Scienza e superuomo nel pensiero di Friedrich Nietzsche. Per una genealogia del transumanesimo

Pagina creata da Domenico Pappalardo
 
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la libertà individuale, antisemita e filosemita,
    «Letteratura – Tradizione», n. 41,                       precursore del nazionalsocialismo pangermanico
                                                             e feroce critico dei tedeschi, apostolo della ra-
   Heliopolis Edizioni, 2007, pp. 30-55
                                                             gione e irrazionalista, illuminista e romantico, e
                                                             molto altro ancora. Ogni interprete ha trovato
                                                             nell’immensa e multiforme opera di questo pen-
                                                             satore ciò che ha voluto trovare, spesso cercando
Scienza e superuomo nel pensiero                             di screditare le interpretazioni dei colleghi rivali
                                                             con vari stratagemmi. Chi ha voluto mettere fuo-
di Friedrich Nietzsche. Per una                              ri causa il tardo Nietzsche si è appellato alle ma-
genealogia del transumanesimo                                nipolazioni dei testi operate della sorella Elisa-
                                                             beth, oppure alla malattia mentale che ne ha se-
di Riccardo Campa                                            gnato le fasi finali dell’esistenza. Chi ha invece
                                                             voluto mettere fuori causa il giovane Nietzsche
                                                             si è appellato all’immaturità che contraddistin-
                                                             gue ‘necessariamente’ gli scritti giovanili. C’è
Il problema che intendiamo affrontare in questo              chi ha interpretato i testi nietzscheani in modo
saggio è la collocazione di Friedrich Nietzsche              più o meno letterale e chi, invece, ha sostenuto
nella genealogia del transumanesimo – dottrina               che Nietzsche parla per metafore, per simboli, e
filosofica assurta recentemente agli onori della             perciò la sua verità è nascosta tra le righe.
cronaca e di cui daremo maggiori ragguagli nella                 Forse sarebbe più economico ammettere che
parte finale del saggio. A prima vista, si tratta di         un pensatore geniale non può essere un monoli-
una questione che potrebbe appassionare soltan-              to. Se si rapporta, come dovrebbe, con la società
to o soprattutto gli intellettuali che si definiscono        e la conoscenza in mutamento del proprio tempo,
transumanisti e, dunque, una platea non esatta-              è perfettamente legittimo che cambi idea su
mente ‘di massa’. In realtà, deve essere chiaro              qualcosa, o che abbia un rapporto ambivalente
che porsi questo problema significa cercare di               nei riguardi di certi fatti, idee o persone.
dare una risposta a due questioni ‘tipiche’ degli                Paradossalmente, la massa enorme ed incon-
studi nietzscheani: il rapporto tra Nietzsche e la           gruente di monografie e articoli che è stata pub-
scienza e il concetto di superuomo. La scienza e             blicata su questo autore, ci sgrava dal compito di
la tensione verso il postumano sono infatti i due            doverci confrontare minuziosamente con la criti-
temi fondamentali del transumanesimo. Soltanto               ca ‘ufficiale’ (il che avrebbe ridotto il nostro
se si prova che Nietzsche ha un rapporto positivo            sforzo ad una critica della critica del pensiero
con le scienze naturali e concepisce il superuo-             nietzscheano), e ci permette di leggere in modo
mo come un prodotto della scienza e della ragio-             personale i suoi scritti, senza pretese di aver rag-
ne umana si può concludere che il filosofo di                giunto l’Interpretazione con la I maiuscola. Ci
Röcken è un transumanista ante litteram, un pre-             perdoneranno Simmel, Spengler, Jaspers, Hei-
cursore del movimento transumanista.                         degger, Deleuze, Foucault, Vattimo (e tutti gli
                                                             altri grandi nomi che ora non ci sovvengono), se
                                                             invece di parlare di loro parleremo semplicemen-
Nietzsche e la scienza                                       te di Nietzsche, e se invece di affidarci alla loro
                                                             autorità ci affideremo alle nostre fallibili capaci-
Friedrich Nietzsche è forse il pensatore non si-             tà esegetiche. Di tanto in tanto faremo natural-
stematico par excellence. Gran parte della sua               mente riferimento anche alla critica, ma soltanto
opera è infatti composta da aforismi e brevi pen-            quando lo riterremo strettamente necessario.
sieri, nei quali si manifestano le linee fondamen-               La tesi che intendiamo sostenere qui è che
tali della sua filosofia, ma anche gli umori del             Nietzsche è tutt’altro che un pensatore antiscien-
momento. Per questa ragione, del pensatore te-               za. Anzi, è un sincero estimatore della scienza e,
desco, è stato possibile dire tutto e il contrario di        in special modo, di quella empirica e sperimenta-
tutto. Ideologo dello schiavismo e difensore del-            le tanto denigrata da Hegel. Lo affermiamo nella

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consapevolezza che la nostra lettura ci pone in               condizione che non si perda mai di vista questo
potenziale conflitto con buona parte degli inter-             filo rosso dell’opera nietzscheana.
preti più accreditati. Infatti, molti relativisti co-             Ci avviamo dunque ad affrontare un breve
gnitivi (una particolare genia di intellettuali ri-           viaggio tra le opere del pensatore tedesco, per
conducibili al postmodernismo, ma che, per for-               mettere alla prova la nostra ipotesi interpretativa.
tuna, non esauriscono la cultura postmoderna)                 Le più significative sono le seguenti:
hanno elevato Nietzsche a vera e propria icona
del pensiero antiscienza. Consola il fatto che, tra              1. La nascita della tragedia dallo spirito della
gli interpreti più attenti, alcuni hanno mostrato             musica (1872);
dubbi, mitigando il giudizio e sostenendo che                    2. Umano, troppo umano (1878 – 1879);
Nietzsche ha un rapporto ‘ambivalente’ nei con-                  3. Aurora (1881);
fronti della scienza, da un lato vista come impor-               4. La gaia scienza (1882);
tante strumento di emancipazione umana e                         5. Così parlò Zarathustra (1883 – 1885);
dall’altro come gabbia meccanicistica. È già un                  6. Al di là del bene e del male (1886);
piccolo passo avanti.                                            7. Genealogia della morale (1887);
    Tuttavia, nella manualistica, la tesi del Nie-               8. Il crepuscolo degli idoli (1888);
tzsche nemico della scienza è stata ormai elevata                9. L’Anticristo (1888);
a livello di dogma. Scrive Salvatore Guglielmino                 10. Ecce Homo (come si diventa ciò che si è)
(1971: 41) nella sua Guida al Novecento: «La fi-              (1888);
losofia di Nietzsche si inserisce, come gli atteg-               11. La volontà di potenza (1901);
giamenti decadenti esaminati, nel più vasto mo-
vimento di reazione antipositivistica e di polemi-                In Umano troppo umano, Nietzsche sembra
ca contro la tirannia della scienza». Questo ste-             difendere l’idea che la religione e la scienza non
reotipo della manualistica è ormai diffuso anche              abbiano nulla in comune e perciò non possano
nell’immaginario popolare. Scrive un anonimo                  nemmeno entrare in conflitto. La scienza rispon-
compilatore di Wikipedia: «Nietzsche mostra                   de a domande diverse da quelle che pone la reli-
come i grandi valori della cultura occidentale,               gione e non – come ritengono i razionalisti – alle
quali la verità, la scienza, il progresso, la religio-        stesse domande con metodi diversi. Queste le pa-
ne, vadano distrutti e smascherati. C’è nell’uomo             role di Nietzsche: «Fra la religione e la vera
una sostanziale paura della creatività della vita,            scienza non esistono né parentele né amicizia, e
che produce valori collettivi sotto la cui giurisdi-          neppure inimicizia: vivono in sfere diverse»
zione la vita viene disciplinata, regolata, schema-           (Umano troppo umano, af. 110).
