Ristorazione & Ospitalità - All'interno: Cosa vedere a Siracusa durante il Congresso Amira - Speciale insalate

Pagina creata da Jacopo Castagna
 
CONTINUA A LEGGERE
Ristorazione & Ospitalità - All'interno: Cosa vedere a Siracusa durante il Congresso Amira - Speciale insalate
Ristorazione
& Ospitalità
      Organo ufficiale dell’AMIRA					                      Anno 43 - Numero 10
      Associazione Maîtres Italiani Ristoranti e Alberghi          Ottobre 2019

All’interno:

- Cosa vedere a Siracusa
durante il Congresso Amira

- Speciale insalate
Ristorazione & Ospitalità - All'interno: Cosa vedere a Siracusa durante il Congresso Amira - Speciale insalate
Ristorazione & Ospitalità - All'interno: Cosa vedere a Siracusa durante il Congresso Amira - Speciale insalate
L’editoriale

    Una riflessione
          che
        ci deve
    far pensare…

S
     iamo ad ottobre, c’è     va fatta di lavoro e            dei nostri luoghi, degli ami-
     chi ha ricominciato la   stress alla nostra famiglia,    ci e dei familiari.
     scuola, chi ha già di-   ai nostri amici ed ai nostri    Proprio per questo dobbia-
menticato le vacanze. L’au-   hobby.                          mo essere noi i portavoce
tunno è un momento per        Proprio questo mi fa riflet-    nelle scuole alberghiere e
ricominciare, come iniziare   tere e “forse” mi dà una        con aneddoti, racconti far
un nuovo anno con progetti    spiegazione del perché tanti    capire che il nostro è uno dei
e programmi inediti.          giovani non vogliono fare il    mestieri più belli al mondo.
Per noi che lavoriamo nel     nostro mestiere.                Ci permette di conoscere
settore turistico è uno dei   Sicuramente i motivi sono       e imparare diverse lingue,
pochi momenti di sosta, di    tanti, basti pensare alle do-   culture, popoli e gastrono-
relax, possiamo dedicar-      meniche e alle festività che    mie.
ci dopo una stagione esti-    si lavora, alla lontananza      Il futuro dell’Italia non sono
                                                              più le industrie (se ci guar-
                                                              diamo intorno tante hanno
                                                              già chiuso e altre sono al
                                                              fallimento) ma bensì il TU-
                                                              RISMO. Abbiamo monti,
                                                              laghi, mari, città, storia e ga-
                                                              stronomia che tutto il mon-
                                                              do ci invidia. Solo se riu-
                                                              scissimo a far capire questo
                                                              ai giovani, avremmo vinto
                                                              una battaglia e sicuramente
                                                              il nostro mestiere non avrà
                                                              fine, ma si riprenderà il ruo-
                                                              lo e il posto che si merita.

                                                                           Valerio Beltrami
                                                                Presidente Nazionale Amira

                                                                Ottobre 2019 | R & O | 3
Ristorazione & Ospitalità - All'interno: Cosa vedere a Siracusa durante il Congresso Amira - Speciale insalate
Sommario
        Ristorazione
        & Ospitalità                                                                        13

                Anno 43 n° 10
                Ottobre 2019                                3

          Rivista di alimentazione,
       gastronomia, enologia e turismo

             EDITORE AMIRA
         Associazione Maîtres Italiani
            Ristoranti e Alberghi

       DIRETTORE RESPONSABILE
            Diodato Buonora
           dbuonora@libero.it
                                             24
                                                                                     16
                                                       19
         DIRETTORE EDITORIALE                                   6
             Valerio Beltrami

       GRAFICA E IMPAGINAZIONE
             Veronica Gatta                  L’EDITORIALE

         CONTRIBUTI EDITORIALI                3    Una riflessione che ci deve far pensare
                                                   Valerio Beltrami
      Valerio Beltrami, Diodato Buonora,     IN PRIMO PIANO
     Matteo Castriotta, Alfonso Del Forno,
     Alessandro Dini, Antonio Di Mattia,
     Giovanni Favuzzi, Rodolfo Introzzi,      6    Siracusa: tra mare, bellezze naturali,
                                                   gastronomia e una storia millenaria
        Marta Lenzi, Renato Malaman,
                                                   ricerche a cura di Diodato Buonora
       Franco Petrone, Michele Policelli,
     Claudio Recchia, Antonino Reginella,    ATTUALITÀ

                                             13 Maître
               Giacomo Rubini.                          d’hotel, una professione
              SITO UFFICIALE                    insostituibile e al passo con i tempi
                www.amira.it                       Giacomo Rubini
                                             IN PRIMO PIANO

                                             16 Banchetto:
        FILO DIRETTO CON AMIRA
              Tel. 02 49458768                             un viaggio nei gusti e
                dalle 9 alle 12                 costumi della nostra storia
            dal lunedì al venerdì
                                                   Marta Lenzi e Claudio Recchia
                info@amira.it                VINI DAL MONDO

                                             19 LeRodolfo
             sedelegale@amira.it                    Regioni viticole francesi meno note
       REGISTRAZIONE TRIBUNALE                            Introzzi
         n. 16754 del 26 marzo 1977          VINI ITALIANI
             ASSOCIATO USPI                  24 regione.
                                                Alla scoperta dei vini italiani regione per
                                                         Il Piemonte - Michele Policelli
4 | R & O | Ottobre 2019
Ristorazione & Ospitalità - All'interno: Cosa vedere a Siracusa durante il Congresso Amira - Speciale insalate
Sommario

                                                                                                                                     49
  INSALATE
                                                                                                                                                          40

        TUTTO                                                                                   47
        SULLE
      INSALATE                                                                    INSALATE
                                                                                  Speciale di
                                                                   Ristorazione & Ospitalità
 Il servizio delle insalate                                                       Numero 10
                                                                                 Ottobre 2019
 Le insalate costituiscono un alimento rin-
                                                 a cura di Matteo Castriotta e Franco Petrone
 frescante, ricco di vitamine, di sostanze mi-

                                                                                                                            Ristorazione
 nerali e di cellulosa; sono particolarmente
 indicate per correggere il regime alimenta-
 re odierno, spesso troppo ricco di proteine
 e di grassi.

                                                                                     28

                                                                                                                            & Ospitalità
                                                                                                          50
                                                                                                                                Organo ufficiale dell’AMIRA                           Anno 43 - Numero 10
                                                                                                                                Associazione Maîtres Italiani Ristoranti e Alberghi          Ottobre 2019

46
42

                                                                                                                               All’intero:
                                                                                                                               - Cosa vedere a Siracusa
                                                                                                                               durante il Congresso Amira
                                                                                                                               - Speciale insalate

                                                                                                     44                                 In copertina
SPECIALE                                                                                                                         il    Duomo di Siracusa
                                                                                                                                         (dalla rete)
28 Tutto sulle insalate
   Matteo Castriotta e Franco Petrone
IL MAESTRO

40 siIl Gran Maestro Francesco Grippo
        racconta - Claudio Recchia                                                                             A TAVOLA CON IL MAÎTRE

                                                                                                               47
ALIMENTAZIONE E NUTRIZIONE                                                                                          Tagliatelle di castagne ai porri, pancetta

42                     Conoscere le olive                                                                           e pecorino - Alessandro Dini
                       Giovanni Favuzzi                                                                        SEZIONE SICILIA OCCIDENTALE

                                                                                                               49
BIRRA IN TAVOLA                                                                                                     L’Amira al Centro “Padre Nostro”

44
                       Il mercato della birra artigianale italiana                                                  di Brancaccio - Antonino Reginella
                       Alfonso Del Forno                                                                       SEZIONE VENETO COLLI EUGANEI

                                                                                                               50
DISTILLATI E DINTORNI                                                                                               L’Amira premia La Montanella di Arquà

46                     Distillati: a caccia di difetti                                                              Petrarca con il “Cravattino d’Oro”
                       Antonio Di Mattia                                                                            Renato Malaman
                                                                                                                                Ottobre 2019 | R & O | 5
Ristorazione & Ospitalità - All'interno: Cosa vedere a Siracusa durante il Congresso Amira - Speciale insalate
In primo piano

                    SIRACUSA
             tra mare, bellezze naturali,
                   gastronomia e
                una storia millenaria
                                                                      ricerche a cura di Diodato Buonora

