BRESCIA L'È BÙ DE BÙ FRANCIACORTA - Publimax

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BRESCIA     e
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      l i f
                       IN COVER

                  L’È BÙ
                  DE BÙ
               FRANCIACORTA
BRESCIA LIFE
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Non negare un beneficio
   a chi ne ha bisogno,
se e' in tuo potere il farlo
                   Salomone

   Assistenza Socio-Sanitaria
     diurna e residenziale
     per persone anziane,
       diversamente abili
               e minori

 Medaglia del Presidente della Repubblica 2013

             L’Oasi o.n.l.u.s. S.C.S.
        T. 030 933311 . www.oasi-onlus.it
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B-LIFE ∙ EDITORIALE

NUMERO 210 / GIUGNO 2019

“SUMMER
IS coming”
È iniziato il conto alla rovescia, tra poco inizia
il periodo estivo e Brescia e la sua provincia
si preparano ad accogliere turisti “locali” o
“esteri” nelle proprie strutture.
I laghi e la montagna sono sempre
più meta di famiglie o sportivi che vogliono
trascorrere anche piccoli periodi alla riscoperta
delle bellezze del nostro territorio.
Nel capoluogo sono già iniziati gli
appuntamenti che accompagneranno
durante l’estate turisti e locali.
Denso è il calendario: manifestazioni e
concerti sono già iniziati.
Perciò godiamoci il nostro bel territorio.

FRASE | AFORISMA | CITAZIONE

                 “    La vita è come una bicicletta
                      con dieci rapporti...

                                            ”
                      Tutti noi abbiamo rotelline
                      che non usiamo mai!

                      linus van pelt

         1
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B-LIFE ∙ SOMMARIO

   COVER
 4 L’è bù de bù Franciacorta

   CITTÀ
 6 Roberta Falco

   LA BRESCIANA MALMOSTOSA
 8 Veronica Pede

   A ME GLI OCCHI
10 Francesco Tarsia

   PEOPLE
12 Marco Dodesini

   GIRANDOLAR(T)E
13 Lorenza Giovanelli

   SPECIALE
18 1000 Miglia

   SPECIALE
26 Vacanze

   DIARIO
                                                                            04
31 Day by Day

   SAVE THE DATE                               41 BRESCIA LIFE EVENTS
36 Appuntamenti in città
   e provincia

   APPUNTAMENTI                                42 Festa dell’Opera
40 Filosofi lungo l’Oglio
                                               44 Sony Photo Experience
   BRESCIA IN BACHECA                          46 Memorial Tiberio Lonati
54 Offerte di lavoro
                                               48 1000 Passi per Brescia
   LA VOCE DELLE STELLE                        50 Aspettando LeXGiornate
55 Oroscopo
                                               52 Mille Miglia
   IL GRAFFIO
56 Alessandro Marelli

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B-LIFE ∙ SOMMARIO

04                        08
     10                                                 Editrice:
                                                       Publimax
                                                  Sede legale:
                                     Brescia Piazza Tito Speri, 5

                                        Direttore responsabile:
                                            Francesco Salvetti

13                        18
                               francesco.salvetti@publimax.eu

                                         Consulente editoriale:
                                                Massimo Boni

     12                            Coordinamento pubblicità:
                                                  Carlo Boni
                                     carlo.boni@publimax.eu

                                     Impaginazione e grafica:
                                             Eleonora Raschi

26                        42
                                            Hanno collaborato:
                                                Tiziana Adamo
                                            Massimo Cominetti
                                                 Roberta Falco
                                                Lucia Marchesi

     31
                                             Alessandro Marelli
                                                     Silvia Marelli
                                                    Enrica Ottelli
                                                Veronica Pede

                                                        Stampa:
                                           Tipolitografia Pagani

44                        46
                                                   Passirano (Bs)

                                   Amministrazione Pubblicità:
                                                     PUBLIMAX
                                        Via XX Settembre, 30

     50
                                              Tel. 030 3776552
                                               Fax 030 280323
                                                25122 Brescia

                                     E-mail: info@publimax.eu
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48                        52
                                     Autorizzazione Tribunale di Brescia
                                             N° 53/2000 del 11/11/2000

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B-LIFE ∙ COVER

                                                     ECCELLENZE ENOLOGICHE

                              L’È BÙ de bù
                                                   FRANCIACORTA

“L’è bù nasce sotto la guida di un lungimirante imprenditore bresciano che già dall’infanzia, quando
  osservava il nonno vendemmiare, è sempre stato interessato a conciliare la sua propensione romantica e
creativa alla forte sensibilità imprenditoriale. Con una fondata comprensione della cultura vitivinicola
   italiana ed esperienza nel servizio pubblico, si è trovato nella posizione ideale per raccontare storie
   di persone, delle comunità e di culture che costituiscono parte integrante di tutti i processi produttivi,

                                                                                                        ”
  dall’allevamento delle viti, alla fermentazione delle uve fino all’affinamento in bottiglia. Il risultato è una
        gamma di vini che parlano di persone e di luoghi che si collocano tra i migliori del paese.

    E perché non partire proprio da
    quel luogo, situato nel bresciano nel
    comune di Cazzago San Martino,
    sotto la guida della mano tecnica
    di Vittorio Festa nasce la prima
    bottiglia di L’E BU Franciacorta
    Nature, subito premiato
    come migliore Franciacorta
    nell’Annuario dei Migliori
    Vini Italiani di Luca Maroni.

    L’Enologo Vittorio Festa oggi parte inte-
    grante del nostro gruppo è un sostenito-
    re per il quale i nostri principi ispiratori
    sono i concetti di agricoltura civica un’a-
    gricoltura basata sul coinvolgimento del-
    le comunità locali, al fine di perseguire il
    bene comune, un approccio che tiene in
    considerazione le attività ed i bisogni de-
    gli esseri umani, cercando di conciliarli
    con quelli della natura, attraverso la co-
    struzione di un equilibrio fra ambiente e
    territorio e di agricoltura sostenibile.
    Siamo solo noi a far si che il vino diventi
    simbolo del territorio.
    Con il Nature abbiamo subito presenta-
    to il Franciacorta Brut, Fran-
    ciacorta Saten, Franciacorta
    Rosè.
    L’è bù nella parlata franciacortina signi-
    fica è buono! Una frase che descrive con
    immediatezza e freschezza il gusto unico
    e inimitabile espresso dal territorio.

