COMUNE DI RUSSI Martedì, 22 gennaio 2019
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COMUNE DI RUSSI Martedì, 22 gennaio 2019 Prime Pagine 22/01/2019 Prima Pagina Corriere di Romagna (ed. Ravenna) 1 22/01/2019 Prima Pagina Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) 2 Infrastrutture, viabilità, trasporti 22/01/2019 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Pagina 39 Treno si dimentica di fermarsi in stazione poi fa retromarcia 3 Politica locale 21/01/2019 Ravenna Today Semafori, discariche abusive e mercato coperto: si riunisce il consiglio 5 Pubblica Amministrazione ed Enti Locali 22/01/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 4 Marco Mobili Marco Rogari «Il Tfs porta agli statali 12 miliardi, 5 nel 2019: spinta al Pil... 7 22/01/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 4 M. Mo.M. Rog. Riscatto laurea tra gli ultimi nodi per i conti 9 22/01/2019 Il Sole 24 Ore Pagina 25 Marco Panzarella Una rete per il controllo di vicinato 10 22/01/2019 Italia Oggi Pagina 8 GAETANO COSTA Un tesoro nucleare per i comuni 12 22/01/2019 Italia Oggi Pagina 32 FRANCESCO CERISANO Non profit, Ires al 12% 14 22/01/2019 Italia Oggi Pagina 34 DANIELE CIRIOLI Sconto fiscale sulla buonuscita 16 22/01/2019 Italia Oggi Pagina 37 Al lavoro sul nuovo patto 18 22/01/2019 Italia Oggi Pagina 40 FRANCESCA DE NARDI Trattenimento in servizio, il no del Miur... 21
22 gennaio 2019 Corriere di Romagna (ed. Ravenna) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 1
22 gennaio 2019 Il Resto del Carlino (ed. Ravenna) Prima Pagina Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 2
22 gennaio 2019 Pagina 39 Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) Infrastrutture, viabilità, trasporti Treno si dimentica di fermarsi in stazione poi fa retromarcia Il Frecciabianca passa ma non si arresta: è costretto a tornare indietro per caricare i pendolari in attesa FAENZA Ancora una fermata "saltata". Stavolta è successo alla stazione di Faenza. Viaggiatori sotto la pensilina inattesa, display che indicano la partenza, annuncio dell' altoparlante «è in arrivo sul terzo binario...», ma poi il treno passa e non si ferma. Ieri mattina a lasciare di stucco i pendolari faentini è stato il Frecciabianca 8804 Ancona - Milano delle 7.47. Chi lo doveva prendere non voleva crederci, e anche chi doveva scendere. Si è cercato di rimediare all' ultimo istante, ma il convoglio è arrivato lungo: si è fermato oltre la stazione. Le testimonianze La "notizia" si è diffusa sui social in diretta, con buone dosi di ironia, raccontata da chi era presente. Maria Teresa: «Simpatico siparietto stamattina, Frecciabianca salta la fermata e fa marcia in dietro». Sì, perché dopo l' arresto fuori stazione il treno è rimasto fermo almeno cinque/sei minuti, poi è retrocesso a caricare i dimenticati. «Alla fine siamo ripartiti con 20 minuti di ritardo e arrivati a Bologna, mezzora dopo il previsto. Si sono scusati per il disagio» recita un altro commento. Per retrocedere il Frecciabiancaha dovuto attendere le autorizzazioni dalla dirigenza centrale operativa: avere cioè la certezza che non vi fossero treni dietro. Infatti a quell' ora la linea è satura e in stazione a Faenza è arrivato il regionale 11524 sul quale sono saliti molti che avevano intenzione di prendere il Frecciabianca. Sara: «Anch' io sono salita sul l' 11524: senza annunci non sapevamo cosa fare». Sui social c' è anche chi si intende di ferrovie e arriva un tentativo dila spiegazione. Riccardo: «I treni per evitare perdite di tempo viaggiano con i segnali sempre verdi, diventano rossi solo quando si superano per proteggere la sezione occupata, spetta al macchinista ricordarsi che il suo treno ha la fermata. Ora, tenuto conto che a Faenza non tutte le Frecce fermano, può capitare una distrazione: solo chi non fa nulla non sbaglia. Non vi è comunque stato pericolo per la sicurezza». Il comitato dei pendolari L' occasione èbuona per rincarare le critiche sul servizio offerto in generale. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 3
