BRESCIA L'È BÙ DE BÙ FRANCIACORTA - Publimax
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B-LIFE ∙ EDITORIALE NUMERO 210 / GIUGNO 2019 “SUMMER IS coming” È iniziato il conto alla rovescia, tra poco inizia il periodo estivo e Brescia e la sua provincia si preparano ad accogliere turisti “locali” o “esteri” nelle proprie strutture. I laghi e la montagna sono sempre più meta di famiglie o sportivi che vogliono trascorrere anche piccoli periodi alla riscoperta delle bellezze del nostro territorio. Nel capoluogo sono già iniziati gli appuntamenti che accompagneranno durante l’estate turisti e locali. Denso è il calendario: manifestazioni e concerti sono già iniziati. Perciò godiamoci il nostro bel territorio. FRASE | AFORISMA | CITAZIONE “ La vita è come una bicicletta con dieci rapporti... ” Tutti noi abbiamo rotelline che non usiamo mai! linus van pelt 1
B-LIFE ∙ SOMMARIO COVER 4 L’è bù de bù Franciacorta CITTÀ 6 Roberta Falco LA BRESCIANA MALMOSTOSA 8 Veronica Pede A ME GLI OCCHI 10 Francesco Tarsia PEOPLE 12 Marco Dodesini GIRANDOLAR(T)E 13 Lorenza Giovanelli SPECIALE 18 1000 Miglia SPECIALE 26 Vacanze DIARIO 04 31 Day by Day SAVE THE DATE 41 BRESCIA LIFE EVENTS 36 Appuntamenti in città e provincia APPUNTAMENTI 42 Festa dell’Opera 40 Filosofi lungo l’Oglio 44 Sony Photo Experience BRESCIA IN BACHECA 46 Memorial Tiberio Lonati 54 Offerte di lavoro 48 1000 Passi per Brescia LA VOCE DELLE STELLE 50 Aspettando LeXGiornate 55 Oroscopo 52 Mille Miglia IL GRAFFIO 56 Alessandro Marelli 2
B-LIFE ∙ SOMMARIO 04 08 10 Editrice: Publimax Sede legale: Brescia Piazza Tito Speri, 5 Direttore responsabile: Francesco Salvetti 13 18 francesco.salvetti@publimax.eu Consulente editoriale: Massimo Boni 12 Coordinamento pubblicità: Carlo Boni carlo.boni@publimax.eu Impaginazione e grafica: Eleonora Raschi 26 42 Hanno collaborato: Tiziana Adamo Massimo Cominetti Roberta Falco Lucia Marchesi 31 Alessandro Marelli Silvia Marelli Enrica Ottelli Veronica Pede Stampa: Tipolitografia Pagani 44 46 Passirano (Bs) Amministrazione Pubblicità: PUBLIMAX Via XX Settembre, 30 50 Tel. 030 3776552 Fax 030 280323 25122 Brescia E-mail: info@publimax.eu www.publimax.eu Supplemento a 030affari 48 52 Autorizzazione Tribunale di Brescia N° 53/2000 del 11/11/2000 3
B-LIFE ∙ COVER ECCELLENZE ENOLOGICHE L’È BÙ de bù FRANCIACORTA “L’è bù nasce sotto la guida di un lungimirante imprenditore bresciano che già dall’infanzia, quando osservava il nonno vendemmiare, è sempre stato interessato a conciliare la sua propensione romantica e creativa alla forte sensibilità imprenditoriale. Con una fondata comprensione della cultura vitivinicola italiana ed esperienza nel servizio pubblico, si è trovato nella posizione ideale per raccontare storie di persone, delle comunità e di culture che costituiscono parte integrante di tutti i processi produttivi, ” dall’allevamento delle viti, alla fermentazione delle uve fino all’affinamento in bottiglia. Il risultato è una gamma di vini che parlano di persone e di luoghi che si collocano tra i migliori del paese. E perché non partire proprio da quel luogo, situato nel bresciano nel comune di Cazzago San Martino, sotto la guida della mano tecnica di Vittorio Festa nasce la prima bottiglia di L’E BU Franciacorta Nature, subito premiato come migliore Franciacorta nell’Annuario dei Migliori Vini Italiani di Luca Maroni. L’Enologo Vittorio Festa oggi parte inte- grante del nostro gruppo è un sostenito- re per il quale i nostri principi ispiratori sono i concetti di agricoltura civica un’a- gricoltura basata sul coinvolgimento del- le comunità locali, al fine di perseguire il bene comune, un approccio che tiene in considerazione le attività ed i bisogni de- gli esseri umani, cercando di conciliarli con quelli della natura, attraverso la co- struzione di un equilibrio fra ambiente e territorio e di agricoltura sostenibile. Siamo solo noi a far si che il vino diventi simbolo del territorio. Con il Nature abbiamo subito presenta- to il Franciacorta Brut, Fran- ciacorta Saten, Franciacorta Rosè. L’è bù nella parlata franciacortina signi- fica è buono! Una frase che descrive con immediatezza e freschezza il gusto unico e inimitabile espresso dal territorio. 4
B-LIFE ∙ COVER La Franciacorta è sempre stata assicurati che la tradizione fosse legata alla produzione di vino, i la base su cui costruire la nostra suoi vigneti si trovano sulle colli- attività. Al tempo stesso, com- ne che delimitano la sponda meri- prendiamo che l’arte della vinifi- dionale del lago d’Iseo da un lato cazione è in continua evoluzione e la città di Brescia dall’altro. e adattamento, perciò siamo or- Formate da migliaia di anni di gogliosi del nostro impegno per moti glaciali, queste colline trag- l’innovazione all’insegna della so- gono vantaggio da ideali condi- stenibilità. zioni pedoclimatiche ove si pro- Ciascun vino è indissolubilmente ducono una varietà diversificata legato a uno dei territori vitivini- di uve di qualità, tra cui Chardon- coli tradizionali d’Italia. Ciascuno, nay, Pinot Nero Pinot Bianco. quindi, racconta la storia del- Particolarmente nota per i suoi la sua terra e della comunità da vini metodo Franciacorta, l’omo- cui ha avuto origine. Ciascuno è nimo vino ha ottenuto il ricono- prodotto con uve endogene che scimento di Denominazione di origine Il controllo e la direzione di ogni fase rispettano la biodiversità ed il patrimo- Controllata e Garantita (DOCG) nel della produzione dal vigneto alla cantina, nio naturale della propria “casa”. Che si 1995, assicurando che tutti i prodotti nonché alla sua distribuzione e vendita tratti delle dolci colline toscane, di fama che soddisfano i disciplinari di produzio- attraverso un coinvolgimento globale, ci mondiale, o dei vigneti di Glera radicati ne ed i controlli di qualità siano ricono- consente di personalizzare il percorso in Veneto o del verdeggiante Eden d’A- sciuti come vini regionali autentici. “dall’uva alla tavola” in modo che ognuna bruzzo, si può essere certi di compren- Dalla Franciacorta alla Puglia, con la nostra delle nostre linee possa rappresentare i dere intimamente da dove provengano società del gruppo percorriamo tutta la pe- nostri valori, preservando e sostenendo i nostri vini e dell’incessante lavoro ne- nisola, abbiamo investito tutte le nostre ri- quelli delle nostre regioni di coltivazio- cessario a produrre un chiaro senso di sorse per ampliare la nostra comprensione ne. appartenenza ai luoghi in ogni bottiglia. delle culture vitivinicole italiane e migliora- Riconosciamo l’influenza storica che Siamo convinti sostenitori ed appassio- re la nostra capacità di creare e distribuire ognuno di questi territori ha avuto sul- nati estimatori della diversità dei pro- un prodotto di grande importanza. la viticoltura contemporanea e ci siamo dotti e dei luoghi del nostro “Bel Paese”. 5
