Ariaaria La Voce - Santuario-Basilica Madonna dei Miracoli

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Ariaaria La Voce - Santuario-Basilica Madonna dei Miracoli
Periodico del SANTUARIO DELLA MADONNA DEI MIRACOLI MOTTA DI LIVENZA - TV | MARZO/APRILE 2020 2/2020

                                                                               La Voce
                                                                                  di
                                                                               ar ia
Ariaaria La Voce - Santuario-Basilica Madonna dei Miracoli
Anno LXXXVI - N. 2 - Marzo/Aprile 2020

  Siamo ben lieti di ricevere, per posta o meglio
  via mail a info@santuariomotta.it, vostre
  lettere e foto che pubblicheremo nella Rivista.
  Potete segnalarci avvenimenti o grazie ricevute
  per l’intercessione della Madonna.

   LA SANTA MESSA IN TV E INTERNET
   Puoi seguire la S. Messa domenicale celebrata in
   Santuario delle ore 10.00 e quella feriale delle ore 7.30:                   Santuario Basilica Madonna dei Miracoli
   • per televisione su Rete Veneta, canale 18;                                Piazzale Madonna, 2 - Motta di Livenza TV
   • in internet su www.reteveneta.it cliccando sulla                                        Tel. 0422 766030
   voce Diretta Live;                                                         www.santuariomotta.it - www.fratiminori.it
   • dal tuo smartphone scaricando l'app di Rete Veneta
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  Per versamenti (offerte, preghiere, SS. Messe,                                          ORARI SANTUARIO
   rinnovo abbonamento, sostegno santuario)
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            puoi inviare la tua offerta                                       Parcheggio Auto: 6.00-19.00. Alle 19.00 viene
           tramite queste possibilità:                                        		                  chiuso e riaperto l’indomani.

 • Bollettino sul C/C postale n. 131318                                                  CELEBRAZIONI FESTIVE
                                                                              SS. Messe: 7.00; 8.30; 10.00; 11.30; 17.00; 18.30
               intestato a:                                                   Confessioni: 6.45-12.00 e 15.30-19.00
           LA VOCE DI MARIA                                                   Vespri:      16.00
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PROVINCIA S. ANTONIO DEI FRATI MINORI;                                                    CELEBRAZIONI FERIALI
                                                                              SS. Messe:     7.30; 8.30; 9.30; 18.00
IBAN: IT45 Z058 5661 8402 0557 0000 650                                       Confessioni:   8.00-11.45 e 15.00-19.00
                                                                              Lodi:          7.00
   Usare solo le intestazioni sopra menzionate.                               Rosario:       17.30
  Altre intestazioni (come per esempio P. Rettore o                           Vespri:        dopo la Messa delle 18.00
              Padre Superiore o Basilica)
                                                                              Negozio articoli religiosi: 9.00-12.00 e 15.00-18.00
            ne impediscono la riscossione.                                    			                         Tel. 0422.765171

                 LA VOCE DI MARIA
         Periodico bimestrale - Eco del Santuario Basilica
       “Madonna dei Miracoli” 31045 Motta di Livenza (TV)
                                                                                    In questi giorni di tanta
            Tel. 0422.766030 - info@santuariomotta.it                             sofferenza c’è tanta paura,
                Provincia S. Antonio dei Frati Minori
             www.santuariomotta.it - www.fratiminori.it
                                                                                 paura degli anziani che sono
Per aiutare il Santuario CCP 131318 intestato a: La Voce di Maria                soli, dei lavoratori senza un
             Stampa: Grafica 6 snc - Zero Branco (TV)
               Direttore Responsabile: Fr. Luigi Secco                             lavoro fisso … la paura di
        Redazione: FFr. Mario, Francesco e Pio, Mario Po’                          ognuno di noi. Preghiamo
 Servizio Fotografico: Franco Gottardi, Carlo Verardo, fr. Mario
         Aut. Trib. Treviso 4/12/95 - Reg. Stampa N. 978                          insieme il Signore perché ci
                            Vive di offerte
         Per l’Italia € 15 - Per l’Estero € 20 - Copie 5.000
                                                                                    aiuti ad avere fiducia e a
    Privacy: Nel rispetto della legge 675/96, sulla tutela di riservatezza
                                                                                        vincere la paura.
   delle persone e dei dati personali, “La Voce di Maria” garantisce che
    le informazioni relative agli associati, custodite nel proprio archivio
      elettronico, NON saranno cedute ad altri e SARANNO utilizzate
                                                                                             Papa Francesco
                    esclusivamente per l’invio della rivista.
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Saluto del
                                                                          Padre Rettore

C
           ari devoti e amici del San-         sacramenti della vita cristiana.
           tuario della Madonna dei Mi-        Pure senza la partecipazione dei fedeli, noi Frati della
           racoli, il Signore vi dia salute    comunità ogni giorno celebriamo l’Eucaristia e sull’al-
e pace. Rivolgendomi a tutti voi, in           tare offriamo anche le preoccupazioni e la sofferenza
questo tempo di preparazione quare-            di ciascuno di voi. Diventano nostra preghiera le ansie
simale alla prossima Pasqua, pensa-            per il futuro, le insicurezze del lavoro, i timori per la sa-
vo di condividere i sentimenti di gioia        lute. Ci si raduna più volte al giorno per i vari momenti
e letizia di chi avverte ormai vicina la       di preghiera e sempre vi portiamo con noi al Signore e
celebrazione della Risurrezione del            vi affidiamo alla protezione della Madonna.
Signore. Mai avrei immaginato invece           I nostri Vescovi ci hanno ripetutamente esortato a fare
che un velo di preoccupazione e di             delle nostre case, delle nostre famiglie, quei santuari
mestizia si posasse negli animi di tutti       in cui si trova confidenza e quiete per mettersi in ascol-
noi, costringendoci giorno dopo gior-          to della Parola di Dio, per invocare il Signore e per
no a misurarci e a proteggerci dalla           mettersi sotto la protezione della Madonna. Pregare
grave minaccia di un virus che si va           insieme in famiglia dovrebbe diventare uno dei valori
diffondendo tra la nostra gente, in tutto      ritrovati che ci consola in questo tempo di restrizioni,
il nostro paese e in Europa, seminan-          oltre che a scandire i giorni di questa Quaresima così
do paura, infermità e morte. Ciò che           insolita.
stiamo vivendo in questi giorni é una          Possiamo pertanto trasformare questo tempo di prova
esperienza forte che non conosceva-            in tempo di grazia, se rivolgendoci alla Vergine Santa,
mo e alla quale non eravamo minima-            nostra Madre e Maestra, impariamo a gestire bene il
mente preparati. La costrizione dello          tempo che ci é dato e lo mettiamo a disposizione di
stare in casa, evitare relazioni e con-        chi abbiamo in casa per pregare, per ascoltare, per
tatti, l’arresto delle attività, del lavoro,   sostenere, per aiutare.
della scuola e perfino le restrizioni di       Abbiamo la Pasqua davanti a noi e ancora non sap-
frequentare le chiese e di celebrare           piamo se saremo nelle condizioni di poterla celebrare
i sacramenti, davvero sono decisioni           assieme. Questo però non deve deprimerci, ma incen-
che hanno sconvolto improvvisamen-             tivare il senso di responsabilità personale e famigliare
te la nostra vita e le nostre giornate.        per vivere al meglio questo tempo forte.
Il Santuario in queste settimane è             A tutti voi, cari devoti e amici del Santuario, assieme
praticamente deserto, ma dai fugaci            alla preghiera, il sentito augurio dei Frati della comuni-
contatti e dalle persone che ci chia-          tà: che la luce del Risorto giunga presto a rasserenare
mano, noi Frati cogliamo tutta l’ama-          gli animi e a rischiarare di speranza i nostri passi e
rezza e la fatica delle restrizioni che        questi nostri giorni.
trattengono dal venire a salutare la
Madonna e soprattutto dall’accostar-                                                         Fr. Mario F.
si al Signore nelle celebrazioni dei                                               Rettore della Basilica
Ariaaria La Voce - Santuario-Basilica Madonna dei Miracoli
LA VOCAZIONE DI MARIA
    di Fr. Giorgio Cesaro

    Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38

    Nel
                  sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chia-
                  mata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide,
                  chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti
    saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domanda-
    va che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato
    grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. […]».
    Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».
    E l'angelo partì da lei.