21 gennaio 2019 Ravenna Today Politica locale Semafori, discariche abusive e mercato coperto: si riunisce il consiglio Il programma è lo stesso della precedente seduta, rinviata per consentire l' espletamento prioritario degli impegni di sindaco e giunta a causa del terremoto del 15 gennaio 1 Lista per Ravenna: "Il comune inciampa sul degrado da radici" 2 Ancisi: "Porto infangato, la battaglia vincente di Lista per Ravenna" 3 Lugo, il candidato Solaroli: "Dal Pd nessuna parola contro chi delinque" 4 Riqualificazione dei giardini Speyer, Tritto (FI): "Interventi tempestivi avrebbero fatto risparmiare" Martedì 22 gennaio alle 16 si riunisce il consiglio comunale, visibile anche attraverso internet in diretta streaming sul sito del Comune e sulla pagina Facebook Comune di Ravenna. Il programma è lo stesso della precedente seduta, rinviata per consentire l' espletamento prioritario degli impegni di sindaco e giunta a causa del terremoto del 15 gennaio. A inizio seduta la presidente Livia Molducci indicherà l' elenco delle interrogazioni che non hanno ricevuto risposta nei termini. A seguire l' assessora Valentina Morigi darà comunicazione delle delibere di giunta ex art. 175, c. 5 ter, del Tuel e art. 11, comma 2, regolamento di contabilità. 2° semestre 2018. Successivamente saranno trattati i seguenti question time: "Discarica abusiva di rifiuti sotto l' incontrollato ponte Grattacoppa" presentato da Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna), "Sull' urgenza di eseguire, da parte di Anas, la linea di mezzaria e la linea longitudinale di demarcazione della carreggiata di via Trieste" presentato da Veronica Verlicchi (La Pigna), "Sirio red semaforo via Berlinguer: come verrà gestito il traffico scolastico?" presentato da Samantha Tardi (CambiRà), "Se l' Autorità portuale viene considerata 'impresa commerciale' dalla Commissione europea ci sono i soldi del progettone?" presentato da Massimo Manzoli (Ravenna in comune), "Cme, Coop Alleanza e Comune di Ravenna: quali garanzie sui tempi di riapertura del mercato coperto?" presentato da Alberto Ancarani (Forza Italia). L' assessore Gianandrea Baroncini risponderà alle interrogazioni di Daniele Perini (Ama Ravenna) su: "Decreto di Genova: un attentato alla salute dei campi e uno schiaffo alla nostra comunità" e di Marco Maiolini ed Emanuele Panizza (Gruppo misto) su "Effetti della centrale biomasse di Russi a Ravenna". L' assessore Giacomo Costantini risponderà alle seguenti interrogazioni: "Richiesta valutazione turistica seguendo il Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 5
22 gennaio 2019 Pagina 4 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali INTERVISTAMassimo Garavaglia . Il sottosegretario leghista al Mefspiega l' impatto dell' operazione sull' anticipo «Il Tfs porta agli statali 12 miliardi, 5 nel 2019: spinta al Pil dello 0,2%» ROMA «Uno stimolo all' economia pari a più di 0,2 punti di Pil nel 2019» che si va ad aggiungere «agli effetti pro-crescita della manovra». È il sottosegretario leghista, e viceministro di fatto, dell' Economia, Massimo Garavaglia, a spiegare l' impatto dell' operazione sull' anticipo, con prestito bancario, fino a 30mila euro delle liquidazioni (Tfs) degli statali «per tutti i pensionamenti» nel pubblico impiego, che rappresenta uno dei pilastri del decreto varato dal Governo. Un capitolo quello delle pensioni che vale ora 4,6 miliardi per il 2019: ai 3,9 miliardi destinati a «quota 100» si sono aggiunti altri 800 milioni per altre misure: proroga di Ape socia e Opzione donna e interventi per i "precoci". Sul Tfs «abbiamo messo a punto un meccanismo che possa immettere liquidità per quasi 5 miliardi già nel 2019», sottolinea Garavaglia nello svelare i numeri nascosti del provvedimento. «Tale importo