                                                               4
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La Franciacorta è sempre stata                                                                         assicurati che la tradizione fosse
legata alla produzione di vino, i                                                                      la base su cui costruire la nostra
suoi vigneti si trovano sulle colli-                                                                   attività. Al tempo stesso, com-
ne che delimitano la sponda meri-                                                                      prendiamo che l’arte della vinifi-
dionale del lago d’Iseo da un lato                                                                     cazione è in continua evoluzione
e la città di Brescia dall’altro.                                                                      e adattamento, perciò siamo or-
Formate da migliaia di anni di                                                                         gogliosi del nostro impegno per
moti glaciali, queste colline trag-                                                                    l’innovazione all’insegna della so-
gono vantaggio da ideali condi-                                                                        stenibilità.
zioni pedoclimatiche ove si pro-                                                                       Ciascun vino è indissolubilmente
ducono una varietà diversificata                                                                       legato a uno dei territori vitivini-
di uve di qualità, tra cui Chardon-                                                                    coli tradizionali d’Italia. Ciascuno,
nay, Pinot Nero Pinot Bianco.                                                                          quindi, racconta la storia del-
Particolarmente nota per i suoi                                                                        la sua terra e della comunità da
vini metodo Franciacorta, l’omo-                                                                       cui ha avuto origine. Ciascuno è
nimo vino ha ottenuto il ricono-                                                                       prodotto con uve endogene che
scimento di Denominazione di origine              Il controllo e la direzione di ogni fase     rispettano la biodiversità ed il patrimo-
Controllata e Garantita (DOCG) nel                della produzione dal vigneto alla cantina,   nio naturale della propria “casa”. Che si
1995, assicurando che tutti i prodotti            nonché alla sua distribuzione e vendita      tratti delle dolci colline toscane, di fama
che soddisfano i disciplinari di produzio-        attraverso un coinvolgimento globale, ci     mondiale, o dei vigneti di Glera radicati
ne ed i controlli di qualità siano ricono-        consente di personalizzare il percorso       in Veneto o del verdeggiante Eden d’A-
sciuti come vini regionali autentici.             “dall’uva alla tavola” in modo che ognuna    bruzzo, si può essere certi di compren-
Dalla Franciacorta alla Puglia, con la nostra     delle nostre linee possa rappresentare i     dere intimamente da dove provengano
società del gruppo percorriamo tutta la pe-       nostri valori, preservando e sostenendo      i nostri vini e dell’incessante lavoro ne-
nisola, abbiamo investito tutte le nostre ri-     quelli delle nostre regioni di coltivazio-   cessario a produrre un chiaro senso di
sorse per ampliare la nostra comprensione         ne.                                          appartenenza ai luoghi in ogni bottiglia.
delle culture vitivinicole italiane e migliora-   Riconosciamo l’influenza storica che         Siamo convinti sostenitori ed appassio-
re la nostra capacità di creare e distribuire     ognuno di questi territori ha avuto sul-     nati estimatori della diversità dei pro-
un prodotto di grande importanza.                 la viticoltura contemporanea e ci siamo      dotti e dei luoghi del nostro “Bel Paese”.

                                                                      5
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B-LIFE ∙ CITTÀ
                                                           di Roberta Falco

   ABBANDONARE LE
  cattive abitudini
                                                                              A SCUOLA CON MARTI
Da quando l’Amministrazione ha introdotto il nuovo                                        di Marti Rosso
sistema combinato di raccolta dei rifiuti, non solo
la percentuale di immondizia destinata alla raccolta                    La scuola è un microcosmo creato per
differenziata è schizzata alle stelle, ma addirittura                   noi allievi, arboscelli in coltivazione.
si è registrata la diminuzione generale della                           È per noi: senza di noi non ci sarebbe.
produzione di rifiuti. Verrebbe da dire che i residenti               Noi ragazzi brontoliamo... vogliamo vivere, noi. Abbia-
a Brescia stanno dimostrando maggiore sensibilità                     mo fretta di fare, voglia di andare. Vogliamo dimostrare
ambientalista e che si stia diffondendo una nuova                     di essere grandi, ormai. E finiamo con l’accanirci contro
cultura anche più attenta alle generazioni future.                    la scuola. È una prigione! Ci taglia le ali! I professori non
                                                                      ci ascoltano! Pretendono che tutto il nostro tempo sia a
                                                                      loro servizio!... ma poi, liberi, spesso ci sentiamo perduti,
                                                                      e capiamo che ancora non siamo così pronti a stare di
                                                                      fronte al mondo.
Eppure, dentro tutto questo crogiolo di autosoddisfazione,            Riflessione. Perché noi studenti vediamo la scuola come
permangono comportamenti molto disturbanti, che, anzi, il             un nemico? Forse siamo adolescenti e dobbiamo dar di
nuovo sistema di raccolta ha tragicamente fatto emergere              contro per principio. Forse perché la scuola non si pre-
e, nel tempo, radicato nei cittadini. Primo fra tutti: l’ab-          senta come dovrebbe essere: un luogo di incontro, non
bandono del rifiuto nei pressi dei cassonet-                          di scontro. Forse è questo, forse è altro; un insieme di
ti. Questa pratica, che è democraticamente ben diffusa in             cose.
tutti i quartieri della città, non solo è un gesto di maledu-         Che fare? Noi adolescenti potremmo anche tentare
cazione, gravemente individualista e seriamente dannoso               di cambiare (ma sarebbe anti-naturale e quindi poco
per la salute pubblica, ma anche illegale e sanzionabile con          salutare), ma è la scuola (un prodotto umano, che a
multe da 300 a 3000 euro a seconda della quantità e della             cambiarlo il cosmo non crolla) che soprattutto dovreb-
pericolosità del rifiuto abbandonato.                                 be modificarsi. In meglio. Cominciando, ad esempio, a
Dando uno sguardo ai social network, che denunciato que-              mettere al primo posto la Persona e non il Programma.
sto malcostume (esistono gruppi facebook fondati appo-
sta), ci si rende conto di quanto l’abbandono di rifiuti da
parte dei cittadini sia diffuso e praticato abitualmente. Ov-
viamente, gli ignoti autori sono ricoperti di insulti e minac-
ce, dando libero sfogo alle passioni più estreme, seconde            pregassi in cinese e così sono costretto a trasgredire. Lo so
solo per veemenza ed intensità a quelle rivolte a coloro che         che sbaglio, ma con tutti i problemi che ho…
non raccolgono le deiezioni canine! Per amore della                  Più tardi si avvicinava al cassonetto una donna araba con
verità (e perché non sono abituata a stigmatizzare un in-            un passeggino e un figlio disabile al seguito. Mi scusi: come
dividuo in base ad un unico gesto che compie -per quanto             mai posa il sacchetto di immondizia fuori dal cassonetto?
grave) mi sono presa la briga di appostarmi ad osservare             Risposta: non so dove metterlo, non trovo la tessera, si fac-
nei pressi di un assemblaggio di cassonetti e farmi un’idea          cia gli affari suoi        , non vede che sono una mamma
di chi fossero i furbetti dell’abbandono del sacchetto di ri-        straniera sola con figlio disabile?
fiuti. Ho pensato anche che il fatto di “conoscere” più e            Immediatamente dopo la mamma di cui sopra, giungeva un
meglio il malfattore, possa aiutare la politica di pre-              pensionato distinto. Domanda: mi scusi, perché conferisce
venzione.                                                            qui, abusivamente, l’immondizia di casa? Risposta: che vuo-
Sono riuscita così a documentare tre conferimenti abusivi.           le che faccia, lo fa anche la mamma araba sola con il figlio
Verso le prime ore dell’alba, da un’automobile parcheggia-           disabile! (Sobh!)
ta scendeva un giovanotto in evidente sonnolenza, che si             Categorie di persone fragili, ho pensato. Ma anche ca-
stiracchiava. Mi scusi: che mestiere fa? Risposta: sono un           tegorie di furbe fragilità, che si correggono solamente con
padre separato che dorme in automobile, la tessera dei ri-           estreme azioni di controllo e abbondanti sanzioni economi-
fiuti l’ho lasciata alla mia ex e non me la cede neanche se          che! È l’unico sistema.

                                                                 6
BRESCIA L'È BÙ DE BÙ FRANCIACORTA - Publimax
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B-LIFE ∙ LA BRESCIANA MALMOSTOSA
                                                              di Veronica Pede

                ATTENTI ALL’Ufo
                          “   Picco di avvistamenti nel bresciano negli ultimi 12 mesi.
                                   Anche di Cesio 137, Radio 226 e Cobalto 60, ma

                                                                                         ”
                              siccome le radiazioni si vedono ancora meno dei dischi
                                            volanti, siam tutti tranquilli.

 Siamo proprio dei bambinoni: ci
 appassioniamo a cose insignificanti
             quando non
       inesistenti e tendiamo a
  strasbattercene delle evidenze che
       abbiamo sotto gli occhi.
      Prendiamo ‘sta cosa degli
 avvistamenti degli Ufo in provincia.

