La Voce del Leone PRAGA - magica e misteriosa - Roncalli Sarrocchi
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La Voce del Leone contatti: Facebook.com/giornalinoLaVocedelLeone Anno XIII n°6 Maggio 2019 Blog: La-voce-del-leone 1.webnode.it IN QUESTO NUMERO: 3 Liberi di scrivere 4-5 Euroschoolsport PRAGA 2 Editoriale 8-9 La Torre dell'Orologio 6 Il Ponte Carlo 10 L'interprete delle 7 Il Vicolo dell'Oro angosce del Novecento 11-12 La Primavera di... Le nostre rubriche: 13-14 Le Grandi Biografie a cura di Caterina Mostacci La Copertina a cura di Gutemberg Ultima pagina a cura di Tommy Laurino
Pag.2 Editoriale Praga città del mistero, della magia e della scienza. Questo in sintesi è la capitale ceca. La Storia e la Leggenda vi s’intrecciano e molti sono i punti d’interesse offerti a chi la visita Il Leone vuole proporvene alcuni. La Praga esoterica è uno di questi; infatti, la città è uno dei vertici, insieme a Lione e Torino, del Triangolo della Magia Bianca. La Praga astronomica ha in Giovanni Keplero e Tycho Brahe i suoi punti di forza. La Praga della leggenda ha nelle vicende legate al Golem il punto di maggiore interesse. In copertina abbiamo voluto sintetizzare questi aspetti della città e adesso vorrei parlarne. Cominciamo con la leggenda del Golem. Ma il Golem che cos’è, e che cosa rappresenta? In breve la storia è questa: “nel XVI secolo, ai tempi dell’imperatore Rodolfo II, la comunità ebraica praghese era vittima di violenze e soprusi di ogni tipo e così il rabbino Judah Loew pensarono di aiutare la sua gente creando col fango della Moldava, il fiume che attraversa la città, una colossale statua di argilla. In realtà la leggenda parla di più statue e quella di cui parleremo altro non è che l’ultima creata dal rabbino; ma andiamo con ordine. Il Golem sarebbe stato creato nella soffitta della Sinagoga Vecchia e sarebbe stato la combinazione dei 4 elementi: Fuoco, Acqua, Aria,Terra. Il Fuoco e l’Acqua erano rappresentati dagli assistenti di Loew; l’Aria era Loew stesso; la Terra, infine, era il fango del fiume che si sarebbe trasformato in terracotta. Poiché il Golem non era in grado di parlare né di muoversi Loew lo “risvegliava” incidendo sulla sua fronte la parola “EMET”, che significa “verità”, e poi inseriva nella sua bocca una tavoletta di legno che conteneva la “parola di Dio”. La leggenda dice che un giorno il rabbino si dimenticò di inserire la tavoletta e il “mostro”, privo del controllo divino, cominciò a distruggere tutto ciò che si trovava sulla sua strada. Potete immaginarvi i danni provocati nel quartiere ebraico e il terrore suscitato negli abitanti; fatto sta che il rabbino, impegnato in sinagoga nella recitazione del Salmo 92, fu costretto a correre ai ripari e tralasciando la funzione religiosa raggiunse il Golem e ne “spense la vita”. Dopo la distruzione della “sua creatura” Loew rientrò nella sinagoga e riprese la lettura”. Una piccola curiosità a proposito del Salmo 92. Si dice che in virtù della leggenda del Golem la Sinagoga Vecchia di Praga sia l’unica al Mondo nella quale questa preghiera è recitata, sempre, due volte. L’Astrologia, come dicevo all’inizio, ha una grande importanza nella storia della città boema e grandi scienziati vi hanno vissuto e lavorato. Uno dei più famosi è certamente Giovanni Keplero, che nel 1601 divenne Matematico e Astronomo Imperiale alla Corte di Rodolfo II. Nel 1604, il famoso scienziato osservando una supernova, chiamata da allora Stella di Keplero, formulò due delle Leggi che da lui hanno preso il nome. Egli, però, alcuni anni prima aveva scritto il trattato “Mysterium Cosmographicum” (1596) nel quale aveva esposto i risultati dei suoi primi studi sull’ordine del Sistema Solare. L’astronomo sosteneva la causa di una Natura strutturata geometricamente da Dio. Per questo, secondo lui, l’Ordine Celeste sarebbe stato spiegato attraverso la Matematica. In questo