IL FATTORE TERRITORIO NEL SISTEMA ECONOMICO MILANESE. ELEMENTI PER UNO SCENARIO METROPOLITANO AL 2020

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IL FATTORE TERRITORIO NEL SISTEMA ECONOMICO MILANESE. ELEMENTI PER UNO SCENARIO METROPOLITANO AL 2020
Il fattore Territorio
nel sistema
economico
milanese.
Elementi per
uno Scenario
metropolitano
al 2020
IL FATTORE TERRITORIO NEL SISTEMA ECONOMICO MILANESE. ELEMENTI PER UNO SCENARIO METROPOLITANO AL 2020
Il fattore Territorio
nel sistema
economico
milanese.
Elementi per
uno Scenario
metropolitano
al 2020

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IL FATTORE TERRITORIO NEL SISTEMA ECONOMICO MILANESE. ELEMENTI PER UNO SCENARIO METROPOLITANO AL 2020
IL GRUPPO DI LAVORO

    Direzione scientifica
    Roberto Camagni                              Professore ordinario di Economia urbana, Department of Management,
                                                 Economics and Industrial Engineering, Politecnico di Milano

    Responsabili delle ricerche
    Il sistema agricolo                    Stella Agostini              Università degli Studi di Milano
    Il settore immobiliare                 Ezio Micelli                 Università IUAV di Venezia
    Le filiere strategiche                 Lucia Cusmano                Università dell’Insubria e CESPRI
    		                                                                  Università Bocconi di Milano
    Le vocazioni economiche delle sub-aree Tomaso Pompili               Università degli Studi di Milano Bicocca

    Supervisione e coordinamento
    Emilio De Vita                               Direttore Pianificazione e assetto del territorio, Provincia di Milano
    Isabella Susi Botto                          Responsabile Servizio Programmazione politiche territoriali, Provincia di Milano
    Renato Galliano                              Direttore Generale Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo
    Chiara Pennasi                               Direttore Generale BIC La Fucina

    Si ringrazia in particolare per il prezioso contributo Giorgio Monaci, Direttore Settore Attività economiche e innovazione,
    Provincia di Milano

    Elaborazione testi
    Elisabetta Caregnato                         Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo
    Roberta Meraviglia                           BIC La Fucina

    Editing
    Daniela Vergani                              Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo
    Alex Gusella                                 Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo

    Segreteria organizzativa
    Pierluigi Galuzzi                            BIC La Fucina

    Milano, dicembre 2008

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IL FATTORE TERRITORIO NEL SISTEMA ECONOMICO MILANESE. ELEMENTI PER UNO SCENARIO METROPOLITANO AL 2020
INDICE
    1.   PREMESSA                                                                                            10
    1.1. Sommario                                                                                            10
         Perché lo studio di scenari economici in un processo di progettazione territoriale
    1.2. Il percorso e i contenuti                                                                           12
         Approccio alla costruzione di scenari economici
         Struttura del documento
    1.3. Gli allegati                                                                                        13

    2.   INQUADRAMENTO E TENDENZE DEL SISTEMA ECONOMICO DELL’AREA METROPOLITANA                              14
         MILANESE
    2.1. Milano in Europa: condizione, sfide e opzioni per le politiche pubbliche                            14
         Grandi aree urbane e sviluppo territoriale: potenzialità e contraddizioni
         L’Unione Europea e il ritorno di attenzione sulla città: competitività, sostenibilità, vivibilità
         Il posizionamento di Milano in Europa: un’eccellenza che tende a sbiadire
    2.2. Inquadramento socio-economico del territorio della provincia di Milano                              22
         Il sistema sociale
         Il sistema economico
    		         Il sistema produttivo
    		         Le dinamiche del mercato del lavoro
    2.3. Le eccellenze milanesi                                                                              26
         Le attività legate alla creatività
    		         Sistema design
    		         Sistema moda
         Le attività legate alla ricerca e all’innovazione
    		         Alta tecnologia
    		         Sistema media e comunicazione
    		         Biotech
    		         Sistema sanitario
         Le università e la ricerca
    2.4. Mobilità e qualità dell’aria                                                                        29
    2.5. Milano nell’economia globale                                                                        30
    3. LA VOCE DEGLI ATTORI: IL SISTEMA AGRICOLO                                                             32
    3.1. Breve inquadramento del sistema agricolo milanese                                                   32
         Produzioni
    3.2. Punti di forza e criticità del sistema agricolo milanese                                            33
    3.3. Prospettive, scenari, riflessioni e suggerimenti per le politiche locali e del territorio           34

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Acque
         Affitto e proprietà
         Ambiente e territorio
         Burocrazia
         Cascine e patrimonio rurale
         Collegamenti
         Consumo di suolo
         Coordinamento fra le amministrazioni comunali
         Frammentazione e accorpamento
         Inquinamento ambientale
         Manodopera, giovani e futuro delle imprese
         Misure di compensazione per i procedimenti espropriativi
         Multifunzionalità
         Qualità e sicurezza
         Reciprocità
         Regole per servizi intercomunali, infrastrutture e logistica
         Ricollocazione del centro aziendale
         Sistema rurale
         Valore delle aree agricole
         Vincolare le aree all’agricoltura

    4. LA VOCE DEGLI ATTORI: IL SETTORE IMMOBILIARE                                                  40
    4.1. Breve inquadramento del mercato immobiliare                                                 40
    4.2. Le principali tematiche, punti di forza e criticità del mercato immobiliare milanese        40
         Sistema infrastrutturale
         Housing sociale
         Attrezzature e servizi
    4.3. Prospettive, scenari, riflessioni e suggerimenti per le politiche locali e del territorio   42
         Mercato immobiliare e direttrici strategiche per lo sviluppo
         Consumo del suolo
         Housing sociale
         Polifunzionalità: funzioni sinergiche alla residenza
         Attrezzature collettive, infrastrutture e opportunità di investimento privato
         Strumenti di partnership

    5. LA VOCE DEGLI ATTORI: LE FILIERE STRATEGICHE                                                  44
    5.1. Breve inquadramento delle filiere strategiche milanesi                                      44
         Ricerca Sviluppo (R&S) e Innovazione
         Formazione

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Specializzazione manifatturiera
         Industria creativa
         Servizi
         Filiera della salute
    5.2. Le principali tematiche, punti di forza e criticità delle filiere                             46
         Follower tra i leader
         Eccellenze e debolezze: uno sviluppo squilibrato?
         Integrazione e coordinamento tra attori e funzioni
         Internazionalizzazione
         Attrattività e contesto
         Competenze e profili professionali
    5.3. Prospettive, scenari, riflessioni e suggerimenti per le politiche locali e del territorio     47
         Realtà e potenzialità del sistema milanese
         Attrattività del sistema
         Territorialità
         Visione

    6. LA VOCE DEGLI ATTORI: LE VOCAZIONI ECONOMICHE DELLE SUB-AREE                                    50
    6.1. Breve inquadramento delle sub-aree della provincia di Milano                                  50
         Nuovo ruolo dell’area metropolitana milanese
         Nuovi rapporti spazio-funzionali fra Milano e hinterland
    6.2. Le principali tematiche, punti di forza e criticità del sistema delle sub-aree                51
         Scenario globale
         Impresa
         Innovazione
         Qualità della vita
    6.3. Prospettive, scenari, riflessioni e suggerimenti per le politiche locali e del territorio     52
         Ruolo delle istituzioni pubbliche
         Infrastrutture
         Modelli localizzativi
         Governance

