Manzoni con vista sullo stadio San        catalano avesse votato in
Paolo. Nel 1965, Roberto Fiore            segreto la cessione di Diego
prese Altafini dal Milan per 280          (18 voti favorevoli, uno
milioni con l'impegno, sottoscritto       contrario del vicepresidente
sul contratto del trasferimento, che      Gaspart), ma aveva paura
il Napoli non avrebbe mai ceduto          della contestazione dei tifosi
Josè all'Inter. Per avere Sivori,         e del parere negativo dei
Lauro contattò direttamente               108mila soci del Barça
Gianni Agnelli, pagandolo 70              annunciando la rinuncia al
milioni più l'acquisto dalla Fiat di      giocatore. J uliano ebbe
due motori marini. Fece cronaca e         un'idea. Finse di
scandalo l'ingaggio di Savoldi, nel       abbandonare la trattativa
                                                                                                      Omar Sivori
1975, pagato al Bologna 1.400             inscenandone una finta con
milioni più la cessione di Clerici e di   l'Atletico Madrid per avere
metà del cartellino di Rampanti.          Hugo Sanchez che
Dopo l'accordo tra Ferlaino e il          interessava al Barcellona.
presidente del Bologna Luciano            presidente catalano Nunez
Conti, quest'ultimo, minacciato dai       tremò. Rischiava di perdere
tifosi emiliani, cercò di mandare a       i l l a u t o r i c avat o d a l l a
monte l'impegno. Nell'albergo             c e s s i o n e d i D i e go e i l
milanese “Principe di Savoia” pare        giocatore dell'Atletico. Alla
che Ferlaino costringesse Conti a         fine, il club catalano cedette.
tenere fede al patto puntandogli          Gaspert disse a Juliano:
una pistola. Se era vero, si trattò di    “Abbiamo fatto di tutto per
una pistola scarica. Fu Antonio           s c o r ag g i a r v i ” . T r e d i c i
Juliano a portare Krol in maglia          miliardi di lire per avere                                 Beppe Savoldi
                                                   12
Diego, sette anni di felicità, due
scudetti, la Coppa Italia e la Coppa
Uefa.
Gli ultimi colpi
Gianfranco Zola fu un colpo di
Moggi che lo portò al Napoli per 300
milioni dalla Torres (1989). Zolino è
stato un beniamino dei tifosi azzurri.
Rimase in maglia azzurra per
quattro anni, poi la forte crisi
economica in cui venne a trovarsi il
Napoli ne provocò la cessione al
Parma per 13 miliardi. Il dopo-
Maradona fu un tormento per
Ferlaino. Come si poteva vincere
ancora lo scudetto? L'idea fu di
prendere dal Cagliari Fonseca (23
anni) che, in coppia con Careca (32),
avrebbe assicurato un forte tandem
d'attacco. L'uruguayano costò 15
miliardi nel 1992, prezzo gonfiato
per salvare il club sardo dalla crisi
economica. La follia per Edmundo
(18 miliardi in prestito dal Boca nel
gennaio 2001), con spettacolare
presentazione al San Paolo, si                            Ruud Krol
concluse con la retrocessione del
Napoli (allenato per sette giornate
da Zeman, poi da Mondonico) che
mancò la salvezza per un punto. Il
fallimento era alle porte. Con
Aurelio De Laurentiis cominciò
un'altra storia. Gonzalo Higuain è
stato il colpo maggiore del nuovo
presidente (38 milioni di euro nel
2013). Grazie ai contatti di Benitez,
al Napoli arrivarono altri sei
giocatori per una spesa complessiva
di 94,7 milioni di euro, terzo maggiore
investimento della nuova società al calciomercato.
Con Higuain giunsero gli spagnoli Albiol (11,3
milioni) e Callejon (8,8), il belga Mertens (9,5),
l’italo-brasiliano Jorginho (9,8), l’algerino
Ghoulam (5,2) e il colombiano Zapata (7,6).
                                                          Edmundo
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L'INTERVISTA

Il grande Dino detta la ricetta
per la risalita della nazionale
      italiana di Mancini

   Zoff: “Puntare sui
   settori giovanili”
                            di Salvatore Caiazza

