Ristorazione & Ospitalità - All'interno: Cosa vedere a Siracusa durante il Congresso Amira - Speciale insalate
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Ristorazione & Ospitalità Organo ufficiale dell’AMIRA Anno 43 - Numero 10 Associazione Maîtres Italiani Ristoranti e Alberghi Ottobre 2019 All’interno: - Cosa vedere a Siracusa durante il Congresso Amira - Speciale insalate
L’editoriale Una riflessione che ci deve far pensare… S iamo ad ottobre, c’è va fatta di lavoro e dei nostri luoghi, degli ami- chi ha ricominciato la stress alla nostra famiglia, ci e dei familiari. scuola, chi ha già di- ai nostri amici ed ai nostri Proprio per questo dobbia- menticato le vacanze. L’au- hobby. mo essere noi i portavoce tunno è un momento per Proprio questo mi fa riflet- nelle scuole alberghiere e ricominciare, come iniziare tere e “forse” mi dà una con aneddoti, racconti far un nuovo anno con progetti spiegazione del perché tanti capire che il nostro è uno dei e programmi inediti. giovani non vogliono fare il mestieri più belli al mondo. Per noi che lavoriamo nel nostro mestiere. Ci permette di conoscere settore turistico è uno dei Sicuramente i motivi sono e imparare diverse lingue, pochi momenti di sosta, di tanti, basti pensare alle do- culture, popoli e gastrono- relax, possiamo dedicar- meniche e alle festività che mie. ci dopo una stagione esti- si lavora, alla lontananza Il futuro dell’Italia non sono più le industrie (se ci guar- diamo intorno tante hanno già chiuso e altre sono al fallimento) ma bensì il TU- RISMO. Abbiamo monti, laghi, mari, città, storia e ga- stronomia che tutto il mon- do ci invidia. Solo se riu- scissimo a far capire questo ai giovani, avremmo vinto una battaglia e sicuramente il nostro mestiere non avrà fine, ma si riprenderà il ruo- lo e il posto che si merita. Valerio Beltrami Presidente Nazionale Amira Ottobre 2019 | R & O | 3
Sommario Ristorazione & Ospitalità 13 Anno 43 n° 10 Ottobre 2019 3 Rivista di alimentazione, gastronomia, enologia e turismo EDITORE AMIRA Associazione Maîtres Italiani Ristoranti e Alberghi DIRETTORE RESPONSABILE Diodato Buonora dbuonora@libero.it 24 16 19 DIRETTORE EDITORIALE 6 Valerio Beltrami GRAFICA E IMPAGINAZIONE Veronica Gatta L’EDITORIALE CONTRIBUTI EDITORIALI 3 Una riflessione che ci deve far pensare Valerio Beltrami Valerio Beltrami, Diodato Buonora, IN PRIMO PIANO Matteo Castriotta, Alfonso Del Forno, Alessandro Dini, Antonio Di Mattia, Giovanni Favuzzi, Rodolfo Introzzi, 6 Siracusa: tra mare, bellezze naturali, gastronomia e una storia millenaria Marta Lenzi, Renato Malaman, ricerche a cura di Diodato Buonora Franco Petrone, Michele Policelli, Claudio Recchia, Antonino Reginella, ATTUALITÀ 13 Maître Giacomo Rubini. d’hotel, una professione SITO UFFICIALE insostituibile e al passo con i tempi www.amira.it Giacomo Rubini IN PRIMO PIANO 16 Banchetto: FILO DIRETTO CON AMIRA Tel. 02 49458768 un viaggio nei gusti e dalle 9 alle 12 costumi della nostra storia dal lunedì al venerdì Marta Lenzi e Claudio Recchia info@amira.it VINI DAL MONDO 19 LeRodolfo sedelegale@amira.it Regioni viticole francesi meno note REGISTRAZIONE TRIBUNALE Introzzi n. 16754 del 26 marzo 1977 VINI ITALIANI ASSOCIATO USPI 24 regione. Alla scoperta dei vini italiani regione per Il Piemonte - Michele Policelli 4 | R & O | Ottobre 2019
Sommario 49 INSALATE 40 TUTTO 47 SULLE INSALATE INSALATE Speciale di Ristorazione & Ospitalità Il servizio delle insalate Numero 10 Ottobre 2019 Le insalate costituiscono un alimento rin- a cura di Matteo Castriotta e Franco Petrone frescante, ricco di vitamine, di sostanze mi- Ristorazione nerali e di cellulosa; sono particolarmente indicate per correggere il regime alimenta- re odierno, spesso troppo ricco di proteine e di grassi. 28 & Ospitalità 50 Organo ufficiale dell’AMIRA Anno 43 - Numero 10 Associazione Maîtres Italiani Ristoranti e Alberghi Ottobre 2019 46 42 All’intero: - Cosa vedere a Siracusa durante il Congresso Amira - Speciale insalate 44 In copertina SPECIALE il Duomo di Siracusa (dalla rete) 28 Tutto sulle insalate Matteo Castriotta e Franco Petrone IL MAESTRO 40 siIl Gran Maestro Francesco Grippo racconta - Claudio Recchia A TAVOLA CON IL MAÎTRE 47 ALIMENTAZIONE E NUTRIZIONE Tagliatelle di castagne ai porri, pancetta 42 Conoscere le olive e pecorino - Alessandro Dini Giovanni Favuzzi SEZIONE SICILIA OCCIDENTALE 49 BIRRA IN TAVOLA L’Amira al Centro “Padre Nostro” 44 Il mercato della birra artigianale italiana di Brancaccio - Antonino Reginella Alfonso Del Forno SEZIONE VENETO COLLI EUGANEI 50 DISTILLATI E DINTORNI L’Amira premia La Montanella di Arquà 46 Distillati: a caccia di difetti Petrarca con il “Cravattino d’Oro” Antonio Di Mattia Renato Malaman Ottobre 2019 | R & O | 5
In primo piano SIRACUSA tra mare, bellezze naturali, gastronomia e una storia millenaria ricerche a cura di Diodato Buonora Q uest’anno, l’Amira ha della “rete” e di conoscenze i Greci a passare di lì, Siracusa scelto Siracusa come personali, scrivo qualche noti- fu colonizzata successivamente luogo per svolgere il zia sulle cose più belle e inte- da Romani, Bizantini, Arabi e proprio congresso annuale. ressanti di questa città definita Normanni. Un violento terre- Una bella scelta perché questa da Cicerone come la più grande moto, nel 1693, ridusse la città città ha una storia millenaria ed e bella di tutte le città greche. in macerie eliminando (o quasi) è molto interessante dal punto Nel periodo in cui apparten- tutte le tracce architettoniche di vista paesaggistico. Perso- ne alla Magna Grecia, Siracu- del passato. Dopo la tragedia, nalmente sono stato a Siracusa sa raggiunse il massimo dello la città è stata interamente ri- (e in Sicilia) in più di un’occa- splendore: per bellezza ed im- costruita in stile barocco di cui sione e ogni volta, al rientro, portanza fu infatti rivale di Car- potrete ammirarne uno degli ho sempre pensato “tornerò”. tagine ed Atene. Ci sono nume- esempi migliori. L’impressione La Sicilia, per certi versi, è una rose tracce di questo periodo, la che avete sarà di visitare una terra magica. Offre al visitatore Fonte Aretusa, il Teatro Greco, città sospesa nel tempo, tra il uno spettacolo che non si può l’Orecchio di Dionisio, il Tem- medioevo e il barocco. spiegare a parole. Bisogna vi- pio di Apollo, solo per citarne Tra le cose belle e le meraviglie sitarla dal vivo. Approfittando qualcuna. Ma non furono solo di questo posto, cito: 6 | R & O | Ottobre 2019
