PSICOLOGI E PSICOLOGIA IN LIGURIA - N. 2 - ANNO XII - NOVEMBRE 2018 Giornale dell'Ordine degli Psicologi della Liguria - Ordine Psicologi Liguria
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PSICOLOGI E PSICOLOGIA IN LIGURIA Giornale dell’Ordine degli Psicologi della Liguria N. 2 - ANNO XII - NOVEMBRE 2018 Ascoltando Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - Tariffa a regime libero - 70% - GENOVA Genova: resilienza, trauma e crescita post traumatica
PSICOLOGI E PSICOLOGIA IN LIGURIA Giornale dell’Ordine degli Psicologi della Liguria n. 2 anno XII Novembre 2018 Chiuso in redazione il 30-10-2018 Redazione: Ordine degli Psicologi della Liguria Piazza della Vittoria 11/b p. ammezzato 16121 Genova telefono 010.541.225 - fax 010.541.228 segreteria@ordinepsicologiliguria.it redazione@ordinepsicologiliguria.it www.ordinepsicologiliguria.it Direttore Responsabile: Lisa Cacia Direttore Editoriale: Alessandra Brameri In redazione: Lara Belloni, Cristina Radif, Marta Piccoli, Gabriele Schiaffino, Marta Viola Registrato il 7 marzo 2001 presso il Tribunale di Genova al n° 13 Stampa: TIPoGRAfIA SANT’ANNA via M. f. Rubatto, 12-16 r. - 16124 Genova tel. 010 2514274 Ti invitiamo a inviare il tuo indirizzo mail personale a segreteria@ordinepsicologiliguria.it per ricevere ogni mese la newsletter degli eventi e ogni altra informazione sulla professione. Comunica inoltre il tuo indirizzo di posta ordinaria aggiornato per ricevere il giornale dell'ordine di- rettamente a casa tua. Orario apertura segreteria Lunedì 10 - 13 Martedì 10 - 14 Mercoledì 14 - 18 Giovedì 10 - 14 Contatti utili Segreteria: segreteria@ordinepsicologiliguria.it - tel. 010 541225 Presidente: presidente@ordinepsicologiliguria.it Segretario: segretario@ordinepsicologiliguria.it Referente per la deontologia: callero@ordinepsicologiliguria.it - tel. 329 6129228 Seguici anche su Facebook: Ordine degi Psicologi della Liguria Web: www.ordinepsicologi-liguria.it Canale YouTube: Redazione Ordine Psicologi Liguria Chi volesse sottoporre articoli per eventuali pubblicazioni può inviare testi a redazione@ordinepsicologiliguria.it Il materiale inviato non viene restituito e la pubblicazione degli articoli non prevede nessuna forma di retribuzione.
Editoriale Carissime colleghe, carissimi colleghi, la tragedia del crollo del Ponte Morandi ha colpito tutti noi, genovesi e liguri, in modo violento, minando profondamente il senso di sicurezza perché da quel ponte ci passavamo tutti, anche più volte al giorno. Il primo stato d’animo è stato di incredulità, di assurdità, di im- potenza e poi è sopraggiunta la rabbia, perché a dif- ferenza di altre calamità come terremoti e alluvioni che sono eventi naturali e quindi non prevedibili e del tutto gestibili, il crollo di un ponte è un evento che ri- teniamo evitabile grazie ai controlli, le verifiche, la ma- nutenzione. La macchina dei soccorsi, del recupero dei feriti e dei morti, della messa in sicurezza di chi stava sopra e sotto il ponte, si è subito attivata ma è emerso, sem- pre più chiaramente, che un altro tipo di emergenza, prepotente ed intensa, era la paura, il trauma, l’ansia e l’angoscia di chi aveva assi- stito alla scena del crollo o di chi aveva i parenti in ospedale deceduti o feriti, e di tutti coloro che, per un qualche motivo, erano venuti a contatto con la tragedia. L’intervento psicologico in questi casi, assume quindi un’importanza cruciale ed al- cuni, con generosità e spirito umanitario si sono proposti per fornire un aiuto pro- fessionale ma, come già detto e scritto in altre occasioni, questo tipo di intervento prevede una formazione specifica e va coordinato da associazioni accreditate con la Protezione Civile. La reazione della nostra comunità professionale è stata imme- diata e consistente: subito si sono attivati i colleghi dell’emergenza (SIPEM, CRoCE RoSSA e CRoCE RoSA, CISoM Corpo Italiano di soccorso dell’ordine di MALTA, che sono partiti con la Protezione Civile) e i colleghi del servizio pubblico (dell’Uo Psicologia ospedale San Martino, dell’ASL e dell’ospedale Galliera). I colleghi del servizio pubblico, insieme ad alcuni colleghi dell’emergenza, sono intervenuti pre- valentemente negli ospedali con i feriti e negli obitori nell’assistenza ai parenti nel riconoscimento dei familiari deceduti. Nello stesso tempo, in quelle ore febbrili di quel tragico 14 agosto, arrivavano al- l’ordine proposte di collaborazione, di attivazione da parte colleghi non apparte- nenti ad alcuna associazione accreditata che offrivano generosamente la loro competenza per “dare una mano”. È iniziata così una intensa informazione attraverso i nostri canali istituzionali per ringraziarli riconoscendone la sensibilità e per rendere loro nota l’esigenza di inter- venire a seguito di adeguata formazione e che era necessario intervenire solo al- l’interno di protocolli ben collaudati ed autorizzati. oggi, dopo tanti giorni e tanto lavoro desidero ringraziare gli psicologi dell’emer- genza che faticosamente e con premura erano presenti sul campo già dalle prime ore e che sono i colleghi del servizio pubblico dell’Uo Psicologia Clinica e Psicote- rapia ospedale Policlinico San Martino, le psicologhe S.C. Medicina e Chirurgia d’Ac- cettazione e d’Urgenza ospedali Galliera, le psicologhe del Dipartimento Salute Mentale ASL 3 Genovese e delle associazioni SIPEM SoS Liguria (Società Italiana Psicologia Emergenza), Croce Rossa Italiana – CRI, CISoM (Corpo Italiano di soc- corso dell’ordine di Malta) e Croce Rosa Rivarolese che sono partiti con la Prote- zione Civile secondo protocolli loro propri. Ringrazio sentitamente il Comune di Genova che ha richiesto l’intervento degli psi- 3
Editoriale cologi riconoscendone il ruolo e il valore e che ha collaborato con l’ordine per mettere in connessione le richieste del territorio con la disponibilità di colleghi preparati. Penso ad esempio alla richiesta pervenuta dal Centro Civico Buranello, a Sampierdarena, dove erano stati fatti confluire in quel momento una gran parte degli sfollati dalle case, degli automo- bilisti che erano in autostrada e avevano dovuto abbandonare i loro veicoli, e a Certosa dove altri cittadini necessitavano di assistenza. Bion ci ha insegnato che dobbiamo apprendere dall’esperienza e noi abbiamo imparato la necessità della formazione, della condivisione e del fare rete tra professionisti e tra enti e istituzioni. Reti forti, dove ci si confronta ma anche ci si conforta. Riteniamo pertanto fondamentale costruire con le istituzioni, a posteriori, un protocollo di intervento più strutturato che preveda la partecipazione attiva degli psicologi in caso di ca- lamità e catastrofi. Rappresentanti dell’ordine sono stati chiamati a far parte di un primo tavolo tecnico alla presenza delle istituzioni: Comune e Regione ed ASL 3 Genovese. Abbiamo