Scienza e superuomo nel pensiero di Friedrich Nietzsche. Per una genealogia del transumanesimo
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la libertà individuale, antisemita e filosemita, «Letteratura – Tradizione», n. 41, precursore del nazionalsocialismo pangermanico e feroce critico dei tedeschi, apostolo della ra- Heliopolis Edizioni, 2007, pp. 30-55 gione e irrazionalista, illuminista e romantico, e molto altro ancora. Ogni interprete ha trovato nell’immensa e multiforme opera di questo pen- satore ciò che ha voluto trovare, spesso cercando Scienza e superuomo nel pensiero di screditare le interpretazioni dei colleghi rivali con vari stratagemmi. Chi ha voluto mettere fuo- di Friedrich Nietzsche. Per una ri causa il tardo Nietzsche si è appellato alle ma- genealogia del transumanesimo nipolazioni dei testi operate della sorella Elisa- beth, oppure alla malattia mentale che ne ha se- di Riccardo Campa gnato le fasi finali dell’esistenza. Chi ha invece voluto mettere fuori causa il giovane Nietzsche si è appellato all’immaturità che contraddistin- gue ‘necessariamente’ gli scritti giovanili. C’è Il problema che intendiamo affrontare in questo chi ha interpretato i testi nietzscheani in modo saggio è la collocazione di Friedrich Nietzsche più o meno letterale e chi, invece, ha sostenuto nella genealogia del transumanesimo – dottrina che Nietzsche parla per metafore, per simboli, e filosofica assurta recentemente agli onori della perciò la sua verità è nascosta tra le righe. cronaca e di cui daremo maggiori ragguagli nella Forse sarebbe più economico ammettere che parte finale del saggio. A prima vista, si tratta di un pensatore geniale non può essere un monoli- una questione che potrebbe appassionare soltan- to. Se si rapporta, come dovrebbe, con la società to o soprattutto gli intellettuali che si definiscono e la conoscenza in mutamento del proprio tempo, transumanisti e, dunque, una platea non esatta- è perfettamente legittimo che cambi idea su mente ‘di massa’. In realtà, deve essere chiaro qualcosa, o che abbia un rapporto ambivalente che porsi questo problema significa cercare di nei riguardi di certi fatti, idee o persone. dare una risposta a due questioni ‘tipiche’ degli Paradossalmente, la massa enorme ed incon- studi nietzscheani: il rapporto tra Nietzsche e la gruente di monografie e articoli che è stata pub- scienza e il concetto di superuomo. La scienza e blicata su questo autore, ci sgrava dal compito di la tensione verso il postumano sono infatti i due doverci confrontare minuziosamente con la criti- temi fondamentali del transumanesimo. Soltanto ca ‘ufficiale’ (il che avrebbe ridotto il nostro se si prova che Nietzsche ha un rapporto positivo sforzo ad una critica della critica del pensiero con le scienze naturali e concepisce il superuo- nietzscheano), e ci permette di leggere in modo mo come un prodotto della scienza e della ragio- personale i suoi scritti, senza pretese di aver rag- ne umana si può concludere che il filosofo di giunto l’Interpretazione con la I maiuscola. Ci Röcken è un transumanista ante litteram, un pre- perdoneranno Simmel, Spengler, Jaspers, Hei- cursore del movimento transumanista. degger, Deleuze, Foucault, Vattimo (e tutti gli altri grandi nomi che ora non ci sovvengono), se invece di parlare di loro parleremo semplicemen- Nietzsche e la scienza te di Nietzsche, e se invece di affidarci alla loro autorità ci affideremo alle nostre fallibili capaci- Friedrich Nietzsche è forse il pensatore non si- tà esegetiche. Di tanto in tanto faremo natural- stematico par excellence. Gran parte della sua mente riferimento anche alla critica, ma soltanto opera è infatti composta da aforismi e brevi pen- quando lo riterremo strettamente necessario. sieri, nei quali si manifestano le linee fondamen- La tesi che intendiamo sostenere qui è che tali della sua filosofia, ma anche gli umori del Nietzsche è tutt’altro che un pensatore antiscien- momento. Per questa ragione, del pensatore te- za. Anzi, è un sincero estimatore della scienza e, desco, è stato possibile dire tutto e il contrario di in special modo, di quella empirica e sperimenta- tutto. Ideologo dello schiavismo e difensore del- le tanto denigrata da Hegel. Lo affermiamo nella 30
consapevolezza che la nostra lettura ci pone in condizione che non si perda mai di vista questo potenziale conflitto con buona parte degli inter- filo rosso dell’opera nietzscheana. preti più accreditati. Infatti, molti relativisti co- Ci avviamo dunque ad affrontare un breve gnitivi (una particolare genia di intellettuali ri- viaggio tra le opere del pensatore tedesco, per conducibili al postmodernismo, ma che, per for- mettere alla prova la nostra ipotesi interpretativa. tuna, non esauriscono la cultura postmoderna) Le più significative sono le seguenti: hanno elevato Nietzsche a vera e propria icona del pensiero antiscienza. Consola il fatto che, tra 1. La nascita della tragedia dallo spirito della gli interpreti più attenti, alcuni hanno mostrato musica (1872); dubbi, mitigando il giudizio e sostenendo che 2. Umano, troppo umano (1878 – 1879); Nietzsche ha un rapporto ‘ambivalente’ nei con- 3. Aurora (1881); fronti della scienza, da un lato vista come impor- 4. La gaia scienza (1882); tante strumento di emancipazione umana e 5. Così parlò Zarathustra (1883 – 1885); dall’altro come gabbia meccanicistica. È già un 6. Al di là del bene e del male (1886); piccolo passo avanti. 7. Genealogia della morale (1887); Tuttavia, nella manualistica, la tesi del Nie- 8. Il crepuscolo degli idoli (1888); tzsche nemico della scienza è stata ormai elevata 9. L’Anticristo (1888); a livello di dogma. Scrive Salvatore Guglielmino 10. Ecce Homo (come si diventa ciò che si è) (1971: 41) nella sua Guida al Novecento: «La fi- (1888); losofia di Nietzsche si inserisce, come gli atteg- 11. La volontà di potenza (1901); giamenti decadenti esaminati, nel più vasto mo- vimento di reazione antipositivistica e di polemi- In Umano troppo umano, Nietzsche sembra ca contro la tirannia della scienza». Questo ste- difendere l’idea che la religione e la scienza non reotipo della manualistica è ormai diffuso anche abbiano nulla in comune e perciò non possano nell’immaginario popolare. Scrive un anonimo nemmeno entrare in conflitto. La scienza rispon- compilatore di Wikipedia: «Nietzsche mostra de a domande diverse da quelle che pone la reli- come i grandi valori della cultura occidentale, gione e non – come ritengono i razionalisti – alle quali la verità, la scienza, il progresso, la religio- stesse domande con metodi diversi. Queste le pa- ne, vadano distrutti e smascherati. C’è nell’uomo role di Nietzsche: «Fra la religione e la vera una sostanziale paura della creatività della vita, scienza non esistono né parentele né amicizia, e che produce valori collettivi sotto la cui giurisdi- neppure inimicizia: vivono in sfere diverse» zione la vita viene disciplinata, regolata, schema- (Umano troppo umano, af. 110). tizzata. Sono ‘valori che disprezzano la vita’, che Considerato che Nietzsche è un autore origi- generano un processo di