L'EUROPA SIAMO NOI - La Nuova Ecologia
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STORIA DI COPERTINA the future is Europe L’EUROPA SIAMO NOI È il momento di costruire una grande “Alleanza per il green new deal” e vincere la triplice sfida climatica, economica e sociale. E per costruire una casa comune europea solidale, inclusiva, sostenibile e competitiva 10 / MAGGIO 2019
“La decarbonizzazione dell’economia avrà successo solo se riusciamo a disegnare { di Mauro Albrizio* } e praticare L’Unione Europea rischia di disgregarsi per la sua incapacità, come ci ricorda Claudio Magris, una visione” di andare oltre “quel piccolo futuro immediato, ansiogeno e paralizzante, presa soltanto dal rat- toppo delle proprie falle”. Ma non è più il tempo del “rattoppo”. Per arrestare la marea montante dell’euroscet- ticismo e arginare i populismi serve ridare, per dirla sempre con Magris, la prospettiva di un “grande futuro” alla costru- zione della casa comune europea. È quello che chiedono a gran voce i tantissimi giovani sce- si in piazza in molte città europee, seguendo l’esempio di Gre- ta Thunberg, mobilitati per superare l’emergenza planetaria di questo secolo: l’emergenza climatica. Per vincere questa sfida – una sfida nello stesso tempo anche economica e so- ciale – bisogna essere capaci di disegnare “un grande futuro”, in grado di coniugare la visione di lungo periodo con l’azione concreta immediata. Serve ristrutturare da cima a fondo la casa comune europea per vincere la triplice sfida climatica, economica e sociale. Una radicale inversione di rotta rispetto all’attuale politica del “rattoppo”. Possibile solo con un green new deal europeo. I prossimi anni saranno cruciali. Abbiamo tempo sino al 2030 per non superare la soglia critica di 1,5°C e raggiungere zero emissioni nette entro il 2040 come contributo europeo alla decarbonizzazione del pianeta, secondo quanto racco- mandato dal recente rapporto Ipcc. Vincere la sfida climatica è possibile solo se si avvia subito una profonda trasformazione di tutti i settori dell’economia europea, da realizzare nei prossimi venti anni, con un forte impatto sociale che richiede un nuovo sistema di welfare eu- ropeo. Sfida ambiziosa che non può limitarsi a un programma di investimenti per l’azione climatica con risorse comunita- rie e nazionali. Necessario ma non sufficiente. La decarbo- nomica misero in campo, nel periodo 2008-2010, un pacchet- nizzazione dell’economia avrà successo solo se riusciamo a to di investimenti di 3.300 miliardi di dollari, di cui circa 520 disegnare e praticare una visione, costruita attorno a nuove milioni furono destinati alla “green economy”, in particolare relazioni economiche e sociali, in grado di dimostrare con- in Cina (3% del Pil), Stati Uniti (0,9%) e Unione Europea (0,2%). cretamente che l’azione climatica è una grande opportunità Investimenti che hanno sostenuto lo sviluppo delle rin- per dare gambe a un sistema economico capace di migliorare novabili e dell’efficienza energetica in questi Paesi, ma che la nostra qualità della vita, senza lasciare indietro nessuno. non sono stati in grado di accelerare la decarbonizzazione Questo è possibile solo con il pieno coinvolgimento dei cit- delle loro economie al passo richiesto per superare la cri- tadini europei, grazie a un nuovo contratto sociale, ovvero si climatica. Sia perché non sono state corrette tutte quelle per l’appunto un green new deal, forza motrice della decar- distorsioni di mercato che continuano a favorire la brown bonizzazione dell’economia europea, che tenga conto delle economy, come i sussidi alle fonti fossili, sia perché non sono lezioni di questi anni. state messe in campo politiche economiche fiscali e sociali in Il green new deal è entrato nell’agenda dei principali lea- grado di sostenere la transizione verso un’economia circolare der politici internazionali nel pieno della “grande recessione”, e a zero emissioni. quando l’Unep pubblicò nel 2009 un rapporto (“Rethinking Si tratta di una radicale inversione di rotta rispetto alle the economic recovery: a global green new deal”) che chie- attuali politiche comunitarie e nazionali, impossibile da rea- deva ai governi del G20 di investire almeno l’1% del loro Pil lizzare senza il contributo e l’impegno di tutti quei cittadini e per stimolare la ripresa economica e nello stesso tempo ac- di quelle organizzazioni che hanno a cuore il futuro dell’Euro- celerare la lotta contro i cambiamenti climatici, il degrado pa. Dobbiamo rimboccarci le maniche e fare la nostra parte. ambientale e la povertà. I governi del G20 per la ripresa eco- Parafrasando John Kennedy, non possiamo più solo chiederci MAGGIO 2019 / 11
