DIO NON SI STANCA MAI DI PERDONARE - Suore Salesie
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ANNO LVI - N. 4 - 2018 - Bollettino della Congregazione delle Suore Salesie PD - POSTE ITALIANE SPA - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L.27/2/2004 N. 46) art. 1 comma 2 e 3 NE/PD DIO NON SI STANCA MAI DI PERDONARE Vita della Chiesa Missioni Le Salesie riaprono la Chiesa Madre Paola e suor Marina “San Giovanni Battista” in Ecuador! pagina 9 pagina 26
Sommario Vita della Chiesa 3. Lettera di suor Paola Contin 4. Il “grido” dei poveri nella Giornata Mondiale 5. La collera fa come il serpente... 7. Nell’attesa della Tua venuta 9. Le Salesie riaprono la Chiesa “San Giovanni Battista” 11. Il dono della chiamata 12. Chiamati a seguire Gesù povero Beata Liduina 13. Omelia festa Beata Liduina 14. Anche oggi in mezzo a noi! 15. Sempre con noi! 16. I Vasa Cantorum e Liduina Story 18. Testimonianze 19. Beata Liduina proteggici! NATALE SEI TU Cara Redazione 20. “Casa Sant’Antonio” (Tesouro, Brasile) Natale sei tu quando decidi di nascere ogni giorno e lasciare entrare Dio nella tua anima. Dalle Comunità L’albero di Natale sei tu quando resisti vigoroso ai venti 22. Alla scoperta della Villa di Adriano 23. Grande festa per i nonni e alle difficoltà della vita. 24. Mostra fotografica “bambini di ieri... bambini di oggi” Gli addobbi di Natale sei tu quando le tue virtù Missioni sono i colori che adornano la tua vita. 25. Nasce il piccolo Gesù 26. Madre Paola e suor Marina in Ecuador La campana di Natale sei tu quando chiami e cerchi 28. Inaugurazione dell’anno delle vocazioni di unire. 29. Giovani postulanti raccontano... 30. “Maestro dove vai?” – “Vieni e vedrai” Sei anche la luce del Natale quando illumini con la tua vita 31. Il laico salesio è chiamato alla testimonianza 32. Chi parte resta e resta parte il cammino degli altri con la bontà, l’allegria, la generosità. Nella luce di Dio 33. I nostri defunti Gli angeli di Natale sei tu quando canti al mondo un messaggio di pace, di giustizia, d’amore. La stella di Natale sei tu quando conduci qualcuno all’incontro con il Signore. Il regalo di Natale sei tu quando sazi di pane ANNO LVI - N. 4 - 2018 chi ti sta a fianco. Bollettino trimestrale per la Congregazione delle Suore Salesie - PD Direttore Responsabile: Mimmo Vita Tu sei la notte di Natale quando umile e cosciente ricevi Direzione e Amministrazione: Corso Vittorio Emanuele II, 172 - 35123 Padova Tel. 049.8801355 - 8801433 Fax 049.8801426 nel silenzio della notte il Salvatore del mondo. mail: salesrivista@salesie.it web: www.salesie.it CCP 15278351 POSTE ITALIANE SPA - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 Gli auguri di Natale sei tu quando perdoni e ristabilisci (conv. in L.27/2/2004 N. 46) art. 1 comma 2 e 3 NE/P Aut. Trib. PD n. 245 del 5 Novembre 1963 la pace anche quando soffri. STAMPA e GRAFICA: Grafiche Erredici Srl - Padova Ai sensi del D.L. n. 196/2003 si garantisce la massima riservatezza dei Un buon Natale a tutti coloro che assomigliano al Natale. dati personali forniti dai lettori a Vita Salesia e la possibilità di richie- derne la rettifica o la cancellazione. Papa Francesco
Vita della Chiesa Carissimi sorelle e amici di Vita Salesia, l’avvicendarsi delle stagioni, così pure il ritorno annuale delle varie Feste, special- mente quelle che celebriamo in questi giorni: Natale, Capodanno, Epifania… e i nostri stessi compleanni…ci portano inevitabilmente anche a confrontarci con la realtà della VITA e del suo ineluttabile fluire e volgere al termine; una realtà oggettiva, che rimane, che continua a sussistere malgrado le informazioni che i nostri mass-media e i vari gerontologi di turno divulgano (e non solo per informare, naturalmente…). Sappiamo, infatti, quanti e quali effetti producono certe notizie riguardanti una longevità che si sposta sempre più in avanti…, sorretta beninteso dai tanti “artifici” messi in atto in vari ambiti: dalla medicina allo sport, dall’alimentazione all’estetica, etc. A volte queste in- formazioni, che hanno ovviamente anche lo scopo di incrementare i guadagni e gli interessi di vari settori commerciali, possono purtroppo avere un effetto suggestionante pure sulla nostra vita di cristiani, perfino di consacrati! In modo particolare, di fronte al progressivo invecchiamento della popolazione europea, e in ispecie dell’Italia, e di conseguenza dinan- zi all’innalzamento dell’età media anche nei nostri Istituti religiosi (maschili e femminili), corriamo il rischio, “incoraggiati” dalle notizie sulla durata sempre più lunga della vita, di crederci costantemente “giovani”, e arriviamo a non sapere più chi sono veramente gli “an- ziani”! O perlomeno siamo incerti riguardo all’ “esatto” numero di anni (Sessanta? Settan- ta?...Ottanta?) che coincidono verosimilmente con l’anzianità. Per i ventenni di oggi chi sono “gli anziani”? E: chi erano “gli anziani” per i ventenni di tre- quattro decenni fa? Su questo argomento potremmo disquisire ancora a lungo, ma ciò che mi sembra importante mettere a fuoco all’interno di questo quadro, è il rischio che corriamo anche noi, cristiani e consacrati/e dinanzi a tante informazioni spesso superficiali e lacu- nose, ma soprattutto illusorie e fuorvianti, di credere che la vita acquisti o perda valore a seconda del numero di anni che uno si ritrova guardando l’anagrafe. “Insegnaci a contare i nostri giorni – invoca il Salmista – e acquisteremo un cuore saggio” (sal 90,12). “Voglio aggiungere vita ai giorni – chiosa E. Bianchi – e non giorni alla vita”. Per noi credenti, appunto i lunghi giorni e gli anni della vita consistono nel custodire nel cuore i precetti del Signore; il consiglio e la riflessione sono vita per noi che abbiamo posto nel Signore tutta la nostra fiducia (cf Proverbi 3,1ss), e consideriamo “vecchiaia” la sventura di abbandonare il Signore sorgente di acqua viva per scavarci cisterne piene di crepe che non trattengono l’acqua (cf Geremia 2,13). E in queste “cisterne piene di crepe” di cui parla il profeta Geremia, possiamo intravedere, care Sorelle e amici, anche i nostri tentativi di af- fidarci talvolta a promesse di vita vacue e ingannevoli che la mondanità ci offre, promesse ben lontane dalla speranza certa di Cristo, sceso dal Cielo per dare la vita al mondo; venuto in mezzo a noi perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza (cf Giovanni 6,33 e 10,10). È questa la VITA, quella vera, che è puro dono di Dio, e non può quindi essere trattenuta per sé! È destinata ad essere comunicata, o meglio “travasata”, con l’esempio e la parola, spe- cialmente alle giovani generazioni di oggi. “Scusateci - diceva il Papa ai giovani al termine del Sinodo (ottobre ’18) – se anziché aprirvi il cuore, vi abbiamo riempito le orecchie”. “Abbiamo bisogno – si leggeva nella Lettera dei giovani alla Chiesa di Padova, in preparazio- ne al Sinodo – di trovare nelle nostre comunità cristiane, adulti che abbiano incontrato Gesù e capaci di trasmetterci fiducia nella vita Adulti attraverso cui possiamo riuscire ad assaporare quanto è bello credere. Adulti che ci accompagnino, che ci aiutino ad orientarci nelle scelte”. È una bella sfida, Sorelle e amici carissimi, all’inizio di questo nuovo anno del Signore! Cre- do che valga la pena accettarla e, più che affidarci ai vari “elisir di lunga vita” sponsorizzati dal ciarlatano di turno, confidare piuttosto in Colui che con l’Incarnazione ha legato indis- solubilmente la sua Vita alla nostra. Auguro a me e a tutti voi famiglie e fraternità religiose questa pienezza di Vita che viene dal Cristo, nato tra noi, e per tutti auspico un Nuovo Anno di tanta pace, serenità e…VITA! Suor Paola Contin Superiora generale Dicembre 2018 Vita Salesia 3
Vita della Chiesa Il “grido” dei poveri nella Giornata Mondiale O rmai ci siamo abituati. C’è una “giornata” per tutto. O quasi. Occasioni per ricordare, sot- tolineare, celebrare. Civili o ecclesiali che siano, sono tut- te sicuramente importanti, e merita- no, il rilievo che è stato dato loro; il problema, casomai, è che sommersi come siamo da ogni genere di ap- puntamenti anche questa moltitudi- ne di giornate che sembrano quasi accavallarsi le une sulle altre rischia di scivolarci addosso senza lascia- re traccia. Molte volte, anche, per il sospetto che dietro questa o quella ricorrenza ci possa essere una qual- che retorica stucchevole o una rin- corsa del “politicamente corretto” in auge in un determinato momento Egli mi ama». Perché «la vera novità farci voce di quei troppi poveri il cui storico. del Nuovo Testamento – osservava «grido», ha detto domenica France- Quando due anni fa, alla fine del Benedetto – non sta in nuove idee, sco, è oggi sovrastato «dal frastuo- Giubileo della Misericordia, Papa ma nella figura stessa di Cristo, che no di pochi ricchi, che sono sempre Francesco decise di istituire la Gior- dà carne e sangue ai concetti – un di meno e sempre più ricchi». È «il nata mondiale dei poveri, non man- realismo inaudito. Già nell’Antico grido strozzato di bambini che non carono le osservazioni in quest’ul- Testamento la novità biblica non possono venire alla luce, di picco- timo senso. Quasi che il Pontefice consiste semplicemente in nozioni li che patiscono la fame, di ragaz- volesse seguire, o dettare, un trend. astratte, ma nell’agire imprevedibi- zi abituati al fragore delle bombe Ma, come Bergoglio ha ricordato lo le e in certo senso inaudito di Dio. anziché agli allegri schiamazzi dei scorso 18 novembre, celebrando la Questo agire di Dio acquista ora la giochi. È il grido di anziani scartati e seconda edizione di questa Gior- sua forma drammatica nel fatto che, lasciati soli». È il grido «di chi si tro- nata, «vivere la fede a contatto coi in Gesù Cristo, Dio stesso insegue va ad affrontare le tempeste della bisognosi è importante per tutti la “pecorella smarrita”, l’umanità vita senza una presenza amica. È il noi. Non è un’opzione sociologica, sofferente e perduta. Quando Gesù grido di chi deve fuggire, lasciando non è la moda di un pontificato, è nelle sue parabole parla del pastore la casa e la terra senza la certezza di un’esigenza teologica. È riconoscer- che va dietro alla pecorella smarri- un approdo. È il grido di intere po- si mendicanti di salvezza, fratelli e ta, della donna che cerca la dracma, polazioni, private pure delle ingenti sorelle di tutti, ma specialmente dei del padre che va incontro al figliol risorse naturali di cui dispongono. È poveri, prediletti dal Signore». Una prodigo e lo abbraccia, queste non il grido dei tanti Lazzaro che pian- sottolineatura importante, anzi fon- sono soltanto parole, ma costitui- gono, mentre pochi epuloni ban- damentale, per non far perdere di scono la spiegazione del suo stesso chettano con quanto per giustizia vista che il tendere la mano verso essere ed operare. Nella sua morte spetta a tutti». No, davvero non è chi ha bisogno, il chinarsi amore- in croce si compie quel volgersi di possibile dire che questa Giornata volmente sul prossimo, è alla fine il Dio contro se stesso nel quale Egli si sia il cedimento a una moda passeg- tratto che distingue i veri cristiani. dona per rialzare l’uomo e salvarlo gera, una concessione a una qualche Come infatti scrisse Papa Ratzinger – amore, questo, nella sua forma più logica mondana. È, al contrario, il ri- nella sua Deus caritas est (elabora- radicale». cordarci sempre, quale sia il punto ta da una bozza lasciata incompiuta Non sono possibili fraintendimenti di discrimine tra l’essere cristiani e da Giovanni Paolo II), «solo il servi- né equivoci. Quello che ci viene ri- il non esserlo. zio al prossimo apre i miei occhi su chiesto è un’attenzione che ci iden- quello che Dio fa per me e su come tifichi come discepoli di Gesù, per Dott. Salvatore Mazza 44 Vita VitaSalesia SalesiaDicembre Dicembre2018 2018
Vita della Chiesa La collera fa come il serpente… «La collera… fa come il serpente…, dove riesce a far passare la te- passare la testa, fa passare anche il sta, fa passare anche il corpo». «È meglio respingerla immediata- corpo». Con la collera non si scende mai a compromessi, «anche quando mente che voler entrare in trattative con essa». ha basi ragionevoli» e sembra utile (San Francesco di Sales, Filotea, III, 8). per edificare l’altro. La correzione che si vorrebbe attuare mediante la collera, «ha molto meno efficacia di L’ quei temibili sentimenti di altera- quella che viene unicamente dalla esperienza dell’insorgere zione. Lo stesso sant’Agostino fu ragione» (Ibid, VII). «Appena ci si di “sentimenti” come la dell’avviso che «è meglio chiudere accorge di esser caduto, si deve ri- collera, l’ira, la rabbia, la la porta all’ira […], poiché [essa] en- parare subito con un atto contrario stizza, e degli effetti da tra come un piccolo germoglio, e in di dolcezza», in quanto, come dice essi provocati, hanno spin- brevissimo tempo, cresce e diventa un detto, «la piaga recente si cura to l’uomo di sempre ad una rifles- un albero» (Lettera, 38, 2. Cfr. Fil. 8). meglio» (Ibid, VIII). sione. Questi stessi sentimenti poi, La collera bussa sempre alla nostra Quanto detto fin ora ha senso solo l’uomo li esperiva anche in Dio (cfr. porta, tuttavia siamo chiamati a se il credente non esclude che: la ad es. Sir 16, 11; Gv 3, 36; Ap 11, 18). non