TEATRO COMUNALE DI CORMONS - Campagna abbonamenti ancora posti per le nuove tessere - Il Discorso
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TEATRO COMUNALE DI CORMONS Campagna abbonamenti ancora posti per le nuove tessere Fino al 6 novembre sarà ancora possibile sottoscrivere nuovi abbonamenti per la stagione artistica 2017.18 del Teatro Comunale di Cormons: la biglietteria del teatro sarà aperta di lunedì, venerdì e sabato, dalle 17 alle 19. La nuova Stagione Artistica si aprirà il 10 novembre con la prima regionale della spumeggiante commedia del nordirlandese Ron Hutchinson, Hollywood – Come nasce una leggenda, che ci inviterà ad accomodarci nell’ufficio del folle e visionario produttore di Via con vento, dove, tra momenti di assoluta comicità, si sta scrivendo la storia con protagonisti Antonio Catania, Gianluca Ramazzotti e Gigio Alberti; ci porterà a rivivere l’Italia del boom economico, quella in cui si snoda la vicenda di Bruno e Roberto protagonisti de Il sorpasso (in prima regionale il 2 dicembre con Giuseppe Zeno e Luca Di Giovanni), capolavoro di Dino Risi del 1962; a godere, il 12 dicembre, di un nuovo classico come Dieci piccoli indiani – E non rimase nessuno… di Agatha Christie, genio del giallo e della suspance; ad assaporare le atmosfere della Sicilia arcaica e mitologica resa celebre da Camilleri (ne Il casellante, protagonista Moni Ovadia il 30 gennaio); ad entrare con delicatezza nelle pieghe del rapporto familiare tra una figlia, Lucrezia Lante Della Rovere, e un padre, Alessandro Haber, a cui la malattia sta rubando i ricordi in Il padre, del giovane autore francese Florian Zeller, in scena il 20 febbraio; a sbirciare dietro le quinte di un cabaret nella Berlino degli Anni Trenta, dove, spinta dai morsi della fame, una cantante talentuosa ma disoccupata si è inventata un’identità “creativa” (in Viktor e Viktoria, con Veronica Pivetti in scena l’1 marzo in anteprima nazionale); a condividere Una notte di follia (il 15 marzo) con i personaggi
imprevedibili usciti dalla penna della brillante sceneggiatrice francese Josiane Balasko, interpretati da Anna Galiena e Corrado Tedeschi; e ad assistere ad uno spettacolo teatrale in cui niente andrà come sperato, in Che disastro di commedia, dell’inglese Mark Bell, per la prima volta in Italia dopo 5 anni di successi in tutto il mondo, in esclusiva regionale a chiusura di cartellone il 19 aprile. Completeranno il palinsesto altri due appuntamenti dedicati alla comicità (con protagonisti, Serena Dandini in Serendipity il 18 novembre in prima regionale e, l’8 febbraio, Maurizio Colombi in Caveman), e due proposte in prima regionale dedicate alla migliore danza italiana ed internazionale (con i prestigiosi Balletto di Roma il 7 dicembre con ‘Schiaccianoci’ e Ballet Company of Győr – Ungheria con ‘Romeo e Giulietta’ il 12 gennaio). FESTIVAL “CONTEMPORANEA ACUSMATICA”: DA SABATO 14 OTT. A UDINE (TEATRO SAN GIORGIO-21.00) LA 21^ EDIZIONE UDINE- Prende avvio sabato 14 ottobre a Udine l’appuntamento legato alle nuove sperimentazioni musicali con la ventunesima edizione del festival “Contemporanea” – evento realizzato grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Udine e della Fondazione Friuli – quest’anno particolarmente dedicato al repertorio acusmatico, ovvero composizioni scritte appositamente per altoparlanti che
consentono la proiezione del suono nello spazio tridimensionale. Il progetto “Acusmatica – Ascoltare lo Spazio / Ascoltare il Tempo” proporrà a partire da sabato quattro appuntamenti, tutti ad ingresso libero, per raccontare diversi aspetti del mondo della Nuova Musica legata al repertorio acusmatico. Il termine Acusmatico si riferisce ad un approccio compositivo teorico e pratico, a particolari condizioni di ascolto e realizzazione, e a strategie di proiezione del suono. Buona parte delle composizioni che saranno eseguite quest’anno provengono da tre differenti Call for Works, a cui hanno aderito e risposto trentasei diverse nazioni per un totale di 260 lavori.