4   La Voce di Maria
Ariaaria La Voce - Santuario-Basilica Madonna dei Miracoli
nuova umanità. E a conferma che “nulla è
                                                impossibile a Dio” le indica pure un segno:
                                                il prodigioso concepimento di Elisabetta,
                                                sua cugina, che tutti dicevano sterile.
                                                Allora la risposta di Maria, la Serva del Si-
                                                gnore, si fa pronta, generosa, trasparente,
                                                sincera: “Eccomi”. Ossia, “Ecco me”: la mia
                                                vita, il mio tempo, il mio spirito, quello che
                                                sono e che ho…. In questa disponibilità di
                                                Maria, senza se e senza ma, può davvero
                                                agire lo Spirito di Dio. In questo modo Dio
                                                opera attraverso Maria ciò che egli deside-
                                                ra, ciò che più gli sta a cuore, cioè opera
                                                capolavori di grazia, opera attraverso di lei
                                                la Salvezza dell’umanità intera.
                                                Maria, donandosi totalmente, ci insegna a
                                                scegliere Dio prima di tutto, a mettere lui al
                                                centro della nostra esistenza, ponendoci in
                                                atteggiamento di ascolto e di accoglienza

Q
                                                della sua volontà. È quindi possibile anche
       uesto brano evangelico, è noto           per noi imitare Maria, dicendo il nostro Sì,
       come il Vangelo dell’Annunciazio-        il nostro Eccomi alla vocazione che Dio ri-
       ne, ma possiamo anche chiamarlo          volge a ciascuno di noi.
“la vocazione di Maria”, perché dialogando      Dio infatti ha scelto di entrare nella storia
con l’angelo Gabriele, la Vergine Maria si      del mondo e dell’umanità, cioè nella storia
apre ad accogliere la Parola di Dio, ac-        di ogni uomo e di ogni tempo, a partire da
cettando che siano le mani dell’Altissimo       quell’annuncio che Maria, donna umile e
a plasmare la sua vita. I Padri della Chie-     straordinaria, ha ricevuto e accolto con la
sa amano vedere nel Figlio e nello Spiri-       sua piena adesione.
to Santo, le due mani del Padre che con         La disponibilità di Maria, il suo aderire
amore guida e sorregge il mondo – è molto       prontamente alla volontà di Dio… è in lei
bella questa immagine.                          decisione di fede, motivata dalla certezza
Quindi, in questo dialogo/annuncio, è l’an-     che poteva fidarsi dell'amore di Dio. Gli
gelo che prende la parola, salutando Maria      era stato detto: "Concepirai un figlio [...].
e svelandole la chiamata divina a diven-        Egli sarà grande e chiamato Figlio dell'Al-
tare la Madre del Figlio dell’Altissimo. E      tissimo". Sono parole che lasciano Maria
qui Maria domanda al messaggero di Dio          in uno stato di shock, infatti rimase turba-
come sia possibile per lei concepire l’in-      ta…ci dice il vangelo.
concepibile, cioè dare corpo al Creatore        Ma c'è di più! Quando Maria espone la
dei corpi, dar vita alla sorgente della vita.   sua perplessità circa il "come avverrà tut-
E l’angelo, riprendendo il dialogo, spiega      to questo?", la risposta che gli dà l’angelo
che sarà opera dello Spirito di Dio… e co-      è ancora più misteriosa: "Lo Spirito Santo
lui che nascerà sarà il primogenito di una      scenderà su di te, su di te stenderà la sua
                                                                                 La Voce di Maria   5
Ariaaria La Voce - Santuario-Basilica Madonna dei Miracoli
ombra la potenza dell'Altissimo, Colui che        Maria, con il suo “SI” ha saputo essere docile
    nascerà sarà chiamato Figlio di Dio".             alla Parola del Signore, cioè si è resa dispo-
    E nonostante il mistero, nonostante il turba-     nibile ad accogliere e a vivere la volontà di
    mento, Maria risponde: Sì, …Eccomi, ci sto!       Dio. Lo stesso ha fatto Gesù, che con la sua
    Quello che avvenne in Maria in quel giorno        morte e risurrezione ci ha ridonato la vita, la

    è un consegnare
    se stessa e la sua fede ad
    un Dio che opera misteriosamente, ma che          vita vera, una vita abitata dall’amore di Dio.
    opera sempre meraviglie.                          Ecco allora il significato profondo che ha per
    Se ci pensiamo bene, quel Sì fiducioso di         noi questa Parola di Dio che abbiamo medi-
    Maria, al quale aggiunge: “Si compia in me        tato: anche noi come Maria, che è apparsa
    secondo la tua parola”, è lo stesso Sì che dirà   in questo Santuario di Motta di Livenza e
    Gesù all’inizio della sua passione, nell’orto     che veneriamo con il titolo di “Madonna dei
    degli ulivi, quando con tutto se stesso dirà:     Miracoli”…siamo chiamati a rendere docile il
    “Sì o Padre, perché si compia non la mia ma       nostro cuore – cioè disponibile, accogliente -
    la tua volontà”.                                  per ricevere in noi la Parola di Dio che si fa
    Capiamo allora quanto importante sia stato        carne, che si fa Eucarestia. Una Parola che
    per tutti noi quel Sì iniziale di Maria che ha    diventa anche in noi, se la testimoniamo con
    accolto in se il disegno di salvezza che Dio      la vita, una Parola che salva, ossia presenza
    aveva progettato per l’umanità, il quale poi ha   del Signore Gesù, che illumina e guida ogni
    trovato compimento nel Sì di Gesù, nel suo        giorno …la nostra esistenza.
    morire in croce per noi.

6   La Voce di Maria
Ariaaria La Voce - Santuario-Basilica Madonna dei Miracoli
UNA STRANA QUARESIMA
              CI PREPARA A VIVERE LA PASQUA
                                                                                        di Fr. Giorgio Cesaro

