Premiata la designer sarnese Egy Cutolo
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Premiata la designer sarnese Egy Cutolo Si è conclusa lo scorso sabato la rassegna “Sarno città festival oscar delle arti – premio nazionale popolarità Ippogrifo d’oro”. La kermesse, giunta alla sua trentesima edizione, ha avuto luogo nella storica location dei giardini di Villa Lanzara de’ Balzo, nel cuore del centro storico cittadino. Sono state numerosissime le personalità premiate durante l’evento, ideato e curato dal direttore Alfonso Celentano, che fin dalla nascita ha portato avanti questo progetto con passione e dedizione. Durante la serata, dunque, è stato assegnato un riconoscimento anche alla fashion designer Egy Cutolo, la quale ha ricevuto un’onorificenza in merito al settore moda. Il talento sarnese infatti non solo è molto conosciuta in zona per via delle sue collaborazioni – sono infatti numerose le collezioni firmate Cutolo -, ma anche per la nascita dell’Istituto Formazione Moda e Design, una scuola di moda dall’interessante offerta formativa che la giovane donna ha avviato lo scorso anno. “Sono molto soddisfatta – ha detto Egy Cutolo – sia per il riconoscimento delle mie qualità come professionista, sia per il riconoscimento che riguarda l’Istituto. Ho lavorato duramente per poter realizzare questo sogno, e sono davvero felice che adesso stiano arrivando le prime gratificazioni. Certo, la strada è ancora lunga, ma sono convinta che questo è solo l’inizio di un grande percorso”.
Consegnati i riconoscimenti del Ravello Lab di Giuseppe Ianni Ravello Lab riparte con una XVI edizione ricca di personalità della cultura che per tre giorni si sono confrontate su tematiche che concorrono all’ampio dibattito che si sta improntando intorno ai Beni Culturali. I colloqui internazionali si sono svolti a Ravello, con inizio giovedì 14 ottobre e si sono protratti per tre giorni fino a sabato 16. Ad organizzare questa XVI edizione, come nella tradizione, il Centro Europeo per i Beni Culturali di Ravello, unitamente a Federcultura e da quest’anno anche il Formez. Nella prima giornata di apertura nell’Auditorium Oscar Niemejer, saluti istituzionali con il sindaco di Ravello, Domenico Falconio presidente della Fondazione Ravello; Alfonso Andria, presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali; Andrea Cancellato, presidente di Federculture ed Alberto Bonisoli, presidente della Formez. A seguire, tavola rotonda sul tema ”Le città e i territori protagonisti della cultura” con gli interventi di: Stefano Baia Curioni, presidente giuria Capitali della cultura; Maria Limardo, sindaco di Vibo Valentia capitale del libro; Giovanni Macrì, sindaco di Tropea Borgo dei Borghi; Agostino Riitano, candidatura di Procida capitale della cultura e a concludere Giampaolo D’Andrea, consigliere del Ministero della Cultura. In chiusura Premio Nazionale “Patrimoni Viventi” i cui riconoscimenti sono stati assegnati a: Corrado Bonfanti, sindaco di Noto; Laura Caravaglia, Casa della Poesia di Como; Pino Veneruso, navigatore solitario ed Antonio D’Acunto, ceramista vietrese. La seconda giornata di lavori ha visto sviluppare due tematiche che viaggiano in parallelo; nell’Auditorium Niemejer si è tenuta la prima sessione di lavori, ossia il primo Panel, “Paesaggio Culturale ed Aree