aprirla. Sulla stessa lunghezza collera, l’ira, la rabbia e la stizza, ab- Tuttavia se in Dio l’ira era percepi- d’onda dell’Ipponate, San Francesco biano un proprio motivo d’esserci. ta in funzione pedagogico-politica, suggerì che quando l’uomo vede L’uomo collerico trascina con sé una nell’uomo veniva colta come il frut- affiancarsi la collera, «è meglio re- adolescenza mai del tutto superata, to più autentico della propria fragi- spingerla immediatamente che vo- in cui si manifesta una personale re- lità, pertanto meritevole di un’azio- ler entrare in trattative con essa» attività agli stimoli esterni. Egli vi- ne di contrasto. (Ibid, VII), poiché la collera «fa vrà nella ricerca dell’affermazione San Francesco, da profondo conosci- come il serpente…, dove riesce a far della propria personalità, insicura tore dell’animo umano e da grande maestro di vita spirituale qual era, offrì anch’egli alcune preziose indi- cazioni sulla collera, tuttora molto utili. Fece osservare che la collera sorge nell’uomo «a causa della sua imperfezione e debolezza», “co- gliendolo di sorpresa”. La persona, se vuol essere presente a se stesso e costruire rapporti sani, deve vive- re in un permanente stato di vigi- lanza, e, allo stesso tempo, educarsi a “fuggire” tutte quelle “occasioni prossime”, giudicate favorevoli alla collera. Per san Francesco, dunque, è meglio «imparare a vivere senza collera, che volersene servire con moderazione e saggezza». Se «l’im- perfezione e la debolezza» saranno sempre una costante nell’uomo, allo stesso tempo, la vigilanza e la fuga, possono essere utili rimedi contro Dicembre 2018 Vita Salesia 5
Vita della Chiesa e saccente. Prenderne consape- volezza è l’inizio di un desiderato percorso educativo di superamento e, quindi, di padronanza di sé. La vigilanza prima, e la correzione poi, costituiscono le armi che un cri- stiano ha per combatterle, pur nel- la consapevolezza che esse non si potranno mai esaurire mediante il puro esercizio delle qualità umane, perché per un credente l’azione di contrasto non potrà essere né sol- tanto umana né soltanto personale, ma teologale. L’esercizio delle vir- tù, presuppone l’intervento della Grazia. Il superamento di quanto suscita o fomenta l’insorgere di sen- timenti come indignazione, sdegno, violenza, escandescenza, irritazione, furore, alterazione, bile, non si potrà attuare se non nella consapevolezza, affonda nella propria spiritualità, curezza. Tutti questi attacchi, in una da una parte, di possedere una natu- coglie i più futili pretesti per dar sfo- personalità indifesa emotivamente, ra fragile, e dall’altra, che essa non go alle irritazioni represse, a volte produrranno risposte caratterizzate è irrimediabilmente chiusa e prigio- anche con reazioni spropositate. Per o da ostilità, rabbia, collera, o anche niera in se stessa. Anche se la natu- evitare disturbi peggiori, da una par- dall’indifferenza e refrattarietà. Gli ra fragile ci accompagnerà sempre, te si deve evitare di reprimere la col- effetti di tutto ciò saranno sempre offrendoci l’opportunità di ricadere, lera, e dall’altra si deve attuare una pratici e connessi con il vivere male, tuttavia essa è soggetta all’azione prudente educazione finalizzata ad il soffrire, il tirarsi indietro, l’iso- della Grazia, la quale, se accolta e evitare il suo sorgere, dominando o larsi. Tutti segni di una incapacità vissuta, congiuntamente al proprio fuggendo le sue provocazioni. Re- di franchezza e di disistima di sé, i sforzo, può progressivamente libe- primere la collera, comunque, non quali favoriranno una lettura della rarla e portarla a un certo grado di è la stessa cosa che respingerla, realtà circostante minacciosa, che perfezione. azione questa che, proporzionata va ripagata con la stessa moneta: la Il superamento cristiano della col- alle forze del momento, può essere minaccia. Esprimere i propri bisogni lera è dettato da questi essenziali vissuta anche come semplice “fuga e i propri diritti, riconoscendo quelli principi di base. La collera deve es- dell’occasione prossima”. L’educa- degli altri, in una costante e pacata sere avvertita sia come il segnale zione, finalizzata al respingimento ricerca di una via mediana, anche della propria natura alterabile, sia dei sentimenti come l’ira, la collera di compromesso, permette di “la- come il richiamo di qualcosa che in etc., per un credente è vitale; tutta- sciare la collera fuori dalla propria quel momento non va bene. Ciò che via essa non si esaurirà in un mero porta”. Dice un proverbio: «La col- irrita e provoca collera, va ascoltato esercizio volto a ritrovare nelle for- lera dell’uomo eccellente dura un e non represso, né semplicemente ze interiori, liberate dalle proprie momento, quella del mediocre dura controllato. Se bussa alla porta, non fragilità, la capacità di dominio di sé, due ore, quella dell’uomo volgare un si può ignorarla, ma ascoltarla per ma, come si è visto, nel lasciar agire giorno e una notte, quella del malva- lasciarla fuori, senza cadere nella la Grazia con le proprie forze uma- gio non cessa mai». Detto ciò, con la tentazione di servirsene. ni. Anche se sollecitati o provocati collera non dobbiamo farla troppo L’accoglienza, come la semplice re- alla collera, si deve «imparare» ad lunga, ma mostrare grande maturità pressione sistematica della collera, evitarla e a farne a meno, cercando e fede. Il consiglio di san Francesco senza l’ascolto prudente dei moti- di non favorire il malumore e la fru- si fa prezioso: non abbattiamoci mai vi che l’hanno provocata e, quindi, strazione che la provocano. e rimediano subito a quanto provo- senza una conseguente e saggia Sentirsi aggrediti o giudicati in- cato dall’ira, con un atto uguale e risoluzione, da una parte rovina i giustamente, essere sottoposti a contrario, il che non vuol dire con un rapporti e la convivenza con gli altri, competizione o a disistima, speri- atto “edulcorato” o “mieloso”, ma di e dall’altra può ingenerare disisti- mentare l’incoerenza o la carenza semplice «dolcezza». ma, depressione, autolesionismo. Il di onestà, subire l’incompetenza o malumore, come la contrarietà per i raggiri, gravano sui temperamenti Mons. Luigi Telesca qualcosa, represso sistematicamen- fragili in cui albergano: competiti- te e senza un motivo ascetico che vità, impazienza, aggressività, insi- 6 Vita Salesia Dicembre 2018