nullificazione. La storia nale, un autore che fa della provocazione il mar- della cultura occidentale è pertanto la storia del chio del proprio pensiero, un autore che si fa nichilismo, e quindi la storia della decadenza». premura di non scrivere nulla di scontato, bana- Dunque, Nietzsche filosofo decadente come le, triviale, dobbiamo interrogarci sul significato indica Guglielmino o, al contrario, filosofo che di questa precisazione. Se nel 1878 sente denuncia la decadenza come traspare l’esigenza di sottolineare la differenza tra scien- dall’enciclopedia? Che importa? Su un punto za e religione è perché sono in atto tentativi di sembrano tutti d’accordo: Nietzsche filosofo presentare queste forme di conoscenza come due contro la scienza. E questo è proprio il punto che grandi acquisizioni del mondo cristiano, euro- ci convince meno. Innanzitutto, perché andrebbe peo, occidentale. Allo stesso tempo, è ancora vi- tenuto presente che Nietzsche individua nelle re- va la critica di marca illuministica che tende a ligioni, in particolare nella religione cristiana, il contrapporre la scienza (la vera conoscenza) alla nemico mortale dell’uomo e il maggiore ostacolo religione (un’impostura). In questo modo, Nie- sulla strada che conduce all’avvento tzsche frena i cristiani che tentano di appropriar- dell’oltreuomo o del superuomo, che dir si vo- si della scienza, dopo averla contrastata per seco- glia. A nostro avviso, il giudizio nietzscheano li, ma cerca anche una strada nuova rispetto sulla scienza può essere ricostruito e compreso, a all’aperta conflittualità illuministica. Sembra 31
quasi voler dire: siamo superiori, noi uomini di germente diversa. In fondo, nello stesso scritto, scienza, non diamo ai religiosi la soddisfazione Nietzsche riconosce che: «La verità non vuole di abbassarci al loro livello, di metterci a con- altro dio all’infuori di sé. La fede nella verità fronto con loro. Vista dalla nostra prospettiva comincia con il dubbio in tutte le verità credute temporale, si tratta di una posizione nuova ri- sino a quel momento» (Umano troppo umano, spetto a quanto accadeva in precedenza, ma non af. 20). Questa non è una negazione della verità, unica e solitaria, considerato che – più o meno ma esattamente la professione di disinteresse e nello stesso periodo – anche i positivisti decido- dubbio sistematico che si pone alla base della no che le due sfere intellettuali vanno separate e scoperta di nuove verità. non contrapposte. L’adesione all’ethos scientifico è ribadita in Interessante il fatto che, sempre in Umano altri passi dell’opera: «Nelle scienze, si cerca troppo umano, Nietzsche prende atto della se- conoscenza e nulla di più – quali che siano le conda grande separazione del diciannovesimo conseguenze» (Umano troppo umano, af. 6). Se- secolo: quella tra scienza e filosofia. In realtà, il condo Nietzsche, sono infatti i filosofi che cer- pensatore tedesco fa risalire i germi della separa- cano di giustificare la scienza in mille altri modi, zione alla filosofia socratica: «I guastafeste nella non gli scienziati. La scienza genuina è simile scienza. La filosofia si separò dalla scienza alla natura. «La scienza… come la natura non quando pose la domanda: qual è quella cono- prende in considerazione gli obiettivi finali; pro- scenza del mondo e della vita nella quale l’uomo prio come la natura talvolta produce le cose più vive più felice? Questo accadeva nelle scuole utili senza averle volute, così anche la vera socratiche: con il punto di vista della felicità si scienza, che è l’imitazione della natura in con- legarono le vene alla ricerca scientifica, e lo si fa cetti, porterà talvolta, non spesso, ulteriori bene- ancor oggi» (Umano troppo umano, af. 7). fici e benessere all’uomo e otterrà ciò che è utile È questo processo visto come un bene o un – ma, similmente, senza averlo voluto» (Umano male? Detto tra parentesi, la domanda ha una sua troppo umano, af. 38). pregnanza, nonostante la ben nota allergia di In realtà, l’idea di ‘sapere per sapere’ è pro- Nietzsche per la morale. Anche se egli intende pria anche del pensiero filosofico, e non solo proporsi come il primo filosofo immoralista del- scientifico. La troviamo nel pensiero presocrati- la storia (o, piuttosto, a porsi al di là della mora- co, socratico, platonico e aristotelico, prima an- le, al di là del bene e del male), il suo pensiero è cora che nella scienza ellenistica. È l’elemento in realtà permeato di valutazioni morali. Certa- unificante di tutte le forme di conoscenza razio- mente, si tratta di una morale diversa da quella nale ed empirica. Probabilmente, quello che Nie- cristiana, una morale che – come quella pagana – tzsche rimprovera a Socrate e a Platone non è pone al centro del discorso il concetto di virtù e tanto la fede nella verità, ma il metodo antiscien- non quello di divieto. Ebbene, per venire ora alla tifico da questi adottato, in rottura con la tradi- domanda, è piuttosto evidente che Nietzsche non zione presocratica. Socrate e Platone danno si sta rallegrando del fatto che si siano legate e si troppo spazio alla ragione astratta e poco spazio stiano legando le vene alla ricerca scientifica. È ai sensi. La scienza empirica, basata sulla perce- quindi implicita, in questo aforisma, una valuta- zione sensoriale, è vista da Nietzsche come una zione positiva della scienza. forma genuina di conoscenza, una forma supe- Sappiamo che Nietzsche ritiene Socrate re- riore di conoscenza. Superiore anche sul piano sponsabile della distorsione dei valori del mondo etico, perché più vicina alla vita, alla corporeità, occidentale, ritiene Socrate l’uomo che ha cor- al mondo. Nella scienza empirica, sensoriale, c’è rotto il vigore della società greca, aprendo le la ricerca del mondo, l’immersione nel mondo, porte alla penetrazione del cristianesimo. Qual- non la fuga dal mondo che caratterizza la filoso- cuno vuole farci credere che Nietzsche rifiuti fia socratico-platonica. Socrate perché questi invita a pensare piuttosto Tre anni più tardi, in Aurora, Nietzsche sem- che a vivere e invita tra l’altro alla modestia del bra superare anche l’idea che scienza e religione pensiero, al dubbio sistematico, alla professione appartengono a mondi separati che non possono di ignoranza. A noi pare che la questione sia leg- entrare in contraddizione: «Chi vorrà ribellarsi 32