interne-Pianificazione strategica e progettazione integrata nel tempo della ripartenza”, coordinata al tavolo dei lavori da Fabio Pollice, magnifico rettore dell’Università di Salerno. In contemporanea nell’auditorium di Villa Rufolo, la sessione parallela dei lavori diretta da Pierpaolo Forte, rettore dell’Università del Sannio, sulla tematica “L’impresa Socio-Culturale”. Interessanti tutte le argomentazioni dei relatori che hanno apportato un vasto contributo di testimonianze e di idee provenienti dai rispettivi settori culturali. In questo settore ci si è avvalso delle relazioni dei tanti funzionari di enti pubblici che hanno illustrato un’ampia panoramica delle strutture attuali con le loro divergenze ma anche la volontà, sempre più accentuata, di diffondere l’impresa culturale con nuovi organigrammi, fra discipline del patrimonio culturale e del paesaggio che facciano partenariato d’insieme con progetti che tengano conto delle reali comunità territoriali. Tematica questa diversamente svolta nel primo Panel di lavori, dove si è discusso di come fare del paesaggio culturale un motore di sviluppo nelle aree interne con una progettazione integrata, che metta la cultura al centro, con un progetto di sviluppo in cui il protagonista reale deve essere la comunità territoriale che si trasforma in comunità patrimoniale in ossequio a quanto previsto dalla Convenzione di Faro. Come sostiene Fabio Pollice – L’aspetto più importante è che si tenga conto in questi progetti territoriali futuri che queste comunità delle aree interne si debbano riappropriare della propria cultura e la pongano al centro del loro progetto di sviluppo. A conclusione delle tre giornate di studio si è relazionato attraverso la tavola rotonda finale alla quale hanno preso parte i responsabili dei tavoli di coordinamento che hanno sommato e sintetizzato i risultati; anche in questa edizione questi ultimi sono stati sorprendenti per i tanti suggerimenti ottenuti ed un approccio più responsabile per formulare progetti territoriali più avveduti, nel rispetto delle culture delle aree interne. Anche in questa edizione le linee programmatiche che sono uscite dai lavori verranno presentate
a Roma con l’ambizione di contribuire a definire una nuova agenda politica a diversi livelli istituzionali, chiamati a sviluppare innovative politiche centrate sulla cultura. Nei saluti istituzionali a chiusura dei lavori, con soddisfazione, Alfonso Andria, presidente del Centro Europeo di Ravello ricorda ai presenti che anche quest’anno e per il sesto anno consecutivo Ravello Lab è stato insignito con medaglia d’oro dal presidente della Repubblica La compagnia Tpo presenta “Bleu!” La danza e i bambini questo pomeriggio (domenica 17 ottobre) si incontreranno alla Sala Pasolini di Salerno per la terza edizione di “Incontri”, la rassegna di danza firmata alla direzione artistica da Antonella Iannone. La rassegna, organizzata dall’Associazione Campania Danza, è realizzata in collaborazione con Bimed e con il sostegno della Regione Campania e patrocinio del Comune di Salerno, del Comune di Vallo della Lucania e del Comune di Gioi Cilento. La rassegna è tra i progetti italiani ad aver ottenuto l’importante riconoscimento del MiC che sostiene l’iniziativa. Alle ore 18.30, sarà la mitologia classica e le storie che il Mediteranneo porta con sé a tessere il filo narrativo dello spettacolo “Bleu!” che andrà in scena alla Sala Pasolini (ore 18,30) con la compagnia TPO e le coreografie di Anna Balducci. Per il primo appuntamento della sezione Kids è stato scelto uno spettacolo nel quale le stelle sono il filo conduttore che unisce trasversalmente un quadro scenico ad un altro e permette ai nostri spettatori di avere dei punti di riferimento nella storia. In “Bleu!” gli elementi naturali dell’ambiente marino diventano lo scenario di un viaggio