ritenuto op- portuno che venissero coinvolti i colleghi di tutti gli enti e le associazioni che erano inter- venuti nelle prime ore del disastro: questo è stato molto proficuo perché ciascuno di loro ha spiegato come aveva agito ed è stata subito chiara l’altissima professionalità messa in campo dai nostri colleghi che è stata riconosciuta ed elogiata. È stato immediato e condiviso il desiderio di dedicare il presente numero della nostra rivista, così come l’evento della Giornata Nazionale della Psicologia, a questo tragico evento ma soprattutto al nostro ruolo professionale in questi frangenti. Per questo motivo abbiamo chiesto a ciascun ente e associazione di scrivere un articolo per la rivista che è interamente dedicata al trauma e alla resilienza quale capacità di far fronte alla criticità, al dramma, alla catastrofe attraverso l’attivazione di risorse, individuali e di gruppo, talvolta inaspettate. Parimenti ci è sembrato importante dedicare l’evento ligure della Giornata Nazionale della Psicologia, che ha avuto come tema “Ascoltarsi e ascoltare. La persona al centro della pro- pria vita”, all’ascolto delle vittime del trauma e dei soccorritori, anch’essi provati da espe- rienze soverchianti e fortemente impattanti. L’intervento degli psicologi, silenzioso e solerte, è stato riconosciuto ufficialmente in occa- sione della Messa celebrata il 23 settembre u.s. dal cardinale Bagnasco presso la parrocchia Santa Maria del Garbo e San Matteo di Rivarolo, a cui eravamo stati invitati come ordine in rappresentanza degli psicologi, per la consegna di un riconoscimento alla presenza del Sin- daco, M. Bucci, del presidente del Municipio V Val Polcevera, f.Romeo insieme ai soccorritori e ai vari corpi delle forze dell’ordine che si sono spesi sul campo. Come presidente sono commossa e grata per l’alta professionalità dei colleghi e per la rete che si è creata immediatamente a sostegno dei cittadini genovesi da parte di istituzioni e associazioni. Non senza fatica, non senza incappare nelle inevitabili dinamiche di gruppo ma con dedizione e voglia di dare una mano. Continueremo ad esserci nel rispetto del no- stro ruolo e di quello altrui. Nei prossimi mesi infatti ci attendono alcune iniziative quali un evento interprofessionale per riflettere sulle Pari opportunità, due eventi sulla valutazione dell’efficacia e degli esiti psicologici e delle psicoterapie e un evento con la professoressa Marie Rose Moro, pediatra, psicoanalista e terapeuta transculturale organizzato con l’ordine dei Medici di Genova sul- l’etnopsicologia, etnopsichiatria e perinatalità. Un abbraccio alla città. La presidente Lisa Cacia 4
“Scrivere sulle cose mi ha permesso di sopportarle” …diceva Bukowsky. Per me non è stata un’operazione immediata: ho avuto bisogno di un po’ di tempo. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato. Ed è accaduto quasi tre giorni dopo. Era il 17 Agosto e, sul mio profilo Facebook, alle a un passo, a un pelo ore 01.50 postavo una poesia di Wislawa Szym- da una coincidenza. borska scoperta “per caso” il giorno prima. Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso, La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì? Ogni caso Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo, “Poteva accadere. Ascolta, Doveva accadere. come mi batte forte il tuo cuore.” È accaduto prima. Dopo. WISLAWA SZYMBORSKA Più vicino. Più lontano. E’ accaduto non a te. “Chiudo gli occhi, Ti sei salvato perché eri il primo. seconda notte su un divano che non é il mio, Ti sei salvato perché eri l’ultimo. stravolta, distrutta dalla stanchezza. Perché da solo. Perché la gente. Ma sono fortunata: sono viva e lo sono anche i Perché a sinistra. Perché a destra. miei cari e gli amici della via in cui sono nata e Perché la pioggia. Perché un’ombra. cresciuta. Perché splendeva il sole. Io quel giorno ero in casa. Per fortuna là c’era un bosco. Dopo un forte boato ho guardato d’istinto la fi- Per fortuna non c’erano alberi. nestra, alzato lo sguardo al cielo e ho visto il Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un ponte sgretolarsi sotto i miei occhi. freno, Il resto non so dirlo a parole...ma ricordo tutto, un telaio, una curva, un millimetro, un secondo. attimo per attimo. Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio. Solo quando la perdi, ti rendi conto di quante In seguito a, poiché, eppure, malgrado. cose potesse contenere la tua casa: ricordi, foto, Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba, libri, emozioni. 5
Solo quando sai che non potrai più farli, ti rendi “Non c’é fine al mio stupore, conto di quanto, anche quei piccoli e distratti al mio tacerlo. gesti, come il posare le chiavi sul mobile dell’en- Ascolta, come mi batte forte trata, accendere la radio per cercare proprio il cuore” quella canzone, sdraiarti due minuti sul letto e WISLAWA SzyMBoRSkA guardare il soffitto, aprire il frigo in vista della Dal 14 agosto la nostra vita è cambiata. cena, ecco, ti rendi conto di quanto, anche quei Un nuovo aggettivo si è aggiunto alla nostra piccoli, e perlopiù insignificanti, gesti, ti facessero identità: siamo sì sopravvissuti ma siamo anche sentire a “casa“. “sfollati”. Ma, ripeto, sono fortunata. Io sono qua a poterlo A volte quasi vorremmo dimenticarci di quello raccontare. che è successo. Ma abbiamo anche un certificato Anche se devo ricostruirla, ripensarla, risognarla, che ce lo ricorda e ci tutela. io, una vita, ancora la ho. Già. 43 persone non ci sono più e la morte ha sfiorato Come ogni trauma, quella data segna il passag- ognuno di noi in quel maledetto giorno. gio tra un prima ed un dopo. “Di questa grande tragedia Siamo tutti dei so- Basta scorrere la galleria del mio cellullare: alle pravvissuti”, è tra le frasi che mi sono ritrovata a ore 11.15 mandavo foto di una serata in cui bal- ripetere più volte in queste lunghe ore. lavo felice, alle 11.44 immortalavo l’immagine del ponte spezzato; avevo bisogno di fermarla, di Noi, quelli di Via Porro, in questi giorni, guar- renderla ancora più reale ai miei occhi e a quelli diamo il ponte rimasto in piedi a pochi metri di di chi mi avrebbe poi chiesto. distanza e, solo dopo averlo maledetto, lo ringra- Da quel giorno si sono susseguite: tensioni, as- ziamo, perché un pezzetto, proprio quello sopra semblee improvvisate alle 2.00 della notte, regi- le nostre case, è rimasto lì, in piedi, e sembra strazioni varie alla protezione civile, incontri col quasi proteggerle. Sindaco, interviste varie in lingue diverse. Dicono che forse non lo farà a lungo. Così ab- Abbiamo imparato i nomi di volontari e scout biamo paura: riusciremo mai più ad entrare? Re- che prima conoscevamo solo di vista. cupereremo le nostre cose? Alcune? Tutte? Io Abbiamo imparato a chiedere se c’era una botti- sento il forte bisogno di poter salutare la vita di glietta d’acqua, un succo, qualcosa da mangiare. prima, le mura dentro alle quali sono cresciuta e A sorprenderci per il riso venere mandato da Ea- dalle quali sono fuggita impaurita, in pochi mi- taly o per la Torta dei fieschi arrivata come dolce, nuti, una mattina di pioggia. proprio per noi, la sera della festa. Ho bisogno comunque di ringraziarle per tutto il tempo, per tutta la vita che hanno accompa- Sarebbero ancora molte le cose accadute da quel gnato. 