La Voce del Leone PRAGA - magica e misteriosa - Roncalli Sarrocchi

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La Voce del Leone PRAGA - magica e misteriosa - Roncalli Sarrocchi
La Voce del Leone
      I.I.S. “Roncalli-Sarrocchi”

    Anno XIII n°6 Maggio 2019

    PRAGA
 magica e misteriosa
La Voce del Leone PRAGA - magica e misteriosa - Roncalli Sarrocchi
La Voce del Leone
                          contatti: Facebook.com/giornalinoLaVocedelLeone
Anno XIII n°6 Maggio 2019          Blog: La-voce-del-leone 1.webnode.it

  IN QUESTO NUMERO:

3 Liberi di scrivere                                   4-5 Euroschoolsport

                            PRAGA

 2 Editoriale                                         8-9 La Torre dell'Orologio
6 Il Ponte Carlo                                      10 L'interprete delle
7 Il Vicolo dell'Oro                                  angosce del Novecento
                                                      11-12 La Primavera di...

 Le nostre rubriche:

 13-14    Le Grandi Biografie      a cura di   Caterina Mostacci

          La Copertina             a cura di    Gutemberg

          Ultima pagina            a cura di   Tommy Laurino
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                                                Editoriale
Praga città del mistero, della magia e della scienza. Questo in sintesi è la capitale ceca. La Storia
e la Leggenda vi s’intrecciano e molti sono i punti d’interesse offerti a chi la visita Il Leone vuole
proporvene alcuni. La Praga esoterica è uno di questi; infatti, la città è uno dei vertici, insieme a
Lione e Torino, del Triangolo della Magia Bianca. La Praga astronomica ha in Giovanni Keplero e
Tycho Brahe i suoi punti di forza. La Praga della leggenda ha nelle vicende legate al Golem il
punto di maggiore interesse. In copertina abbiamo voluto sintetizzare questi aspetti della città
e adesso vorrei parlarne. Cominciamo con la leggenda del Golem. Ma il Golem che cos’è, e che cosa
rappresenta? In breve la storia è questa: “nel XVI secolo, ai tempi dell’imperatore Rodolfo II, la
comunità ebraica praghese era vittima di violenze e soprusi di ogni tipo e così il rabbino Judah
Loew pensarono di aiutare la sua gente creando col fango della Moldava, il fiume che attraversa
la città, una colossale statua di argilla. In realtà la leggenda parla di più statue e quella di cui
parleremo altro non è che l’ultima creata dal rabbino; ma andiamo con ordine. Il Golem sarebbe
stato creato nella soffitta della Sinagoga Vecchia e sarebbe stato la combinazione dei 4
elementi: Fuoco, Acqua, Aria,Terra. Il Fuoco e l’Acqua erano rappresentati dagli assistenti di
Loew; l’Aria era Loew stesso; la Terra, infine, era il fango del fiume che si sarebbe trasformato
in terracotta. Poiché il Golem non era in grado di parlare né di muoversi Loew lo “risvegliava”
incidendo sulla sua fronte la parola “EMET”, che significa “verità”, e poi inseriva nella sua bocca
una tavoletta di legno che conteneva la “parola di Dio”. La leggenda dice che un giorno il rabbino
si dimenticò di inserire la tavoletta e il “mostro”, privo del controllo divino, cominciò a
distruggere tutto ciò che si trovava sulla sua strada. Potete immaginarvi i danni provocati nel
quartiere ebraico e il terrore suscitato negli abitanti; fatto sta che il rabbino, impegnato in
sinagoga nella recitazione del Salmo 92, fu costretto a correre ai ripari e tralasciando la
funzione religiosa raggiunse il Golem e ne “spense la vita”. Dopo la distruzione della “sua
creatura” Loew rientrò nella sinagoga e riprese la lettura”. Una piccola curiosità a proposito del
Salmo 92. Si dice che in virtù della leggenda del Golem la Sinagoga Vecchia di Praga sia l’unica al
Mondo nella quale questa preghiera è recitata, sempre, due volte. L’Astrologia, come dicevo
all’inizio, ha una grande importanza nella storia della città boema e grandi scienziati vi hanno
vissuto e lavorato. Uno dei più famosi è certamente Giovanni Keplero, che nel 1601 divenne
Matematico e Astronomo Imperiale alla Corte di Rodolfo II. Nel 1604, il famoso scienziato
osservando una supernova, chiamata da allora Stella di Keplero, formulò due delle Leggi che da lui
hanno preso il nome. Egli, però, alcuni anni prima aveva scritto il trattato “Mysterium
Cosmographicum” (1596) nel quale aveva esposto i risultati dei suoi primi studi sull’ordine del
Sistema Solare. L’astronomo sosteneva la causa di una Natura strutturata geometricamente da
Dio. Per questo, secondo lui, l’Ordine Celeste sarebbe stato spiegato attraverso la Matematica.
In questo egli riprendeva la struttura dell’Universo ipotizzata da Niccolò Copernico, che
immaginava il Sole al centro e sei pianeti che gli giravano intorno con orbite circolari. Keplero
sosteneva che questi pianeti erano inscritti e circoscritti ai cinque solidi regolari della
Geometria greca, vale a dire: il cubo, il tetraedro, il dodecaedro, l’icosaedro e l’ottaedro. I
pianeti e i solidi si succedono in quest'ordine: Saturno è il pianeta più esterno, a cui è inscritto un
cubo. Inscritto al cubo vi è Giove a cui analogamente succedono il tetraedro,Marte, il
dodecaedro, la Terra, l'icosaedro,Venere, l'ottaedro ed infine Mercurio. Questo complesso
sistema è rappresentato nel disegno ,fatto da Keplero stesso, che abbiamo messo in copertina.
Non voglio annoiarvi oltre e quindi vi auguro una BUONA LETTURA ed anche delle buone vacanze.