Sab ato all e 21. 00 il Tea tro San Gio rgi o osp ita Acu smo niu m Aud ior per for man ce, eve nto per for mat ivo che raccoglie composizioni dedicate all’Acusmonium: il sistema di proiezione del suono nello spazio fu disegnato per la prima volta a Parigi nel 1974 da François Bayle e usato originariamente negli studi di Radio France. L’Acusmonium mobile AUDIOR, protagonista della serata, vera e propria
orchestra di altoparlanti con 44 punti di diffusione e 54 diffusori, è stato costruito nel 2012 da Eraldo Bocca, progettista e costruttore elettroacustico e consulente nell’ambito della progettazione acustica ambientale. Si tratta di un’orchestra di altoparlanti destinata all’interpretazione in concerto di musiche elettroacustiche con lo scopo di spazializzare il suono. I suoni vengono diffusi tramite altoparlanti di diverso colore timbrico, calibro e potenza, disposti in modo da organizzare lo spazio acustico secondo le caratteristiche della sala e lo spazio psicologico secondo le caratteristiche dell’opera. L’ascolto è di tipo immersivo mentre un interprete alla consolle di spazializzazione si occupa di pianificare le emergenze e i movimenti del suono nello spazio, le sfumature e i contrasti, controllando le intensità, la densità sonora, i colori e i filtraggi. Le composizioni selezionate verranno diffuse in maniera spazializzata tramite altoparlanti di diverso calibro e potenza. Il progetto elettroacustico e installativo è dello stesso Eraldo Bocca, l’interpretazione all’acusmonium è firmato da Dante Tanzi, compositore e interprete di musica acusmatica. Il festival prosegue domenica 15 ottobre sempre al Teatro San Giorgio con inizio alle ore 21.00 con Acousmatic Premiere, un appuntamento a cura di Vittorio Vella dedicato alla performance di composizioni in prima esecuzione assoluta, su un repertorio inedito espressamente scritto per l’occasione. Il concerto utilizza fino a un massimo di dieci, diversi altoparlanti disposti all’interno della sala. Si prosegue giovedì 19 ottobre con Acousmatic Field, installazioni d’arte sonora allestite nella Chiesa di San Francesco mentre sabato 21 ottobre, di nuovo al Teatro San
Giorgio, in programma Acousmatic Repertoire Performance. Il materiale musicale eseguito durante il festival troverà spazio su due CD inseriti nel catalogo di TEM – Taukay Edizioni Musicali. In occasione della manifestazione, inoltre, sarà pubblicato il bando di partecipazione della dodicesima edizione del concorso internazionale di composizione “Città di Udine”. L’iniziativa, di rilevanza internazionale, negli anni ha ricevuto migliaia di composizioni dai cinque continenti affermandosi come uno dei più importanti concorsi a livello nazionale. DEEP AS OCEAN:”LOST HOPES | BROKEN MIRRORS” in uscita il 24 novembre “LOST HOPES | BROKEN MIRRORS” uscirà il prossimo 24 novembre per The Jack Music Records, è stato registrato e mixato da Matteo Magni presso Magnitude Recording Studio di Seregno (MB). Le parole della band: LOST HOPES | BROKEN MIRRORS è un concept album che cerca di esprimere il costante conflitto tra staticità e dinamismo, tra la sospensione in un tempo indefinito e lo slancio dinamico
che pr I l d i s c o s i c a r a t t e r i z z a p e r la tematica del contrasto tra oscure emozioni che si scontrano con il pulsante desiderio di riscatto. Il timore che i propri sogni svaniscano, che il tempo scorra lasciandoci immobili e incapaci di reagire, diretti ad una fine inesorabile, si mescola con la volontà di rischiare nelle scelte della vita e con la spinta a lottare per i propri ideali. L’artwork rappresenta la simultanea convivenza di queste contrastanti emozioni in ogni individuo; le mani, protese verso l’ineffabile, ma speranzoso, futuro, contrastano l’abisso del dubbio e del timore che annega la mente. L’EP affonda le radici sonore in quel metalcore ormai definito “classico” di una decina di anni fa, a cui i membri del gruppo
sono particolarmente legati. Non mancano ritornelli catchy e melodici e sperimentazioni, soprattutto elettroniche, che danno un tocco di modernità al prodotto. LH | BM è un lavoro compatto e deciso, composto da cinque brani, tutti potenzialmente singoli. A NAPOLI DOMENICA 15 OTT. DEL XLVIIII CONGRESSO DELLA SOCIETA’ ITALIANA DI NEUROLOGIA (SIN) Ricordate la pellicola l’Olio di Lorenzo (1992), interpretata da Nick Nolte e Susan Sarandon? In quel film viene descritta la storia di genitori che non si arrendono alla malattia del figlio Lorenzo, una malattia rara e molto invalidante, l’Adrenoleucodistrofia (ALD), che progressivamente ed inesorabilmente toglie al loro bimbo, di appena cinque anni, la possibilità di “proiettarsi nel mondo”. Attraverso una serie di ricerche fatte per conto proprio, e l’incrocio dei dati così ottenuti con quelli desunti dal rilievo di informazioni derivanti da diverse fonti, a dispetto dello scetticismo scientifico, riescono a realizzare un composto da una miscela di olii, che si dimostra capace di migliorare le condizioni e la qualità di vita di Lorenzo, consentendogli così di vivere, seppur con enormi disabilità, circa vent’anni. Domenica 15 ottobre, a partire dalle ore 17.00, nell’ambito
