Ariaaria La Voce - Santuario-Basilica Madonna dei Miracoli
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Periodico del SANTUARIO DELLA MADONNA DEI MIRACOLI MOTTA DI LIVENZA - TV | MARZO/APRILE 2020 2/2020 La Voce di ar ia
Anno LXXXVI - N. 2 - Marzo/Aprile 2020 Siamo ben lieti di ricevere, per posta o meglio via mail a info@santuariomotta.it, vostre lettere e foto che pubblicheremo nella Rivista. Potete segnalarci avvenimenti o grazie ricevute per l’intercessione della Madonna. LA SANTA MESSA IN TV E INTERNET Puoi seguire la S. Messa domenicale celebrata in Santuario delle ore 10.00 e quella feriale delle ore 7.30: Santuario Basilica Madonna dei Miracoli • per televisione su Rete Veneta, canale 18; Piazzale Madonna, 2 - Motta di Livenza TV • in internet su www.reteveneta.it cliccando sulla Tel. 0422 766030 voce Diretta Live; www.santuariomotta.it - www.fratiminori.it • dal tuo smartphone scaricando l'app di Rete Veneta e cliccando su Streaming Live. info@santuariomotta.it Facebook “f ” Logo CMYK / .eps Facebook “f ” Logo CMYK / .eps Per versamenti (offerte, preghiere, SS. Messe, ORARI SANTUARIO rinnovo abbonamento, sostegno santuario) Apertura Santuario: 6.30-12.00 e 15.00-19.00 puoi inviare la tua offerta Parcheggio Auto: 6.00-19.00. Alle 19.00 viene tramite queste possibilità: chiuso e riaperto l’indomani. • Bollettino sul C/C postale n. 131318 CELEBRAZIONI FESTIVE SS. Messe: 7.00; 8.30; 10.00; 11.30; 17.00; 18.30 intestato a: Confessioni: 6.45-12.00 e 15.30-19.00 LA VOCE DI MARIA Vespri: 16.00 • Bonifico bancario intestato a: PROVINCIA S. ANTONIO DEI FRATI MINORI; CELEBRAZIONI FERIALI SS. Messe: 7.30; 8.30; 9.30; 18.00 IBAN: IT45 Z058 5661 8402 0557 0000 650 Confessioni: 8.00-11.45 e 15.00-19.00 Lodi: 7.00 Usare solo le intestazioni sopra menzionate. Rosario: 17.30 Altre intestazioni (come per esempio P. Rettore o Vespri: dopo la Messa delle 18.00 Padre Superiore o Basilica) Negozio articoli religiosi: 9.00-12.00 e 15.00-18.00 ne impediscono la riscossione. Tel. 0422.765171 LA VOCE DI MARIA Periodico bimestrale - Eco del Santuario Basilica “Madonna dei Miracoli” 31045 Motta di Livenza (TV) In questi giorni di tanta Tel. 0422.766030 - info@santuariomotta.it sofferenza c’è tanta paura, Provincia S. Antonio dei Frati Minori www.santuariomotta.it - www.fratiminori.it paura degli anziani che sono Per aiutare il Santuario CCP 131318 intestato a: La Voce di Maria soli, dei lavoratori senza un Stampa: Grafica 6 snc - Zero Branco (TV) Direttore Responsabile: Fr. Luigi Secco lavoro fisso … la paura di Redazione: FFr. Mario, Francesco e Pio, Mario Po’ ognuno di noi. Preghiamo Servizio Fotografico: Franco Gottardi, Carlo Verardo, fr. Mario Aut. Trib. Treviso 4/12/95 - Reg. Stampa N. 978 insieme il Signore perché ci Vive di offerte Per l’Italia € 15 - Per l’Estero € 20 - Copie 5.000 aiuti ad avere fiducia e a Privacy: Nel rispetto della legge 675/96, sulla tutela di riservatezza vincere la paura. delle persone e dei dati personali, “La Voce di Maria” garantisce che le informazioni relative agli associati, custodite nel proprio archivio elettronico, NON saranno cedute ad altri e SARANNO utilizzate Papa Francesco esclusivamente per l’invio della rivista.
Saluto del Padre Rettore C ari devoti e amici del San- sacramenti della vita cristiana. tuario della Madonna dei Mi- Pure senza la partecipazione dei fedeli, noi Frati della racoli, il Signore vi dia salute comunità ogni giorno celebriamo l’Eucaristia e sull’al- e pace. Rivolgendomi a tutti voi, in tare offriamo anche le preoccupazioni e la sofferenza questo tempo di preparazione quare- di ciascuno di voi. Diventano nostra preghiera le ansie simale alla prossima Pasqua, pensa- per il futuro, le insicurezze del lavoro, i timori per la sa- vo di condividere i sentimenti di gioia lute. Ci si raduna più volte al giorno per i vari momenti e letizia di chi avverte ormai vicina la di preghiera e sempre vi portiamo con noi al Signore e celebrazione della Risurrezione del vi affidiamo alla protezione della Madonna. Signore. Mai avrei immaginato invece I nostri Vescovi ci hanno ripetutamente esortato a fare che un velo di preoccupazione e di delle nostre case, delle nostre famiglie, quei santuari mestizia si posasse negli animi di tutti in cui si trova confidenza e quiete per mettersi in ascol- noi, costringendoci giorno dopo gior- to della Parola di Dio, per invocare il Signore e per no a misurarci e a proteggerci dalla mettersi sotto la protezione della Madonna. Pregare grave minaccia di un virus che si va insieme in famiglia dovrebbe diventare uno dei valori diffondendo tra la nostra gente, in tutto ritrovati che ci consola in questo tempo di restrizioni, il nostro paese e in Europa, seminan- oltre che a scandire i giorni di questa Quaresima così do paura, infermità e morte. Ciò che insolita. stiamo vivendo in questi giorni é una Possiamo pertanto trasformare questo tempo di prova esperienza forte che non conosceva- in tempo di grazia, se rivolgendoci alla Vergine Santa, mo e alla quale non eravamo minima- nostra Madre e Maestra, impariamo a gestire bene il mente preparati. La costrizione dello tempo che ci é dato e lo mettiamo a disposizione di stare in casa, evitare relazioni e con- chi abbiamo in casa per pregare, per ascoltare, per tatti, l’arresto delle attività, del lavoro, sostenere, per aiutare. della scuola e perfino le restrizioni di Abbiamo la Pasqua davanti a noi e ancora non sap- frequentare le chiese e di celebrare piamo se saremo nelle condizioni di poterla celebrare i sacramenti, davvero sono decisioni assieme. Questo però non deve deprimerci, ma incen- che hanno sconvolto improvvisamen- tivare il senso di responsabilità personale e famigliare te la nostra vita e le nostre giornate. per vivere al meglio questo tempo forte. Il Santuario in queste settimane è A tutti voi, cari devoti e amici del Santuario, assieme praticamente deserto, ma dai fugaci alla preghiera, il sentito augurio dei Frati della comuni- contatti e dalle persone che ci chia- tà: che la luce del Risorto giunga presto a rasserenare mano, noi Frati cogliamo tutta l’ama- gli animi e a rischiarare di speranza i nostri passi e rezza e la fatica delle restrizioni che questi nostri giorni. trattengono dal venire a salutare la Madonna e soprattutto dall’accostar- Fr. Mario F. si al Signore nelle celebrazioni dei Rettore della Basilica