In primo piano - L’Isola di Ortigia legata ad una leggenda secondo la quale la nin- fa Aretusa, per sfuggire ad Alfeo, follemente innamorato di lei, chiese aiuto ad Artemide, che per salvarla la trasformò in una fonte. In realtà tutta questa zona è particolarmente ricca di acque sorgive e questo è stato sicuramente uno dei motivi che hanno spinto le prime po- polazioni ad insediarsi in questa zona. - Il Duomo di Siracusa Quest’isola rappresenta il cuore della splendi- da città di Siracusa, il primitivo nucleo abitato dove percepire secoli di storia, arte e cultura che hanno contraddistinto questo suggestivo luogo siciliano. Anche se si tratta di un’isola, essa è collegata alla terraferma tramite il Ponte Umbertino che permette direttamente di passare da Siracusa città all’isola di Ortigia. Il suo nome rimanda ad origini greche, anche se questa zona, ricca di sorgenti d’acqua dolce, era abitata già dall’età del bronzo, come testimoniato da reperti ar- Nell’isola di Ortigia si trova anche il Duomo cheologici databili tra il 3500 a.C. ed il 1200 a.C. della città, costruito in origine nel V secolo a.C. Passeggiare in questo territorio vuol dire assa- come tempio dedicato alla Dea Atena e trasfor- porare secoli di storia, captando nelle costru- mato in seguito in basilica cristiana. Oggi la zioni ancora vive in questo quartiere le civiltà facciata si presenta interamente rifatta in stile greche, romane ed il passaggio indelebile degli barocco, avendo subito gravissimi danni in se- aragonesi e degli arabi. guito al terremoto del 1693. - La Fonte Aretusa - L’antico tempio di Apollo Sempre nella parte meridionale di Ortigia si consiglia di andare a vedere la Fonte Aretusa, Spostandosi nella parte settentrionale dell’iso- Ottobre 2019 | R & O | 7
In primo piano la di Ortigia sarà molto interessante una visita Si trova sotto il Teatro Greco ed è la latomia più all’antico tempio di Apollo, considerato il più conosciuta. Esse erano usate sia come cave di antico tempio presente in tutta la Sicilia. È data- pietre che come carceri antiche. Infatti, a segui- to addirittura VI secolo a.C., ma col trascorrere to della spedizione ateniese in Sicilia, e quindi del tempo ha subito numerosissime modifiche, di una dura battaglia tra Atene e Siracusa, le la- venendo trasformato in chiesa, in moschea e tomie divennero il luogo in cui furono incarce- durante il dominio degli aragonesi addirittura rati i soldati ateniesi sconfitti. Fredde d’inver- in caserma. no e torride d’estate, essere imprigionati nelle latomie equivaleva a una condanna a morte: - Il Teatro Greco essi furono lasciati morire di fame e di stenti, senza alcuna possibilità di fuga. Furono proba- bilmente scavate già dal V secolo a.C., anche se non si hanno informazioni certe, e utilizzate sino all’epoca romana. - L’Orecchio di Dionisio Il teatro greco di Siracusa è un teatro costruito nella sua prima fase nel V secolo a.C., situato all’interno del Parco archeologico della Neapo- lis, sulle pendici sul lato sud del colle Temenite e rifatto nel III secolo a.C. e ancora ritrasforma- to in epoca romana. Ha la particolarità di esse- re quasi interamente scavato nella roccia. Oltre che per le rappresentazioni, così com’era costu- me per gli antichi greci, il teatro veniva usato per le assemblee popolari. - La Latomia del Paradiso Sotto il Teatro Greco di Siracusa esiste una grotta scavata nel calcare che ha la forma di un grande orecchio. La grotta, alta 23 metri, è famosa per le sue proprietà acustiche che am- plificano i suoni fino a 16 volte. La grotta per la sua forma particolare è conosciuta come Orec- 8 | R & O | Ottobre 2019
In primo piano chio di Dionisio e ha un insolito andamento ad “S” con sinuose pareti che convergono verso l’alto, come a formare un sesto acuto. Secondo quanto si racconta fu il pittore Caravaggio a coniare il nome orecchio di Dionisio quando si recò a Siracusa nel 1608 in compagnia dello sto- rico siracusano Vincenzo Mirabella. Fu Dioni- sio a far scavare la grotta dove teneva i prigio- nieri, dalla cavità superiore poteva ascoltarne i discorsi. Secondo alcuni fu proprio la presenza della cavità sotto il Teatro Greco a favorire l’a- custica del teatro stesso. - Il Castello Eurialo che è poco più piccolo dell’Arena di Verona. L’Anfiteatro Romano di Siracusa appartiene al Parco archeologico, che si trova fuori dell’isola di Ortigia, all’estremo nord della Neapolis, ov- vero la città antica. - Il Museo aretuseo dei Pupi La costruzione del Castello Eurialo (dal greco euryelos: chiodo a base larga) si deve al ge- nio militare di Dionigi. Dopo gli eventi belli- ci che videro Siracusa assediata dagli ateniesi (415 - 413 a.C.) e che mostrarono la debolezza di quel settore difensivo, negli anni compresi tra il 402 e il 397 il tiranno chiuse la città all’in- terno di una cerchia di mura lunga 27 chilo- Cavalieri cristiani, pirati saraceni, maghi, stre- metri che aveva nel castello la propria punta ghe, e tanti altri personaggi più o meno fanta- avanzata nell’entroterra. Fu un’impresa che gli stici. Nel Museo aretuseo dei Pupi, a due passi storici antichi ci hanno tramandato con il tono dal Duomo, trovate esposto tutto il patrimonio dell’ammirazione; in ogni caso abbiamo a che artistico della famiglia Vaccaro-Mauceri, storici fare con un’opera davvero ciclopica (15.000 pupari di Siracusa. Non c’è solo il museo però. mq.) per quei tempi. Tuttora operativo il Teatro, per far vivere ai tu- risti, ma anche ai residenti, la magia dell’”Ope- - L’Anfiteatro Romano ra dei Pupi”, antichissima forma d’arte in cui Una grandiosa costruzione che risale al perio- reale e verosimile sono inestricabilmente legati do tra il III e il IV secolo a.C. Si tratta del più e spesso non distinguibili l’uno dall’altro. Per- grande della Sicilia, con i suoi 140 metri per 119, ciò, prima di acquistare una delle tante mario- nonché uno dei maggiori d’Italia considerando nette in vendita nei bazar di Ortigia, farete bene a visitare questo piccolo gioiello artistico, non a Ottobre 2019 | R & O | 9