D          i calcio se ne intende eccome. La carriera
           di Dino Zoff è stata lunga. Prima da
           portiere (anche campione del Mondo) e
poi da allenatore ne ha visti di campioncini
crescere. È stato anche alla guida della Nazionale
maggiore, dove ha portato su ottimi calciatori.
Zoff sarà spettatore degli Europei Under 21 che
l'Italia ospiterà dal 16 giugno. Si giocheranno
anche dalle sue parti. Infatti uno dei campi di gioco
sarà quello di Trieste. Quale migliore occasione
per tifare per gli uomini di Gigi Di Biagio. Sarebbe
bello poter essere campioni d'Europa in casa
propria.
Bisognerà, però, cominciare a fare bene
all'esordio con la Spagna a Bologna. Poi ci sarà
il confronto con la Polonia ed infine con il
Belgio.
       «Sicuramente sarà una bella vetrina – ha
ammesso Zoff – per i nostri ragazzi del futuro».
Quante possibilità ha l'Italia di poter arrivare
fino in fondo?
    «Abbastanza. Di Biagio nel corso degli anni ha
saputo creare un ottimo gruppo. Ci sono calciatori
che nelle loro squadre hanno fatto bene».
Beh tra i pali c'è un suo corregionale …
    «Meret è un gran bel portiere. Ha solo 22 anni e
già si è imposto in una grande piazza come quella
di Napoli. È stato un peccato quell'infortunio che lo
ha tenuto fuori per quasi mezza stagione. Ma
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L'INTERVISTA
quando è stato utilizzato non ha tradito le attese.          pensato su due volte. Meret poi ha dato
Ha personalità e sicuramente la metterà in campo             immediatamente dimostrazione del suo valore e
da titolare anche in questo Europeo».                        già si sta consacrando ad importanti livelli
Sempre che non arrivi dalla prima squadra                    prestazionali. Mi auguro che possa essere
Donnarumma ...                                               protagonista in questo Europeo e continuare
      «Ben vengano tutti questi grandi portieri.             naturalmente a fare bene con la maglia del Napoli,
L'Italia ha sempre avuto una grossa tradizione. Io           come ha già fatto vedere in questa prima stagione
non posso che essere contento visto dove giocavo             alle pendici del Vesuvio».
prima di allenare. Sia Gigi che Alex sono il futuro          A proposito di Napoli. Nella prossima stagione
della nazionale maggiore che con Mancini può                 potrà la squadra azzurra avvicinarsi alla Juve di
raggiungere dei risultati importanti. Soprattutto            Cristiano Ronaldo?
dopo l'amarezza per non aver disputato lo scorso                  «Io ho il cuore diviso a metà avendo giocato
Mondiale».                                                   prima nel Napoli e poi nella Juventus. È naturale
Secondo lei cosa serve per la svolta?                        che se non vince una mi auguro che possa farlo
      «Puntare sui settori giovanili. È da lì che            l'altra. Di certo con Ancelotti qualcosa in più si può
arrivano poi i campioni del domani. Basti pensare a          fare. Non è facile avere a che fare con il giocatore
Barella, Zaniolo, Chiesa, Cutrone, Calabria. Se si           più forte al mondo ma si può migliorare. Con il
continuano a comprare calciatori già fatti all'estero        lavoro ma anche con qualche elemento di spicco.
facciamo solo un piacere alle nostre avversarie ai           Senza dimenticare i giovani…».
Mondiali o agli Europei».
Ma purtroppo il problema è sempre lo stesso:
nessuno vuole aspettare per vincere ...
   «Sinceramente questo discorso non vale perché
in Italia vince sempre la stessa da otto anni. La
verità è che si fa la corsa a qualificarsi per la
Champions, dove poi arrivano tanti soldi per le
casse delle società».
Chi deve temere l'Italia di Di Biagio in questa
importante competizione?
    «La Spagna ha sempre comandato negli ultimi
anni. Certo, le due finali di Champions ed Europa
League hanno detto altro. L'Inghilterra oggi va
per la maggiore così come la Francia. Ma starei
attento anche alla Croazia che ha sempre espresso
degli ottimi elementi».
Del Napoli è stato convocato Alex Meret. Con
Ancelotti hanno giocato quasi tutti gli
elementi della rosa ...
    «Carlo è uno che conosce il calcio a 360 gradi.
Non a caso ha vinto in tutti i campionati dove ha
allenato. Sa bene anche lui che il futuro sono i
giovani ed è per questo che quando si è trattato di
buttare nella mischia qualche ragazzo non ci ha
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LA COMPETIZIONE

                    Europeo Under 21 – 2019
               Una vetrina di campioncini                                        di Bruno Marchionibus

                                                            Tante le pretendenti al titolo con l'Italia
                                                            Tra le principali antagoniste dell'Italia nella caccia
                                                            alla Coppa è da annoverare sicuramente la Spagna,
                                                            vera e propria bestia nera degli azzurrini e come
                                                            s e m p r e c o m p o s t a d a n u m e r o s i g i ov a n i
                                                            interessanti. Pretendenti alla vittoria finale sono
                                                            anche la Germania, vincitrice proprio sugli iberici
                                                            due anni fa e pronta a difendere il titolo, e
                                                            l'Inghilterra, desiderosa di sfruttare l'onda
                                                            dell'incredibile stagione disputata dalle squadre di
                                                            club inglesi in Europa. Occhio anche alla Francia; i
Tre gironi per sei città ospitanti                          “galletti” mancano dalla fase finale del torneo dal
Inizieranno il 16 giugno e si concluderanno il 30           2006 e senza dubbio affronteranno i quindici
gli Europei Under 21 in programma in Italia e San           giorni italiani vogliosi di ottenere il gradino più
Marino. Per la seconda volta nella storia della             alto del podio. Oltre alla conquista del titolo di
rassegna, dopo l'edizione di Polonia 2017, a                Campione d'Europa, inoltre, la rassegna
prendere parte alla manifestazione saranno dodici           continentale assegnerà alle quattro semifinaliste
nazionali, divise in tre raggruppamenti da quattro          anche i pass per le Olimpiadi di Tokyo della
squadre ciascuno. A qualificarsi per le semifinali          p r o s s i m a e s t at e , e c c e z i o n f at t a p e r l a
saranno le prime classificate di ogni girone più la         rappresentativa inglese, non aderente al CIO, che
migliore seconda. Il Gruppo A, in cui sono stati            se dovesse raggiungere le semifinali sarà sostituita
inseriti di diritto gli azzurri di Gigi Di Biagio in        dalla vincente dello spareggio delle restanti
quanto padroni di casa, comprende anche la                  seconde.
Spagna, giustiziera proprio della selezione italiana
due anni fa, la Polonia ed il Belgio. Il Girone B,
invece, vedrà i tedeschi, campioni in carica,
affrontare Danimarca, Serbia ed Austria, mentre
nel Gruppo C a giocarsi il passaggio del turno con
Inghilterra e Francia saranno Romania, assente
dal 1998, e Croazia. Sei le città nelle quali si
giocheranno le ventuno gare in programma:
Bologna (Stadio Renato Dall'Ara), teatro
dell'esordio dell'Italia contro le Furie Rosse e di
una semifinale; Reggio nell'Emilia (Mapei
Stadium), dove si disputerà l'altra semi; Udine, con
lo stadio “Dacia Arena-Friuli” pronto ad ospitare
la finale; Cesena (Stadio Dino Manuzzi); Trieste
(Stadio Nereo Rocco) e Serravalle (Stadio
Olimpico) per San Marino.
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Come si è arrivati al format attuale
                                                             È la Challenge Cup, trofeo risalente
                                                             agli anni '60, la prima competizione
                                                             internazionale tra selezioni giovanili
                                                             che può essere considerata
                                                             un'antenata diretta dell'attuale
                                                             Europeo Under 21. Tale Coppa,
                                                             riservata all'epoca alle nazionali
                                                             Under 23, era basata su una formula
                                                             simile a quella adottata nel pugilato: la
                                                             squadra campione in carica poteva
                                                             mettere in palio il titolo in una partita
                                                             secca a cadenza non prestabilita.
Il primato degli azzurri nell'Albo d'Oro                     Questo for mat venne presto
L'attuale format dell'Europeo di categoria affonda           a b b a n d o n at o e s o s t i t u i t o d a i
le sue radici negli anni '60. Dopo aver subito varie         Campionati Under 23, comprendenti
modifiche, la competizione assunse la
                                                             più nazionali, che nelle tre edizioni
denominazione attuale a partire dal 1986; nel '94,
poi, per la prima volta semifinali e finale si               disputate videro un dominio dell'Est
disputarono in un singolo paese organizzatore,               Europa con i successi di
mentre è solo dal 2000 che la formula ha iniziato a          Cecoslovacchia, Ungheria ed U.R.S.S.
prevedere dei gironi eliminatori. L'Italia, cinque           Nel 1978 la UEFA, considerando
volte campione, è la nazionale con più titoli in             troppo ampio il divario tra Under 18
bacheca. Dopo la finale persa nel 1986 contro la             ed Under 23, abbassò il limite di età
Spagna dai ragazzi di Vicini, molti dei quali quattro        all'Under 21, riservando a tali
anni più tardi furono i protagonisti delle
                                                             compagini la partecipazione alla
indimenticabili Notti Magiche, gli azzurrini si
sono aggiudicati tre edizioni consecutive della              rassegna che nel 1986 ottenne la
Coppa tra il '92 ed il '96 sotto la guida tecnica di         denominazione attuale. A metà degli
Cesare Maldini. Tra i tanti campioncini                      anni '90, decennio dominato dai colori
avvicendatisi in quegli anni Peruzzi, Toldo,                 azzurri dell'Italia, la manifestazione
Panucci, Nesta, Inzaghi, Vieri, Totti, Buso e Fabio          iniziò ad essere disputata in un unico
Cannavaro, questi ultimi due proclamati migliori             paese ospitante, e dal 2000 nella fase
giocatori della rassegna rispettivamente nel '92 e           finale furono introdotti anche due
nel '96. Successi italiani anche nel 2000, con
                                                             g i r o n i e l i m i n at o r i . L e u l t i m e
Tardelli in panchina ed in campo i futuri Campioni
del Mondo Pirlo, protagonista assoluto del torneo,           modifiche appor tate al for mat
Gattuso e Zambrotta, e nel 2004, quando De Rossi             dell'Europeo di categoria sono giunte
e Gilardino guidarono la squadra di Claudio                  nel 2007, anno a partire dal quale la
Gentile al trionfo sulla Serbia. Sconfitta in finale         competizione è stata spostata negli
per la selezione azzurra, invece, nel 2013, con              anni dispari per evitare la
Verratti, Insigne ed Immobile fermati sul più bello          concomitanza con Europei UEFA e
dalla stratosferica Spagna di Alcantara, Isco e              Mondiali FIFA, e nel 2017, quando
Morata. Toccherà ai ragazzi di Di Biagio, dunque,            nell'edizione in Polonia per la prima
provare a conquistare per la sesta volta l'Europeo,
combattendo anche con una tradizione sfavorevole             volta i raggruppamenti sono diventati
che accompagna le nazionali di casa; solo in una             tre, con l'innalzamento del numero
circostanza infatti, l'Olanda nel 2007, la squadra           delle partecipanti a dodici.
ospitante ha alzato la Coppa al cielo.
                                                        19
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GLI AZZURRINI