Ci ho pensato un po’ su: se anche mi
capitasse di vedere un puntino in mo-
vimento, non mi verrebbe mai in mente
di tirare fuori il cellulare e provare a ri-
prenderlo, per poi mandare il filmato a
qualche ufologo cercato su google (che
fra l’altro ci sono almeno quattro grup-
pi principali, che menata, come fai
a scegliere, mica ci sono le recensioni
dei clienti tipo Tripadvisor). Scrollerei
le spalle sapendo che ormai fra satelliti,
droni ed aerei lassù dove il cielo è più
blu inizia ad essere un gran casino.
Mi preoccuperei piuttosto di più del Ce-
sio 137, Radio 226, Cobalto 60 e financo
un tantinello della graziosa nuvoletta
gialla di acido nitrico fuoriuscito il mese
scorso per un guasto alla Torchiani in           e non per i tre bunker autorizzati di        ne nei settori di riferimento superiori
zona Industriale, anche se per fortuna le        materiale radioattivo a Lumezzane,           all’85%. L’anno scorso a Lonato è saltato
autorità non hanno riscontrato problemi          Sarezzo e Odolo, a cui vi prego di ag-       il secondo anno di Meccatronica, erano
per la salute.                                   giungere i depositi ancora in attesa di      solo 12 gli interessati. La Meccatro-
Posso fare un appello agli ufologi ed agli       essere stoccati e sorvegliati per i pros-    nica. Quella che probabilmente serve
ufofili? Vado? Vado.                             simi mille anni di Mazzano, Montirone e      per fare gli Ufo.
Ma gnari dai, che problemi avete. Ma             Castelmella?                                 O perlomeno un onesto drone.
davvero mi entrate in paranoia per l’og-         Vabbè. Ma allora basta davvero sparar-       Ps: siccome predico bene ma razzolo
getto volante non identificato? Ma che           la alta ed improbabile che ci abboccate.     così così, nelle Prossime Puntate pro-
davvero davvero pensate di vedere le             Tanto più è alta ed improbabile,             metto un approfondimento sugli Ufologi
astronavi? E vi rivolgete in cerca di con-       tanto più ci abboccate. Non stupisce,        Terrapiattisti. Mi par di capire che la loro
ferme ad ufologi tipo il famoso (si fa per       quindi, che i quattro Istituti Tecnici Su-   idea di spazio cosmico sia un vuoto tra-
dire) Franco Chendi, che riesce ad esse-         periori (post-diploma) presenti in città     puntato da pianeti-pizza sospesi, forse
re ufologo ed insieme terrapiattista, lo sa      arranchino nel trovare iscritti, anche se    rotanti, come fanno i pizzaioli acrobatici
solo Iddio come??? Vi agitate per quello         offrono tassi di immediata occupazio-        quando lavorano bene.

                                                                     8
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B-LIFE ∙ A ME GLI OCCHI
                                                        di Francesco Tarsia

                                              QUELL’UNITÀ CHE CI POTENZIA

                     MENTE E corpo
        “   “Il nostro corpo è un giardino di cui è giardiniere la nostra volontà” (W. Shakespeare)
                                                                                                                                ”
                    La mente umana è un meraviglioso
               ed incredibile strumento a nostra disposizione.
    Ci consente di lavorare, relazionarci, progettare, amare e molte altre cose.
         Tra le sue meravigliose caratteristiche ha anche quella di essere
                          strettamente collegata al corpo.
     Quello che pensiamo, immaginiamo si riverbera in maniera immediata
        nell’organismo, e questo anche quando non ne siamo consapevoli.

Facciamo alcuni esempi: basta immagi-         te interiore, al fine di sopportare meglio
nare di avere in bocca e masticare un         momenti di tensione. Praticare sport, at-        Francesco Tarsia Responsabile didattico
pezzo di buon limone, immaginarne il          tività fisica in questo senso offre davvero                     della scuola di ipnosi olistica
sapore, la consistenza e il profumo per       ottimi benefici.                               www.ipnosi-olistica.it - centroiltao@gmail.com
far aumentare la salivazione.                 Quanto può essere utile una semplice
E ancora: immaginarci in un luogo rilas-      passeggiata per “schiarirsi le idee” e po-
sante, tranquillo, in una situazione con-     ter fare una scelta più lucida?                 no la guarigione o il miglioramento dei
fortevole provoca una diminuzione del         Come il corpo è in grado di modificare il       sintomi.
tono muscolare, un rallentamento della        nostro stato mentale, è in qualche modo         Attenzione però: se è vero che la
respirazione e del battito cardiaco.          vero anche il contrario: pensieri, stati        mente è molto potente e può produrre
La stessa cosa è vera anche per conte-        d’animo influenzano profondamente la            cose molto importanti nel corpo, è al-
nuti negativi, se ad esempio siamo in         parte fisica, modificando l’attività del si-    trettanto vero che non dobbiamo aspet-
procinto di fare un colloquio di lavoro,      stema nervoso, endocrino, cardiovasco-          tarci dei miracoli. Quando si sta male è
siamo preoccupati per qualcosa che            lare, muscolo-scheletrico ecc.                  necessario e opportuno andare da un
dovrà accadere in un prossimo futuro,         In stato di trance ipnotica è pos-              medico e seguire ciò che ci viene pre-
ogniqualvolta portiamo lì la nostra atten-    sibile produrre nel corpo fenomenologie         scritto.
zione, il ritmo cardiaco risulterà accele-    davvero sorprendenti. Si possono pro-           La mente può fare molto, può aiutarci,
rato, e si metteranno in moto tutta una       durre ad esempio delle anestesie o              ma non può fare tutto.
serie di modificazioni fisiologiche che ci    analgesie, che consentono di ridurre il         Utilizzando consapevolmente il no-
faranno sentire nel corpo l’ansia.            dolore fisico, fino al punto di consenti-       stro pensiero e portando l’attenzione a
                                              re interventi chirurgici senza anestesia        cose positive e piacevoli, saremo anche
“Ai giorni nostri la metà delle ma-           chimica o riducendone notevolmente la           in grado, di ascoltare meglio il corpo e
lattie derivano dal dimenticarsi del          quantità utilizzata.                            quindi diventare più capaci di risponde-
corpo facendo lavorare la mente oltre         La mente ha un potere importante sul            re alle sue esigenze ad esempio in ter-
misura” (Lord Owen Meredith)                  nostro organismo, immagini e pensieri           mini di riposo, attività fisica, qualità e
                                              (ad esempio le convinzioni) che essa            quantità dell’alimentazione.
Corpo e mente dunque formano una              crea per il corpo possono diventare ed          Utilizzare il pensiero e le emozioni al fine
unità che è indissolubile. Diventa-           essere sperimentate come assolutamen-           di produrre un atteggiamento positivo e
re consapevoli di questa unione è             te vere.                                        di fiducia nella cura che stiamo seguen-
estremamente utile e migliora enorme-         Un esempio classico di questo fenomeno          do e nel medico, immaginare, visualizza-
mente il nostro benessere. Molti dei          è quello che viene chiamato l’effetto           re la nostra pronta guarigione come se
problemi che viviamo nella vita di tutti i    placebo.                                        sia già avvenuta può essere un ottimo
giorni diventano più facilmente ge-           Quando viene somministrato ad una               coadiuvante da affiancare al percor-
stibili.                                      persona un finto farmaco senza alcun            so clinico.
Spesso basta concentrarsi sul respiro e       principio attivo, il solo fatto che la per-     Un atteggiamento mentale ed emotivo
modificarlo rallentandolo o rilassare una     sona crede nell’aver assunto qualcosa di        positivo e fiducioso riduce i tempi di re-
parte del corpo per produrre dei benefici     “benefico”, produce in lui tutta una serie      cupero post operatori e più in generale il
alla mente, rilassarsi e ritrovare la quie-   di effetti che sostanzialmente favorisco-       periodo di convalescenza.