arriva a quasi 12 miliardi di euro nel triennio 2019-2021», aggiunge. «Siamo partiti da un obiettivo: i dipendenti pubblici hanno subito una grossa penalizzazione dalle misure introdotte dai governi precedenti, compresa la legge Fornero. Era necessario - afferma - trovare una soluzione da affiancare alla possibilità di accedere alla pensione con "quota 100" e abbiamo pensato che sarebbe stato giusto mitigare il differimento del Tfs, mettendo nelle tasche degli italiani una cifra ragionevole pari a 30mila euro». Con questo intervento, tra l' altro, il Governo conta di uscire dall' angolo in cui rischiava di trovarsi con un' eventuale pronuncia sfavorevole della Consulta sulle liquidazioni degli statali. A chi gli fa notare che con il tetto a 30mila euro solo una fetta minoritaria di statali sarebbe interessata dal meccanismo dell' anticipo con prestito bancario, Garavaglia risponde sempre facendo leva sui numeri: «Secondo i dati Inps l' importo medio pro-capite di Tfs è di circa 76 mila euro. Pertanto, i 30mila euro rappresentano circa il 40% dell' ammontare complessivamente spettante». Una soglia destinata a salire durante il cammino parlamentare del decreto: «stiamo già studiando il modo per aumentare l' importo dell' anticipo del Tfs da erogare sempre in una logica di sostenibilità per il sistema bancario». L' intervento è stato messo a punto anche attraverso «un' interlocuzione continua» con l' Abi. «Siamo riusciti a negoziare con l' Associazione bancaria italiana, che ringrazio per la collaborazione - sottolinea Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 7
22 gennaio 2019 Pagina 4 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali RELAZIONE TECNICA E RITOCCHI al decreto legge Riscatto laurea tra gli ultimi nodi per i conti roma Una quadratura del cerchio non facile da trovare. È sullo scoglio coperture che ha rallentato la sua corsa il maxi-decreto su pensioni e reddito di cittadinanza. Che tra oggi e domani dovrebbe essere pubblicato sulla «Gazzetta ufficiale» dopo aver ricevuto il visto della Ragioneria e il sigillo del Capo dello Stato. Anche ieri i tecnici hanno proseguito con il lavoro di limatura. Sciolto il nodo dell' anticipo del Tfs sugli statali si è presentato quello del riscatto della laurea. Il decreto, al momento, concede questa possibilità agli «under 45» non chiarendo se le annualità recuperate (fino a un massimo di 5) possono concorrere anche al calcolo dell' importo dell' assegno oltre che "dell' anzianità" maturata. Con il trascorrere delle ore è salita la spinta per eliminare (o alzare) la soglia dei 45 anni e per rendere automatico e sicuro il concorso del riscatto (sul versante dei contributi versati) sull' ammontare del trattamento. Tanto che i tecnici avrebbero valutato delle correzioni in extremis quanto meno per la parte relativa alla ricaduta del riscatto sul valore dell' assegno da erogare. Che, anche nel caso in cui restasse fuori dalla versione finale del Dl, verrà recuperata durante l' iter parlamentare del testo (si parte dal Senato) insieme ai ritocchi su tetto di età, innalzamento della soglia del Tfs da anticipare con il prestito bancario e sulla dote per gli assegni di disabilità. © RIPRODUZIONE RISERVATA. M. Mo.M. Rog. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 9
22 gennaio 2019 Pagina 25 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione ed Enti Locali SICUREZZA PARTECIPATA Una rete per il controllo di vicinato L' Ancdv organizza gruppi di cittadini per l' allerta in caso di situazioni anomale Una rete che nelle intenzioni è slegata da partiti e fazioni politiche, composta da volontari provenienti da ambienti e professioni differenti, riuniti da un obiettivo condiviso: lavorare insieme per la comunità e g a r a n t i r e l a "sicurezza partecipata". L' Associazione nazionale controllo di vicinato (Ancdv, sul web www.ancdv.it) è nata nel maggio del 2018 sulla scia di esperienze