14 agosto e di cui scrivere e forse è ancora forte il bisogno di “sopportarle”. ogni tanto qualcuno di noi crolla: il dolore è un Concludo però con altre parole, idealmente ri- fiume in piena che non guarda in faccia nessuno volte a me e alla nuova famiglia allargata di Via e ha lo sguardo di piccini, anziani, dei vicini con Porro. cui sorridendo si era soliti fare due chiacchiere. Parole che mi fanno venire ancora più voglia di Ha anche il mio sguardo, quando ho il coraggio attenderlo davvero, quel “domani”. di vederlo. «Un giorno tu ti sveglierai e vedrai una bella giornata. Così, ogni tanto ci abbracciamo, ci facciamo Ci sarà il sole, e tutto sarà nuovo, cambiato, limpido. forza. Piangiamo e ridiamo, lo abbiamo fatto Quello che prima ti sembrava impossibile diventerà molto in questi due giorni. semplice, normale. Qualcuno oggi è andato a prendere un po’ di fo- Non ci credi? Io sono sicuro. caccia, bustine di zucchero e qualche caramella. E presto. Anche domani». Mi si chiudono gli occhi, fëDoR DoSToEVSkIj, Le notti bianche. mi addormento su un divano che non è il mio. Monica Marinelli Psicologa psicoterapeuta • Via Porro 16/2 Genova 6
Il trauma dal divano di casa Una telefonata mi informa che è crollato il ponte Partono i primi: “State tutti bene?” Morandi. oddio è vero! Qualcuno di noi potrebbe essersi Il ponte Morandi? fatto male. Il “ponte di Brooklyn” di noi bambini, che sogna- Molto male. vamo di essere eroi, vedendo quel ponte o pas- Qualcuno di noi? Di noi … chi? sando su quel ponte. Di noi genovesi. Di noi liguri che attraversiamo Ponte dannato. quel ponte per forza. Ma davvero? Un urlo, muto, sale dentro di me. Perché la nostra terra è maremonti, è valli, è fiumi Incredulità, e ancora incredulità. che vanno in mare. È ponti. Un susseguirsi di E quel bisogno di rivedere la scena per “capire”. ponti. Ma proprio tanti. Capire che cosa? I liguri volano quando attraversano la loro terra! Capire che la catastrofe può davvero succedere Ma volano anche giù dal ponte. E non solo loro. anche nella realtà, anche vicino a me, anche nella Impossibile. mia città, anche sull’asfalto percorso mille volte Rabbia. per andare al lavoro o per andare a divertirmi. … invece … oh mio Dio! No! Non è possibile! Le auto. I mezzi sul ponte. Ce ne saranno stati? Non è vero. forse pochi, dai. È il 14 agosto. La prima reazione è: “Non può essere vero!” Appunto. E poi lo sgomento. Il 14 agosto. Sì. È possibile ferie. È successo. Turisti? … oddio … bambini! Allora può essere vero. No! Anche questo no, non posso pensarlo. Allora … ancora sgomento. Lavoratori? E impotenza. oddio. E … telefonate per capire cosa è successo. Chi? Ed anche se è successo davvero. Credo che in E riparte il tam tam su whatsapp e sui social: una zona nascosta di me si annidasse ancora “Dove sei? Stai bene? State tutti bene?” questa magica idea: forse … E la tv. … invece. Primo canale. Loro. Loro saranno in diretta. Infatti. Allora ripartono i messaggi di whatsapp. Come al tempo dell’alluvione. Whatsapp rovente. oh, vero! Di nuovo Genova. Di nuovo tradita. 7
Povera Superba! La domanda. Intanto, nello sgomento, si affacciano e si affa- Chi? Quanti? stellano le prima notizie. Poi, un’idea si insinua … e … sotto? Notizie e silenzio. oddio! Anche tanto silenzio. Anche sotto, in effetti. Ascolto. Sotto il ponte. Penso. Case. Capannoni. Spero. oh no! Ecco. Soprattutto spero. Speriamo. Che siano state poche le auto sul ponte. Signore, ti prego. Un’illusione? In che senso? o meglio, che senso ha invocarlo forse. ora? Spero ancora. Comunque: signore ti prego … Pioveva forte … magari erano pochi. E sotto? Ritorna il tarlo. Chi abita lì? Avrei dovuto Magari proprio perché pioveva erano tanti. trasferirmi lì anni fa. Genova fa così: quando piove le auto si moltipli- Ecco. Passo sul ponte, passo sotto il ponte. Avrei cano in strada e si sacramenta per il disagio. È potuto abitare lì se, qualcuno, per me, al tempo, sempre così. E oggi? avesse scelto A piuttosto che B. Mio dio! Ecco. Chi ci sarà stato su quale ponte? Sono io. “State tutti bene?” In ogni caso sono anche “io”. Inizia la conta. “Io” siamo noi e “noi” siamo tutti quanti. Tutti Arrivano le prime immagini dei soccorsi, si sen- passanti ignari e fiduciosi nell’opera dell’uomo. tono in diretta le prime testimonianze, si sentono Quanto tempo è passato? oh, pochi secondi di le sirene. pensieri a pezzi. Le sirene … Pensieri conficcati in quei pochi secondi come i Che dolore. monconi dei piloni sul greto del fiume, come le Arriva puntuale anche il dolore. macerie nella carne dei morti e dei feriti, come i Penso a frammenti. massi sulle costruzioni distrutte. Sento, penso, spero. I miei pensieri sono macerie nelle macerie. Spari di pensieri a pezzi. Li tengo bene, devo averne cura. Spari di notizie. La conta dei morti. Perché i miei pensieri a pezzi sono i pensieri degli Notizie false cominciano e bruciare la pelle: altri, di tutti, di coloro che hanno visto, che hanno 200/300 morti. Ma com’è possibile? testimoniato, che accorrono, che protestano, che No, meno, vi prego! soffrono, che ingombrano. Le fonti ufficiali, per quello che possono, dicono I pensieri in pezzi ingombrano. 7 morti accertati. I morti. Accertati. I feriti. Che parola rovente. I familiari dei morti e dei feriti. E dei dispersi. Apre a un mondo di pensieri cupi. Chi ha assistito, chi soccorre, chi aggiorna, chi si Accertare vuol dire che hai visto e hai capito che prepara per intervenire. quell’individuo non è più vivo. Quanti di questi staranno male? E pensi … in che stato potrà essere? Questo male ha un nome: trauma. Quel male at- Ecco. tanaglierà tutti, in diversa misura, per molti giorni, Dolore talmente puro che è persino difficile da settimane, mesi, anni. Ahimè, anni, per alcuni. pensare. Vite distrutte. Povera gente. Trova le parole tu, che di parole vivi e ne hai fatto E intanto scorrono le immagini e le cazzate che una professione! dice la gente in diretta televisiva. Le cerco. Per fortuna che le dicono grosse, così diventa Invano. più tollerabile un dolore impossibile. Allora facciamo qualcosa di utile, se possibile e Chi? usiamo parole operative, concrete: “Cosa si può 8
