PSICOLOGI E PSICOLOGIA IN LIGURIA - N. 2 - ANNO XII - NOVEMBRE 2018 Giornale dell'Ordine degli Psicologi della Liguria - Ordine Psicologi Liguria

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA IN LIGURIA - N. 2 - ANNO XII - NOVEMBRE 2018 Giornale dell'Ordine degli Psicologi della Liguria - Ordine Psicologi Liguria
PSICOLOGI E PSICOLOGIA IN LIGURIA
                                                                                                     Giornale dell’Ordine degli Psicologi della Liguria   N. 2 - ANNO XII - NOVEMBRE 2018

                                                                                                                         Ascoltando
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                                                                                                                                e crescita
                                                                                                                            post traumatica
PSICOLOGI E PSICOLOGIA IN LIGURIA - N. 2 - ANNO XII - NOVEMBRE 2018 Giornale dell'Ordine degli Psicologi della Liguria - Ordine Psicologi Liguria
PSICOLOGI E PSICOLOGIA IN LIGURIA
     Giornale dell’Ordine degli Psicologi della Liguria
                    n. 2 anno XII Novembre 2018
                 Chiuso in redazione il 30-10-2018

Redazione:                Ordine degli Psicologi della Liguria
                          Piazza della Vittoria 11/b p. ammezzato
                          16121 Genova
                          telefono 010.541.225 - fax 010.541.228
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                          redazione@ordinepsicologiliguria.it
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Direttore Responsabile:   Lisa Cacia
Direttore Editoriale:     Alessandra Brameri
In redazione:             Lara Belloni, Cristina Radif, Marta Piccoli,
                          Gabriele Schiaffino, Marta Viola
  Registrato il 7 marzo 2001 presso il Tribunale di Genova al n° 13

Stampa:                   TIPoGRAfIA SANT’ANNA
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PSICOLOGI E PSICOLOGIA IN LIGURIA - N. 2 - ANNO XII - NOVEMBRE 2018 Giornale dell'Ordine degli Psicologi della Liguria - Ordine Psicologi Liguria
Editoriale

         Carissime colleghe, carissimi colleghi,

         la tragedia del crollo del Ponte Morandi ha colpito tutti noi, genovesi e liguri, in
         modo violento, minando profondamente il senso di sicurezza perché da quel ponte
                                         ci passavamo tutti, anche più volte al giorno. Il primo
                                         stato d’animo è stato di incredulità, di assurdità, di im-
                                         potenza e poi è sopraggiunta la rabbia, perché a dif-
                                         ferenza di altre calamità come terremoti e alluvioni
                                         che sono eventi naturali e quindi non prevedibili e del
                                         tutto gestibili, il crollo di un ponte è un evento che ri-
                                         teniamo evitabile grazie ai controlli, le verifiche, la ma-
                                         nutenzione.
                                         La macchina dei soccorsi, del recupero dei feriti e dei
                                         morti, della messa in sicurezza di chi stava sopra e
                                         sotto il ponte, si è subito attivata ma è emerso, sem-
                                         pre più chiaramente, che un altro tipo di emergenza,
         prepotente ed intensa, era la paura, il trauma, l’ansia e l’angoscia di chi aveva assi-
         stito alla scena del crollo o di chi aveva i parenti in ospedale deceduti o feriti, e di
         tutti coloro che, per un qualche motivo, erano venuti a contatto con la tragedia.
         L’intervento psicologico in questi casi, assume quindi un’importanza cruciale ed al-
         cuni, con generosità e spirito umanitario si sono proposti per fornire un aiuto pro-
         fessionale ma, come già detto e scritto in altre occasioni, questo tipo di intervento
         prevede una formazione specifica e va coordinato da associazioni accreditate con
         la Protezione Civile. La reazione della nostra comunità professionale è stata imme-
         diata e consistente: subito si sono attivati i colleghi dell’emergenza (SIPEM, CRoCE
         RoSSA e CRoCE RoSA, CISoM Corpo Italiano di soccorso dell’ordine di MALTA,
         che sono partiti con la Protezione Civile) e i colleghi del servizio pubblico (dell’Uo
         Psicologia ospedale San Martino, dell’ASL e dell’ospedale Galliera). I colleghi del
         servizio pubblico, insieme ad alcuni colleghi dell’emergenza, sono intervenuti pre-
         valentemente negli ospedali con i feriti e negli obitori nell’assistenza ai parenti nel
         riconoscimento dei familiari deceduti.
         Nello stesso tempo, in quelle ore febbrili di quel tragico 14 agosto, arrivavano al-
         l’ordine proposte di collaborazione, di attivazione da parte colleghi non apparte-
         nenti ad alcuna associazione accreditata che offrivano generosamente la loro
         competenza per “dare una mano”.
         È iniziata così una intensa informazione attraverso i nostri canali istituzionali per
         ringraziarli riconoscendone la sensibilità e per rendere loro nota l’esigenza di inter-
         venire a seguito di adeguata formazione e che era necessario intervenire solo al-
         l’interno di protocolli ben collaudati ed autorizzati.
         oggi, dopo tanti giorni e tanto lavoro desidero ringraziare gli psicologi dell’emer-
         genza che faticosamente e con premura erano presenti sul campo già dalle prime
         ore e che sono i colleghi del servizio pubblico dell’Uo Psicologia Clinica e Psicote-
         rapia ospedale Policlinico San Martino, le psicologhe S.C. Medicina e Chirurgia d’Ac-
         cettazione e d’Urgenza ospedali Galliera, le psicologhe del Dipartimento Salute
         Mentale ASL 3 Genovese e delle associazioni SIPEM SoS Liguria (Società Italiana
         Psicologia Emergenza), Croce Rossa Italiana – CRI, CISoM (Corpo Italiano di soc-
         corso dell’ordine di Malta) e Croce Rosa Rivarolese che sono partiti con la Prote-
         zione Civile secondo protocolli loro propri.
         Ringrazio sentitamente il Comune di Genova che ha richiesto l’intervento degli psi-

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA IN LIGURIA - N. 2 - ANNO XII - NOVEMBRE 2018 Giornale dell'Ordine degli Psicologi della Liguria - Ordine Psicologi Liguria
Editoriale