Q
          uest’anno, l’Amira ha       della “rete” e di conoscenze         i Greci a passare di lì, Siracusa
          scelto Siracusa come        personali, scrivo qualche noti-      fu colonizzata successivamente
          luogo per svolgere il       zia sulle cose più belle e inte-     da Romani, Bizantini, Arabi e
 proprio congresso annuale.           ressanti di questa città definita    Normanni. Un violento terre-
 Una bella scelta perché questa       da Cicerone come la più grande       moto, nel 1693, ridusse la città
 città ha una storia millenaria ed    e bella di tutte le città greche.    in macerie eliminando (o quasi)
 è molto interessante dal punto       Nel periodo in cui apparten-         tutte le tracce architettoniche
 di vista paesaggistico. Perso-       ne alla Magna Grecia, Siracu-        del passato. Dopo la tragedia,
 nalmente sono stato a Siracusa       sa raggiunse il massimo dello        la città è stata interamente ri-
 (e in Sicilia) in più di un’occa-    splendore: per bellezza ed im-       costruita in stile barocco di cui
 sione e ogni volta, al rientro,      portanza fu infatti rivale di Car-   potrete ammirarne uno degli
 ho sempre pensato “tornerò”.         tagine ed Atene. Ci sono nume-       esempi migliori. L’impressione
 La Sicilia, per certi versi, è una   rose tracce di questo periodo, la    che avete sarà di visitare una
 terra magica. Offre al visitatore    Fonte Aretusa, il Teatro Greco,      città sospesa nel tempo, tra il
 uno spettacolo che non si può        l’Orecchio di Dionisio, il Tem-      medioevo e il barocco.
 spiegare a parole. Bisogna vi-       pio di Apollo, solo per citarne      Tra le cose belle e le meraviglie
 sitarla dal vivo. Approfittando      qualcuna. Ma non furono solo         di questo posto, cito:

6 | R & O | Ottobre 2019
Ristorazione & Ospitalità - All'interno: Cosa vedere a Siracusa durante il Congresso Amira - Speciale insalate
In primo piano
-      L’Isola di Ortigia                              legata ad una leggenda secondo la quale la nin-
                                                       fa Aretusa, per sfuggire ad Alfeo, follemente
                                                       innamorato di lei, chiese aiuto ad Artemide,
                                                       che per salvarla la trasformò in una fonte. In
                                                       realtà tutta questa zona è particolarmente ricca
                                                       di acque sorgive e questo è stato sicuramente
                                                       uno dei motivi che hanno spinto le prime po-
                                                       polazioni ad insediarsi in questa zona.

                                                       -      Il Duomo di Siracusa

Quest’isola rappresenta il cuore della splendi-
da città di Siracusa, il primitivo nucleo abitato
dove percepire secoli di storia, arte e cultura
che hanno contraddistinto questo suggestivo
luogo siciliano.
Anche se si tratta di un’isola, essa è collegata
alla terraferma tramite il Ponte Umbertino che
permette direttamente di passare da Siracusa
città all’isola di Ortigia. Il suo nome rimanda
ad origini greche, anche se questa zona, ricca di
sorgenti d’acqua dolce, era abitata già dall’età
del bronzo, come testimoniato da reperti ar-           Nell’isola di Ortigia si trova anche il Duomo
cheologici databili tra il 3500 a.C. ed il 1200 a.C.   della città, costruito in origine nel V secolo a.C.
Passeggiare in questo territorio vuol dire assa-       come tempio dedicato alla Dea Atena e trasfor-
porare secoli di storia, captando nelle costru-        mato in seguito in basilica cristiana. Oggi la
zioni ancora vive in questo quartiere le civiltà       facciata si presenta interamente rifatta in stile
greche, romane ed il passaggio indelebile degli        barocco, avendo subito gravissimi danni in se-
aragonesi e degli arabi.                               guito al terremoto del 1693.

-      La Fonte Aretusa                                -      L’antico tempio di Apollo

Sempre nella parte meridionale di Ortigia si
consiglia di andare a vedere la Fonte Aretusa,         Spostandosi nella parte settentrionale dell’iso-

                                                                            Ottobre 2019 | R & O | 7
Ristorazione & Ospitalità - All'interno: Cosa vedere a Siracusa durante il Congresso Amira - Speciale insalate
In primo piano
 la di Ortigia sarà molto interessante una visita      Si trova sotto il Teatro Greco ed è la latomia più
 all’antico tempio di Apollo, considerato il più       conosciuta. Esse erano usate sia come cave di
 antico tempio presente in tutta la Sicilia. È data-   pietre che come carceri antiche. Infatti, a segui-
 to addirittura VI secolo a.C., ma col trascorrere     to della spedizione ateniese in Sicilia, e quindi
 del tempo ha subito numerosissime modifiche,          di una dura battaglia tra Atene e Siracusa, le la-
 venendo trasformato in chiesa, in moschea e           tomie divennero il luogo in cui furono incarce-
 durante il dominio degli aragonesi addirittura        rati i soldati ateniesi sconfitti. Fredde d’inver-
 in caserma.                                           no e torride d’estate, essere imprigionati nelle
                                                       latomie equivaleva a una condanna a morte:
 -      Il Teatro Greco                                essi furono lasciati morire di fame e di stenti,
                                                       senza alcuna possibilità di fuga. Furono proba-
                                                       bilmente scavate già dal V secolo a.C., anche
                                                       se non si hanno informazioni certe, e utilizzate
                                                       sino all’epoca romana.

                                                       -      L’Orecchio di Dionisio

 Il teatro greco di Siracusa è un teatro costruito
 nella sua prima fase nel V secolo a.C., situato
 all’interno del Parco archeologico della Neapo-
 lis, sulle pendici sul lato sud del colle Temenite
 e rifatto nel III secolo a.C. e ancora ritrasforma-
 to in epoca romana. Ha la particolarità di esse-
 re quasi interamente scavato nella roccia. Oltre
 che per le rappresentazioni, così com’era costu-
 me per gli antichi greci, il teatro veniva usato
 per le assemblee popolari.

 -      La Latomia del Paradiso

                                                       Sotto il Teatro Greco di Siracusa esiste una
                                                       grotta scavata nel calcare che ha la forma di
                                                       un grande orecchio. La grotta, alta 23 metri, è
                                                       famosa per le sue proprietà acustiche che am-
                                                       plificano i suoni fino a 16 volte. La grotta per la
                                                       sua forma particolare è conosciuta come Orec-

8 | R & O | Ottobre 2019
Ristorazione & Ospitalità - All'interno: Cosa vedere a Siracusa durante il Congresso Amira - Speciale insalate
In primo piano
chio di Dionisio e ha un insolito andamento ad
“S” con sinuose pareti che convergono verso
l’alto, come a formare un sesto acuto. Secondo
quanto si racconta fu il pittore Caravaggio a
coniare il nome orecchio di Dionisio quando si
recò a Siracusa nel 1608 in compagnia dello sto-
rico siracusano Vincenzo Mirabella. Fu Dioni-
sio a far scavare la grotta dove teneva i prigio-
nieri, dalla cavità superiore poteva ascoltarne i
discorsi. Secondo alcuni fu proprio la presenza
della cavità sotto il Teatro Greco a favorire l’a-
custica del teatro stesso.

-      Il Castello Eurialo
                                                         che è poco più piccolo dell’Arena di Verona.
                                                         L’Anfiteatro Romano di Siracusa appartiene al
                                                         Parco archeologico, che si trova fuori dell’isola
                                                         di Ortigia, all’estremo nord della Neapolis, ov-
                                                         vero la città antica.

                                                         -      Il Museo aretuseo dei Pupi

La costruzione del Castello Eurialo (dal greco
euryelos: chiodo a base larga) si deve al ge-
nio militare di Dionigi. Dopo gli eventi belli-
ci che videro Siracusa assediata dagli ateniesi
(415 - 413 a.C.) e che mostrarono la debolezza
di quel settore difensivo, negli anni compresi
tra il 402 e il 397 il tiranno chiuse la città all’in-
terno di una cerchia di mura lunga 27 chilo-             Cavalieri cristiani, pirati saraceni, maghi, stre-
metri che aveva nel castello la propria punta            ghe, e tanti altri personaggi più o meno fanta-
avanzata nell’entroterra. Fu un’impresa che gli          stici. Nel Museo aretuseo dei Pupi, a due passi
storici antichi ci hanno tramandato con il tono          dal Duomo, trovate esposto tutto il patrimonio
dell’ammirazione; in ogni caso abbiamo a che             artistico della famiglia Vaccaro-Mauceri, storici
fare con un’opera davvero ciclopica (15.000              pupari di Siracusa. Non c’è solo il museo però.
mq.) per quei tempi.                                     Tuttora operativo il Teatro, per far vivere ai tu-
                                                         risti, ma anche ai residenti, la magia dell’”Ope-
-      L’Anfiteatro Romano                               ra dei Pupi”, antichissima forma d’arte in cui
Una grandiosa costruzione che risale al perio-           reale e verosimile sono inestricabilmente legati
do tra il III e il IV secolo a.C. Si tratta del più      e spesso non distinguibili l’uno dall’altro. Per-
grande della Sicilia, con i suoi 140 metri per 119,      ciò, prima di acquistare una delle tante mario-
nonché uno dei maggiori d’Italia considerando            nette in vendita nei bazar di Ortigia, farete bene
                                                         a visitare questo piccolo gioiello artistico, non a