LA VOCAZIONE DI MARIA di Fr. Giorgio Cesaro Dal Vangelo secondo Luca 1,26-38 Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chia- mata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domanda- va che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. […]». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. 4 La Voce di Maria
nuova umanità. E a conferma che “nulla è impossibile a Dio” le indica pure un segno: il prodigioso concepimento di Elisabetta, sua cugina, che tutti dicevano sterile. Allora la risposta di Maria, la Serva del Si- gnore, si fa pronta, generosa, trasparente, sincera: “Eccomi”. Ossia, “Ecco me”: la mia vita, il mio tempo, il mio spirito, quello che sono e che ho…. In questa disponibilità di Maria, senza se e senza ma, può davvero agire lo Spirito di Dio. In questo modo Dio opera attraverso Maria ciò che egli deside- ra, ciò che più gli sta a cuore, cioè opera capolavori di grazia, opera attraverso di lei la Salvezza dell’umanità intera. Maria, donandosi totalmente, ci insegna a scegliere Dio prima di tutto, a mettere lui al centro della nostra esistenza, ponendoci in atteggiamento di ascolto e di accoglienza Q della sua volontà. È quindi possibile anche uesto brano evangelico, è noto per noi imitare Maria, dicendo il nostro Sì, come il Vangelo dell’Annunciazio- il nostro Eccomi alla vocazione che Dio ri- ne, ma possiamo anche chiamarlo volge a ciascuno di noi. “la vocazione di Maria”, perché dialogando Dio infatti ha scelto di entrare nella storia con l’angelo Gabriele, la Vergine Maria si del mondo e dell’umanità, cioè nella storia apre ad accogliere la Parola di Dio, ac- di ogni uomo e di ogni tempo, a partire da cettando che siano le mani dell’Altissimo quell’annuncio che Maria, donna umile e a plasmare la sua vita. I Padri della Chie- straordinaria, ha ricevuto e accolto con la sa amano vedere nel Figlio e nello Spiri- sua piena adesione. to Santo, le due mani del Padre che con La disponibilità di Maria, il suo aderire amore guida e sorregge il mondo – è molto prontamente alla volontà di Dio… è in lei bella questa immagine. decisione di fede, motivata dalla certezza Quindi, in questo dialogo/annuncio, è l’an- che poteva fidarsi dell'amore di Dio. Gli gelo che prende la parola, salutando Maria era stato detto: "Concepirai un figlio [...]. e svelandole la chiamata divina a diven- Egli sarà grande e chiamato Figlio dell'Al- tare la Madre del Figlio dell’Altissimo. E tissimo". Sono parole che lasciano Maria qui Maria domanda al messaggero di Dio in uno stato di shock, infatti rimase turba- come sia possibile per lei concepire l’in- ta…ci dice il vangelo. concepibile, cioè dare corpo al Creatore Ma c'è di più! Quando Maria espone la dei corpi, dar vita alla sorgente della vita. sua perplessità circa il "come avverrà tut- E l’angelo, riprendendo il dialogo, spiega to questo?", la risposta che gli dà l’angelo che sarà opera dello Spirito di Dio… e co- è ancora più misteriosa: "Lo Spirito Santo lui che nascerà sarà il primogenito di una scenderà su di te, su di te stenderà la sua La Voce di Maria 5
ombra la potenza dell'Altissimo, Colui che Maria, con il suo “SI” ha saputo essere docile nascerà sarà chiamato Figlio di Dio". alla Parola del Signore, cioè si è resa dispo- E nonostante il mistero, nonostante il turba- nibile ad accogliere e a vivere la volontà di mento, Maria risponde: Sì, …Eccomi, ci sto! Dio. Lo stesso ha fatto Gesù, che con la sua Quello che avvenne in Maria in quel giorno morte e risurrezione ci ha ridonato la vita, la è un consegnare se stessa e la sua fede ad un Dio che opera misteriosamente, ma che vita vera, una vita abitata dall’amore di Dio. opera sempre meraviglie. Ecco allora il significato profondo che ha per Se ci pensiamo bene, quel Sì fiducioso di noi questa Parola di Dio che abbiamo medi- Maria, al quale aggiunge: “Si compia in me tato: anche noi come Maria, che è apparsa secondo la tua parola”, è lo stesso Sì che dirà in questo Santuario di Motta di Livenza e Gesù all’inizio della sua passione, nell’orto che veneriamo con il titolo di “Madonna dei degli ulivi, quando con tutto se stesso dirà: Miracoli”…siamo chiamati a rendere docile il “Sì o Padre, perché si compia non la mia ma nostro cuore – cioè disponibile, accogliente - la tua volontà”. per ricevere in noi la Parola di Dio che si fa Capiamo allora quanto importante sia stato carne, che si fa Eucarestia. Una Parola che per tutti noi quel Sì iniziale di Maria che ha diventa anche in noi, se la testimoniamo con accolto in se il disegno di salvezza che Dio la vita, una Parola che salva, ossia presenza aveva progettato per l’umanità, il quale poi ha del Signore Gesù, che illumina e guida ogni trovato compimento nel Sì di Gesù, nel suo giorno …la nostra esistenza. morire in croce per noi. 6 La Voce di Maria
UNA STRANA QUARESIMA CI PREPARA A VIVERE LA PASQUA di Fr. Giorgio Cesaro S tiamo vivendo il tempo di Quaresima, ma possiamo dire quando, ma finirà. La domanda contemporaneamente stiamo vivendo an- è: come dobbiamo attraversare questo tempo che il tempo del “coronavirus” o meglio del fino a quel punto? E poi anche: come saremo Covid-19, …un tempo che non sarà breve, di cui quando sarà tutto finito? La risposta dipende dal non è prevedibile la durata e che prenderà di nostro senso di responsabilità, dalla nostra di- sicuro l’intera Quaresima e forse anche tutto il sponibilità e dalla nostra fede. tempo di Pasqua. Il primo pensiero va a chi ha Le prescrizioni cautelative mettono a dura prova contratto il virus, a quanti si stanno prendendo il nostro bisogno umano di incontro, di scambio, cura dei malati, quindi medici, infermieri, ope- di unione, di vicinanza, di prossimità, di intimi- ratori sanitari, familiari. Ci sono motivi di fiducia tà. Tutto questo è ora sottoposto a limitazioni e sulla possibilità di superare la malattia e sul con- proibizioni. Dobbiamo tenere un distanziamento tenimento della sua diffusione, se tutti saremo sociale con tutti, perché qualsiasi contatto può responsabili con i nostri comportamenti. Il pen- diventare canale di trasmissione di contagio. siero va anche a quanti sono provati dalle restri- Questa necessità deve diventare un’occasione zioni introdotte in tutte le attività, dalla scuola al per reimparare ad apprezzare il bene della fa- lavoro e alla vita sociale ed ecclesiale. Dobbia- miglia e dello stare insieme, dell’incontro e dello mo aiutarci in questo temporaneo cambiamen- scambio, dell’amicizia e degli affetti, a fronte di to di abitudini. Dobbiamo soprattutto aiutare i una abitudinarietà che rischia di farcene perdere bambini e i ragazzi, messi alla prova, insieme il senso e la qualità. La nostra esperienza cri- alle loro famiglie, da un ritmo di vita a cui non stiana non è esente dalle conseguenze di quan- sono abituati, senza dimenticare gli anziani e le to stiamo vivendo. Anche la fede vive di contatto persone sole. Certamente l’epidemia finirà; non e di incontro, e il momento di contatto per ec- 7