simili sperimentate in passato negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei. Lo scopo è supportare le amministrazioni locali, l e a s s o c i a z i o n i e i privati cittadini attraverso incontri che informino sulla prevenzione passiva. Quasi immediato il rimando alle note "ronde di cittadini", ma stavolta c' è una struttura complessa, che può contare su una sede centrale a Roma e referenti presenti su tutto il territorio nazionale. Inoltre, l' Associazione organizza con cadenza annuale un congresso nazionale aperto ai soci, che ne finanziano l' attività attraverso il pagamento di una quota annuale. E che ogni cinque anni hanno la possibilità di essere eletti tra i membri del Consiglio direttivo, che a sua volta designa al proprio interno presidente, vicepresidente, tesoriere e segretario. Il modus operandi di chi aderisce a questo progetto è semplice: in ogni provincia è presente un referente che coordina le attività del gruppo. Non si tratta, come avviene con le ronde, di presidiare il territorio ma di segnalare eventuali situazioni di pericolo a carabinieri e polizia, condividendo qualche riga di testo su un gruppo Whatsapp dedicato. Si pensi, per esempio, a un tentativo di furto in abitazione. Il vicino che sospetta della presenza di ladri, oltre a contattare le forze dell' ordine può digitare un messaggio sullo smartphone e avvisare in tempo reale il gruppo di cui potrebbe far parte anche il proprietario dell' appartamento. La sorveglianza diffusa può anche riguardare uno o più quartieri, con i residenti che si trasformano in sentinelle pronte a comunicare movimenti sospetti o situazioni di potenziale pericolo. L' Associazione può contare su un comitato scientifico composto da professionisti esperti in svariate discipline. Insieme ad altre diciannove associazioni l' Ancdv aderisce all' European Neighbourhood Watch Association. © RIPRODUZIONE RISERVATA. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 10
22 gennaio 2019 Pagina 25 Il Sole 24 Ore
22 gennaio 2019 Pagina 8 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Il governo ha stanziato oltre 14 milioni per i territori con centrali e depositi di scorie Un tesoro nucleare per i comuni Il record nel Vercellese con 6,1 mln. Da investire per l' ambiente L' atomo vale ancora. Precisamente, 14.620.928 euro. Il governo gialloverde, alla fine di dicembre, ha stabilito la somma dei contributi previsti per il 2016 a favore dei siti che ospitano centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile. La ripartizione, dopo la pubblicazione delle linee guida, è stata effettuata. Il record dei finanziamenti è andato al Vercellese, la zona del Piemonte che riceverà un tesoretto di 6,1 milioni per la presenza dell' Eurex e deposito Avogadro di Saluggia e della centrale Enrico Fermi di Trino. Col referendum del 1987 l' Italia ha detto no all' uso dell' energia atomica. Posizione ribadita con la consultazione del 2011. Lo Stato ha affidato il dossier del nucleare a Sogin, la società incaricata dello smantellamento degli impianti italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi. I Comuni e le Province che ospitano le quattro centrali, Vercelli in Piemonte, Piacenza in Emilia Romagna, Latina nel Lazio e Caserta in Campania, oltre a quelli che custodiscono i depositi di scorie radiottative, percepiscono una sorta di indennizzo. Che lo Stato, nella delibera del Cipe pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 301 del 29 dicembre 2018, ha quantificato nei 14,6 milioni. I fondi, come ogni anno, sono stati ripartiti sulla base di tre componenti. La prima: «La radioattività presente nelle strutture stesse dell' impianto, in forma di attivazione e di contaminazione, che potrà essere eliminata al termine delle procedure di disattivazione dell' impianto stesso». La seconda: «I rifiuti radioattivi presenti prodotti dal pregresso esercizio dell' impianto o comunque