Giornale della Comunità parrocchiale SAN PIO X - Loano (SV)
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PERIODICO MENSILE DI CULTURA E INFORMAZIONE . N.4 DICEMBRE 2019 - Spedizione in abb. Postale D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n.40) art.1, comma 2 Dir. Business - Savona Giornale della Comunità parrocchiale SAN PIO X Via Bergamo 10 - 17025 Loano (SV) 019.670322 (chiesa) 019.67.79.679 (fax) 019.67.79.680 (viceparroco) e-mail sanpio10@libero.it sito web www.sanpiodecimoloano.it c.c.postale 59735928 - Parrocchia S. Pio X Loano APPUNTAMENTI IMPORTANTI DA RICORDARE: Sabato 18 aprile 2020 : ore 15.30 Prime Confessioni dei bambini di III elementare Sabato 9 maggio 2020 : ore 18.00 Sante Cresime dei ragazzi di II media Domenica 17 maggio 2020 : ore 11.00 S. Messa delle Prime Comunioni dei bambini di IV elementare Campo parrocchiale a Nava dal 19 luglio al 26 luglio 2020 Vita della nostra comunità parrocchiale Ci avviciniamo al Natale, in un anno strano: ci sono tanti eventi che scuotono tutti, sembra una rivolta dell'intera natura, così maltrattata da noi tutti, così spremuta! Pretendiamo tutto, fino all'ultima goccia, e non ci rendiamo conto che stiamo spremendo e distruggendo anche noi stessi! In questa situazione viene un po' di ansia, servirebbe qualcuno che ci desse una mano! Può sembrare ingenuo caricare tutto questo peso sulle spalle di un bambino: Gesù! Ma forse, se non ne avevamo bisogno, se fossimo stati in una situazione paradisiaca, non sarebbe nato a Betlemme, e morto sulla croce a Gerusalemme. Invece, dice Papa Francesco nella Gaudete et Exsultate: “Tutta la vita di Cristo è rivelazione del Padre, tutta la vita di Cristo è mistero di redenzione… Tutto ciò che Cristo ha vissuto, fa sì che noi possiamo viverlo in lui e che egli lo viva in noi. Il disegno del Padre è Cristo, e noi in lui”. La nostra vita fatta di ansie e distrazioni; si può vivere nell'indifferenza più totale, facendo le cose più normali e buone, come mangiare, bere, sposarsi… ma non accorgersi di quello che più conta: viene il Signore! Proprio questa nostra vita si può trasformare in una ricerca di senso: “Quale è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la tua vita? Il Signore la porterà a compimento anche in mezzo ai tuoi errori, purché tu non abbandoni la via dell'amore e resti sempre aperto alla sua azione soprannaturale che purifica e illumina” (G.E. 24) Papa Francesco ci stimola a camminare su questa strada, con la Giornata Mondiale dei Poveri vuole comunicarci che i poveri ci sono: sono l'oppresso, l'umile, colui che è prostrato a terra,ma Gesù non ha avuto timore di identificarsi con ciascuno di essi: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” (Mt. 25,40). Dice ancora Gesù: “Beati voi poveri” (Lc. 6,20). Proprio ai poveri appartiene il Regno di Dio, perché sono nella condizione di riceverlo. Gesù ha affidato a noi, suoi discepoli, dice Papa Francesco, il compito e la responsabilità di dare speranza ai poveri, perché questo è il Regno di Dio! È necessario rianimare la speranza e restituire fiducia per dare credibilità al nostro annuncio. E i poveri diventano il nostro faro perché loro ripongono tutta la loro speranza nel Signore! Noi possiamo contare sul portafoglio, sul conto in banca, su un lavoro, su tante amicizie importanti… loro no! Ecco perché “la speranza dei poveri non sarà mai delusa” (Sal.9,19)! Proprio in questi giorni, nel suo viaggio apostolico in Giappone Papa Francesco recandosi a Hiroshima e Nagasaki ha detto: “Uno dei desideri più profondi del cuore umano è il desiderio di pace e di stabilità”. Rispondere a questo desiderio e voler garantire la stabilità e la pace sul possesso di armi nucleari finisce per avvelenare le relazioni tra i popoli. “Nel mondo di oggi, Offerte per i lavori della chiesa Parrocchia San Pio X - Loano c.c.postale 59735928 IBAN IT97K0335901600100000013787 Banca Intesa Sanpaolo Pag.1
dove milioni di bambini e di famiglie vivono in condizioni disumane, costruire e vendere le armi sono un attentato continuo che grida al cielo. Chiedo ai leader politici di non dimenticare che le armi nucleari non ci difendono dalle minacce alla sicurezza nazionale e internazionale.Anzi rafforzano il clima di paura, diffidenza e ostilità”. L’uso delle armi nucleari è immorale, e non solo l’uso, ma anche la detenzione! Con Papa Francesco e S. Francesco d'Assisi eleviamo in questo Natale la nostra preghiera: Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace: dov'è odio, ch'io porti amore; dov'è offesa, ch'io porti il perdono; dov'è dubbio, ch'io porti la fede; dov'è disperazione, ch'io porti la speranza; dove sono le tenebre, ch'io porti la luce; dov'è tristezza, ch'io porti la gioia. Buon Natale Don Luciano Lettera apostolica del Santo Padre Francesco sul significato e il valore del presepe Il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Rappresentare l'evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall'umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui. Con questa Lettera vorrei sostenere la bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe. Come pure la consuetudine di allestirlo nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli Betlemme - Presepe del Campo dei Pastori ospedali, nelle carceri, nelle piazze... È davvero un esercizio di fantasia creativa, che impiega i materiali più disparati per dare vita a piccoli capolavori di bellezza. Si impara da bambini: quando papà e mamma, insieme ai nonni, trasmettono questa gioiosa abitudine, che racchiude in sé una ricca spiritualità popolare. Mi auguro che questa pratica non venga mai meno; anzi, spero che, là dove fosse caduta in disuso, possa essere riscoperta e rivitalizzata... Perché il presepe suscita tanto stupore e ci commuove? Anzitutto perché manifesta la tenerezza di Dio. Lui, il Creatore dell'universo, si abbassa alla nostra piccolezza. Il dono della vita, già misterioso ogni volta per noi, ci affascina ancora di più vedendo che Colui che è nato da Maria è la fonte e il sostegno di ogni vita. In Gesù, il Padre ci ha dato un fratello che viene a cercarci quando siamo disorientati e perdiamo la direzione; un amico fedele che ci sta sempre vicino; ci ha dato il suo Figlio che ci perdona e ci risolleva dal peccato. Comporre il presepe nelle nostre case ci aiuta a rivivere la storia che si è vissuta a Betlemme. Naturalmente, i Vangeli rimangono sempre la fonte che permette di conoscere e meditare quell'Avvenimento; tuttavia, la sua rappresentazione nel