STORIA DI COPERTINA Intervista a Bas Eickout ‘L’Ue deve the future is Europe cosa l’Europa fa per noi, dobbiamo chiederci cosa noi possia- mo fare per l’Europa: l’Europa siamo noi. proteggere i suoi cittadini È giunto il momento di costruire dal basso una grande “Alleanza per il green new deal” tra tutte quelle forze ambien- taliste, sociali e imprenditoriali disposte a lavorare insieme e l’ambiente. per vincere la triplice sfida climatica, economica e sociale e costruire una casa comune europea solidale, inclusiva, so- stenibile e competitiva al tempo stesso. Solo in questo modo Può e deve sarà possibile affrontare con determinazione l’emergenza cli- matica, accrescere la competitività della nostra economia, creare nuovi posti di lavoro e migliorare la qualità della vita cambiare’ dei cittadini. Sfide che i singoli governi nazionali – anche i più forti – non sono in grado di vincere da soli. Il green new deal va visto come una missione condivisa, un nuovo contratto sociale con i cittadini europei per ridare loro fiducia, speranza e un nuovo senso di comunità. Per costruire un grande futu- ro con un’Europa leader nella transizione verso un’economia A colloquio con l’europarlamentare globale libera da fonti fossili, circolare e a zero emissioni. l olandese Bas Eickhout, 42 anni, * Ufficio europeo di Legambiente candidato di punta per i Verdi alle prossime elezioni insieme alla tedesca Ska Keller { di Mauro Albrizio* } «L’Europa può e deve cambiare, deve proteggere i suoi cittadini, essere sociale e verde. Deve puntare con ambizione alla riduzione delle emissioni di CO2 e a un green new deal, che non solo è necessario ma anche attraente, perché crea occupazione». L’europarlamentare olandese Bas Eickhout, 42 anni, candidato di punta insieme alla tedesca Ska Keller per i Verdi alle prossime elezioni per il Parlamento europeo, ha idee chiare e un obiettivo: «Cambiare l’Unione affinché serva ai cittadini». IL LIBRO Cresce sempre più l’euroscetticismo e rischia di mandare in frantumi la casa comune che con mille difficoltà stiamo a cura di E. Zanchini e M. Albrizio cercando di costruire. Che messaggio Un green new deal per l’Europa rivolge ai cittadini per contrastare Edizioni Ambiente, pp. 176, 20 euro l’avanzata delle forze antieuropeiste? Come si ferma l’ascesa dei partiti Per vincere le sfide che ha di fronte, l’Europa ha una sola scelta: politici che vogliono rompere l’Europa? fare dell’emergenza climatica la chiave per rilanciare il proprio L’unico modo per fermare l’ascesa degli progetto, puntando su un’economia decarbonizzata e circolare. antieuropeisti è riconoscere che l’Ue può Il rapporto di Legambiente, ricco di contributi, individua le scelte e deve cambiare. Dobbiamo allontanarci indispensabili per trasformare le paure in opportunità di rilancio. 12 / MAGGIO 2019
economici antiquati, che favoriscono socialmente. Un esempio è quello della l’intervento del privato nel settore Svezia. Ovviamente è più facile per i pubblico e trattano le grandi aziende Paesi seguire questa strada se l’Ue nel con i guanti. Ai cittadini è stato detto suo complesso è più ambiziosa sotto che non c’era altro modo se non quello questo aspetto, garantendo parità di di essere fermi sulla spesa pubblica, ma condizioni. Questo è il motivo per cui è “gentili” con le banche che fallivano e con così importante che l’Europa si dia un gli inquinatori. Prendiamo ad esempio obiettivo di riduzione della CO2 molto il Dieselgate. Non è stato fatto nulla più alto di quello attuale. In secondo per impedire alle case automobilistiche luogo, affrontare la crisi climatica di barare con le emissioni, mentre comporta dei costi, ma anche grandi le persone letteralmente muoiono benefici in termini di creazione di posti per l’inquinamento extra che hanno di lavoro, riduzione dell’inquinamento, creato. La gente vuole un’Unione che città più verdi e maggior indipendenza sia qualcosa in più che il solo mercato dai regimi autoritari. Studi della interno, un’Unione che protegga, che sia Commissione europea e dell’Ocse da quelli come Salvini da una parte e sociale e verde. dimostrano che le politiche climatiche Macron dall’altra, che chiedono se siamo ambiziose portano alla crescita del favorevoli o contrari all’attuale Ue. La Come intende costruire consenso Pil. Non affrontare il global warming domanda da porsi è: come possiamo intorno al suo progetto politico? ha invece l’effetto contrario. Infine, cambiarla per servire gli interessi Il consenso può essere costruito l’Ue può rendere un’ambiziosa politica