Ritardante di fiamma organico - Salute e Sicurezza nel tuo ambiente quotidiano - Percal Services

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Ritardante di fiamma organico - Salute e Sicurezza nel tuo ambiente quotidiano - Percal Services
Ritardante di fiamma organico
Salute e Sicurezza nel tuo ambiente quotidiano
Ritardante di fiamma organico - Salute e Sicurezza nel tuo ambiente quotidiano - Percal Services
RELAZIONE SULLA TOSSICITÀ DEI PRODOTTI ESISTENTI SUL MERCATO

        ED EFFETTI POSITIVI DEL NUOVO PRODOTTO REALIZZATO

I costi derivanti dagli incendi sostenuti dalla società odierna sono molto alti,
sia in termini di salute che in termini economici. Possiamo quindi definire
questi costi come un fattore significativo che incide notevolmente sugli
equilibri economici dei vari Stati e sul problema della sicurezza legato al
rischio di intossicazioni e perdite di vite umane (come nel caso, ad esempio,
del recente incendio verificatosi alla Grenfell Tower di Londra il 14 Giugno
2017).

Per questo motivo, quasi tutti gli Stati hanno adottato norme antincendio
sempre più stringenti (vedere le normative ASTM-E-84 USA, la M1 Francia e la
EN45545 sulle linee ferroviarie pubbliche), che interessano la nostra
quotidianità trovando applicazione in tutti i settori, da quello pubblico e
privato a quello residenziale (settore tessile, dell’abbigliamento, dell’edilizia,
automotive, dell’arredamento, chimico, dell’elettronica ecc.)

Di conseguenza le sostanze tossiche che costituiscono i ritardanti di fiamma
dovranno essere sostituite con prodotti naturali.

I prodotti attualmente utilizzati per rendere ignifughi tessuti, materie plastiche
e materiali da costruzione contengono normalmente sostanze cancerogene
quali biossido di ammonio, bromo, decabromo, alogeni, ecc.

Il pericolo connesso al rilascio di tali sostanze è stato inizialmente attribuito
esclusivamente alla fase di combustione, anche se, purtroppo, recenti studi
hanno evidenziato che il problema è notevolmente più ampio. Ad esempio, un
recente studio commissionato dall'Agenzia Sanitaria Francese (Anses) ha
evidenziato che tali sostanze sono in realtà volatili e che se inalate o ingerite
possono provocare cancro, disturbi ormonali, alterazione della
mascolinizzazione e altre patologie pericolose, anche con la sola loro
presenza nelle nostre case, nelle scuole, negl' Hotel, Ristoranti, Insomma in
tutte le strutture pubbliche/private e in alcuni casi anche nell' abbigliamento.

Partendo da questi presupposti, i nostri studi hanno portato alla scoperta di
“ECOFIRE”, un ritardante di fiamma totalmente naturale, in quanto l'
elemento fondamentale, nel processo di miscelazione e una lavorazione in 77
passaggi, viene estratto dalle cellule di un particolare pesce, che nella sua
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mutazione genetica sviluppa sale in cloro totalmente naturale, atossico e
autoestinguente.

Questo ns compound si presenta in diverse forme, ovvero in forma liquida, in
polvere, masterbatches e può essere applicato e/o miscelato con metodi
diversi, quali spalmatura (rivestimento), immersione, estrusione ed
irrorazione che abbina vari composti naturali, rende ignifugo qualsiasi
prodotto al quale venga aggiunto e/o trattato.

EcoFire è destinato a qualsiasi tipo di materiale tra cui, ma non solo, tessuti,
vestiti, giocattoli, oggetti in plastica, dispositivi elettronici, cavi elettrici, tubi,
pannelli, colle, stucchi, resine ecc. senza alterare minimamente l'aspetto, il
colore e la percezione tattile delle superfici.

Oggi il business dei ritardanti di fiamma ad uso industriale, è di ca. sette
miliardi di dollari, attualmente in aumento ogni anno del 10%, ma dato l’
accrescimento d’ incendi, le autorità aumentano di anno in anno, i materiali d’
allestimento ai quali applicare i ritardanti di fiamma.

L’impatto dell’ EcoFire sul mercato cambierà sostanzialmente lo scenario di
questo mercato che oggi viene gestito da 4/5 multinazionali chimiche.

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“ECOFIRE LA NATURA AL SERVIZIO DELL’UOMO”

INTRODUZIONE

1.     RITARDANTI DI FIAMMA

1.1.   MERCATO

1.2.   TOSSICITÀ

BIBLIOGRAFIE

2.     ECOFIRE NEW FLAME RETARDANT

2.1.   SVILUPPO INNOVATIVO

2.2.   TOSSICITÀ

2.3.   IMPATTO SUL MERCATO

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INTRODUZIONE

Gli incendi ogni anno provocano danni ingenti, la morte di numerose persone ed
enormi perdite economiche. Nel solo 2006 negli Stati Uniti sono morti 3.245 civili,
16.400 sono stati i civili feriti, 1,6 milioni gli incendi segnalati (1 incendio ogni 20
secondi) che hanno provocato $ 11,3 miliardi di dollari di danni alle proprietà private
(National Fire Protection in the United States, Fire Loss in the U.S. During 2006
abd USFA’s Firefighter Fatalities in the United States in 2006).

Per agire in modo adeguato e in particolare ridurre il numero di morti, è
fondamentale capire in che modo l’incendio è causa di morte. I dati raccolti da
gruppi assicurativi, enti nazionali e internazionali, indicano come il soffocamento
sia in effetti il motivo principale di morte in caso di incendio, grafico 1.

                                  Regno Unito 508 Morti

                                 3%
                            7%

                                                                     Vinti da gas o fumi
                    15%
                                                                     Ustionati
                                                                     Ustionati e vinti da gas e fumi
                                                 54%                 Non specificato

                     21%                                             Altro

Grafico 1. Dati Riferiti al solo 2004 (Fire Statistics 2004, Office of Deputy Prime Minister)

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In quest’ottica il significato della parola “ritardante” è duplice: Primo, ha un valore
temporale, cioè indica la possibilità di rallentare lo svilupparsi del fumo,
permettendo l’azione antincendio e l’evacuazione degli ambienti interessati dall’
incendio; Secondo, ha un significato spaziale, indicando la possibilità di contenere
l’incendio nell’ambiente in cui si è sviluppato evitandone il propagarsi.

Tra i vari composti chimici che entrano in tutti i locali pubblici/privati, i più tossici
sono senz’ altro i ritardanti di fiamma. Vengono utilizzati nella plastica, nei tessuti
sintetici e non, apparati elettronici, abiti anche per bambini, giocattoli, mobili ecc.

Pur avendo accertata la tossicità dei tradizionali composti chimici utilizzati come
ritardanti di fiamma, questi vengono tutt’ora impiegati non avendo, sino ad ora,
alcuna alternativa.

