Imola sogna e attende il ritorno della F1 all'Autodromo 'Enzo e Dino Ferrari' - Automotoclub Storico Italiano
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NOTIZIARIO DEL CLUB ROMAGNOLO AUTO E MOTO D’EPOCA Anno 3 N.1 APRILE 2020 “Giro di Manovella” è on-line sul sito www.crame.it Imola sogna e attende il ritorno della F1 In caso di mancato recapito restituire all’ufficio accettazione CDM di Ravenna per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa all’Autodromo ‘Enzo e Dino Ferrari’ Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P. D.L. 353/2003 (convertito in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/RA/Aut. 0033 Sfilata di campioni prima del GP di San Marino del 1996, organizzata dal CRAME
Comunicati importanti ai soci o s ito a g g io rnato st r Gentili Soci, Visitate il no le comunicazioni urgenti per i soci o messe vi informiamo che in ottemperanza ai DPCM In esso verrann volti al contenimento del contagio da coronavirus: - L'assemblea annuale dei soci CRAME è rimandata a data da definire. - L'appuntamento serale del 1 mercoledì del mese di aprile è annullato. - Tutte le manifestazioni e gli incontri con i commissari tecnici, sono sospese fino a data da definire. - La segreteria del Club è chiusa al pubblico e contattabile solo telefonicamente o a mezzo e-mail. Sarà nostra cura informarvi non appena sarà possibile riprendere la normale attività. Nel frattempo tutte le nostre comunicazioni ufficiali verranno pubblicate sul sito, che vi preghiamo di consultare. In questo difficile momento desideriamo anche noi fare la nostra parte per aiutare quanti stanno combattendo la dura battaglia contro il coronavirus. Vi segnaliamo che il CRAME aderisce all’iniziativa promossa dalla Regione Emilia-Romagna volta a raccogliere fondi per la gestione dell’emergenza sanitaria. La Regione Emilia-Romagna ha aperto un conto corrente per dare la possibilità a chiunque di effettuare dei versamenti. È possibile donare inviando un bonifico all’Iban IT 69 G 02008 02435 000104428964 utilizzando la causale “Insieme si può: l’Emilia-Romagna contro il coronavirus”. Certi che insieme potremo fare tantissimo, cogliamo l'occasione per inviarvi un caro saluto. Giro di Manovella Anno III - N. 1 - Aprile 2020 Bruno Brusa Responsabile Redazionale: Bruno Brusa Hanno collaborato: Bruno Brusa, P.S. Anche l’ASI si è fatta promotrice di un’importante iniziativa Umberto Ciompi, Venerio Montevecchi, di solidarietà in collaborazione con ANCI. Stefano Pasini, Gabriella Pirazzini, Troverete il comunicato stampa dell’ASI con le modalità di partecipazione Renzo Panzacchi, Luigi Rivola direttamente sul sito dell’ASI: asifed.it Fotografie: Archivio Crame, Paolo Baldini, Gabriele Brunelli, Isolapress CRAME Club Romagnolo Serate culturali 2020 Auto e Moto d’Epoca Via Gronchi, 53 - 40026 Imola (Bo) Tel. 0542 690704 Fax 0542 698315 e-mail: crame@crame.it www.crame.it Registrazione Tribunale di Bologna N. 8484 del 23 marzo 2018 Editrice La Mandragora Via Selice, 92 - 40026 Imola - BO iscritta al ROC col n. 5446 Direttore Resp.: Luigi Rivola Grafica: Roberto Casadio Stampa: Edizioni Moderna Ra
NON CI RESTA CHE... SOGNARE! Ricordando i momenti Un sogno che appare e scompare, Il “piccolo Nürburgring”, come Fer- salienti della Formula Uno ma resta intatto nel cuore dei tifosi: rari chiamava il tracciato roma- il ritorno a Imola del Gran Premio gnolo, arriva sulla scena nel 1980, sulle rive del Santerno della Formula Uno. Perché quel cir- sostituendo Monza. In seguito alle cuito disegnato tra i dolci colli negli polemiche derivate dall’incidente di Gabriella Pirazzini anni ’40 del secolo scorso, collau- dell’anno prima nel quale morì dato nel ‘52 ed entrato nella storia Ronnie Peterson, il Gran Premio delle competizioni motoristiche il 25 d’Italia si disputa sulla pista del- aprile 1953 con la Coppa d’Oro l’Autodromo di Imola. Doveva re- Shell, diventò leggenda nel mo- starci tre anni, ma dall’anno mento in cui il Circus approdò in successivo si ritorna a Monza, così riva al Santerno con la massima Imola “inventa” il GP della vicina serie. enclave di San Marino, che si di- Le vetture in parco chiuso a Imola, in piazza Matteotti, pronte per la sfilata in autodromo con i piloti del Gran Premio di San Marino di Formula 1 3
Ritorno al futuro sputa per ventisei edizioni consecu- tive al “Dino ed Enzo Ferrari”. Dal 1981 al 2006 due Gran Premi si corrono sul territorio italiano. Que- sta è la storia, da allora ad oggi al- cune polemiche, tante speranze, ma quel sogno che non muore mai. L’Autodromo “Dino ed Enzo Ferrari” non ospita una gara di F1 da quel 2006, pur avendo più volte cercato di tornare in calendario anche in passato. Conosciuta come una delle piste più temibili e difficili, nono- stante le modifiche in seguito ai tra- gici eventi del 1994, in cui Roland Ratzenberger e Ayrton Senna per- sero la vita nello stesso fine setti- mana, resta uno dei tracciati più amati, proprio perché chiama a sé la virtù dell’uomo non solo della macchina. Ed ha coeso per anni una città, non solo con il tifo ma con l’orgoglio. Imola presa d’assalto, città cosmo- polita per una settimana piena, e i suoi GP ricchi di imprese mirabo- lanti. Nel sogno, che consente di oltrepas- sare e unire dimensioni, rivedo mio padre, abbarbicato come un koala alla Formula Uno che “doveva tor- nare sul circuito più