egli riprendeva la struttura dell’Universo ipotizzata da Niccolò Copernico, che immaginava il Sole al centro e sei pianeti che gli giravano intorno con orbite circolari. Keplero sosteneva che questi pianeti erano inscritti e circoscritti ai cinque solidi regolari della Geometria greca, vale a dire: il cubo, il tetraedro, il dodecaedro, l’icosaedro e l’ottaedro. I pianeti e i solidi si succedono in quest'ordine: Saturno è il pianeta più esterno, a cui è inscritto un cubo. Inscritto al cubo vi è Giove a cui analogamente succedono il tetraedro,Marte, il dodecaedro, la Terra, l'icosaedro,Venere, l'ottaedro ed infine Mercurio. Questo complesso sistema è rappresentato nel disegno ,fatto da Keplero stesso, che abbiamo messo in copertina. Non voglio annoiarvi oltre e quindi vi auguro una BUONA LETTURA ed anche delle buone vacanze. Patrizia Davini
Pag.3 Un concorso che non finisce mai di stupire “Liberi di Scrivere”,il concorso per giovani talenti letterari, è arrivato quest'anno alla XXI edizione,ma nonostante il tempo è ancora vivace e fresco come “il primo giorno”. Il Leone se n'è spesso occupato negli anni, pubblicando mensilmente le opere più significative,ma questa volta l'occasione è particolarmente ghiotta perché tra i vincitori c'è anche uno dei nostri redattori,Jonathan De Luca. Non trascurando di complimentarci con i primi arrivati ex equo,( Niccolò Giannetti,Ottavia Cordone,Lorenzo Frosali,Giorgia Salvatori e Giovanna Orlandini), permetteteci di onorare il nostro Jonathan pubblicando la sua poesia,eccola: Io,Foscolo e Leopardi “ Forse perché della fatal quiete tu sei l'immago” a me si cara vieni oh sera Oh sera a me sì cara non vieni Forse perché con te porti il timore porti il dolore improvviso di una straziante morte di mio padre Forse perché sei l'immagine della malinconia una potente magia un'emozione che tutte le altre si porta via. Ma anche quando diventa ingombrante il pensare il naufragar mi è dolce in questo nero mare. Jonathan De Luca
Pag.4 Le interviste del Leone Eurosport 2019:la grande affermazione del Roncalli Oggi abbiamo intervistato tre atlete della squadra di atletica della nostra scuola che ha partecipato ad Euroschoolsport 2019. Sono sedute di fronte a noi Giada Sprugnoli, Giulia Bandini ed Emilia Checcucci e con loro parleremo della partecipazione a questa edizione tenutasi in Belgio, precisamente a Ronse ,dal 5-11 maggio 2019. Le nazioni partecipanti erano: Italia, Belgio, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia e Polonia. Buonasera,innanzitutto vi ringraziamo per la vostra disponibilità a parlare dell'esperienza appena conclusasi e per prima cosa vorremmo sapere da quanti atleti era composto il vostro team. R: Il gruppo era composto da sedici persone che hanno praticato i seguenti sport: Floorball femminile, Calcetto maschile, Arrampicata, Staffetta, Bici- corsa. D:Molto interessante,ma come vi siete classificate? R: Siamo arrivate al 3° posto nella classifica generale, con 73 punti. D: Quali erano gli sport praticati in gara? r: Per le femmine il Floorball, per i maschi il Calcetto e per entrambi i sessi il Duathlon (500 metri di Corsa e 1000 in bici ) e l’Arrampicata. D: Potreste dirci qualcosa di più sul Floorball ? r: Il Floorball e’ uguale all’Hockey, ma fatto in palestra, con palla e mazze e la particolarità di non giocare sul ghiaccio. D: In quali discipline avete vinto? R: Ci siamo classificate al primo posto nell’Arrampicata femminile; al secondo posto nel Calcetto maschile; al quarto nel Floorball; al quinto nella Staffetta femminile e al sesto nella Staffetta maschile e infine al quarto posto nella Staffetta mista. Tuttavia la nostra soddisfazione più grande è stata nella classifica a squadre nella quale ci siamo classificati al terzo posto. D: Vi è piaciuta questa esperienza? R: Sì, molto! Anche se durante le gare ci siamo stancati molto, però in fondo ci siamo divertiti davvero.