fare? Cosa occorre? Chi se ne può occupare?”. Domani faremo meglio. Potenzieremo la rete dei Quelle persone hanno bisogno di aiuto. colleghi che, titolati e competenti, saranno sul Questo è un pensiero meno a pezzi. campo. Molti colleghi hanno dato disponibilità: fa bene averlo. fa bene agli altri ed anche a me. come noto solo chi è addestrato può intervenire Esser utile: una briciola di utilità in questa tragica in situazioni così critiche, rischiose, delicate. catastrofe. Diciamoglielo allora! Scriviamo ai colleghi affin- Briciolina. Un niente. Da casa. ché si sentano comunità e si sentano vicini. Di- Sul campo i colpiti, i superstiti, i soccorritori di ciamoglielo, li farà sentire meno soli, meno im- ogni tipo, gli organizzatori, i cronisti. potenti. Noi, da lontano. Superstiti anche noi, vivi per un I colleghi capiscono, rispondono, ringraziano e soffio. Consapevoli di questo e per questo iden- aiutano. tificati e coinvolti. Grazie. Continueremo. Nel silenzio. Continue- facciamo almeno qualcosa per loro. Gli altri, remo. quelli che il caso ha voluto fossero lì al posto Ci sarà bisogno anche dopo. Anche per noi, an- mio, al posto nostro. che tra noi. Cerchiamo di organizzare con buon senso, con E, nel silenzio, continueremo a esserci. rispetto. E ci si scrive ancora: “State tutti bene?”, “Buona- Alessandra Brameri notte, compatibilmente”. Consigliere Responsabile della redazione, Domani continueremo a pensare meno a pezzi. ordine psicologi Liguria, 14 agosto 2018 forse. Come una famiglia Mancano pochi minuti alle 12.00. Il mio collega, È stata allestita una camera ardente all’interno visibilmente angosciato dice: “Mi è arrivata una della Chiesa dell’ospedale S. Martino. foto di mio figlio con l’immagine del ponte Mo- Con la collega della Società Italiana di Psicologia randi e scrive che è crollato, ma è uno scherzo!”. dell’Emergenza della Protezione Civile troviamo Gelo. Ci guardiamo increduli, accendiamo la te- alcuni familiari che piangono i loro cari riversi levisione e ci sintonizziamo su Primo Canale: nes- sulle bare. Ci vuole qualche sedia per assecon- suna notizia... dare il bisogno di stare vicini ancora per un po’ e Dopo pochi minuti compaiono le prime imma- dell’acqua per dare un poco di sollievo. gini. Realizziamo che il figlio del collega non Mi domando cosa posso fare lì, davanti a tanto aveva fatto uno scherzo, ma è tutto vero: è crol- dolore e mi rispondo: esserci, con discrezione, in lato il ponte Morandi. silenzio. Mi avvicino quando ho l’impressione che Un senso di nausea accompagna la pulsione im- ci sia bisogno, e sono lì a disposizione, insieme mediata a chiamare i propri cari per sapere se agli infermieri, ai volontari della Croce Rossa che sono al sicuro, a sostenere i pazienti ricoverati che, hanno allestito una tenda con qualche bene di come noi, possono essere sconcertati, angosciati. conforto, un po’ di frutta, dei panini imbottiti, Due giorni dopo la tragedia mi trovo con i colle- come si faceva in famiglia quando si vegliava un ghi psicologi e con gli psichiatri della Clinica Psi- proprio caro in attesa dei funerali. chiatrica. C’è bisogno di supporto psicologico e umano per i poveri familiari che stanno accanto Mara Donatella Fiaschi ai loro cari che non ci sono più. Vicepresidente ordine psicologi Liguria 9
L’intervento sociale del Comune di Genova a seguito del crollo del Ponte Morandi Mercoledì 14 agosto: è una giornata di allerta Da subito è stata costituita, presso gli Uffici della arancione già dalla notte precedente: il bollettino Direzione Politiche Sociali (DPS), una Unità di meteo prevede forti piogge sino al primo pome- Crisi allargata, composta da personale della Di- riggio. rezione Politiche Sociali (Dirigenti/funzionari con Come da protocollo vigente del Comune di Ge- funzioni di coordinamento) e personale degli nova nelle situazioni di Allerta Arancione, presso Ambiti Territoriali Sociali (ATS) (Coordinatori, As- la Sala del Comando operativo del Corpo di Po- sistenti sociali e Collaboratori Tecnici dell’area so- lizia Municipale, situato al 10 piano del Palazzo ciale), ciascuno con compiti specifici. del Matitone, è presente un operatore dei Servizi Sociali che si alterna insieme ai diversi funzionari di tutti i servizi comunali e delle Aziende parteci- ALLESTIMENTO DEL PRESIDIO DI PRIMA pate. ACCOGLIENZA BURANELLO Alle ore 11.50 il collega di turno in quel momento invia sulla chat dedicata ai colleghi della Dire- Un Presidio di prima accoglienza è stato allestito zione, il messaggio drammatico che è appena già nel primo pomeriggio del giorno 14 presso il pervenuto nella Sala: è un messaggio sgramma- Centro Civico Buranello a Sampierdarena. ticato, poco comprensibile ma che racconta Tale luogo è stato da subito presidiato da perso- l’emozione, il dramma, lo smarrimento di quei nale della Direzione Politiche Sociali e degli ATS. primi inverosimili istanti. L’orario di apertura del Centro Civico Buranello è Da quel preciso momento di mercoledì 14 ago- stato, dal giorno di ferragosto, 8:00/22:00, arti- sto 2018, dopo neanche un quarto d’ora dal tra- colato su due turni di sette operatori (Assistenti gico crollo, iniziano gli interventi dei Servizi Sociali e Collaboratori Tecnici Area Sociale) coor- Sociali del Comune di Genova. dinati da due funzionari per turno, di cui uno con È stata ed è tutt’ora un’esperienza professionale, posizione di coordinamento della DPS e uno Co- organizzativa e operativa che merita un appro- ordinatore di Ambito. fondimento puntuale. Molte delle persone sopra menzionate sono rien- A distanza di poco più di un mese da quel tragico trate appositamente dalle ferie. momento è opportuno fare un primo, seppur I turni sono stati stabiliti sulla base di disponibi- sommario, resoconto di quanto è stato fatto e, lità, assolutamente volontaria, manifestata dai soprattutto, di come è stato fatto. colleghi di ogni qualifica. 10
Sono state quindi coinvolte 93 persone di cui 30 tare e favorire il censimento delle persone sfol- in carico alla Direzione Politiche Sociali, 55 ai Mu- late e per recepirne i relativi bisogni. nicipi e 8 persone a Direzioni diverse, ma la di- sponibilità a prestare servizio è stata di gran lunga superiore. INFOPOINT Inoltre, presso gli Uffici della DPS, hanno operato per attività centrali e di coordinamento circa 10 Sono stati istituiti due infopoint istituzionali, uno persone a turnazione. presso il Centro Civico Buranello (dal 20 agosto) e il secondo presso la scuola Caffaro, in Via Gaz Presso il Centro di prima accoglienza Buranello, 3 (dal 21 agosto). nell’immediatezza dell’evacuazione degli edifici Presso i due infopoint sono stati allestiti sportelli a rischio, sono stati assicurati alla popolazione di servizio, con il supporto degli operatori del sgomberata i seguenti servizi: servizio sociale in affiancamento degli operatori • vitto e pernottamento; specializzati. • sostegno ai singoli e ai nuclei familiari colpiti; • informazioni e primo orientamento verso i ser- In particolare: vizi e le risorse disponibili; • gestione