S
       tiamo vivendo il tempo di Quaresima, ma           possiamo dire quando, ma finirà. La domanda
       contemporaneamente stiamo vivendo an-             è: come dobbiamo attraversare questo tempo
       che il tempo del “coronavirus” o meglio del       fino a quel punto? E poi anche: come saremo
Covid-19, …un tempo che non sarà breve, di cui           quando sarà tutto finito? La risposta dipende dal
non è prevedibile la durata e che prenderà di            nostro senso di responsabilità, dalla nostra di-
sicuro l’intera Quaresima e forse anche tutto il         sponibilità e dalla nostra fede.
tempo di Pasqua. Il primo pensiero va a chi ha           Le prescrizioni cautelative mettono a dura prova
contratto il virus, a quanti si stanno prendendo         il nostro bisogno umano di incontro, di scambio,
cura dei malati, quindi medici, infermieri, ope-         di unione, di vicinanza, di prossimità, di intimi-
ratori sanitari, familiari. Ci sono motivi di fiducia    tà. Tutto questo è ora sottoposto a limitazioni e
sulla possibilità di superare la malattia e sul con-     proibizioni. Dobbiamo tenere un distanziamento
tenimento della sua diffusione, se tutti saremo          sociale con tutti, perché qualsiasi contatto può
responsabili con i nostri comportamenti. Il pen-         diventare canale di trasmissione di contagio.
siero va anche a quanti sono provati dalle restri-       Questa necessità deve diventare un’occasione
zioni introdotte in tutte le attività, dalla scuola al   per reimparare ad apprezzare il bene della fa-
lavoro e alla vita sociale ed ecclesiale. Dobbia-        miglia e dello stare insieme, dell’incontro e dello
mo aiutarci in questo temporaneo cambiamen-              scambio, dell’amicizia e degli affetti, a fronte di
to di abitudini. Dobbiamo soprattutto aiutare i          una abitudinarietà che rischia di farcene perdere
bambini e i ragazzi, messi alla prova, insieme           il senso e la qualità. La nostra esperienza cri-
alle loro famiglie, da un ritmo di vita a cui non        stiana non è esente dalle conseguenze di quan-
sono abituati, senza dimenticare gli anziani e le        to stiamo vivendo. Anche la fede vive di contatto
persone sole. Certamente l’epidemia finirà; non          e di incontro, e il momento di contatto per ec-
                                                                                                                7
Ariaaria La Voce - Santuario-Basilica Madonna dei Miracoli
digiuno; oltre a questa ci sono le altre dimensioni
                                                          costitutive della nostra vita di Chiesa: l’ascolto del-
                                                          la Parola, l’offerta a Dio nella preghiera, la carità
                                                          fraterna. È triste sentirci privati dell’Eucaristia, ma
                                                          nella sua privazione forzata possiamo prendere
                                                          coscienza di quante volte l’abbiamo ricevuta per
                                                          abitudine o con superficialità. Viviamo questo
                                                          tempo come uno scuotimento, di fronte al rischio
                                                          e alla tentazione della banalizzazione dell’Euca-
                                                          ristia. Questo è un tempo propizio per ridestarci
                                                          da una fede sonnolenta, tentata dallo scontato e
                                                          dall’ovvio, bisognosa di recuperare il senso del-
                                                          la sua grandezza e bellezza, della sua gratuità.
                                                          Questo può diventare un tempo fecondo se sa-
                                                          premo approfittarne per fare spazio al silenzio,
                                                          alla riflessione, alle relazioni personali. Il silenzio è
                                                          vitale per il respiro del nostro spirito, ma anche per
                                                          l’equilibrio della nostra interiorità. Un silenzio non
                                                          vuoto, ma pieno di una presenza che abiti pensieri
                                                          e sentimenti, la presenza di quel Dio amore che
                                                          in Gesù ci sostiene e protegge sempre, anche in
                                                          mezzo ai passaggi più difficili delle vicende perso-
    cellenza è l’evento celebrativo in cui ci nutriamo    nali e sociali.
    del Corpo del Signore, dopo averne ascoltata la       È il silenzio del deserto quaresimale che predispo-
    Parola, per diventare una cosa sola con Lui e         ne al silenzio dell’intimità e dell’unione con Dio. Il
    tra di noi: riceviamo il suo Corpo eucaristico per    senso della nostra precarietà umana si presenta
    diventare suo Corpo ecclesiale. Nell’Eucaristia       sotto una nuova veste, quella banale ma contem-
    celebrata e ricevuta si compie il memoriale della     poraneamente seria di un virus, cioè di qualcosa
    Pasqua e si rinnova per noi il mistero pasquale di    che non si vede e non si tocca ma se ne vedono
    morte e di risurrezione di Gesù come dono d’amo-      le conseguenze. La coscienza di non potere do-
    re che si trasforma in vita eterna. Di tutto questo   minare tutto e che siamo esseri finiti ci rende più
    ora siamo costretti a privarci per un certo tempo.    umani, illumina la riscoperta di essere figli, di rice-
    Come vivere questo tempo di privazione? I ritmi       vere tutto dal Padre e di avere da Lui il mandato
    della vita sociale si sono rallentati e avvertiamo    di fare di questo mondo un giardino e della nostra
    una sensazione di sospensione, di disorientamen-      umanità una famiglia. È una Quaresima “strana”
    to, di smarrimento… ma il dramma di questa pan-       quella che stiamo vivendo, soprattutto per la ‘pri-
    demia che incombe su tutti, va affrontato coltivan-   vazione’ a cui ci vede sottoposti e per tutte le pre-
    do la volontà di vivere bene anche un tempo come      occupazioni che ci angustiano.
    questo. Perché anche questo è un tempo di Dio,        Ancora una volta è la fede ad essere messa alla
    un tempo che Dio ci dà per ascoltarlo e seguirlo.     prova; prendiamo questo tempo come un’occa-
    E’ un tempo “strano” ma non per questo neces-         sione per renderla più forte e per unirci di più al
    sariamente vuoto: un tempo privo dell’Eucaristia      Signore nostro Gesù, alla Vergine Maria nostra
    deve diventare ancora di più un tempo pieno di        Madre e tra di noi.
    Dio, a cominciare dal desiderio che, in questa “as-     Accogliamone la sfida e accresciamo la fiducia.
    senza” si faccia ancora più forte la sua Presenza.    Da questo tempo e da questa prova usciremo for-
    Ancor più preziose diventano le indicazioni evan-     tificati, più maturi, più fraterni.
    geliche che ci ha donato la pagina di Matteo posta    Questa è la Pasqua che il Signore ci chiama a pre-
    a manifesto della Quaresima nella celebrazione        parare quest’anno, questa è la “vera” Pasqua che
    del mercoledì delle Ceneri: elemosina, preghiera,     il Signore ci chiede di vivere con Lui.

8    La Voce di Maria
Ariaaria La Voce - Santuario-Basilica Madonna dei Miracoli
IL SANTUARIO, MOTTA
E LA PESTE
Storia e devozione
di Mario Pò

L
      a virulenta pandemia di peste del 1347-
      1348, nota come la terribile “morte nera”,
      la più grande pandemia di tutti i tempi, par-
tendo dall’Asia centrale ridusse la popolazione
mondiale di 100 milioni di persone; essa si ri-
presentò poi almeno una volta per generazione
nel corso dei cinquecento anni successivi, pre-
ceduta o seguita da altre disgrazie come guerra,
siccità, carestia. Senza dimenticarci del colera
che prende il posto della peste in epoca più re-
cente, investendo l’Italia con una serie di ondate
impressionanti nel 1835, nel 1849, nel 1854, nel
1865, nel 1873, nel 1884, nel 1893, nel 1909.
Ma altre malattie contagiose hanno lasciato
traccia nella storia e nella memoria: dalla lebbra
biblica al vaiolo prima della scoperta del vacci-
no; dalla sifilide all’AIDS dei disordini sessuali;
dalla poliomielite che storpia all’influenza spa-
gnola che fece 40 milioni di morti dopo la prima
guerra mondiale; dalla tubercolosi alla recentis-
sima SARS proveniente dalla Cina e l’elenco
potrebbe continuare.