alla deduzione cui amano giungere i credenti: la La Gaia scienza, apparsa nel 1882, si notano al- scienza non può essere vera perché nega Dio. Di cuni pensieri apparentemente critici verso il sa- conseguenza essa non deriva da Dio; di conse- pere scientifico. Valga il seguente a titolo di guenza non è vera, poiché Dio è la verità? Non esempio: «Si è promossa la scienza negli ultimi nell’inferenza, bensì nel presupposto sta l’errore: secoli, sia perché si sperava con essa e per essa e se Dio appunto non fosse la verità, e questo di poter comprendere nel miglior modo la bontà appunto fosse provato? Se egli fosse la vanità, la e la sapienza divina: tema principale questo, nei bramosia del potere, l’impazienza, il terrore, grandi Inglesi (come Newton); sia perché si cre- l’estasiato ed inorridito delirio degli uomini?» deva all’assoluta utilità della conoscenza – spe- (Aurora, af. 93). L’implicazione logica di questo cialmente all’intima colleganza di morale, sapere aforisma è che la scienza può essere la verità e e felicità – tema principale nell’anima dei grandi può esserlo proprio nel momento in cui nega la Francesi (come Voltaire); sia perché si riteneva religione. di possedere e di amare nella scienza qualcosa di In genere, i critici cercano di superare queste disinteressato, di pacifico, di autosufficiente, di ‘imbarazzanti’ prese di posizione, riconducendo- veramente innocente cui in generale i cattivi le ad un preciso e circoscritto periodo della pro- istinti degli uomini sarebbero estranei: tema duzione di Nietzsche: il periodo illuministico. In principale nell’anima di Spinoza, che si sentiva fondo, egli ha avvalorato questa interpretazione divino, in quanto uomo della conoscenza. Dun- dedicando a Voltaire Umano troppo umano. que sulla premessa di tre errori!» (La Gaia Leggiamo ancora su Wikipedia alla voce “Frie- scienza: af. 37). drich Nietzsche”: Ma si badi che qui Nietzsche non ci sta di- cendo che la scienza non dovrebbe essere pro- Periodo ‘Illuministico’. Questo periodo, che mossa. Ci sta dicendo che è stata promossa per le inizia con Umano, troppo umano (1878-1880), ragioni sbagliate, a causa di tre equivoci. Il pri- coincide con l’avvento della scrittura aforistica, e mo è che la scienza possa servire la religione. risulta caratterizzato dal ripudio dei vecchi mae- stri, come Schopenhauer e – in particolare – Come ha dimostrato Robert K. Merton nella sua Wagner. Nietzsche lo accusa di essere un tipico tesi di dottorato, lo spirito puritano ha dato una decadente, e una malattia che ammala tutto ciò spinta allo sviluppo della scienza in Inghilterra. che tocca. In questo periodo, il filosofo abbando- Gli scienziati inglesi hanno ritenuto di glorificare na la ‘metafisica da artista’, per privilegiare la il Creatore, attraverso lo studio scientifico del scienza. Considererà l’arte come il residuo di una Creato e di ricevere un segno della propria pre- cultura mitica. Redentore della cultura non sarà destinazione attraverso i successi scientifici otte- più l’artista o il genio, ma il filosofo educato dalla nuti in laboratorio. Ma se Dio è morto, se Dio scienza. Sarà illuminista, nel senso che si troverà non esiste, si è trovata una giustificazione sba- impegnato in un’opera di critica della cultura tra- gliata per la scienza. mite la scienza, che egli ritiene sia un metodo di pensiero, piuttosto che un insieme di tutte le I grandi francesi, Voltaire, gli illuministi han- scienze particolari. Un metodo critico di tipo sto- no invece voluto vedere nella scienza uno stru- rico e genealogico, perché non esistono realtà mento capace di sostenere una nuova morale e immutabili e statiche, ma ogni cosa è l’esito di un una nuova organizzazione sociale, avente come processo che va ricostruito. I concetti base di que- fine la libertà e la felicità del cittadino. Ma se i sto periodo sono lo spirito libero e la filosofia del giudizi di fatto della scienza non hanno nulla in mattino. Lo spirito libero si identifica con il vian- comune con i giudizi di valore della morale, se – dante, cioè con colui che grazie alla scienza riesce seguendo Immanuel Kant – riconosciamo che ad emanciparsi dalle tenebre del passato, inaugu- l’essere appartiene ad una sfera diversa rispetto rando una filosofia del mattino che si basa sulla concezione della vita come transitorietà e come al dover essere, il sogno di scoprire la strada per libero esperimento senza certezze precostituite. la felicità attraverso la scienza è del tutto illuso- rio. Che il periodo illuminista abbia un inizio ed Infine, Nietzsche contesta anche la terza in- una fine è una lettura dell’opera nietzscheana terpretazione occidentale della scienza, che la che non ci convince per nulla. È vero che già ne vede come una forma di illuminazione. È la tesi 33
dell’indiamento o del transumanare di cui si tro- esercizio di contabili e in una vita da talpa per va traccia nella Genesi, in Aristotele, in Dante, matematici? Innanzitutto non si deve voler spo- in Spinoza. L’uomo si eleva al rango di semidio gliare l’esistenza del suo carattere polimorfo: lo o di dio grazie alla conoscenza pura. Nietzsche esige il buon gusto, signori miei, il gusto del ri- spetto di fronte a tutto quello che va al di là del obietta che, se la scienza è conoscenza delle cose vostro orizzonte! Che abbia ragion d’essere una sensibili, è misurazione, organizzazione delle sola interpretazione del mondo, quella in cui voi percezioni sensoriali, potrà tutt’al più essere uti- vi sentite a posto, quella in cui si può investigare lizzata per modificare il mondo attraverso le sue e continuare a lavorare scientificamente nel vostro applicazioni tecniche, ma non certo per entrare senso (per voi, in realtà, meccanicistico?), una sif- in comunione mistica con il mondo. fatta interpretazione, che altro non ammette se Da ciò segue forse che la scienza sia qualcosa non numeri, calcoli, uguaglianze, cose visibili e di negativo, da superare, da criticare? Ci pare palpabili, è una balordaggine e una ingenuità, po- un’interpretazione forzata. Nietzsche critica le sto che non sia una infermità dello spirito, un’idiozia! [... ] Un’interpretazione scientifica del pretese metafisiche della scienza, non la scienza. mondo, come l’intendete voi, potrebbe essere pur Critica soprattutto la scienza che vuole elevarsi sempre una delle più sciocche, cioè, tra tutte le troppo al di sopra delle esperienze sensoriali, possibili interpretazioni del mondo, una delle più vuole farsi ragionamento puro, penetrare povere di senso: sia detto ciò per gli orecchi e per l’essenza ultima delle cose, per definire una vol- la coscienza dei signori meccanicisti che oggi ta per tutte la realtà. Si badi che sull’abbandono s’intrufolano volentieri tra i filosofi, e sono asso- di ogni pretesa metafisica della scienza, sul ridi- lutamente dell’opinione che la meccanica sia la mensionamento dei suoi obiettivi, insistono mol- teoria delle leggi prime e ultime, sulle quali ogni to anche i positivisti. Comte e i suoi seguaci non esistenza dovrebbe essere edificata come sopra le sue fondamenta. Tuttavia un mondo essenzial- intendono più entrare nelle dispute ontologiche mente meccanico sarebbe un mondo essenzial- sul materialismo o il dualismo. La scienza si oc- mente privo di senso. Ammesso che si potesse cupa soltanto della realtà sensibile. misurare il valore di una musica da quanto di essa Epperò, Nietzsche si differenzia dai positivisti può essere computato, calcolato, tradotto in for- per due aspetti. Primo, non ritiene che la cono- mule, come sarebbe assurda una tale ‘scientifica’ scenza debba essere ridotta a misura matematica misurazione della musica! Che cosa di essa dei fenomeni, ma ritiene ancora fondamentale la avremmo mai colto, compreso, conosciuto? Nien- critica filosofica. Infatti, egli nega l’aldilà, nega te, proprio un bel