Strategist's Take - Banca IMI
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MARKET STRATEGY 9 aprile 2020 Strategist’s Take Banca IMI Market Strategy Team L’incertezza regna sovrana Global Markets Securities GlobalStrategy@bancaimi.com Il periodo che stiamo attraversando, ha come principale caratteristica +39 02 7261 2015 l’elemento dell’alea, o dell’incertezza, legata al futuro economico nei prossimi mesi. L’unica cosa di cui la maggior parte delle persone è certa è che ciò che è iniziato qualche mese fa nella lontana Cina, e di cui nessuno aveva compreso appieno le devastanti conseguenze, ci accompagnerà per i mesi a venire. L’incertezza economica è dettata dalle conseguenze che il relativamente lungo periodo di lockdown avrà sulle aziende pubbliche e private. A tale proposito, rispetto alla crisi finanziaria del 2008, si è messa in moto anche la macchina pubblica dei singoli paesi, che hanno introdotto misure di sostegno fiscale a supporto delle attività produttive e degli occupati. Nel nostro paese, dopo il provvedimento varato in settimana dal governo Conte, il nostro governo ha messo in campo altri €400 miliardi, tramite il nuovo decreto per il sostegno alle imprese attraverso la garanzia statale ai finanziamenti. Cifra che però potrebbe non bastare; a tal proposito continua all’interno dell’Unione europea la diatriba tra coloro che ritengono necessarie altre misure fiscali espansive, attraverso lo strumento degli euro bond, e coloro che preferiscono che sia il meccanismo dell’ESM ad essere utilizzato, per evitare di spalmare il peso di ulteriore debito sulle casse dei paesi fiscalmente più virtuosi, vedi Germania ed Olanda. Martedì scorso si è riunito l’Eurogruppo dei ministri delle finanze, per cercare di trovare un accordo proprio riguardo a quali strumenti utilizzare, con un nulla di fatto e la continua divergenza fra i paesi “formica” e le “cicale”. Anche oltreoceano si sta affrontando un periodo di incertezza economica mai visto dal secondo dopoguerra. È sintomatica la decisione da parte della SEC presa lo scorso 25 marzo, di concedere alle aziende quotate un periodo di grazia, per ora fino a 45 giorni, per pubblicare i propri risultati oltre il periodo obbligatorio consueto. Quella che sta per iniziare sarà la stagione degli utili più atipica almeno da 20 anni. Sono in molti osservatori a rilevare che il divario tra le stime degli analisti, anche riguardo alle stesse aziende, non è mai stato così ampio. Le società stesse si sono rincorse nelle ultime settimane ad abbassare i propri numeri, con un consenso che, ad oggi, stima un calo degli utili per le aziende dell’indice S&P500 di almeno il 5.2% per il solo primo trimestre. E ci si attende una riduzione degli EPS fino a $100-$140 che, con un moltiplicatore che tipicamente si aggira su 15x, si traduce in un indice il cui valore implicito si attesta tra i 1.500 ed i 2.100 punti. Anche negli Stati Uniti, oltre alle imponenti misure messe in campo dalla banca centrale americana, il governo tramite il Congresso è intervenuto con una politica fiscale per oltre $2 mila miliardi, che faranno lievitare il debito pubblico a stelle e strisce a cifre finora mai raggiunte. E sarà l’indebitamento pubblico, secondo il parere di chi scrive, l’elemento di maggiore pericolo. La crisi finanziaria del 2008, che era originata dagli US, ha avuto le conseguenze peggiori sui paesi economicamente più indebitati come l’Italia. Rischiamo purtroppo un “deja vu”, con economie molto più dinamiche e propositive come quella americana capaci di mettere in atto una reazione per portare gli US fuori dal guado in pochi anni, lasciando indietro sistemi produttivi e finanziari più fragili come il nostro a pagare ancora una volta il conto più salato. Questo documento non è stato preparato in linea con I requisiti normativi finalizzati a promuovere Produzione: 9 aprile 2020 alle 12:10 l’indipendenza della ricerca in materia di investimenti e non è nemmeno soggetto ad alcuna Prima distribuzione: 9 aprile 2020 alle 12:10 limitazione nell’effettuare transazioni prima della distribuzione del documento di ricerca.