immagazzinati al suo interno». La terza: «Il combustibile nucleare fresco e, soprattutto, irraggiato eventualmente presente». I Comuni e l e Province del Vercellese, con 6,1 milioni sugli oltre 14 totali, saranno quelli che incasseranno di più. Secondo l' edizione locale della Stampa, la presenza dell' impianto Eurex a Saluggia, un centro di 4 mila abitanti, vale il 31% del riparto complessivo: il comitato interministeriale ha stanziato 4,5 milioni di euro, dei quali 2,2 al Comune e 1,1 alla Provincia di Vercelli. La centrale Enrico Fermi di Trino, che conta oltre 7 mila abitanti, con 1,5 milioni vale il 10,7% dell' importo totale erogato dal ministero: il Comune di Trino beneficerà di 787 mila euro, mentre nelle casse della Provincia di Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 12
22 gennaio 2019 Pagina 8 Italia Oggi
22 gennaio 2019 Pagina 32 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali La modifica nel dl semplificazioni. Riforma appalti con ddl parlamentare Non profit, Ires al 12% Garavaglia: correzione subito, trovati i fondi L' Ires sul Terzo settore tornerà al 12%. Le risorse per scongiurare l' aumento dell' aliquota al 24% (disposto dalla legge di bilancio e che ha provocato una levata di scudi da parte delle organizzazioni non profit) sono state trovate e la correzione arriverà con il decreto legge semplificazioni all' esame del Senato. Ad annunciarlo il sottosegretario all' economia Massimo Garavaglia, secondo cui per finanziare il dietrofront serviranno 118,7 milioni per il 2019 e 160 milioni a regime. La correzione sarà inserita subito nel dl all' esame di palazzo Madama, senza attendere l' approdo in parlamento del cosiddetto «decretone» (su reddito di cittadinanza e quota 100) anch' esso candidato a «ospitare» l' emendamento sul non profit. Un' ipotesi, quest' ultima, avanzata in un primo momento dal sottosegretario al lavoro Claudio Durigon, ma poi abbandonata anche per evitare polemiche con il Pd che con il capogruppo a palazzo Madama, Andrea Marcucci, ha accusato il governo di bluffare sul non profit: «C' è l' emendamento del Pd al decreto semplificazioni, per ora accantonato: vanno trovate subito le risorse e la maggioranza deve approvarlo. Siamo al paradosso: il M5S si vanta di avere abolito la povertà, e nello stesso tempo raddoppia le tasse a chi concretamente aiuta a contrastare la povertà». Ieri le commissioni riunite affari costituzionali e lavori pubblici di palazzo Madama sono entrate nel vivo dei lavori, ma a causa del ritardo della commissione bilancio nel licenziare i pareri sulle coperture, appare probabile uno slittamento dell' approdo in aula del decreto previsto per oggi. Nel provvedimento non troveranno posto le modifiche al codice appalti, destinate a confluire in un disegno di legge di iniziativa parlamentare su cui la maggioranza inizierà a lavorare «nelle prossime settimane». Ad annunciarlo è stato il capogruppo M5S in Senato, Stefano Patuanelli. «L' intenzione di governo e maggioranza è a favore di una legge delega sul codice degli appalti», ha detto. Tuttavia, considerando le difficoltà del settore, uno dei più colpiti dalla crisi, «non si possono aspettare i tempi lunghi della legge delega». Di qui la proposta di lavorare immediatamente nelle commissioni per mettere a punto un ddl di iniziativa parlamentare con le semplificazioni più urgenti. Nel decreto non troverà posto anche la sanatoria dei canoni demaniali oggetto di contenzioso. La Lega ha infatti ritirato l' emendamento al decreto che disponeva la sospensione fino al 29 novembre 2020 dei Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 14
22 gennaio 2019 Pagina 32 Italia Oggi