del XLVIII Congresso della Società Italiana di Neurologia (SIN), presso il centro congressi della Mostra D’Oltremare, si parlerà proprio di Adrenoleucodistrofia. L’impegno dell’Associazione Italiana Adrenolecodistrofia, presieduta da Valentina Fasano, continua ad incrociarsi con quello di due tra le principali figure mediche, referenti per questa malattia, fortemente invalidante e spesso letale, il neurologo e l’endocrinologo. Non a caso dopo il supporto al Congresso Nazionale degli Endocrinologi, oggi arriva quello a favore della Società Italiana di Neurologia con uno spazio dedicato a fare il punto sulla situazione nell’omonima rivista tematica (http://www.neurologiaitaliana.it/). Il XLVIII Congresso della Società di Neurologia è organizzato dalle Cliniche Neurologiche dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”” e dalle Neurologie della Regione Campania. A patrocinare l’evento oltre che l’Università della Campania Luigi Vanvitelli, e l’omonima azienda Ospedaliera, sono: il Consiglio dei Ministri, il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità, la Regione Campania, il Comune di Napoli, l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università degli Studi di Napoli Parthenope. Tale incontro rientra appieno nelle finalità statutarie ed istituzionali della Società Italiana di Neurologia che mira al miglioramento della qualità professionale nell’assistenza ai soggetti con malattie del sistema nervoso e all’attività di aggiornamento professionale e di formazione permanente, residenziale e a distanza, nei confronti degli associati con programmi annuali di attività formativa ECM. A essere protagonisti del focus sull’Adrenoleucodistrofia saranno Marina Melone, professoressa di Neurologia, direttore del Centro Interuniversitario di Ricerca in Neuroscienze e referente del Centro delle Malattie Rare Neurologiche e Neuromuscolari, dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e Antonio Federico professore di Neurologia, direttore dell’Unità Operativa di Neurologia e Malattie Neurometaboliche e del Centro di Ricerche per la diagnosi, terapia e prevenzione del Neurohandicap e delle Malattie
Neurologiche Rare e direttore del Dipartimento di Scienze Neurologiche e del Comportamento dell’Università di Siena. L’ALD è una malattia metabolica legata al sesso. Secondo gli esperti, in Italia vi è un impatto atteso di 35-40 pazienti in più ogni anno, con un’insorgenza dei sintomi della malattia in varie fasce di età, pediatrica, con la forma più grave, cerebrale infantile (definita C- ALD), adolescenziale tra i 10 ed i 15 anni, con la forma definita di Adrenomieloneuropatia (AMN) caratterizzata da un disturbo motorio di tipo spastico degli arti inferiori e la forma dell’adulto con varie espressioni cliniche, senza dimenticare l’insufficienza del corticosurrene che determina la malattia di Addison. I principali sistemi colpiti dalla malattia sono quindi il sistema nervoso con la distruzione progressiva della mielina, la sostanza che riveste le cellule nervose, ed il sistema endocrino, in particolare le ghiandole surrenali con la conseguente carenza di alcuni ormoni. “Con questo congresso – spiega Marina Melone – comincia un percorso formativo ed informativo nell’alveo della Società Italiana di Neurologia e del progetto triennale approvato dalla Regione Campania che si svilupperà nell’ambito dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Luigi Vanvitelli con l’obiettivo di tracciare un nuovo percorso diagnostico- terapeutico-assistenziale nell’Adrenoleucodistrofia, così da arrivare alla identificazione precoce delle persone affette, fino allo screening neonatale e alla messa in essere di una efficace prevenzione. Tale progetto ha anche l’ambizione di creare un networking tra le differenti realtà assistenziali presenti sul territorio nazionale ed internazionale. Di fatto l’Adrenoleucodistrofia, con gli attuali modelli assistenziali presenta notevoli complessità; per le caratteristiche cliniche può considerarsi una malattia gravissima che colpisce i maschi ma può coinvolgere anche le madri, portatrici della mutazione genetica” Come sottolineano gli addetti ai lavori, come molte malattie genetiche non vi è correlazione tra il genotipo e il fenotipo. Ciò significa che con la mutazione del medesimo gene si
possono palesare manifestazioni cliniche molto eterogenee. Tali manifestazioni, secondo quanto ribadiscono gli esperti, possono cambiare nel corso della vita delle persone affette, ma purtroppo, pur conoscendo la mutazione genetica, non è possibile predire quali saranno le manifestazioni cliniche. “Nella diagnosi differenziale delle forme adulte – sottolinea Antonio Federico – l’adrenoleucodistrofia viene scambiata per altre malattie infiammatorie e degenerative come ad esempio la sclerosi multipla, le demenze e la paraparesi spastica. Questa diagnosi errata è dovuta a molti aspetti comuni tra i vari tipi di patologie, in particolare la sclerosi multipla che presenta alcuni reperti diagnostici simili. In tal senso risulta fondamentale chiarire le varie strategie di diagnosi, con l’obiettivo di arrivare alla diagnosi precoce, per un approccio terapeutico adeguato alle differenti fasi di malattia”. E’ quindi fondamentale, secondo gli addetti ai lavori, individuare tutti i potenziali portatori della mutazione genetica, nelle famiglie a rischio attraverso la costruzione di “alberi genealogici”. Al momento non esiste una terapia patogenetica, che rimuova, cioè, la causa della malattia, ma esclusivamente sintomatica, che mira a modificare, quindi, la sintomatologia. A ribadire l’importanza dell’assistenza long life, condizione necessaria per un efficace approccio terapeutico, è anche Marina Melone. “Certamente i risultati terapeutici migliori –ribadisce – si ottengono in fase presintomatica, con le terapie oggi a disposizione, vedi le varie tipologie di trapianto o futuribili con la terapia genica, laddove in fase sintomatica, i trattamenti attuali sono farmacologici per curare i sintomi e dietetici, con la scelta di cibi ricchi di acidi grassi a catena corta supplementati da alimenti speciali, quali la somministrazione giornaliera di un variante dell’olio di Lorenzo, l’Aldixyl, l’unico trattamento dietetico in grado di superare la Barriera Emato Encefalica a base di oleina, erucina e CLA coadiuvati da un mix di potenti antiossidanti.