Under 21 – L'Italia punta al successo nale
                      di Marco Boscia
La squadra di Di Biagio
pronta al duro esordio
contro la Spagna. Belgio
e Po l o n i a l e a l t r e
avversarie. Il tecnico si
affida ai calciatori già nel
giro della nazionale
maggiore per provare a
vincere il torneo in casa
“Azzurro” Di Biagio                                         Il ricordo di mister Di Biagio
11 metri. Un pallone che pesa come un macigno.
Gigi non si tira indietro e sul dischetto ci va lui.
È l'ultimo calcio di rigore, quello decisivo, che o         “Io dissi subito di sì, quando Maldini mi
ti porta in paradiso o ti spedisce all'inferno. Un
                                                            chiese se volessi tirare il rigore. È nel mio dna,
                                                            da giocatore non ho mai detto di no a un
boato dello stadio, riempito in ogni ordine di              allenatore
posto dai tifosi francesi, quando quel pallone si
stampa contro la traversa della porta difesa da
Barthez. È il mondiale del 1998, in Francia                 “Ricordo un particolare: inizialmente io
                                                            dovevo essere il terzo, poi all'ultimo momento
appunto, e l'Italia viene eliminata ai quarti di
                                                            il Mister mi disse: “Tiri per ultimo”. La cosa
finale proprio dai galletti, poi vincitori del              non mi ha scosso, terzo o quinto per me era
torneo. Ancora oggi Luigi Di Biagio viene                   uguale
ricordato per quel penalty fallito. Nessuno ha
memoria però della semifinale degli Europei di
                                                            “All'ultimo ho deciso solo una cosa: che se
due anni più tardi: con l'Olanda finisce 0 a 0,
                                                            Barthez fosse rimasto fermo fino alla fine,
ancora una volta sono decisivi i rigori e l'ex              avrei dovuto metterla proprio un pelo sotto la
centrocampista, fra i più bravi e dinamici degli            traversa. Così, anche se si fosse abbassato di
anni '90, si ripresenta sul dischetto. Stavolta             poco, avrei segnato comunque. Per il resto
segna e si riscatta. Si può riassumere così la              volevo tirare forte, in modo da non fargliela
carriera del Di Biagio calciatore con la maglia             vedere proprio. Da quel giorno ad oggi,
della nazionale. Una storia infinita, con                   comunque, avrò rivisto il mio rigore migliaia
l'azzurro nel destino. Oggi l'avventura continua            di volte
sulla panchina dell'Under 21, di cui Gigi è
allenatore dal 2013.
                                                       21
GLI AZZURRINI