Vita della Chiesa Nell’attesa della Tua venuta S crivo questo articolo sul Na- tale quando mancano ancora più giorni alla memoria della nascita di Gesù. Mi trovo un po’ imbarazzato. Ma poi devo andare in città e vedo che le lumi- narie sono già accese, nella provin- cia è presente l’albero di Natale, alcuni negozi sono già pronti con le merci in vetrine e trovo la TV che manda la notizia che le spese nata- lizie è meglio iniziarle prima. Sembra quasi che il Natale della società economica - civile sia già iniziato. E il nostro? Certo, prima della nascita di Gesù tutto si mette in cammino anche nel Vangelo perché Cesare Augu- sto ha voluto emettere un editto. Voleva saper su quante persone comandava, quanti tributi doveva spremere a ogni abitante dell’im- pero. Ma Lui, l’Emmanuele, è lonta- no da tutto questo. Si sa solo che il quella di creare vere relazioni con innocenti. rischio grande è anche oggi non ci gli altri. La vera libertà è agapica, Natale è creare la pace fra gli uo- sia posto per loro nella casa. Venne creare relazioni ispirate dall’amo- mini e non aumentare l’inferno tra tra i suoi … ma noi vogliamo acco- re. noi! glierlo. Gesù è conosciuto da coloro che Papa Francesco dice che Natale è Il n. 35 di Gaudete et exsultate ci ri- vivono un incontro con il Bambino permettere a Dio di scrivere la no- corda che esistono delle situazioni che giace nella mangiatoia. I pasto- stra storia. e delle mentalità che falsificano la ri che vegliano. I magi che cercano. Perché il Signore sia Dio con noi oc- vita di santità, essere nello stile del Il cielo che cerca e trova la luce del- corre l’Umiltà. Padre o subiamo proposte ingan- la stella. L’umiltà è la virtù di cui Maria era nevoli. Come Gesù ogni passo della Quando lo sguardo cessa di di- piena per poter essere feconda. vita è sottoposto a tentazione. fendersi e di provocare diventa Umiltà significa confessare di es- Le prove si superano se è desto in un oceano interiore di fiducia, il sere creatura glorificando il Crea- noi il mistero dell’Incarnazione, dono di una presenza, uno spec- tore. Maria sa di non essere Dio e l’umiltà e la Grazia. chio in cui mi vedo. Nelle icone i senza Lui di non essere capace di Mistero è l’uomo che deve cono- santi sono sempre rappresentati generare figli. Non conosco uomo scere se stesso. Così “la conoscenza di faccia, una presenza e come una e sono la serva del Signore sono di te stesso ti condurrà a ricordarti chiamata alla comunione. Macario le parole più umili e più belle che di Dio” (S. Basilio). Mistero è la co- diceva: nell’uomo che si santifica abbia detto una creatura per essere noscenza di Dio a partire dall’uomo tutto il corpo diventa volto e tutto chiamata la più Simile. e la conoscenza dell’uomo a partire il volto diventa sguardo. San Bernardo diceva: è virtù lode- da Dio. L’uomo non è affatto cono- Ma amare qualcuno è diventare vole la verginità, ma è più necessa- sciuto, ma sconosciuto a se stesso. vulnerabili. ria l’umiltà. Dell’umiltà è detto: «In La conoscenza che siamo chiamati Quanta violenza nella nascita di verità vi dico: se non vi convertire- ad avere non è la libertà di poter Gesù. Gli albergatori, Erode … Tutto te e non diventerete come i bam- scegliere l’una o l’altra cosa, tale è riassunto nelle lacrime e nei gri- bini, non entrerete nel regno dei scelta può diventare egoista, ma di delle mamme per la strage degli cieli. Se Maria non fosse stata umile Dicembre 2018 Vita Salesia 7
Vita della Chiesa su di lei non sarebbe sceso lo Spiri- to Santo. Del resto Dio ha guardato l’umiltà della sua serva». L’umiltà è apprendere l’arte divina del servire. In questa condizione Maria diventa piena di grazia. Nel nostro linguaggio comune, grazia significa bellezza, fascino, amabilità. Ma questo non è l’unico significato. Quando diciamo di un condannato a morte che ha ottenu- to la grazia, intendiamo dire che ha ricevuto un grande favore, un gran- de dono: il condono della pena. Maria ha trovato grazia presso Dio, è stata riempita completamente dell’amore gratuito di Dio. A Maria Dio non ha dato solo il suo favore, ma anche tutto se stesso nel proprio Figlio. Maria è graziosa perché è graziata. È stata preservata dal peccato “in previsione dei meriti di Gesù Cristo “ciò che è recuperato, difeso palmo La grazia parla più di Dio di colui salvatore” (DS n. 2803). In questo a palmo, ripreso, raggiunto, non è lo che dà la grazia che di colei che la senso ella è veramente “figlia del stesso di ciò che non è stato mai per- riceve. suo Figlio” (Paradiso XXXIII, 1). duto. Una carta imbiancata non sarà Una prima cosa che la creatura deve Anche la Chiesa è chiamata a diven- mai una carta bianca, né una tela fare in risposta alla grazia di Dio è tare “tutta gloriosa, senza macchia imbiancata una tela bianca, né un’a- rendere grazie: “Ringrazio conti- né ruga, o alcunché di simile, ma nima imbiancata un’anima bianca” nuamente il mio Dio per voi, a mo- santa e immacolata” (Ef 5,27), ma (Ch. Peguy). tivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù” (1Cor 1,4). Ed è quello che Maria ha fatto con il suo cantico: “L’anima mia magnifi- ca il Signore... perché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”. Maria at- tribuisce allo sguardo del Signore, cioè alla sua grazia, le grandi cose che stanno accadendo in lei, e non se ne attribuisce alcun merito. A Natale, ogni giorno, ognuno di noi possa essere un Angelo che grida nel buio della notte: pace in terra a tutti gli uomini amati dal Signore. Questo perché sappiamo che esse- re è essere amati. (Marcel) P. Piero Ottolini 8 Vita Salesia Dicembre 2018
Vita della Chiesa Le Salesie riaprono la chiesa “San Giovanni Battista” S abato 17 novembre 2018, alle conosciute come Salesie, che vole- ore 10, è stata celebrata una vano ardentemente vedere questa solenne Eucaristia presiedu- chiesa tornare ad essere luogo di ta dal Rettore del Seminario culto, si è dato il via ad un proget- patriarcale di Venezia, don to che potesse restituire alla chiesa Fabrizio Favaro, nella Chiesa di S. l’armonia e la luminosità di un tem- Giovanni Battista, in Rio Terrà dei po. È stata una gioia per la comunità Catecumeni, in occasione della sua delle suore residenti nella Casa, per riapertura dopo la recente ristruttu- i genitori e i bambini che frequen- razione. tano la Scuola dell’Infanzia, per le I lavori, iniziati a maggio 2018 e ul- giovani ospiti universitarie e per gli timati nel settembre scorso, hanno abitanti del sestiere di Dorsoduro, riportato alla luce altari, colonne, molti dei quali avevano frequentata pareti e pavimento, donando alla “la chiesetta” fin da bambini. chiesa la sua primitiva semplicità, All’interno della Chiesa, dietro l’al- bellezza e senso del sacro. tare maggiore, realizzato su disegno Chiusa da più di 20 anni, era inagi- del Massari, si può ammirare la pala bile per la corrosione e lo sgretola- di Leandro da Bassano che risulta