digiuno; oltre a questa ci sono le altre dimensioni costitutive della nostra vita di Chiesa: l’ascolto del- la Parola, l’offerta a Dio nella preghiera, la carità fraterna. È triste sentirci privati dell’Eucaristia, ma nella sua privazione forzata possiamo prendere coscienza di quante volte l’abbiamo ricevuta per abitudine o con superficialità. Viviamo questo tempo come uno scuotimento, di fronte al rischio e alla tentazione della banalizzazione dell’Euca- ristia. Questo è un tempo propizio per ridestarci da una fede sonnolenta, tentata dallo scontato e dall’ovvio, bisognosa di recuperare il senso del- la sua grandezza e bellezza, della sua gratuità. Questo può diventare un tempo fecondo se sa- premo approfittarne per fare spazio al silenzio, alla riflessione, alle relazioni personali. Il silenzio è vitale per il respiro del nostro spirito, ma anche per l’equilibrio della nostra interiorità. Un silenzio non vuoto, ma pieno di una presenza che abiti pensieri e sentimenti, la presenza di quel Dio amore che in Gesù ci sostiene e protegge sempre, anche in mezzo ai passaggi più difficili delle vicende perso- cellenza è l’evento celebrativo in cui ci nutriamo nali e sociali. del Corpo del Signore, dopo averne ascoltata la È il silenzio del deserto quaresimale che predispo- Parola, per diventare una cosa sola con Lui e ne al silenzio dell’intimità e dell’unione con Dio. Il tra di noi: riceviamo il suo Corpo eucaristico per senso della nostra precarietà umana si presenta diventare suo Corpo ecclesiale. Nell’Eucaristia sotto una nuova veste, quella banale ma contem- celebrata e ricevuta si compie il memoriale della poraneamente seria di un virus, cioè di qualcosa Pasqua e si rinnova per noi il mistero pasquale di che non si vede e non si tocca ma se ne vedono morte e di risurrezione di Gesù come dono d’amo- le conseguenze. La coscienza di non potere do- re che si trasforma in vita eterna. Di tutto questo minare tutto e che siamo esseri finiti ci rende più ora siamo costretti a privarci per un certo tempo. umani, illumina la riscoperta di essere figli, di rice- Come vivere questo tempo di privazione? I ritmi vere tutto dal Padre e di avere da Lui il mandato della vita sociale si sono rallentati e avvertiamo di fare di questo mondo un giardino e della nostra una sensazione di sospensione, di disorientamen- umanità una famiglia. È una Quaresima “strana” to, di smarrimento… ma il dramma di questa pan- quella che stiamo vivendo, soprattutto per la ‘pri- demia che incombe su tutti, va affrontato coltivan- vazione’ a cui ci vede sottoposti e per tutte le pre- do la volontà di vivere bene anche un tempo come occupazioni che ci angustiano. questo. Perché anche questo è un tempo di Dio, Ancora una volta è la fede ad essere messa alla un tempo che Dio ci dà per ascoltarlo e seguirlo. prova; prendiamo questo tempo come un’occa- E’ un tempo “strano” ma non per questo neces- sione per renderla più forte e per unirci di più al sariamente vuoto: un tempo privo dell’Eucaristia Signore nostro Gesù, alla Vergine Maria nostra deve diventare ancora di più un tempo pieno di Madre e tra di noi. Dio, a cominciare dal desiderio che, in questa “as- Accogliamone la sfida e accresciamo la fiducia. senza” si faccia ancora più forte la sua Presenza. Da questo tempo e da questa prova usciremo for- Ancor più preziose diventano le indicazioni evan- tificati, più maturi, più fraterni. geliche che ci ha donato la pagina di Matteo posta Questa è la Pasqua che il Signore ci chiama a pre- a manifesto della Quaresima nella celebrazione parare quest’anno, questa è la “vera” Pasqua che del mercoledì delle Ceneri: elemosina, preghiera, il Signore ci chiede di vivere con Lui. 8 La Voce di Maria
IL SANTUARIO, MOTTA E LA PESTE Storia e devozione di Mario Pò L a virulenta pandemia di peste del 1347- 1348, nota come la terribile “morte nera”, la più grande pandemia di tutti i tempi, par- tendo dall’Asia centrale ridusse la popolazione mondiale di 100 milioni di persone; essa si ri- presentò poi almeno una volta per generazione nel corso dei cinquecento anni successivi, pre- ceduta o seguita da altre disgrazie come guerra, siccità, carestia. Senza dimenticarci del colera che prende il posto della peste in epoca più re- cente, investendo l’Italia con una serie di ondate impressionanti nel 1835, nel 1849, nel 1854, nel 1865, nel 1873, nel 1884, nel 1893, nel 1909. Ma altre malattie contagiose hanno lasciato traccia nella storia e nella memoria: dalla lebbra biblica al vaiolo prima della scoperta del vacci- no; dalla sifilide all’AIDS dei disordini sessuali; dalla poliomielite che storpia all’influenza spa- gnola che fece 40 milioni di morti dopo la prima guerra mondiale; dalla tubercolosi alla recentis- sima SARS proveniente dalla Cina e l’elenco potrebbe continuare. Le malattie da contagio accompagnano l’uomo sagrato gli appestati che lì morivano; dopo aver dagli albori della civiltà e, secondo gli esperti, esaurito questo spazio, questi poveri mottensi sarà sempre così. erano sepolti in fosse comuni nella località delle Parliamo di tutto questo, però, non per motivi Campagnole. storico-medici o epidemiologici, ma per raccon- Vedendo che tale devastante pestilenza non tare come l’evento patologico più critico per de- aveva fine, nel settembre del 1576, la Repubbli- finizione degli ultimi cinque secoli, cioè la peste ca si decise di implorare formalmente Gesù Cri- bubbonica che imperversò anche in terra vene- sto di far cessare questo flagello, impegnandosi ta, abbia interessato la storia del nostro Santua- attraverso un’apposita legge scritta ad erigere rio lasciandone traccia, soprattutto quella del poi quale ringraziamento un tempio votivo. Così 1630. sorse la splendida chiesa palladiana del Reden- Questa epidemia seicentesca era stata prece- tore. duta dalla peste del 1575 che soltanto a Vene- Allo stesso modo, nel 1631, dopo 45.000 morti zia aveva fatto oltre 50.000 morti. Davanti al causati dalla stessa peste, il governo venezia- nostro Santuario, visto che la zona era lontana no si rivolse alla Madonna perchè intercedesse dal Castello cittadino, il Comune aveva deci- contro la devastante pestilenza; per questo si so di adibire due case della famiglia Rizzato a sarebbe fatta per sempre una celebrazione voti- Lazzaretto, chiedendo ai Frati di seppellire sul va annuale e sarebbe stata costruita la magnifi- La Voce di Maria 9
