Destinazione: Sport e disabilità - Intelligere Media

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Destinazione: Sport e disabilità - Intelligere Media
Lo Yacht di Intelligere procede nella navigazione e approda all’Isola
dello Sport e Disabilità. /Ascoltiamo gli allenatori. E poi Ludwig van
Beethoven, Vincent van Gogh e Narciso. Il brutto /anatroccolo è andato
al balcone. Ma la nuotatrice è senza aggettivi. E se le barriere fossero/
“archiumane”? Non per Andrea che ha il pass per Tokyo 2020 già in tasca.
Sicuramente ognuno di noi è disabile, anche se ancora lo ignora. Perchè
ricordiamoci che Intelligere significa Collegare risorse diverse.

N° 05           Destinazione: Sport e disabilità.

                                                                            www.intelligere.media

negoziare per vivere meglio

                                                                                                                                 Poste Italiane s.p.a.- Spedizione in Abbonamento Postale- 70% - LO/MI/74

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     Etico
                                                                                                    Anno II – Numero 05 - 2019
Destinazione: Sport e disabilità - Intelligere Media
legenda Yacht
Abbiamo scelto lo Yacht come metafora della vita negoziale
non perché ci rivolgiamo a individui facoltosi, ma a persone

                                                                                                   Intelligere
ricche di intelligenza.
I ponti sono 4:
Deck 1 Me: dedicato alla nostra sfera personale e più intima.
Deck 2 The Family: dedicato alla famiglia nella sua più ampia          Balance Bridge     B
accezione (per esempio: un single con un pesciolino rosso!).
Deck 3 The Others: dedicato al rapporto con “l’altro”. Cono-           Negotiation Room   N                                                    Outside
sciuto oppure no.
Deck 4 My Next Deck: il ponte che ognuno di noi vorrebbe ag-
giungere, oltre a quelli già presentati.
A poppa troviamo il Common Goods Shopping Corner: lo
spazio dove andiamo “a fare la spesa” tra le aree e gli scaffali
delle risorse prima di raggiungere la Negotiation Room.
Lo speciale ascensore - My Self Lift - ci collega tra i ponti de-
gli obiettivi e le risorse a nostra disposizione. Ci permette di
raggiungere ogni spazio della nave. La sua efficacia dipende
dalla nostra capacità di “collegamento”.
                                                                                                     My
La freccia che indica Obiettivi e Risorse è bidirezionale.
E questo ha due significati:                                                                         Self
 1. Un obiettivo può essere contemporaneamente anche una                                             Lift
		 risorsa (per esempio, la famiglia)
 2. La riconquista di una risorsa perduta può diventare un
		 obiettivo (per esempio, il lavoro)
L’elenco nella griglia di destra (Conoscenza, Denaro, Emo-
zioni…) è solo una nostra proposta di macro-aree, sempre
modificabili. Anche l’elenco a destra della griglia (gioco, casa,
vacanze…) è “aperto”, per questo l’ultima voce è “altro”. La                                                                                         gioco
freccia bidirezionale al suo fianco significa che le varie aree                                                                  Conoscenza
                                                                                                        CG                                           casa
possono muoversi tra le varie macro-aree della griglia.Per                                                                       Denaro
                                                                                                                                                     vacanze
esempio, “gioco” può essere declinato nelle macro-aree “De-            My Next Deck       Deck 4         B
                                                                                                                                 Emozioni
naro”; “Tempo”; “Conoscenza”.                                                                                                                        distacco
                                                                       The Others         Deck 3         N                       Esperienza
                                                                                                                                                     studio/pratica
Nella Negotiation Room avviene il collegamento tra obietti-
                                                                                                        4             Common     Lavoro
vi/risorse diverse: per esempio: Io e la Famiglia con l’obiettivo      The Family         Deck 2                      Goods      Relazioni
                                                                                                                                                     amicizia
di scegliere il luogo di vacanza, ragionando sulle risorse co-                                           3       CG                                  charity/web
muni di Tempo, Denaro, Conoscenza.                                     Me                 Deck 1                      Shopping   Reputazione
                                                                                                                                                     hobby
Il punto più alto del nostro Yacht è il Balance Bridge: il punto
                                                                                                         2            Corner     Salute
                                                                                                                                                     sport
di equilibrio, mai permanente, che si raggiunge solo attraver-                                           1                       Tempo
so una continua relazione negoziale.                                                                                                                 altro

Outside è la zona di navigazione dove la nostra bussola non
funziona. Cambiano i punti di riferimento. I pregiudizi non tro-
vano conferma. Spesso è la vita a spingerci in questo spazio
da esplorare. Talvolta, invece, solo pochi coraggiosi decidono
                                                                     Obiettivi                                                    Risorse
volontariamente di inoltrarsi.
Si spogliano dei soliti punti di riferimento, trovandone di nuovi!
Il telaio editoriale di Intelligere rispecchia la metafora grafica
di questo Yacht.
Destinazione: Sport e disabilità - Intelligere Media
editoriale

                                                                                            Carlo Mazzola / Editore di Intelligere

                                                                       Destinazione: Sport e disabilità.
                                                                                                                                                                             Sono nato come “sarai
                                                                       In questo numero di Intelligere, esploriamo un tema molto delicato, con uno spunto di                 ingegnere”, ma ho scelto
                                                                       riflessione: “la disabilità è ovunque o da nessuna parte?” Leggendo gli articoli scoprirete           ed esplorato altre strade.
                                                                       come spesso sia la percezione a portarci a dare giudizi errati, perché trasportiamo il                Dopo la laurea in
                                                                       nostro modo di pensare in un mondo che non conosciamo, facendo un reframe sbagliato,                  economia, ho insegnato
                                                                       per dirla da negoziatore. Rispetto ai numeri precedenti, i temi negoziali afferiscono                 all’università molti anni,
                                                                       maggiormente al lato delle relazioni, scoprirete come l’empatia sia l’ingrediente
                                                                                                                                                                             fondando poi una società
                                                                       principale in tanti rapporti, la fiducia sia l’olio che permetta di superare alcuni limiti, reali o
                                                                       solo percepiti: la chiara conferma che non viviamo in un mondo deterministico.
                                                                                                                                                                             di analisi finanziaria

TU CI CREDI
                                                                       Leggendo scoprirete che lo sport per i disabili sia una finestra sul mondo, e negoziare               indipendente. Infine sono
                                                                       consente di migliorare la propria posizione, senza fermarsi in una situazione di grave                diventato investitore, a
                                                                       disagio fisico o psicologico, ma guardando avanti e vivendo meglio.                                   capo anche di un family
                                                                       Ognuno di voi, forse, ha la propria definizione di disabilità, personalmente faccio fatica            office. La profonda
                                                                       a trovarne un’unica, anche perché leggendo i contributi mi sono reso conto che ci sia                 conoscenza degli strumenti

NEL KARMA?
                                                                       veramente una multidimensionalità del termine e l’accezione fisica sia molto limitante: in            e delle imprese mi ha
                                                                       quest’ottica vi invito a leggere a pag. 56 il mio articolo sulla disabilità finanziaria. Provate      fatto comprendere che
                                                                       anche a visualizzare situazioni nelle quali avreste condiviso il vostro tempo più volentieri          il ritorno finanziario è
                                                                       con disabili entusiasti, rispetto a normodati annoiati, apprezzerete ancor di più il termine          solo una parte del valore
                                                                       “inclusione”, a noi molto caro. Un’ultima riflessione: una società seria cerca di aiutare i più
                                                                                                                                                                             di un investimento: la
                                                                       deboli e le barriere architettoniche sono ancora presenti, ma spesso quelle mentali e di
                                                                       comportamento dei normodati le rendono ancora più grandi: il senso civico si attiva non
                                                                                                                                                                             formalizzazione di questa
                                                                       voltando la testa.                                                                                    idea è il mio lavoro attuale.

                                             Karma: sei ciò che fai.   Con piacere infine do il benvenuto al primo sponsor etico di Intelligere: Le Fablier che
                                                                       ha accolto la nostra idea senza esitazione. Il meccanismo è semplice: un brand “adotta”
                                                                       alcuni spazi di pubblicità e li offre a realtà no profit e start up che, altrimenti, non
                                                                       avrebbero accesso alla comunicazione commerciale. Speriamo che questo sistema,
                                                                       capace di unire Etica e Comunicazione, innescando un rapporto win-win tra sponsor e
                                                                       sponsorizzato, possa diffondersi in altri media cartacei e digitali.
                                                                       Un meccanismo creato qui in Albacast, il nostro “atelier di pensiero” che abbiamo
Diventa Sponsor Etico                                                  battezzato mens at work, giocando sul termine latino “mens” che riporta all’intelletto e
                                                                       quindi all’area semantica di Intelligere.
Adotta una parte degli spazi pubblicitari di Intelligere               Ci teniamo a precisare che il denaro raccolto attraverso la sponsorizzazione etica viene
e mettili a disposizione di Associazioni no-profit e Startup.          da noi esclusivamente utilizzato per sostenere il progetto Intelligere. Nessuna volontà di
Sarai protagonista sostenendo gli altri.                               profitto, che non condanniamo, ma di pura sostenibilità dei costi di produzione.