Le malattie da contagio accompagnano l’uomo           sagrato gli appestati che lì morivano; dopo aver
dagli albori della civiltà e, secondo gli esperti,    esaurito questo spazio, questi poveri mottensi
sarà sempre così.                                     erano sepolti in fosse comuni nella località delle
Parliamo di tutto questo, però, non per motivi        Campagnole.
storico-medici o epidemiologici, ma per raccon-       Vedendo che tale devastante pestilenza non
tare come l’evento patologico più critico per de-     aveva fine, nel settembre del 1576, la Repubbli-
finizione degli ultimi cinque secoli, cioè la peste   ca si decise di implorare formalmente Gesù Cri-
bubbonica che imperversò anche in terra vene-         sto di far cessare questo flagello, impegnandosi
ta, abbia interessato la storia del nostro Santua-    attraverso un’apposita legge scritta ad erigere
rio lasciandone traccia, soprattutto quella del       poi quale ringraziamento un tempio votivo. Così
1630.                                                 sorse la splendida chiesa palladiana del Reden-
Questa epidemia seicentesca era stata prece-          tore.
duta dalla peste del 1575 che soltanto a Vene-        Allo stesso modo, nel 1631, dopo 45.000 morti
zia aveva fatto oltre 50.000 morti. Davanti al        causati dalla stessa peste, il governo venezia-
nostro Santuario, visto che la zona era lontana       no si rivolse alla Madonna perchè intercedesse
dal Castello cittadino, il Comune aveva deci-         contro la devastante pestilenza; per questo si
so di adibire due case della famiglia Rizzato a       sarebbe fatta per sempre una celebrazione voti-
Lazzaretto, chiedendo ai Frati di seppellire sul      va annuale e sarebbe stata costruita la magnifi-

                                                                                          La Voce di Maria   9
Ariaaria La Voce - Santuario-Basilica Madonna dei Miracoli
ca basilica di Stato dedicata a Santa Maria della
                                                                 Salute, che oggi tutti conosciamo.
                                                                 E a Motta?
                                                                 Nel 1502, in fondo all’attuale piazza San Rocco
                                                                 (la cui intitolazione è ricordata tutt’oggi da una
                                                                 piccola edicola sotto il portico del primo palaz-
                                                                 zetto), per “attrezzarsi” contro il terrore della
                                                                 peste venne costruita una chiesa in legno dedi-
                                                                 cata al popolare santo francese che, ritornando
                                                                 pellegrino da Roma, aveva preso la peste a Pia-
                                                                 cenza nel 1315 ed ora veniva invocato per libe-
                                                                 rare Motta dal temuto morbo. Scorgendo i brutti
                                                                 segni del ricomparire di una nuova epidemia,
                                                                 nel 1525 la chiesa fu ricostruita del tutto in pie-
                                                                 tra e poi, nel 1556, temendo nuovi attacchi del
                                                                 malefico contagio, venne conclusa e abbellita.
                                                                 Lasciata andare in rovina, nel 1872 la massone-
                                                                 ria anticlericale che governava Motta ne decise
                                                                 purtroppo la distruzione.

                                                                 Su questo tema un forte legame con il nostro
                                                                 Santuario lo troviamo nella Chiesa di San Ni-
             Basilica Madonna dei Miracoli - Motta di Livenza
                                                                 colò, all’epoca Cappella palatina.
                                                                 A seguito di una disposizione del 1641 della Ma-
                                                                 gnifica Comunità (la cui scritta esiste tuttora nel
                                                                 Duomo), quale ringraziamento della miracolosa
                                                                 preservazione di Motta dalla peste del 1630,
                                                                 venne fatta dipingere l’immagine della Beata
                                                                 Vergine con i protettori mottensi San Nicolò e
                                                                 San Rocco; sull’altare si decise anche di erige-
                                                                 re la Confraternita del Carmine; soprattutto ci
                                                                 si impegnò per voto perpetuo, dopo aver fatto
                                                                 cantare una solenne Messa su questo altare, a
                                                                 venire annualmente in processione nel nostro
                                                                 Santuario il 2 dicembre e poi far ritorno passan-
                                                                 do dalla chiesa di San Rocco. Il voto fu mante-
                                                                 nuto integro fino al 1867; poi con le sovversioni
                                                                 anticlericali post-risorgimentali nel novembre
                                                                 1868 venne revocato dal Consiglio della Comu-
                                                                 nità. È stato fortunatamente ripristinato dal Con-
                                                                 siglio comunale il 15 febbraio 1985, decidendo
                                                                 di sciogliere l’antico voto alla sera del 9 marzo,
                                                                 anniversario dell’Apparizione, con la celebrazio-
                                                                 ne della Messa in Santuario; purtroppo, non è
                                                                 più possibile visitare San Rocco.
                        Duomo di San Nicolò - Motta di Livenza   I mottensi hanno grandi ragioni per assolvere a
                                                                 questo voto, perchè nel 1630-1632, nonostan-

10   La Voce di Maria
Processione della Madonna dei Miracoli per le vie di Motta di Livenza

te la peste imperversasse con il suo seguito di               Per questo sull’inginocchiatoio semicircolare
morti fin sul confine con Oderzo, il territorio mot-          che sta davanti all’Immagine nella nicchia, so-
tense era un’isola di salute impenetrabile. Que-              stenuto da dodici colonnine come le 12 stelle
sto miracolo, per la verità, era stato preceduto              che adornano simbolicamente Maria, troviamo
da un fatto inspiegabile avvenuto nella notte del             questa scritta latina “A periculis cunctis libera
21 novembre 1629, quando nella Cripta scoppiò                 nos semper, Mediatrix nostra potentissima, ora
un incendio, sviluppandosi soltanto nella nicchia             pro nobis”. Sui due lati lo stemma francescano
della Santa Immagine, prendendo fuoco tutto                   e lo stemma mottense-veneziano.
ciò che c’era attorno (grucce, ex-voto, drappi)               Castigo divino, prova da superare, male am-
ma fermandosi ai piedi della Madonna, il cui                  messo o altre formule? Di fronte alla morte e
braccio destro però si spostò prodigiosamente                 alla malattia di tante persone, in primo luogo
(come lo vediamo tuttora) quasi per proteggere                nelle epidemie, ci si è sempre posti questa
Gesù Bambino grazie al suo mantello. Questo                   domanda, che è pertinente soprattutto per un
fatto avvenuto proprio nella data poi dedicata a              credente. In attesa di capire e cercando nel-
Venezia per votarsi alla Madonna della Salute                 le nostre disgrazie di dare a Dio la posizione
(il 21 novembre) anticipava la protezione che                   preminente, mi pare bella la soluzione di San
la Madonna dei Miracoli avrebbe                                       Filippo Neri: “Dobbiamo agire come se
riservato ai suoi devoti mot-                                                  tutto dipendesse da noi, dob-
tensi, proteggendoli dalla                                                         biamo pregare come se tut-
malattia e dal male con il                                                           to dipendesse da Dio”.
suo manto mistico.

                                                                                                 La Voce di Maria   11
CRISTO È VIVO
     E TI VUOLE VIVO!
     Esortazione di Papa Francesco
     ai giovani
     di Fr. Andrea Maset

                                Riprende dallo scorso numero

     U
            na struttura semplice… Come abbiamo vi-
            sto le scorse volte, l’esortazione si compone                           Incontro Giovani a S. Pancrazio
            di nove capitoli, che possono facilmente es-
     sere raggruppati in gruppi di tre, secondo il metodo      anche noi siamo vivi. Fin dal titolo il Papa spera
     caro all’Azione Cattolica del “guardare”, “giudicare”     che questo messaggio possa essere chiaro e forte
     e “agire”. La volta scorsa abbiamo presentato quelli      nel cuore di tutti i cristiani. Camminando con Dio,
     che fanno riferimento al “guardare”, ovvero partire       ricevendo da Lui aiuto e guida, i giovani possono
     da una lettura della situazione attuale alla luce della   operare un discernimento (parola cara a Papa
     Parola di Dio. Stavolta vediamo da vicino i capitoli      Francesco), ovvero guardare con più chiarezza alla
     dal 4 al 6 con cui, alla luce dello sguardo racconta-     realtà e ai desideri che hanno nel cuore e scegliere
     to nei primi capitoli e dell’esperienza del Sinodo, il    la strada. Il mondo ogni giorno può brillare se ognu-
     Papa lancia ai giovani e ai cristiani tutti un appello.   no scopre il desiderio profondo che porta nel cuore

