Ritardante di fiamma organico - Salute e Sicurezza nel tuo ambiente quotidiano - Percal Services
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RELAZIONE SULLA TOSSICITÀ DEI PRODOTTI ESISTENTI SUL MERCATO ED EFFETTI POSITIVI DEL NUOVO PRODOTTO REALIZZATO I costi derivanti dagli incendi sostenuti dalla società odierna sono molto alti, sia in termini di salute che in termini economici. Possiamo quindi definire questi costi come un fattore significativo che incide notevolmente sugli equilibri economici dei vari Stati e sul problema della sicurezza legato al rischio di intossicazioni e perdite di vite umane (come nel caso, ad esempio, del recente incendio verificatosi alla Grenfell Tower di Londra il 14 Giugno 2017). Per questo motivo, quasi tutti gli Stati hanno adottato norme antincendio sempre più stringenti (vedere le normative ASTM-E-84 USA, la M1 Francia e la EN45545 sulle linee ferroviarie pubbliche), che interessano la nostra quotidianità trovando applicazione in tutti i settori, da quello pubblico e privato a quello residenziale (settore tessile, dell’abbigliamento, dell’edilizia, automotive, dell’arredamento, chimico, dell’elettronica ecc.) Di conseguenza le sostanze tossiche che costituiscono i ritardanti di fiamma dovranno essere sostituite con prodotti naturali. I prodotti attualmente utilizzati per rendere ignifughi tessuti, materie plastiche e materiali da costruzione contengono normalmente sostanze cancerogene quali biossido di ammonio, bromo, decabromo, alogeni, ecc. Il pericolo connesso al rilascio di tali sostanze è stato inizialmente attribuito esclusivamente alla fase di combustione, anche se, purtroppo, recenti studi hanno evidenziato che il problema è notevolmente più ampio. Ad esempio, un recente studio commissionato dall'Agenzia Sanitaria Francese (Anses) ha evidenziato che tali sostanze sono in realtà volatili e che se inalate o ingerite possono provocare cancro, disturbi ormonali, alterazione della mascolinizzazione e altre patologie pericolose, anche con la sola loro presenza nelle nostre case, nelle scuole, negl' Hotel, Ristoranti, Insomma in tutte le strutture pubbliche/private e in alcuni casi anche nell' abbigliamento. Partendo da questi presupposti, i nostri studi hanno portato alla scoperta di “ECOFIRE”, un ritardante di fiamma totalmente naturale, in quanto l' elemento fondamentale, nel processo di miscelazione e una lavorazione in 77 passaggi, viene estratto dalle cellule di un particolare pesce, che nella sua Pagina 2 di 35
mutazione genetica sviluppa sale in cloro totalmente naturale, atossico e autoestinguente. Questo ns compound si presenta in diverse forme, ovvero in forma liquida, in polvere, masterbatches e può essere applicato e/o miscelato con metodi diversi, quali spalmatura (rivestimento), immersione, estrusione ed irrorazione che abbina vari composti naturali, rende ignifugo qualsiasi prodotto al quale venga aggiunto e/o trattato. EcoFire è destinato a qualsiasi tipo di materiale tra cui, ma non solo, tessuti, vestiti, giocattoli, oggetti in plastica, dispositivi elettronici, cavi elettrici, tubi, pannelli, colle, stucchi, resine ecc. senza alterare minimamente l'aspetto, il colore e la percezione tattile delle superfici. Oggi il business dei ritardanti di fiamma ad uso industriale, è di ca. sette miliardi di dollari, attualmente in aumento ogni anno del 10%, ma dato l’ accrescimento d’ incendi, le autorità aumentano di anno in anno, i materiali d’ allestimento ai quali applicare i ritardanti di fiamma. L’impatto dell’ EcoFire sul mercato cambierà sostanzialmente lo scenario di questo mercato che oggi viene gestito da 4/5 multinazionali chimiche. Pagina 3 di 35
“ECOFIRE LA NATURA AL SERVIZIO DELL’UOMO” INTRODUZIONE 1. RITARDANTI DI FIAMMA 1.1. MERCATO 1.2. TOSSICITÀ BIBLIOGRAFIE 2. ECOFIRE NEW FLAME RETARDANT 2.1. SVILUPPO INNOVATIVO 2.2. TOSSICITÀ 2.3. IMPATTO SUL MERCATO Pagina 4 di 35
INTRODUZIONE Gli incendi ogni anno provocano danni ingenti, la morte di numerose persone ed enormi perdite economiche. Nel solo 2006 negli Stati Uniti sono morti 3.245 civili, 16.400 sono stati i civili feriti, 1,6 milioni gli incendi segnalati (1 incendio ogni 20 secondi) che hanno provocato $ 11,3 miliardi di dollari di danni alle proprietà private (National Fire Protection in the United States, Fire Loss in the U.S. During 2006 abd USFA’s Firefighter Fatalities in the United States in 2006). Per agire in modo adeguato e in particolare ridurre il numero di morti, è fondamentale capire in che modo l’incendio è causa di morte. I dati raccolti da gruppi assicurativi, enti nazionali e internazionali, indicano come il soffocamento sia in effetti il motivo principale di morte in caso di incendio, grafico 1. Regno Unito 508 Morti 3% 7% Vinti da gas o fumi 15% Ustionati Ustionati e vinti da gas e fumi 54% Non specificato 21% Altro Grafico 1. Dati Riferiti al solo 2004 (Fire Statistics 2004, Office of Deputy Prime Minister) Pagina 5 di 35
In quest’ottica il significato della parola “ritardante” è duplice: Primo, ha un valore temporale, cioè indica la possibilità di rallentare lo svilupparsi del fumo, permettendo l’azione antincendio e l’evacuazione degli ambienti interessati dall’ incendio; Secondo, ha un significato spaziale, indicando la possibilità di contenere l’incendio nell’ambiente in cui si è sviluppato evitandone il propagarsi. Tra i vari composti chimici che entrano in tutti i locali pubblici/privati, i più tossici sono senz’ altro i ritardanti di fiamma. Vengono utilizzati nella plastica, nei tessuti sintetici e non, apparati elettronici, abiti anche per bambini, giocattoli, mobili ecc. Pur avendo accertata la tossicità dei tradizionali composti chimici utilizzati come ritardanti di fiamma, questi vengono tutt’ora impiegati non avendo, sino ad ora, alcuna alternativa. I risultati degli studi hanno evidenziato, che oltre ad essere cancerogeni, sono tossici per il sistema endocrino, tanto da interrompere le normali attività ormonali. Se molto presenti in casa, possono addirittura essere il motivo di tossicità epatica e tiroidea. Anche la minima esposizione in periodi critici dello sviluppo può causare un deficit di apprendimento e danni al sistemo produttivo. Al contrario il nostro EcoFire è totalmente naturale, pertanto dopo innumerevoli trattamenti eseguiti su tessuti e vari altri prodotti con annesse prove di laboratorio, possiamo affermare di aver realizzato un ritardante di fiamma totalmente esente da alogeni e sostanze dannose per l’uomo. Essendo la nostra una Società che si è sempre ispirata all’ innovazione nel pieno rispetto dell’ambientale, è nostra volontà mettere al servizio della società anche questo ritrovato allo scopo di migliorare l’ambiente, la salute e la sicurezza dei luoghi dove viviamo ci svaghiamo e lavoriamo. Pagina 6 di 35