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Destinazione: Sport e disabilità - Intelligere Media
sommario                                                                 The                                                                  The                                                                   My next
                                                                         Family/                                                              Others/                                                               deck/
                                                                         deck 2                                                               deck 3                                                                deck 4
                                                                                                                                              trentadue.                                                            cinquantadue.
                                                                                                                                                                                                                    Aforismi
                                                                                                                                              Buttati che è morbido!

                                                                                                                                              trentasei.
     18                                                                                                                                       Negoziazione, liberi battitori...

                                                                                                                                              quaranta.
                                                                         29                                                                   Le barriere archiumane

                                                                                                                                              quarantaquattro.
                                                                                                                                                                                                                    60
                                                                                                                                              Gli Dei del (para)olimpo
     sei.
     La notte di San Possenti

     dieci.
                                                                                                                                              quarantotto.
                                                                                                                                              Occhi in tasca                                                        Outside
     Il matto, il sordo e il disabile                                                                                                                                                                               cinquantasei.
     quattordici.                                                        ventidue.                                                                                                                                  Disabilità finanziaria
                                                                         Diritto allo sport
     Un brutto anatroccolo                                                                                                                                                                                          sessanta.
     diciotto.                                                           ventisei.                                                                                                                                  Se è impossibile, allora si può fare

                                                                                                                                              48
                                                                         Nessuno fermerà Santiago
     Coraggio, ce la posso fare!
                                                                         ventinove.
                                                                         La nuotatrice senza aggetivi                                                                                                               without
     Me/                                                                                                                                                                                                            Un mondo senza disabilità

     deck 1
     Anno II - N° 05 - 2019 / Registrazione N° 262 del 7/9/2017 Tribunale di Milano Iscrizione ROC N. 30343                                   Columnist: AlbertoBolognesi, AlessandraColonna /Collaboratori: LauraCrespi, LucaForte, AndreaGatto, CeciliaDardana,
     Editore: Albacast s.r.l. /Presidente: Carlo Mazzola /Redazione: Via Brera, 7 - 20121 Milano | Tel. 02.89.05.53.68 Fax. 02.70.05.18.057   Virgilio Neri, Stefania Restri, Marcello Rubiu, Leonardo Tincati, Sofia Vela, Chiara Versani /Produzione grafica:
     info@intelligere.media/Direttore responsabile: Luigi D’Urso /Caporedattore: Arturo Rodotà /Segretaria di redazione: Luisa Agosti         Piumacreative snc - via del lavoro, 16 20813 Bovisio Masciago /Stampa: Eurgraf via Ferdinando Magellano, 4/6 - 20090 Milano
                                                                                                                                              /Responsabile della protezione dei dati - D.P.O.: Luigi D’Urso (per cancellazioni, modifiche, inserimenti, scrivete a: luigi@brera7.it)
Destinazione: Sport e disabilità - Intelligere Media
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                                                                                                                                                                   Common
                                                                                                                                                                   Goods
                                                                                                                                                                                             CG
                                                                                                                                                                   Shopping
                                                                                                                                                                   Corner

                                                                                                                                                                   Balance Bridge            B
                                                                                                                                                                   Negotiation Room          N

                                                                                                          Deck1

                                                                                                          Me
DIALOGHI E PROPOSTE PER UNA NUOVA CULTURA DEL LAVORO
Persona e lavoro costituiscono i fuochi attorno ai quali si stanno concentrando, oggi, le maggiori                                                                 My Next Deck              Deck 4

                                                                                                          1
                                                                                                                                                                   The Others                Deck 3
aspettative e preoccupazioni. Il soggetto, al centro di una crisi antropologica prima ancora che socia-                                                            Family                    Deck 2
                                                                                                                                                                   Me                        Deck 1
le, è il perno su cui poter immaginare un nuovo modello sociale, civico e produttivo. La possibilità

di un nuovo umanesimo capace di confrontarsi con le forze e le opportunità del nostro tempo: le

nuove tecnologie, le mutate forme di organizzazione e le nuove frontiere del lavoro.                              Benvenuti al /Deck 1 “Me”.                    ci sta passando. E l’Haka Maori? E’ un /
                                                                                                                  Il ponte di Intelligere dedicato alla sfera   urlo dello spirito! Ad Andersen sarebbe
                                                                                                                  /individuale. Andrea Liverani ha deciso       piaciuto, ma preferiva camminare da solo
#INNOVAZIONE                                #PERSONE                             #REGOLE                          di scrivere un /libro sulla sua storia.       nei boschi con i suoi /piedi enormi.
                                                                                                                  Non per narcisismo, ma per aiutare chi

SEGRETERIA NAZIONALE AIDP
+39 02 6709558 / 67071293
NAZIONALE@AIDP.IT                                                              CONGRESSO.AIDP.IT
Destinazione: Sport e disabilità - Intelligere Media
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                      intervista

                      Nella vita le prospettive cambiano. E quello che all’inizio
                      può sembrare un ostacolo insormontabile, si può rivelare

                                                                                            Con lo sport
                      un’opportunità. Ce lo racconta Andrea Liverani, che ha perso
                      l’uso delle gambe dopo un incidente in moto. Ora è in partenza
Luogo / al poligono   per gli Emirati Arabi Uniti per la Coppa del Mondo di tiro a

                                                                                            sono riuscito
Ora / di sparare      segno e ha il pass per Tokyo 2020 già in tasca.
Data / Tokyo 2020     Prima dell’incidente facevo basket, dopo ho continuato un po’

                                                                                            a riprendermi
                      ma non sono riuscito ad arrivare ad alti livelli per un problema
                      alla spalla.
                      Giochi ancora a basket?
                      No non ce la faccio più, all’inizio mi ha aiutato molto dal punto
                      di vista dell’autonomia e della vita in generale. Poi però ho
                      provato a tirare con la carabina e mi è piaciuto molto, tanto
                      che in un primo periodo continuavo a fare un po’ entrambi, poi
                                                                                            la vita.
                      quando ho cominciato a tirare ad alto livello e a impegnarmi di
                      più ho dovuto scegliere. Un anno ho anche fatto rugby, ma tutto
                      era troppo.                                                           nel letto, pesavo 40 chili. La gente rimane in rianimazione
                      Come sei arrivato alla carabina?                                      cinque giorni, poi o muore o viene spostata in reparto. Quei tre
                                                                                            mesi sono stati tre anni per me, il tempo non passava più. Poi ho
                      Un giorno ero andato al poligono a fare il porto d’armi, mi
                                                                                            fatto sei mesi di riabilitazione e lì il tempo passava un po’ di più,
                      hanno fatto provare la carabina e da lì ho cominciato a tirare.
                                                                                            anche perché mi davano dei micro-obiettivi: vestirmi da solo,
                      È successo un po’ a caso, eppure guarda dove sono arrivato.
                                                                                            imparare ad andare in carrozzina, provare qualche sport nuovo.
                      Vado negli Emirati per la Coppa del Mondo e a maggio vado
                                                                                            Provando basket, all’inizio al canestro non ci arrivavo neanche,
                      ad Hannover per una competizione internazionale, poi tra
                                                                                            mi ero demoralizzato tantissimo. Però è grazie allo sport se
                      settembre e ottobre in Australia. E poi Tokyo 2020.
                                                                                            ho ricominciato ad avere la mia autonomia. Ora faccio tutto da
                      È uno sport molto mentale, una volta imparato il gesto, è tutta       solo. Senza sarebbe stata molto più dura.