ca basilica di Stato dedicata a Santa Maria della Salute, che oggi tutti conosciamo. E a Motta? Nel 1502, in fondo all’attuale piazza San Rocco (la cui intitolazione è ricordata tutt’oggi da una piccola edicola sotto il portico del primo palaz- zetto), per “attrezzarsi” contro il terrore della peste venne costruita una chiesa in legno dedi- cata al popolare santo francese che, ritornando pellegrino da Roma, aveva preso la peste a Pia- cenza nel 1315 ed ora veniva invocato per libe- rare Motta dal temuto morbo. Scorgendo i brutti segni del ricomparire di una nuova epidemia, nel 1525 la chiesa fu ricostruita del tutto in pie- tra e poi, nel 1556, temendo nuovi attacchi del malefico contagio, venne conclusa e abbellita. Lasciata andare in rovina, nel 1872 la massone- ria anticlericale che governava Motta ne decise purtroppo la distruzione. Su questo tema un forte legame con il nostro Santuario lo troviamo nella Chiesa di San Ni- Basilica Madonna dei Miracoli - Motta di Livenza colò, all’epoca Cappella palatina. A seguito di una disposizione del 1641 della Ma- gnifica Comunità (la cui scritta esiste tuttora nel Duomo), quale ringraziamento della miracolosa preservazione di Motta dalla peste del 1630, venne fatta dipingere l’immagine della Beata Vergine con i protettori mottensi San Nicolò e San Rocco; sull’altare si decise anche di erige- re la Confraternita del Carmine; soprattutto ci si impegnò per voto perpetuo, dopo aver fatto cantare una solenne Messa su questo altare, a venire annualmente in processione nel nostro Santuario il 2 dicembre e poi far ritorno passan- do dalla chiesa di San Rocco. Il voto fu mante- nuto integro fino al 1867; poi con le sovversioni anticlericali post-risorgimentali nel novembre 1868 venne revocato dal Consiglio della Comu- nità. È stato fortunatamente ripristinato dal Con- siglio comunale il 15 febbraio 1985, decidendo di sciogliere l’antico voto alla sera del 9 marzo, anniversario dell’Apparizione, con la celebrazio- ne della Messa in Santuario; purtroppo, non è più possibile visitare San Rocco. Duomo di San Nicolò - Motta di Livenza I mottensi hanno grandi ragioni per assolvere a questo voto, perchè nel 1630-1632, nonostan- 10 La Voce di Maria
Processione della Madonna dei Miracoli per le vie di Motta di Livenza te la peste imperversasse con il suo seguito di Per questo sull’inginocchiatoio semicircolare morti fin sul confine con Oderzo, il territorio mot- che sta davanti all’Immagine nella nicchia, so- tense era un’isola di salute impenetrabile. Que- stenuto da dodici colonnine come le 12 stelle sto miracolo, per la verità, era stato preceduto che adornano simbolicamente Maria, troviamo da un fatto inspiegabile avvenuto nella notte del questa scritta latina “A periculis cunctis libera 21 novembre 1629, quando nella Cripta scoppiò nos semper, Mediatrix nostra potentissima, ora un incendio, sviluppandosi soltanto nella nicchia pro nobis”. Sui due lati lo stemma francescano della Santa Immagine, prendendo fuoco tutto e lo stemma mottense-veneziano. ciò che c’era attorno (grucce, ex-voto, drappi) Castigo divino, prova da superare, male am- ma fermandosi ai piedi della Madonna, il cui messo o altre formule? Di fronte alla morte e braccio destro però si spostò prodigiosamente alla malattia di tante persone, in primo luogo (come lo vediamo tuttora) quasi per proteggere nelle epidemie, ci si è sempre posti questa Gesù Bambino grazie al suo mantello. Questo domanda, che è pertinente soprattutto per un fatto avvenuto proprio nella data poi dedicata a credente. In attesa di capire e cercando nel- Venezia per votarsi alla Madonna della Salute le nostre disgrazie di dare a Dio la posizione (il 21 novembre) anticipava la protezione che preminente, mi pare bella la soluzione di San la Madonna dei Miracoli avrebbe Filippo Neri: “Dobbiamo agire come se riservato ai suoi devoti mot- tutto dipendesse da noi, dob- tensi, proteggendoli dalla biamo pregare come se tut- malattia e dal male con il to dipendesse da Dio”. suo manto mistico. La Voce di Maria 11
CRISTO È VIVO E TI VUOLE VIVO! Esortazione di Papa Francesco ai giovani di Fr. Andrea Maset Riprende dallo scorso numero U na struttura semplice… Come abbiamo vi- sto le scorse volte, l’esortazione si compone Incontro Giovani a S. Pancrazio di nove capitoli, che possono facilmente es- sere raggruppati in gruppi di tre, secondo il metodo anche noi siamo vivi. Fin dal titolo il Papa spera caro all’Azione Cattolica del “guardare”, “giudicare” che questo messaggio possa essere chiaro e forte e “agire”. La volta scorsa abbiamo presentato quelli nel cuore di tutti i cristiani. Camminando con Dio, che fanno riferimento al “guardare”, ovvero partire ricevendo da Lui aiuto e guida, i giovani possono da una lettura della situazione attuale alla luce della operare un discernimento (parola cara a Papa Parola di Dio. Stavolta vediamo da vicino i capitoli Francesco), ovvero guardare con più chiarezza alla dal 4 al 6 con cui, alla luce dello sguardo racconta- realtà e ai desideri che hanno nel cuore e scegliere to nei primi capitoli e dell’esperienza del Sinodo, il la strada. Il mondo ogni giorno può brillare se ognu- Papa lancia ai giovani e ai cristiani tutti un appello. no scopre il desiderio profondo che porta nel cuore I e che Dio, che ci ha fatti, conosce. Il cambiamento l giudicare. Come si vive la giovinezza quando è un fatto di scelte, e il Papa ci tiene a sottolineare ci lasciamo illuminare e trasformare dal grande come sia importante che parta dai Giovani: “Sono annuncio del Vangelo? È importante porsi questa giovani che vogliono essere protagonisti del cam- domanda, perché la giovinezza, più che un vanto, biamento. Per favore, non lasciate che altri siano è un dono di Dio: «Essere giovani è una grazia, una protagonisti del cambiamento! Voi siete quelli che fortuna». È un dono che possiamo sprecare inutil- hanno il futuro! Attraverso di voi entra