I risultati degli studi hanno evidenziato, che oltre ad essere cancerogeni, sono
tossici per il sistema endocrino, tanto da interrompere le normali attività ormonali.
Se molto presenti in casa, possono addirittura essere il motivo di tossicità epatica e
tiroidea. Anche la minima esposizione in periodi critici dello sviluppo può causare
un deficit di apprendimento e danni al sistemo produttivo.

Al contrario il nostro EcoFire è totalmente naturale, pertanto dopo innumerevoli
trattamenti eseguiti su tessuti e vari altri prodotti con annesse prove di laboratorio,
possiamo affermare di aver realizzato un ritardante di fiamma totalmente esente da
alogeni e sostanze dannose per l’uomo.

Essendo la nostra una Società che si è sempre ispirata all’ innovazione nel pieno
rispetto dell’ambientale, è nostra volontà mettere al servizio della società anche
questo ritrovato allo scopo di migliorare l’ambiente, la salute e la sicurezza dei
luoghi dove viviamo ci svaghiamo e lavoriamo.

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1.     RITARDANTI DI FIAMMA

Attualmente, i ritardanti di fiamma maggiormente commercializzati ed adoperati
nella produzione di oggetti di uso comune, sono della famiglia dei BRF, prodotti con
l’utilizzo, come composto chimico primario, del bromo.

Da studi scientifici è emersa l’enorme tossicità del composto, vista la potenzialità
nociva specialmente per il sistema nervoso.

Purtroppo è anche emerso che quando si parla di Flame Retardant o FR, si entra in
un mondo sterminato, dove anche gli addetti ai lavori rischiano di perdersi. E’
pertanto importante illustrare i requisiti e i principi base del Flame Retardant.

I principi e i diversi meccanismi con i quali interviene un Flame Retardant, per
interrompere o mitigare la reazione del fuoco, sono principalmente 5 cinque.

Qui di seguito li andiamo ad elencare:

    SLVILUPPO DI CALORE
    GAS PHASE
    CHAR
    INTUMESCENZA
    DRIPPING

Oggi a livello scientifico, si sta lavorando molto per trovare nuove soluzioni.

Novità a livello industriale si susseguono rapidamente e, come sempre, sono i
grandi players a farla da padrone.

Le richieste sono molto pressanti e soprattutto volte allo sviluppo di soluzioni che
soddisfano quattro requisiti:

      1)   diminuire la tossicità degli additivi, favorendone la biodegradabilità;
      2)   migliorare la stabilità termica;
      3)   accrescere la compatibilità per evitare la migrazione nel tempo dell’additivo;
      4)   costare il meno possibile, requisito fondamentale nel mondo delle materie
           plastiche.

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1.1.   IL MERCATO

Il mercato dei ritardanti di fiamma vale oggi circa due milioni di tonnellate a livello
mondiale, con impegni in una vasta gamma di applicazioni.

Nello studio di mercato di questi additivi, si stima una crescita costante dei consumi
da qui al 2021 con una previsione di giro di affari pari a 12 miliardi di dollari.

Il principale settore di destinazione dei Flame Retardant è l’edilizia dove i prodotti
antifiamma vengono utilizzati per materiali isolanti, tubi, cavi elettrici.

Tessile e arredo sono strettamente collegati percentualmente al comparto edile.

Elemento molto importante, che influenza notevolmente i mercati, sono le
normative, che prevedono in alcuni casi l’utilizzo dei Flame Retardant anche nel
Residential (Gran Bretagna e America).

Una sfida che riguarda tutti i settori applicativi è la sostituzione dei ritardanti di
fiamma bromurati e clorurati utilizzati fino ad oggi con prodotti più sicuri e rispettosi
dell’ambiente, anche sotto la spinta di normative più restrittive.

In questo scenario, il miglior tasso di crescita, pari al 5% annuo, è atteso per i
ritardanti a base di fosforo, seguiti da quelli a base di biossido di ammonio.

In termini assoluti, invece, il principio più utilizzato resta l’alluminio triidrato (ATH).

Per quanto riguarda le differenze regionali, i ritardanti di fiamma alogenati
dominando ancora sul mercato cinese, che rappresenta quasi un quarto dei
consumi globali, mentre in Europa e Nord America quasi la metà delle vendite
riguarda i prodotti a base ATH.

Tutte le materie prime sono accusate di trasferirsi dalle tappezzerie, quando
utilizzate per ignifugare i tessuti e filati, e accumularsi nelle polveri domestiche che
finiscono per essere ingerite o inalate, o anche ritrovarsi allo stato volatile (Fonte
Anses).

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1.2. TOSSICITÀ

Allarme sui ritardanti di fiamma nei tessuti antincendio che, è stato dimostrato, in
caso di incendio provocano fumi molto tossici. Inoltre le molecole che li
compongono hanno effetti negativi sullo sviluppo cognitivo dei bambini.

Gli Stati Uniti hanno bandito dal 2004 le molecole denominate PBDE che
permettono di far diventare ignifuga la plastica e i tessuti. Il largo utilizzo che ne è
stato fatto dal 1975, data dalla pubblicazione della norma (TV 117 1975) aveva
decretato che regioni come California e Stati Uniti erano diventate le regioni del
mondo con maggior presenza di PBDE.

Uno studio dell’università Berkeley in California, su un campione di 270 bambini
maschi di 7 anni ha dimostrato un deficit di attenzione e mancanza di
coordinamento dei movimenti.

Secondo uno studio del 2011, pubblicato dalla rivista di scienze ambientali e
tecnologia “ Environmental Science and Technology”, condotto in 16 abitazioni
californiane in cui erano presenti divani venduti e fabbricati prima dell’adozione del
divieto di utilizzare PBDE, si è accertato che la molecola invadeva l’ambiente con il
tempo, mentre i divani e moquette si degradavano giorno per giorno.

Ai giorni nostri in uno dei rapporti più sconcertanti che sia mai stato fatto da Anses,
“Agence Nationale de Sécurité Sanitaire de l’Alimentation, de l’Environnement et du
Travail”, possiamo notare che nulla è cambiato.

Questi nuovi composti presentano un rischio molto elevato e alcuni di questi sono
cancerogeni, tossici per la riproduzione persistente o neurotossici.

Aspetto non meno grave è l’aspetto volatile.

La Francia, a differenza di altri paesi, impone l’uso di prodotti ignifughi solo per la
destinazione d’uso a luoghi pubblici (cinema, teatri, bar, alberghi ecc.).

È stato accertato che queste molecole sono volatili e possono essere ingerite o
inalate o ritrovarsi all’interno di stati volatili.

Sono stati esaminati 22 prodotti ignifughi immessi sul mercato e tutti questi prodotti,
nelle loro schede di sicurezza allegate, menzionano la loro tossicità solo in fase di
combustione.

In allegato estratto di una scheda di sicurezza di prodotto attualmente in
commercio.