     I
                                                               e che Dio, che ci ha fatti, conosce. Il cambiamento
        l giudicare. Come si vive la giovinezza quando         è un fatto di scelte, e il Papa ci tiene a sottolineare
        ci lasciamo illuminare e trasformare dal grande        come sia importante che parta dai Giovani: “Sono
        annuncio del Vangelo? È importante porsi questa        giovani che vogliono essere protagonisti del cam-
     domanda, perché la giovinezza, più che un vanto,          biamento. Per favore, non lasciate che altri siano
     è un dono di Dio: «Essere giovani è una grazia, una       protagonisti del cambiamento! Voi siete quelli che
     fortuna». È un dono che possiamo sprecare inutil-         hanno il futuro! Attraverso di voi entra il futuro nel
     mente, oppure possiamo riceverlo con gratitudine e        mondo. A voi chiedo anche di essere protagonisti di
     viverlo in pienezza.” CV 134                              questo cambiamento. Continuate a superare l’apa-
     Uno sguardo sui giovani di tutto il mondo ci aveva        tia, offrendo una risposta cristiana alle inquietudini
     portato la scorsa volta a sottolineare la grande ca-      sociali e politiche, che si stanno presentando in va-
     pacità di rinnovamento e trasformazione che essi          rie parti del mondo. Vi chiedo di essere costruttori
     possono portare nel mondo. Questa è però una              del mondo, di mettervi al lavoro per un mondo mi-
     possibilità che può essere anche offuscata da tante       gliore” (CV 174).
     insidie, sia fuori che dentro noi. Per questo il Papa,    Ma il Papa, che altrove raccomanda di sognare in
     a nome di tutta la Chiesa, si appella ai giovani per-     piedi e a occhi aperti, sa che questa tensione al
     ché si aprano alla relazione con Dio, che intesse nel     cambiamento non è un’idealistica corsa al futuro. I
     loro cuore una chiamata, una vocazione, che li può        nostri passi verso il domani saranno saldi se avran-
     portare a vivere una vita piena. L’uomo in generale       no radici solide nel presente e nel passato.
     e i giovani in particolare hanno sete di una vita pie-    Dei giovani infatti non è solo il proiettarsi in avanti,
     na, autentica. Il Signore vuole accompagnarci a tro-      ma anche la voglia di vivere e sperimentare il pre-
     vare questa vita, aiutarci ad evitare gli inganni che     sente che è posto loro dinnanzi. Infatti “come potrà
     finirebbero per renderci schiavi. Per questo il Papa      essere grato a Dio chi non è capace di godere dei
     fa risuonare l’annuncio della Pasqua, il Kerygma,         suoi piccoli regali di ogni giorno, chi non sa soffer-
     a tutti i giovani: “Gesù Cristo, morto e risorto, ci ha   marsi davanti alle cose semplici e piacevoli che
     rivelato il Padre e donato lo Spirito” (CV 133), Dio      incontra ad ogni passo? Perché «nessuno è peg-
     ci ama, Cristo ci salva, Lui è vivo e desidera che        giore di chi danneggia se stesso» (Sir 14,6). Non si

12   La Voce di Maria
“strappato dalla terra”. È il pericolo che corriamo
                                                          ad opera di sottili manipolazioni, che ci inducono
                                                          a svuotarci della nostra storia e identità per esse-
                                                          re più facile preda dell’ideologia del momento. La
                                                          giovinezza stessa può diventare un’ideologia. As-
                                                          sistiamo infatti ad una sua presentazione distorta,
                                                          che punta all’apparenza, alla forza, alla bellezza
                                                          esteriore, alla possibilità di cambiare senza limiti e
                                                          senza mai arrivare a una scelta definitiva. Il Papa
                                                          ci invita a riscoprire la sua bellezza autentica, ge-
                                                          nuina: “scoprire che c’è una bellezza nel lavoratore
                                                          che torna a casa sporco e in disordine, ma con la
                                                          gioia di aver guadagnato il pane per i suoi figli. C’è
Momenti del Corso Vocazionale a S. Pancrazio              una bellezza straordinaria nella comunione della
                                                          famiglia riunita intorno alla tavola e nel pane con-
tratta di essere insaziabili, sempre ossessionati da      diviso con generosità, anche se la mensa è molto
piaceri senza fine. Al contrario, perché questo ti im-    povera. […] C’è una bellezza che va al di là dell’ap-
pedirà di vivere il presente. Si tratta di saper aprire   parenza o dell’estetica di moda in ogni uomo e ogni
gli occhi e soffermarti per vivere pienamente e con       donna che vivono con amore la loro vocazione
gratitudine ogni piccolo dono della vita” (CV 146). Il    personale, nel servizio disinteressato per la comu-
discernimento infatti non riguarda solo le scelte per     nità, per la patria, nel lavoro generoso per la felicità
il futuro, ma anche la capacità di vivere il presen-      della famiglia, impegnati nell’arduo lavoro anonimo
te, e viverlo bene, confidando nella provvidenza di       e gratuito di ripristinare l’amicizia sociale. Scoprire,
ogni giorno. Il presente è il tempo in cui incontrare     mostrare e mettere in risalto questa bellezza, che
il Signore e crescere nella relazione con Lui, è il       ricorda quella di Cristo sulla croce, significa mettere
tempo del “pane quotidiano”. È per i giovani anche        le basi della vera solidarietà sociale e della cultura
il tempo della crescita e della maturazione: “Cre-        dell’incontro.” (CV 183). Come eviterà un giovane
scere vuol dire conservare e alimentare le cose più       di essere “strappato dalla terra”? Nel Sinodo è
preziose che ti regala la giovinezza, ma nello stes-      emersa l’importanza del dialogo tra le generazioni.
so tempo significa essere aperti a purificare ciò che     Per sfuggire a queste manipolazioni un’arma effi-
non è buono e a ricevere nuovi doni da Dio che ti         cace è la condivisione degli sguardi tra tutte le età,
chiama a sviluppare ciò che vale.” (CV 161).              l’aiuto reciproco tra chi vivendo ha accumulato sag-
Anche il passato non può né deve essere scartato          gezza ed esperienza e chi sta iniziando a cammi-
dai giovani nel costruire il domani. Usando un’im-        nare nel mondo con tutto l’entusiasmo e la fantasia
magine presa dai nostri boschi, il Papa ci ricorda        della giovinezza. Il sesto capitolo si conclude con
come un albero per crescere verso l’alto ha biso-         quest’immagine: “Nel Sinodo uno degli uditori, un
gno di radici solide, che gli impediscano di essere       giovane delle Isole Samoa, ha detto che la Chiesa
                                                          è una canoa, in cui gli anziani aiutano a mantene-
                                                          re la rotta interpretando la posizione delle stelle e i
                                                          giovani remano con forza immaginando ciò che li
                                                          attende più in là. Non lasciamoci portare fuori stra-
                                                          da né dai giovani che pensano che gli adulti siano
                                                          un passato che non conta più, che è già superato,
                                                          né dagli adulti che credono di sapere sempre come
                                                          dovrebbero comportarsi i giovani. Piuttosto, salia-
                                                          mo tutti sulla stessa canoa e insieme cerchiamo un
                                                          mondo migliore, sotto l’impulso sempre nuovo dello
                                                          Spirito Santo.” (CV 201).