       LA NOTTE DI
                      testa. Naturalmente anche le attrezzature sono fondamentali,
                                                                                            Pietro Mazzei, in un’intervista uscita sul primo numero
                      anche se sono molto costose.
                                                                                            di Intelligere, afferma che per lui l’incidente è stato un
                      Oltre allo sport cosa fai?                                            cambiamento in meglio. Tu cosa ne pensi?
                      Lavoro alla Camera del Lavoro, mi occupo di previdenza,               Inevitabilmente i progetti che avevo sono cambiati. Avevo un

       SAN POSSENTI
                      assistenza, pensioni. Mi alleno quattro volte a settimana più il      anno di ingegneria alle spalle quando ho fatto l’incidente. Sono
                      weekend. Ho due ore di 104 al giorno (la legge “per l’assistenza,     stato in ospedale per un anno, è chiaro che ho dovuto ripensare
                      l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”,       a tutto. Non avrei mai pensato di fare il tiro a segno, figurati se
                      ndr), quindi lavoro fino alle 15, poi sto fino alle 18 al poligono.   potevo immaginare di andare alle Olimpiadi: non l’ho pensato
                      Naturalmente sarebbe diverso se fossi in un gruppo sportivo:          quando ho fatto l’incidente, men che meno prima quando
                      mi hanno fatto un’offerta Carabinieri, Polizia e Fiamme Gialle        giocavo a basket. Diciamo che può essere un’opportunità. Poi
                      però mi prenderebbero come civile, quindi senza stipendio,            dipende dalle persone e dal contesto. Io sono stato fortunato: il
                      perché non ho l’idoneità fisica. I disabili non possono entrare       braccio è tornato a posto, la mia famiglia mi sosteneva, che non
                      nei gruppi sportivi, a meno che uno non sia già dentro e abbia        è scontato, molte famiglie vanno allo sfascio. Diciamo che nella
                      un incidente, in questo caso lo tengono come militare.                sfortuna sono stato fortunato.
                      Come sei riuscito a conciliare il prima e il dopo l’incidente?        Quando sono uscito non ero autonomo, facevo fatica a fare
                      Beh non hai molta scelta, lo fai e basta. Prima giocavo a basket,     tutto, ero demotivato. Anche ricominciare a studiare, non
                      poi con l’incidente sono stato tre mesi in rianimazione, fermo        ci riuscivo. Ma non solo per una questione di testa, anche e
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                                                                                 Vorrei solo
                                                                                 che la mia
                                                                                 storia fosse
                                                                                 di aiuto a
                                                                                 qualcuno.

soprattutto per una questione logistica: in università, almeno          Santo che i tiratori scelti considerano come loro protettore,
all’inizio, qualcuno mi doveva accompagnare. Ho veramente               ndr). A settembre ho firmato con l’editore. Mi sono divertito
cominciato a essere autonomo con le trasferte col basket. A             a scriverlo, anche se quando ci ho pensato la prima volta, mi
nessuno, quando non riesce a fare una cosa, fa piacere farsela          veniva in mente una cosa pesante - all’inizio quando le cose       Il tuo primo super mountain club sulle piste di Courmayeur. L’accoglienza più calda, la passione per lo sport e una particolare attenzione rivolta
fare da qualcun altro. All’inizio mi dava fastidio, però se non ce      vanno male, è l’unica che riesci a immaginare -, però poi le       all’entertainment regnano in questa dimora di montagna che è un unconventional hotel, un ristorante per palati esigenti e top spot per gli eventi.
la fai, non ce la fai. Con lo sport sono riuscito a riprendermi la      prospettive cambiano e ho deciso di metterlo giù in un’altra       Il sogno di tutti gli amanti del lifestyle italiano è chiudere una giornata sulle piste ballando e brindando nel miglior Après-Ski delle Alpi.
vita.                                                                   chiave. Ho voluto farlo non per narcisismo o per far parlare di
Di recente ho deciso di scrivere un libro, una sorta di                 me. E non è nemmeno nato con l’intenzione di fare dei soldi.
                                                                        Anzi, tutto il ricavato andrà in beneficenza. Vorrei solo che la   Per tutti i tipi da Super G, amanti della neve, del food, del sole, della buona musica e di sua maestà la Montagna.
autobiografia in chiave romanzesca. Era un’idea che mi ronzava
in testa da un po’, però non mi sentivo in grado. Raffaele              mia storia fosse di aiuto a qualcuno.
Gianotti è stato fondamentale. È un dermatologo che ho                                                                                     Are you ready?
conosciuto al poligono: mi ha spinto un sacco e mi ha aiutato            Cecilia Dardana
pur facendo tutt’altro lavoro. Alla fine ci siamo riusciti. Il titolo
non è definitivo ma ho pensato a “La notte di San Possenti” (il                                                                            www.lovesuperg.com - info@lovesuperg.com - @lovesuperg
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Ma in quale            dialogo magico
bella combriccola di
menomati mi sono
                             Luogo / comune
                             Ora / di smitizzare
                             Data / ieri, oggi e domani

imbattuto!                    Alberto Bolognesi

                             Riusciranno Ludwig van Beethoven (LUD) e            LUD: “E’ stato come se da quella disgrazia
                             Vincent van Gogh (VIN) a convincere Narciso         fosse sgorgata della magia. La musica ha
                             (NAR) - il personaggio mitologico famoso            penetrato e oltrepassato le barriere dei sensi,
                             per la sua bellezza - che essere disabili non       ha fatto breccia nel muro della sordità: più
                             significa “automaticamente” essere anormali?        forte della malattia”
                             Non sarà semplice, ma ascoltiamo il loro            VIN: “Ti confesso che anch’io non so se avrei
                             dialogo sul filo della metafora.                    saputo dipingere così bene se… sì, insomma,
                             NAR: “Ma in quale bella combriccola di              se non fossi stato un po’ matto”
                             menomati mi sono imbattuto! Uno sordo,              LUD: “Dicono che vedevi ciò che gli altri non
                             l’altro fuori di testa… La natura matrigna          vedevano”
                             avrebbe dovuto procedere a un’opportuna
                                                                                 VIN: “Può darsi che i miei “Girasoli” siano il
                             selezione”
                                                                                 frutto di una anomala percezione dei colori e
                             VIN: “Parla quello normale! Ma se ti sei            della realtà che mi ha consentito di liberarmi
                             selezionato da solo cadendo nel lago dove ti        dai canoni convenzionali della pittura. Ma
                             stavi specchiando? Essere ricordato da tutti        il problema è un altro: molte tra le persone
                             solo per quella “figuraccia” non ti fa molto        cosiddette normali sono cieche, anche se ci
                             onore. La perfezione della tua bellezza ti ha       vedono benissimo.”
                             portato solo guai…”

IL MATTO,
                                                                                 LUD: “Anch’io ho sempre pensato che
                             LUD: “Non prendertela, Vincent. Le pagine           l’handicap non sia appannaggio esclusivo
                             della storia dell’uomo sono intrise di              dei disabili, ma che ad ognuno di noi sia
                             intolleranza e pregiudizi nei confronti delle       toccato in sorte un ostacolo che dobbiamo
                             disabilità, ma sono anche costellate di disabili    provare a saltare. La differenza è che i disabili

IL SORDO E
                             che hanno lasciato il segno”                        sono consci di questo ostacolo, le persone
                             NAR: “Personalmente penso che sarebbe               cosiddette “normali” spesso non lo sono e si
                             meglio non nascere piuttosto che vivere tutta       fermano lì davanti, per sempre”
                             la vita con una menomazione”                        NAR: “No, però, ora basta! Cosa devo sentire?
                             LUD: “Sai, Narciso, quando mi diagnosticarono       State dicendo che la disabilità è un dono e

IL DISABILE
                             quella maledetta sordità credevo che la             che adesso i normali siete voi?”
                             mia vita fosse finita perché non avrei più          LUD: “Voglio dire che ognuno di noi è
                             composto musica”                                    diversamente normale. Non esiste un
                             VIN: “Beh, era la più naturale delle conseguenze:   termometro che misuri la normalità: bisogna
                             come si può anche solo pensare di immaginare        uscire dagli schemi preconcetti sulla disabilità
                             la musica senza riuscire a sentirla? E invece       e andare al di là”
                             la malattia non ti ha impedito di scrivere quel     VIN “Quello che Ludwig intende dire è che la
                             capolavoro della “Nona Sinfonia”!”                  disabilità è trasversale ed appartiene un po’ a
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tutti. Si trova nei compromessi quotidiani, nelle barriere che       LUD: “Rifletti, Narciso: uno come te può passare tutta la vita a
abbiamo nel cuore, nell’arrenderci davanti a un problema...”         guardare la maestosità di un cielo stellato senza vedere nulla,
LUD “…nel lamentarci sempre e comunque, nell’accorgerci di           tutto preso da sé stesso. Ma c’è chi, nella disperazione di una
amare una persona solo quando rischiamo di perderla…”                clinica psichiatrica, trasportato dal genio e dalle allucinazioni
                                                                     di un’intermittente follia, è riuscito, guardandosi dentro,
NAR: “Ma questa è pura retorica! Come si fa a dire che una
                                                                     a rendere immortale quel cielo e a regalare all’umanità un
persona in perfetta salute e una persona su una sedia a
                                                                     gioiello come “La Notte Stellata”. Chi ha vinto quella partita?
rotelle sono uguali?”
                                                                     Tu con i tuoi occhioni perfetti o Vincent?”
VIN: “Perché tutti pratichiamo il medesimo, supremo sport: la
                                                                     VIN: “Alla fine, a prescindere dai diversi ruoli e dai limiti di
vita. E dipende solo da noi giocarla bene o male, a prescindere
                                                                     ognuno, siamo tutti ugualmente degni di praticare questo
dal numero di gambe o dal diverso funzionamento dei nostri
                                                                     sport”
sensi”
                                                                     NAR: “Sarà… ma voi non saprete mai cosa vi siete persi a
LUD: “Dai disabili si può imparare che non esistono partite
                                                                     non specchiarvi in quel lago!”
perse in partenza, ma che tutto dipende dalla volontà: testa
e cuore che governano le altre parti del corpo”
NAR: “Ribadisco: c’è grande differenza tra la vita di una
persona normale e la vita di una con un handicap, non siate
ipocriti”
VIN: “Se ci si ferma alle apparenze, sì, la differenza è enorme.
La vita di un disabile è fatta di fatica e difficoltà, soprattutto
se i presunti abili se ne fregano. Ma ogni persona è unica e
speciale e non la si può catalogare a priori come normale o
disabile: il talento non negozia!”