                                                                              Ottobre 2019 | R & O | 9
Ristorazione & Ospitalità - All'interno: Cosa vedere a Siracusa durante il Congresso Amira - Speciale insalate
In primo piano
  caso anch’esso dichiarato dall’Unesco Patrimo-       Per quantità e qualità dei reperti il Museo ar-
  nio Orale e Immateriale dell’Umanità.                cheologico “Paolo Orsi” (archeologo che dires-
                                                       se l’istituto per oltre 30 anni, dalla fine del XIX
  -      Le Catacombe di San Giovanni                  secolo fino agli anni ’30 del secolo scorso) è da
                                                       considerarsi uno dei più importanti d’Euro-
                                                       pa. Dopo essere stato ubicato per molti anni in
                                                       piazza Duomo, nella parte vecchia della città, il
                                                       Museo, alla fine degli anni ’80, è stato trasferito
                                                       nella sede di Villa Landolina, enorme struttura
                                                       su tre livelli circondata da un bellissimo parco
                                                       verde. I reperti sono allocati in 3 sale e vanno
                                                       dalla preistoria all’età ellenistico-romana. Dal
                                                       2015, inoltre, primo in Italia meridionale, il
                                                       Museo è visibile su Google Street View. In que-
                                                       sto modo, l’utente ha la possibilità esclusiva di
                                                       farsi un’idea prima della visita vera e propria.

                                                       -      Il Museo del Papiro
  Seconde per importanza solo a quelle di Roma,
  le catacombe di Siracusa rappresentano, se-
  condo molti, la testimonianza più autentica
  dell’antica grandezza della città. Un vasto si-
  stema di necropoli cominciato nel IV secolo e
  proseguito per tutto il V secolo d.C. Anche qui,
  il merito della scoperta, e della successiva valo-
  rizzazione dell’area, va dato all’archeologo Pa-
  olo Orsi (1859-1935) figura apicale nella storia
  di Siracusa a cui, non a caso, è stato intitolato
  il Museo Archeologico della città. Museo in cui
  è custodito il reperto più importante rinvenu-
  to nelle catacombe: un prestigioso sarcofago di      Il Museo del papiro “Corrado Basile”, creato
  marmo su cui sono raffigurati 62 personaggi          e gestito dall’Istituto internazionale del papi-
  biblici del vecchio e del nuovo Testamento. Il       ro, ente avente personalità giuridica non a fini
  sarcofago fu inviato da Roma per accogliere le       di lucro, fondato da Corrado Basile e Anna Di
  spoglie di Adelphia, moglie dell’allora (parlia-     Natale nel 1987, si occupa dello studio, della
  mo del IV secolo) proconsole di Siracusa, Vale-      conservazione e della divulgazione delle testi-
  rio. Da vedere anche la soprastante, omonima         monianze della cultura del papiro. È cosa nota
  basilica.                                            che il papiro, oltre che in Egitto, cresce sponta-
                                                       neamente solo a Siracusa.
  -      Il Museo archeologico “Paolo Orsi”
                                                       -      Il Museo Arkimedeion

10 | R & O | Ottobre 2019
In primo piano
                                                                   zio importante nella dieta
                                                                   locale. Non a caso tra i piatti
                                                                   più diffusi ci sono la capona-
                                                                   ta e la famosissima Pasta alla
                                                                   Norma, specialità della cuci-
                                                                   na regionale. Discorso simile
                                                                   per i dolci: a fianco le tante
                                                                   prelibatezze a base di man-
                                                                   dorle, sono cassate, cannoli
                                                                   e granite a farla da padrone.
                                                                   Quanto ai ristoranti, a Orti-
                                                                   gia ce ne sono diversi, e qua-
                                                                   si tutti di buon livello. Idem
                                                                   per le pasticcerie.
                                                                   Menzione a parte per il mer-
                                                                   cato comunale. Trascorrere
                                                                   una mattinata al mercato è
                       Pasta con le sarde                          un’esperienza assolutamen-
                                                                   te da fare. Occhio però a quel
Per molto tempo a Siracu-        voli ricette col pesce spada      che comprate, specie se ave-
sa, città natale di Archime-     o la più tradizionale zuppa       te intenzione di portarlo a
de, non vi è stato un museo      con scorfani, triglie e cocci.    casa. Le limitazioni in aereo
che celebrasse degnamente        I “piatti forti” della cucina     sono numerose; mentre in
il grande studioso ed inven-     siracusana sono quasi tutti a     macchina non ce ne sono di
tore. Tale mancanza è stata      base di pesce. Inevitabile che    particolari, se non l’accortez-
colmata con l’inaugurazione      sia così per una città di mare,   za per la conservazione dei
dell’Arkimedeion, nel mese       anche se questo non auto-         prodotti freschi se il viaggio
di dicembre 2011. Questa         rizza a ritenere che non si       è lungo.
moderna “domus archime-          mangi altro. Le verdure, per      Insomma, a Siracusa si man-
dea” si ispira ai più moderni    esempio, occupano uno spa-        gia davvero bene!
musei della tecnica. Al suo
interno non sono stati infatti
esposti reperti antichi ben-
sì le ricostruzioni di esperi-
menti e macchine realizzate
da Archimede.

Questa sopraelencata è solo
una parte dei numerosi mo-
numenti di Siracusa. Ci fer-
miamo qua e vi invitiamo a
scoprire questa città al pros-
simo congresso Amira.
Per concludere vi diamo dei
consigli su cosa mangiare
in questo meraviglioso po-
sto: pasta con le sarde, con
la bottarga di tonno, senza
                                                    Il mercato ittico di Siracusa
dimenticare le innumere-

                                                                       Ottobre 2019 | R & O | 11
64° CONGRESSO INTERNAZIONALE A.M.I.R.A.
                                     SIRACUSA – 10 / 14 NOVEMBRE 2019
                                                        SCHEDA DI ADESIONE

                              Da inviare compilata al Cerimoniere A.M.I.R.A. Giovannangelo Pappagallo

              Tel. 335 8147480 – Email: papgaljon@libero.it – Tramite spedizione: Via Macina, 39 – 70056 Molfetta (BA)

Le prenotazioni devono pervenire entro e non oltre il 01/10/2019

Il Sottoscritto Socio _________________________________________________________________________________

Tessera n° ________________________________________ Sezione _________________________________________

Email ____________________________________________ Telefono ________________________________________

Parteciperò al 64° Congresso di Siracusa dal 10 al 14 Novembre 2019, all’Hotel Villa Politi

Quota associativa aggiuntiva:

in camera doppia o matrimoniale

n° _____ Soci ______________________________________________ 360,00 €

n° _____ non soci ___________________________________________ 380,00 € ____________ Tot. ___________ €

In camera singola:

n° _____ Soci ______________________________________________ 490,00 €

n° _____ non soci ___________________________________________ 510,00 € ____________ Tot. ___________ €

Check in 14.00 in poi. Chi arriva prima può usufruire del lunch comunicandolo anticipatamente a Giovannangelo
Pappagallo.

Pagamento di ______________________ € tramite:

    •    Assegno non trasferibile n° ___________________________________ intestato a A.M.I.R.A. da inviare a
         Giovannangelo Pappagallo Via Macina, 39 – 70056 Molfetta (BA)
    •    Bonifico bancario intestato a A.M.I.R.A. su UNICREDIT – Corso Paolo Ferraris 21 – 28845 Domodossola (VB)
         IBAN: IT 67 U 02008 45360 000102342346

Data_____________________________________________ Firma___________________________________________

PRIVACY: il partecipante esprime il consenso al trattamento dei dati personali, anche sensibili, ai sensi del Dlgs n°
196/2003. L’A.M.I.R.A. dichiara che tutti i dati dei partecipanti saranno usati esclusivamente ai fini dello svolgimento del
CONGRESSO. L’inoltro di dati a terzi o altre imprese avverrà soltanto se ed in quanto necessario al predetto scopo.

Data_____________________________________________ Firma___________________________________________

Transfer “Aeroporto Catania – Villa Politi Siracusa” € 50,00 (vuoto per pieno) telefonando al 342 754 7364

                                  Ci sarà un master di aggiornamento sull’olio extravergine d’oliva.