Inoltre, esiste un altro prodotto per condire e cuocere i cibi, a base di GTO purissimo aromatizzato all’olio di oliva, Aldixyl Oilife, l’unico sostituto di tutti grassi per questi pazienti, (entrambi prescrivibili esclusivamente dai Centri di Riferimento accreditati e dispensati dal Sistema Sanitario Nazionale)”. L’ obiettivo è di abbassare i livelli patologici degli acidi grassi a lunga ed assai lunga catena, che rappresentano i principali responsabili della tossicità per la mielina, causa della leucodistrofia e del danno del corticosurrene, causa della malattia di Addison. “Per quanto gli attuali trattamenti terapeutici, contribuiscano a migliorare la qualità della vita – conclude Marina Melone – è indubbio che la prevenzione, sia con l’indagine prenatale, che con lo screening e l’individuazione delle portatrici così come l’identificazione precoce dei maschi affetti rappresenti oggi il cardine di un corretto modello assistenziale nell’Adrenoleucodistrofia”. FRANCESCO DE GREGORI – Al via domani il nuovo tour nei club d’Europa, Usa e Canada. Il 26 ott. sarà live a Treviso Parte domani da Modena il tour nei club che vedrà Francesco De Gregori protagonista sui palchi di alcune delle più importanti città italiane, europee e americane per proporre live i suoi più grandi successi e alcuni tra i brani meno conosciuti del suo repertorio. Fra Londra, Parigi, New York, Boston e Toronto, tra le tante, De Gregori toccherà anche l’Italia e il
Nordest, esibendosi al Supersonic Music Arena di San Biagio di Callalta (Treviso), il prossimo 26 ottobre, nel concerto organizzato da F&P Group, in collaborazione con Zenit Srl e N.M.C. Srl. I biglietti per l’importante appuntamento sono in vendita sul circuito Ticketone, info e punti vendita su www.azalea.it . «Vedo un sacco di concerti trattati come eventi muscolari, spesso c’è di mezzo la parola MEGA (grandi numeri, grandi palchi, grandi schermi etc..) – ha dichiarato De Gregori – A me piacciono anche i posti piccoli, ho sempre amato i club, li ho già fatti e continuerò a farli. Quel suono un po’ ferroso fatto solo per chi sta lì in carne e ossa, magari con una birra in mano e ogni tanto esce a fumarsi una sigaretta quando faccio un pezzo che non gli piace. E non si aspetta di rivedere tutto questo in televisione un anno o un giorno dopo». Francesco De Gregori in questo sorprendente tour nei club sarà accompagnato da una formazione del tutto inedita: Guido Guglielminetti (basso e contrabbasso), Carlo Gaudiello (piano e tastiere), Paolo Giovenchi (chitarre) e Alessandro Valle (pedal steel guitar e mandolino).