tizzata. Sono ‘valori che disprezzano la vita’, che               Considerato che Nietzsche è un autore origi-
generano un processo di nullificazione. La storia             nale, un autore che fa della provocazione il mar-
della cultura occidentale è pertanto la storia del            chio del proprio pensiero, un autore che si fa
nichilismo, e quindi la storia della decadenza».              premura di non scrivere nulla di scontato, bana-
    Dunque, Nietzsche filosofo decadente come                 le, triviale, dobbiamo interrogarci sul significato
indica Guglielmino o, al contrario, filosofo che              di questa precisazione. Se nel 1878 sente
denuncia la decadenza come traspare                           l’esigenza di sottolineare la differenza tra scien-
dall’enciclopedia? Che importa? Su un punto                   za e religione è perché sono in atto tentativi di
sembrano tutti d’accordo: Nietzsche filosofo                  presentare queste forme di conoscenza come due
contro la scienza. E questo è proprio il punto che            grandi acquisizioni del mondo cristiano, euro-
ci convince meno. Innanzitutto, perché andrebbe               peo, occidentale. Allo stesso tempo, è ancora vi-
tenuto presente che Nietzsche individua nelle re-             va la critica di marca illuministica che tende a
ligioni, in particolare nella religione cristiana, il         contrapporre la scienza (la vera conoscenza) alla
nemico mortale dell’uomo e il maggiore ostacolo               religione (un’impostura). In questo modo, Nie-
sulla     strada     che    conduce      all’avvento          tzsche frena i cristiani che tentano di appropriar-
dell’oltreuomo o del superuomo, che dir si vo-                si della scienza, dopo averla contrastata per seco-
glia. A nostro avviso, il giudizio nietzscheano               li, ma cerca anche una strada nuova rispetto
sulla scienza può essere ricostruito e compreso, a            all’aperta conflittualità illuministica. Sembra

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quasi voler dire: siamo superiori, noi uomini di             germente diversa. In fondo, nello stesso scritto,
scienza, non diamo ai religiosi la soddisfazione             Nietzsche riconosce che: «La verità non vuole
di abbassarci al loro livello, di metterci a con-            altro dio all’infuori di sé. La fede nella verità
fronto con loro. Vista dalla nostra prospettiva              comincia con il dubbio in tutte le verità credute
temporale, si tratta di una posizione nuova ri-              sino a quel momento» (Umano troppo umano,
spetto a quanto accadeva in precedenza, ma non               af. 20). Questa non è una negazione della verità,
unica e solitaria, considerato che – più o meno              ma esattamente la professione di disinteresse e
nello stesso periodo – anche i positivisti decido-           dubbio sistematico che si pone alla base della
no che le due sfere intellettuali vanno separate e           scoperta di nuove verità.
non contrapposte.                                                L’adesione all’ethos scientifico è ribadita in
    Interessante il fatto che, sempre in Umano               altri passi dell’opera: «Nelle scienze, si cerca
troppo umano, Nietzsche prende atto della se-                conoscenza e nulla di più – quali che siano le
conda grande separazione del diciannovesimo                  conseguenze» (Umano troppo umano, af. 6). Se-
secolo: quella tra scienza e filosofia. In realtà, il        condo Nietzsche, sono infatti i filosofi che cer-
pensatore tedesco fa risalire i germi della separa-          cano di giustificare la scienza in mille altri modi,
zione alla filosofia socratica: «I guastafeste nella         non gli scienziati. La scienza genuina è simile
scienza. La filosofia si separò dalla scienza                alla natura. «La scienza… come la natura non
quando pose la domanda: qual è quella cono-                  prende in considerazione gli obiettivi finali; pro-
scenza del mondo e della vita nella quale l’uomo             prio come la natura talvolta produce le cose più
vive più felice? Questo accadeva nelle scuole                utili senza averle volute, così anche la vera
socratiche: con il punto di vista della felicità si          scienza, che è l’imitazione della natura in con-
legarono le vene alla ricerca scientifica, e lo si fa        cetti, porterà talvolta, non spesso, ulteriori bene-
ancor oggi» (Umano troppo umano, af. 7).                     fici e benessere all’uomo e otterrà ciò che è utile
    È questo processo visto come un bene o un                – ma, similmente, senza averlo voluto» (Umano
male? Detto tra parentesi, la domanda ha una sua             troppo umano, af. 38).
pregnanza, nonostante la ben nota allergia di                    In realtà, l’idea di ‘sapere per sapere’ è pro-
Nietzsche per la morale. Anche se egli intende               pria anche del pensiero filosofico, e non solo
proporsi come il primo filosofo immoralista del-             scientifico. La troviamo nel pensiero presocrati-
la storia (o, piuttosto, a porsi al di là della mora-        co, socratico, platonico e aristotelico, prima an-
le, al di là del bene e del male), il suo pensiero è         cora che nella scienza ellenistica. È l’elemento
in realtà permeato di valutazioni morali. Certa-             unificante di tutte le forme di conoscenza razio-
mente, si tratta di una morale diversa da quella             nale ed empirica. Probabilmente, quello che Nie-
cristiana, una morale che – come quella pagana –             tzsche rimprovera a Socrate e a Platone non è
pone al centro del discorso il concetto di virtù e           tanto la fede nella verità, ma il metodo antiscien-
non quello di divieto. Ebbene, per venire ora alla           tifico da questi adottato, in rottura con la tradi-
domanda, è piuttosto evidente che Nietzsche non              zione presocratica. Socrate e Platone danno
si sta rallegrando del fatto che si siano legate e si        troppo spazio alla ragione astratta e poco spazio
stiano legando le vene alla ricerca scientifica. È           ai sensi. La scienza empirica, basata sulla perce-
quindi implicita, in questo aforisma, una valuta-            zione sensoriale, è vista da Nietzsche come una
zione positiva della scienza.                                forma genuina di conoscenza, una forma supe-
    Sappiamo che Nietzsche ritiene Socrate re-               riore di conoscenza. Superiore anche sul piano
sponsabile della distorsione dei valori del mondo            etico, perché più vicina alla vita, alla corporeità,
occidentale, ritiene Socrate l’uomo che ha cor-              al mondo. Nella scienza empirica, sensoriale, c’è
rotto il vigore della società greca, aprendo le              la ricerca del mondo, l’immersione nel mondo,
porte alla penetrazione del cristianesimo. Qual-             non la fuga dal mondo che caratterizza la filoso-
cuno vuole farci credere che Nietzsche rifiuti               fia socratico-platonica.
Socrate perché questi invita a pensare piuttosto                 Tre anni più tardi, in Aurora, Nietzsche sem-
che a vivere e invita tra l’altro alla modestia del          bra superare anche l’idea che scienza e religione
pensiero, al dubbio sistematico, alla professione            appartengono a mondi separati che non possono
di ignoranza. A noi pare che la questione sia leg-           entrare in contraddizione: «Chi vorrà ribellarsi

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alla deduzione cui amano giungere i credenti: la                 La Gaia scienza, apparsa nel 1882, si notano al-
scienza non può essere vera perché nega Dio. Di                  cuni pensieri apparentemente critici verso il sa-
conseguenza essa non deriva da Dio; di conse-                    pere scientifico. Valga il seguente a titolo di
guenza non è vera, poiché Dio è la verità? Non                   esempio: «Si è promossa la scienza negli ultimi
nell’inferenza, bensì nel presupposto sta l’errore:              secoli, sia perché si sperava con essa e per essa
e se Dio appunto non fosse la verità, e questo                   di poter comprendere nel miglior modo la bontà
appunto fosse provato? Se egli fosse la vanità, la               e la sapienza divina: tema principale questo, nei
bramosia del potere, l’impazienza, il terrore,                   grandi Inglesi (come Newton); sia perché si cre-
l’estasiato ed inorridito delirio degli uomini?»                 deva all’assoluta utilità della conoscenza – spe-
(Aurora, af. 93). L’implicazione logica di questo                cialmente all’intima colleganza di morale, sapere
aforisma è che la scienza può essere la verità e                 e felicità – tema principale nell’anima dei grandi
può esserlo proprio nel momento in cui nega la                   Francesi (come Voltaire); sia perché si riteneva
religione.                                                       di possedere e di amare nella scienza qualcosa di
   In genere, i critici cercano di superare queste               disinteressato, di pacifico, di autosufficiente, di
‘imbarazzanti’ prese di posizione, riconducendo-                 veramente innocente cui in generale i cattivi
le ad un preciso e circoscritto periodo della pro-               istinti degli uomini sarebbero estranei: tema
duzione di Nietzsche: il periodo illuministico. In               principale nell’anima di Spinoza, che si sentiva
fondo, egli ha avvalorato questa interpretazione                 divino, in quanto uomo della conoscenza. Dun-
dedicando a Voltaire Umano troppo umano.                         que sulla premessa di tre errori!» (La Gaia
Leggiamo ancora su Wikipedia alla voce “Frie-                    scienza: af. 37).