Mercato governativo e dei tassi d’interesse Tassi Swap 08-Apr 5d chg (bps) Tassi Reali e Inflazione 08-Apr 5d chg (bps) EUR swap rate 10Y 0.0473 + 9 EUR Real rate 10Y -0.6090 + 3 USD swap rate 10Y 0.8253 +17 US Real rate 10Y -0.5480 + 2 GPB swap rate 10Y 0.6477 + 7 UK Real rate 10Y -2.6960 + 7 JPY swap rate 10Y 0.0588 + 6 EUR Inflation swap 5Y5Y 0.9862 - 0 Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Spreads (bps) 08-Apr 5d chg (bps) Curva BTP 08-Apr 5d chg (bps) EUR Bund asset swap 36.85 - 3 10Y - 2Y 99.70 -12 Bund - BTP 195.80 + 6 30Y - 10Y 87.50 - 6 Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Si chiude con un nulla di fatto l’incontro dell’Eurogruppo che avrebbe Curva governativa italiana dovuto stabilire la tipologia di aiuti finanziari contro la pandemia. Secondo quanto riportato dalla stampa, il fronte composto dall’Italia e altri 12 governi non si sarebbe accontentato della promessa di creare un fondo per la ripresa, senza che quest’ultimo potesse debito in solido. Ulteriori sviluppi sono attesi in serata. Il fronte nordico, con in primis Germania, Olanda e Austria rimane quello meno flessibile rispetto a questa soluzione, come anche rispetto a sostanziali modifiche delle condizionalità del MES. Il mercato riponeva parecchia fiducia verso un accordo immediato e, all’indomani dell’esito, il movimento è stato di risk-off, con vendite più marcate sulla periferia e in particolare sul BTP. Sul fronte delle nuove emissioni è stata una settimana intensa soprattutto per l’Italia, in quanto il Tesoro ha collocato ieri €6.5mld di BOT 12 mesi e per la prima volta dopo sette anni il BOT a 3 mesi per un ammontare di €3mld. La domanda è stata buona sia da parte di investitori domestici che esteri con rendimenti rispettivamente di 0.534% e 0.188%. Questo tratto di curva è stato il più penalizzato a seguito della fumata nera all’Eurogruppo, ma tutto sommato le vendite sono state contenute. Questa mattina invece BTP 10 anni Future sono stati riaperti i benchmark 3, 7 e 15 anni unitamente al BTP Set-44 per un ammontare complessivo di €9.5mld. Anche in questo caso buona la domanda nonostante la size importante. Come spesso accade, i titoli sono stati prezzati sui minimi di giornata per poi recuperare terreno subito dopo la chiusura dell’asta. Risulta evidente che i titoli italiani, già ben supportati dai programmi di acquisti della BCE, beneficerebbero in maniera sostanziale di un eventuale positivo accordo sui “Coronabond”. Questo, inoltre, porterebbe ad avere maggiore chiarezza sul nostro piano di emissioni per il 2020, in un momento in cui, al contrario, alcuni stati europei hanno già iniziato a rivedere i loro. Il Ministero delle finanze tedesco ha infatti corretto al rialzo il quantitativo di emissioni per il trimestre in corso e per il resto dell’anno rispetto a quanto annunciato il 23 marzo. Nel complesso, secondo le ultime previsioni della nostra ricerca, le emissioni nette lungo tutto il 2020 aumenteranno dai €122mld previsti due settimane fa a €221mld (ad inizio anno la stima era di €20mld). La distribuzione delle nuove emissioni rimane concentrata sulla parte breve della curva con le Dati al 09/04/2020 Elaborazione di Banca IMI su dati Bloomberg emissioni nette di titoli sul mercato monetario (Bubill) che salgono a €157mld. Per quanto riguarda i titoli a medio-lungo termine le emissioni lorde ammonteranno a €220mld, per un importo netto di €64mld. Su questo comparto il Tesoro tedesco includerà due nuove punti sulla curva: uno a 7 anni in asta a maggio per un ammontare di €4mld e un 15 anni da emettere sempre a maggio ma tramite sindacato. In ogni caso, secondo le nostre stime, gli acquisti dell’Eurosistema sul mercato governativo tedesco, dovrebbero essere pari a 117 miliardi di euro e quindi