22 gennaio 2019 Pagina 34 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali La misura introdotta dal dl su Rdc e quota 100 per chi va in pensione da quest' anno Sconto fiscale sulla buonuscita Fino a 50 mila euro taglio tra l' 1,5 e il 7,5%di Irpef Buonuscita più pesante ai dipendenti pubblici in pensione da quest' anno. Intascano, infatti, tra l' 1,5 e il 7,5% in più, sotto forma di minori tasse pagate (Irpef), rispettivamente qualora gli sia liquidata dopo un anno o a distanza di cinque anni dal fine servizio. Lo sconto si applica fino a un importo massimo di 50 mila euro di buonuscita, cosicché il guadagno massimo oscilla tra i 750 euro e 3.750 euro per chi incassi una buonuscita non inferiore a 50 mila euro a distanza di un anno ovvero di cinque anni dalla cessazione dal servizio. È quanto prevede la bozza di decreto legge su RdC e quota 100, che introduce, inoltre, un finanziamento a garanzia pubblica p e r richiedere l' anticipo di un importo massimo di 30 mila euro di buonuscita, limitatamente ai dipendenti pubblici che usufruiranno di quota 100. Meno tasse, buonuscita più ricca. La prima novità è prevista dall' art. 24 della bozza di decreto legge (che nell' ultima versione è arrivato a 33 articoli) e concerne una modifica della tassazione d e l l e i n d e n n i t à d i f i n e servizio, mediante l' introduzione di una riduzione dell' aliquota Irpef determinata s e c o n d o i c r i t e r i c . d . d e l l a «tassazione separata» (art. 19 dpr n. 917/1986). In particolare, l' aliquota Irpef è ridotta di: a) 1,5 punti percentuali per le indennità corrisposte decorsi 12 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro; b) 3 punti percentuali per le indennità corrisposte decorsi 24 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro; c) 4,5 punti percentuali per le indennità corrisposte decorsi 36 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro; d) 6 punti percentuali per le indennità corrisposte decorsi 48 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro; e) 7,5 punti percentuali per le indennità corrisposte decorsi 60 mesi o più dalla cessazione del rapporto di lavoro. Per com' è scritta la norma, lo sconto fiscale dovrebbe valere per «tutte» le indennità tassate in base all' art. 19, comma 2-bis, del dpr n. 917/1986 e non solo per le buonuscite dei dipendenti pubblici. In altre parole, dovrebbe applicarsi anche al Tfr dei dipendenti privati. L' esclusione di quest' ultimi, tuttavia, scaturisce dalla previsione che lo sconto è «condizionato» all' erogazione dell' indennità (buonuscita, Tfr, Tfs ecc.): si applica solo se l' erogazione non è Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 16
22 gennaio 2019 Pagina 34 Italia Oggi
22 gennaio 2019 Pagina 37 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali Resoconto e conclusioni del IX Congresso nazionale della Confsal Al lavoro sul nuovo patto Servono politiche di sostegno per le imprese «La crisi è strutturale: serve un nuovo patto sociale per lo sviluppo». Questo il messaggio di Angelo Raffaele Margiotta riconfermato segretario generale. Un patto sociale per il lavoro e per lo sviluppo che coinvolga tutti, facendo fronte a una crisi strutturale che rischia di diventare endemica. È questa la proposta lanciata il 15 gennaio scorso da Margiotta nell' ambito del IX Congresso nazionale della Confsal, di cui è stato riconfermato segretario generale. «Il patto sociale per lo sviluppo», ha spiegato Margiotta, «è il percorso che la nostra confederazione vuole perseguire. Lo sviluppo è una questione centrale per tutti. L' andamento delle ore lavorate ogni anno la dice lunga sulle difficoltà che stiamo attraversando: purtroppo quella ripresa vista negli scorsi anni si è fermata nel 2018. Le ore lavorate non raggiungono i 44 miliardi, oltre il 15% per cento in meno del 2008. Le ore lavorate coincidono con il tasso di disoccupazione e ci dicono che il sistema economico in Italia è enormemente più debole di 10 anni fa. Siamo al termine di una congiuntura favorevole, ma la crisi non è congiunturale, è strutturale. Stiamo scivolando su un piano inclinato. L' Italia rischia molto». Un congresso che ha coinvolto oltre