Nuova luce per il Duomo di Casalmaggiore
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Nuova luce per il Duomo di Casalmaggiore Si sono conclusi i lavori di installazione della nuova illuminazione a led nel Duomo di Casalmaggiore. La realizzazione, affidata alla ditta Polato Impianti Elettrici di Valeggio sul Mincio, è stata voluta dal parroco don Claudio Rubagotti e dai suoi collaboratori per intervenire sui costi proibitivi dovuti a un impianto ormai vetusto. L’inaugurazione, anticipata durante la Messa di San Giuseppe con una parziale accensione del nuovo impianto, ha avuto luogo durante la Veglia di Pasqua. «Oltre a voler onorare la memoria di don Alberto Franzini, che aveva progettato nel 2002 l’allora nuova illuminazione – dichiara don Rubagotti – c’è anche un discorso economico ed ecologico. Ora abbiamo un’illuminazione decisamente migliore a metà del costo». Citando il Salmo 36, «alla tua luce vediamo la luce», il parroco ragiona sul senso di intraprendere quest’intervento in un tempo oscuro come quello attraversato. «Dare nuova luce al nostro Duomo – conclude – permette la visione dei suoi stucchi, affreschi, quadri finora nascosti dalle tenebre e consente di rigustare i colori della vita. Come in antichità, durante i momenti di oscurità è bello far festa. E l’assemblea vedrà che l’atmosfera creata è davvero festosa». Sara Pisani
Diario da Salvador de Bahia: tra segni di ripresa e speranza All’inizio del mese di maggio arriva dal Brasile il consueto resoconto mensile in cui don Davide Ferretti racconta la vita della comunità di Gesù Cristo Risorto, che guida insieme a don Emilio Bellani a Salvador de Bahia. I giorni di Pasqua sono certamente stati i più importanti e i più carichi di significato. Una Pasqua anche qui particolare, come un po’ in tutto il mondo. Ma almeno celebrata con i parrocchiani, visto che l’anno scorso non si era potuto. Nei giorni prima di Pasqua con don Emilio siamo passati casa per casa nel quartiere, dai bambini più piccoli, a distribuire un dolce (una piccola colomba) apprezzata da tutti, cattolici e non. Un segno per augurare alle famiglie buona Pasqua, ricordandone il significato (vi assicuro che non tutti sanno cos’è la Pasqua!). Non potendo fare molto, abbiamo cercato di vivere al meglio i giorni del Triduo: la Messa in “Cena Domini” (più “merenda” forse, visto che a causa del coprifuoco alle 18 abbiamo dovuto celebrarla alle 16) con una grande partecipazione, anche se a numero chiuso, e con un po’ di preghiera personale al termine. Il Venerdì Santo con la Via Crucis dei giovani alle 9 del mattino, con una quarantina di giovani che l’hanno animata; altra celebrazione del pomeriggio, anche quella abbastanza partecipata. Qui il Venerdì Santo, tradizionalmente, è giorno di grande baldoria, non come nella tradizione italiana. La Messa di Pasqua è stata celebrata alle 4 del pomeriggio e senza alcuni segni propri, ma quest’anno è così. Per dare un po’ di solennità abbiamo pensato, distanziamento permettendo, di invitare a pranzo in parrocchia il sabato i
ragazzi della prima comunione e la domenica i responsabili delle varie comunità. Purtroppo il pranzo del sabato è saltato causa pioggia abbondante ed è stato spostato al sabato successivo. La domenica di Pasqua, dopo la Messa, gli auguri in strada con la distribuzione di un litro di latte alle persone di passaggio. Con la Pasqua è arrivato l’autunno e anche un po’ di pioggia; l’aria si è per qualche giorno rinfrescata (26/27 gradi). Con il conseguente piccolo allagamento di qualche strada e qualche casa (niente a che vedere con quello che era successo l’anno scorso). Durante tutto il mese di aprile sono state distribuite molte ceste basiche. La situazione non è facile per molte famiglie. Don Emilio conosce personalmente tante situazioni al limite. La pandemia in diversi casi sta creando molte difficoltà. Mi è stato chiesto di dare qualche notizia riguardo la pandemia, viste le notizie che arrivano in Italia. Qui a Salvador sono iniziate alcune riaperture. Il virus c’è ancora e purtroppo anche i morti, ma la pressione sugli ospedali è decisamente calata rispetto al mese di marzo o inizio di aprile. Noi in parrocchia, con molta attenzione, stiamo riaprendo alcune attività: è ripresa la catechesi per i ragazzi della prima comunione (per la preparazione alla