                                                                                     Continua nel prossimo numero

Animatori della Pastorale Giovani a S. Pancrazio                                                  La Voce di Maria   13
DIO CHIAMA IL PICCOLO
     SANTE SPESSOTTO
     Fanciullezza e vocazione di Padre Cosma
     missionario e martire
     Fr. Claudio Bratti ofm

     I
       piani di Dio sono misteriosi e imprevedibili, egli chia-   pagare la rata del Seminario. Sante rimase dispiaciu-
       ma ogni uomo a collaborare nel suo piano di salvez-        to. Un giorno disse al papà: «Se tu lasciassi di fuma-
       za. A volte chiama uno quando è ancora bambino,            re, forse riusciresti a pagare la rata del Seminario». Il
     alle volte permette di fare molte esperienze e un lungo      papà gli rispose: «Anche se smettessi di fumare, che
     cammino prima di far comprendere la vocazione, che           è il mio unico piccolo vizio, a mala pena riuscirei a
     sempre orienta al bene. S. Agostino, ad esempio, si          comperarti un paio di scarpe … perciò è meglio non
     accorse tardi nella sua vita che Dio lo stava seguendo       pensarci più». Il piccolo Sante gli rispose: «Eppure
     e lo preparava, nonostante le sue resistenze.                sono sicuro che il Signore mi vuole sacerdote». La
     Tra le tante vocazioni, c’è quella di collaborare stretta-   cosa finì lì, dispiaciuto ma non rassegnato.
     mente con il Signore, nel suo piano di Salvezza, me-
     diante il Ministero sacerdotale. Molte volte il Signore      Poco tempo dopo c’è stata la missione popolare nella
     semina questo desiderio nel cuore della persona, fin         parrocchia e predicatori della missione erano i frati del
     dalla nascita.                                               vicino convento della Madonna dei Miracoli a Motta di
                                                                  Livenza. Durante un’incontro con i bambini, il predi-
     Sante Spessotto (Padre Cosma) é nato in una fami-            catore chiese: «Chi di voi sente che il Signore lo chia-
     glia numerosa e molto cristiana che abitava un caso-         ma a diventare religioso e sacerdote?». Sante in quel
     lare nel comune di Mansué (Treviso). Nella stessa            momento stette zitto. Finita la predica egli si recò in
     casa vivevano cinque famiglie, tutte dedite all’agricol-     sacristia e chiese al frate: «Quanti soldi ci vogliono per
     tura come mezzadri. Sante era il terzo di 10 fratelli che    farsi frate?». Il predicatore rispose: «Occorre la buona
     erano abituati a pregare insieme, lavorare e aiutarsi a      volontà di seguire il Signore». Sante rispose: «Ci pen-
     vicenda. Sante, fin da piccolo, soprattutto dopo la pri-     serò». Ritornò a casa felice e contento, raccontò ai
     ma comunione, amava andare a messa ogni giorno,              genitori il suo dialogo con il predicatore e chiese di en-
     al mattino presto. Si recava in chiesa assieme alla zia,     trare nel Seminario francescano. Aveva capito che la
     ad alcune sorelle e cugine, e qualche volta anche con        Divina Provvidenza gli aveva presentato quest’occa-
     il papà. Lo attraeva la celebrazione dei misteri divini.     sione, cioè che la chiamata non era di diventare prete
     Quando Sante iniziò ad andare a scuola, dovette af-          diocesano, ma Frate Minore, sacerdote, per servire il
     frontare vari sacrifici; anzitutto la distanza dalla scuo-   Signore alla scuola di San Francesco d’Assisi.
     la perché la sua abitazione distava tre chilometri dal       Così, i genitori parlarono prima con il predicatore, poi
     paese. Percorreva così tre chilometri per andare a           con l’incaricato delle vocazioni del convento di Mot-
     messa e altri tre di ritorno a casa per far colazione        ta, e Sante poté iniziare a realizzare quel desiderio
     (bisognava infatti rispettare il digiuno per la comunio-     che Dio aveva posto nel suo cuore fin da fanciullo.
     ne); poi doveva percorrere altri tre chilometri a piedi      All’età di 12 anni, il 3 settembre 1935, Sante Spes-
     per andare a scuola e altrettanti di ritorno. Ma Sante li    sotto entrava nel Probandato Antoniano di Lonigo (VI)
     percorreva ben volentieri.                                   per continuare i suoi studi fino al Ginnasio. In segui-
     All’età di 10 anni il cappellano portò i ragazzi che         to vestiva il saio francescano il 16 settembre 1939 e
     frequentavano il catechismo a una giornata di orien-         compiva il suo Noviziato nel convento di S. Pancrazio
     tamento vocazionale a Oderzo. Sante rimase impres-           di Barbarano (VI). Il 17 settembre 1940, prendendo il
     sionato dalla presentazione del Ministero sacerdotale,       nome di Frate Cosma, egli emetteva i voti di povertà,
     fatta dal predicatore. Ritornato a casa, fece la propo-      obbedienza e castità ed entrava così a far parte della
     sta ai genitori di entrare in Seminario a Vittorio Vene-     grande Famiglia Francescana, nell’Ordine dei Frati
     to, ma la povertà della sua famiglia non permetteva di       Minori.

14   La Voce di Maria
CRISTO
IN ATTESA DELLA RISURREZIONE
Scultura del Beato Fra Claudio Granzotto
Fr. Aldo Zerbinati

Sotto l’altare laterale destro della chiesa di S. Fran-   ha ben evidenziato il suo studioso prof. Mariano
cesco dei frati minori a Vittorio Veneto si apre una      Apa. Per cogliere questo “messaggio” e “guardare”
nicchia che contiene un’immagine statuaria del Cri-       quest’opera almeno un po’ con gli occhi dell’autore
sto morto. E’ probabilmente il capolavoro del frate       ci vengono in aiuto alcune espressioni di una sua
scultore beato Claudio Granzotto (1900-1947), che         lettera, mai spedita, indirizzata al Santo Padre papa
nel convento vittoriese ha trascorso la quasi totalità    Pio XII: “Beatissimo Padre, Santità, perdonerà il
della sua breve vita da religioso. L’opera fu esegui-     mio ardire…Fui mosso da un grande desiderio,
ta tra il ’40 e il ’41 e inaugurata il 2 novembre 1941.   quello di vedere il Figlio di Dio più amato e loda-
L’altare, pure progettato da Fra Claudio, è dedicato      to. Per cui mi suggerì l’idea di scolpire nel marmo
alla Vergine Addolorata. Quindi un altare - Calva-        l’immagine di Cristo, rilevata dalla santa Sindone...
rio, con la Madre Addolorata e ai suoi piedi il Figlio    Lo scopo prefisso di questa realizzazione è quello
morto deposto dalla croce. Accostando quest’opera         di dimostrare all’umanità ancora una volta il grande
di giorno, a luci della chiesa spente, l’impatto visivo   amore che Cristo portò per noi… Questo è il mio
è davvero notevole. La pietra nera dell’altare e la       grande desiderio, Santità, che Gesù Cristo Signore
nicchia grigia del sepolcro in esso ricavata creano       nostro sia più conosciuto e maggiormente amato”.
una cornice e uno sfondo straordinari a quel corpo        Tutto procede dal “grande desiderio” che ” Gesù
di marmo di Carrara, non statuario ma fino grigio,        Cristo Signore nostro sia più conosciuto e maggior-
levigato con una patinatura che tende ad assorbire        mente amato” attraverso la rappresentazione pla-
la luce proveniente dall’esterno attraverso due oblò      stica del “grande amore che Cristo portò per noi”.
invisibili a chi guarda. Il risultato visivo minuziosa-   Questo “grande amore” è “il messaggio” nel quale
mente progettato da Fra Claudio “induce alla comu-        essere coinvolti. Ma per realizzare la sua opera
nicazione, al mostrare l’immagine per provocare un        Fra Claudio non attinge alla fantasia o alla ricca
pensiero comunicativo sì da coinvolgere lo spetta-        iconografia sul Cristo della storia dell’arte, bensì a
tore nel  che l’opera ha in sé” come         “l’immagine di Cristo, rilevata dalla santa Sindone”.