mento delle pareti, dei marmi degli databile verso il 1597, anno in cui la altari e dei gradini. Per chi la fre- chiesa fu anticamente terminata. quentava nel passato, era un vero di- Inserita in una bella cornice di stuc- spiacere constatarne la decadenza e chi, rappresenta il Battesimo di in particolare ne soffrivano le Suore Gesù. Centrali sono le figure di Gesù Salesie che abitano l’Istituto di cui e del Battista a cui la chiesa è de- fa parte la chiesa e svolgono tuttora dicata. L’opera si riferisce pure alla le loro attività educative. missione dell’Istituto dei Catecume- Nessuno però, ci pensava più perché ni sorto, agli inizi, per la conversio- quasi impossibile affrontarne le spe- ne al cristianesimo di ebrei, turchi e se. Per tutti era “una chiesa chiusa”, mori. come tante altre in Venezia, un luo- Sarà proprio in questo Istituto dove go da adibire a magazzino o a par- veniva ospitata anche l’infanzia ab- cheggio di passeggini e monopatti- bandonata, che le Figlie della Carità ni… Grazie invece al forte desiderio (Canossiane), istruiranno nelle veri- ed impegno della Congregazione tà della fede Santa Bakhita tanto da delle Suore di S. Francesco di Sales farle desiderare e chiedere il batte- simo. Infatti, Il 9 gennaio 1890, Giusep- pina, Margherita, Fortunata (questi i nomi che le vennero dati) veniva battezzata dall’allora patriarca di Venezia, card. Domenico Agostini nell’attuale fonte battesimale in marmo di Verona riportato alla sua forma originale. Sempre nello stes- so giorno, S. Bakhita veniva cresi- mata e riceveva la prima comunio- ne. La chiesa infatti è attualmente frequentata da molti pellegrini che arrivano in gruppo per pregare la Santa e soprattutto è visitata dalle Dicembre 2018 Vita Salesia 9
Vita della Chiesa Suore Canossiane provenienti an- che dall’estero. In seguito al trasferimento delle Suore Canossiane alla Giudecca, nel 1930, l’Istituto dei Catecumeni fu acquistato dalle Suore Salesie per le opere educative tuttora attive. Per molti decenni, nella Chiesa “S. Giovanni Battista” sono risuonate le lodi, le invocazioni, i canti di nume- rose religiose Salesie unite alle voci dei bambini delle scuole dell’infan- zia e primaria, delle ospiti universi- tarie mentre spesso facevano capo- lino dalla porta aperta al pubblico, tanti fedeli della zona o i passanti casuali! I ricordi commoventi del suono dell’armonium che si diffon- devano lungo il Terrà, riaffiorano in risplendevano della gioia che vie- to Vittorio Santelli, dell’Impresario questi giorni … ritornano alla mente ne dal cielo soprattutto guardando signor Doro e dei suoi collaboratori. e al cuore e fanno pensare anche ai il bellissimo tabernacolo monu- Ringraziamo di cuore suor Livia e la rintocchi allegri delle campane del mentale con la restaurata porticina comunità perché hanno preparato caratteristico campanile che arriva- d’argento. La presenza del Rettore in tutti i particolari questi splendidi vano alle case e invitavano a farsi il del Seminario con i suoi seminaristi momenti. segno di croce. Ritorneranno ancora ha contribuito a rendere solenne la Per ora, la porta interna della bus- a farci rivivere quel sentimento del Celebrazione. Lo abbiamo ascoltato sola è aperta quando la comunità buono e del sacro con il quale sono con interesse nell’omelia dove con delle suore si riunisce per pregare. cresciuti i vicini di casa? forza e con entusiasmo ha voluto Al mattino, nei giorni feriali, è possi- Ora, la chiesa “S. Giovanni Battista” dirci come riaprire un luogo di pre- bile partecipare alla S. Messa delle riprenderà ad essere meta per colo- ghiera sia per ognuno un dono, la ore 6,50; l’adorazione eucaristica è ro che si affidano al Signore e alla risposta all’invito del Signore che ci tutti i giorni, nel pomeriggio dalle protezione di Santa Bakhita. Spe- chiede di pregare incessantemente ore 16,00 alle 17,30, seguita dalla riamo che anche i turisti, passando così come BaKhita che si rivolgeva a celebrazione comunitaria del Ve- per il RIO TERRA’, attirati dalla porta Lui non più schiava, ma libera, chia- spro. aperta, entrino ed elevino un breve mandolo “El Paron”. Al momento Le Salesie si augurano che, come un pensiero o saluto al Signore e per- dell’offertorio le Suore Canossiane tempo, ci sia una presenza costante ché no, alla Madonna e a S. Giusep- hanno portato in dono un originale di fedeli e la chiesa ritorni ad essere pe che si trovano sugli altari laterali. crocifisso e dei ciclamini rossi, sim- luogo di silenzio, di pace e di pre- Eravamo presenti numerosi, il saba- bolo dell’amore. ghiera. to 17, alla Celebrazione Eucaristica: La festa è terminata con un incontro sono arrivate da Padova le Salesie conviviale dove abbiamo notato la Suor Brunella Scarpa con la loro Superiora generale, suor gioiosa soddisfazione dell’architet- Paola Contin, le suore Canossia- ne, le giovani ospiti universitarie e persone della zona, le collegiali di una volta, le alunne che ormai an- ziane hanno provato il desiderio di rivedersi proprio là dove avevano imparato a pregare, cantare…e poi non mancavano le giovani mamme di oggi con i loro bambini perché la storia si rinnova e continua. Non possiamo parlare di sola commozio- ne è stata ben di più. Sotto la luce sfolgorante che illuminava le volte bianche del soffitto, delle pareti, i marmi dell’altare, gli occhi di tutti 10 Vita Salesia Dicembre 2018
Vita della Chiesa GUALACEO - ECUADOR Il dono della chiamata N ella festa della Presentazione di Maria Vergine, le salesie dell’Ecuador, rendono grazie a Dio del generoso e definiti- vo “SI” di suor Patrizia Tigre. La Celebrazione si è svolta nella chiesa madre del Canton Gualaceo. Ha presieduto la Cerimonia il Vesco- vo di Cuenca mons. Marcos Perèz e hanno concelebrato il parroco p. Julio Castillo, p. Edgar Ruano e altri sacerdoti invitati. Erano presenti i parenti e molte sorelle Salesie della varie comunità. Tutti hanno accom- pagnato questo momento di grazia spirituale con entusiasmo e commo- zione. La Delegazione ringrazia tutte le comunità anche non presenti, per aver ricordato e pregato per suor Patrizia. TESTIMONIANZA DI SUOR PATRIZIA TIGRE “La consacrazione implica una gra- zia di elezione da parte di Dio Padre che abbraccia tutta la nostra perso- na nella sua realtà unica e irrepetibi- le (RdV 32). La chiamata di Dio mi permette, nel- la sua infinita bontà e misericordia, di entrare in una dinamica di amore e di appartenenza a Lui che custodisce la mia vita e la mia vocazione. Aven- do fatto esperienza della sua fedeltà nei miei confronti, nascono in me la gratitudine, la gioia e la generosità che mi spinge ad offrire totalmente la mia vita al Signore. Ringrazio Dio datore della vita, per aver volto il suo sguardo su di me, i Superiori che mi accolgono nella Fa- miglia religiosa, la mia maestra per avermi accompagnata nella forma- zione. Confido nella Vergine Maria della Visitazione che mi aiuterà a vi- vere un “SI” totale e profondo nella fedeltà al suo Figlio”. Dicembre 2018 Vita Salesia 11
