L'EUROPA SIAMO NOI - La Nuova Ecologia

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L'EUROPA SIAMO NOI - La Nuova Ecologia
STORIA DI COPERTINA
                         the future is Europe

                     L’EUROPA
                       SIAMO
                        NOI

                             È il momento di costruire una grande
                                 “Alleanza per il green new deal”
                              e vincere la triplice sfida climatica,
                                       economica e sociale.
                                E per costruire una casa comune
                             europea solidale, inclusiva, sostenibile
                                          e competitiva

10   / MAGGIO 2019
L'EUROPA SIAMO NOI - La Nuova Ecologia
“La decarbonizzazione
                                                                      dell’economia avrà
                                                                      successo solo se
                                                                      riusciamo a disegnare
{ di Mauro Albrizio* }

                                                                      e praticare
               L’Unione Europea rischia di disgregarsi per la
               sua incapacità, come ci ricorda Claudio Magris,

                                                                      una visione”
               di andare oltre “quel piccolo futuro immediato,
               ansiogeno e paralizzante, presa soltanto dal rat-
               toppo delle proprie falle”. Ma non è più il tempo
del “rattoppo”. Per arrestare la marea montante dell’euroscet-
ticismo e arginare i populismi serve ridare, per dirla sempre
con Magris, la prospettiva di un “grande futuro” alla costru-
zione della casa comune europea.
     È quello che chiedono a gran voce i tantissimi giovani sce-
si in piazza in molte città europee, seguendo l’esempio di Gre-
ta Thunberg, mobilitati per superare l’emergenza planetaria
di questo secolo: l’emergenza climatica. Per vincere questa
sfida – una sfida nello stesso tempo anche economica e so-
ciale – bisogna essere capaci di disegnare “un grande futuro”,
in grado di coniugare la visione di lungo periodo con l’azione
concreta immediata. Serve ristrutturare da cima a fondo la
casa comune europea per vincere la triplice sfida climatica,
economica e sociale. Una radicale inversione di rotta rispetto
all’attuale politica del “rattoppo”. Possibile solo con un green
new deal europeo.
     I prossimi anni saranno cruciali. Abbiamo tempo sino al
2030 per non superare la soglia critica di 1,5°C e raggiungere
zero emissioni nette entro il 2040 come contributo europeo
alla decarbonizzazione del pianeta, secondo quanto racco-
mandato dal recente rapporto Ipcc.
     Vincere la sfida climatica è possibile solo se si avvia subito
una profonda trasformazione di tutti i settori dell’economia
europea, da realizzare nei prossimi venti anni, con un forte
impatto sociale che richiede un nuovo sistema di welfare eu-
ropeo. Sfida ambiziosa che non può limitarsi a un programma
di investimenti per l’azione climatica con risorse comunita-
rie e nazionali. Necessario ma non sufficiente. La decarbo-           nomica misero in campo, nel periodo 2008-2010, un pacchet-
nizzazione dell’economia avrà successo solo se riusciamo a            to di investimenti di 3.300 miliardi di dollari, di cui circa 520
disegnare e praticare una visione, costruita attorno a nuove          milioni furono destinati alla “green economy”, in particolare
relazioni economiche e sociali, in grado di dimostrare con-           in Cina (3% del Pil), Stati Uniti (0,9%) e Unione Europea (0,2%).
cretamente che l’azione climatica è una grande opportunità                Investimenti che hanno sostenuto lo sviluppo delle rin-
per dare gambe a un sistema economico capace di migliorare            novabili e dell’efficienza energetica in questi Paesi, ma che
la nostra qualità della vita, senza lasciare indietro nessuno.        non sono stati in grado di accelerare la decarbonizzazione
Questo è possibile solo con il pieno coinvolgimento dei cit-          delle loro economie al passo richiesto per superare la cri-
tadini europei, grazie a un nuovo contratto sociale, ovvero           si climatica. Sia perché non sono state corrette tutte quelle
per l’appunto un green new deal, forza motrice della decar-           distorsioni di mercato che continuano a favorire la brown
bonizzazione dell’economia europea, che tenga conto delle             economy, come i sussidi alle fonti fossili, sia perché non sono
lezioni di questi anni.                                               state messe in campo politiche economiche fiscali e sociali in
     Il green new deal è entrato nell’agenda dei principali lea-      grado di sostenere la transizione verso un’economia circolare
der politici internazionali nel pieno della “grande recessione”,      e a zero emissioni.
quando l’Unep pubblicò nel 2009 un rapporto (“Rethinking                  Si tratta di una radicale inversione di rotta rispetto alle
the economic recovery: a global green new deal”) che chie-            attuali politiche comunitarie e nazionali, impossibile da rea-
deva ai governi del G20 di investire almeno l’1% del loro Pil         lizzare senza il contributo e l’impegno di tutti quei cittadini e
per stimolare la ripresa economica e nello stesso tempo ac-           di quelle organizzazioni che hanno a cuore il futuro dell’Euro-
celerare la lotta contro i cambiamenti climatici, il degrado          pa. Dobbiamo rimboccarci le maniche e fare la nostra parte.
ambientale e la povertà. I governi del G20 per la ripresa eco-        Parafrasando John Kennedy, non possiamo più solo chiederci

                                                                                                            MAGGIO 2019 /                 11
L'EUROPA SIAMO NOI - La Nuova Ecologia
STORIA DI COPERTINA                                                      Intervista a Bas Eickout