niente di ciò che propriamente Dio, nega le ‘verità’ della religione, non si limita in essa è ‘musica’ (La gaia scienza: af. 373). a dire che quelle del religioso sono domande che appartengono ad un’altra sfera, come fanno i po- Ebbene, questa è un’osservazione con la qua- sitivisti. Secondo, denuncia la contraddizione di le molti scienziati contemporanei potrebbero quegli scienziati che, dopo avere statutariamente concordare. C’è qui una denuncia dell’ingenuità rinunciato alla metafisica, propongono in realtà e insieme dell’arroganza di certi scienziati una nuova metafisica materialistica e meccanici- dell’Ottocento che pretendono di ridurre tutto a stica. Sull’esclusiva esistenza del mondo sensibi- meccanismi. Nietzsche non tuona contro le e materiale Nietzsche potrebbe anche concor- l’interpretazione scientifica del mondo, ma con- dare, ma non sulla sua riduzione ad una macchi- tro l’interpretazione scientifica «come na di cui, tra l’altro, si pretende di conoscere già l’intendete voi», ossia la riduzione della scienza il meccanismo più intimo. alla filosofia meccanicistica, l’equivalenza tra l’avverbio ‘scientificamente’ e l’avverbio ‘mec- Oggi tanti materialisti scienziati della natura si canicisticamente’. sentono soddisfatti della credenza in un mondo La critica agli scienziati suoi contemporanei è che dovrebbe avere il suo equivalente e la sua mi- fondata soprattutto sul fatto che essi non si ren- sura nel pensiero umano, in umani concetti di va- dono nemmeno conto dei presupposti metafisici lore; in un ‘mondo della verità’, a cui si potrebbe della loro attività cognitiva. «Si vede che anche in definitiva accedere con l’aiuto della nostra la scienza riposa su una fede, che non esiste af- quadrata piccola ragione umana. Come? Voglia- fatto una scienza ‘scevra di presupposti’. La do- mo davvero far sì che l’esistenza si avvilisca in un 34
manda se sia necessaria la verità, non soltanto za…», «anche noi, uomini della conoscenza di deve avere avuto già in precedenza risposta af- oggi, noi atei e antimetafisici…» sono espressio- fermativa, ma deve averla avuta in grado tale da ni che segnalano un’inclusione personale nella mettere quivi in evidenza il principio, la fede, la scienza, non un’alienità. L’aforisma segnala an- convinzione che ‘niente è più necessario della che un senso di sconforto, un dubbio che sorge verità e che in rapporto a essa tutto il resto ha in Nietzsche: anche noi uomini assetati di cono- soltanto un valore di secondo piano’». scenza filosofica e scientifica ci stiamo forse Alla base della scienza c’è dunque un atto di muovendo nel solco di quella fede millenaria che fede, un giudizio di valore, un’etica. C’è la con- intendiamo negare? vinzione che la conoscenza sia un bene e In definitiva, è l’aspetto chiuso, dogmatico, l’ignoranza un male, c’è il principio di eusofia, definitivo, cumulativo della scienza positivista a c’è quello che Robert K. Merton (2000: 1033- preoccupare Nietzsche. Ciò che rifiuta è l’idea 1073) chiamerà ethos della scienza, c’è quello comtiana che si possa sostituire il dogma immu- che noi chiamiamo etica della scienza pura. Una tabile della religione con il dogma immutabile domanda sorge, allora, spontanea: Nietzsche si della scienza meccanicistica. Ora che ci siamo sta forse chiamando fuori da questa visione del liberati dalla religione, vogliamo forse chiuderci mondo? Crediamo che la risposta debba essere ogni strada, enunciando quattro princìpi mecca- negativa. Quando parla dei sacerdoti e dei cre- nicistici ed elevandoli a corretta e definitiva rap- denti parla come di una specie altra di uomo, presentazione della realtà? «In realtà, noi filosofi mentre quando parla di scienziati e di uomini e spiriti liberi, alla notizia che il vecchio Dio é della conoscenza parla anche di se stesso. Quella morto, ci sentiamo come illuminati dai raggi di di Nietzsche non è una martellata filosofica tesa una nuova aurora; il nostro cuore ne straripa di ad annichilire, come quelle sferrate contro il cri- riconoscenza, di meraviglia, di presagio, d’attesa stianesimo, ma piuttosto uno schiaffo teso a sve- – finalmente l’orizzonte torna ad apparirci libe- gliare gli uomini di conoscenza, a fare prendere ro, anche ammettendo che non è sereno, final- loro coscienza dei presupposti fideistici e metafi- mente possiamo di nuovo sciogliere le vele alle sici della loro attività. Tutto ciò allo scopo di non nostre navi, muovere incontro a ogni pericolo; avvilire troppo la realtà polimorfica del mondo. ogni rischio dell’uomo della conoscenza è di «Questa incondizionata volontà di verità, che nuovo permesso; il mare, il nostro mare, ci sta cos’è dunque? [ ... ] Ebbene, si sarà compreso ancora aperto dinanzi, forse non vi è ancora mai dove voglio arrivare, vale a dire che è pur sem- stato un mare così aperto» (La gaia scienza, af. pre una fede metafisica quella su cui riposa la 343). L’idea della ricerca scientifica come im- nostra fede nella scienza; che anche noi, uomini presa aperta, senza fine, che si è affermata nel della conoscenza di oggi, noi atei e antimetafisi- Novecento è certamente più congeniale a Nie- ci, continuiamo a prendere anche il nostro fuoco tzsche di quella propagandata dai suoi contem- dall’incendio che una fede millenaria ha acceso, poranei e ciò avvalora l’ipotesi che il filosofo te- quella fede cristiana che era anche la fede di Pla- desco sia davvero nato postumo, sia davvero uno tone, per cui Dio è verità e la verità è divina... spirito del secolo venturo, un figlio del futuro, Ma come è possibile, se proprio questo diventa come amava ripetere. sempre più incredibile, se niente più si rivela di- La scienza è la nave che può consentire vino salvo l’errore, la cecità, la menzogna, se all’uomo di solcare quel mare aperto, se solo Dio stesso si rivela come la nostra più lunga troviamo il coraggio di togliere l’àncora e salpa- menzogna? (La gaia scienza: af. 344). re. Le scienze naturali non debbono essere con- Come si può notare, Dio, la religione, i sacer- cepite come una nuova filosofia che tarpa le ali doti sono visti come errori dell’uomo, come fal- all’uomo, ma come la strada che l’uomo può sità, come menzogne. Eppure, c’è il riconosci- percorrere per cambiare se stesso, per farsi arte- mento del fatto che anche questi errori nascono fice del proprio destino. I pochi accenni critici dalla stessa volontà di sapienza e di verità che diretti alla scienza che si trovano ne La gaia muove l’impresa scientifica. Si rifletta sull’uso scienza vengono ampiamente compensati, nella di certe espressioni: «la nostra fede nella scien- stessa opera, da una decisa esaltazione della fisi- 35