                                                                                                 La Voce di Maria   15
Fra Claudio, quando ancora era il giovane scultore        in piedi e davanti: come una verticale icona del Sal-
     Riccardo Granzotto, aveva potuto contemplare il           vatore. La rigidità del corpo e gli occhi chiusi…ma
     sacro lino conservato a Torino nell’ottobre del 1933,     l’incavo e il concavo del torace come in un sussulto
     durante la speciale ostensione nell’anno santo della      di respiro, le labbra non serrate ma posate l’una a
     redenzione, poche settimane prima di vestire l’abito      l’altra in procinto di muoversi… tradiscono la fissità
     del frate minore. Ne era diventato uno studioso ap-       del "sudario" in un riposo leggero…E’ il Cristo come
     passionato, coltivando il sogno di far prendere cor-      uomo vero che muore ed è il Cristo come vero Dio
     po all’immagine impressa nella tela. Indubbiamen-         che risuscita… Nella compostezza del dramma che
     te “icona” della passione di Cristo, per Fra Claudio      s’è svolto - il Cristo è stato crocifisso ed è adagiato
     la Sindone è “vera” icona come scrive ancora nella        nel sudario nel sepolcro - e nella felicità di quanto
     lettera succitata: “risulta l’immagine di Cristo di una   accadrà - il mattino della S. Pasqua - questa im-
     perfezione ammirabile in tutte le sue parti; control-     magine del Cristo è una vera Icona del Cristo dei
     lata pure con tutti i migliori canoni di anatomia; tale   Tre Giorni, ovvero del Cristo già Crocifisso che sta
     armonia, equilibrata in tutti i suoi particolari, non è   per farsi compagno dei Pellegrini verso Emmaus,
     possibile trovar-                                                                               che è lì per tra-
     la      interamente                                                                             sfigurarsi in una
     nell’uomo corrotto                                                                              luce che acceca”.
     dai vizi, ragione                                                                               A chi sosta a con-
     per cui dimostra                                                                                templare la scul-
     chiaramente l’au-                                                                               tura, conoscendo
     tenticità della san-                                                                            anche solo un pò
     ta Sindone”.                                                                                    la vita del Bea-
     Da autentico ico-                                                                               to Fra Claudio,
     nografo, in un                                                                                  non sfugge l’altro
     clima di preghiera                                                                              grande messag-
     continua – confi-                                                                               gio di cui è intriso
     dava di aver > – su-         La vera immagine del Salvatore che Fra Claudio
     perando non pochi ostacoli e incomprensioni, Fra          è intento a scolpire in quegli anni, attraverso la ri-
     Claudio realizza questa icona tridimensionale. Così       cerca incessante del Volto di Cristo nella preghie-
     la descrive il prof. Apa: “Il lenzuolo della Sindone si   ra prolungata davanti al tabernacolo, attraverso il
     arrotola morbidamente dietro la testa e sotto i piedi,    servizio e la carità instancabile verso i più poveri
     come una pergamena aperta, un papiro squader-             nel contesto tragico del secondo conflitto mondiale,
     nato che lascia leggere il suo misterioso geroglifi-      attraverso la paziente accoglienza degli impegni
     co. Qui l’immagine risulta proprio la figura  dalla superficie del velo-sudario… Si tratta         porta e da ultimo della terribile malattia …la vera
     proprio di essere coinvolti in ciò che Fra Claudio ci     immagine e somiglianza del Signore “in attesa della
     ha indicato: il prendere volume, il prendere corpo        risurrezione” scolpita da Fra Claudio è la sua stes-
     della figura impressionata sulla tela. Il corpo, lungo    sa anima. Mentre l’artista scolpisce il marmo e la
     dalla testa ai piedi un metro e ottantatré centimetri,    sua vita, il divino Artista scolpisce in lui i tratti del
     risulta un volume leggero; incurante della materi-        suo Capolavoro. Il Beato Fra Claudio interceda,
     cità e pesantezza del marmo, è trasfigurato nella         per coloro che ammirano la sua opera, di essere
     opaca luce della patinatura-lucidatura. L’immagine        coinvolti ogni giorno di più in questa divina scultura.
     andrebbe vista non di lato in orizzontalità, bensì…

16   La Voce di Maria
PADRE PIO CI HA LASCIATO

V
        enerdì 21 febbraio il nostro Padre Pio Pran-
        dina ha accolto la visita di sorella morte e
        così ha detto il suo ultimo sì al Signore che lo
chiamava a seguirlo per stare con lui per sempre,
come dice Gesù: “ Padre, voglio che quelli che mi
hai dato siano con me, dove sono io”.
P. Pio è andato al Padre lasciandoci in punta di
piedi, proprio come ha vissuto. Da alcuni mesi era
venuto a conoscenza di un male incurabile. La fati-
ca delle terapie e poi il dolore causato dall’avanza-
mento del male lo hanno provato fortemente negli
ultimi tempi. Eppure mai ha mostrato insofferenza
o resistenza per la sua situazione e per i dolori, ma
invece una esemplare forza di accettazione e sop-
portazione.
Il tempo dell’infermità e poi i giorni della morte han-
no evidenziato maggiormente quanto questo Fra-
te fosse amato e stimato da numerose persone,
coppie, famiglie. Una qualità riconosciuta a Padre
Pio era il dono dell’ascolto e del consiglio. Nella
sua vita di Frate e nel suo Ministero sacerdotale
egli è stato guida e padre spirituale per tante, tante
persone che ancor oggi attribuiscono a lui il merito       mo luogo, oltre ai molteplici lavori di manutenzione
d’aver ritrovato la luce e la serenità necessarie per      e sistemazione, egli ha programmato e animato il
andare avanti. La sua persona è stata determinan-          Centenario dell’Apparizione.
te per accompagnare coppie al sacramento del               Un altro servizio che P. Pio ha curato con dedizione
Matrimonio, per ricomporre situazioni di divisione o       e passione è stato l’Assistenza alle Sorelle Clarisse
separazione, per guidare spiritualmente sacerdoti          della Federazione del Veneto ed Emilia Romagna.
e religiosi che a lui facevano riferimento.                Per esse ha avviato la Scuola di Formazione ed
Le doti di accompagnatore e guida spirituale, Pa-          egli stesso si attivava per incentivare la formazione
dre Pio le ha sviluppate meglio nei suoi incarichi         nei monasteri.
come Formatore dei giovani Frati e poi anche delle         Pure l’Assistenza all’Ordine Francescano Secolare
giovani Clarisse in formazione. Nella nostra Pro-          è stato un servizio che Pio ha curato e offerto con
vincia religiosa egli è stato più volte Maestro dei        amore. Preparava bene gli incontri, ma sempre
Postulanti, vale a dire di coloro che iniziano il cam-     con il proposito che non mancasse la formazione
mino nella nostra Fraternità per abbracciare la vita       di questi francescani che vivono quotidianamente il
francescana.                                               confronto con il mondo e la sfida di testimoniare il
Poi Frate Pio ha dedicato abbondante tempo del-            Vangelo nella nostra società odierna.
la sua vita a servizio della Vergine Maria nei suoi        E’ evidente che P. Pio, con la sua carica umana e
Santuari. Più volte e per diversi anni egli ha servito     la delicatezza che gli erano proprie, ha seminato
questo nostro Santuario della Madonna dei Mira-            molto nell’animo e nella vita di numerose persone.
coli e molte sono le persone cha hanno beneficato          Noi tutti gliene siamo grati, ma anche ringraziamo il
della sua presenza in questo luogo. Inoltre P. Pio è       Signore per avercelo donato come Frate e compa-
stato Rettore del nostro Santuario della Madonna           gno di vita. Sia il Signore la ricompensa per il tanto
del Frassino, a Peschiera del Garda. In quest’ulti-        bene donato.