della stragrande maggioranza delle proponendo politiche giuste per climatica il suo vantaggio competitivo persone? Invece di essere portavoce di assicurare ai cittadini che l’onere sia nel mondo, esportando conoscenze, interessi economici acquisiti, l’Ue deve condiviso da tutti. Guardiamo alle prodotti e servizi sostenibili. Guardate intervenire laddove il mercato fallisce politiche climatiche. La vicenda francese alla Danimarca, che sta beneficiando per proteggere le persone e l’ambiente. dei gilet gialli fornisce un buon esempio enormemente della sua attenzione Invece di adottare un programma di di approccio sbagliato da parte di un iniziale all’energia eolica. Ora questa austerità leggermente attenuato, l’Unione governo. Non è possibile proporre energia è diventata un importante dovrebbe dimostrare che può costringere riduzioni delle tasse per i ricchi, come prodotto di esportazione. le multinazionali a pagare la loro giusta ha fatto Macron, e aspettarsi che le quota di tasse e ad aumentare gli persone accettino l’aumento del prezzo Può essere allora il green new deal il investimenti. È così che si può ottenere del diesel, che colpisce principalmente progetto capace di animare un nuovo sostegno al progetto europeo. i redditi più bassi. Ecco perché l’Ue sogno europeo? Possiamo immaginare dovrebbe combattere l’evasione fiscale e la lotta ai cambiamenti climatici I cittadini si sentono minacciati dalla la speculazione finanziaria. La giustizia come la nuova missione in grado di globalizzazione e stremati dalle sociale è un prerequisito per le politiche mobilitare i cittadini, a partire dai più politiche di austerità che hanno climatiche. giovani, e ridare un senso all’impegno aggravato la crisi economica e sociale. europeista? Quali proposte concrete Questa a sua volta si intreccia sempre I verdi propongono un green new deal possono rendere praticabile questa più con la crisi climatica. Il risultato europeo come via d’uscita dalla crisi, strada? è una crescita a livelli mai visti della per costruire una casa comune solidale Penso che attualmente a smuovere sfiducia nei confronti dei leader politici inclusiva, sostenibile e competitiva cittadini e giovani europei sia l’inazione e del progetto europeo. Come si allo stesso tempo. È una sfida che i politica nei confronti dei cambiamenti inverte la tendenza? singoli governi, anche i più forti, non climatici. Le persone vogliono azioni La fiducia può essere riguadagnata sono in grado di vincere da soli. Qual rapide e concrete, non obiettivi vaghi solo se i politici europei si allontanano è la ricetta per creare occupazione, e a lungo termine. Il nostro green new dalla dottrina Tina (acronimo di “there accrescere la competitività, affrontare deal vuole fare esattamente questo. È is no alternative”, non c’è alternativa, la crisi climatica e migliorare la qualità interessante vedere tanta attenzione la celebre frase del primo ministro della vita? ora per questo concetto, noi l’abbiamo conservatore inglese Margaret Thatcher In primo luogo, penso che ci siano già proposto nel 2009. Ciò che lo rende che indicava nel capitalismo l’unica via Paesi che hanno dimostrato quanto così attraente è che si concentra sulla per lo sviluppo, nda). La crisi finanziaria, sia possibile affrontare i cambiamenti modernizzazione ecologica della nostra quella dell’Eurozona e quella climatica climatici operando al tempo stesso industria, creando allo stesso tempo sono state tutte gestite con dogmi bene sia economicamente che occupazione. { Francesco Loiacono } MAGGIO 2019 / 13
STORIA DI COPERTINA the future is Europe UN PILASTRO PER TUTTI Pari opportunità e accesso al mercato del lavoro, protezione sociale e inclusione. Alcuni dei principi su cui a fine 2017 l’Europa ha basato i diritti sociali. Un intervento per ridurre le disuguaglianze. Anche territoriali { di Elisa Cozzarini } È stato approvato solo a fine 2017 il Pilastro eu- sfide, dalla globalizzazione all’impatto delle nuove tecnologie ropeo dei diritti sociali, tardi rispetto alle tante sulla società e l’occupazione, senza dimenticare le preoccu- richieste di evitare l’accentuarsi delle disugua- pazioni in materia di sicurezza e l’ascesa del populismo. Dob- glianze. Sono venti i principi chiave su cui è ba- biamo fare in modo di non esserne travolti, ma anzi di cogliere sato, strutturati in tre categorie: pari opportuni- le opportunità che queste tendenze offrono”. tà e accesso al mercato del lavoro, condizioni di lavoro eque, Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia, protezione sociale e inclusione. A proposito dell’introduzione sottolinea che, troppo a lungo, soprattutto nel periodo suc- di questo nuovo Pilastro, si legge sul sito web della Commis- cessivo alla crisi del 2008, le istituzioni comunitarie si sono sione europea: “Ci troviamo ad affrontare un gran numero di concentrate sul ruolo delle politiche sociali solo come cataliz- 14 / MAGGIO 2019 FOTO: © XINHUA / EYEVINE / CONTRASTO