Pag.5 D: La sera che cosa facevate? R: Prevalentemente stavamo in casa, in famiglia; ma qualche volta siamo andati a ballare o uscivamo. D: Dopo aver gareggiato che cosa facevate? R: Visto che eravamo impegnate sia la mattina sia il pomeriggio, ma solamente tre giorni, quando eravamo liberi, tornavamo a scuola per fare pranzo, perché avevamo la mensa lì. D: Avete avuto l'opportunità di fare i turisti? R: Certo! Ci hanno portato a visitare alcune città: Ronse, Gent, Bruxelles. D: La preparazione atletica per questa manifestazione sportiva vi ha impegnato molto? R: Una volta la settimana venivamo a scuola a fare un allenamento di due ore e ci preparavamo per il Floorball e la Corsa. Nella parte finale della preparazione abbiamo fatto sei ore di Arrampicata in palestra, a Siena, quindi due allenamenti il giorno, dalle 14 alle 20 a Poggibonsi. D: Per fare questo tipo di esperienza avete superato una selezione? R: Sì, c’era una selezione ! E in base agli sport praticati e al tempo impiegato, siamo state scelte dalle professoresse Silvia Nencini e Tiziana Bocci. Per essere selezionate contava molto la presenza agli allenamenti. D: Avevate una divisa? R: Sì! Una per Floorball e una per la Corsa; la divisa per l’Arrampicata era uguale a quella della Corsa e avevamo delle scarpette idonee per l’Arrampicata. D: Quanto siete stati in Belgio? R: Una settimana. Eravamo collocate presso delle famiglie che ci hanno ospitato. D: Avete socializzato con altri partecipanti alla manifestazione? R: Sì, perché in famiglia con noi c’erano anche due ragazzi polacchi. D: La mensa della scuola che vi ospitava era gratuita? R: Sì! Prima di terminare il nostro incontro le ragazze ci hanno raccontato che ogni Paese aveva portato del cibo tipico per farlo conoscere alle altre squadre. Valentina Leo, Khrystyna Klyusyk, Genny Nebiu
Pag.6 Il Ponte Carlo Uno dei monumenti più famosi della Repubblica Ceca è il Ponte Carlo di Praga. Questo ponte lo si deve al re di Boemia ed imperatore del Sacro Romano Impero Carlo IV,il quale ne ordinò la costruzione nel 1357, all'architetto Petr Parléř, famoso anche per aver costruito la Cattedrale di San Vito ed il Castello di Praga. Fu terminato nel 1402. Esso misura 20 metri di larghezza e 115 metri di lunghezza e proprio collega la Città Vecchia al quartiere di Malà Strana. Venne edificato per sostituire il Ponte di Giuditta (che fu il primo ponte in pietra ad essere costruito sul fiume nel 1170), spazzato via da una piena della Moldava nel 1342. Il momento della fondazione del nuovo Ponte venne stabilito dai principali astrologi dell’epoca: il 9 luglio 1357 alle ore 5,31 (135797531), un triangolo magico di numeri che doveva preservare nei secoli il Ponte. Secondo una leggenda, si dice che all'atto di costruire il ponte, all'impasto della malta vennero aggiunti dei tuorli d'uovo, al fine di renderne più solida la struttura. Carlo IV chiese a tutti i villaggi del regno di contribuire alla costruzione. Per fortificare maggiormente il ponte alle due estremità ci sono due torri. Percorrendo il ponte si possono notare delle statue situate ai due lati alcune sono:la statua di san Giuseppe;statua di San Francesco d’Assisi: Statua San Giovanni Battista ed altre ancora;ma la più importante è la statua di San Giovanni Nepomuceno,opera di Matthias Rauchmüller del 1683 . Fu la prima statua ad essere posta sul ponte, infatti dicono che essa porti fortuna. Una leggenda dice che chi se si tocca la lapide alla base della statua si riceve fortuna per i successivi dieci anni e viene assicurato il proprio ritorno a Praga. Sul Ponte Carlo, poi, aleggiano anche altre leggende. Una di queste è legata ai gruppi scultorei, che rappresentano un percorso ideale che porta al Crocifisso, il simbolo di convergenza delle energie dell’universo. Secondo la leggenda queste statue, di notte, si animano per accudire i bambini che vivono nell’isola di Kampa, l’isola del fiume. L’altra racconta che San Giovanni Nepomuceno, il protettore dei ponti, nel XIII secolo fu buttato nel fiume, nel punto dove c’è la croce a cinque punte, per volere del re Venceslao, adirato perché il Santo non gli aveva riferito il contenuto della confessione della moglie. Il suo corpo è stato cercato inutilmente fino a quando, sulla superficie del fiume, si sono visti cinque punti luminosi simili a cinque stelle e, proprio là sotto, c’era il corpo di San Giovanni, che, per questa ragione, viene raffigurato con un’aureola dorata incastonata da cinque stelle. Ed il mito continua, raccontando che se, con la mano sinistra si toccano contemporaneamente la croce e le stelle, il desiderio espresso si avvera; mentre se si tocca la statua si avrà fortuna e si tornerà a Praga. Non mancano, poi, i Vodnik, i folletti verdi che popolano il fiume Moldava e che curano le anime di chi vi annegano. Valentina Leo e Genny Nebiu