1. RITARDANTI DI FIAMMA Attualmente, i ritardanti di fiamma maggiormente commercializzati ed adoperati nella produzione di oggetti di uso comune, sono della famiglia dei BRF, prodotti con l’utilizzo, come composto chimico primario, del bromo. Da studi scientifici è emersa l’enorme tossicità del composto, vista la potenzialità nociva specialmente per il sistema nervoso. Purtroppo è anche emerso che quando si parla di Flame Retardant o FR, si entra in un mondo sterminato, dove anche gli addetti ai lavori rischiano di perdersi. E’ pertanto importante illustrare i requisiti e i principi base del Flame Retardant. I principi e i diversi meccanismi con i quali interviene un Flame Retardant, per interrompere o mitigare la reazione del fuoco, sono principalmente 5 cinque. Qui di seguito li andiamo ad elencare: SLVILUPPO DI CALORE GAS PHASE CHAR INTUMESCENZA DRIPPING Oggi a livello scientifico, si sta lavorando molto per trovare nuove soluzioni. Novità a livello industriale si susseguono rapidamente e, come sempre, sono i grandi players a farla da padrone. Le richieste sono molto pressanti e soprattutto volte allo sviluppo di soluzioni che soddisfano quattro requisiti: 1) diminuire la tossicità degli additivi, favorendone la biodegradabilità; 2) migliorare la stabilità termica; 3) accrescere la compatibilità per evitare la migrazione nel tempo dell’additivo; 4) costare il meno possibile, requisito fondamentale nel mondo delle materie plastiche. Pagina 7 di 35
1.1. IL MERCATO Il mercato dei ritardanti di fiamma vale oggi circa due milioni di tonnellate a livello mondiale, con impegni in una vasta gamma di applicazioni. Nello studio di mercato di questi additivi, si stima una crescita costante dei consumi da qui al 2021 con una previsione di giro di affari pari a 12 miliardi di dollari. Il principale settore di destinazione dei Flame Retardant è l’edilizia dove i prodotti antifiamma vengono utilizzati per materiali isolanti, tubi, cavi elettrici. Tessile e arredo sono strettamente collegati percentualmente al comparto edile. Elemento molto importante, che influenza notevolmente i mercati, sono le normative, che prevedono in alcuni casi l’utilizzo dei Flame Retardant anche nel Residential (Gran Bretagna e America). Una sfida che riguarda tutti i settori applicativi è la sostituzione dei ritardanti di fiamma bromurati e clorurati utilizzati fino ad oggi con prodotti più sicuri e rispettosi dell’ambiente, anche sotto la spinta di normative più restrittive. In questo scenario, il miglior tasso di crescita, pari al 5% annuo, è atteso per i ritardanti a base di fosforo, seguiti da quelli a base di biossido di ammonio. In termini assoluti, invece, il principio più utilizzato resta l’alluminio triidrato (ATH). Per quanto riguarda le differenze regionali, i ritardanti di fiamma alogenati dominando ancora sul mercato cinese, che rappresenta quasi un quarto dei consumi globali, mentre in Europa e Nord America quasi la metà delle vendite riguarda i prodotti a base ATH. Tutte le materie prime sono accusate di trasferirsi dalle tappezzerie, quando utilizzate per ignifugare i tessuti e filati, e accumularsi nelle polveri domestiche che finiscono per essere ingerite o inalate, o anche ritrovarsi allo stato volatile (Fonte Anses). Pagina 8 di 35
1.2. TOSSICITÀ Allarme sui ritardanti di fiamma nei tessuti antincendio che, è stato dimostrato, in caso di incendio provocano fumi molto tossici. Inoltre le molecole che li compongono hanno effetti negativi sullo sviluppo cognitivo dei bambini. Gli Stati Uniti hanno bandito dal 2004 le molecole denominate PBDE che permettono di far diventare ignifuga la plastica e i tessuti. Il largo utilizzo che ne è stato fatto dal 1975, data dalla pubblicazione della norma (TV 117 1975) aveva decretato che regioni come California e Stati Uniti erano diventate le regioni del mondo con maggior presenza di PBDE. Uno studio dell’università Berkeley in California, su un campione di 270 bambini maschi di 7 anni ha dimostrato un deficit di attenzione e mancanza di coordinamento dei movimenti. Secondo uno studio del 2011, pubblicato dalla rivista di scienze ambientali e tecnologia “ Environmental Science and Technology”, condotto in 16 abitazioni californiane in cui erano presenti divani venduti e fabbricati prima dell’adozione del divieto di utilizzare PBDE, si è accertato che la molecola invadeva l’ambiente con il tempo, mentre i divani e moquette si degradavano giorno per giorno. Ai giorni nostri in uno dei rapporti più sconcertanti che sia mai stato fatto da Anses, “Agence Nationale de Sécurité Sanitaire de l’Alimentation, de l’Environnement et du Travail”, possiamo notare che nulla è cambiato. Questi nuovi composti presentano un rischio molto elevato e alcuni di questi sono cancerogeni, tossici per la riproduzione persistente o neurotossici. Aspetto non meno grave è l’aspetto volatile. La Francia, a differenza di altri paesi, impone l’uso di prodotti ignifughi solo per la destinazione d’uso a luoghi pubblici (cinema, teatri, bar, alberghi ecc.). È stato accertato che queste molecole sono volatili e possono essere ingerite o inalate o ritrovarsi all’interno di stati volatili. Sono stati esaminati 22 prodotti ignifughi immessi sul mercato e tutti questi prodotti, nelle loro schede di sicurezza allegate, menzionano la loro tossicità solo in fase di combustione. In allegato estratto di una scheda di sicurezza di prodotto attualmente in commercio. Pagina 9 di 35