virtuale degli attori e del pubblico. Lo spazio scenico è a pianta centrale. A terra un grande tappeto da danza su cui vengono proiettate immagini che ricordano una spiaggia o un’isola dove raccogliere piccoli tesori portati dal mare. In questo scenario piccoli gruppi di bambini potranno interagire con i due danzatori, con gli oggetti “trovati”, con le immagini e con i suoni e scoprire la vita segreta dell’ambiente marino. Gran Gala per la finale di Miss e Mister Europa Sarà ancora una volta la splendida isola Verde di Ischia ad ospitare il Gran Gala della XXII edizione di Miss e Mister Europa una manifestazione che ha già portato alla ribalta numerosi e numerose partecipanti. Lo Strand Hotel Delfini di Ischia ospiterà tutta la carovana dei partecipanti come già avvenuto nelle passate finali nazionali del 2017,2018 sarà quindi un gradito ritorno e una degna cornice. Le precedenti edizioni tenutesi in varie località turistiche, hanno premiato talenti come: Fabio Rondinelli, Jurgita Aglinskaite, Talia Ferralis, Mila Suarez. Punte di diamante e nostro vanto Mitu Viorel premiatissimo sul red carpet a Cannes con il film: Infernet con R. Tognazzi, R. Farnesi K.Ricciarelli e Alessandro Edson vincitore si Tu si Que Vales. Miss e Mister Europa un concorso per una professione si differenzia per qualità e intenti richiamando l’attenzione sulle tematiche dell’inclusione, dell’integrazione, delle barriere architettoniche e della difesa della violenza sulle donne . Vari saranno i titoli in palio, tra cui Miss e Mister Europa Testimonial 2021, Miss e Mister Calendario 2022. Il programma prevede Sabato 23 ottobre la serata di Gala mentre Domenica
sarà dedicata ai servizi fotografici per la realizzazione del Calendario “Bellezze a Ischia” . La manifestazione sarà aperta a Miss, Mister, Bimbi, Curvy, Over, Sosia, Cantanti, Ballerini e Miss e Mister Senza Barriere. (Si potrà partecipare presentandosi in Hotel Sabato mattina entro le 11.00) Parecchi gli ospiti e giurati fra i quali: l’attore Saverio Vallone, Casting Mediaset nonché produttore Lello Trivisonne, il manager Angelo Rallo, la stilista Helen Romanova, il produttore televisivo ed ora regista Max Nascente,il cantante Ramma ,il sosia di Johnny Deep Massimo Borgioli , la sosia di Amber Rose Concetta Pagliarella ,la modella e coreografa Rosaria Aprea . La giuria inoltre dovrà valutare se annullare o confermare il titolo a Mister Europa Italia 2021 Pietro Ansuini e Miss Overissima Italia Marina Ivanova, titoli sospesi per motivi disciplinari durante la finale nazionale presso il Grand Hotel Azzurra di Lido Adriano dal 24 al 26 Settembre. Condurrà l’intero evento Pino Guerrera show man imitatore e nonché sosia ufficiale di Gigi Marzullo. L’organizzazione dell’evento sarà curata da Luigi Buccini per Fascino Production che con la presenza del Patron Attilio Mazzoli guideranno con la consueta professionalità la complessa ed interessante manifestazione con l’intento di far ricordare a tutti i partecipanti la manifestazione con piacere e soddisfazione. Accademia italiana, realtà prestigiosa e guida autorevole da circa 24 anni Quando si dice “cominciamo dall’Abc” ovvero iniziamo dall’alfabeto, matrice originale della lingua. È da qui che
parte Francesca Romana Memoli, fondatrice dell’Accademia Italiana situata nel cuore della città di Salerno, quando accoglie i visitatori desiderosi d’imparare l’italiano. A 24 anni dalla sua istituzione, l’autorevole ateneo riceve richieste da tutto il mondo. Già dal 2008, Francesca e il suo team d’insegnanti, hanno ricevuto la delega ufficiale, sotto forma di onorificenza da parte del Comune di Salerno in qualità di ambasciatori culturali della città. Un organismo coeso e tenuto insieme dalla fierezza quasi provocatoria verso chi ancora oggi, si dimostra riluttante rispetto al compimento della dinamica multiculturale nella nostra città. L’internazionalizzazione della cultura a Salerno è un processo che aprirà i cittadini a nuove frontiere del sapere. In che modo la sua Accademia partecipa a tale fenomeno? “L’Accademia italiana Salerno nasce nel 1997, spesso i cenni storici sono significativi a spiegare la trama sottostante. Io ne sono la fondatrice e con grande coraggio e spirito d’iniziativa decisi di gettare l’ancora per realizzare un progetto