In primo piano caso anch’esso dichiarato dall’Unesco Patrimo- Per quantità e qualità dei reperti il Museo ar- nio Orale e Immateriale dell’Umanità. cheologico “Paolo Orsi” (archeologo che dires- se l’istituto per oltre 30 anni, dalla fine del XIX - Le Catacombe di San Giovanni secolo fino agli anni ’30 del secolo scorso) è da considerarsi uno dei più importanti d’Euro- pa. Dopo essere stato ubicato per molti anni in piazza Duomo, nella parte vecchia della città, il Museo, alla fine degli anni ’80, è stato trasferito nella sede di Villa Landolina, enorme struttura su tre livelli circondata da un bellissimo parco verde. I reperti sono allocati in 3 sale e vanno dalla preistoria all’età ellenistico-romana. Dal 2015, inoltre, primo in Italia meridionale, il Museo è visibile su Google Street View. In que- sto modo, l’utente ha la possibilità esclusiva di farsi un’idea prima della visita vera e propria. - Il Museo del Papiro Seconde per importanza solo a quelle di Roma, le catacombe di Siracusa rappresentano, se- condo molti, la testimonianza più autentica dell’antica grandezza della città. Un vasto si- stema di necropoli cominciato nel IV secolo e proseguito per tutto il V secolo d.C. Anche qui, il merito della scoperta, e della successiva valo- rizzazione dell’area, va dato all’archeologo Pa- olo Orsi (1859-1935) figura apicale nella storia di Siracusa a cui, non a caso, è stato intitolato il Museo Archeologico della città. Museo in cui è custodito il reperto più importante rinvenu- to nelle catacombe: un prestigioso sarcofago di Il Museo del papiro “Corrado Basile”, creato marmo su cui sono raffigurati 62 personaggi e gestito dall’Istituto internazionale del papi- biblici del vecchio e del nuovo Testamento. Il ro, ente avente personalità giuridica non a fini sarcofago fu inviato da Roma per accogliere le di lucro, fondato da Corrado Basile e Anna Di spoglie di Adelphia, moglie dell’allora (parlia- Natale nel 1987, si occupa dello studio, della mo del IV secolo) proconsole di Siracusa, Vale- conservazione e della divulgazione delle testi- rio. Da vedere anche la soprastante, omonima monianze della cultura del papiro. È cosa nota basilica. che il papiro, oltre che in Egitto, cresce sponta- neamente solo a Siracusa. - Il Museo archeologico “Paolo Orsi” - Il Museo Arkimedeion 10 | R & O | Ottobre 2019
In primo piano zio importante nella dieta locale. Non a caso tra i piatti più diffusi ci sono la capona- ta e la famosissima Pasta alla Norma, specialità della cuci- na regionale. Discorso simile per i dolci: a fianco le tante prelibatezze a base di man- dorle, sono cassate, cannoli e granite a farla da padrone. Quanto ai ristoranti, a Orti- gia ce ne sono diversi, e qua- si tutti di buon livello. Idem per le pasticcerie. Menzione a parte per il mer- cato comunale. Trascorrere una mattinata al mercato è Pasta con le sarde un’esperienza assolutamen- te da fare. Occhio però a quel Per molto tempo a Siracu- voli ricette col pesce spada che comprate, specie se ave- sa, città natale di Archime- o la più tradizionale zuppa te intenzione di portarlo a de, non vi è stato un museo con scorfani, triglie e cocci. casa. Le limitazioni in aereo che celebrasse degnamente I “piatti forti” della cucina sono numerose; mentre in il grande studioso ed inven- siracusana sono quasi tutti a macchina non ce ne sono di tore. Tale mancanza è stata base di pesce. Inevitabile che particolari, se non l’accortez- colmata con l’inaugurazione sia così per una città di mare, za per la conservazione dei dell’Arkimedeion, nel mese anche se questo non auto- prodotti freschi se il viaggio di dicembre 2011. Questa rizza a ritenere che non si è lungo. moderna “domus archime- mangi altro. Le verdure, per Insomma, a Siracusa si man- dea” si ispira ai più moderni esempio, occupano uno spa- gia davvero bene! musei della tecnica. Al suo interno non sono stati infatti esposti reperti antichi ben- sì le ricostruzioni di esperi- menti e macchine realizzate da Archimede. Questa sopraelencata è solo una parte dei numerosi mo- numenti di Siracusa. Ci fer- miamo qua e vi invitiamo a scoprire questa città al pros- simo congresso Amira. Per concludere vi diamo dei consigli su cosa mangiare in questo meraviglioso po- sto: pasta con le sarde, con la bottarga di tonno, senza Il mercato ittico di Siracusa dimenticare le innumere- Ottobre 2019 | R & O | 11
64° CONGRESSO INTERNAZIONALE A.M.I.R.A. SIRACUSA – 10 / 14 NOVEMBRE 2019 SCHEDA DI ADESIONE Da inviare compilata al Cerimoniere A.M.I.R.A. Giovannangelo Pappagallo Tel. 335 8147480 – Email: papgaljon@libero.it – Tramite spedizione: Via Macina, 39 – 70056 Molfetta (BA) Le prenotazioni devono pervenire entro e non oltre il 01/10/2019 Il Sottoscritto Socio _________________________________________________________________________________ Tessera n° ________________________________________ Sezione _________________________________________ Email ____________________________________________ Telefono ________________________________________ Parteciperò al 64° Congresso di Siracusa dal 10 al 14 Novembre 2019, all’Hotel Villa Politi Quota associativa aggiuntiva: in camera doppia o matrimoniale n° _____ Soci ______________________________________________ 360,00 € n° _____ non soci ___________________________________________ 380,00 € ____________ Tot. ___________ € In camera singola: n° _____ Soci ______________________________________________ 490,00 € n° _____ non soci ___________________________________________ 510,00 € ____________ Tot. ___________ € Check in 14.00 in poi. Chi arriva prima può usufruire del lunch comunicandolo anticipatamente a Giovannangelo Pappagallo. Pagamento di ______________________ € tramite: • Assegno non trasferibile n° ___________________________________ intestato a A.M.I.R.A. da inviare a Giovannangelo Pappagallo Via Macina, 39 – 70056 Molfetta (BA) • Bonifico bancario intestato a A.M.I.R.A. su UNICREDIT – Corso Paolo Ferraris 21 – 28845 Domodossola (VB) IBAN: IT 67 U 02008 45360 000102342346 Data_____________________________________________ Firma___________________________________________ PRIVACY: il partecipante esprime il consenso al trattamento dei dati personali, anche sensibili, ai sensi del Dlgs n° 196/2003. L’A.M.I.R.A. dichiara che tutti i dati dei partecipanti saranno usati esclusivamente ai fini dello svolgimento del CONGRESSO. L’inoltro di dati a terzi o altre imprese avverrà soltanto se ed in quanto necessario al predetto scopo. Data_____________________________________________ Firma___________________________________________ Transfer “Aeroporto Catania – Villa Politi Siracusa” € 50,00 (vuoto per pieno) telefonando al 342 754 7364 Ci sarà un master di aggiornamento sull’olio extravergine d’oliva. I DOCENTI DELLE SCUOLE ALBERGHIERE POTRANNO RICHIEDERE CON L’ISCRIZIONE IL CERTIFICATO DI PARTECIPAZIONE CHE POTRÀ ESSERE PRESENTATO ALLA SCUOLA COME CORSO DI AGGIORNAMENTO