delle situazioni più fragili; 1. “Tavolo casa”: • sistemazione in emergenza in strutture ricet- otto postazioni con personale delle Politiche per tive prevalentemente alberghiere a tutte le la casa, Politiche Sociali e Spim, finalizzato a for- persone che ne hanno fatto richiesta. nire informazioni sulla possibilità di ottenere un alloggio o, in alternativa, il contributo per l’auto- Gli operatori sociali hanno prestato per la popo- noma sistemazione. Presso lo stesso infopoint i lazione sfollata un’attività di front office che si è cittadini sfollati hanno avuto la possibilità di co- concretizzata nella gestione dei casi particolari e noscere la loro posizione nell’elenco per l’asse- critici, nell’accudimento delle persone anziane e gnazione degli alloggi. dei bambini fermatisi al Centro, nell’organizza- L’attività degli operatori sociali si è sostanziata zione dell’assistenza psicologica garantita in nell’affiancamento e in funzioni di aiuto e facili- modo particolare dalle Associazioni Specifiche di tazione alle persone, nonché di raccolta delle do- Psicologi dedicati a questa particolare azione tra mande. cui l’E.M.D.R. e il Corpo Italiano di Soccorso del- Il 20 agosto sono stati assegnati i primi 5 alloggi. l’ordine di Malta. 2. “Tavolo autostrade”: Gli stessi operatori hanno fornito inoltre sup- gestione dei contributi previsti per il disagio, il porto nella distribuzione dei pasti (gestione delle rimborso alle imprese e il bonus di 500 euro agli prenotazioni, disdette ecc.) e assistenza in sala. studenti; Tenuto conto del periodo festivo ma anche della capacità e possibilità di molte famiglie di poter 3. “Tavolo scuola”: contare su reti parentali ed amicali per un primo bonus libri, trasporto scolastico ed esenzione pa- sostegno, l’arrivo delle persone sfollate è stato gamento refezione scolastica; diluito nelle giornate senza particolari code o so- vrannumero. 4. “Tavolo imprese”: Nei giorni immediatamente successivi al crollo, è richiesta contributo per indennizzi; stata inoltre organizzata la presenza di alcuni As- 5. “Tavolo protezione civile”: sistenti Sociali e di Coordinatori di ATS presso richiesta risarcimento danni; l’obitorio del San Martino con funzioni di sup- porto ai familiari dei deceduti. Alcuni di questi fa- 6. “Tavolo IKEA”: miliari che ne hanno fatto richiesta sono stati contributo a fondo perduto per l’acquisto di sistemati in albergo. mobili. Nelle giornate del 16 e del 17 agosto alcuni ope- ratori si sono recati direttamente in Via fillak, Presso la Direzione Politiche Sociali continua a dove è stato istituto, in collaborazione con gli oggi la funzione di regia e coordinamento del- stessi abitanti, un info point: questo per comple- l’accoglienza alberghiera per le persone che la ri- 11
chiedono, in collegamento con personale della quotidiano e su cui tutti noi siamo transitati in- Direzione Turismo. numerevoli volte, hanno fatto scattare un qual- La Direzione Politiche Sociali ha coordinato cosa di particolare. anche le risorse offerte dalla cittadinanza e da Questo “qualcosa” è difficilmente definibile: l’in- Enti e Ditte private (es. aiuti in generi alimentari). tervento altamente professionale realizzato è La stessa Direzione si occupa altresì dell’invio stato accompagnato da una vicinanza “partico- della messaggistica massiva ai cellulari delle per- lare” con le persone sfollate e richiedenti aiuto. sone sfollate per informazioni d’interesse. Ci si è resi conto che tutta la Città è stata colpita e di conseguenza tutti i cittadini si sono sentiti “vittime” ma allo stesso tempo “protagonisti at- tivi” di quel tragico evento. Dati Esasperando sicuramente il concetto ma è stata la “città” stessa che si è presa cura dei propri cit- Le persone evacuate e censite sono in to- tadini attraverso anche modalità, tempistiche e tale 566 suddivise in 255 nuclei fami- metodologie di lavoro che nella quotidianità e liari. nella normalità dei nostri servizi pubblici non A queste vanno aggiunte altre 15 per- sempre avviene. sone che, al momento del crollo, risulta- Non sono mai state registrate situazioni di crisi o di difficoltà particolari anche perché, visto il nu- vano effettivamente domiciliate negli mero di operatori coinvolti, si è potuto offrire un edifici poi evacuati (dato verificato a se- servizio personalizzato e attento alle singole e guito di approfondita istruttoria degli uf- differenti esigenze. fici). Estremamente positiva è stata infine la presenza A distanza di un mese dai tragici accadi- e la fattiva collaborazione con altri operatori del menti, si trovano alloggiate in albergo settore ed in modo particolare con gli Psicologi ancora 219 persone, ma si tratta di un dedicati e specialisti in questi tipi di interventi. numero in progressiva discesa per l’inizio Un intervento anche questo che è stato “straor- degli ingressi negli alloggi assegnati: le dinario” per qualità e modalità di approccio e di altre hanno reperito autonomamente realizzazione. una sistemazione. È stata un esperienza drammatica, dopo un evento drammatico: Maurizio Maggiani in un ar- ticolo pubblicato su Il Secolo XIX del 26 agosto u.s. ricordava che “...costruire non basta: ripen- Alcune considerazioni siamo il futuro”. Gli interventi sono stati realizzati da operatori, Se dovessimo fare una sintesi del lavoro svolto come sopra riportato, appartenenti a tutti i servizi da tanti operatori sociali in questi giorni dram- sociali cittadini che, spontaneamente, hanno matici, se dovessimo dare un titolo a questa fase dato la loro disponibilità ad intervenire: il numero e alle sue prospettive per il nostro lavoro e per di quelli che realmente hanno prestato servizio è la nostra città, potremmo con facilità fare nostro stato di gran lunga inferiore alle richieste perve- questo pensiero: abbiamo iniziato a ripensare il nute. futuro. La drammaticità dell’evento collegato ad un “ele- mento fisico”, a quel ponte che rappresenta per Vittorio Gallo tutti i genovesi un qualcosa di “sempre stato”, di per gli operatori Sociali del Comune di Genova 12