presepe aiuta ad immaginare le scene, stimola gli affetti, invita a sentirsi coinvolti nella storia della salvezza, contemporanei dell'evento che è vivo e attuale nei più diversi contesti storici e culturali... Il cuore del presepe comincia a palpitare quando, a Natale, vi deponiamo la statuina di Gesù Bambino. Dio si presenta così, in un bambino, per farsi accogliere tra le nostre braccia. Nella debolezza e nella fragilità nasconde la sua potenza che tutto crea e trasforma. Sembra impossibile, eppure è così: in Gesù Dio è stato bambino e in questa condizione ha voluto rivelare la grandezza del suo amore, che si manifesta in un sorriso e nel tendere le sue mani verso chiunque. La nascita di un bambino suscita gioia e stupore, perché pone dinanzi al grande mistero della vita. Vedendo brillare gli occhi dei giovani sposi davanti al loro figlio appena nato, comprendiamo i sentimenti di Maria e Giuseppe che guardando il bambino Gesù percepivano la presenza di Dio nella loro vita... Pag.2
Davanti al presepe, la mente va volentieri a quando si era bambini e con impazienza si aspettava il tempo per iniziare a costruirlo. Questi ricordi ci inducono a prendere sempre nuovamente coscienza del grande dono che ci è stato fatto trasmettendoci la fede; e al tempo stesso ci fanno sentire il dovere e la gioia di partecipare ai figli e ai nipoti la stessa esperienza. Non è importante come si allestisce il presepe, può essere sempre uguale o modificarsi ogni anno; ciò che conta, è che esso parli alla nostra vita. Dovunque e in qualsiasi forma, il presepe racconta l'amore di Dio, il Dio che si è fatto bambino per dirci quanto è vicino ad ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi. Cari fratelli e sorelle, il presepe fa parte del dolce ed esigente processo di trasmissione della fede. A partire dall'infanzia e poi in ogni età della vita, ci educa a contemplare Gesù, a sentire l'amore di Dio per noi, a sentire e credere che Dio è con noi e noi siamo con Lui, tutti figli e fratelli grazie a quel Bambino Figlio di Dio e della Vergine Maria. E a sentire che in questo sta la felicità. Alla scuola di San Francesco, apriamo il cuore a questa grazia semplice, lasciamo che dallo stupore nasca una preghiera umile: il nostro “grazie” a Dio che ha voluto condividere con noi tutto per non lasciarci mai soli. Greccio 1° dicembre 2019. Con le parole di Papa Francesco voglio fare a tutti gli auguri di un Santo Natale DonAntonello Betlemme - Dove è nato Gesù Un caro amico: Renzo Nacque il 6 settembre 1949 a Torino dove, con la sua famiglia composta dal fratello gemello Tino, mamma Olimpia e papà Giovanni, trascorse la sua infanzia. Frequentò la scuola degli allievi Fiat e diventò un operaio della stessa azienda. Quando nel 69 la Fiat aprì lo stabilimento a Vado Ligure Renzo, insieme ai suoi genitori, a cui lui era molto legato, decisero di trasferiti a Loano. Purtroppo a Vado Ligure non trovò lo stesso ambiente di Torino, molto più preciso e quindi di maggior soddisfazione per i lavoratori come lui e, per questo, nel 73/74, si trasferì all'Autobianchi di Desio, dove ritrovò l'atmosfera lavorativa di Torino. In quel periodo, nel luglio del 74, in un viaggio in treno conobbe Paola: fu amore a prima vista! Un amore così grande che ha riportato Renzo a lavorare a Vado Ligure per poi trasferirsi definitivamente alla Piaggio di Finale Ligure. Renzo e Paola si sposarono il 29 gennaio 1977 a Loano-S. Giovanni. Dal loro matrimonio ebbero due figlie: Elisa nel 78 e Elena nell'80. La nuova famiglia prese dimora a Loano e si legò alla parrocchia di San Pio x, una nuova parrocchia ancora in costruzione. Renzo è stato un papà meraviglioso e ha sempre avuto un grande amore per i giovani cominciando da quelli della pallavolo (sport praticato dalle figlie) ai quali ha voluto trasmettere la sua grande passione: la montagna. Gli piaceva che venisse celebrata la S. Messa in vetta dove, secondo lui, il Signore era più percepibile (da ricordare, per esempio, quella svolta in cima al Clapier e all'Autaret, entrambe a circa 3000 mt di altezza e molte altre). Per Paola è stato oltre che marito, fratello e si è legato alla famiglia di Paola con lo stesso affetto che aveva per la sua famiglia. Non era un cuoco, né un contadino, ma ha sempre amato la cucina e la campagna dedicandosi a entrambi con grande passione: amava cucinare i frutti del suo lavoro per la famiglia e per gli amici che invitata spesso e volentieri a casa sua. Apoco a poco si è affezionato all'Azione Cattolica con totale disponibilità verso i ragazzi che accompagnava volentieri alle gite: è stato una guida esperta e sostegno per i più deboli. Un'altra sua passione era la bici e, specialmente con il suo amico Francesco, organizzò viaggi impegnativi come quello che li portò a raggiungere addirittura Lourdes partendo e ritornando a Loano, in bici, in una sola settimana. Pag.3
Appassionato di fotografia immortalava i paesaggi che incontrava durante le sue gite e, amando anche la musica, sceglieva accuratamente canzoni e colonne sonore da ascoltare durante la proiezione delle sua amate diapositive. Si affezionò molto a Don Luciano, come un fratello, e di conseguenza a Don Raul come un figlio: fu per molti anni il suo autista personale da e per l'aeroporto per i suoi viaggi a Gerusalemme e in Perù. Giunto all'età della pensione realizzò un suo grande sogno: quello di costruire una casa in campagna. Fu un impresa faticosa ma, grazie al suo grande impegno, pazienza e costanza riuscì nel suo intento. Durante la malattia ha avuto un conforto notevole nella fede: ascoltava volentieri la Parola e le omelie che considerava fatte per lui. Ha raggiunto la sua cima più alta, quella del Signore, il 30 agosto 2013. Don Luciano La Giornata per la Famiglia ha animato Pieve di Teco dal direttore della Pastorale Familiare diocesana, Luciano Pizzo, il sussidio “Famiglia si diventa”, che raccoglie il materiale di riflessione e le proposte dell'Ufficio, maturate nel lavoro degli ultimi tre anni, su affettività, preparazione al matrimonio e accompagnamento delle giovani coppie. Pizzo ha pure ricordato, all'inizio dell'incontro pomeridiano, come, attraverso questa edizione, l'ufficio diocesano di pastorale familiare ha iniziato a portare in giro per i vicariati e le parrocchie questa giornata”. «Siamo contenti di come è andata questa giornata– dicono gli organizzatori– i nostri sforzi sono stati ripagati dalla Archiviata con successo l'edizione numero 9 della gioia del ritrovarci insieme, del riscoprire insieme