    7. CONCLUSIONI E INDICAZIONI PER LE POLITICHE TERRITORIALI                                         54
    7.1. La regione urbana verso/oltre l’Expo e il 2015: quattro temi per una strategia territoriale   58
         Agricoltura come progetto di territorio e di alimentazione
         Sviluppo immobiliare e qualità dei contesti insediativi
         Mobilità e trasporti
         Filiere strategiche

    RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI                                                                          62

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POSITION PAPER

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1. PREMESSA

       1.1. Sommario                                                          2. la contiguità fisica non è più una premessa indispensabile
                                                                                 per il pieno sviluppo di vocazioni economiche specifiche.
       Il futuro possibile del territorio della provincia di Milano sarà la      Certo permangono ancora sul territorio alcuni poli localiz-
       risultante di componenti estremamente eterogenee per peso                 zativi, quali il legnanese e il vimercatese, ma nella mag-
       e natura. Il processo di adeguamento del Piano Territoriale di            gior parte dei casi le attività produttive e terziarie seguono
       Coordinamento Provinciale (PTCP), avviato nell’autunno 2006               logiche di insediamento che antepongono il trovare spazi
       e giunto ora alla sua fase conclusiva, ha voluto di fatto studiare        adeguati, con facile accesso ad infrastrutture e servizi, al
       proprio la complessità del territorio per inquadrare come go-             cercare di localizzarsi all’interno di micro distretti già esi-
       vernarne al meglio il cambiamento.                                        stenti;

       Durante il processo sono stati approfonditi con particolare at-        3. al di là di questa tendenza permangono comunque ancora
       tenzione tutti quegli aspetti economici e sociali che esprimono           oggi sul territorio dell’area milanese macrovocazioni eco-
       tendenze recenti di cui si dovrà tener conto, forse per la prima          nomiche che ne caratterizzano la conformazione, e quindi
       volta, nell’ambito di un ragionamento sulle politiche pubbliche.          le criticità o le opportunità dal punto di vista della sosteni-
       Il metodo di lavoro si è basato su focus group e interviste (v.           bilità ambientale. Il sud infatti presenta ambiti agricoli più
       documenti contenuti nel cd-rom allegato alla presente pubbli-             estesi rispetto al nord, dove la densità abitativa è molto alta
       cazione), che hanno ben evidenziato l’esistenza di macro temi             ed il consumo di suolo raggiunge il 76%;
       trasversali:
                                                                              4. manca completamente una lettura integrata del “sistema
       1. l’area milanese esprime ancora oggi alcune eccellenze                  rurale”, che permetta l’unione di agricoltura, produzione e
          economiche a livello nazionale, come nei servizi avan-                 multifunzionalità. La sempre più rapida erosione delle aree
          zati e nel settore delle biotecnologie, e a livello interna-           agricole, l’aumento di consumo di suolo e le incontrollate
          zionale, in settori industriali come l’elettronica, la fotonica        espansioni della logistica, riflettendosi nella progressiva
          e i nuovi materiali e, soprattutto, nell’ambito delle industrie        frammentazione delle imprese agricole, mettono a rischio
          creative. Il sistema che si è sviluppato, è cresciuto in modo          lo sviluppo e il permanere dell’agricoltura sino a compro-
          spontaneo e attraverso meccanismi di autodeterminazione.               mettere il valore ambientale dello stesso territorio provin-
          Vi sono tuttavia diversi sintomi di un iniziale lento declino          ciale;
          causati da vari fattori tra cui un crescente timore/ostilità
          nei confronti di chi è straniero, di chi ha un modo di vivere       5. anche il mercato immobiliare interpreta il territorio alla
          in cui non ci si riconosce. Ciò impoverisce la città perché            luce dell’esistenza di spazi non utilizzati o comunque dispo-
          allontana i “talenti”, le menti brillanti che per crescere ne-         nibili (aree dismesse, aree verdi da erodere), dell’accessi-
          cessitano di grande vivacità culturale e sociale;                      bilità tramite infrastrutture (direttrici di trasporto pubblico),

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IL FATTORE TERRITORIO NEL SISTEMA ECONOMICO MILANESE. ELEMENTI PER UNO SCENARIO METROPOLITANO AL 2020
della presenza di servizi sul territorio oggetto di attenzione.       zioni tra territori diversi all’interno della medesima area ur-
       Ne consegue da un lato che i grandi sviluppatori immo-                bana.
       biliari agiscono sulla scia degli assi principali di sviluppo
       (verso nord e verso ovest); dall’altro che i piccoli operatori    Appare evidente a questo punto che la pianificazione e la pro-
       immobiliari danno vita a una crescente frammentazione             gettazione politico-amministrativa devono essere in grado di
       attraverso interventi di ridotte dimensioni.                      coordinare con visioni e strategie uniche più territori sovra
                                                                         comunali in una logica di governo di aree urbane. Sono tut-
     Gli elementi di continuità tra i vari macrotemi elencati risulta-   tavia necessarie indicazioni di coordinamento delle politiche
     no essere la mancanza di una visione condivisa, che tenga           di sviluppo che, per quanto a “maglie larghe”, tengano conto
     conto dei tanti aspetti che a cascata discendono dalle consi-       in modo sinergico di diversi aspetti dai quali è stato volon-
     derazioni sopra elencate, e quella di un pensiero coordinato        tariamente accantonato l’aspetto infrastrutture, studiato in
     sulle strategie future. Ne consegue in alcuni casi la perce-        altra sede:
     zione di un vuoto di politiche.
                                                                         -   territoriali
     Del resto va rimarcato che nemmeno i confini comunali favori-       -   immobiliari
     scono azioni omogenee, impermeabili all’esterno. I confini non      -   industriali
     racchiudono più in modo esclusivo delle vocazioni, o delle ten-     -   sociali
     denze di mercato. Al contrario sempre più frequentemente gli        -   ambientali.
     sviluppi economici appaiono indifferenti a localismi comunali
     e sembrano seguire logiche di area sovra comunale.                  L’area milanese deve ora reagire ad un declino lento, forse
                                                                         più pericoloso delle grandi crisi del passato in quanto poco
     Le tendenze milanesi sono comunque molto simili a quelle            percepito e quindi non affrontato con incisività. Non si crea la
     che si rilevano nelle principali aree urbane europee:               sensazione di un’emergenza in corso e quindi nessuno sente
                                                                         l’urgenza di risposte adeguate e tempestive. Servono politi-
     - fenomeni di delocalizzazione all’interno della città;             che in grado di leggere tra le pieghe dei diversi territori e di
     - presenza di alcune polarità locali con specifiche vocazioni       interpretare le dinamiche che governano i flussi economici e
       (es. i distretti finanziari nei quartieri centrali);              sociali. Politiche che sappiano suggerire azioni efficaci in tema
     - elevata fluidità economica;                                       di servizi e infrastrutture, capaci al contempo di rispondere ai
     - presenza di sistemi produttivi e terziari molto diversificati;    bisogni emergenti ma anche di dare visioni e orientamenti per
     - accentuazione di una sempre crescente diversificazione            uno sviluppo sostenibile dell’intera area milanese.
       sociale;
     - aumento del numero di scambi, contaminazioni e integra-