ca e dalla più limpida indicazione del legame di cui poco si parla, del quale nessun filosofo ha genetico tra la scienza e l’uomo nuovo: «Noi pe- parlato con reverenza e gratitudine, è in grado di rò vogliamo divenire ciò che siamo; – nuovi, percepire il moto di minuscole particelle che unici, incomparabili, legislatori di noi stessi, nemmeno uno spettroscopio potrebbe rilevare. creatori di noi stessi! E allora dobbiamo divenire Da questa osservazione, Nietzsche trae una veri- i migliori nello scoprire quello che in questo tà metascientifica: oggi possediamo scienza pre- mondo è regolato da leggi e necessario: dobbia- cisamente nella misura in cui abbiamo accettato mo essere fisici per poter essere, in quel senso, la testimonianza dei sensi, nella misura in cui li creatori; mentre sinora tutte le valutazioni e gli abbiamo affinati e abbiamo imparato a pensare ideali erano costruiti sulla non conoscenza della attraverso di essi. Il resto è un aborto malriuscito fisica o in contraddizione con essa. E quindi: vi- di scienza: è metafisica, teologia, psicologia, va la fisica! E ancora di più quello che ci spinge epistemologia. Anche la logica e la matematica verso di lei, – la nostra rettitudine!» (La gaia non sono ancora scienze genuine, perché non in- scienza, af. 335). contrano la realtà, nemmeno come problema, in- Torna lo stesso tema. Dietro la scienza c’è contrano soltanto segni e convenzioni. Quindi, una fede, un’etica, una rettitudine. Ma ora viene Nietzsche salva dall’opera di demolizione le anche chiarito che la scienza ci è necessaria per scienze empiriche, le uniche forme di conoscen- costruirci secondo i nostri desideri. Teniamo be- za ancora legate al mondo della materia e dei ne in mente questo passaggio, perché risulterà sensi. essenziale per comprendere il valore anche Che questa interpretazione abbia una sua pre- strumentale, e non solo intrinseco, che Nietzsche gnanza è, a nostro avviso, ampiamente dimostra- attribuisce alla scienza. to dai contenuti de L’Anticristo, saggio sul quale Continuando il nostro viaggio attraverso le vogliamo soffermarci più a lungo. È un libro opere nietzscheane, ci accorgiamo che tiene scritto a distanza di pochi mesi da Il Crepuscolo sempre meno l’ipotesi di un periodo illuminista degli Idoli e, dunque, chiarisce diverse delle limitato e circoscritto, nell’ambito di un’opera questioni cui già si accenna nel precedente scrit- che la manualistica vuole complessivamente vo- to. Ne L’Anticristo, il pensatore tedesco presenta tata alla critica o addirittura alla demolizione la scienza come un potente alleato dell’uomo della scienza. Non c’è Nietzsche più maturo di contro quello che continua a considerare il suo quello che, nel 1888, scrive tre opere fondamen- nemico mortale: il cristianesimo. Sottolinea che i tali come Il crepuscolo degli Idoli, L’Anticristo, teologi cristiani sono i peggiori nemici della e l’autobiografia Ecce Homo. Sono i tre botti fi- scienza, perché la loro morale contronatura sov- nali dei fuochi d’artificio della sua vita intellet- verte i valori autentici, uccide le virtù pagane e tuale, prima dell’oblio dovuto alla malattia men- greco-romane. tale. Seguirà, postuma e incompleta, soltanto La Nell’Etica nicomachea, Aristotele mette la volontà di potenza. scienza, l’arte e la tecnica tra le virtù dianoetiche Nel Crepuscolo degli Idoli, Nietzsche dichia- che elevano l’uomo. Cristo, al contrario, afferma ra guerra a tutto ciò che fino a quel momento è che Dio si rivela agli umili e non ai sapienti. Ciò stato chiamato verità. Che il significato della pa- significa che, nella visione cristiana, le virtù dia- rola ‘idoli’ sia proprio questo, è precisato noetiche sono più d’intralcio che di aiuto. dall’autore in Ecce Homo. Tutto cade sotto la Alla contrapposizione tra visione pagana e vi- sua scure in questo scritto, le idee antiche, come sione cristiana dell’etica (virtù contro morale), la religione e la morale, e quelle moderne, come Nietzsche fa costante riferimento nella sua ope- l’uguaglianza e la democrazia. Non può natu- ra. Ma questa strategia, che consiste nel mettersi ralmente mancare all’appello la scienza, in trincea insieme alla scienza contro la teologia anch’essa chiamata verità e quindi idolo al tra- cristiana e la filosofia idealistica, è visibile so- monto. Eppure, in relazione alla scienza, Nie- prattutto nell’Anticristo. Qui, Nietzsche dichiara tzsche riesce ancora ad introdurre una distinzio- guerra a due categorie di pensatori: «i teologi e ne. Nota che i nostri sensi sono un magnifico tutti coloro in cui scorre sangue di teologo nelle strumento di osservazione. Il naso, per esempio, vene, tutta la nostra filosofia...» (L’Anticristo: af. 36
VIII). Se ne La gaia scienza aveva ritenuto op- fatto e la categoria della bontà (o della bellezza) portuno criticare i meccanicisti, ora scaglia i ai giudizi di valore. Lo stesso Nietzsche sembra- propri strali contro gli idealisti, ovvero contro i va in precedenza fare riferimento a queste distin- critici della scienza e della tecnica. Che il bersa- zioni. Ora, nel 1888, sembra invece rimescolare glio sia la filosofia idealistica risulta chiaro po- le carte, sembra lasciare da parte ogni cautela, che righe più sotto. «Proprio come il sacerdote, sembra buttare a mare la distinzione tra essere e l’idealista ha tutti i grandi concetti in mano (e dover essere. Ha ormai deciso di filosofare con il non solo in mano!), li impiega con caritatevole martello. Parla di verità in relazione a valori e disprezzo contro l’‘intelligenza’, i ‘sensi’, non ci pare si tratti di una svista. Il passo che an- l’‘onore’, la ‘vita agiata’, la ‘scienza’, vede que- diamo a riportare mostra che si tratta di una scel- ste cose al di sotto di sé, come forze nocive e se- ta consapevole. Anzi, il filosofo tedesco accusa ducenti sulle quali si libra ‘lo spirito’ nella sua di disonestà intellettuale chi non sente più biso- pura astrazione, come se l’umiltà, la castità, la gno di argomentare e sostenere razionalmente le povertà, in una parola la santità, non avessero fi- proprie posizioni morali, considerandole autoe- nora arrecato alla vita più danno di ogni sorta di videnti. E, soprattutto, mette esplicitamente in orrore o di vizio... Lo spirito puro è pura menzo- dubbio quella distinzione kantiana tra fatti e va- gna... Fino a quando il sacerdote, questo negato- lori che finisce per legittimare l’inconsistente re, calunniatore e avvelenatore della vita per pro- morale cristiana. Alla fine gli unici onesti sono fessione, verrà ancora considerato una razza su- gli scettici, perché se non altro non affermano periore di essere umano, non vi potrà essere ri- nulla in positivo, si limitano a sollevare dubbi. sposta alla domanda: che cosa è la verità? Se Esercitano quella norma del dubbio sistematico questo consapevole difensore del nulla e della che è una componente fondamentale dell’ethos negazione viene stimato come il rappresentante scientifico e filosofico. Il pensiero XII merita di della ‘verità’, la si è già capovolta...» essere riportato interamente. (L’Anticristo: af. VIII). Come possiamo vedere, tra i valori positivi Escludo pochi scettici che rappresentano il tipo Nietzsche mette la scienza, vicino onesto nella storia della filosofia: ma il resto igno- all’intelligenza, ai sensi, all’onore, alla vita agia- ra i primi requisiti dell’integrità intellettuale. Que- sti grandi visionali ed esseri prodigiosi si compor- ta. Mentre lo spirito, l’umiltà, la castità, la pover- tano tutti come donnicciole: prendono ‘i buoni tà, la santità