la “Giornata diocesana delle famiglie”, svoltasi nei giorni comunità ecclesiale come famiglia di famiglie, in cui scorsi a Pieve di Teco, nell'entroterra tra Albenga e sentirsi a casa: pensiamo che quella del “sentirsi a Imperia: molte le famiglie che si sono ritrovate nel casa” sia la nota di fondo che tutti abbiamo percepito in “capoluogo” della Valle Arroscia per questo questa giornata, che riteniamo abbia dato rinnovato appuntamento di incontro e di festa organizzato slancio al nostro cammino di vita, personale, familiare dall'ufficio diocesano per la Pastorale Familiare. La ed ecclesiale». giornata, iniziata con la Messa nella collegiata di san Giovanni Battista, è proseguita con l'aperitivo sulla VirginiaAmato piazza della chiesa e il pranzo nel cortile dell'ex (daAvvenire del 13 ottobre 2019) caserma Manfredi, ora trasformata in spazio polifunzionale aggregativo–culturale: ad allietarlo, tra chitarre e fisarmoniche, “I Monelli” di Montegrosso Pian Latte. Nell'adiacente teatro Rambaldi, Fulvio e Caterina Parodi di “Incontro Matrimoniale” e Pietro Piciocchi, avvocato, hanno discusso del tema della giornata “Famiglia, protagonista della Chiesa e della società”; a portare il saluto del vescovo, Pierfrancesco Corsi, vicario episcopale per la pastorale, a rappresentare il Comune di Pieve di Teco, che ha concesso gli spazi del cortile e del teatro Rambaldi, l'assessore alle manifestazioni Luca Patrone. E' stata inoltre presentato Pag.4
...un pò di storia... A seguito della costituzione della nuova Parrocchia di S. Pio X con decreto di Mons. A Piazza del 01/11/1971, il 25/10/1972 la Pontificia Commissione di Arte Sacra approvò il progetto preliminare della nuova Chiesa di S. Pio X sul terreno sito in via Bergamo, acquistato il 30/11/1970. Solo il 21/07/1975 però, dopo una variante al P.R.G. che prevedeva in quella zona la destinazione ospedaliera, il Comune di Loano assentì il progetto a firma dell'Ing. N. Elena e dell'arch. R. Allegro; l'idea partiva dalla realtà maturata dal Concilio Vaticano II della Chiesa come popolo di Dio e Assemblea convocata per il culto. Ora il popolo di Dio in cammino nel deserto si attendava per il culto nella Tenda, che era il luogo in cui Dio era più vicino agli uomini perché vi venivano conservate le due tavole della legge. La Chiesa di S. Pio X voleva significare, essendo stata progettata come una tenda ebraica, il nuovo popolo di Dio in cammino verso la terra promessa del paradiso. Il 21 agosto 1975, per la festa di S. Pio X, fu organizzata la posa della prima pietra con una cerimonia di sera, a lume di candela, a cui parteciparono Il Vescovo Mons. A. Piazza e tutti i parrocchiani. Nel 1978 si rese agibile il seminterrato dell'immobile e lo si utilizzò provvisoriamente per le celebrazioni liturgiche in attesa del completamento del piano terra. I lavori proseguirono al piano superiore con la costruzione della tribuna della chiesa e la posa dei tiranti che avrebbero costituito la struttura della copertura costituita da lamiere grecate rivestite da lamiere coibentate e da manto bituminoso. Il volume fu completato nel 1986 con la chiusura delle pareti perimetrali in pannelli coibentati misti a cemento armato faccia a vista. Seguirono i lavori di completamento del complesso con la creazione degli spazi dedicati alle attività pastorali della parrocchia. Nel Natale del 1990 fu celebrata la prima messa nella nuova chiesa. Nel 2006 a conclusione dell'immobile, viene costruito il campanile che include le scale per accedere ai locali posti al piano superiore sopra la sacrestia. PREVISIONI DI PROGETTO Il progetto odierno propone la manutenzione del manto di copertura, la revisione della struttura e la riqualificazione e rifunzionalizzazione degli spazi interni della chiesa per una migliore fruizione del presbiterio ed una migliore prestazione energetica della parete sud ovest e nord est. La copertura a tenda è costituita da un pacchetto formato da una lamiera grecata, un pannello di fibra di vetro ed uno strato a finire composto da membrana bitume-polimero autoprotetta con scaglie di ardesia. Il manto impermeabile effettuato originalmente circa 40 anni orsono, presenta oggi alcune pieghe in prossimità dei profili in lamiera perimetrali e nei canali di scarico ed in alcuni punti nella zona centrale della copertura dove non essendoci pendenza, si crea un ristagno dell’acqua piovana provocando abbondanti perdite all’interno della chiesa. Si propone pertanto il rifacimento della copertura mediante il mantenimento degli attuali materiali in copertura ed un intervento di rifacimento in sovrapposizione all’esistente mediante la posa del nuovo pacchetto adibito ad impermeabilizzazione ed isolamento termico che comprende: la posa di isolante termico a pannelli in polistirene estruso di spessore cm 6, uno strato di membrana bitume-polimero armata in tessuto non tessuto di poliestere autoprotetta con scaglie di ardesia e la posa di vernice antisolare nanotecnologica a base acqua per la protezione del manto bituminoso, la stabilizzazione dell’ardesia ed il raffrescamento passivo. Conseguentemente al rifacimento della copertura del fabbricato si rende necessario effettuare gli interventi manutentivi necessari alla tensostruttura metallica che attualmente sostiene la copertura mediante l’ispezione delle funi portanti e dei loro componenti, la ritesatura delle tensostrutture in modo da migliorare la pendenza per lo smaltimento delle acque anche in presenza dei sovraccarichi di progetto e la regolazione dei pendini finalizzata ad imporre un adeguato stato tensionale sotto l'azione dei carichi permanenti. Pag.5