Un ponte, tanti ponti per Genova È accaduto che, in una giornata qualsiasi, una si- Martino, ho utilizzato una metafora del Dott. Cai tuazione drammatica ci abbia catapultato, insieme ed ho parlato di una metaforica “costruzione di ad un’intera città, in una realtà che non sembrava ponti” per descrivere il nostro tentativo di osta- neanche realtà tanto era difficile da rappresentare colare i processi psichici di sgretolamento, di frat- nella nostra mente. Un incubo, di quelli che smuo- tura e di perdita, conseguenti al crollo del ponte, vono paure ataviche. attraverso la costruzione di altri tipi di ponti, altri La sola cornice certa di quel 14 agosto è stato il raccordi, altri legami. tempestivo avvio del PEIMAf aziendale, ossia del Ponti tra le famiglie ed i loro cari defunti in tutto il Piano di Emergenza Interna per il Massiccio Af- percorso di accompagnamento dall’accesso in flusso di feriti. Pronto Soccorso, al riconoscimento della salma, Come da istruzione operativa, l’attivazione della all’ultimo saluto. nostra U.o. è stata immediata ed immediato è Ponti fra le famiglie e gli operatori che si sono oc- stato l’avvio dei primi interventi da parte dei col- cupati delle vittime ma hanno accolto anche i bi- leghi già presenti in Servizio. Sono state effettuate sogni dei loro parenti ed amici. le telefonate “a cascata” previste dall’organizza- Ponti fra le famiglie, le forze dell’ordine, le orga- zione interna dell’U.o., e nel giro di poche ore ci nizzazioni civili e le istituzioni. siamo trovati tutti presenti ed operativi in Policli- Ponti fra operatori, tra figure professionali e spe- nico. Per noi il ritrovarci in sede ed il metterci a di- cializzazioni diverse che, nell’emergenza, hanno sposizione. dovuto e saputo creare spazi nuovi di raccordo. ogni emergenza, si sa, è diversa da un’altra, ma fin dai primi contatti, abbiamo accolto i familiari questa è apparsa fin da subito straordinaria: nes- delle vittime, con interventi il più possibile perso- sun massiccio afflusso di feriti ma di salme e di un nalizzati, anche in relazione alle differenti etnie, numero inconsueto di parenti e amici alla ricerca culture e tradizioni. Setting improvvisati, spazi fisici dei loro cari. e mentali di espressione e di condivisione delle Per tutta la notte e per i giorni successivi ci siamo incertezze, dell’incredulità, dello smarrimento, della distribuiti tra Triage, Pronto Soccorso, spazi allestiti rabbia, del dolore. per una temporanea collocazione delle salme, po- Il crollo del ponte, di quel ponte così familiare e stazione dedicata dell’Ufficio Relazioni con il Pub- presente nella vita dei cittadini genovesi, e non blico, obitorio, Cappella. Nel corso delle ore ci siamo solo, è un tradimento difficile da tollerare poiché ridistribuiti, alternati, affiancati, sostenuti. Non ab- va a minare la fiducia nei propri simili, fa sentire biamo avuto bisogno di dirci troppe parole, sono meno solide le proprie basi e genera fragilità, pre- bastati sguardi e gesti. Non è facile da raccontare, è carietà, incertezza per il futuro, paura. stato come trovarsi sbalzati in una dimensione che Nella drammaticità di quei primi momenti il senso non ti appartiene, in spazi che conosci solo come del nostro lavoro è stato quello di unire e di tenere visitatore, a fare cose compiere azioni che forse non unito, non solo per evitare nell’immediato spac- ti saresti mai aspettato ma che capisci essere la cosa cature e sgretolamenti psichici, ma anche per fa- giusta per quel momento. vorire il processo di resilienza e i successivi mo- Ci hanno definito “ingegneri” dell’anima perché menti di elaborazione. in un’intervista, quando la giornalista ha chiesto Gabriella Biffa di descrivere cosa hanno fatto gli psicologi dell’U.o Direttore f.f. U.o. Psicologia Clinica e Psicoterapia Psicologia Clinica e Psicoterapia del Policlinico San ospedale Policlinico San Martino 13
Genova: una città in bilico Il quadro concettuale che orienta la nostra atti- sata di lì per venire qua!”. Subito non capisco ma vità clinica è la psicoanalisi. Da questa prospettiva di lì a poco, in ospedale, tra le persone presenti, il concetto d’urgenza, che è la base del nostro in- colleghi, cittadini, pazienti, parenti si diffonde tervento, è quello di jacques Lacan, quando si ri- un’atmosfera indecifrabile di tempo sospeso, si ferisce a quel dolore impossibile da sostenere per cerca di capire e quando si realizza l’impossibile un soggetto, ad un’indicibile della sofferenza. solo da immaginare, ciascuno pensa ai propri af- Da un punto di vista clinico, il Disordine Post-Trau- fetti e, tra noi colleghi presenti, ci si attiva per ca- matico da Stress (DPTS), non è più solo una de- pire cosa fare, come prestare aiuto attraverso la scrizione specifica per gli effetti della guerra come propria funzione, specializzazione. originariamente promosso dagli psichiatri ameri- Il direttore generale fa un annuncio a diffusione cani dopo il Vietnam, o come lo troviamo in freud sull’incidente accorso e viene attivato il proto- nel suo articolo “Considerazioni attuali sulla collo nei casi di emergenza, chi non è presente Guerra e sulla Morte” scritto nel 1915, ma è gene- viene richiamato a rientrare, tutti devono essere ralizzato a fatti diversi: licenziamento dal lavoro, pronti ad accogliere eventuali feriti, nel corpo e malattia, catastrofi, terremoti, atti terroristici, ecc. nell’anima. I sintomi del paziente si manifestano con muti- Il PS viene svuotato dei pazienti in attesa che non smo e isolamento, dolore psicosomatico e soffe- necessitano di cure immediate e urgenti, il luogo renza insopportabile, insonnia e inappetenza, che fino a pochi istanti prima, come ogni giorno, inibizione o impulsività, un segno di ciò che non è caratterizzato dalla frenesia, è ora occupato da va. Il trauma si presenta come una brusca rottura; un silenzio rumoroso. Inizia l’attesa e la speranza freud la definì una pausa dall’omeostasi della che qualcuno arrivi, perché se arrivano pazienti vita quotidiana, dalle relazioni con gli altri, con il significa che ci sono persone sopravvissute, per- proprio corpo, con il lavoro, con legami affettivi sone che si possono salvare, curare, accogliere. dove tutto è cambiato all’improvviso. Siamo tutti pronti, pur essendo frastornati. Nel primo pomeriggio arriva la prima paziente, ci si appresta alla presa in carico, l’obiettivo è salvare Quel 14 Agosto... una vita, si vorrebbe poter salvare tutte le vite ma più il tempo passa e più non ci sono accessi, più Il 14 agosto è una giornata di brutto tempo ma diventa chiaro a tutti che ciò che è successo ha quando arriviamo nella nostra postazione in risparmiato pochissime vite e che a partire da Pronto Soccorso (PS) l’affluenza delle pazienti ci quel momento, da quel giorno per la città, per fa scordare il brutto tempo e la percezione di tutti noi, nulla sarà più come prima. quello che succede al di fuori dell’ospedale si an- Il ponte crollato ha spezzato qualcosa dentro nulla, è come essere in un piccolo mondo nella tutti noi perché tutti quelli che non erano su quel città. Verso le 11.45 esco dal mio studio per co- ponte, in quel giorno, in quell’ora sono, sono dei municare alla paziente a cui avevo dato appun- sopravvissuti, dei superstiti, degli scampati. tamento che ritarderò in quanto mi hanno Al PS inizia anche ad arrivare chi è intervenuto chiamata per un caso del PS, la paziente mi co- sul luogo dell’incidente, i soccorritori che ora munica che sta cercando di capire cosa è suc- vanno soccorsi, che nel tentativo di salvare delle cesso perché ha da poco saputo che “è caduto il vite hanno visto, toccato il reale della morte, di Ponte Morandi, che è sopra casa mia, sono pas- corpi senza vita, di una città lacerata, spezzata. 14