coprire interamente l’offerta netta sui titoli a medio e lungo termine. Queste consistenti variazioni al rialzo finanzieranno gran parte del piano fiscale tedesco per contrastare il rallentamento economico. Nonostante l’ampiezza della manovra pari a circa il 4.4% del PIL (risultata la più imponente a livello storico), gli effetti della pandemia sul PIL tedesco 2020 saranno comunque rilevanti con i nostri economisti che prevedono una contrazione di -3% a/a nel caso in cui il lockdown venisse rimosso a fine aprile. In uno scenario peggiorativo, in cui il fermo dovesse protrarsi fino a fine maggio, gli effetti sarebbero più marcati e la perdita sul PIL risulterebbe di circa -9%. 2
Mercato del credito Indici cash EUR (OAS/Sov) 08-Apr 5d chg (bps) Indici cash USD (OAS) 08-Apr 5d chg (bps) Corporates 223.6 -15 IG All Sectors 231.0 -51 Senior 197.3 -33 IG Financials Snr 217.4 -36 Lower Tier 2 299.9 -32 IG Financials Sub 274.8 -39 Euro HY: 3% Issuer Cons 719.5 -56 HY All Sectors 824.3 -95 Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Indici CDS - iTraxx Europe 08-Apr 5d chg (bps) Indici CDS - CDX NA 08-Apr 5d chg (bps) Main 95.1 -13 Markit CDX NA IG 104.9 -18 Xover 532.3 -80 Markit CDX NA HY 616.6 -127 Financial SNR 110.7 -14 Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Sulla scia di un relief-rally generalizzato, particolarmente evidente sui listini Euro Aggregate Corporate (OAS) azionari, il mercato del credito prosegue la fase di consolidamento iniziata tre settimane fa. Nonostante un legame relativamente stretto con l’andamento del mercato azionario ed in particolare con l’andamento della volatilità delle borse, gli spread europei ed americani hanno cominciato a ritracciare il violento widening delle settimane precedenti solo diversi giorni dopo gli estremi fatti segnare dagli indicatori dei mercati equity. Questo aspetto evidenzia una volta di più quella sorta di tendenza inerziale che caratterizza il mercato del credito, la persistenza di un movimento in corso. Cogliamo lo spunto per suggerire che l’attuale momento favorevole può continuare per qualche tempo, forse anche qualche giorno in più rispetto ad un iniziale ritorno dei mercati azionari ad una dinamica negativa. Questa nostra aspettativa dovrebbe, nel futuro, essere supportata anche da un pieno dispiegamento dei programmi di acquisto delle banche dell’Eurosistema sul fronte delle obbligazioni private, per i quali non si dispone attualmente di dati completi. L’analisi dei dati pubblicati a proposito del CSPP farebbe pensare ad una drammatica diluizione degli acquisti corporate. Questo aspetto, qui segnalato nelle settimane scorse, risulterebbe alquanto illogico, qualora confermato nel U.S. Corp (OAS) tempo. Anche l’invocazione dell’elevata flessibilità attribuita al nuovo programma PEPP non sarebbe sufficiente a spiegarlo. Ricordiamo una nostra stima di 2 settimane fa che, considerando i volumi totali dei programmi APP/PEPP e quanto, nel passato, gli acquisti CSPP hanno contribuito al totale, gli acquisti di obbligazioni corporate avrebbero potuto addirittura quadruplicare, passando da circa €1.5mld settimanali fino a €6mld. Il mercato primario sta vivendo una specie di seconda giovinezza. Dopo tre settimane di un quasi completo congelamento, a cavallo dei mesi di febbraio e marzo, i volumi settimanali di emissione sfidano le più rosee previsioni. La scorsa settimana, con oltre €88mld, è stata la seconda settimana più ricca dell’anno. È un risultato assolutamente impensabile se considerato alla luce di quanto sta accadendo nel mondo. Inoltre, i volumi year-to-date sono tornati a livelli superiori al 2019, che ricordiamo aver segnato un record assoluto per l’Europa. Naturalmente, tutto ciò non Dati al 09/04/2020 avviene in modo indolore