         cologi riconoscendone il ruolo e il valore e che ha collaborato con l’ordine per mettere in
         connessione le richieste del territorio con la disponibilità di colleghi preparati. Penso ad
         esempio alla richiesta pervenuta dal Centro Civico Buranello, a Sampierdarena, dove erano
         stati fatti confluire in quel momento una gran parte degli sfollati dalle case, degli automo-
         bilisti che erano in autostrada e avevano dovuto abbandonare i loro veicoli, e a Certosa
         dove altri cittadini necessitavano di assistenza.
         Bion ci ha insegnato che dobbiamo apprendere dall’esperienza e noi abbiamo imparato la
         necessità della formazione, della condivisione e del fare rete tra professionisti e tra enti e
         istituzioni. Reti forti, dove ci si confronta ma anche ci si conforta.
         Riteniamo pertanto fondamentale costruire con le istituzioni, a posteriori, un protocollo di
         intervento più strutturato che preveda la partecipazione attiva degli psicologi in caso di ca-
         lamità e catastrofi.
         Rappresentanti dell’ordine sono stati chiamati a far parte di un primo tavolo tecnico alla
         presenza delle istituzioni: Comune e Regione ed ASL 3 Genovese. Abbiamo ritenuto op-
         portuno che venissero coinvolti i colleghi di tutti gli enti e le associazioni che erano inter-
         venuti nelle prime ore del disastro: questo è stato molto proficuo perché ciascuno di loro
         ha spiegato come aveva agito ed è stata subito chiara l’altissima professionalità messa in
         campo dai nostri colleghi che è stata riconosciuta ed elogiata.
         È stato immediato e condiviso il desiderio di dedicare il presente numero della nostra rivista,
         così come l’evento della Giornata Nazionale della Psicologia, a questo tragico evento ma
         soprattutto al nostro ruolo professionale in questi frangenti.
         Per questo motivo abbiamo chiesto a ciascun ente e associazione di scrivere un articolo
         per la rivista che è interamente dedicata al trauma e alla resilienza quale capacità di far
         fronte alla criticità, al dramma, alla catastrofe attraverso l’attivazione di risorse, individuali
         e di gruppo, talvolta inaspettate.
         Parimenti ci è sembrato importante dedicare l’evento ligure della Giornata Nazionale della
         Psicologia, che ha avuto come tema “Ascoltarsi e ascoltare. La persona al centro della pro-
         pria vita”, all’ascolto delle vittime del trauma e dei soccorritori, anch’essi provati da espe-
         rienze soverchianti e fortemente impattanti.
         L’intervento degli psicologi, silenzioso e solerte, è stato riconosciuto ufficialmente in occa-
         sione della Messa celebrata il 23 settembre u.s. dal cardinale Bagnasco presso la parrocchia
         Santa Maria del Garbo e San Matteo di Rivarolo, a cui eravamo stati invitati come ordine in
         rappresentanza degli psicologi, per la consegna di un riconoscimento alla presenza del Sin-
         daco, M. Bucci, del presidente del Municipio V Val Polcevera, f.Romeo insieme ai soccorritori
         e ai vari corpi delle forze dell’ordine che si sono spesi sul campo.
         Come presidente sono commossa e grata per l’alta professionalità dei colleghi e per la rete
         che si è creata immediatamente a sostegno dei cittadini genovesi da parte di istituzioni e
         associazioni. Non senza fatica, non senza incappare nelle inevitabili dinamiche di gruppo
         ma con dedizione e voglia di dare una mano. Continueremo ad esserci nel rispetto del no-
         stro ruolo e di quello altrui.
         Nei prossimi mesi infatti ci attendono alcune iniziative quali un evento interprofessionale
         per riflettere sulle Pari opportunità, due eventi sulla valutazione dell’efficacia e degli esiti
         psicologici e delle psicoterapie e un evento con la professoressa Marie Rose Moro, pediatra,
         psicoanalista e terapeuta transculturale organizzato con l’ordine dei Medici di Genova sul-
         l’etnopsicologia, etnopsichiatria e perinatalità.
         Un abbraccio alla città.

         La presidente
         Lisa Cacia

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA IN LIGURIA - N. 2 - ANNO XII - NOVEMBRE 2018 Giornale dell'Ordine degli Psicologi della Liguria - Ordine Psicologi Liguria
“Scrivere sulle
     cose mi ha
     permesso di
     sopportarle”
     …diceva Bukowsky.
     Per me non è stata
     un’operazione immediata:
     ho avuto bisogno di un po’
     di tempo. Sapevo che
     prima o poi sarebbe
     arrivato. Ed è accaduto
     quasi tre giorni dopo.

Era il 17 Agosto e, sul mio profilo Facebook, alle       a un passo, a un pelo
ore 01.50 postavo una poesia di Wislawa Szym-            da una coincidenza.
borska scoperta “per caso” il giorno prima.              Dunque ci sei? Dritto dall’animo ancora socchiuso,
                                                         La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì?
Ogni caso                                                Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo,
“Poteva accadere.                                        Ascolta,
Doveva accadere.                                         come mi batte forte il tuo cuore.”
È accaduto prima. Dopo.                                                                 WISLAWA SZYMBORSKA
Più vicino. Più lontano.
E’ accaduto non a te.                                    “Chiudo gli occhi,
Ti sei salvato perché eri il primo.                      seconda notte su un divano che non é il mio,
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.                      stravolta, distrutta dalla stanchezza.
Perché da solo. Perché la gente.                         Ma sono fortunata: sono viva e lo sono anche i
Perché a sinistra. Perché a destra.                      miei cari e gli amici della via in cui sono nata e
Perché la pioggia. Perché un’ombra.                      cresciuta.
Perché splendeva il sole.                                Io quel giorno ero in casa.
Per fortuna là c’era un bosco.                           Dopo un forte boato ho guardato d’istinto la fi-
Per fortuna non c’erano alberi.                          nestra, alzato lo sguardo al cielo e ho visto il
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un         ponte sgretolarsi sotto i miei occhi.
freno,                                                   Il resto non so dirlo a parole...ma ricordo tutto,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.         attimo per attimo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.            Solo quando la perdi, ti rendi conto di quante
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.                  cose potesse contenere la tua casa: ricordi, foto,
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,             libri, emozioni.

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Solo quando sai che non potrai più farli, ti rendi            “Non c’é fine al mio stupore,
conto di quanto, anche quei piccoli e distratti               al mio tacerlo.
gesti, come il posare le chiavi sul mobile dell’en-           Ascolta, come mi batte forte
trata, accendere la radio per cercare proprio                 il cuore”
quella canzone, sdraiarti due minuti sul letto e                                                 WISLAWA SzyMBoRSkA
guardare il soffitto, aprire il frigo in vista della          Dal 14 agosto la nostra vita è cambiata.
cena, ecco, ti rendi conto di quanto, anche quei              Un nuovo aggettivo si è aggiunto alla nostra
piccoli, e perlopiù insignificanti, gesti, ti facessero       identità: siamo sì sopravvissuti ma siamo anche
sentire a “casa“.                                             “sfollati”.
Ma, ripeto, sono fortunata. Io sono qua a poterlo             A volte quasi vorremmo dimenticarci di quello
raccontare.                                                   che è successo. Ma abbiamo anche un certificato
Anche se devo ricostruirla, ripensarla, risognarla,           che ce lo ricorda e ci tutela.
io, una vita, ancora la ho.                                   Già.
43 persone non ci sono più e la morte ha sfiorato             Come ogni trauma, quella data segna il passag-
ognuno di noi in quel maledetto giorno.                       gio tra un prima ed un dopo.
“Di questa grande tragedia Siamo tutti dei so-                Basta scorrere la galleria del mio cellullare: alle
pravvissuti”, è tra le frasi che mi sono ritrovata a          ore 11.15 mandavo foto di una serata in cui bal-
ripetere più volte in queste lunghe ore.                      lavo felice, alle 11.44 immortalavo l’immagine del
                                                              ponte spezzato; avevo bisogno di fermarla, di
Noi, quelli di Via Porro, in questi giorni, guar-             renderla ancora più reale ai miei occhi e a quelli
diamo il ponte rimasto in piedi a pochi metri di              di chi mi avrebbe poi chiesto.
distanza e, solo dopo averlo maledetto, lo ringra-            Da quel giorno si sono susseguite: tensioni, as-
ziamo, perché un pezzetto, proprio quello sopra               semblee improvvisate alle 2.00 della notte, regi-
le nostre case, è rimasto lì, in piedi, e sembra              strazioni varie alla protezione civile, incontri col
quasi proteggerle.                                            Sindaco, interviste varie in lingue diverse.
Dicono che forse non lo farà a lungo. Così ab-                Abbiamo imparato i nomi di volontari e scout
biamo paura: riusciremo mai più ad entrare? Re-               che prima conoscevamo solo di vista.
cupereremo le nostre cose? Alcune? Tutte? Io                  Abbiamo imparato a chiedere se c’era una botti-
sento il forte bisogno di poter salutare la vita di           glietta d’acqua, un succo, qualcosa da mangiare.
prima, le mura dentro alle quali sono cresciuta e             A sorprenderci per il riso venere mandato da Ea-
dalle quali sono fuggita impaurita, in pochi mi-              taly o per la Torta dei fieschi arrivata come dolce,
nuti, una mattina di pioggia.                                 proprio per noi, la sera della festa.
Ho bisogno comunque di ringraziarle per tutto il
tempo, per tutta la vita che hanno accompa-                   Sarebbero ancora molte le cose accadute da quel
gnato.                                                        14 agosto e di cui scrivere e forse è ancora forte
                                                              il bisogno di “sopportarle”.
ogni tanto qualcuno di noi crolla: il dolore è un             Concludo però con altre parole, idealmente ri-
fiume in piena che non guarda in faccia nessuno               volte a me e alla nuova famiglia allargata di Via
e ha lo sguardo di piccini, anziani, dei vicini con           Porro.
cui sorridendo si era soliti fare due chiacchiere.             Parole che mi fanno venire ancora più voglia di
Ha anche il mio sguardo, quando ho il coraggio                attenderlo davvero, quel “domani”.
di vederlo.                                                   «Un giorno tu ti sveglierai e vedrai una bella giornata.
Così, ogni tanto ci abbracciamo, ci facciamo                  Ci sarà il sole, e tutto sarà nuovo, cambiato, limpido.
forza. Piangiamo e ridiamo, lo abbiamo fatto                  Quello che prima ti sembrava impossibile diventerà
molto in questi due giorni.                                   semplice, normale.
Qualcuno oggi è andato a prendere un po’ di fo-               Non ci credi? Io sono sicuro.
caccia, bustine di zucchero e qualche caramella.              E presto.
                                                              Anche domani».
Mi si chiudono gli occhi,                                                     fëDoR DoSToEVSkIj, Le notti bianche.
mi addormento su un divano che non è il mio.
                                                                                                 Monica Marinelli
                                                                     Psicologa psicoterapeuta • Via Porro 16/2 Genova