BIBLIOGRAFIE Report ECHA (European Chemicals Agency) – Rapporto pubblicato il 05/04/2018 Articolo di Stéphane Foucart, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 24/10/2015 “Perizia Anses (Agence Nationale de Sécurité Sanitaire de l’Alimentation, de l’Environnement et du Travail) http://retenews24.it/allarme-tumore-attenti-a-questi-oggetti-che-tenete-in-casa-sono-cancerogeni-la- rivelazione-dellanses/ Articolo Eco Smes (Service for green products)–uso dei ritardanti di fiamma–Pubblicato il 10/02/2005 http://www.ecosmes.net/cm/navContents?l=IT&navID=eee&subNavID=2&pagID=2&flag=1 Greenpeace Italia – Campagna Detox: Le undici sostanze chimiche pericolose da eliminare http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/inquinamento/acqua/Campagna-Detox/Tessuti-Tossici/Le- undici-sostanze-chimiche-pericolose-da-eliminare/ Valeria Leone in collaborazione con Redazione Humanitas News – “Tumore al seno, 17 sostanze potenzialmente rischiose”, Pubblicazione del 16/05/2014 in Malattie e Cure http://www.humanitas.it/news/7888-tumore-al-seno-17-sostanze-potenzialmente-rischiose Articolo di Simonetta Scarane – ItaliaOggi: “Tessuti ignifughi, allarme per le molecole tossiche” http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1805093&codiciTe state=1 Da salute-gslpc.com: “Messicano-americano bambini hanno alti livelli di ritardanti di fiamma in Blood” http://www.gslpc.com/messicano-americano-bambini-hanno-alti-livelli-di-ritardanti-di-fiamma-in-blood/ Da salute-gslpc.com: “Pet cani possono essere esposti a livelli elevati di fiamma bromurati” http://www.gslpc.com/pet-cani-possono-essere-esposti-a-livelli-elevati-di-fiamma-bromurati Da salute-gslpc.com: “Scienziat trovano le indicazioni di Toxic ritardanti di fiamma in americani” http://www.gslpc.com/scienziati-trovano-le-indicazioni-di-toxic-ritardanti-di-fiamma-in-americani/ Da salute-gslpc.com: “Sostance chimiche tossiche in molti Couches venduti negli Stati Uniti: Relazione” http://www.gslpc.com/sostanze-chimiche-tossiche-in-molti-couches-venduti-negli-stati-uniti-relazione/ PBDE: Ritardanti di Fiamma contro la fertilità di donne e uomini. Uno studio conferma la Pericolosità dei composti onnipresenti nelle nostre Case. Pubblicazione del 01/01/2010 Scritto da Redazione – GenitronSviluppo.com in Ambiente Taggato come: Inquinanti Organici Persistenti, PBD, Ritardanti di Fiamma http://www.genitronsviluppo.com/2010/02/01/pbde-ritardanti-di-fiamma/ Articolo Di Corrado Fontana del 07/02/2014 pubblicato sul periodico Valori.it: “USA, presenza di sostanze tossiche nei prodotti per i bambini” Pagina 11 di 35
http://www.valori.it/speciali/usa-presenza-sostanze-tossiche-nei-prodotti-bambini-7114.html L’ECHA raccomanda una restrizione per alcuni ritardanti di fiamma nelle schiume di poliuretano flessibile (PUR) negli articoli di puericultura e nei mobili per abitazione imbottiti. L’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA) ha raccomandato la restrizione dell’uso di ritardanti di fiamma TCEP, TCPP e TDCP nelle schiume poliuretaniche flessibili (PUR) negli articoli di puericultura e nei mobili per abitazione imbottiti, dopo aver emanato un rapporto sul monitoraggio di queste sostanze. Il rapporto specifica che, ai sensi dell’articolo 69, comma 2, del regolamento REACH, il fosfato tris(2-cloroetile) (TCEP), il fosfato tris(2-cloro-1-metiletile) (TCPP) e il fosfato tris[2- cloro-1-(clorometil)etile] (TDCP) hanno proprietà cancerogene e costituiscono un rischio per la salute umana e per l’ambiente. Su questa base, l’ECHA raccomanda di predisporre un dossier relativo alle restrizioni di cui all’allegato XV. Il rapporto è stato pubblicato il 5 aprile 2018. SCREENING REPORT AN ASSESSMENT OF WHETHER THE USE OF TCEP, TCPP and TDCP IN ARTICLES SHOULD BE RESTRICTED SUBSTANCE NAMES (IUPAC): tris(2-chloroethyl) phosphate (TCEP) tris(2-chloro-1-methylethyl) phosphate (TCPP) Reaction mass of tris(2-chloropropyl) phosphate and tris(2-chloro-1-methylethyl) phosphate and Phosphoric acid, bis(2-chloro-1-methylethyl) 2-chloropropyl ester and Phosphoric acid, 2-chloro-1-methylethyl bis(2- chloropropyl) ester (TCPP) tris[2-chloro-1-(chloromethyl)ethyl] phosphate (TDCP) EC NUMBERS: 204-118-5; 237-158-7; (-); 237-159-2 CAS NUMBERS: 115-96-8; 13674-84-5; (-); 13674-87-8 VERSION NUMBER: 3 DATE: 5 April 2018 Pagina 12 di 35
Annankatu 18, P.O. Box 400, FI-00121 Helsinki, Finland | Tel. +358 9 686180 | Fax +358 9 68618210 | echa.europa.eu E’ uno dei rapporti piu’ sconcertanti che sia mai stato fatto. L’Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail (Anses) ha pubblicato, lo scorso 22 ottobre, una perizia molto attesa sui prodotti ignifughi, che vengono aggiunti ad alcune tappezzerie di mobili, materiali elettronici, tessili, sintetici, etc. La perzia sottolinea che queste molecole presentano dei rischi per salute e ambiente, ma non benefici -dimostrati- nella prevenzione degli incendi. Gli scienziati dell’Anses lo presentano con una attenuazione tipica dei linguaggi dei periti: e’ plausibile che i prodotti ignifughi abbiano avuto, in circa quaranta anni di utilizzo, solo una utilita’ marginale, o nulla. I rischi sono ben reali: alcuni di questi componenti sono cancerogeni, perturbatori endocrini, tossici per la riproduzione, persistenti o neurotossici. O anche tutti insieme questi pericoli. Stato volatile L’Anses era stata interpellata nel 2011 dalla Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes (DGCCRF). Oggi, le norme francesi non impongono l’uso di prodotti ignifughi nelle tappezzerie dei mobili, se non nei casi in cui questi stessi siano destinati a luoghi pubblici (cinema, teatri, etc.). La DGCCRF si e’ interrogata sull’utilita’ eventuale di una generalizzazione di questa norma ai mobili ad uso privato, come accade in alcuni Paesi (Regno Unito, Usa). Nei risultati della sua indagine, l’Anses risponde in modo negativo e raccomanda di “privilegiare dei metodi alternativi all’uso” di questi prodotti. In base ai dati britannici e americani disponibili, gli stessi “sono sufficienti per concludere che il trattamento ignifugo delle tappezzerie dei mobili contribuisce in modo significativo alla diminuzione della frequenza e della gravita’ degli incendi domestici”, scrivono gli esperti dell’Anses. In seguito all’esame della vasta gamma delle molecole utilizzate, mostra un certa preoccupazione. In base alle loro caratteristiche chimiche, le stesse possono trasferirsi dalle tappezzerie e accumularsi nelle polveri domestiche che finiscono per essere ingerite o inalate, o anche ritrovarsi all’interno degli stati volatili. Questi composti ignifughi sono molto diversi e numerosi. “Noi ci siamo limitati alle sostanze che abbiamo esaminato in 22 prodotti ignifughi, scelti tra quelli che sono in