per gli emittenti: i premi all’emissione che sono Elaborazione di Banca IMI su dati Bloomberg costretti a concedere rimangono tuttora significativi, fra 45 e 55bps in media, nonostante le quantità offerte siano normalmente coperte in modo generoso con book di sottoscrizione pari a oltre 4X. Questo dinamismo del mercato primario risulta tra gli aspetti che supporterebbero un coinvolgimento molto più significativo degli interventi di acquisto BCE nel mondo delle obbligazioni private. Ricordiamo che gli acquisti CSPP possono avvenire anche in sede di emissione. Sul mercato secondario prosegue un processo di price discovery, dopo la dislocazione delle prime settimane in cui il panico ha prevalso. La relazione tra cash e derivati ha probabilmente trovato un suo equilibrio, con gli andamenti dei rispettivi spread che risultano molto più coerenti, nella direzione e nell’entità. Questo è il tipico pain-trade all’indomani di un sell-off violento, quando i portafogli risultano hedgiati prevalentemente con gli unici strumenti negoziabili durante le fasi di panico e l’unwinding di posizioni complesse risulta difficile. Segnaliamo il sostanziale completamento del processo di convergenza tra indici europei ed americani, tornati a livelli fisiologici dopo il panic selling in USA che aveva causato un maggior widening di oltre 100bps. 3
Mercato azionario Indici azionari 08-Apr 5d chg Settori Euro STOXX 08-Apr 5d chg S&P 500 2,749.98 8.83% Turismo e Tempo libero 144.02 13.37% NIKKEI 225 19,353.24 8.61% Auto 320.53 11.99% DAX 10,332.89 7.96% Costruzioni e Materiali 349.92 9.93% Euro STOXX 50 2,851.27 6.05% Tecnologia 534.30 9.69% MSCI EM 873.85 4.21% Telecomunicazioni 243.50 3.27% FTSE 100 5,677.73 3.60% Alimentari 442.66 3.10% FTSE MIB 17,380.82 3.25% Utility 296.05 1.79% SWISS MKT 9,432.39 1.74% Petrolio & gas 223.86 -4.42% Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Le principali borse chiudono la settimana al rialzo, sospinte da alcuni Performance da inizio anno spiragli di ottimismo circa la lotta al Covid-19 e la ripresa dell’economia globale. A inizio settimana gli operatori hanno sperato anche in un accordo sul pacchetto di $540 miliardi a sostegno dell’Euro-area, ma purtroppo sono stati, per il momento, disattesi. Il focus è ora sulla riunione di oggi dei major del petrolio. L’attesa del mercato è che si troverà un accordo per tagliare la produzione, secondo alcuni fino a 10 milioni di barili al giorno (con la Russia che potrebbe arrivare a 1.6 milioni di barili). Il prezzo del petrolio è salito, trascinando con sé l’indice EURO STOXX Oil & Gas, che dal 18 marzo ha fatto un +30%, dopo aver visto il suo valore dimezzato da inizio anno. Anche in caso di un accordo però le incognite non mancano. Se infatti l’entità dell’intervento sarebbe di dimensioni eccezionali, è anche vero che la frenata della domanda il mese scorso è stata di 27 milioni di barili. La produzione globale si assesta infatti a 95 mdb mentre la domanda è scesa del 30% a 66.5 mdb. E’ qui che entra quindi in gioco il terzo elemento che ha sospinto i listini mondiali al rialzo questa settiman: il rallentamento nel numero dei contagi. Alla luce dei numeri più recenti di Italia e Spagna, si sta cominciando a parlare di Fase 2 e cioè di piani per un graduale ritorno alla normalità, con l’eliminazione delle restrizioni alla Confronto settori ciclici e defensivi mobilità e all’attività economica. Grazie all’ottimismo, l’S&P500 ha chiuso su del 23%, rispetto ai minimi di marzo, e listini Europei hanno seguito a ruota. Buona performance anche per il Ftse Mib, trascinato dai titoli del comparto bancario, all'indomani dell'approvazione di un nuovo decreto per il sostegno alle imprese attraverso la garanzia statale ai finanziamenti. Ci si chiede ora quale