                                                                  10
B-LIFE ∙ A ME GLI OCCHI

                                                   I PENSIERI NEL CORPO:

              IMPARIAMO A
           RECUPERARE risorse
                                                                “  “L’emozione sorge dove la mente
                                                                 e il corpo si incontrano” (E. Tolle)
                                                                                                                 ”
 Siamo portati a recepirci come
 separati, da una parte il corpo che
 ci permette di agire e spostarci
 nel mondo e dall’altra il mondo dei
 pensieri. Questa separazione, come
 abbiamo visto, è solo apparente e
 assolutamente disfunzionale.
 Cosa accade quando riusciamo a
 integrare e vivere in maniera più
 concreta questa unità?
 Molto! In particolare sfruttare
 questo meccanismo di unità mente-
 corpo ci consente di recuperare
 risorse che pensavamo perdute
 nel nostro passato. Aiuta anche              teristica/risorsa? Come fa il signor Rossi   immergersi in quel momento in cui ha
 a renderle disponibili all’uso in            a ritornare ad essere più positivo e leg-    sperimentato quella caratteristica, tanto
 pochissimo tempo.                            gero nella sua vita di oggi?                 più il suo corpo riprodurrà le sensazioni
                                              Attraverso il corpo!                         che viveva in quel momento.
                                              Durante i nostri corsi di ipnosi questo      Potrà ad esempio accorgersi che Il re-
                                              tipo di esercitazioni sono davvero tra       spiro diventa più calmo, una particola-
                                              quelle che maggiormente aiutano i cor-       re sensazione di leggerezza al petto, di
Vorrei fare un esempio per far compren-       sisti a comprendere e vivere le poten-       rilassamento ai muscoli del collo e della
dere quali possono essere i vantaggi          zialità della mente e del corpo quando       schiena.
concreti di cui parlo.                        agiscono in sinergia.                        Vivendo queste sensazioni il si-
Immaginiamo che il Signor Rossi sia una       Ma andiamo con ordine e proseguiamo          gnor Rossi tornerà a vivere anche quello
persona in un momento della sua vita in       con il nostro esempio per comprendere        stato d’animo.
cui si sente particolarmente preoccupa-       come poter fare.                             Imparare a “richiamare” queste sensa-
to. Il lavoro, la famiglia, sono elementi     Il signor Rossi sa che avrebbe la neces-     zioni, è più facile e immediato che ri-
importanti per lui, ma in questo periodo      sità di ritornare ad essere un po’ più       chiamare l’idea della leggerezza o sicu-
li vive come dei pesi e fa davvero fatica a   spensierato, come qualche anno pri-          rezza perché sono sensazioni concrete.
liberarsi dalle preoccupazioni.               ma. lo sa!                                   Il mondo delle idee è invece molto più
Pur riuscendo a condurre la sua vita e gli    Tuttavia ci pensa e ci ripensa con grande    liquido e impalpabile e quindi più diffici-
impegni quotidiani, vive tutto con gran-      rammarico, ma non riesce a farlo. Si tro-    le da “afferrare”.
de fatica e spossatezza.                      va a “rimpiangere i vecchi tempi” in cui     Quando richiamate nel corpo, le sensa-
In uno dei rari momenti di pausa, una         tutto sembrava più semplice.                 zioni faranno percepire alla mente quel-
sera durante una cena con un suo amico        Ed ecco il segreto: finché il signor         lo stato d’animo che era vi associato, il
di vecchia data, si sente dire: “Come sei     Rossi cerca nella sua testa l’idea della     signor Rossi potrà sentirsi finalmente
cambiato! Non ti riconosco più. Una vol-      serenità o della leggerezza, non riuscirà    libero dai pesi e capace di affrontare le
ta si che eri più spensierato.”               mai a portarla nel suo presente.             incombenze della vita con una ritrovata
Quante volte anche noi ci siamo sentiti       Ciò che dovrà fare è ritagliarsi qualche     forza e fiducia. Utilizzare questa, come
dire o ci siamo detti da soli una frase del   momento tranquillo, nel quale non è di-      altre tecniche che sfruttano meccanismi
genere?                                       sturbato da fonti esterne, tornare con la    simili richiede tempo, pratica e una gui-
Quante volte, pensando al nostro passa-       mente ad quel momento del suo passato        da esperta, ma i risultati possono essere
to, riconosciamo che avevamo una ca-          in cui si è sentito particolarmente legge-   davvero formidabili poiché portano ad
ratteristica, una risorsa (essere leggeri,    ro e in grado di affrontare con sicurezza    apprendere come gestire autonoma-
fiduciosi, tranquilli, ecc), che ora non      tutte gli impegni che aveva da affronta-     mente delle risorse interne.
sentiamo più di possedere e che ci sa-        re, immergervisi profondamente e…            Ed essere autonomi significa, in ultima
rebbe invece estremamente utile?              Ascoltare le sensazioni del corpo!           analisi, essere capaci di auto gestirsi e di
Come possiamo recuperare quella carat-        Quanto più sarà in grado e riuscirà ad       essere quindi più liberi.

                                                                 11
B-LIFE ∙ PEOPLE

                                              33 DOMANDE MENO UNA

            MARCO Dodesini
               “   Nella vita e nel lavoro cerco di essere sempre un passo avanti
                                                                                                              ”
                                                  Lo conoscono tutti semplicemente come “il Dode”, simpatico e
                                                  sempre sorridente, si destreggia tra mille impegni e locali che gestisce
                                                  con passione. Marco si definisce un autodidatta in molti ambiti e,
                                                  fortemente convinto che “ognuno sia l’artefice del proprio destino”, si
                                                  dedica con successo a realtà ben note nel cuore di Brescia; il Mon Petit
                                                  Bistrot, il SottoPortico e il Granaio. Proprio in quest’ultimo, se siete
                                                  fortunati, potrete apprezzare le sue doti da dj in una serata all’in-
                                                  segna del divertimento. Eclettico e alla ricerca dell’avanguardia, si
                                                  propone di condividere la sua esperienza come consulente per locali
                                                  innovativi e particolari. …il tempo libero? Marco sorride e mi confida
                                                  che, appena riesce, si mette in viaggio alla ricerca di qualche “nuovo
                                                  segreto” dal mondo o anche solo nascosto dietro l’angolo.

Segno zodiacale?                          L’amore?                                    Qual è la parola o la frase che dici
Sagittario.                               La cosa più bella del modo (sorride         più spesso?
Cosa ti caratterizza?                     timidamente).                               Da bresciano, direi “pota”.
Sono davvero testardo, un “crapone”.      L’autore?                                   Hai mai barato a giocare a carte?
Le qualità che ami di più                 Alessandro Baricco.                         Non gioco a carte.
nelle persone?                            L’autrice?                                  La frase o massima che più ti
La sincerità.                             Isabelle Allende.                           rappresenta?
Cosa ti infastidisce?                     Il tuo cantante di sempre?                  “Ognuno è l’artefice del proprio destino”,
L’ipocrisia.                              I Queen, che hanno accompagnato la          forse banale, ma decisamente vera.
In amore è meglio lasciare                mia infanzia.                               Un tuo difetto?
o essere lasciati?                        Se potessi fare una domanda al genio        Sono testardo, a volte un limite.
Essere lasciato, perché a lasciare ci     della lampada cosa chiederesti?             Cosa volevi fare da bambino?
vuole coraggio.                           In questo momento, un cuoco per il mio      Il pilota di auto.
Il negozio dove spenderesti tutti i       locale.                                     Una cosa che non va in italia?
soldi di una carta di credito?            L’ultimo regalo che hai ricevuto?           Troppa burocrazia.
In un negozio di chincaglieria, oggetti   Un biglietto aereo per Ibiza dal mio        La prima cosa che fai quando ti
speciali e ricercati.                     migliore amico.                             svegli?
La città che ami di più?                  L’ultimo libro letto?                       Mi ricordo di essere sempre felice per
Amsterdam per il suo modo di essere       “Il diavolo custode” di Philippe Pozzo di   tutto ciò che ho.
unica e avanti.                           Borgo.                                      Un insegnamento di tua madre?
Il tuo piatto preferito?                  Numero favorito?                            Essere umile è sempre una scelta
Un piatto di “spaghi” al pomodoro.        Il 54 mi porta fortuna, forse.              vincente.
La bevanda?                               Sei superstizioso?                          Se ti dico “cool” cosa pensi?
Vino rosso.                               Zero, per niente.                           Mon Petit Bistrot.
Mare o montagna?                          Preferisci dare o ricevere?                 Se fossi il Sindaco di Brescia cosa
Mare tutta la vita. O magari lago.        Dare sempre.                                faresti per prima cosa?
Film preferito?                           Animale preferito?                          Renderei la città più moderna; pedonale
Studio 54.                                Il cane, insostituibile.                    con biciclette e monopattini elettrici…