  Perché
  tutti
  pratichiamo
  il medesimo,
  supremo sport:
  la vita.
Destinazione: Sport e disabilità - Intelligere Media
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                                 letteratura
                                                Luigi D’Urso

           Luogo / immaginario
           Ora / della fiaba
           Data / 1805

                                 Una strega
                                               Hans Christian Andersen era un brutto anatroccolo.
                                               Allampanato e con un naso ingombrante. I biografi discutono
                                               se portasse il 47 o il 50 di scarpe. In ogni caso, un piede che non

                                  del paese
                                               passava inosservato.
                                               Animo delicato, femmineo, forse omosessuale. Spesso
                                               schernito e disprezzato. Vittima di una mentalità ancora

                                    le aveva
                                               arcaica e patriarcale. Soprattutto a Odense, la città di provincia
                                               dove nacque.
                                               Orfano di padre a 11 anni, vide la madre risposarsi e diventare

                                  fatto una    alcolista.
                                               Una strega del paese le aveva fatto una profezia: “un giorno, la

                                   profezia.
                                               nostra città si vestirà a festa per accogliere tuo figlio”.
                                               Ed è un aneddoto gustoso, se pensiamo che Andersen spazzò
                                               via dalle sue pagine quasi tutto l’armamentario di streghe, fate
                                               e maghi, così caro invece ai fratelli Grimm, nati vent’anni prima.
                                               Scrisse la fiaba che tutti conosciamo nel 1843. Aveva trentotto
                                               anni. Declinando la trama secondo il tema che navighiamo in
                                               questo numero - sport e disabilità - possiamo vedere il nostro
                                               anatroccolo come un atleta emarginato dalla propria squadra
                                               che trova la piena realizzazione di sé con nuovi compagni di
                                               gioco e di vita.
                                               Facile, no?

UN BRUTTO
                                               No.
                                               Da tempo la critica letteraria sottolinea la doppiezza dei suoi
                                               finali.
                                               Così, il cigno, un tempo anatroccolo, suggerisce la distanza
                                               dalla plebaglia e diventa simbolo di volontaria esclusione.

ANATROCCOLO
                                               Il “diverso” è il protagonista assoluto della sua produzione
                                               favolistica.
                                               Diversità intesa come mancanza e incapacità, volontaria o
                                               subìta, di collocarsi nel mondo.
                                               Il soldatino di stagno è “nato” senza una gamba perché fuso
                                               dopo gli altri colleghi con il materiale avanzato. Karen, la
                                               ragazzina protagonista di “scarpette rosse”, si fa amputare
                                               i piedi dal boia per liberarsi dal sortilegio. La sirenetta, per
                                               conquistare l’amore del principe, riceve una pozione dalla
                                               Strega del Mare – sì, qui la strega c’è – in cambio dona la voce e
                                               per questo le viene tagliata la lingua. E il semplice camminare su
                                               due gambe, finalmente umane, le procurerà atroci sofferenze.
                                               E la mutilazione diventa metafora di esclusione e cambiamento.
                                               Come notava Gianni Rodari, le fiabe di Andersen non
                                               rappresentano “la novelletta edificante, il raccontino
Il S.A.O. Servizio Assistenziale Occupazionale, dal 1997
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                                                                                                                                                  si occupa di persone con disabilità acquisite in età
                                                                                                                                               adulta a seguito di malattie degenerative o di traumi.
didascalico o moralistico”.                                           D’altronde Hans era abituato all’isolamento sin da giovane.
L’Esopo che conduce per mano il lettore davanti alla lavagna
della lezione esistenziale è morto.
                                                                      Quando preferiva ai propri coetanei le passeggiate e la
                                                                      solitudine dei boschi.
                                                                                                                                                         Tra le primissime esperienze in Italia
La doppiezza dei finali ci spinge a esplorare soluzioni diverse.
Pungola la nostra capacità critica.
                                                                      Quando decise, così leggiamo in uno dei suoi diari, che avrebbe
                                                                      seguito la castità. Rimase scapolo per tutta la vita. William Ury,                 ad aver realizzato un servizio diurno
Le fiabe di Andersen ebbero molto successo in Inghilterra,            autore di Getting to yes - caposaldo della letteratura negoziale
prima di conquistare il mondo. La scure del bigottismo
vittoriano, però, tagliò molte porzioni di testo. Con un verbo ad
                                                                      - ha diffuso l’espressione “andare al balcone”, cioè l’invito, nelle
                                                                      situazioni più difficili di un confronto, a fare un passo indietro
                                                                                                                                                               dedicato a queste persone.
effetto, potremmo scrivere che mutilarono le sue pagine. Ma           per vedere tutto da un’angolazione maggiormente oggettiva.

                                                                                                                                                Il S.A.O. è articolato in due centri diurni specifici del
è la verità.                                                          E’ come se Andersen, fosse andato al balcone, dimenticando di
                                                                      tornare.

                                                                                                                                                   centro polifunzionale don Calabria di Verona, in
                                                                                                                                                        convenzione con l'A.U.L.S.S. 9 scaligera.
                                                                                                                                               Chi ha un vissuto, una storia e dei valori, necessita di
                                                                                                                                               una seconda chance per reinserirsi nella società e per
                                                                                                                                                risignificare la propria esistenza e quella degli altri.

                                E’ come se Andersen,
                             fosse andato al balcone,
                             dimenticando di tornare.
Ancora. La produzione dello scrittore danese è vasta e                Solo da quella prospettiva, però, poteva nascere la magia della
diversificata. Romanzi, poesie, opere teatrali. Ma noi ne             sua immaginazione che ancora oggi - travestita - continua a                                                                                                 Sponsor
                                                                                                                                                                                                                                     Etico
conosciamo solo una parte, quella favolistica.                        incantare.
Aggiungiamo poi che le traduzioni dal danese lo hanno                 Un esempio tra molti: nella fiaba “Il soldatino di stagno”,
penalizzato.                                                          durante la notte, quando i due bambini si addormentano, i loro
Andersen introdusse uno stile innovativo, usando quelle               giocattoli prendono vita.
particelle del linguaggio parlato - di cui il danese, come il greco   Vi ricorda qualcosa? D’altronde non è proprio un caso se ben
antico, è ricco - che solo un madrelingua può apprezzare.             prima di Toy Story della Pixar, Walt Disney produsse Ugly
Esclamazioni, onomatopee al limite della scrittura per                Duckling. Anno 1939.
trasmettere anche “il sonoro” dell’immaginazione.                     Tutto grazie a Andersen: un brutto anatroccolo che per tutta la
E le critiche dei contemporanei non mancarono.                        vita ha sognato di essere un cigno.

                                                                                                                                             Via San Zeno in Monte, 23 – 37121 VERONA tel.+39 045 8052949 e-mail: sao@centrodoncalabria.it
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                                                                                                       musica
                                                                                                                Luogo / Nuova Zelanda
                                                                                                                Ora / di combattere
                                                                                                                Data / 1888
Leader: Ringa pakia!                                Batti le mani contro le cosce!
        Uma tiraha!                                 Sbuffa col petto.
        Turi whatia!                                Piega le ginocchia!
        Hope whai ake!                              Lascia che i fianchi li seguano!
        Waewae takahia kia kino!                    Pesta i piedi più forte che puoi!
Leader: Ka mate, ka mate                            È la morte, È la morte!
Squadra: Ka ora Ka ora                              È la vita, è la vita!
Leader: Ka mate, ka mate                            È la morte, È la morte!
Squadra: Ka ora Ka ora                              È la vita, è la vita!
Tutti:     Tēnei te tangata pūhuruhuru              Questo è l’uomo peloso
           Nāna i tiki mai whakawhiti te rā         è colui che ha fatto splendere il sole su di me!
           A Upane! Ka Upane!                       Ancora uno scalino, ancora uno scalino,
           Upane Kaupane                            un altro fino in alto,
           Whiti te rā!                             Il sole splende!
           Hī!                                      Alzati!