vengono messi nella categoria dei sentimenti’ già per argomenti, il ‘petto in fuori’ disvalori. Quello che il teologo, il sacerdote cri- per mantice della divinità, la convinzione per un stiano, il filosofo idealista operano non è soltanto criterio di verità. Alla fine Kant, nella sua inno- la prescrizione di valori che Nietzsche non con- cenza ‘tedesca’, tentò di conferire a questa forma divide. Qui non c’è riconoscimento di pluralismo di corruzione, a questa mancanza di coscienza in- etico. Per Nietzsche la religione opera un capo- tellettuale, una facciata scientifica sotto il concet- volgimento dei valori autentici. Il pensatore te- to della ‘ragion pratica’: inventò una ragione spe- desco si appella alla categoria della verità, so- cifica per cui non si dovrebbe badare alla ragione quando la morale, la sublime pretesa ‘tu devi’, si stiene che i teologi cristiani e i filosofi idealisti fa sentire. Se si considera che, presso quasi tutti i hanno sovvertito la verità. Non siamo in presen- popoli, il filosofo è solo un ulteriore sviluppo del za di un Nietzsche relativista, che sostiene tipo sacerdotale, non sorprenderà più scoprire l’irrealtà dei fatti e l’esistenza delle sole interpre- questa eredità del sacerdote, questa falsificazione tazioni, ma di un Nietzsche che denuncia la davanti a sé stessi. Quando si hanno compiti sacri, menzogna, gli errori, i falsi valori che hanno cor- come quello di migliorare, salvare e redimere gli rotto le virtù etiche e dianoetiche degli Europei. uomini, quando si porta la divinità nel petto, In altre parole, questo non è pensiero debole, è quando si è i portavoce dell’imperativo ultraterre- pensiero forte all’ennesima potenza. no, si è già, con tale missione, al di sopra di ogni valutazione puramente razionale, si è già santifi- Informati dalla visione kantiana, siamo abi- cati da un compito simile, sì è già modelli di un tuati a vedere la scienza come distinta dall’etica, ordine superiore!... Che importa a un sacerdote i giudizi di fatto come distinti dai giudizi di valo- della scienza! È troppo al di sopra di essa! E il sa- re, la categoria della verità applicata ai giudizi di 37
cerdote ha dominato fino a oggi! Ha fissato i con- sono stati per millenni oggetto del più profondo cetti di ‘vero’ e di ‘falso’!... disprezzo: a causa loro si veniva esclusi dalla frequentazione di uomini ‘onesti’, si era conside- Abbiamo dunque una contrapposizione tra rati ‘nemici di Dio’, spregiatori della verità, uo- scienza e religione, una contrapposizione in linea mini ‘posseduti’. In quanto mentalità scientifiche con il nucleo tematico che caratterizza gran parte si era dei Ciandala...» (L’Anticristo, af. XIII). della letteratura illuministica e che Nietzsche, La categoria dell’onestà è una categoria inte- paradossalmente, proprio nel cosiddetto ‘periodo ramente etica. Prima della trasvalutazione di tutti illuminista’ sembrava evitare, accettando quella i valori, prima della libertà, era onesto chi abor- teoria della separazione tra sfere di sapere che è riva il metodo scientifico e disonesto chi lo ono- piuttosto propria del positivismo. rava. Dopo la trasvalutazione, il contrario. Si Una volta che si presta attenzione al metodo legga attentamente il seguente passo, perché qui attraverso il quale viene validata la concezione Nietzsche mette se stesso tra gli uomini di scien- cristiana del mondo, includente giudizi di fatto e za e delinea le caratteristiche morali della cate- giudizi di valore, ecco che il vecchio edificio goria, indicando in particolare la quiete, la cal- teologico-feudale inizia a scricchiolare e poi, de- ma, la modestia, la diffidenza: «Abbiamo avuto finitivamente, crolla. Non ci sono ragioni o fatti l’intero pathos dell’umanità contro di noi, la sua degni di questo nome che siano portati a soste- concezione di ciò che la verità deve essere, di ciò gno della necessità della morale cristiana, ma che deve essere il servizio della verità: ogni ‘tu soltanto petizioni di principio e appelli al tra- devi’ fino a oggi è stato indirizzato contro di scendente, all’autorità, alla tradizione. È il meto- noi... I nostri oggetti, i nostri procedimenti, la do scientifico la grande conquista dell’uomo nostra natura quieta, cauta e diffidente: tutto ciò moderno, proprio quel metodo scientifico che in appariva loro assolutamente indegno e spregevo- tempi successivi i relativisti cognitivi attacche- le. Alla fine occorrerebbe domandarsi, e a ragio- ranno in nome di Nietzsche. Ma qui, ne, se non sia stato in realtà un gusto estetico nell’Anticristo, Nietzsche è un deciso sostenitore quello che ha mantenuto l’umanità in una cecità del metodo scientifico, della mentalità scientifi- tanto lunga: essa richiedeva un effetto pittoresco ca. Non solo vede la buona filosofia come non alla verità, pretendeva da chi persegue il sapere opposta alla scienza, proprio come gli illumini- anche la produzione di una potente impressione sti, ma – poiché insieme alla religione sta criti- sui sensi. La nostra modestia per lunghissimo cando buona parte della filosofia occidentale – tempo andò contro il loro gusto...» (L’Anticristo, sembra quasi che si identifichi più con la scienza af. XIII). empirica che con la filosofia modernamente inte- Quello che i teologi e i preti hanno perfetta- sa. mente capito è che la maggior parte della gente L’aspetto più importante è che Nietzsche non viene sedotta dal ragionamento rigoroso e comprende perfettamente che il metodo scienti- pacato, ma dall’immodesta dichiarazione di un fico è impregnato di valori etici. Valori che ven- contatto diretto con le forze trascendenti. Ciò che gono costantemente attaccati e osteggiati da chi appare disonesto e di cattivo gusto allo scienzia- fa propri valori opposti. Prefigura quella con- to e al filosofo (ad eccezione degli idealisti), ap- trapposizione tra etica della conoscenza ed etica pare seducente agli occhi del popolo ignorante. della coesione che Jacques Monod delineerà, «Oh, come avevano indovinato bene tutto ciò, molti anni più tardi, ne Il caso e la necessità. questi tacchini di Dio!...» (L’Anticristo, af. XIII). «Non sottovalutiamo ciò: noi stessi, noi spiriti Il riferimento alla modestia come norma etica liberi, siamo già una ‘trasvalutazione di tutti i della scienza è insistente. Robert K. Merton ha valori’, l’incarnazione della dichiarazione di inizialmente tralasciato questa norma, ma suc- guerra e di vittoria a tutti i vecchi concetti di ‘ve- cessivamente l’ha integrata nell’ethos scientifico ro’ e di ‘falso’. Le concezioni più preziose sono sotto la denominazione di ‘norma dell’umiltà’. le ultime a essere scoperte, ma le concezioni più Le ragioni per cui Nietzsche preferisca parlare di valide sono i metodi. Tutti i metodi, tutti i pre- ‘modestia’ piuttosto che di ‘umiltà’ ci sembrano supposti del nostro costume scientifico attuale ovvie: il secondo termine si ricollega troppo alla 38