Attualità Maître d’hotel, una professione insostituibile e al passo con i tempi di Giacomo Rubini È un dovere morale per scena sopra descritta è un’ot- Ma signori, vogliamo mettere un maître d’hotel va- tima cucina, e avrebbe ragio- la classe, lo stile, sia nella per- lorizzare l’importan- ne perché infatti lo è, ma è sona che nei modi, l’eleganza za del suo ruolo professio- anche con la sinergia di tutti e il savoir-faire di un maître nale. È dotato di numerose questi elementi messi assie- d’hotel? È lui il professionista caratteristiche e abilità, che me che si ottiene un risultato che, operando nei migliori ri- vanno considerate un vero perfetto, quello che in gergo storanti e alberghi di tutto il e proprio patrimonio da di- viene definita un’“esperienza mondo, ha alla base del suo fendere. da ricordare”, piuttosto che lavoro il difficile e impegna- una semplice cena. tivo ma anche totalmente Immaginiamo un ristorante appassionante ed appagan- intimo ed elegante, luci soffu- Perché parlare ancora una te compito dell’accoglienza se, una mise en place straor- volta di questo argomento, dell’ospite, dell’organizza- dinaria, una coppia elegante già più volte affrontato? Per- zione perfetta della sua per- che brinda con flûte di cham- ché è assolutamente necessa- manenza. Deve essere quindi pagne dal fine perlage, una rio, soprattutto in questi tem- prima di tutto uno “psicolo- musica jazz soffusa... Una pi di crisi imperante in cui go”, per poter capire il tipo scena idilliaca ed evocativa si sente la necessità assoluta di cliente che ha davanti e dei più grandi piaceri della di qualità (del resto è un fat- saperlo soddisfare al meglio. vita. Chi non vorrebbe esser- to risaputo, se il cliente può Deve conoscere le principali ne parte? Non ci siamo mai permettersi di andare meno lingue estere per poter comu- però soffermati a pensare at- spesso al ristorante, quando nicare, ma deve saperci ab- tentamente al vero “regista” lo fa ricerca il meglio e vuole binare doti di estrema corte- e “artefice” di questa scena, che tutto sia perfetto), ribadi- sia e di grande signorilità di che non potrebbe aver luogo re e perseverare nel diffon- comportamento verso tutti, senza la figura insostituibile dere l’importanza di questa collaboratori e colleghi com- del maître d’hotel, una pre- professione, spesso ancora presi, cercando di soddisfare senza importante, a volte di- purtroppo dimenticata o a le esigenze più varie della screta, a volte risoluta, ma as- torto considerata un comple- clientela che, essendo sem- solutamente sempre presente mento rispetto a quella dello pre più colta ed informata in per soddisfare tutte le esigen- chef de cuisine, che ha godu- termini di enogastronomia, ze e i desideri degli ospiti. to sinora di una particolare e vuole sempre essere oggetto sempre più ampia esposizio- di attenzioni e cure partico- Qualcuno avrebbe da obiet- ne mediatica sulla scena della lari. tare dicendo che un altro in- ristorazione. grediente fondamentale della L’accoglienza non è che l’ini- Ottobre 2019 | R & O | 13
Attualità adeguare, mantenendo però intatte quelle che sono le sue caratteristiche, riuscendo a motivare e incentivare il per- sonale che ha a disposizione, cercando di dispensare man- sioni e incarichi a seconda del potenziale umano e tecnico, che egli deve essere in grado di saper giudicare in tutti i suoi collaboratori. Ma non sono finite qua le sue caratteristiche. A lui si addicono anche buone co- noscenze dei vari sistemi di alimentazione (sono sempre più numerosi i clienti con patologie alimentari come la celiachia) dei maggiori Pae- si stranieri, nonché i gusti e le esigenze della clientela di varie nazionalità. Oltre a ciò il maître d’hotel deve avere una buona preparazione ga- stronomica sulla confezione zio dei suoi compiti, poiché te, collabora con lo chef de dei piatti della cucina classi- naturalmente non devono cuisine e il food & beverage ca, internazionale, regionale, mancargli doti di buon co- manager (figura che spesso dietetica, ecc., assommando mando e di giusta autore- egli stesso ricopre) nella scel- a queste discrete nozioni di volezza per il pieno rispetto ta e nella stesura dei menu enologia (spesso il maître della sua posizione di respon- giornalieri, sia per i singoli è anche sommelier, nonché sabile e direttore di sala, deve clienti che per i gruppi (è an- idrosommelier) che comple- avere un profondo senso di cora lui infatti il responsabi- tano adeguatamente la sua osservazione critica e di mas- le della banquettistica, voce preparazione professionale. sima precisione, riuscendo, importante di guadagno per anche nei momenti di mag- ogni ristorante e albergo), Fiore all’occhiello delle sue gior lavoro e affollamento operando purtroppo sem- competenze, inoltre, è l’ar- della sala, a tenere sotto con- pre più spesso con brigate di te del flambage, la destrezza trollo con un colpo d’occhio sala ridotte all’osso rispetto a nel trancio e taglio delle car- tutto l’andamento operativo quelle di una volta, per una ni, la sezionatura della frutta, del ristorante, del servizio politica sempre più impe- la deliscatura dei pesci... tut- del suo personale, eventuali rante di riduzione dei costi, te competenze che egli deve manchevolezze o ritardi, in- a volte necessaria, ma che va saper esercitare davanti al tervenendo, quando è il caso, sicuramente a discapito della cliente, da stupire e coinvol- per risolvere qualche possibi- qualità. gere a livello scenico. le “impasse” di lavoro. Deve essere quindi sempre Da: italiaatavola.net Oltre a questo, naturalmen- al passo con i tempi, sapersi 14 | R & O | Ottobre 2019
Un po’ di storia Cena Medioevale BANCHETTO: un viaggio nei gusti e costumi della nostra storia di Marta Lenzi e Claudio Recchia L’arte del Banchetto colo che perdurerà per tut- d’oro, pavoni dalla coda I l luogo in cui l’arte to il Rinascimento e sino al aperta, uccelletti vivi den- dell’imbandigione ha 1600. Si portavano in tavo- tro pasticci. storicamente sviluppa- la molte vivande contem- I consumi erano orienta- to le migliori risorse, è il poraneamente, suddivise ti verso gli ingredienti più banchetto di corte dove la in servizi, il cui numero rari, combinazioni di sapo- presentazione dei cibi era e la varietà dipendevano ri particolari. Sino al XVII soprattutto un puro proble- dall’importanza dell’in- secolo il gusto era defini- ma estetico. Dal XIV secolo contro conviviale: animali to da un’unione simulta- nasce il banchetto-spetta- arrosto ricoperti di foglie nea dei sapori (agro-dolce) 16 | R & O | Ottobre 2019