il futuro nel mente, oppure possiamo riceverlo con gratitudine e mondo. A voi chiedo anche di essere protagonisti di viverlo in pienezza.” CV 134 questo cambiamento. Continuate a superare l’apa- Uno sguardo sui giovani di tutto il mondo ci aveva tia, offrendo una risposta cristiana alle inquietudini portato la scorsa volta a sottolineare la grande ca- sociali e politiche, che si stanno presentando in va- pacità di rinnovamento e trasformazione che essi rie parti del mondo. Vi chiedo di essere costruttori possono portare nel mondo. Questa è però una del mondo, di mettervi al lavoro per un mondo mi- possibilità che può essere anche offuscata da tante gliore” (CV 174). insidie, sia fuori che dentro noi. Per questo il Papa, Ma il Papa, che altrove raccomanda di sognare in a nome di tutta la Chiesa, si appella ai giovani per- piedi e a occhi aperti, sa che questa tensione al ché si aprano alla relazione con Dio, che intesse nel cambiamento non è un’idealistica corsa al futuro. I loro cuore una chiamata, una vocazione, che li può nostri passi verso il domani saranno saldi se avran- portare a vivere una vita piena. L’uomo in generale no radici solide nel presente e nel passato. e i giovani in particolare hanno sete di una vita pie- Dei giovani infatti non è solo il proiettarsi in avanti, na, autentica. Il Signore vuole accompagnarci a tro- ma anche la voglia di vivere e sperimentare il pre- vare questa vita, aiutarci ad evitare gli inganni che sente che è posto loro dinnanzi. Infatti “come potrà finirebbero per renderci schiavi. Per questo il Papa essere grato a Dio chi non è capace di godere dei fa risuonare l’annuncio della Pasqua, il Kerygma, suoi piccoli regali di ogni giorno, chi non sa soffer- a tutti i giovani: “Gesù Cristo, morto e risorto, ci ha marsi davanti alle cose semplici e piacevoli che rivelato il Padre e donato lo Spirito” (CV 133), Dio incontra ad ogni passo? Perché «nessuno è peg- ci ama, Cristo ci salva, Lui è vivo e desidera che giore di chi danneggia se stesso» (Sir 14,6). Non si 12 La Voce di Maria
“strappato dalla terra”. È il pericolo che corriamo ad opera di sottili manipolazioni, che ci inducono a svuotarci della nostra storia e identità per esse- re più facile preda dell’ideologia del momento. La giovinezza stessa può diventare un’ideologia. As- sistiamo infatti ad una sua presentazione distorta, che punta all’apparenza, alla forza, alla bellezza esteriore, alla possibilità di cambiare senza limiti e senza mai arrivare a una scelta definitiva. Il Papa ci invita a riscoprire la sua bellezza autentica, ge- nuina: “scoprire che c’è una bellezza nel lavoratore che torna a casa sporco e in disordine, ma con la gioia di aver guadagnato il pane per i suoi figli. C’è Momenti del Corso Vocazionale a S. Pancrazio una bellezza straordinaria nella comunione della famiglia riunita intorno alla tavola e nel pane con- tratta di essere insaziabili, sempre ossessionati da diviso con generosità, anche se la mensa è molto piaceri senza fine. Al contrario, perché questo ti im- povera. […] C’è una bellezza che va al di là dell’ap- pedirà di vivere il presente. Si tratta di saper aprire parenza o dell’estetica di moda in ogni uomo e ogni gli occhi e soffermarti per vivere pienamente e con donna che vivono con amore la loro vocazione gratitudine ogni piccolo dono della vita” (CV 146). Il personale, nel servizio disinteressato per la comu- discernimento infatti non riguarda solo le scelte per nità, per la patria, nel lavoro generoso per la felicità il futuro, ma anche la capacità di vivere il presen- della famiglia, impegnati nell’arduo lavoro anonimo te, e viverlo bene, confidando nella provvidenza di e gratuito di ripristinare l’amicizia sociale. Scoprire, ogni giorno. Il presente è il tempo in cui incontrare mostrare e mettere in risalto questa bellezza, che il Signore e crescere nella relazione con Lui, è il ricorda quella di Cristo sulla croce, significa mettere tempo del “pane quotidiano”. È per i giovani anche le basi della vera solidarietà sociale e della cultura il tempo della crescita e della maturazione: “Cre- dell’incontro.” (CV 183). Come eviterà un giovane scere vuol dire conservare e alimentare le cose più di essere “strappato dalla terra”? Nel Sinodo è preziose che ti regala la giovinezza, ma nello stes- emersa l’importanza del dialogo tra le generazioni. so tempo significa essere aperti a purificare ciò che Per sfuggire a queste manipolazioni un’arma effi- non è buono e a ricevere nuovi doni da Dio che ti cace è la condivisione degli sguardi tra tutte le età, chiama a sviluppare ciò che vale.” (CV 161). l’aiuto reciproco tra chi vivendo ha accumulato sag- Anche il passato non può né deve essere scartato gezza ed esperienza e chi sta iniziando a cammi- dai giovani nel costruire il domani. Usando un’im- nare nel mondo con tutto l’entusiasmo e la fantasia magine presa dai nostri boschi, il Papa ci ricorda della giovinezza. Il sesto capitolo si conclude con come un albero per crescere verso l’alto ha biso- quest’immagine: “Nel Sinodo uno degli uditori, un gno di radici solide, che gli impediscano di essere giovane delle Isole Samoa, ha detto che la Chiesa è una canoa, in cui gli anziani aiutano a mantene- re la rotta interpretando la posizione delle stelle e i giovani remano con forza immaginando ciò che li attende più in là. Non lasciamoci portare fuori stra- da né dai giovani che pensano che gli adulti siano un passato che non conta più, che è già superato, né dagli adulti che credono di sapere sempre come dovrebbero comportarsi i giovani. Piuttosto, salia- mo tutti sulla stessa canoa e insieme cerchiamo un mondo migliore, sotto l’impulso sempre nuovo dello Spirito Santo.” (CV 201). Continua nel prossimo numero Animatori della Pastorale Giovani a S. Pancrazio La Voce di Maria 13