B-LIFE ∙ CITTÀ di Roberta Falco ABBANDONARE LE cattive abitudini A SCUOLA CON MARTI Da quando l’Amministrazione ha introdotto il nuovo di Marti Rosso sistema combinato di raccolta dei rifiuti, non solo la percentuale di immondizia destinata alla raccolta La scuola è un microcosmo creato per differenziata è schizzata alle stelle, ma addirittura noi allievi, arboscelli in coltivazione. si è registrata la diminuzione generale della È per noi: senza di noi non ci sarebbe. produzione di rifiuti. Verrebbe da dire che i residenti Noi ragazzi brontoliamo... vogliamo vivere, noi. Abbia- a Brescia stanno dimostrando maggiore sensibilità mo fretta di fare, voglia di andare. Vogliamo dimostrare ambientalista e che si stia diffondendo una nuova di essere grandi, ormai. E finiamo con l’accanirci contro cultura anche più attenta alle generazioni future. la scuola. È una prigione! Ci taglia le ali! I professori non ci ascoltano! Pretendono che tutto il nostro tempo sia a loro servizio!... ma poi, liberi, spesso ci sentiamo perduti, e capiamo che ancora non siamo così pronti a stare di fronte al mondo. Eppure, dentro tutto questo crogiolo di autosoddisfazione, Riflessione. Perché noi studenti vediamo la scuola come permangono comportamenti molto disturbanti, che, anzi, il un nemico? Forse siamo adolescenti e dobbiamo dar di nuovo sistema di raccolta ha tragicamente fatto emergere contro per principio. Forse perché la scuola non si pre- e, nel tempo, radicato nei cittadini. Primo fra tutti: l’ab- senta come dovrebbe essere: un luogo di incontro, non bandono del rifiuto nei pressi dei cassonet- di scontro. Forse è questo, forse è altro; un insieme di ti. Questa pratica, che è democraticamente ben diffusa in cose. tutti i quartieri della città, non solo è un gesto di maledu- Che fare? Noi adolescenti potremmo anche tentare cazione, gravemente individualista e seriamente dannoso di cambiare (ma sarebbe anti-naturale e quindi poco per la salute pubblica, ma anche illegale e sanzionabile con salutare), ma è la scuola (un prodotto umano, che a multe da 300 a 3000 euro a seconda della quantità e della cambiarlo il cosmo non crolla) che soprattutto dovreb- pericolosità del rifiuto abbandonato. be modificarsi. In meglio. Cominciando, ad esempio, a Dando uno sguardo ai social network, che denunciato que- mettere al primo posto la Persona e non il Programma. sto malcostume (esistono gruppi facebook fondati appo- sta), ci si rende conto di quanto l’abbandono di rifiuti da parte dei cittadini sia diffuso e praticato abitualmente. Ov- viamente, gli ignoti autori sono ricoperti di insulti e minac- ce, dando libero sfogo alle passioni più estreme, seconde pregassi in cinese e così sono costretto a trasgredire. Lo so solo per veemenza ed intensità a quelle rivolte a coloro che che sbaglio, ma con tutti i problemi che ho… non raccolgono le deiezioni canine! Per amore della Più tardi si avvicinava al cassonetto una donna araba con verità (e perché non sono abituata a stigmatizzare un in- un passeggino e un figlio disabile al seguito. Mi scusi: come dividuo in base ad un unico gesto che compie -per quanto mai posa il sacchetto di immondizia fuori dal cassonetto? grave) mi sono presa la briga di appostarmi ad osservare Risposta: non so dove metterlo, non trovo la tessera, si fac- nei pressi di un assemblaggio di cassonetti e farmi un’idea cia gli affari suoi , non vede che sono una mamma di chi fossero i furbetti dell’abbandono del sacchetto di ri- straniera sola con figlio disabile? fiuti. Ho pensato anche che il fatto di “conoscere” più e Immediatamente dopo la mamma di cui sopra, giungeva un meglio il malfattore, possa aiutare la politica di pre- pensionato distinto. Domanda: mi scusi, perché conferisce venzione. qui, abusivamente, l’immondizia di casa? Risposta: che vuo- Sono riuscita così a documentare tre conferimenti abusivi. le che faccia, lo fa anche la mamma araba sola con il figlio Verso le prime ore dell’alba, da un’automobile parcheggia- disabile! (Sobh!) ta scendeva un giovanotto in evidente sonnolenza, che si Categorie di persone fragili, ho pensato. Ma anche ca- stiracchiava. Mi scusi: che mestiere fa? Risposta: sono un tegorie di furbe fragilità, che si correggono solamente con padre separato che dorme in automobile, la tessera dei ri- estreme azioni di controllo e abbondanti sanzioni economi- fiuti l’ho lasciata alla mia ex e non me la cede neanche se che! È l’unico sistema. 6
B-LIFE ∙ LA BRESCIANA MALMOSTOSA di Veronica Pede ATTENTI ALL’Ufo “ Picco di avvistamenti nel bresciano negli ultimi 12 mesi. Anche di Cesio 137, Radio 226 e Cobalto 60, ma ” siccome le radiazioni si vedono ancora meno dei dischi volanti, siam tutti tranquilli. Siamo proprio dei bambinoni: ci appassioniamo a cose insignificanti quando non inesistenti e tendiamo a strasbattercene delle evidenze che abbiamo sotto gli occhi. Prendiamo ‘sta cosa degli avvistamenti degli Ufo in provincia. Ci ho pensato un po’ su: se anche mi capitasse di vedere un puntino in mo- vimento, non mi verrebbe mai in mente di tirare fuori il cellulare e provare a ri- prenderlo, per poi mandare il filmato a qualche ufologo cercato su google (che fra l’altro ci sono almeno quattro grup- pi principali, che menata, come fai a scegliere, mica ci sono le recensioni dei clienti tipo Tripadvisor). Scrollerei le spalle sapendo che ormai fra satelliti, droni ed aerei lassù dove il cielo è più blu inizia ad essere un gran casino. Mi preoccuperei piuttosto di più del Ce- sio 137, Radio 226, Cobalto 60 e financo un tantinello della graziosa nuvoletta gialla di acido nitrico fuoriuscito il mese scorso per un guasto alla Torchiani in e non per i tre bunker autorizzati di ne nei settori di riferimento superiori zona Industriale, anche se per fortuna le materiale radioattivo a Lumezzane, all’85%. L’anno scorso a Lonato è saltato autorità non hanno riscontrato problemi Sarezzo e Odolo, a cui vi prego di ag- il secondo anno di Meccatronica, erano per la salute. giungere i depositi ancora in attesa di solo 12 gli interessati. La Meccatro- Posso fare un appello agli ufologi ed agli essere stoccati e sorvegliati per i pros- nica. Quella che probabilmente