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA IN LIGURIA - N. 2 - ANNO XII - NOVEMBRE 2018 Giornale dell'Ordine degli Psicologi della Liguria - Ordine Psicologi Liguria
Il trauma
                                                     dal divano
                                                     di casa

Una telefonata mi informa che è crollato il ponte        Partono i primi: “State tutti bene?”
Morandi.                                                 oddio è vero! Qualcuno di noi potrebbe essersi
Il ponte Morandi?                                        fatto male.
Il “ponte di Brooklyn” di noi bambini, che sogna-        Molto male.
vamo di essere eroi, vedendo quel ponte o pas-           Qualcuno di noi? Di noi … chi?
sando su quel ponte.                                     Di noi genovesi. Di noi liguri che attraversiamo
Ponte dannato.                                           quel ponte per forza.
Ma davvero? Un urlo, muto, sale dentro di me.            Perché la nostra terra è maremonti, è valli, è fiumi
Incredulità, e ancora incredulità.                       che vanno in mare. È ponti. Un susseguirsi di
E quel bisogno di rivedere la scena per “capire”.        ponti. Ma proprio tanti.
Capire che cosa?                                         I liguri volano quando attraversano la loro terra!
Capire che la catastrofe può davvero succedere           Ma volano anche giù dal ponte. E non solo loro.
anche nella realtà, anche vicino a me, anche nella       Impossibile.
mia città, anche sull’asfalto percorso mille volte       Rabbia.
per andare al lavoro o per andare a divertirmi.          … invece …
oh mio Dio! No! Non è possibile!                         Le auto. I mezzi sul ponte. Ce ne saranno stati?
Non è vero.                                              forse pochi, dai. È il 14 agosto.
La prima reazione è: “Non può essere vero!”              Appunto.
E poi lo sgomento.                                       Il 14 agosto.
Sì. È possibile                                          ferie.
È successo.                                              Turisti? … oddio … bambini!
Allora può essere vero.                                  No! Anche questo no, non posso pensarlo.
Allora … ancora sgomento.                                Lavoratori?
E impotenza.                                             oddio.
E … telefonate per capire cosa è successo.               Chi?
Ed anche se è successo davvero. Credo che in             E riparte il tam tam su whatsapp e sui social:
una zona nascosta di me si annidasse ancora              “Dove sei? Stai bene? State tutti bene?”
questa magica idea: forse …                              E la tv.
… invece.                                                Primo canale. Loro. Loro saranno in diretta. Infatti.
Allora ripartono i messaggi di whatsapp.                 Come al tempo dell’alluvione.
Whatsapp rovente.                                        oh, vero! Di nuovo Genova. Di nuovo tradita.

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA IN LIGURIA - N. 2 - ANNO XII - NOVEMBRE 2018 Giornale dell'Ordine degli Psicologi della Liguria - Ordine Psicologi Liguria
Povera Superba!                                          La domanda.
Intanto, nello sgomento, si affacciano e si affa-        Chi? Quanti?
stellano le prima notizie.                               Poi, un’idea si insinua … e … sotto?
Notizie e silenzio.                                      oddio!
Anche tanto silenzio.                                    Anche sotto, in effetti.
Ascolto.                                                 Sotto il ponte.
Penso.                                                   Case. Capannoni.
Spero.                                                   oh no!
Ecco. Soprattutto spero.                                 Speriamo.
Che siano state poche le auto sul ponte.                 Signore, ti prego.
Un’illusione?                                            In che senso? o meglio, che senso ha invocarlo
forse.                                                   ora?
Spero ancora.                                            Comunque: signore ti prego …
Pioveva forte … magari erano pochi.                      E sotto? Ritorna il tarlo. Chi abita lì? Avrei dovuto
Magari proprio perché pioveva erano tanti.               trasferirmi lì anni fa.
Genova fa così: quando piove le auto si moltipli-        Ecco. Passo sul ponte, passo sotto il ponte. Avrei
cano in strada e si sacramenta per il disagio. È         potuto abitare lì se, qualcuno, per me, al tempo,
sempre così. E oggi?                                     avesse scelto A piuttosto che B.
Mio dio!                                                 Ecco.
Chi ci sarà stato su quale ponte?                        Sono io.
“State tutti bene?”                                      In ogni caso sono anche “io”.
Inizia la conta.                                         “Io” siamo noi e “noi” siamo tutti quanti. Tutti
Arrivano le prime immagini dei soccorsi, si sen-         passanti ignari e fiduciosi nell’opera dell’uomo.
tono in diretta le prime testimonianze, si sentono       Quanto tempo è passato? oh, pochi secondi di
le sirene.                                               pensieri a pezzi.
Le sirene …                                              Pensieri conficcati in quei pochi secondi come i
Che dolore.                                              monconi dei piloni sul greto del fiume, come le
Arriva puntuale anche il dolore.                         macerie nella carne dei morti e dei feriti, come i
Penso a frammenti.                                       massi sulle costruzioni distrutte.
Sento, penso, spero.                                     I miei pensieri sono macerie nelle macerie.
Spari di pensieri a pezzi.                               Li tengo bene, devo averne cura.
Spari di notizie. La conta dei morti.                    Perché i miei pensieri a pezzi sono i pensieri degli
Notizie false cominciano e bruciare la pelle:            altri, di tutti, di coloro che hanno visto, che hanno
200/300 morti. Ma com’è possibile?                       testimoniato, che accorrono, che protestano, che
No, meno, vi prego!                                      soffrono, che ingombrano.
Le fonti ufficiali, per quello che possono, dicono       I pensieri in pezzi ingombrano.
7 morti accertati.                                       I morti.
Accertati.                                               I feriti.
Che parola rovente.                                      I familiari dei morti e dei feriti. E dei dispersi.
Apre a un mondo di pensieri cupi.                        Chi ha assistito, chi soccorre, chi aggiorna, chi si
Accertare vuol dire che hai visto e hai capito che       prepara per intervenire.
quell’individuo non è più vivo.                          Quanti di questi staranno male?
E pensi … in che stato potrà essere?                     Questo male ha un nome: trauma. Quel male at-
Ecco.                                                    tanaglierà tutti, in diversa misura, per molti giorni,
Dolore talmente puro che è persino difficile da          settimane, mesi, anni. Ahimè, anni, per alcuni.
pensare.                                                 Vite distrutte.
Povera gente.                                            Trova le parole tu, che di parole vivi e ne hai fatto
E intanto scorrono le immagini e le cazzate che          una professione!
dice la gente in diretta televisiva.                     Le cerco.
Per fortuna che le dicono grosse, così diventa           Invano.
più tollerabile un dolore impossibile.                   Allora facciamo qualcosa di utile, se possibile e
Chi?                                                     usiamo parole operative, concrete: “Cosa si può