Siamo noi psicologhe ad intervenire su chi, soc- c’è un’altra parte che non accetta l’accaduto, che correndo, è stato oggetto di uno shock emotivo vorrebbe che tutto tornasse come prima, anche se che va accolto, ascoltato, parlato; questi uomini si rende conto, a livello razionale, che è impossi- hanno necessità di parlare di ciò che hanno visto, bile. Per questo è importante garantire uno spa- di mettere in parola la loro sofferenza, di condi- zio-tempo che permetta al soggetto di farne videre. Cercano una spiegazione a ciò che è im- qualcosa di quella esperienza traumatica. Questo possibile spiegare, ritorna nelle loro parole la qualcosa è una scoperta après coup, il paziente percezione di essere “come in un film”, spinti nel troverà o inventerà un modo soggettivo che gli soccorso a scoprire una forza che non immagi- permetta di continuare a vivere, che vada bene navano di avere. Sappiamo che il peggio per loro, per lui e solo per lui. per tutti, sarà il domani, che il trauma, nelle sue Un’attenzione particolare deve essere prestata a diverse forme, svilupperà dei sintomi e che la ri- coloro che sono rimasti indenni alla catastrofe, sposta di ogni singolo cittadino a questa trage- nonostante fossero nell’epicentro. Perché passata dia, farà di Genova una città diversa da se stessa, l’euforia dell’essersi salvati “per un pelo”, per un prima del crollo. ritardo, per una telefonata che gli ha fatto perdere del tempo, può subentrare, a distanza di mesi il senso di colpa del sopravvissuto, caratterizzato da Accogliere il silenzio... una sintomatologia depressiva. Gli eventi catastrofici hanno una valenza diversa Accogliere il silenzio di un sopravvissuto vuol dire anche sul personale medico, sanitario e soccorri- rimanere al suo fianco finché possa ritrovare la tori, che per lo svolgimento del loro lavoro, sono, parola che è rimasta intrappolata, aspettando il nell’immaginario collettivo, abituati a confrontarsi suo dire, con i suoi tempi. Ci sono delle perdite con la morte. che non si possono dire, perché non esiste il si- Il dolore fisico come il dolore psichico si coniu- gnificante per poterle nominare, per esempio, gano con la perdita simbolica della salute; il pa- quando una persona perde il padre o la madre ziente sentendosi vulnerabile all’ambiente, si fida rimane orfano, se la persona perde il partner di- e si affida nelle mani del team sanitario che offre venta vedovo o vedova, ma una madre, un padre il servizio attraverso il connubio tra lo sguardo che perde il proprio figlio o la figlia come pos- medico e l’ascolto psicoanalitico. siamo nominarla? ogni sopravvissuto è accolto nella logica dell’“uno Da pochi giorni è trascorso un mese dal 14 ago- per uno”, nel senso che ciascuno è unico, unico sto, in PS sono aumentati gli accessi per disturbi nella sua singolarità e nella sua particolarità. d’ansia, attacchi di panico, malessere generale, Il crollo del ponte Morandi non è solo il crollo di nei discorsi di questi/e pazienti ricorre il crollo del un ponte, è un crollo metaforico per ognuno di ponte, pare che ciò che stava in equilibrio nella noi, l’evento è lo stesso, però la sua significazione vita sia imploso, abbia richiamato altri traumi pas- deve essere elaborata a partire delle esperienze sati, abbia costretto molte persone a cambiare il pregresse soggettive di ciascuno. loro punto di vista sul mondo. La caduta dell’equilibrio psicologico ed emotivo Quando si parla di ricostruzione non bisognerebbe dovuto ad un evento traumatico esterno richiede allora dimenticare che ciò che va riparato innanzi- l’immediata attivazione di nuove strategie per la tutto sono i viventi e la fiducia verso l’Altro. sopravvivenza psichica. Il sopravvissuto tende a chiedersi, a livello incon- Ferrari Tumay Edith - Marchini Luisa scio, i motivi per i quali proprio lui è stato rispar- Psicologhe-psicoterapeute presso miato dalla morte, attivando un senso di colpa il Pronto Soccorso dell’E.o. ospedali Galliera di Genova che raramente riesce a esprimere e che agisce nel Paolo Cremonesi corso della vita nella logica dell’espiazione met- Responsabile S. C. Medicina e Chirurgia tendosi ripetutamente in situazioni eccentriche o d’Accettazione e d’Urgenza di pericolo. Il trauma produce nel soggetto una scissione, c’è Agnese Schena una parte del soggetto che se ne rende conto che Collaboratrice amministrativa Pronto Soccorso dell’E.o. ospedali Galliera di Genova è vivo, che è stato risparmiato dalla morte, però 15
Il ponte con le ali Ponte con le ali, angelo caduto, città spezzata. Genova, 14/08/2018 L’ospedale Villa Scassi ha accolto da subito so- pravvissuti, scampati e feriti. I Medici, gli Psico- logi e gli operatori di Croce Rossa e Protezione Civile hanno fornito il primo contatto umano di ascolto e cura. Davanti a loro sono scorse tante immagini, spez- zoni di visioni, paure, reazioni di pericolo scam- pato, dolore e lutto. La sensazione era quella di tativo collettivo di elaborazione. “Ma è necessario incredulità. Eppure raccontando l’evento diven- che io le racconti? Non le hanno già detto? Un tava gradualmente reale. amico mi ha detto che è meglio dimenticare in Anche per me non è stato reale. fretta”. Non ero a Genova e il tam tam dei social ha vi- Credo proprio che il lavoro più pesante per que- brato consistentemente: all’inizio non avevo ca- ste persone sarà riappropriarsi di quei ricordi. pito o tentavo di negare a me stessa che fosse Non è vero che fa bene dimenticare in fretta. quel ponte lì né che potesse essere crollato per L’amnesia frammenta l’identità, separa da se una sorta di difetto o usura strutturale: pensavo stessi, impoverisce l’Io che è quella parte di noi che fosse un ponte su un torrente in piena per la che rende il mondo interno ed esterno pieno di pioggia imponente, un fatto relativamente e tri- significato e degno d’essere vissuto. stemente conosciuto ormai a Genova. Quando la Da molti anni mi occupo di sopravvissuti ad inci- negazione non è stata più sufficiente, mi sono denti, soprattutto ustioni, e da sempre li accom- paralizzata e non riuscivo a pensare. pagno nella ricostruzione dei ricordi dell’evento: Al rientro al lavoro in SPDC il lunedì successivo un percorso doloroso, in salita, ma alla fine del ho cominciato ad incontrare i feriti ricoverati al- cammino il panorama globale di se stessi è più l’ospedale Villa Scassi: in loro prevaleva una di- ricco. fesa estrema dai fatti vissuti che, talora, si Alla fine del percorso tutte le persone che ho aiu- concretizzava in momenti di amnesia di parti tato si ritrovano nella propria identità, pronte a dell’evento o della quasi totalità di esso. ripartire con i propri progetti. Con estremo disagio e, a volte, rabbia, vivevano Alla fine del percorso anche io sento di essere la mia presenza che li costringeva a richiamare stata utile per loro. alla memoria i fatti vissuti che già erano diventati un racconto collettivo dei loro parenti, amici e vi- Marta Germoglio cini e venivano ripetuti costantemente in un ten- ASL 3- SPDC c/o ospedale Villa Scassi Genova 16