                                                                                ‘L’Ue deve
             the future is Europe

     cosa l’Europa fa per noi, dobbiamo chiederci cosa noi possia-
     mo fare per l’Europa: l’Europa siamo noi.                                  proteggere
                                                                                i suoi cittadini
         È giunto il momento di costruire dal basso una grande
     “Alleanza per il green new deal” tra tutte quelle forze ambien-
     taliste, sociali e imprenditoriali disposte a lavorare insieme

                                                                                e l’ambiente.
     per vincere la triplice sfida climatica, economica e sociale e
     costruire una casa comune europea solidale, inclusiva, so-
     stenibile e competitiva al tempo stesso. Solo in questo modo

                                                                                Può e deve
     sarà possibile affrontare con determinazione l’emergenza cli-
     matica, accrescere la competitività della nostra economia,
     creare nuovi posti di lavoro e migliorare la qualità della vita

                                                                                cambiare’
     dei cittadini. Sfide che i singoli governi nazionali – anche i più
     forti – non sono in grado di vincere da soli. Il green new deal
     va visto come una missione condivisa, un nuovo contratto
     sociale con i cittadini europei per ridare loro fiducia, speranza
     e un nuovo senso di comunità. Per costruire un grande futu-
     ro con un’Europa leader nella transizione verso un’economia                 A colloquio con l’europarlamentare
     globale libera da fonti fossili, circolare e a zero emissioni.  l          olandese Bas Eickhout, 42 anni,
     * Ufficio europeo di Legambiente
                                                                                 candidato di punta per i Verdi alle
                                                                                 prossime elezioni insieme alla
                                                                                 tedesca Ska Keller

                                                                            { di Mauro Albrizio* }

                                                                                                         «L’Europa può e deve
                                                                                                         cambiare, deve proteggere i
                                                                                                         suoi cittadini, essere sociale
                                                                                                         e verde. Deve puntare con
                                                                                                         ambizione alla riduzione
                                                                                           delle emissioni di CO2 e a un green new
                                                                                           deal, che non solo è necessario ma anche
                                                                                           attraente, perché crea occupazione».
                                                                                           L’europarlamentare olandese Bas
                                                                                           Eickhout, 42 anni, candidato di punta
                                                                                           insieme alla tedesca Ska Keller per i Verdi
                                                                                           alle prossime elezioni per il Parlamento
                                                                                           europeo, ha idee chiare e un obiettivo:
                                                                                           «Cambiare l’Unione affinché serva ai
                                                                                           cittadini».
                      IL LIBRO
                                                                                           Cresce sempre più l’euroscetticismo e
                                                                                           rischia di mandare in frantumi la casa
                                                                                           comune che con mille difficoltà stiamo
                      a cura di E. Zanchini e M. Albrizio                                  cercando di costruire. Che messaggio
                      Un green new deal per l’Europa                                       rivolge ai cittadini per contrastare
                      Edizioni Ambiente, pp. 176, 20 euro                                  l’avanzata delle forze antieuropeiste?
                                                                                           Come si ferma l’ascesa dei partiti
     Per vincere le sfide che ha di fronte, l’Europa ha una sola scelta:                   politici che vogliono rompere l’Europa?
     fare dell’emergenza climatica la chiave per rilanciare il proprio                     L’unico modo per fermare l’ascesa degli
     progetto, puntando su un’economia decarbonizzata e circolare.                         antieuropeisti è riconoscere che l’Ue può
     Il rapporto di Legambiente, ricco di contributi, individua le scelte                  e deve cambiare. Dobbiamo allontanarci
     indispensabili per trasformare le paure in opportunità di rilancio.