                                                                        Patrizia Davini
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                 Un concorso che non finisce mai di stupire

 “Liberi di Scrivere”,il concorso per giovani talenti letterari, è arrivato quest'anno
 alla XXI edizione,ma nonostante il tempo è ancora vivace e fresco come “il primo
 giorno”.
 Il Leone se n'è spesso occupato negli anni, pubblicando mensilmente le opere più
 significative,ma questa volta l'occasione è particolarmente ghiotta perché tra i
 vincitori c'è anche uno dei nostri redattori,Jonathan De Luca.
 Non trascurando di complimentarci con i primi arrivati ex equo,( Niccolò
 Giannetti,Ottavia Cordone,Lorenzo Frosali,Giorgia Salvatori e Giovanna Orlandini),
 permetteteci di onorare il nostro Jonathan pubblicando la sua
 poesia,eccola:

                             Io,Foscolo e Leopardi

                “ Forse perché della fatal quiete tu sei l'immago”
                            a me si cara vieni oh sera
                          Oh sera a me sì cara non vieni

                        Forse perché con te porti il timore
                             porti il dolore improvviso
                       di una straziante morte di mio padre

                   Forse perché sei l'immagine della malinconia
                               una potente magia
                    un'emozione che tutte le altre si porta via.

                 Ma anche quando diventa ingombrante il pensare
                   il naufragar mi è dolce in questo nero mare.

                                                 Jonathan De Luca
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                                Le interviste del Leone

            Eurosport 2019:la grande affermazione del Roncalli

Oggi abbiamo intervistato tre atlete della squadra di atletica della nostra scuola che
ha partecipato ad Euroschoolsport 2019.
Sono sedute di fronte a noi Giada Sprugnoli, Giulia Bandini ed Emilia Checcucci e
con loro parleremo della partecipazione a questa edizione tenutasi in Belgio,
precisamente a Ronse ,dal 5-11 maggio 2019. Le nazioni partecipanti erano: Italia,
Belgio, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia e Polonia.
                                                      Buonasera,innanzitutto vi ringraziamo
                                                      per la vostra disponibilità a parlare
                                                      dell'esperienza appena conclusasi e per
                                                      prima cosa vorremmo sapere da quanti
                                                      atleti era composto il vostro team.
                                                      R: Il gruppo era composto da sedici
                                                      persone che hanno praticato i seguenti
                                                      sport: Floorball femminile, Calcetto
                                                      maschile, Arrampicata, Staffetta, Bici-
                                                      corsa.
                                                      D:Molto interessante,ma come vi siete
                                                      classificate?
R: Siamo arrivate al 3° posto nella classifica generale, con 73 punti.
D: Quali erano gli sport praticati in gara?
r: Per le femmine il Floorball, per i maschi il Calcetto e per entrambi i sessi il Duathlon (500
metri di Corsa e 1000 in bici ) e l’Arrampicata.
D: Potreste dirci qualcosa di più sul Floorball ?
r: Il Floorball e’ uguale all’Hockey, ma fatto in palestra, con palla e mazze e la particolarità
di non giocare sul ghiaccio.
D: In quali discipline avete vinto?
R: Ci siamo classificate al primo posto nell’Arrampicata femminile; al secondo posto nel
Calcetto maschile; al quarto nel Floorball; al quinto nella Staffetta femminile e al sesto
nella Staffetta maschile e infine al quarto posto nella Staffetta mista. Tuttavia la nostra
soddisfazione più grande è stata nella classifica a squadre nella quale ci siamo classificati al
terzo posto.

D: Vi è piaciuta questa esperienza?

R: Sì, molto! Anche se durante le gare ci siamo stancati molto, però in fondo ci siamo
divertiti davvero.
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D: La sera che cosa facevate?

R: Prevalentemente stavamo in casa, in famiglia; ma qualche volta siamo andati a ballare o
uscivamo.

D: Dopo aver gareggiato che cosa facevate?

R: Visto che eravamo impegnate sia la mattina sia il pomeriggio, ma solamente tre giorni,
                                               quando eravamo liberi, tornavamo a scuola
                                               per fare pranzo, perché avevamo la mensa lì.