drich Nietzsche”:                                                    Ma si badi che qui Nietzsche non ci sta di-
                                                                 cendo che la scienza non dovrebbe essere pro-
       Periodo ‘Illuministico’. Questo periodo, che              mossa. Ci sta dicendo che è stata promossa per le
   inizia con Umano, troppo umano (1878-1880),                   ragioni sbagliate, a causa di tre equivoci. Il pri-
   coincide con l’avvento della scrittura aforistica, e          mo è che la scienza possa servire la religione.
   risulta caratterizzato dal ripudio dei vecchi mae-
   stri, come Schopenhauer e – in particolare –
                                                                 Come ha dimostrato Robert K. Merton nella sua
   Wagner. Nietzsche lo accusa di essere un tipico               tesi di dottorato, lo spirito puritano ha dato una
   decadente, e una malattia che ammala tutto ciò                spinta allo sviluppo della scienza in Inghilterra.
   che tocca. In questo periodo, il filosofo abbando-            Gli scienziati inglesi hanno ritenuto di glorificare
   na la ‘metafisica da artista’, per privilegiare la            il Creatore, attraverso lo studio scientifico del
   scienza. Considererà l’arte come il residuo di una            Creato e di ricevere un segno della propria pre-
   cultura mitica. Redentore della cultura non sarà              destinazione attraverso i successi scientifici otte-
   più l’artista o il genio, ma il filosofo educato dalla        nuti in laboratorio. Ma se Dio è morto, se Dio
   scienza. Sarà illuminista, nel senso che si troverà           non esiste, si è trovata una giustificazione sba-
   impegnato in un’opera di critica della cultura tra-
                                                                 gliata per la scienza.
   mite la scienza, che egli ritiene sia un metodo di
   pensiero, piuttosto che un insieme di tutte le                    I grandi francesi, Voltaire, gli illuministi han-
   scienze particolari. Un metodo critico di tipo sto-           no invece voluto vedere nella scienza uno stru-
   rico e genealogico, perché non esistono realtà                mento capace di sostenere una nuova morale e
   immutabili e statiche, ma ogni cosa è l’esito di un           una nuova organizzazione sociale, avente come
   processo che va ricostruito. I concetti base di que-          fine la libertà e la felicità del cittadino. Ma se i
   sto periodo sono lo spirito libero e la filosofia del         giudizi di fatto della scienza non hanno nulla in
   mattino. Lo spirito libero si identifica con il vian-         comune con i giudizi di valore della morale, se –
   dante, cioè con colui che grazie alla scienza riesce          seguendo Immanuel Kant – riconosciamo che
   ad emanciparsi dalle tenebre del passato, inaugu-
                                                                 l’essere appartiene ad una sfera diversa rispetto
   rando una filosofia del mattino che si basa sulla
   concezione della vita come transitorietà e come
                                                                 al dover essere, il sogno di scoprire la strada per
   libero esperimento senza certezze precostituite.              la felicità attraverso la scienza è del tutto illuso-
                                                                 rio.
   Che il periodo illuminista abbia un inizio ed                     Infine, Nietzsche contesta anche la terza in-
una fine è una lettura dell’opera nietzscheana                   terpretazione occidentale della scienza, che la
che non ci convince per nulla. È vero che già ne                 vede come una forma di illuminazione. È la tesi

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dell’indiamento o del transumanare di cui si tro-                   esercizio di contabili e in una vita da talpa per
va traccia nella Genesi, in Aristotele, in Dante,                   matematici? Innanzitutto non si deve voler spo-
in Spinoza. L’uomo si eleva al rango di semidio                     gliare l’esistenza del suo carattere polimorfo: lo
o di dio grazie alla conoscenza pura. Nietzsche                     esige il buon gusto, signori miei, il gusto del ri-
                                                                    spetto di fronte a tutto quello che va al di là del
obietta che, se la scienza è conoscenza delle cose                  vostro orizzonte! Che abbia ragion d’essere una
sensibili, è misurazione, organizzazione delle                      sola interpretazione del mondo, quella in cui voi
percezioni sensoriali, potrà tutt’al più essere uti-                vi sentite a posto, quella in cui si può investigare
lizzata per modificare il mondo attraverso le sue                   e continuare a lavorare scientificamente nel vostro
applicazioni tecniche, ma non certo per entrare                     senso (per voi, in realtà, meccanicistico?), una sif-
in comunione mistica con il mondo.                                  fatta interpretazione, che altro non ammette se
    Da ciò segue forse che la scienza sia qualcosa                  non numeri, calcoli, uguaglianze, cose visibili e
di negativo, da superare, da criticare? Ci pare                     palpabili, è una balordaggine e una ingenuità, po-
un’interpretazione forzata. Nietzsche critica le                    sto che non sia una infermità dello spirito,
                                                                    un’idiozia! [... ] Un’interpretazione scientifica del
pretese metafisiche della scienza, non la scienza.
                                                                    mondo, come l’intendete voi, potrebbe essere pur
Critica soprattutto la scienza che vuole elevarsi                   sempre una delle più sciocche, cioè, tra tutte le
troppo al di sopra delle esperienze sensoriali,                     possibili interpretazioni del mondo, una delle più
vuole farsi ragionamento puro, penetrare                            povere di senso: sia detto ciò per gli orecchi e per
l’essenza ultima delle cose, per definire una vol-                  la coscienza dei signori meccanicisti che oggi
ta per tutte la realtà. Si badi che sull’abbandono                  s’intrufolano volentieri tra i filosofi, e sono asso-
di ogni pretesa metafisica della scienza, sul ridi-                 lutamente dell’opinione che la meccanica sia la
mensionamento dei suoi obiettivi, insistono mol-                    teoria delle leggi prime e ultime, sulle quali ogni
to anche i positivisti. Comte e i suoi seguaci non                  esistenza dovrebbe essere edificata come sopra le
                                                                    sue fondamenta. Tuttavia un mondo essenzial-
intendono più entrare nelle dispute ontologiche
                                                                    mente meccanico sarebbe un mondo essenzial-
sul materialismo o il dualismo. La scienza si oc-                   mente privo di senso. Ammesso che si potesse
cupa soltanto della realtà sensibile.                               misurare il valore di una musica da quanto di essa
    Epperò, Nietzsche si differenzia dai positivisti                può essere computato, calcolato, tradotto in for-
per due aspetti. Primo, non ritiene che la cono-                    mule, come sarebbe assurda una tale ‘scientifica’
scenza debba essere ridotta a misura matematica                     misurazione della musica! Che cosa di essa
dei fenomeni, ma ritiene ancora fondamentale la                     avremmo mai colto, compreso, conosciuto? Nien-
critica filosofica. Infatti, egli nega l’aldilà, nega               te, proprio un bel niente di ciò che propriamente
Dio, nega le ‘verità’ della religione, non si limita                in essa è ‘musica’ (La gaia scienza: af. 373).