                                                                                                                CORAGGIO,
                                                                                   L’Haka è                     CE LA
Quanti di voi non hanno sgranato gli occhi di fronte alla
televisione, a quanti non sono venuti i brividi lungo la schiena
nel vedere gli All Blacks, quindici energumeni in maglia nera

                                                                                   qualcosa di
                                                                                                                POSSO
della nazionale di rugby neozelandese, mettere in atto l’Haka
Maori? Scommetto anche che c’è chi ha provato a imitarne

                                                                                   straordinario,
gesti e movenze, nascosto da occhi indiscreti.
L’Haka è qualcosa di straordinario, ha un sapore che sa di un
tempo antico, primitivo. È la danza tipica del popolo Maori,

                                                                                   ha un sapore
l’etnia originaria della Nuova Zelanda. Nasce inizialmente

                                                                                                                FARE!
come danza di guerra, eseguita dai guerrieri prima della
battaglia, per incutere timore al nemico e per esaltare la
propria forza e il proprio coraggio. Il significato più profondo
è rimasto, ma col tempo il popolo Maori ne ha affinato le
                                                                                   che sa di un
                                                                                   tempo antico,
caratteristiche, rendendo l’Haka un vero e proprio marchio
di fabbrica. Oggi, per usare le parole dello studioso Alan
Armstrong, “questa complessa danza è l’espressione

  Sofia Vela                                                                       primitivo.
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                                                                        versione Ka Mate. Più di un secolo dopo,                                                                  Common
                                                                                                                                                                                  Goods
                                                                        questa danza è dappertutto: nei college, nelle                                                                                      CG
                                                                                                                                                                                  Shopping
                                                                        università, nell’esercito. Di recente, 1700 tra                                                           Corner
                   della passione, del vigore e dell’identità           studenti, insegnanti e membri dello staff della
                   della razza. È, al suo meglio, un messaggio          scuola di Palmerston North, in Nuova Zelanda,
                   dell’anima espresso attraverso le parole e gli       l’hanno eseguito in onore del loro professore
                   atteggiamenti.”                                      di matematica ed educazione fisica Dawson                                                                 Balance Bridge            B
                   Una manifestazione di felicità e gioia, di           Tamatea, morto all’età di 55 anni. I ragazzi
                   rammarico o dolore, sicuramente di rispetto,                                                                                                                   Negotiation Room          N
                                                                        e tutti i membri della scuola superiore
                   l’Haka racconta uno stato d’animo e lo fa            neozelandese lo hanno salutato così, nel
                   usando tutto il corpo: mani, piedi, gambe, occhi,    momento in cui il carro funebre è arrivato nel
                   lingua, voce. È un po’ come nella negoziazione,      cortile della scuola per la cerimonia.
                   dove molto spesso la preparazione, prima             E, forse, ancor più emozionante è quando a
                   di sedersi al tavolo, determina il buono o il        scendere in campo è la squadra neozelandese
                   cattivo esito di un incontro. Ecco anche in          di rugby in carrozzina. Come ai primi Invictus
                   questo caso il corpo sta negoziando: con se          Games della storia, a Londra nel 2014, i giochi
                   stesso e con l’ambiente, si sta preparando ad
                   affrontare una situazione.
                                                                        riservati a squadre composte da militari o           Deck2
                                                                        membri delle forze dell’ordine feriti o mutilati

                                                                                                                             The Family
                   L’Haka è una danza spaventosa e al contempo          in servizio. Come in una sorta di inno alla
                   elegante e disciplinata. Ha degli elementi           vita, i giocatori hanno danzato di fronte agli
                   ricorrenti: Pukana, cioè gli occhi dilatati;         avversari, prima del match. Tutto secondo la
                   Whetero, la “linguaccia”, in segno di sfida (viene   tradizione.
                   fatta solo ad altri uomini); Ngangahu, simile al
                   Pukana, ma con anche l’emissione di un verso         Che sia in segno di sfida o di benvenuto, di
                   acuto e stridulo; Potete, chiusura degli occhi       esultanza o di intimidazione, questa danza è
                   in alcuni momenti della danza (fatto solo dalle      volta a incitare e dare coraggio, in primis a noi
                   donne).                                              stessi. In fondo, nel nostro piccolo, un po’ tutti
                   Era il 1888 quando una squadra di rugby di           ne abbiamo bisogno prima delle occasioni                                                                  My Next Deck              Deck 4

                                                                                                                             2
                   nativi neozelandesi, in occasione del loro           importanti. Come se fosse un modo per                                                                     The Others                Deck 3
                   primo tour fuori dalla loro patria, ha portato       buttare fuori la tensione e dire: “Coraggio, ce
                   in campo l’Haka a scopo intimidatorio, nella         la posso fare!”.                                                                                          Family                    Deck 2
                                                                                                                                                                                  Me                        Deck 1

                                                                               Questa                                                Benvenuti al /Deck 2 “The Family”.        bimbo, ma proponiamo qualche

                                                                               danza è volta                                                                                   immagine anche solo per /intuire lo
                                                                                                                                     Il ponte di Intelligere dedicato alla
                                                                                                                                     famiglia nella sua più ampia accezione    sport e la disabilità. Alessandra Colonna

                                                                               a incitare e                                          (per esempio, un /single con pesciolino
                                                                                                                                     rosso è famiglia!).
                                                                                                                                                                               condivide la storia di Santiago. Storia
                                                                                                                                                                               vera senza retorica. E poi l’impresa di una

                                                                               dare coraggio,                                        Questa volta non intervistiamo un /       ragazzina che ha ispirato /un film.

                                                                               in primis a noi
                                                                               stessi.
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                                    1 Da qualche parte nel mondo a un bambino viene detto
                                    che non può giocare perché non è in grado di camminare, o a
                                    una bambina che non può apprendere perché non vede.
                                    Ogni bambino merita un’opportunità di giocare. E tutti
                                    avranno benefici se quella bambina riuscirà a leggere, a

                   6 immagini, e
                                    studiare e a partecipare. Compiere progressi in questo
                                    senso sarà difficile. Ma i bambini non accettano limiti inutili.
                                    Non dovremmo accettarne neanche noi.

                   qualche dato,
                                    (Anthony Lake Direttore Generale, UNICEF, dall’introduzione
                                    del Rapporto Unicef 2013 Bambini e disabilità).

                   per riflettere   2 Il diritto allo sport è storicamente legato alla Dichiarazione

                   su sport
                                    universale dei diritti umani, adottato dall’Assemblea
                                    Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948 a Parigi.
                                    Ma il primo documento ufficiale in cui si parla espressamente

                   e disabilità e
                                    di “diritto allo sport” è la Carta Internazionale dello Sport e
                                    dell’Educazione Fisica dell’UNESCO, anno 1978.

                   anche per
                   ricordare
                   che se lo
                   sport
                                    DIRITTO
                   rimane un        ALLO
                   privilegio
                   non è sport.     SPORT
                                    3 Il costo per una protesi sportiva completo di piede,
                                    invaso e cuffia oscilla tra gli 8 e i 10 mila euro. Se l’accesso
                                    allo sport rimane un privilegio per pochi non è più sport.

                                    4 Provate a digitare su Google: “costo carrozzina disabili
                                    basket” e confrontate i prezzi. Le barriere non sono solo ar-
                                    chitettoniche, ma anche economiche. Senza falsi moralismi,
                                    possiamo affermare che per un disabile praticare sport è
                                    spesso molto costoso.
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                   5 Sono almeno 2,7 milioni di bambini nel
                   mondo che vivono in strutture d’assistenza;
                   ma è probabile che questi dati siano
                   soltanto la punta dell’iceberg, vista la
                   grande insufficienza nella raccolta di dati e
                   la mancanza di registrazioni accurate nella
                   maggior parte dei Paesi.
                   Le nuove stime dell’UNICEF si basano su dati
                   raccolti in 140 Paesi, in Europa orientale e
                   centrale il tasso è il più alto al mondo, con 666
                   bambini che vivono in strutture d’assistenza
                   ogni 100.000, un dato 5 volte maggiore
                   rispetto alla media mondiale di 120 bambini
                   ogni 100.000.
                   Le ricerche mostrano che alcuni dei fattori di
                   rischio principali che causano il trasferimento
                   in strutture d’assistenza dei bambini includono
                   la disgregazione del nucleo familiare, problemi
                   di salute, servizi sociali scarsi o ineguali,
                   condizioni di disabilità e povertà.
                   (fonte: Unicef, giugno 2017).