che poi si è dimostrato costantemente in divenire. Se allora, nei primi anni duemila mi veniva chiesto quali fossero i presupposti per un’impresa simile, specie per la nostra città, oggi il corso degli eventi rende il coordinamento dell’Accademia altrettanto una sfida quotidiana. Anche le ripercussioni determinate dal Covid-19 non fanno che complicare il nostro disegno di accoglienza turistica. In verità l’Accademia può, nonostante tutto, vantare di una solida impalcatura su cui poggiare. Disponiamo di una struttura meravigliosa, un team di insegnanti animati da una comunità d’intenti verso la diffusione della lingua e soprattutto di viaggiatori disposti ad intraprendere l’avventura “local-sensazionale delle nostre offerte”. Quali sono gli stereotipi dello straniero che spesso ostacolano un sano confronto sociale? “La crescita del capitale culturale si sta avverando grazie al crollo del pensiero fatto di preconcetti. Spesso le perle della regione vivono il confronto con le città del Nord, basta pensare alla modernità di Milano, l’ecletticismo fiorentino, l’alterità di Roma eppure l’estetica di Salerno è in grado di reggere tale
paragone. Solo restituendo un’identità spontanea e accogliente alla città si potrà ottenere il respiro turistico, ma soprattutto accademico che meritano i cittadini”. L’Accademia italiana può essere rappresentata come un quartier generale per i visitatori della città di Salerno. A quali persone viene prestata particolare attenzione? “Dopo 25 anni di attività, l’archivio delle esperienze ma soprattutto dei traguardi raggiunti dall’Accademia ci colma di soddisfazione. Lo scenario rispetto ai primissimi tempi è completamente differente. Abbiamo inglobato nuove prospettive e socializzato con viaggiatori di tutto il mondo. La realtà cambia se sono le persone a cambiare e questa è la considerazione che rivolgo in generale sulla città di Salerno. Il nostro slogan è il principio di significazione della didattica che offriamo, ovvero:” We turn your travel to Italy into an Italian experience”(“Trasformiamo il vostro viaggio in Italia in una esperienza italiana”). La lingua italiana, apparentemente macchinosa e intricata è in realtà intuitiva e immaginale. Per questo motivo i corsi proposti vengono associati a workshops di ogni tipo, dalla cucina italiana all’enogastronomia in Costiera amalfitana, corsi Junior destinati ai giovani visitatori e tanto altro ancora. Fare sistema risulta un’opera d’artigianato folcloristico, dove ogni tassello che compone il mosaico salernitano prende parte nell’insieme dell’esperienza che vogliamo regalare ai visitatori. In più, il tutto è sempre più delle singole parti e negli anni abbiamo accumulato una posizione di prestigio che fa da calco quando vengono impostati dei progetti futuri. Vogliamo filtrare un messaggio e in primis rivolgerci ai concittadini: la cultura è un bene immateriale di primo ordine di cui Salerno può esserne il suo prediletto rappresentante”. Andrea Orza
Tringali, una nomina paradossale. di Michelangelo Russo di Michelangelo Russo Alle 12 in punto di ieri, nella sede della Fondazione Menna alla Villa Comunale, il dottor Tringali, già Presidente della Sezione Penale della Corte d’Appello di Salerno fino al settembre 2017, risponde alle telecamere locali sul perché della scelta di una carriera politica a 74 anni. Alla stessa scrivania, nell’ottobre 2018, tre anni fa, rispose alla mia domanda di editorialista di Cronache se si prospettasse per lui una carriera politica. Lo escluse categoricamente, poiché, superati i settant’anni, non aveva alcun senso una strada del genere. Diciamo allora che i tempi sono cambiati, adesso, se lui è più vecchio (e si vede, come è per me che ho la stessa età), ci sono appelli a cui non si può mancare; come accadde nel 1945 al Terzo Reich che arruolò