                                                  D: Avete avuto l'opportunità di fare i
                                                  turisti?
                                                  R: Certo! Ci hanno portato a visitare alcune
                                                  città: Ronse, Gent, Bruxelles.
                                                  D: La preparazione atletica per questa
                                                  manifestazione sportiva vi ha impegnato
                                                  molto?

R: Una volta la settimana venivamo a scuola a fare un allenamento di due ore e ci
preparavamo per il Floorball e la Corsa. Nella parte finale della preparazione abbiamo fatto
sei ore di Arrampicata in palestra, a Siena, quindi due allenamenti il giorno, dalle 14 alle 20 a
Poggibonsi.

D: Per fare questo tipo di esperienza avete superato una selezione?

R: Sì, c’era una selezione ! E in base agli sport praticati e al tempo impiegato, siamo state
scelte dalle professoresse Silvia Nencini e Tiziana Bocci. Per essere selezionate contava
molto la presenza agli allenamenti.

D: Avevate una divisa?

R: Sì! Una per Floorball e una per la Corsa; la divisa per l’Arrampicata era uguale a quella
della Corsa e avevamo delle scarpette idonee per l’Arrampicata.

D: Quanto siete stati in Belgio?

R: Una settimana. Eravamo collocate presso delle famiglie che ci hanno ospitato.

D: Avete socializzato con altri partecipanti alla manifestazione?

R: Sì, perché in famiglia con noi c’erano anche due ragazzi polacchi.

D: La mensa della scuola che vi ospitava era gratuita? R: Sì!

 Prima di terminare il nostro incontro le ragazze ci hanno raccontato che ogni Paese aveva
portato del cibo tipico per farlo conoscere alle altre squadre.
                                         Valentina Leo, Khrystyna Klyusyk, Genny Nebiu
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                                          Il Ponte Carlo

Uno dei monumenti più famosi della Repubblica Ceca è il Ponte Carlo di Praga. Questo ponte lo si
                                                      deve al re di Boemia ed imperatore del Sacro
                                                      Romano Impero Carlo IV,il quale ne ordinò la
                                                      costruzione nel 1357, all'architetto Petr Parléř,
                                                      famoso anche per aver costruito la Cattedrale di
                                                      San Vito ed il Castello di Praga. Fu terminato nel
                                                      1402. Esso misura 20 metri di larghezza e 115
                                                      metri di lunghezza e proprio collega la Città
                                                      Vecchia al quartiere di Malà Strana. Venne
                                                      edificato per sostituire il Ponte di Giuditta (che
                                                      fu il primo ponte in pietra ad essere costruito
                                                      sul fiume nel 1170), spazzato via da una piena
                                                      della Moldava nel 1342. Il momento della
fondazione del nuovo Ponte venne stabilito dai principali astrologi dell’epoca: il 9 luglio 1357 alle
ore 5,31 (135797531), un triangolo magico di numeri che doveva preservare nei secoli il Ponte.
Secondo una leggenda, si dice che all'atto di costruire il ponte, all'impasto della malta vennero
aggiunti dei tuorli d'uovo, al fine di renderne più solida la struttura. Carlo IV chiese a tutti i
villaggi del regno di contribuire alla costruzione. Per fortificare maggiormente il ponte alle due
estremità ci sono due torri. Percorrendo il ponte si possono notare delle statue situate ai due lati
alcune sono:la statua di san Giuseppe;statua di San Francesco d’Assisi: Statua San Giovanni
Battista ed altre ancora;ma la più importante è la statua di San Giovanni Nepomuceno,opera di
Matthias Rauchmüller del 1683 . Fu la prima statua ad essere posta sul ponte, infatti dicono che
essa porti fortuna. Una leggenda dice che chi se si tocca la lapide alla base della statua si riceve
fortuna per i successivi dieci anni e viene assicurato il proprio ritorno a Praga. Sul Ponte Carlo,
poi, aleggiano anche altre leggende. Una di queste è legata ai gruppi scultorei, che rappresentano
un percorso ideale che porta al Crocifisso, il simbolo di convergenza delle energie dell’universo.
Secondo la leggenda queste statue, di notte, si animano per accudire i bambini che vivono
nell’isola di Kampa, l’isola del fiume. L’altra racconta che San Giovanni Nepomuceno, il protettore
dei ponti, nel XIII secolo fu buttato nel fiume, nel
punto dove c’è la croce a cinque punte, per volere
del re Venceslao, adirato perché il Santo non gli
aveva riferito il contenuto della confessione della
moglie. Il suo corpo è stato cercato inutilmente
fino a quando, sulla superficie del fiume, si sono
visti cinque punti luminosi simili a cinque stelle e,
proprio là sotto, c’era il corpo di San Giovanni, che,
per questa ragione, viene raffigurato con un’aureola
dorata incastonata da cinque stelle. Ed il mito
continua, raccontando che se, con la mano sinistra si toccano contemporaneamente la croce e le
stelle, il desiderio espresso si avvera; mentre se si tocca la statua si avrà fortuna e si tornerà a
Praga. Non mancano, poi, i Vodnik, i folletti verdi che popolano il fiume Moldava e che curano le
anime di chi vi annegano.