serve ufofili? Vado? Vado. simi mille anni di Mazzano, Montirone e per fare gli Ufo. Ma gnari dai, che problemi avete. Ma Castelmella? O perlomeno un onesto drone. davvero mi entrate in paranoia per l’og- Vabbè. Ma allora basta davvero sparar- Ps: siccome predico bene ma razzolo getto volante non identificato? Ma che la alta ed improbabile che ci abboccate. così così, nelle Prossime Puntate pro- davvero davvero pensate di vedere le Tanto più è alta ed improbabile, metto un approfondimento sugli Ufologi astronavi? E vi rivolgete in cerca di con- tanto più ci abboccate. Non stupisce, Terrapiattisti. Mi par di capire che la loro ferme ad ufologi tipo il famoso (si fa per quindi, che i quattro Istituti Tecnici Su- idea di spazio cosmico sia un vuoto tra- dire) Franco Chendi, che riesce ad esse- periori (post-diploma) presenti in città puntato da pianeti-pizza sospesi, forse re ufologo ed insieme terrapiattista, lo sa arranchino nel trovare iscritti, anche se rotanti, come fanno i pizzaioli acrobatici solo Iddio come??? Vi agitate per quello offrono tassi di immediata occupazio- quando lavorano bene. 8
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B-LIFE ∙ A ME GLI OCCHI di Francesco Tarsia QUELL’UNITÀ CHE CI POTENZIA MENTE E corpo “ “Il nostro corpo è un giardino di cui è giardiniere la nostra volontà” (W. Shakespeare) ” La mente umana è un meraviglioso ed incredibile strumento a nostra disposizione. Ci consente di lavorare, relazionarci, progettare, amare e molte altre cose. Tra le sue meravigliose caratteristiche ha anche quella di essere strettamente collegata al corpo. Quello che pensiamo, immaginiamo si riverbera in maniera immediata nell’organismo, e questo anche quando non ne siamo consapevoli. Facciamo alcuni esempi: basta immagi- te interiore, al fine di sopportare meglio nare di avere in bocca e masticare un momenti di tensione. Praticare sport, at- Francesco Tarsia Responsabile didattico pezzo di buon limone, immaginarne il tività fisica in questo senso offre davvero della scuola di ipnosi olistica sapore, la consistenza e il profumo per ottimi benefici. www.ipnosi-olistica.it - centroiltao@gmail.com far aumentare la salivazione. Quanto può essere utile una semplice E ancora: immaginarci in un luogo rilas- passeggiata per “schiarirsi le idee” e po- sante, tranquillo, in una situazione con- ter fare una scelta più lucida? no la guarigione o il miglioramento dei fortevole provoca una diminuzione del Come il corpo è in grado di modificare il sintomi. tono muscolare, un rallentamento della nostro stato mentale, è in qualche modo Attenzione però: se è vero che la respirazione e del battito cardiaco. vero anche il contrario: pensieri, stati mente è molto potente e può produrre La stessa cosa è vera anche per conte- d’animo influenzano profondamente la cose molto importanti nel corpo, è al- nuti negativi, se ad esempio siamo in parte fisica, modificando l’attività del si- trettanto vero che non dobbiamo aspet- procinto di fare un colloquio di lavoro, stema nervoso, endocrino, cardiovasco- tarci dei miracoli. Quando si sta male è siamo preoccupati per qualcosa che lare, muscolo-scheletrico ecc. necessario e opportuno andare da un dovrà accadere in un prossimo futuro, In stato di trance ipnotica è pos- medico e seguire ciò che ci viene pre- ogniqualvolta portiamo lì la nostra atten- sibile produrre nel corpo fenomenologie scritto. zione, il ritmo cardiaco risulterà accele- davvero sorprendenti. Si possono pro- La mente può fare molto, può aiutarci, rato, e si metteranno in moto tutta una durre ad esempio delle anestesie o ma non può fare tutto. serie di modificazioni fisiologiche che ci analgesie, che consentono di ridurre il Utilizzando consapevolmente il no- faranno sentire nel corpo l’ansia. dolore fisico, fino al punto di consenti- stro pensiero e portando l’attenzione a re interventi chirurgici senza anestesia cose positive e piacevoli, saremo anche “Ai giorni nostri la metà delle ma- chimica o riducendone notevolmente la in grado, di ascoltare meglio il corpo e lattie derivano dal dimenticarsi del quantità utilizzata. quindi diventare più capaci di risponde- corpo facendo lavorare la mente oltre La mente ha un potere importante sul re alle sue esigenze ad esempio in ter- misura” (Lord Owen Meredith) nostro organismo, immagini e pensieri mini di riposo, attività fisica, qualità e (ad esempio le convinzioni) che essa quantità dell’alimentazione. Corpo e mente dunque formano una crea per il corpo possono diventare ed Utilizzare il pensiero e le emozioni al fine unità che è indissolubile. Diventa- essere sperimentate come assolutamen- di produrre un atteggiamento positivo e re consapevoli di questa unione è te vere. di fiducia nella cura che stiamo seguen- estremamente utile e migliora enorme- Un esempio classico di questo fenomeno do e nel medico, immaginare, visualizza- mente il nostro benessere. Molti dei è quello che viene chiamato l’effetto re la nostra pronta guarigione come se problemi che viviamo nella vita di tutti i placebo. sia già avvenuta può essere un ottimo giorni diventano più facilmente ge- Quando viene somministrato ad una coadiuvante da affiancare al percor- stibili. persona un finto farmaco senza alcun so clinico. Spesso basta concentrarsi sul respiro e principio attivo, il solo fatto che la per- Un atteggiamento mentale ed emotivo modificarlo rallentandolo o rilassare una sona crede nell’aver assunto qualcosa di positivo e fiducioso riduce i tempi di re- parte del corpo per produrre dei benefici “benefico”, produce in lui tutta una serie cupero post operatori e più in generale il alla mente, rilassarsi e ritrovare la quie- di effetti che sostanzialmente favorisco- periodo di convalescenza. 10