cresima in realtà non si è mai fermata). I ragazzi vanno ricontattati tutti personalmente, perché non è scontata la loro partecipazione e nemmeno la loro ripresa. Le famiglie a volte sono assenti e sono i ragazzi stessi che chiedono di fare questo passo. Altre volte bisogna verificare se le famiglie sono ancora d’accordo, perché magari nel frattempo sono passate a qualche altra chiesa protestante: qui è una cosa abbastanza comune. È cominciato la danza per le bambine più piccole (quelle grandi avevano ripreso qualche tempo fa) e a inizio maggio riprenderanno gli allenamenti del calcio. Le previsioni parlano di una ripresa a maggio anche della scuola e delle spiagge. Proprio in questi giorni viene somministrata la seconda dose del vaccino alle presone sopra i 60 anni e, almeno la prima dose, ai professori. Con la ripresa di alcune attività sono ricominciati anche gli incontri diocesani per il clero (era più di un anno che non si tenevano) e anche quelli zonali, che in realtà nella nostra zona già alcune volte avevamo fatto. Anche questi evidentemente con tutte le attenzioni possibili. Piccoli segni di ripresa e di speranza. don Davide Ferretti fidei donum a Salvador de Bahia Il Vescovo Busca a Bozzolo: «Incrementare la fama di
santità di don Primo vuol dire incrementare la devozione e la preghiera di intercessione a lui» «Incrementare la fama di santità di don Primo vuol dire incrementare chiaramente la devozione e la preghiera di intercessione a lui. Lo possiamo pensare così, come a uno a cui ci si rivolge non soltanto per un insegnamento, ma per ottenere attraverso di lui grazie». Queste le parole del vescovo di Mantova, mons. Marco Busca, nell’omelia della Messa presieduta domenica 11 aprile nella chiesa parrocchiale di Bozzolo nel 62° anniversario della morte di don Mazzolari, di cui ha voluto ricordare che «molti hanno testimoniato fin dagli inizi che era un prete santo, sapientemente santo, autenticamente santo». La liturgia, svoltasi nella chiesa che custodisce le spoglie del celebre parroco, oggi servo di Dio del quale è in corso la causa di beatificazione, è stata, concelebrata dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, dal parroco di Bozzolo, don Luigi Pisani, insieme ad alcuni altri sacerdoti. Photogallery della celebrazione Dal 1960 ad oggi è quasi sempre stato un vescovo o un cardinale a celebrare l’Eucarestia in una data a ridosso dell’anniversario della morte di Mazzolari (avvenuta il 12 aprile 1959), segno della devozione e della fama di santità che il servo di Dio gode dentro e fuori della nostra chiesa locale: la celebrazione dell’Eucaristia perché continui nella comunione della preghiera un rapporto che la morte non ha interrotto e un convegno per continuare a studiare e a far
conoscere il pensiero di don Primo che si è svolto online il giorno precedente. Anche quest’anno una celebrazione partecipata, pur nel rispetto delle norme vigenti dovute alla pandemia, iniziata con il saluto del sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio e il benvenuto a mons. Busca da parte del vescovo Napolioni. iFrame is not supported! Il vescovo Busca nella sua omelia ha preso spunto dal racconto degli Atti degli apostoli della liturgia del giorno, dove viene descritta la condivisione dei beni da parte dei primi cristiani: «Verrebbe spontaneo costruire una riflessione su don Primo a partire dalla sua sensibilità per i diritti della giustizia, il senso dell’uguaglianza di tutti gli uomini e della loro dignità: diversi approcci sociali, economici e politici hanno cercato di interpretare il pensiero di don Primo come profeta di un umanesimo sociale finalizzato a correggere le disuguaglianze e a promuovere la giustizia». Una riflessione, quella del vescovo di Mantova, proseguita rileggendo il passo evangelico proposto nella seconda Domenica di Pasqua, quello di Tommaso, che «arriva a questa fede piena. E don Primo ha confessato questa stessa fede in Cristo perfettamente uomo e perfettamente Dio. Io credo che ricordare don Primo significhi innanzitutto ricordare un credente in Cristo». E ancora: «Precisare quale fama di santità avvolge la persona di don Primo. Direi cosi: la sua adesione al Vangelo in quanto totalizzante la vita è la sua santità. Il Vangelo era tutto per don primo e don Primo era tutto per Vangelo. Molti hanno testimoniato fin dagli inizi che don Primo era un prete santo, sapientemente santo, autenticamente santo e profondamente umanissimo». «La fama di santità di un servo di Dio – ha sottolineato ancora mons. Busca – non significa soltanto ammirare le sue virtù eroiche. Noi sappiamo che con i morti che sono più vivi di noi c’è un legame vitale. È il legame della comunione dei