DIO CHIAMA IL PICCOLO SANTE SPESSOTTO Fanciullezza e vocazione di Padre Cosma missionario e martire Fr. Claudio Bratti ofm I piani di Dio sono misteriosi e imprevedibili, egli chia- pagare la rata del Seminario. Sante rimase dispiaciu- ma ogni uomo a collaborare nel suo piano di salvez- to. Un giorno disse al papà: «Se tu lasciassi di fuma- za. A volte chiama uno quando è ancora bambino, re, forse riusciresti a pagare la rata del Seminario». Il alle volte permette di fare molte esperienze e un lungo papà gli rispose: «Anche se smettessi di fumare, che cammino prima di far comprendere la vocazione, che è il mio unico piccolo vizio, a mala pena riuscirei a sempre orienta al bene. S. Agostino, ad esempio, si comperarti un paio di scarpe … perciò è meglio non accorse tardi nella sua vita che Dio lo stava seguendo pensarci più». Il piccolo Sante gli rispose: «Eppure e lo preparava, nonostante le sue resistenze. sono sicuro che il Signore mi vuole sacerdote». La Tra le tante vocazioni, c’è quella di collaborare stretta- cosa finì lì, dispiaciuto ma non rassegnato. mente con il Signore, nel suo piano di Salvezza, me- diante il Ministero sacerdotale. Molte volte il Signore Poco tempo dopo c’è stata la missione popolare nella semina questo desiderio nel cuore della persona, fin parrocchia e predicatori della missione erano i frati del dalla nascita. vicino convento della Madonna dei Miracoli a Motta di Livenza. Durante un’incontro con i bambini, il predi- Sante Spessotto (Padre Cosma) é nato in una fami- catore chiese: «Chi di voi sente che il Signore lo chia- glia numerosa e molto cristiana che abitava un caso- ma a diventare religioso e sacerdote?». Sante in quel lare nel comune di Mansué (Treviso). Nella stessa momento stette zitto. Finita la predica egli si recò in casa vivevano cinque famiglie, tutte dedite all’agricol- sacristia e chiese al frate: «Quanti soldi ci vogliono per tura come mezzadri. Sante era il terzo di 10 fratelli che farsi frate?». Il predicatore rispose: «Occorre la buona erano abituati a pregare insieme, lavorare e aiutarsi a volontà di seguire il Signore». Sante rispose: «Ci pen- vicenda. Sante, fin da piccolo, soprattutto dopo la pri- serò». Ritornò a casa felice e contento, raccontò ai ma comunione, amava andare a messa ogni giorno, genitori il suo dialogo con il predicatore e chiese di en- al mattino presto. Si recava in chiesa assieme alla zia, trare nel Seminario francescano. Aveva capito che la ad alcune sorelle e cugine, e qualche volta anche con Divina Provvidenza gli aveva presentato quest’occa- il papà. Lo attraeva la celebrazione dei misteri divini. sione, cioè che la chiamata non era di diventare prete Quando Sante iniziò ad andare a scuola, dovette af- diocesano, ma Frate Minore, sacerdote, per servire il frontare vari sacrifici; anzitutto la distanza dalla scuo- Signore alla scuola di San Francesco d’Assisi. la perché la sua abitazione distava tre chilometri dal Così, i genitori parlarono prima con il predicatore, poi paese. Percorreva così tre chilometri per andare a con l’incaricato delle vocazioni del convento di Mot- messa e altri tre di ritorno a casa per far colazione ta, e Sante poté iniziare a realizzare quel desiderio (bisognava infatti rispettare il digiuno per la comunio- che Dio aveva posto nel suo cuore fin da fanciullo. ne); poi doveva percorrere altri tre chilometri a piedi All’età di 12 anni, il 3 settembre 1935, Sante Spes- per andare a scuola e altrettanti di ritorno. Ma Sante li sotto entrava nel Probandato Antoniano di Lonigo (VI) percorreva ben volentieri. per continuare i suoi studi fino al Ginnasio. In segui- All’età di 10 anni il cappellano portò i ragazzi che to vestiva il saio francescano il 16 settembre 1939 e frequentavano il catechismo a una giornata di orien- compiva il suo Noviziato nel convento di S. Pancrazio tamento vocazionale a Oderzo. Sante rimase impres- di Barbarano (VI). Il 17 settembre 1940, prendendo il sionato dalla presentazione del Ministero sacerdotale, nome di Frate Cosma, egli emetteva i voti di povertà, fatta dal predicatore. Ritornato a casa, fece la propo- obbedienza e castità ed entrava così a far parte della sta ai genitori di entrare in Seminario a Vittorio Vene- grande Famiglia Francescana, nell’Ordine dei Frati to, ma la povertà della sua famiglia non permetteva di Minori. 14 La Voce di Maria
CRISTO IN ATTESA DELLA RISURREZIONE Scultura del Beato Fra Claudio Granzotto Fr. Aldo Zerbinati Sotto l’altare laterale destro della chiesa di S. Fran- ha ben evidenziato il suo studioso prof. Mariano cesco dei frati minori a Vittorio Veneto si apre una Apa. Per cogliere questo “messaggio” e “guardare” nicchia che contiene un’immagine statuaria del Cri- quest’opera almeno un po’ con gli occhi dell’autore sto morto. E’ probabilmente il capolavoro del frate ci vengono in aiuto alcune espressioni di una sua scultore beato Claudio Granzotto (1900-1947), che lettera, mai spedita, indirizzata al Santo Padre papa nel convento vittoriese ha trascorso la quasi totalità Pio XII: “Beatissimo Padre, Santità, perdonerà il della sua breve vita da religioso. L’opera fu esegui- mio ardire…Fui mosso da un grande desiderio, ta tra il ’40 e il ’41 e inaugurata il 2 novembre 1941. quello di vedere il Figlio di Dio più amato e loda- L’altare, pure progettato da Fra Claudio, è dedicato to. Per cui mi suggerì l’idea di scolpire nel marmo alla Vergine Addolorata. Quindi un altare - Calva- l’immagine di Cristo, rilevata dalla santa Sindone... rio, con la Madre Addolorata e ai suoi piedi il Figlio Lo scopo prefisso di questa realizzazione è quello morto deposto dalla croce. Accostando quest’opera di dimostrare all’umanità ancora una volta il grande di giorno, a luci della chiesa spente, l’impatto visivo amore che Cristo portò per noi… Questo è il mio è davvero notevole. La pietra nera dell’altare e la grande desiderio, Santità, che Gesù Cristo Signore nicchia grigia del sepolcro in esso ricavata creano nostro sia più conosciuto e maggiormente amato”. una cornice e uno sfondo straordinari a quel corpo Tutto procede dal “grande desiderio” che ” Gesù di marmo di Carrara, non statuario ma fino grigio, Cristo Signore nostro sia più conosciuto e maggior- levigato con una patinatura che tende ad assorbire mente amato” attraverso la rappresentazione pla- la luce proveniente dall’esterno attraverso due oblò stica del “grande amore che Cristo portò per noi”. invisibili a chi guarda. Il risultato visivo minuziosa- Questo “grande amore” è “il messaggio” nel quale mente progettato da Fra Claudio “induce alla comu- essere coinvolti. Ma per realizzare la sua opera nicazione, al mostrare l’immagine per provocare un Fra Claudio non attinge alla fantasia o alla ricca pensiero comunicativo sì da coinvolgere lo spetta- iconografia sul Cristo della storia dell’arte, bensì a tore nel che l’opera ha in sé” come “l’immagine di Cristo, rilevata dalla santa Sindone”. La Voce di Maria 15