La nazionale che andrà in campo
L'Italia vuole giocarsi tutte le sue carte per
provare a tornare al successo che manca dal
2004. Ha concrete possibilità di farlo, perché
oltre a contare su una formazione di tutto
rispetto, cui si sono aggregati i big convocati da
Roberto Mancini per le partite di qualificazione
agli Europei, per la prima volta le fasi finali
saranno disputate proprio nel Bel Paese. Il
mister ha in mente di schierare l'Italia con un 4-
3-3 offensivo. Serrato ballottaggio tra Meret e
Audero per difendere i pali della porta azzurra.
Linea difensiva composta da Adjapong a destra,
Mancini e Romagna centrali con Dimarco a
sinistra. A centrocampo si contendono una
maglia da titolare i due calciatori della Roma,
Pellegrini e Zaniolo, per il ruolo di mezzala
sinistra. Centralmente dovrebbe agire da
playmaker Mandragora, con Barella pronto a
ricoprire il ruolo di mezzala destra. In attacco la
stella è quella di Patrick Cutrone, che con ogni
probabilità sarà supportato sugli esterni da
Federico Chiesa e Moise Kean, autentica
rivelazione della Juventus. Pronti a dare una              M e r e t u n i c o ‘‘ n a p o l e t a n o ’ ’ i n
mano tutti gli altri azzurrini convocati:                  nazionale
importanti comprimari del calibro di Bonifazi,             È lui l’unico calciatore del Napoli su cui Di
Locatelli, Orsolini ed i baby Tonali, sorpresa del         Biagio ha puntato per gli Europei. Il portiere,
Brescia, e Andrea Pinamonti.                               dopo un lungo stop, ha esordito in campionato
                                                                    l'8 dicembre e da quel momento la sua
                                                                    stagione è stata segnata da una
                                                                    continua crescita. Si è reso
                                                                    protagonista nelle notti di Europa
                                                                    League con una serie di parate
                                                                    esaltanti, anche se ha commesso poi un
                                                                    errore contro l'Arsenal sulla punizione
                                                                    di Lacazette. Il numero uno del Napoli
                                                                    ha però qualità eccelse e potrebbe
                                                                    essere schierato a sorpresa come
                                                                    titolare dal tecnico. Escluso a sorpresa
                                                                    Luperto che, dopo aver fatto parte
                                                                    della lista dei preconvocati, non è stato
                                                                    confermato. Con il Napoli difatti non
                                                                    sono state molte le presenze, chiuso da
                                                                    due mostri sacri come Koulibaly ed
                                                                    Albiol prima, da Maksimovic poi.
                                                      22
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L'AVVERSARIO

       Ruiz per una volta contro l'azzurro
                                                di Lorenzo Gaudiano

S      pagna 1996. È il mese di aprile e a Los
       Palacios y Villafranca vede la luce un
       bambino con la passione per il calcio
nelle vene ed un talento pronto a sbocciare con
                                                              “Mi sono innamorato del calcio grazie a Xavi.
                                                              Sogno di ripercorrerne le orme”
                                                              Nel settore giovanile della squadra biancoverde
il passare degli anni. Qualche mese più tardi ai              comincia a spianarsi per il giovane Ruiz la
quarti di finale degli Europei di calcio in                   strada verso i campionati più importanti.
Inghilterra la sua Spagna fu eliminata dai                    Inizialmente i suoi pochi centimetri di altezza
padroni di casa dopo la lotteria dei rigori.                  fanno pensare ad un clone spagnolo di Messi. La
Fabiàn Ruiz era ancora troppo piccolo per                     sua improvvisa e sorprendente crescita cambia
comprendere e soffrire con i propri                           le carte in tavola. Il ruolo più adatto per lui viene
connazionali, in quel momento sfiduciati e                    individuato nella zona nevralgica del campo,
inconsapevoli dei grandi traguardi che                        dove Fabiàn aveva un modello a cui ispirarsi:
sarebbero stati conseguiti di lì a poco.                      Xavi Hernandez. Oltre alle due finali di
                                                              Champions nel 2009 e nel 2011 vinte con il
“Mamma è la persona più importante per me.                    Barcellona, arrivano le vittorie agli Europei
Ha fatto di tutto affinché potessi giocare a calcio”          2008 e 2012 e il Mondiale nel 2010, tutti
                                                              s u c c e s s i o t t e n u t i c o n i l c o n t r i bu t o a
Con un pallone da calcio sempre tra le mani,                  centrocampo di un giocatore
anche quando si adagia sotto alle coperte per                 straordinariamente forte ed unico nel suo
dormire, Fabiàn cresce. Tra le dritte della                   genere. Fabiàn allora comincia a cullare un
scuola calcio vicino casa sua e il divertimento               piccolo sogno, ovvero di diventare come il suo
con i suoi coetanei, il dono naturale ricevuto dal            grande idolo.
giovane spagnolo viene incanalato nella giusta
direzione. Le voci sul suo talento cominciano a
girare in Spagna e la società più rapida e pronta
                                                              “Napoli è una città che mi piace: la gente ti accoglie
                                                              come se fossi parte della famiglia. Il modo di vivere il
ad offrirgli un'opportunità di svolta è il Betis di
                                                              calcio è molto simile a quello di Siviglia”
Siviglia. Del resto, Madrid e Barcellona lo
avrebbero allontanato troppo dalla sua mamma                  Nel 2014 il debutto con la prima squadra, il
e dai suoi fratelli, a cui il piccolo Fabiàn, che             prestito semestrale nel 2017 all'Elche ed infine
allora aveva solo 8 anni, è molto legato.                     l'esplosione definitiva grazie ai consigli del
                                                              tecnico biancoverde Quique Setién, a cui Fabiàn
    Gli inizi ed i sacrifici della madre.                     probabilmente deve tutto. È arrivato il
         Si allena con il desiderio                           momento però per lo spagnolo di evolversi, di
                                                              misurarsi con un calcio diverso per completare
       di emulare il suo idolo Xavi                           il suo percorso. Il progetto del Napoli lo attira
            ed arriva a Napoli                                particolarmente, soprattutto dopo l'ingaggio in
           grazie agli Ancelotti                              panchina di Ancelotti. I connazionali Albiol e
                                                              Callejon lo aiutano ad integrarsi, Mertens gli
                                                        25
L'AVVERSARIO

mostra di sera il fascino della città partenopea e
lo porta ad assaggiare la pizza, che lo spagnolo
stranamente non gradisce. Dopo un ottimo
campionato arriva anche la chiamata della
Nazionale maggiore, a cui Ruiz non può
rispondere per una brutta influenza. Di tempo
ce ne sarà in futuro per vestire la maglia un
tempo indossata dal suo idolo, al momento
invece per il giovane spagnolo c'è l'Under 21
spagnola e l'Europeo. Oggi sfiderà proprio
l'Italia e il popolo napoletano appassionato di
calcio quasi certamente farà il tifo anche per lui.
Ho avuto la sfortuna di ammalarmi e
    di non poter giocare alla prima
   convocazione. Adesso ho davvero
tanta voglia ed entusiasmo di rivestire
       la maglia della nazionale