tradizione cristiana, è troppo degradante. Sulla scorta di questa concezione, cambia an- L’aspetto più interessante della filosofia nie- che il rapporto nei confronti della vita e del tzscheana è che in essa questa norma non viene mondo. Se lo spirito, l’anima immateriale, la vo- soltanto enunciata, ma anche spiegata. Nietzsche lontà è la parte più pura, più autentica, più divina giustifica la modestia della scienza con la biolo- dell’uomo, è evidente che chiudendosi in se stes- gia, appellandosi ad una concezione aperta della so, rinunciando al mondo, l’uomo si appropria di teoria dell’evoluzione. L’uomo, in particolare se stesso, della parte migliore di sé. Se, invece, il l’uomo della conoscenza, deve essere modesto dualismo è un errore filosofico, l’ascetismo, la perché, pur essendo intelligente, sa che non rap- rinuncia al mondo diventa quasi una patologia: presenta l’ultimo stadio dell’evoluzione. Perciò «il divenire coscienti, ‘lo spirito’, sono per noi non può pretendere di avere qui ed ora un acces- un sintomo di una relativa imperfezione so alle verità ultime del mondo. Chi ha questa dell’organismo, di un tentativo, di un annaspare, pretesa, ora, è necessariamente un ciarlatano, un di un errore grossolano, come di una fatica in cui disonesto. viene impiegata inutilmente un’enorme quantità Se la scienza è un mestiere, dice Nietzsche, di forza nervosa; neghiamo che alcunché possa «noi abbiamo imparato di nuovo il mestiere. essere fatto alla perfezione fintanto che è fatto Siamo divenuti più modesti sotto ogni aspetto. cosciente. Lo ‘spirito puro’ è una pura idiozia: se Non traiamo più le origini dell’uomo dallo ‘spi- astraiamo dal sistema nervoso, dai sensi, dalle rito’, dalla ‘divinità’, lo abbiamo ricollocato tra ‘mortali spoglie’, abbiamo fatto male i calcoli, gli animali. Lo consideriamo l’animale più forte tutto qui!» (L’Anticristo, af. XIV). perché è il più astuto: la sua intelligenza ne è una Non è chiaro fino a che punto Nietzsche iro- conseguenza. D’altro canto ci proteggiamo da nizzi su certe eccessive semplificazioni della fi- una vanità che vorrebbe trovare espressione per- siologia materialistica, date le sue precedenti cri- sino qui: la pretesa che l’uomo sia il grande tiche al meccanicismo, o se in questo frangente obiettivo segreto dell’evoluzione animale. finale della sua vita intellettuale abbia accettato, L’uomo non è assolutamente il coronamento del- almeno in parte, la visione meccanicistica. Sap- la creazione: ogni altro essere è, accanto a lui, piamo che Nietzsche è ben più sofisticato, o me- allo stesso grado di perfezione...» (L’Anticristo, no grossolano, dei fisiologi del diciannovesimo af. XIV). secolo e perciò non si può escludere un elemento Nietzsche si ricollega poi alla tradizione filo- ironico. Allo stesso tempo, però, sappiamo che sofica francese, esplicitamente al razionalismo una costante di tutta l’opera del filosofo tedesco cartesiano e implicitamente al materialismo è tesa a richiamare l’uomo al mondo, alla mate- meccanicistico di La Mettrie. Ricorda che De- ria, alla vita e questo filo rosso del suo pensiero scartes fu il primo che osò pensare all’animale avvalora la seconda interpretazione. È possibile come a una macchina. L’ipotesi era coraggiosa che, dovendo scegliere tra libero arbitrio e mate- nel Seicento, ma ora la fisiologia si muove nel ria, abbia scelto quest’ultima. Abbia cioè rein- solco di quella ipotesi. Per Descartes l’uomo è terpretato la volontà in termini meccanicistici, un’eccezione: è costituito da spirito e materia, alla luce della sua concezione dell’eterno ritorno. pensiero e macchina corporea, partecipando così Il meccanicismo non nega il senso, non nega la contemporaneamente al regno immateriale e spi- volontà, se lo si legge nella prospettiva rituale del divino e al regno materiale e meccani- dell’eterno ritorno. La volontà non è altro che co del mondo. L’anima si fa garante del libero una forza della materia. Quand’anche fosse un arbitrio. Ma Nietzsche sottolinea che ora non si meccanismo che la genera, essa è comunque ciò fa più eccezione nemmeno per l’uomo, il quale che appare, e differisce in ogni singolo uomo. In viene così integrato completamente in questa vi- questa prospettiva, l’uomo, ogni singolo uomo, sione meccanicistica. La Mettrie non viene no- continua ad essere una legge in più per minato, ma è chiaro che è la sua visione ad esse- l’universo. E naturalmente ci sono uomini in cui re sullo sfondo, insieme a quella degli altri illu- la volontà, materialisticamente spiegata, è più ministi materialisti. potente che in altri. Ma su questo problema tor- neremo più tardi. 39
Torniamo alla questione della genesi del sape- processo di rivalutazione della cultura pagana re. Per arrivare alla scienza moderna, per com- coinvolge anche il letterato umanista del Basso pletare la rivoluzione scientifica, è stato necessa- medioevo, l’uomo del Rinascimento, i protago- rio rompere con il cristianesimo. Su questo pun- nisti della rivoluzione scientifica, i philosophes to, Nietzsche si pone ancora una volta in linea illuministi. Che questo processo implichi, alme- con i pensatori illuministi. Il problema è che il no in parte, la svalutazione dei contributi sapien- cristianesimo non ha generato soltanto una teo- ziali asiatici, rispetto a quelli autoctoni, indoeu- logia immaginaria, ma anche una scienza natura- ropei, è un dato di fatto storico. Nietzsche si po- le immaginaria. Ha impedito a lungo la nascita ne semplicemente nel solco di questa tradizione. della scienza moderna, opponendo ad essa una Che Nietzsche non avesse in simpatia gli anti- concezione eccessivamente antropocentrica. Il semiti tedeschi risulta chiaro dai Frammenti po- concetto di ‘causa naturale’, che pure era presen- stumi (1885-1887 7 [67]), ove si trovano frasi te nella filosofia greca, pagana, europea viene del tenore della seguente: «Recentemente mi ha annichilito dal diffondersi della religione cristia- scritto un certo Sign. Theodor Fritsch di Lipsia. na in Europa. Nietzsche interpreta il cristianesi- In Germania non c’è nessuna banda di persone mo come una sorta di inquinamento della sa- più impudenti e stupide di questi antisemiti. Per pienza indoeuropea. Se si scava a fondo si sco- ringraziarlo gli ho invitato per lettera un bel cal- pre che l’origine inquinante viene individuata cio. E questa canaglia osa pronunziare il nome di nella concezione del mondo giudaico-semita, Zarathustra! Schifo, schifo, schifo». una forma di anti-cultura di cui il cristianesimo è Che una critica alla cultura misticheggiante e soltanto un cavallo di Troia: «il cristianesimo non-scientifica della tradizione giudaico-semita, primitivo impiega unicamente concetti e simboli e la contestuale espressione di una preferenza giudaico-semiti… tale simbolismo par excellen- per la cultura razionale e scientifica del mondo ce si trova al di fuori di ogni religione, di ogni pagano indoeuropeo, debbano essere necessa- concetto di culto, di ogni scienza storica e natu- riamente scambiate per istanze di razzismo fa rale, di ogni esperienza del mondo, di ogni cono- parte di un pregiudizio uguale e contrario scenza, di ogni politica, di ogni psicologia, di all’antisemitismo. Con questo non vogliamo ac- ogni libro, di ogni arte; la sua ‘sapienza’ risiede codarci all’interpretazione innocentista di Nie- proprio nella assoluta ignoranza del fatto che tzsche, giacché in altri frangenti egli mostra di- esistano simili cose. La cultura non gli è nota sprezzo per diverse categorie umane. Inoltre, ha neanche per sentito dire, non ha bisogno di com- ragione Giorgio Locchi nel sottolineare che il le- batterla, non la nega...» (L’Anticristo, af. game tra Nietzsche e il nazionalsocialismo è una XXXII). In altre parole, Nietzsche non cessa di questione del tutto diversa. Tale legame esiste, è mettere a confronto la ricchezza culturale, vitale, un dato storico, se non altro perché i nazisti han- sapienziale del mondo pagano, greco-romano, no attinto coscientemente e a piene mani dalla indoeuropeo, con la povertà culturale di questa filosofia nietzscheana. Sapere che cosa Nie- religione semitica, questa ‘follia’ venuta tzsche avrebbe pensato di Hitler è una questione dall’Oriente. speciosa, alla quale non sarà mai possibile dare Su questo punto, dobbiamo aprire una paren- risposta. Si possono soltanto formulare ipotesi, tesi. Dopo quanto accaduto in Europa nel XX destituite di ogni valore scientifico. secolo, una simile lettura potrebbe avvalorare A scopo puramente ludico, possiamo rendere l’interpretazione di un Nietzsche antisemita e esplicita la nostra. Se ragionassimo seguendo perciò ispiratore dei crimini nazisti. A nostro av- l’interpretazione di Vattimo e Cacciari, do- viso le cose stanno diversamente. È vero che il vremmo concludere che Nietzsche prenderebbe giovane Nietzsche aveva esternato sentimenti le distanze dalle durezze del nazismo in nome antisemiti, ma è anche vero che successivamente del pluralismo, del pensiero debole, della libertà, ha preso le distanze da questi atteggiamenti. Una o dell’arte, in breve, in base alla visione del critica alla cultura può essere scambiata per un mondo della sinistra post-sessantottina. Su que- atteggiamento razzista soltanto da chi è razzista, sto non siamo affatto d’accordo. A nostro avvi- ovvero da chi identifica la cultura con la razza. Il so, si distinguerebbe dal nazifascismo, ma lo fa- 40
rebbe da un punto di vista ancora più ‘di destra’. con la democrazia egualitaria, da un lato, e Qualche anno orsono, il politico francese Jean- l’assolutismo elitario con il razzismo, dall’altro. Marie Le Pen prese le distanze da Hitler e Mus- Il supposto razzismo di Nietzsche non è un solini, dal nazionalsocialismo tedesco e dal fa- dato così ovvio. Se era razzista, lo era nel senso scismo italiano, sostenendo che erano ‘ideologie in cui erano genericamente razzisti quasi tutti gli di sinistra’. Il fascismo novecentesco non è infat- europei del diciannovesimo secolo, che descri- ti una semplice riproposizione della società di vevano l’espansione coloniale come un’opera di casta e dell’autoritarismo in stile ancient regime. ‘incivilimento’ dei popoli ‘primitivi’ o ‘selvag- C’è in esso un costante tentativo di fare parteci- gi’. Diversa doveva essere la valutazione degli pare le masse alla vita politica, anche se in forme ebrei, da secoli inseriti nel tessuto ‘civile’ diverse dalla democrazia rappresentativa, e c’è dell’Europa. A noi non pare che Nietzsche mo- un’attenzione alle fasce deboli della popolazio- stri disprezzo per gli ebrei in quanto ‘razza’, ne, allo stato sociale, che è del tutto estranea a piuttosto manifesta la sua estraneità rispetto ad quella cultura autoritaria e aristocratica pre- alcuni aspetti centrali della loro cultura religiosa. rivoluzionaria a cui il presidente del Front Na- Possiamo allora chiederci, per analogia: sentirsi tional sembra fare riferimento. I continui riferi- estranei e quindi refrattari alla dottrina della pre- menti all’aristocrazia, gli ammiccamenti alla so- destinazione calvinista, significa necessariamen- cietà di casta, le critiche alla rivoluzione france- te avere pregiudizi razziali nei confronti dei se, ci fanno pensare che Nietzsche, analogamen- wasp americani? Non ci pare. Certo, la questione te a Le Pen, rifiuterebbe il fascismo come una rimane aperta, ma noi chiudiamo la parentesi e forma di socialismo su base etnica. torniamo al rapporto di Nietzsche con la scienza. Il rifiuto del socialismo, dell’egualitarismo, Secondo Nietzsche, il Dio adorato dagli ebrei della partecipazione delle masse che emerge da e dai cristiani delle origini non è degno di vene- ogni piega dell’opera nietzscheana è un dato giu- razione, in quanto ‘non divino’. Il filosofo tede- stamente evidenziato da Locchi, nell’articolo sco non crede nella sua esistenza, ma se anche ne “Nietzsche e i suoi ‘recuperatori’”. Naturalmen- fosse provata l’esistenza, questo non cambiereb- te, a questo punto, ci si potrebbe chiedere come be la situazione. Comunque lo reputerebbe mise- si concilia la nostra attribuzione della qualifica rabile, assurdo, dannoso, e anche immorale in di ‘illuminista’ a Nietzsche, se poi sul piano po- quanto responsabile di ogni ‘delitto contro la vi- litico lo riconduciamo ad ideologie pre- ta’. In definitiva, Nietzsche nega Dio in quanto rivoluzionarie. In realtà, non c’è alcuna contrad- Dio e stigmatizza il cristianesimo perché nemico dizione, se si considera che nel XVIII secolo gli della vita e della scienza. Fondamentale il se- illuministi sono stati sostenitori del dispotismo guente frammento: illuminato e non certo della democrazia. Il motto politico di Voltaire è ben noto: «Tutto per il po- Una religione come il cristianesimo, che non polo, niente dal popolo». Le masse sono igno- ha alcun contatto con la realtà, che crolla non ap- ranti e conservatrici e, dunque, una loro parteci- pena la realtà anche solo per un punto afferma i suoi diritti, deve necessariamente essere un nemi- pazione alla vita politica non può che risolversi co mortale della ‘sapienza del mondo’, cioè della in regresso sociale e culturale. Solo una monar- scienza, cercherà tutti gli espedienti per avvelena- chia assoluta, ben consigliata da philosophes, re, calunniare e diffamare la disciplina dello spiri- può cambiare la società facendo posto alla scien- to, la limpidezza e la severità nelle questioni della za, all’arte, alla tecnica, e ridimensionando nel coscienza spirituale, la nobile freddezza e la nobi- contempo il ruolo nefasto della religione, le libertà dello spirito. La ‘fede’ come imperativo dell’ignoranza e della superstizione. è il veto contro la scienza, in praxi la menzogna a L’ammirazione di Nietzsche per i despoti del qualsiasi costo... Paolo comprese che la menzo- Rinascimento e, in particolare, per Papa Ales- gna, che la ‘fede’ era necessaria; la Chiesa, a sua volta, in seguito comprese Paolo. Questo Dio che sandro VI e per suo figlio Cesare Borgia non è Paolo si è inventato per sé, un Dio che «fa scem- assolutamente in contrasto con il sentire di molti pio della saggezza del mondo» (in senso più stret- ideologi illuministi. L’errore è dunque to i due più grandi avversari di ogni superstizione, nell’associare troppo strettamente l’illuminismo la filologia e la medicina), è in realtà soltanto la 41
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