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Perché lo studio di scenari economici in un processo di              ampio e sistemico, che includa la dimensione economica nella
     progettazione territoriale                                           definizione delle linee di assetto e sviluppo del territorio pro-
                                                                          vinciale.
     Nell’avviare il processo di adeguamento del proprio strumen-
     to di pianificazione, la Provincia di Milano ha ritenuto fonda-
     mentale prendere in considerazione una serie di dimensioni a         1.2. Il percorso e i contenuti
     valenza socio-economica in ragione del loro impatto a livello
     territoriale. Ha inoltre assunto come principio fondante e paro-     Approccio alla costruzione di scenari economici
     la chiave di questo processo la partecipazione, per garantire
     il coinvolgimento dei comuni, degli Enti Parco e dei principali      Il primo passo per arrivare a elaborare elementi utili alla co-
     attori sociali ed economici del territorio.                          struzione di uno scenario metropolitano al 2020 è stato quello
                                                                          di disegnare un inquadramento socio-economico dell’area
     Considerati quindi gli obiettivi espressi dall’amministrazione       metropolitana milanese a partire dagli studi esistenti.
     provinciale in relazione alle finalità dell’adeguamento del PTCP
     vigente, si sono volute indagare le variabili socio-economiche       Tuttavia si è ritenuto anche indispensabile far emergere e va-
     del territorio provinciale milanese sia attraverso una fotogra-      lorizzare il patrimonio di conoscenze che le istituzioni rappre-
     fia interpretativa del sistema e della situazione attuale, sia       sentative degli interessi pubblici e privati a livello locale rac-
     tracciando una serie di trend evolutivi di medio-lungo periodo       colgono, elaborano e possiedono.
     (2020).
                                                                          Le fonti informative pubbliche sono quindi state integrate con
     In fase programmatica infatti l’amministrazione provinciale          una ricerca qualitativa che ha coinvolto una serie di testi-
     ha voluto considerare, accanto alla dimensione territoriale, le      moni privilegiati in ragione del ruolo da essi ricoperto in tali
     variabili trasversali che impattano su di essa perché la con-        istituzioni.
     taminazione tra settori consente di agire sul territorio con più     La ricerca qualitativa ha voluto indagare quattro ambiti a va-
     adeguate politiche di programmazione.                                lenza economica che impattano significativamente sul terri-
                                                                          torio dell’area metropolitana milanese (agricoltura, mercato
     L’indagine economica si è focalizzata su quattro approfondi-         immobiliare, filiere strategiche e vocazione economica delle
     menti tematici in ragione della loro rilevanza strategica per        sub-aree).
     l’area metropolitana milanese:
                                                                          Sotto la supervisione complessiva della direzione scientifica
     - agricoltura;                                                       del lavoro, lo svolgimento di ciascuna ricerca qualitativa è sta-
     - edilizia e comparto immobiliare;                                   to affidato ad un esperto nella specifica area tematica che si
     - filiere strategiche, tra cui ad esempio:                           è voluta indagare.
       biotecnologie, finanza, moda, design ecc.;
     - vocazione economica delle sub-aree.                                Le ricerche qualitative si sono svolte in due fasi:

     L’insieme dei contributi raccolti ha lo scopo di fornire una serie   1. in primo luogo sono state realizzate una serie di interviste
     di elementi utili a comporre una visione di scenario metro-             a testimoni privilegiati (policy makers, imprenditori ecc.)
     politano di medio-lungo periodo, premessa indispensabile per            per individuare i fenomeni e le problematiche economico-
     operare una pianificazione territoriale inserita in un quadro più       territoriali emergenti, per le quali si possa evidenziare una

12
domanda inedita di politiche urbano-metropolitane. A con-           torio manifestate dagli attori interpellati, che vengono elencati
       clusione delle interviste è stato redatto un position paper         nel paragrafo finale.
       per ciascuna area tematica;
                                                                           Il capitolo 7 riassume attraverso una tavola sinottica gli ele-
     2. sono stati poi approfonditi i temi, emersi nelle interviste,       menti emersi nei quattro capitoli precedenti, in modo da
        relativi al rapporto tra pianificazione degli usi del suolo e      consentire una visione d’insieme e una lettura trasversale
        delle infrastrutture e organizzazione spaziale delle attività      dei temi. Vengono inoltre presentate alcune possibili linee di
        economiche in ambiente metropolitano. Tale approfondi-             intervento in ciascuno dei quattro ambiti oggetto del presente
        mento è stato realizzato con la tecnica dei focus group.           studio, in forza delle opportunità di trasformazione che si stan-
        L’esito di ciascuna discussione effettuata all’interno di tali     no aprendo per Milano in quanto sede dell’Expo 2015.
        focus group è stato riportato in una relazione finale.
                                                                           Vengono infine riportati i riferimenti bibliografici utilizzati per la
     L’inquadramento socio-economico dell’area metropolitana               presente pubblicazione.
     milanese e le quattro ricerche qualitative di approfondimento
     sulle aree ritenute strategicamente rilevanti hanno fornito ele-
     menti che è auspicabile possano essere utili alla costruzione         1.3. Gli allegati
     di uno scenario metropolitano di medio-lungo periodo.
                                                                           La presente pubblicazione è accompagnata da un cd-rom che
                                                                           contiene al suo interno 4 allegati:
     Struttura del documento
                                                                           Allegato 1 - Agricoltura e usi agricoli del suolo
     Questo lavoro è il risultato di una sintesi e comparazione degli      Allegato 2 - Tematiche edilizie e del comparto immobiliare
     elementi emersi dal percorso di indagine descritto sopra. La          Allegato 3 - Filiere strategiche
     ricchezza dei documenti prodotti e dei relativi contenuti, at-        Allegato 4 - Vocazioni economiche delle sub-aree territoriali
     traverso interviste e focus group, ha richiesto una trattazione
     parallela delle quattro tematiche indagate.                           Gli allegati, ognuno dei quali composto da un “Position Paper”
                                                                           e dai “Risultati del focus group”, sono i documenti integrali
     Il capitolo 2 offre un inquadramento socio-economico del              prodotti dalle ricerche degli esperti individuati da Provincia di
     sistema milanese, ricavato da studi e ricerche esistenti. Nei         Milano.
     quattro capitoli seguenti si dà voce agli attori che operano sul
     territorio per indagare gli aspetti economici che impattano in        Rappresentano quindi l’esito di un percorso partecipativo che
     modo significativo su di esso: il sistema agricolo, il settore im-    ha permesso da un lato di tracciare per ciascuna area tematica
     mobiliare, le filiere strategiche e la questione della vocazione      un quadro esaustivo della situazione, e dall’altro di individuare
     economica delle sub-aree.                                             i problemi emergenti e alcune proposte di intervento.