Emergenza Ponte Morandi e volontari SIPEM SoS SIPEM SoS (Società Italiana Psicologia dell’Emergenza Social Support) nasce nel 1999 a Roma con la precisa finalità di contribuire all’assistenza ed al sostegno psicologico delle comunità colpite da eventi calamitosi ed esposte di conseguenza ad È nata qui una fattiva collaborazione con i colleghi eventi traumatici che per loro natura stravolgono del servizio dell’ospedale con i quali abbiamo ini- l’esistenza umana rendendo difficile l’adattamento ziato a coordinarci per meglio assistere tanto i alla nuova realtà. Collaborando al fianco delle Isti- feriti quanto le numerose persone che giungevano tuzioni ed in particolare del Dipartimento di Prote- per ricevere informazioni sui loro familiari. Indivi- zione Civile, con il passare degli anni è stato duati gli spazi per poter accogliere le persone, possibile raggiungere l’obiettivo di introdurre for- raccogliere i dati e le informazioni necessarie per malmente le professionalità degli psicologi e degli agevolare i cosiddetti “ricongiungimenti” abbiamo operatori abilitati al supporto psico-sociale all’interno rafforzato le nostre squadre iniziando ad incon- delle funzioni operative della Protezione Civile. trare le famiglie coinvolte, cercando di fornire il Trovato consenso su tutto il territorio nazionale, SI- massimo sostegno in quei momenti intrisi di PEM si organizza in sezioni regionali e nel 2007 paura, sgomento, dolore e timore di ricevere le nasce così SIPEM SoS Liguria, regolarmente iscritta notizie che mai si sarebbero volute ricevere. Un nell’elenco regionale delle Associazioni di Volonta- compito difficile, anche per noi che da anni ac- riato abilitate ad operare in ambito di Protezione compagniamo le persone nei percorsi tristi dei ri- Civile. conoscimenti e delle formali identificazioni dei de- Così, come sempre accaduto in passato, non ap- ceduti, ma forti del sapere quanto più importante pena ricevuta la chiamata di allerta dal 118 e con- sia portare informazioni adeguate e far percepire fermata l’attivazione da parte della Regione, il 14 una presenza di vicinanza e sostegno, professio- Agosto ci siamo organizzati con due squadre di nale ma discreta, in momenti in cui le emozioni immediato intervento per raggiungere il punto spesso prendono il sopravvento di fronte alla ne- del crollo del Ponte Morandi. Subito ci siamo resi cessità forzata di dover prendere atto di quanto conto della necessità di distribuirci su più punti atroce possa mostrarsi a volte la nostra vita. per poter meglio accogliere le persone che giun- Senso di vulnerabilità ed impotenza, rabbia e gevano per la preoccupazione di avere i loro pa- paura di affrontare un “domani” diverso e mai più renti e conoscenti coinvolti dal crollo, dopo un uguale permangono negli animi di chi abbiamo rapido briefing con il personale del 118 che aveva assistito nei giorni a seguire presso l’Istituto di prontamente allestito un Posto Medico Avanzato Medicina Legale del San Martino, l’obitorio, la sul luogo e le forze dell’ordine, abbiamo allestito Cappella dell’ospedale, la camera ardente allestita una tenda di prima accoglienza per creare uno alla fiera del Mare e nello stesso luogo per l’ultimo spazio protetto e sicuro per le persone in qualche commiato, il 18 Agosto, giorno dei funerali di modo coinvolte e naturalmente non ferite. Simul- Stato ed il 21 Agosto per le esequie dell’ultima taneamente, un’altra squadra composta da cinque vittima coinvolta e ritrovata senza vita. Parallela- operatori, su indicazione del 118, raggiungeva il mente, negli stessi giorni siamo intervenuti per ri- Pronto Soccorso del San Martino dove giunge- spondere alle chiamate che pervenivano dal 118 vano i feriti e, purtroppo, i corpi senza vita delle e dal Comune di Genova per assistere quanti ri- prime vittime estratte dalle macerie. chiedevano aiuto presso il Centro Civico Buranello 17
e per fornire un aiuto psicologico agli abitanti eva- tina e non mediata ad un evento senza dubbio ad cuati dalle zone interessate dal crollo del Ponte. elevatissimo potenziale impatto traumatico. Terminata la prima fase di emergenza siamo ri- In totale SIPEM SoS Liguria ha impiegato quattordici masti a disposizione dei colleghi dei servizi del volontari specificamente formati che hanno portato territorio con i quali è tuttora attivo un tavolo di il loro fattivo e professionale contributo in favore lavoro per coordinare gli interventi di post-emer- delle vittime di questa grande emergenza. genza sul territorio. Non trascurando infine il no- stro impegno per i prossimi mesi al fianco dei Cristiana Dentone, soccorritori e di quanti sono operativamente in- Presidente SIPEM SoS Sez. LIGURIA tervenuti al fine di facilitare, con tecniche mirate Guendalina Grossi ed appropriate, una corretta rielaborazione delle Referente al Coordinamento della Protezione Civile emozioni vissute a causa di un’esposizione repen- del Comune di Genova per SIPEM SoS sez. Liguria Superare il trauma sviluppando resilienza e crescita post-traumatica Nella vita ci sono prove davvero durissime da af- “Qualunque parola umana, seppure sincera, è frontare, gestire e superare come il crollo del poca cosa di fronte alla tragedia, così come ogni ponte Morandi di Genova. Non si è mai pronti, le doverosa giustizia nulla può cancellare e restituire. fasi da attraversare sono durissime per ripren- L’iniziale incredulità e poi la dimensione crescente dere in mano le redini della propria vita e ritor- della catastrofe, lo smarrimento generale, il tu- nare alla quotidianità. multo dei sentimenti, i “perché” incalzanti, ci Tante persone coinvolte nel disastro, gente di- hanno fatto toccare ancora una volta e in maniera sperata e traumatizzata, molti fuori di casa senza brutale l’inesorabile fragilità della condizione certezze, tanti sconvolti per aver attraversato il umana. Ma proprio dentro a questa esperienza, ponte appena in tempo, tanti familiari in pen- che tutti in qualche modo ha toccato, si intravede siero, tanti che hanno visto e udito dalle finestre un filo di luce. Quanto più ci scopriamo deboli ed immagini e suoni. esposti, tanto più sentiamo che i legami umani ci Interessanti le parole del Cardinale e Arcivescovo sono necessari: sono il tessuto non solo della fa- di Genova Angelo Bagnasco durante i funerali miglia e dell’amicizia, ma anche di una società che solenni: si dichiara civile.” 18
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