Pag.7 Il Vicolo dell'Oro una stradina ricca di fascino La via è situata nella parte nord-orientale dell'area del Castello di Praga, a sud-est rispetto ai Giardini reali e nei pressi del Convento di San Giorgio e i suoi confini sono "segnati" dalla "Torre Bianca" e dalla “Torre Nera “. La parte inferiore della “ Torre bianca ” era usata come carcere e vi fu imprigionato l'alchimista Edward Kelli. La torre fu utilizzata come carcere fino a metà del XVIII secolo. E' una delle strade più importanti di Praga ed è caratterizzata da una fila di 11 bassi edifici variopinti, che furono costruiti in stile manieristico a partire dalla fine del XVI secolo, inizialmente per ospitare le 24 guardie dell'imperatore Rodolfo II d'Asburgo(1522-1612)e le relative famiglie.Nella via risiedettero, per un breve periodo, anche famosi scrittori, quali Franz Kafka e Jaroslav Seifert. Oggi la via, uno dei luoghi più visitati della capitale della Repubblica Ceca, è completamente restaurata e nelle casette che vi si affacciano sono stati ricostruite dimore popolari simili a quelle che vi si trovavano fino al 1956, anno in cui gli ultimi residenti del vicolo furono trasferiti in altre abitazioni. La via deve il proprio nome agli orafi che in seguito la abitarono. È conosciuta anche come "Via degli Alchimisti", in base ad una leggenda secondo la quale sarebbero vissuti qui anche degli alchimisti (in realtà residenti in una via vicina)che cercavano di tramutare il ferro in oro per Rodolfo II d'Asburgo e di produrre la pietra filosofale e degli elisir di lunga vita.Tra le varie case quella più visitata è sicuramente quella al numero civico 22, ossia la dimora di Kafka e di sua sorella Ottla dal 1916 al 1917.Durante la sua permanenza lo scrittore scrisse alcuni brevi romanzi fra cui quello intitolato “il Castello ”. Un altro scrittore ceco, è il premio nobel Jaroslav Seifert., che visse in questa strada nel 1930, in un edificio ora demolito situato tra il Vicolo dell'oro e la Torre Dalibor. Un' altra casa importante è la numero 14, dove risediette la chiromante Matylda Průšová, a partire dal 1918. Soleva consultare la sua sfera di cristallo e raccontare ai forestieri la loro sorte. Alla fine della seconda guerra mondiale venne uccisa dalla Gestapo in quanto aveva predetto la fine di Hitler. Elena Ferrara
Pag.8 La Torre dell'Orologio Non si può andare a Praga senza andare a vedere in Piazza della Città Vecchia l'Orologio astronomico del municipio. L'opera risale al periodo medievale ed ha una storia molto interessante ma travagliata. Il meccanismo dell'orologio,nella sua parte più antica,è stato costruito nel 1410 dal maestro d'orologeria Nicola da Kadaň e dal professore dell'Università Carlo di Praga Jan Šindel. In tempi successivi,intorno al 1490, furono aggiunti il quadrante del calendario e le sculture gotiche che decorano la facciata del municipio. L'orologio si guastò più volte,la prima fu nel 1552, e Jan Taborský che lo riparò ne attribuì la costruzione ad Hanuš di Růže( a proposito di quest'ultimo è nata una leggenda di cui parleremo dopo),ma anche in seguito le riparazioni furono frequenti. Le statue mobili furono aggiunte nel XVII secolo,mentre le figure degli apostoli solo nel 1865-1866 e furono istallate durante una riparazione. L'orologio non fu risparmiato nemmeno dalla seconda guerra mondiale,infatti fu seriamente danneggiato nel 1945 dalle bombe che si abbatterono su Praga tra il 7 e l'8 maggio. Fu riparato nel 1948 e tornò finalmente a funzionare. Il quadrante astronomico, particolarmente interessante dato che è a forma di astrolabio (lo strumento che nel Medioevo serviva per determinare la posizione delle stelle) ha sullo sfondo del quadrante la Terra fissa nel cielo attorno alla quale si muovono quattro meccanismi:un anello zodiacale,un anello esterno rotante,una lancetta con il simbolo del Sole e una con il simbolo della Luna.Tra le cose più curiose ,tuttavia, c'è il fatto i numeri romani posti sul bordo del quadrante indicano l'ora di Praga, mentre le curve dorate che dividono la zona blu in dodici parti segnano le ore ,intese come 1/12 del tempo che intercorre tra l'alba e il tramonto,vale a dire le “ore planetarie”.La lunghezza delle ore così calcolate varia a seconda delle stagioni,con l'allungarsi o l'accorciarsi delle giornate.Molto interessanti sono le quattro figure che fiancheggiano l'orologio e che si animano allo scoccare di ogni ora. Ognuna di esse,ad eccezione dello scheletro che simboleggia la morte, rappresenta uno dei vizi capitali: il turco la lussuria, il personaggio con lo specchio la vanità e il viandante con la borsa (in origine un usuraio ebreo, sostituito dopo la seconda guerra mondiale) l'avarizia. Allo scoccare dell'ora lo scheletro suona una campana tirando la fune con la mano destra e capovolge la clessidra che ha nella