  I DOCENTI DELLE SCUOLE ALBERGHIERE POTRANNO RICHIEDERE CON L’ISCRIZIONE IL CERTIFICATO DI PARTECIPAZIONE CHE POTRÀ
                            ESSERE PRESENTATO ALLA SCUOLA COME CORSO DI AGGIORNAMENTO
Attualità

              Maître d’hotel,
             una professione
              insostituibile e
           al passo con i tempi
                                                                                   di Giacomo Rubini

È
      un dovere morale per         scena sopra descritta è un’ot-     Ma signori, vogliamo mettere
      un maître d’hotel va-        tima cucina, e avrebbe ragio-      la classe, lo stile, sia nella per-
      lorizzare l’importan-        ne perché infatti lo è, ma è       sona che nei modi, l’eleganza
za del suo ruolo professio-        anche con la sinergia di tutti     e il savoir-faire di un maître
nale. È dotato di numerose         questi elementi messi assie-       d’hotel? È lui il professionista
caratteristiche e abilità, che     me che si ottiene un risultato     che, operando nei migliori ri-
vanno considerate un vero          perfetto, quello che in gergo      storanti e alberghi di tutto il
e proprio patrimonio da di-        viene definita un’“esperienza      mondo, ha alla base del suo
fendere.                           da ricordare”, piuttosto che       lavoro il difficile e impegna-
                                   una semplice cena.                 tivo ma anche totalmente
Immaginiamo un ristorante                                             appassionante ed appagan-
intimo ed elegante, luci soffu-    Perché parlare ancora una          te compito dell’accoglienza
se, una mise en place straor-      volta di questo argomento,         dell’ospite,      dell’organizza-
dinaria, una coppia elegante       già più volte affrontato? Per-     zione perfetta della sua per-
che brinda con flûte di cham-      ché è assolutamente necessa-       manenza. Deve essere quindi
pagne dal fine perlage, una        rio, soprattutto in questi tem-    prima di tutto uno “psicolo-
musica jazz soffusa... Una         pi di crisi imperante in cui       go”, per poter capire il tipo
scena idilliaca ed evocativa       si sente la necessità assoluta     di cliente che ha davanti e
dei più grandi piaceri della       di qualità (del resto è un fat-    saperlo soddisfare al meglio.
vita. Chi non vorrebbe esser-      to risaputo, se il cliente può     Deve conoscere le principali
ne parte? Non ci siamo mai         permettersi di andare meno         lingue estere per poter comu-
però soffermati a pensare at-      spesso al ristorante, quando       nicare, ma deve saperci ab-
tentamente al vero “regista”       lo fa ricerca il meglio e vuole    binare doti di estrema corte-
e “artefice” di questa scena,      che tutto sia perfetto), ribadi-   sia e di grande signorilità di
che non potrebbe aver luogo        re e perseverare nel diffon-       comportamento verso tutti,
senza la figura insostituibile     dere l’importanza di questa        collaboratori e colleghi com-
del maître d’hotel, una pre-       professione, spesso ancora         presi, cercando di soddisfare
senza importante, a volte di-      purtroppo dimenticata o a          le esigenze più varie della
screta, a volte risoluta, ma as-   torto considerata un comple-       clientela che, essendo sem-
solutamente sempre presente        mento rispetto a quella dello      pre più colta ed informata in
per soddisfare tutte le esigen-    chef de cuisine, che ha godu-      termini di enogastronomia,
ze e i desideri degli ospiti.      to sinora di una particolare e     vuole sempre essere oggetto
                                   sempre più ampia esposizio-        di attenzioni e cure partico-
Qualcuno avrebbe da obiet-         ne mediatica sulla scena della     lari.
tare dicendo che un altro in-      ristorazione.
grediente fondamentale della                                          L’accoglienza non è che l’ini-

                                                                         Ottobre 2019 | R & O | 13
Attualità
                                                                       adeguare, mantenendo però
                                                                       intatte quelle che sono le sue
                                                                       caratteristiche, riuscendo a
                                                                       motivare e incentivare il per-
                                                                       sonale che ha a disposizione,
                                                                       cercando di dispensare man-
                                                                       sioni e incarichi a seconda del
                                                                       potenziale umano e tecnico,
                                                                       che egli deve essere in grado
                                                                       di saper giudicare in tutti i
                                                                       suoi collaboratori.

                                                                       Ma non sono finite qua le
                                                                       sue caratteristiche. A lui si
                                                                       addicono anche buone co-
                                                                       noscenze dei vari sistemi di
                                                                       alimentazione (sono sempre
                                                                       più numerosi i clienti con
                                                                       patologie alimentari come la
                                                                       celiachia) dei maggiori Pae-
                                                                       si stranieri, nonché i gusti e
                                                                       le esigenze della clientela di
                                                                       varie nazionalità. Oltre a ciò
                                                                       il maître d’hotel deve avere
                                                                       una buona preparazione ga-
                                                                       stronomica sulla confezione
 zio dei suoi compiti, poiché       te, collabora con lo chef de       dei piatti della cucina classi-
 naturalmente non devono            cuisine e il food & beverage       ca, internazionale, regionale,
 mancargli doti di buon co-         manager (figura che spesso         dietetica, ecc., assommando
 mando e di giusta autore-          egli stesso ricopre) nella scel-   a queste discrete nozioni di
 volezza per il pieno rispetto      ta e nella stesura dei menu        enologia (spesso il maître
 della sua posizione di respon-     giornalieri, sia per i singoli     è anche sommelier, nonché
 sabile e direttore di sala, deve   clienti che per i gruppi (è an-    idrosommelier) che comple-
 avere un profondo senso di         cora lui infatti il responsabi-    tano adeguatamente la sua
 osservazione critica e di mas-     le della banquettistica, voce      preparazione professionale.
 sima precisione, riuscendo,        importante di guadagno per
 anche nei momenti di mag-          ogni ristorante e albergo),        Fiore all’occhiello delle sue
 gior lavoro e affollamento         operando purtroppo sem-            competenze, inoltre, è l’ar-
 della sala, a tenere sotto con-    pre più spesso con brigate di      te del flambage, la destrezza
 trollo con un colpo d’occhio       sala ridotte all’osso rispetto a   nel trancio e taglio delle car-
 tutto l’andamento operativo        quelle di una volta, per una       ni, la sezionatura della frutta,
 del ristorante, del servizio       politica sempre più impe-          la deliscatura dei pesci... tut-
 del suo personale, eventuali       rante di riduzione dei costi,      te competenze che egli deve
 manchevolezze o ritardi, in-       a volte necessaria, ma che va      saper esercitare davanti al
 tervenendo, quando è il caso,      sicuramente a discapito della      cliente, da stupire e coinvol-
 per risolvere qualche possibi-     qualità.                           gere a livello scenico.
 le “impasse” di lavoro.
                                    Deve essere quindi sempre                  Da: italiaatavola.net
 Oltre a questo, naturalmen-        al passo con i tempi, sapersi

14 | R & O | Ottobre 2019
Un po’ di storia
                                                                        Cena Medioevale

                BANCHETTO:
         un viaggio nei gusti e costumi
               della nostra storia
                                                            di Marta Lenzi e Claudio Recchia

  L’arte del Banchetto           colo che perdurerà per tut-    d’oro, pavoni dalla coda

  I
     l luogo in cui l’arte       to il Rinascimento e sino al   aperta, uccelletti vivi den-
     dell’imbandigione     ha    1600. Si portavano in tavo-    tro pasticci.
     storicamente sviluppa-      la molte vivande contem-       I consumi erano orienta-
  to le migliori risorse, è il   poraneamente, suddivise        ti verso gli ingredienti più
  banchetto di corte dove la     in servizi, il cui numero      rari, combinazioni di sapo-
  presentazione dei cibi era     e la varietà dipendevano       ri particolari. Sino al XVII
  soprattutto un puro proble-    dall’importanza     dell’in-   secolo il gusto era defini-
  ma estetico. Dal XIV secolo    contro conviviale: animali     to da un’unione simulta-
  nasce il banchetto-spetta-     arrosto ricoperti di foglie    nea dei sapori (agro-dolce)

16 | R & O | Ottobre 2019
Un po’ di storia
per poi iniziare a basarsi sull’analitico. Il
Settecento sviluppò grandi cambiamenti
nelle abitudini culinarie con un radicale
mutamento dell’architettura del banchet-
to verso fine secolo, con il passaggio dalla
presentazione contemporanea di tutte le
vivande a quella di una dopo l’altra con
il servizio alla russa, permettendo di ser-
vire un piatto alla volta appena preparato
e abbinato a un determinato vino, come
avviene ancora oggi. Con la definitiva in-
troduzione dei menù sulle tavole nel XIX
secolo, i commensali iniziano ad essere in-
formati in anticipo sui piatti che sarebbero
stati serviti.