bello del mondo, perché così vogliono i pi- loti”. Rileggo nei suoi libri tracce di quel legame, come in Formula Uno, 34 anni di caroselli iridati pubbli- cato nel 1984, ma soprattutto nel volume del 1992 L’autodromo di Ferrari, storie e personaggi del cir- cuito di Imola, come lo chiamava lui, anzi il “circuvito” detto nella par- lata romagnola. Ricordo che gli feci un’intervista, stava già in carrozzina schienato da troppi ictus e altrettanti interventi, la voce malferma, lo sguardo spesso vacuo, ma non quando si parlava di corse. Al microfono di Telesanterno, le parole uscivano lente e sussurrate ma si capiva bene che richiamava l’attenzione sull’enorme indotto di questa gara, risvolto economico non solo sportivo, ma soprattutto pen- sava “alla meraviglia delle rive del Santerno su cui si potrebbero river- sare caterve di gente, e questo fa- rebbe di Imola ancora il centro dell’universo”. 4
FIAT 501 Silvani Siluro Sport Sogni? Eccessi? Nostalgie? del 1923 con Panis Perché liquidare sempre ciò che ci appartiene come un ematoma del passato, perché non realizzare che davvero sarebbe ancora possibile, certo con tanti se, visto che quel Bar- num da un po’ è una slot machine delle quattro ruote. Ma, allora, so- prattutto era davvero bello! Come quel 1996 rievocato con splendide immagini nel volume dei 50 anni del Crame, tra passione e successi, in cui la FIA stessa coin- volse il Club per una sfilata delle vet- ture d’epoca celebrate insieme ai piloti della Formula Uno. Le auto stanno prima nel parco chiuso di Piazza Matteotti, sotto gli occhi di un pubblico entusiasta, e poi l’ingresso in autodromo, ogni vettura storica abbinata ad un team, e i piloti che salutano la folla, sorri- dono, i colori che si mescolano, gli applausi che li accompagnano. Ad ognuno una macchina dalla sto- ria e dalla prestanza indimentica- bili: lungo il tracciato del “Dino ed Enzo Ferrari”, ecco Alesi e Berger sulla Flint Roadster del 1927, Schu- macher e Irvine sull’Alfa Romeo 2300 GT Cabriolet anno 1934, mentre la Rolls Royce del ’27 ospita Coultard e Hakkinen, e la coetanea OM Torpedo carica Hill e Ville- neuve, mentre esulta Panis sulla Fiat 501 Siluro Sport del ‘23, e Diniz gli Alfa Romeo 8C 2300 Monza fa il verso su un’Alfa Romeo 8C del 1932 con Diniz 2300 Monza, anno 1932, apparte- nuta al mitico Tazio Nuvolari. Meraviglie su meraviglie, simboli su simboli. L’entusiasmo accompagna il preludio, le prove, la gara. Io di sport non ne so molto, ma co- nosco molto del legame tra una città e la sua energia, l’ho vissuta in prima persona, per lavoro, per fa- miglia, per volontà, per amore. Amore di quegli istanti, di quei co- lori, di quel rosso che non è solo Fer- rari, ma “leit motiv” della passione e del cuore. E a volte, l’insistenza del sogno pren- de corpo. Può diventare realtà? 7
La Peugeot Torpedo del 1925 con Barrichello e Brundle La FIAT 507 Torpedo del 1927 con Rosset e Verstappen 8
Carlo Pernat “Belìn, che paddock” Matteo Brusa, coordinatore della serata di Luigi Rivola Nel suo libro, Carlo Pernat scrive: “Dopo quarant’anni di paddock – e di comparsate, di interviste a televi- sioni e giornali in tutto il mondo – è sempre bellissimo quando la gente ti riconosce, ti ferma… Non è va- nità. È un modo per ringraziare questo ambiente che mi ha dato tanto e che è fatto di persone con la stessa, smisurata, pura passione”. Si riferisce in questo caso, a quella volta in cui a Donington un tale Ge- orge, che passeggiava nel paddock assieme a un ragazzino, forse suo figlio, gli aveva chiesto un autografo e una foto insieme. Il tutto regolar- mente concesso per i motivi esposti sopra senza sapere – ma glielo dis- raccontarsi e per presentare il libro quando questa aveva ancora la di- sero subito dopo gli uomini della che ha scritto col giornalista di Re- rezione nella città del suo fondatore, sua squadra – che quel George, pubblica Massimo Calandri. Genova appunto. gentile e modesto, era nientemeno Il titolo è la fotografia del personag- Non stupitevi né scandalizzatevi che il George Harrison dei Beatles! gio: Belìn, che paddock, visto che leggendo qui certe paroline audaci: Ebbene, grande soddisfazione deve “Belìn” è un intercalare che ormai chi ha partecipato all’evento nella aver dato a Carlo Pernat anche l’ac- esce in automatico dalla sua bocca, sala delle conferenze del museo del- coglienza che il pubblico gli ha ri- e che rivela la sua origine geno- l’autodromo ha sentito ben altro, servato nel corso della serata vese, città dove è nato, dove ha stu- considerato che Pernat – peggiorato organizzata dal CRAME al museo diato, dove ha vissuto le prime anziché migliorato con l’età – ne ha dell’autodromo di Imola il 28 no- esperienze amorose (nel senso più raccontate di tutti i colori e senza vembre. puttanesco del termine, come peli sulla lingua. Ma piace per que- “Carletto” – così è conosciuto da spiega senza pudore) e dove ha ini- sto, e lui lo sa e ne approfitta. La chi, come il sottoscritto, lo conosce ziato ad indirizzare la sua carriera conferma viene dalla scritta che si da decenni – è venuto a Imola per venendo assunto alla Piaggio legge nella quarta di copertina del 10