B-LIFE ∙ A ME GLI OCCHI I PENSIERI NEL CORPO: IMPARIAMO A RECUPERARE risorse “ “L’emozione sorge dove la mente e il corpo si incontrano” (E. Tolle) ” Siamo portati a recepirci come separati, da una parte il corpo che ci permette di agire e spostarci nel mondo e dall’altra il mondo dei pensieri. Questa separazione, come abbiamo visto, è solo apparente e assolutamente disfunzionale. Cosa accade quando riusciamo a integrare e vivere in maniera più concreta questa unità? Molto! In particolare sfruttare questo meccanismo di unità mente- corpo ci consente di recuperare risorse che pensavamo perdute nel nostro passato. Aiuta anche teristica/risorsa? Come fa il signor Rossi immergersi in quel momento in cui ha a renderle disponibili all’uso in a ritornare ad essere più positivo e leg- sperimentato quella caratteristica, tanto pochissimo tempo. gero nella sua vita di oggi? più il suo corpo riprodurrà le sensazioni Attraverso il corpo! che viveva in quel momento. Durante i nostri corsi di ipnosi questo Potrà ad esempio accorgersi che Il re- tipo di esercitazioni sono davvero tra spiro diventa più calmo, una particola- quelle che maggiormente aiutano i cor- re sensazione di leggerezza al petto, di Vorrei fare un esempio per far compren- sisti a comprendere e vivere le poten- rilassamento ai muscoli del collo e della dere quali possono essere i vantaggi zialità della mente e del corpo quando schiena. concreti di cui parlo. agiscono in sinergia. Vivendo queste sensazioni il si- Immaginiamo che il Signor Rossi sia una Ma andiamo con ordine e proseguiamo gnor Rossi tornerà a vivere anche quello persona in un momento della sua vita in con il nostro esempio per comprendere stato d’animo. cui si sente particolarmente preoccupa- come poter fare. Imparare a “richiamare” queste sensa- to. Il lavoro, la famiglia, sono elementi Il signor Rossi sa che avrebbe la neces- zioni, è più facile e immediato che ri- importanti per lui, ma in questo periodo sità di ritornare ad essere un po’ più chiamare l’idea della leggerezza o sicu- li vive come dei pesi e fa davvero fatica a spensierato, come qualche anno pri- rezza perché sono sensazioni concrete. liberarsi dalle preoccupazioni. ma. lo sa! Il mondo delle idee è invece molto più Pur riuscendo a condurre la sua vita e gli Tuttavia ci pensa e ci ripensa con grande liquido e impalpabile e quindi più diffici- impegni quotidiani, vive tutto con gran- rammarico, ma non riesce a farlo. Si tro- le da “afferrare”. de fatica e spossatezza. va a “rimpiangere i vecchi tempi” in cui Quando richiamate nel corpo, le sensa- In uno dei rari momenti di pausa, una tutto sembrava più semplice. zioni faranno percepire alla mente quel- sera durante una cena con un suo amico Ed ecco il segreto: finché il signor lo stato d’animo che era vi associato, il di vecchia data, si sente dire: “Come sei Rossi cerca nella sua testa l’idea della signor Rossi potrà sentirsi finalmente cambiato! Non ti riconosco più. Una vol- serenità o della leggerezza, non riuscirà libero dai pesi e capace di affrontare le ta si che eri più spensierato.” mai a portarla nel suo presente. incombenze della vita con una ritrovata Quante volte anche noi ci siamo sentiti Ciò che dovrà fare è ritagliarsi qualche forza e fiducia. Utilizzare questa, come dire o ci siamo detti da soli una frase del momento tranquillo, nel quale non è di- altre tecniche che sfruttano meccanismi genere? sturbato da fonti esterne, tornare con la simili richiede tempo, pratica e una gui- Quante volte, pensando al nostro passa- mente ad quel momento del suo passato da esperta, ma i risultati possono essere to, riconosciamo che avevamo una ca- in cui si è sentito particolarmente legge- davvero formidabili poiché portano ad ratteristica, una risorsa (essere leggeri, ro e in grado di affrontare con sicurezza apprendere come gestire autonoma- fiduciosi, tranquilli, ecc), che ora non tutte gli impegni che aveva da affronta- mente delle risorse interne. sentiamo più di possedere e che ci sa- re, immergervisi profondamente e… Ed essere autonomi significa, in ultima rebbe invece estremamente utile? Ascoltare le sensazioni del corpo! analisi, essere capaci di auto gestirsi e di Come possiamo recuperare quella carat- Quanto più sarà in grado e riuscirà ad essere quindi più liberi. 11
B-LIFE ∙ PEOPLE 33 DOMANDE MENO UNA MARCO Dodesini “ Nella vita e nel lavoro cerco di essere sempre un passo avanti ” Lo conoscono tutti semplicemente come “il Dode”, simpatico e sempre sorridente, si destreggia tra mille impegni e locali che gestisce con passione. Marco si definisce un autodidatta in molti ambiti e, fortemente convinto che “ognuno sia l’artefice del proprio destino”, si dedica con successo a realtà ben note nel cuore di Brescia; il Mon Petit Bistrot, il SottoPortico e il Granaio. Proprio in quest’ultimo, se siete fortunati, potrete apprezzare le sue doti da dj in una serata all’in- segna del divertimento. Eclettico e alla ricerca dell’avanguardia, si propone di condividere la sua esperienza come consulente per locali innovativi e particolari. …il tempo libero? Marco sorride e mi confida che, appena riesce, si mette in viaggio alla ricerca di qualche “nuovo segreto” dal mondo o anche solo nascosto dietro l’angolo. Segno zodiacale? L’amore? Qual è la parola o la frase che dici Sagittario. La cosa più bella del modo (sorride più spesso? Cosa ti caratterizza? timidamente). Da bresciano, direi “pota”. Sono davvero testardo, un “crapone”. L’autore? Hai mai barato a giocare a carte? Le qualità che ami di più Alessandro Baricco. Non gioco a carte. nelle persone? L’autrice? La frase o massima che più ti La sincerità. Isabelle Allende. rappresenta? Cosa ti infastidisce? Il tuo cantante di sempre? “Ognuno è l’artefice del proprio destino”, L’ipocrisia. I Queen, che hanno accompagnato la forse banale, ma decisamente vera. In amore è meglio lasciare mia infanzia. Un tuo difetto? o essere lasciati? Se potessi fare una domanda al genio Sono testardo, a volte un limite. Essere lasciato, perché a lasciare ci della lampada cosa chiederesti? Cosa volevi fare da bambino? vuole coraggio. In questo momento, un cuoco per il mio Il pilota di auto. Il negozio dove spenderesti tutti i locale. Una cosa che non va in italia? soldi di una carta di credito? L’ultimo regalo che hai ricevuto? Troppa burocrazia. In un negozio di chincaglieria, oggetti Un biglietto aereo per Ibiza dal mio La prima cosa che fai quando ti speciali e ricercati. migliore amico. svegli? La città che ami di più? L’ultimo libro letto? Mi ricordo di essere sempre felice per Amsterdam per il suo modo di essere “Il diavolo custode” di Philippe Pozzo di tutto ciò che ho. unica e avanti. Borgo. Un insegnamento di tua madre? Il tuo piatto preferito? Numero favorito? Essere umile è sempre una scelta Un piatto di “spaghi” al pomodoro. Il 54 mi porta fortuna, forse. vincente. La bevanda? Sei superstizioso? Se ti dico “cool” cosa pensi? Vino rosso. Zero, per niente. Mon Petit Bistrot. Mare o montagna? Preferisci dare o ricevere? Se fossi il Sindaco di Brescia cosa Mare tutta la vita. O magari lago. Dare sempre. faresti per prima cosa? Film preferito? Animale preferito? Renderei la città più moderna; pedonale Studio 54. Il cane, insostituibile. con biciclette e monopattini elettrici… 12