     Ciascuno di questi quattro capitoli è strutturato in modo da
     offrire subito un breve inquadramento del tema, a cui seguono
     un’esposizione delle principali tematiche attraverso l’analisi
     dei punti di forza e di debolezza e una presentazione delle
     riflessioni e dei suggerimenti per le politiche locali e del terri-

13
2. INQUADRAMENTO E TENDENZE DEL
        SISTEMA ECONOMICO DELL’AREA
        METROPOLITANA MILANESE
       2.1. Milano in Europa: condizione,                                   sione sulle politiche pubbliche possibili per rafforzare questi
       sfide e opzioni per le politiche                                     ruoli fondamentali delle città. Con le analisi successive dell’OE-
       pubbliche                                                            TAMM, l’Osservatorio dell’Area Metropolitana Milanese gestito
                                                                            dal Comune e dalla Provincia di Milano fino ai primi anni ’90,
       Grandi aree urbane e sviluppo territoriale: potenzialità             la riflessione veniva portata avanti in diverse direzioni: si raf-
       e contraddizioni                                                     forzava l’approccio della competitività, rivolto prevalentemente
                                                                            alla dimensione produttiva e tecnologica, ma si aggiungeva la
       Che le grandi aree urbane costituiscano i motori dello svi-          dimensione della attrattività verso attività esterne (gli investi-
       luppo territoriale è noto da tempo. Esse contemporaneamen-           menti diretti esteri, le filiali di imprese e istituzioni bancarie e
       te infatti:                                                          finanziarie) e le sue precondizioni, e soprattutto si sottolineava
                                                                            per la prima volta la dimensione territoriale come supporto sia
       - concentrano funzioni, fattori e attività che stanno alla base      di qualità della vita dei residenti sia di efficienza economica. Il
         dei processi di innovazione, tecnologica, organizzativa e          PIM1 e la Provincia di Milano continuavano successivamente
         di mercato: dal capitale umano ai centri di ricerca, dalle         ad approfondire la tematica territoriale, fino a proporla come
         università all’industria di alta tecnologia e al terziario avan-   la dimensione complessiva in cui precipitano e si fondono le
         zato;                                                              altre dimensioni, da quella ambientale a quella sociale ed eco-
       - costituiscono i gateway della internazionalizzazione dei           nomica.
         sistemi territoriali, grazie alla loro natura di nodi di inter-
         connessione fra reti lunghe di comunicazione e trasporto,          La complessità delle relazioni e dei problemi sottostanti a una
         nonché fra reti di interazione in ambito direzionale, com-         visione globale di questo genere richiedeva l’esplorazione di
         merciale, culturale e politico a livello globale;                  nuove forme di governance territoriale, che dovevano asso-
       - ospitano processi di apprendimento collettivo e di sinergia        ciare in modo sempre più stretto il contesto privato all’operare
         grazie alla possibilità di rapporti faccia-a-faccia e all’ele-     della pubblica amministrazione (o delle pubbliche amministra-
         mento della prossimità: fisica e geografica innanzitutto, ma       zioni, in uno schema di decisionalità multiscalare), senza per
         anche organizzativa e soprattutto cognitiva. Questi proces-        questo scadere nella semplificazione inaccettabile della dere-
         si divengono ancora più pronunciati ed efficaci allorché la        gulation, urbanistica e territoriale.
         città si struttura come milieu locale, sviluppando capitale
         sociale, fiducia e senso di appartenenza.                          Le soluzioni e gli strumenti via via proposti in ambito in-
                                                                            ternazionale al fine di realizzare il nuovo stile di intervento
       Già il Progetto Milano gestito dall’IRER - Istituto Regionale di     pubblico e portare a convergenza gli obiettivi di competitività,
       Ricerca della Lombardia alla metà degli anni ’80 era figlio di       attrattività e qualità territoriale, anche traendo esempio e ispi-
       questa intuizione e poneva Milano all’avanguardia della rifles-      razione dalle migliori esperienze, sono state:

14
- il marketing territoriale, prevalentemente orientato al-             luzione certamente più avanzata ma anche complessa, che
       l’obiettivo di migliorare l’attrattività della città. Si tratta      richiede un avanzamento notevole nella planning culture
       della soluzione più semplice, abbastanza rapidamente resa            locale. L’Italia giunge con circa dieci anni di ritardo rispetto
       obsoleta da due elementi presto divenuti evidenti: la paral-         alle esperienze europee, e avvia questo strumento a partire
       lela operazione di marketing realizzata, in modo più o meno          dalla fine degli anni ’90, con il piano strategico di Torino.
       esplicito e diretto, da parte di tutte le città, e la crescente      Si tratta di uno strumento che appare ben adattarsi a con-
       trasparenza delle condizioni locali proprie di ciascuna cit-         testi territoriali di medie città - come ad esempio Lione e
       tà per gli operatori internazionali, per esperienze dirette          Birmingham, e in Italia La Spezia, Trento, Piacenza e altre
       sempre più frequenti in epoca di globalizzazione e grazie            - o a grandi città in condizioni economiche e culturali par-
       alla crescente abbondanza di analisi comparative in ambito           ticolari, come Barcellona; in Italia le grandi città sembrano
       europeo e mondiale. All’evidenza della necessità di avere            essere troppo complesse per la capacità di governance che
       effettive novità da comunicare e “vendere” sul mercato               riescono ad esprimere (Roma ci prova ma presto desiste,
       internazionale (da quello dei tour-operator a quello della           Milano non ci prova neppure, a parte il meritorio esperi-
       business community), si è spesso risposto, da parte delle            mento di area vasta avviato dalla Provincia di Milano con il
       città, con la scorciatoia dei grandi progetti di architettu-         Politecnico, focalizzato sulle politiche e i progetti territoria-
       ra o dei grandi eventi mediatici – elementi che possono              li). Lo strumento sembra comunque ben adatto a coniugare
       essere importanti e motori nel breve termine ma che, in              economia e territorio, competitività e vivibilità, attribuendo
       mancanza di vere innovazioni, economiche e territoriali, a           il compito di trovare equilibri possibili proprio alla comunità
       carattere strutturale non sono in grado di mutare la perfor-         locale, attraverso processi partecipativi e partenariali.
       mance urbana in un contesto internazionale allargato. Più
       recentemente in ambito internazionale lo strumento è evo-          - La proposizione di progetti e programmi avanzati al-
       luto in direzione del cosiddetto city branding, un processo          l’interno di una visione del futuro della città che coniughi
       di associazione della città a una funzione/attività che ne           efficienza e sostenibilità. Si tratta di una strategia che ri-
       connota la vocazione o addirittura l’identità, con la pos-           nuncia alla formalizzazione esplicita di un piano coerente,
       sibilità di buoni risultati nel caso si riesca effettivamente        in favore di una linea politica chiara orientata alla vivibilità
       a re-interpretare o interpretare e proiettare nel futuro non         e di alcuni grandi progetti in cui tale linea si sostanzia. La
       solo i tratti distintivi più o meno nascosti ma soprattutto          città di Londra sembra un esempio calzante di questa linea,
       le potenzialità desiderabili e condivise della città, ma più         con alcuni grandi progetti di rinnovo urbano e il progetto di
       spesso con l’evidenza di operazioni artificiose e artificiali di     pedaggio per l’area centrale.
       creazione di un’immagine di pura facciata.
                                                                          - La indicazione di regole e linee guida forti, entro le quali
     - La pianificazione strategica urbana. Si tratta di una so-            accomodare nuovi elementi di flessibilità nella gestione ur-