zatrici di crescita, occupazione e competitività. «Questo approccio ha subìto un cambiamento importante con l’approvazione inter-istituzionale del Pilastro europeo, incentrato maggiormente sul- la promozione dei diritti sociali, a prescindere dalle loro implicazioni economiche», spiega. Assicurare il rispetto dei principi e dei diritti definiti nel nuovo Pilastro sarà la sfida per il futuro dell’Unione. Sono chiamati ad agire gli Stati membri – ciascuno con il suo sistema di welfare – le istituzioni dell’Ue, le parti sociali e tutti i soggetti interessati. Per Barbieri, saranno determinanti le decisioni dei singoli Pae- si sul finanziamento delle politiche del Pilastro e il grado di solidarietà e mutualismo comunitario sul quadro finanziario pluriennale dell’Unione. «È un miraggio – si chiede il diret- tore di Oxfam – pensare a un’Unione europea che rafforzi la sua dimensione sociale, che promuova un benessere equo e sostenibile per tutti i suoi residenti nel rispetto per l’am- biente? È possibile immaginare un’Unione Europea in cui le decisioni non siano il risultato vincolato di compromessi fra interessi nazionali contrapposti ma di un’ambiziosa ricerca di beneficio per un soggetto collettivo?». Assicurare il rispetto Secondo Leonardo Becchetti, professore di Economia po- litica all’università di Tor Vergata, a Roma, il rilancio dell’Ue dei principi e dei diritti deve avvenire allo stesso tempo in campo ambientale, sociale ed economico, settori che di solito vengono considerati come definiti nel nuovo distinti e invece sono profondamente interconnessi. Tra le misure da attuare c’è l’introduzione di ecotasse progressive, programma sarà che devono essere accompagnate da misure sociali tali da evitare reazioni come quelle dei gilet gialli in Francia, inne- la sfida per il futuro scate proprio dall’introduzione di un’ecotassa sul bollo per le auto diesel. Citando The Economist, Becchetti evidenzia un dell’Unione dato impressionante: dal 2000 a oggi, i nuovi beni prodotti dall’uomo sono ben il 23% di quelli creati in totale nella storia. Questo è il risultato di un sistema costruito per soddisfare il massimo profitto delle imprese e il benessere dei consumatori. «Ma due elementi fondamentali per il ben vivere e la sosteni- bilità, cioè la salvaguardia dell’ambiente e la dignità del lavoro, sono stati messi in secondo piano e sacrificati – osserva Bec- chetti – Pensiamo alle energie consumate e all’inquinamento Una nuova Europa più equa, inoltre, deve saper ricono- generato per la produzione di quei beni, oltre al fatto che la scere le disuguaglianze territoriali interne agli stessi Stati gran parte diventa rifiuto e va smaltita. Ecco perché l’econo- e mettere in atto misure per quelli che sono considerati e si mia circolare deve diventare centrale nella nuova Europa». considerano luoghi marginali, trascurati dalla politica, lasciati Per Becchetti, nel contesto della globalizzazione, le misu- indietro. Il grido delle aree marginali si è levato chiaramente re di tutela ambientale e sociale sono efficaci se introdotte il 23 giugno 2016, con il referendum sulla Brexit. «Da allora, dal lato del consumo e non della produzione. «Non funziona molti osservatori hanno messo in luce la dimensione ter- alzare molto l’asticella delle regole, per esempio fissando un ritoriale dei profondi mutamenti politici avvenuti nei Paesi salario minimo, se poi lo fanno solo alcuni Paesi e altri no. Si occidentali. Dove i cittadini sono stati chiamati alle urne, è rischia di perdere competitività e di spingere alla delocaliz- emersa una sensibile differenza tra aree urbane e rurali, tra zazione – spiega – L’ecotassa è la via giusta perché premia città grandi e medie e tra centri e periferie nelle città più fiscalmente i prodotti sostenibili, da qualunque Paese ven- importanti», afferma Giovanni Carrosio, sociologo e autore gano, penalizzando quelli che non lo sono. La grande sfida è di un saggio appena uscito per Donzelli, I margini al centro. riuscire a costruire ecotasse anche sociali, che oltre a pre- L’Italia delle aree interne tra fragilità e innovazione. miare la sostenibilità ambientale favoriscano le filiere ad alta Per Carrosio, siamo di fronte a un gap di riconoscimento dignità del lavoro». su base territoriale nel momento in cui le persone che vi- MAGGIO 2019 / 15