ZONAPRESBITERIALE Ad oggi la zona del presbiterio si trova rialzata di un metro rispetto al piano dell’assemblea, con uno spazio ridotto intorno all’altare, alla sede ed all’ambone; anche il fonte battesimale, posto su uno dei gradini, è di difficile fruizione. Dietro al presbiterio fa da fondo la parete sud ovest costituita da pannelli sandwich coibentati incorniciati nella struttura in acciaio composta da pali e travi ad H, essa contiene una grande porzione fenestrata a forma di tau fonte di illuminazione naturale. Tale parete è anche fonte di diffusione del calore all’interno della chiesa in quanto molto esposta ai raggi solari ed al calore. Il progetto prevede l’abbassamento del piano dell’altare per dare maggiore spazio al presbiterio, la rilocalizzazione del fonte battesimale ai piedi della vetrata, la riqualificazione energetica della parete e l’adeguamento dell’impianto elettrico e di illuminazione. Nello spessore dei pilastri ad “H” della struttura metallica esistente verrà realizzata una controparete interna ad orditura metallica - all’interno della quale verrà inserito un isolante - rivestita in lastre in gesso-fibra che sarà tinteggiata e decorata a tratti con mosaici in vetro in continuità con il tema delle vetrate. Tale soluzione ha duplice funzione: decorativa e di riqualificazione energetica in quanto l’azione dell’isolamento termico rallenta la diffusione di calore attraverso l’involucro dell’edificio e riduce la quantità di energia necessaria per il riscaldamento invernale e per il raffrescamento estivo I serramenti saranno sostituiti da serramenti a taglio termico e vetro camera basso emissivo antisfondamento con interposta vetrata artistica realizzata con tecnica di legatura a piombo. La partizione della parete scandita dalle travi metalliche, individua i 7 giorni della creazione; tutte le vetrate sono sequenziali e grazie alle linee morbide e continuative non risultano oggetti separati ma parte di un unico grande progetto. Nella parte centrale, quella che contiene il tabernacolo,è rappresentata la creazione del giorno e della notte con annessi gli astri, il disegno proseguirà sulla parete con un mosaico di vetro che evidenzia una croce che richiama la stella più grande e luminosa. Nella parte centrale della tau, dove sarà posto il fonte battesimale, è rappresentato lo Spirito di Dio direttamente collegato all’elemento acqua fonte di vita nuova. La sistemazione di progetto del presbiterio prevede che il piano dell’altare sia abbassato per raggiungere una quota di soli cm 55 più alta rispetto al piano dell’assemblea; il rivestimento sarà in marmo bianco in continuità con il pavimento dell’intera chiesa. Nuova collocazione troverà il tabernacolo che sarà spostato dal centro verso sinistra e sarà costituito da una cella di sicurezza ancorata al pavimento ed alla parete perimetrale per mezzo di una struttura metallica e rivestito in gesso -fibra decorato con mosaico in vetro. Di nuova fattura sarà anche l’altare, in legno come la sede e l’ambone che verranno mantenuti e riposizionati; il crocifisso verrà spostato e sarà sospeso sopra l’altare ancorandosi alla trave a soffitto. Daniela Poggi Gli Scouts nei gironi della Divina Commedia A poche settimane dal termine del campo estivo che si è tenuto a Cairo Montenotte dal 30 agosto al 6 settembre, il Reparto scout “Tauceti” (ragazze e ragazzi dai dodici ai quindici anni) del gruppo Loano 1 ha ripreso le proprie attività. Domenica 27 Ottobre assieme al Branco “Colline di Seeonee” (bambine e bambini dagli otto agli undici anni), e alla Comunità Rover e Scolte “Luna Nascente” (ragazzi e ragazze dai sedici ai vent'anni) con il gruppo Valmaremola 2 hanno fatto l'”uscita” di apertura nel prato di Santa Libera in frazione Verzi. Quasi 150 i ragazzi dei due gruppi che con i loro capi hanno trascorso una splendida giornata ambientata sulla Divina Commedia. In questo contesto dantesco sono avvenuti i “passaggi” ovvero l'ingresso dal Branco al Reparto di tre nuove guide, Matilde, Lisa e Asia e di cinque nuovi Esploratori: Andrea, Francesco, Daniele, Mattia e Daniele. Nella stessa occasione dal Reparto è salito al Noviziato l'ex capo- squadriglia dei Lupi Francesco. Nelle settimane successive le prime riunioni hanno visto questi nuovi ragazzi, chiamati con affetto “piedi teneri” sperimentare l'avventura del Reparto con spirito di curiosità e partecipazione. I capi Reparto Greta, Nico e Matteo in vista dei nuovi numeri hanno pensato di aprire una nuova squadriglia. Finora esistevano una squadriglia maschile, i Lupi, e una femminile, le Volpi. La nuova squadriglia si chiama Cobra e riprende il nome e la tradizione di una delle storiche squadriglie del Loano. Per i non addetti ai lavori la squadriglia è il cuore pulsante del Reparto, un gruppo di ragazzi e ragazze composti dai 6 agli 8 elementi che lavora in autonomia, in seno all'intero Reparto. Ogni squadriglia ha all'interno un capo e un vice che fanno i fratelli maggiori nei confronti Pag.6
dei più piccoli. A scuola o nelle discipline sportive i ragazzi della stessa età vivono le stesse esperienze suddivisi per età. Nello scoutismo si sperimenta una proposta educativa particolare dove i più grandi si prendono cura dei più piccoli, trasmettendo esperienze e nozioni che hanno a loro volta acquisito nel corso degli anni. Nel corso dell'anno le squadriglie saranno chiamate a ideare e sviluppare delle “imprese” cioè degli argomenti di loro interesse che dovranno concretizzarsi con un impegno pratico. Il tutto sotto le amorevoli cure dei capi Reparto che hanno elaborato un programma annuale e seguiranno il “sentiero” di ogni esploratore o guida secondo la progressione personale di ciascuno. Per quanto riguarda il programma annuale, quest'anno proseguiremo sulla tematica del buon cittadino e del buon cristiano, iniziata lo scorso anno, avendo il Vangelo e la Costituzione come modelli di vita anche e soprattutto al di fuori delle attività scout. Questo è in sintesi il nostro obiettivo: proporre ai ragazzi e alle ragazze che fanno parte del Reparto delle esperienze che assieme alla Scuola, al Catechismo e all'educazione ricevuta dalle Famiglie, possano farli crescere assieme ai coetanei e agli adulti che si occupano di loro. Il tutto secondo l'ideale della Partenza, il momento conclusivo dell'esperienza scout che si conclude intorno ai vent'anni. Se qualche ragazzo o ragazza avesse voglia di provare l'avventura dello scoutismo, non ha che da provare, lo aspettiamo a braccia aperte. Nelle prossime puntate vi racconteremo cosa fanno i Lupetti e i Rover e le Scolte.Apresto! Greta, Nico, Matteo Testimonianza e missione del cristiano nell’attuale società La chiesa, e il cristiano nella chiesa, prendano coscienza in maniera più viva della necessità della testimonianza e della missione. La prima forma della testimonianza –missione è costituita dal nostro impegno di cristiani praticanti per l'inculturazione del vangelo. Un vangelo disincarnato ,dissociato dalle grandi questioni del nostro tempo ,non è una testimonianza efficace. In secondo luogo ,in una società che diventa sempre più multi-culturale, multi religiosa, siamo chiamati, specialmente noi cristiani, a prendere consapevolezza che il dialogo è un elemento essenziale e prezioso per la missione . E per dialogare, il cristiano deve avere una forte identità religiosa e una forte capacità di ascoltare . Infine ,un nodo essenziale per la testimonianza e per la missione cristiana è dato dall'impegno formativo nei vari settori, studiare sempre le Sacre Scritture, che sono le fonti educative :per la famiglia, la scuola, la comunità ecclesiale, i mezzi di comunicazione sociali . Carissimi su questo vasto cammino è necessario investire generosamente tutte le nostre risorse morali e cristiane della nostra identità, termino con la speranza di essermi fatto capire perché qui si gioca il futuro della fede. Tutto questo l'ho estratto da alcune letture dagli scritti di Mons. Greco e di Mons. Michele De Rosa vescovo, mio amico e mio compaesano (acernese) autore di un articolo scritto sul giornale mensile dell'Apostolato della Preghiera . Nella luce del Santo Natale con animo grato,auguro il dono della serenità e della pace che il Signore ha portato agli uomini di buona volontà Accolito Lucio Telese Santo Natale 2019 Anno Nuovo .2020 Campo dei Pastori - Betlemme Pag.7