a dire che quelle del religioso sono domande che
appartengono ad un’altra sfera, come fanno i po-                     Ebbene, questa è un’osservazione con la qua-
sitivisti. Secondo, denuncia la contraddizione di                le molti scienziati contemporanei potrebbero
quegli scienziati che, dopo avere statutariamente                concordare. C’è qui una denuncia dell’ingenuità
rinunciato alla metafisica, propongono in realtà                 e insieme dell’arroganza di certi scienziati
una nuova metafisica materialistica e meccanici-                 dell’Ottocento che pretendono di ridurre tutto a
stica. Sull’esclusiva esistenza del mondo sensibi-               meccanismi. Nietzsche non tuona contro
le e materiale Nietzsche potrebbe anche concor-                  l’interpretazione scientifica del mondo, ma con-
dare, ma non sulla sua riduzione ad una macchi-                  tro     l’interpretazione      scientifica  «come
na di cui, tra l’altro, si pretende di conoscere già             l’intendete voi», ossia la riduzione della scienza
il meccanismo più intimo.                                        alla filosofia meccanicistica, l’equivalenza tra
                                                                 l’avverbio ‘scientificamente’ e l’avverbio ‘mec-
       Oggi tanti materialisti scienziati della natura si        canicisticamente’.
   sentono soddisfatti della credenza in un mondo                    La critica agli scienziati suoi contemporanei è
   che dovrebbe avere il suo equivalente e la sua mi-            fondata soprattutto sul fatto che essi non si ren-
   sura nel pensiero umano, in umani concetti di va-             dono nemmeno conto dei presupposti metafisici
   lore; in un ‘mondo della verità’, a cui si potrebbe           della loro attività cognitiva. «Si vede che anche
   in definitiva accedere con l’aiuto della nostra               la scienza riposa su una fede, che non esiste af-
   quadrata piccola ragione umana. Come? Voglia-
                                                                 fatto una scienza ‘scevra di presupposti’. La do-
   mo davvero far sì che l’esistenza si avvilisca in un

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manda se sia necessaria la verità, non soltanto              za…», «anche noi, uomini della conoscenza di
deve avere avuto già in precedenza risposta af-              oggi, noi atei e antimetafisici…» sono espressio-
fermativa, ma deve averla avuta in grado tale da             ni che segnalano un’inclusione personale nella
mettere quivi in evidenza il principio, la fede, la          scienza, non un’alienità. L’aforisma segnala an-
convinzione che ‘niente è più necessario della               che un senso di sconforto, un dubbio che sorge
verità e che in rapporto a essa tutto il resto ha            in Nietzsche: anche noi uomini assetati di cono-
soltanto un valore di secondo piano’».                       scenza filosofica e scientifica ci stiamo forse
    Alla base della scienza c’è dunque un atto di            muovendo nel solco di quella fede millenaria che
fede, un giudizio di valore, un’etica. C’è la con-           intendiamo negare?
vinzione che la conoscenza sia un bene e                         In definitiva, è l’aspetto chiuso, dogmatico,
l’ignoranza un male, c’è il principio di eusofia,            definitivo, cumulativo della scienza positivista a
c’è quello che Robert K. Merton (2000: 1033-                 preoccupare Nietzsche. Ciò che rifiuta è l’idea
1073) chiamerà ethos della scienza, c’è quello               comtiana che si possa sostituire il dogma immu-
che noi chiamiamo etica della scienza pura. Una              tabile della religione con il dogma immutabile
domanda sorge, allora, spontanea: Nietzsche si               della scienza meccanicistica. Ora che ci siamo
sta forse chiamando fuori da questa visione del              liberati dalla religione, vogliamo forse chiuderci
mondo? Crediamo che la risposta debba essere                 ogni strada, enunciando quattro princìpi mecca-
negativa. Quando parla dei sacerdoti e dei cre-              nicistici ed elevandoli a corretta e definitiva rap-
denti parla come di una specie altra di uomo,                presentazione della realtà? «In realtà, noi filosofi
mentre quando parla di scienziati e di uomini                e spiriti liberi, alla notizia che il vecchio Dio é
della conoscenza parla anche di se stesso. Quella            morto, ci sentiamo come illuminati dai raggi di
di Nietzsche non è una martellata filosofica tesa            una nuova aurora; il nostro cuore ne straripa di
ad annichilire, come quelle sferrate contro il cri-          riconoscenza, di meraviglia, di presagio, d’attesa
stianesimo, ma piuttosto uno schiaffo teso a sve-            – finalmente l’orizzonte torna ad apparirci libe-
gliare gli uomini di conoscenza, a fare prendere             ro, anche ammettendo che non è sereno, final-
loro coscienza dei presupposti fideistici e metafi-          mente possiamo di nuovo sciogliere le vele alle
sici della loro attività. Tutto ciò allo scopo di non        nostre navi, muovere incontro a ogni pericolo;
avvilire troppo la realtà polimorfica del mondo.             ogni rischio dell’uomo della conoscenza è di
«Questa incondizionata volontà di verità, che                nuovo permesso; il mare, il nostro mare, ci sta
cos’è dunque? [ ... ] Ebbene, si sarà compreso               ancora aperto dinanzi, forse non vi è ancora mai
dove voglio arrivare, vale a dire che è pur sem-             stato un mare così aperto» (La gaia scienza, af.
pre una fede metafisica quella su cui riposa la              343). L’idea della ricerca scientifica come im-
nostra fede nella scienza; che anche noi, uomini             presa aperta, senza fine, che si è affermata nel
della conoscenza di oggi, noi atei e antimetafisi-           Novecento è certamente più congeniale a Nie-
ci, continuiamo a prendere anche il nostro fuoco             tzsche di quella propagandata dai suoi contem-
dall’incendio che una fede millenaria ha acceso,             poranei e ciò avvalora l’ipotesi che il filosofo te-
quella fede cristiana che era anche la fede di Pla-          desco sia davvero nato postumo, sia davvero uno
tone, per cui Dio è verità e la verità è divina...           spirito del secolo venturo, un figlio del futuro,
Ma come è possibile, se proprio questo diventa               come amava ripetere.
sempre più incredibile, se niente più si rivela di-              La scienza è la nave che può consentire
vino salvo l’errore, la cecità, la menzogna, se              all’uomo di solcare quel mare aperto, se solo
Dio stesso si rivela come la nostra più lunga                troviamo il coraggio di togliere l’àncora e salpa-
menzogna? (La gaia scienza: af. 344).                        re. Le scienze naturali non debbono essere con-
    Come si può notare, Dio, la religione, i sacer-          cepite come una nuova filosofia che tarpa le ali
doti sono visti come errori dell’uomo, come fal-             all’uomo, ma come la strada che l’uomo può
sità, come menzogne. Eppure, c’è il riconosci-               percorrere per cambiare se stesso, per farsi arte-
mento del fatto che anche questi errori nascono              fice del proprio destino. I pochi accenni critici
dalla stessa volontà di sapienza e di verità che             diretti alla scienza che si trovano ne La gaia
muove l’impresa scientifica. Si rifletta sull’uso            scienza vengono ampiamente compensati, nella
di certe espressioni: «la nostra fede nella scien-           stessa opera, da una decisa esaltazione della fisi-

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ca e dalla più limpida indicazione del legame               di cui poco si parla, del quale nessun filosofo ha
genetico tra la scienza e l’uomo nuovo: «Noi pe-            parlato con reverenza e gratitudine, è in grado di
rò vogliamo divenire ciò che siamo; – nuovi,                percepire il moto di minuscole particelle che
unici, incomparabili, legislatori di noi stessi,            nemmeno uno spettroscopio potrebbe rilevare.