                                                      26
Dicono di lui
Il quotidiano Diario de
Sevilla: “Dimostra ogni giorno
che vuole migliorare sempre di più,
continua a fare passi in avanti in
tutto (fisico, carattere…), con
l'animo del leader del futuro”
Miguel Valenzuela (suo
scopritore): “È un giocatore
completo. La sua dote migliore è il
fatto di essere tremendamente
competitivo. Fabián è la fusione
tra il lavoro per la squadra di
Lampard e la qualità tecnica di
Guti”
Quique Setién (suo allenatore
al Betis): “Sta diventando un
grande calciatore. Ha davanti un
futuro molto incoraggiante. Gli
piace essere protagonista con il
pallone. Ha qualità, sa inserirsi, sa
imporre i tempi, si muove bene
negli spazi stretti. Mi ricorda
molto Glen Hoddle, uno di quei
giocatori con grande personalità
che non buttavano mai via una
palla, nonostante la pressione”
Ancelotti: “È un giocatore
continuo, ha grande passo e grande
presenza. Per l'età che ha, possiede
grande personalità”
Luis Enrique (ct della
Spagna): “Ha un tiro bestiale. Ha
avuto il grande coraggio di
affrontare un campionato difficile
come quello italiano e sta crescendo
con il Napoli. Ho voglia di vederlo
all'opera con noi”

                                        27
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                                                                                    Luperto
                                                                             Azzurro
                                                                                  Intenso

                                                                 porta nelle sue giovanili. Il suo omonimo allenatore,
Dal Salento a Napoli. Titolare ad                                Claudio Luperto, prima lo sposta sulla fascia di
Empoli nella stagione 2017-18                                    difesa per poi dirottarlo centralmente, sfruttando
                                                                 appieno i suoi 191 cm d'altezza. Dopo tre grandi
con la chiamata in Under 21.                                     prestazioni contro Liac New York, Napoli e Honved
Carlo Ancelotti sembra puntare                                   nel Torneo di Viareggio, Luperto viene acquistato
sul lungagnone nato a Lecce                                      dal Napoli. Fin da subito aggregato alla Primavera
                                                                 di Saurini, Luperto gioca una buona prima stagione,

N          ato a Lecce il 6 settembre 1996,
           Sebastiano Luperto nutre sin da piccolo
           una forte passione per il calcio, ma le
partitelle con gli amici nei cortili e nelle strade della
città salentina non gli bastano e passa alla scuola
                                                                 con 3 reti in 25 gare. 21 sono le presenze l'anno
                                                                 successivo, 2014/15, nella quale continua il buon
                                                                 rendimento. Il centrale di difesa viene tenuto
                                                                 d'occhio anche da Rafa Benitez, che lo convoca in
                                                                 campionato e nella Supercoppa vinta ai rigori
calcio San Cesareo, dove comincia l'ascesa che lo                contro la Juventus. Questa parabola culminerà con
porterà nel calcio che conta. Il ragazzo nasce                   l'esordio in Serie A nei minuti finali della 34esima
attaccante, all'occorrenza esterno sinistro, e già da            giornata contro il Milan. Per la stagione 2016/17 è
subito le sue qualità attraggono il Lecce, che lo                in prestito alla Pro Vercelli nel campionato cadetto
                                                            29
PROFILI

               italiano, nella quale raggiunge 32 presenze ed un
               assist. L'anno successivo viene dato in prestito
               all'Empoli, sempre per disputare il campionato di
               Serie B. Con il club toscano il giovane leccese
               colleziona 28 presenze, 1 assist ed una rete. È
               proprio nella stagione in prestito all'Empoli che
               mostra appieno tutte le sue potenzialità: ottima
               scelta di tempo, buon senso dell'anticipo, forza fisica
               ed un buon piede mancino, qualità che gli procurano
               la convocazione con l'Under 21. Per la stagione
               2018/19 torna al Napoli a disposizione di Ancelotti
               e, causa infortuni, diventa titolare, con buone
               prestazioni. Il ragazzo si trova bene nell'ambiente,
               sia con i tifosi che con i compagni di squadra: “Sono
               quasi 6 anni che sono qui e mi sono innamorato di questa
               città. A Napoli come a Lecce si cucina benissimo, sono
               capitato benissimo”. Ancelotti, essendosi reso conto
               delle potenzialità del ragazzo e dopo averlo
               trattenuto da possibili partenze in prestito la scorsa
               estate, lo ritiene un punto fermo per il futuro della
               squadra azzurra.
          30
Via Gian Lorenzo Bernini, 68, 80129 Napoli NA
Tel. 081 558 1970
Aperto dal lunedì al sabato dalle 09.00 alle 22.00
L’APPROFONDIMENTO
di Francesco Marchionibus

       Le plusvalenze: apparenza e realtà
                                                                       L'argomento è sempre
                                                                       più discusso, anche se
                                                                       non tutti lo conoscono
                                                                       bene. Il Napoli dell'era
                                                                       De Laurentiis è una
                                                                       delle società che meglio
                                                                       ha saputo gestire questa
                                                                       determinante posta di
                                                                       bilancio, senza perdere
                                                                       di vista la competitività
                                                                       della squadra azzurra

C         ome ogni anno, alla conclusione del
          campionato l'attenzione generale viene
          catturata dai temi del calciomercato, e
tra i tifosi oltre che di voci, ipotesi, sogni e
speranze, da qualche tempo si discute sempre più
                                                               in quel momento nel bilancio della società dopo
                                                               aver sottratto gli ammortamenti del periodo in
                                                               cui è stato di sua proprietà. Acquistando un
                                                               calciatore, la società acquisisce il diritto a godere
                                                               delle sue prestazioni sportive per la durata del
di contratti, bilanci e plusvalenze. E in effetti nel          contratto sottoscritto: questo vuol dire che il
calcio di oggi, che è (o dovrebbe essere)                      costo di acquisto, per essere correlato
caratterizzato dal Fair Play finanziario e dunque              correttamente all'utilità che ne deriva per la
da ben precisi equilibri di bilancio, per le società il        società, dovrà essere imputato a bilancio
mercato rappresenta l'occasione, oltre che per                 suddividendolo negli anni di durata del contratto
migliorare le proprie squadre, anche per ottenere              del calciatore. Se ad esempio la società acquista
ricavi attraverso le “plusvalenze” generate dalla              un calciatore pagandolo 10 milioni con un
vendita dei giocatori. Ma cerchiamo di                         contratto di cinque anni, il costo del calciatore
approfondire un po' cosa sono e come maturano                  andrà “ammortizzato” in cinque anni, imputando
le plusvalenze di bilancio in una società di calcio.           a bilancio per ogni anno un costo di 2 milioni.
Tecnicamente la “plusvalenza” sulla cessione di                Parallelamente, nel bilancio della società il
un calciatore è il ricavo che deriva dalla differenza          valore del calciatore diminuirà di un quinto al
fra il valore di vendita e il valore che è registrato          termine di ogni stagione, perché la sua utilità si
                                                          32
Le maggiori plusvalenze realizzate dalla SSC Napoli