circolazione, o che potrebbero essere potenzialmente piu’ utilizzati se la regolamentazione si rinforzasse”, spiega Christohe Rousselle, capo dell’unita’ di valutazione delle sostanze chimiche presso l’Anses. Tutte le molecole esaminate presentano, a gradi diversi, dei rischi sanitari e ambientali. Una parte importante di esse sono organofosfati con dei componenti chiamati “polibromurati”. Questi ultimi sono utilizzati d numerosi anni, e il loro uso e’ stato fortemente ristretto in diversi Paesi. Essi sono anche tra quelli meglio studiati. E lo spettro dei loro effetti e’ presente nell’inventario Prévert. Alcuni di essi hanno degli effetti sulla tiroide. “Questi effetti sono stati messi in evidenza presso gli animali, e diversi studi sulle donne incinte hanno mostrato un legame tra l’esposizione ai PBDE (una famiglia di prodotti ignifughi polibromi) e una alterazione di alcuni ormoni tiroidei”, nota il rapporto dell’Anses. Sono stati evidenziati anche degli effetti neurotossici, aggiungono gli esperti, “delle anomalie comportamentali e cognitive si producono sugli animali dopo una loro esposizione prenatale e/o postnatale ad alcuni PBDE”. Questi effetti rilevati sugli animali da laboratorio sono anche stati notati sull’uomo. “Dei livelli di carico corporeo relativamente elevati, sono stati trovati su dei neonati e dei bimbi cosi’ come nel latte materno. Diversi studi epidemiologici hanno dimostrato una relazione, relativamente ai bambini, tra l’esposizione prenatale e postnatale ai PBDE, da una parte, e certi effetti, da un’altra parte: basso peso alla nascita, bassa capacita’ di girare la testa e di petto, diminuzione delle funzioni di coordinamento motorio, di cognizione e di concentrazione”. Alterazione della mascolinizzazione Altri studi hanno ugualmente messo in evidenza gli effetti tossici per la riproduzione di queste sostanze. “con in particolare una perturbazione degli ormoni coinvolti nelle funzioni riproduttive”, da cui un’alterazione della mascolinizzazione dei giovani ragazzi, una perdita di peso nei testicoli e nelle ovaie, e una minore produzione spermatica. Inoltre, alcuni prodotti vivono molto a lungo. Una volta messi in circolazione nell’ambiente, essi si accumulano lungo la filiera alimentare. Diversi polibromi, anche se vietati da decenni, sono oggi presenti nell’ambiente, nella fauna selvaggia e in numerosi grassi animali. “Una parte dell’esposizione delle popolazioni umane proviene probabilmente dall’alimentazione”, dice Dominique Gombert, direttore delle valutazioni dei rischi all’Anses. “E’ innegabile che queste sostanze rappresentino un pericolo potenziale -spiega Bombert-. Ma abbiamo pochi dati sull’esposizione della popolazione francese e non sappiamo con precisione se questo livello di esposizione rappresenti o meno un rischio”. Per le sostanze piu’ recenti, i rischi sono ancora piu’ difficilmente quantificabili. Inoltre, gli esperti delle agenzie pubbliche non sanno sempre con precisione in quali prodotti essi si trovino… Eppure sono proprio li’. Le misurazioni fatte su un campione di trenta case francesi, mostrano la presenza di differenti prodotti ignifughi nelle polveri domestiche. Comunque, in generale la popolazione francese e’ probabilmente meno esposta rispetto alle popolazioni britanniche o californiane. Dal 1975, la regolamentazione anti-incendio e’ stata molto limitata nel grande Stato dell’Ovest americano, inducendo quindi ad utilizzare i prodotti ignifughi “sui componenti della biancheria da letto, pigiami per bambini o fasciatoi”, spiega Benoit Vergriette, capo dell’unita’ sui rishi e la societa’ dell’Anses. A novembre del 2013, la California ha fatto marcia indietro, abrogando la sua regolamentazione per evitare l’uso sconsiderato di queste sostanze negli oggetti della vita quotidiana. (articolo di Stéphane Foucart, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 24/10/2015) Pagina 13 di 35
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Le undici sostanze chimiche pericolose da eliminare Alchilfenoli Ftalati Ritardanti di fiamma bromurati e clorurati Coloranti azoici Composti organici stannici Composti perfluoroclorurati Clorobenzeni Solventi clorurati Clorofenoli Paraffine clorurate a catena corta Metalli pesanti: cadmio, piombo, mercurio, cromo VI Con la campagna Detox vogliamo fermare l’avvelenamento dei corsi d’acqua da parte delle industrie che utilizzano sostanze chimiche persistenti in grado di alterare il sistema ormonale dell’uomo. Abbiamo lanciato una sfida ai maggiori marchi d'abbigliamento: eliminare tutte le sostanze tossiche dall’intera filiera produttiva e dall’intero ciclo di vita dei propri prodotti. Di seguito la lista delle principali sostanze chimiche pericolose da eliminare per un futuro libero da sostanze tossiche. Pagina 15 di 35
Alchilfenoli I composti alchilfenolici che comprendono i nonilfenoli, gli octilfenoli e i loro rispettivi etossilati - in particolare il nonifenolo etossilato (NPs) - sono composti alchil fenolici comunemente utilizzati. I nonilfenoli sono largamente utilizzati dall’industria tessile nei processi di lavaggio e tintura. Sono tossici per la vita acquatica, persistenti nell’ambiente perché non si degradano facilmente e possono accumularsi negli organismi viventi fino ad arrivare all’uomo attraverso la contaminazione della catena alimentare. La loro somiglianza con gli ormoni estrogeni naturali può interferire con lo sviluppo sessuale di alcuni organismi. Nei pesci, in particolare, sono causa di femminilizzazione. L’Europa applica una rigida regolamentazione sui nonilfenoli che, dal 2005, non possono essere utilizzati nella maggior parte delle applicazioni. Ftalati Gli ftalati sono un gruppo di sostanze chimiche comunemente utilizzate per rendere più flessibile il PVC (plastica di cloruro di polivinile). L’industria tessile li usa nella pelle artificiale, nella gomma, nel PVC e in alcuni coloranti. Alcuni ftalati, come il DEHP (Bis(2- etilesil )ftalato), sono dannosi per la riproduzione dei mammiferi e possono interferire nello sviluppo testicolare durante i primi anni di vita. Gli ftalati DEHP e DBP (dibutil fatalato) sono classificati in Europa come tossici per la riproduzione e il loro uso è stato limitato. Secondo il regolamento Europeo REACH, entro il 2015 sarà vietato l’uso degli ftalati DEHP, BBP (benzil butil ftalato) e