15
banistica senza pregiudicare la sostenibilità. Sembra que-        Questa rinata attenzione non significa nostalgia per un modello
       sta la via seguita da Parigi e dalla regione Île-de-France, ad    di organizzazione sociale ormai passato, ma piuttosto preoc-
       esempio nella gestione del tema dei consumi di suolo: la re-      cupazione per la salvaguardia di funzioni e di valori irrinuncia-
       gione nel recente Schéma Directeur2 ha ridotto la previsione      bili, come i valori della solidarietà e le funzioni di integrazione
       – vincolante – di espansioni insediative dal 2005 al 2030 del     delle diversità e di efficiente organizzazione dell’interazione
       22% rispetto allo Schéma precedente (che per di più operava       interna ed esterna. I modelli di riferimento non sono San Gi-
       su un numero minore di anni, da 1994 al 2015), annullando         mignano o le città ideali del Rinascimento, ma grandi città im-
       precedenti previsioni non ancora realizzate che si trovavano      merse nella modernità che mantengono quelle funzioni e quei
       al di fuori delle linee di forza del trasporto pubblico.          valori, come per molti versi Parigi, Londra, Berlino, Monaco di
                                                                         Baviera, Helsinki, Barcellona, Lione; in Italia, forse, Bologna,
     - La realizzazione di una qualità diffusa, dal progetto di          Torino, Genova.
       architettura al disegno urbano all’area vasta, da realizzare
       attraverso processi partecipativi e inclusivi, progettazione      E non è neppure un caso se di questi temi - che naturalmente
       partecipata di spazi pubblici, partenariati fra pubblico e pri-   sembrano rinviare, all’interno di un principio di sussidiarietà, a
       vato supportati da forti processi di discussione/confronto        un livello locale di osservazione e di intervento - tendono oggi
       pubblico e soprattutto di valutazione ex-ante sugli impat-        ad occuparsi istituzioni nazionali e soprattutto internazionali,
       ti territoriali prevedibili. Si tratta di un modello oggi quasi   con una forte accelerazione soprattutto per quanto concerne
       ottimale di sviluppo riflessivo e auto-gestito, che richiede      gli aspetti legislativi, regolamentativi ed istituzionali.
       a monte un rilevante sforzo a carattere politico-cultura-
       le-organizzativo; un modello che vediamo maggiormente             Facendo astrazione dai documenti di tipo culturale per consi-
       realizzato e più esplicitamente perseguito dalle città del        derare prevalentemente quelli con un carattere politico e isti-
       nord-Europa, ma anche da città con una tradizione urba-           tuzionale più chiaro, si nota come l’Unione Europea, dopo alcu-
       nistica e una cultura civica che alcuni anni fa non erano         ni meritori interventi, come il Quadro d’Azione per lo Sviluppo
       troppo dissimili da quella milanese, come Lione o Monaco          Urbano Sostenibile del 1998, e un successivo sonno profondo
       di Baviera, ma che ormai la precedono abbondantemente.            fino al 2004, ha recentemente rilanciato con forza il tema dello
                                                                         sviluppo urbano: dapprima collegandolo alle strategie di Lisbo-
                                                                         na e Göteborg3 e supportandolo poi con i suoi Fondi Strutturali
     L’Unione Europea e il ritorno di attenzione sulla città:            nel nuovo periodo di programmazione 2008-13.
     competitività, sostenibilità, vivibilità
                                                                         I documenti cui facciamo riferimento sono:
     Da tutto quanto precede si comprende come non sia un caso           - il Terzo Rapporto sulla Coesione della Commissione Euro-
     se, proprio in questi ultimi anni, notiamo un ritorno di at-           pea (febbraio 2004);
     tenzione culturale e politica alla città: al suo ruolo, alla sua    - la Costituzione Europea (sia nella sua versione iniziale, ap-
     (nuova) forma, ai modelli per governare la sua crescente com-          provata dal Consiglio dei Ministri nel giugno 2004, sia in
     plessità, alle forme istituzionali di governo locale più adatte,       quella finale, approvata nel 2007);
     agli strumenti per intervenire sulle nuove contraddizioni che       - lo Scoping Document sullo stato e le prospettive del territo-
     l’evoluzione del contesto urbano sta generando. Diviene sem-           rio, approvato dai Ministri territoriali nel maggio 2005;
     pre più chiaro che nelle città si giocano le tre sfide maggiori     - la Strategia tematica sull’ambiente urbano della Commis-
     per la società moderna: la sfida della competitività, la sfida         sione Europea (gennaio 2006);
     della sostenibilità, la sfida della vivibilità.                     - infine la Leipzig Charter on Sustainable European Cities che

16
i Ministri del territorio sono stati chiamati a sottoscrivere da     alta qualità nel campo del disegno urbano, dell’architettura e
       parte della Presidenza tedesca il 24 maggio 2007.                    dell’ambiente. […]

     Il tutto si basa sul nuovo concetto di “coesione territoriale”         Tutti i livelli di governo - locale, regionale, nazionale, europeo -
     proposto nei primi due documenti citati. Tale concetto appare          hanno una specifica responsabilità nei confronti del futuro del-
     ancora non ben definito in termini sintetici, ma molto chiaro nei      le nostre città. Per rendere realmente efficace questo governo
     suoi contenuti, precisamente elencati in varie occasioni. Esso         multi-livello, dobbiamo migliorare il coordinamento delle poli-
     “traduce in termini territoriali l’obiettivo di sviluppo sostenibile   tiche di settore e sviluppare un nuovo senso di responsabilità
     e bilanciato assegnato all’Unione”; si potrebbe dire che rap-          nei confronti di una politica integrata di sviluppo urbano. […]
     presenta la dimensione territoriale della sostenibilità.
                                                                            Una politica integrata di sviluppo urbano coinvolge attori ester-
     L’innovazione politico-istituzionale contenuta in questo con-          ni all’amministrazione e consente ai cittadini di giocare un ruo-
     cetto è notevole, in quanto certamente viene allargato nei fatti       lo attivo nell’orientare il loro immediato contesto di vita. Nello
     l’ambito di competenza dell’Unione, estendendolo al territo-           stesso tempo queste misure possono fornire nuove certezze
     rio: esplicitamente si afferma nella Costituzione che, nell’area       alla pianificazione e all’investimento, e sviluppano una “visio-
     della coesione territoriale, l’Unione possiede una competenza          ne” per la città. […]
     concorrente - shared competence - con gli Stati Membri.
                                                                            Le nostre città dovrebbero costituire i pilastri di uno sviluppo
     Tre sono gli obiettivi di politica territoriale che emergono, in       della regione urbana ed assumersi la responsabilità della coe-
     particolare dai documenti più recenti:                                 sione territoriale. […]
     - migliorare la forza, la diversità e l’identità dei centri urbani
        (e delle loro reti) come motori dello sviluppo territoriale;        La qualità dello spazio pubblico, del paesaggio culturale ur-
     - migliorare l’accessibilità e l’integrazione territoriale nel-        bano, dell’architettura e dello sviluppo urbano gioca un ruolo
        l’Unione;                                                           importante nelle condizioni di vita dei cittadini. Un prerequisito
     - preservare e sviluppare la qualità e la sicurezza dei valori         rilevante per un uso efficiente delle risorse è una struttura in-
        naturali e culturali dell’Europa e sviluppare un rapporto so-       sediativa compatta, che può essere realizzata attraverso una
        stenibile fra città e campagna (Scoping Document, 2005).            buona pianificazione spaziale, prevenendo lo sprawl 4. Questo
                                                                            implica una forte volontà di offerta di spazi edificabili e il con-
     Di città si occupa dichiaratamente la recente Leipzig Charter          trollo della speculazione. […]
     on Sustainable European Cities, di cui vale la pena riportare
     alcune indicazioni:                                                    Elevata qualità architettonica, sviluppo economico urbano e
                                                                            spazi pubblici così come abitazioni sociali sane possono raf-
     “Noi Ministri responsabili dello sviluppo urbano nei paesi             forzare il sentimento di identificazione delle persone con il loro
     membri dell’Unione Europea consideriamo le città europee               quartiere e rendere in conseguenza questi quartieri più attrat-
     come un patrimonio economico, sociale e culturale di valore            tivi sia per i giovani che per gli anziani. “We look ahead with
     elevatissimo e insostituibile. Le città non potranno adempiere         confidence”. ”
     alla loro funzione di motore del progresso sociale e della cre-
     scita economica come descritto dalla Strategia di Lisbona, se          Ogni punto estratto concerne un tema di rilievo per le politiche
     non si riuscirà a salvaguardare l’equilibrio sociale nella città e     di governo del territorio oggi:
     fra le città, tutelando la loro diversità culturale e producendo       - l’attenzione da rivolgere alle città, spesso insufficiente;