Pag.9 sinistra, nel frattempo il turco, l'avaro e il lussurioso fanno no con la testa; a questo punto esce il corteo con i dodici apostoli (11 apostoli più San Paolo) che, a coppie, si inchinano alla folla, Le finestre che fanno uscire le statue si aprono contemporaneamente. La prima figura ad uscire dalla finestra sulla destra è San Paolo (con in mano un libro e una spada), seguito da Tommaso (con una lancia), Giuda che porta un libro, Simone con una sega e Bartolomeo con un libro. Mentre dalla seconda finestra, escono Pietro con una chiave, Matteo con un'ascia, Giovanni con un serpente, Andrea e Filippo con una croce e Giacomo con una mazza, alla fine dello spettacolo il gallo, sopra le finestre dell'orologio, canta l'ora suonata. Infine, il calendario posto al di sotto dell'orologio astronomico,aggiunto nel 1870, è una copia del dipinto del pittore boemo Josef Manes ed è formato da dodici medaglioni raffiguranti scene di vita rurale associate ai dodici mesi dell'anno. I personaggi ai lati del calendario raffigurano le principali materie dell'epoca: a partire da destra, la prima figura rappresenta un sapiente che legge un libro e simboleggia la Filosofia; la seconda figura rappresenta anch'essa un sapiente che reca in mano un cannocchiale e simboleggia l'Astronomia; la terza figura rappresenta un angelo con la spada e scudo e simboleggia la Teologia; la quarta figura rappresenta ancora un sapiente che esamina una pergamena e simboleggia la Matematica o la Storia. Adesso parliamo della leggenda più famosa,quella del mastro orologiaio Hanuš z Růže. Si racconta che nel 1490 i Consiglieri della città incaricarono Hanuš z Růže di aggiungere dei meccanismi all'orologio per renderlo il più bello d'Europa. L'artigiano fu così abile da creare un opera così straordinaria che altre corti europee gli commissionarono orologi come quello di Praga. Alla notizia di ciò alcuni consiglieri, temendo che ne progettasse uno più bello, assoldarono degli uomini per assalire il maestro ed accecarlo. E così fu. Hanuš morente chiese di poter ascoltare da vicino, per l’ultima volta, gli ingranaggi che muovevano il suo capolavoro. Con il suo assistente si arrampicò sulla torre medievale e avendo scoperto la motivazione dell’orribile atto che lo aveva reso cieco, abbassò una leva e i meccanismi si fermarono e solo lui ne conosceva il funzionamento. In quel momento Hanuš morì, e per molto tempo Praga rimase senza il suo meraviglioso orologio. Si dice anche che il maestro prima di spirare avesse mandato una maledizione su coloro i quali avessero tentato di aggiustare il suo capolavoro,infatti queste persone morivano o diventavano pazze. Gutemberg
Pag.10 L'interprete delle angosce del Novecento «L'uomo non può vivere senza una fiducia permanente in qualcosa di indistruttibile dentro di sé, anche se entrambi hanno qualcosa di indistruttibile e la sua fiducia in esso può rimanere permanentemente nascosta da lui” Lo scrittore di cui parleremo oggi rappresenta ,meglio di altri, la difficoltà di trovare una propria dimensione umana e una identità tipiche dell'umanità contemporanea. Frank Kafka nacque in una famiglia ebraica della classe media praghese di lingua tedesca e intraprese una formazione giuridica ottenendo dopo la laurea un lavoro in una compagnia di assicurazioni. Frank iniziò a scrivere racconti nel tempo libero, lamentandosi sempre del poco tempo a disposizione per dedicarsi a quella che considerava la sua vocazione, essere scrittore. Viene ritenuto una delle maggiori figure della Letteratura del XX secolo e un importante esponente del Modernismo (corrente che ricercava: nuove forme di scrittura, opere in più lingue,utilizzo di miti e leggende, distacco dell'opera dallo scrittore e utilizzo di temi-tabù) e del Realismo magico,conosciuto in Letteratura come Realismo fantastico (un filone attribuito a determinate elementi magici che appaiono in un contesto altrimenti realistico ). La maggior parte delle sue opere furono pubblicate postume da un suo amico,Max Brod. Tutti i suoi scritti sono pregni di temi e archetipi di alienazione, di senso di colpa e impotenza del singolo di fronte al mondo e alla burocrazia, di brutalità fisica e psicologica, di conflittualità genitori-figli. I personaggi sono in preda all'angoscia esistenziale o avvolti da labirinti burocratici e trasformazioni