Un po’ di storia per poi iniziare a basarsi sull’analitico. Il Settecento sviluppò grandi cambiamenti nelle abitudini culinarie con un radicale mutamento dell’architettura del banchet- to verso fine secolo, con il passaggio dalla presentazione contemporanea di tutte le vivande a quella di una dopo l’altra con il servizio alla russa, permettendo di ser- vire un piatto alla volta appena preparato e abbinato a un determinato vino, come avviene ancora oggi. Con la definitiva in- troduzione dei menù sulle tavole nel XIX secolo, i commensali iniziano ad essere in- formati in anticipo sui piatti che sarebbero stati serviti. Il servizio: sino al Settecento, solo certe fi- gure professionali potevano servire diret- tamente le tavole principali del banchetto. Lo scalco: è un termine medioevale che deriva dal latino scalcus e significa servi- tore. Era, più propriamente, il soprinten- dente alle cucine principesche e aristocra- tiche: spettava a lui selezionare e dirigere i cuochi e la servitù, provvedere alla mensa quotidiana del suo signore, con cui teneva Il trinciante personalmente i rapporti, rifornirne la di- spensa, organizzare i banchetti nei minimi dettagli. Non era quindi un semplice ser- movimento la lanciava nella sinistra men- vitore, anche se di rango elevato, ma un tre quasi in contemporanea con la destra cortigiano: un gentiluomo per nascita o, prendeva un coltello da trancio (più simi- più raramente, per meriti culinari. Perciò, le ad un’elegante spada che ad un utensile a differenza dei cuochi, a cui era vietato, da cucina). Prima di far servire la pietanza poteva vestire in modo ricercato, e portare il trinciante la cospargeva con un pizzico barba, baffi e parrucca. di sale, preso da un’elegante saliera, usan- do la punta del coltello. Il trinciante: era abilissimo nell’uso di forzine e coltelli, rappresentando in pra- Credenziere: gestiva il tovagliato e si oc- tica un surrogato del braccio e della boc- cupava della decorazione della tavola, ca del Signore, di fronte al quale tagliava, dell’argenteria, delle porcellane, dei piatti sezionava e assaggiava ogni pietanza a lui sulla credenza e serviva i piatti freddi. destinata. Il trinciante stava di fronte alla sua tavola, affianco al Signore, e prima Bottigliere: preparava la credenza dei vini d’iniziare il servizio si poneva la salvietta che lo scalco aveva scelto. che copriva il vassoio sulla spalla sinistra. Quando il Principe gli indicava il pezzo Coppiere: preposto al servizio dei vini e di carne preferita, lui la prendeva con la dell’acqua, si presentava, quando chiama- “forzina” (acuminato forchettone) tenu- to dai commensali, con una tazza dorata ta con la mano destra, e con un’elegante coperta contenente del vino e una caraffa Ottobre 2019 | R & O | 17
Un po’ di storia Maestro Martino Vincenzo Corrado d’acqua. Dopo la Rivoluzione Francese tutto cam- Vincenzo Corrado: Il cuoco galante. Dopo biò con la nascita della borghesia. Si ridu- un secolo di predominio assoluto della cu- cono le spese e si semplifica il servizio, ma cina francese fra il settecento e l’ottocento, il piacere conviviale rimane intatto. a Napoli diventò il faro della cucina mo- derna rivelando lo sforzo di voler integra- Alcuni cenni dei primi chef di cucina re le cucine forestiere a quella locale. Il suo merito fu proprio quello di interrompere Maestro Martino: il primo cuoco mo- la monotonia e la supremazia della cucina derno della storia originario della Val di d’oltralpe e di introdurre sulle mense si- Blenio, a metà del XV secolo fu conteso gnorili alcuni elementi tipici Italiani. nelle cucine di molte corti Italiane al ser- vizio degli Sforza, del Cardinale Trevisan, Luigi Franconi: Il nuovo cuoco ticine- di papa Paolo II, di papa Sisto IV e del se economico. Partito da Brissago a metà condottiero milanese Gian Giacomo Tri- Ottocento, seppe sviluppare i valori della vulzio. Definito principe dei cuochi dai sua terra apprendendo l’arte al servizio suoi contemporanei, è considerato il pri- di alcune delle migliori cucine di Milano mo cuoco moderno della storia, colui che dell’alta borghesia. I suoi piatti si basava- inizia a cambiare il gusto dell’epoca con no principalmente su una tradizione popo- dei sapori più discreti, impiego di erbe lare semplice sia valligiana che lombarda, aromatiche e di prodotti semplici come le una mescolanza di gastronomia regionale verdure, avvicinandosi maggiormente ai con insegnamenti francesi interpretati con gusti odierni. molta libertà e fantasia. 18 | R & O | Ottobre 2019
Vini dal mondo Le Regioni viticole francesi meno note Rubrica a cura di Rodolfo Introzzi F inora ho preso in consi- lagne, Ajaccio, Sartène, Figari e te al brocciu (un pecorino fresco derazione le regioni mag- Porto Vecchio su una vasta area DOP di consistenza simile alla giormente conosciute, ma granitica, molto spesso ricca ricotta), oltre a triglie, spigole, il vino, in Francia, si fa quasi d’argilla. Nelle zone che vanno orate e cernie. I fiumi e torren- dappertutto. In questo artico- da Balagne a Corte e da Bonifa- ti incontaminati dell’entroterra lo, vorrei proporre un ampio cio a Patrimonio, il suolo è se- sono popolati da trote e anguil- sguardo su tutte le zone meno dimentario e calcareo. I vitigni le. La polenta, anzi, pulenta di note che, se scoperte, possono principali sono Nielluccio (il castagne, è utilizzata anche per regalare grandi emozioni. nostro Sangiovese), il Vermen- minestre, frittelle e come base Partendo da sud, ecco la Corsi- tino e lo Sciaccarello (simile al per dolci. ca, con 2.200 ettari vitati, e un Mammolo), da abbinare con la Sempre affacciata sul Mediter- clima mediterraneo ideale per cucina semplice corsa, con sa- raneo vi è poi la Provenza, una la vite. La diversità geologica pori prettamente mediterranei regione molto interessante sia dell’isola si caratterizza per la e piatti di terra come gli stufati dal punto di vista paesaggisti- presenza di un massiccio mon- o stracotti di cinghiale, il capret- co che enogastronomico, con la tuoso che offre diversi tipi di to arrosto, il vitello con le olive. presenza di olivi ed erbe aro- suolo. I principali centri viticoli Ottimi sono i pesci e i frutti di matiche, che sono il filo condut- posti al nord dell’isola sono: Ba- mare, particolari le sarde farci- tore della cucina locale. Famosa è la salade niçoise con pomo- dori, uova sode, tonno e olive e la ratatouille. Tra le zuppe ri- cordiamo la bouillabaisse. Nota per i suoi vini rosati di pronta beva, ultimamente si sta assi- stendo però ad una progressi- va riqualificazione dell’intero panorama vinicolo. Anche qui si è cominciato a lavorare sulle basse rese, utilizzando vitigni interessanti come Mourvedre, Grenache, Syrah e Cinsault per i rossi, Ugni Blanc, Marsanne e Roussanne per i bianchi. Da ri- cordare l’AOC Bandol famosa per i vini rossi da uve Mourve- dre e Grenache. Vigneti in Corsica Continuando a scendere lungo Ottobre 2019 | R & O | 19