Il servizio: sino al Settecento, solo certe fi-
gure professionali potevano servire diret-
tamente le tavole principali del banchetto.

Lo scalco: è un termine medioevale che
deriva dal latino scalcus e significa servi-
tore. Era, più propriamente, il soprinten-
dente alle cucine principesche e aristocra-
tiche: spettava a lui selezionare e dirigere i
cuochi e la servitù, provvedere alla mensa
quotidiana del suo signore, con cui teneva                         Il trinciante
personalmente i rapporti, rifornirne la di-
spensa, organizzare i banchetti nei minimi
dettagli. Non era quindi un semplice ser-         movimento la lanciava nella sinistra men-
vitore, anche se di rango elevato, ma un          tre quasi in contemporanea con la destra
cortigiano: un gentiluomo per nascita o,          prendeva un coltello da trancio (più simi-
più raramente, per meriti culinari. Perciò,       le ad un’elegante spada che ad un utensile
a differenza dei cuochi, a cui era vietato,       da cucina). Prima di far servire la pietanza
poteva vestire in modo ricercato, e portare       il trinciante la cospargeva con un pizzico
barba, baffi e parrucca.                          di sale, preso da un’elegante saliera, usan-
                                                  do la punta del coltello.
Il trinciante: era abilissimo nell’uso di
forzine e coltelli, rappresentando in pra-        Credenziere: gestiva il tovagliato e si oc-
tica un surrogato del braccio e della boc-        cupava della decorazione della tavola,
ca del Signore, di fronte al quale tagliava,      dell’argenteria, delle porcellane, dei piatti
sezionava e assaggiava ogni pietanza a lui        sulla credenza e serviva i piatti freddi.
destinata. Il trinciante stava di fronte alla
sua tavola, affianco al Signore, e prima          Bottigliere: preparava la credenza dei vini
d’iniziare il servizio si poneva la salvietta     che lo scalco aveva scelto.
che copriva il vassoio sulla spalla sinistra.
Quando il Principe gli indicava il pezzo          Coppiere: preposto al servizio dei vini e
di carne preferita, lui la prendeva con la        dell’acqua, si presentava, quando chiama-
“forzina” (acuminato forchettone) tenu-           to dai commensali, con una tazza dorata
ta con la mano destra, e con un’elegante          coperta contenente del vino e una caraffa

                                                                    Ottobre 2019 | R & O | 17
Un po’ di storia

                 Maestro Martino                                 Vincenzo Corrado

  d’acqua.
  Dopo la Rivoluzione Francese tutto cam-         Vincenzo Corrado: Il cuoco galante. Dopo
  biò con la nascita della borghesia. Si ridu-    un secolo di predominio assoluto della cu-
  cono le spese e si semplifica il servizio, ma   cina francese fra il settecento e l’ottocento,
  il piacere conviviale rimane intatto.           a Napoli diventò il faro della cucina mo-
                                                  derna rivelando lo sforzo di voler integra-
  Alcuni cenni dei primi chef di cucina           re le cucine forestiere a quella locale. Il suo
                                                  merito fu proprio quello di interrompere
  Maestro Martino: il primo cuoco mo-             la monotonia e la supremazia della cucina
  derno della storia originario della Val di      d’oltralpe e di introdurre sulle mense si-
  Blenio, a metà del XV secolo fu conteso         gnorili alcuni elementi tipici Italiani.
  nelle cucine di molte corti Italiane al ser-
  vizio degli Sforza, del Cardinale Trevisan,     Luigi Franconi: Il nuovo cuoco ticine-
  di papa Paolo II, di papa Sisto IV e del        se economico. Partito da Brissago a metà
  condottiero milanese Gian Giacomo Tri-          Ottocento, seppe sviluppare i valori della
  vulzio. Definito principe dei cuochi dai        sua terra apprendendo l’arte al servizio
  suoi contemporanei, è considerato il pri-       di alcune delle migliori cucine di Milano
  mo cuoco moderno della storia, colui che        dell’alta borghesia. I suoi piatti si basava-
  inizia a cambiare il gusto dell’epoca con       no principalmente su una tradizione popo-
  dei sapori più discreti, impiego di erbe        lare semplice sia valligiana che lombarda,
  aromatiche e di prodotti semplici come le       una mescolanza di gastronomia regionale
  verdure, avvicinandosi maggiormente ai          con insegnamenti francesi interpretati con
  gusti odierni.                                  molta libertà e fantasia.

18 | R & O | Ottobre 2019
Vini dal mondo

        Le Regioni viticole
        francesi meno note
                                                                         Rubrica a cura di Rodolfo Introzzi

F
      inora ho preso in consi-        lagne, Ajaccio, Sartène, Figari e      te al brocciu (un pecorino fresco
      derazione le regioni mag-       Porto Vecchio su una vasta area        DOP di consistenza simile alla
      giormente conosciute, ma        granitica, molto spesso ricca          ricotta), oltre a triglie, spigole,
il vino, in Francia, si fa quasi      d’argilla. Nelle zone che vanno        orate e cernie. I fiumi e torren-
dappertutto. In questo artico-        da Balagne a Corte e da Bonifa-        ti incontaminati dell’entroterra
lo, vorrei proporre un ampio          cio a Patrimonio, il suolo è se-       sono popolati da trote e anguil-
sguardo su tutte le zone meno         dimentario e calcareo. I vitigni       le. La polenta, anzi, pulenta di
note che, se scoperte, possono        principali sono Nielluccio (il         castagne, è utilizzata anche per
regalare grandi emozioni.             nostro Sangiovese), il Vermen-         minestre, frittelle e come base
Partendo da sud, ecco la Corsi-       tino e lo Sciaccarello (simile al      per dolci.
ca, con 2.200 ettari vitati, e un     Mammolo), da abbinare con la           Sempre affacciata sul Mediter-
clima mediterraneo ideale per         cucina semplice corsa, con sa-         raneo vi è poi la Provenza, una
la vite. La diversità geologica       pori prettamente mediterranei          regione molto interessante sia
dell’isola si caratterizza per la     e piatti di terra come gli stufati     dal punto di vista paesaggisti-
presenza di un massiccio mon-         o stracotti di cinghiale, il capret-   co che enogastronomico, con la
tuoso che offre diversi tipi di       to arrosto, il vitello con le olive.   presenza di olivi ed erbe aro-
suolo. I principali centri viticoli   Ottimi sono i pesci e i frutti di      matiche, che sono il filo condut-
posti al nord dell’isola sono: Ba-    mare, particolari le sarde farci-      tore della cucina locale. Famosa
                                                                             è la salade niçoise con pomo-
                                                                             dori, uova sode, tonno e olive
                                                                             e la ratatouille. Tra le zuppe ri-
                                                                             cordiamo la bouillabaisse. Nota
                                                                             per i suoi vini rosati di pronta
                                                                             beva, ultimamente si sta assi-
                                                                             stendo però ad una progressi-
                                                                             va riqualificazione dell’intero
                                                                             panorama vinicolo. Anche qui
                                                                             si è cominciato a lavorare sulle
                                                                             basse rese, utilizzando vitigni
                                                                             interessanti come Mourvedre,
                                                                             Grenache, Syrah e Cinsault per
                                                                             i rossi, Ugni Blanc, Marsanne e
                                                                             Roussanne per i bianchi. Da ri-
                                                                             cordare l’AOC Bandol famosa
                                                                             per i vini rossi da uve Mourve-
                                                                             dre e Grenache.
                           Vigneti in Corsica                                Continuando a scendere lungo