DBP. Ritardanti di fiamma bromurati e clorurarti Molti ritardanti di fiamma bromurati (BFR) sono sostanze chimiche persistenti (che non si degradano facilmente) e bioaccumulanti (capaci di accumularsi nella catena alimentare) presenti nell'ambiente. Gli eteri di difenile polibromurati (PBDE) sono uno dei gruppi più comuni di BFR e sono stati utilizzati per eliminare il rischio di infiammabilità di una vasta gamma di materiali, inclusi i prodotti tessili. Alcuni PBDE possono interferire con i sistemi ormonali della crescita e dello sviluppo sessuale. Secondo la legislazione europea, l’uso di alcuni tipi di PBDE è sottoposto a stringenti restrizioni e uno dei PBDE è stato inserito nella lista delle 'sostanze pericolose prioritarie' ai sensi della legislazione europea sulle acque, che prevede l'adozione di misure per eliminare l'inquinamento delle acque superficiali in Europa. Coloranti azoici I coloranti azoici rientrano tra i principali coloranti usati nell’industria tessile. Alcuni coloranti azoici, però, si dissociano durante l’uso e rilasciano sostanze chimiche conosciute con il nome di ammine aromatiche. Alcune ammine aromatiche possono causare tumori. L’Unione europea ha messo al bando l’uso di questi coloranti azoici che rilasciano ammine cancerogene nei tessuti e che possono venire a contatto con la pelle dell'uomo. Composti organici stannici I composti organici stannici sono usati come biocidi (principi attivi che inibiscono qualsiasi organismo nocivo) e come agenti antimuffa in diversi prodotti di consumo. L’industria tessile li utilizza nei calzini, nelle scarpe e negli abiti sportivi per prevenire l’odore causato dal sudore. Il tribustagno (TBT) è tra i più noti composti organici dello stagno, in passato veniva usato principalmente nelle vernici antivegetative per le navi, fino a quando è emerso che persiste nell'ambiente, si accumula nel corpo e può colpire il sistema immunitario e riproduttivo. L’uso del TBT come vernice antivegetativa è ormai in gran parte vietato. Il TBT è stato utilizzato anche nel settore tessile. Il TBT rientra nella lista delle 'sostanze pericolose prioritarie' ai sensi della normativa dell'Unione europea sulle acque, che prevede l’adozione di misure per eliminare l'inquinamento delle acque superficiali in Europa. Da luglio 2010 e gennaio 2012 i prodotti (compresi quelli di consumo) che contengono alcuni tipi di composti organostannici in quantità superiore allo 0,1% sono vietati in tutta l'UE. Composti perfluoroclorurati I composti chimici perfluoroclorurati sono sostanze artificiali ampiamente utilizzate dall'industria per le proprietà antiaderenti e idrorepellenti. Nell'industria tessile vengono usati per realizzare prodotti tessili e pellame idrorepellenti e antimacchia. Test dimostrano che molti PFC sono difficili da smaltire perché persistono nell'ambiente e possono accumularsi nei tessuti e aumentare di livello attraverso la Pagina 16 di 35
contaminazione della catena alimentare. Una volta assimilati dall’organismo, alcuni PFC hanno effetti sul fegato e, in qualità di interferenti endocrini, possono alterare i livelli di crescita e riproduzione ormonale. Il più noto PFC è il perfluorottano solfonato (PFOS), un composto altamente resistente alla degradazione che persiste nell’ambiente anche per lunghi periodi. Il PFOS fa parte degli ‘inquinanti organici persistenti’ il cui uso è stato limitato ai sensi della Convenzione di Stoccolma, un trattato globale redatto per proteggere la salute umana e l'ambiente. Per taluni usi, inoltre, il PFOS è vietato anche all'interno dell’Europa e in Canada. Clorobenzeni I clorobenzeni sono sostanze chimiche persistenti e bioaccumulanti utilizzate come solventi e biocidi nella produzione di coloranti e come intermedi chimici. Gli effetti dell'esposizione dipendono dal tipo di clorobenzene, tuttavia, essi comunemente influenzano la tiroide, il fegato e il sistema nervoso centrale. L’esaclorobenzene (HCB), la sostanza chimica più tossica e persistente di questo gruppo, è anche un distruttore ormonale. L'UE classifica il pentaclorobenzene e l’HCB come 'sostanze pericolose prioritarie' ai sensi della normativa dell’Unione europea sulle acque, che prevede l’adozione di misure per eliminare l'inquinamento delle acque superficiali in Europa. Sono anche elencati come 'inquinanti organici persistenti' il cui uso globale è stato limitato ai sensi della Convenzione di Stoccolma, e per i quali, in linea con questo, né è stato vietato l’uso o prevista la riduzione ed eventuale eliminazione in Europa. Solventi clorurati I solventi clorurati come il tricloroetano (TCE) sono utilizzati nell’industria tessile per sciogliere altre sostanze in fase di produzione e per la pulizia dei tessuti. Il TCE è una sostanza dannosa per l’ozono che può persistere nell’ambiente. È anche conosciuto per gli effetti su sistema nervoso, fegato e reni. Dal 2008 l’Europa ha drasticamente ristretto l’uso del TCE sia nei prodotti che nel lavaggio dei tessuti. Clorofenoli I clorofenoli sono un gruppo di sostanze chimiche usate come biocidi (principi attivi capaci di inibire qualsiasi organismo nocivo) in un'ampia gamma di applicazioni, dai pesticidi ai conservanti del legno e dei tessuti. Il pentaclorofenolo (PCP) e i suoi derivati sono usati come biocidi nell’industria tessile. Il PCP è altamente tossico per gli uomini e può colpire diversi organi del corpo. È inoltre fortemente tossico per gli organismi acquatici. L'Unione europea ha messo al bando la fabbricazione di prodotti contenenti PCP dal 1991 e ora ha drasticamente ristretto la vendita e l’uso di tutti i prodotti che contengano questa sostanza chimica. Paraffine clorurate a catena corta Le paraffine clorurate a catena corta (SCCPs) sono usate nell’industria tessile come ritardanti di fiamma e agenti di rifinitura per la pelle e il tessile. Sono altamente tossici per gli organismi acquatici, non si degradano rapidamente nell’ambiente e hanno un’elevata potenzialità di accumulo negli organismi viventi. Il loro uso in alcune applicazioni è stato ristretto nell’UE dal 2004. Metalli pesanti: Cadmio, Piombo, Mercurio, Cromo VI I metalli pesanti come cadmio, piombo e mercurio vengono utilizzati in alcuni coloranti e pigmenti usati nell’industria tessile. Questi metalli possono accumularsi nel corpo per molto tempo e sono altamente tossici, con effetti irreversibili inclusi i danni al sistema nervoso (piombo e mercurio) o al fegato (cadmio). Il cadmio è anche noto per provocare il cancro. Il cromo VI è utilizzato in alcuni processi tessili e conciari: è fortemente tossico, sono sufficienti basse concentrazioni, anche per molti organismi acquatici. Nell'UE il cadmio, il mercurio e il piombo sono stati classificati come ‘sostanze pericolose prioritarie’ ai sensi della normativa dell’Unione europea sulle acque, che prevede l’adozione di misure per eliminare l'inquinamento delle acque superficiali in Europa. L’uso di cadmio, mercurio e piombo è soggetto a rigorose restrizioni in Europa da diverso tempo, compresi alcuni usi specifici del mercurio e del cadmio nei prodotti tessili. Pagina 17 di 35