Vini dal mondo terizzato da aromi complessi quali uva passa, frutta secca, vaniglia, caffè. In zona si producono con uve Mauzac (localmente detto Blan- quette), Chardonnay e Chenin Blanc anche spumanti, come il Crémant de Limoux e il Blan- quette de Limoux, prodotto con il metodo classico e talvol- ta anche con il méthode rurale (ancestrale). I vini, prevalente- mente rossi, di questo territorio si abbinano felicemente ad una cucina che si basa molto sulla carne di agnello e sulla selvag- gina; tipici sono anche i formag- Le più famose etichette dei rosati di Provenza gi di capra, come il Roquefort, il più famoso erborinato di Fran- il Mediterraneo ecco il Langue- di uve Muscat à Petits Grains cia. Tra i dolci, la millefoglie di doc e, a seguire, il Roussillon: e Moscato d’Alessandria, fatti Pélardon a base di castagne e dalle foci del Rodano fino a sud maturare in cantina in modo formaggio di capra, e la crema di Perpignan, al confine con la tradizionale, mentre i rossi, catalana. Spagna. È una regione da sem- prodotti prevalentemente con Sud-Ovest: vasta regione a ri- pre molto grande (la più estesa uva Grenache Noir, sono spes- dosso dei Pirenei compresa tra del paese), che produce oltre un so sottoposti a processi ossida- la Languedoc e l’Oceano Atlan- terzo di tutto il vino francese. tivi e riduttivi che danno vita tico, si suddivide a sua volta in La maggioranza appartiene alla ad aromi complessi come frutta quattro aree vitivinicole: Berge- categoria Vins de Pays, con più secca, vaniglia, caffè e miele. I raçois, pochi chilometri a est di di 60 denominazioni. I vitigni migliori sono: Maury, Rivesal- Bordeaux, è la più grande con più utilizzati sono Carignan, tes Banyuls. La versione rancio le sue sei AOC e più di 12.000 Grenache, Mourvedre, Syrah, di quest’ultimo vino è sottopo- ettari vitati. Qui vi è anche l’A- Cabernet e Merlot. Le appella- sta ad ossidazione, esponendo OC Mombazillac, famosa per i tion più importanti sono Cor- le piccole botti al sole durante suoi vini dolci prodotti da uve bières, Fitou, Saint-Chinian e la stagione estiva ed è carat- Sauvignon blanc e Sémillon at- Faugères. La zona è nota per i “Vin Doux Naturel”. Nono- stante il nome, la dolcezza si ot- tiene tramite fortificazione, os- sia l’aggiunta di alcol durante la fermentazione, che inibisce l’effetto dei lieviti, aumentan- do nel contempo la gradazione alcolica del vino. Questo pro- cesso prende il nome di mutage e conferisce al vino dolcezza e un titolo alcolico compreso fra il 15 e il 21%. Per questo tipo di Vigneti a Roussillon (Rossiglione) vini, fra i bianchi vi è l’utilizzo 20 | R & O | Ottobre 2019
Vini dal mondo rosso, è anche giallo e grigio. Tre sono le tipologie piu inte- ressanti: Il “Vin Jaune”, pro- dotto con uva Savagnin (simile al Traminer), prende il nome dal suo tipico colore giallo do- rato. Da sempre, l’antica tecni- ca di vinificazione è soggetta a regole molto severe: le uve sono raccolte tardivamente e successivamente il vino viene Vigneti nella Savoie messo ad affinare in tonneau di legno per 6 anni e tre mesi in taccate dalla muffa nobile, con Spagna e dei Paesi Baschi. Tipi- botti colme senza che vengano prezzi molto più favorevoli ri- ci esempi sono i piatti a base di effettuati travasi o colmature. spetto ai Sauternes. pesce dell’Atlantico, come ton- Questa tecnica somiglia a quel- L’Haut-Pays, che offre una no e merluzzo, o carni di agnel- la della produzione dello sher- gamma completa di vini bian- lo stufate o al forno, servite con ry spagnolo e fa sì che si crei un chi, rosati, rossi e dolci, pro- i fagioli. Ma il vero protagoni- velo di lieviti indigeni (voile) dotti con vitigni autoctoni o sta della zona è il Foie gras, d’o- sulla superficie del vino che da di origine spagnola. Le A.O.C. ca o anatra, che viene servito un lato lo preserva dall’ossida- sono cinque: Béarn, da qui in innumerevoli combinazioni zione e dall’altro lo arricchisce deriva anche la famosa Sauce secondo la fantasia dei produt- di caratteristiche organolettiche Béarnaise; Jurançon, con vini tori locali. Famosi anche i salu- uniche. Terminato l’affinamen- soprattutto bianchi a partire da mi locali e i formaggi come la to, il vino viene poi imbottiglia- uve Petit Manseng e Gros Man- Tomme de Vache Barousse, il to nelle tradizionali “clavelins”, seng, anche in versione passita Chabécou, il Rocamadour, la bottiglie da 62 cl il cui volume attaccata da muffa nobile. L’A- Tomme des Pyrénées. ha lo stesso rapporto di vino OC Madiran è famosa per i vini La regione della Guascogna, fa- rimanente dopo la vinificazio- rossi prodotti con le uve dei vi- mosa per l’Armagnac, distillato ne e l’affinamento di 100 cl di tigni Tannat e Fer, molto colo- di vino prodotto con uve Ugni mosto; ha un bouquet di pro- rati e tannici. Blanc. Aggiungendo l’Arma- fumi con note di noce, caramel- Bergerac, Cahors e Gaillac. I gnac ai vini di Guascogna, sia lo, mela cotogna, mandorla e vitigni più utilizzati sono Sém- bianchi che rossi, si ottiene il spezie gialle. Altro vino tipico illon, Sauvignon, Muscadelle, Vin de Liqueur Floc de Guasco- della zona è il “Vin de Paille”, Manseng e Petit Manseng per gne. un vino dolce che può essere i bianchi, da cui si ottengono Jura: situato in zona piuttosto prodotto da uve Chardonnay, vini dolci di grande pregio, ot- remota della Francia orienta- Savagnin, Poulsard e Trosseau. timi nell’abbinamento con i for- le, nella regione della Fran- I grappoli vengono messi ad maggi erborinati, con i pecorini che-Comté. I vigneti si trovano appassire per almeno sei set- stagionati dei Pirenei e con la in parte su territori pianeggian- timane sui tradizionali letti di pasticceria secca; Cabernet Sau- ti, in parte su altipiani e anche paglia (da qui il nome del vino) vignon, Cabernet Franc, Merlot, su montagne. L’asperità del in ambienti ben areati e asciutti. Auxerrois o Malbec e Tannat territorio rende indispensabile Al termine dell’appassimento, per i rossi; infine i Pyrénées, assicurare ai vigneti una buona tra Natale e la fine di febbraio, lungo la catena montuosa ai esposizione al sole, per questo vengono spremute, ottenendo confini con la Spagna, che arri- si arriva ad avere filari su pen- non più di 15/18 litri di mosto vano fino alla sponda Atlantica. denze anche superiori al 40%. È per 100 kg di uva. La successiva La cucina del sud-ovest è in- l’unico territorio dove il vino, lenta fermentazione dà vita ad fluenzata dalla vicinanza della oltre ad essere bianco, rosato e un vino con alcolicità tra i 14 e Ottobre 2019 | R & O | 21