santi. E perciò noi possiamo ricorrere all’intercessione dei morti. Chiedendo che ci aiutino nella fede e ci soccorrano nei bisogni del nostro cammino». E ha precisato: «Incrementare la fama di santità di don Primo vuol dire chiaramente incrementare la devozione, la preghiera di intercessione a lui. Lo possiamo pensare così come a uno a cui ci si rivolge non soltanto per un insegnamento ma per ottenere attraverso di lui grazie». iFrame is not supported! Proprio alla luce di queste parole ha trovato senso il consueto con un omaggio sulla tomba di don Mazzolari, che i due vescovi hanno rinnovato al termine della Messa. “Ho bisogno di amicizia”, presentato il carteggio tra don Mazzolari e don Astori Associazioni e movimenti ecclesiali sempre più coinvolti nella vita della Chiesa diocesana Valorizzare la presenza e il carisma delle associazioni e dei movimenti ecclesiali presenti sul territorio diocesano perché possano essere risorsa preziosa per l’intera Chiesa cremonese. L’obiettivo è chiaro. Le modalità tutte da costruire, insieme. Per questo nella mattinata di sabato 22 maggio, in Seminario, il vescovo Antonio Napolioni ha voluto incontrare i
rappresentati di tutte le aggregazioni ecclesiali per sviluppare un processo, in stile sinodale, capace di guardare al futuro. Fotogallery dell’incontro Non a caso l’incontro è stato promosso alla vigilia della Pentecoste, come ha sottolineato il vicario per la pastorale, don Gianpaolo Maccagni, nell’introduzione dopo la preghiera comunitaria. Evidenziando anche la disponibilità di tutte le realtà associative a rispondere con convinzione ed entusiasmo all’invito del Vescovo. Un incontro che ha voluto essere occasione per ritessere le fila, dopo un anno segnato dal distanziamento forzato, e in qualche modo aggiornare la fotografia delle realtà associative presenti in diocesi. Introduzione di don Maccagni iFrame is not supported! Prima di prendere la parola il Vescovo ha voluto fare un giro di presentazione tra i presenti, da cui è emerso un ventaglio di carismi e specificità molto differenti tra loro: gruppi di preghiera accanto a realtà impegnate sul versante della carità, del volontariato, della difesa della vita o dell’accompagnamento dei più fragili, ma anche gruppi di insegnanti e associazioni di stampo culturale, educativo e aggregativo, anche attraverso lo sport. Piccole realtà, a volte esigue anche nel numero degli aderenti oltre che per la loro diffusione, accanto invece ad associazioni fortemente radicate sul territorio e persino di respiro nazionale o internazionale.
Incontri del vescovo con queste realtà non sono mancati anche in passato e alcune di loro sono pure rappresentate negli organismi diocesani. «Ma non basata!», ha detto monsignor Napolioni, sottolineando un bisogno di condivisione e testimonianza che sappia superare i modelli portati avanti sino ad ora. Da qui l’ipotesi di nuove modalità di confronto a partire da precise tematiche, in sintonia e relazione con il lavoro degli uffici diocesani, cui affiancarsi e collaborare all’interno delle quattro aree pastorali, facendo in modo che il contributo di ciascuno risulti ancora più prezioso. Intervento del vescovo Napolioni iFrame is not supported! Un colloquio che ha lasciato presto spazio proprio al confronto con i presenti. Tanti i temi emersi. Dalla necessità di uscire dall’autoreferenzialità e saper instaurare collaborazioni a partire da elementi comuni, alla consapevolezza che ogni realtà esprime un particolare carisma. Dalla necessità di individuare priorità, al desiderio di poter dare il proprio contributo alle parrocchie e alla diocesi.
Interventi cui ha fatto seguito una sintetica presentazione delle quattro aree pastorali prima del “compito a casa” affidato dal vescovo a ciascun gruppo: individuare con quale di queste aree (una o anche più) possano esserci maggiori affinità per iniziare un cammino di condivisione attraverso la presenza in esse di alcuni dei propri associati. Più che un tavolo di lavoro comune, come è stato sino ad ora, la prospettiva ora è di strutturare un coinvolgimento sistematico nelle quattro aree pastorali, ognuna delle quali designerà due propri rappresentanti nel rinnovato Consiglio pastorale diocesano che avvierà i propri lavori il prossimo anno. Lo scopo è quello di reimpostare le modalità di valorizzazione delle esperienze di associazioni e movimenti nel cammino pastorale della Chiesa cremonese. Con l’obiettivo di vedere i gruppi laicali sempre più coinvolti nella vita della Chiesa diocesana.