                                                                 Valentina Leo e Genny Nebiu
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Pag.7

                                     Il Vicolo dell'Oro
                                 una stradina ricca di fascino

La via è situata nella parte nord-orientale dell'area del Castello di Praga, a sud-est rispetto
                                                       ai Giardini reali e nei pressi del Convento
                                                       di San Giorgio e i suoi confini sono
                                                       "segnati" dalla "Torre Bianca" e dalla
                                                       “Torre Nera “.
                                                       La parte inferiore della “ Torre bianca ”
                                                       era usata come carcere e vi fu
                                                       imprigionato l'alchimista Edward Kelli. La
                                                       torre fu utilizzata come carcere fino a
                                                       metà del XVIII secolo.
                                                       E' una delle strade più importanti di Praga
                                                       ed è caratterizzata da una fila di 11 bassi
                                                       edifici variopinti, che furono costruiti in
stile manieristico a partire dalla fine del XVI secolo, inizialmente per ospitare le 24 guardie
dell'imperatore Rodolfo II d'Asburgo(1522-1612)e le relative famiglie.Nella via
risiedettero, per un breve periodo, anche famosi scrittori, quali Franz Kafka e Jaroslav
Seifert.
Oggi la via, uno dei luoghi più visitati della capitale della Repubblica Ceca, è completamente
restaurata e nelle casette che vi si affacciano sono stati ricostruite dimore popolari simili a
quelle che vi si trovavano fino al 1956, anno in cui gli ultimi residenti del vicolo furono
trasferiti in altre abitazioni.
La via deve il proprio nome agli orafi che in seguito la abitarono.
È conosciuta anche come "Via degli Alchimisti", in base ad una leggenda secondo la quale
sarebbero vissuti qui anche degli alchimisti (in realtà residenti in una via vicina)che
cercavano di tramutare il ferro in oro per Rodolfo II d'Asburgo e di produrre la pietra
filosofale e degli elisir di lunga vita.Tra le varie
case quella più visitata è sicuramente quella al
numero civico 22, ossia la dimora di Kafka e di sua
sorella Ottla dal 1916 al 1917.Durante la sua
permanenza lo scrittore scrisse alcuni brevi
romanzi fra cui quello intitolato “il Castello ”.
Un altro scrittore ceco, è il premio nobel Jaroslav
Seifert., che visse in questa strada nel 1930, in un
edificio ora demolito situato tra il Vicolo dell'oro
e la Torre Dalibor.
Un' altra casa importante è la numero 14, dove
risediette la chiromante Matylda Průšová, a partire dal 1918. Soleva consultare la sua sfera
di cristallo e raccontare ai forestieri la loro sorte. Alla fine della seconda guerra mondiale
venne uccisa dalla Gestapo in quanto aveva predetto la fine di Hitler.

                                                                            Elena Ferrara
La Voce del Leone PRAGA - magica e misteriosa - Roncalli Sarrocchi
Pag.8