Tumore al seno, 17 sostanze potenzialmente rischiose In collaborazione con Redazione Humanitas News pubblicato il 16 maggio 2014 in Malattie e cure Il lavoro, condotto dai ricercatori del Silent Spring Institute e dalla Harvard School of Public Health e pubblicato su Environmental Health Perspectives, è uno studio di biomononitoraggio dei principali agenti di rischio associati alla malattia. La ricerca si basa su una revisione della letteratura specialistica relativa ai biomarkers di esposizione per 102 sostanze chimiche, associati alla sviluppo di tumori della mammella su modelli sperimentali; questi risultati sono stati paragonati con i dati sull’uomo riportati nelle principali review. Dallo studio emerge che i risultati sperimentali possono essere comparati con i risultati ottenuti sull’uomo, anche se pochi agenti sono stati effettivamente valutati in modo approfondito ed esaustivo sulla specie umana. Sono state individuate 17 sostanze potenzialmente più a rischio di favorire lo sviluppo della malattia. L’intervento preventivo dovrebbe puntare alla riduzione dell’esposizione a tali agenti, presenti soprattutto nei gas di scarico delle automobili, nella benzina, nell’aria inquinata, nel fumo di sigaretta, ma anche in alcuni cibi troppo cotti (fritti ad alte temperature o carbonizzati), tinture, mobili trattati (con PFOA), in certi casi in qualche farmaco, particolari materiali (ad esempio ritardanti di fiamma) e in certi solventi chimici (alogenati) e in altre sostanze. Con le limitazioni relative alla ristretta valutazione diretta dei vari agenti sull’uomo bisognerà sicuramente tenere in conto dei risultati di questo studio nello sviluppo di programmi volti alla riduzione, dove possibile, del rischio di esposizione a queste sostanze per una efficace campagna di prevenzione primaria nei confronti del tumore della mammella, evidenziando soggetti esposti più a rischio. Le sostanze che aumentano il rischio di tumore al seno 1,3 butadiene: fumo di sigaretta, gas di scarico delle automobili e vapori della benzina. Acrilamide: fumo di tabacco, particolari cibi ricchi di amido e cotti in un dato modo, per esempio le patatine fritte ad alta temperatura. Ammine aromatiche I: nelle ammine aromatiche l’azoto è legato al benzene o a un altro anello aromatico. Nei dosaggi biologici dei tumori sono state individuate 15 ammine potenzialmente pericolose. TDA e TDI: usate in genere per la sintesi industriale di poliuretano, pesticidi, tinture e altri prodotti. Altre ammine aromatiche (benzidina e anilina): composti dai quali derivano tinture come vernici, inchiostri per stampanti, carta, farmaci, tinture usate nell’industria tessile; reagenti e colorazioni biologiche in laboratorio, nell’industria del cibo; laser, stampanti ink-jet, cristalli liquidi, schermi, dispositivi elettro- ottici. Benzene: vapori di benzina, fumo di tabacco, gas di scarico delle automobili. Nei composti per rimuovere gli adesivi, nelle vernici, nei sigillanti, rifinitori, combustibili e oli dei motori. Solventi organici alogenati: cloruro di metilene e altri nove solventi organici. Meno utilizzati rispetto al passato, sono presenti in alcuni prodotti (lavaggio a secco, propellente spray per capelli, trasformazione dei prodotti alimentari, additivi della benzina, vernice e smacchiatori) Ossido di etilene e propilene: gas usato per la sterilizzazione di attrezzature mediche, cibo e spezie, vestiti e strumenti musicali; ma anche nelle vernici, fumo di tabacco e gas di scarico dei veicoli. Ritardanti di fiamma e metaboliti: nella resina poliestere, polimeri plastici e schiume di poliuretano rigide. Ammine eterocicliche: nel fumo di tabacco e nella carne cucinata ad alte temperature. Pagina 18 di 35
Ormoni endogeni o farmaceutici e distruttori endocrini: estrogeni, progesterone e l’ormone DES e con effetto minore le sostanze ECDs. MX: prodotto cui si ricorre per la disinfezione dell’acqua potabile. Nitro-PAHs: nel gas di scarico del diesel. Ocratossina A: alimenti contaminati come grano, carne di maiale e noci. PAHs: fumo di tabacco, aria inquinata e cibi carbonizzati. Acido perfluoroottanoico (PFOA): utilizzato, insieme ad altri composti, per rivestimenti resistenti e antiaderenti su tappeti, mobili, vestiti e stoviglie, ma anche cosmetici, lubrificanti, vernici e presidi anti- incendio. Farmaci non ormonali: quattro agenti chemioterapici, due farmaci veterinari eventualmente presenti negli alimenti, il diuretico furosemide e la griseofulvina antifungino, vari agenti anti-infettivi e due farmaci meno utilizzati rispetto al passasto non più molto utilizzati (la fenacetina e la reserpina). Stirene: fumo di sigaretta, componenti dell’aria all’interno dell’abitazione e quantità di cibo che sono state in contatto con polistirene. A cura di Valeria Leone In collaborazione con Redazione Humanitas News Pagina 19 di 35
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PBDE: Ritardanti di Fiamma Contro la Fertilita’ di Donne e Uomini. Uno Studio Conferma la Pericolosita’ dei Composti Onnipresenti nelle Nostre Case Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Ambiente, Zoom Taggato come: Inquinanti Organici Persistenti, PBDE, Ritardanti di fiamma Le donne sono coloro in cui si possono riscontrare elevati livelli di PBDE nel sangue, un tipo di ritardante di fiamma che si trovano comunemente nei prodotti di consumo. Il nuovo studio pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives, ha scoperto che per ogni aumento di concentrazione nel sangue di quattro sostanze chimiche legate ai PBDE era legata una diminuzione del 30% delle probabilità di gravidanza ogni mese. Pagina 25 di 35