B-LIFE ∙ GIRANDOLAR(T)E di Lorenza Giovanelli A giugno '19 APPUNTAMENTI L I ITA Bergamo, GAMeC fino al 01.09.’19 LUKE WILLIS THOMPSON. HYSTERICAL STRENGTH www.gamec.it Curata dal giovanissimo Edoardo Bonaspetti, Hysterical Strength, è in assoluto la prima personale in Italia dell’australiano, ma londinese d’adozione, Luke Willis Thompson. Per il suo esordio tricolore, Luke Willis Thompson presenta la trilogia di film Untitled Trilogy (2016- 2018) e un nuovo progetto site specific, Black Leadership (2019), ognuno dei quali esamina il rapporto tra le persone e il problema della propria rappresentazione. Thompson prende le distanze da qualsiasi atto di critica e produce un’opera focalizzata sui temi del linguaggio e del potere, e sulla frammen- tazione psicologica del “sé” nell’era dei mass media e della comunicazione digitale, attraverso ap- propriazioni di opere altrui, di cui è in grado di dare una diversa lettura in seguito ad un processo di svisceramento dei contenuti ideologici ed estetici. Video per lo più muti in cui gli Screen Tests di Andy Warhol diventano il punto di partenza per una riflessione su tematiche di natura razziale; o la reinterpretazione cinematografica del video condiviso in diretta Facebook da Diamond Reynolds, in cui il fidanzato viene ucciso da un agente di polizia durante una perquisizione ad un blocco stradale, si trasforma in un tributo in cui la sua resilienza diviene soggetto della performance. E ancora, la trasposizione filmica di una scultura fatta di frammenti di pelle su cui innesta la propria storia ge- netica; e una riflessione sul recente dibattito etico accesosi nel mondo dell’arte relativo al diritto della rappresentazione del dolore altrui. In un tempo in cui le intolleranze verso le fragilità, le discriminazioni di genere, di razza o classe, sembrano diffondersi in maniera allarmante, il lavoro di Thompson sottolinea l’interdipendenza della condizione umana e i drammatici effetti che i meccanismi di oppressione possono esercitare. Venezia, Ca’ d’Oro Fino al 24.1 1'19 DYSFUNCTIONAL www.cadoro.org Aveva fascino da vendere ed era ossessionato, come ogni collezionista compulsivo, dagli oggetti ac- quistati spesso in occasioni colte al volo come da piccoli antiquari, ma quasi sempre dettate più dalla sua istintiva attrazione per un certo pezzo che dalla consapevolezza del suo valore o del nome dell’artista. Il barone Giorgio Franchetti (1865-1922) amava il bello e – diremmo oggi - tutto ciò che era “spettacolare” ed era in grado di muovere la sua anima. Non aveva molte disponibilità economiche, ma nel corso della sua vita cercò di crearsi una sua collezione fino a quando, dopo la morte del padre, riuscì ad acquistare anche la Ca’ d’Oro, uno dei più prestigiosi palazzi tardogotici di Venezia. Si ammalò gravemente e decise di togliersi la vita nel 1922, ma di lui oggi resta la sua importante colle- zione d’arte - mobili, dipinti, medaglie, arazzi, bronzetti e sculture, poi ampliata con l’annessione di opere rinascimentali – che decise di donare allo Stato italiano nel 1916 assieme al palazzo, dopo averne ripristinato lo splendore originario. Ed è proprio qui che in occasione della Biennale, prende vita Dysfunctional, una coinvolgente mostra di collectible art-design che ha come protagonisti 23 ar- tisti della Carpenters Workshop Gallery. La relazione tra la stupefacente architettura di Ca’ d’Oro, la prestigiosa collezione di maestri dell’arte italiana e fiamminga del Rinascimento e il meglio del design contemporaneo prende forma in una serie di scenografiche opere site specific. Le Vedute di Venezia di Francesco Guardi e le preziose sculture del Bernini presenti nella collezione, flirtano con opere di Vincenzo De Cotiis, dell’Atelier Van Lieshout, di Studio Drift, di Maarten Baas, Nacho Carbonell, Vincent Dubourg, Verhoeven Twins e Virgil Abloh, generando così suggestive vibrazioni con il patrimonio di tradizioni artigianali e artistiche veneziane. Opere come espressione di un’instancabile capacità creativa, da ammirare nella loro bel- lezza e forza immaginifica, ispiratrici di un viaggio nel tempo volto ad esplorare gli sfumati confini tra l’arte e il design nel contesto del ricco patrimonio veneziano. Opere che mettono in discussione il convenzionale rapporto tra forma e funzione, tre arte e design, tra passato e contemporaneo. Decisamente spettacolare. Varese, Villa Panza Fino al 06.01.'20 LONG LIGHT. SEAN SCULLY A VILLA E COLLEZIONE PANZA www.fondoambiente.it Giuseppe Panza di Biumo e il pittore Sean Scully non s’incontrarono mai. Né il grande collezionista ita- liano (1923-2010), che donò al Fai la sua villa di Biumo, scrigno della collezione di arte contemporanea di cui era diventata da tempo dimora, ebbe mai l’occasione di acquistare opere dell’artista americano di origine irlandese. Si sa però che avrebbe voluto acquisire una sua “Window”, poi finita alla Tate Gallery. A lui, la direttrice della Villa e della Collezione e curatrice della mostra, ha voluto dedicare questa rassegna in cui 65 opere tra dipinti, foto, sculture e video dai primi anni ’70 (le “Supergriglie”, con la loro duplice valenza, percettiva e concettuale) ne delineano la carriera fino ad oggi (ultima tappa del percorso sono appunto le “Madonne”, 2018, realizzate sull’isola delle Bahamas Eleuthera). “Scully, è un grande estimatore di Giuseppe Panza, che ai suoi occhi è quasi una figura mitica: quando ha visitato Villa Panza la sua emozione era palpabile. Il suo lavoro, del resto, con quell’esercizio raffinatissimo sulla luce e sul colore, è perfettamente consonante con l’universo visivo di Giuseppe Panza e dei suoi arti- sti”. La mostra, che “invade” tutti gli spazi della Villa, si chiude nella Serra per la quale l’artista ha realizzato l’installazione in vetro “Looking Outward”, composta da 27 piccoli rettangoli, unici per caratteristiche ma allineati alla medesima altezza, con cui Scully conduce la sua riflessione sul colore e sul rapporto tra interno ed esterno, luce e stagioni. L’opera è stata donata dall’artista, con i disegni preparatori, a Villa e Collezio- ne Panza e va ad arricchire il patrimonio ereditato dagli artisti che vi hanno esposto negli ultimi anni, da Wim Wenders a Robert Wilson. 13