sarà la durata di questo rally. A tal fine è interessante notare che i protagonisti del rimbalzo sono stati di nuovo i settori che erano stati maggiormente penalizzati dall’ampliarsi del contagio, con i settori ciclici hanno guidato la ripresa. In Europa hanno corso in particolare i titoli dell'automotive e quelli del settore viaggi, con in evidenza Lufthansa e Air France-Klm, mentre invece il settore dei beni alimentari e quello farmaceutico sono rimasti indietro. Questo ci rende un po’ scettici circa la durata del rally, anche considerando che una parte del recupero di questa settimana è da imputarsi a short covering. Dati al 09/04/2020 Elaborazione di Banca IMI su dati Bloomberg Negli Stati Uniti gli indici azionari sono ritornati in territorio bullish, sulla spinta dell’ottimismo ingenerato dalla speranza di una ripresa dell’attività economica. Tuttavia i contagi si stanno avvicinando al mezzo miliardo di persone negli USA, con la crescita concentrata nelle grandi città. Per la prossima settimana sono attesi volumi ridotti sui mercati, data la chiusura per il Venerdì Santo, e questo potrebbe portare ad un aumento della volatilità ingenerato da notizie negative sul fronte della lotta al Covid-19. Inoltre, la stagione degli utili inizierà il 14 aprile, con i risultati delle principali banche americane. Sussiste la concreta possibilità che molte aziende rivedano le prospettive degli utili per i prossimi mesi (McDonald’s ha ridotto l’outlook ieri) e riducano in modo sostanziale le spese in conto capitale. Il mercato non ha ancora completamente prezzato questi tagli al momento: gli EPS dell’S&P 500 sono visti in discesa del 9% a/a nel primo trimestre e del 16% nel secondo. La previsione per il resto dell’anno non è così negativa ( -5% nel 3Q e +2.5% nel 4Q) per una contrazione di 5.9% a/a. A seguito del recente rialzo, la valutazione dell’S&P 500 non è più a sconto (considerando il minimo di ~13.3 a marzo) e l’indice scambia a un multiplo di 17.1 volte gli utili dei prossimi 12 mesi, e vicino alla media degli ultimi cinque anni. 4
Mercato delle valute FX 08-Apr 5d chg (pips) FX 08-Apr 5d chg (pips) EURUSD 1.0858 0.0 EURCNY 7.6835 -190.0 EURGBP 0.8768 9.0 EURTRY 7.3665 1549.0 EURJPY 118.18 104.0 EURBRL 5.5616 -1436.0 EURCHF 1.0553 -18.8 EURRUB 81.4158 -24319.0 Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Petrolio 08-Apr 5d chg Metalli 08-Apr 5d chg Brent 32.84 9.69% Copper 226.00 1.87% WTI 25.09 -0.91% Gold 1,646.14 1.99% Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Il rinvio a oggi pomeriggio della riunione dell’Eurogruppo che deve dare GBPUSD una risposta unitaria su come finanziare gli stati dell’Unione colpiti in misure differenti dalla pandemia, mantiene l’Euro in una posizione di stallo e di debolezza, nonostante il nervosismo sul mercato monetario abbia portato a un rialzo dell’Euribor che si stava riflettendo sul cambio che, nel corso della giornata di martedì era ritornato in area 1.0920. La nostra analisi vede un prolungato movimento laterale che potrebbe muovere il cambio all’interno di una configurazione compresa tra 1.0700 e 1.1000. In questa fase ci pare anche obiettivamente difficile farci guidare dai dati macroeconomici in uscita perché l’impatto vero e proprio sui numeri si avrà solo a partire dalla seconda metà del mese quando i dati di marzo inizieranno a mostrare l’ampiezza della caduta della crescita economica. Manteniamo quindi la nostra idea che al momento ci vede ancora favorevoli al biglietto verde e, sui rialzi dell’Euro sopra 1.0930 consigliamo di allungare le posizioni in dollari. Per quanto riguarda la sterlina, il ricovero in terapia intensiva del Primo Ministro Boris Johnson, non ha influito particolarmente sul movimento del Cable che ha mantenuto un tono molto