                                  La Torre dell'Orologio

Non si può andare a Praga senza andare a vedere in Piazza della Città Vecchia l'Orologio
astronomico del municipio. L'opera risale al periodo medievale ed ha una storia molto
interessante ma travagliata.
Il meccanismo dell'orologio,nella sua parte più antica,è stato costruito nel 1410 dal maestro
d'orologeria Nicola da Kadaň e dal professore dell'Università Carlo di Praga Jan Šindel.
                                   In tempi successivi,intorno al 1490, furono aggiunti il
                                   quadrante del calendario e le sculture gotiche che decorano
                                   la facciata del municipio. L'orologio si guastò più volte,la
                                   prima fu nel 1552, e Jan Taborský che lo riparò ne attribuì
                                   la costruzione ad Hanuš di Růže( a proposito di quest'ultimo
                                   è nata una leggenda di cui parleremo dopo),ma anche in
                                   seguito le riparazioni furono frequenti.
                                   Le statue mobili furono aggiunte nel XVII secolo,mentre le
                                   figure degli apostoli solo nel 1865-1866 e furono istallate
                                   durante una riparazione. L'orologio non fu risparmiato
                                   nemmeno dalla seconda guerra mondiale,infatti fu
                                   seriamente danneggiato nel 1945 dalle bombe che si
                                   abbatterono su Praga tra il 7 e l'8 maggio. Fu riparato nel
                                   1948 e tornò finalmente a funzionare.
                                   Il quadrante astronomico, particolarmente interessante
                                   dato che è a forma di astrolabio (lo strumento che nel
Medioevo serviva per determinare la posizione delle stelle) ha sullo sfondo del quadrante la
Terra fissa nel cielo attorno alla quale si
muovono quattro meccanismi:un anello
zodiacale,un anello esterno rotante,una lancetta
con il simbolo del Sole e una con il simbolo della
Luna.Tra le cose più curiose ,tuttavia, c'è il
fatto i numeri romani posti sul bordo del
quadrante indicano l'ora di Praga, mentre le
curve dorate che dividono la zona blu in dodici
parti segnano le ore ,intese come 1/12 del
tempo che intercorre tra l'alba e il
tramonto,vale a dire le “ore planetarie”.La
lunghezza delle ore così calcolate varia a
seconda delle stagioni,con l'allungarsi o
l'accorciarsi delle giornate.Molto interessanti
sono le quattro figure che fiancheggiano
l'orologio e che si animano allo scoccare di ogni ora. Ognuna di esse,ad eccezione dello
scheletro che simboleggia la morte, rappresenta uno dei vizi capitali: il turco la lussuria, il
personaggio con lo specchio la vanità e il viandante con la borsa (in origine un usuraio ebreo,
sostituito dopo la seconda guerra mondiale) l'avarizia. Allo scoccare dell'ora lo scheletro
suona una campana tirando la fune con la mano destra e capovolge la clessidra che ha nella
La Voce del Leone PRAGA - magica e misteriosa - Roncalli Sarrocchi
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sinistra, nel frattempo il turco, l'avaro e il lussurioso fanno no con la testa; a questo punto
esce il corteo con i dodici apostoli (11 apostoli più San Paolo) che, a coppie, si inchinano alla
                                                    folla, Le finestre che fanno uscire le statue
                                                    si aprono contemporaneamente.
                                                    La prima figura ad uscire dalla finestra sulla
                                                    destra è San Paolo (con in mano un libro e
                                                    una spada), seguito da Tommaso (con una
                                                    lancia), Giuda che porta un libro, Simone con
                                                    una sega e Bartolomeo con un libro. Mentre
                                                    dalla seconda finestra, escono Pietro con una
                                                    chiave, Matteo con un'ascia, Giovanni con un
                                                    serpente, Andrea e Filippo con una croce e
                                                    Giacomo con una mazza, alla fine dello
                                                    spettacolo il gallo, sopra le finestre
dell'orologio, canta l'ora suonata. Infine, il calendario posto al di sotto dell'orologio
astronomico,aggiunto nel 1870, è una copia del dipinto del pittore boemo Josef Manes ed è
formato da dodici medaglioni raffiguranti scene di vita rurale associate ai dodici mesi
dell'anno. I personaggi ai lati del calendario raffigurano le principali materie dell'epoca: a
partire da destra, la prima figura rappresenta un sapiente che legge un libro e simboleggia la
Filosofia; la seconda figura rappresenta
anch'essa un sapiente che reca in mano un
cannocchiale e simboleggia l'Astronomia; la
terza figura rappresenta un angelo con la
spada e scudo e simboleggia la Teologia; la
quarta figura rappresenta ancora un
sapiente che esamina una pergamena e
simboleggia la Matematica o la Storia.
Adesso parliamo della leggenda più
famosa,quella del mastro orologiaio Hanuš z
Růže. Si racconta che nel 1490 i
Consiglieri della città incaricarono Hanuš
z Růže di aggiungere dei meccanismi all'orologio per renderlo il più bello d'Europa.
L'artigiano fu così abile da creare un opera così straordinaria che altre corti europee
gli commissionarono orologi come quello di Praga. Alla notizia di ciò alcuni consiglieri,
temendo che ne progettasse uno più bello, assoldarono degli uomini per assalire il
maestro ed accecarlo. E così fu. Hanuš morente chiese di poter ascoltare da vicino,
per l’ultima volta, gli ingranaggi che muovevano il suo capolavoro. Con il suo assistente
si arrampicò sulla torre medievale e avendo scoperto la motivazione dell’orribile atto
che lo aveva reso cieco, abbassò una leva e i meccanismi si fermarono e solo lui ne
conosceva il funzionamento. In quel momento Hanuš morì, e per molto tempo Praga
rimase senza il suo meraviglioso orologio. Si dice anche che il maestro prima di spirare
avesse mandato una maledizione su coloro i quali avessero tentato di aggiustare il suo
capolavoro,infatti queste persone morivano o diventavano pazze.
                                                                            Gutemberg
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                       L'interprete delle angosce del Novecento

       «L'uomo non può vivere senza una fiducia permanente in qualcosa di
        indistruttibile dentro di sé, anche se entrambi hanno qualcosa di
               indistruttibile e la sua fiducia in esso può rimanere
                         permanentemente nascosta da lui”