i vegliardi di 80 anni e i bambini di 14 anni per sacrificarli nell’olocausto finale della disfatta totale di Hitler. A Tringali, che in gioventù e nella piena maturità umana e professionale è stato uomo colto e salace, e staffilatore acuto delle cecità di convenienza di quei settori della magistratura di un tempo che non mossero un dito prima di Tangentopoli, sfugge in questo momento, forse, la natura paradossale dell’incarico che ha accettato. Anzi, sfugge anche la natura, e quindi il perché, dei suoi compiti. Mentre attendo dietro i vetri dello studiolo che finisca l’intervista televisiva, lo sento dire che questo incarico è una novità per il Comune. Non esisteva prima. Dunque, si tratta di costruire dal nulla la funzione dell’Assessore alla Trasparenza. Aggiunge che non è più un magistrato da quattro anni, ma non può negare che l’abito del giudice rimane addosso
anche in pensione. E perciò questo è un segnale di attendibilità e di certezze di serietà dei controlli. Molte parole ancora sul futuro di trasparenza e inviti al popolo ad avere fiducia in un futuro prospero e giusto per tutti. L’intervista è finita ed entro per una domanda a bruciapelo, per non togliere tempo al nuovo assessore. “Dottor Tringali, non crede che l’incarico che ha accettato possa sembrare uno schiaffo all’inchiesta delicata della Procura di Salerno e al nuovo Procuratore Borrelli?” Tringali rimane sorpreso dall’apparente ardire di una domanda che può sembrare indelicata. Ignora probabilmente che su Facebook stamattina l’ex Consigliere Regionale del PD ha parlato, a proposito della sua nomina, di una scelta abbastanza scontata dettata dalla paura che incombe. Ovviamente di chi ha voluto questa nomina. Dunque, un problema di immagine e di segnali esiste. Non solo segnali dispensatori di serenità per il futuro trasparente come l’aurora, ma segnali fonti di possibili equivoci. Per i manipoli elettorali delle cooperative oggetto d’indagine, non perfettamente addottorati sul mondo giudiziario, la presenza in Giunta di un giudice famoso, legato al Governatore e al Sindaco, come verrà interpretata? Può, dico può, essere interpretata da qualche anima semplice, tra costoro, che volesse fare rivelazioni alla Procura come un segnale di inutilità delle sue parole di ammissione visto che poi Giudici e Giudici, al Comune e al Tribunale, si parlano sempre tra loro? Così può pensare chi vede le cose da fuori, Tringali lo sa. E per questo, anche, poteva trovare un momento diverso per la sua scalata alla Casa Comunale! Ma ormai la cosa è fatta, nonostante i rumors sui social tutt’altro che benevoli, e sospettosi. Per chi scrive, la nomina dell’Assessore alla Trasparenza può anche avere un vantaggio per la città. Finalmente, ci sarà un assessore che non potrà non assicurare risposte trasparenti e rapide sui tanti punti non chiari delle vicende urbanistiche recenti. Ad esempio, è trasparente lo spostamento irrituale, come ha detto l’ex Consigliere Lambiase, della via Comunale nella ex Marzotto per facilitare le costruzioni delle Torri Gemelle di 15 piani? E’
trasparente l’iter e la progettazione di Porta Ovest, denunciata da tempo dall’Ing. Bottiglieri, ex ingegnere capo di Salerno, come fonte di infiniti falsi e abusi? Queste, e altre questioni gravi, dovranno essere rese trasparenti dal Presidente Tringali quando, anche personalmente, le sottoporremo a lui nel suo ufficio. Sappiamo che le carte lui sa leggerle. E anche noi! Dr. Michelangelo Russo La Salernitana perde lo scontro salvezza di Fabio Setta LA SPEZIA – Non è bastato neppure il tanto atteso primo gol di Simy. Non è bastato neppure andare in vantaggio. Niente da fare: per la Salernitana di castori sul campo dello Spezia è arrivata la quarta sconfitta in trasferte in altrettante partite giocate fuori casa. Questa, rispetto alle