STORIA DI COPERTINA the future is Europe Politiche cucite sulla diversità dei luoghi, con la partecipazione di chi vive, sono la ricetta per le aree marginali sure fiscali che hanno favorito i grandi agglomerati urbani e le principali direttrici di trasporto, come le linee ferroviarie ad alta velocità, trascurando le esigenze delle aree periferiche. E le misure di compensazione non sono state sufficienti ad attenuare le tensioni prodotte da questi approcci. È per questo che da molti l’Ue è percepita come parte del vono in uno stesso Paese sentono che le proprie specificità problema e non della soluzione: «C’è un divario troppo ampio sono misconosciute dalla politica, dall’amministrazione, dalla – riprende Carrosio – tra le promesse, come quelle contenute cultura, dalle élite: o non vengono comprese o vengono aper- nel Pilastro dei diritti sociali, e i risultati, la condizione di vita tamente disprezzate. Ciò si traduce in ingiustizia territoriale di chi vive in luoghi marginali. La politica di coesione, lo stru- quando la politica, le regole, le norme non tengono conto di mento progettato per raggiungere uno “sviluppo armonioso”, queste diversità. non è riuscita a portare fuori dalla trappola del sottosviluppo «Esistono differenze che hanno bisogno di essere ricono- molti luoghi a crescita lenta, e non è percepita dalla maggior sciute perché si traducano in parità partecipativa, attraverso parte dei cittadini come un segno che l’Ue esiste e agisce nel istituzioni capaci di produrre coesione – prosegue Carrosio – loro interesse». Perché sia davvero efficace, quindi, il nuovo Certo, il misconoscimento delle campagne da parte delle élite Pilastro dei diritti dovrà tenere conto anche delle disugua- urbane non è nuovo, ma trova nel discorso neoliberale nuovo glianze territoriali: «Bisogna – conclude – riuscire a costruire terreno su cui crescere e proliferare». Le disuguaglianze ter- politiche cucite sulle diversità dei luoghi, con la partecipa- ritoriali sono state ampliate da riforme istituzionali cieche zione attiva delle persone che ci vivono. Solo così potranno rispetto alla varietà dei luoghi, da investimenti pubblici e mi- sentirsi riconosciute». l 16 / MAGGIO 2019
Intervista al filosofo Mauro Ceruti comune: la sua mancanza ha avuto le ‘È tempo di osare, conseguenze disastrose che vediamo. E un nuovo paradigma energetico può aprire l’Ue al Mediterraneo. L’Europa c’è bisogno non solo può ripensarsi come fulcro di innovazione nella questione energetica, ma può anche diventare un partner di più democrazia’ affidabile per il benessere politico, economico e sociale delle aree confinanti, in particolare le coste settentrionali e orientali del Mediterraneo. L’autore de “Il tempo della complessità” traccia un bilancio A trent’anni dalla caduta del muro di culturale della nuova epoca. E spiega: “L’Europa ha trascurato Berlino, cosa resta del confine che gli obiettivi sociali privilegiando quelli finanziari” divideva due blocchi contrapposti, oggi uniti nell’Ue? «Serve un’Europa federale. costruire invece un progetto condiviso? Più di quarant’anni di storie divergenti Un Parlamento che È finita la società moderna, costruita hanno lasciato una profonda cicatrice, funzioni davvero come nei confini della sovranità territoriale che non può essere risanata con Parlamento e che elegga un degli Stati e più o meno rigidamente misure semplicemente economiche. I governo responsabile è la gerarchizzata in classi. I problemi sono nazionalismi di molti Paesi dell’Europa strada migliore per colmare il deficit di diventati transnazionali: innovazione centro-orientale sono ancora più democrazia attuale. Questo deficit è un tecnologica, democratizzazione delle virulenti di quelli che stanno risorgendo ostacolo pesante nella presa di coscienza conoscenze, transizione energetica, anche nella nostra parte di continente. e di responsabilità dei cittadini nei governo delle migrazioni, lotta al Non dobbiamo però dimenticare che confronti delle sue istituzioni», afferma terrorismo, ricerca di una maggiore questi nazionalismi sono stati in buona il filosofo Mauro Ceruti. Nel suo ultimo giustizia sociale, protezione degli parte una fonte di resistenza alle spinte libro, Il tempo della complessità (Raffaello individui dai contraccolpi di un’economia di omologazione forzata provenienti dal Cortina editore), traccia un bilancio senza freni. Parlare di sovranità degli piano imperiale sovietico e hanno persino culturale sulle tensioni inedite della Stati dinanzi a questi problemi è del garantito