B-LIFE ∙ GIRANDOLAR(T)E A giugno '19 APPUNTAMENTI L I ITA Torino, Museo Ettore Fico Fino al 14.07'19 GABRIELE BASILICO / GIOVANNI BATTISTA PIRANESI. VIAGGI E VEDUTE: DA ROMA A SHANGHAI www.museofico.it La visione architettonica della Città Eterna nel Settecento ripresa in uno scatto contemporaneo. È questo il dialogo imbastito al Museo Ettore Fico tra le incisioni di Giovan Battista Piranesi e le iconiche immagini di Gabriele Basilico, che prende le mosse dalla mostra della Fondazione Cini di Venezia nel 2010 in occasione della retrospettiva dedicata al grande incisore veneto “Le arti di Pira- nesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer” curata da Michele De Lucchi, Adam Lowe e Giuseppe Pavanello. In quell’occasione la Fondazione Cini chiese all’artista di ritrarre, dalle stesse angolazioni delle incisioni piranesiane, la “città eterna” e altri luoghi italiani. Il risultato fu riassunto in 32 scatti messi successivamente a confronto con le 32 incisioni di Piranesi. Un’ampia se- lezione di oltre 50 fotografie frutto dei viaggi per il mondo di Basilico va a completare il corpus della mostra, che si ripropone di esaminare la poetica urbana e concettuale delle diverse città immortalate. Le vedute di Piranesi di alcuni luoghi-simbolo di Roma – da Castel Sant’Angelo a piazza del Popolo, dalla basilica di Santa Maria Maggiore alla Fontana di Trevi – sono nuovamente oggetto di indagine da parte dell’occhio scrutatore di Basilico che con il suo stile rigoroso e documentaristico coglie ed evidenzia i mutamenti sociali e storici nelle differenti stratificazioni attraversate dall’ambiente in rapporto con l’uomo che lo abita. Le romantiche rovine di Piranesi fanno da contrappeso alle fabbriche delle grandi città industriali di Basilico, ai suoi infaticabili porti e gli autoporti ritratti sulla scia dei vedutisti veneti; alle sue brulicanti megalopoli in continua trasformazione che sembrano esplodere in un reticolato di strade ed edifici: la visione geometrica e stroboscopica della città secondo le linee del costruttivismo. Una narrazione continua che restituisce il fil rouge di un’indagine quarantennale: la descrizione della realtà in contesti geograficamente distanti eppure riflessi l’uno nell’altro, in una mai interrotta proliferazione di case, abitanti, paesaggi e orizzonti. “Coltivo l’illusione e la speranza che la disponibilità a osservare e ad accettare la condizione urbana contemporanea delle nostre città possa essere un buon punto di partenza per immaginare una città e un futuro migliori”. Napoli, Studio Trisorio Fino al 30.09.'19 JAN FABRE. OMAGGIO A HIERONYMUS BOSCH www.studiotrisorio.com IN CONGO “Mio padre mi ha regalato l’amore per le immagini, mia madre quello per le parole”, racconta, “ma su tutta la famiglia svolazza l’ombra dell’avo entomologo”. Iridescenti corazze di migliaia di scarabei sono infatti la “pelle” delle 3 nuove sculture e dei 2 grandi trittici di cinque metri ispirati alla triste e violenta storia della colonizzazione del Congo belga, che Jan Fabre svela negli spazi napole- tani dello Studio Trisorio. Ispirazione storica che si unisce alla simbologia medioevale de Il Giardino delle Delizie (1480-1490) di Hieronymus Bosch, l’incubo per eccellenza della pittura medievale fiam- minga. L’inferno fantastico di Bosch fatto di immaginifica violenza, si incarna in una raccapricciante realtà nel Congo belga, la cui crudezza trova tuttavia veicolo espressivo nella grazia dell’estetica di Fabre. “Omaggio a Hieronymus Bosch in Congo” è parte del più ampio progetto “Jan Fabre. Oro Rosso” con cui l’artista belga torna a Napoli coinvolgendo, oltre la galleria, tre delle istituzioni partenopee di maggior prestigio (il Museo di Capodimonte, la Cappella del Pio Monte della Misericordia, e il Museo Madre) in una riflessione attorno ai temi della creatività e della bellezza, ma anche della vanitas, della vita e della morte. Quattro sedi per quattro mostre che raccontano le diverse sfaccettature concettuali ed estetiche del lavoro dell’artista belga, un viaggio a tappe che racchiude l’essenza della ricerca e dell’opera di Fabre. Un ciclo di mostre che, per caratteristiche, ricorda quello inaugurato lo scorso luglio in Sicilia, tra Monreale e Agrigento: anche in quel caso, Fabre è entrato in relazione con luoghi carichi di storia, mitologie e capolavori d’arte antica, in un rituale che ora si ripete anche a Napoli, nuovo campo di battaglia del “guerriero della bellezza”. Faenza, MIC - Museo Internazionale delle Ceramiche Fino al 06.10.'19 IL TEMPO È UN FIUME CHE MI TRASCINA, E IO SONO ILwww.micfaenza.org FIUME Miquel Barceló, artista poliedrico capace di coniugare diversi linguaggi artistici è soprattutto noto al gran- de pubblico per la sua ricerca pittorica gestuale e la vicinanza al gruppo della Transavanguardia italiana e i Neo Espressionisti tedeschi. Alla metà degli anni ’90, durante i suoi numerosi soggiorni in Mali, inizia il suo avvicinamento alla ceramica realizzando le prime terrecotte con l’antica tecnica dogon. Dal 1996 riprende la produzione ceramica nella sua isola natale, Mallorca, dove ancora oggi realizza i propri lavori. Il legame con l’Italia è una costante nella sua ricerca, dai primi viaggi a fine anni Settanta al soggiorno in Campania su invito di Lucio Amelio per l’organizzazione della grande mostra Terraemotus. In Italia, e più in particolare a Vietri, l’artista è tornato all’inizio del 2000 quando con Vincenzo Santoriello ha realizzato il monumentale rivestimento per la Cattedrale di Palma di Mallorca: una cappella totalmente ricoperta di ceramica, uno degli interventi artistici più grandi al mondo in questo materiale. A quasi un ventennio da quell’evento l’artista torna in Italia con una mostra antologica sulla propria produzione ceramica e lo fa scegliendo gli spazi del MIC di Faenza, il più grande museo al mondo dedicato a questo linguaggio artistico troppo spesso gravemente sottovalutato. All’interno della sala dedicata alle ceramiche faentine, l’artista spagnolo ha allestito la storia della sua vita artistica facendo parlare le sue ceramiche in un suggestivo allestimento che si completa in un personale tributo alla storia del Museo. Barceló stesso ha selezionato per affinità alcuni pezzi chiave della collezione su cui è intervenuto all’interno delle vetrine in maniera mimetica, dando vita ad un racconto autobiografico in cui l’elemento privato si fonde con la storia. 14