Folto pubblico di appassionati nella sala stampa dell’Autodromo di Imola... con Carlo Pernat mattatore della serata libro: “Il mio segreto è che alla fine manager del mondo dei motori e tus di Trapattoni in Coppa dei me ne sono sempre sbattuto i co- non solo, ha fatto e disfatto qualsiasi Campioni, della Bianchi di “Tista” glioni”. cosa. Compreso il giro del mondo Baronchelli al Giro d’Italia, del Chi invece non c’era merita qualche in aereo almeno 250 volte. Ha sco- suo Genoa che lottava per tornare informazione in più. Riporto diretta- perto e lanciato pluricampioni del in serie A”. mente dalla biografia: “Vittorie, pi- mondo, ha vinto 20 titoli iridati. Ha Il bello è che è tutto vero. Quando loti, sconfitte. Benzina, curve, stac- messo d’accordo sponsor e motori conobbi Pernat – non ricordo se in cate. Motocross, velocità, bordelli, contribuendo alla crescita planeta- Cagiva o in Gilera – moltissimi sigarette, champagne, pronto soc- ria della MotoGP come nessun altro. anni fa, non mi fece questa impres- corso. La Parigi-Dakar, Valentino Ha brindato con Mick Jagger e sione di onnipotenza. Solo di sim- Rossi e Max Biaggi, Loris Capirossi François Mitterrand, George Harri- patia e competenza. Insomma mi e Marco Simoncelli. La Piaggio, la son e Lech Walesa, Fabrizio De sembrò uno normale tendente al squadra corse della Gilera, la Ca- André e Vasco Rossi. Si è occupato bravo. Era molto di più e lo ha di- giva, l’Aprilia. Carlo Pernat in qua- pure della Ferrari di Scheckter e Vil- mostrato. Nel bene e nel male è rant’anni di folle carriera come leneuve in Formula Uno, della Juven- pressoché unico. 11
I protagonisti della serata (da sinistra): Stefano Saragoni, ex direttore di Motosprint e inviato speciale alla Moto GP, il giornalista Massimo Calandri, coautore del libro, Carlo Pernat, autore del libro, Claudio Marcello Costa, il “dottore” del Motomondiale, colui che inventò la “clinica mobile” Non tutto ciò che ha raccontato nella serata del CRAME mi è pia- ciuto, lo ammetto: lui è portato per l’esagerazione, io cerco il limite, ma poi sto lì, anche in corsa non ho mai gradito cadere, e forse questo è il motivo per cui lui è diventato un campione – nel suo genere – e io no. Il suo libro l’ho aperto e ho co- minciato a leggerlo solo per scrivere questo articolo. Ebbene, l’ho divorato: è bellissimo: scritto meravigliosamente bene – e questo è senz’altro merito del gior- nalista Massimo Calandri che ha svolto un lavoro eccellente trasfor- mando in testo i racconti di Pernat – avvincente, coinvolgente. Insomma, anche con questa operazione, il personaggio non si è smentito. Diceva Pablo Picasso: “Ci sono pit- tori che trasformano il sole in una macchia gialla, ma ci sono altri che con l’aiuto della loro arte e della loro intelligenza, trasformano una macchia gialla nel sole”. 12
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Serate Culturali Stefano Pasini “La pubblicità sull’automobile” di Stefano Pasini veicoli la cui complessità e spettaco- clamizzare (scatole di lucido da larità si avvicina a volte a quelle dei scarpe, dentifrici, matite, bottiglie di Il mondo dell’automobile ha pro- veri e propri carri di carnevale. birra) o di ciò che invece si deve dotto, in un secolo e mezzo di atti- Nonostante l’aspetto barocco e un combattere (enormi insetti uccisi da vità, una serie pressoché infinita di po’ fatuo, dietro a queste costruzioni qualche prodigioso insetticida, sdra- variazioni sul tema. Un settore che c’è però molto spesso un progetto iati sul cassone di carri francesi de- nel passato è stato piuttosto proli- strategico che è oggi di grande in- stinati al Tour de France, ad esem- fico, ma viene generalmente igno- teresse storico; ad esempio il fatto pio). rato dagli storici è quello delle che interi settori industriali decides- Si può legittimamente ritenere que- automobili realizzate a carrozza sero di sposare questo tipo di sta categoria di veicoli completa- per fini pubblicitari. mezzo pubblicitario e che quindi ad mente irrilevante dal punto di vista Il nostro Socio Stefano Pasini, la esempio la birra, piuttosto che la tecnico, dato che la maggior parte sera di mercoledì 4 dicembre 2019, pasta dentifricia, le matite e le di questi veniva realizzato su telai ha ricostruito una storia sintetica di penne a sfera o i distributori di gas estremamente commerciali di facile questi veicoli talvolta bizzarri, altre liquido, abbiano commissionato reperibilità, basso costo e alta affi- volte grotteschi, sempre caratteriz- nella loro interezza un numero di dabilità. zati da una loro originale creatività. veicoli straordinariamente superiore Certamente non erano costruiti solo Una evoluzione raramente raccon- a quello di settori diversi, non altret- per le brevi sfilate a passo d’uomo tata, che può incuriosire al punto tanto interessati. dei carri di carnevale; la maggior che molti soci del CRAME hanno vo- Il bello di questa ricerca è anche parte di questi veicoli macinava cen- luto sfidare una sera caratterizzata che si vede come il disegno di que- tinaia e centinaia di chilometri su e da una temperatura veramente ar- ste automobili o di questi veicoli pe- giù per le strade delle varie nazioni tica per affollare tutti insieme la sede santi ricarrozzati a scopo pubblici- in cui operavano per portare il mes- del Club. tario riflette il gusto dell’epoca, la saggio promozionale a contatto con È una storia che inizia dagli albori modalità della comunicazione nel una popolazione che, come giusta- del XX secolo con i primi veicoli a modificarsi della società, la confor- mente notava uno studioso del- cui vengono applicate scritte e de- mazione delle scritte e degli avvisi, l’epoca, recepiva più facilmente un corazioni pubblicitarie e che pro- la scelta stessa di porre in bella vista clamoroso messaggio grafico di gressivamente diventa sempre più su questi telai riproduzioni ovvia- questo tipo perché l’analfabetismo particolare nella realizzazione di mente ingigantite del prodotto da re- ancora largamente diffuso rendeva 14