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B-LIFE ∙ GIRANDOLAR(T)E
                                                         di Lorenza Giovanelli

                                                                                                      A
                                                     giugno '19
                                                          APPUNTAMENTI
                                                                                                  L I
                                                                                              ITA
                                                Bergamo, GAMeC fino al 01.09.’19
         LUKE WILLIS THOMPSON. HYSTERICAL STRENGTH
                                                www.gamec.it
                                    Curata dal giovanissimo Edoardo Bonaspetti, Hysterical Strength, è in assoluto la prima personale in
                                    Italia dell’australiano, ma londinese d’adozione, Luke Willis Thompson.
                                    Per il suo esordio tricolore, Luke Willis Thompson presenta la trilogia di film Untitled Trilogy (2016-
                                    2018) e un nuovo progetto site specific, Black Leadership (2019), ognuno dei quali esamina il rapporto
                                    tra le persone e il problema della propria rappresentazione. Thompson prende le distanze da qualsiasi
                                    atto di critica e produce un’opera focalizzata sui temi del linguaggio e del potere, e sulla frammen-
                                    tazione psicologica del “sé” nell’era dei mass media e della comunicazione digitale, attraverso ap-
                                    propriazioni di opere altrui, di cui è in grado di dare una diversa lettura in seguito ad un processo
                                    di svisceramento dei contenuti ideologici ed estetici. Video per lo più muti in cui gli Screen Tests
                                    di Andy Warhol diventano il punto di partenza per una riflessione su tematiche di natura razziale; o
                                    la reinterpretazione cinematografica del video condiviso in diretta Facebook da Diamond Reynolds, in
                                    cui il fidanzato viene ucciso da un agente di polizia durante una perquisizione ad un blocco stradale,
                                    si trasforma in un tributo in cui la sua resilienza diviene soggetto della performance. E ancora, la
                                    trasposizione filmica di una scultura fatta di frammenti di pelle su cui innesta la propria storia ge-
netica; e una riflessione sul recente dibattito etico accesosi nel mondo dell’arte relativo al diritto della rappresentazione del dolore
altrui. In un tempo in cui le intolleranze verso le fragilità, le discriminazioni di genere, di razza o classe, sembrano diffondersi in
maniera allarmante, il lavoro di Thompson sottolinea l’interdipendenza della condizione umana e i drammatici effetti che i meccanismi di
oppressione possono esercitare.

                                                Venezia, Ca’ d’Oro Fino al 24.1 1'19
                                                  DYSFUNCTIONAL                                                             www.cadoro.org
                                    Aveva fascino da vendere ed era ossessionato, come ogni collezionista compulsivo, dagli oggetti ac-
                                    quistati spesso in occasioni colte al volo come da piccoli antiquari, ma quasi sempre dettate più
                                    dalla sua istintiva attrazione per un certo pezzo che dalla consapevolezza del suo valore o del nome
                                    dell’artista. Il barone Giorgio Franchetti (1865-1922) amava il bello e – diremmo oggi - tutto ciò che
                                    era “spettacolare” ed era in grado di muovere la sua anima. Non aveva molte disponibilità economiche,
                                    ma nel corso della sua vita cercò di crearsi una sua collezione fino a quando, dopo la morte del padre,
                                    riuscì ad acquistare anche la Ca’ d’Oro, uno dei più prestigiosi palazzi tardogotici di Venezia. Si
                                    ammalò gravemente e decise di togliersi la vita nel 1922, ma di lui oggi resta la sua importante colle-
                                    zione d’arte - mobili, dipinti, medaglie, arazzi, bronzetti e sculture, poi ampliata con l’annessione
                                    di opere rinascimentali – che decise di donare allo Stato italiano nel 1916 assieme al palazzo, dopo
                                    averne ripristinato lo splendore originario. Ed è proprio qui che in occasione della Biennale, prende
                                    vita Dysfunctional, una coinvolgente mostra di collectible art-design che ha come protagonisti 23 ar-
                                    tisti della Carpenters Workshop Gallery. La relazione tra la stupefacente architettura di Ca’ d’Oro,
                                    la prestigiosa collezione di maestri dell’arte italiana e fiamminga del Rinascimento e il meglio del
design contemporaneo prende forma in una serie di scenografiche opere site specific. Le Vedute di Venezia di Francesco Guardi e le preziose
sculture del Bernini presenti nella collezione, flirtano con opere di Vincenzo De Cotiis, dell’Atelier Van Lieshout, di Studio Drift, di
Maarten Baas, Nacho Carbonell, Vincent Dubourg, Verhoeven Twins e Virgil Abloh, generando così suggestive vibrazioni con il patrimonio di
tradizioni artigianali e artistiche veneziane. Opere come espressione di un’instancabile capacità creativa, da ammirare nella loro bel-
lezza e forza immaginifica, ispiratrici di un viaggio nel tempo volto ad esplorare gli sfumati confini tra l’arte e il design nel contesto
del ricco patrimonio veneziano. Opere che mettono in discussione il convenzionale rapporto tra forma e funzione, tre arte e design, tra
passato e contemporaneo. Decisamente spettacolare.

                                             Varese, Villa Panza Fino al 06.01.'20
LONG LIGHT. SEAN SCULLY A VILLA E COLLEZIONE    PANZA
                                          www.fondoambiente.it
                                    Giuseppe Panza di Biumo e il pittore Sean Scully non s’incontrarono mai. Né il grande collezionista ita-
                                    liano (1923-2010), che donò al Fai la sua villa di Biumo, scrigno della collezione di arte contemporanea
                                    di cui era diventata da tempo dimora, ebbe mai l’occasione di acquistare opere dell’artista americano di
                                    origine irlandese. Si sa però che avrebbe voluto acquisire una sua “Window”, poi finita alla Tate Gallery.
                                    A lui, la direttrice della Villa e della Collezione e curatrice della mostra, ha voluto dedicare questa
                                    rassegna in cui 65 opere tra dipinti, foto, sculture e video dai primi anni ’70 (le “Supergriglie”, con
                                    la loro duplice valenza, percettiva e concettuale) ne delineano la carriera fino ad oggi (ultima tappa del
                                    percorso sono appunto le “Madonne”, 2018, realizzate sull’isola delle Bahamas Eleuthera). “Scully, è un
                                    grande estimatore di Giuseppe Panza, che ai suoi occhi è quasi una figura mitica: quando ha visitato Villa
                                    Panza la sua emozione era palpabile. Il suo lavoro, del resto, con quell’esercizio raffinatissimo sulla
                                    luce e sul colore, è perfettamente consonante con l’universo visivo di Giuseppe Panza e dei suoi arti-
                                    sti”. La mostra, che “invade” tutti gli spazi della Villa, si chiude nella Serra per la quale l’artista
                                    ha realizzato l’installazione in vetro “Looking Outward”, composta da 27 piccoli rettangoli, unici per
                                    caratteristiche ma allineati alla medesima altezza, con cui Scully conduce la sua riflessione sul colore
e sul rapporto tra interno ed esterno, luce e stagioni. L’opera è stata donata dall’artista, con i disegni preparatori, a Villa e Collezio-
ne Panza e va ad arricchire il patrimonio ereditato dagli artisti che vi hanno esposto negli ultimi anni, da Wim Wenders a Robert Wilson.