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da notare che né nel Governo attuale né nel precedente             accountable6 di che cosa. Per la città occorre leadership, visio-
         Gabinetto Prodi vi è un Ministro o un Sottosegretario con          ne e coerenza – consistency. Le grandi città e le aree metropo-
         competenze sulle politiche urbane, diversamente da quanto          litane devono costruire le loro proprie Agende di Lisbona nelle
         accade in altri paesi;                                             aree della competitività, sviluppo sostenibile, coesione sociale
     -   la cruciale necessità che le città siano gestite in modo so-       e inclusione”.
         stenibile – dal punto di vista ambientale, sociale ed eco-
         nomico – invertendo una tendenza, ormai superata in altri          Si tratta di indicazioni fondamentali, sulle quali il sistema dei
         paesi, verso estese pratiche deregolative;                         governi locali milanesi, comunali e di area vasta, dovrebbero
     -   la necessità di una nuova responsabilità pubblica in questo        riflettere. Vi si leggono infatti in modo chiaro sia gli obiettivi
         senso, e di una nuova governance multilivello;                     che i possibili strumenti: obiettivi di competitività, sostenibi-
     -   l’importanza di processi negoziali, e cioè partenariali fra        lità e vivibilità, da raggiungere attraverso riforme nella gover-
         pubblico e privato, e partecipativi, per il rilancio di una pia-   nance locale, integrando livelli differenti di governo per una
         nificazione territoriale moderna e innovativa che si iden-         efficace gestione dell’area vasta metropolitana; attraverso la
         tifica nella pianificazione strategica (chiamata “politica         costruzione di visioni condivise e di conseguenti efficaci stra-
         integrata e inclusiva di sviluppo urbano”);                        tegie; attraverso nuovi modelli di inclusione sociale e di parte-
     -   la necessità di un’ottica non municipale ma di area vasta          cipazione dei cittadini alle scelte che li coinvolgono (commu-
         per la pianificazione, a livello di regione urbana;                nity-based city). Come sarà illustrato nel prossimo paragrafo,
     -   l’importanza della qualità degli spazi pubblici, spesso sa-        sono gli stessi obiettivi e strumenti suggeriti dall’OECD proprio
         crificati nel nostro paese alle esigenze di sviluppo, sia nei      nel caso della metropoli milanese.
         centri urbani che nelle periferie;
     -   la cruciale rilevanza del tema della forma urbana, con il          Quella dei consumi di suolo costituisce poi una sfida cru-
         contenimento dei consumi di suolo, la densificazione e la          ciale per città come Milano, super-dense al centro e in mol-
         compattezza dell’edificato, la lotta allo sprawl e alla utiliz-    te parti dell’hinterland e in via di forte diluizione procedendo
         zazione del suolo per uno sviluppo non necessario, nonché,         verso la periferia della regione urbana. Lo sprawl sta diven-
         fatto inedito per un documento ufficiale dell’Unione, attra-       tando il modello “moderno” di urbanizzazione, con dispersione
         verso la lotta alla speculazione.                                  e casualità insediativa, banalizzazione del paesaggio, spesso
                                                                            segregazione sociale in quartieri monoclasse. Si realizza la
     Il 16 luglio del 2008 il Ministro Falco5, inaugurando la presi-        “città infinita”, secondo alcune interpretazioni, a mio avviso
     denza francese davanti alla Commissione Regionale del Par-             totalmente fuorvianti e irresponsabili, almeno dal punto di vi-
     lamento Europeo, ha affermato: “Intendiamo disegnare, in               sta della buona pianificazione; si costruiscono territori in via di
     cooperazione con i decisori locali, un comune quadro di rife-          insostenibilità, secondo altre interpretazioni più solide, a causa
     rimento per una città sostenibile e partecipata - sustainable          della irreversibile creazione di una mobilità solo su mezzo pri-
     community-based city”.                                                 vato, dei maggiori consumi energetici e del consumo di risorse
                                                                            naturali, della omologazione del paesaggio suburbano e rurale,
     E ancora più recentemente, nel settembre 2008, il Comitato             in un modello di “governo” del territorio in cui gli insediamenti
     Economico e Sociale Europeo, nel raccomandare la costitu-              precedono le infrastrutture.
     zione di un EU High-level Group sullo sviluppo urbano e la
     sostenibilità, invitava a riflettere su nuovi modelli di governan-     Secondo l’analisi dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, che
     ce urbana: “La governance è un problema critico e cruciale:            ha dedicato al tema un importante rapporto intitolato Urban
     spesso sottovalutiamo di occuparci di chi sia responsabile e           sprawl in Europe: the ignored challenge (2006), lo sprawl è

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maggiore dove non c’è pianificazione efficace: “Vi è evidenza          attrattività di imprese multinazionali, nella direzionalità, nella
     che, dove domina lo sviluppo non pianificato e decentrato, lo          qualità della vita; a queste città si aggiungevano successiva-
     sprawl avviene quasi automaticamente”7. È possibile afferma-           mente anche Madrid, Monaco di Baviera, e poi Berlino e altre
     re che i consumi di suolo e lo sprawl incidono insieme sui tre         città di dimensione anche notevolmente più limitata di Milano.
     obiettivi prioritari di una buona pianificazione: quelli dell’effi-
     cienza, della qualità e dell’identità territoriale.                    Anche, e soprattutto, le indagini sulle città europee ba-
                                                                            sate sulla percezione e il giudizio dei top manager delle
                                                                            imprese multinazionali penalizzano il capoluogo lombar-
     Il posizionamento di Milano in Europa: un’eccellenza                   do. Già a partire dal 1990, secondo la classifica di Cushman e
     che tende a sbiadire                                                   Wakefield con il loro European Cities Monitor, Milano appariva
                                                                            nei diversi anni all’ottavo-nono posto in Europa, per scendere
     La prima analisi empirica sulla gerarchia urbana in Euro-              alla metà degli anni 2000 al decimo-undicesimo posto, fino al
     pa, da cui estrarre il ruolo di Milano, è stata realizzata a metà      tredicesimo posto assegnato nell’ultima edizione recentissima
     degli anni ’80 dal Progetto Milano8. Vi appariva inequivocabil-        del 2008. Oggi, apparentemente, non solo le città già citate
     mente come Milano si ponesse come la “capitale dell’Euro-              la precedono nel giudizio internazionale, ma anche città più
     pa meridionale”, all’interno di un raggio di 600 chilometri che        piccole come Zurigo, Ginevra e Düsseldorf.
     includeva città come Barcellona, Lione, Stoccarda, Francoforte         Roma, non presente all’inizio nell’indagine, si colloca negli
     e Monaco di Baviera. Milano, con la sua area metropolitana,            anni 2000 fra il 25° e il 27° posto. È indubbiamente il nostro
     svettava in tutte le principali funzioni urbane – direzionale,         sistema paese a presentare deboli performance, ma le poten-
     produttiva, commerciale-fieristica, tecnologica, demografica           zialità di Milano in particolare, centro di una macroregione ad
     – ad eccezione di quella finanziaria in cui veniva preceduta da        altissima densità demografica e di reddito, sembrano non ri-
     grandi piazze internazionali come Monaco e Zurigo9.                    flettersi nelle sue posizioni di classifica.