meno efficaci le complesse quello televisivo, che con scritte pubblicitarie. la sua grande presenza Altri veicoli speciali, oltre a grafica e la sua distribu- circolare tutto l’anno su e zione universale permette giù per la penisola italiana o lungo le strade di queste grandi corse per di portare a casa del potenziale le autostrade della Francia, degli dimostrare il loro entusiasmo verso i cliente tutte le pubblicità desiderate Stati Uniti, seguivano le grandi ma- ciclisti. senza dovere realizzare complessi nifestazioni sportive come il Tour de La storia delle auto pubblicitarie veicoli e organizzarne la relativa lo- France o il Giro d’Italia, approfit- coinvolge carrozzieri illustri come gistica. tando dell’occasione per esporre il Boneschi, Colli, Introzzi, Coriasco, Quella di questi bizzarri veicoli ri- proprio estroverso messaggio pub- ma declina inevitabilmente con mane comunque una storia tutta a blicitario ai milioni di spettatori che, l’espandersi dei canali pubblicitari sé, una piccola parentesi interes- soprattutto fino all’evento delle di- che conosciamo oggi, prima quelli sante nella grande storia dell’auto- rette televisive, si allineavano lungo scritti (giornali, riviste) e soprattutto mobile. 15
La Festa degli Auguri Il nostro Natale, i nostri Auguri … nella piazza brucia il Vecchio, il Bambino è nella culla, nasce il nuovo anno, muore il vecchio… di Umberto Ciompi cardo Zavatti, ha sottolineato stanza. Il nostro Presidente, Bruno quanto il CRAME, nel panorama na- Brusa, ha sottolineato l’impegno di Domenica 15 dicembre Milano Ma- zionale, sia un grande CLUB, Il tutti, ha ringraziato e richiamato l’at- rittima pareva addormentata, ma CLUB che ha dato vita all’ASI e, tra tenzione sul prossimo triennio e au- già assaporava l’allegria dell’estate l’altro, ad Officina Ferrarese, il Club gurato l’avverarsi dei nostri deside- alla porta. In riva al mare, ognuno da lui presieduto. ri: “auguri, auguri a tutti, soprattutto accoglieva il proprio Natale mentre Ha portato il saluto del Presidente auguriamoci che chi vede e prov- tutti, assieme, accoglievamo il no- ASI, Alberto Scuro, e ci ha esortati vede illumini anche questo nostro stro Natale. a proseguire nel solco della nostra prossimo anno. Il Consigliere Federale ASI, Ric- buona tradizione, con metodo e co- Ad maiora”. 16
Un riconoscimento alla signora Batani, titolare dell’hotel 17
Serate Culturali Olimpiadi - pace, binomio non sempre possibile A Tokyo 2020 è dedicata l’8a edizione del Premio Pirazzini, presentato in anteprima al Crame di Gabriella Pirazzini “Era un mite settembre quando Omero fu mandato dal giornale a vivere la sua quinta olimpiade e ven- tesima dell’era moderna, anche se nella realtà ne erano state disputate soltanto 17, perché le guerre ave- vano bocciato quelle del 1916, del 1940, e del 1944...”. Così scrive Ezio Pirazzini nel suo romanzo au- tobiografico (pur con omesse gene- ralità autentiche dei personaggi) Dal rombo rosso al settembre nero, nel capitolo in cui racconta quel 1972, a Monaco, divenuta teatro di tensioni e morte. Perché Olimpiadi-pace, è un bino- mio che tuttora resta complicato. E a dire il vero di “pace olimpica” non si poteva parlare nemmeno nell’antica Grecia, quando la tregua sacra era né più né meno che un armistizio. Dunque non sono state le olimpiadi a fermare le guerre, ma le guerre a fermare le olimpiadi, oltre a situa- zioni complicate per diverse squa- dre di atleti ai tempi della guerra fredda e non solo. E pure il 2020 non si presenta molto bene: la que- stione russa , ma anche la diffusione del coronavirus potrebbe rivoluzio- La giornalista Gabriella Pirazzini, coordinatrice del “Premio Pirazzini” 18
accompagnò alle di una Olimpiade il sangue, l’odio, rispettive porte... il terrore. Gli ultimi coubertiniani, La grande parata nella loro nostalgia di riti e ideali ot- nare il calendario sportivo mon- ebbe inizio e Omero Sottutto la sera tocenteschi, non possono più igno- diale. I Giochi Olimpici potrebbero stessa scrisse l’articolo da inviare al rare le febbri improvvise del essere annullati o rinviati? Difficil- giornale con la telescrivente “I fan- mondo”. mente i vaccini saranno pronti entro ciulli di Monaco per dimenticare Chissà dunque se queste Olimpiadi Tokyo 2020. La speranza è legata Berlino”, trentasei anni dopo, in ma- porteranno Giochi sereni, di sicuro forse al caldo: con le alte tempera- niera meno faraonica e molto più dovrebbero essere a impatto ambien- ture i virus respiratori si estinguono. gentile... Il villaggio una serie di ca- tale zero: la torcia olimpica, chia- Il Giappone, dopo la Cina, è il sette bianche e giardini di pietra, i mata Sakura e ispirata al ciliegio Paese che ha fatto registrare il mag- neri di Trinidad accanto a pallide giapponese, nasce da scarti di allu- gior numero di casi di persone in- austere polacche, lo spazio umano minio, le medaglie da resti