la sopravvivenza di culture nuova epoca. tutto illusorio. E può aprire la strada a antiche e originali, che rischiavano la un esercizio del potere antidemocratico dissoluzione. Ma nei trent’anni successivi Professor Ceruti, ci aiuta a capire verso e autoritario. Per rispondere alla alla caduta del Muro, ci sono state dove sta andando l’Unione? crisi della democrazia, bisogna osare innegabili convergenze con l’Europa Negli ultimi anni le forze centrifughe più democrazia dove ancora questa occidentale. Vasti settori delle società si sono moltiplicate. L’Europa è ancora è carente, cioè nelle istituzioni civili di questi Stati si sono rivelati più debole: senza una politica estera e sovranazionali, e in particolare molto dinamici e progressivi, spesso più di difesa comune, senza una comune nell’Unione Europea. avanzati dei politici al potere, rispetto politica dell’accoglienza, senza una alle cui tendenze autoritarie mostrano comune politica energetica. Ha un serio Per recuperare un progetto di Europa, resilienza e resistenza. Si pensi per deficit di democrazia e ha trascurato non dovremmo guardare in modo esempio al caso della Polonia. gli obiettivi sociali privilegiando diverso anche al Mediterraneo? obiettivi puramente finanziari e a breve La pacificazione del Mediterraneo è Alla luce di queste osservazioni, cosa termine. I nazionalismi e i localismi la una grande opportunità. Se l’Europa serve per una nuova Europa? minacciano. Rinasce l’attitudine a creare continua a non coglierla, può essere il Serve una nuova visione, che deve capri espiatori, in primo luogo l’Islam, luogo del suo inabissamento. Ma questo fondarsi sul principio associativo. Nel ma anche lo “straniero” o il “migrante”. richiede una presa di responsabilità: dopoguerra i fondatori dell’Europa L’Europa rischia nuovamente il dilagare richiede tempo, energia, investimenti unita pensarono che le ambizioni delle sue malattie moderne, degenerate umani e finanziari per i Paesi oggi stretti nazionali del possesso esclusivo delle nei conflitti mondiali: la pulizia etnica e nella morsa dell’islamismo e dilaniati risorse potessero cedere il passo a una la sacralizzazione dei confini. Il nemico da terribili guerre civili. Alzare barriere condivisione. Ma ciò richiede una svolta, dell’Europa è diffuso ed è presente entro nei confronti delle vittime di queste un nuovo paradigma volto alla solidarietà gli stessi confini di ciascuno Stato. Così guerre è l’esatto contrario di questa e la presa di coscienza che siamo legati l’Ue rischia l’implosione. E se l’Europa si presa di responsabilità: la gestione della dagli stessi pericoli: le armi nucleari, disgrega, in pericolo sono anche i suoi crisi dei profughi è una tappa decisiva la crisi ecologica, quella economica, singoli Stati, inadeguati rispetto alla perché l’Europa esca dalla sostanziale il terrorismo, le nuove forme di scala degli attori globali. immaturità economicista e perché totalitarismo e di barbarie. Siamo legati combatta le regressioni nazionalistiche. dagli stessi problemi di vita e di morte. Come andare oltre le identità divise e Per questo serve una politica estera { Elisa Cozzarini } MAGGIO 2019 / 17
STORIA DI COPERTINA the future is Europe L’UNIONE FA L’AMBIENTE Direttive, procedure d’infrazione e condanne hanno dato al nostro Paese obiettivi e programmi per alzare gli standard di protezione. Con risultati migliorabili ma evidenti: meno rifiuti in discarica, più depurazione, tutela della biodiversità e misure anti smog { di Tino Colacillo } Le elezioni europee di fine mese saranno uno ECONOMIA CIRCOLARE spartiacque storico anche per l’ambiente. Tutela IN CRESCITA della biodiversità, gestione dei rifiuti, economia circolare, qualità dell’acqua e dell’aria. Sono alcuni Nonostante le gravi emergenze dei temi su cui l’Unione Europea ha svolto un ruolo in Campania e nel Lazio, l’Italia fondamentale negli ultimi trent’anni. Soprattutto per l’Italia. in questi anni sotto la spinta delle nor- «Senza le norme europee saremmo molto più indietro nella me comunitarie ha fatto nel settore dei difesa dell’ambiente – spiega Andrea Minutolo, coordinatore rifiuti molti passi in avanti. La svolta è dell’ufficio scientifico di Legambiente – I limiti ci sono, ma arrivata nel 1997 con il cosiddetto “de- rispetto ai primi anni Novanta la situazione è migliorata creto Ronchi” che recepiva le direttive molto. Anche l’implementazione tecnologica ha avuto un ruolo europee sui rifiuti, sugli imballaggi e sui fondamentale nella riduzione degli inquinanti, ma l’Europa ha rifiuti pericolosi, dando ai Comuni gli dato ai Paesi obiettivi e