altre, è però un ko decisamente più pesante perché arrivato in rimonta contro una squadra diretta concorrente per la salvezza e in piena emergenza. Emergenza, va detto, era anche per i granata che però hanno iniziato bene il match. Ai tanti assenti si è aggiunto anche Gyomber dopo appena venti minuti, passati a correre dietro al francese Antiste. Al suo posto è entrato Kechrida che ha avuto subito un buon impatto. Il match, intenso si è acceso al 27’ quando Salcedo di testa ha colpito la traversa da pochi passi. Poi dopo due minuti proprio Kechrida ha calciato di poco fuori appena entrato in area di rigore. Con Obi schierato al posto di Ribery e sempre pronto a dare una mano al centrocampo formato da Coulibaly, Di Tacchio
e Kastanos la Salernitana ha arginato bene la squadra di Thiago Motta, prendendo sempre più campo con il passare dei minuti. Così al 38’ ancora Kechrida ha sfornato un ottimo assist per Simy che ha però trovato la risposta di Provedel. I tifosi granata, circa mille, avevano probabilmente ancora le mani in testa per la disperazione quando dopo una sponda di Obi, dopo nemmeno sessanta secondi, Simy ha beffato Provedel insaccando nella porta sguarnita. Chiuso il primo tempo in vantaggio, la Salernitana è entrata in campo nella ripresa in maniera un p’ troppo morbida. Così lo Spezia ha impiegato appena sei minuti a trovare il pareggio. Ripartenza mortifera dei padroni di casa, granata piazzati male con Strelec che finalizza al meglio un cross di Kovalenko. Subito il gol, la squadra di Castori si è via via disunita. Colpita nel morale, più che nella testa, la Salernitana ha praticamente lasciato campo e pallone ai padroni di casa. Lo Spezia che era sull’orlo del barato si è trasformato ritrovando forza e voracità, arrivando prima su ogni pallone e trovando varchi per fare male. Così ci ha provato Strelec poi Belec si è esaltato su una conclusione a botta sicura di Salcedo, poi con Maggiore. I cambi di Castori, Gondo e Schiavone per Djuric e Kastanos non hanno migliorato le cose, anzi. Così al 78’ Kovalenko con un tiro a giro ha battuto di nuovo Belec. La reazione granata non c’è stata, con lo Spezia che ha controllato in scioltezza anche nei sei minuti di recupero concessi. Il trittico chiave si è così aperto con una sconfitta preoccupante. Ora sotto in rapida successione con Empoli e Venezia. Sbagliare ancora potrebbe essere fatale. Nocera Inferiore. Politica e
clan, 8 anni al boss, pene lievi per altri. Due anni e 8 mesi all’ex vice sindaco Cesarano e consigliere comunale Carlo Bianco Politica e clan a Nocera Inferiore, raffica di assoluzioni e pene leggere rispetto a quanto chiesto dalla Procura Antimafia di Salerno. Per molti cade anche l’aggravante mafiosa. Il processo è “Tutta un’altra storia” e fa parte di un blitz del 2017 messo a segno dagli uomini del Ros del comando provinciale di Salerno. Due anni e 8 mesi a testa per Carlo Bianco e Antonino Cesarano, ex vice sindaco di Nocera Inferiore, tre anni e 2 mesi per Ciro Eboli (candidato); sette mesi di reclusione per Francesco Gambardella e Gerardo Villani; nove mesi per Nicola Maisto, otto anni di reclusione per Antonio Pignataro (ultimo killer in vita di Simonetta Lamberti) a fronte dei 20 chiesti dalla Procura Antimafia di Salerno. Un anno e 10 mesi per Luigi Sarno. Assolti perché il fatto non sussistite Pasquale e Rosario Avallone, Guerino Prudente. Non hanno commesso il fatto invece Pio Sarno, Rocco e Mirko Sileo. Dopo le motivazioni della sentenza emessa ieri dai giudici del Tribunale di Nocera Inferiore si andrà in Appello e si cercherà di evitare la conferma della pena in quanto per alcuni potrebbe scattare il carcere. Nel collegio difensivo tra gli altri c’erano Annalisa Califano, Massimo Forte, Gregorio Sorrento, Bonaventura Carrara e Andrea Vagito. Guglielmo Valenti della Dda aveva presentato istanza di 16 anni di reclusione per Antonio Pignataro, boss ex Nco e ultimo killer in vita di Simonetta Lamberti, 7 anni per l’ex consigliere comunale Carlo Bianco e l’ex assessore e vice sindaco Antonio Cesarano; 10 anni per Ciro Eboli, 8 anni per