mistiche. Le tematiche di Kafka, il senso di smarrimento e di angoscia di fronte all'esistenza, caricano la sua opera complessiva di contenuti filosofici che hanno stimolato l'esegesi dei suoi libri specialmente a partire dalla metà del Novecento è frequente imbattersi in una forma di crisi psicologica che pervade il protagonista, sino all'epilogo della narrazione, e che lo getta in modo progressivo in un'attenta analisi introspettiva. Un esempio può esser riscontrato in La metamorfosi,dove il protagonista dopo essersi trasformato in uno scarafaggio, rende problematica la vita della sua famiglia, essendo l'unico che va a lavorare, la famiglia cerca di campare a di andare avanti ma con enormi difficoltà e insuccessi, alla fine il protagonista anche se relegato in un orribile corpo, ha sempre una coscienza umana e vedendo ciò arriva a decidere, riuscendoci, di lasciarsi morire di fame per non essere più di peso agli altri. Come ogni autore allegorico, Kafka rappresenta una vicenda per "dire altro"; ma questo "altro",il narratore che parla della storia, resta indecifrabile e dunque indicibile. Il termine "kafkiano" è entrato nella lingua italiana per descrivere situazioni esistenziali paradossali, e in genere angoscianti, che vengono accettate come status quo, implicando l'impossibilità di qualunque reazione tanto sul piano pratico quanto su quello psicologico. Pietro Vezzaro
Pag.11 La Primavera di Praga La Primavera di Praga,è stato un periodo storico di liberalizzazione politica avvenuto in Cecoslovacchia durante il periodo sottoposto al controllo dell'Unione Sovietica, dopo gli eventi successivi alla seconda guerra mondiale e nell'ambito della guerra fredda. Ebbe inizio il 5 gennaio 1968, quando il riformista slovacco Alexander Dubček salì al potere,e terminò il 20 agosto dello stesso anno, quando un corpo di spedizione militare dell'Unione Sovietica e degli alleati del Patto di Varsavia invase il Paese. Le riforme furono un tentativo da parte di Dubček di concedere nuovi diritti ai cittadini grazie ad un decentramento parziale dell'economia. Le libertà concesse inclusero una diminuzione delle restrizioni alla libertà di stampa e di movimento. Dopo una discussione nazionale sulla possibilità di dividere il Paese in una federazione di tre repubbliche, Boemia, Mo ravia-Slesia e Slovacchia, Dubček sostenne la decisione della divisione della Cecoslovacchia in due nazioni: la Repubblica Ceca e la Repubblica Slovacca. Questo è stato uno dei pochi cambiamenti sopravvissuti alla fine della Primavera di Praga. Le riforme, in particolare quelle per il decentramento delle autorità amministrative e le libertà di espressione, non furono assecondate dai sovietici che inviarono migliaia di soldati e carri armati del Patto di Varsavia ad occupare il paese. Si verificò una grande emigrazione verso i paesi dell'Europa occidentale, mentre le proteste non violente furono all'ordine del giorno, tra cui la protesta-suicidio dello studente Jan Palach e di altre persone che lo emularono. La Cecoslovacchia rimase occupata fino al momento della caduta del Muro di Berlino che segnò la fine del blocco sovietico. Dopo l'invasione, la Cecoslovacchia entrò in un cosiddetto periodo di normalizzazione: i leader successivi ripristinarono le condizioni politiche ed economiche venute prima di Dubček, grazie al controllo del Partito Comunista di Cecoslovacchia. Gustáv Husák sostituì Dubček e divenne anche presidente, annullando quasi tutte le riforme fatte dal suo predecessore. Questo tragico evento ha ispirato la musica e la letteratura. In Italia fu messo in musica dal cantautore Francesco Guccini (1970). La canzone, dal titolo “Primavera di Praga”, fu cantata e incisa anche dal complesso musicale I Nomadi. L'espressione- Primavera di Praga- fu coniata ed usata dai media occidentali quando il fatto acquistò rilevanza internazionale, ma solo in un secondo tempo si diffuse anche in Cecoslovacchia. Per comprendere meglio quanto accadde a Praga è necessario approfondirne alcuni aspetti politici. Infatti,la politica sovietica di appoggiare o imporre ,negli Stati satellite, governi di provata fedeltà, usando se necessario anche la forza, divenne una triste realtà con la cosiddetta “Dottrina Brežnev”, dal nome del capo sovietico Leonid Brežnev, che fu il primo a teorizzarla pubblicamente, sebbene fosse stata utilizzata sin dai tempi di Stalin, fu alla base della politica estera sovietica fino agli anni Ottanta. La dirigenza sovietica, dapprima usò tutti i mezzi diplomatici possibili per fermare o limitare le riforme portate avanti dal governo cecoslovacco, poi, vista l'inutilità di questi tentativi, optò per l'azione militare.