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BIBLIOGRAFIE
Report ECHA (European Chemicals Agency) – Rapporto pubblicato il 05/04/2018

Articolo di Stéphane Foucart, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 24/10/2015
“Perizia Anses (Agence Nationale de Sécurité Sanitaire de l’Alimentation, de l’Environnement et du
Travail)
http://retenews24.it/allarme-tumore-attenti-a-questi-oggetti-che-tenete-in-casa-sono-cancerogeni-la-
rivelazione-dellanses/

Articolo Eco Smes (Service for green products)–uso dei ritardanti di fiamma–Pubblicato il
10/02/2005
http://www.ecosmes.net/cm/navContents?l=IT&navID=eee&subNavID=2&pagID=2&flag=1

Greenpeace Italia – Campagna Detox: Le undici sostanze chimiche pericolose da eliminare
http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/inquinamento/acqua/Campagna-Detox/Tessuti-Tossici/Le-
undici-sostanze-chimiche-pericolose-da-eliminare/

Valeria Leone in collaborazione con Redazione Humanitas News – “Tumore al seno, 17
sostanze potenzialmente rischiose”, Pubblicazione del 16/05/2014 in Malattie e Cure
http://www.humanitas.it/news/7888-tumore-al-seno-17-sostanze-potenzialmente-rischiose

Articolo di Simonetta Scarane – ItaliaOggi: “Tessuti ignifughi, allarme per le molecole
tossiche”
http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1805093&codiciTe
state=1

Da salute-gslpc.com: “Messicano-americano bambini hanno alti livelli di ritardanti di
fiamma in Blood”
http://www.gslpc.com/messicano-americano-bambini-hanno-alti-livelli-di-ritardanti-di-fiamma-in-blood/

Da salute-gslpc.com: “Pet cani possono essere esposti a livelli elevati di fiamma bromurati”
http://www.gslpc.com/pet-cani-possono-essere-esposti-a-livelli-elevati-di-fiamma-bromurati

Da salute-gslpc.com: “Scienziat trovano le indicazioni di Toxic ritardanti di fiamma in
americani”
http://www.gslpc.com/scienziati-trovano-le-indicazioni-di-toxic-ritardanti-di-fiamma-in-americani/

Da salute-gslpc.com: “Sostance chimiche tossiche in molti Couches venduti negli Stati
Uniti: Relazione”
http://www.gslpc.com/sostanze-chimiche-tossiche-in-molti-couches-venduti-negli-stati-uniti-relazione/

PBDE: Ritardanti di Fiamma contro la fertilità di donne e uomini. Uno studio conferma la
Pericolosità dei composti onnipresenti nelle nostre Case.
Pubblicazione del 01/01/2010 Scritto da Redazione – GenitronSviluppo.com in Ambiente
Taggato come: Inquinanti Organici Persistenti, PBD, Ritardanti di Fiamma
http://www.genitronsviluppo.com/2010/02/01/pbde-ritardanti-di-fiamma/

Articolo Di Corrado Fontana del 07/02/2014 pubblicato sul periodico Valori.it: “USA,
presenza di sostanze tossiche nei prodotti per i bambini”

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http://www.valori.it/speciali/usa-presenza-sostanze-tossiche-nei-prodotti-bambini-7114.html
L’ECHA raccomanda una restrizione per alcuni ritardanti di fiamma nelle schiume di poliuretano
flessibile (PUR) negli articoli di puericultura e nei mobili per abitazione imbottiti.
L’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA) ha raccomandato la restrizione
dell’uso di ritardanti di fiamma TCEP, TCPP e TDCP nelle schiume poliuretaniche flessibili
(PUR) negli articoli di puericultura e nei mobili per abitazione imbottiti, dopo aver emanato
un rapporto sul monitoraggio di queste sostanze.
Il rapporto specifica che, ai sensi dell’articolo 69, comma 2, del regolamento REACH, il
fosfato tris(2-cloroetile) (TCEP), il fosfato tris(2-cloro-1-metiletile) (TCPP) e il fosfato tris[2-
cloro-1-(clorometil)etile] (TDCP) hanno proprietà cancerogene e costituiscono un rischio
per la salute umana e per l’ambiente.
Su questa base, l’ECHA raccomanda di predisporre un dossier relativo alle restrizioni di
cui all’allegato XV.

Il rapporto è stato pubblicato il 5 aprile 2018.

                                    SCREENING REPORT
  AN ASSESSMENT OF WHETHER THE USE OF TCEP, TCPP and TDCP IN
               ARTICLES SHOULD BE RESTRICTED

 SUBSTANCE NAMES (IUPAC):

       tris(2-chloroethyl) phosphate (TCEP)

       tris(2-chloro-1-methylethyl) phosphate (TCPP)

       Reaction mass of tris(2-chloropropyl) phosphate and
       tris(2-chloro-1-methylethyl) phosphate and Phosphoric
       acid, bis(2-chloro-1-methylethyl) 2-chloropropyl ester and
       Phosphoric acid, 2-chloro-1-methylethyl bis(2-
       chloropropyl) ester (TCPP)

       tris[2-chloro-1-(chloromethyl)ethyl] phosphate (TDCP)

 EC NUMBERS: 204-118-5; 237-158-7; (-); 237-159-2

 CAS NUMBERS: 115-96-8; 13674-84-5; (-); 13674-87-8

 VERSION NUMBER: 3

 DATE: 5 April 2018

                                                                                              Pagina 12 di 35
Annankatu 18, P.O. Box 400, FI-00121 Helsinki, Finland | Tel. +358 9 686180 | Fax
                                                                                      +358 9 68618210 | echa.europa.eu