di smar- fette. Intanto ci ha preso di mezzo di una vacanza in cui dovevano in- tphone e i podi dalla plastica. Green il Gp di Formula 1 che avrebbe do- serirsi i “desperados” di “Settembre anche le luci, che si attivano con fo- vuto disputarsi a Shanghai: riman- nero” per tramutarla in una trage- tocellule e le pavimentazioni adatte dato o forse annullato. dia. a chi si sposta a piedi lasciando Erano ancora lontane queste insidie Ci sono i feddayn al villaggio, è il l’auto parcheggiata sotto casa. quando il comitato promotore del grido dell’indomani mattina, otto ter- In attesa di saperne di più, gli stu- Premio Pirazzini (ottava edizione) roristi dell’organizzazione estremi- denti delle scuole superiori del cir- ha formulato la sua traccia per que- sta penetrati nella palazzina della condario imolese sono chiamati st’anno: "Dal nostro inviato alle rappresentativa israeliana falciando come sempre a cimentarsi nelle due Olimpiadi: anche nell'era digitale lo con una raffica di mitra un allena- sezioni: un articolo breve di una sport come occasione di pace”. tore e un giovane pesista. cartella o un prodotto multimediale. Proprio traendo spunto da quel ro- Hanno legato e preso in ostaggio La formula resta uguale, con premi manzo e dalla vita da inviato di Pi- nove atleti, minacciano di ucciderli in denaro da 300 a 100 euro per razzini. Queste ancora alcune righe e suicidarsi dopo se il governo di i primi tre classificati di ogni se- tratte dalle sue pagine ... “Il treno Gerusalemme non libererà 200 de- zione, e si pensa a qualche stimolo stava entrando in una stazione di tenuti politici. Niente compromessi”. ulteriore per potere premiare in ma- nera fuliggine sotto un cielo all’in- E conclude quel capitolo così: ”La niera più consistente anche i “pic- circa dello stesso colore, era Mun- guerriglia ha colpito ancora una coli” del biennio, che si impegnano chen, andarono alla presse a volta il cuore di una comunità, ha tantissimo ma spesso vengono supe- ritirare i contrassegni, un soldato li portato nella parentesi breve e felice rati dai più grandi... 19
Sempre molto motivati i ragazzi, come è emerso dalla serata che il Crame dedica ogni anno al Premio, proponendo in anteprima la cover, il titolo e ospitando i vincitori della sezione multimediale dell’anno pre- cedente, che invece era dedicato alla felicità e allo sport. Oltre trecento gli elaborati arrivati alla giuria, molti lavori di gruppo, ma anche studenti che singolar- mente si sono proposti in maniera autonoma, dalla prima alla quinta, tutti bravissimi, e di tutti gli istituti (Al- berghetti, Paolini Cassiano, Scara- belli-Ghini, Polo Liceale in tutte le sue declinazioni con scientifico, classico, linguistico, scienze umane, economia sociale, e Alberghiero Scappi di Castel San Pietro Terme). Assente l’autrice del video vincitore “Mi chiamo Giulia e credo nello sport”, ma proprio perché sta realiz- zando il suo sogno. Giulia De Mar- tinis, ex 5 G Paolini, ha condensato in un messaggio, giunto attraverso la sua insegnante Monica Tassoni, i concetti del video ma anche la sua vita oggi: “Con questo breve video volevo ricordare, facendo un po’ di La professoressa Monica Tassoni, docente del “Paolini Cassiano” autobiografia, quanto sia impor- tante lo sport all’interno delle nostre vite sin da bambini e quanto lo sia stato soprattutto per la mia crescita. Infatti grazie all’allenamento conti- nuo e agli insegnamenti che solo lo sport ti può dare sono riuscita a cre- scere oltre che fisicamente anche mentalmente fino a diventare parte della Brigata Paracadutisti dell’Eser- cito Italiano realizzando quello che da sempre è stato il mio sogno più grande”. Presente la seconda classificata, Sara Cristallo, dell’Alberghiero Bar- tolomeo Scappi di Castel San Pietro Terme, con il suo “Il coraggio di es- sere libere“, un focus al femminile, non per una “rivalità tra sessi”, ma perché nel concorso i lavori si sono quasi sempre ispirati a campioni uo- mini, con un evidente sbilancia- mento. Immagini vive di donne in sfida, un inno alla felicità e alla sod- disfazione, partendo dalle parole di Al Pacino in “Ogni maledetta dome- nica”, per concludere con le parole della canzone di Giorgio Gaber “Secondo me la donna”, e sul silen- zio finale la frase di Marilyn Mon- roe “Dai a una ragazza le scarpe giuste, e lei conquisterà il mondo”. Applaudite anche le ragazze del L’insegnante Daniela Stefanelli dell’Istituto Alberghiero “Scappi” di Castel San Pietro Terme 20
Serate Culturali terzo posto, un trio della seconda classe del Ghini. Claudia Scavella, Aicha Bouhamadi e Giorgia Titone, hanno realizzato un power point con abbinato un piccolo video fi- nale, autoprodotto, in cui allargano il senso della felicità ad altri ambiti importanti per la vita di un giovane come l’amicizia, l’amore, l’affetto, ma anche la perdita e i ricordi. Da uno spunto molto personale come quello del 2019, a questo 2020 che strizza l’occhio all’attua- lità, sperando che l’evento mondiale possa davvero non solo ispirare la gioventù imolese, ma vivere una sta- gione di grande atletica pura. Il concorso è ormai entrato nella vita scolastica locale, è stimolo e rifles- sione, e anche per questo aggrega di anno in anno nuovi sostenitori: or- ganizzato dall’Associazione Na- zionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia con Gianfranco Bernardi e