Fra Claudio, quando ancora era il giovane scultore in piedi e davanti: come una verticale icona del Sal- Riccardo Granzotto, aveva potuto contemplare il vatore. La rigidità del corpo e gli occhi chiusi…ma sacro lino conservato a Torino nell’ottobre del 1933, l’incavo e il concavo del torace come in un sussulto durante la speciale ostensione nell’anno santo della di respiro, le labbra non serrate ma posate l’una a redenzione, poche settimane prima di vestire l’abito l’altra in procinto di muoversi… tradiscono la fissità del frate minore. Ne era diventato uno studioso ap- del "sudario" in un riposo leggero…E’ il Cristo come passionato, coltivando il sogno di far prendere cor- uomo vero che muore ed è il Cristo come vero Dio po all’immagine impressa nella tela. Indubbiamen- che risuscita… Nella compostezza del dramma che te “icona” della passione di Cristo, per Fra Claudio s’è svolto - il Cristo è stato crocifisso ed è adagiato la Sindone è “vera” icona come scrive ancora nella nel sudario nel sepolcro - e nella felicità di quanto lettera succitata: “risulta l’immagine di Cristo di una accadrà - il mattino della S. Pasqua - questa im- perfezione ammirabile in tutte le sue parti; control- magine del Cristo è una vera Icona del Cristo dei lata pure con tutti i migliori canoni di anatomia; tale Tre Giorni, ovvero del Cristo già Crocifisso che sta armonia, equilibrata in tutti i suoi particolari, non è per farsi compagno dei Pellegrini verso Emmaus, possibile trovar- che è lì per tra- la interamente sfigurarsi in una nell’uomo corrotto luce che acceca”. dai vizi, ragione A chi sosta a con- per cui dimostra templare la scul- chiaramente l’au- tura, conoscendo tenticità della san- anche solo un pò ta Sindone”. la vita del Bea- Da autentico ico- to Fra Claudio, nografo, in un non sfugge l’altro clima di preghiera grande messag- continua – confi- gio di cui è intriso dava di aver > – su- La vera immagine del Salvatore che Fra Claudio perando non pochi ostacoli e incomprensioni, Fra è intento a scolpire in quegli anni, attraverso la ri- Claudio realizza questa icona tridimensionale. Così cerca incessante del Volto di Cristo nella preghie- la descrive il prof. Apa: “Il lenzuolo della Sindone si ra prolungata davanti al tabernacolo, attraverso il arrotola morbidamente dietro la testa e sotto i piedi, servizio e la carità instancabile verso i più poveri come una pergamena aperta, un papiro squader- nel contesto tragico del secondo conflitto mondiale, nato che lascia leggere il suo misterioso geroglifi- attraverso la paziente accoglienza degli impegni co. Qui l’immagine risulta proprio la figura dalla superficie del velo-sudario… Si tratta porta e da ultimo della terribile malattia …la vera proprio di essere coinvolti in ciò che Fra Claudio ci immagine e somiglianza del Signore “in attesa della ha indicato: il prendere volume, il prendere corpo risurrezione” scolpita da Fra Claudio è la sua stes- della figura impressionata sulla tela. Il corpo, lungo sa anima. Mentre l’artista scolpisce il marmo e la dalla testa ai piedi un metro e ottantatré centimetri, sua vita, il divino Artista scolpisce in lui i tratti del risulta un volume leggero; incurante della materi- suo Capolavoro. Il Beato Fra Claudio interceda, cità e pesantezza del marmo, è trasfigurato nella per coloro che ammirano la sua opera, di essere opaca luce della patinatura-lucidatura. L’immagine coinvolti ogni giorno di più in questa divina scultura. andrebbe vista non di lato in orizzontalità, bensì… 16 La Voce di Maria
PADRE PIO CI HA LASCIATO V enerdì 21 febbraio il nostro Padre Pio Pran- dina ha accolto la visita di sorella morte e così ha detto il suo ultimo sì al Signore che lo chiamava a seguirlo per stare con lui per sempre, come dice Gesù: “ Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano con me, dove sono io”. P. Pio è andato al Padre lasciandoci in punta di piedi, proprio come ha vissuto. Da alcuni mesi era venuto a conoscenza di un male incurabile. La fati- ca delle terapie e poi il dolore causato dall’avanza- mento del male lo hanno provato fortemente negli ultimi tempi. Eppure mai ha mostrato insofferenza o resistenza per la sua situazione e per i dolori, ma invece una esemplare forza di accettazione e sop- portazione. Il tempo dell’infermità e poi i giorni della morte han- no evidenziato maggiormente quanto questo Fra- te fosse amato e stimato da numerose persone, coppie, famiglie. Una qualità riconosciuta a Padre Pio era il dono dell’ascolto e del consiglio. Nella sua vita di Frate e nel suo Ministero sacerdotale egli è stato guida e padre spirituale per tante, tante persone che ancor oggi attribuiscono a lui il merito mo luogo, oltre ai molteplici lavori di manutenzione d’aver ritrovato la luce e la serenità necessarie per e sistemazione, egli ha programmato e animato il andare avanti. La sua persona è stata determinan- Centenario dell’Apparizione. te per accompagnare coppie al sacramento del Un altro servizio che P. Pio ha curato con dedizione Matrimonio, per ricomporre situazioni di divisione o e passione è stato l’Assistenza alle Sorelle Clarisse separazione, per guidare spiritualmente sacerdoti della Federazione del Veneto ed Emilia Romagna. e religiosi che a lui facevano riferimento. Per esse ha avviato la Scuola di Formazione ed Le doti di accompagnatore e guida spirituale, Pa- egli stesso si attivava per incentivare la formazione dre Pio le ha sviluppate meglio nei suoi incarichi nei monasteri. come Formatore dei giovani Frati e poi anche delle Pure l’Assistenza all’Ordine Francescano Secolare giovani Clarisse in formazione. Nella nostra Pro- è stato un servizio che Pio ha curato e offerto con vincia religiosa egli è stato più volte Maestro dei amore. Preparava bene gli incontri, ma sempre Postulanti, vale a dire di coloro che iniziano il cam- con il proposito che non mancasse la formazione mino nella nostra Fraternità per abbracciare la vita di questi francescani che vivono quotidianamente il francescana. confronto con il mondo e la sfida di testimoniare il Poi Frate Pio ha dedicato abbondante tempo del- Vangelo nella nostra società odierna. la sua vita a servizio della Vergine Maria nei suoi E’ evidente che P. Pio, con la sua carica umana e Santuari. Più volte e per diversi anni egli ha servito la delicatezza che gli erano proprie, ha seminato questo nostro Santuario della Madonna dei Mira- molto nell’animo e nella vita di numerose persone. coli e molte sono le persone cha hanno beneficato Noi tutti gliene siamo grati, ma anche ringraziamo il della sua presenza in questo luogo. Inoltre P. Pio è Signore per avercelo donato come Frate e compa- stato Rettore del nostro Santuario della Madonna gno di vita. Sia il Signore la ricompensa per il tanto del Frassino, a Peschiera del Garda. In quest’ulti- bene donato. La Voce di Maria 17