E’ uno dei rapporti piu’ sconcertanti che sia mai stato fatto. L’Agence nationale de sécurité sanitaire de
l’alimentation, de l’environnement et du travail (Anses) ha pubblicato, lo scorso 22 ottobre, una perizia molto attesa
sui prodotti ignifughi, che vengono aggiunti ad alcune tappezzerie di mobili, materiali elettronici, tessili, sintetici, etc. La
perzia sottolinea che queste molecole presentano dei rischi per salute e ambiente, ma non benefici -dimostrati- nella
prevenzione degli incendi.
Gli scienziati dell’Anses lo presentano con una attenuazione tipica dei linguaggi dei periti: e’ plausibile che i prodotti
ignifughi abbiano avuto, in circa quaranta anni di utilizzo, solo una utilita’ marginale, o nulla. I rischi sono ben reali: alcuni
di questi componenti sono cancerogeni, perturbatori endocrini, tossici per la riproduzione, persistenti o neurotossici. O
anche tutti insieme questi pericoli.
Stato volatile
L’Anses era stata interpellata nel 2011 dalla Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la
répression des fraudes (DGCCRF). Oggi, le norme francesi non impongono l’uso di prodotti ignifughi nelle tappezzerie
dei mobili, se non nei casi in cui questi stessi siano destinati a luoghi pubblici (cinema, teatri, etc.). La DGCCRF si e’
interrogata sull’utilita’ eventuale di una generalizzazione di questa norma ai mobili ad uso privato, come accade in alcuni
Paesi (Regno Unito, Usa).
Nei risultati della sua indagine, l’Anses risponde in modo negativo e raccomanda di “privilegiare dei metodi alternativi
all’uso” di questi prodotti. In base ai dati britannici e americani disponibili, gli stessi “sono sufficienti per concludere che il
trattamento ignifugo delle tappezzerie dei mobili contribuisce in modo significativo alla diminuzione della frequenza e
della gravita’ degli incendi domestici”, scrivono gli esperti dell’Anses. In seguito all’esame della vasta gamma delle
molecole utilizzate, mostra un certa preoccupazione. In base alle loro caratteristiche chimiche, le stesse possono
trasferirsi dalle tappezzerie e accumularsi nelle polveri domestiche che finiscono per essere ingerite o inalate, o anche
ritrovarsi all’interno degli stati volatili.
Questi composti ignifughi sono molto diversi e numerosi. “Noi ci siamo limitati alle sostanze che abbiamo esaminato in
22 prodotti ignifughi, scelti tra quelli che sono in circolazione, o che potrebbero essere potenzialmente piu’ utilizzati se la
regolamentazione si rinforzasse”, spiega Christohe Rousselle, capo dell’unita’ di valutazione delle sostanze chimiche
presso l’Anses. Tutte le molecole esaminate presentano, a gradi diversi, dei rischi sanitari e ambientali. Una parte
importante di esse sono organofosfati con dei componenti chiamati “polibromurati”. Questi ultimi sono utilizzati d
numerosi anni, e il loro uso e’ stato fortemente ristretto in diversi Paesi.
Essi sono anche tra quelli meglio studiati. E lo spettro dei loro effetti e’ presente nell’inventario Prévert. Alcuni di essi
hanno degli effetti sulla tiroide. “Questi effetti sono stati messi in evidenza presso gli animali, e diversi studi sulle donne
incinte hanno mostrato un legame tra l’esposizione ai PBDE (una famiglia di prodotti ignifughi polibromi) e una
alterazione di alcuni ormoni tiroidei”, nota il rapporto dell’Anses. Sono stati evidenziati anche degli effetti neurotossici,
aggiungono gli esperti, “delle anomalie comportamentali e cognitive si producono sugli animali dopo una loro
esposizione prenatale e/o postnatale ad alcuni PBDE”.
Questi effetti rilevati sugli animali da laboratorio sono anche stati notati sull’uomo. “Dei livelli di carico corporeo
relativamente elevati, sono stati trovati su dei neonati e dei bimbi cosi’ come nel latte materno. Diversi studi
epidemiologici hanno dimostrato una relazione, relativamente ai bambini, tra l’esposizione prenatale e postnatale ai
PBDE, da una parte, e certi effetti, da un’altra parte: basso peso alla nascita, bassa capacita’ di girare la testa e di petto,
diminuzione delle funzioni di coordinamento motorio, di cognizione e di concentrazione”.
Alterazione della mascolinizzazione
Altri studi hanno ugualmente messo in evidenza gli effetti tossici per la riproduzione di queste sostanze. “con in
particolare una perturbazione degli ormoni coinvolti nelle funzioni riproduttive”, da cui un’alterazione della
mascolinizzazione dei giovani ragazzi, una perdita di peso nei testicoli e nelle ovaie, e una minore produzione
spermatica.
Inoltre, alcuni prodotti vivono molto a lungo. Una volta messi in circolazione nell’ambiente, essi si accumulano lungo la
filiera alimentare. Diversi polibromi, anche se vietati da decenni, sono oggi presenti nell’ambiente, nella fauna selvaggia
e in numerosi grassi animali. “Una parte dell’esposizione delle popolazioni umane proviene probabilmente
dall’alimentazione”, dice Dominique Gombert, direttore delle valutazioni dei rischi all’Anses.
“E’ innegabile che queste sostanze rappresentino un pericolo potenziale -spiega Bombert-. Ma abbiamo pochi dati
sull’esposizione della popolazione francese e non sappiamo con precisione se questo livello di esposizione rappresenti o
meno un rischio”. Per le sostanze piu’ recenti, i rischi sono ancora piu’ difficilmente quantificabili. Inoltre, gli esperti delle
agenzie pubbliche non sanno sempre con precisione in quali prodotti essi si trovino… Eppure sono proprio li’. Le
misurazioni fatte su un campione di trenta case francesi, mostrano la presenza di differenti prodotti ignifughi nelle polveri
domestiche.
Comunque, in generale la popolazione francese e’ probabilmente meno esposta rispetto alle popolazioni britanniche o
californiane. Dal 1975, la regolamentazione anti-incendio e’ stata molto limitata nel grande Stato dell’Ovest americano,
inducendo quindi ad utilizzare i prodotti ignifughi “sui componenti della biancheria da letto, pigiami per bambini o
fasciatoi”, spiega Benoit Vergriette, capo dell’unita’ sui rishi e la societa’ dell’Anses. A novembre del 2013, la California
ha fatto marcia indietro, abrogando la sua regolamentazione per evitare l’uso sconsiderato di queste sostanze negli
oggetti della vita quotidiana.

(articolo di Stéphane Foucart, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 24/10/2015)

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Le undici sostanze chimiche pericolose da eliminare
       Alchilfenoli
       Ftalati
       Ritardanti di fiamma bromurati e clorurati
       Coloranti azoici
       Composti organici stannici
       Composti perfluoroclorurati
       Clorobenzeni
       Solventi clorurati
       Clorofenoli
       Paraffine clorurate a catena corta
       Metalli pesanti: cadmio, piombo, mercurio, cromo VI

Con la campagna Detox vogliamo fermare l’avvelenamento dei corsi d’acqua da parte delle industrie che
utilizzano sostanze chimiche persistenti in grado di alterare il sistema ormonale dell’uomo. Abbiamo lanciato
una sfida ai maggiori marchi d'abbigliamento: eliminare tutte le sostanze tossiche dall’intera filiera produttiva
e dall’intero ciclo di vita dei propri prodotti. Di seguito la lista delle principali sostanze chimiche pericolose da
eliminare per un futuro libero da sostanze tossiche.

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Alchilfenoli
I composti alchilfenolici che comprendono i nonilfenoli, gli octilfenoli e i loro rispettivi etossilati - in particolare
il nonifenolo etossilato (NPs) - sono composti alchil fenolici comunemente utilizzati. I nonilfenoli sono
largamente utilizzati dall’industria tessile nei processi di lavaggio e tintura. Sono tossici per la vita acquatica,
persistenti nell’ambiente perché non si degradano facilmente e possono accumularsi negli organismi viventi
fino ad arrivare all’uomo attraverso la contaminazione della catena alimentare. La loro somiglianza con gli
ormoni estrogeni naturali può interferire con lo sviluppo sessuale di alcuni organismi. Nei pesci, in
particolare, sono causa di femminilizzazione. L’Europa applica una rigida regolamentazione sui nonilfenoli
che, dal 2005, non possono essere utilizzati nella maggior parte delle applicazioni.