Moreno Grandi, insieme ad amici e colleghi del giornalista, da Marco Isola a Vinicio Dall’Ara, in questa nuova edizione, oltre a Comune, Fondazione Cassa di Risparmio, Sara Cristallo, dell’Istituto Alberghiero “Scappi”, 2a classificata CRAME, Allianz Bank con i Finan- cial Advisors Alessandro Parra e Gabriele Accorsi, la CLAI, la BCC Romagna Occidentale, l’ospitalità di Formula Imola, Tenuta Poggio Pol- lino, CIA Imola con i suoi produttori Giovannini Vini, Azienda Agricola Caboi, Tenuta delle Donzelle, si sono aggiunti due sponsor d’ecce- zione, CNA Imola e Agrimola. Media partner si conferma il gruppo TRC, con il patrocinio di QN Resto del Carlino e la partecipazione di MAICC, Museo Multimediale “Chec- co Costa”. Invariata la giuria specializzata che vanta i colleghi più cari ad Ezio Pi- razzini, quali Pino Allievi, Raffaele Dalla Vite, Renato D’Ulisse, Beppe Tassi. Adesso si entra nel vivo, perché gli elaborati di questa ottava edizione sono attesi entro il 25 aprile, per po- tere procedere con la selezione della rosa dei vincitori in tempo per la cerimonia di premiazione fissata nella sala stampa dell’autodromo Dino ed Enzo Ferrari per il 14 mag- gio 2020. Il professor Lamberto Montanari, dirigente presso il Ministero dell’Istruzione 21
Serate Culturali Carlo Cavicchi, Alessandro Scagliarini: “L’Altro Scorpione” di Renzo Panzacchi davanti a un pubblico molto interes- giungono nuove informazioni. sato e competente e questo è uno sti- È il caso de L’Altro Scorpione, che Nell’inesauribile mondo dell’editoria molo ulteriore per dare il meglio. ci narra una storia inedita attraverso delle competizioni automobilistiche Nonostante si possa essere portati a lo svolgersi della vicenda umana di e della storia di marchi e di uomini ritenere che riguardo all’automobili- Guido Scagliarini, pilota di grande che hanno dominato la scena del- smo storico sia già stato detto e talento che nella sua breve carriera l’auto nelle varie epoche, si inserisce scritto tutto, soprattutto quando ci si ha spesso battuto i più blasonati pi- il bel libro di Alessandro Scagliarini, accosta a sacre icone, come è loti della sua epoca. Vicenda che si L’Altro Scorpione, editore Minerva quella dell’Abarth, continuano in- intreccia a doppio filo con quella di di Bologna. E se diciamo Scorpione, vece ad emergere fatti e notizie che Carlo Abarth, l’uomo che nell’imma- ci riferiamo proprio a quello del- portano sempre nuova luce e ag- ginario collettivo di chi ha vissuto l’Abarth. Con la partecipazione dell’autore, il libro è stato presentato mercoledì 5 febbraio presso la sede del CRAME, a un’affollata assemblea di esperti e attenti appassionati. Renzo Panzac- chi ha condotto l’incontro con l’au- tore, ponendogli le domande utili ad accompagnare gli spettatori alla scoperta di un tassello totalmente inedito della storia delle auto da competizione. Tutti i presenti hanno dimostrato grande apprezzamento e interesse per le inattese rivelazioni sulla storia dell’Abarth, che molto probabil- mente non sarebbe mai nata senza il fondamentale contributo della fa- miglia Scagliarini. Per inciso va detto che ogni volta che il CRAME propone un evento culturale, i vari narratori si trovano La FIAT Abarth - Formula Italia del 1973 esposta all’ingresso della sede del CRAME, messa a disposizione dal socio Enrico Savorelli 22
“motoristicamente” gli anni ’50, ’60 e ’70 ha permesso a chiunque di sentirsi un grande pilota semplicemente in- stallando una marmitta dal sound inconfondibile. L’Altro Scorpione, Guido Scagliarini, sconosciuto ai più, colma dunque una lacuna importante e ci mostra un “die- tro le quinte” che ha permesso a Carlo Abarth di diven- tare Lo Scorpione per antonomasia. Nel corso della serata l’autore Alessandro Scagliarini, cugino di Guido, ha ripercorso la vita dell’uomo e del pilota, coinvolgendo i presenti con il racconto di episodi di vita vissuta, in pista e fuori. 23
Serate Culturali Umberto Ciompi, vicepresidente CRAME, Bruno Brusa, presidente CRAME, Renzo Panzacchi, moderatore della serata e l’autore Alessandro Scagliarini Bruno Brusa consegna la pubblicazione sulla Fiera di Forlì a Enrico Savorelli (a sinistra) e al collezionista Alessandro Scagliarini (a destra) 25
Motore desmodromico Ducati 125 di Venerio Montevecchi Nasce il 10 settembre 1920 a San- ta Maria in Fabriago, frazione di L’ingegner Fabio Taglioni è stato de- Lugo, provincia di Ravenna sulla si- finito l’artefice del mito Ducati, con nistra del fiume Santerno. È una una carriera mossa da una passione zona storica, dove esisteva un ca- sfrenata per i motori e per la com- stello dell’XI secolo, Castrum Fa- petizione, che sono stati strumentali briaci appartenuto alla Chiesa per il successo internazionale della Imolese ma che fu abbandonato a Ducati nella produzione di moto da seguito di continue inondazioni del corsa ad alte prestazioni. fiume e sparì completamente nel La Ducati, azienda bolognese di 1264. La chiesa attuale era una an- Borgo Panigale fondata nel 1926 tica pieve con campanile rotondo, per la produzione di apparecchia- protoromanico, segno della pre- ture elettromeccaniche, ha avuto senza bizantina. una evoluzione tecnica fino all’in- Quello lughese è un territorio fertilis- gresso nel mondo motociclistico nel simo, a vocazione prettamente agri- 1946 con il famoso micromotore cola dove il padre di Taglioni, abile Cucciolo e poi negli anni ’50 il Ma- meccanico, riparatore di macchine rianna, realizzato dall’ingegner Fa- agricole, gestisce una attrezzata of- bio Taglioni, che fu poi progettista ficina ed è qui che il piccolo Fabio di tutti i prodotti che la Ducati Mec- entra in contatto con la meccanica. canica ha messo sul mercato. Taglioni è figlio della rombante terra Fabio Taglioni era un lughese. di Romagna, dei grandi e batta- 26