Cara mamma Ci hai insegnato quanto si può essere grandi anche essendo piccoli…che sempre l'amore va donato, senza chiedere nulla in cambio…che bisogna dare valore ad ogni singolo giorno perché a noi la vita spesso toglieva le persone più belle che avremmo voluto tenere sempre accanto…che se avevamo un pezzo di pane andava diviso in 3. Mi hai insegnato questo e tante altre mille cose, ma ti sei sempre scordata la cosa più importante mamma, come fare a vivere senza di te. Sono certa che anche stavolta tu me lo insegnerai guidandomi dall'alto perché tu sarai sempre con me, con noi, piccola grande donna. Noi siamo fieri di essere stati i tuoi figli e lo faremo sempre. I figli Luigi, Donatella e Giuseppina Non sei stata solo la nostra nonna, per noi sei stata e sei anche un punto di riferimento, un'amica, una complice, una grande donna… Ne hai superate tante nella tua vita, e noi figli e nipoti siamo stati la tua forza, per rialzarti nei momenti in cui stavi per crollare, nell'affrontare le sfide a cui la vita ti ha sottoposta. Grazie nonna per i momenti che ci hai regalato, per il tuo sorriso che hai portato con te fino all'ultimo momento, scherzando anche sulla tua malattia che questa volta non hai potuto sconfiggere perché eri troppo stanca per superare anche questa prova. Grazie per averci trattate come figlie, per averci cresciute e rese forti e pronte ad affrontare ogni cosa. Grazie per tutto l'amore di cui ci hai circondate, per la tua testa dura, per i tuoi pianti e le speranze che ci hai regalato. Sei una donna d'altri tempi, e come te, non ne esistono più! Siamo fiere di averti conosciuta, tutti dovrebbero avere una persona come te al loro fianco. Forse, te lo abbiamo detto troppe poche volte nonna, ma ti amiamo immensamente… Le tue nipotine Jessica, Gaia e Giorgia Carissimo Gesù Bambino Come Tu ben sai, è passato molto tempo dall'ultima volta che Ti ho scritto. Ricordi certamente che ai miei tempi, più di mezzo secolo fa, i bambini scrivevano a Te per rinnovare la promessa di essere buoni e per chiedere i regali di Natale, mentre oggi le letterine dei bambini vengono indirizzate a Babbo Natale, molto meno impegnativo e molto più commerciale. In ogni paese vengono istituiti appositi centri di raccolta delle letterine e la tv si premura di trasmetterne la consegna. Beninteso, io non ho nulla contro Babbo Natale che è un personaggio che sprizza simpatia e contribuisce a rallegrare l'atmosfera natalizia. E poi, diciamolo, noi “grandi” ci divertiamo alquanto nello stare al gioco con i nostri bambini e sono certo che Tu sorridi a tutto questo. Aquesto punto Ti chiederai perché Ti scrivo, di sicuro non per chiederti regali o parlarti di Babbo Natale. Al giorno d'oggi, in cui si scrivono email, sms e si comunica con whatsapp, per me, prendere carta e penna e scriverti è come tornare indietro nel tempo e ritrovarmi anch'io un po' bambino ed esserti così un po' più vicino, appunto come ai “vecchi tempi”. Non che adesso Ti senta lontano, ma appare così insolito avere certi desideri proprio quando il sistema, che ci siamo costruiti, ci cattura nei suoi ingranaggi, comprimendo i nostri sentimenti migliori in uno spazio sempre più ristretto riservato a pochi intimi, emerge così nei confronti del prossimo una profonda indifferenza che genera una grande sensazione di freddo. Caro Gesù Bambino, Tu lo hai conosciuto il freddo già in quella gelida notte e noi troppo spesso dimentichiamo che hai portato luce e calore. Non voglio rattristarti proprio il giorno del Tuo compleanno ma Tu sai bene come siamo fatti, non ci accontentiamo mai, vorremmo sempre di più senza dover rinunciare a qualcosa. D'altra parte, giustamente, ci hai lasciato liberi di decidere, di scegliere, di gestire la nostra vita e... di combinare dei disastri. Pag.8
Tu li conosci bene i nostri disastri, compresi quelli futuri che sono quelli che mi spaventano di più. Ma dimmi, perché Dio Padre che è l'Essere Perfettissimo ci avrebbe creato così imperfetti? Sì, lo so che siamo stati noi a rovinare tutto e che non avremmo avuto speranza se non fossi venuto Tu per aggiustare le cose portandoci la riconciliazione e la salvezza. Con la Tua nascita Dio si è rivelato a noi uomini come un Padre buono e misericordioso ed essendo Tu la Rivelazione possiamo giungere a Lui solamente passando attraverso Te, perché Tu sei la Via. È questo il miracolo del Natale. Non Ti nascondo il timore che, con il trascorrere del tempo, tutto questo possa apparire a qualcuno ovvio e scontato, portando a non rendersi più realmente conto dell'importanza assoluta della Tua venuta. A questo punto mi viene in mente una domanda che hai rivolto ai presenti dopo la parabola della vedova e del cattivo giudice, ossia: “... quando il figlio dell'Uomo tornerà troverà ancora Fede sulla Terra?”