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B-LIFE ∙ GIRANDOLAR(T)E

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                            giugno '19
                                                                APPUNTAMENTI
                                                                                                           L I
                                                                                                       ITA
              Torino, Museo Ettore Fico Fino al 14.07'19
GABRIELE BASILICO      /   GIOVANNI             BATTISTA PIRANESI.
     VIAGGI E VEDUTE: DA ROMA A SHANGHAI                                                                                       www.museofico.it
                                    La visione architettonica della Città Eterna nel Settecento ripresa in uno scatto contemporaneo. È
                                    questo il dialogo imbastito al Museo Ettore Fico tra le incisioni di Giovan Battista Piranesi e le
                                    iconiche immagini di Gabriele Basilico, che prende le mosse dalla mostra della Fondazione Cini di
                                    Venezia nel 2010 in occasione della retrospettiva dedicata al grande incisore veneto “Le arti di Pira-
                                    nesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer” curata da Michele De Lucchi, Adam Lowe e
                                    Giuseppe Pavanello. In quell’occasione la Fondazione Cini chiese all’artista di ritrarre, dalle stesse
                                    angolazioni delle incisioni piranesiane, la “città eterna” e altri luoghi italiani. Il risultato fu
                                    riassunto in 32 scatti messi successivamente a confronto con le 32 incisioni di Piranesi. Un’ampia se-
                                    lezione di oltre 50 fotografie frutto dei viaggi per il mondo di Basilico va a completare il corpus della
                                    mostra, che si ripropone di esaminare la poetica urbana e concettuale delle diverse città immortalate.
                                    Le vedute di Piranesi di alcuni luoghi-simbolo di Roma – da Castel Sant’Angelo a piazza del Popolo,
                                    dalla basilica di Santa Maria Maggiore alla Fontana di Trevi – sono nuovamente oggetto di indagine da
                                    parte dell’occhio scrutatore di Basilico che con il suo stile rigoroso e documentaristico coglie ed
                                    evidenzia i mutamenti sociali e storici nelle differenti stratificazioni attraversate dall’ambiente in
rapporto con l’uomo che lo abita. Le romantiche rovine di Piranesi fanno da contrappeso alle fabbriche delle grandi città industriali di
Basilico, ai suoi infaticabili porti e gli autoporti ritratti sulla scia dei vedutisti veneti; alle sue brulicanti megalopoli in continua
trasformazione che sembrano esplodere in un reticolato di strade ed edifici: la visione geometrica e stroboscopica della città secondo le
linee del costruttivismo. Una narrazione continua che restituisce il fil rouge di un’indagine quarantennale: la descrizione della realtà
in contesti geograficamente distanti eppure riflessi l’uno nell’altro, in una mai interrotta proliferazione di case, abitanti, paesaggi e
orizzonti. “Coltivo l’illusione e la speranza che la disponibilità a osservare e ad accettare la condizione urbana contemporanea delle
nostre città possa essere un buon punto di partenza per immaginare una città e un futuro migliori”.

                                            Napoli, Studio Trisorio Fino al 30.09.'19
 JAN FABRE. OMAGGIO A HIERONYMUS BOSCH www.studiotrisorio.com
                                        IN CONGO
                                   “Mio padre mi ha regalato l’amore per le immagini, mia madre quello per le parole”, racconta, “ma su
                                   tutta la famiglia svolazza l’ombra dell’avo entomologo”. Iridescenti corazze di migliaia di scarabei
                                   sono infatti la “pelle” delle 3 nuove sculture e dei 2 grandi trittici di cinque metri ispirati alla
                                   triste e violenta storia della colonizzazione del Congo belga, che Jan Fabre svela negli spazi napole-
                                   tani dello Studio Trisorio. Ispirazione storica che si unisce alla simbologia medioevale de Il Giardino
                                   delle Delizie (1480-1490) di Hieronymus Bosch, l’incubo per eccellenza della pittura medievale fiam-
                                   minga. L’inferno fantastico di Bosch fatto di immaginifica violenza, si incarna in una raccapricciante
                                   realtà nel Congo belga, la cui crudezza trova tuttavia veicolo espressivo nella grazia dell’estetica di
                                   Fabre. “Omaggio a Hieronymus Bosch in Congo” è parte del più ampio progetto “Jan Fabre. Oro Rosso” con
                                   cui l’artista belga torna a Napoli coinvolgendo, oltre la galleria, tre delle istituzioni partenopee
                                   di maggior prestigio (il Museo di Capodimonte, la Cappella del Pio Monte della Misericordia, e il Museo
                                   Madre) in una riflessione attorno ai temi della creatività e della bellezza, ma anche della vanitas,
                                   della vita e della morte. Quattro sedi per quattro mostre che raccontano le diverse sfaccettature
                                   concettuali ed estetiche del lavoro dell’artista belga, un viaggio a tappe che racchiude l’essenza
della ricerca e dell’opera di Fabre. Un ciclo di mostre che, per caratteristiche, ricorda quello inaugurato lo scorso luglio in Sicilia,
tra Monreale e Agrigento: anche in quel caso, Fabre è entrato in relazione con luoghi carichi di storia, mitologie e capolavori d’arte
antica, in un rituale che ora si ripete anche a Napoli, nuovo campo di battaglia del “guerriero della bellezza”.

                           Faenza, MIC - Museo Internazionale delle Ceramiche Fino al 06.10.'19
  IL TEMPO È UN FIUME CHE MI TRASCINA, E IO SONO ILwww.micfaenza.org
                                                      FIUME
                                    Miquel Barceló, artista poliedrico capace di coniugare diversi linguaggi artistici è soprattutto noto al gran-
                                    de pubblico per la sua ricerca pittorica gestuale e la vicinanza al gruppo della Transavanguardia italiana e
                                    i Neo Espressionisti tedeschi. Alla metà degli anni ’90, durante i suoi numerosi soggiorni in Mali, inizia il
                                    suo avvicinamento alla ceramica realizzando le prime terrecotte con l’antica tecnica dogon. Dal 1996 riprende
                                    la produzione ceramica nella sua isola natale, Mallorca, dove ancora oggi realizza i propri lavori. Il legame
                                    con l’Italia è una costante nella sua ricerca, dai primi viaggi a fine anni Settanta al soggiorno in Campania su
                                    invito di Lucio Amelio per l’organizzazione della grande mostra Terraemotus. In Italia, e più in particolare a
                                    Vietri, l’artista è tornato all’inizio del 2000 quando con Vincenzo Santoriello ha realizzato il monumentale
                                    rivestimento per la Cattedrale di Palma di Mallorca: una cappella totalmente ricoperta di ceramica, uno degli
                                    interventi artistici più grandi al mondo in questo materiale. A quasi un ventennio da quell’evento l’artista
                                    torna in Italia con una mostra antologica sulla propria produzione ceramica e lo fa scegliendo gli spazi del
                                    MIC di Faenza, il più grande museo al mondo dedicato a questo linguaggio artistico troppo spesso gravemente
                                    sottovalutato. All’interno della sala dedicata alle ceramiche faentine, l’artista spagnolo ha allestito la
                                    storia della sua vita artistica facendo parlare le sue ceramiche in un suggestivo allestimento che si completa
                                    in un personale tributo alla storia del Museo. Barceló stesso ha selezionato per affinità alcuni pezzi chiave
                                    della collezione su cui è intervenuto all’interno delle vetrine in maniera mimetica, dando vita ad un racconto
                                    autobiografico in cui l’elemento privato si fonde con la storia.