creatori di noi stessi! E allora dobbiamo divenire          Da questa osservazione, Nietzsche trae una veri-
i migliori nello scoprire quello che in questo              tà metascientifica: oggi possediamo scienza pre-
mondo è regolato da leggi e necessario: dobbia-             cisamente nella misura in cui abbiamo accettato
mo essere fisici per poter essere, in quel senso,           la testimonianza dei sensi, nella misura in cui li
creatori; mentre sinora tutte le valutazioni e gli          abbiamo affinati e abbiamo imparato a pensare
ideali erano costruiti sulla non conoscenza della           attraverso di essi. Il resto è un aborto malriuscito
fisica o in contraddizione con essa. E quindi: vi-          di scienza: è metafisica, teologia, psicologia,
va la fisica! E ancora di più quello che ci spinge          epistemologia. Anche la logica e la matematica
verso di lei, – la nostra rettitudine!» (La gaia            non sono ancora scienze genuine, perché non in-
scienza, af. 335).                                          contrano la realtà, nemmeno come problema, in-
    Torna lo stesso tema. Dietro la scienza c’è             contrano soltanto segni e convenzioni. Quindi,
una fede, un’etica, una rettitudine. Ma ora viene           Nietzsche salva dall’opera di demolizione le
anche chiarito che la scienza ci è necessaria per           scienze empiriche, le uniche forme di conoscen-
costruirci secondo i nostri desideri. Teniamo be-           za ancora legate al mondo della materia e dei
ne in mente questo passaggio, perché risulterà              sensi.
essenziale per comprendere il valore anche                      Che questa interpretazione abbia una sua pre-
strumentale, e non solo intrinseco, che Nietzsche           gnanza è, a nostro avviso, ampiamente dimostra-
attribuisce alla scienza.                                   to dai contenuti de L’Anticristo, saggio sul quale
    Continuando il nostro viaggio attraverso le             vogliamo soffermarci più a lungo. È un libro
opere nietzscheane, ci accorgiamo che tiene                 scritto a distanza di pochi mesi da Il Crepuscolo
sempre meno l’ipotesi di un periodo illuminista             degli Idoli e, dunque, chiarisce diverse delle
limitato e circoscritto, nell’ambito di un’opera            questioni cui già si accenna nel precedente scrit-
che la manualistica vuole complessivamente vo-              to. Ne L’Anticristo, il pensatore tedesco presenta
tata alla critica o addirittura alla demolizione            la scienza come un potente alleato dell’uomo
della scienza. Non c’è Nietzsche più maturo di              contro quello che continua a considerare il suo
quello che, nel 1888, scrive tre opere fondamen-            nemico mortale: il cristianesimo. Sottolinea che i
tali come Il crepuscolo degli Idoli, L’Anticristo,          teologi cristiani sono i peggiori nemici della
e l’autobiografia Ecce Homo. Sono i tre botti fi-           scienza, perché la loro morale contronatura sov-
nali dei fuochi d’artificio della sua vita intellet-        verte i valori autentici, uccide le virtù pagane e
tuale, prima dell’oblio dovuto alla malattia men-           greco-romane.
tale. Seguirà, postuma e incompleta, soltanto La                Nell’Etica nicomachea, Aristotele mette la
volontà di potenza.                                         scienza, l’arte e la tecnica tra le virtù dianoetiche
    Nel Crepuscolo degli Idoli, Nietzsche dichia-           che elevano l’uomo. Cristo, al contrario, afferma
ra guerra a tutto ciò che fino a quel momento è             che Dio si rivela agli umili e non ai sapienti. Ciò
stato chiamato verità. Che il significato della pa-         significa che, nella visione cristiana, le virtù dia-
rola ‘idoli’ sia proprio questo, è precisato                noetiche sono più d’intralcio che di aiuto.
dall’autore in Ecce Homo. Tutto cade sotto la                   Alla contrapposizione tra visione pagana e vi-
sua scure in questo scritto, le idee antiche, come          sione cristiana dell’etica (virtù contro morale),
la religione e la morale, e quelle moderne, come            Nietzsche fa costante riferimento nella sua ope-
l’uguaglianza e la democrazia. Non può natu-                ra. Ma questa strategia, che consiste nel mettersi
ralmente mancare all’appello la scienza,                    in trincea insieme alla scienza contro la teologia
anch’essa chiamata verità e quindi idolo al tra-            cristiana e la filosofia idealistica, è visibile so-
monto. Eppure, in relazione alla scienza, Nie-              prattutto nell’Anticristo. Qui, Nietzsche dichiara
tzsche riesce ancora ad introdurre una distinzio-           guerra a due categorie di pensatori: «i teologi e
ne. Nota che i nostri sensi sono un magnifico               tutti coloro in cui scorre sangue di teologo nelle
strumento di osservazione. Il naso, per esempio,            vene, tutta la nostra filosofia...» (L’Anticristo: af.

                                                       36
VIII). Se ne La gaia scienza aveva ritenuto op-                fatto e la categoria della bontà (o della bellezza)
portuno criticare i meccanicisti, ora scaglia i                ai giudizi di valore. Lo stesso Nietzsche sembra-
propri strali contro gli idealisti, ovvero contro i            va in precedenza fare riferimento a queste distin-
critici della scienza e della tecnica. Che il bersa-           zioni. Ora, nel 1888, sembra invece rimescolare
glio sia la filosofia idealistica risulta chiaro po-           le carte, sembra lasciare da parte ogni cautela,
che righe più sotto. «Proprio come il sacerdote,               sembra buttare a mare la distinzione tra essere e
l’idealista ha tutti i grandi concetti in mano (e              dover essere. Ha ormai deciso di filosofare con il
non solo in mano!), li impiega con caritatevole                martello. Parla di verità in relazione a valori e
disprezzo contro l’‘intelligenza’, i ‘sensi’,                  non ci pare si tratti di una svista. Il passo che an-
l’‘onore’, la ‘vita agiata’, la ‘scienza’, vede que-           diamo a riportare mostra che si tratta di una scel-
ste cose al di sotto di sé, come forze nocive e se-            ta consapevole. Anzi, il filosofo tedesco accusa
ducenti sulle quali si libra ‘lo spirito’ nella sua            di disonestà intellettuale chi non sente più biso-
pura astrazione, come se l’umiltà, la castità, la              gno di argomentare e sostenere razionalmente le
povertà, in una parola la santità, non avessero fi-            proprie posizioni morali, considerandole autoe-
nora arrecato alla vita più danno di ogni sorta di             videnti. E, soprattutto, mette esplicitamente in
orrore o di vizio... Lo spirito puro è pura menzo-             dubbio quella distinzione kantiana tra fatti e va-
gna... Fino a quando il sacerdote, questo negato-              lori che finisce per legittimare l’inconsistente
re, calunniatore e avvelenatore della vita per pro-            morale cristiana. Alla fine gli unici onesti sono
fessione, verrà ancora considerato una razza su-               gli scettici, perché se non altro non affermano
periore di essere umano, non vi potrà essere ri-               nulla in positivo, si limitano a sollevare dubbi.
sposta alla domanda: che cosa è la verità? Se                  Esercitano quella norma del dubbio sistematico
questo consapevole difensore del nulla e della                 che è una componente fondamentale dell’ethos
negazione viene stimato come il rappresentante                 scientifico e filosofico. Il pensiero XII merita di
della ‘verità’, la si è già capovolta...»                      essere riportato interamente.
(L’Anticristo: af. VIII).