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economici antiquati, che favoriscono          socialmente. Un esempio è quello della
                                               l’intervento del privato nel settore          Svezia. Ovviamente è più facile per i
                                               pubblico e trattano le grandi aziende         Paesi seguire questa strada se l’Ue nel
                                               con i guanti. Ai cittadini è stato detto      suo complesso è più ambiziosa sotto
                                               che non c’era altro modo se non quello        questo aspetto, garantendo parità di
                                               di essere fermi sulla spesa pubblica, ma      condizioni. Questo è il motivo per cui è
                                               “gentili” con le banche che fallivano e con   così importante che l’Europa si dia un
                                               gli inquinatori. Prendiamo ad esempio         obiettivo di riduzione della CO2 molto
                                               il Dieselgate. Non è stato fatto nulla        più alto di quello attuale. In secondo
                                               per impedire alle case automobilistiche       luogo, affrontare la crisi climatica
                                               di barare con le emissioni, mentre            comporta dei costi, ma anche grandi
                                               le persone letteralmente muoiono              benefici in termini di creazione di posti
                                               per l’inquinamento extra che hanno            di lavoro, riduzione dell’inquinamento,
                                               creato. La gente vuole un’Unione che          città più verdi e maggior indipendenza
                                               sia qualcosa in più che il solo mercato       dai regimi autoritari. Studi della
                                               interno, un’Unione che protegga, che sia      Commissione europea e dell’Ocse
da quelli come Salvini da una parte e          sociale e verde.                              dimostrano che le politiche climatiche
Macron dall’altra, che chiedono se siamo                                                     ambiziose portano alla crescita del
favorevoli o contrari all’attuale Ue. La       Come intende costruire consenso               Pil. Non affrontare il global warming
domanda da porsi è: come possiamo              intorno al suo progetto politico?             ha invece l’effetto contrario. Infine,
cambiarla per servire gli interessi            Il consenso può essere costruito              l’Ue può rendere un’ambiziosa politica
della stragrande maggioranza delle             proponendo politiche giuste per               climatica il suo vantaggio competitivo
persone? Invece di essere portavoce di         assicurare ai cittadini che l’onere sia       nel mondo, esportando conoscenze,
interessi economici acquisiti, l’Ue deve       condiviso da tutti. Guardiamo alle            prodotti e servizi sostenibili. Guardate
intervenire laddove il mercato fallisce        politiche climatiche. La vicenda francese     alla Danimarca, che sta beneficiando
per proteggere le persone e l’ambiente.        dei gilet gialli fornisce un buon esempio     enormemente della sua attenzione
Invece di adottare un programma di             di approccio sbagliato da parte di un         iniziale all’energia eolica. Ora questa
austerità leggermente attenuato, l’Unione      governo. Non è possibile proporre             energia è diventata un importante
dovrebbe dimostrare che può costringere        riduzioni delle tasse per i ricchi, come      prodotto di esportazione.
le multinazionali a pagare la loro giusta      ha fatto Macron, e aspettarsi che le
quota di tasse e ad aumentare gli              persone accettino l’aumento del prezzo        Può essere allora il green new deal il
investimenti. È così che si può ottenere       del diesel, che colpisce principalmente       progetto capace di animare un nuovo
sostegno al progetto europeo.                  i redditi più bassi. Ecco perché l’Ue         sogno europeo? Possiamo immaginare
                                               dovrebbe combattere l’evasione fiscale e      la lotta ai cambiamenti climatici
I cittadini si sentono minacciati dalla        la speculazione finanziaria. La giustizia     come la nuova missione in grado di
globalizzazione e stremati dalle               sociale è un prerequisito per le politiche    mobilitare i cittadini, a partire dai più
politiche di austerità che hanno               climatiche.                                   giovani, e ridare un senso all’impegno
aggravato la crisi economica e sociale.                                                      europeista? Quali proposte concrete
Questa a sua volta si intreccia sempre         I verdi propongono un green new deal          possono rendere praticabile questa
più con la crisi climatica. Il risultato       europeo come via d’uscita dalla crisi,        strada?
è una crescita a livelli mai visti della       per costruire una casa comune solidale        Penso che attualmente a smuovere
sfiducia nei confronti dei leader politici     inclusiva, sostenibile e competitiva          cittadini e giovani europei sia l’inazione
e del progetto europeo. Come si                allo stesso tempo. È una sfida che i          politica nei confronti dei cambiamenti
inverte la tendenza?                           singoli governi, anche i più forti, non       climatici. Le persone vogliono azioni
La fiducia può essere riguadagnata             sono in grado di vincere da soli. Qual        rapide e concrete, non obiettivi vaghi
solo se i politici europei si allontanano      è la ricetta per creare occupazione,          e a lungo termine. Il nostro green new
dalla dottrina Tina (acronimo di “there        accrescere la competitività, affrontare       deal vuole fare esattamente questo. È
is no alternative”, non c’è alternativa,       la crisi climatica e migliorare la qualità    interessante vedere tanta attenzione
la celebre frase del primo ministro            della vita?                                   ora per questo concetto, noi l’abbiamo
conservatore inglese Margaret Thatcher         In primo luogo, penso che ci siano già        proposto nel 2009. Ciò che lo rende
che indicava nel capitalismo l’unica via       Paesi che hanno dimostrato quanto             così attraente è che si concentra sulla
per lo sviluppo, nda). La crisi finanziaria,   sia possibile affrontare i cambiamenti        modernizzazione ecologica della nostra
quella dell’Eurozona e quella climatica        climatici operando al tempo stesso            industria, creando allo stesso tempo
sono state tutte gestite con dogmi             bene sia economicamente che                   occupazione.           { Francesco Loiacono }
                                                                                             

                                                                                                             MAGGIO 2019 /                    13
L'EUROPA SIAMO NOI - La Nuova Ecologia
STORIA DI COPERTINA
            the future is Europe

                                                UN
                                             PILASTRO
                                                PER
                                               TUTTI

     Pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, protezione sociale e
     inclusione. Alcuni dei principi su cui a fine 2017 l’Europa ha basato i diritti
     sociali. Un intervento per ridurre le disuguaglianze. Anche territoriali

     { di Elisa Cozzarini }

                  È stato approvato solo a fine 2017 il Pilastro eu-     sfide, dalla globalizzazione all’impatto delle nuove tecnologie
                  ropeo dei diritti sociali, tardi rispetto alle tante   sulla società e l’occupazione, senza dimenticare le preoccu-
                  richieste di evitare l’accentuarsi delle disugua-      pazioni in materia di sicurezza e l’ascesa del populismo. Dob-
                  glianze. Sono venti i principi chiave su cui è ba-     biamo fare in modo di non esserne travolti, ma anzi di cogliere
                  sato, strutturati in tre categorie: pari opportuni-    le opportunità che queste tendenze offrono”.
     tà e accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque,          Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia,
     protezione sociale e inclusione. A proposito dell’introduzione      sottolinea che, troppo a lungo, soprattutto nel periodo suc-
     di questo nuovo Pilastro, si legge sul sito web della Commis-       cessivo alla crisi del 2008, le istituzioni comunitarie si sono
     sione europea: “Ci troviamo ad affrontare un gran numero di         concentrate sul ruolo delle politiche sociali solo come cataliz-