Domenico Orsini, Rosario Vallone e Pasquale Avallone; 10 anni per Guerino Prudente e via via gli altri. Assoluzione chiesta per Carmine Afeltra e il non luogo a procedere per Luigi Chiavazzo perché deceduto. Al centro dell’inchiesta il cambio di destinazione urbanistica di un suolo situato nei pressi della chiesa di San Giuseppe, in via Montalbino, nel quale doveva essere realizzato un edificio da destinare a mensa Caritas e casa famiglia. L’opera fu oggetto di una delibera della Giunta comunale approvata nel maggio del 2017. Secondo l’accusa, il boss Pignataro si sarebbe interessato direttamente alla questione, curando direttamente i rapporti con aspiranti politici in corsa per le amministrative a Nocera Inferiore. Da qui l’accusa di scambio elettorale politico mafioso, contestata dalla Dda ad Antonio Pignataro e ai politici coinvolti. In prima battuta cadde l’aggravante mafioso ma poi il pm Enzo Senatore formulò nuove contestazioni agli imputati. Ieri la sentenza con pene miti rispetto alla pensante richiesta, 80 anni, formulata dall’antimafia di Salerno. Campagna, trascorre 33 mesi ai domiciliari Assolto dalla Corte di Appello di Pina Ferro Assolto dopo 33 mesi di detenzione e misure patrimoniali a suo carico. E’ finalmente finito l’incubo per Vito D’Ambrosio, accusati di essere il finanziatore dell’associazione dedita al narcotraffico con a capo Antonino Busillo. La sentennza di assoluzione è arrivata nella giornata di giovedì daai giudici
della Corte di Appello di Napoli. Il secondo grado di giudizio si stava celebbranddo a Napoli dopo che la Cassazione avevva annullato con rinvio ad altra Corte di Appello la sentenza emessa dai giudizi di Appello presso il tribunale di Salerno. Era il magggio del 2017 quando a carico di Vito D’Ambrosio venne eseguita un’ordinanza di custodia cautale emessa dal giudice per le indagini preliminarri Perrotta su richiesta della Procura. L’ordinanza sgominò un’associazione dedita alllo spaccio di droga con base a Campagna. Nel registro degli indagati finirono 27 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, coltivazione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, danneggiamento aggravato e detenzione e porto illegale di armi e munizioni. A capo dell’organizzazione criminale, secondo le ipotesi investigative, la famiglia Busillo di Campagna. Vito D’Ambrosio sceglie di essere processato con il rito dell’abbreviato. Il Gup Indinnimeo lo condanna a sette anni per partecipazione in associazione. La sentenza viene confermata in Appello. Nel febbraio del 2020 i giudici della Suprema Corte rigettano tutti i ricorsi degli altri coimputati, annullano la sentenza nei confronti di Vito D’Ambrosio accogliendo tutti i rilievi difensivi chiedendo alla corte d’appello di Napoli un nuovo giudizio. D’Ambrosio, dopo l’annullamento della Cassazione viene rimesso in libertà. Corta Appello Napoli il giorno 14 ottobre (I Sezione Penale) assolve definitivamente D’Ambrosio, ddifeso da Costantino Cardiello e Agostino De Caro, dal reato di partecipazione. Nel corso degli anni D’Ambrosio ha trascorso 33 mesi di arresti domiciliari, ha subito una misura di prevenzione personale, ancora in atto proprio per la contestata partecipazione, la misura della sorveglianza speciale che ora ha perso il suo presupposto. Ha subito, inoltre, misura di prevenzione patrimoniale perchè si diceva che era dedito all’usura e reimpiegava i soldi dell’usura nel traffico di droga. L’assoluzione dall’accusa di partecipazione segue le due assoluzioni nei processi di usura.