VITA IN SANTUARIO N O V E NA F E S T A D E L L ' A P P A R I Z I O N E Tutto era pronto da tempo per la Novena di Preparazione alla Grande Festa dell’Apparizione della Madonna dei Miracoli. Ogni giorno varie Foranie e parrocchie erano prenotate per il pellegrinaggio al Santuario, per celebrare assieme il Sacramento della Riconciliazione e poi la Santa Messa in onore della Madonna. Purtroppo il diffondersi del virus ha bruscamente impedito lo svolgersi dei programmi e gli assembramenti di persone, anche in chiesa. Abbiamo celebrato noi Frati, ogni giorno, la preparazione alla Festa, tenendo presenti i devoti che desideravano APPARIZIONE esserci e che a distanza si sono uniti a noi per invocare la Madonna dei Miracoli. FESTA DELL' In un’atmosfera surreale, quest’anno, è giunto il giorno 9 marzo, Anniversario della Festa dell’Apparizione della Madonna dei Miracoli. Non si è potuto celebrare con i fedeli che numerosi desideravano venire al Santuario, ma solo a porte chiuse. Ancora una volta la Televisione ha compiuto il servizio di portare nelle case la celebrazione di quel giorno così importante e l’immagine della nostra Madonna. In serata abbiamo accolto il nostro Vescovo, Corrado, che ha espresso il desiderio di celebrare ugualmente qui in Basilica nel giorno dell’Apparizione, per pregare la Madonna per tutti coloro che stanno portando il peso e il dolore della diffusione del “corona virus”. Al termine della Messa, Vescovo e Concelebranti, si sono recati alla Cripta dell’Ap- parizione per rivolgere alla Madonna dei Miracoli una speciale supplica per il nostro territorio e per tutti coloro che sono coinvolti dall’epidemia, per ottenere la protezione e la liberazione dal male che sta diffondendo dolore e morte. 18 La Voce di Maria
RELL A MORTE ...SO Venerdì 21 febbraio sorella morte ha visitato nuovamente la nostra Fraternità chiamando con sé Padre Pio Prandina. Da poco aveva compiuto 76 anni e nel dicembre scorso in Basilica aveva celebrato il suo 50° di Ordinazione Sacerdotale. E’ stata una grave perdita per la nostra comunità, ma non solo per noi Frati, bensì anche per l’Ordine Francescano Secolare che lo aveva come Assistente e per numerose persone che a lui facevano riferimento per il proprio cammino spirituale. Padre Pio era qui a servizio del Santuario da tre anni, ma in passato egli era già stato in questa Fraternità per il Santuario come Formatore dei Postulanti. Lunedì 24, mentre iniziavano le restrizioni per le celebrazioni nelle chiese, abbiamo celebrato il funerale del nostro fratello P. Pio, presieduto dal nostro Vescovo Corrado, con la partecipazione di numerosi Frati e Preti e, oltre ai parenti, di molti amici che hanno dovuto seguire la celebrazione dall’esterno della chiesa. T E M P O O R D I NA R I O Il periodo che segue le Feste Natalizie è un tempo abitualmente tranquillo per il Santuario. Si avvicendano sempre gruppi e pellegrinaggi, ma con ritmo tranquillo così da trasmettere ai devoti e ai Frati un senso di tranquilla conduzione e animazione di questo luogo benedetto. Sono continuate le iniziative che fanno riferimento al Santuario, quali le Catechesi sulle Dieci Parole e gli incontri sulla Parola di Dio per i Lettori e persone interessate. La Voce di Maria 19
MERCOLEDÌ DELLE CENERI 26 febbraio, è iniziato il TEMPO FORTE DELLA QUARESIMA. Con grande dispiacere non si è potuto celebrare con i fedeli un momento così importante. Noi Frati, a porte chiuse e con la diffusione mediante la televisio- ne, abbiamo celebrato l’Eucaristia con la Benedizione delle Ceneri. Poi, nei giorni seguenti, abbiamo messo a disposizione dei fedeli che frequentano la chiesa: le Ceneri benedette e una preghiera con la formula tradizionale di inizio Quaresima. Tanta amarezza provoca questa situazione che non si era conosciuta prima, ma forse anche questi limiti possono diventare un’e- sperienza di reale penitenza che ci tocca nei sentimenti e nell’animo e che converte i cuori. ▲19 marzo. Rosario della co- munità dei Frati, in contempora- nea con tutta l’Italia. ◄ Visita a Motta del Ministro Pro- vinciale Fr. Enzo con Fr. Santos dell'India.
CORI in BASILICA Coro San Benedetto Abate di Orsago. Coro Polifonico Valsile di Tv. Coro S. Odorico di Sacile - Pn. Coro Voci dal Tagliamento da S. Vito al Tagliamento. La Voce di Maria 21
AFFIDATI ALLA MADONNA • Cancian Lorenzo da Conegliano • Furlan Umberto e Cescon Graziana nell’Anniversario di Matrimonio • Soldan Graziano e Calderan Graziella • Gruppo Classe 1948, da Rossano Veneto ( VI ) • Gruppo di 30 Podisti, a piedi da Ceggia ( VE ) Giovanni e Vittorio Di Presa Benenati Giuseppe da Vittoria (Ragusa) Giarolo Silvio Nadal Leonardo e Barazza Carla nel 50° di Matrimonio Italo Cuzziol da S. Lucia di Piave, nipote del Beato Fr. Claudio Granzotto, 22 La Voce di Maria nel 100° compleanno
Giuseppe Di Santo con i genitori Aldo e Antonella 50° Matrimonio di Canato Giuliano e Lazzarin Ida Famiglia di Giuseppina Zia Biancardi - Massa Carrara 60° Matrimonio di Rossetti Rino e Tardivo Vanda Marson Pietro e Trevisan Mirella nel 55° di Matrimonio La Voce di Maria 23
celebrazioni PASQUALI 2020 5 Aprile - DOMENICA DELLE PALME 11 Aprile - SABATO SANTO Messe 7.00 – 8.30 – 10.00 – 11.30 – 17.00 – 18.30 7.00 Ufficio Letture e Lodi 10.00 Benedizione dei rami d’olivo 21.00 Solenne Veglia Pasquale Processione e Messa in Basilica 9 Aprile - GIOVEDÌ SANTO 12 Aprile - PASQUA di RISURREZIONE 7.00 Ufficio Letture e Lodi Messe 7.00 – 8.30 – 10.00 – 11.30 – 17.00 – 18.30 20.30 Messa in Coena Domini 16.00 Vespri Solenni 10 Aprile - VENERDÌ SANTO 13 Aprile - LUNEDÌ dell’ANGELO 7.00 Ufficio Letture e Lodi Messe 7.00 – 8.30 – 10.00 – 11.30 – 17.00 – 18.30 15.00 Passione del Signore e Adorazione 16.00 Vespri della Croce CONFESSIONI: 20.30 Via Crucis dal Duomo alla Basilica 8.00-12.00 - 15.00-19.00 Venerdì Santo: dalle 16.30 alle 19.00 I Frati del Santuario vi augurano Buona e Santa Pasqua Anno LXXXVI • N. 2 Marzo - Aprile 2020 • Rivista Bimestrale • Sped. in Abb. postale • D.L. 353/2003 - Art. 1 comma 2 • DCB TV
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