14                   / MAGGIO 2019                                                                               FOTO: © XINHUA / EYEVINE / CONTRASTO
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zatrici di crescita, occupazione e competitività.
«Questo approccio ha subìto un cambiamento
importante con l’approvazione inter-istituzionale
del Pilastro europeo, incentrato maggiormente sul-
la promozione dei diritti sociali, a prescindere dalle
loro implicazioni economiche», spiega.
     Assicurare il rispetto dei principi e dei diritti
definiti nel nuovo Pilastro sarà la sfida per il futuro
dell’Unione. Sono chiamati ad agire gli Stati membri –
ciascuno con il suo sistema di welfare – le istituzioni
dell’Ue, le parti sociali e tutti i soggetti interessati. Per
Barbieri, saranno determinanti le decisioni dei singoli Pae-
si sul finanziamento delle politiche del Pilastro e il grado di
solidarietà e mutualismo comunitario sul quadro finanziario
pluriennale dell’Unione. «È un miraggio – si chiede il diret-
tore di Oxfam – pensare a un’Unione europea che rafforzi la
sua dimensione sociale, che promuova un benessere equo
e sostenibile per tutti i suoi residenti nel rispetto per l’am-
biente? È possibile immaginare un’Unione Europea in cui le
decisioni non siano il risultato vincolato di compromessi fra
interessi nazionali contrapposti ma di un’ambiziosa ricerca
di beneficio per un soggetto collettivo?».

                                                                      Assicurare il rispetto
     Secondo Leonardo Becchetti, professore di Economia po-
litica all’università di Tor Vergata, a Roma, il rilancio dell’Ue

                                                                      dei principi e dei diritti
deve avvenire allo stesso tempo in campo ambientale, sociale
ed economico, settori che di solito vengono considerati come

                                                                      definiti nel nuovo
distinti e invece sono profondamente interconnessi. Tra le
misure da attuare c’è l’introduzione di ecotasse progressive,

                                                                      programma sarà
che devono essere accompagnate da misure sociali tali da
evitare reazioni come quelle dei gilet gialli in Francia, inne-

                                                                      la sfida per il futuro
scate proprio dall’introduzione di un’ecotassa sul bollo per le
auto diesel. Citando The Economist, Becchetti evidenzia un

                                                                      dell’Unione
dato impressionante: dal 2000 a oggi, i nuovi beni prodotti
dall’uomo sono ben il 23% di quelli creati in totale nella storia.
Questo è il risultato di un sistema costruito per soddisfare il
massimo profitto delle imprese e il benessere dei consumatori.
«Ma due elementi fondamentali per il ben vivere e la sosteni-
bilità, cioè la salvaguardia dell’ambiente e la dignità del lavoro,
sono stati messi in secondo piano e sacrificati – osserva Bec-
chetti – Pensiamo alle energie consumate e all’inquinamento               Una nuova Europa più equa, inoltre, deve saper ricono-
generato per la produzione di quei beni, oltre al fatto che la        scere le disuguaglianze territoriali interne agli stessi Stati
gran parte diventa rifiuto e va smaltita. Ecco perché l’econo-        e mettere in atto misure per quelli che sono considerati e si
mia circolare deve diventare centrale nella nuova Europa».            considerano luoghi marginali, trascurati dalla politica, lasciati
     Per Becchetti, nel contesto della globalizzazione, le misu-      indietro. Il grido delle aree marginali si è levato chiaramente
re di tutela ambientale e sociale sono efficaci se introdotte         il 23 giugno 2016, con il referendum sulla Brexit. «Da allora,
dal lato del consumo e non della produzione. «Non funziona            molti osservatori hanno messo in luce la dimensione ter-
alzare molto l’asticella delle regole, per esempio fissando un        ritoriale dei profondi mutamenti politici avvenuti nei Paesi
salario minimo, se poi lo fanno solo alcuni Paesi e altri no. Si      occidentali. Dove i cittadini sono stati chiamati alle urne, è
rischia di perdere competitività e di spingere alla delocaliz-        emersa una sensibile differenza tra aree urbane e rurali, tra
zazione – spiega – L’ecotassa è la via giusta perché premia           città grandi e medie e tra centri e periferie nelle città più
fiscalmente i prodotti sostenibili, da qualunque Paese ven-           importanti», afferma Giovanni Carrosio, sociologo e autore
gano, penalizzando quelli che non lo sono. La grande sfida è          di un saggio appena uscito per Donzelli, I margini al centro.
riuscire a costruire ecotasse anche sociali, che oltre a pre-         L’Italia delle aree interne tra fragilità e innovazione.
miare la sostenibilità ambientale favoriscano le filiere ad alta          Per Carrosio, siamo di fronte a un gap di riconoscimento
dignità del lavoro».                                                  su base territoriale nel momento in cui le persone che vi-

                                                                                                            MAGGIO 2019 /                 15
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STORIA DI COPERTINA
            the future is Europe