PBDE: Ritardante di Fiamma ma non solo … “Ci sono stati numerosi studi su animali che hanno trovato una vasta gamma di effetti sulla salute derivanti dall’esposizione a PBDE, ma la nuova ricerca ha dimostrato gli effetti negli esseri umani”, afferma uno degli autori dello studio, Kim Harley. “Questi risultati devono essere necessariamente replicati, ma avrebbero già da soli importanti implicazioni per la regolamentazione industriale di queste sostanze chimiche pericolose.” I PBDE sono una classe di composti chimici diventati di uso comune dopo il 1970, quando nuove norme di sicurezza antincendio sono state applicate, inizialmente negli USA e successivamente in tutto il mondo. Alcuni studi hanno riscontrato una diffusa contaminazione di PBDE nella polvere di casa. Gli studi suggeriscono anche che solo negli USA il 97% dei residenti hanno livelli facilmente rilevabili di PBDE nel sangue, 20 volte superiori a quelli degli europei. Secondo i ricercatori, i residenti in California sono tra quelli che hanno le esposizioni più elevate, probabilmente a causa delle leggi antincendio relativamente più severe. PBDE e Calo della Fertilità I ricercatori hanno misurato inizialmente i livelli di PBDE in campioni di sangue di 223 donne incinte da un istituto che esamina le esposizioni ambientali e la salute riproduttiva. Successivamente l’analisi è stata limitata alle donne che stavano cercando di rimanere incinta e i ricercatori hanno scoperto che avevamo la metà delle probabilità di concepire in un determinato momento quando avevano elevati livelli di PBDE nel sangue. “Non stiamo guardando all’infertilità, solo la subfertilità, perché tutte le donne nel nostro studio prima o poi hanno avuto una gravidanza “, commenta Harley. “Se avessimo incluso coppie non fertili nel nostro studio, è possibile che avremmo notato un effetto ancora più distruttivo da esposizione a PBDE.” Pagina 26 di 35
Non è del tutto chiaro come i PBDE hanno impatto sulla fertilità. Una serie di studi condotti su animali hanno dimostrato che i PBDE possono mettere in pericolo lo sviluppo neurologico, ridurre gli ormoni tiroidei, e alterare i livelli degli ormoni sessuali. E sbalzi nei livelli di ormoni tiroidei possono compromettere i normali cicli mestruali negli esseri umani, ma questo studio non ha trovato un nesso tra l’esposizione PBDE e cicli mestruali irregolari. Ci sono circa 209 differenti possibili miscele di PBDE, ma solo tre miscele: pentaBDE, octaBDE e il decaBDE, sono state sviluppate ad uso commerciale, come i ritardanti di fiamma. Le miscele si distinguono per il numero medio di atomi di bromo nelle molecole. I penta-e octaBDE sono stati entrambi vietati in alcuni stati americani, tra cui la California, ma sono ancora presenti nei prodotti fabbricati prima del 2004. Il mese scorso, la US Environmental Protection Agency (EPA) ha annunciato un accordo con tre i principali produttori di decaBDE per eliminare gradualmente la produzione entro il 2013. PBDE: Vietati e Sostituiti, ma Con Cosa? “Anche se i diversi tipi di PBDE si stanno gradualmente dismettendo dall’industria, la nostra esposizione ai ritardanti di fiamma è probabile che continuerà per molti anni”, afferma un’altra ricercatrice del team, Brenda Eskenazi. “I PBDE sono presenti in molti prodotti di consumo, e sappiamo che si trovano comunemente anche nelle nostre case. Nella nostra ricerca, abbiamo scoperto che ad esempio i bambini a basso reddito in California sono esposti a livelli molto elevati di PBDE“. Come i PBDE sono stati eliminati, essi vengono sostituiti con altri composti bromurati. “Sappiamo ancora meno sulle sostanze chimiche più recenti, i nuovi ritardanti di fiamma che stanno sostituendo i PBDE“, afferma Harley. Negli USA un progetto di legge del 2007 proponeva l’abolizione e il bando di tutti i bromurati e clorurati ritardanti di fiamma ad uso nell’arredamento per la casa o per la biancheria da letto, in particolare mobili, cuscini, tappeti e imbottiture. Pagina 27 di 35
Harley conclude “i risultati della ricerca sono sorprendenti. Ogni aumento di dieci volte nel sangue di una donna di PBDE è legata una diminuzione del 30% della sua probabilità di rimanere incinta. Sono ancora poche le ricerche relative ai ritardanti di fiamma ed ora sono in studio i padri, che probabilmente esposti, avranno un’alta probabilità di infertilità maschile. Poiché l’esposizione al PBDE è onnipresente nei paesi industrializzati, anche piccole riduzioni della sostanza chimica può avere un ampio respiro sull’impatto della salute pubblica”. Gli scienziati affermano che i ritardanti di fiamma bromurati sono tra gli inquinanti più preoccupanti, perché si accumulano nei tessuti animali e umani, compreso il latte materno e che persistono nell’ambiente. A causa del loro uso diffuso negli Stati Uniti, gli americani sono il popolo più altamente contaminato da PBDE ed una notizia di conforto è che le concentrazioni di PBDE negli europei sono in calo. Pagina 28 di 35
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2. ECOFIRE NEW FLAME RETARDANT ECOFIRE sfrutta materie prime che in natura hanno caratteristiche ignifughe intumescenti e a rilascio di vapore acqueo. Si tratta di prodotti compatibili con le norme, in tema di sicurezza, e con la grande caratteristica di essere a ridottissimo rilascio di fumo. 2.1. SVILUPPO INNOVATIVO I principi base che hanno portato alla realizzazione di questo compound sono tre: COMBUSTIONE SATURAZIONE / INTUMESCENZA MICROINCAPSULAZIONE Combustione La combustione è una reazione chimica sufficientemente rapida di una sostanza combustibile con un comburente che dà luogo allo sviluppo calore, fiamma gas, fumo e luce. Può avvenire con o senza sviluppo di fiamme superficiali. La tecnica usata per spegnere i pozzi petroliferi si basa sul principio di togliere l’ossigeno alla fiamma, in modo che questa si estingua. Quindi una grossa quantità di esplosivo sulla fiamma, dove inizia il processo di combustione, consuma immediatamente l’ossigeno presente, rubandolo alla fiamma e quindi la stessa si porta in autoestinzione. All’interno del nostro compound sono presenti materie prime che in natura, attivate da una fonte di fiamma libera, hanno proprietà esplosive. Pertanto le microesplosioni generate si comportano come il processo di estinzione della fiamma sopra descritto per i pozzi petroliferi. Saturazione e Intumescenza L’intumescenza può essere descritta come una tecnologia che ritarda l’espandersi di un incendio formando una schiuma sulla superficie di un materiale infiammabile. Questa schiuma agisce come barriera isolante. L’esplosione di calore avvia un processo chimico che provoca il rigonfiamento. Pagina 30 di 35