. È una domanda inquietante, soprattutto di questi tempi nei quali ci illudiamo di essere capaci di fare tutto e di più, ma Tu sai che siamo in tantissimi a confidare in Te. Tu sei il Buon Pastore e non permetterai mai che il Tuo gregge venga disperso. Abbiamo tanto bisogno di fede senza lasciarci confondere dalla voglia di credere e farci ingannare dalla paura del mistero. Ho qualche difficoltà a chiedere qualcosa a Te che hai già dato tutto Te stesso per noi, ma in questo Santo giorno in cui torni bambino una cosa oso chiedertela... Ti prego, non farci mai mancare il Tuo aiuto in ogni occasione anche se Ti facciamo perdere la pazienza come quella volta al Tempio. Certamente dobbiamo essere noi capaci di risolvere i nostri problemi, noi a rimediare ai nostri pasticci e a non sprecare il tempo concesso; ma lo vedi come annaspiamo e cosa succede ogni giorno nel mondo? Da soli siamo come naufraghi alla deriva. È Natale, il Tuo popolo è in festa, vicino a Te ci sentiamo tutti più uniti, ci scambiamo auguri e regali, è bello tutto questo ed è giusto fare festa. Purtroppo tantissimi di noi non possono partecipare a questa festa perché, per infiniti motivi, hanno la sofferenza nel cuore ed in questo giorno il dolore si fa più acuto, Ti prego, reca loro un po' di conforto. Lo vedi come sono? Sono partito per chiederti una cosa e Te ne ho già chieste due. È meglio che mi fermi qui, sennò la lista delle richieste diventa lunga; mi consola però il fatto che quella lista Tu la conosci bene, senza alcun dubbio molto meglio di me. Carissimo Gesù Bambino, non mi resta che ringraziarti per tutto l'amore che ci hai donato e che ci offri ogni giorno. Ti saluto con immensa venerazione e Ti auguro un buon compleanno 2019. Carissimi, vi assicuro che non mi sono montato la testa nello scrivere una lettera ad un destinatario così impegnativo. Ho voluto che questa fosse una lettera aperta affinché ognuno di voi potesse trovarci almeno un punto in comune. Solo così, senza presunzione, la mia lettera può diventare un pò la nostra lettera. Perdonatemi là dove non ci sono riuscito, l'intenzione era buona e sincera, come sinceri sono gli auguri di un Santo Natale 2019 a tutti voi. Camillo Il Bambino di Betlemme Pag.9
21 novembre: Festa della Presentazione di Maria al Tempio Come ogni anno, questa festa a noi tanto cara ci offre l'opportunità di ripensare e approfondire l'origine e il senso della nostra Famiglia religiosa. In questo giorno, tutte le figlie della Presentazione, non solo presenti in Italia, ma in India, Africa, Papua Nuova Guinea e Indonesia si ritrovano fraternamente unite nella gioia di rinnovare la totale appartenenza al Signore Gesù, in profonda comunione con Maria. Nella Piccola Fanciulla di Nazaret che si dona con amore, fiducia e generosità a Dio, ogni sorella rivede e ripercorre l'itinerario della sua chiamata vocazionale. Il fulcro della festa si è ben evidenziato nella solenne celebrazione Eucaristica, presieduta dal nostro Parroco Don Luciano Pizzo. La celebrazione si è svolta nella Cappella della struttura Mons. Pogliani e ha visto la partecipazione di molti ospiti della struttura, di amici e di simpatizzanti. Dopo l'omelia di don Luciano, noi sorelle appartenenti alla comunità “della Presentazione” abbiamo rinnovato i voti di Obbedienza , Castità e Povertà. Questa rinnovazione rivitalizza la nostra sequela di Gesù guardando a Maria Presentata al Tempio come nostra Madre e Modello. In Lei troviamo la sintesi della nostra spiritualità e missione. Ad imitazione di Maria riteniamo impegno prioritario l'ascolto quotidiano della Parola di Dio. Come Lei la meditiamo e la custodiamo nel cuore, per viverla nella concretezza della nostra vita. Questa è la condizione necessaria per cercare e trovare la Volontà di Dio “nell'oggi” della Ciesa e del mondo e rendere sempre più adeguato il nostro “Eccomi” nei vari servizi apostolici a cui Dio ci chiama. Maria ci aiuti e accompagni nel nostro cammino.ALei, con fiducia e amore ci affidiamo: “...sotto il suo manto materno strette al suo Gesù con i santi voti, come Spose, possiamo ottenere la vita e la salvezza eterna dell'anima nostra e di quelle a noi affidate” ( n.13 Cost.) Suore della Presentazione 50 anni dell’ACR 50 sono gli anni da festeggiare per l'ACR. Grande festa ed occasione per ricordare e rivivere momenti importanti della vita parrocchiale della San Pio X. Ricordare persone che hanno dato tanto e continuano a dare e persone che purtroppo non ci sono più, ma che vivono nei nostri cuori con la loro eredità d'amore e testimonianza di fede. In questi ultimi mesi ho avuto l'opportunità di essere testimone della vita dell'ACR che ho vissuto negli anni 80', quando, in occasione di un lavoro di gruppo, i nostri Giovanissimi mi hanno intervistata; così ho fatto un tuffo nel passato: risentire le voci degli amici con i quali avevo condiviso tutti gli impegni, attività, momenti di festa in parrocchia. Ricordo con affetto la comunità di allora che accoglieva tutti con un SORRISO, che diventava seme della vitalità ed energia pura che smuoveva i cuori. Mi dispiace molto che tanti miei ''vecchi'' compagni ACR non siano più parte integrante delle attività parrocchiali e che non siano riusciti a trasmettere ai propri figli l'entusiasmo che ci legava frequentando la San Pio X.....vi aspettiamo con gioia!!!!!!!!! Vedere il gruppo Giovanissimi così affiatato e attivo mi rende orgogliosa, coltivo la speranza che le nuove generazioni possano continuare il cammino di fede intrapreso da noi nella casa parrocchiale. Ricordo quando anch'io, adolescente, consideravo la San Pio come la mia seconda casa e la mia seconda famiglia; infatti ho condiviso con VOI tutti sia momenti felici che tristi, sono cresciuta con voi, ho sempre sentito il vostro affetto e la vostra vicinanza. Il mio desiderio più grande è che i miei figli vivano la mia stessa esperienza e che trovino in futuro lo stesso sostegno e forza che ho ricevuto io da tutti VOI....Grazie. Auguro a tutti gli educatori, giovanissimi e a tutti i gruppi parrocchiali di poter vivere una meravigliosa esperienza di fede e fratellanza. Tutto ciò è ed è stato possibile perché Dio ha posto sulla nostra strada due grandi uomini di fede che come padri hanno protetto, guidato, sorretto e amato la loro famiglia. Voglio cogliere l'occasione per ringraziarti, Don Luciano, dal profondo del mio cuore, tu che sei stato per me e per altri un secondo padre, mi hai presa per mano e mi hai accompagnata lungo il cammino della vita. Auguro a tutti di trascorrere un sereno e felice Natale nella nostra Chiesa. Tiziana Isetta PS: Un ringraziamento speciale a Deborah e a Giacomo per la collaborazione. Auguri a Tiziana per i suoi 50 anni! Pag.10