     Politiche cucite sulla diversità
     dei luoghi, con la partecipazione
     di chi vive, sono la ricetta
     per le aree marginali
                                                                        sure fiscali che hanno favorito i grandi agglomerati urbani e le
                                                                        principali direttrici di trasporto, come le linee ferroviarie ad
                                                                        alta velocità, trascurando le esigenze delle aree periferiche.
                                                                        E le misure di compensazione non sono state sufficienti ad
                                                                        attenuare le tensioni prodotte da questi approcci.
                                                                            È per questo che da molti l’Ue è percepita come parte del
     vono in uno stesso Paese sentono che le proprie specificità        problema e non della soluzione: «C’è un divario troppo ampio
     sono misconosciute dalla politica, dall’amministrazione, dalla     – riprende Carrosio – tra le promesse, come quelle contenute
     cultura, dalle élite: o non vengono comprese o vengono aper-       nel Pilastro dei diritti sociali, e i risultati, la condizione di vita
     tamente disprezzate. Ciò si traduce in ingiustizia territoriale    di chi vive in luoghi marginali. La politica di coesione, lo stru-
     quando la politica, le regole, le norme non tengono conto di       mento progettato per raggiungere uno “sviluppo armonioso”,
     queste diversità.                                                  non è riuscita a portare fuori dalla trappola del sottosviluppo
         «Esistono differenze che hanno bisogno di essere ricono-       molti luoghi a crescita lenta, e non è percepita dalla maggior
     sciute perché si traducano in parità partecipativa, attraverso     parte dei cittadini come un segno che l’Ue esiste e agisce nel
     istituzioni capaci di produrre coesione – prosegue Carrosio –      loro interesse». Perché sia davvero efficace, quindi, il nuovo
     Certo, il misconoscimento delle campagne da parte delle élite      Pilastro dei diritti dovrà tenere conto anche delle disugua-
     urbane non è nuovo, ma trova nel discorso neoliberale nuovo        glianze territoriali: «Bisogna – conclude – riuscire a costruire
     terreno su cui crescere e proliferare». Le disuguaglianze ter-     politiche cucite sulle diversità dei luoghi, con la partecipa-
     ritoriali sono state ampliate da riforme istituzionali cieche      zione attiva delle persone che ci vivono. Solo così potranno
     rispetto alla varietà dei luoghi, da investimenti pubblici e mi-   sentirsi riconosciute».                                              l

16                 / MAGGIO 2019
L'EUROPA SIAMO NOI - La Nuova Ecologia
Intervista al filosofo Mauro Ceruti                                                          comune: la sua mancanza ha avuto le

‘È tempo di osare,
                                                                                             conseguenze disastrose che vediamo.
                                                                                             E un nuovo paradigma energetico può
                                                                                             aprire l’Ue al Mediterraneo. L’Europa

c’è bisogno
                                                                                             non solo può ripensarsi come fulcro di
                                                                                             innovazione nella questione energetica,
                                                                                             ma può anche diventare un partner

di più democrazia’
                                                                                             affidabile per il benessere politico,
                                                                                             economico e sociale delle aree confinanti,
                                                                                             in particolare le coste settentrionali e
                                                                                             orientali del Mediterraneo.
L’autore de “Il tempo della complessità” traccia un bilancio
                                                                                             A trent’anni dalla caduta del muro di
culturale della nuova epoca. E spiega: “L’Europa ha trascurato                               Berlino, cosa resta del confine che
gli obiettivi sociali privilegiando quelli finanziari”                                       divideva due blocchi contrapposti, oggi
                                                                                             uniti nell’Ue?
               «Serve un’Europa federale.      costruire invece un progetto condiviso?       Più di quarant’anni di storie divergenti
               Un Parlamento che               È finita la società moderna, costruita        hanno lasciato una profonda cicatrice,
               funzioni davvero come           nei confini della sovranità territoriale      che non può essere risanata con
               Parlamento e che elegga un      degli Stati e più o meno rigidamente          misure semplicemente economiche. I
               governo responsabile è la       gerarchizzata in classi. I problemi sono      nazionalismi di molti Paesi dell’Europa
strada migliore per colmare il deficit di      diventati transnazionali: innovazione         centro-orientale sono ancora più
democrazia attuale. Questo deficit è un        tecnologica, democratizzazione delle          virulenti di quelli che stanno risorgendo
ostacolo pesante nella presa di coscienza      conoscenze, transizione energetica,           anche nella nostra parte di continente.
e di responsabilità dei cittadini nei          governo delle migrazioni, lotta al            Non dobbiamo però dimenticare che
confronti delle sue istituzioni», afferma      terrorismo, ricerca di una maggiore           questi nazionalismi sono stati in buona
il filosofo Mauro Ceruti. Nel suo ultimo       giustizia sociale, protezione degli           parte una fonte di resistenza alle spinte
libro, Il tempo della complessità (Raffaello   individui dai contraccolpi di un’economia     di omologazione forzata provenienti dal
Cortina editore), traccia un bilancio          senza freni. Parlare di sovranità degli       piano imperiale sovietico e hanno persino
culturale sulle tensioni inedite della         Stati dinanzi a questi problemi è del         garantito la sopravvivenza di culture
nuova epoca.                                   tutto illusorio. E può aprire la strada a     antiche e originali, che rischiavano la
                                               un esercizio del potere antidemocratico       dissoluzione. Ma nei trent’anni successivi
Professor Ceruti, ci aiuta a capire verso      e autoritario. Per rispondere alla            alla caduta del Muro, ci sono state
dove sta andando l’Unione?                     crisi della democrazia, bisogna osare         innegabili convergenze con l’Europa
Negli ultimi anni le forze centrifughe         più democrazia dove ancora questa             occidentale. Vasti settori delle società
si sono moltiplicate. L’Europa è ancora        è carente, cioè nelle istituzioni             civili di questi Stati si sono rivelati
più debole: senza una politica estera e        sovranazionali, e in particolare              molto dinamici e progressivi, spesso più
di difesa comune, senza una comune             nell’Unione Europea.                          avanzati dei politici al potere, rispetto
politica dell’accoglienza, senza una                                                         alle cui tendenze autoritarie mostrano
comune politica energetica. Ha un serio        Per recuperare un progetto di Europa,         resilienza e resistenza. Si pensi per
deficit di democrazia e ha trascurato          non dovremmo guardare in modo                 esempio al caso della Polonia.
gli obiettivi sociali privilegiando            diverso anche al Mediterraneo?
obiettivi puramente finanziari e a breve       La pacificazione del Mediterraneo è           Alla luce di queste osservazioni, cosa
termine. I nazionalismi e i localismi la       una grande opportunità. Se l’Europa           serve per una nuova Europa?
minacciano. Rinasce l’attitudine a creare      continua a non coglierla, può essere il       Serve una nuova visione, che deve
capri espiatori, in primo luogo l’Islam,       luogo del suo inabissamento. Ma questo        fondarsi sul principio associativo. Nel
ma anche lo “straniero” o il “migrante”.       richiede una presa di responsabilità:         dopoguerra i fondatori dell’Europa
L’Europa rischia nuovamente il dilagare        richiede tempo, energia, investimenti         unita pensarono che le ambizioni
delle sue malattie moderne, degenerate         umani e finanziari per i Paesi oggi stretti   nazionali del possesso esclusivo delle
nei conflitti mondiali: la pulizia etnica e    nella morsa dell’islamismo e dilaniati        risorse potessero cedere il passo a una
la sacralizzazione dei confini. Il nemico      da terribili guerre civili. Alzare barriere   condivisione. Ma ciò richiede una svolta,
dell’Europa è diffuso ed è presente entro      nei confronti delle vittime di queste         un nuovo paradigma volto alla solidarietà
gli stessi confini di ciascuno Stato. Così     guerre è l’esatto contrario di questa         e la presa di coscienza che siamo legati
l’Ue rischia l’implosione. E se l’Europa si    presa di responsabilità: la gestione della    dagli stessi pericoli: le armi nucleari,
disgrega, in pericolo sono anche i suoi        crisi dei profughi è una tappa decisiva       la crisi ecologica, quella economica,
singoli Stati, inadeguati rispetto alla        perché l’Europa esca dalla sostanziale        il terrorismo, le nuove forme di
scala degli attori globali.                    immaturità economicista e perché              totalitarismo e di barbarie. Siamo legati
                                               combatta le regressioni nazionalistiche.      dagli stessi problemi di vita e di morte.
Come andare oltre le identità divise e         Per questo serve una politica estera                                   { Elisa Cozzarini }