Lo scrittore di cui parleremo oggi rappresenta ,meglio di altri, la difficoltà di trovare una
propria dimensione umana e una identità tipiche dell'umanità contemporanea.
Frank Kafka nacque in una famiglia ebraica della classe media praghese di lingua tedesca e
intraprese una formazione giuridica ottenendo dopo la laurea un lavoro in una compagnia di
assicurazioni.
Frank iniziò a scrivere racconti nel tempo libero, lamentandosi sempre del poco tempo a
disposizione per dedicarsi a quella che considerava la sua vocazione, essere scrittore.
Viene ritenuto una delle maggiori figure della Letteratura del XX secolo e un importante
esponente del Modernismo (corrente che ricercava: nuove forme di scrittura, opere in più
lingue,utilizzo di miti e leggende, distacco dell'opera dallo scrittore e utilizzo di temi-tabù)
e del Realismo magico,conosciuto in Letteratura come Realismo fantastico (un filone
attribuito a determinate elementi magici che appaiono in un contesto altrimenti realistico ).
La maggior parte delle sue opere furono pubblicate postume da un suo amico,Max Brod.
Tutti i suoi scritti sono pregni di temi e archetipi di alienazione, di senso di colpa e
impotenza del singolo di fronte al mondo e alla burocrazia, di brutalità fisica e psicologica, di
conflittualità genitori-figli.
I personaggi sono in preda all'angoscia esistenziale o avvolti da labirinti burocratici e
trasformazioni mistiche. Le tematiche di Kafka, il senso di smarrimento e di angoscia di
fronte all'esistenza, caricano la sua opera complessiva di contenuti filosofici che hanno
stimolato l'esegesi dei suoi libri specialmente a partire dalla metà del Novecento è
frequente imbattersi in una forma di crisi psicologica che pervade il protagonista, sino
all'epilogo della narrazione, e che lo getta in modo progressivo in un'attenta analisi
introspettiva.
Un esempio può esser riscontrato in La metamorfosi,dove il protagonista dopo essersi
trasformato in uno scarafaggio, rende problematica la vita della sua famiglia, essendo l'unico
che va a lavorare, la famiglia cerca di campare a di andare avanti ma con enormi difficoltà e
insuccessi, alla fine il protagonista anche se relegato in un orribile corpo, ha sempre una
coscienza umana e vedendo ciò arriva a decidere, riuscendoci, di lasciarsi morire di fame per
non essere più di peso agli altri.
Come ogni autore allegorico, Kafka rappresenta una vicenda per "dire altro"; ma questo
"altro",il narratore che parla della storia, resta indecifrabile e dunque indicibile.
Il termine "kafkiano" è entrato nella lingua italiana per descrivere situazioni esistenziali
paradossali, e in genere angoscianti, che vengono accettate come status quo, implicando
l'impossibilità di qualunque reazione tanto sul piano pratico quanto su quello psicologico.

                                                                       Pietro Vezzaro
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                                   La Primavera di Praga
La Primavera di Praga,è stato un periodo storico di liberalizzazione politica avvenuto in
Cecoslovacchia durante il periodo sottoposto al controllo dell'Unione Sovietica, dopo gli
eventi successivi alla seconda guerra mondiale e nell'ambito della guerra fredda. Ebbe inizio
il 5 gennaio 1968, quando il riformista slovacco Alexander Dubček salì al potere,e terminò il
20 agosto dello stesso anno, quando un corpo di spedizione militare dell'Unione Sovietica e
degli alleati del Patto di Varsavia invase il Paese. Le riforme furono un tentativo da parte di
                                   Dubček di concedere nuovi diritti ai cittadini grazie ad un
                                   decentramento parziale dell'economia. Le libertà concesse
                                   inclusero una diminuzione delle restrizioni alla libertà di
                                   stampa e di movimento. Dopo una discussione nazionale sulla
                                   possibilità di dividere il Paese in una federazione di tre
                                   repubbliche, Boemia, Mo ravia-Slesia e Slovacchia, Dubček
                                   sostenne la decisione della divisione della Cecoslovacchia in due
                                   nazioni: la Repubblica Ceca e la Repubblica Slovacca. Questo è
                                   stato uno dei pochi cambiamenti sopravvissuti alla fine della
                                   Primavera di Praga. Le riforme, in particolare quelle per il
                                   decentramento delle autorità amministrative e le libertà di
                                   espressione, non furono assecondate dai sovietici che inviarono
                                   migliaia di soldati e carri armati del Patto di Varsavia ad occupare
                                   il paese. Si verificò una grande emigrazione verso i paesi
dell'Europa occidentale, mentre le proteste non violente furono all'ordine del giorno, tra cui
la protesta-suicidio dello studente Jan Palach e di altre persone che lo emularono. La
Cecoslovacchia rimase occupata fino al momento della caduta del Muro di Berlino che segnò la
fine del blocco sovietico. Dopo l'invasione, la Cecoslovacchia entrò
in un cosiddetto periodo di normalizzazione: i leader successivi
ripristinarono le condizioni politiche ed economiche venute prima di
Dubček, grazie al controllo del Partito Comunista di Cecoslovacchia.
Gustáv Husák sostituì Dubček e divenne anche presidente,
annullando quasi tutte le riforme fatte dal suo predecessore.
Questo tragico evento ha ispirato la musica e la letteratura. In
Italia fu messo in musica dal cantautore Francesco Guccini (1970).
La canzone, dal titolo “Primavera di Praga”, fu cantata e incisa
anche dal complesso musicale I Nomadi. L'espressione- Primavera
di Praga- fu coniata ed usata dai media occidentali quando il fatto
acquistò rilevanza internazionale, ma solo in un secondo tempo si diffuse anche in Cecoslovacchia.
Per comprendere meglio quanto accadde a Praga è necessario approfondirne alcuni aspetti politici.
Infatti,la politica sovietica di appoggiare o imporre ,negli Stati satellite, governi di provata
fedeltà, usando se necessario anche la forza, divenne una triste realtà con la cosiddetta
“Dottrina Brežnev”, dal nome del capo sovietico Leonid Brežnev, che fu il primo a teorizzarla
pubblicamente, sebbene fosse stata utilizzata sin dai tempi di Stalin, fu alla base della
politica estera sovietica fino agli anni Ottanta. La dirigenza sovietica, dapprima usò tutti i
mezzi diplomatici possibili per fermare o limitare le riforme portate avanti dal governo
cecoslovacco, poi, vista l'inutilità di questi tentativi, optò per l'azione militare.
Pag.12