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PSICOLOGI E PSICOLOGIA IN LIGURIA - N. 2 - ANNO XII - NOVEMBRE 2018 Giornale dell'Ordine degli Psicologi della Liguria - Ordine Psicologi Liguria
fare? Cosa occorre? Chi se ne può occupare?”.                Domani faremo meglio. Potenzieremo la rete dei
Quelle persone hanno bisogno di aiuto.                       colleghi che, titolati e competenti, saranno sul
Questo è un pensiero meno a pezzi.                           campo. Molti colleghi hanno dato disponibilità:
fa bene averlo. fa bene agli altri ed anche a me.            come noto solo chi è addestrato può intervenire
Esser utile: una briciola di utilità in questa tragica       in situazioni così critiche, rischiose, delicate.
catastrofe.                                                  Diciamoglielo allora! Scriviamo ai colleghi affin-
Briciolina. Un niente. Da casa.                              ché si sentano comunità e si sentano vicini. Di-
Sul campo i colpiti, i superstiti, i soccorritori di         ciamoglielo, li farà sentire meno soli, meno im-
ogni tipo, gli organizzatori, i cronisti.                    potenti.
Noi, da lontano. Superstiti anche noi, vivi per un           I colleghi capiscono, rispondono, ringraziano e
soffio. Consapevoli di questo e per questo iden-             aiutano.
tificati e coinvolti.                                        Grazie. Continueremo. Nel silenzio. Continue-
facciamo almeno qualcosa per loro. Gli altri,                remo.
quelli che il caso ha voluto fossero lì al posto             Ci sarà bisogno anche dopo. Anche per noi, an-
mio, al posto nostro.                                        che tra noi.
Cerchiamo di organizzare con buon senso, con                 E, nel silenzio, continueremo a esserci.
rispetto.
E ci si scrive ancora: “State tutti bene?”, “Buona-                                         Alessandra Brameri
notte, compatibilmente”.                                                    Consigliere Responsabile della redazione,
Domani continueremo a pensare meno a pezzi.                                                 ordine psicologi Liguria,
                                                                                                     14 agosto 2018
forse.

              Come una famiglia
Mancano pochi minuti alle 12.00. Il mio collega,             È stata allestita una camera ardente all’interno
visibilmente angosciato dice: “Mi è arrivata una             della Chiesa dell’ospedale S. Martino.
foto di mio figlio con l’immagine del ponte Mo-              Con la collega della Società Italiana di Psicologia
randi e scrive che è crollato, ma è uno scherzo!”.           dell’Emergenza della Protezione Civile troviamo
Gelo. Ci guardiamo increduli, accendiamo la te-              alcuni familiari che piangono i loro cari riversi
levisione e ci sintonizziamo su Primo Canale: nes-           sulle bare. Ci vuole qualche sedia per assecon-
suna notizia...                                              dare il bisogno di stare vicini ancora per un po’ e
Dopo pochi minuti compaiono le prime imma-                   dell’acqua per dare un poco di sollievo.
gini. Realizziamo che il figlio del collega non              Mi domando cosa posso fare lì, davanti a tanto
aveva fatto uno scherzo, ma è tutto vero: è crol-            dolore e mi rispondo: esserci, con discrezione, in
lato il ponte Morandi.                                       silenzio. Mi avvicino quando ho l’impressione che
Un senso di nausea accompagna la pulsione im-                ci sia bisogno, e sono lì a disposizione, insieme
mediata a chiamare i propri cari per sapere se               agli infermieri, ai volontari della Croce Rossa che
sono al sicuro, a sostenere i pazienti ricoverati che,       hanno allestito una tenda con qualche bene di
come noi, possono essere sconcertati, angosciati.            conforto, un po’ di frutta, dei panini imbottiti,
Due giorni dopo la tragedia mi trovo con i colle-            come si faceva in famiglia quando si vegliava un
ghi psicologi e con gli psichiatri della Clinica Psi-        proprio caro in attesa dei funerali.
chiatrica. C’è bisogno di supporto psicologico e
umano per i poveri familiari che stanno accanto                                         Mara Donatella Fiaschi
ai loro cari che non ci sono più.                                            Vicepresidente ordine psicologi Liguria

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L’intervento
                                                       sociale del
                                                       Comune di
                                                       Genova
                                                       a seguito del
                                                       crollo del Ponte
                                                       Morandi

Mercoledì 14 agosto: è una giornata di allerta              Da subito è stata costituita, presso gli Uffici della
arancione già dalla notte precedente: il bollettino         Direzione Politiche Sociali (DPS), una Unità di
meteo prevede forti piogge sino al primo pome-              Crisi allargata, composta da personale della Di-
riggio.                                                     rezione Politiche Sociali (Dirigenti/funzionari con
Come da protocollo vigente del Comune di Ge-                funzioni di coordinamento) e personale degli
nova nelle situazioni di Allerta Arancione, presso          Ambiti Territoriali Sociali (ATS) (Coordinatori, As-
la Sala del Comando operativo del Corpo di Po-              sistenti sociali e Collaboratori Tecnici dell’area so-
lizia Municipale, situato al 10 piano del Palazzo           ciale), ciascuno con compiti specifici.
del Matitone, è presente un operatore dei Servizi
Sociali che si alterna insieme ai diversi funzionari
di tutti i servizi comunali e delle Aziende parteci-        ALLESTIMENTO DEL PRESIDIO DI PRIMA
pate.                                                       ACCOGLIENZA BURANELLO
Alle ore 11.50 il collega di turno in quel momento
invia sulla chat dedicata ai colleghi della Dire-           Un Presidio di prima accoglienza è stato allestito
zione, il messaggio drammatico che è appena                 già nel primo pomeriggio del giorno 14 presso il
pervenuto nella Sala: è un messaggio sgramma-               Centro Civico Buranello a Sampierdarena.
ticato, poco comprensibile ma che racconta                  Tale luogo è stato da subito presidiato da perso-
l’emozione, il dramma, lo smarrimento di quei               nale della Direzione Politiche Sociali e degli ATS.
primi inverosimili istanti.                                 L’orario di apertura del Centro Civico Buranello è
Da quel preciso momento di mercoledì 14 ago-                stato, dal giorno di ferragosto, 8:00/22:00, arti-
sto 2018, dopo neanche un quarto d’ora dal tra-             colato su due turni di sette operatori (Assistenti
gico crollo, iniziano gli interventi dei Servizi            Sociali e Collaboratori Tecnici Area Sociale) coor-
Sociali del Comune di Genova.                               dinati da due funzionari per turno, di cui uno con
È stata ed è tutt’ora un’esperienza professionale,          posizione di coordinamento della DPS e uno Co-
organizzativa e operativa che merita un appro-              ordinatore di Ambito.
fondimento puntuale.                                        Molte delle persone sopra menzionate sono rien-
A distanza di poco più di un mese da quel tragico           trate appositamente dalle ferie.
momento è opportuno fare un primo, seppur                   I turni sono stati stabiliti sulla base di disponibi-
sommario, resoconto di quanto è stato fatto e,              lità, assolutamente volontaria, manifestata dai
soprattutto, di come è stato fatto.                         colleghi di ogni qualifica.