    Come possiamo vedere, tra i valori positivi                       Escludo pochi scettici che rappresentano il tipo
Nietzsche        mette       la    scienza,      vicino           onesto nella storia della filosofia: ma il resto igno-
all’intelligenza, ai sensi, all’onore, alla vita agia-            ra i primi requisiti dell’integrità intellettuale. Que-
                                                                  sti grandi visionali ed esseri prodigiosi si compor-
ta. Mentre lo spirito, l’umiltà, la castità, la pover-            tano tutti come donnicciole: prendono ‘i buoni
tà, la santità vengono messi nella categoria dei                  sentimenti’ già per argomenti, il ‘petto in fuori’
disvalori. Quello che il teologo, il sacerdote cri-               per mantice della divinità, la convinzione per un
stiano, il filosofo idealista operano non è soltanto              criterio di verità. Alla fine Kant, nella sua inno-
la prescrizione di valori che Nietzsche non con-                  cenza ‘tedesca’, tentò di conferire a questa forma
divide. Qui non c’è riconoscimento di pluralismo                  di corruzione, a questa mancanza di coscienza in-
etico. Per Nietzsche la religione opera un capo-                  tellettuale, una facciata scientifica sotto il concet-
volgimento dei valori autentici. Il pensatore te-                 to della ‘ragion pratica’: inventò una ragione spe-
desco si appella alla categoria della verità, so-                 cifica per cui non si dovrebbe badare alla ragione
                                                                  quando la morale, la sublime pretesa ‘tu devi’, si
stiene che i teologi cristiani e i filosofi idealisti
                                                                  fa sentire. Se si considera che, presso quasi tutti i
hanno sovvertito la verità. Non siamo in presen-                  popoli, il filosofo è solo un ulteriore sviluppo del
za di un Nietzsche relativista, che sostiene                      tipo sacerdotale, non sorprenderà più scoprire
l’irrealtà dei fatti e l’esistenza delle sole interpre-           questa eredità del sacerdote, questa falsificazione
tazioni, ma di un Nietzsche che denuncia la                       davanti a sé stessi. Quando si hanno compiti sacri,
menzogna, gli errori, i falsi valori che hanno cor-               come quello di migliorare, salvare e redimere gli
rotto le virtù etiche e dianoetiche degli Europei.                uomini, quando si porta la divinità nel petto,
In altre parole, questo non è pensiero debole, è                  quando si è i portavoce dell’imperativo ultraterre-
pensiero forte all’ennesima potenza.                              no, si è già, con tale missione, al di sopra di ogni
                                                                  valutazione puramente razionale, si è già santifi-
    Informati dalla visione kantiana, siamo abi-
                                                                  cati da un compito simile, sì è già modelli di un
tuati a vedere la scienza come distinta dall’etica,               ordine superiore!... Che importa a un sacerdote
i giudizi di fatto come distinti dai giudizi di valo-             della scienza! È troppo al di sopra di essa! E il sa-
re, la categoria della verità applicata ai giudizi di

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cerdote ha dominato fino a oggi! Ha fissato i con-         sono stati per millenni oggetto del più profondo
   cetti di ‘vero’ e di ‘falso’!...                           disprezzo: a causa loro si veniva esclusi dalla
                                                              frequentazione di uomini ‘onesti’, si era conside-
    Abbiamo dunque una contrapposizione tra                   rati ‘nemici di Dio’, spregiatori della verità, uo-
scienza e religione, una contrapposizione in linea            mini ‘posseduti’. In quanto mentalità scientifiche
con il nucleo tematico che caratterizza gran parte            si era dei Ciandala...» (L’Anticristo, af. XIII).
della letteratura illuministica e che Nietzsche,                  La categoria dell’onestà è una categoria inte-
paradossalmente, proprio nel cosiddetto ‘periodo              ramente etica. Prima della trasvalutazione di tutti
illuminista’ sembrava evitare, accettando quella              i valori, prima della libertà, era onesto chi abor-
teoria della separazione tra sfere di sapere che è            riva il metodo scientifico e disonesto chi lo ono-
piuttosto propria del positivismo.                            rava. Dopo la trasvalutazione, il contrario. Si
    Una volta che si presta attenzione al metodo              legga attentamente il seguente passo, perché qui
attraverso il quale viene validata la concezione              Nietzsche mette se stesso tra gli uomini di scien-
cristiana del mondo, includente giudizi di fatto e            za e delinea le caratteristiche morali della cate-
giudizi di valore, ecco che il vecchio edificio               goria, indicando in particolare la quiete, la cal-
teologico-feudale inizia a scricchiolare e poi, de-           ma, la modestia, la diffidenza: «Abbiamo avuto
finitivamente, crolla. Non ci sono ragioni o fatti            l’intero pathos dell’umanità contro di noi, la sua
degni di questo nome che siano portati a soste-               concezione di ciò che la verità deve essere, di ciò
gno della necessità della morale cristiana, ma                che deve essere il servizio della verità: ogni ‘tu
soltanto petizioni di principio e appelli al tra-             devi’ fino a oggi è stato indirizzato contro di
scendente, all’autorità, alla tradizione. È il meto-          noi... I nostri oggetti, i nostri procedimenti, la
do scientifico la grande conquista dell’uomo                  nostra natura quieta, cauta e diffidente: tutto ciò
moderno, proprio quel metodo scientifico che in               appariva loro assolutamente indegno e spregevo-
tempi successivi i relativisti cognitivi attacche-            le. Alla fine occorrerebbe domandarsi, e a ragio-
ranno in nome di Nietzsche. Ma qui,                           ne, se non sia stato in realtà un gusto estetico
nell’Anticristo, Nietzsche è un deciso sostenitore            quello che ha mantenuto l’umanità in una cecità
del metodo scientifico, della mentalità scientifi-            tanto lunga: essa richiedeva un effetto pittoresco
ca. Non solo vede la buona filosofia come non                 alla verità, pretendeva da chi persegue il sapere
opposta alla scienza, proprio come gli illumini-              anche la produzione di una potente impressione
sti, ma – poiché insieme alla religione sta criti-            sui sensi. La nostra modestia per lunghissimo
cando buona parte della filosofia occidentale –               tempo andò contro il loro gusto...» (L’Anticristo,
sembra quasi che si identifichi più con la scienza            af. XIII).
empirica che con la filosofia modernamente inte-                  Quello che i teologi e i preti hanno perfetta-
sa.                                                           mente capito è che la maggior parte della gente
    L’aspetto più importante è che Nietzsche                  non viene sedotta dal ragionamento rigoroso e
comprende perfettamente che il metodo scienti-                pacato, ma dall’immodesta dichiarazione di un
fico è impregnato di valori etici. Valori che ven-            contatto diretto con le forze trascendenti. Ciò che
gono costantemente attaccati e osteggiati da chi              appare disonesto e di cattivo gusto allo scienzia-
fa propri valori opposti. Prefigura quella con-               to e al filosofo (ad eccezione degli idealisti), ap-
trapposizione tra etica della conoscenza ed etica             pare seducente agli occhi del popolo ignorante.
della coesione che Jacques Monod delineerà,                   «Oh, come avevano indovinato bene tutto ciò,
molti anni più tardi, ne Il caso e la necessità.              questi tacchini di Dio!...» (L’Anticristo, af. XIII).
«Non sottovalutiamo ciò: noi stessi, noi spiriti                  Il riferimento alla modestia come norma etica
liberi, siamo già una ‘trasvalutazione di tutti i             della scienza è insistente. Robert K. Merton ha
valori’, l’incarnazione della dichiarazione di                inizialmente tralasciato questa norma, ma suc-
guerra e di vittoria a tutti i vecchi concetti di ‘ve-        cessivamente l’ha integrata nell’ethos scientifico
ro’ e di ‘falso’. Le concezioni più preziose sono             sotto la denominazione di ‘norma dell’umiltà’.