I prodotti in commercio hanno subito forti limitazioni per le diossine alogenate che rilasciano composti estremamente tossici. Nel nostro caso il prodotto realizzato contiene piccole quantità, poiché la sua espansione aumenta quattro volte il suo peso specifico, di una sostanza derivata dalle cellule di un particolare anfibio marino. In fase di combustione i fumi generati saturano l’ambiente, catturando l’ossigeno e nel contempo aumenta il solido, per effetto dell’intumescenza, riducendo ulteriormente i parametri combustione – comburente che altrimenti aumenterebbero la fiamma. Un cenno di merito va dedicato a questa sostanza che attualmente è parte della catena alimentare del popolo cinese, nelle loro gustosissime zuppe. Le importanti caratteristiche ignifughe e di sazietà, quindi espansione di volume, hanno interessato da subito i nostri studi. Microincapsulazione La microincapsulazione svolge un importante ruolo nel nostro compound, in quanto la volatilità è un aspetto molto rilevante riguardo la possibilità di essere assorbito dalla pelle tramite le vie respiratorie. Il micro incapsulato di ECOFIRE è un rivestimento totalmente naturale, biodegradabile, resistente al lavaggio. Queste caratteristiche sono indispensabili in quanto le norme in vigore dei vari paesi del mondo prevedono che i test di valutazione vengano effettuati dopo lavaggio. Abbiamo utilizzato la modulazione del rilascio del principio attivo nel tempo, elemento veicolante nel campo farmaceutico. Quindi come nel caso di una terapia per via orale (pastiglia) che deve rilasciare nello stomaco il suo principio attivo, generato dai succhi gastrici, il nostro compound micro incapsulato sviluppa il suo principio attivo tramite la combustione della fiamma e quindi la temperatura. In nessun caso può rilasciare sostanze volatili poiché rivestito con una membrana non traspirante e solida al lavaggio. Inoltre sono stati effettuati test di martindale (antiabrasione) al fine di valutare se lo Pagina 31 di 35
sfregamento del micro incapsulato potesse generare la rottura dell’involucro. I test hanno dato risultati molto elevati 80.000 – 120.000 cicli su 20 campioni testati. Superfici e materiali testati: Tessuti per arredamento Pannellature lisce Gomma Tessuto non tessuto Superfici in poliuretano Schiume ecc. 2.2. TOSSICITÀ La tossicità dei prodotti è un fattore molto importante in merito alla realizzazione di un composto chimico o un compound assemblato di sostanze. Abbiamo assistito nel tempo a casi emblematici di prodotti decantati come innovativi e quasi salutari, che poi si sono rivelati dannosissimi per la salute. Non possiamo esimerci dal citare l’Eternit e il Pvc. Nel primo caso considerato quasi un materiale nobile da utilizzare nelle rifinizioni edilizie residenziali come ottimo isolante. Il Pvc, nel secondo caso, in cui l’America negli anni passati ne ha fatto un uso smisurato e successivamente messo al bando per la presenza di ftalati e per la sua alta tossicità in fase di combustione a rilascio inodore di sostanze altamente tossiche. Per quanto riguarda il nostro studio possiamo affermare che: - vengono utilizzati prodotti facenti parti della catena alimentare; - non si tratta di un prodotto che può avere problemi di volatilità in quanto totalmente incapsulato con un solido, solo attivabile ad alte temperature; - durante i lavaggi rimane perfettamente stabile; - le sostanze prelevate dagli animali sono prodotte in allevamento rispettando i valori ecofriendly che ci contraddistinguono; - l’applicazione di questo prodotto avviene a 120°, temperatura molto bassa che non permette l’attivazione del principio attivo. Pagina 32 di 35
2.3. IMPATTO SUL MERCATO I ritardanti di fiamma chimici sono impiegati per proteggere le plastiche in applicazioni elettroniche, di trasporto (autovetture, aerei, navi, treni) e per l’edilizia. Dato il rischio di incendi, i veicoli destinati al trasporto presentano particolari esigenze di sicurezza e la necessità di assicurare ai passeggeri il tempo necessario per mettersi in salvo. Per tutti gli equipaggiamenti elettrici ed elettronici, nonché per i cavi, è richiesta una protezione ignifuga per legge: Tv, computer, elettrodomestici, impianti elettrici industriali, arredamento per alberghi, tessile residenziale (America e Gran Bretagna). Il mercato globale dei ritardanti di fiamma, già nel 2009, aveva registrato un valore pari a 4,3 miliardi di dollari. Lo sviluppo generato del settore ha portato ai giorni nostri ad un valore commerciale globale di circa 7 miliardi di dollari. Si è inoltre stimato che, se una norma ignifuga analoga a quella inglese, fosse estesa a tutta l’unione europea, risultati produttivi porterebbero ad una crescita del pil pari all’1%. La preoccupazione per la salute ha portato al divieto, in molti paesi, di questi prodotti. Le restrizioni sulle normative e i divieti sono fattori chiave che influenzano positivamente la domanda e la ricerca di ignifughi privi di sostanze cancerogene. Il nord America è un consumatore dominante dei ritardanti di fiamma con il 40% di quota volume e si prevede una tendenza in salita del 7% annuo. La struttura del mercato è frammentata, con un numero di players che rappresentano oltre il 60% della quota di mercato. Inoltre i costi di gestione per lavorare e manipolare queste sostanze ad alta volatilità e dannose per la salute sono molto elevati e influenzano notevolmente il prodotto finale immesso sul mercato. ECOFIRE è preparato nella nostra azienda rispettando il protocollo e le norme di sicurezza standard, ma non necessita di ulteriori attenzioni poiché totalmente estratto da prodotti naturali e facenti parte della catena alimentare. La formulazione è totalmente protetta, incapsulata e quindi non volatile. Pertanto ECOFIRE ha un costo di produzione, rispetto ai ritardanti di fiamma sul mercato, notevolmente inferiore. Pagina 33 di 35
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