      Calciatore           Prezzo di cessione       Plusvalenza
Marek Hamsik                  20.000.000                19.995.000
Jorginho                      65.000.000                64.730.000
Gonzalo Higuain               90.000.000                86.300.000
Edinson Cavani                67.894.000                64.399.000
Ezequiel Lavezzi              28.947.000                28.632.000

ridurrà progressivamente all'avvicinarsi della                       le plusvalenze da cessioni diventano una voce
scadenza del contratto. Questo vuol dire che se la                   fondamentale per mantenere i bilanci in
società cederà il calciatore dopo tre anni di                        equilibrio. Il Napoli, che rientra tendenzialmente
contratto sui cinque previsti, in quel momento il                    in questa seconda categoria di società, ha
valore di bilancio sarà di 4 milioni: se la cessione                 realizzato negli ultimi dieci anni plusvalenze
avverrà ad un “prezzo” superiore, la società                         complessive per oltre 250 milioni (al netto delle
otterrà una plusvalenza, e dunque un ricavo da                       minusvalenze), supportando così in maniera
imputare a bilancio, altrimenti dovrà sopportare                     significativa i risultati di bilancio, ma è riuscito
una minusvalenza e cioè un costo che andrà a                         sempre a conciliare l'esigenza di ottenere
gravare sul bilancio. In altri termini, se la società                plusvalenze con quella di mantenere la squadra
dopo tre anni di contratto decide di vendere per 7                   competitiva. Nell'ultimo decennio infatti se da un
milioni il giocatore acquistato a 10, anche se                       lato le cessioni eccellenti sono state solo cinque
apparentemente “ci perde” tre milioni in realtà                      (Lavezzi, Cavani, Higuain, Jorginho e Hamsik),
ottiene una plusvalenza, e dunque un ricavo, di 3                    tanto che il Napoli statisticamente è la prima
milioni rispetto al valore residuo del calciatore.                   squadra in Italia e la nona in Europa per stabilità
Per alcune società i ricavi da plusvalenza in realtà                 dell'organico (come certificato da un recente
sono complementari se non secondari rispetto a                       studio del CIES Football Observatory), dall'altro
quelli ottenuti da biglietti e abbonamenti, diritti                  il valore complessivo della rosa è costantemente
TV, sponsorizzazioni, sfruttamento dei marchi,                       aumentato e la squadra si è oramai stabilizzata ai
vendita di gadgets, magliette, ect; per altre invece                 vertici del calcio italiano.
                                                           33
IL RITORNO

IL CALCIO
   CHE
BAGNA CASTELLAMMARE
                       di Giovanni Gaudiano
Castellammare e il calcio. Un binomio che
affonda le radici lontano nel tempo. A pensarci,
dove poteva cominciare la storia del football dalle
nostre parti se non dalla costa partenopea, quella
che inizia dai Campi Flegrei e termina proprio a
Castellammare? Quel mare, da cui grazie ai
mercantili inglesi arrivavano merci, spezie e
novità a volte esotiche, è stato il mezzo grazie al
quale è arrivato dalle nostre parti quello che
sarebbe diventato il gioco più bello del mondo.
Gli inglesi, che lo avevano di fatto inventato per
come lo si conosce oggi, avevano anche pensato
di esportarlo ovunque si fermassero nei continui
viaggi con i quali battevano di fatto tutte le rotte
possibili. In Italia lo avevano trapiantato in
Liguria, ma poi si resero conto che Napoli ed i
dintorni avevano più spazio, più respiro ed allora
il calcio arrivò sotto il Maschio Angioino,
passando per il pullulante e già rinomato mercato
del pesce di Pozzuoli per arrivare poi a Torre ed a
Castellammare. Il nuovo sport trovò terreno
fertile proprio alle pendici del grande Vesuvio e
proliferò spingendo la grande città, Napoli, che
agli albori del secolo scorso era una vera e
propria capitale nonostante tutti i suoi problemi,
a prenderlo in seria considerazione. Fermiamoci
però questa volta a Castellammare. Lo Stabia
Sporting Club nasce nel 1907 e da allora, con
vicende altalenanti ma sempre condite dalla
passione per questo gioco, ha saputo interpretare
                                                       34
la vera essenza del gioco del calcio. Oggi è
arrivato uno di quei momenti altisonanti e le
“vespe” sono ritornate in serie cadetta. Lo stadio,
intitolato all'indimenticato granata Romeo
Menti che ha vestito la maglia gialloblù per una
sola ma ricordevole stagione, quella del 1944-45,
è di nuovo in festa. Per chi non lo ricorda, quella
Juve Stabia vinse sul campo lo scudetto dell'Italia
liberata dagli alleati che la FIGC non ha mai
voluto riconoscerle. È dunque il momento anche
di applaudire tutti a partire dal presidente
Manniello, oggi dimissionario per il bene e lo
sviluppo di questa società tanto amata, che ha
saputo costruire in silenzio un ritorno nel calcio
che conta per una terra che lo merita assieme alla
sua competente tifoseria. Complimenti quindi
alle “vespe”, ai dirigenti tutti, al tecnico, ai
giocatori, allo staff ed anche alla città ed al
pubblico di Castellammare di Stabia impegnati
sin da questo momento a fare ancora di più per
sostenere il sogno realizzato che può continuare,
basta volerlo.