Vini dal mondo i 17 gradi e circa 100 g/l di zuc- Téméraire (con pere, uvetta e Pinot Noir. La cucina Savoiarda chero residuo. noci), la Galette comtoise (pa- è una cucina montana, caratte- Crémant du Jura, la produzio- sta sfoglia ripena) e il gelato al rizzata da piatti saporiti come ne di spumanti risale già alla Macvin. le salsicce Diots, con carne di fine del XVIII secolo quando La Savoie è compresa tra il Lago maiale e frattaglie, aromatizza- venivano prodotti con il meto- Lemano al confine svizzero e la te con noce moscata. Formaggi do ancestrale. Val d’Isère. La regione è sud- tipici sono il Reblochon, Abon- La cucina tradizionale utilizza divisa in quattro dipartimenti, dance, Beaufort, Tomme de soprattutto formaggi come il la Savoia, l’Alta Savoia, l’Isère Savoie e Chevrotin, salumi e Mont d’Or (a crosta fiorita), la e l’Ain, che presentano sostan- prosciutti, oltre alle famose Ra- Raclette Comtoise e il Comté ziali differenze climatiche, con clette e Fondue savoyarde. (simile all’Emmental), e salumi temperature medie annue in come il Brési (bresaola), le sal- Savoia anche di 2 gradi più ele- sicce di Montbéliard e di Mor- vate rispetto all’Alta Savoia. teau, il prosciutto di Luxeuil. Questa diversità climatica nel Piatti tipici sono la Salade com- tempo ha di fatto indirizzato toise (con salumi e formaggi), le la produzione dell’Alta Savoia zuppe con crostini e funghi Gi- verso vini bianchi freschi (circa rolles (finferli) e Morilles (spu- il 70% del totale) e verso vini gnole). Come secondi piatti prevalentemente rossi nella Sa- troviamo il Poulet à la comtoi- voia meridionale. I vini nascono se (al vino e formaggio), il Coq soprattutto da Altesse, Aligoté, Il famoso Vin de Paille au vin jaune. Tra i dolci la torta Chasselas, Gamay, Mondeuse e TUTTI I VINI CAMPANI (o quasi) Vuoi inserire vini campani particola- ri sulla tua carta dei vini? Greco, Fiano, Biancolella, Falanghina, Coda di Volpe, Aglianico, Primitivo, Piedirosso, ecc. Consegniamo anche piccole quantità per ristoranti e privati. Prezzi da grossista. Contatta Diodato Buonora dbuonora@libero.it 329 724 2207 22 | R & O | Ottobre 2019
Vini italiani Alla scoperta dei vini italiani regione per regione Piemonte di Michele Policelli d’Alba - Canavese - Dolcetto di Dogliani - Carema Superiore - Cisterna d’Asti - Dolcetto di Ovada - Colli Tortonesi Superiore - Collina Torinese - Erbaluce di Caluso - Colline Novaresi - Gattinara - Colline Saluzzesi - Gavi - Cortese dell’Alto - Ghemme Monferrato Vini DOP: - Nizza - Coste della Sesia - Malvasia di Castel- - Roero - Dolcetto d’Acqui nuovo Don Bosco • Vini - Ruchè di Castagnole - Dolcetto d’Alba - Monferrato a Denominazione Monferrato - Dolcetto d’Asti - Nebbiolo d’Alba d’Origine - Dolcetto di Ovada - Piemonte Controllata • Vini - Fara - Pinerolese e Garantita a Denominazione - Freisa d’Asti - Rubino di Cantavenna d’Origine - Freisa di Chieri - Sizzano - Alta Langa Controllata - Gabiano - Strevi - Asti - Grignolino d’Asti - Terre Alfieri - Barbaresco - Alba - Grignolino del Mon- - Valli Ossolane - Barbera d’Asti - Albugnano ferrato Canavese - Valsusa - Barbera del Monfer- - Barbera d’Alba - Langhe - Verduno Pelaverga o rato Superiore - Barbera del Monferrato - Lessona - Verduno - Barolo - Boca - Loazzolo - Brachetto d’Acqui - Bramaterra - Malvasia di Casorzo Vini IGP - Dolcetto di Diano - Calosso o Casorzo 24 | R & O | Ottobre 2019
Vini italiani vino rosso ottenuto con al- meno il 95-98% di Nebbiolo, dal Roero Arneis, uno dei più antichi vitigni a bacca bianca del Piemonte prodotto esclu- sivamente in 19 comuni della provincia di Cuneo. Inoltre, tra i vitigni autocto- ni possiamo citare il Freisa, Grignolino e l’Erbaluce la cui DOCG “Erbaluce di Caluso” prende il nome dal comune omonimo, prodotto anche nella versione passito. Estratti di alcuni disciplinari I VINI DOCG Barbera ASTI Vitigno/i: Moscato Bianco Il territorio del Piemonte si regionale. (100%) può definire tra il più diversi- Zona di produzione: Ales- ficato della penisola: si passa Il Nebbiolo viene utilizza- sandria, Asti, Cuneo da un clima rigido sulle Alpi to per produrre il Nebbiolo Affinamento: non previsto ad un clima più continentale d’Alba, ma anche per la pro- Caratteristiche visive: giallo in pianura, fino ad arrivare duzione di Barolo, Barbare- paglierino brillante ad un clima mite nelle vici- sco, Gattinara e Ghemme. Caratteristiche olfattive: fra- nanze dei laghi. Tra gli autoctoni di questa re- grante, tipico gione troviamo il Dolcetto e, Caratteristiche gustative: La zona della Pianura Pada- in funzione alla zona di pro- aromatico, dolce, tipico na rappresenta, grazie alla duzione, possiamo degustare GAM: 11% sua fertilità, un punto di ri- il Dolcetto d’Acqui, d’Alba, ferimento per l’agricoltura, d’Asti e il Dolcetto di Doglio- ma le zone collinari, partico- ni. larmente delle Langhe e nel Monferrato, inseriscono il Dalle uve Brachetto coltivate Piemonte tra le regioni con nella zona Asti e Alessandria maggiore produttività e va- si ottiene il Brachetto d’Ac- rietà vitivinicola. qui, un rosso dolce che riesce a soddisfare i commensali a I vitigni più rappresentativi fine pasto, ottimo nell’abbi- Molti dei vitigni di questo namento a pasticceria secca o territorio prendono il nome a dolci da forno. in base alla zona di produzio- ne, iniziamo col parlare del Dalle uve Cortese si ottiene Barbera: diffuso nella zona il Gavi, ottenuto sia fermo, di Asti, Alba e Monferrato, è frizzante che spumantizzato. un vitigno a bacca rossa che Quando parliamo dell’Arneis Nebbiolo esalta i piatti della tradizione occorre distinguere il Roero, Ottobre 2019 | R & O | 25
Vini italiani Vitigno/i: Nebbiolo (90-100%); Vespolina (0- 4%); Bonarda di Gattinara (0-10%) Zona di produzione: Comune di Gattinara (Vercelli) Affinamento: 3 anni obbligatori, di cui 2 in botti di legno, e fino a oltre 10 anni Caratteristiche visive: rosso granato fino all’aranciato Caratteristiche olfattive: sentore di viola so- prattutto se molto invecchiato Caratteristiche gustative: armonico, asciutto, retrogusto leggermente amarognolo GAM: 12,5% NEBBIOLO D’ALBA Vitigno/i: Nebbiolo (100%) Zona di produzione: Cuneo Affinamento: 1 anno obbligatorio e fino a 6 anni Moscato bianco Caratteristiche visive: rosso rubino, tendente al granato con l’invecchiamento Caratteristiche olfattive: caratteristico, frutta- to BRACHETTO D’ACQUI O ACQUI Caratteristiche gustative: armonico, secco, Vitigno/i: Brachetto (100%) vellutato Zona di produzione: Alessandria, Asti GAM: 12% Affinamento: fino a 3 anni Caratteristiche visive: rosso rubino medio, tendente al granato chiaro e rosato Caratteristiche olfattive: molto delicato Caratteristiche gustative: delicato, dolce, morbido GAM: 5-6,5% BAROLO Vitigno/i: Nebbiolo (Michet, Lampia, Rosé) (100%) Zona di produzione: Cuneo Affinamento: 3 anni obbligatori, di cui 2 in botti di rovere, e fino a oltre 10 anni Caratteristiche visive: rosso granato con ri- flessi aranciati Caratteristiche olfattive: gradevole, intenso, tipico Caratteristiche gustative: armonico, asciutto, pieno, robusto, vellutato GAM: 13% Arneis GATTINARA 26 | R & O | Ottobre 2019
INSALATE TUTTO SULLE INSALATE INSALATE Speciale di Ristorazione & Ospitalità Il servizio delle insalate Numero 10 Ottobre 2019 Le insalate costituiscono un alimento rin- a cura di Matteo Castriotta e Franco Petrone frescante, ricco di vitamine, di sostanze mi- nerali e di cellulosa; sono particolarmente indicate per correggere il regime alimenta- re odierno, spesso troppo ricco di proteine e di grassi.