«In questo giro di club che stiamo per fare non avremo un batterista, ci sarò io che batto il piede sul palco e basta. E poi ci saranno un paio di chitare, un basso e una tastiera – afferma De Gregori – La maggior parte dei batteristi che conosco ormai cercano di somigliare a una batteria elettronica e questa cosa non mi piace. Non credo ai musicisti che dicono “Sto cercando un nuovo suono”. È il suono che di solito viene a trovare te. E credo che con questa band succederà». All’estero, Francesco De Gregori porterà il suo tour nelle città di Monaco, Zurigo, Bruxelles, Parigi, Lussemburgo, Londra, Lugano, Boston e New York. «Mi incuriosisce la TOWN HALL, il teatro dove andremo a New York a novembre. È un locale storico di Broadway, dove pare abbia suonato Dylan la prima volta che uscì dalla cerchia protetta dei piccoli club del Village – racconta De Gregori – Di Dylan metterò in scaletta anche un pezzo preso del mio ultimo disco di traduzioni. Può sembrare una stranezza andarlo a cantare in italiano davanti a un pubblico internazionale. Ma una sera a Parigi ho sentito Dylan cantare in inglese ” Les feuilles mortes” e da allora ho capito che si può fare tutto. Non credo che ci sia una gran differenza fra il nostro pubblico e quello che troverò a Monaco o a Londra o a Parigi. Anche lì è pieno di italiani, e poi il mondo si è rimpicciolito, i linguaggi si sono integrati». Saranno 4, invece, le tappe italiane del tour: Nonantola (Modena), Torino, S. Biagio di Callalta (Treviso) e Trezzo sull’Adda (Milano). «Farò molti pezzi che ho suonato raramente perché magari non erano buoni come singoli – svela De Gregori – Ma quando fai un concerto devi fregartene di quello che passano o non passano le radio. Penso che questa cosa al pubblico andrà bene anche se magari qualcuno dirà “E questa che è, da dove l’ha tirata fuori?” Insomma, ai miei concerti vengono sia quelli che vorrebbero sentire solo Generale e Rimmel sia quelli che non ne possono più perché ormai gli escono dalle orecchie. Hanno ragione tutti e due, li capisco tutti e due e
cercherò di mandarli a casa contenti tutti e due». Il Supersonic Music Arena, dopo aver ospitato artisti del calibro di Elisa, Blue, Fedez, Afterhours, Francesca Michielin, Negrita, Luca Carboni, J-Ax, fra gli altri, si conferma ora quale punto di riferimento nel Nordest per gli amanti della grande musica italiana ospitando quello che sarà di certo uno dei tour più sorprendenti della stagione. Aspettando “Copenaghen”, i Retroscena Atomici del Css Si chiama “Retroscena atomici” ed è il progetto ideato dal Css Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia e dall’Università di Udine attorno allo spettacolo Copenaghen di Michael Frain per la stagione di Teatro Contatto 36. Convegni, teatro, incontri, film e giochi per accompagnare e stimolare la riflessione su scienza, etica e società in attesa della rappresentazione teatrale scelta per inaugurare la stagione 2017/2018 diciotto anni dopo la prima versione italiana sempre prodotta dal Css di Udine. Perchè Copenaghen è “una disputa etica e scientifica a tre voci” alla viglilia del primo devastante uso della bomba atomica, e sarà in scena dal 15 al 19 novembre al Teatro Palamostre con il trio Orsini, Popolizio e Lojodice. Riflessioni e interrogativi saranno oggetto di numerosi appuntamenti che inizieranno il 16 ottobre con il convegno “Copenaghen: fisica del Novecento in una società in guerra” rivolti a due grandi gruppi, gli studenti universitari ed i docenti nel pomeriggio e gli studenti delle scuole superiori
nella mattinata in due sedi, al Palamostre e all’auditorium Zanon per far fronte alle numerosissime prenotazioni già pervenute. Il programma è stato strutturato in modo da approfondire aspetti culturali, storici, socio- politici ed etici scatenati dalla rivoluzione scientifica del Novecento e riflettere sull’autonomia degli scienziati. Coordinatrice della giornata di studi, volti alla riflessione con autorevoli esperti sui problemi culturali etici, filosofici, sul ruolo degli scienziati e sul programma scientifico sarà la professoressa Michelini, delegata del Rettore dell’Univeristà di Udine all’innovazione didattica. Il fine del convegno è quello di suscitare curiosità e voglia di approfondire negli studenti che parteciperanno, in modo da far vivere loro esperienze trasversali attraverso la multidisciplinarietà. I lavori del convegno saranno aperti dalla professoressa Nadia Robotti professore ordinario presso l’Università di Genova, da Francesco Guerra professore emerito di fisica teorica dell’Università di Roma La Sapienza, il sociologo Andrea Messeri dell’Università di Siena autorevole componente del Comitato scientifico Geo. Parteciperanno inoltre i filosofi e storici dell’Università di Udine Simone Furlani e e Paolo Bussotti. Porteranno inoltre il loro contributo il filosofo Stefano Stefanel, Dirigente del liceo scientifico Marinelli di Udine e Alberto Bevilacqua presidente e codirettore artistico del Css Alberto Bevilacqua.