Ftalati
Gli ftalati sono un gruppo di sostanze chimiche comunemente utilizzate per rendere più flessibile il PVC
(plastica di cloruro di polivinile). L’industria tessile li usa nella pelle artificiale, nella gomma, nel PVC e in
alcuni coloranti. Alcuni ftalati, come il DEHP (Bis(2- etilesil )ftalato), sono dannosi per la riproduzione dei
mammiferi e possono interferire nello sviluppo testicolare durante i primi anni di vita.
Gli ftalati DEHP e DBP (dibutil fatalato) sono classificati in Europa come tossici per la riproduzione e il loro
uso è stato limitato. Secondo il regolamento Europeo REACH, entro il 2015 sarà vietato l’uso degli ftalati
DEHP, BBP (benzil butil ftalato) e DBP.

Ritardanti di fiamma bromurati e clorurarti
Molti ritardanti di fiamma bromurati (BFR) sono sostanze chimiche persistenti (che non si degradano
facilmente) e bioaccumulanti (capaci di accumularsi nella catena alimentare) presenti nell'ambiente. Gli eteri
di difenile polibromurati (PBDE) sono uno dei gruppi più comuni di BFR e sono stati utilizzati per eliminare il
rischio di infiammabilità di una vasta gamma di materiali, inclusi i prodotti tessili. Alcuni PBDE possono
interferire con i sistemi ormonali della crescita e dello sviluppo sessuale. Secondo la legislazione europea,
l’uso di alcuni tipi di PBDE è sottoposto a stringenti restrizioni e uno dei PBDE è stato inserito nella lista
delle 'sostanze pericolose prioritarie' ai sensi della legislazione europea sulle acque, che prevede l'adozione
di misure per eliminare l'inquinamento delle acque superficiali in Europa.

Coloranti azoici
I coloranti azoici rientrano tra i principali coloranti usati nell’industria tessile. Alcuni coloranti azoici, però, si
dissociano durante l’uso e rilasciano sostanze chimiche conosciute con il nome di ammine aromatiche.
Alcune ammine aromatiche possono causare tumori. L’Unione europea ha messo al bando l’uso di questi
coloranti azoici che rilasciano ammine cancerogene nei tessuti e che possono venire a contatto con la pelle
dell'uomo.

Composti organici stannici
I composti organici stannici sono usati come biocidi (principi attivi che inibiscono qualsiasi organismo nocivo)
e come agenti antimuffa in diversi prodotti di consumo. L’industria tessile li utilizza nei calzini, nelle scarpe e
negli abiti sportivi per prevenire l’odore causato dal sudore. Il tribustagno (TBT) è tra i più noti composti
organici dello stagno, in passato veniva usato principalmente nelle vernici antivegetative per le navi, fino a
quando è emerso che persiste nell'ambiente, si accumula nel corpo e può colpire il sistema immunitario e
riproduttivo. L’uso del TBT come vernice antivegetativa è ormai in gran parte vietato. Il TBT è stato utilizzato
anche nel settore tessile.
Il TBT rientra nella lista delle 'sostanze pericolose prioritarie' ai sensi della normativa dell'Unione europea
sulle acque, che prevede l’adozione di misure per eliminare l'inquinamento delle acque superficiali in
Europa. Da luglio 2010 e gennaio 2012 i prodotti (compresi quelli di consumo) che contengono alcuni tipi di
composti organostannici in quantità superiore allo 0,1% sono vietati in tutta l'UE.

Composti perfluoroclorurati
I composti chimici perfluoroclorurati sono sostanze artificiali ampiamente utilizzate dall'industria per le
proprietà antiaderenti e idrorepellenti. Nell'industria tessile vengono usati per realizzare prodotti tessili e
pellame idrorepellenti e antimacchia. Test dimostrano che molti PFC sono difficili da smaltire perché
persistono nell'ambiente e possono accumularsi nei tessuti e aumentare di livello attraverso la

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contaminazione della catena alimentare. Una volta assimilati dall’organismo, alcuni PFC hanno effetti sul
fegato e, in qualità di interferenti endocrini, possono alterare i livelli di crescita e riproduzione ormonale.
Il più noto PFC è il perfluorottano solfonato (PFOS), un composto altamente resistente alla degradazione
che persiste nell’ambiente anche per lunghi periodi. Il PFOS fa parte degli ‘inquinanti organici persistenti’ il
cui uso è stato limitato ai sensi della Convenzione di Stoccolma, un trattato globale redatto per proteggere la
salute umana e l'ambiente. Per taluni usi, inoltre, il PFOS è vietato anche all'interno dell’Europa e in Canada.

Clorobenzeni
I clorobenzeni sono sostanze chimiche persistenti e bioaccumulanti utilizzate come solventi e biocidi nella
produzione di coloranti e come intermedi chimici. Gli effetti dell'esposizione dipendono dal tipo di
clorobenzene, tuttavia, essi comunemente influenzano la tiroide, il fegato e il sistema nervoso centrale.
L’esaclorobenzene (HCB), la sostanza chimica più tossica e persistente di questo gruppo, è anche un
distruttore ormonale.

L'UE classifica il pentaclorobenzene e l’HCB come 'sostanze pericolose prioritarie' ai sensi della normativa
dell’Unione europea sulle acque, che prevede l’adozione di misure per eliminare l'inquinamento delle acque
superficiali in Europa. Sono anche elencati come 'inquinanti organici persistenti' il cui uso globale è stato
limitato ai sensi della Convenzione di Stoccolma, e per i quali, in linea con questo, né è stato vietato l’uso o
prevista la riduzione ed eventuale eliminazione in Europa.

Solventi clorurati
I solventi clorurati come il tricloroetano (TCE) sono utilizzati nell’industria tessile per sciogliere altre sostanze
in fase di produzione e per la pulizia dei tessuti. Il TCE è una sostanza dannosa per l’ozono che può
persistere nell’ambiente. È anche conosciuto per gli effetti su sistema nervoso, fegato e reni. Dal 2008
l’Europa ha drasticamente ristretto l’uso del TCE sia nei prodotti che nel lavaggio dei tessuti.

Clorofenoli
I clorofenoli sono un gruppo di sostanze chimiche usate come biocidi (principi attivi capaci di inibire qualsiasi
organismo nocivo) in un'ampia gamma di applicazioni, dai pesticidi ai conservanti del legno e dei tessuti. Il
pentaclorofenolo (PCP) e i suoi derivati sono usati come biocidi nell’industria tessile. Il PCP è altamente
tossico per gli uomini e può colpire diversi organi del corpo. È inoltre fortemente tossico per gli organismi
acquatici. L'Unione europea ha messo al bando la fabbricazione di prodotti contenenti PCP dal 1991 e ora
ha drasticamente ristretto la vendita e l’uso di tutti i prodotti che contengano questa sostanza chimica.