A 100 anni dalla nascita dell’ingegner Taglioni Il professor Taglioni con un gruppo di allievi e colleghi della Scuola Industriale Alberghetti nel 1950 L’antica pieve di Santa Maria di Fabriago col caratteristico campanile viene inviato al 32° Reggimento Fanteria Carristi. I superiori notano la sua competenza motoristica e questo lo porta in varie città con mansioni di crescente responsabi- lità. Tra una missione e l’altra, nel- l’aprile del 1942 Taglioni ottiene la licenza per sposare l’imolese No- rina Raspadori, conosciuta già ai tempi delle scuole medie. Nel luglio 1943, Taglioni è inviato in Sicilia dove riceve il compito di dirigere l’officina per autocarri, automobili e moto ma rimane gravemente ferito durante un bombardamento. Ricove- rato e curato su una nave ospedale, soffrirà i postumi dell’incidente per tutta la vita. Dichiarato non idoneo, glieri piloti motociclistici dell’affasci- gistrale. Termina il corso e si iscrive sfugge ad ogni obbligo con l’eser- nante mondo delle corse che in quel al Liceo “Alfredo Oriani” di Ra- cito della Repubblica Sociale. periodo in Romagna erano molto se- venna per superare l’esame di Ma- guite; lui stesso impara a guidare turità Scientifica. Tale diploma gli La scuola “Alberghetti” sulla A.J.S. del padre. consente di accedere all’università, Taglioni entra nel mondo della Taglioni frequenta la scuola elemen- a Bologna, alla facoltà di ingegne- scuola, alla “Alberghetti” di Imola, tare della vicina frazione San Lo- ria. Egli affronta senza timore quel Scuola Secondaria di Avviamento renzo poi continua gli studi all’Istitu- severo studio ma presto lo inter- Professionale, che gli dà mandato to Salesiano di Faenza, sempre di- rompe causa la guerra. Nel marzo di insegnare Meccanica e Disegno mostrandosi attento alle materie di 1941 Taglioni viene ammesso al Tecnico. È una supplenza che Ta- studio. Viene poi mandato ad Imola Corso Allievi Ufficiali di Comple- glioni conserva anche nell’anno suc- presso il Convitto “Ferraresi Tam- mento che si svolge a Bologna. Ter- cessivo. Nel 1947, si laurea in pieri” come alunno dell’Istituto Ma- mina con il grado di Sottotenente e ingegneria discutendo una tesi su un 27
La Scuola Alberghetti a Imola, in viale Dante, dove vennero messi in moto i primi motorini di Taglioni motore 250 a 4 cilindri a V sovrali- strumenti di misura. Nelle officine timo piano della casa Raspadori e mentato. La Benelli dimostra inte- della scuola furono costruite diverse lo trovavano intento a studiare, con resse a questo progetto a condizio- macchine utensili, torni e limatrici, in bocca l’ennesima sigaretta. ne che l’autore si trasferisca nella comprese le fusioni realizzate nel re- Tali erano il fervore e l’entusiasmo sede di Pesaro. Questo non avviene parto fonderia. Venivano eseguiti che trasmetteva agli allievi che gli anche perché nell’anno 1948-49 Ta- lavori di tornitura e fresatura com- permisero di costruire nel 1952 al- glioni viene di nuovo incaricato alla missionati da meccanici esterni che l’interno della scuola, con l’aiuto di Scuola Alberghetti e poi si impegna non disponevano di macchinari alcuni colleghi insegnanti, la sua occasionalmente con la Società Na- adeguati. Agli inizi del ‘900 furono prima motocicletta il Tornado, una zionale Cogne, che ha una sede ad fabbricate anche un certo numero di 48 cc. realizzata su una ciclistica Imola. biciclette per un artigiano imolese. appositamente da lui studiata. Taglioni si dedica anche alla fami- Taglioni si presentava a scuola in Quando quel primo motorino venne glia che, nel 1949, è allietata dalla giacca e cravatta e due borse in messo in moto in viale Dante, da- nascita della figlia Pierina. Abita re- mano: una conteneva il registro di vanti alla scuola, c’era una folla di golarmente ad Imola nella casa scuola e cose didattiche, l’altra con- ragazzi, colleghi insegnanti, colla- della moglie Norina, i cui genitori, i teneva particolari meccanici di boratori, bidelli e anche il Direttore, Raspadori, erano calzolai con la varia natura, semilavorati o finiti, Prof. Amedeo Carattoli, che vedeva bottega in via Emilia al numero ci- che faceva costruire a qualche arti- aumentato il prestigio della scuola vico 107. Alla sua morte Pietro Ra- giano esterno, che avrebbero do- da lui diretta. spadori lasciò erede la figlia Norina vuto dare corpo una volta assembla- con usufrutto alla moglie Annunziata ti tra loro al suo “progetto” speciale Le moto Ducati Folli. Taglioni lavora per i suoi pro- che richiedeva anche la collabora- È quasi certo che quel piccolo bo- getti in una stanza all’ultimo piano zione di colleghi insegnanti tecnici lide fu presentato alla F.B. Mondial, della casa che ha l’entrata in via XX durante le ore di pratica di officina. ottenendo scarso interesse ma una Settembre. Disegna a mano, a ma- Taglioni sapeva insegnare perché segnalazione favorevole per la Cec- tita, con riga e squadra su carta da