tranquillo in queste ultime sedute, EURUSD compreso tra 1.2160 e 1.2380. La configurazione laterale che sta caratterizzando questo momento dovrebbe mantenersi ancora di attualità nel prossimo periodo. Infatti, dopo la fase di forti up-down che abbiamo visto negli scorsi giorni, il mercato sta cercando di trovare una solida base dalla quale si apriranno nuovi scenari che ci porteranno alla fine del primo semestre. Secondo noi, manca ancora un ultimo movimento correttivo che potrebbe spingerebbe la Sterlina al di sotto dell’area 1.1000 contro il biglietto verde. Da cui si aprirà una fase successiva di forza molto interessante capace di aprire un canale ascendente per la valuta britannica, con un target di medio periodo che avrà in almeno 1.3500 il primo obiettivo di medio periodo. Spostandoci verso l’Estremo Oriente, anche lo yen è rimasto limitato tra 108.40 e 109.40. La dichiarazione dello stato di emergenza emanata nella giornata di martedì dal Premier Abe, non ha avuto alcuna ripercussione sulla valuta giapponese che viene completamente ignorata dal mercato Dati al 09/04/2020 Elaborazione di Banca IMI su dati Bloomberg in questa fase riflessiva. Lo Yen, come il Franco svizzero, ha infatti perso parte della sua funzione di valuta da carry trade difensivo dopo i drastici tagli che la FED ha apportato per favorire la liquidità in dollari sui mercati. L’estensione di massimo rafforzamento che vediamo per la valuta orientale è compresa in area 105.00/106.00, soprattutto se il “sentiment” di risk-off dovesse peggiorare sensibilmente. Le nostre aspettative di breve periodo invece ci vedono negativi sullo JPY con una rottura di 110.00 che potrebbe favorire un trend positivo per il biglietto verde con un allungo fino in area 116.00. Concludiamo la nostra analisi con il consueto sguardo al mercato delle valute emergenti. Dopo i crolli pesanti della scorsa settimana, qualche divisa inizia a mostrare una buona base di recupero. Le valute da noi preferite in questa fase quali CNH e le divise dei paesi Central-Eastern Europe, stanno progressivamente recuperando terreno e, qualora la combinazione tra il passaggio del picco della pandemia nel mondo occidentale e un rinnovato accordo di base tra Arabia Saudita e Russia sul prezzo del petrolio dovesse trovare riscontro in tempi relativamente brevi, pensiamo che potrebbero spingere ad un recupero anche altre valute EM. 5
Mercati Emergenti LATAM CDS 5Y 08-Apr 5d chg CEE CDS 5Y 08-Apr 5d chg Argentina 17,902.4 -33674 Croazia 95.0 +15 Brasile 297.5 -40 Ungheria 100.0 +20 Cile 132.5 -13 Romania 25.0 -85 Colombia 237.5 -20 Bulgaria 60.0 + 0 Perù 117.5 -18 Serbia 125.0 +20 Messico 262.5 - 3 Turchia 610.0 - 5 Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Russia 165.0 -25 Dati al 08-04-20. Elaborazione IMI su dati Bloomberg. Si inizia ad intravedere una lucina in fondo al tunnel anche se è molto fioca CDX EM CDSI GEN 5Y SPRD e la strada per l’uscita è ancora lunga. In effetti le misure restrittive adottate in molti paesi per ostacolare il diffondersi del virus stanno dando i primi frutti con il numero dei nuovi contagli che è sta rallentando quasi ovunque. È ancora prematuro cantare vittoria perché la situazione non sembra ancora sotto controllo dappertutto e i casi sono ancora in aumento in Spagna e in Inghilterra dove il governo del premier Johnson ricoverato questa settimana in terapia intensiva è stato lento a reagire. In Giappone la situazione è peggiorata, costringendo il primo ministro Abe a dichiarare lo stato di emergenza. I progressi nella strategia di contenimento comunque sono indiscutibili e il picco assoluto dei contagi sembra vicino tanto che molti governi stanno già pianificando gradualmente la ripresa dell’attività di cui si sente assoluto bisogno visti i danni