                                                                                                            MAGGIO 2019 /                    17
L'EUROPA SIAMO NOI - La Nuova Ecologia
STORIA DI COPERTINA
            the future is Europe

     L’UNIONE
     FA L’AMBIENTE
     Direttive, procedure d’infrazione e condanne hanno dato al nostro
     Paese obiettivi e programmi per alzare gli standard di protezione.
     Con risultati migliorabili ma evidenti: meno rifiuti in discarica, più
     depurazione, tutela della biodiversità e misure anti smog

     { di Tino Colacillo }

                       Le elezioni europee di fine mese saranno uno                                     ECONOMIA CIRCOLARE
                   spartiacque storico anche per l’ambiente. Tutela                                     IN CRESCITA
                   della biodiversità, gestione dei rifiuti, economia
                   circolare, qualità dell’acqua e dell’aria. Sono alcuni                                       Nonostante le gravi emergenze
                   dei temi su cui l’Unione Europea ha svolto un ruolo                                          in Campania e nel Lazio, l’Italia
     fondamentale negli ultimi trent’anni. Soprattutto per l’Italia.                                    in questi anni sotto la spinta delle nor-
     «Senza le norme europee saremmo molto più indietro nella                                           me comunitarie ha fatto nel settore dei
     difesa dell’ambiente – spiega Andrea Minutolo, coordinatore                                        rifiuti molti passi in avanti. La svolta è
     dell’ufficio scientifico di Legambiente – I limiti ci sono, ma                                     arrivata nel 1997 con il cosiddetto “de-
     rispetto ai primi anni Novanta la situazione è migliorata                                          creto Ronchi” che recepiva le direttive
     molto. Anche l’implementazione tecnologica ha avuto un ruolo                                       europee sui rifiuti, sugli imballaggi e sui
     fondamentale nella riduzione degli inquinanti, ma l’Europa ha                                      rifiuti pericolosi, dando ai Comuni gli
     dato ai Paesi obiettivi e progetti sul lungo periodo che vanno al                                  obiettivi di raccolta differenziata e isti-
     di là dei singoli mandati elettorali».                                                             tuendo il Consorzio nazionale imbal-
                                                                                                        laggi (Conai). I risultati, seppure con
                                                                                                        forti differenze territoriali, sono arri-
                                                                                                        vati. Nel 1996 la differenziata era al
                                                                                                        7,2%, poi salita al 21,1% nel 2003 e al
                                                                                                        52,5% nel 2016. Anche i dati sul riciclo
                                                                                                        e il compostaggio dei rifiuti urbani è in
                                                                                                        costante miglioramento, dal 31% del
                                                                                                        2010 al 48% del 2017.
                   PROCEDURE                                                                                 E per il futuro le quattro direttive
                  DI INFRAZIONE                                                                         europee sull’economia circolare fissano
                                                                                                        nuovi obiettivi. Grazie al rapporto di-