Fare bene il bene: la formazione degli educatori e i primi strumenti per gli animatori (VIDEO) Far bene il bene. È questo il motto che l’équipe educativa FOCr ha scelto per aiutare le comunità e gli oratori nella informazione e formazione sul tema delicato della Tutela dei minori e delle persone svantaggiate e fragili. In più è stata elaborata un’icona di riferimento – con il contributo di Lucia Cariani – che riprende l’episodio di Emmaus adattandolo alla strada che i ragazzi in età evolutiva affrontano. I colori caldi e luminosi sono stati appositamente individuati per cogliere il valore educativo della tematica, di per sé delicata e fonte di giusta attenzione da parte degli adulti. Il 19 aprile si è tenuto un webinar a iscrizione per gli educatori maggiorenni che ha affidato ad Anna Deodato, del servizio nazionale Tutela, un focus di approfondimento sul tema. L’ospite ha incentrato la propria relazione sulle dinamiche dell’abuso e sulle caratteristiche degli abusanti, sfatando alcuni luoghi comuni e portando dati di realtà tratti anche dalla sua stessa esperienza di accompagnamento, ascolto e terapia. Drammatici i riferimenti sia alle statistiche sia alle storie che vengono alla luce, reclamando rielaborazioni di anni ed anni di terapia. Sempre in questa sede sono stati presentati i primi contributi formativi per gli animatori adolescenti, il sito diocesano e – soprattutto – l’attivazione del Centro di ascolto presso il Centro pastorale diocesano. Nel webinar sono stati richiamati anche alcuni documenti: la Lettera al popolo di Dio di Papa Francesco (agosto 2018), le
Linee guida sulla Tutela della CEI (2019) e il testo della Diocesi di Milano Prevenzione e Formazione (2019). Infine, sono stati presentati gli strumenti (vedi sotto) per la catena educativa e lo spirito del Centro di Ascolto, nonché i contatti e il sito web della tutela diocesana Il contributo del webinar è riportato in sintesi sul numero de Il Mosaico di maggio/giugno 2021 e la registrazione è disponibile solo ed esclusivamente per momenti formativi interni alle comunità della Diocesi. Per maggiori informazioni scrivere a segreteria@focr.it. Nella brochure predisposta dalla Diocesi si trovano tutte le informazioni necessarie per contestualizzare il Servizio (che non prende in nessun modo il posto del percorso di indagine e verifica propri delle forze dell’ordine e della magistratura) e per recuperare le informazioni di base. In particolare il Centro di ascolto, affidato alla dott.sa Silvia Corbari, già presidente dell’Azione Cattolica diocesana, svolge la funzione di primo ascolto, ad accesso volontario, con sede al Centro Pastorale diocesano, ma anche disponibile ad incontri in altri punti protetti della Diocesi. Gli strumenti informativi e formativi per gli animatori minorenni L’équipe educativa che la FOCr ha formato per seguire il tema della Tutela minori ha individuato alcuni strumenti operativi per informare e formare – con debito stile e giusta attenzione – i gruppi di adolescenti che svolgono in catena educativa servizi di animazione e aiuto educatori, negli Oratori, ma anche nelle Associazioni e nei Movimenti ecclesiali. Ad ogni Oratorio e Associazione vengono recapitati tutti i materiali a cura di FOCr con una lettera di accompagnamento che esplicita ragioni e forme degli interventi formativi. È stato realizzato un “decalogo” sulla falsa riga del
Manifesto delle parole NON OSTILI che riprende comportamenti, stili e attitudini dell’animatore e aiuta a verificare gli atteggiamenti costruttivi, puntando sulla crescita in responsabilità e serenità del gruppo animatori. Per ogni punto una affermazione in positivo che aiuta a rendersi coscienti del proprio ruolo e a mettersi a disposizione in un cammino di maturazione. Il decalogo è offerto a tutti gli Oratori e Associazioni in forma di poster-patto, perché sia collocato con evidenza negli ambienti destinati all’educazione e ricordi quanto viene suggerito. Per favorire l’impiego nei contesti formativi, il decalogo è stato trasformato anche in un dado che reca su ciascuna faccia alcune affermazioni e può essere “lanciato” in verifica perché di volta in volta vengano focalizzati i singoli punti. Altro strumento molto efficace è la serie di mini-video in pillola che riprendono i contenuti del decalogo e sottolineano in modo molto icastico stili e comportamenti. Ospiti dell’Oratorio di Calvenzano, alcuni animatori e adulti hanno girato delle micro-sit allo scopo di parlare con incisività agli adolescenti che vengono coinvolti nel servizio educativo e che hanno bisogno, soprattutto dopo i mesi della pandemia, di ritrovare senso e stile nella loro disponibilità ad essere fratelli maggiori dentro e fuori gli spazi formativi dell’Oratorio. Una sfida che resta non solo grande ed ardua, ma anche carica di speranza e di profonda motivazione educativa.