B-LIFE ∙ GIRANDOLAR(T)E A giugno '19 APPUNTAMENTI L I ITA Prato, Centro Pecci fino al 25.08.’19 RIRKRIT TIRAVANIJA. TOMORROW IS THE QUESTION www.centropecci.it Con una grande bandiera che sventola all’entrata del Pecci, “Fear Eats the Soul” (titolo di un film di Fassbinder del 1974), come monito contro le forme di razzismo e le divisioni odierne, Rirkrit Tirava- nija, alla sua prima personale in un museo italiano, accoglie il pubblico e lo invita a giocare a ping pong in una sala del museo, rendendo l’opera attiva, secondo i principi di quell’estetica relaziona- le, di cui l’artista thailandese ma nato a Buenos Aires (1961) e residente a New York, è uno dei più noti esponenti. Il progetto riattiva riattiva “Ping Pong Society”, un progetto dell’artista slovacco Július Koller (1939-2007) presentato per la prima volta a Bratislava nel 1970. Koller installò tavoli da ping-pong in uno spazio espositivo e invitò i visitatori a giocare, con l’obiettivo di coinvolgere e stimolare le persone verso nuove occasioni di pensiero attivo, in questo caso indirizzato a una ri- flessione sull’ambiente e sul contesto culturale. Ripercorrendo le tracce di Koller, Tiravanija riempie una delle sale del museo con tavoli da ping-pong, a disposizione dei visitatori, su cui campeggia la scritta: “domani è la questione”. Invitando il pubblico, solitamente passivo, a diventare parte attiva della mostra, giocando o incitando gli altri che giocano, nel suo modo sottile e giocoso Tiravani- ja mette le relazioni umane, lo scambio e la partecipazione al centro della “questione sul futuro”. Lo stesso interrogativo sul futuro dell’umanità e l’importanza di una riflessione condivisa è posto dall’altro remake di un lavoro di Koller, “Untitled (Remember JK, Universal Futurological Question Mark U.F.O.)”, scatto del 1978, in cui un gruppo di ragazzi in uniforme che formavano un punto di domanda sul fianco di una piccola col- lina. Il remake di Tiravanija vede il grande punto interrogativo umano aggregarsi in Piazza delle Carceri di Prato, ricontestualizzando l’atto di Koller in un “qui e ora” che rende inevitabile metterlo in relazione con l’attualità che più ci riguarda, ricordando il valo- re del dubbio, dell’interrogarsi su quanto accade intorno a noi, ma anche invitando a riflettere sulla relazione tra individuo e massa. La mostra nel suo complesso, può considerarsi un vero e proprio manifesto, un’enunciazione programmatica valida per tutto il lavoro di Rirkrit Tiravanija, che è un atto di fede sulle relazioni umane, l’accoglienza e la vicinanza all’altro come valori che danno senso alla nostra vita e al nostro futuro. O giugno '19 APPUNTAMENTI E R EST Basilea, Fondazione Beyeler Fino al 06.10.'19 RUDOLF STINGEL BASILEA: Da Milano 50’ aereo - Da Roma 1,23h aereo www.fondationbeyeler.ch Una mostra che rifiuta l’andamento cronologico e si concentra sulle singole opere, appositamente sele- zionate e realizzate per gli spazi di Renzo Piano. Fatta eccezione per l’esposizione veneziana a Pa- lazzo Grassi nel 2013, nonché la prima in Svizzera dopo quella allestita alla Kunsthalle di Zurigo nel 1995, quella ospitata alla Fondazione Beyeler rappresenta la prima grande rassegna su Rudolf Stingel in Europa. Nel corso della sua carriera Rudolf Stingel ha sempre cercato di esplorare le potenzialità e i limiti imposti dal mezzo pittorico, in un’interazione tra procedimenti artistici, materiali e forme. Nel 1989 l’artista pubblica il primo libro d’artista con il titolo “Intructions” in cui guida, con tan- to di fotografie, alla creazione di uno “Stingel fai da te”. Ma è dagli anni ’90 che il suo repertorio si arricchisce e alla produzione pittorica astratta comincia ad affiancare lavori site specific, culminanti in ambienti interamente rivestiti da lastre isolanti argentate e riflettenti che invitano il pubblico a lasciare messaggi, iniziali e impronte del loro passaggio. Installazioni che mirano alla condivisione e consentono ai visitatori di immortalarsi in un’opera in modo estemporaneo, pur sempre sottostando alle condizioni imposte dall’artista. Ciò che accomuna tutte le opere di Stingel, a prescindere dalla diversità dei materiali, sono le tracce pittoriche che affiorano sulle loro superfici evocando tempo e casualità, cambiamento e degrado. In tal modo i lavori di Stingel sollevano interrogativi fondamentali sulla comprensione e la percezione dell’arte, sulla memoria e sulla caducità. San Francisco, SFMOMA Fino al 20.04.'20 JR: THE CHRONICLES OF SAN FRANCISCO www.sfmoma.org SAN FRANCISCO: Da Milano 11,47h aereo - Da Roma 12,21h aereo Da un unicorno al governatore della California Gavin Newsom, pare non mancare propri nulla al nuovo murale, unico nel suo genere, che ha debuttato lo scorso 23 maggio al Museo di Arte Moderna di San Fran- cisco. Tra una mamma che dà alla luce un bambino e una ballerina che si cimenta in virtuose piroette, la nuova sensazionale opera di JR è un video collage di 1206 video ritratti girati individualmente, che si trovano ad interagire sul palcoscenico del mondo che JR ha creato per loro. “È come un gigantesco puzzle, dove ognuno, pur muovendosi secondo i propri tempi, diventa parte di una scenografia unica: da singole voci a coro”. Immancabili occhiali sole neri e cappello, il poco più che trentenne JR, è ormai noto in tutto il mondo per le sue gigantesche operazioni di arte pubblica che in seguito alla loro installazione diventano parte integrante del paesaggio urbano e sociale delle comunità con cui sono messi a confronto. Ispirato ai murales di che Diego Rivera dipinse nella Bay Area di San Francisco negli anni ‘30 e ‘40, questo progetto raggiunge un livello di interattività con il pubblico fino ad ora inedito: grazie a un’App per smartphone e a schermi interattivi collocati nello spazio museale, JR ha dato voce a ognuna delle persone che ha ritratto, permettendo a chiunque di ascoltarne la storia. 1206 visi, 1206 anime, 1206 storie, 1206 di noi. Impossibile non rimanerne incantati. 15