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Sono state quindi coinvolte 93 persone di cui 30             tare e favorire il censimento delle persone sfol-
in carico alla Direzione Politiche Sociali, 55 ai Mu-        late e per recepirne i relativi bisogni.
nicipi e 8 persone a Direzioni diverse, ma la di-
sponibilità a prestare servizio è stata di gran
lunga superiore.                                             INFOPOINT
Inoltre, presso gli Uffici della DPS, hanno operato
 per attività centrali e di coordinamento circa 10           Sono stati istituiti due infopoint istituzionali, uno
persone a turnazione.                                        presso il Centro Civico Buranello (dal 20 agosto)
                                                             e il secondo presso la scuola Caffaro, in Via Gaz
Presso il Centro di prima accoglienza Buranello,             3 (dal 21 agosto).
nell’immediatezza dell’evacuazione degli edifici             Presso i due infopoint sono stati allestiti sportelli
a rischio, sono stati assicurati alla popolazione            di servizio, con il supporto degli operatori del
sgomberata i seguenti servizi:                               servizio sociale in affiancamento degli operatori
• vitto e pernottamento;                                     specializzati.
• sostegno ai singoli e ai nuclei familiari colpiti;
• informazioni e primo orientamento verso i ser-             In particolare:
  vizi e le risorse disponibili;
• gestione delle situazioni più fragili;                     1. “Tavolo casa”:
• sistemazione in emergenza in strutture ricet-              otto postazioni con personale delle Politiche per
  tive prevalentemente alberghiere a tutte le                la casa, Politiche Sociali e Spim, finalizzato a for-
  persone che ne hanno fatto richiesta.                      nire informazioni sulla possibilità di ottenere un
                                                             alloggio o, in alternativa, il contributo per l’auto-
Gli operatori sociali hanno prestato per la popo-            noma sistemazione. Presso lo stesso infopoint i
lazione sfollata un’attività di front office che si è        cittadini sfollati hanno avuto la possibilità di co-
concretizzata nella gestione dei casi particolari e          noscere la loro posizione nell’elenco per l’asse-
critici, nell’accudimento delle persone anziane e            gnazione degli alloggi.
dei bambini fermatisi al Centro, nell’organizza-             L’attività degli operatori sociali si è sostanziata
zione dell’assistenza psicologica garantita in               nell’affiancamento e in funzioni di aiuto e facili-
modo particolare dalle Associazioni Specifiche di            tazione alle persone, nonché di raccolta delle do-
Psicologi dedicati a questa particolare azione tra           mande.
cui l’E.M.D.R. e il Corpo Italiano di Soccorso del-          Il 20 agosto sono stati assegnati i primi 5 alloggi.
l’ordine di Malta.
                                                             2. “Tavolo autostrade”:
Gli stessi operatori hanno fornito inoltre sup-
                                                             gestione dei contributi previsti per il disagio, il
porto nella distribuzione dei pasti (gestione delle
                                                             rimborso alle imprese e il bonus di 500 euro agli
prenotazioni, disdette ecc.) e assistenza in sala.
                                                             studenti;
Tenuto conto del periodo festivo ma anche della
capacità e possibilità di molte famiglie di poter            3. “Tavolo scuola”:
contare su reti parentali ed amicali per un primo            bonus libri, trasporto scolastico ed esenzione pa-
sostegno, l’arrivo delle persone sfollate è stato            gamento refezione scolastica;
diluito nelle giornate senza particolari code o so-
vrannumero.                                                  4. “Tavolo imprese”:
Nei giorni immediatamente successivi al crollo, è            richiesta contributo per indennizzi;
stata inoltre organizzata la presenza di alcuni As-          5. “Tavolo protezione civile”:
sistenti Sociali e di Coordinatori di ATS presso             richiesta risarcimento danni;
l’obitorio del San Martino con funzioni di sup-
porto ai familiari dei deceduti. Alcuni di questi fa-        6. “Tavolo IKEA”:
miliari che ne hanno fatto richiesta sono stati              contributo a fondo perduto per l’acquisto di
sistemati in albergo.                                        mobili.
Nelle giornate del 16 e del 17 agosto alcuni ope-
ratori si sono recati direttamente in Via fillak,            Presso la Direzione Politiche Sociali continua a
dove è stato istituto, in collaborazione con gli             oggi la funzione di regia e coordinamento del-
stessi abitanti, un info point: questo per comple-           l’accoglienza alberghiera per le persone che la ri-

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chiedono, in collegamento con personale della                 quotidiano e su cui tutti noi siamo transitati in-
Direzione Turismo.                                            numerevoli volte, hanno fatto scattare un qual-
La Direzione Politiche Sociali ha coordinato                  cosa di particolare.
anche le risorse offerte dalla cittadinanza e da              Questo “qualcosa” è difficilmente definibile: l’in-
Enti e Ditte private (es. aiuti in generi alimentari).        tervento altamente professionale realizzato è
La stessa Direzione si occupa altresì dell’invio              stato accompagnato da una vicinanza “partico-
della messaggistica massiva ai cellulari delle per-           lare” con le persone sfollate e richiedenti aiuto.
sone sfollate per informazioni d’interesse.                   Ci si è resi conto che tutta la Città è stata colpita
                                                              e di conseguenza tutti i cittadini si sono sentiti
                                                              “vittime” ma allo stesso tempo “protagonisti at-
                                                              tivi” di quel tragico evento.
                       Dati                                   Esasperando sicuramente il concetto ma è stata
                                                              la “città” stessa che si è presa cura dei propri cit-
   Le persone evacuate e censite sono in to-                  tadini attraverso anche modalità, tempistiche e
   tale 566 suddivise in 255 nuclei fami-                     metodologie di lavoro che nella quotidianità e
   liari.                                                     nella normalità dei nostri servizi pubblici non
   A queste vanno aggiunte altre 15 per-                      sempre avviene.
   sone che, al momento del crollo, risulta-                  Non sono mai state registrate situazioni di crisi
                                                              o di difficoltà particolari anche perché, visto il nu-
   vano effettivamente domiciliate negli
                                                              mero di operatori coinvolti, si è potuto offrire un
   edifici poi evacuati (dato verificato a se-
                                                              servizio personalizzato e attento alle singole e
   guito di approfondita istruttoria degli uf-
                                                              differenti esigenze.
   fici).
                                                              Estremamente positiva è stata infine la presenza
   A distanza di un mese dai tragici accadi-                  e la fattiva collaborazione con altri operatori del
   menti, si trovano alloggiate in albergo                    settore ed in modo particolare con gli Psicologi
   ancora 219 persone, ma si tratta di un                     dedicati e specialisti in questi tipi di interventi.
   numero in progressiva discesa per l’inizio                 Un intervento anche questo che è stato “straor-
   degli ingressi negli alloggi assegnati: le                 dinario” per qualità e modalità di approccio e di
   altre hanno reperito autonomamente                         realizzazione.
   una sistemazione.
                                                              È stata un esperienza drammatica, dopo un
                                                              evento drammatico: Maurizio Maggiani in un ar-
                                                              ticolo pubblicato su Il Secolo XIX del 26 agosto
                                                              u.s. ricordava che “...costruire non basta: ripen-
       Alcune considerazioni                                  siamo il futuro”.