le ultime a essere scoperte, ma le concezioni più             Le ragioni per cui Nietzsche preferisca parlare di
valide sono i metodi. Tutti i metodi, tutti i pre-            ‘modestia’ piuttosto che di ‘umiltà’ ci sembrano
supposti del nostro costume scientifico attuale               ovvie: il secondo termine si ricollega troppo alla

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tradizione cristiana, è troppo degradante.                      Sulla scorta di questa concezione, cambia an-
L’aspetto più interessante della filosofia nie-             che il rapporto nei confronti della vita e del
tzscheana è che in essa questa norma non viene              mondo. Se lo spirito, l’anima immateriale, la vo-
soltanto enunciata, ma anche spiegata. Nietzsche            lontà è la parte più pura, più autentica, più divina
giustifica la modestia della scienza con la biolo-          dell’uomo, è evidente che chiudendosi in se stes-
gia, appellandosi ad una concezione aperta della            so, rinunciando al mondo, l’uomo si appropria di
teoria dell’evoluzione. L’uomo, in particolare              se stesso, della parte migliore di sé. Se, invece, il
l’uomo della conoscenza, deve essere modesto                dualismo è un errore filosofico, l’ascetismo, la
perché, pur essendo intelligente, sa che non rap-           rinuncia al mondo diventa quasi una patologia:
presenta l’ultimo stadio dell’evoluzione. Perciò            «il divenire coscienti, ‘lo spirito’, sono per noi
non può pretendere di avere qui ed ora un acces-            un sintomo di una relativa imperfezione
so alle verità ultime del mondo. Chi ha questa              dell’organismo, di un tentativo, di un annaspare,
pretesa, ora, è necessariamente un ciarlatano, un           di un errore grossolano, come di una fatica in cui
disonesto.                                                  viene impiegata inutilmente un’enorme quantità
    Se la scienza è un mestiere, dice Nietzsche,            di forza nervosa; neghiamo che alcunché possa
«noi abbiamo imparato di nuovo il mestiere.                 essere fatto alla perfezione fintanto che è fatto
Siamo divenuti più modesti sotto ogni aspetto.              cosciente. Lo ‘spirito puro’ è una pura idiozia: se
Non traiamo più le origini dell’uomo dallo ‘spi-            astraiamo dal sistema nervoso, dai sensi, dalle
rito’, dalla ‘divinità’, lo abbiamo ricollocato tra         ‘mortali spoglie’, abbiamo fatto male i calcoli,
gli animali. Lo consideriamo l’animale più forte            tutto qui!» (L’Anticristo, af. XIV).
perché è il più astuto: la sua intelligenza ne è una            Non è chiaro fino a che punto Nietzsche iro-
conseguenza. D’altro canto ci proteggiamo da                nizzi su certe eccessive semplificazioni della fi-
una vanità che vorrebbe trovare espressione per-            siologia materialistica, date le sue precedenti cri-
sino qui: la pretesa che l’uomo sia il grande               tiche al meccanicismo, o se in questo frangente
obiettivo segreto dell’evoluzione animale.                  finale della sua vita intellettuale abbia accettato,
L’uomo non è assolutamente il coronamento del-              almeno in parte, la visione meccanicistica. Sap-
la creazione: ogni altro essere è, accanto a lui,           piamo che Nietzsche è ben più sofisticato, o me-
allo stesso grado di perfezione...» (L’Anticristo,          no grossolano, dei fisiologi del diciannovesimo
af. XIV).                                                   secolo e perciò non si può escludere un elemento
    Nietzsche si ricollega poi alla tradizione filo-        ironico. Allo stesso tempo, però, sappiamo che
sofica francese, esplicitamente al razionalismo             una costante di tutta l’opera del filosofo tedesco
cartesiano e implicitamente al materialismo                 è tesa a richiamare l’uomo al mondo, alla mate-
meccanicistico di La Mettrie. Ricorda che De-               ria, alla vita e questo filo rosso del suo pensiero
scartes fu il primo che osò pensare all’animale             avvalora la seconda interpretazione. È possibile
come a una macchina. L’ipotesi era coraggiosa               che, dovendo scegliere tra libero arbitrio e mate-
nel Seicento, ma ora la fisiologia si muove nel             ria, abbia scelto quest’ultima. Abbia cioè rein-
solco di quella ipotesi. Per Descartes l’uomo è             terpretato la volontà in termini meccanicistici,
un’eccezione: è costituito da spirito e materia,            alla luce della sua concezione dell’eterno ritorno.
pensiero e macchina corporea, partecipando così             Il meccanicismo non nega il senso, non nega la
contemporaneamente al regno immateriale e spi-              volontà, se lo si legge nella prospettiva
rituale del divino e al regno materiale e meccani-          dell’eterno ritorno. La volontà non è altro che
co del mondo. L’anima si fa garante del libero              una forza della materia. Quand’anche fosse un
arbitrio. Ma Nietzsche sottolinea che ora non si            meccanismo che la genera, essa è comunque ciò
fa più eccezione nemmeno per l’uomo, il quale               che appare, e differisce in ogni singolo uomo. In
viene così integrato completamente in questa vi-            questa prospettiva, l’uomo, ogni singolo uomo,
sione meccanicistica. La Mettrie non viene no-              continua ad essere una legge in più per
minato, ma è chiaro che è la sua visione ad esse-           l’universo. E naturalmente ci sono uomini in cui
re sullo sfondo, insieme a quella degli altri illu-         la volontà, materialisticamente spiegata, è più
ministi materialisti.                                       potente che in altri. Ma su questo problema tor-
                                                            neremo più tardi.

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Torniamo alla questione della genesi del sape-          processo di rivalutazione della cultura pagana
re. Per arrivare alla scienza moderna, per com-             coinvolge anche il letterato umanista del Basso
pletare la rivoluzione scientifica, è stato necessa-        medioevo, l’uomo del Rinascimento, i protago-
rio rompere con il cristianesimo. Su questo pun-            nisti della rivoluzione scientifica, i philosophes
to, Nietzsche si pone ancora una volta in linea             illuministi. Che questo processo implichi, alme-
con i pensatori illuministi. Il problema è che il           no in parte, la svalutazione dei contributi sapien-
cristianesimo non ha generato soltanto una teo-             ziali asiatici, rispetto a quelli autoctoni, indoeu-
logia immaginaria, ma anche una scienza natura-             ropei, è un dato di fatto storico. Nietzsche si po-
le immaginaria. Ha impedito a lungo la nascita              ne semplicemente nel solco di questa tradizione.
della scienza moderna, opponendo ad essa una                Che Nietzsche non avesse in simpatia gli anti-
concezione eccessivamente antropocentrica. Il               semiti tedeschi risulta chiaro dai Frammenti po-
concetto di ‘causa naturale’, che pure era presen-          stumi (1885-1887 7 [67]), ove si trovano frasi
te nella filosofia greca, pagana, europea viene             del tenore della seguente: «Recentemente mi ha
annichilito dal diffondersi della religione cristia-        scritto un certo Sign. Theodor Fritsch di Lipsia.
na in Europa. Nietzsche interpreta il cristianesi-          In Germania non c’è nessuna banda di persone
mo come una sorta di inquinamento della sa-                 più impudenti e stupide di questi antisemiti. Per
pienza indoeuropea. Se si scava a fondo si sco-             ringraziarlo gli ho invitato per lettera un bel cal-
pre che l’origine inquinante viene individuata              cio. E questa canaglia osa pronunziare il nome di
nella concezione del mondo giudaico-semita,                 Zarathustra! Schifo, schifo, schifo».
