IL CINEMA DI FANTASCIENZA - Da Kubrick al digitale (1968 - 1985) - "Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci ...

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IL CINEMA DI FANTASCIENZA - Da Kubrick al digitale (1968 - 1985) - "Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci ...
IL CINEMA DI FANTASCIENZA
Da Kubrick al digitale (1968 - 1985)

          «Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta,
          a prova di errore, e incapaci di sbagliare.»
          2001: odissea nello spazio (S. Kubrick - 1968)
IL CINEMA DI FANTASCIENZA - Da Kubrick al digitale (1968 - 1985) - "Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci ...
IL CINEMA DI FANTASCIENZA
Da Kubrick al digitale (1968 - 1985)
IL CINEMA DI FANTASCIENZA - Da Kubrick al digitale (1968 - 1985) - "Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci ...
Sommario

                                                    Programma                           4   Eolomea - La sirena delle stelle 	           35
              COMUNE DI CAGLIARI
           ASSESSORATO ALLA CULTURA
                                                    Introduzione                            Il mondo dei robot 	                         36
                                                    Antonello Zanda                     6
                                                                                            Il pianeta selvaggio 	                       37
                                                    Il capolavoro dell’avanguardia
                                                                                            Zardoz                                       38
                                                    Gianni Olla                         8
                                                                                            Rollerball 	                                 39
                                                    Ragazze dello spazio.
                                                    Andromeda e le altre                    Sul globo d’argento 	                        40
               Organizzazione                       Elisabetta Randaccio               11
                                                                                            L’uomo che cadde sulla Terra 	               41
      Società Umanitaria - Cineteca Sarda           Il sismografo della fantascienza
       Centro Servizi Culturali di Cagliari                                                 Incontri ravvicinati del terzo tipo 	        42
                                                    Luca Bandirali                     15
                                                                                            Guerra spaziale 	                            43
           Ideazione e progettazione                1968-1977: I dieci anni che
               Antonello Zanda                      sconvolsero la fantascienza             Alien 	                                      44
                  Luigi Cabras                      Bepi Vigna                         16   Quintet 	                                    45
                                                    Alien                                   Stati di allucinazione 	                     46
                  Redazione                         Andrea Mameli                      20
          Laura Bocchiddi, Carla Onnis                                                      La morte in diretta 	                        47
                                                    Società del futuro
                                                    Utopie e distopie nella                 Blade Runner 	                               49
                    Editing
                 Natalino Virdis                    fantascienza degli anni ’60- ’80        Brazil 	                                     51
                                                    Luigi Cabras                       22
               Assistenza tecnica
                                                                                            Appendice
                  Luca Portas                       Schede film
                                                                                            Filmografia essenziale dei film di fantascienza
             Ricerche Bibliografiche                Il pianeta delle scimmie           27   dal 1968 al 1985
                 Giorgio Mazza                      Barbarella                         28   (integrativa dei film in rassegna)            52
                                                    2001: odissea nello spazio         31   Bibliografia cinema di fantascienza
               Hanno collaborato:
                                                                                            (in ordine alfabetico per autore)            54
Luca Bandirali, Andrea Mameli, Giulia Mazzarelli,   2022: i sopravvissuti 	            32
Martina Mulas, Gianni Olla, Elisabetta Randaccio,                                           Ontologia e discorso nell’immagine
                                                    L’uomo che fuggì dal futuro 	      33   fantascientifica
   Andrea Serra, Massimo Spiga, Bepi Vigna
                                                    Solaris 	                          34   Luca Bandirali, Enrico Terrone               56