Infanzia e natura “io sono come un albero...sto con i piedi per terra...cerco la luce del sole...e così cresco di più...”Questa è il ritornello di una delle canzoncine che si cantano in cerchio insieme ai bimbi del progetto “Spazio Natura 3 – 6 anni” che si sta realizzando a Pietra Ligure. Sono molto grata di fare parte di questo progetto dedicato ai bimbi e alle famiglie, in qualità di educatrice e di psicologa .Allo stesso tempo sono grata di poter condividere con voi questa meravigliosa esperienza, facendo conoscere alla comunità questa nuova realtà educativa emergente ed innovativa. Le attività si svolgono all'aperto e a contatto con la natura: ciò permette quel tipo di gioco che educa alla fantasia, all'autonomia, al senso dell'equilibrio e della misura e che promuove lo sviluppo del corpo e la salute fisica , emotiva e mentale. Ogni mattina ci si saluta e si canta in cerchio seduti su alcune panchette di legno, si fa “il gioco delle emozioni” e “il gioco della gentilezza” e si accende una candela bianca che passa nelle mani di ogni bimbo che esprime un desiderio per quella giornata. La mattinata prosegue con il gioco libero sul terreno di ulivi e una porzione di bosco, all'interno del quale i bimbi possono giocare con la loro “cucina di fango”, dondolarsi sull'amaca, andare sull'altalena di legno, arrampicarsi sugli alberi o sperimentare le loro capacità motorie sui vari giochi di arrampicata o equilibrio fatti con le corde. Le attività proposte prediligono materiali naturali e i bimbi sono molto entusiasti di raccogliere e realizzare oggetti e lavoretti in modo così creativo. Sto imparando molto dai bimbi, dalla natura, da quello che rappresenta una maggiore attenzione alle emozioni, all'accettazione e all'empatia. I ritmi si rallentano.....la libertà e il rispetto portano alla cooperazione e alla possibilità di una maggiore conoscenza di se stessi: credo che questo spazio faccia bene a tutti noi che ne facciamo parte. Maria Ghiglino Sei bella le attenzioni che non trovi, per le emozioni che senti e la speranza che inventi. Sei bella semplicemente, come un fiore raccolto in fretta, come un dono inaspettato, come uno sguardo rubato o un abbraccio sentito. Sei bella e non importa che il mondo sappia, sei bella davvero, ma solo per chi ti sa guardare. Sei bella. Alda Merini E non per quel filo di trucco. Sei bella per quanta vita ti è passata addosso, per i sogni che hai dentro e che non conosco. Bella per tutte le volte che toccava a te, ma avanti il prossimo. Per le parole spese invano e per quelle cercate lontano. Per ogni lacrima scesa e per quelle nascoste di notte al chiaro di luna complice. Per il sorriso che provi, Santa Caterina del Sinai Pag.11
La deriva del presepe (sovranista) Quando penso al presepe si affaccia alla mia mente una comprensione distorta e capovolta del presepe, che lo riduce a “manifestazione di identità cristiana da contrapporre ad altre fedi o culture”. Chi utilizza in questo modo il presepe non solo non ne comprende il messaggio, ma lo capovolge e lo snatura in un modo che risulta davvero scandaloso. Partiamo dall’autentico significato del presepe. In tutte le grandi tradizioni, i passaggi decisivi, che vanno al di là della fede, diventano “luoghi di riconoscimento”, non solo religioso, ma culturale e sociale. Questo è un fatto inevitabile. Pensiamo al Natale e alla Pasqua per noi! Purtroppo, le tradizioni si espongono al rischio della superficialità, perché concentrano in un punto tutti i “messaggi”, e proprio per questo vi è il pericolo di perderne il senso e di banalizzarlo. Il presepe costituisce un caso tipico di questa “tentazione”. Infatti, se analizzato in modo più attento, il termine “presepe” - cioè “mangiatoia” - secondo Luca il rivelarsi del Salvatore è prima di tutto ai pastori (irregolari) e non ai buoni credenti regolari del tempo. La tensione, in Luca, è tra la grandezza del Signore e la piccolezza umana che può riconoscere la gloria di Dio solo attraverso la profezia della “irregolarità” dei pastori. Nella versione di Matteo, invece la tensione è tra la stella e i magi che la seguono, e la ostilità intensa dei residenti regolari e dei governatori. Il “nostro presepe”, mescolando tutti questi messaggi, e aggiungendovi anche elementi decorativi, rischia di non aumentare, ma di diminuire la forza della tradizione, riducendola a un “soprammobile borghese”. Il presepe significa che gli ultimi sanno riconoscere Gesù, mentre governatori, residenti regolari e uomini per bene cercano di ucciderlo. Esattamente come accade nel cammino verso la Pasqua, quando a riconoscere Gesù saranno una donna dai molti mariti, un handicappato grave come il cieco nato e un morto come Lazzaro. Queste sono le categorie privilegiate dal Vangelo. Ai nostri presepi “non facciamo mancare nulla” (pastori e magi, stella e mangiatoia, bue e agnelli, asini e pozzi, fuochi e artigiani, ruscelli e cieli stellati, oche e galline) e quindi non li comprendiamo più. O meglio li comprendiamo in modo distorto, come una “nostra affermazione”, come una “bandiera”, addirittura come una “difesa dall’altro”. Questo è il presepe che dobbiamo disimparare. Questo è il presepe dell’eresia sovranista. Per infondere pace, concordia, rispetto, accoglienza, umanità, il Natale deve ancora “far paura”: questa sua virtù inquietante è dovuta non alla sua qualità “civile”, ma al suo significato religioso, come anticipazione, fin dai primi vagiti del Figlio di Dio, della fede pasquale. Il Natale annuncia la pace e l’accoglienza, parlandoci di un disegno assassino, di un mancato riconoscimento, di una persecuzione. Senza questa interpretazione forte, senza questo dramma, i simboli del Natale e della Pasqua, diventano “segni civili di appartenenza”. E’ evidente che la comunità civile non può immediatamente riconoscere la pienezza del messaggio che il simbolo propone. Ma la comunità cristiana deve anche sapere che non si può fare il presepe e non volere che bambini stranieri si iscrivano a scuola, come fanno anche potenti catene di scuole private cattoliche. Non si può, se si è parroco, fare il presepe e poi dichiarare di non voler ospitare profughi. Non si può difendere il presepe come politici e poi lavorare per ostacolare ogni presenza straniera sul territorio. Il presepe, come la croce, non è semplicemente un segno della fragile umanità, ma soprattutto segno della profezia con cui Dio riscatta il povero, l’emarginato, lo straniero, l’orfano, la vedova, lo zoppo, il cieco e si prende cura anzitutto di loro, mettendoli al primo posto! Non esitiamo a fare il presepe vero. Il presepe vero rivela un dramma di esclusione e di persecuzione, che Dio capovolge in pace e concordia. Il presepe (sovranista) fa la caricatura della pace, alimentando solo esclusione e indifferenza. Fare il presepe significa coltivare la speranza che il “sovrano” non è di questo mondo e che entra nel mondo con il motto “prima gli ultimi”. Il suo nome è amore, misericordia, accoglienza, perdono. Don Renato E’ accaduto tutto in un attimo Loano, via Grazia Deledda, pomeriggio inoltrato di un giorno feriale di metà novembre.