                   6 Vela per disabili:
                   È una disciplina Paralimpica, relativamente
                   giovane: compare tra gli sport dimostrativi, per
                   la prima volta, ad Atlanta 1996, per diventare a
                   tutti gli effetti disciplina da medaglia a Sydney
                   2000.
                   Questo sport è aperto ad atleti con
                   amputazioni, cerebrolesioni, cecità o disabilità
                   visiva, lesioni spinali e non solo. Il sistema di
                   classificazione nella Vela è fondato su quattro
                   parametri: stabilità , funzionalità della mano,
                   mobilità e visibilità.
                   Le classi veliche riconosciute sono tre:
                   2.4: equipaggio composto da un solo elemento;
                   SKUD: equipaggio composto da 2 elementi;
                   SONAR: equipaggio composto da 3 elementi
                   (dal sito: www.disabili.com).

                    a cura di Laura Crespi
                                                                       Boutique Hotel 5 Stelle nel Chianti
Pagina. 30 deck2                                                                                                               Pagina. 31 deck2

Luogo / non comune
                                                                                                     negotiation room
Ora / di prendere l’iniziativa
Data / oggi

NESSUNO
FERMERÀ
SANTIAGO
Ho una carissima amica nella cui vita è entrata   Che cosa hanno in comune queste tre storie?
con irruenza inaspettata la malattia.             La reazione di chi ne è protagonista.
Quella di un figlio, il che rende l’invasione     Non ho nessuna intenzione di dipingerli come
ancora più dolorosa, ammesso esistano dei         fossero eroi: sarebbero i primi a non sentirsi
ranking.                                          tali.
Ma non basta: una malattia rara, che impedisce    Avevano molte scelte da compiere. Disperarsi.
al cervello di ricevere glucosio.                 Lo hanno probabilmente fatto, e non ci
Rara vuol dire non solo che le probabilità        sarebbe nulla di male se capitasse ancora.
di contrarla sono pari a quelle di vincere        Piangersi addosso e prendersela, con non si sa
al Superenalotto, ma vuol dire anche non          chi, per l’accaduto.
studiata.                                         Potevano chiudersi, inaridirsi, gelare i loro
I miei cugini hanno una figlia affetta da una     cuori, considerare il loro vissuto un unicum che
malattia che è addirittura senza nome. Non si     dà diritto all’egoismo.
sa da che cosa sia provocata. Si traduce nel      Avrebbero potuto cedere, ma facendolo si

                                                                                                     Hanno fatto un’altra
fatto che vescica e intestino di una bambina di   sarebbe privati da subito dell’ossigeno della
sette anni non funzionano.                        speranza.
Santiago Fretes, ospite lo scorso anno al         Hanno fatto un’altra scelta. E scegliere in
nostro evento corporate dedicato al tema del
Coraggio, non ha una gamba da quanto è nato.
                                                  questi frangenti non è cosa da poco, è molto
                                                  più facile subire. Hanno negoziato con la
                                                                                                     scelta. E scegliere, in
                                                                                                     questi frangenti, non
Gioca a pallone, scia e ti scruta vivace con i    malattia, che avrebbe voluto imporsi. Glielo
suoi grandi occhi saggi, tanto che ti ci perdi    hanno impedito.
dentro.

                                                                                                     è cosa da poco
Pagina. 32 deck2                                                                                                                                                                                                              Pagina. 33 deck2

                           Alessandra Colonna | bridgepartners.it                                                                            cinema                                                         In Italia, oltre
                                                                                                                                                                                                            all’invalidità
                           Classe 1967, torinese di nascita,
                           milanese di adozione,
                           3 figlie, una laurea in Giurisprudenza.

                           Dal 2005 Alessandra Colonna è Managing
                           Partner di Bridge Partners®.                 Hanno preso l’iniziativa, guardato in faccia la malattia e le                                                                       fisica,deve
                                                                                                                                                                                                            affrontare
                           Esperta di negoziazione, comunicazione       hanno fatto una proposta: tu mi hai già preso tanto, adesso ti
                           e business writing, ha scritto “Il Manager   dico che cosa mi ri-prendo io.
                           della Negoziazione”, a lungo nella top ten
                                                                        E intanto, come prima cosa, si sono presi il coraggio e ne

                                                                                                                                                                                                            anche la
                           di Amazon nella sezione Economia, Affari
                           e Finanza.                                   hanno sparso intorno a loro. Sono diventati, senza volerlo,
                           Consulente aziendale e formatore,            degli esempi di vita per chi divide con loro la quotidianità.
                           collabora con prestigiose testate di
                                                                        Poi si sono presi la determinazione, la caparbietà, la costanza:

                                                                                                                                                                                                            discriminazione
                           management e insegna in diversi master
                           universitari.                                doti che solo i grandi hanno. Si sono fatti più virtuosi di quanto
                                                                        già non fossero.
                                                                        E infine si son presi il loro cuore, non il muscolo, ma il cuore
                                                                        che sparge il fuoco delle emozioni e gli hanno fatto un bel
Hanno analizzato i loro bisogni e hanno iniziato passo dopo             discorsetto. Non mi fregherai mai: ti terrò qui, mai soffocato
passo a impegnarsi per ottenere dalla vita, con le loro risorse,        e sempre acceso, ma non ti permetterò di togliermi quella
in tutto o in parte - che è sempre meglio di zero -, quello che la      lucidità necessaria per condurre la mia battaglia.

                                                                                                                                             LA NUOTATRICE
vita sembrerebbe aver tolto loro.                                       La mia amica ha lasciato il suo lavoro e oggi collabora con
Hanno fatto quello che i negoziatori capaci fanno. Inutile              Telethon.
discutere sui principi. Inutile prendersela con la sorte. Inutile       Mia cugina, bancaria, insegna al personale del Bambin Gesù
la polemica e la lamentela.                                             come trattare malati con situazioni simili e come fare al
Negoziare, anche solo per migliorare di poco la propria                 meglio alcune operazioni di cui tralascio i dettagli.

                                                                                                                                             SENZA AGGETTIVI
situazione, è meglio che non negoziare affatto.                         Santiago sorride alla vita e niente e nessuno lo fermerà mai.

                                                                                      Tu mi hai
                                                                                      già preso                                              Sarahsarà è un film del 1994 diretto da Renzo Martinelli.                Luogo / acqua

                                                                                      tanto,
                                                                                                                                             Liberamente ispirato alla storia di Sarah Gadalla Gubara, una            Ora / del riscatto
                                                                                                                                             ragazzina sudanese che nel 1974, a 14 anni, si piazzò al quarto          Data / 1974
                                                                                                                                             posto, ma prima tra le donne, alla maratona di nuoto Capri-

                                                                                      adesso
                                                                                                                                             Napoli.
                                                                                                                                             La recensione critica di Segnocinema bacchetta la pellicola
                                                                                                                                             così: “Una versione edificante e patinata, con più di un

                                                                                      ti dico che                                            sospetto di insincerità”.
                                                                                                                                             La nostra umile opinione rimane sempre la stessa: la

                                                                                      cosa mi
                                                                                                                                             trasposizione cinematografica di fatti realmente accaduti
                                                                                                                                             non ha gli obblighi della storiografia. La narrazione è libera di
                                                                                                                                             fluire tra gli argini dell’arte.

                                                                                      ri-prendo io.
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                                                                                                                                                                                   Common

                   Lo sport diventa
Stefania Restri                                                                                                                                                                    Goods
                                                                                                                                                                                                             CG
                                                                                                                                                                                   Shopping
                                                                                                                                                                                   Corner

                   strumento per
                   un riscatto personale
                                                                                                                                                                                   Balance Bridge            B
                                                                                                                                                                                   Negotiation Room          N

                   e sociale
                   Può dunque essere oggetto di critica quanto         alcuni malviventi, la ragazzina porta a termine
                   un’opera abbia tracimato l’alveo, non la sua
                   aderenza alla cronaca.
                                                                       l’impresa, arrivando seconda, tra le ovazioni
                                                                       della folla e il rispetto dei giudici sportivi.   Deck3

                                                                                                                         The Others
                   E, a proposito di narrazione, segnaliamo            Se guardiamo alla cronaca, le differenze sono
                   che Sarahsarà ha avuto una supervisione             molte: Namibia, e non Sudan. Secondo posto
                   d’eccellenza: il Premio Nobel per la Letteratura    e non quarto… ma non vogliamo stilare un
                   – anno 1991 – Nadine Gordimer.                      elenco davvero sterile.
                   Ecco la trama in estrema sintesi.                   In relazione alla protagonista del film, che
                   Sarah è una bambina che proviene dalla              vive in Italia, Sarah Gadalla Gubara ha vissuto
                   Namibia. Per una maldestra iniezione subìta         in Sudan. E il solo nome di questa terra evoca
                   quando era piccola, è rimasta zoppa in modo         atrocità e sofferenze. Non deve essere stato
                   permanente.                                         facile crescere, donna, in un paese che ha
                   In Italia, oltre all’invalidità fisica, deve        sempre proposto una rigida professione
                   affrontare anche la discriminazione per il          dell’Islam. Anche in questo caso, però, la
                                                                                                                                                                                   My Next Deck              Deck 4