La denuncia: “Le scuole non pubblicano i contratti di supplenza e chiamano chi non ha diritto” di Monica De Santis “Violazione dell’obbligo di trasparenza”, capita anche questo in molte scuole salernitane e in buona parte di quelle della Campania. A denunciare il tutto S.V. (queste le sue iniziali) di Campagna psicologo e neolaureato in Scienze della formazione primaria. L’uomo insieme ad un gruppo di colleghi neolaureati ha dunque denunciato “una gravissima irregolarità che caratterizza le istituzioni scolastiche del territorio campano in termini di violazione dell’obbligo di trasparenza. Tale comportamento, oltre ad essere contrario alla legge (D.lgs n. 33 del 14 Marzo 2013; legge n. 69 del 18 Giugno 2009; D.lgs n. 297 del 16 Aprile 1994), è gravemente lesiva nei confronti di chi vorrebbe esercitare un controllo sulle funzioni istituzionali svolte e invece ha le mani legate davanti alle irregolarità che si stanno commettendo nelle scuole e che potrebbero compromettere il nostro futuro”. Secondo quando segnalato dal neo laureato e dai suoi colleghi “Le istituzioni scolastiche sono obbligate a pubblicare nelle sezioni albo pretorio e amministrazione trasparente gli ultimi contratti di supplenza stipulati (“per favorire forme diffuse di controllo” dice la legge), ma il 70% delle scuole non adempie a tale dovere”. Il perchè questo non avviene è stato spiegato ai neolaureati che recandosi in alcuni plessi hanno posto la domanda con un laconico “non abbiamo tempo”. Una risposta questa che ovviamente non può e non deve essere
accettata dagli aspiranti docenti che a causa di questa “mancanza di tempo” non riescono a capire come avviene realmente la nomina dei supplenti all’interno di questi plessi scolastici, nello specifico i denuncianti si riferiscono alle scuole materne e primarie. Ma quali sono le conseguenze per questi giovani neolaureati? A spiegarlo è lo stesso S. V. “A causa del cattivo funzionamento della piattaforma SIDI (usata per convocare i docenti per le supplenze) le scuole hanno bonariamente nominato persone di terza fascia, saltando gli elenchi aggiuntivi di seconda fascia, pertanto alcune persone si sono ritrovate ad insegnare a danno di altre, collocate in posizione più utile. Un episodio del genere ad esempio è capitato proprio poche settimane fa in una scuola di Sala Consilina. Ovvimente inutile dire che abbiamo anche provato a chiamare la scuola per avere delle spiegazioni, ma al telefono non risponde mai nessuno. E intanto la persona inserita nella graduatoria di terza fascia, chiamata per la supplenza, continua a guadagnare punteggio e soldi e chi come noi è inserito in seconda fascia resta fuori”. S.V. spiega anche che “Il fatto è venuto alla luce solo casualmente, tramite passaparola e se non fosse venuto alla luce tali docenti avrebbero terminato il loro mandato e conseguito stipendio e relativo punteggio a danni di colleghi che si trovano in graduatoria prima di loro. Non è possibile che il controllo pubblico debba essere effettuato tramite passaparola – spiega ancora il neolaureato – e che le scuole continuino a non rispettare tale obbligo nonostante le continue segnalazioni tramite PEC e le telefonate ricevute. La pubblica amministrazione continua a gestire le relative istituzioni come una salumeria di famiglia, senza tenere conto delle leggi e delle regole che vi sono”.
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