Vita della Chiesa Chiamati a seguire Gesù povero “Ciascuno, secondo il dono ricevuto, lo metta a servizio degli altri, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio (1 Pt 4,10) Dal pomeriggio del 23 novembre fino a mezzogiorno del 25, le responsabili di comunità si sono trovate a Torreglia, “Casa Sacro Cuore” per il primo incontro di formazione di quest’anno 2018.Il tema su cui si è riflettuto insieme è stato “Economia a servizio del carisma e della missio- ne”. Il titolo è lo stesso del documento emanato recen- temente dal Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Infatti abbiamo percorso insieme, sotto la guida esperta di Padre Pier Luigi Nava (monfortano), tale documento per scoprirne la chiave di lettura e gli orientamenti. Una pausa di riflessione sull’argomento è stata più che mai opportuna, incenti- vate anche da Papa Francesco, che ha voluto su questo, due simposi a livello mondiale. Il documento in questio- ne è appunto il frutto di tali assemblee. Siamo abituati a sentir parlare di economia alla televisione o dai giornali, già che essa è il motore incontrastato della vita sociale, ma naturalmente in un’ottica ben diversa. Sia il docu- mento, come anche Padre Nava che ce lo ha presentato, ci hanno parlato della necessaria amministrazione dei beni che servono alla vita, a partire dal Vangelo. Tale economia è l’economia del dono, che alimenta la di- sponibilità al dono, che lascia passare la gratuità. A noi, come buoni amministratori, è stato affidato un dono, di cui non siamo padroni, ma che dobbiamo dispensare. In questo sta l’esercizio della nostra economia che non deve essere pensata con categorie capitaliste in cui “il capitale” deve essere posto a frutto. È un pensare dalla parte dell’umanità di Cristo che ha pensato all’umani- tà dell’uomo. Si è messo nella condizione dell’uomo. Dobbiamo partire dall’interesse degli ultimi. Questo è il criterio guida delle nostre scelte economiche. Questo è molto importante dal punto di vista della credibilità La Redazione di Vita Salesia a nome di tutta la Con- della nostra testimonianza evangelica. Sulle orme di gregazione delle suore di S. Francesco di Sales, desi- don Domenico Leonati, nostro Padre e Fondatore, che dera esprimere la gioia di aver appreso dalla pagina ci ha lasciato come eredità un bell’esempio di distacco: di “Avvenire” del 28 novembre 2018 che il Papa ha “Mi sono spogliato di tutto il mio ... “, e di fiducia in Dio, nominato padre Pier luigi Nava sottosegretario della avendo fondato il suo Conservatorio sulla “pietra della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Divina Provvidenza”, possiamo diventare buone ammi- Società di vita apostolica. nistratrici dei doni di Dio, secondo la logica e lo stile del A Lui porgiamo le nostre congratulazioni e assicuria- Vangelo. mo la preghiera per la nuova responsabilità affidata- Suor Francesca Martin gli, sempre riconoscenti per quanto abbiamo ricevu- to per molti anni dalla sua esperta collaborazione sia a livello formativo che giuridico. 12 Vita Salesia Dicembre 2018
Beata Liduina 2 DICEMBRE FESTA DELLA BEATA LIDUINA Omelia festa Beata Liduina La celebrazione è stata presieduta da Padre Flaviano Gusella che così si è espresso con alcuni punti fermi per aiutarci a vivere l’Avvento aiutati anche dalla Beata Liduina. Testi liturgici della Prima domenica di Avvento Il tempo Verranno giorni…in quei giorni e in quel tempo ( Ger.) Vi saranno segni che tutto quello che sembrava sta- bile e duraturo, vero e sacro… all’improvviso non lo è più. (Vangelo) Il tempo è una realtà inesorabile che logora e consu- ma. Ma è anche un tesoro posto nelle nostre mani. Un dono prezioso per scegliere di vivere, senza scadere nel sopravvivere. Un talento da far fruttificare, ve- gliando e pregando, nella fedeltà al Vangelo, nell’ope- rosità. La B. Liduina ha fatto tesoro del tempo che il Signore le ha concesso. “Non rimandava mai a domani quanto poteva fare oggi. ”Quarant’anni per raggiungere la le mani in mano ma con il cuore e vita operose, con pienezza dell’amore verso tutti, irreprensibile nella occhi aperti sulle necessità altrui… là dove il Signore santità. (II lettura) ci colloca: come Suor Liduina in famiglia, qui in Casa L’Avvento Madre, in missione. Non ci sono tempi o modi o luoghi Sant’Ilario: “Tempo misterioso” radicati nel presente speciali per amare. I “segni dei tempi” ci dicono che è ma guardando in avanti e in alto. Tempo dell’attesa. tempo di segni… anche da parte nostra, cominciando Di chi? Di che cosa? “Dimmi cosa attendi e ti dirò chi dal grande, primo, eloquente segno della carità. sei”. Riscoprire e vivere il silenzio, interiore ed esteriore “Tempo del desiderio” perché l’Avvento è una realtà – come dimensione essenziale per ascoltare la Parola germinante (R. Guardini) non statica e conclusa. (che è stata solennemente accolta ed intronizzata: Sospirare, anelare, desiderare prendere coscienza cerimonia che veniva fatta ogni giorno durante il Con- del nostro bisogno di essere salvati, accolti, reden- cilio Ecumenico Vaticano II, in San Pietro) e l’altro che ti… rimettendo al centro della nostra fede il mistero mi vive accanto, con il quale si intreccia la mia vita. dell’Incarnazione accogliendo la sfida dell’incardina- Perché Cristo nasce dentro di noi come 2000 anni fa zione nella realtà, nella concretezza, nella storia per a Betlemme. “Onora questa piccola Betlemme che ti accogliere il Verbo che si fa carne. restituisce il Paradiso. Venera questo presepio. Grazie Dio con noi e per noi, nel volto e nel bisogno del più ad esso, tu, privo di senso, sei nutrito del Senso divi- piccolo e del più povero. “Leggendo la storia come no, dello stesso Logos divino” ( S. Gregorio Nazianze- un grembo di nascite perché questo mondo porta un no). altro mondo nel grembo, un sogno da trasformare in Tutto sintetizzato in una frase della nostra sorella Li- vita perché non si ammali”. (Ermes Ronchi) duina ” Restiamo piccoli, come si è fatto piccolo Gesù. Avvento: “Tempo del sogno” Sentiremo le grandi pro- Lavoriamo, soffriamo, pensiamo come Lui che impre- fezie di Isaia che hanno sostenuto il popolo ebraico ziosirà le nostre azioni: tutto diventerà più dolce e più nell’attesa del Messia… anche nei tempi bui della per- leggero. Vivremo non più in una valle di lacrime ma in secuzione e della morte. Credo nel anche quando non una dolce attesa delle gioie eterne”. lo sento. Credo in Dio anche quando tace”. Tutta la vita immersa e riempita dalla spiritualità Sogni che Dio realizza, da vivere nella speranza (“virtù dell’Avvento: ce la ottenga l’intercessione di Liduina, bambina”, come scriveva Peguy) da vivere non con umile, silenziosa e operosa sorella nostra. Dicembre 2018 Vita Salesia 13