una forma di anti-cultura di cui il cristianesimo è             Che una critica alla cultura misticheggiante e
soltanto un cavallo di Troia: «il cristianesimo             non-scientifica della tradizione giudaico-semita,
primitivo impiega unicamente concetti e simboli             e la contestuale espressione di una preferenza
giudaico-semiti… tale simbolismo par excellen-              per la cultura razionale e scientifica del mondo
ce si trova al di fuori di ogni religione, di ogni          pagano indoeuropeo, debbano essere necessa-
concetto di culto, di ogni scienza storica e natu-          riamente scambiate per istanze di razzismo fa
rale, di ogni esperienza del mondo, di ogni cono-           parte di un pregiudizio uguale e contrario
scenza, di ogni politica, di ogni psicologia, di            all’antisemitismo. Con questo non vogliamo ac-
ogni libro, di ogni arte; la sua ‘sapienza’ risiede         codarci all’interpretazione innocentista di Nie-
proprio nella assoluta ignoranza del fatto che              tzsche, giacché in altri frangenti egli mostra di-
esistano simili cose. La cultura non gli è nota             sprezzo per diverse categorie umane. Inoltre, ha
neanche per sentito dire, non ha bisogno di com-            ragione Giorgio Locchi nel sottolineare che il le-
batterla, non la nega...» (L’Anticristo, af.                game tra Nietzsche e il nazionalsocialismo è una
XXXII). In altre parole, Nietzsche non cessa di             questione del tutto diversa. Tale legame esiste, è
mettere a confronto la ricchezza culturale, vitale,         un dato storico, se non altro perché i nazisti han-
sapienziale del mondo pagano, greco-romano,                 no attinto coscientemente e a piene mani dalla
indoeuropeo, con la povertà culturale di questa             filosofia nietzscheana. Sapere che cosa Nie-
religione semitica, questa ‘follia’ venuta                  tzsche avrebbe pensato di Hitler è una questione
dall’Oriente.                                               speciosa, alla quale non sarà mai possibile dare
    Su questo punto, dobbiamo aprire una paren-             risposta. Si possono soltanto formulare ipotesi,
tesi. Dopo quanto accaduto in Europa nel XX                 destituite di ogni valore scientifico.
secolo, una simile lettura potrebbe avvalorare                  A scopo puramente ludico, possiamo rendere
l’interpretazione di un Nietzsche antisemita e              esplicita la nostra. Se ragionassimo seguendo
perciò ispiratore dei crimini nazisti. A nostro av-         l’interpretazione di Vattimo e Cacciari, do-
viso le cose stanno diversamente. È vero che il             vremmo concludere che Nietzsche prenderebbe
giovane Nietzsche aveva esternato sentimenti                le distanze dalle durezze del nazismo in nome
antisemiti, ma è anche vero che successivamente             del pluralismo, del pensiero debole, della libertà,
ha preso le distanze da questi atteggiamenti. Una           o dell’arte, in breve, in base alla visione del
critica alla cultura può essere scambiata per un            mondo della sinistra post-sessantottina. Su que-
atteggiamento razzista soltanto da chi è razzista,          sto non siamo affatto d’accordo. A nostro avvi-
ovvero da chi identifica la cultura con la razza. Il        so, si distinguerebbe dal nazifascismo, ma lo fa-

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rebbe da un punto di vista ancora più ‘di destra’.           con la democrazia egualitaria, da un lato, e
Qualche anno orsono, il politico francese Jean-              l’assolutismo elitario con il razzismo, dall’altro.
Marie Le Pen prese le distanze da Hitler e Mus-                  Il supposto razzismo di Nietzsche non è un
solini, dal nazionalsocialismo tedesco e dal fa-             dato così ovvio. Se era razzista, lo era nel senso
scismo italiano, sostenendo che erano ‘ideologie             in cui erano genericamente razzisti quasi tutti gli
di sinistra’. Il fascismo novecentesco non è infat-          europei del diciannovesimo secolo, che descri-
ti una semplice riproposizione della società di              vevano l’espansione coloniale come un’opera di
casta e dell’autoritarismo in stile ancient regime.          ‘incivilimento’ dei popoli ‘primitivi’ o ‘selvag-
C’è in esso un costante tentativo di fare parteci-           gi’. Diversa doveva essere la valutazione degli
pare le masse alla vita politica, anche se in forme          ebrei, da secoli inseriti nel tessuto ‘civile’
diverse dalla democrazia rappresentativa, e c’è              dell’Europa. A noi non pare che Nietzsche mo-
un’attenzione alle fasce deboli della popolazio-             stri disprezzo per gli ebrei in quanto ‘razza’,
ne, allo stato sociale, che è del tutto estranea a           piuttosto manifesta la sua estraneità rispetto ad
quella cultura autoritaria e aristocratica pre-              alcuni aspetti centrali della loro cultura religiosa.
rivoluzionaria a cui il presidente del Front Na-             Possiamo allora chiederci, per analogia: sentirsi
tional sembra fare riferimento. I continui riferi-           estranei e quindi refrattari alla dottrina della pre-
menti all’aristocrazia, gli ammiccamenti alla so-            destinazione calvinista, significa necessariamen-
cietà di casta, le critiche alla rivoluzione france-         te avere pregiudizi razziali nei confronti dei
se, ci fanno pensare che Nietzsche, analogamen-              wasp americani? Non ci pare. Certo, la questione
te a Le Pen, rifiuterebbe il fascismo come una               rimane aperta, ma noi chiudiamo la parentesi e
forma di socialismo su base etnica.                          torniamo al rapporto di Nietzsche con la scienza.
    Il rifiuto del socialismo, dell’egualitarismo,               Secondo Nietzsche, il Dio adorato dagli ebrei
della partecipazione delle masse che emerge da               e dai cristiani delle origini non è degno di vene-
ogni piega dell’opera nietzscheana è un dato giu-            razione, in quanto ‘non divino’. Il filosofo tede-
stamente evidenziato da Locchi, nell’articolo                sco non crede nella sua esistenza, ma se anche ne
“Nietzsche e i suoi ‘recuperatori’”. Naturalmen-             fosse provata l’esistenza, questo non cambiereb-
te, a questo punto, ci si potrebbe chiedere come             be la situazione. Comunque lo reputerebbe mise-
si concilia la nostra attribuzione della qualifica           rabile, assurdo, dannoso, e anche immorale in
di ‘illuminista’ a Nietzsche, se poi sul piano po-           quanto responsabile di ogni ‘delitto contro la vi-
litico lo riconduciamo ad ideologie pre-                     ta’. In definitiva, Nietzsche nega Dio in quanto
rivoluzionarie. In realtà, non c’è alcuna contrad-           Dio e stigmatizza il cristianesimo perché nemico
dizione, se si considera che nel XVIII secolo gli            della vita e della scienza. Fondamentale il se-
illuministi sono stati sostenitori del dispotismo            guente frammento:
illuminato e non certo della democrazia. Il motto
politico di Voltaire è ben noto: «Tutto per il po-                  Una religione come il cristianesimo, che non
polo, niente dal popolo». Le masse sono igno-                   ha alcun contatto con la realtà, che crolla non ap-
ranti e conservatrici e, dunque, una loro parteci-              pena la realtà anche solo per un punto afferma i
                                                                suoi diritti, deve necessariamente essere un nemi-
pazione alla vita politica non può che risolversi               co mortale della ‘sapienza del mondo’, cioè della
in regresso sociale e culturale. Solo una monar-                scienza, cercherà tutti gli espedienti per avvelena-
chia assoluta, ben consigliata da philosophes,                  re, calunniare e diffamare la disciplina dello spiri-
può cambiare la società facendo posto alla scien-               to, la limpidezza e la severità nelle questioni della
za, all’arte, alla tecnica, e ridimensionando nel               coscienza spirituale, la nobile freddezza e la nobi-
contempo il ruolo nefasto della religione,                      le libertà dello spirito. La ‘fede’ come imperativo
dell’ignoranza         e    della      superstizione.           è il veto contro la scienza, in praxi la menzogna a
L’ammirazione di Nietzsche per i despoti del                    qualsiasi costo... Paolo comprese che la menzo-
Rinascimento e, in particolare, per Papa Ales-                  gna, che la ‘fede’ era necessaria; la Chiesa, a sua
                                                                volta, in seguito comprese Paolo. Questo Dio che
sandro VI e per suo figlio Cesare Borgia non è
                                                                Paolo si è inventato per sé, un Dio che «fa scem-
assolutamente in contrasto con il sentire di molti              pio della saggezza del mondo» (in senso più stret-
ideologi illuministi. L’errore è dunque                         to i due più grandi avversari di ogni superstizione,
nell’associare troppo strettamente l’illuminismo                la filologia e la medicina), è in realtà soltanto la

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