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B-LIFE ∙ GIRANDOLAR(T)E

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                                                               APPUNTAMENTI
                                                                                                      L I
                                                                                                  ITA
                 Prato, Centro Pecci fino al 25.08.’19
   RIRKRIT TIRAVANIJA. TOMORROW IS THE QUESTION        www.centropecci.it
                                   Con una grande bandiera che sventola all’entrata del Pecci, “Fear Eats the Soul” (titolo di un film di
                                   Fassbinder del 1974), come monito contro le forme di razzismo e le divisioni odierne, Rirkrit Tirava-
                                   nija, alla sua prima personale in un museo italiano, accoglie il pubblico e lo invita a giocare a ping
                                   pong in una sala del museo, rendendo l’opera attiva, secondo i principi di quell’estetica relaziona-
                                   le, di cui l’artista thailandese ma nato a Buenos Aires (1961) e residente a New York, è uno dei più
                                   noti esponenti. Il progetto riattiva riattiva “Ping Pong Society”, un progetto dell’artista slovacco
                                   Július Koller (1939-2007) presentato per la prima volta a Bratislava nel 1970. Koller installò tavoli
                                   da ping-pong in uno spazio espositivo e invitò i visitatori a giocare, con l’obiettivo di coinvolgere
                                   e stimolare le persone verso nuove occasioni di pensiero attivo, in questo caso indirizzato a una ri-
                                   flessione sull’ambiente e sul contesto culturale. Ripercorrendo le tracce di Koller, Tiravanija riempie
                                   una delle sale del museo con tavoli da ping-pong, a disposizione dei visitatori, su cui campeggia la
                                   scritta: “domani è la questione”. Invitando il pubblico, solitamente passivo, a diventare parte attiva
                                   della mostra, giocando o incitando gli altri che giocano, nel suo modo sottile e giocoso Tiravani-
                                   ja mette le relazioni umane, lo scambio e la partecipazione al centro della “questione sul futuro”.
                                   Lo stesso interrogativo sul futuro dell’umanità e l’importanza di una riflessione condivisa è posto
                                   dall’altro remake di un lavoro di Koller, “Untitled (Remember JK, Universal Futurological Question
Mark U.F.O.)”, scatto del 1978, in cui un gruppo di ragazzi in uniforme che formavano un punto di domanda sul fianco di una piccola col-
lina. Il remake di Tiravanija vede il grande punto interrogativo umano aggregarsi in Piazza delle Carceri di Prato, ricontestualizzando
l’atto di Koller in un “qui e ora” che rende inevitabile metterlo in relazione con l’attualità che più ci riguarda, ricordando il valo-
re del dubbio, dell’interrogarsi su quanto accade intorno a noi, ma anche invitando a riflettere sulla relazione tra individuo e massa.
La mostra nel suo complesso, può considerarsi un vero e proprio manifesto, un’enunciazione programmatica valida per tutto il lavoro di
Rirkrit Tiravanija, che è un atto di fede sulle relazioni umane, l’accoglienza e la vicinanza all’altro come valori che danno senso alla
nostra vita e al nostro futuro.

                                                                                                          O
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                                                               APPUNTAMENTI
                                                                                                      E R
                                                                                                  EST
                                          Basilea, Fondazione Beyeler Fino al 06.10.'19
                                                 RUDOLF STINGEL
                                   BASILEA: Da Milano 50’ aereo - Da Roma 1,23h aereo                          www.fondationbeyeler.ch
                                   Una mostra che rifiuta l’andamento cronologico e si concentra sulle singole opere, appositamente sele-
                                   zionate e realizzate per gli spazi di Renzo Piano. Fatta eccezione per l’esposizione veneziana a Pa-
                                   lazzo Grassi nel 2013, nonché la prima in Svizzera dopo quella allestita alla Kunsthalle di Zurigo nel
                                   1995, quella ospitata alla Fondazione Beyeler rappresenta la prima grande rassegna su Rudolf Stingel in
                                   Europa. Nel corso della sua carriera Rudolf Stingel ha sempre cercato di esplorare le potenzialità e i
                                   limiti imposti dal mezzo pittorico, in un’interazione tra procedimenti artistici, materiali e forme.
                                   Nel 1989 l’artista pubblica il primo libro d’artista con il titolo “Intructions” in cui guida, con tan-
                                   to di fotografie, alla creazione di uno “Stingel fai da te”. Ma è dagli anni ’90 che il suo repertorio si
                                   arricchisce e alla produzione pittorica astratta comincia ad affiancare lavori site specific, culminanti
                                   in ambienti interamente rivestiti da lastre isolanti argentate e riflettenti che invitano il pubblico a
                                   lasciare messaggi, iniziali e impronte del loro passaggio. Installazioni che mirano alla condivisione
                                   e consentono ai visitatori di immortalarsi in un’opera in modo estemporaneo, pur sempre sottostando
                                   alle condizioni imposte dall’artista. Ciò che accomuna tutte le opere di Stingel, a prescindere dalla
                                   diversità dei materiali, sono le tracce pittoriche che affiorano sulle loro superfici evocando tempo e
casualità, cambiamento e degrado. In tal modo i lavori di Stingel sollevano interrogativi fondamentali sulla comprensione e la percezione
dell’arte, sulla memoria e sulla caducità.

                                            San Francisco, SFMOMA Fino al 20.04.'20
                   JR: THE CHRONICLES OF SAN FRANCISCO www.sfmoma.org
                                   SAN FRANCISCO: Da Milano 11,47h aereo - Da Roma 12,21h aereo
                                   Da un unicorno al governatore della California Gavin Newsom, pare non mancare propri nulla al nuovo
                                   murale, unico nel suo genere, che ha debuttato lo scorso 23 maggio al Museo di Arte Moderna di San Fran-
                                   cisco. Tra una mamma che dà alla luce un bambino e una ballerina che si cimenta in virtuose piroette,
                                   la nuova sensazionale opera di JR è un video collage di 1206 video ritratti girati individualmente, che
                                   si trovano ad interagire sul palcoscenico del mondo che JR ha creato per loro. “È come un gigantesco
                                   puzzle, dove ognuno, pur muovendosi secondo i propri tempi, diventa parte di una scenografia unica: da
                                   singole voci a coro”. Immancabili occhiali sole neri e cappello, il poco più che trentenne JR, è ormai
                                   noto in tutto il mondo per le sue gigantesche operazioni di arte pubblica che in seguito alla loro
                                   installazione diventano parte integrante del paesaggio urbano e sociale delle comunità con cui sono
                                   messi a confronto. Ispirato ai murales di che Diego Rivera dipinse nella Bay Area di San Francisco
                                   negli anni ‘30 e ‘40, questo progetto raggiunge un livello di interattività con il pubblico fino ad ora
                                   inedito: grazie a un’App per smartphone e a schermi interattivi collocati nello spazio museale, JR ha
                                   dato voce a ognuna delle persone che ha ritratto, permettendo a chiunque di ascoltarne la storia. 1206
                                   visi, 1206 anime, 1206 storie, 1206 di noi. Impossibile non rimanerne incantati.