Beata Liduina Anche oggi è in mezzo a noi! O ggi siamo lieti di celebrare questa bella memoria in ricordo della beata Liduina appartenente alla Congregazione delle sorelle di S. Francesco di Sales, testimone fedele dell’amore di Dio. Suor Liduina è per noi esempio fulgido di vita rea- lizzata per mezzo della fede. Quella fede che ora le consente di prendere posto stabile nella beata vita immortale accanto a Dio, insieme a tutti i Santi e gli angeli in cielo. Una vita realizzata qui in terra perché ha saputo ri- spondere coraggiosamente alla chiamata del Signore a vivere alla sua sequela attraverso la scelta di consa- crarsi totalmente a Lui nella famiglia di S. Francesco di Sales. Tante cose si potrebbero dire della sua storia per- sonale che testimoniano questa sequela al Signore. Prendendo spunto dalla Parola di Dio che abbiamo ascoltato, vorrei sottolineari due atteggiamenti: la piccolezza e l’amore. La piccolezza. Il vangelo di Matteo ci ha ricordato che Dio si rivela ai piccoli. E rivelandosi li accompagna , li fa crescere e li realizza in pienezza. È proprio quello che è capitato alla Beata Liduina. Probabilmente sono state le sue umili origini contadine che l’hanno pla- smata nell’umiltà. Le precarie condizioni economiche che la portarono a lavorare anche fuori casa come inserviente, sono state una scuola di “abbassamento” ed umiltà. Ed è proprio in questo cuore di “piccola” che Dio si è rivelato chiamandola nella sua particolare vocazione, accompagnandola verso al sua piena rea- lizzazione vocazionale. Ai piccoli Dio rivelandosi dona senso, direzione di vita, grande pace e gioia piena. L’amore. San Giovanni nella prima lettura ci ricorda che sappiamo di essere passati dalla morte alla vita quando amiamo gli altri. È l’amore donato che ci ri- torna indietro come vita, ci fa sentire vivi, contenti, in pace. Ricordiamoci che l’amore cristiano non è solo l’amore romantico, affettivo, sentimentale, ma è ogni randosi così fino ad oggi l’affetto e la stima di tutte relazione, con chiunque, vissuta in modo sano e nella le forze armate e di pubblica sicurezza della nostra verità. Proprio quello che ha vissuto Suor Liduina. Italia. Dall’esperienza dell’amore personale per Gesù Cristo, Affidiamo alla Beata Liduina le nostre persone, le no- Liduina ha esperimentato con gli altri, con i “prossi- stre famiglie, le nostre comunità, le forze armate, per- mi”, l’amore vero e pieno. ché ci insegni a vivere da “piccoli” di Dio, nell’amore La ricordiamo in particolare nella dedizione per i vero con Lui e con il prossimo. soldati dell’esercito italiano che, durante la Seconda Don Ulisse Zaggia guerra mondiale, ha curato con grande amore, atti- 14 Vita Salesia Dicembre 2018
Beata Liduina Sempre con noi! V enerdì 30 novembre 2018, accogliendo l’invito delle Suore Salesie, abbiamo partecipato alla S. Messa presso la cappella di Corso Vittorio Emanuele II – ove riposa la Beata Liduina Meneguzzi. Alla celebrazione hanno partecipato rappresentanti delle Forze Armate e delle Forze dell’ordine. Per la prima volta erano presenti anche rappresentan- ti della Polizia di Stato. Il luogo, intimo e suggestivo, unito all’accoglienza di suor Bianca, ha consentito di vivere un momento di particolare raccoglimento e di personale riflessione. Motivo di gioia è stato l’ascolto della Parola, l’omelia di don Ulisse, cappellano della Polizia di Stato e la ri- flessione di suor Bianca. Quel “Sì, volentieri, subito!” che la Beata Liduina ripe- teva sempre è diventato per noi motivo di conforto, consolazione e sprone al nostro operare quotidiano. Tutti noi della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabi- nieri, dell’Esercito, dell’Aeronautica, della Guardia di constatare la compostezza ed il fraterno coinvolgi- Finanza abbiamo come “missione” la difesa della vita mento che ha contraddistinto questa Celebrazione. Sì, e dell’intera comunità. Molti, nel tempo, hanno dato perché chi svolge quotidianamente il compito difficile la vita per questo. Il momento di comunione e condi- di tutelare la sicurezza e la vita della comunità ha bi- visione che si è creato durante la Santa Messa ha evi- sogno, a sua volta, di poter affidare il proprio agire e denziato quanto sia importante l’autenticità, la perse- le pesanti responsabilità all’intercessione della Beata veranza e l’umiltà nel perseguire con tutti noi stessi il Liduina. bene comune, esattamente come è stato per la Beata Liduina. Suor Bianca, al termine della celebrazione, ci Servizio Tecnico Logistico e Patrimoniale ha donato una reliquia della Beata. Ci ha commosso della Polizia di Stato di Padova Dicembre 2018 Vita Salesia 15
Beata Liduina I Vasa Cantorum S ono molte le Parrocchie che ci hanno chiesto il Recital “Liduina Story”. Per ciascuno di noi ogni volta è un’esperienza straordinaria, perché raccontando “Liduina Story” in verità non parliamo di lei, della sua vita, ma nel nostro cuore parliamo con lei della nostra vita… Giarre È un viaggio nella spiritualità, nella preghiera che si esprime attraverso le parole, la musica, le voci, l’incontro di persone diverse. Preparare gli strumenti, montare le casse, collegare i cavi, provare i microfoni…gesti tecnici in apparenza ma che in sostanza dicono “Ave Maria Piena di Grazia, il Signore è con Te”… il momento del raccoglimento prima di “Liduina Story” è in realtà l’esperienza delle parole di Matteo “dove due o più sono uniti nel mio nome, io sono lì in mezzo a loro”, che è la vita della Chiesa… le candele accese portate sull’altare all’inizio del Recital sono il simbolo della Luce che indica “la via, la verità, la vita”… e poi il racconto, le canzoni, l’armonia delle note e dei cori… tutto diventa Preghiera, si percepisce la musicalità del “Padre nostro”, la dolcezza del Rosario, l’inno del “Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo”… Giarre Ciascuno di noi nel viaggio con la Beata Liduina, S. Maria di Sala Dott. Avruscio 16 Vita Salesia Dicembre 2018