causati dalle restrizioni all’economia, con il Pil del secondo trimestre previsto in calo a doppia cifra nell’area euro e negli Stati Uniti. I mercati hanno accolto con sollievo la notizia relativa al rallentamento dei contagi, anche se un ruolo determinante nel frenare la discesa delle quotazioni è stato giocato delle politiche monetarie e fiscali senza precedenti messe in campo. Negli Stai Uniti dopo il pacchetto di timoli di $2.000 miliardi il Congresso sta pensando di rimpinguare il fondo di CDS 5 anni Brasile finanziamento a fondo perduto destinato alle piccole e medie imprese per ulteriori $500 miliardi. Nell’UE gli stati si sono mossi in ordine sparso ma comunque gli stimoli già approvati valgono il 3% del Pil complessivo che vanno sommati ad un altro 18% sotto forma di garanzie: manca ancora una risposta corale sotto forma di uno strumento condiviso per affrontare la crisi, dopo l’ennesima fumata nera sull’utilizzo degli eurobond per aiutare i paesi più colpiti. La liquidità illimitata dalle banche centrali sta producendo i suoi benefici effetti, risvegliando l’attitudine al rischio degli investitori, sempre pronti a mettersi in scia della Fed: nelle ultime due settimane la banca centrale americana ha creato moneta al ritmo di $1 milione al secondo. Il combo politica monetaria-politica fiscale super espansiva sta funzionando bene per i paesi sviluppati ma il discorso è diverso per i paesi emergenti, molti dei quali non possono concedersi questo lusso, perché allettati da tassi di finanziamento molto convenienti e dalla vorace domanda degli investitori in fuga da un contesto di rendimenti negativi, hanno già fatto ampio ricorso al debito negli anni passati, rimanendo senza grossi margini Dati al 09/04/2020 Elaborazione di Banca IMI su dati Bloomberg di manovra. Il rapporto debito/GDP dei paesi dell’America Latina è passato dal 45% al 70% negli ultimi 10 anni. La scure delle agenzie di rating si è già abbattuta su Colombia, Messico, Pemex, Ecuador, Argentina e Sud Africa che è stato declassato a livello speculativo mentre le prospettive del Brasile sono state riviste da positive a stabili. Date queste premesse i governi sono costretti a fare prova di equilibrismo camminando su un filo molto sottile, alla ricerca di un difficile compromesso tra la necessità di attutire gli effetti della recessione e l’esigenza di non innervosire troppo gli investitori con un eccessivo ricorso alla spesa pubblica, che potrebbe compromettere la sostenibilità dei conti. D’altro canto anche la leva monetaria è a fine corsa poiché quasi tutte le banche centrali dei paesi in via di sviluppo hanno seguito l’esempio di quelli sviluppati, abbassando i tassi per dare impulso ad una ripresa anemica, e adesso si trovano a fare i conti con valute che da inizio anno hanno perso anche il 20% del loro valore, determinando una generale fuga di capitali. Secondo l’IIF i flussi in uscita dai paesi emergenti a marzo sono arrivati al record di $83 miliardi. Il rischio è che avendo le mani legate e senza la possibilità di fornire una risposta adeguata alla crisi tornino ad esplodere le tensioni sociali e le rivolte, di cui abbiamo avuto un assaggio l’anno scorso, con un pericolo per la tenuta democratica e la tentazione di una deriva autoritaria. È ancora presto per abbassare la guardia: tatticamente è opportuno privilegiare i paesi che hanno la facoltà 6