                                                                                                                         3
                   colore della pelle.                                 nostra distinzione è vittima di una distorta
                   Solo in acqua Sarah trova forza ed equilibrio. E    percezione. Pure in alcune parti d’Italia, non                                                              The Others                Deck 3
                   per questo, con tenacia e disciplina, si dedica     deve essere stato semplice avere quattordici                                                                Family                    Deck 2
                   al nuoto. Lo sport diventa strumento per un         anni nel 1974. Ma il discorso ci porterebbe                                                                 Me                        Deck 1
                   riscatto personale e sociale.                       lontano: fino a una giurisprudenza, frutto
                   Grazie all’attenzione di Gershe, un allenatore      di logori abiti mentali, che prevedeva pena
                   sospeso tra alcol e fallimento, Sarah riesce        attenuate per i delitti d’onore.
                   a prepararsi e a partecipare alla maratona          Rimaniamo al tema di questo numero. Realtà o
                   Capri-Napoli.                                       finzione cinematografica, la forza dello sport
                   Clandestinamente,         però.     L’insensibile   eleva l’essere umano e include.
                   comitato organizzativo, infatti, non la ritiene     Sarahsarà non è la storia di una nuotatrice
                   idonea per la prova. Nonostante le correnti         disabile.
                   contrarie della vita, il padre viene ucciso da      Ma di una nuotatrice e basta.                             Benvenuti al /Deck 3 “The Others”.             che i ragazzi e le ragazze con disabilità vincono
                                                                                                                                 Il ponte di Intelligere dedicato al rapporto   la /paura in base alla persona che hanno
                                                                                                                                 con gli altri: conoscenti e /sconosciuti.      accanto. E la storia delle /barriere? Quelle
                                                                                                                                 Matteo Taverna è un allenatore e ci spiega     più insormontabili sono le /“archiumane”.
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                                         I genitori non     intervista
                                         vedono i propri
Luogo/ in campo
Ora/di giocare                           figli come         Non ci sono regole o segreti per lavorare con i bambini con
                                                            disabilità. Certo, qualche accortezza è bene prenderla, ma la
                                                                                                                               il potere di fare andare tutto liscio, se vede che di te si può
                                                                                                                               fidare. Poi è molto importante che, oltre alle cose buone, gli

                                         bambini con
Data/dall’estate della terza superiore                      cosa fondamentale è una e una sola: la fiducia. Con i ragazzi      si comunichino anche gli aspetti negativi della giornata. La
                                                            ma soprattutto con i genitori. Matteo Taverna ce ne parla. La      condizione dei bambini non riguarda l’umore, ma una costante
                                                            sua prima esperienza di allenatore di bimbi con disabilità è       che si portano sempre dietro. E vanno messi dei paletti a

                                         disabilità, ma
                                                            stata nell’estate della terza superiore, faceva volontariato in    questa condizione, perché troppo spesso gli stessi genitori
                                                            un camp estivo.                                                    tendono a giustificare alcuni atteggiamenti dei loro figli con
                                                                                                                               la loro disabilità.

                                         come il bene più
                                                            Qual è l’approccio da tenere nei confronti dei bambini con
                                                            disabilità e dei loro genitori?                                    In secondo luogo, con i ragazzi disabili far finta che non ci sia
                                                            Fondamentale è avere un approccio non giudicante. Per              una problematica è sbagliato: non si può pensare di avere lo

                                         prezioso che
                                                            esempio alcuni ragazzi con punte di autismo non hanno freni        stesso atteggiamento e di comunicare nello stesso modo
                                                            o filtri. Considera che loro non vengono mai da soli, ma li        con i ragazzi normodotati e con quelli con qualsiasi tipo di
                                                            accompagna il genitore che si aspetta che li tratti con pazienza   disabilità. Allo stesso tempo questa cosa non deve creare un

                                         hanno.             e comprensione di quelle che possono essere le difficoltà          solco. Conta molto la sensibilità personale. Io sono fortunato
                                                            nell’avere a che fare con il proprio figlio. Non dimentichiamo     perché mio padre lavora in una cooperativa di ragazzi disabili
                                                            che i genitori non vedono i propri figli come bambini con          e fin da piccolo sono sempre stato a contatto con questo
                                                            disabilità, ma come il bene più prezioso che hanno. La prima       mondo.
                                                            impressione positiva, quindi, va data al genitore, perché ha       In ogni caso, prima di avere a che fare con dei ragazzi con
                                                                                                                               disabilità, bisogna sapere esattamente tutto di chi si ha
                                                                                                                               davanti. Si ha una base, che è la disabilità, che va a mischiarsi
                                                                                                                               con la personalità. Sono tutti diversi tra loro nonostante

BUTTATI CHE
                                                                                                                               abbiano magari la stessa sindrome.
                                                                                                                               In cosa consistevano gli allenamenti?
                                                                                                                               Innanzitutto li dividevamo in base alla fascia di età e poi spesso
                                                                                                                               giocavano con i bambini normodotati. La cosa fondamentale
                                                                                                                               era differenziare gli obiettivi: davo loro dei micro obiettivi, che

È MORBIDO!
                                                                                                                               stimolavano il senso di sfida. Non tutti i normodotati hanno
                                                                                                                               sensibilità, anzi, per molti di loro, il ragazzo con disabilità è da
                                                                                                                               gestire, ma non lo fanno con cattiveria, semplicemente non
                                                                                                                               sanno come affrontare la diversità. L’obiettivo di chi lavora
                                                                                                                               con i bambini con disabilità è quello di dar loro, poco per volta,
                                                                                                                               l’entusiasmo di dire “Mamma, sai che oggi anch’io ho corso?”. I
                                                                                                                               ragazzi disabili e non, non devono essere separati, ma devono
                                                                                                                               giocare nello stesso posto facendo qualcosa di simile. Ora sta
                                                                                                                               andando tantissimo il baskin, che è basket integrato, si gioca
                                                                                                                               a ruoli in cinque contro cinque, e ci sono quattro canestri, due
                                                                                                                               fissati agli estremi del campo e due agli estremi laterali della
                                                                                                                               metà campo e tutti partecipano attivamente all’ammontare
                                                                                                                               dei punti. Mi è capitato di lavorare in un camp di una squadra
                                                                                                                               professionistica a Cernusco, ero lì con i miei ragazzi con
                                                                                                                               disabilità. Ho proposto di fare qualcosa insieme ai ragazzi
                                                                                                                               normodotati e ci siamo inventati il “calcio integrato”, sulla scia
                                                                                                                               del baskin. È stato un esperimento ma ha riscosso un enorme

                                                                                                                                Cecilia Dardana
Pagina. 38 deck3
                                                                                                                                           Digital Workplace                                                                                                   SERVE

                                                                                                                                                                                                                                                                     R
                                                                                                                                           Per grandi aziende e PMI                                                                                        A

                                                                                                                                                                                                                                                          IT
successo. Tanto che i Mister della squadra di normodotati a         Quali caratteristiche deve avere un allenatore?                                                                                                                                            LIA N O
pranzo ci hanno regalato un loro pallone con la data e le firme     Prima di tutto deve conoscere la disabilità dei suoi bambini ma
di tutti i bambini. È nato come un esperimento ma si può            soprattutto deve trattarli come se fossero dei normodotati.
                                                                                                                                                                                                 rmazion
replicare. Vedo a scuola che le classi con casistiche particolari
sviluppano una sensibilità a livello empatico e collaborativo
                                                                    Se c’è da bacchettare, si bacchetta; se c’è da dire bravo, si dice
                                                                    bravo. Il fatto di avere una condizione di disabilità non è una
                                                                                                                                                                                               Fo

                                                                                                                                                                                                                                e
molto maggiore di quelle senza casi particolari.                    scusa. L’integrazione è bilaterale: non solo il normodotato
I rapporti tra i bambini come sono?                                 si integra con chi ha disabilità, ma anche chi ha disabilità si
Prima di poter introdurre un bimbo nuovo con disabilità,            deve integrare con i bisogni del normodotato. Il complimento
bisogna preparare psicologicamente anche i bambini                  ad alta voce, la critica costruttiva nell’orecchio (per alcuni
normodotati – i disabili già lo fanno – e anche i Mister,           sentire il proprio nome ad alta voce accostato a una cosa
spiegando loro che i bambini che vengono a giocare con loro         negativa è devastante a livello di autostima). Poi non bisogna

                                                                                                                                                 nza
non hanno dei deficit e di non chiamarli disabili – perché poi      usare il condizionale ma l’indicativo futuro alla seconda
si chiamano bambini con disabilità, il “con” aggiunge – ma          persona plurale, quindi “noi faremo”. Così dai l’immediatezza
                                                                                                                                              ule
di usare il loro nome e farli sentire parte del gruppo. Poi         di quello che si concretizzerà in futuro, il condizionale è come
                                                                                                                                                                                                                                            Smar

                                                                                                                                         Cons
subentra anche la sensibilità del Mister o dell’educatore che       guardare l’orizzonte, lontanissimo. La sicurezza è una cosa
                                                                    che va costruita un mattoncino alla volta.
                                                                                                                                                                                                                                                t
dà certe regole per stimolare la collaborazione.