Dal Centro missionario diocesano l’invito a ricordare nella preghiera il sacrificio di Nadia De Munari e del vescovo Christan Carlassare Anche oggi, nel 2021, la Chiesa continua a farsi missionaria in ogni angolo del mondo. Purtroppo, come raccontano le cronache degli ultimi giorni, le cose non vanno sempre nel modo sperato e i rischi, calcolati benché non desiderati, a volte si concretizzano nella maniera peggiore. Lo testimoniano la drammatica vicenda della missionaria laica vicentina Nadia De Munari, uccisa in Perù, e l’aggressione di cui è stato vittima in Sud Sudan padre Christan Carlassare, missionario comboniano e vescovo eletto della Diocesi di Rumbek, che il Papa aveva nominato soltanto un mese fa. L’area è dilaniata da anni da conflitti tribali e dal 2011, anno in cui morì padre Cesare Mazzolari, un altro comboniano, la diocesi era rimasta sede vacante. Il Perù è scosso da quanto accaduto a Nadia, che faceva parte di “Operazione Mato Grosso”, movimento missionario fondato nel 1967 dal salesiano don Ugo De Censi (scomparso nel 2018). L’ong nel Paese conta 40 comunità (altre 17 sono in Ecuador, 12 in Brasile e 9 in Bolivia) e in passato ha già subito due perdite importanti. Come riporta Vaticanews, infatti, in Perù sono morti anche Giulio Rocca, trentenne volontario permanente di Sondrio, che , partito ateo, nel 1992 stava per entrare in seminario, quando fu ucciso dai terroristi di Sendero Luminoso, e don Daniele Badiali, il “martire delle Ande” per il quale è in corso la causa di beatificazione. Il
16 marzo del 1997 si è offerto come ostaggio al posto di una volontaria italiana, ed è stato poi ucciso dai rapitori, banditi locali che agivano per denaro e che il sacerdote aveva riconosciuto. Essere missionari non è dunque facile, semplice o scontato. Ne abbiamo parlato con don Maurizio Ghilardi, responsabile diocesano della pastorale missionaria. A lui chiediamo che cosa significhi essere missionari in questo momento storico. «Oggi la vita delle missioni è profondamente cambiata: basti pensare che non partono più solo i consacrati o le consacrate, ma anche tanti uomini e donne del mondo laicale. Questo è un fatto importante perché dice di come i carismi nella Chiesa sono esercizio di un popolo sacerdotale. La presenza dei missionari laici – come la storia di Nadia testimonia – è legata spesso a delle istituzioni che comunque portano un ideale evangelico. Lei aveva scelto di prestare servizio in una zona del mondo in cui pochissimi avevano accettato di rimanere e lo aveva fatto per quei bambini e quelle famiglie che sapeva aver bisogno di un’istruzione e di cibo per sopravvivere. Portare il messaggio evangelico oggi però non è cosa banale, perché bisogna mettere in conto che c’è una forte opposizione all’operato della Chiesa cattolica, anche in ragione della denuncia delle ingiustizie sociali di cui si fa portavoce e della prevaricazione da parte di chi ha interessi di carattere economico in certe aree del mondo». «Nel caso poi di monsignor Carlassare – prosegue don Ghilardi – una delle ipotesi è che l’attentato sia nato in seno ad alcuni movimenti della chiesa locale contrari ad un vescovo “straniero”. Nei giorni scorsi padre Franco Moretti, comboniano originario di Mozzanica, è riuscito ad andare a trovare padre Christian nell’ospedale di Nairobi dove è ricoverato e mi ha raccontato della grande fede che lo anima, del perdono che ha già accordato a chiunque sia responsabile della sparatoria. Queste vicende ci ricordano la preziosità di chi dona la vita per annunciare il Vangelo. Anche per questo
le Chiese lombarde hanno messo in atto diverse iniziative per tenere desta l’attenzione sul mondo missionario e ricordare il sacrificio di Nadia e monsignor Carlassare. Nel fine settimana ci saranno veglie, momenti di preghiera o un ricordo nella preghiera dei fedeli, come proposto in diocesi di Cremona». In questo contesto il pensiero va anche ai due sacerdoti cremonesi “fidei donum” in Brasile, don Emilio Bellani e don Davide Ferretti, dato che le notizie che arrivano dal Paese non sono sempre incoraggianti. «Noi del Brasile sentiamo e vediamo notizie raccapriccianti, ma grazie a Dio i nostri due missionari che stanno a Salvador de Bahia stanno bene e la loro comunità sta riprendendo un ritmo di vita più normale. I due sacerdoti mi hanno scritto nei giorni scorsi: il quartiere dove vivono sta riprendendo le normali attività. Certo sono preoccupati perché molte famiglie che già prima della pandemia erano in condizioni di difficoltà, oggi sono ancora più provate a causa della mancanza di lavoro. Le sfide sono molteplici, ma non dimentichiamo che essere missionari oggi significa essere portatori del messaggio evangelico ma anche di dignità. E la ricchezza di quanto accade nella nostra missione a Salvador lo testimonia bene». LE INTENZIONI DI PREGHIERA Queste le due intenzioni di preghiera che tutte le comunità della diocesi di Cremona sono invitate a usare durante le celebrazioni di domenica 2 maggio. Padre, che chiami ognuno di noi ad annunciare il Vangelo del tuo Figlio Gesù, che ci chiami ad essere operatori di giustizia e di carità, sostieni la famiglia della missionaria laica Nadia De Munari, sostieni la comunità nella quale ha svolto il suo servizio in Perù, sostieni tutti coloro che in lei hanno trovato accoglienza, difesa e protezione, fai sentire loro la forza del tuo Spirito e la nostra vicinanza.