                                                                                                                                        3
IL CINEMA DI FANTASCIENZA - Da Kubrick al digitale (1968 - 1985) - "Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci ...
PROGRAMMA                                venerdì 15 febbraio 2013 - ore 20.00
                                           Ragazze dello spazio.
                                                                                  venerdì 1 marzo 2013 - ore 20.30      venerdì 15 marzo 2013 - ore 20.30
                                                                                    Rollerball                            Guerra spaziale
                                           Andromeda e le altre                     Norman Jewison, U.S.A. 1975           Jun Fukuda, Giappone 1977
                                           di Elisabetta Randaccio
giovedì 13 dicembre 2012 - ore 20.30       Eolomea - La sirena                    mercoledì 6 marzo 2013 - ore 20.30    mercoledì 20 marzo 2013 - ore 20.30
  Il pianeta delle scimmie                 delle stelle                             Sul globo d’argento                   Alien
  Richard Fleischer, U.S.A. 1968           Herrmann Zschoche, Germania Est 1972     Andrzej Zulawski, Polonia 1976        Ridley Scott, G.B. 1979
                                                                                    Introduzione di Sergio Naitza         Introduzione di Andrea Mameli
giovedì 20 dicembre 2012 - ore 20.30     mercoledì 20 febbraio 2013 - ore 20.30
  Barbarella                                                                      venerdì 8 marzo 2013 - ore 20.00      venerdì 22 marzo 2013 - ore 20.30
                                           Il mondo dei robot                       Così lontano, così vicino
  Roger Vadim, Francia - Italia. 1968      Michael Crichton, U.S.A. 1973                                                  Quintet
                                                                                    di Luca Bandirali                     Robert Altman, U.S.A. 1979
venerdì 1 febbraio 2013 - ore 20.00      venerdì 22 febbraio 2013 - ore 20.30       L’uomo che cadde sulla Terra
  Presentazione di Antonello Zanda                                                  Nicolas Roeg, G.B. 1976             mercoledì 27 marzo 2013 - ore 20.30
                                           Il pianeta selvaggio
  2001: un capolavoro d’avanguardia
                                           René Laloux, Cecoslovacchia 1973                                               Stati di allucinazione
  di Gianni Olla                                                                  mercoledì 13 marzo 2013 - ore 20.30     Ken Russell, U.S.A. 1980
                                           Introduzione di Martina Mulas
  2001: odissea nello spazio                                                        Incontri ravvicinati
                                         mercoledì 27 febbraio 2013 - ore 20.30                                         venerdì 29 marzo 2013 - ore 20.30
  Stanley Kubrick, G.B.-U.S.A. 1968                                                 del terzo tipo
                                           Zardoz                                   Steven Spielberg, U.S.A. 1977         La morte in diretta
mercoledì 6 febbraio 2013 - ore 20.30      John Boorman, G.B.-Irlanda1974           Introduzione di Giulia Mazzarelli     Bertrand Tavernier, Francia 1980
  2022: i sopravvissuti                    Introduzione di Bepi Vigna
  Richard Fleischer, U.S.A. 1973                                                                                        mercoledì 3 aprile 2013 - ore 20.00
                                                                                                                          Colonialismo dell’inconscio:
venerdì 8 febbraio 2013 - ore 20.30                                                                                       Philip Dick e il cinema
  L’uomo che fuggì dal futuro                                                                                             di Massimo Spiga
  George Lucas, U.S.A. 1971                                                                                               Blade Runner
  Introduzione di Antonello Zanda                                                                                         Ridley Scott, U.S.A. 1982

mercoledì 13 febbraio 2013 - ore 20.30                                                                                  venerdì 5 aprile 2013 - ore 20.00
                                                                                                                          Distopie sul grande schermo.
  Solaris
                                                                                                                          Società del futuro
  Andrei Tarkovsky, U.R.S.S. 1972
                                                                                                                          da Metropolis a Brazil
  Introduzione di Gianni Olla
                                                                                                                          di Luigi Cabras
                                                 PROGRAMMA                                                                Brazil
                                                                                                                          Terry Gilliam, G.B. 1985