Gli interventi sono stati realizzati da operatori,            Se dovessimo fare una sintesi del lavoro svolto
come sopra riportato, appartenenti a tutti i servizi          da tanti operatori sociali in questi giorni dram-
sociali cittadini che, spontaneamente, hanno                  matici, se dovessimo dare un titolo a questa fase
dato la loro disponibilità ad intervenire: il numero          e alle sue prospettive per il nostro lavoro e per
di quelli che realmente hanno prestato servizio è             la nostra città, potremmo con facilità fare nostro
stato di gran lunga inferiore alle richieste perve-           questo pensiero: abbiamo iniziato a ripensare il
nute.                                                         futuro.
La drammaticità dell’evento collegato ad un “ele-
mento fisico”, a quel ponte che rappresenta per                                                      Vittorio Gallo
tutti i genovesi un qualcosa di “sempre stato”, di                      per gli operatori Sociali del Comune di Genova

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Un ponte, tanti
                              ponti per Genova
È accaduto che, in una giornata qualsiasi, una si-              Martino, ho utilizzato una metafora del Dott. Cai
tuazione drammatica ci abbia catapultato, insieme               ed ho parlato di una metaforica “costruzione di
ad un’intera città, in una realtà che non sembrava              ponti” per descrivere il nostro tentativo di osta-
neanche realtà tanto era difficile da rappresentare             colare i processi psichici di sgretolamento, di frat-
nella nostra mente. Un incubo, di quelli che smuo-              tura e di perdita, conseguenti al crollo del ponte,
vono paure ataviche.                                            attraverso la costruzione di altri tipi di ponti, altri
La sola cornice certa di quel 14 agosto è stato il              raccordi, altri legami.
tempestivo avvio del PEIMAf aziendale, ossia del                Ponti tra le famiglie ed i loro cari defunti in tutto il
Piano di Emergenza Interna per il Massiccio Af-                 percorso di accompagnamento dall’accesso in
flusso di feriti.                                               Pronto Soccorso, al riconoscimento della salma,
Come da istruzione operativa, l’attivazione della               all’ultimo saluto.
nostra U.o. è stata immediata ed immediato è                    Ponti fra le famiglie e gli operatori che si sono oc-
stato l’avvio dei primi interventi da parte dei col-            cupati delle vittime ma hanno accolto anche i bi-
leghi già presenti in Servizio. Sono state effettuate           sogni dei loro parenti ed amici.
le telefonate “a cascata” previste dall’organizza-              Ponti fra le famiglie, le forze dell’ordine, le orga-
zione interna dell’U.o., e nel giro di poche ore ci             nizzazioni civili e le istituzioni.
siamo trovati tutti presenti ed operativi in Policli-           Ponti fra operatori, tra figure professionali e spe-
nico. Per noi il ritrovarci in sede ed il metterci a di-        cializzazioni diverse che, nell’emergenza, hanno
sposizione.                                                     dovuto e saputo creare spazi nuovi di raccordo.
ogni emergenza, si sa, è diversa da un’altra, ma                fin dai primi contatti, abbiamo accolto i familiari
questa è apparsa fin da subito straordinaria: nes-              delle vittime, con interventi il più possibile perso-
sun massiccio afflusso di feriti ma di salme e di un            nalizzati, anche in relazione alle differenti etnie,
numero inconsueto di parenti e amici alla ricerca               culture e tradizioni. Setting improvvisati, spazi fisici
dei loro cari.                                                  e mentali di espressione e di condivisione delle
Per tutta la notte e per i giorni successivi ci siamo           incertezze, dell’incredulità, dello smarrimento, della
distribuiti tra Triage, Pronto Soccorso, spazi allestiti        rabbia, del dolore.
per una temporanea collocazione delle salme, po-                Il crollo del ponte, di quel ponte così familiare e
stazione dedicata dell’Ufficio Relazioni con il Pub-            presente nella vita dei cittadini genovesi, e non
blico, obitorio, Cappella. Nel corso delle ore ci siamo         solo, è un tradimento difficile da tollerare poiché
ridistribuiti, alternati, affiancati, sostenuti. Non ab-        va a minare la fiducia nei propri simili, fa sentire
biamo avuto bisogno di dirci troppe parole, sono                meno solide le proprie basi e genera fragilità, pre-
bastati sguardi e gesti. Non è facile da raccontare, è          carietà, incertezza per il futuro, paura.
stato come trovarsi sbalzati in una dimensione che              Nella drammaticità di quei primi momenti il senso
non ti appartiene, in spazi che conosci solo come               del nostro lavoro è stato quello di unire e di tenere
visitatore, a fare cose compiere azioni che forse non           unito, non solo per evitare nell’immediato spac-
ti saresti mai aspettato ma che capisci essere la cosa          cature e sgretolamenti psichici, ma anche per fa-
giusta per quel momento.                                        vorire il processo di resilienza e i successivi mo-
Ci hanno definito “ingegneri” dell’anima perché                 menti di elaborazione.
in un’intervista, quando la giornalista ha chiesto                                                    Gabriella Biffa
di descrivere cosa hanno fatto gli psicologi dell’U.o                   Direttore f.f. U.o. Psicologia Clinica e Psicoterapia
Psicologia Clinica e Psicoterapia del Policlinico San                                     ospedale Policlinico San Martino

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Genova:
   una città
     in bilico
Il quadro concettuale che orienta la nostra atti-               sata di lì per venire qua!”. Subito non capisco ma
vità clinica è la psicoanalisi. Da questa prospettiva           di lì a poco, in ospedale, tra le persone presenti,
il concetto d’urgenza, che è la base del nostro in-             colleghi, cittadini, pazienti, parenti si diffonde
tervento, è quello di jacques Lacan, quando si ri-              un’atmosfera indecifrabile di tempo sospeso, si
ferisce a quel dolore impossibile da sostenere per              cerca di capire e quando si realizza l’impossibile
un soggetto, ad un’indicibile della sofferenza.                 solo da immaginare, ciascuno pensa ai propri af-
Da un punto di vista clinico, il Disordine Post-Trau-           fetti e, tra noi colleghi presenti, ci si attiva per ca-
matico da Stress (DPTS), non è più solo una de-                 pire cosa fare, come prestare aiuto attraverso la
scrizione specifica per gli effetti della guerra come           propria funzione, specializzazione.
originariamente promosso dagli psichiatri ameri-                Il direttore generale fa un annuncio a diffusione
cani dopo il Vietnam, o come lo troviamo in freud               sull’incidente accorso e viene attivato il proto-
nel suo articolo “Considerazioni attuali sulla                  collo nei casi di emergenza, chi non è presente
Guerra e sulla Morte” scritto nel 1915, ma è gene-              viene richiamato a rientrare, tutti devono essere
ralizzato a fatti diversi: licenziamento dal lavoro,            pronti ad accogliere eventuali feriti, nel corpo e
malattia, catastrofi, terremoti, atti terroristici, ecc.        nell’anima.
I sintomi del paziente si manifestano con muti-                 Il PS viene svuotato dei pazienti in attesa che non
smo e isolamento, dolore psicosomatico e soffe-                 necessitano di cure immediate e urgenti, il luogo
renza insopportabile, insonnia e inappetenza,                   che fino a pochi istanti prima, come ogni giorno,
inibizione o impulsività, un segno di ciò che non               è caratterizzato dalla frenesia, è ora occupato da
va. Il trauma si presenta come una brusca rottura;              un silenzio rumoroso. Inizia l’attesa e la speranza
freud la definì una pausa dall’omeostasi della                  che qualcuno arrivi, perché se arrivano pazienti
vita quotidiana, dalle relazioni con gli altri, con il          significa che ci sono persone sopravvissute, per-
proprio corpo, con il lavoro, con legami affettivi              sone che si possono salvare, curare, accogliere.
dove tutto è cambiato all’improvviso.                           Siamo tutti pronti, pur essendo frastornati. Nel
                                                                primo pomeriggio arriva la prima paziente, ci si
                                                                appresta alla presa in carico, l’obiettivo è salvare
Quel 14 Agosto...                                               una vita, si vorrebbe poter salvare tutte le vite ma
                                                                più il tempo passa e più non ci sono accessi, più
Il 14 agosto è una giornata di brutto tempo ma                  diventa chiaro a tutti che ciò che è successo ha
quando arriviamo nella nostra postazione in                     risparmiato pochissime vite e che a partire da
Pronto Soccorso (PS) l’affluenza delle pazienti ci              quel momento, da quel giorno per la città, per
fa scordare il brutto tempo e la percezione di                  tutti noi, nulla sarà più come prima.
quello che succede al di fuori dell’ospedale si an-             Il ponte crollato ha spezzato qualcosa dentro
nulla, è come essere in un piccolo mondo nella                  tutti noi perché tutti quelli che non erano su quel
città. Verso le 11.45 esco dal mio studio per co-               ponte, in quel giorno, in quell’ora sono, sono dei
municare alla paziente a cui avevo dato appun-                  sopravvissuti, dei superstiti, degli scampati.
tamento che ritarderò in quanto mi hanno                        Al PS inizia anche ad arrivare chi è intervenuto
chiamata per un caso del PS, la paziente mi co-                 sul luogo dell’incidente, i soccorritori che ora
munica che sta cercando di capire cosa è suc-                   vanno soccorsi, che nel tentativo di salvare delle
cesso perché ha da poco saputo che “è caduto il                 vite hanno visto, toccato il reale della morte, di
Ponte Morandi, che è sopra casa mia, sono pas-                  corpi senza vita, di una città lacerata, spezzata.