Il seme da lei gettato, nel fango della povertà, irrorato dal sangue della sua vita, possa crescere e tornare a dare i frutti da lei sperati e per i quali, in nome del Vangelo, ha speso la sua esistenza. Preghiamo. Padre, che ci chiedi di rispondere al male con il bene, sostieni l’opera del nuovo vescovo Christian Carlassare, chiamato a guidare la Chiesa in Sud-Sudan. La violenza subita in questi giorni non oscuri il suo entusiasmo nel servirti nelle persone che incontrerà; il tuo Spirito sostenga il suo compito di pastore e guida in una terra che necessita pace e riconciliazione. Preghiamo. Zona gialla, riaprono i cortili degli oratori L’ingresso in “zona gialla” della Lombardia interessa da vicino anche le riaperture progressive degli oratori. Facciamo il punto delle normative cui ottemperare, in attesa che Governo e Regione elaborino i protocolli più direttamente orientati alle attività educative estive. Di seguito pubblichiamo la nota della Federazione Oratori Cremonesi condivisa con l’Ordinario diocesano che provvede, attraverso l’Ufficio Comunicazioni, a darne diffusione e mette a disposizione i materiali dell’Osservatorio giuridico regionale per chi intendesse approfondire ed avere un quadro più ampio anche delle attività possibili oltre l’oratorio. Cortile dell’Oratorio È possibile l’apertura dei cortili degli oratori alle condizioni già sperimentate: mantenimento scrupoloso dei dispositivi di protezione (mascherine), dell’igiene e del distanziamento interpersonale. È vietato
accedere alle strutture parrocchiali, anche esterne, a coloro che manifestino temperatura uguale o superiore a 37.5° o sintomi influenzali. L’accesso a giochi esterni per bambini è consentito solo dietro sorveglianza di un adulto e con l’accesso scaglionato dei minori che consenta il mantenimento del distanziamento e l’igienizzazione delle superfici. Attività catechistica in presenza L’attività catechistica è possibile solo entro il protocollo a suo tempo condiviso e che prevede il patto di corresponsabilità debitamente condiviso con le famiglie, l’elenco delle presenze e la misurazione della temperatura, il distanziamento, le mascherine, l’igiene delle mani e una adeguata areazione dei locali nonché una loro puntuale e attenta disinfezione. Si prediligano, laddove è possibile, incontri all’aperto. Per gli incontri dedicati agli adulti (formazione o organi di partecipazione) si seguano le indicazioni consuete (auto dichiarazione, temperatura e registrazione delle presenze). Attività di dopo-scuola e formative Le attività di sostegno compiti, come altre attività formative (ad es. gli incontri di preparazione al Grest o altri momenti associativi o specificatamente oratoriani) devono avvenire secondo le norme già sperimentate. Oltre alle regole comuni di igiene, si ricorda il patto di corresponsabilità e la dichiarazione della famiglia, nonché la misurazione della temperatura, la registrazione dei presenti e l’eventuale immediato isolamento di chi manifestasse sintomi sospetti. Sport di contatto in oratorio In attesa di precisazioni non ancora emanate dal competente Ministero, gli sport di contatto riprendono secondo il protocollo già adottato e solo in modalità all’aperto, ovvero: l’accesso ai campi di gioco è consentito solo a chi è munito di dichiarazione che attesti da parte della famiglia il non isolamento, l’assenza di sintomi e il non essere venuti a contatto con soggetti positivi negli ultimi 14 giorni. Sarà misurata la temperatura all’accesso e
registrata la presenza su apposito elenco da conservare per un eventuale tracciamento disposto dalle competenti autorità. Non possono essere riaperti gli spogliatoi. Si precisa che per sport di contatto si intende per ora solo quanto sopra definito: non è possibile ancora liberalizzare il gioco libero nel generico cortile dell’oratorio, stante la norma cardine del distanziamento che può essere derogata solo in spazi sportivi dotati degli specifici protocolli prima indicati. Apertura dei bar degli oratori L’apertura degli spazi bar è consentita alle seguenti condizioni. All’ingresso occorrerà sempre igienizzarsi le mani con apposito gel, indossare la mascherina e rispettare il distanziamento fisico di almeno un metro dalle altre persone. Dovrà essere calcolata la capienza massima degli spazi all’aperto e al chiuso tenendo conto della necessità di rispettare sempre la distanza interpersonale di un metro. È necessario esporre una idonea segnaletica sulle principali misure di sicurezza (divieto di ingresso per chi ha sintomi influenzali, è in isolamento; ha avuto contatti con COVID-19 positivi; obbligo di mantenere la distanza interpersonale di 1m; invito a lavarsi spesso le mani…). Sono necessari percorsi diversi per l’entrata o per l’uscita. Almeno sino al 1° giugno, possono aprire solo i bar che consentano la consumazione all’aperto. All’interno dei locali è consentito solo acquistare cibo e bevande da asporto: non è possibile consumare al banco. La norma prevede che si possa sostare solo seduti al tavolo, per un massimo di quattro persone, a meno che non si tratti di conviventi. La distanza è fissata in un metro. È necessario che ai collaboratori che prestano servizio in oratorio – dipendenti o volontari – sia misurata la temperatura. Dovranno aver presentato l’autodichiarazione e, solo per gli operatori, sarà tenuto un registro delle entrate e delle uscite con data e orario.