                                                                                                                                                                                                                                                wo
I bambini con disabilità, anche se hanno disabilità diverse,        Com’è il rapporto tra allenatore, ragazzi e genitori, quando

                                                                                                                                                                                                                                                  rking
si riconoscono e a me è capitato che si trovassero anche            il camp finisce?
                                                                                                                                                                                                        A Z I ONE
                                                                                                                                                                                                   RM
bene tra loro. Certo, l’educatore aiuta questo processo,            Dipende. C’è la famiglia che preferisce che ci sia uno stacco

                                                                                                                                                                                              FO
proponendo il dialogo ma non fa il baby sitter. Poi come non        perché si vogliono “godere” o coccolare loro figlio; e c’è                                                                                                        ING
                                                                                                                                                                                                                                ORK
tutti i normodotati vanno d’accordo, non tutte le persone con       la famiglia che ogni tanto mi propone di andare a cena da                                                                                       SMA
                                                                                                                                                                                                                          RTW

disabilità vanno d’accordo. Una delle cose più belle – perché       loro. Per quanto riguarda il bambino dipende molto dalla                                                         COM
                                                                                                                                                                                         MUN
                                                                                                                                                                                             ITY

ce ne sono tante – è che tra di loro le barriere si azzerano. I     problematica che ha, ma anche dal rapporto che si crea, come
ragazzi disabili sanno di avere questa situazione, mentre           con qualsiasi altra persona.
al normodotato bisogna far capire che non tutti hanno

                                                                                                                                                                                                                                               Corsi di
                                                                    Cosa ne penseresti di un progetto che porta i ragazzi disabili
la sua stessa fortuna, che non tutti possono camminare              a sciare?
serenamente come lui. Oppure si adatta il lavoro di tutti
                                                                    La mia domanda è: perché non l’hanno ancora fatto? I ragazzi

                                                                                                                                                                                                                                               formazione
sul bambino con disabilità: una volta stavamo facendo una
                                                                    con disabilità vincono la paura in base alla persona che hanno
lezione sui salti e un bambino in sedia a rotelle, che quindi non
                                                                    accanto. Prima di proporre questa attività, è necessario
cammina, si è seduto per terra a gambe incrociate e saltava

                                                                                                                                                                                                                                               vendita
                                                                    assicurarsi che ci sia fiducia, empatia. Se loro si fidano di te,
spingendosi sulle braccia. Allora ho fatto fare la stessa cosa
                                                                    li porti ovunque.
a tutta la classe. Si cerca di fare immedesimare e integrare.

                                                                                                                                                                                                                                               e manageriale
Bisogna fare capire al normodotato che non è una cosa strana
ma che ci si arricchisce.
                                                                               I ragazzi con
                                                                               disabilità
                                                                               vincono la
                                                                                                                                           Co
                                                                                                                                                m
                                                                               paura in base                                                        m u n it y

                                                                               alla persona                                                              O
                                                                                                                                                             RMA Z I ON

                                                                                                                                                                      E
                                                                                                                                                     F
                                                                               che hanno
                                                                               accanto.
                                                                                                                                         COMMUNITY                        SMARTWORKING

                                                                                                                                         Teveco Cloud e Mobile
                                                                                                                                         www.teveco.it
                                                                                                                                         info@tecnichedivendita.com
                                                                                                                                         Tel. +39 02.9370907
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                                                                                                   negotiation room

                                                                                                                 Luogo / Azienda
                                                                                                                 Ora / di fare squadra
                                                                                                                 Data / del campionato

NEGOZIAZIONE:                                                                                                    Le vittorie
LIBERI BATTITORI                                                                                                 arrivano
                                                                                                                 quando il
O GIOCO DI                                                                                                       pensiero si
                                                                                                                 sposta
SQUADRA?                                                                                                         dall’Io al Noi
                                                                                                                 Facciamo un esempio. Immaginiamo una riunione aziendale.
                                                                                                                 Al tavolo il direttore commerciale, la direttrice marketing, la
                                                                                                                 direttrice finanziaria e il capo del post vendita.
Pensiamo ad uno sport di squadra come il          Siamo certi che negoziare sia un comporta-                     Tutti devono rispondere alla stessa domanda: come sono
basket. Ogni giocatore ha un ruolo ben definito   mento individuale e non anche un comporta-                     andate le vendite dell’ultimo semestre?
e una sua identità, ma per dare il meglio deve    mento di team e più ampiamente organizza-                      Il direttore commerciale non ha dubbi: sono andate bene. Ha
imparare a fondersi: pensare, agire e muoversi    tivo?                                                          registrato un incremento del fatturato del 7% e il 3% in più di
nella e per la squadra.                           Forse siamo propensi a viverla più come                        nuovi di clienti.
Le vittorie arrivano quando il pensiero si        una skill individuale che di squadra perché                    La direttrice marketing non è della stessa opinione. Il market
sposta dall’Io al Noi.                            spesso in azienda non si fanno tre semplici ma                 share di tre prodotti su quattro infatti non è in linea con gli
Ingredienti quali chiarezza sugli obiettivi,      indispensabili cose:                                           obiettivi.
fiducia nella strategia, condivisione di un       1) definire i criteri di successo negoziale in                 Interviene la direttrice finanziaria che lamenta una riduzione
metodo sono determinanti per generare                modo chiaro, coerente e condiviso rispetto                  significativa dei margini.
senso di appartenenza e risultati condivisi.         a un lasso temporale;                                       E, infine, il capo del post vendita annuncia un aumento dei resi
Se vi dicessi che lo stesso vale per la           2) chiarire le priorità tra questi criteri;                    del 9% rispetto al semestre precedente.
negoziazione e le aziende?                        3) definire sistemi premianti coerenti.                        Quindi, come vanno le vendite?
                                                                                                                 Qual era l’obiettivo negoziale prioritario dell’azienda?
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                                                                         Alessandra Colonna | bridgepartners.it
I fatturati, i margini, il market share, la soddisfazione dei            Classe 1967, torinese di nascita,
clienti?                                                                 milanese di adozione,
                                                                         3 figlie, una laurea in Giurisprudenza.
L’assenza di una chiara strategia negoziale organizzativa ha
una conseguenza immediata: una sorta di “schizofrenia” che
provoca inefficienza gestionale, conflitti interni, senso di             Dal 2005 Alessandra Colonna è Managing
                                                                         Partner di Bridge Partners®.
smarrimento e demotivazione.
                                                                         Esperta di negoziazione, comunicazione
Da squadra a solisti, ognuno per sé.                                     e business writing, ha scritto “Il Manager
Vi sembra una situazione familiare?                                      della Negoziazione”, a lungo nella top ten
                                                                         di Amazon nella sezione Economia, Affari
Ritornando al basket, che cosa accadrebbe alla nostra                    e Finanza.
ipotetica squadra se obiettivi, tempi e modus operandi non               Consulente aziendale e formatore,
fossero chiari e univoci?                                                collabora con prestigiose testate di
E se i giocatori non avessero le capacità per fare tutto questo          management e insegna in diversi master
                                                                         universitari.
e non le allenassero con costanza?
Gli atleti, anche i più determinati, seguirebbero solo la propria

                                                                                                                      storie bruciate
ambizione trasformandosi in liberi battitori. I meno autonomi

                                                                    Cosa
finirebbero per subire, o abbandonare addirittura il campo. In
mezzo un limbo improduttivo di risultati.

                                                                    accadrebbe
Introdurre nelle organizzazioni un comportamento negoziale
coerente è utile per generare accordi di reale valore in tempi
accettabili, brand reputation e un sano patrimonio relazionale.

                                                                    alla squadra
Tutto questo si può ottenere grazie a una leadership
ben orientata in tal senso, figlia di una altrettanto forte
consapevolezza.

                                                                    se obiettivi,
                                                                    tempi e modus
                                                                    operandi non
                                                                    fossero chiari                                    Ogni brand

                                                                    e univoci?
                                                                                                                      possiede una storia propria. Unica.
                                                                                                                      Esistono storie meravigliose
                                                                                                                      che vengono cucinate in malo modo.
                                                                                                                      Noi ti mettiamo a disposizione
                                                                                                                      uno chef stellato: l’architeller.
                                                                                                                      Un professionista della narrazione
                                                                                                                      al servizio della tua azienda.
                                                                                                                      Dal racconto al romanzo. Per la carta o il web.
                                                                                                                      Richiedi la brochure. Mettici alla prova!

                                                                                                                      Contatti:
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