                                                                                Ottobre 2019 | R & O | 19
Vini dal mondo
                                                                            terizzato da aromi complessi
                                                                            quali uva passa, frutta secca,
                                                                            vaniglia, caffè.
                                                                            In zona si producono con uve
                                                                            Mauzac (localmente detto Blan-
                                                                            quette), Chardonnay e Chenin
                                                                            Blanc anche spumanti, come il
                                                                            Crémant de Limoux e il Blan-
                                                                            quette de Limoux, prodotto
                                                                            con il metodo classico e talvol-
                                                                            ta anche con il méthode rurale
                                                                            (ancestrale). I vini, prevalente-
                                                                            mente rossi, di questo territorio
                                                                            si abbinano felicemente ad una
                                                                            cucina che si basa molto sulla
                                                                            carne di agnello e sulla selvag-
                                                                            gina; tipici sono anche i formag-
               Le più famose etichette dei rosati di Provenza               gi di capra, come il Roquefort, il
                                                                            più famoso erborinato di Fran-
  il Mediterraneo ecco il Langue-       di uve Muscat à Petits Grains       cia. Tra i dolci, la millefoglie di
  doc e, a seguire, il Roussillon:      e Moscato d’Alessandria, fatti      Pélardon a base di castagne e
  dalle foci del Rodano fino a sud      maturare in cantina in modo         formaggio di capra, e la crema
  di Perpignan, al confine con la       tradizionale, mentre i rossi,       catalana.
  Spagna. È una regione da sem-         prodotti prevalentemente con        Sud-Ovest: vasta regione a ri-
  pre molto grande (la più estesa       uva Grenache Noir, sono spes-       dosso dei Pirenei compresa tra
  del paese), che produce oltre un      so sottoposti a processi ossida-    la Languedoc e l’Oceano Atlan-
  terzo di tutto il vino francese.      tivi e riduttivi che danno vita     tico, si suddivide a sua volta in
  La maggioranza appartiene alla        ad aromi complessi come frutta      quattro aree vitivinicole: Berge-
  categoria Vins de Pays, con più       secca, vaniglia, caffè e miele. I   raçois, pochi chilometri a est di
  di 60 denominazioni. I vitigni        migliori sono: Maury, Rivesal-      Bordeaux, è la più grande con
  più utilizzati sono Carignan,         tes Banyuls. La versione rancio     le sue sei AOC e più di 12.000
  Grenache, Mourvedre, Syrah,           di quest’ultimo vino è sottopo-     ettari vitati. Qui vi è anche l’A-
  Cabernet e Merlot. Le appella-        sta ad ossidazione, esponendo       OC Mombazillac, famosa per i
  tion più importanti sono Cor-         le piccole botti al sole durante    suoi vini dolci prodotti da uve
  bières, Fitou, Saint-Chinian e        la stagione estiva ed è carat-      Sauvignon blanc e Sémillon at-
  Faugères. La zona è nota per
  i “Vin Doux Naturel”. Nono-
  stante il nome, la dolcezza si ot-
  tiene tramite fortificazione, os-
  sia l’aggiunta di alcol durante
  la fermentazione, che inibisce
  l’effetto dei lieviti, aumentan-
  do nel contempo la gradazione
  alcolica del vino. Questo pro-
  cesso prende il nome di mutage
  e conferisce al vino dolcezza e
  un titolo alcolico compreso fra
  il 15 e il 21%. Per questo tipo di
                                                          Vigneti a Roussillon (Rossiglione)
  vini, fra i bianchi vi è l’utilizzo

20 | R & O | Ottobre 2019
Vini dal mondo
                                                                          rosso, è anche giallo e grigio.
                                                                          Tre sono le tipologie piu inte-
                                                                          ressanti: Il “Vin Jaune”, pro-
                                                                          dotto con uva Savagnin (simile
                                                                          al Traminer), prende il nome
                                                                          dal suo tipico colore giallo do-
                                                                          rato. Da sempre, l’antica tecni-
                                                                          ca di vinificazione è soggetta
                                                                          a regole molto severe: le uve
                                                                          sono raccolte tardivamente e
                                                                          successivamente il vino viene
                         Vigneti nella Savoie                             messo ad affinare in tonneau
                                                                          di legno per 6 anni e tre mesi in
taccate dalla muffa nobile, con     Spagna e dei Paesi Baschi. Tipi-      botti colme senza che vengano
prezzi molto più favorevoli ri-     ci esempi sono i piatti a base di     effettuati travasi o colmature.
spetto ai Sauternes.                pesce dell’Atlantico, come ton-       Questa tecnica somiglia a quel-
L’Haut-Pays, che offre una          no e merluzzo, o carni di agnel-      la della produzione dello sher-
gamma completa di vini bian-        lo stufate o al forno, servite con    ry spagnolo e fa sì che si crei un
chi, rosati, rossi e dolci, pro-    i fagioli. Ma il vero protagoni-      velo di lieviti indigeni (voile)
dotti con vitigni autoctoni o       sta della zona è il Foie gras, d’o-   sulla superficie del vino che da
di origine spagnola. Le A.O.C.      ca o anatra, che viene servito        un lato lo preserva dall’ossida-
sono cinque: Béarn, da qui          in innumerevoli combinazioni          zione e dall’altro lo arricchisce
deriva anche la famosa Sauce        secondo la fantasia dei produt-       di caratteristiche organolettiche
Béarnaise; Jurançon, con vini       tori locali. Famosi anche i salu-     uniche. Terminato l’affinamen-
soprattutto bianchi a partire da    mi locali e i formaggi come la        to, il vino viene poi imbottiglia-
uve Petit Manseng e Gros Man-       Tomme de Vache Barousse, il           to nelle tradizionali “clavelins”,
seng, anche in versione passita     Chabécou, il Rocamadour, la           bottiglie da 62 cl il cui volume
attaccata da muffa nobile. L’A-     Tomme des Pyrénées.                   ha lo stesso rapporto di vino
OC Madiran è famosa per i vini      La regione della Guascogna, fa-       rimanente dopo la vinificazio-
rossi prodotti con le uve dei vi-   mosa per l’Armagnac, distillato       ne e l’affinamento di 100 cl di
tigni Tannat e Fer, molto colo-     di vino prodotto con uve Ugni         mosto; ha un bouquet di pro-
rati e tannici.                     Blanc. Aggiungendo l’Arma-            fumi con note di noce, caramel-
Bergerac, Cahors e Gaillac. I       gnac ai vini di Guascogna, sia        lo, mela cotogna, mandorla e
vitigni più utilizzati sono Sém-    bianchi che rossi, si ottiene il      spezie gialle. Altro vino tipico
illon, Sauvignon, Muscadelle,       Vin de Liqueur Floc de Guasco-        della zona è il “Vin de Paille”,
Manseng e Petit Manseng per         gne.                                  un vino dolce che può essere
i bianchi, da cui si ottengono      Jura: situato in zona piuttosto       prodotto da uve Chardonnay,
vini dolci di grande pregio, ot-    remota della Francia orienta-         Savagnin, Poulsard e Trosseau.
timi nell’abbinamento con i for-    le, nella regione della Fran-         I grappoli vengono messi ad
maggi erborinati, con i pecorini    che-Comté. I vigneti si trovano       appassire per almeno sei set-
stagionati dei Pirenei e con la     in parte su territori pianeggian-     timane sui tradizionali letti di
pasticceria secca; Cabernet Sau-    ti, in parte su altipiani e anche     paglia (da qui il nome del vino)
vignon, Cabernet Franc, Merlot,     su montagne. L’asperità del           in ambienti ben areati e asciutti.
Auxerrois o Malbec e Tannat         territorio rende indispensabile       Al termine dell’appassimento,
per i rossi; infine i Pyrénées,     assicurare ai vigneti una buona       tra Natale e la fine di febbraio,
lungo la catena montuosa ai         esposizione al sole, per questo       vengono spremute, ottenendo
confini con la Spagna, che arri-    si arriva ad avere filari su pen-     non più di 15/18 litri di mosto
vano fino alla sponda Atlantica.    denze anche superiori al 40%. È       per 100 kg di uva. La successiva
La cucina del sud-ovest è in-       l’unico territorio dove il vino,      lenta fermentazione dà vita ad
fluenzata dalla vicinanza della     oltre ad essere bianco, rosato e      un vino con alcolicità tra i 14 e