Non si concederanno spazi per feste private. Queste norme possono essere soggette ad ulteriori precisazioni. Se ne raccomanda l’ottemperanza stretta a tutela degli sforzi di tutti e della serenità di quanto potremo garantire per la ripresa delle relazioni educative in presenza. Altre informazioni utili per la Zona Gialla: Specifica delle possibili attività in zona gialla (26 aprile 2021) Prime Comunioni e Cresime in zona gialla (26 aprile 2021) Nota sugli spostamenti in zona gialla (26 aprile 2021) Prove e partecipazione dei cori alle celebrazioni in zona gialla Tutte le informazioni e materiali sull’emergenza covid A metà agosto una camminata “vocazionale” in Umbria sulla via dei protomartiri francescani Una camminata “vocazionale” in Umbria, sulla via dei
protomartiri francescani. Questa la proposta che il Centro Diocesano Vocazioni rivolge ai 20/30enni per la prossima estate, dal 9 al 14 agosto. Un modo concreto per far ripartire in diocesi l’attenzione vocazione per i giovani dopo che quest’anno, a causa della pandemia, il gruppo Samuele non è potuto partire. «Qualcosa si è comunque realizzato a livello digitale – ricorda don Davide Schiavon, incaricato diocesano per la Pastorale vocazionale – ma per offrire ancora un po’ di sostanza alle persone già contattate, e a tutti coloro che possono essere interessati, abbiamo pensato a un’iniziativa estiva». Si tratta di un percorso ad anello che va da Terni a Cesi, dove vissero primi testimoni del Francescanesimo. «Sei giorni – precisa ancora don Schiavon – in cui ci si sposta a piedi, con un paio di pullmini come mezzo di appoggio, alternando camminate a momenti di condivisione, a spazi di solitudine per la meditazione e la preghiera personale». Il tutto è pensato per dar modo di nutrire la propria fede con spunti spirituali di sostanza, fondendo la dimensione esperienziale del pellegrinaggio, con quella relazionale del gruppo e, infine, quella spirituale della meditazione personale. «Spostandoci nell’ottica del pellegrinaggio – anticipa l’incaricato diocesano per la Pastorale vocazionale – lo stile di vita sarà spartano: parliamo, per intenderci, di sacco a pelo e materassino. Stiamo contattando parrocchie, realtà religiose ed ecclesiali che ci forniranno gli spazi per pernottare e per l’igiene personale. Dettagli e costi sono ancora in fase di definizione, ma l’intenzione è di tenere la quota bassa per facilitare la partecipazione». Gli argomenti specifici del pellegrinaggio e dettagli ulteriori saranno comunicati a breve. I giovani interessati o
che volessero ulteriori informazioni possono contattare don Davide Schiavon al 333-9234456 o tramite email scrivendo a d.schiavon@libero.it. Il sito dedicato al Cammino dei protomartiri francescani Il Centro diocesano vocazioni rilancia gli esercizi spirituali ignaziani per giovani (20-30enni) dal 21 al 26 agosto a Bienno (BS) Scarica la locandina Da segnalare anche, per il prossimo anno pastorale, la scuola di accompagnamento spirituale-vocazionale rivolta a coloro che sono educatori nei confronti di ragazzi e giovani: si svolge a Seveso, un sabato mattina al mese (informazioni di approfondimento) Si torna a viaggiare: le proposte della Profilotours Don Roberto Rota, incaricato diocesano del Segretariato Pellegrinaggi e dell’Ufficio per la Pastorale del turismo e dei pellegrinaggi, ha presentato a Cremona le iniziative di turismo religioso promosse dall’agenzia di viaggi Profilotours. «Le iniziative di turismo religioso, in questo particolare periodo, hanno lo scopo di ricercare il sacro in realtà presenti attorno a noi» dichiara don Rota «perché c’è tanto bello da vedere anche in Italia». La situazione pandemica infatti rimanda all’autunno i
pellegrinaggi a Fatima (3-5 settembre), Lourdes (29 settembre-1 ottobre) e Santiago de Compostela nell’anno del Santo Giacobeo (8-10 ottobre). E si concentra per il periodo estivo su itinerari pressoché tutti nazionali ma di alto valore e interesse. «Dobbiamo concentrarci per ora su quel che si può fare ma mettendo in conto, se pur con le limitazioni del caso, iniziative di turismo religioso e pellegrinaggi verso Lourdes, Fatima e Santiago come segnale di attenzione ai santuari che hanno vissuto momenti molto difficili». Concentrandoci sul contesto italiano, si comincia con la Sacra di San Michele e Venaria Reale (22 maggio), per proseguire con la Sicilia occidentale (12-16 giugno) e la riscoperta dei tesori dell’Etruria visitando la Tuscia tra il sud della Toscana e nord del Lazio (14-18 giugno). Da ultimo prima della pausa estiva luglio-agosto, è prevista una visita in giornata alla Riviera del Brenta (30 giugno). A fine agosto sarà il tempo di visitare le terre di Siena prima (27-31 agosto) e Venezia poi, con le sue meravigliose isole lagunari (30 agosto- 1 settembre). A chiudere il ciclo turistico sarà una tappa oltre i Pirenei a Valencia (24-27 novembre). Tante occasioni, dunque, per conoscere e per conoscersi. Per maggiori dettagli visitare www.profilotours.it Contatti: Profilotours S.r.l. p.zza S.A.M. Zaccaria Tel. 0372 460592 Sara Pisani