La stagione delle riforme in Cecoslovacchia terminò nella notte fra il 20 e il 21 agosto 1968,
quando una forza stimata fra i 200.000 e i
600.000 soldati e fra 5.000 e 7.000 veicoli
corazzati invasero il Paese. Le unità principali
che effettuarono l'invasione erano le
formazioni corazzate e meccanizzate del
Gruppo di forze sovietiche in Germania che
penetrarono in Cecoslovacchia dalla Sassonia.
Il grosso dell'esercito cecoslovacco,
obbedendo ad ordini segreti del Patto di
Varsavia, era stato schierato alla frontiera
con l'allora Germania Ovest, per facilitare
l'invasione e impedire l'arrivo di aiuti dall'Occidente. L'invasione coincise con la celebrazione
del congresso del Partito Comunista Cecoslovacco, che avrebbe dovuto sancire definitivamente
le riforme e sconfiggere l'ala stalinista. I comunisti cecoslovacchi, guidati da Alexander Dubček,
furono costretti dal precipitare degli eventi a riunirsi clandestinamente in una fabbrica, ed
effettivamente approvarono tutto il programma riformatore, ma quanto stava accadendo nel
paese rese i loro provvedimenti completamente inutili. Successivamente questo congresso del
Partito Comunista Cecoslovacco venne sconfessato e formalmente cancellato dalla nuova
dirigenza imposta da Mosca a governare il Paese. Le conseguenze furono di scarsa rilevanza. I
Paesi democratici si limitarono a proteste verbali, poiché era chiaro che il pericolo di confronto
nucleare al tempo della Guerra Fredda suggerì ai Paesi occidentali di non ingaggiare una sfida
militare nell'Europa centrale che avrebbe aperto a scenari di guerra atomica. Molto tempo
dopo,alla fine degli anni Ottanta, la politica dell'URSS subì una svolta radicale grazie al nuovo
segretario del Partito Comunista Sovietico, Michail Gorbačëv,il quale impresse un forte
                              cambiamento introducendo una nuova politica estera detta
                              “Dottrina Sinatra”. Fu così chiamata ,nel 1989, da Gennadij
                              Gerasimov (capo del Dipartimento Informazioni del Ministero
                              degli Esteri,ai tempi di Michail Gorbačëv,il nuovo segretario del
                              Partito Comunista sovietico) in virtù del nuovo corso politico dato
                              all'URSS che prevedeva una maggiore autonomia anche per le
                              nazioni del Patto di Varsavia. La conseguenza peggiore,dopo
                              l'occupazione, fu l'ondata emigratoria, stimata in 70.000 persone,
                              nell'immediato, e di 300.000 in totale, che interessò soprattutto
                              cittadini di elevata qualifica professionale. Gli emigranti riuscirono in
                              molti ad integrarsi senza problemi nei paesi occidentali in cui si
                              rifugiarono. La fine della Primavera di Praga aggrav ò la delusione di
                              molti militanti occidentali di sinistra nei confronti delle teorie
                              leniniste, e fu uno dei motivi della nascita delle idee euro
                              comuniste in grembo ai partiti comunisti occidentali. L'esito finale
di questa evoluzione fu la dissoluzione di molti dei partiti marxisti venti anni dopo, con la
caduta del Muro di Berlino. Dieci anni dopo, la Primavera di Praga passò simbolicamente il suo
nome ad un analogo periodo di liberalizzazione della politica cinese, noto come Primavera di
Pechino.                                                                    Fabrizio Giacomini
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                                    Le grandi biografie