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B-LIFE ∙ GIRANDOLAR(T)E

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                                                                                                  T E R
                                                                                               ES
                                New York, Gagosian Fino al 03.07'19
                          DESERT PAINTERS OF AUSTRALIA
                                   NEW YORK: Da Milano 9h aereo - Da Roma 8,30h aereo                                 www.gagosian.com
                                   “Mr Gogo” sa sempre come sorprendere il suo pubblico e questa volta non lo fa con una mostra di giovani
                                   espressionisti astratti o emergenti neo-informali. Colpo di scena di questa primavera newyorkese sono
                                   le opere di pittura contemporanea indigena australiana che affollano le pareti immacolate (per non dire
                                   asettiche) della galleria di Madison Avenue. Per migliaia di anni gli indigeni hanno vissuto nei remoti
                                   deserti australiani finché alla fine degli anni ‘60, il governo australiano li trasferì nel Territorio
                                   del Nord. Questa migrazione forzato ha inavvertitamente creato un nuovo hub per l’arte indigena austra-
                                   liana dando vita a nuove e rinvigorite espressioni artistiche, evolutesi dai modelli dell’arte segnica
                                   su sabbia e dalle decorazioni cerimoniali del corpo. Molte delle opere di questa mostra, realizzate
                                   negli ultimi vent’anni, rivelano il modo in cui le nuove generazioni di artisti indigeni australiani
                                   hanno risposto antiche storie e tradizioni tramandategli dai propri avi, e attestano il ruolo sempre
                                   più importante di un’arte al femminile.
                                   Una trasposizione visiva di ancestrali codici trascendentali che rappresentano un inestimabile archi-
                                   vio della conoscenza indigena. Isolati e totalmente indipendenti dalle tendenze formali e concettuali,
                                   i pittori del deserto condensano innumerevoli strati di storia e di esperienza vissuta in un’abbondante
diversità di linguaggi visivi, collegando gli spettatori contemporanei alla più antica cultura sopravvissuta del mondo.

                                            Parigi, Centre Pompidou Fino al 29.06.'20
                                                            DORA MAAR
                                   PARIGI: Da Milano 1,10h aereo - Da Roma 1,37h aereo                          www.centrepompidou.fr
                                   Nel 1936, al culmine della sua celebrità come fotografa, Dora Maar portò il suo “Portrait of Ubu”
                                   all’Esposizione Surrealista Internazionale di Londra. La fotografia in bianco e nero mostra un orribile
                                   essere di origine indeterminata e aspetto malinconico. Maar non rivelò mai cosa fosse la creatura ar-
                                   tigliata e squamosa, né dove l’avesse incontrata. Ma al di là della natura del soggetto, ciò che più
                                   rese Ubu straordinario è il suo essere una sorta di manifesto nei confronti del fascino che l’informe
                                   e il larvale e grottescamente futuro esercitavano sui Surrealisti. “Ritratto di Ubu”, è una delle
                                   quasi cinquecento opere protagoniste della mostra al Centre Pompidou. Il lavoro di Maar tuttavia non
                                   inizia né termina con il Surrealismo. Vissuta fino all’età di 89 anni, Dora Maar sperimentò con la sua
                                   fotografia diversi generi artistici dando vita ad una produzione incredibilmente vasta e varia. Uno dei
                                   punti di svolta della sua vita personale e artistica è l’incontro con Picasso avvenuto nel 1935. I due
                                   iniziarono una relazione che durò nove anni e sfociò in una collaborazione anche a livello artistico.
                                   Maar documentò la realizzazione di “Guernica” producendo una risorsa storico-artistica essenziale,
                                   nonché innumerevoli testimonianze della loro intimità creativa. (Secondo lo storico dell’arte John
                                   Richardson, Maar fece anche alcune pennellate verticali sul cavallo al centro del dipinto…) Picasso
incoraggiò quindi Maar alla pittura e alla fotografia, per poi lasciarla tuttavia per Françoise Gilot. Il colpo subito fu molto duro,
tuttavia l’arte fu ciò che la aiutò a ritrovare il suo equilibrio. Anziana e ormai inferma trascorse i suoi ultimi anni in una casa in
Provenza dove tornò al suo primo amore: la fotografia. Devota, solitaria e notoriamente gelosa della sua eredità fotografica, Dora Maar
sembra essere morta pienamente consapevole dell’oscuro miracolo del suo lavoro.

                                            Mexico City, Museo Jumex Fino al 29.09.'19
APPEARANCE  STRIPPED BARE: DESIRE AND THE OBJECT          IN
 THE WORK OF MARCEL DUCHAMP AND JEFF KOONS,       EVEN
                                         www.fundacionjumex.org
                                   MEXICO CITY: Da Milano 12,3h aereo - Da Roma 12,33h aereo
                                   Jeff Koons è un uomo molto pratico, e anche decisamente pragmatico. Ha sviluppato una serie di principi
                                   non imbellettati, ma raffinati che avvolgono il suo lavoro, di cui parla in termini filosofici, quasi
                                   spirituali. Vuole che il suo pubblico sperimenti consapevolezza, accettazione e trascendenza. Queste
                                   possibilità di trasformazione possono sembrare incoerenti con la materia di Koons, che è plasmata dal
                                   mercantilismo nella cultura popolare e nella Pop art. Come ha recentemente scritto Roberta Smith in
                                   “Smettiamola di odiare Jeff Koons”, un articolo apparso due giorni dopo il discussissimo record battuto
                                   dal suo Rabbit del 1986 venduta da Christie’s per 91.1 milioni di dollari: “Mr. Koons è un parafulmine,
                                   ed lo è stato a lungo. È di moda e molto facile odiare il suo lavoro. In alcuni ambienti del mondo
                                   dell’arte sembra quasi essere richiesto - esclusi i collezionisti, molti commercianti e curatori di
                                   musei …”
                                   Era il 1913 quando Marcel Duchamp iniziò a immaginare “The Bride Stripped Bare by Her Bachelors, Even
                                   (The Large Glass)”, un’opera d’arte realizzata da un pannello di vetro autoportante. Nelle sue egli
                                   la descrive come “vetrine che nascondono il coito dietro la lastra di vetro”. Una frase semplice, pro-
                                   nunciata al culmine della sfida di Duchamp alla cultura consumistica e mercificata e alla sua conquista
della società. Cosa hanno in comune i due artisti più “contemporanei” di tutti i tempi ce lo spiega Massimiliano Gioni, più di 100 anni
dopo, a Città del Messico in uno spettacolo dai toni di un ballet mécanique, in cui 80 opere di entrambi gli artisti popolano le sale
del museo come i personaggi di un carillon teatrale in cui non manca uno spiccato e bizzarro senso dell’umorismo. “Duchamp e Koons sono
stati due dei pochi artisti a comprendere appieno le dinamiche sincronizzate e parallele tra arte e società e, cosa più importante, ad
operare con loro”. Cronologicamente collocati agli estremi del XX secolo, ognuno con un piede nel secolo precedente o nel successivo hanno
saputo guardare con occhi diversi oggetti ordinari, commerciali, e addirittura il sesso, facendone i soggetti delle proprie opere d’arte.

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Credo nell’immaginazione,
                                            nell’innovazione, nelle cose belle
                                            fatte con passione ma soprattutto

                                            credo nel valore delle persone.

                                            I risultati migliori, gli obiettivi
                                            importanti, si raggiungono sempre
                                            insieme.
                                                                    Oscar Pagani

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                          a cura della Redazione - Ph. Ag. Fotolive

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                          1000 Miglia
        CHIUSA LA 37 EDIZIONE                                      A

    “   I ringraziamenti                                    «La trentasettesima rievocazione storica della 1000
                                                            Miglia è giunta anche quest’anno alla sua conclusione:

                                        ”
        di Franco Gussalli Beretta,                         abbiamo attraversato borghi incantevoli, abbiamo fatto
        Presidente di 1000 Miglia Srl.                      stupire gli equipaggi e il pubblico, facendo conoscere a
                                                            tutti la quintessenza dello spirito italiano.
                                                            Ci possiamo ritenere soddisfatti e orgogliosi di
                                                            come si è svolta questa edizione. Complimenti a chi
                                                            ha vinto, ma anche a chi ha saputo gareggiare con lealtà e
                                                            sano spirito di competizione.
                                                            Un grazie speciale, infine, al pubblico degli astanti, che
                                                            in ogni città, in ogni borgo, in ogni via ci ha accolto con un
                                                            calore indimenticabile, e anche a tutti coloro che hanno
                                                            permesso il buon esito di questa edizione».

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