4                                                                                                                                                             5
IL CINEMA DI FANTASCIENZA - Da Kubrick al digitale (1968 - 1985) - "Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci ...
INTRODUZIONE                                                                                                    del progresso del genere umano si accompagni il        zione cinema e filosofia). Con le nuove tecnolo-
Antonello Zanda                                                                                                 rischio della regressione è evidente in molti titoli   gie digitali si aprono nuovi scenari e possibilità di
                                                                                                                della rassegna. La sintesi dialettica la ritroviamo    raccontare, ma non viene meno questa compo-
                                                                                                                nell’elemento filosofico che molti dei film conten-    nente pessimistica. Questo cinema riesce ancora
La fantascienza racconta il nostro tempo con il         tà ordinaria viene significativamente mutato”, la       gono e che comunque inevitabilmente accen-             a dirci qualcosa di quello che siamo e vogliamo
suo linguaggio… e il linguaggio è la nostra con-        fantascienza si definisce nel punto di incontro tra     dono nella nostra coscienza di spettatori (ma è        essere, molto più di quanto ci dica cosa saremo
sapevolezza di esserci: nel guardare film come          la variabile coscienza del reale (variabile perché      convinzione diffusa che il cinema di fantascienza      e cosa succederà.
2001 Odissea nello spazio o Blade Runner mi-            nel tempo cambia la nostra relazione con le ipo-        sia il genere che più di tutti metta in comunica-
suriamo il polmone spaziotemporale della nostra         tesi scientifiche) e l’orizzonte coscienziale di un
coscienza. Ci confrontiamo con robot, computer,         altrove aperto alle possibilità della realizzabilità.
alieni, androidi, mutazioni che stanno dentro la        Cioè un nesso tra l’attualità del suo trovarsi alla
sfera del possibile, ai margini dell’elasticità del-    fine di un percorso storico oggettivo e l’inattualità
la nostra coscienza (e conoscenza) scientifica.         del trovarsi all’inizio di un nuovo percorso storico,
Lo sguardo del cinema è testimone del nostro            programmabile quindi sulla base dell’interlaccia-
bisogno di andare oltre il confine dell’orizzonte,      mento che in quel punto di incontro si realizza tra
e desideri e paure danno il ritmo al respiro delle      presente e non presente. È qui che avviene la
immagini che riusciamo a creare intorno al nostro       fusione fredda tra l’estensione ontologica e l’in-
futuro (più o meno vicino, compreso il contro-          tensificazione tecnologica che Luca Bandirali e
passato prossimo o remoto). Usando il termine           Enrico Terrone, nel loro libro Nell’occhio, nel cielo
“programma” come metafora – e non solo come             (Lindau, 2008), ci presentano come gli elementi
contenuto oggettivo della contemporaneità –,            costitutivi che riconosciamo delineati all’interno
possiamo dire che il cinema di fantascienza rap-        delle narrazioni fantascientifiche. Perché, scrivo-
presenti il programma dei nostri orizzonti raziona-     no i due autori, se ogni film “ci propone un mondo
li ed emotivi: con esso e attraverso di esso diamo      possibile e al tempo stesso ci dice qualcosa del
visività ai nostri desideri e alle nostre paure, tra-   mondo reale”, il cinema di fantascienza ce lo dice
sformandole in immagini che misurano le possi-          da un lato estendendo lo spazio e il tempo in cui
bilità estensive del nostro spazio vitale in questo     noi quotidianamente siamo e operiamo (esten-
universo e le possibilità intensive del nostro modo     sione ontologica) e dall’altro questa estensione
di vivere e di progettare il tempo del nostro stare.    è garantita da un elemento tecnologico innova-
Il cinema di fantascienza, dopo il 2001 kubrickia-      tivo, non reale ma possibile, che garantisce la
no (1968), fino al digitale di Tron (Steven Lisber-     coerenza della narrazione tra presente e futuro,
ger, 1982), oggetto della nostra rassegna, segna        tra attualità e inattualità (intensificazione tecno-
una fase in cui la nostra coscienza prende nuove        logica). Che il mondo del futuro che possiamo
misure sulle possibilità di interrogarsi (un linguag-   costruire possa non essere il migliore dei mondi
gio che evolve pone domande al medesimo atto            possibili ce lo racconta il cinema di questi anni
dell’interrogarsi). Nel porci in queste condizioni      (1968-1985), che mette in guardia non tanto dai
controfattuali, cioè – dice Putnam – “condizioni        rischi che possono arrivarci da altri mondi quan-
immaginarie in cui qualche aspetto della real-          to da quello che stiamo costruendo. Che all’idea