di adottare politiche fiscali espansive senza compromettere l’equilibrio dei conti. Occasioni interessanti si potrebbero aprire per i produttori di petrolio nel caso di un accordo sul taglio della produzione al prossimo vertice dell’Opec. Per quanto riguarda il futuro è probabile che questa di Pasqua non sia l’ultima settimana di passione. Focus della prossima settimana Date Country Event or data release Actual / Consensus / Last Currency 09 Apr 20 South Korea BoK 7-Day Repo Rate Actual 0.75% KRW 09 Apr 20 United Kingdom Industrial Production MoM Actual +0.1% GBP 09 Apr 20 United Kingdom Manufacturing Production MoM Actual +0.5% GBP 09 Apr 20 Italy Industrial Production MoM Actual -1.2% EUR 09 Apr 20 Brazil IBGE Inflation IPCA MoM Consensus +0.12% BRL 09 Apr 20 Brazil IBGE Inflation IPCA YoY Consensus +3.36% BRL 09 Apr 20 India Industrial Production YoY Consensus +3.4% INR 09 Apr 20 Canada Net Change in Employment Consensus -500.0k CAD 09 Apr 20 United States PPI Final Demand MoM Consensus -0.4% USD 09 Apr 20 Canada Unemployment Rate Consensus 7.5% CAD 09 Apr 20 United States Initial Jobless Claims Consensus 5500k USD 09 Apr 20 Russia Gold and Forex Reserve Last 551.2b RUB 09 Apr 20 United States U. of Mich. Sentiment Consensus 75 USD 10 Apr 20 China Money Supply M2 YoY Consensus +8.8% CNY 10 Apr 20 Japan PPI YoY Consensus -0.1% JPY 10 Apr 20 China PPI YoY Consensus -1.1% CNY 10 Apr 20 China CPI YoY Consensus +4.9% CNY 10 Apr 20 France Industrial Production MoM Consensus +0.0% EUR 10 Apr 20 France Industrial Production YoY Consensus -2.5% EUR 10 Apr 20 United States CPI MoM Consensus -0.3% USD 13 Apr 20 Turkey Current Account Balance Consensus -1.10b TRY 15 Apr 20 France CPI YoY Consensus +0.6% EUR 15 Apr 20 Italy CPI EU Harmonized YoY Last +0.1% EUR 15 Apr 20 United States MBA Mortgage Applications Last -17.9% USD 15 Apr 20 United States Retail Sales Advance MoM Consensus -6.4% USD 15 Apr 20 Russia Industrial Production YoY Consensus -0.4% RUB 15 Apr 20 United States Industrial Production MoM Consensus -4.1% USD 15 Apr 20 Canada Bank of Canada Rate Decision Consensus 0.25% CAD 16 Apr 20 Australia Employment Change Consensus -30.0k AUD 16 Apr 20 Australia Unemployment Rate Consensus 5.4% AUD 16 Apr 20 Germany CPI YoY Consensus +1.4% EUR 16 Apr 20 United States Housing Starts Consensus 1317k USD 16 Apr 20 United States Initial Jobless Claims Last -- USD 16 Apr 20 Russia Gold and Forex Reserve Last -- RUB 17 Apr 20 South Korea Unemployment rate SA Last 3.3% KRW 17 Apr 20 China GDP YoY Consensus -6.0% CNY 17 Apr 20 China Industrial Production YoY Consensus -5.4% CNY 17 Apr 20 Japan Tertiary Industry Index MoM Consensus -0.5% JPY 17 Apr 20 Japan Industrial Production MoM Last +0.4% JPY 17 Apr 20 Eurozone CPI YoY Consensus +0.7% EUR Dati al 09/04/20, Fonte: Bloomberg Banca IMI Strategy Team Barbara Valbuzzi, CFA Head barbara.valbuzzi@bancaimi.com Pasquale Lodato Credit pasquale.lodato@bancaimi.com Andrea Milani Emerging Markets andrea.milani@bancaimi.com Enrico Lazzaroni Forex enrico.lazzaroni@bancaimi.com Luca Cigognini Forex luca.cigognini@bancaimi.com Fabrizio Ligurgo Interest Rates & Credit fabrizio.ligurgo@bancaimi.com Alberto Testori Interest Rates alberto.testori@bancaimi.com 7
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Inoltre, in relazione ai titoli governativi potenzialmente menzionati all’interno di questa comunicazione di marketing, affermiamo che Banca IMI S.p.A. agisce in qualità di market maker nei mercati primari per i titoli governativi dei maggiori paesi europei e anche in qualità di Government Bond Specialist, o incarichi simili, per i titoli governativi emessi dalla Repubblica d’Italia, dalla Repubblica Federale di Germania, dalla Repubblica Greca, dall’European Stability Mechanism e dall’European Financial Stability Facility. Questa comunicazione è ad uso esclusivo delle persone a cui è stata distribuita da Banca IMI e non può essere riprodotta o redistribuita, direttamente o indirettamente, ad alcuna persona o pubblicata, completamente o parzialmente, per ragione alcuna, senza previo consenso scritto di Banca IMI. 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