preferenza per il cellulare con i tasti piuttosto che per un moderno smartphone. Ma i valori di onestà e giustizia, il senso della famiglia e della collaborazione, che troppo spesso sono sdoganati dai giovani, in lei sono profondamente radicati. E questo mi piace molto e condivido il suo modo di affrontare la vita. Agnese mi racconta quello che le è successo. E' accaduto tutto in un attimo. Ieri pomeriggio tornava a casa da suo marito dopo aver partecipato alla S. Messa dai Cappuccini. Mentre transitava su via Grazia Deledda, un marocchino di 25-30 anni attraversa la strada, le si avvicina con fare non minaccioso e le chiede dove sia la stazione.Agnese non ha neppure il tempo di proferire una parola. Il marocchino le strappa la borsa che tiene inanellata al braccio. Lei si aggrappa alla siepe con entrambe le mani. Perde l'equilibrio. Sbatte il ginocchio contro il muretto. Lo scippatore scappa correndo in salita verso via Pascoli. Agnese resta lì, in piedi, impietrita. Nei paraggi non c'è nessuno. Solo silenzio. In questo periodo dell'anno le giornate sono sempre più corte e viene buio abbastanza presto. La luce dei lampioni illumina la strada lasciando dei tratti in penombra. Le case intorno sono chiuse e vuote; si animeranno sotto le feste e in estate. Che fare? Inseguire il ladro, nella speranza che abbia abbandonato il maltolto non trovando cose di valore? Anche di soldi ce n'erano pochi! Passa un'auto. Finalmente qualcuno a cui chiedere aiuto. E' la volante della Polizia Locale che si ferma prontamente. I Vigili, sentita la vicenda, vorrebbero chiamare un'ambulanza per portarla al Santa Corona, per accertarsi sulle sue condizioni di salute e verificare che non abbia niente di rotto al ginocchio o altrove. Agnese rifiuta. Lei rivuole solo la sua borsa. I Vigili partono in auto all'inseguimento dello scippatore. E' Agnese stessa che ritrova, gettati dietro a una siepe vicina, la sacca della spesa e l'ombrellino che teneva nella borsa. Con questo scippo Agnese ha perso ben più di un contenitore con degli oggetti: c'era il borsellino, con tanti scomparti per contenere anche la tessera fedeltà del supermercato; c'era il cellulare, con tutti i numeri di telefono di parenti e amici memorizzati; c'erano le foto dei famigliari, anche del pronipote, nel taschino interno, per il piacere di tenerle vicino; c'era la Corona del Rosario, avuta in regalo da una persona speciale; c'era la borsa stessa, che tanto bene s'intonava all'abito... . E così ci salutiamo. Voglio aiutare Agnese e mi viene in mente la Stirano, ovvero la ditta che cura la pulizia e l'igiene del Comune di Loano. Chi meglio di loro che per mestiere svuotano i cestini e i bidoni dell'immondizia e spazzano i marciapiedi e le strade della nostra città?! Telefono senza indugio e mi risponde una giovane donna che a sua volta contatta gli operatori della zona dove è successo tutto in un attimo... Certo però che ci sono tanti giardini e cortili privati inaccessibili... La borsa potrebbe essere ovunque... Loano, via Grazia Deledda, tarda mattina di due settimane dopo. Io vado in salita, lei scende con passo deciso. . Eccola qui la 'mia' Agnese. Sembra una ragazza coi pantaloni a sigaretta e le scarpe col tacco, la giacca aperta e la sciarpa leggera svolazzante; un filo di rossetto rosso sulle labbra. Non ha la borsa ma solo un sacchetto un po' piegato. Sembra che non sia mai accaduto nulla. Resta solo una piccola cicatrice. Dentro. Paola Una sfilata di risate Una sfilata di risate è uno spettacolo di beneficenza che si tiene ogni anno ad agosto al Giardino del Principe di Loano. È nato sedici anni fa con l'obiettivo di raccogliere fondi e promuovere l'associazione Down Savona Onlus formata da un gruppo di genitori di ragazzi con la sindrome dj down. L'associazione è conosciuta anche per i famosi calendari che ogni anno vi proponiamo e che questa comunità accoglie con grande calore. Don luciano ci da' la possibilità di usare il salone per fare le prove e per preparare il materiale per lo spettacolo. Questo evento mobilita molte persone che rispondono con entusiasmo e partecipazione! Ormai tutti l'aspettano come appuntamento fisso dell'estate . Quest'anno per la sedicesima edizione ho voluto iniziare lo spettacolo facendo capire quanto e importante la solidarietà e la sensibilità della gente raccontando la mia esperienza.: “Io e Sandro ci siamo sposati il 5 settembre 1999. Anovembre il nostro desiderio di diventare genitori si è avverato…che bello eravamo proprio felici! Poi decidemmo di fare un esame approfondito, ma cosi solo per prepararci se ci fosse stato qualcosa che non andava…. Dopo una settimana la notizia, in effetti qualcosa non andava ….c'era un cromosoma in più. Pag.13
Un colpo un chiedersi perché …non è stato facile ma dopo un mese e tornata la gioia , l'attesa e il 17 luglio del 2000 ecco il nostro piccolo Matteo… Il dottore mi ha detto è bellissimo se non lo vuole lo prendo io… Qualcosa però tormentava sempre i miei pensieri per il suo futuro, per la sua felicità …avrei voluto guardare lui volare con le sue ali ma pensavo che non sarebbe stato cosi ' Fino a quando ho incrociato i suoi occhi …e ho capito che il mio viaggio terminava li' : c'era Gioia nel suo sguardo e amore nel suo cuore …ho capito che Matteo il volo l'ha preso con le sue ali nell'attimo in cui l'ho messo al mondo. Quindi cercai altri genitori con dei figlio con trisomia 21 per sapere, per conoscere meglio quello che è solo scritto sui libri o che ti dicono i dottori: una mazzata !Aparte qualcuno che veramente aveva capito il dono che aveva ricevuto. Il momento più difficile è stato quando mi trovai a casa di un ragazzo down di 15 anni. Fino ad allora era andato tutto bene aveva i suoi amici suonava la chitarra e faceva sport…così mi aveva raccontato la sua mamma… e poi ricordo di quando squillò il telefono ...e il ragazzino disse vai tu mamma che a me non mi cerca più nessuno…e lì fu per me un gran colpo al cuore ….realizzai ….la cosa da temere di più , rimanere soli!! Quando ho terminato di parlare sono usciti tutti da dietro le quinte dicendo al microfono” io ci sono” Fino a riempire il palco di modelle, modelli, parrucchieri, truccatrici, ballerine, coreografe, ecc e senza tante parole si e' capito che come sempre “L'UNIONE FALAFORZA!” Milena Il profumo del muschio nel presepe Quando si avvicina Natale mi tornano alla memoria bellissimi ricordi della mia infanzia. Credo che sia così per molti di noi, Gesù che nasce ci riporta a quel periodo magico della nostra vita. Da bambini, o quando in casa ci sono dei bambini, Natale si vive più intensamente e in maniera più autentica. Forse per continuare a vivere la gioia del Natale bisogna anche da adulti, ritrovare il bambino che siamo stati in un passato più o meno remoto. Ricordo che io e i mei fratelli ci divertivano moltissimo a preparare il presepe e ogni anno cercavamo di arricchirlo con qualche statuina nuova o con una trovata per renderlo più realistico. Il momento più bello La chiesa di Nazareth però, era quando andavamo con il nostro papà a cercare il muschio nelle colline sopra Loano. Ricordo chiaramente l'emozione di quei momenti nel bosco (che sarà stata una boscaglia, ma a me sembrava una foresta) e la gioia di quando finalmente trovavamo un po' di muschio. Sento ancora quel magico profumo, un misto di terra, erba e legno. Rivedo le mie mani riporre quelle piccole e preziose zolle verdi e vellutate in una busta marrone del pane. Di solito impiegavamo tutto il pomeriggio a preparare il presepe, sotto lo sguardo supervisore di mia madre che intanto cucinava e, all'occorrenza, ci forniva gli strumenti per realizzare i nostri progetti. I miei fratelli erano bravissimi architetti ed ingegneri, mentre io che ero la più piccola, mi limitavo a sistemare le statuine e le numerose pecorelle. Appena il nostro piccolo capolavoro era finito, il nostro gatto ci saltava in mezzo per sistemarsi anche lui tra le statuine. Per ultima cosa, cacciato il gatto al suo posto, sceglievamo il bambino Gesù (perché ne avevamo almeno 4 diversi, tra cui anche uno nero) e lo nascondevamo in un luogo sicuro, mi sembra il cassetto delle tovaglie “belle”. La notte di Natale rimanevo sveglia il più possibile per riporlo nella mangiatoia e mi sembrava di fare una cosa molto importante, quasi solenne. Molti anni dopo ho avuto la gioia di rivivere questo magico rituale con i miei bambini e mia nipote. Era bellissimo quando da piccoli preparavano tutti insieme il presepe con il nonno e gli zii. Le statuine, le casette e le pecorelle erano, e sono, Pag.14
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