     Questa valutazione veniva confermata pochi anni dopo, nel              Quali singoli elementi sembrano penalizzarla? Accessibilità e
     1989, da una più completa analisi del RECLUS di Montpellier            collegamenti esterni (17° posto nel 2008), accesso ai mercati
     per la DATAR francese, in cui Milano si poneva, in Europa, da          (14°), qualità della forza lavoro dirigenziale (13°), disponibilità
     sola in una classe 2, dopo le due world cities di Londra e Parigi,     e value-for-money degli spazi per uffici (22° e 24° rispetti-
     e prima delle maggior parte delle capitali europee raccolte in         vamente, anche in connessione al costo della vita), trasporti
     una classe 3.                                                          interni metropolitani (24°), qualità della vita (22°) e inquina-
                                                                            mento (addirittura al 32° posto).
     Ma dopo quel momento storico importante, Milano sembrava
     successivamente perdere velocità, almeno relativa, rispet-             Interessante poi notare il severo giudizio sulle politiche urbane
     to alle città “concorrenti”. Già lo stesso RECLUS, riproponen-         perseguite: alla domanda su quali città “stanno facendo di più
     do la stessa analisi quattro anni dopo, nel 1993, non confer-          per migliorare”, Milano è collocata al 17° posto, superata da
     mava la necessità di mantenere quella classe 2 per la sola città       molte città dell’Est europeo, ma soprattutto da Barcellona e
     di Milano, e si limitava a porre la città in testa all’insieme delle   Madrid (le prime della lista), Londra, Berlino e Parigi, e, meno
     grandi città che seguono Parigi e Londra, riunite in un’unica          distanziate, da Amsterdam, Lisbona, Monaco e Lione.
     classe. Indagini successive, di varia natura, sottolineavano una
     sorta di capovolgimento: città come Francoforte, Bruxelles,            Giudicando sugli ultimi 10-15 anni, non sembra che la ragione
     Amsterdam, Barcellona apparivano surclassare Milano nella              di un’immagine internazionale così penalizzante sia costituita

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da un degrado crescente nelle aree della attrattività e della         Tutto ciò dovrebbe spingere, nell’area centrale del comune ca-
     qualità della vita. L’indagine annuale di Megliomilano su oltre       poluogo e nei comuni della fascia settentrionale (a maggiore
     160 indicatori di qualità della vita a Milano (città), mostra sul     urbanizzazione), verso una politica di de-densificazione e uso
     lungo periodo una buona performance nell’area economica               accorto dei pochi spazi liberi che restano o degli spazi che si
     (salvo a partire dal 2007) e nei servizi pubblici e tendenze non      rendono disponibili attraverso il rinnovo urbano; nell’area sud,
     negative anche in tema di qualità ambientale e civile. Il vero        verso politiche di attenta e possibilmente limitata espansione
     problema sembra risiedere in due elementi:                            insediativa, con alta attenzione al compattamento delle nuove
     - il fatto che ritardi e tradizionali punti di debolezza non siano    urbanizzazioni e al rapporto con le linee del trasporto pubblico.
        stati affrontati con la necessaria determinazione: ciò vale
        primariamente per la qualità dell’aria, la disponibilità di ver-   Nel confronto con le altre città italiane, i risultati del Rap-
        de, congestione ed eccesso di densità, e per i loro effetti        porto sull’Ecosistema Urbano 2008, curato da Legambiente
        sulla salute dei milanesi;                                         e Il Sole 24 Ore, confermano una eccellenza di Milano nell’of-
     - il fatto che altre città, di simile o anche maggiore dimen-         ferta di trasporto pubblico (nell’offerta di km-vettura per abi-
        sione, e dunque confrontate con simili sfide, abbiano svi-         tante e nel numero di viaggi per abitante su trasporto pubbli-
        luppato politiche urbane (e urbanistiche) enormemente più          co), ma complessivamente la posizione della città è bassa:
        efficaci, moderne, determinate e lungimiranti.                     58° su 103 capoluoghi di provincia, subito sopra la media ita-
                                                                           liana anche se migliora di 4 posizioni rispetto all’anno passato,
     Nel maggio dell’anno passato la Commissione Europea ha                superata di poco da Roma ma di molte lunghezze da Genova
     pubblicato il Rapporto sullo Stato delle Città Europee, ba-           (13°) e Bologna (23°).
     sato sui risultati dell’Audit Urbano. Rispetto alle altre circa 250
     città europee, Milano mostra alcuni punti di forza, abbastanza        Alcuni record negativi permangono inalterati: Milano è 79° su
     noti, e alcune altrettanto note debolezze.                            84 capoluoghi per il biossido di azoto, 75° su 80 per la media
                                                                           annua delle polveri sottili, 38° su 73 per l’ozono, 38° su 63
     I punti di forza: un reddito pro-capite elevato, che si posi-         per il benzene; ma Milano è anche 97° su 101 per la presenza
     ziona nel secondo più elevato quintile, un tasso di disoccu-          di nitrati nell’acqua potabile, 43° per la raccolta differenziata
     pazione fra i più bassi d’Europa e una buona condizione               (30% dei rifiuti).
     del trasporto pubblico, con una percentuale di persone che            Da ultimo, viene di seguito analizzato il giudizio dell’OECD sulla
     utilizzano l’auto per recarsi al lavoro, pari al 42%, che si col-     condizione e la performance dell’area metropolitana milanese,
     loca nel 4° più basso quintile in Europa. Le altre notizie non        espresso a seguito della Territorial Review dedicata al ca-
     sono invece così buone:                                               poluogo lombardo, pubblicata nel 2006. Molti elementi che
     - solo una media posizione per il numero di persone con una           derivano da percezioni di utenti privilegiati, come i manager
        formazione elevata e per la raccolta differenziata di rifiuti      delle grandi multinazionali, o da indicatori statistici vengono
        solidi (3° quintile);                                              confermati.
     - alta densità di popolazione (6.900 ab/kmq) e di tempo
        medio per recarsi al lavoro (32 minuti), nel 1° quintile in        Si afferma infatti che l’area metropolitana milanese possie-
        entrambi gli indicatori;                                           de un potenziale di sviluppo rilevante, dato dalla sua tradi-
     - alta presenza di smog estivo, con 42 giornate in cui l’ozono        zione di capitale industriale e successivamente terziaria, con
        supera la soglia di 120_g/m3, nel più elevato quintile;            una dotazione rilevante di professionalità qualificate. Tuttavia
     - bassa quantità di spazi aperti cui la popolazione può acce-         si rilevano punti di crescente preoccupazione, tipici peraltro
        dere, pari a 11 mq pro capite, nel 4° quintile.                    anche dell’intero paese:

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- la necessità di fare sistema per generare uno sviluppo tec-        Fortunatamente Milano possiede punti di forza rilevanti, ma
       nologico più avanzato a carattere “radicale” e non più a           non li sfrutta adeguatamente. Un caso fra i molti citati: un
       carattere incrementale attorno ai settori di specializzazione      sistema universitario di eccellenza che non attrae studenti stra-
       tradizionale; e fare sistema significa avvicinare e far coo-       nieri e che non si collega più strettamente, come un tempo, con
       perare più strettamente centri di ricerca avanzati, imprese        i centri di ricerca, i servizi avanzati (ad esempio nel settore della
       di ogni dimensione, servizi tecnologici, organizzativi e fi-       sanità) e il sistema industriale e produttivo, in assenza eviden-
       nanziari; nuovi vantaggi competitivi vanno creati per questa       temente dei necessari incentivi. Nella scelta fra incrementare la
       via, come stanno facendo altre metropoli quali Barcellona,         sola qualità dei servizi offerti alla regione urbana o ritornare ad
       Francoforte, Monaco, Vienna/Bratislava e Budapest;                 essere una locomotiva di sviluppo e di innovazione attraverso
     - la necessità di far progredire il sistema della mobilità in        il continuo miglioramento del suo potenziale creativo, Milano
       parallelo con la crescente domanda di area vasta, anche            deve perseguire con convinzione la seconda strada.
       controllando il sistema delle localizzazioni suburbane a ca-
       rattere residenziale e limitando lo sprawl;                        In sintesi, per rilanciarsi come hub ad alta intensità di conoscen-
     - la necessità di curare numerosi aspetti carenti nella qualità      za, orientato all’innovazione e al disegno concettuale di prodotti
       della vita, che stanno alla base non solo del benessere dei        e servizi, Milano deve investire in connettività esterna e vi-
       cittadini ma anche della qualità delle interazioni faccia-a-       vibilità, ridurre inquinamento, congestione e il costo della
       faccia e della capacità di attrarre “i lavoratori della cono-      vita, abbondantemente legato alle posizioni di rendita fondiaria.
       scenza”;                                                           Un tale investimento richiede maggior collaborazione fra i go-
     - la necessità di rilanciare la produttività, che in anni recen-     verni locali e nuove forme di governance metropolitana.
       ti ha avuto tendenze addirittura negative, in opposizione a        La stessa grande occasione dell’Expo 2015 deve essere gio-
       quanto accaduto in altre metropoli europee.                        cata in questa direzione: mostrando al mondo i progressi rea-
                                                                          lizzati in campo scientifico e tecnologico, ma anche in campo
     La diagnosi dell’OECD si riassume nei seguenti elementi: che         urbanistico e civile.
     Milano abbia esaurito la capacità di vivere di rendita sugli in-
     vestimenti passati, ma che trovi difficoltà nella costruzione di
     “una strategia condivisa per fronteggiare le sfide dello svilup-     2.2. Inquadramento socio-economico
     po futuro”. Al fine di realizzare il salto verso una condizione di   del territorio della provincia di
     creative service hub, intimamente connesso con un tessuto            Milano
     produttivo dinamico e vibrant, occorre “rilanciare le dinamiche
     innovative e l’attrattività della città, e avviare una riforma dei   Il sistema sociale
     processi di decisione collettiva attraverso meccanismi di go-
     vernance più inclusivi” .                                            La provincia di Milano - composta di 189 comuni, compre-
                                                                          sa Milano con 1.300.000 abitanti - ha una popolazione di
     Come si vede, a parte l’accento su una continuazione dell’in-        3.839.216 unità che coprono il 41% dell’intera popolazione
     novazione tecnologica nel tessuto produttivo della città-regio-      lombarda11.
     ne, l’OECD individua le stesse linee guida che recentemente
     l’Unione Europea ha suggerito per le città europee: qualità          Con una superficie di 1.982 Kmq che rappresenta l’8,3% del
     urbana, controllo dei processi di sviluppo insediativo, governo      territorio regionale, è l’area a più elevata densità abitativa
     metropolitano, costruzione di visioni condivise del futuro attra-    d’Italia con i suoi 1.937 abitanti per Kmq (dieci volte superiore
     verso una pianificazione strategica inclusiva e partecipata.         alla media nazionale)12.

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Nella città di Milano il rapporto tra anziani (over 65) e popo-       provincia di Milano sono oltre 69.000 e rappresentano il 20,2%
     lazione attiva (15-64 anni) è di 1 a 3, e di 2 a 1 tra anziani e      del totale15.
     under 15. Nei comuni della prima e seconda corona invece il
     rapporto tra anziani e under 15 si fa più favorevole a questi         Il PIL generato nel 2005 rappresenta il 10% del PIL nazionale
     ultimi ed è di circa 1 a 1.                                           e ammonta a 137.885 milioni di euro, a cui corrisponde un
     A Milano l’indice di fecondità è infatti solo pari a 1,32 figli per   PIL pro-capite di 35.776 euro. Il reddito pro capite è maggiore
     donna in età fertile (dati 2004) anche se risulta in modesta          della media nazionale16.
     ripresa dal 1996. Questo miglioramento tuttavia è dovuto in
     gran parte all’apporto della popolazione immigrata (i figli nati      Messa a confronto con un contesto globale, Milano si confer-
     da genitori immigrati rappresentano quasi il 30% delle nascite        ma una delle regioni metropolitane nella fascia di vertice della
     in un anno).                                                          classifica dei paesi OCSE17 ma, rispetto al passato, ha perso
                                                                           posizioni. Attualmente si colloca al trentesimo posto in termini
     La fase di profondi cambiamenti che la città di Milano sta at-        di Prodotto Interno Lordo (PIL) pro capite rispetto alle 78 aree
     traversando vede un ricambio piuttosto marcato della sua po-          metropolitane coinvolte nella ricerca18, con una serie di fattori
     polazione: a un processo di espulsione di nuove generazioni           che minacciano i vantaggi competitivi fino ad oggi maturati.
     nate e cresciute in città, si accompagna un ampio flusso in
     entrata di migrazione extracomunitaria.                               Sulla base del modello sperimentato dall’OCSE per spiegare le
     Milano rischia di non riuscire a governare questi flussi, a causa     differenze tra le performances regionali, la posizione di Milano
     dell’incapacità di mantenere ed attrarre giovani autoctoni che        rispetto alle altre aree metropolitane deriverebbe dalla combi-
     intendano investire professionalmente nella città e, a causa          nazione di tre fattori:
     della tendenza ad integrare in modo marginale le popolazioni
     straniere, resta ancora irrisolto il nesso tra sviluppo e coe-        1. un impatto positivo della produttività del lavoro: la pro-
     sione sociale.                                                           duttività del lavoro di Milano è del 4,3% più alta della me-
     Una maggior attenzione alla dimensione sociale dello sviluppo            dia delle 78 regioni metropolitane OCSE. Questo fattore è
     produttivo non solo consentirebbe di socializzare i rischi in-           connesso con la specializzazione in settori ad alto valore
     dividuali, ma permetterebbe anche di rimuovere ostacoli allo             aggiunto;
     sviluppo economico, che hanno spesso origine in problemati-
     che di tipo sociale.                                                  2. un impatto positivo del mercato del lavoro locale: il tas-
                                                                              so di occupazione di Milano è del 2,2% più alto della media
                                                                              OCSE. La disoccupazione maschile può essere considerata
     Il sistema economico                                                     vicina al livello frizionale (3,7% nel 2003);

     L’area metropolitana di Milano rappresenta il principale croce-       3. un impatto negativo legato alla dimensione relativa-
     via nazionale di flussi economici e produttivi; al contempo, cir-        mente limitata della forza lavoro: il tasso di attività è
     ca il 50% del territorio (pari a 982 kmq) è destinato ad utilizzo        dell’1,9% più basso della media OCSE. Questo riflette i
     agricolo o forestale13.                                                  trend nazionali dal momento che l’Italia registra uno dei più
                                                                              bassi tassi di attività tra i paesi OCSE, fenomeno dovuto
     Nell’area metropolitana milanese sono attive 342.766 impre-              sia all’invecchiamento della popolazione che alla minor pre-
     se14, che rappresentano il 40% delle imprese lombarde e il               senza di forza lavoro femminile.
     6% delle imprese italiane. Le imprese femminili operanti nella

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