progetti sul lungo periodo che vanno al obiettivi di raccolta differenziata e isti- di là dei singoli mandati elettorali». tuendo il Consorzio nazionale imbal- laggi (Conai). I risultati, seppure con forti differenze territoriali, sono arri- vati. Nel 1996 la differenziata era al 7,2%, poi salita al 21,1% nel 2003 e al 52,5% nel 2016. Anche i dati sul riciclo e il compostaggio dei rifiuti urbani è in costante miglioramento, dal 31% del 2010 al 48% del 2017. PROCEDURE E per il futuro le quattro direttive DI INFRAZIONE europee sull’economia circolare fissano nuovi obiettivi. Grazie al rapporto di- 73 le infrazioni pendenti a carico retto con i cittadini, i Comuni saranno decisivi per raggiungerli. Ne è convin- to Ivan Stomeo, sindaco di Melpignano dell’Italia fino ad oggi e delegato nazionale rifiuti ed energia dell’Anci. «Le nuove direttive sull’eco- 26% le infrazioni pendenti a carico (Fonti: Relazione sullo stato dell’ambiente 2001, ministero dell’Ambiente; “Riesame dell’attuazione delle politiche ambientali Ue nomia circolare aiuteranno i Comuni perché grazie al principio della re- sponsabilità estesa dei produttori si va 2019 – Italia”, Commissione europea; Relazioni dell’Italia sull’ambiente nella direzione di ridurre l’uso e la pro- sull’implementazione della direttiva sulle acque reflue della Commissione europea, edizioni duzione di imballaggi – spiega Stomeo 19,7% le infrazioni pendenti nell’Ue 2002, 2014 e 2017; “Comuni ricicloni 2018”, Legambiente; “Infrazioni europee”, focus a cura di Open Polis e Agi; “Analisi dei trend dei principali – Per questo è necessario che governo e Parlamento recepiscano quanto pri- ma le direttive 851 sui rifiuti e 852 sugli inquinanti atmosferici in Italia 2008-2017”, Ispra; sull’ambiente “Biodiversità a rischio 2018”, Legambiente) imballaggi. Come Anci stiamo cercan- 18 / MAGGIO 2019
Rifiuti smaltiti in discarica 1997 2017 79,8% 23% tasso di raccolta differenziata 1996 2016 7,2% 52,5% DEPURAZIONE 48% IN RECUPERO i rifiuti urbani riciclati e compostati nel 2017 Anche sulla qualità delle acque integrato attraverso le bollette avreb- (media Ue 46%) la spinta dell’Europa ha pro- be dovuto fornire le risorse per ade- dotto importanti risultati. «Ricordo guare la rete fognaria e la depurazio- 50% che quando fu emanata, la direttiva ne – precisa Rolle – Dove questo è Obiettivo Ue di riciclaggio 91/271 sul trattamento delle acque re- carente, come in Sicilia e in Calabria, per il 2020 flue a molti sembrava già vecchia e si verificano le maggiori criticità, banale, invece per l’Italia si è rivelata mentre in altre zone è mancata la pro- 19% fondamentale», spiega il professore grammazione e lo Stato se ne sarebbe i rifiuti inceneriti nel 2017 Enrico Rolle, commissario straordina- dovuto accorgere molto prima». (media Ue 28%) rio per la depurazione delle acque re- flue urbane. Grazie a questa direttiva e a quattro procedure di infrazione, l’Italia sta adeguando la rete fognaria e i sistemi di Depurazione. Nel 1998 gli Acqua do di anticiparne, per quanto possibile, scarichi in aree sensibili conformi alla alcuni contenuti nel prossimo accordo direttiva erano solo il 41% mentre nel quadro con il Conai, ma l’intervento le- 2014 sono saliti al 65%. E ancora, nel scarichi conformi in aree normali gislativo resta fondamentale». La con- 2014 il trattamento delle acque reflue ferma sul ruolo delle amministrazioni per le aree normali era conforme nel 2002 2014 locali viene anche dall’edizione 2018 di “Comuni ricicloni”: gli enti locali con produzione di residuo secco inferiore 72% dei casi contro il 52,2% del 2002. Se tutto procederà senza problemi, il cronoprogramma dei 151 interventi di 52,5% 72% ai 75 kg pro capite sono passati dai 330 competenza del commissario, ma re- scarichi conformi in aree sensibili del 2013 ai 505 del 2018, con una cre- lativi solo alle sentenze del 2012 e del scita importante al Sud. Ma non tut- 2014, prevede il fine lavori nel 2026. 1998 2014 ti i problemi sono ancora stati risolti. Le Regioni italiane riciclano ancora a più velocità e in molte aree urbane la Malgrado i miglioramenti la Commis- sione europea ha sottolineato che nel 2014 l’Italia presenta ancora “un certo 41% 65% gestione sconta i caratteri di una vera ritardo” nell’attuazione della direttiva e propria emergenza. A Roma la disca- rica di Malagrotta, chiusa il primo ot- tobre 2013 e per la quale c’è già stata sulle acque reflue con la presenza di ben 976 agglomerati urbani, corri- spondenti a circa 28 milioni di abitan- 976 gli agglomerati urbani una condanna europea nel 2014, non è ti, ancora irregolari. Mancanza di sen- inadempienti rilevati nel 2014 ancora stata bonificata e il destino del sibilità politica e carente attuazione Tmb Salario, andato a fuoco il 14 dicem- del servizio idrico integrato sono fra bre 2018, non è chiaro. le cause del ritardo. «Il servizio idrico MAGGIO 2019 / 19