In programma sempre il 16 ottobre al Teatro Palamostre la proiezione del film “Nessuno mi troverà” di Egidio Eronico, introdotta dai fisici Guerra e Robotti, che ricostruisce la misteriosa scomparsa di Ettore Maiorana, uno dei maggiori fisici teorici del novecento. Il 20 ottobre alle 20.30 al Palamostre il professore Giulio Giorello ordinario di filosofia della scienza all’Università Statale di Milano, il matematico professor Furio Honsell e il fisico professor Stefano Fantoni, Presidente della Fondazione Internazionale Trieste approfondiranno e discuteranno in “Dialogo attorno a Copenaghen fra scienza ed etica”. Retroscena atomici sarà anche a Trieste, Capitale europea della scienza 2020, il 16 novembre dove alla Centrale Idrodinamica del Porto Vecchio si svolgerà l’incontro “Etica atomica_Due Nobel, la fisica in guerra, la scienza a teatro” promossa dalla Fondazione Initernazionale Trieste promotrice di Esof2020 Trieste che vedrà la partecipazione dell’attore protagonista di Copenaghen Orsini, il presidente del Css Bevilacqua, la professoressa Benussi ordinaria di letteratura italiana contemporanea all’Università di Trieste, il professor Della Vedova vice presidente Fit, la professoressa Michelini presidente Girep e il professor Quazzolo ordinario di storia
del Teatro all’Università di Trieste. Moderatore e coordinatore dell’incontro il professor Fantoni, presidente Fit, Federazione Internazionale Trieste per il progresso e la Libertà delle Scienze. Retroscena atomici aprirà inoltre le porte del Palamostre ai giochi scientifici grazie alla collaborazione con la Ludoteca di Udine: si giocherà a Quantum Race e Wing of Glory. Dal 23 ottobre al 4 novembre l’Istituto superiore Stringher di Udine ospiterà la mostra GEI Giochi Esperimenti Idee ideata e curata dal CLDF laboratorio per la didattica della Fisica del CIRD centro interdipartimentale di ricerca didattica dell’Università di Udine. Riservato ai ragazzi dagli 11 ai 15 anni lo spettacolo ” L’Universo è un materasso e le stelle un lenzuolo” diretto dal regista Flavio Albanese e scritto dal drammaturgo Francesco Nicolini e racconta al giovane pubblico la storia affascinante del Tempo dal mito alla meccanica quantistica. Il progetto è stato presentato al Teatro Palamostre e ha visto la partecipazione del sindaco di Udine Furio Honsell il quale ha evidenziato come il teatro, in particolare il Css, sia strumento di conoscenza e patrimonio ancora da sviluppare. Grazie alla metafora del teatro, ha continuato Honsell, argomenti scientifici decisamente ostici possono essere presentati e resi più comprensibili al pubblico. Plauso al Css che, come teatro di innovazione continua ad essere presente in un’epoca come quella attuale in cui le certezze si sono scardinate e bisogna agire nella complessità e capire ancora di più le responsabilità di scienza ed etica. Dello stesso avviso il professor Della Vedova vice presidente del Fit che ha
sottolineato l’importanza di affrontare problematiche complesse quali quelle riguardanti politica scienza e società in modo integrato. Il Css con la sua attività rende più agevole il flusso delle idee. Morandini presidente della Fondazione Friuli tra i sostenitori e finanziatori delle attività del Css ha sottolineato come in cartellone per Teatro Contatto ci siano sempre spettacoli che trattano argomenti di stringente attualità che proiettano gli spettatori verso scenari futuri. La Professoressa Michelini delegata del Rettore dell’Univeristà di Udine all’innovazione didattica, ha ecidenziato l’importanza di queste iniziative considerate come “luce per guardare avanti” consentendo ai giovani studenti di vivere esperienze differenziate e multidisciplinari. Alberto Bevilacqua presidente e co-direttore artistico del Css ha infine salutato gli ospiti sottolineando l’entusiasmo di “fare teatro che parla dell’oggi” che permette ai giovani (e non solo) di confrontarsi e arricchire il proprio bagaglio culturale. mtr MUSICA, IL FESTIVAL PIANISTICO 2017 CI PORTA IN RUSSIA CON GIUSEPPE GUARRERA. LUNEDI’ 16 OTTOBRE A TRIESTE Nel tardo romanticismo della musica russa alcune personalità di riferimento ci hanno tramandato un ruolo peculiare, originalissimo e forse inarrivabile: quello del compositore – interprete, geniale per ispirazione e talentuoso per
interpretazione. Alexandr Scrjabin, Dmitrij Shostakovich, Sergej Rachmaninov e il meno noto – al grande pubblico – Milij Balakirev: li omaggerà, lunedì 16 ottobre nella sala Ridotto del Teatro Verdi di Trieste (ore 20.30), un pianista della migliore nouvelle vague dei ‘Milelnnials’ in Italia ma anche nel mondo, avendo fatto manbassa di riconoscimenti solo pochi mesi fa al prestigiosissimo Concorso internazionale di Montreal, dove ha vinto, oltre al secondo premio, l’Audience Prize, il Bach Prize, il Best semifinal Prize, Chopin Prize e il Premio per la miglior esecuzione del brano d’obbligo. Il concerto di Giuseppe Guarrera è la quarta tappa del festival autunnale “Giovani interpreti e grandi Maestri” diretto da Fedra Florit e promosso dall’Associazione Chamber Music Trieste, quest’anno