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Siamo noi psicologhe ad intervenire su chi, soc-              c’è un’altra parte che non accetta l’accaduto, che
correndo, è stato oggetto di uno shock emotivo                vorrebbe che tutto tornasse come prima, anche se
che va accolto, ascoltato, parlato; questi uomini             si rende conto, a livello razionale, che è impossi-
hanno necessità di parlare di ciò che hanno visto,            bile. Per questo è importante garantire uno spa-
di mettere in parola la loro sofferenza, di condi-            zio-tempo che permetta al soggetto di farne
videre. Cercano una spiegazione a ciò che è im-               qualcosa di quella esperienza traumatica. Questo
possibile spiegare, ritorna nelle loro parole la              qualcosa è una scoperta après coup, il paziente
percezione di essere “come in un film”, spinti nel            troverà o inventerà un modo soggettivo che gli
soccorso a scoprire una forza che non immagi-                 permetta di continuare a vivere, che vada bene
navano di avere. Sappiamo che il peggio per loro,             per lui e solo per lui.
per tutti, sarà il domani, che il trauma, nelle sue           Un’attenzione particolare deve essere prestata a
diverse forme, svilupperà dei sintomi e che la ri-            coloro che sono rimasti indenni alla catastrofe,
sposta di ogni singolo cittadino a questa trage-              nonostante fossero nell’epicentro. Perché passata
dia, farà di Genova una città diversa da se stessa,           l’euforia dell’essersi salvati “per un pelo”, per un
prima del crollo.                                             ritardo, per una telefonata che gli ha fatto perdere
                                                              del tempo, può subentrare, a distanza di mesi il
                                                              senso di colpa del sopravvissuto, caratterizzato da
Accogliere il silenzio...                                     una sintomatologia depressiva.
                                                              Gli eventi catastrofici hanno una valenza diversa
Accogliere il silenzio di un sopravvissuto vuol dire          anche sul personale medico, sanitario e soccorri-
rimanere al suo fianco finché possa ritrovare la              tori, che per lo svolgimento del loro lavoro, sono,
parola che è rimasta intrappolata, aspettando il              nell’immaginario collettivo, abituati a confrontarsi
suo dire, con i suoi tempi. Ci sono delle perdite             con la morte.
che non si possono dire, perché non esiste il si-             Il dolore fisico come il dolore psichico si coniu-
gnificante per poterle nominare, per esempio,                 gano con la perdita simbolica della salute; il pa-
quando una persona perde il padre o la madre                  ziente sentendosi vulnerabile all’ambiente, si fida
rimane orfano, se la persona perde il partner di-             e si affida nelle mani del team sanitario che offre
venta vedovo o vedova, ma una madre, un padre                 il servizio attraverso il connubio tra lo sguardo
che perde il proprio figlio o la figlia come pos-             medico e l’ascolto psicoanalitico.
siamo nominarla?
ogni sopravvissuto è accolto nella logica dell’“uno           Da pochi giorni è trascorso un mese dal 14 ago-
per uno”, nel senso che ciascuno è unico, unico               sto, in PS sono aumentati gli accessi per disturbi
nella sua singolarità e nella sua particolarità.              d’ansia, attacchi di panico, malessere generale,
Il crollo del ponte Morandi non è solo il crollo di           nei discorsi di questi/e pazienti ricorre il crollo del
un ponte, è un crollo metaforico per ognuno di                ponte, pare che ciò che stava in equilibrio nella
noi, l’evento è lo stesso, però la sua significazione         vita sia imploso, abbia richiamato altri traumi pas-
deve essere elaborata a partire delle esperienze              sati, abbia costretto molte persone a cambiare il
pregresse soggettive di ciascuno.                             loro punto di vista sul mondo.
La caduta dell’equilibrio psicologico ed emotivo              Quando si parla di ricostruzione non bisognerebbe
dovuto ad un evento traumatico esterno richiede               allora dimenticare che ciò che va riparato innanzi-
l’immediata attivazione di nuove strategie per la             tutto sono i viventi e la fiducia verso l’Altro.
sopravvivenza psichica.
Il sopravvissuto tende a chiedersi, a livello incon-                     Ferrari Tumay Edith - Marchini Luisa
scio, i motivi per i quali proprio lui è stato rispar-                                Psicologhe-psicoterapeute presso
miato dalla morte, attivando un senso di colpa                   il Pronto Soccorso dell’E.o. ospedali Galliera di Genova
che raramente riesce a esprimere e che agisce nel                                                   Paolo Cremonesi
corso della vita nella logica dell’espiazione met-                              Responsabile S. C. Medicina e Chirurgia
tendosi ripetutamente in situazioni eccentriche o                                          d’Accettazione e d’Urgenza
di pericolo.
Il trauma produce nel soggetto una scissione, c’è                                                     Agnese Schena
una parte del soggetto che se ne rende conto che                         Collaboratrice amministrativa Pronto Soccorso
                                                                                   dell’E.o. ospedali Galliera di Genova
è vivo, che è stato risparmiato dalla morte, però

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Il ponte
con le ali
                                  Ponte con le ali,
                                   angelo caduto,
                                   città spezzata.

                              Genova, 14/08/2018

L’ospedale Villa Scassi ha accolto da subito so-
pravvissuti, scampati e feriti. I Medici, gli Psico-
logi e gli operatori di Croce Rossa e Protezione
Civile hanno fornito il primo contatto umano di
ascolto e cura.
Davanti a loro sono scorse tante immagini, spez-
zoni di visioni, paure, reazioni di pericolo scam-
pato, dolore e lutto. La sensazione era quella di           tativo collettivo di elaborazione. “Ma è necessario
incredulità. Eppure raccontando l’evento diven-             che io le racconti? Non le hanno già detto? Un
tava gradualmente reale.                                    amico mi ha detto che è meglio dimenticare in
Anche per me non è stato reale.                             fretta”.
Non ero a Genova e il tam tam dei social ha vi-             Credo proprio che il lavoro più pesante per que-
brato consistentemente: all’inizio non avevo ca-            ste persone sarà riappropriarsi di quei ricordi.
pito o tentavo di negare a me stessa che fosse              Non è vero che fa bene dimenticare in fretta.
quel ponte lì né che potesse essere crollato per            L’amnesia frammenta l’identità, separa da se
una sorta di difetto o usura strutturale: pensavo           stessi, impoverisce l’Io che è quella parte di noi
che fosse un ponte su un torrente in piena per la           che rende il mondo interno ed esterno pieno di
pioggia imponente, un fatto relativamente e tri-            significato e degno d’essere vissuto.
stemente conosciuto ormai a Genova. Quando la               Da molti anni mi occupo di sopravvissuti ad inci-
negazione non è stata più sufficiente, mi sono              denti, soprattutto ustioni, e da sempre li accom-
paralizzata e non riuscivo a pensare.                       pagno nella ricostruzione dei ricordi dell’evento:
Al rientro al lavoro in SPDC il lunedì successivo           un percorso doloroso, in salita, ma alla fine del
ho cominciato ad incontrare i feriti ricoverati al-         cammino il panorama globale di se stessi è più
l’ospedale Villa Scassi: in loro prevaleva una di-          ricco.
fesa estrema dai fatti vissuti che, talora, si              Alla fine del percorso tutte le persone che ho aiu-
concretizzava in momenti di amnesia di parti                tato si ritrovano nella propria identità, pronte a
dell’evento o della quasi totalità di esso.                 ripartire con i propri progetti.
Con estremo disagio e, a volte, rabbia, vivevano            Alla fine del percorso anche io sento di essere
la mia presenza che li costringeva a richiamare             stata utile per loro.
alla memoria i fatti vissuti che già erano diventati
un racconto collettivo dei loro parenti, amici e vi-                                          Marta Germoglio
cini e venivano ripetuti costantemente in un ten-                     ASL 3- SPDC c/o ospedale Villa Scassi Genova