                                                                             Ottobre 2019 | R & O | 21
Vini dal mondo
 i 17 gradi e circa 100 g/l di zuc-   Téméraire (con pere, uvetta e        Pinot Noir. La cucina Savoiarda
 chero residuo.                       noci), la Galette comtoise (pa-      è una cucina montana, caratte-
 Crémant du Jura, la produzio-        sta sfoglia ripena) e il gelato al   rizzata da piatti saporiti come
 ne di spumanti risale già alla       Macvin.                              le salsicce Diots, con carne di
 fine del XVIII secolo quando         La Savoie è compresa tra il Lago     maiale e frattaglie, aromatizza-
 venivano prodotti con il meto-       Lemano al confine svizzero e la      te con noce moscata. Formaggi
 do ancestrale.                       Val d’Isère. La regione è sud-       tipici sono il Reblochon, Abon-
 La cucina tradizionale utilizza      divisa in quattro dipartimenti,      dance, Beaufort, Tomme de
 soprattutto formaggi come il         la Savoia, l’Alta Savoia, l’Isère    Savoie e Chevrotin, salumi e
 Mont d’Or (a crosta fiorita), la     e l’Ain, che presentano sostan-      prosciutti, oltre alle famose Ra-
 Raclette Comtoise e il Comté         ziali differenze climatiche, con     clette e Fondue savoyarde.
 (simile all’Emmental), e salumi      temperature medie annue in
 come il Brési (bresaola), le sal-    Savoia anche di 2 gradi più ele-
 sicce di Montbéliard e di Mor-       vate rispetto all’Alta Savoia.
 teau, il prosciutto di Luxeuil.      Questa diversità climatica nel
 Piatti tipici sono la Salade com-    tempo ha di fatto indirizzato
 toise (con salumi e formaggi), le    la produzione dell’Alta Savoia
 zuppe con crostini e funghi Gi-      verso vini bianchi freschi (circa
 rolles (finferli) e Morilles (spu-   il 70% del totale) e verso vini
 gnole). Come secondi piatti          prevalentemente rossi nella Sa-
 troviamo il Poulet à la comtoi-      voia meridionale. I vini nascono
 se (al vino e formaggio), il Coq     soprattutto da Altesse, Aligoté,          Il famoso Vin de Paille
 au vin jaune. Tra i dolci la torta   Chasselas, Gamay, Mondeuse e

    TUTTI I VINI CAMPANI
                               (o quasi)
   Vuoi inserire vini campani particola-
           ri sulla tua carta dei vini?
    Greco, Fiano, Biancolella, Falanghina, Coda di

     Volpe, Aglianico, Primitivo, Piedirosso, ecc.

   Consegniamo anche piccole quantità
             per ristoranti e privati.
                Prezzi da grossista.
               Contatta Diodato Buonora

                   dbuonora@libero.it

                       329 724 2207

22 | R & O | Ottobre 2019
Vini italiani

  Alla scoperta dei vini italiani
  regione per regione

                  Piemonte                                                      di Michele Policelli

                          d’Alba                     - Canavese
                          - Dolcetto di Dogliani     - Carema
                          Superiore                  - Cisterna d’Asti
                          - Dolcetto di Ovada        - Colli Tortonesi
                          Superiore                  - Collina Torinese
                          - Erbaluce di Caluso       - Colline Novaresi
                          - Gattinara                - Colline Saluzzesi
                          - Gavi                     - Cortese dell’Alto
                          - Ghemme                   Monferrato
  Vini DOP:               - Nizza                    - Coste della Sesia     - Malvasia di Castel-
                          - Roero                    - Dolcetto d’Acqui      nuovo Don Bosco
  • Vini                  - Ruchè di Castagnole      - Dolcetto d’Alba       - Monferrato
  a Denominazione         Monferrato                 - Dolcetto d’Asti       - Nebbiolo d’Alba
  d’Origine                                          - Dolcetto di Ovada     - Piemonte
  Controllata             • Vini                     - Fara                  - Pinerolese
  e Garantita             a Denominazione            - Freisa d’Asti         - Rubino di Cantavenna
                          d’Origine                  - Freisa di Chieri      - Sizzano
  - Alta Langa            Controllata                - Gabiano               - Strevi
  - Asti                                             - Grignolino d’Asti     - Terre Alfieri
  - Barbaresco            - Alba                     - Grignolino del Mon-   - Valli Ossolane
  - Barbera d’Asti        - Albugnano                ferrato Canavese        - Valsusa
  - Barbera del Monfer-   - Barbera d’Alba           - Langhe                - Verduno Pelaverga o
  rato Superiore          - Barbera del Monferrato   - Lessona               - Verduno
  - Barolo                - Boca                     - Loazzolo
  - Brachetto d’Acqui     - Bramaterra               - Malvasia di Casorzo   Vini IGP
  - Dolcetto di Diano     - Calosso                  o Casorzo

24 | R & O | Ottobre 2019
Vini italiani
                                                                    vino rosso ottenuto con al-
                                                                    meno il 95-98% di Nebbiolo,
                                                                    dal Roero Arneis, uno dei più
                                                                    antichi vitigni a bacca bianca
                                                                    del Piemonte prodotto esclu-
                                                                    sivamente in 19 comuni della
                                                                    provincia di Cuneo.

                                                                    Inoltre, tra i vitigni autocto-
                                                                    ni possiamo citare il Freisa,
                                                                    Grignolino e l’Erbaluce la cui
                                                                    DOCG “Erbaluce di Caluso”
                                                                    prende il nome dal comune
                                                                    omonimo, prodotto anche
                                                                    nella versione passito.

                                                                    Estratti di alcuni disciplinari
                                                                    I VINI DOCG
                             Barbera
                                                                   ASTI
                                                                   Vitigno/i: Moscato Bianco
Il territorio del Piemonte si      regionale.                      (100%)
può definire tra il più diversi-                                   Zona di produzione: Ales-
ficato della penisola: si passa    Il Nebbiolo viene utilizza- sandria, Asti, Cuneo
da un clima rigido sulle Alpi      to per produrre il Nebbiolo Affinamento: non previsto
ad un clima più continentale       d’Alba, ma anche per la pro- Caratteristiche visive: giallo
in pianura, fino ad arrivare       duzione di Barolo, Barbare- paglierino brillante
ad un clima mite nelle vici-       sco, Gattinara e Ghemme.        Caratteristiche olfattive: fra-
nanze dei laghi.                   Tra gli autoctoni di questa re- grante, tipico
                                   gione troviamo il Dolcetto e, Caratteristiche       gustative:
La zona della Pianura Pada-        in funzione alla zona di pro- aromatico, dolce, tipico
na rappresenta, grazie alla        duzione, possiamo degustare GAM: 11%
sua fertilità, un punto di ri-     il Dolcetto d’Acqui, d’Alba,
ferimento per l’agricoltura,       d’Asti e il Dolcetto di Doglio-
ma le zone collinari, partico-     ni.
larmente delle Langhe e nel
Monferrato, inseriscono il         Dalle uve Brachetto coltivate
Piemonte tra le regioni con        nella zona Asti e Alessandria
maggiore produttività e va-        si ottiene il Brachetto d’Ac-
rietà vitivinicola.                qui, un rosso dolce che riesce
                                   a soddisfare i commensali a
I vitigni più rappresentativi      fine pasto, ottimo nell’abbi-
Molti dei vitigni di questo        namento a pasticceria secca o
territorio prendono il nome        a dolci da forno.
in base alla zona di produzio-
ne, iniziamo col parlare del       Dalle uve Cortese si ottiene
Barbera: diffuso nella zona        il Gavi, ottenuto sia fermo,
di Asti, Alba e Monferrato, è      frizzante che spumantizzato.
un vitigno a bacca rossa che       Quando parliamo dell’Arneis                 Nebbiolo
esalta i piatti della tradizione   occorre distinguere il Roero,

                                                                       Ottobre 2019 | R & O | 25
Vini italiani
                                                  Vitigno/i: Nebbiolo (90-100%); Vespolina (0-
                                                  4%);
                                                  Bonarda di Gattinara (0-10%)
                                                  Zona di produzione: Comune di Gattinara
                                                  (Vercelli)
                                                  Affinamento: 3 anni obbligatori, di cui 2 in
                                                  botti di legno, e fino a oltre 10 anni
                                                  Caratteristiche visive: rosso granato fino
                                                  all’aranciato
                                                  Caratteristiche olfattive: sentore di viola so-
                                                  prattutto se molto invecchiato
                                                  Caratteristiche gustative: armonico, asciutto,
                                                  retrogusto leggermente amarognolo
                                                  GAM: 12,5%

                                                  NEBBIOLO D’ALBA
                                                  Vitigno/i: Nebbiolo (100%)
                                                  Zona di produzione: Cuneo
                                                  Affinamento: 1 anno obbligatorio e fino a 6
                                                  anni
                 Moscato bianco                   Caratteristiche visive: rosso rubino, tendente
                                                  al granato con l’invecchiamento
                                                  Caratteristiche olfattive: caratteristico, frutta-
                                                  to
 BRACHETTO D’ACQUI O ACQUI
                                                  Caratteristiche gustative: armonico, secco,
 Vitigno/i: Brachetto (100%)
                                                  vellutato
 Zona di produzione: Alessandria, Asti
                                                  GAM: 12%
 Affinamento: fino a 3 anni
 Caratteristiche visive: rosso rubino medio,
 tendente al granato chiaro e rosato
 Caratteristiche olfattive: molto delicato
 Caratteristiche gustative: delicato, dolce,
 morbido
 GAM: 5-6,5%