Da sempre le insalate hanno rappresentato portata: prima allevia in un certo senso nella ristorazione un contorno, un qualco- l’appetito svolgendo anche un’azione di- sa che veniva aggiunto per completare un gestiva; dopo tende ad eliminare residui piatto. dei sapori forti del secondo così da prepa- Quando si parla di “insalata”, viene subi- rare il palato al dessert. to in mente la classica insalata in foglia, le cui varietà sono numerosissime: lattuga Insalate miste cappuccio, lattuga romana, cicoria, invidia, scarola, radicchio e tutte le insalate servite Questo tipo d’insalate può essere di diffe- crude generalmente in foglia. rente natura e scaturiscono dall’unione di Ci sono altre verdure e legumi che, oltre molteplici tipi d’ortaggi sia crudi sia cotti. ad essere utilizzate per minestre, contorni Quando la preparazione delle insalate mi- e altre preparazioni, vengono aggiunti in ste è ridotta, possono essere servite come preparazioni di insalate tagliati in piccoli contorno, quando invece il numero di in- pezzi, a listarelle o interi. Crudi: pomodori, gredienti è particolarmente ricco, possono peperoni, carote, sedano, verza e finocchi. diventare un piatto principale in sostitu- Cotti: asparagi, piselli, fagiolini verdi, spi- zione di una portata classica. naci, zucchine, patate , carciofi e tanti altri. Classificazione delle insalate Semplici Miste Composte Insalate semplici Ci appartengono le cosiddette insalate ver- di o di altro colore, crude o cotte, servite in un’unica varietà (insalata di lattuga, di po- modori, di finocchi, di fagiolini ecc.). Insalate composte L’insalata semplice di solito accompagna preparazioni calde a base di carne (arrosti o Sono quelle insalate caratterizzate dalla grigliate) o di pesce (al forno o alla griglia) presenza di vari tipi di verdure e legumi svolgendo la sua funzione di contorno. mescolati a frutta, formaggio, carne (pol- Normalmente è un contorno aggiunto, in lo, tacchino e vitello), pesci o crostacei bol- più a quello del piatto, per questo motivo liti o grigliati, pesci sott’olio (tonno e ac- dovrebbe essere mangiato prima o dopo la ciughe), uova sode, salumi, pasta e altro.
I condimenti stershire sauce, tabasco e altro. N.B: l’insalata cruda si condisce sempre Per la buona riuscita di un piatto d’insa- all’ultimo momento perché il condimento lata è di fondamentale importanza il con- la “cuoce”; si condisce generalmente solo dimento che richiede la stessa genuinità la quantità da servire. delle verdure fresche. Come preparare la salsa davanti al cliente Capita, talvolta, che il cliente chiede al ca- meriere di condirgli un’insalata con una vinaigrette o citronette preparate al mo- mento. La preparazione della salsa richie- de molta professionalità ed avviene nel modo seguente: - Sui tavolini di servizio si dispone una mise en place di tutto l’occorrente. Il condimento può scaturire da un sem- - Lo chef de rang predispone un plice accoppiamento olio e aceto, talvolta piattino o una ciotola in cui preparare la aromatizzato o da una salsa preparata per salsa, poi con la mano sinistra impugna legare i vari ingredienti. un cucchiaio in cui va a stemperare sale L’olio deve essere di ottima qualità ed e pepe con l’aceto, aiutandosi con i rebbi offerto in varie tipologie, come d’altron- della forchetta tenuta con la mano destra de deve essere anche l’aceto, proveniente (si noti che non si deve iniziare con l’olio, dalla fermentazione del vino o da un altro come fanno molti erroneamente, perché in prodotto naturale. questo caso il sale non si scioglie bene). Il loro rapporto ottimo è di 3/4 e 1/4, insa- - Di seguito provvede a versare, porito con sale e pepe, emulsionato il tutto sempre nel cucchiaio, l’olio. per ottenere quella gustosa salsa chiama- - La salsa deve essere bene emulsio- ta “Vinaigrette” oppure “Citronette” se si nata nel contenitore e successivamente sostituisce il limone all’aceto. servita, sempre con l’ausilio di un cuc- I condimenti che sono utilizzati per con- chiaio, sull’insalata richiesta dal cliente. dire le insalate sono chiamati dressing, si Le dosi sono di norma: un cucchiaio di trovano in commercio in bustine mono- aceto per la vinaigrette o di limone per la porzioni o in bottiglie. Il condimento delle insalate composte è generalmente più corposo di una sempli- ce vinaigrette. perché deve assimilare i vari ingredienti. La maggior parte delle salse ha come base l’olio dove sarà aggiunto: panna liquida, uova, yogurt, senape, maionese, erbe e spezie, succo d’arancia, distillati, worce-
citronette, per tre cucchiai d’olio, sale La salsa va unita all’insalata solo al mo- e pepe a richiesta. Queste sono le salse mento del servizio perché la presenza classiche. di aceto o limone tende in breve tem- po a bruciare la verdura e a rovinarne Preparare la salsa in anticipo il gusto. Prima di servire, la salsa va ogni volta amalgamata accuratamen- Un buon servizio di insalate deve pre- te per distribuire in modo omogeneo i vedere più salse. vari componenti, i più pesanti dei qua- li tendono dopo breve tempo a deposi- tarsi sul fondo. Principali condimenti per le insalate Vinaigrette semplice La preparazione della salsa avviene sopra un piatto per evitare di sporcare. Dopo aver preparato il piatto con l’insala- Per preparare la salsa in anticipo ci si ta, si versa nel cucchiaio sale, pepe, aceto munisce di una bowl di capienza pro- ed eventuale senape. porzionata alla quantità da preparare Si amalgama con i rebbi della forchetta e e di una frusta. Si introducono i vari quando il composto risulta legato si uni- ingredienti escluso l’olio; si amalgama sce, sempre nel cucchiaio, l’olio. bene con la frusta e quando il compo- Si emulsiona, infine si distribuisce unifor- sto risulta omogeneo si unisce l’olio e memente la salsa e si serve. si lega bene il tutto. Al termine si as- Nel caso si debbano condire più di due saggia la salsa e si verifica che i vari in- insalate, si opera come esposto, però non gredienti siano nelle quantità corrette, in un cucchiaio, che risulterebbe troppo aggiustando eventualmente il gusto. piccolo, bensì direttamente in una ciotola o piatto fondo. - Vinaigrette: è composta da olio, aceto, sale e pepe; a piacere si può unire la senape (che oltre a conferire gusto aiuta a legare meglio la salsa). Di questa salsa base esistono molte varianti, tra cui: - vinaigrette al dragoncello: con dragon- cello fresco tritato; - vinaigrette al curry: con curry e un trito di cipolla; - vinaigrette con acciuga: con un cucchiaio di senape e pasta di acciuga. - Citronette:
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