Dall’ottobre 2021 all’ottobre 2023 il Sinodo dei vescovi, in Vaticano e nelle diocesi Il prossimo Sinodo dei vescovi sarà inaugurato da Papa Francesco in Vaticano il 9 e il 10 ottobre, si svolgerà in tre fasi tra l’ottobre del 2021 e l’ottobre del 2023 e avrà luogo tanto in Vaticano quanto in ciascuna diocesi. A renderlo noto è oggi la Segreteria Generale del Sinodo dei vescovi. Papa Francesco, in data 24 aprile 2021, ha approvato un nuovo itinerario sinodale per la XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, inizialmente prevista per il mese di ottobre del 2022, sul tema: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. La Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, con l’assenso del Consiglio Ordinario, ha proposto le inedite modalità per il cammino verso l’assise. Il percorso per la celebrazione del Sinodo, che domenica 17 ottobre si aprirà nelle diocesi, sotto la presidenza del rispettivo vescovo, si articolerà in tre fasi, tra l’ottobre del 2021 e l’ottobre del 2023, passando per una fase diocesana e una continentale, che daranno vita a due differenti Instrumentum Laboris, fino a quella conclusiva a livello di Chiesa Universale. Il Sinodo dei Vescovi “è il punto di convergenza del dinamismo di ascolto reciproco nello Spirito Santo, condotto a tutti i livelli della vita della Chiesa”, come ha ricordato Papa Francesco nel suo discorso per la commemorazione del 50° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi, il 17 ottobre 2015. “L’articolazione delle differenti fasi del processo sinodale renderà così possibile l’ascolto reale del
Popolo di Dio e si garantirà la partecipazione di tutti al processo sinodale”, sottolinea il Sinodo dei vescovi: “Non è solo un evento, ma un processo che coinvolge in sinergia il Popolo di Dio, il Collegio episcopale e il Vescovo di Roma, ciascuno secondo la propria funzione”. La fase diocesana. L’obiettivo della fase diocesana (ottobre 2021-aprile 2022) è la consultazione del popolo di Dio, “affinché il processo sinodale si realizzi nell’ascolto della totalità dei battezzati, soggetto del sensus fidei infallibile in credendo”. “Per facilitare la consultazione e la partecipazione di tutti”, si legge nella nota diffusa oggi, la Segreteria generale del Sinodo invierà un Documento preparatorio, accompagnato da un Questionario e da un Vademecum con proposte per realizzare la consultazione in ciascuna diocesi. Ogni vescovo, entro l’ottobre prossimo, nominerà un responsabile (eventualmente un’equipe) diocesano della consultazione sinodale, “che possa fungere da punto di riferimento e di collegamento con la Conferenza episcopale e che accompagni la consultazione nella Chiesa particolare in tutti i suoi passi”. Sempre entro ottobre, ogni Conferenza episcopale nominerà a sua volta un responsabile (eventualmente un’equipe) “che possa fungere da referente e da collegamento tanto con i responsabili diocesani quanto con la Segreteria generale del Sinodo”. La consultazione del popolo di Dio in ciascuna diocesi si concluderà con una riunione presinodale, momento culminante del discernimento diocesano. Dopo la chiusura della fase diocesana, ogni diocesi invierà i suoi contributi alla Conferenza episcopale, poi si aprirà un periodo di discernimento delle varie Conferenze episcopali riunite in assemblea, la cui sintesi sarà inviata alla Segreteria generale del Sinodo, data in cui dovranno pervenire anche i contributi di ogni Chiesa particolare. Prima del settembre 2022, la Segreteria Generale del Sinodo procederà alla redazione del primo Instrumentum Laboris. La seconda e la terza fase. La seconda fase del della XVI
Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei vescovi si svolgerà dal settembre settembre del 2022 al marzo del 2023. Nel settembre 2022, la Segreteria generale del Sinodo pubblicherà e invierà il primo Instrumentum Laboris. Entro quella data, ogni Conferenza episcopale nominerà a sua volta un responsabile che possa fungere da referente e da collegamento tanto con le Conferenze episcopali quanto con la Segreteria generale del Sinodo. Si stabiliranno i criteri di partecipazione dei vescovi residenziali e degli altri membri del popolo di Dio. Le assemblee termineranno con la redazione di un documento finale, che sarà inviato alla Segreteria Generale del Sinodo entro il marzo del 2023. Nell’ottobre del 2023, il Sinodo entrerà nella sua terza e ultima fase, quella della Chiesa universale. La Segreteria generale del Sinodo invierà il secondo Instrumentum Laboris ai partecipanti all’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. La celebrazione del Sinodo dei vescovi si svolgerà nell’ottobre del 29023 a Roma, secondo le procedure stabilite nella Costituzione apostolica Episcopalis Communio. Il cammino del Sinodo, dall’apertura nel 2021 all’assemblea dell’ottobre 2023
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