sul filo rosso del tema “Un viaggio armonico”. Sponsor della serata ZOOGAMI. Biglietti e prevendite operativi presso Ticketpoint Trieste, corso Italia 6/c – tel. 040 3498276, info www.acmtrioditrieste.it Se Rachmaninov, che ritroveremo lunedì sera con il “Preludio in sol maggiore op.32 n.5” e con “Variazioni su un tema di Corelli op.42”, è una delle ultime incarnazioni della figura di concertista-compositore dell’epoca tardo-romantica, Alexandr Scrjabin ci tramanda il “Preludio e Notturno per la mano sinistra op.9”, il “Poème. Vers la Flamme op.72” e soprattutto la “Valse op.38” affidati all’interpretazione di Giuseppe Guarrera: sarà più evidente in queste interpretazioni il ‘debito’ del compositore verso Chopin e Liszt, in un percorso di fraterna continuità con i suoi precursori. E gusteremo ancora il balzo in avanti, verso la contemporaneità della musica di Dmitrij Shostakovich con i Preludi op.34, mentre di Milij Balakirev Guarrera eseguirà l’Islamey op.18, una Fantasia orientale dagli slanci imprevedibili e densi di suggestione. Giuseppe Guarrera, classe 1991, siciliano di Enna, si è perfezionato a Gorizia con il didatta russo Siavush Gadjiev. Attualmente vive e si perfeziona a Berlino, dove ha ottenuto il master alla “Hochschule für Musik Hanns Eisler” con Eldar Nebolsin e recentemente fa parte della prima generazione di studenti della nuova Barenboim-Said Akademie,
in classe di Nelson Goerner. Negli anni ha vinto il Premio Venezia al Teatro La Fenice e il secondo premio alla “J. Mottram International Competition” a Manchester. Si è esibito al Teatro la Fenice di Venezia, al Bologna Festival, alle Settimane del Teatro Olimpico di Vicenza, al Ridotto del Teatro Verdi di Trieste, al Sony Auditorium di Madrid, alla Maison Symphonique de Montréal, allo Studio Flagey di Bruxelles. Ha suonato come solista con l´Orchestre Symphonique de Montréal, la Royal Philharmonic Orchestra di Londra, la Liverpool Philharmonic Orchestra, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, con importanti direttori quali Vasily Petrenko e Dmitri Kitajenko. Attualmente collabora col Boulez Ensemble a Berlino, coordinato da Daniel Barenboim, con il quale ha eseguito in prima assoluta una composizione di Vladimir Tarnopolsky nella settimana inaugurale della Pierre Boulez Saal. Genova, 12.10.2017. NEL COLUMBUS DAY, GLI ARS POPULI CANTANO I CERVELLI IN FUGA. l più noto emigrante genovese di tutti i tempi è certamente Cristoforo Colombo. Il grande navigatore apre le rotte dei mari e contemporaneamente inaugura l’epoca moderna in cui la progressiva industrializzazione costringe gli abitanti del pianeta a spostamenti continui, grandi migrazioni in cerca di condizioni migliori di vita, fino ai giorni nostri in cui abbiamo certamente la possibilità, per celebrare il giorno di Colombo, di fare qualche piccolo bilancio. Ci aiuta a farlo la musica di Ars Populi, un ensamble musicale
genovese che proprio nel giorno del Columbus Day si fa sentire con un nuovo lavoro disponibile su tutti i webstore. “Cervelli in Fuga” è disponibile a partire dal 12 ottobre 2017 in 240 paesi nel mondo distribuito in digitale dall’etichetta Hive Records (www.hiverecords.it). A 525 anni dalla scoperta dell’America, avvenuta il 12 Ottobre 1492, gli Ars Populi escono con il nuovo singolo in cui si tratta, in modo cantautorale, graffiante e ironico, il grande tema della fuga dei cervelli dal nostro paese. Il brano, molto ironico e divertente, fa riflettere sul fatto che non a tutti i ragazzi italiani che vanno via dall’Italia viene attribuito il rango di cervelli in fuga, e che l’emigrazione contemporanea ha specifiche differenze rispetto a quelle storicamente determinate. La fuga dei cervelli all’estero fa perdere all’Italia in termini capitale umano circa 14 miliardi all’anno, pari a 1 punto percentuale di pil. Il calcolo è del centro studi di Confindustria, che nel suo ultimo rapporto Le sfide della politica economica sottolinea come “la bassa occupazione giovanile sia il vero tallone d’Achille del sistema economico e sociale italiano” e abbassa il nostro potenziale di sviluppo, causando un “doppio spreco”. Dal 2008 al 2015, periodo in cui il tasso di disoccupazione in Italia è passato dal 6,7% all’11,9%, hanno spostato la residenza all’estero 509mila italiani. Un vero e proprio esodo di massa. “Cristoforo Colombo ed il suo equipaggio erano cervelli in fuga e non tutti sono riusciti a tornare – dice Giovanni La Grotteria, autore della canzone – Il piccolo drappello lasciato a guardia del forte costruito viene trovato sterminato dagli indios che sembra non avessero tollerato la brutalità con cui venivano trattate le loro donne, a tutti invece dovrebbe essere concessa la libertà di partire ma anche di ritornare, oppure di decidere, come canta la canzone: siamo cervelli in fuga, fegati da lavoro, cantiamo tutti in coro,