 BAROLO
 Vitigno/i: Nebbiolo (Michet, Lampia, Rosé)
 (100%)
 Zona di produzione: Cuneo
 Affinamento: 3 anni obbligatori, di cui 2 in
 botti di rovere, e fino a oltre 10 anni
 Caratteristiche visive: rosso granato con ri-
 flessi aranciati
 Caratteristiche olfattive: gradevole, intenso,
 tipico
 Caratteristiche gustative: armonico, asciutto,
 pieno, robusto, vellutato
 GAM: 13%
                                                                        Arneis
 GATTINARA

26 | R & O | Ottobre 2019
INSALATE

       TUTTO
       SULLE
     INSALATE                                                                    INSALATE
                                                                                 Speciale di
                                                                  Ristorazione & Ospitalità
Il servizio delle insalate                                                       Numero 10
                                                                                Ottobre 2019
Le insalate costituiscono un alimento rin-
                                                a cura di Matteo Castriotta e Franco Petrone
frescante, ricco di vitamine, di sostanze mi-
nerali e di cellulosa; sono particolarmente
indicate per correggere il regime alimenta-
re odierno, spesso troppo ricco di proteine
e di grassi.
Da sempre le insalate hanno rappresentato          portata: prima allevia in un certo senso
nella ristorazione un contorno, un qualco-         l’appetito svolgendo anche un’azione di-
sa che veniva aggiunto per completare un           gestiva; dopo tende ad eliminare residui
piatto.                                            dei sapori forti del secondo così da prepa-
Quando si parla di “insalata”, viene subi-         rare il palato al dessert.
to in mente la classica insalata in foglia, le
cui varietà sono numerosissime: lattuga            Insalate miste
cappuccio, lattuga romana, cicoria, invidia,
scarola, radicchio e tutte le insalate servite     Questo tipo d’insalate può essere di diffe-
crude generalmente in foglia.                      rente natura e scaturiscono dall’unione di
Ci sono altre verdure e legumi che, oltre          molteplici tipi d’ortaggi sia crudi sia cotti.
ad essere utilizzate per minestre, contorni        Quando la preparazione delle insalate mi-
e altre preparazioni, vengono aggiunti in          ste è ridotta, possono essere servite come
preparazioni di insalate tagliati in piccoli       contorno, quando invece il numero di in-
pezzi, a listarelle o interi. Crudi: pomodori,     gredienti è particolarmente ricco, possono
peperoni, carote, sedano, verza e finocchi.        diventare un piatto principale in sostitu-
Cotti: asparagi, piselli, fagiolini verdi, spi-    zione di una portata classica.
naci, zucchine, patate , carciofi e tanti altri.

Classificazione delle insalate

Semplici     Miste     Composte

Insalate semplici

Ci appartengono le cosiddette insalate ver-
di o di altro colore, crude o cotte, servite in
un’unica varietà (insalata di lattuga, di po-
modori, di finocchi, di fagiolini ecc.).           Insalate composte
L’insalata semplice di solito accompagna
preparazioni calde a base di carne (arrosti o      Sono quelle insalate caratterizzate dalla
grigliate) o di pesce (al forno o alla griglia)    presenza di vari tipi di verdure e legumi
svolgendo la sua funzione di contorno.             mescolati a frutta, formaggio, carne (pol-
Normalmente è un contorno aggiunto, in             lo, tacchino e vitello), pesci o crostacei bol-
più a quello del piatto, per questo motivo         liti o grigliati, pesci sott’olio (tonno e ac-
dovrebbe essere mangiato prima o dopo la           ciughe), uova sode, salumi, pasta e altro.
I condimenti                                    stershire sauce, tabasco e altro.
                                                 N.B: l’insalata cruda si condisce sempre
Per la buona riuscita di un piatto d’insa-      all’ultimo momento perché il condimento
lata è di fondamentale importanza il con-       la “cuoce”; si condisce generalmente solo
dimento che richiede la stessa genuinità        la quantità da servire.
delle verdure fresche.
                                                Come preparare la salsa
                                                davanti al cliente

                                                Capita, talvolta, che il cliente chiede al ca-
                                                meriere di condirgli un’insalata con una
                                                vinaigrette o citronette preparate al mo-
                                                mento. La preparazione della salsa richie-
                                                de molta professionalità ed avviene nel
                                                modo seguente:
                                                -       Sui tavolini di servizio si dispone
                                                una mise en place di tutto l’occorrente.
Il condimento può scaturire da un sem-          -       Lo chef de rang predispone un
plice accoppiamento olio e aceto, talvolta      piattino o una ciotola in cui preparare la
aromatizzato o da una salsa preparata per       salsa, poi con la mano sinistra impugna
legare i vari ingredienti.                      un cucchiaio in cui va a stemperare sale
L’olio deve essere di ottima qualità ed         e pepe con l’aceto, aiutandosi con i rebbi
offerto in varie tipologie, come d’altron-      della forchetta tenuta con la mano destra
de deve essere anche l’aceto, proveniente       (si noti che non si deve iniziare con l’olio,
dalla fermentazione del vino o da un altro      come fanno molti erroneamente, perché in
prodotto naturale.                              questo caso il sale non si scioglie bene).
Il loro rapporto ottimo è di 3/4 e 1/4, insa-   -       Di seguito provvede a versare,
porito con sale e pepe, emulsionato il tutto    sempre nel cucchiaio, l’olio.
per ottenere quella gustosa salsa chiama-       -       La salsa deve essere bene emulsio-
ta “Vinaigrette” oppure “Citronette” se si      nata nel contenitore e successivamente
sostituisce il limone all’aceto.                servita, sempre con l’ausilio di un cuc-
I condimenti che sono utilizzati per con-       chiaio, sull’insalata richiesta dal cliente.
dire le insalate sono chiamati dressing, si     Le dosi sono di norma: un cucchiaio di
trovano in commercio in bustine mono-           aceto per la vinaigrette o di limone per la
porzioni o in bottiglie.
Il condimento delle insalate composte è
generalmente più corposo di una sempli-
ce vinaigrette. perché deve assimilare i
vari ingredienti.
La maggior parte delle salse ha come base
l’olio dove sarà aggiunto: panna liquida,
uova, yogurt, senape, maionese, erbe e
spezie, succo d’arancia, distillati, worce-
citronette, per tre cucchiai d’olio, sale La salsa va unita all’insalata solo al mo-
e pepe a richiesta. Queste sono le salse mento del servizio perché la presenza
classiche.                                di aceto o limone tende in breve tem-
                                          po a bruciare la verdura e a rovinarne
Preparare la salsa in anticipo            il gusto. Prima di servire, la salsa va
                                          ogni volta amalgamata accuratamen-
Un buon servizio di insalate deve pre- te per distribuire in modo omogeneo i
vedere più salse.                         vari componenti, i più pesanti dei qua-
                                          li tendono dopo breve tempo a deposi-
                                          tarsi sul fondo.

                                               Principali condimenti per le insalate

                                               Vinaigrette semplice

                                               La preparazione della salsa avviene
                                               sopra un piatto per evitare di sporcare.
                                               Dopo aver preparato il piatto con l’insala-
Per preparare la salsa in anticipo ci si       ta, si versa nel cucchiaio sale, pepe, aceto
munisce di una bowl di capienza pro-           ed eventuale senape.
porzionata alla quantità da preparare          Si amalgama con i rebbi della forchetta e
e di una frusta. Si introducono i vari         quando il composto risulta legato si uni-
ingredienti escluso l’olio; si amalgama        sce, sempre nel cucchiaio, l’olio.
bene con la frusta e quando il compo-          Si emulsiona, infine si distribuisce unifor-
sto risulta omogeneo si unisce l’olio e        memente la salsa e si serve.
si lega bene il tutto. Al termine si as-       Nel caso si debbano condire più di due
saggia la salsa e si verifica che i vari in-   insalate, si opera come esposto, però non
gredienti siano nelle quantità corrette,       in un cucchiaio, che risulterebbe troppo
aggiustando eventualmente il gusto.            piccolo, bensì direttamente in una ciotola
                                               o piatto fondo.
                                               -       Vinaigrette:
                                               è composta da olio, aceto, sale e pepe; a
                                               piacere si può unire la senape (che oltre
                                               a conferire gusto aiuta a legare meglio la
                                               salsa). Di questa salsa base esistono molte
                                               varianti, tra cui:
                                               - vinaigrette al dragoncello: con dragon-
                                               cello fresco tritato;
                                               - vinaigrette al curry: con curry e un trito
                                               di cipolla;
                                               - vinaigrette con acciuga: con un cucchiaio
                                               di senape e pasta di acciuga.
                                               -       Citronette:
Puoi anche leggere