Beata Liduina e Liduina Story porta il proprio bagaglio di preoccupazioni, sofferenze, dolore, che diventa meno pesante quando portato insieme, se affidato al Misericordioso Amore che tutto perdona, che tutto trasforma… È come se la Beata Liduina ci prendesse per mano, per accompagnarci in ogni nostro passo a farci scoprire realtà nuove, ad ascoltare il cuore oltre le Vigorovea parole, a sentirci parte di quel grande Miracolo che è la Vita, ad essere testimoni come lei della Bellezza nell’Umiltà, della ricchezza d’Amore nella povertà, ad essere pronti a dire “Si, volentieri, subito” ogni qualvolta la Carità bussa alla porta della nostra anima… Marco, Raffaela, Andrea, Gabriele, Ilaria, Beppe, Raffaella, Roberto, Michela, Antonello, Francesca, Rosalba sono i nomi dei Vasa Cantorum, persone che con grande semplicità, entusiasmo e passione, hanno pronunciato quel “Si, volentieri, subito” quando è stato chiesto a ciascuno di loro di intraprendere il viaggio con la Beata Liduina… un viaggio che continua a riempirci di stupore per come ogni giorno l’Amore riesce a cambiare la nostra vita. Giampiero Avruscio S.Teresa G.B. Guizza S. Leopoldo Mandic´ ...e il viaggio continua! Dicembre 2018 Vita Salesia 17
Testimonianze Con gratitudine Desidero esprimere il mio ringrazia- Un giorno, non previsto né preparato, ma mento alla cara sorella e madre, Beata certamente stabilito dall’alto ci siamo Liduina per le tante grazie ricevute per incontrati da un parente e senza ritrosia, il bene della mia famiglia non ultima la ci siamo abbracciati e le lacrime hanno loro riconciliazione. È con commozione bagnato i nostri volti resi più sereni. Il che brevemente descrivo l’avvenimen- tempo a disposizione per l’incontro è to per testimoniare come Dio nella sua stato breve, ma intenso e sufficiente per Provvidenza ascolta l’accorata preghie- permettere di vivere in armonia e pace ra e richiesta e manifesta la santità dei il tempo che il Signore ancora ci dona. suoi eletti. Da tempo le relazioni con il È proprio vero che Dio ha i suoi tempi e padre e i fratelli erano sospese. Ognuno mezzi per arrivare al cuore dei suoi figli. riteneva giusta la propria posizione pur Ringrazio la Beata Liduina intermediaria portando in cuore il peso di una rottura tra noi pellegrini sulla terra e il Signore con gli affetti più cari. È intervenuta la che si china sulle nostre attese e crea la Beata Liduina alla quale con grande fidu- vera comunione. cia avevo affidato e continuo ad affidare Una sorella salesia la mia famiglia. Grazie Beata Liduina Sono una mamma di tre meravigliose sono confidata con le suore della Scuola bambine in una situazione familiare al- dell’Infanzia. Incoraggiata e sostenuta quanto sofferente per vari motivi. Da dalla loro preghiera, abbiamo iniziato tempo mi sono trasferita a Pieve di Cur- una novena alla Beata Liduina. La grazia tarolo per trovare pace e lavoro. Grazie che nel mio cuore speravo non ha tarda- a Dio ho trovato nella piccola comuni- to a ridarmi la certezza che Dio si pren- tà accoglienza e aiuto presso la Caritas de cura dei più deboli attraverso i suoi parrocchiale, la Scuola dell’Infanzia e Santi: prima ancora della scadenza dei alcune persone particolarmente dispo- nove giorni, sono stata chiamata a firma- nibili all’aiuto. Grazie a tutto questo ho re il contratto a tempo indeterminato. La potuto trovare il lavoro sia pure a tempo luce della fede mi ha fatto sentire tutta determinato per cui ho affrontato con la tenerezza di Dio e l’intercessione del- coraggio, fede e speranza la mia nuo- la Beata. Grazie suor Liduina, continua va situazione. Come si sa, i tempi non a vegliare sulla mia realtà perché possa sono dei migliori per coloro che hanno far crescere le mie bambine nell’amore strettamente bisogno di lavorare ed il del Signore e sensibili verso coloro che tempo determinato era diventato per si trovano nel bisogno di aiuto. me un grosso peso nel timore di esse- re licenziata. Come sempre ho fatto, mi Maria, Pieve di Curtarolo Nell’impossibilità di farlo individualmente la Direzione ringrazia quanti hanno inviato offerte per le Missioni, per la Rivista e per la Causa della Beata Liduina. 18 Vita Salesia Dicembre 2018
Beata Liduina Beataproteggici! Liduina Beata Liduina proteggici! asile a coppia del Br Sr Belita con un dena Calabria da Fiorano, Mo ldo di Giarre, Padova rino di Reggio berta e Fabio Famiglia Rina Famiglia Asto Sr Jole con Ro , Modena o del Garda, Brescia dall’Ecuador ini di Spezzano ici da Desenzan Padre Bolivar Coniugi Piccin Gruppo di am ddalena da Ol bia a da Bologna Coniugi De Ma ni e Andrea Sit n i nipoti di Sa nremo Patrizia Bianco Sr Amabilia co Marzo 2018 Vita Salesia Dicembre 19
Cara Redazione « Le Suore Salesie che vivono in Brasile – Tesouro, desiderano illustrare il lavoro svolto con i bambini e adolescenti della Casa Sant’Antonio con una lettera e le foto; ne hanno inviate molte e non possiamo pubblicarle tutte…ma ci fa piacere presentarne alcune anche ai lettori perché possano constatare il loro “stare” con i ragazzi. “Casa Sant’Antonio” Santo Natale 2018 Carissimi benefattori e benefattrici, gioia e pace siano l’ornamento di un Santo Natale e buon Anno Nuovo che il Bambino di Betlemme porti a voi. Durante quest’anno le nostre attività hanno potuto continuare grazie alla vostra grande carità, tenerezza, generosità nell’aiutare costantemente questo progetto. Certamente Dio non lascia di ricompensare la vostra bontà alla quale senza dubbio non manca il sacrificio quando mandate qualcosa per i nostri bambini. Dio benedica ogni momento della vostra vita! Le attività, alla Casa Sant’Antonio, si svolgono dal martedì al venerdì, con gruppi che si alternano di mattina e di pomeriggio. Offriamo ai bambini la colazione, il pranzo e nel pomeriggio la merenda. Facciamo lavori di artigianato, modellaggio, pittura, lettura, informatica, lezioni di chitarra e disegno. Ci sono momenti di ricreazione con il gioco del calcio, danza, teatro e divertimenti vari. Riuniamo i genitori ogni tre mesi, per parlare dei loro figli e aiutarci insieme a farli crescere come persone e come cristiani. Organizziamo le feste principali: festa di Sant’Antonio, festa della famiglia, festa del Natale, nelle quali cerchiamo di coinvolgere il più possibile i genitori per far crescere in loro la consapevolezza dell’importanza del loro ruolo nell’accompagnamento dei figli. Tutto questo è possibile grazie alla grande collaborazione e appoggio di voi tutti che siete presenti in questa Missione, della quale Dio è proprietario. Ringraziamo di cuore per la vostra costanza nel camminare con noi! Unite nella preghiera, salutiamo cordialmente, con profonda gratitudine. BUONE FESTE! Suor Maria Luisa, Suor Miriam, Suor Clementina, bambini, adolescenti e volontari della Casa Sant’Antonio » 20 Vita Salesia Dicembre 2018
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