                                                                                                  La Voce di Maria   17
VITA IN SANTUARIO

     N O V E NA F E S T A D E L L ' A P P A R I Z I O N E
     Tutto era pronto da tempo per la Novena di Preparazione alla Grande Festa dell’Apparizione della Madonna dei
     Miracoli. Ogni giorno varie Foranie e parrocchie erano prenotate per il pellegrinaggio al Santuario, per celebrare
     assieme il Sacramento della Riconciliazione e poi la Santa Messa in onore della Madonna. Purtroppo il diffondersi
     del virus ha bruscamente impedito lo svolgersi dei programmi e gli assembramenti di persone, anche in chiesa.
     Abbiamo celebrato noi Frati, ogni giorno, la preparazione alla Festa, tenendo presenti i devoti che desideravano

                                                APPARIZIONE
     esserci e che a distanza si sono uniti a noi per invocare la Madonna dei Miracoli.

     FESTA DELL'
     In un’atmosfera surreale, quest’anno, è giunto il giorno 9 marzo, Anniversario della Festa dell’Apparizione
     della Madonna dei Miracoli. Non si è potuto celebrare con i fedeli che numerosi desideravano venire al
     Santuario, ma solo a porte chiuse. Ancora una volta la Televisione ha compiuto il servizio di portare nelle case la
     celebrazione di quel giorno così importante e l’immagine della nostra Madonna.
     In serata abbiamo accolto il nostro Vescovo, Corrado, che ha espresso il desiderio di celebrare ugualmente qui in
     Basilica nel giorno dell’Apparizione, per pregare la Madonna per tutti coloro che stanno portando il peso e il dolore
     della diffusione del “corona virus”. Al termine della Messa, Vescovo e Concelebranti, si sono recati alla Cripta dell’Ap-
     parizione per rivolgere alla Madonna dei Miracoli una speciale supplica per il nostro territorio e per tutti coloro che
     sono coinvolti dall’epidemia, per ottenere la protezione e la liberazione dal male che sta diffondendo dolore e morte.

18   La Voce di Maria
RELL             A MORTE
...SO
  Venerdì 21 febbraio sorella morte ha visitato
  nuovamente la nostra Fraternità chiamando
  con sé Padre Pio Prandina.
  Da poco aveva compiuto 76 anni e nel
  dicembre scorso in Basilica aveva celebrato
  il suo 50° di Ordinazione Sacerdotale.
  E’ stata una grave perdita per la nostra
  comunità, ma non solo per noi Frati, bensì
  anche per l’Ordine Francescano Secolare
  che lo aveva come Assistente e per numerose
  persone che a lui facevano riferimento per il
  proprio cammino spirituale.
  Padre Pio era qui a servizio del Santuario
  da tre anni, ma in passato egli era già stato
  in questa Fraternità per il Santuario come
  Formatore dei Postulanti.

  Lunedì 24, mentre iniziavano le restrizioni
  per le celebrazioni nelle chiese, abbiamo
  celebrato il funerale del nostro fratello P. Pio,
  presieduto dal nostro Vescovo Corrado, con
  la partecipazione di numerosi Frati e Preti
  e, oltre ai parenti, di molti amici che hanno
  dovuto seguire la celebrazione dall’esterno
  della chiesa.

    T E M P O O R D I NA R I O
    Il periodo che segue le Feste Natalizie è un tempo abitualmente tranquillo per il Santuario. Si
    avvicendano sempre gruppi e pellegrinaggi, ma con ritmo tranquillo così da trasmettere ai
    devoti e ai Frati un senso di tranquilla conduzione e animazione di questo luogo benedetto.
    Sono continuate le iniziative che fanno riferimento al Santuario, quali le Catechesi sulle
    Dieci Parole e gli incontri sulla Parola di Dio per i Lettori e persone interessate.

                                                                                       La Voce di Maria   19
MERCOLEDÌ DELLE CENERI
26 febbraio, è iniziato il TEMPO FORTE DELLA QUARESIMA.
Con grande dispiacere non si è potuto celebrare con i fedeli un momento così
importante. Noi Frati, a porte chiuse e con la diffusione mediante la televisio-
ne, abbiamo celebrato l’Eucaristia con la Benedizione delle Ceneri. Poi, nei
giorni seguenti, abbiamo messo a disposizione dei fedeli che frequentano
la chiesa: le Ceneri benedette e una preghiera con la formula tradizionale
di inizio Quaresima. Tanta amarezza provoca questa situazione che non si
era conosciuta prima, ma forse anche questi limiti possono diventare un’e-
sperienza di reale penitenza che ci tocca nei sentimenti e nell’animo e che
converte i cuori.

                                            ▲19 marzo. Rosario della co-
                                            munità dei Frati, in contempora-
                                            nea con tutta l’Italia.

                                            ◄ Visita a Motta del Ministro Pro-
                                            vinciale Fr. Enzo con Fr. Santos
                                            dell'India.
CORI in BASILICA

                                          Coro San Benedetto Abate di Orsago.

Coro Polifonico Valsile di Tv.

Coro S. Odorico di Sacile - Pn.   Coro Voci dal Tagliamento da S. Vito al Tagliamento.

                                                             La Voce di Maria      21
AFFIDATI
                            ALLA
                            MADONNA
        • Cancian Lorenzo da Conegliano
        • Furlan Umberto e Cescon Graziana
          nell’Anniversario di Matrimonio
        • Soldan Graziano e Calderan Graziella
        • Gruppo Classe 1948, da Rossano Veneto ( VI )
        • Gruppo di 30 Podisti, a piedi da Ceggia ( VE )
                                                                 Giovanni e Vittorio Di Presa

        Benenati Giuseppe da Vittoria (Ragusa)                         Giarolo Silvio

     Nadal Leonardo e Barazza Carla nel 50° di Matrimonio   Italo Cuzziol da S. Lucia di Piave, nipote
                                                                 del Beato Fr. Claudio Granzotto,
22      La Voce di Maria                                              nel 100° compleanno
Giuseppe Di Santo con i genitori Aldo e Antonella          50° Matrimonio di Canato Giuliano e Lazzarin Ida

Famiglia di Giuseppina Zia Biancardi - Massa Carrara                60° Matrimonio di Rossetti Rino e Tardivo Vanda

           Marson Pietro e Trevisan Mirella nel 55° di Matrimonio

                                                                                             La Voce di Maria   23
celebrazioni
            PASQUALI 2020
5 Aprile - DOMENICA DELLE PALME                                                         11 Aprile - SABATO SANTO
Messe 7.00 – 8.30 – 10.00 – 11.30 – 17.00 – 18.30                                       7.00 Ufficio Letture e Lodi
10.00 Benedizione dei rami d’olivo                                                      21.00 Solenne Veglia Pasquale
      Processione e Messa in Basilica

9 Aprile - GIOVEDÌ SANTO                                                                12 Aprile - PASQUA di RISURREZIONE
7.00 Ufficio Letture e Lodi                                                             Messe 7.00 – 8.30 – 10.00 – 11.30 – 17.00 – 18.30
20.30 Messa in Coena Domini                                                             16.00 Vespri Solenni

10 Aprile - VENERDÌ SANTO                                                               13 Aprile - LUNEDÌ dell’ANGELO
7.00 Ufficio Letture e Lodi                                                             Messe 7.00 – 8.30 – 10.00 – 11.30 – 17.00 – 18.30
15.00 Passione del Signore e Adorazione                                                 16.00 Vespri
      della Croce                                                                                                          CONFESSIONI:
20.30 Via Crucis dal Duomo alla Basilica                                                                     8.00-12.00 - 15.00-19.00
                                                                                              Venerdì Santo: dalle 16.30 alle 19.00

I Frati del Santuario vi augurano                                           Buona e Santa Pasqua
                  Anno LXXXVI • N. 2 Marzo - Aprile 2020 • Rivista Bimestrale • Sped. in Abb. postale • D.L. 353/2003 - Art. 1 comma 2 • DCB TV
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