Paraffine clorurate a catena corta
Le paraffine clorurate a catena corta (SCCPs) sono usate nell’industria tessile come ritardanti di fiamma e
agenti di rifinitura per la pelle e il tessile. Sono altamente tossici per gli organismi acquatici, non si
degradano rapidamente nell’ambiente e hanno un’elevata potenzialità di accumulo negli organismi viventi. Il
loro uso in alcune applicazioni è stato ristretto nell’UE dal 2004.

Metalli pesanti: Cadmio, Piombo, Mercurio, Cromo VI
I metalli pesanti come cadmio, piombo e mercurio vengono utilizzati in alcuni coloranti e pigmenti usati
nell’industria tessile. Questi metalli possono accumularsi nel corpo per molto tempo e sono altamente tossici,
con effetti irreversibili inclusi i danni al sistema nervoso (piombo e mercurio) o al fegato (cadmio). Il cadmio è
anche noto per provocare il cancro.

Il cromo VI è utilizzato in alcuni processi tessili e conciari: è fortemente tossico, sono sufficienti basse
concentrazioni, anche per molti organismi acquatici. Nell'UE il cadmio, il mercurio e il piombo sono stati
classificati come ‘sostanze pericolose prioritarie’ ai sensi della normativa dell’Unione europea sulle acque,
che prevede l’adozione di misure per eliminare l'inquinamento delle acque superficiali in Europa. L’uso di
cadmio, mercurio e piombo è soggetto a rigorose restrizioni in Europa da diverso tempo, compresi alcuni usi
specifici del mercurio e del cadmio nei prodotti tessili.

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Tumore al seno, 17 sostanze potenzialmente rischiose
In collaborazione con Redazione Humanitas News pubblicato il 16 maggio 2014 in Malattie e cure

Il lavoro, condotto dai ricercatori del Silent Spring Institute e dalla Harvard School of Public Health e
pubblicato su Environmental Health Perspectives, è uno studio di biomononitoraggio dei principali
agenti di rischio associati alla malattia. La ricerca si basa su una revisione della letteratura specialistica
relativa ai biomarkers di esposizione per 102 sostanze chimiche, associati alla sviluppo di tumori della
mammella su modelli sperimentali; questi risultati sono stati paragonati con i dati sull’uomo riportati nelle
principali review. Dallo studio emerge che i risultati sperimentali possono essere comparati con i
risultati ottenuti sull’uomo, anche se pochi agenti sono stati effettivamente valutati in modo approfondito
ed esaustivo sulla specie umana.

Sono state individuate 17 sostanze potenzialmente più a rischio di favorire lo sviluppo della malattia.
L’intervento preventivo dovrebbe puntare alla riduzione dell’esposizione a tali agenti, presenti soprattutto
nei gas di scarico delle automobili, nella benzina, nell’aria inquinata, nel fumo di sigaretta, ma anche in
alcuni cibi troppo cotti (fritti ad alte temperature o carbonizzati), tinture, mobili trattati (con PFOA), in certi
casi in qualche farmaco, particolari materiali (ad esempio ritardanti di fiamma) e in certi solventi chimici
(alogenati) e in altre sostanze.

Con le limitazioni relative alla ristretta valutazione diretta dei vari agenti sull’uomo bisognerà sicuramente
tenere in conto dei risultati di questo studio nello sviluppo di programmi volti alla riduzione, dove possibile,
del rischio di esposizione a queste sostanze per una efficace campagna di prevenzione primaria nei
confronti del tumore della mammella, evidenziando soggetti esposti più a rischio.

Le sostanze che aumentano il rischio di tumore al seno
 1,3 butadiene: fumo di sigaretta, gas di scarico delle automobili e vapori della benzina.
 Acrilamide: fumo di tabacco, particolari cibi ricchi di amido e cotti in un dato modo, per esempio le
  patatine fritte ad alta temperatura.
 Ammine aromatiche I: nelle ammine aromatiche l’azoto è legato al benzene o a un altro anello
  aromatico. Nei dosaggi biologici dei tumori sono state individuate 15 ammine potenzialmente
  pericolose. TDA e TDI: usate in genere per la sintesi industriale di poliuretano, pesticidi, tinture e altri
  prodotti.
 Altre ammine aromatiche (benzidina e anilina): composti dai quali derivano tinture come vernici,
  inchiostri per stampanti, carta, farmaci, tinture usate nell’industria tessile; reagenti e colorazioni biologiche
  in laboratorio, nell’industria del cibo; laser, stampanti ink-jet, cristalli liquidi, schermi, dispositivi elettro-
  ottici.
 Benzene: vapori di benzina, fumo di tabacco, gas di scarico delle automobili. Nei composti per rimuovere
  gli adesivi, nelle vernici, nei sigillanti, rifinitori, combustibili e oli dei motori.
 Solventi organici alogenati: cloruro di metilene e altri nove solventi organici. Meno utilizzati rispetto al
  passato, sono presenti in alcuni prodotti (lavaggio a secco, propellente spray per capelli, trasformazione
  dei prodotti alimentari, additivi della benzina, vernice e smacchiatori)
 Ossido di etilene e propilene: gas usato per la sterilizzazione di attrezzature mediche, cibo e spezie,
  vestiti e strumenti musicali; ma anche nelle vernici, fumo di tabacco e gas di scarico dei veicoli.
 Ritardanti di fiamma e metaboliti: nella resina poliestere, polimeri plastici e schiume di poliuretano
  rigide.
 Ammine eterocicliche: nel fumo di tabacco e nella carne cucinata ad alte temperature.

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 Ormoni endogeni o farmaceutici e distruttori endocrini: estrogeni, progesterone e l’ormone DES e
  con effetto minore le sostanze ECDs.
 MX: prodotto cui si ricorre per la disinfezione dell’acqua potabile.
 Nitro-PAHs: nel gas di scarico del diesel.
 Ocratossina A: alimenti contaminati come grano, carne di maiale e noci.
 PAHs: fumo di tabacco, aria inquinata e cibi carbonizzati.
 Acido perfluoroottanoico (PFOA): utilizzato, insieme ad altri composti, per rivestimenti resistenti e
  antiaderenti su tappeti, mobili, vestiti e stoviglie, ma anche cosmetici, lubrificanti, vernici e presidi anti-
  incendio.
 Farmaci non ormonali: quattro agenti chemioterapici, due farmaci veterinari eventualmente presenti
  negli alimenti, il diuretico furosemide e la griseofulvina antifungino, vari agenti anti-infettivi e due farmaci
  meno utilizzati rispetto al passasto non più molto utilizzati (la fenacetina e la reserpina).
 Stirene: fumo di sigaretta, componenti dell’aria all’interno dell’abitazione e quantità di cibo che sono state
  in contatto con polistirene.