                                                      35
IL RITORNO

GIANNI IMPROTA:
IL “BARONETTO DI POSILLIPO”
                                           di Marco Boscia

Una passione smisurata per il calcio ed
una carriera segnata dall'amore per la
maglia azzurra. Il record di quasi quattro
campionati senza mai essere sostituito
ma un unico grande rimpianto: non aver
vinto il primo storico scudetto con il
Napoli nel ‘71 contro l’Inter a Milano

N         ativo di Napoli, vissuto e cresciuto in una delle
          zone più belle della città, più precisamente sulla
          collina di Posillipo. Incontro Gianni Improta
proprio al club Virgilio, locale notturno della movida
partenopea che comprende anche il complesso calcistico
Denza, che lo ha visto muovere i primi passi da calciatore e
che oggi gestisce con il figlio.
Se parli con Gianni Improta non puoi non partire dal suo
percorso col Napoli: si emoziona visibilmente quando
ripercorre la propria carriera in azzurro, dal principio fino al
momento in cui dovette lasciare i partenopei. Racconta di una
rivoluzione popolare. Questura e prefettura autorizzarono          riferiva a me, considerandomi un calciatore
cortei contro la sua cessione perché era diventato un              che avrebbe potuto decidere la gara; da lì in
beniamino della tifoseria; spuntò addirittura uno striscione       poi hanno continuato a chiamarmi così.
che recitava: “Il Vesuvio si può vendere, ma Improta no”.          Ghirelli mi ha poi spiegato il motivo di quel
Un passato glorioso dunque nelle file degli azzurri che            titolo, sottolineando quanto fossi elegante
ripercorre con classe, eleganza, educazione: qualità che           nel pormi, nelle movenze in campo e nel
lo contraddistinguono da sempre e che gli sono valse il            vestirmi. Per me, allora ventitreenne, fu
titolo di baronetto che, ancora adesso, lo accompagna e            un'emozione indescrivibile: significava
lo rende fiero di aver vestito i colori della propria città.       sentirmi importante quanto, anzi di più
                                                                   rispetto ai campioni di quel Napoli come
   «Il titolo di baronetto è nato nel 1971. Dovevamo giocare
                                                                   Zoff, Altafini, Sormani, Juliano, Bianchi e
una gara fondamentale. Eravamo secondi in classifica ad un
                                                                   tanti altri».
punto dall'Inter e mancavano poche giornate al termine del
campionato. Li affrontavamo in trasferta ed Antonio                Una piccola pausa ed un gradito caffè
Ghirelli, sul “Corriere della Sera”, presentò il match con il      fanno da contorno al ricordo proprio di
titolo: “ARRIVA IL BARONETTO DI POSILLIPO”. Si                     quel match con l'Inter.

                                                       36
Il Direttore dell'Area Tecnica Ciro Polito

                                                   Il presidente Franco Manniello

Io, Gianni Improta

“Ho incontrato due avversari veramente tosti nella mia carriera: un difensore centrale, Franco
Baresi, che anticipava quasi sempre le mie mosse; l'altro, un mediano, Andrea Orlandini della
Fiorentina, che riuscivo invece a superare ma che aveva un passo che gli permetteva di recuperarmi
“ Quando giocavo io con gli azzurri, pur non avendo vinto nulla, al San Paolo ogni domenica
venivano sistematicamente in 90.000
“ Mi sono tolto tante soddisfazioni, sia da calciatore che poi anche da dirigente del Catanzaro.
Nonostante tutto, il mio più grande rimpianto è di non essere riuscito a regalare la gioia dello scudetto
ai tifosi napoletani
“Cammino sempre a testa alta. Sono contento di quello che ho fatto e di quello che ancora oggi faccio,
guidato da sempre dalla passione

                                                   37
IL RITORNO

                    «A fine primo tempo vincevamo 1 a 0 con
                  gol di Altafini e con il vantaggio di avere un
                  uomo in più, vista l'espulsione di Burgnich.
                  Nell'intervallo ci fu un via vai nello
                  spogliatoio dell'arbitro Gonella da parte
                  del presidente e di alcuni giocatori
                  dell'Inter, fra cui Mazzola e Facchetti.
                  Quando rientrammo in campo, dopo pochi
                  minuti, l'Inter usufruì di un rigore
                  inventato e pareggiò. Non riuscimmo più
                  ad uscire dalla nostra metà campo,
                  perdemmo la partita per 2 a 1 ed
                  ovviamente anche lo scudetto. Arrivammo
                  poi solo terzi a fine anno».
                  Giocatore del Napoli ma ancor prima
                  tifoso. Quanto è difficile differenziare la
                  passione dalla professione?
                     «Racconto un aneddoto per rispondere a
                  questa domanda: nel 1979 giocavo nel
                  Catanzaro e nonostante avessi quasi 32
                  anni, Inter e Napoli mi volevano
                  fortemente. Avrei potuto scegliere i
                  nerazzurri, guadagnare di più e vincere
                  uno scudetto, ma ho preferito fare ritorno
                  nella mia città. Per me, anche se oggi spesso
                  non accade più, ha vinto la passione».
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IL RITORNO DELLA JUVE STABIA IN SERIE B
                                                             messo a disposizione degli altri. È stato per tre
Il Club Manager Improta                                      anni il presidente del comitato regionale della
ripercorre la stagione che ha                                F.I.G.C. del settore giovanile e scolastico; quindi
permesso alle “vespe” di ritornare                           dirigente dell'amato Catanzaro ed anche
nella serie cadetta grazie all'unione                        opinionista TV di successo. Quest'anno Improta ha
di intenti fra società, squadra e città.                     rivestito il ruolo di “Club Manager” della Juve
                                                             Stabia.
Poi lancia un'idea, studiare la                              Mi racconta, con altrettanta emozione, quali
possibilità di offrire un                                    siano stati i principali ingredienti, visto che
abbonamento unico per i tifosi del                           nomi e blasone non bastano, che hanno portato
Napoli e della squadra di                                    la squadra di Castellammare, pur non partendo
Castellammare di Stabia                                      da favorita rispetto a squadre più attrezzate,
                                                             alla vittoria del campionato di Serie C.