                                        Franz Kafka

Franz Kafka fu uno scrittore boemo di lingua tedesca e origine ebraica, nacque a Praga ( in
Piazza della Città Vecchia) nel 1883 e morì nel 1924 a Vienna. Fu il primo di sei figli. Franz
                                 nacque quando la situazione economica del padre era
                                 solida, ed essendo l’unico maschio ricevette una buona
                                 educazione frequentando scuole tedesche della capitale.
                                 Si laureò in legge nel 1906 e nel 1907 entrò come
                                 impiegato in un’agenzia di assicurazioni praghese e
                                 nell’estate del 1908 in quella boema, nel 1922 Kafka
                                 richiese la pensione quando la tubercolosi, manifestatasi
                                 nel 1917, diventò sempre più grave, infatti, a poco più di
                                 quarant’anni, nell’estate del 1924 muore in una clinica nei
                                 pressi di Vienna. La sua vita si svolse prevalentemente a
                                 Praga, tranne alcuni viaggi compiuti per motivi di salute.
                                 Nonostante si fosse fidanzato due volte non si sposò mai.
                                 Dal 1917 in avanti s’interessò della questione ebraica
                                 seguendo i progressi del Sionismo e considerando la
                                 possibilità di trasferirsi in Palestina.
                                      Nella Letteratura europea possiamo collocarlo nel
                                      Novecento. Fu uno scrittore incondizionato, ma anche non
                                      condizionabile. Kafka iniziò presto a scrivere, cercando di
conciliare il lavoro e l’attività letteraria, ma essendo molto fragile di salute visse spesso
l’esistenza d’impiegato-scrittore come un conflitto, spesso esasperato. La sua prima
pubblicazione su di una rivista letteraria,l' Hyperion, è del 1908; si tratta di otto brevi
prose raccolte sotto il titolo di “Betrachtung” (contemplazione). Nella sua carriera riuscì a
scrivere romanzi e racconti, novelle e poemetti, note di diario e lettere. Egli ebbe sempre
con il padre un rapporto tormentato, documentato nella celebre e commovente "Lettera al
padre" (1919), mai consegnata al destinatario, nella quale si configurano in modo netto le
caratteristiche della complessa personalità dello scrittore e le origini familiari di molti dei
suoi tormenti, non agevolati neanche dai rapporti difficili anche con la madre e le tre
sorelle. Tra i numerosi racconti scritti da lui voglio ricordare: “Il fuochista” (1913);“La
metamorfosi” (1915); “La condanna” (1916); “Nella colonia penale” (1919). Tra le raccolte:
“ Meditazione” (1904-1912);“Un medico di campagna” (1914-17); “Un digiunatore” (1922-
1924).
“La metamorfosi” (1915),molto conosciuto ed emblematico, è un lungo racconto che ha come
protagonista Gregor Samsa, un commesso viaggiatore che, svegliandosi un mattino, si trova
trasformato in un grosso scarafaggio. Da quel momento la sua preoccupazione non è la
metamorfosi subita ma l'ansia di perdere il treno e di non finire gli affari necessari per
mantenere quella famiglia che è, poi, la prima a rifiutarlo e a provocarne la morte.
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Un orrore altrettanto forte si ha nelle pagine del racconto “Nella colonia penale” (1919),
                        dove con fredda precisione è descritto uno strumento di morte,
                        una macchina costruita per uccidere i condannati perforandoli con
                        aghi che incidono sul loro corpo il nome del reato commesso.
                         Questi scritti possono considerarsi la parte emergente di un'opera
                         che si sottrae a tracciati e recinzioni, in particolare quella legata ai
                         tre tentativi di romanzo pubblicati rispettivamente nel 1925 , nel
                         1926 ed infine nel 1927: "Il processo"; "Il castello"; "America".

                           I temi che Kafka affronta nelle sue opere sono vari: la solitudine,
                           l’isolamento, l’alienazione della società
                           industriale, il senso di colpa
dell'individuo (oppresso da forze anonime e misteriose), l’ansia
esistenziale, il conflitto tra padri e figli (la figura paterna
viene anche interpretata come personificazione del potere), il
rapporto tra l’Uomo e una divinità inafferrabile; le sue opere
sono caratterizzate da atmosfere molto inquietanti, a tratti
persino ossessionanti e claustrofobici, perché i personaggi di
Kafka sono sostanzialmente delle vittime dell’esistenza, che
appare dominata da forze misteriose e assurde.
                                   Attraverso questi temi Kafka
                                   riesce pienamente a
                                   rappresentare la crisi
                                   dell'uomo dell'inizio del Novecento, con tutte le
                                   contraddizioni e i disagi che derivano soprattutto dal
                                   grande sviluppo economico.
                                                                       Caterina Mostacci

                                                  Praga: Piazza della Città Vecchia

     statua di Kafka a Praga
BUONE VACANZE A TUTTI

              Ci rivediamo a Settembre!!!!!

           La Voce del Leone
       Redazione
De Luca J.;De Lucia L.; Ferrara E
    Gaggelli E.; Giacomini F.
 Guadagno N.; Klyusyk C.;Leo V.
Leoncini M.; Mostacci C.; Nebiu G.
   Verdiani A.;Vezzaro P.

    Caporedattore
      Marco Nesi
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