A cura di Valeria Leone

In collaborazione con Redazione Humanitas News

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PBDE: Ritardanti di Fiamma Contro la Fertilita’ di Donne e
Uomini. Uno Studio Conferma la Pericolosita’ dei Composti
Onnipresenti nelle Nostre Case
Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Ambiente, Zoom

Taggato come: Inquinanti Organici Persistenti, PBDE, Ritardanti di fiamma

Le donne sono coloro in cui si possono riscontrare elevati livelli di PBDE nel sangue, un
tipo di ritardante di fiamma che si trovano comunemente nei prodotti di consumo. Il nuovo studio
pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives, ha scoperto che per ogni aumento
di concentrazione nel sangue di quattro sostanze chimiche legate ai PBDE era legata una
diminuzione del 30% delle probabilità di gravidanza ogni mese.

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   PBDE: Ritardante di Fiamma ma non solo …

“Ci sono stati numerosi studi su animali che hanno trovato una vasta gamma di effetti sulla
salute derivanti dall’esposizione a PBDE, ma la nuova ricerca ha dimostrato gli effetti negli esseri
umani”, afferma uno degli autori dello studio, Kim Harley. “Questi risultati devono essere
necessariamente replicati, ma avrebbero già da soli importanti implicazioni per la
regolamentazione industriale di queste sostanze chimiche pericolose.”

I PBDE sono una classe di composti chimici diventati di uso comune dopo il 1970, quando
nuove norme di sicurezza antincendio sono state applicate, inizialmente negli USA e
successivamente in tutto il mondo. Alcuni studi hanno riscontrato una diffusa contaminazione di
PBDE nella polvere di casa. Gli studi suggeriscono anche che solo negli USA il 97% dei residenti
hanno livelli facilmente rilevabili di PBDE nel sangue, 20 volte superiori a quelli degli europei.
Secondo i ricercatori, i residenti in California sono tra quelli che hanno le esposizioni più elevate,
probabilmente a causa delle leggi antincendio relativamente più severe.

      PBDE e Calo della Fertilità

I ricercatori hanno misurato inizialmente i livelli di PBDE in campioni di sangue di 223 donne
incinte da un istituto che esamina le esposizioni ambientali e la salute riproduttiva.
Successivamente l’analisi è stata limitata alle donne che stavano cercando di rimanere incinta e i
ricercatori hanno scoperto che avevamo la metà delle probabilità di concepire in un determinato
momento quando avevano elevati livelli di PBDE nel sangue. “Non stiamo guardando all’infertilità,
solo la subfertilità, perché tutte le donne nel nostro studio prima o poi hanno avuto una gravidanza
“, commenta Harley. “Se avessimo incluso coppie non fertili nel nostro studio, è possibile che
avremmo notato un effetto ancora più distruttivo da esposizione a PBDE.”

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Non è del tutto chiaro come i PBDE hanno impatto sulla fertilità. Una serie di studi condotti su
animali hanno dimostrato che i PBDE possono mettere in pericolo lo sviluppo neurologico, ridurre
gli ormoni tiroidei, e alterare i livelli degli ormoni sessuali. E sbalzi nei livelli di ormoni tiroidei
possono compromettere i normali cicli mestruali negli esseri umani, ma questo studio non ha
trovato un nesso tra l’esposizione PBDE e cicli mestruali irregolari.

Ci sono circa 209 differenti possibili miscele di PBDE, ma solo tre miscele: pentaBDE,
octaBDE e il decaBDE, sono state sviluppate ad uso commerciale, come i ritardanti di fiamma.
Le miscele si distinguono per il numero medio di atomi di bromo nelle molecole. I penta-e
octaBDE sono stati entrambi vietati in alcuni stati americani, tra cui la California, ma sono ancora
presenti nei prodotti fabbricati prima del 2004. Il mese scorso, la US Environmental Protection
Agency (EPA) ha annunciato un accordo con tre i principali produttori di decaBDE per eliminare
gradualmente la produzione entro il 2013.

      PBDE: Vietati e Sostituiti, ma Con Cosa?

“Anche se i diversi tipi di PBDE si stanno gradualmente dismettendo dall’industria, la nostra
esposizione ai ritardanti di fiamma è probabile che continuerà per molti anni”, afferma un’altra
ricercatrice del team, Brenda Eskenazi. “I PBDE sono presenti in molti prodotti di consumo, e
sappiamo che si trovano comunemente anche nelle nostre case. Nella nostra ricerca, abbiamo
scoperto che ad esempio i bambini a basso reddito in California sono esposti a livelli molto elevati
di PBDE“. Come i PBDE sono stati eliminati, essi vengono sostituiti con altri composti bromurati.
“Sappiamo ancora meno sulle sostanze chimiche più recenti, i nuovi ritardanti di fiamma che
stanno sostituendo i PBDE“, afferma Harley. Negli USA un progetto di legge del 2007 proponeva
l’abolizione e il bando di tutti i bromurati e clorurati ritardanti di fiamma ad uso nell’arredamento
per la casa o per la biancheria da letto, in particolare mobili, cuscini, tappeti e imbottiture.

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Harley conclude “i risultati della ricerca sono sorprendenti. Ogni aumento di dieci volte nel
sangue di una donna di PBDE è legata una diminuzione del 30% della sua probabilità di rimanere
incinta. Sono ancora poche le ricerche relative ai ritardanti di fiamma ed ora sono in studio i
padri, che probabilmente esposti, avranno un’alta probabilità di infertilità maschile. Poiché
l’esposizione al PBDE è onnipresente nei paesi industrializzati, anche piccole riduzioni della
sostanza chimica può avere un ampio respiro sull’impatto della salute pubblica”. Gli scienziati
affermano che i ritardanti di fiamma bromurati sono tra gli inquinanti più preoccupanti, perché si
accumulano nei tessuti animali e umani, compreso il latte materno e che persistono nell’ambiente.
A causa del loro uso diffuso negli Stati Uniti, gli americani sono il popolo più altamente
contaminato da PBDE ed una notizia di conforto è che le concentrazioni di PBDE negli europei
sono in calo.

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2.     ECOFIRE NEW FLAME RETARDANT

ECOFIRE sfrutta materie prime che in natura hanno caratteristiche ignifughe
intumescenti e a rilascio di vapore acqueo. Si tratta di prodotti compatibili con le
norme, in tema di sicurezza, e con la grande caratteristica di essere a ridottissimo
rilascio di fumo.

2.1.   SVILUPPO INNOVATIVO

I principi base che hanno portato alla realizzazione di questo compound sono tre:

 COMBUSTIONE

 SATURAZIONE / INTUMESCENZA

 MICROINCAPSULAZIONE

Combustione

La combustione è una reazione chimica
sufficientemente rapida di una sostanza combustibile
con un comburente che dà luogo allo sviluppo
calore, fiamma gas, fumo e luce. Può avvenire
con o senza sviluppo di fiamme superficiali.

La tecnica usata per spegnere i pozzi petroliferi si
basa sul principio di togliere l’ossigeno alla fiamma,
in modo che questa si estingua. Quindi una grossa
quantità di esplosivo sulla fiamma, dove inizia il
processo di combustione, consuma immediatamente l’ossigeno                presente,
rubandolo alla fiamma e quindi la stessa si porta in autoestinzione.