mille delegati, pieno di spunti e contributi derivanti dai numerosi interventi. Le proposte della Confsal sono diverse: «Sono necessarie», secondo Margiotta, «politiche di sostegno per la famiglia e per le imprese virtuose che intendano investire nell' innovazione e nella crescita retributiva e professionale dei lavoratori. Ed è di interesse generale salvaguardare anche le imprese in crisi che vogliono risollevarsi, mediante una politica solidale che conservi occupazione, salari e ricchezza collettiva. Poniamo poi la massima attenzione a temi quali la riforma del sistema pensionistico, con l' introduzione di un vero metodo contributivo e la revisione dei requisiti per l' accesso alla pensione, la qualità e l' efficienza della pubblica amministrazione, soprattutto mediante la valorizzazione dei pubblici dipendenti, la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, con la previsione di apposite sanzioni sociali per ogni omissione in materia di prevenzione, la formazione professionale, anche attraverso il meccanismo della formazione continua e della certificazione delle competenze». Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 18
22 gennaio 2019 Pagina 37 Italia Oggi
22 gennaio 2019 Pagina 37 Italia Oggi
22 gennaio 2019 Pagina 40 Italia Oggi Pubblica Amministrazione ed Enti Locali duro richiamo del tribunale di pistoia Trattenimento in servizio, il no del Miur va motivato Per poter accogliere o meno le domande di «trattenimento in servizio» dei dipendenti e x art. 72 comma 11 d.l. 112/2008 è necessaria una motivazione o un atto organizzativo di portata generale volto a stabilire principi e criteri da adottare di fronte a tali richieste. Questo è quanto ha voluto precisare il Tribunale di Pistoia con la sentenza n. 368/2018. Nel caso in esame una dipendente, in possesso dell' anzianità contributiva massima, aveva esercitato la sua facoltà di chiedere di restare in servizio. L ' amministrazione scolastica aveva, invece, risolto arbitrariamente il rapporto di lavoro, senza motivare il rifiuto alla richiesta di proroga. La dipendente si era così rivolta al giudice del lavoro il quale ha accolto il ricorso e condannato il Miur al pagamento delle differenze tra quanto percepito a titolo di pensione e quello che sarebbe spettato a titolo stipendiale. Se è vero, infatti, che l' amministrazione ha una facoltà e non l' obbligo di accogliere le domande di trattenimento in servizio dei dipendenti ex art. 72 comma 11 d.l. 112/2008 conv. con modifiche con legge 133/2008, è altresì vero che tale facoltà, per risultare legittima, deve essere esercitata motivatamente. Sarà necessaria, quindi, una giustificazione che faccia riferimento alla particolare esigenza professionale acquisita dal dipendente in determinati e specifici ambiti e all' efficiente aumento dei servizi. Tale motivazione sarà ancora più imprescindibile dove manchi un atto organizzativo di portata generale volto a stabilire principi e parametri da utilizzare di fronte alle domande. Solo in tal modo potrà dirsi «salvaguardato il controllo di legalità sulla appropriatezza della facoltà di risoluzione esercitata, rispetto alla finalità di riorganizzazione perseguita nell' ambito di politiche del lavoro». Nel caso in esame, invece, l' amministrazione scolastica non ha minimamente fatto applicazione di tali principi in quanto si è limitata solo a richiamare la normativa ritenendo di non essere subordinata ad alcun vincolo o condizione. La risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro è da considerarsi, pertanto, illegittima in quanto contraria ai principi di buona fede e correttezza tra i contraenti, di buon andamento di imparzialità della p.a. e di non discriminazione tra i dipendenti. © Riproduzione riservata. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2013-2018 Continua --> 21
22 gennaio 2019 Pagina 40 Italia Oggi
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