S      erietà ed impegno, compor tamento                        «Innanzitutto non bisogna fare grossi proclami
      esemplare e rispetto verso tutti. Qualità che,         che molti giocatori non riescono a sostenere. Ci
      come dicevamo, hanno caratterizzato tutta              vuole la fortuna di avere un gruppo di calciatori che
la carriera di Gianni Improta. Le stesse che,                siano prima uomini e poi atleti. Importante quindi
assieme alla sua enorme esperienza calcistica,               creare un giusto mix fra i più esperti e gli altri più
anche una volta tolti i pantaloncini, il baronetto ha        giovani e sfruttare le occasioni che capitano
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durante la stagione. Ovviamente società e pubblico
devono fare la propria parte. Il merito del successo
raggiunto va equamente diviso fra Ciro Polito,
responsabile dell'area tecnica, e Fabio Caserta,
allenatore che ha gestito il gruppo in maniera
eccellente. Alla base ci deve essere sempre la
passione; la Juve Stabia è una società fatta da
persone che lavorano in maniera organizzata, cosa
che, pur non avendo una disponibilità economica
elevata, ci ha permesso di fare un'impresa che tutti
ci invidiano: dal Trapani al Catanzaro, dal Catania
alla Casertana, che hanno investito tanto e più di
noi».
Sarà possibile, a partire dal prossimo anno,
stringere rapporti con il Napoli per far crescere
qualche giovane azzurro a Castellammare?
    «Già in passato sono passati per Castellammare
giovani forti fra cui Zaza, Pavoletti, Biraghi e lo
stesso Simone Verdi, che poi sono riusciti ad
arrivare in squadre più blasonate ed anche a vestire
l'azzurro della nazionale. Quindi per noi sarebbe
un vero piacere collaborare con la prima società
che ci rappresenta non solo in Campania, ma in
tutto il Sud. Ciro Polito già cura i rapporti con il
Napoli in merito al settore giovanile; ben venga
un'ulteriore sinergia che possa permettere ai
giovani azzurri di crescere nella Juve Stabia. La
cosa bella è che Castellammare dista solo 20 km da
Napoli e, difatti, i nostri tifosi, la maggior parte,
sostengono entrambe le squadre. Lancio un'idea
che potrebbe dare sia conforto al calcio Napoli sia,
principalmente, alla Juve Stabia: creare una sorta
di unico abbonamento che consenta ai tifosi
stabiesi di seguire entrambe le squadre e viceversa
a quelli partenopei. Questo permetterebbe di avere
un Romeo Menti sempre pieno ed anche al San
Pa o l o l e p r e s e n z e p o t r e bb e r o c r e s c e r e,
riavvicinando i tifosi alla squadra».

M.B.
IL RITORNO
L’anno da ricordare di Gianni Improta

“Le emozioni vissute durante la stagione con la Juve Stabia non le avevo mai provate
“Non essendo partiti favoriti, si toccava con mano, gara dopo gara, l'avvicinamento alla
realizzazione di un sogno

“ Castellammare è una piazza che, nonostante la squadra militi in categorie inferiori, fa sentire i
calciatori come se si giocasse in Serie A

“Fabio Caserta ha una qualità fondamentale: legge le partite dopo 10 minuti
“Non ho mai trovato uno spogliatoio unito come quello della Juve Stabia
“Non abbiamo fatto un'impresa per caso. Se andiamo a guardare i numeri, ci si accorge di come,
record dopo record, abbiamo meritato il successo

“Non abbiamo mai avuto paura di vedere sfumare l'obiettivo. L'ambiente ci ha aiutato tanto.
L'unione fra città e squadra è stata bellissima

“  Il gruppo degli ultrà della Juve Stabia non ci ha mollato un attimo. A Bisceglie addirittura i nostri
tifosi erano più numerosi di quelli di casa

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COPERTINA

“Costruire un festival è
come scrivere un romanzo”
                        di Giovanni Gaudiano

Il Direttore artistico del Napoli
Te at r o Fe s t i va l Ru gg e r o
Cappuccio parla del teatro e
dell'importanza della scrittura,
della passione che deve animare
q u a l u n q u e at t i v i t à , d e l l a
manifestazione in corso e del
valore eterno della cultura
Da qualche giorno la nostra città e non solo è
pervasa dall'anelito del teatro, degli spettacoli.
È la cultura che cancella la consuetudinarietà
della routine e che si impossessa per 37 giorni
delle prime pagine e che dà sfogo a tutta la sua
grande profondità, alla bellezza, grazie al
richiamo di una serie di rilevanti
rappresentazioni previste nel programma
dell'edizione del 2019 del Napoli Teatro Festival
Italia. Al di là del fatto che ne è il direttore
artistico, con Ruggero Cappuccio se ne potrebbe
parlare comunque. Durante l'intervista in un
passaggio ha chiaramente detto che la sua
passione, il suo entusiasmo crescono quando
vede realizzati lavori altrui di qualità, di
successo perché il teatro ha bisogno di tutti e
forse tutti avrebbero bisogno del teatro, anche
se a volte non lo sanno.
La prima domanda è scontata ma poi non tanto.
Dovendo scegliere, quale ruolo dei tanti che ha

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rivestito e riveste sente più suo?
     «Non mi sono mai posto il problema delle
differenze tra i vari ruoli che ho ricoperto in
c a m p o a r t i s t i c o. I n r e a l t à s o n o r u o l i
apparentemente diversi ma intimamente
congiunti. Ho sempre interpretato il mio lavoro
come lo può interpretare un artista che ha una
bottega e che vive per alcuni anni un
innamoramento per gli oli su tela, viene poi
attratto da un periodo di particolare fascino
espressivo legato agli acquerelli e poi per due
anni della sua vita lavora la terracotta e poi per
altri due anni ancora si occupa soprattutto del
marmo e così via. In realtà, se ci riflettiamo un
momento, tutti i canali espressivi di cui mi sono
occupato sono legati dalla scrittura. Per fare
teatro bisogna scrivere, così come per fare un
romanzo ed anche per fare un film la base è la
scrittura. Quindi il comune denominatore di
tutte queste attività è sicuramente la scrittura».
Forse a questo punto il Direttore artistico può
rappresentare la somma, con la sua funzione di
organizzazione e raccordo con le istituzioni?
   «Il Festival lascia pensare ad un uomo d'azione
mentre lo scrittore è un immaginario che ci apre
una porta sull'uomo di pensiero. Però costruire
un festival è come scrivere un romanzo, con la
differenza che i personaggi del romanzo sono nel
pieno dominio dello scrittore mentre i
personaggi di un festival essendo viventi si
muovono, si spostano e questo rende le cose più
difficili ma anche più affascinanti. In fondo sono
uno scrittore, colui che fondamentalmente
immagina, poi il fatto che usi una penna per
scrivere è relativo. Basta pensare a Socrate che è
stato uno dei più grandi scrittori dell'umanità
senza aver usato mai la scrittura vera e propria
ma è stato tanto bravo da mettere in condizione
gli altri di farlo».
Analizzando i suoi lavori si nota la volontà di
spaziare senza soffermarsi a lungo sullo stesso
argomento. Volendo fare dei paragoni si sente

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