All’interno del nostro compound sono presenti materie prime che in natura, attivate
da una fonte di fiamma libera, hanno proprietà esplosive. Pertanto le
microesplosioni generate si comportano come il processo di estinzione della
fiamma sopra descritto per i pozzi petroliferi.

Saturazione e Intumescenza

L’intumescenza può essere descritta come una tecnologia che ritarda l’espandersi
di un incendio formando una schiuma sulla superficie di un materiale infiammabile.

Questa schiuma agisce come barriera isolante. L’esplosione di calore avvia un
processo chimico che provoca il rigonfiamento.

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I prodotti in commercio hanno subito
                                                 forti limitazioni per le diossine
                                                 alogenate che rilasciano composti
                                                 estremamente tossici.
                                                 Nel nostro caso il prodotto
                                                 realizzato contiene piccole quantità,
                                                 poiché la sua espansione aumenta
                                                 quattro volte il suo peso specifico, di
una sostanza derivata dalle cellule di un particolare anfibio marino.

In fase di combustione i fumi generati saturano l’ambiente, catturando l’ossigeno e
nel contempo aumenta il solido, per effetto dell’intumescenza, riducendo
ulteriormente i parametri combustione – comburente che altrimenti aumenterebbero
la fiamma.

Un cenno di merito va dedicato a questa sostanza che attualmente è parte della
catena alimentare del popolo cinese, nelle loro gustosissime zuppe. Le importanti
caratteristiche ignifughe e di sazietà, quindi espansione di volume, hanno
interessato da subito i nostri studi.

Microincapsulazione

La microincapsulazione svolge
un importante ruolo nel nostro
compound,      in   quanto     la
volatilità è un aspetto molto
rilevante riguardo la possibilità
di essere assorbito dalla pelle
tramite le vie respiratorie. Il
micro incapsulato di ECOFIRE
è un rivestimento totalmente naturale, biodegradabile, resistente al lavaggio.
Queste caratteristiche sono indispensabili in quanto le norme in vigore dei vari
paesi del mondo prevedono che i test di valutazione vengano effettuati dopo
lavaggio.

Abbiamo utilizzato la modulazione del rilascio del principio attivo nel tempo,
elemento veicolante nel campo farmaceutico.

Quindi come nel caso di una terapia per via orale (pastiglia) che deve rilasciare
nello stomaco il suo principio attivo, generato dai succhi gastrici, il nostro
compound micro incapsulato sviluppa il suo principio attivo tramite la combustione
della fiamma e quindi la temperatura. In nessun caso può rilasciare sostanze volatili
poiché rivestito con una membrana non traspirante e solida al lavaggio. Inoltre
sono stati effettuati test di martindale (antiabrasione) al fine di valutare se lo

                                                                           Pagina 31 di 35
sfregamento del micro incapsulato potesse generare la rottura dell’involucro. I test
hanno dato risultati molto elevati 80.000 – 120.000 cicli su 20 campioni testati.

Superfici e materiali testati:

   Tessuti per arredamento
   Pannellature lisce
   Gomma
   Tessuto non tessuto
   Superfici in poliuretano
   Schiume ecc.

2.2.   TOSSICITÀ

La tossicità dei prodotti è un fattore molto importante in merito alla realizzazione di
un composto chimico o un compound assemblato di sostanze.

Abbiamo assistito nel tempo a casi emblematici di prodotti decantati come
innovativi e quasi salutari, che poi si sono rivelati dannosissimi per la salute.

Non possiamo esimerci dal citare l’Eternit e il Pvc.

Nel primo caso considerato quasi un materiale nobile da utilizzare nelle rifinizioni
edilizie residenziali come ottimo isolante. Il Pvc, nel secondo caso, in cui l’America
negli anni passati ne ha fatto un uso smisurato e successivamente messo al bando
per la presenza di ftalati e per la sua alta tossicità in fase di combustione a rilascio
inodore di sostanze altamente tossiche.

Per quanto riguarda il nostro studio possiamo affermare che:

- vengono utilizzati prodotti facenti parti della catena alimentare;
- non si tratta di un prodotto che può avere problemi di volatilità in quanto
  totalmente incapsulato con un solido, solo attivabile ad alte temperature;
- durante i lavaggi rimane perfettamente stabile;
- le sostanze prelevate dagli animali sono prodotte in allevamento
  rispettando i valori ecofriendly che ci contraddistinguono;
- l’applicazione di questo prodotto avviene a 120°, temperatura molto bassa
  che non permette l’attivazione del principio attivo.

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2.3.   IMPATTO SUL MERCATO

I ritardanti di fiamma chimici sono impiegati per proteggere le plastiche in
applicazioni elettroniche, di trasporto (autovetture, aerei, navi, treni) e per l’edilizia.

Dato il rischio di incendi, i veicoli destinati al trasporto presentano particolari
esigenze di sicurezza e la necessità di assicurare ai passeggeri il tempo necessario
per mettersi in salvo. Per tutti gli equipaggiamenti elettrici ed elettronici, nonché per
i cavi, è richiesta una protezione ignifuga per legge: Tv, computer, elettrodomestici,
impianti elettrici industriali, arredamento per alberghi, tessile residenziale (America
e Gran Bretagna).

Il mercato globale dei ritardanti di fiamma, già nel 2009, aveva registrato un valore
pari a 4,3 miliardi di dollari. Lo sviluppo generato del settore ha portato ai giorni
nostri ad un valore commerciale globale di circa 7 miliardi di dollari. Si è inoltre
stimato che, se una norma ignifuga analoga a quella inglese, fosse estesa a tutta
l’unione europea, risultati produttivi porterebbero ad una crescita del pil pari all’1%.

La preoccupazione per la salute ha portato al divieto, in molti paesi, di questi
prodotti. Le restrizioni sulle normative e i divieti sono fattori chiave che influenzano
positivamente la domanda e la ricerca di ignifughi privi di sostanze cancerogene.

Il nord America è un consumatore dominante dei ritardanti di fiamma con il 40% di
quota volume e si prevede una tendenza in salita del 7% annuo.

La struttura del mercato è frammentata, con un numero di players che
rappresentano oltre il 60% della quota di mercato. Inoltre i costi di gestione per
lavorare e manipolare queste sostanze ad alta volatilità e dannose per la salute
sono molto elevati e influenzano notevolmente il prodotto finale immesso sul
mercato.

ECOFIRE è preparato nella nostra azienda rispettando il protocollo e le norme di
sicurezza standard, ma non necessita di ulteriori attenzioni poiché totalmente
estratto da prodotti naturali e facenti parte della catena alimentare. La formulazione
è totalmente protetta, incapsulata e quindi non volatile.

Pertanto ECOFIRE ha un costo di produzione, rispetto ai ritardanti di fiamma sul
mercato, notevolmente inferiore.

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