Pag.12 La stagione delle riforme in Cecoslovacchia terminò nella notte fra il 20 e il 21 agosto 1968, quando una forza stimata fra i 200.000 e i 600.000 soldati e fra 5.000 e 7.000 veicoli corazzati invasero il Paese. Le unità principali che effettuarono l'invasione erano le formazioni corazzate e meccanizzate del Gruppo di forze sovietiche in Germania che penetrarono in Cecoslovacchia dalla Sassonia. Il grosso dell'esercito cecoslovacco, obbedendo ad ordini segreti del Patto di Varsavia, era stato schierato alla frontiera con l'allora Germania Ovest, per facilitare l'invasione e impedire l'arrivo di aiuti dall'Occidente. L'invasione coincise con la celebrazione del congresso del Partito Comunista Cecoslovacco, che avrebbe dovuto sancire definitivamente le riforme e sconfiggere l'ala stalinista. I comunisti cecoslovacchi, guidati da Alexander Dubček, furono costretti dal precipitare degli eventi a riunirsi clandestinamente in una fabbrica, ed effettivamente approvarono tutto il programma riformatore, ma quanto stava accadendo nel paese rese i loro provvedimenti completamente inutili. Successivamente questo congresso del Partito Comunista Cecoslovacco venne sconfessato e formalmente cancellato dalla nuova dirigenza imposta da Mosca a governare il Paese. Le conseguenze furono di scarsa rilevanza. I Paesi democratici si limitarono a proteste verbali, poiché era chiaro che il pericolo di confronto nucleare al tempo della Guerra Fredda suggerì ai Paesi occidentali di non ingaggiare una sfida militare nell'Europa centrale che avrebbe aperto a scenari di guerra atomica. Molto tempo dopo,alla fine degli anni Ottanta, la politica dell'URSS subì una svolta radicale grazie al nuovo segretario del Partito Comunista Sovietico, Michail Gorbačëv,il quale impresse un forte cambiamento introducendo una nuova politica estera detta “Dottrina Sinatra”. Fu così chiamata ,nel 1989, da Gennadij Gerasimov (capo del Dipartimento Informazioni del Ministero degli Esteri,ai tempi di Michail Gorbačëv,il nuovo segretario del Partito Comunista sovietico) in virtù del nuovo corso politico dato all'URSS che prevedeva una maggiore autonomia anche per le nazioni del Patto di Varsavia. La conseguenza peggiore,dopo l'occupazione, fu l'ondata emigratoria, stimata in 70.000 persone, nell'immediato, e di 300.000 in totale, che interessò soprattutto cittadini di elevata qualifica professionale. Gli emigranti riuscirono in molti ad integrarsi senza problemi nei paesi occidentali in cui si rifugiarono. La fine della Primavera di Praga aggrav ò la delusione di molti militanti occidentali di sinistra nei confronti delle teorie leniniste, e fu uno dei motivi della nascita delle idee euro comuniste in grembo ai partiti comunisti occidentali. L'esito finale di questa evoluzione fu la dissoluzione di molti dei partiti marxisti venti anni dopo, con la caduta del Muro di Berlino. Dieci anni dopo, la Primavera di Praga passò simbolicamente il suo nome ad un analogo periodo di liberalizzazione della politica cinese, noto come Primavera di Pechino. Fabrizio Giacomini
Pag.13 Le grandi biografie Franz Kafka Franz Kafka fu uno scrittore boemo di lingua tedesca e origine ebraica, nacque a Praga ( in Piazza della Città Vecchia) nel 1883 e morì nel 1924 a Vienna. Fu il primo di sei figli. Franz nacque quando la situazione economica del padre era solida, ed essendo l’unico maschio ricevette una buona educazione frequentando scuole tedesche della capitale. Si laureò in legge nel 1906 e nel 1907 entrò come impiegato in un’agenzia di assicurazioni praghese e nell’estate del 1908 in quella boema, nel 1922 Kafka richiese la pensione quando la tubercolosi, manifestatasi nel 1917, diventò sempre più grave, infatti, a poco più di quarant’anni, nell’estate del 1924 muore in una clinica nei pressi