                             73
             le infrazioni pendenti a carico
                                                                                                        retto con i cittadini, i Comuni saranno
                                                                                                        decisivi per raggiungerli. Ne è convin-
                                                                                                        to Ivan Stomeo, sindaco di Melpignano
                  dell’Italia fino ad oggi                                                              e delegato nazionale rifiuti ed energia
                                                                                                        dell’Anci. «Le nuove direttive sull’eco-

                        26%
             le infrazioni pendenti a carico
                                                  (Fonti: Relazione sullo stato dell’ambiente
                                                  2001, ministero dell’Ambiente; “Riesame
                                                  dell’attuazione delle politiche ambientali Ue
                                                                                                        nomia circolare aiuteranno i Comuni
                                                                                                        perché grazie al principio della re-
                                                                                                        sponsabilità estesa dei produttori si va
                                                  2019 – Italia”, Commissione europea; Relazioni
                 dell’Italia sull’ambiente                                                              nella direzione di ridurre l’uso e la pro-
                                                  sull’implementazione della direttiva sulle acque
                                                  reflue della Commissione europea, edizioni            duzione di imballaggi – spiega Stomeo

                     19,7%
              le infrazioni pendenti nell’Ue
                                                  2002, 2014 e 2017; “Comuni ricicloni 2018”,
                                                  Legambiente; “Infrazioni europee”, focus a cura di
                                                  Open Polis e Agi; “Analisi dei trend dei principali
                                                                                                        – Per questo è necessario che governo
                                                                                                        e Parlamento recepiscano quanto pri-
                                                                                                        ma le direttive 851 sui rifiuti e 852 sugli
                                                  inquinanti atmosferici in Italia 2008-2017”, Ispra;
                       sull’ambiente              “Biodiversità a rischio 2018”, Legambiente)           imballaggi. Come Anci stiamo cercan-

18                   / MAGGIO 2019
L'EUROPA SIAMO NOI - La Nuova Ecologia
Rifiuti

        smaltiti in discarica

       1997                2017

 79,8% 23%
   tasso di raccolta differenziata

       1996                2016

    7,2% 52,5%                             DEPURAZIONE
                 48%                       IN RECUPERO
       i rifiuti urbani riciclati e
          compostati nel 2017                       Anche sulla qualità delle acque    integrato attraverso le bollette avreb-
             (media Ue 46%)                         la spinta dell’Europa ha pro-      be dovuto fornire le risorse per ade-
                                           dotto importanti risultati. «Ricordo        guare la rete fognaria e la depurazio-
                 50%                       che quando fu emanata, la direttiva         ne – precisa Rolle – Dove questo è
      Obiettivo Ue di riciclaggio          91/271 sul trattamento delle acque re-      carente, come in Sicilia e in Calabria,
              per il 2020                  flue a molti sembrava già vecchia e         si verificano le maggiori criticità,
                                           banale, invece per l’Italia si è rivelata   mentre in altre zone è mancata la pro-
                  19%                      fondamentale», spiega il professore         grammazione e lo Stato se ne sarebbe
      i rifiuti inceneriti nel 2017        Enrico Rolle, commissario straordina-       dovuto accorgere molto prima».
             (media Ue 28%)                rio per la depurazione delle acque re-
                                           flue urbane. Grazie a questa direttiva
                                           e a quattro procedure di infrazione,
                                           l’Italia sta adeguando la rete fognaria
                                           e i sistemi di Depurazione. Nel 1998 gli                 Acqua
do di anticiparne, per quanto possibile,   scarichi in aree sensibili conformi alla
alcuni contenuti nel prossimo accordo      direttiva erano solo il 41% mentre nel
quadro con il Conai, ma l’intervento le-   2014 sono saliti al 65%. E ancora, nel        scarichi conformi in aree normali
gislativo resta fondamentale». La con-     2014 il trattamento delle acque reflue
ferma sul ruolo delle amministrazioni      per le aree normali era conforme nel               2002                 2014
locali viene anche dall’edizione 2018 di
“Comuni ricicloni”: gli enti locali con
produzione di residuo secco inferiore
                                           72% dei casi contro il 52,2% del 2002.
                                           Se tutto procederà senza problemi, il
                                           cronoprogramma dei 151 interventi di
                                                                                         52,5% 72%
ai 75 kg pro capite sono passati dai 330   competenza del commissario, ma re-            scarichi conformi in aree sensibili
del 2013 ai 505 del 2018, con una cre-     lativi solo alle sentenze del 2012 e del
scita importante al Sud. Ma non tut-       2014, prevede il fine lavori nel 2026.             1998                 2014
ti i problemi sono ancora stati risolti.
Le Regioni italiane riciclano ancora a
più velocità e in molte aree urbane la
                                           Malgrado i miglioramenti la Commis-
                                           sione europea ha sottolineato che nel
                                           2014 l’Italia presenta ancora “un certo
                                                                                            41% 65%
gestione sconta i caratteri di una vera    ritardo” nell’attuazione della direttiva
e propria emergenza. A Roma la disca-
rica di Malagrotta, chiusa il primo ot-
tobre 2013 e per la quale c’è già stata
                                           sulle acque reflue con la presenza di
                                           ben 976 agglomerati urbani, corri-
                                           spondenti a circa 28 milioni di abitan-
                                                                                                     976
                                                                                              gli agglomerati urbani
una condanna europea nel 2014, non è       ti, ancora irregolari. Mancanza di sen-         inadempienti rilevati nel 2014
ancora stata bonificata e il destino del   sibilità politica e carente attuazione
Tmb Salario, andato a fuoco il 14 dicem-   del servizio idrico integrato sono fra
bre 2018, non è chiaro.                    le cause del ritardo. «Il servizio idrico