sapeva ascoltare non soltanto tra- cato, che acquistò il progetto Tor- pacchi e carta gialla “da macel- smettere nozioni. Durante le lezioni nado. I rapporti con la Mondial laio”. usava un linguaggio semplice e proseguono e danno luogo alla as- La “Alberghetti”, fin dalla sua fonda- molto efficace perché sapeva che sunzione di Taglioni quale responsa- zione, alla fine dell’Ottocento, era molti ragazzi provenivano dalla bile tecnico del Reparto Corse. una Scuola di Arti e Mestieri dove si campagna e nelle loro case si par- Taglioni ridisegna la 125 bialbero apprendeva un mestiere, si impa- lava il dialetto legato alla cultura Gran Prix, si occupa anche di un rava il lavoro facendolo, utiliz- contadina. Alcuni suoi allievi lo aiu- motore con testa desmodromica che zando le macchine, gli attrezzi e gli tavano, nei disegni. Salivano all’ul- spera, ma invano, di realizzare. 28
Giuliano Moggi, vincitore della Milano-Taranto, all’arrivo su Moto Ducati I risultati del lavoro di Taglioni si ve- arricchisce delle moto da cross e Hailwood con una 900 Super Sport dono nelle gare. Vanno ricordate le non si contano le vittorie delle Gran Desmo. vittorie nel Motogiro del 1953 in Sport e derivate. Nel 1979 la Ducati è annessa al particolare quella dell’imolese Gual- Nel 1959 si verifica una certa crisi di Gruppo VM ed esce una moto dal tiero Vighi con la 125 monoalbero. mercato. I tanti problemi che afflig- grande futuro. Taglioni segue da vi- Nel 1954 Taglioni viene assunto gono l’industria stimolano ad esaltare cino il progresso della Pantah nella alla Ducati. Occorreva una moto la ricerca e Taglioni sviluppa i suoi versione 600 che conquista il Cam- per vincere il Motogiro del 1955 e precedenti studi. Presenta una 250 pionato Italiano Junior 1980. Taglioni propone una da lui già stu- destinata a grande successo, con mo- Nel 1982 con un gruppo di lavoro diata; una gran sport che chiame- tore pluricilindrico in previsione di guidato da Taglioni escono di fab- ranno Marianna, in ricordo dell’An- fornitura alla Polizia americana che brica diversi modelli 600. Nel 1985 no Mariano, col quale partecipe- però non avviene anche, probabil- il gruppo CAGIVA viene acquistato ranno con successo al Motogiro e mente, per motivi politici. È senza dall’IRI con l’intera proprietà DUCATI. alla Milano Taranto. esito anche l’offerta a Polizia e Cara- Taglioni lavora assiduamente senza binieri di una 700 con motore bial- Le orchidee limiti di orario e di calendario, alter- bero parallelo. Gli anni Novanta vedono l’ascesa nando la progettazione all’officina, L’anno 1970 porta alla Ducati gran- irresistibile della produzione Ducati seguendo tutte le fasi del collaudo e di cambiamenti amministrativi e tec- ma Taglioni raggiunge l’età del con- del montaggio delle moto. Sui nici. Per rilanciare l’azienda vengono gedo e deve cedere la responsabi- campi di gara è spesso presente per studiati vari provvedimenti; si intensi- lità tecnica dell’azienda, pur restan- osservare moto e piloti. Dirige un re- fica la partecipazione all’attività do legato con un impegno di consu- parto corse formato da giovani pre- sportiva. Taglioni si impegna come lenza, frequentando gli uffici e la parati e motivati. suo solito ed esce una moto sperimen- fabbrica; la sua opinione è autore- Nel 1956 completa una 125 Grand tale a motore bicilindrico che verrà vole. Taglioni si dedica anche ad in- Prix e dimostra la validità del co- presentata nel 1972 al Salone di Lon- teressi extra professionali. mando desmodromico, studiato fin dra. Nello stesso anno una 750 mu- Conosce infatti le arti figurative, di- dai tempi della laurea. Entrato come nita di testa desmo trionfa nella 200 segna, dipinge e si diletta anche di responsabile del reparto corse si è Miglia di Imola. botanica. Predilige le piante grasse guadagnato presto la mansione di Nel 1976 Taglioni lavora su progetti e le orchidee, collezionandole nella Direttore Tecnico per tutti i prodotti di basilare importanza tecnica; ap- sua casa a Bologna dove ha co- motociclistici. pare la 900 SD Sport Desmo. Ta- struito una serra coi più moderni si- Nel 1957 i tipi Marianna, disponi- glioni è deciso a proseguire nelle stemi di illuminazione, condiziona- bili anche in versione stradale, vin- proprie idee in vista del Campionato mento, irrigazione, fertilizzazione e cono al Motogiro. Il listino Ducati si TT F1, all’Isola di Man, gara vinta da lotta antiparassitaria. 29
Personaggi Collabora alla costituzione della As- sociazione Emiliano Romagnola Amici delle Orchidee. Anche ad Imola si occupa di questa attività, in una sua proprietà sulla strada dei Tre Monti. Taglioni muore il 16 luglio 2001, la- scia un grande ricordo in Ducati. La città di Imola, che si può conside- rare la sua seconda patria, gli de- dica una strada, una laterale della via Bergullo sopra la Rivazza. I vincitori della 1a edizione della 200 Miglia, Paul Smart e Bruno Spaggiari attorniati dall’ing. Taglioni, dal dott. Claudio Marcello Costa, dal dott. “Checco” Costa e dall’avv. Carlo Costa (sopra) 1955 - 3° Giro Motociclistico d’Italia - Vighi, Taglioni, Villa e Lelli (a destra) La via Emilia ad Imola dove al numero 107 esisteva la bottega Raspadori. Con asterisco è indicata in alto la finestra della stanza dove Taglioni eseguì i primi disegni dei suoi progetti 30
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