STORIA DI COPERTINA the future is Europe Biodiversità AREE PROTETTE IN ESPANSIONE L’impegno in difesa della biodi- 19% la superficie terrestre versità in Italia ha nelle norme protetta da Natura 2000 europee un alleato prezioso. Il Belpaese (media Ue 18,1%) ospita circa la metà delle specie vegeta- li e un terzo di quelle animali presenti nel Vecchio continente. La direttiva sul- la conservazione degli uccelli e la diret- 596 le specie a rischio di tiva “Habitat” hanno istituito una vasta estinzione rete di aree protette, chiamata “Natura 2000”, che a fine 2017 copriva il 19% del- la superficie terrestre italiana. Quasi un considera che oggi “Natura 2000” conta spesso si verificano conflitti con agri- punto in più della media europea. «Gra- 2.613 siti mentre nel 2001 era formata coltori e allevatori a causa della pessima zie a questa rete, che comprende le Zone solo da 335 Zps. pianificazione nel territorio». La difficile di protezione speciale (Zps) sugli uccel- Anche qui però restano alcune om- convivenza degli allevatori con il ritor- li e le Zone speciali di conservazione bre, fatte di ritardi e inadempienze. «Ol- no del lupo in Maremma e nelle Alpi è (Zsc), in 25 anni siamo riusciti a difende- tre alla mancata designazione delle Zsc, uno dei casi simbolo di questi conflitti re una parte importante del territorio per la quale siamo in procedura di infra- nonostante Natura 2000 e il progetto italiano», spiega Antonio Nicoletti, re- zione dal 2015, il nostro Paese è carente “Life MedWolf” prevedano il sostegno sponsabile Biodiversità e aree protette anche nella gestione dei siti protetti – all’uso di recinzioni elettrificate o cani di Legambiente. La spinta positiva precisa Nicoletti – Le Zsc, infatti, non da guardiania. dell’Europa è ancora più evidente se si vietano le attività umane, ma troppo POLVERI DA ELIMINARE Aria La tutela dell’Unione Europea inquinante a non mostrare variazioni è sulla salute umana passa dalla invece l’ozono, i cui valori restano sta- direttiva sulla qualità dell’aria. Polveri bili negli anni. Pur prendendo atto dei tonnellate di pm10 sottili, ozono, ossidi di zolfo e azoto costanti miglioramenti a partire dagli sono le principali minacce alla salute anni Novanta, la Commissione europea 2006 prodotte da traffico, emissioni indu- striali e riscaldamenti domestici. Secon- do il dossier di Legambiente “Mal’aria di afferma, tuttavia, che la “qualità dell’a- ria in Italia continua a destare profonde preoccupazioni”. Per queste ragioni nel 45.403 città 2019” nello scorso anno i limiti 2014 e nel 2015 sono state avviate due 2015 giornalieri alle polveri sottili e all’ozono sono stati superati in 55 capoluoghi di provincia. procedure di infrazione per la violazio- ne della direttiva sulla qualità dell’aria e il 18 maggio 2018 l’Italia è stata deferita 36.712 Qualcosa, però, sta cambiando. Mol- alla Corte di giustizia dell’Ue proprio per te città stanno adottando Piani urbani quella del 2014. Il problema, ancora una della mobilità sostenibile (Pums) obbli- volta, è l’insufficienza dei provvedimen- gatori in attuazione di un’altra diretti- ti. «Le misure adottate dall’Italia, come su trasporti, emissioni industriali, ri- va, quella sui combustibili alternativi. gli accordi del bacino padano tra le Re- scaldamento domestico e agricoltura». Udine, Parma, Prato, Reggio Calabria e gioni del Nord e il ministero dell’Am- In molti casi, gli strumenti normativi e Milano sono le città che hanno già ap- biente, sono estemporanee, nate solo tecnologici già ci sono e basterebbe solo provato il Pums. Anche gli ultimi dati per evitare le procedure di infrazione applicarli. Perché se il prezzo da pagare dell’Ispra mostrano una tendenza posi- – commenta Andrea Minutolo – Non a per le sanzioni europee è alto, quello per tiva tra il 2008 e il 2017. Secondo l’istitu- caso l’Europa le considera insufficienti. la salute e l’ambiente è incalcolabile. E le to di ricerca, Pm10, Pm2,5 e biossido di Il problema dell’inquinamento dell’aria norme europee restano un salvagente a azoto (NO2) scendono rispettivamente è complesso, per questo ha bisogno di cui aggrapparsi per salvare l’Italia dalle nel 77, nel 69 e nel 79% dei casi. L’unico programmazione e politiche integrate sue croniche emergenze. 20 / MAGGIO 2019
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