noi non torniamo più”. L’uscita del brano “Cervelli in Fuga” è accompagnata da un simpaticissimo videoclip disegnato da Tommy Bottaro e visibile sul canale YouTube “Maia Music Italy”. Gli Ars Popiuli sono Giovanni La Grotteria (Cantante, Chitarrista e Autore del brano), Guido Bottaro (Pianoforte), Pino Di Stadio (Batteria) e Antonello Palmas (Basso). Il lavoro è stato registrato allo Studio Maia di Genova. La forza delle donne di Laura Aprati e Marco Bova: le donne che incontrano le donne Il 13 ottobre prossimo a Torino (Polo del ‘900, ore 20,30) e il 21 a Milano (Università Statale, via Dionigi Bussola 4, Milano, ore 20,30), all’interno delle iniziative che corredano la mostra internazionale Nome in codice: Caesar. Detenuti siriani vittime di tortura, verrà presentato La forza delle donne di Laura Aprati e Marco Bova. Prende così l’avvio il tour di questo il documentario che racconta la drammatica quanto magica esperienza vissuta a contatto di un mondo tutto al femminile: dal Kurdistan al Libano, un viaggio fra le donne, le donne che migrano e le donne che accolgono. “Con Focsiv, che ci supporta – ci spiega Laura Aprati -, abbiamo deciso di cogliere l’occasione della proiezione di questo lavoro per riprodurre, ad ogni tappa di questo che vuole essere un vero e proprio tour, la situazione di incontro fra donne che abbiamo vissuto in prima persona girando: la forza delle donne rifugiate, da una parte, e quella delle donne dei paesi ospitanti, dall’altra. Ciascuna
con i propri problemi.” Uno squarcio su una realtà, quella della guerra, che spesso ci sfugge perché in Europa da oltre 60 anni non si combatte. Per l’analisi della quale, uno dei punti di forza è stato il confronto generazionale fra i suoi due autori: Laura Aprati, giornalista e autrice televisiva con una lunga storia alle spalle; e Marco Bova, giovanissimo e brillante regista. Il valore di questo documentario è proprio in questo confronto profondo e disincantato: La forza delle donne racconta i problemi di conflitti e migrazioni attraverso uno sguardo tutto al femminile, attraverso la diversità di genere delle sue protagoniste. Donne di tutti gli strati sociali, di religioni diverse, di etnie diverse accomunate dalle difficoltà quotidiane, dalla gestione delle famiglie, da responsabilità sempre più gravose. Il rapporto con i figli in una società dove l’uomo è dominante ma in tempi di guerra diventa l’anello debole. Come si convive con la fame, la perdita di tutto ciò che si ha, con le bombe, con la necessità di lasciare la propria casa e la propria terra. Quale futuro si cerca. Donne musulmane, yazide, cristiane, siriane rispondo a queste domande. A fare loro da cornice Rima Karaki, libanese, giornalista anche lei, cresciuta a Beirut. In Libano si sono rifugiati palestinesi, siriani e convivono più religioni. Lei va in onda senza velo ed è diventata famosa per aver tolto la linea in diretta ad uno sceicco che non rispettava la parità di genere. FOCSIV è la Federazione degli organismi cristiani servizio internazionale volontariato di cui oggi fanno parte 80 ONG che operano in oltre 80 paesi del mondo compresa l’Italia. Focsiv ha supportato questo documentario all’interno delle iniziative di Humanity – Esseri umani per gli esseri umani, una campagna di 7 soci della FOCSIV insieme alla Federazione, un consorzio che supporta migliaia di persone in fuga dalla guerra siriana ed irachena in terra curda, libanese, giordana turca e siriana. Ricordiamo che la mostra Nome in codice: Caesar. Detenuti siriani vittime di tortura è voluta e promossa in Italia da
FNSI – Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Amnesty International Italia, FOCSIV – Volontari nel Mondo, Un Ponte Per, Unimed – Unione delle Università del Mediterraneo ed Articolo21. SERVIZIO CIVILE REGIONALE Bando per la selezione di 13 giovani nell’ambito del progetto della Regione Toscana “GiovaniSì” La Fondazione Musei Senesi seleziona 13 giovani da impiegare in progetti di servizio civile finanziati con i fondi europei destinati al programma GiovaniSì della Regione Toscana, per un’esperienza di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale delle Terre di Siena all’interno del progetto “Museum Angels Reloaded”. Possono presentare la domanda giovani tra i 18 e i 29 anni. I giovani selezionati saranno impiegati nelle sedi museali di: Montepulciano, Museo Civico Pinacoteca Crociani (1 volontario) Chiusi, Museo Civico “La Città Sotterranea”(1 volontario) Petroio (Trequanda), Museo della Terracotta (1 volontario) Cetona, Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona (1 volontario) Pienza, Palazzo Borgia. Museo Diocesano(1 volontario) Monticchiello (Pienza), Te.Po.Tra.Tos Scene del Teatro Popolare Tradizionale Toscano (1 volontario) Montalcino, Musei di Montalcino. Raccolta Archeologica, Medievale, Moderna (1 volontario)
Abbadia San Salvatore, Parco Museo Minerario (2 volontari) Serre di Rapolano (Rapolano Terme), Museo dell’Antica Grancia e dell’Olio (1 volontario) San Giovanni d’Asso, Museo del Tartufo e Centro di Documentazione (1 volontario) Buonconvento, Museo della Mezzadria (1 volontario) Buonconvento, Museo d’Arte Sacra della Val d’Arbia (1 volontario) La domanda dovrà essere presentata entro venerdì 27 ottobre 2017.
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