di Vienna. La sua vita si svolse prevalentemente a Praga, tranne alcuni viaggi compiuti per motivi di salute. Nonostante si fosse fidanzato due volte non si sposò mai. Dal 1917 in avanti s’interessò della questione ebraica seguendo i progressi del Sionismo e considerando la possibilità di trasferirsi in Palestina. Nella Letteratura europea possiamo collocarlo nel Novecento. Fu uno scrittore incondizionato, ma anche non condizionabile. Kafka iniziò presto a scrivere, cercando di conciliare il lavoro e l’attività letteraria, ma essendo molto fragile di salute visse spesso l’esistenza d’impiegato-scrittore come un conflitto, spesso esasperato. La sua prima pubblicazione su di una rivista letteraria,l' Hyperion, è del 1908; si tratta di otto brevi prose raccolte sotto il titolo di “Betrachtung” (contemplazione). Nella sua carriera riuscì a scrivere romanzi e racconti, novelle e poemetti, note di diario e lettere. Egli ebbe sempre con il padre un rapporto tormentato, documentato nella celebre e commovente "Lettera al padre" (1919), mai consegnata al destinatario, nella quale si configurano in modo netto le caratteristiche della complessa personalità dello scrittore e le origini familiari di molti dei suoi tormenti, non agevolati neanche dai rapporti difficili anche con la madre e le tre sorelle. Tra i numerosi racconti scritti da lui voglio ricordare: “Il fuochista” (1913);“La metamorfosi” (1915); “La condanna” (1916); “Nella colonia penale” (1919). Tra le raccolte: “ Meditazione” (1904-1912);“Un medico di campagna” (1914-17); “Un digiunatore” (1922- 1924). “La metamorfosi” (1915),molto conosciuto ed emblematico, è un lungo racconto che ha come protagonista Gregor Samsa, un commesso viaggiatore che, svegliandosi un mattino, si trova trasformato in un grosso scarafaggio. Da quel momento la sua preoccupazione non è la metamorfosi subita ma l'ansia di perdere il treno e di non finire gli affari necessari per mantenere quella famiglia che è, poi, la prima a rifiutarlo e a provocarne la morte.
Pag.14 Un orrore altrettanto forte si ha nelle pagine del racconto “Nella colonia penale” (1919), dove con fredda precisione è descritto uno strumento di morte, una macchina costruita per uccidere i condannati perforandoli con aghi che incidono sul loro corpo il nome del reato commesso. Questi scritti possono considerarsi la parte emergente di un'opera che si sottrae a tracciati e recinzioni, in particolare quella legata ai tre tentativi di romanzo pubblicati rispettivamente nel 1925 , nel 1926 ed infine nel 1927: "Il processo"; "Il castello"; "America". I temi che Kafka affronta nelle sue opere sono vari: la solitudine, l’isolamento, l’alienazione della società industriale, il senso di colpa dell'individuo (oppresso da forze anonime e misteriose), l’ansia esistenziale, il conflitto tra padri e figli (la figura paterna viene anche interpretata come personificazione del potere), il rapporto tra l’Uomo e una divinità inafferrabile; le sue opere sono caratterizzate da atmosfere molto inquietanti, a tratti persino ossessionanti e claustrofobici, perché i personaggi di Kafka sono sostanzialmente delle vittime dell’esistenza, che appare dominata da forze misteriose e assurde. Attraverso questi temi Kafka riesce pienamente a rappresentare la crisi dell'uomo dell'inizio del Novecento, con tutte le contraddizioni e i disagi che derivano soprattutto dal grande sviluppo economico. Caterina Mostacci Praga: Piazza della Città Vecchia statua di Kafka a Praga
BUONE VACANZE A TUTTI Ci rivediamo a Settembre!!!!! La Voce del Leone Redazione De Luca J.;De Lucia L.; Ferrara E Gaggelli E.; Giacomini F. Guadagno N.; Klyusyk C.;Leo V. Leoncini M.; Mostacci C.; Nebiu G. Verdiani A.;Vezzaro P. Caporedattore Marco Nesi
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