                                                                                                   MAGGIO 2019 /                 19
STORIA DI COPERTINA
            the future is Europe

                                                        Biodiversità
     AREE PROTETTE
     IN ESPANSIONE

             L’impegno in difesa della biodi-
                                                              19%
                                                        la superficie terrestre
              versità in Italia ha nelle norme         protetta da Natura 2000
     europee un alleato prezioso. Il Belpaese              (media Ue 18,1%)
     ospita circa la metà delle specie vegeta-
     li e un terzo di quelle animali presenti
     nel Vecchio continente. La direttiva sul-
     la conservazione degli uccelli e la diret-
                                                              596
                                                         le specie a rischio di
     tiva “Habitat” hanno istituito una vasta                 estinzione
     rete di aree protette, chiamata “Natura
     2000”, che a fine 2017 copriva il 19% del-
     la superficie terrestre italiana. Quasi un      considera che oggi “Natura 2000” conta         spesso si verificano conflitti con agri-
     punto in più della media europea. «Gra-         2.613 siti mentre nel 2001 era formata         coltori e allevatori a causa della pessima
     zie a questa rete, che comprende le Zone        solo da 335 Zps.                               pianificazione nel territorio». La difficile
     di protezione speciale (Zps) sugli uccel-           Anche qui però restano alcune om-          convivenza degli allevatori con il ritor-
     li e le Zone speciali di conservazione          bre, fatte di ritardi e inadempienze. «Ol-     no del lupo in Maremma e nelle Alpi è
     (Zsc), in 25 anni siamo riusciti a difende-     tre alla mancata designazione delle Zsc,       uno dei casi simbolo di questi conflitti
     re una parte importante del territorio          per la quale siamo in procedura di infra-      nonostante Natura 2000 e il progetto
     italiano», spiega Antonio Nicoletti, re-        zione dal 2015, il nostro Paese è carente      “Life MedWolf” prevedano il sostegno
     sponsabile Biodiversità e aree protette         anche nella gestione dei siti protetti –       all’uso di recinzioni elettrificate o cani
     di Legambiente. La spinta positiva              precisa Nicoletti – Le Zsc, infatti, non       da guardiania.
     dell’Europa è ancora più evidente se si         vietano le attività umane, ma troppo

     POLVERI DA ELIMINARE
                                                                                                                    Aria
              La tutela dell’Unione Europea          inquinante a non mostrare variazioni è
              sulla salute umana passa dalla         invece l’ozono, i cui valori restano sta-
     direttiva sulla qualità dell’aria. Polveri      bili negli anni. Pur prendendo atto dei                  tonnellate di pm10
     sottili, ozono, ossidi di zolfo e azoto         costanti miglioramenti a partire dagli
     sono le principali minacce alla salute          anni Novanta, la Commissione europea                             2006
     prodotte da traffico, emissioni indu-
     striali e riscaldamenti domestici. Secon-
     do il dossier di Legambiente “Mal’aria di
                                                     afferma, tuttavia, che la “qualità dell’a-
                                                     ria in Italia continua a destare profonde
                                                     preoccupazioni”. Per queste ragioni nel
                                                                                                              45.403
     città 2019” nello scorso anno i limiti          2014 e nel 2015 sono state avviate due                           2015
     giornalieri alle polveri sottili e all’ozono
     sono stati superati in 55 capoluoghi di
     provincia.
                                                     procedure di infrazione per la violazio-
                                                     ne della direttiva sulla qualità dell’aria e
                                                     il 18 maggio 2018 l’Italia è stata deferita
                                                                                                                36.712
         Qualcosa, però, sta cambiando. Mol-         alla Corte di giustizia dell’Ue proprio per
     te città stanno adottando Piani urbani          quella del 2014. Il problema, ancora una
     della mobilità sostenibile (Pums) obbli-        volta, è l’insufficienza dei provvedimen-
     gatori in attuazione di un’altra diretti-       ti. «Le misure adottate dall’Italia, come      su trasporti, emissioni industriali, ri-
     va, quella sui combustibili alternativi.        gli accordi del bacino padano tra le Re-       scaldamento domestico e agricoltura».
     Udine, Parma, Prato, Reggio Calabria e          gioni del Nord e il ministero dell’Am-         In molti casi, gli strumenti normativi e
     Milano sono le città che hanno già ap-          biente, sono estemporanee, nate solo           tecnologici già ci sono e basterebbe solo
     provato il Pums. Anche gli ultimi dati          per evitare le procedure di infrazione         applicarli. Perché se il prezzo da pagare
     dell’Ispra mostrano una tendenza posi-          – commenta Andrea Minutolo – Non a             per le sanzioni europee è alto, quello per
     tiva tra il 2008 e il 2017. Secondo l’istitu-   caso l’Europa le considera insufficienti.      la salute e l’ambiente è incalcolabile. E le
     to di ricerca, Pm10, Pm2,5 e biossido di        Il problema dell’inquinamento dell’aria        norme europee restano un salvagente a
     azoto (NO2) scendono rispettivamente            è complesso, per questo ha bisogno di          cui aggrapparsi per salvare l’Italia dalle
     nel 77, nel 69 e nel 79% dei casi. L’unico      programmazione e politiche integrate           sue croniche emergenze.

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