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Emergenza Ponte Morandi
 e volontari
  SIPEM SoS
SIPEM SoS (Società Italiana Psicologia dell’Emergenza
Social Support) nasce nel 1999 a Roma con la
precisa finalità di contribuire all’assistenza ed al
sostegno psicologico delle comunità colpite da
eventi calamitosi ed esposte di conseguenza ad                   È nata qui una fattiva collaborazione con i colleghi
eventi traumatici che per loro natura stravolgono                del servizio dell’ospedale con i quali abbiamo ini-
l’esistenza umana rendendo difficile l’adattamento               ziato a coordinarci per meglio assistere tanto i
alla nuova realtà. Collaborando al fianco delle Isti-            feriti quanto le numerose persone che giungevano
tuzioni ed in particolare del Dipartimento di Prote-             per ricevere informazioni sui loro familiari. Indivi-
zione Civile, con il passare degli anni è stato                  duati gli spazi per poter accogliere le persone,
possibile raggiungere l’obiettivo di introdurre for-             raccogliere i dati e le informazioni necessarie per
malmente le professionalità degli psicologi e degli              agevolare i cosiddetti “ricongiungimenti” abbiamo
operatori abilitati al supporto psico-sociale all’interno        rafforzato le nostre squadre iniziando ad incon-
delle funzioni operative della Protezione Civile.                trare le famiglie coinvolte, cercando di fornire il
Trovato consenso su tutto il territorio nazionale, SI-           massimo sostegno in quei momenti intrisi di
PEM si organizza in sezioni regionali e nel 2007                 paura, sgomento, dolore e timore di ricevere le
nasce così SIPEM SoS Liguria, regolarmente iscritta              notizie che mai si sarebbero volute ricevere. Un
nell’elenco regionale delle Associazioni di Volonta-             compito difficile, anche per noi che da anni ac-
riato abilitate ad operare in ambito di Protezione               compagniamo le persone nei percorsi tristi dei ri-
Civile.                                                          conoscimenti e delle formali identificazioni dei de-
Così, come sempre accaduto in passato, non ap-                   ceduti, ma forti del sapere quanto più importante
pena ricevuta la chiamata di allerta dal 118 e con-              sia portare informazioni adeguate e far percepire
fermata l’attivazione da parte della Regione, il 14              una presenza di vicinanza e sostegno, professio-
Agosto ci siamo organizzati con due squadre di                   nale ma discreta, in momenti in cui le emozioni
immediato intervento per raggiungere il punto                    spesso prendono il sopravvento di fronte alla ne-
del crollo del Ponte Morandi. Subito ci siamo resi               cessità forzata di dover prendere atto di quanto
conto della necessità di distribuirci su più punti               atroce possa mostrarsi a volte la nostra vita.
per poter meglio accogliere le persone che giun-                 Senso di vulnerabilità ed impotenza, rabbia e
gevano per la preoccupazione di avere i loro pa-                 paura di affrontare un “domani” diverso e mai più
renti e conoscenti coinvolti dal crollo, dopo un                 uguale permangono negli animi di chi abbiamo
rapido briefing con il personale del 118 che aveva               assistito nei giorni a seguire presso l’Istituto di
prontamente allestito un Posto Medico Avanzato                   Medicina Legale del San Martino, l’obitorio, la
sul luogo e le forze dell’ordine, abbiamo allestito              Cappella dell’ospedale, la camera ardente allestita
una tenda di prima accoglienza per creare uno                    alla fiera del Mare e nello stesso luogo per l’ultimo
spazio protetto e sicuro per le persone in qualche               commiato, il 18 Agosto, giorno dei funerali di
modo coinvolte e naturalmente non ferite. Simul-                 Stato ed il 21 Agosto per le esequie dell’ultima
taneamente, un’altra squadra composta da cinque                  vittima coinvolta e ritrovata senza vita. Parallela-
operatori, su indicazione del 118, raggiungeva il                mente, negli stessi giorni siamo intervenuti per ri-
Pronto Soccorso del San Martino dove giunge-                     spondere alle chiamate che pervenivano dal 118
vano i feriti e, purtroppo, i corpi senza vita delle             e dal Comune di Genova per assistere quanti ri-
prime vittime estratte dalle macerie.                            chiedevano aiuto presso il Centro Civico Buranello

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e per fornire un aiuto psicologico agli abitanti eva-        tina e non mediata ad un evento senza dubbio ad
cuati dalle zone interessate dal crollo del Ponte.           elevatissimo potenziale impatto traumatico.
Terminata la prima fase di emergenza siamo ri-               In totale SIPEM SoS Liguria ha impiegato quattordici
masti a disposizione dei colleghi dei servizi del            volontari specificamente formati che hanno portato
territorio con i quali è tuttora attivo un tavolo di         il loro fattivo e professionale contributo in favore
lavoro per coordinare gli interventi di post-emer-           delle vittime di questa grande emergenza.
genza sul territorio. Non trascurando infine il no-
stro impegno per i prossimi mesi al fianco dei                                                Cristiana Dentone,
soccorritori e di quanti sono operativamente in-                                  Presidente SIPEM SoS Sez. LIGURIA
tervenuti al fine di facilitare, con tecniche mirate                                           Guendalina Grossi
ed appropriate, una corretta rielaborazione delle                  Referente al Coordinamento della Protezione Civile
emozioni vissute a causa di un’esposizione repen-                   del Comune di Genova per SIPEM SoS sez. Liguria

    Superare il trauma
    sviluppando
    resilienza e crescita
    post-traumatica

Nella vita ci sono prove davvero durissime da af-            “Qualunque parola umana, seppure sincera, è
frontare, gestire e superare come il crollo del              poca cosa di fronte alla tragedia, così come ogni
ponte Morandi di Genova. Non si è mai pronti, le             doverosa giustizia nulla può cancellare e restituire.
fasi da attraversare sono durissime per ripren-              L’iniziale incredulità e poi la dimensione crescente
dere in mano le redini della propria vita e ritor-           della catastrofe, lo smarrimento generale, il tu-
nare alla quotidianità.                                      multo dei sentimenti, i “perché” incalzanti, ci
Tante persone coinvolte nel disastro, gente di-              hanno fatto toccare ancora una volta e in maniera
sperata e traumatizzata, molti fuori di casa senza           brutale l’inesorabile fragilità della condizione
certezze, tanti sconvolti per aver attraversato il           umana. Ma proprio dentro a questa esperienza,
ponte appena in tempo, tanti familiari in pen-               che tutti in qualche modo ha toccato, si intravede
siero, tanti che hanno visto e udito dalle finestre          un filo di luce. Quanto più ci scopriamo deboli ed
immagini e suoni.                                            esposti, tanto più sentiamo che i legami umani ci
Interessanti le parole del Cardinale e Arcivescovo           sono necessari: sono il tessuto non solo della fa-
di Genova Angelo Bagnasco durante i funerali                 miglia e dell’amicizia, ma anche di una società che
solenni:                                                     si dichiara civile.”

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