B-LIFE ∙ GIRANDOLAR(T)E O giugno '19 APPUNTAMENTI T E R ES New York, Gagosian Fino al 03.07'19 DESERT PAINTERS OF AUSTRALIA NEW YORK: Da Milano 9h aereo - Da Roma 8,30h aereo www.gagosian.com “Mr Gogo” sa sempre come sorprendere il suo pubblico e questa volta non lo fa con una mostra di giovani espressionisti astratti o emergenti neo-informali. Colpo di scena di questa primavera newyorkese sono le opere di pittura contemporanea indigena australiana che affollano le pareti immacolate (per non dire asettiche) della galleria di Madison Avenue. Per migliaia di anni gli indigeni hanno vissuto nei remoti deserti australiani finché alla fine degli anni ‘60, il governo australiano li trasferì nel Territorio del Nord. Questa migrazione forzato ha inavvertitamente creato un nuovo hub per l’arte indigena austra- liana dando vita a nuove e rinvigorite espressioni artistiche, evolutesi dai modelli dell’arte segnica su sabbia e dalle decorazioni cerimoniali del corpo. Molte delle opere di questa mostra, realizzate negli ultimi vent’anni, rivelano il modo in cui le nuove generazioni di artisti indigeni australiani hanno risposto antiche storie e tradizioni tramandategli dai propri avi, e attestano il ruolo sempre più importante di un’arte al femminile. Una trasposizione visiva di ancestrali codici trascendentali che rappresentano un inestimabile archi- vio della conoscenza indigena. Isolati e totalmente indipendenti dalle tendenze formali e concettuali, i pittori del deserto condensano innumerevoli strati di storia e di esperienza vissuta in un’abbondante diversità di linguaggi visivi, collegando gli spettatori contemporanei alla più antica cultura sopravvissuta del mondo. Parigi, Centre Pompidou Fino al 29.06.'20 DORA MAAR PARIGI: Da Milano 1,10h aereo - Da Roma 1,37h aereo www.centrepompidou.fr Nel 1936, al culmine della sua celebrità come fotografa, Dora Maar portò il suo “Portrait of Ubu” all’Esposizione Surrealista Internazionale di Londra. La fotografia in bianco e nero mostra un orribile essere di origine indeterminata e aspetto malinconico. Maar non rivelò mai cosa fosse la creatura ar- tigliata e squamosa, né dove l’avesse incontrata. Ma al di là della natura del soggetto, ciò che più rese Ubu straordinario è il suo essere una sorta di manifesto nei confronti del fascino che l’informe e il larvale e grottescamente futuro esercitavano sui Surrealisti. “Ritratto di Ubu”, è una delle quasi cinquecento opere protagoniste della mostra al Centre Pompidou. Il lavoro di Maar tuttavia non inizia né termina con il Surrealismo. Vissuta fino all’età di 89 anni, Dora Maar sperimentò con la sua fotografia diversi generi artistici dando vita ad una produzione incredibilmente vasta e varia. Uno dei punti di svolta della sua vita personale e artistica è l’incontro con Picasso avvenuto nel 1935. I due iniziarono una relazione che durò nove anni e sfociò in una collaborazione anche a livello artistico. Maar documentò la realizzazione di “Guernica” producendo una risorsa storico-artistica essenziale, nonché innumerevoli testimonianze della loro intimità creativa. (Secondo lo storico dell’arte John Richardson, Maar fece anche alcune pennellate verticali sul cavallo al centro del dipinto…) Picasso incoraggiò quindi Maar alla pittura e alla fotografia, per poi lasciarla tuttavia per Françoise Gilot. Il colpo subito fu molto duro, tuttavia l’arte fu ciò che la aiutò a ritrovare il suo equilibrio. Anziana e ormai inferma trascorse i suoi ultimi anni in una casa in Provenza dove tornò al suo primo amore: la fotografia. Devota, solitaria e notoriamente gelosa della sua eredità fotografica, Dora Maar sembra essere morta pienamente consapevole dell’oscuro miracolo del suo lavoro. Mexico City, Museo Jumex Fino al 29.09.'19 APPEARANCE STRIPPED BARE: DESIRE AND THE OBJECT IN THE WORK OF MARCEL DUCHAMP AND JEFF KOONS, EVEN www.fundacionjumex.org MEXICO CITY: Da Milano 12,3h aereo - Da Roma 12,33h aereo Jeff Koons è un uomo molto pratico, e anche decisamente pragmatico. Ha sviluppato una serie di principi non imbellettati, ma raffinati che avvolgono il suo lavoro, di cui parla in termini filosofici, quasi spirituali. Vuole che il suo pubblico sperimenti consapevolezza, accettazione e trascendenza. Queste possibilità di trasformazione possono sembrare incoerenti con la materia di Koons, che è plasmata dal mercantilismo nella cultura popolare e nella Pop art. Come ha recentemente scritto Roberta Smith in “Smettiamola di odiare Jeff Koons”, un articolo apparso due giorni dopo il discussissimo record battuto dal suo Rabbit del 1986 venduta da Christie’s per 91.1 milioni di dollari: “Mr. Koons è un parafulmine, ed lo è stato a lungo. È di moda e molto facile odiare il suo lavoro. In alcuni ambienti del mondo dell’arte sembra quasi essere richiesto - esclusi i collezionisti, molti commercianti e curatori di musei …” Era il 1913 quando Marcel Duchamp iniziò a immaginare “The Bride Stripped Bare by Her Bachelors, Even (The Large Glass)”, un’opera d’arte realizzata da un pannello di vetro autoportante. Nelle sue egli la descrive come “vetrine che nascondono il coito dietro la lastra di vetro”. Una frase semplice, pro- nunciata al culmine della sfida di Duchamp alla cultura consumistica e mercificata e alla sua conquista della società. Cosa hanno in comune i due artisti più “contemporanei” di tutti i tempi ce lo spiega Massimiliano Gioni, più di 100 anni dopo, a Città del Messico in uno spettacolo dai toni di un ballet mécanique, in cui 80 opere di entrambi gli artisti popolano le sale del museo come i personaggi di un carillon teatrale in cui non manca uno spiccato e bizzarro senso dell’umorismo. “Duchamp e Koons sono stati due dei pochi artisti a comprendere appieno le dinamiche sincronizzate e parallele tra arte e società e, cosa più importante, ad operare con loro”. Cronologicamente collocati agli estremi del XX secolo, ognuno con un piede nel secolo precedente o nel successivo hanno saputo guardare con occhi diversi oggetti ordinari, commerciali, e addirittura il sesso, facendone i soggetti delle proprie opere d’arte. 16
Credo nell’immaginazione, nell’innovazione, nelle cose belle fatte con passione ma soprattutto credo nel valore delle persone. I risultati migliori, gli obiettivi importanti, si raggiungono sempre insieme. Oscar Pagani Tel. +39.030 89.20.276 ▶ EDITORIA Fax +39.030 89.20.487 ▶ CATALOGHI Via Adua n°6 Passirano, Brescia - Italia Amministrazione : ufficio@tip-pagani.it
B-LIFE ∙ FOCUS le a cura della Redazione - Ph. Ag. Fotolive ia IFE ecESCIAL Sp BR 1000 Miglia CHIUSA LA 37 EDIZIONE A “ I ringraziamenti «La trentasettesima rievocazione storica della 1000 Miglia è giunta anche quest’anno alla sua conclusione: ” di Franco Gussalli Beretta, abbiamo attraversato borghi incantevoli, abbiamo fatto Presidente di 1000 Miglia Srl. stupire gli equipaggi e il pubblico, facendo conoscere a tutti la quintessenza dello spirito italiano. Ci possiamo ritenere soddisfatti e orgogliosi di come si è svolta questa edizione. Complimenti a chi ha vinto, ma anche a chi ha saputo gareggiare con lealtà e sano spirito di competizione. Un grazie speciale, infine, al pubblico degli astanti, che in ogni città, in ogni borgo, in ogni via ci ha accolto con un calore indimenticabile, e anche a tutti coloro che hanno permesso il buon esito di questa edizione». 18
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