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IL CINEMA DI FANTASCIENZA - Da Kubrick al digitale (1968 - 1985) - "Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci ...
IL CAPOLAVORO DELL’AVANGUARDIA                                                                                    Da La sentinella fu ricavata una sceneggiatura         babilmente le ragioni della permanente attualità
Gianni Olla                                                                                                       e poi un romanzo autonomo di Clarke. Nel cor-          del film, anche tra il pubblico giovanile, voglioso
                                                                                                                  so della lavorazione del film, ed anche dopo, in       appunto di essere ipnotizzato da esperienze visi-
                                                                                                                  fase di montaggio, Kubrick, asciugò il racconto        ve straordinarie.
Nel 1974, in occasione della riedizione italiana di       soprattutto nella seconda parte, dalle immagini e       fino a raggiungere una paradossale incompiu-           Insomma, 2001, Odissea nello spazio, resta un
2001, Odissea nello spazio, gli spettatori ebbe-          di non aver più pensato ai problemi interpretativi.     tezza narrativo-drammaturgica giustificata dalla       grandissimo spettacolo d’avanguardia che na-
ro in omaggio un opuscolo in cui si spiegavano            D’altro canto, Kubrick, dribblando la critica giu-      problematica teleologica: non c’è fine né scopo        sconde due quesiti attualissimi. Il primo riguarda
le cosiddette “incognite” del film. In primo luogo        stamente razionalista, definì la sua opera come         all’avventura dell’uomo.                               una sorta di rigenerazione nietzschiana che si
il monolite, e poi, nell’ordine, le tecnologie avve-      un’esperienza soprattutto auditiva-visiva: pochi        Così oggi si può affermare che la fama “atem-          arresta di fronte ad una presenza, il monolite, di-
niristiche che, pur verosimili, almeno secondo gli        dialoghi e non sempre legati al racconto, molta         porale” dell’opera ha spazzato via le discussioni      ventata sacrale, e non più aliena.
scienziati, erano fuori dalla portata informativa         musica extradiegetica che, talvolta, non sembra         di 45 anni fa: ciò che, nel 1968, era necessaria-      Il secondo ritorna sulla terra, ovvero elegge come
del comune spettatore. Ma soprattutto il miste-           neanche tale, vista la stretta associazione con la      mente legato all’attualità dei viaggi spaziali, oggi   divinità assoluta una creatura della scienza e del-
rioso finale, con il protagonista che osserva se          scena o la quasi dipendenza da essa.                    è un utopico/distopico viaggio nel futuro, che da      la tecnica, il computer: Hal 9000, talmente perfet-
stesso mentre vive un’esistenza velocissima, per          A questo risultato, il regista era giunto per gradi e   un lato è molto vicino ad altri esempi, parados-       to da essere imperfetto come gli umani. E qui di
poi morire ed eternarsi in un feto spaziale.              per strappi: partito dalla fantascienza parascienti-    salmente realistici, di fantascienza contempora-       nuovo, si rivela la grandezza di Kubrick che, dopo
Prescindendo dalla validità delle interpretazioni,        fica, scelse poi come spunto tematico uno smilzo        nea, dall’altro ne contesta proprio la razionalità     averci fatto sbarrare gli occhi per le invenzioni
c’era qualcosa di paradossale in quelle istruzioni        testo di Arthur C. Clarke, La sentinella, ovvero        dell’apparato finzionale.                              sceniche, ci riporta ad una drammaturgia essen-
per l’uso. Infatti, sei anni prima, quando il film uscì   una stazione radio nascosta sulla Luna, che di-         E ancora, la forma prevalentemente scenica, la         ziale e tragica. In una scena dai contorni figurativi
in prima visione, le “incognite” non ne ostacolaro-       venterà poi il modello del monolite. Nel raccon-        scansione temporale ellittica, il montaggio intel-     pop, il viaggio del protagonista nel cervello del
no il successo. Anche i tantissimi che, per loro          to, però, si postula l’esistenza di alieni che, dallo   lettuale (l’osso che si trasforma in astronave: il     computer si conclude con una triste filastrocca
stessa ammissione, “non ne avevano capito mol-            spazio profondo, milioni di anni fa, hanno lanciato     lunghissimo viaggio della tecnologia), l’espe-         di un malato terminale (il computer) che rievoca
to”, poi confessavano di essere stati ipnotizzati,        messaggi nei diversi pianeti.                           rienza quasi psichedelica dell’assorbimento del        l’infanzia: “giro-giro tondo…”. Pochi minuti che
                                                                                                                  protagonista nell’atmosfera di Giove, sono pro-        valgono l’intera serie di film, anche belli e famosi,
                                                                                                                                                                         nonché scoppiettanti, sugli androidi umanizzati.

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IL CINEMA DI FANTASCIENZA - Da Kubrick al digitale (1968 - 1985) - "Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci ...
RAGAZZE DELLO SPAZIO. ANDROMEDA E LE ALTRE                                                                      così, attuare una sorta di clonazione, ripetere la      e a Cottafavi l’intreccio di riflessione e di nazional
Elisabetta Randaccio                                                                                            vita, creando una donna, simile nelle fattezze alla     popolare era sempre stato gradito.2
                                                                                                                studiosa deceduta. Da una parte, poi, “regala”          Il regista, poi, aveva avuto un'idea originale per
                                                                                                                agli umani un farmaco straordinario per curare          l'attrice che avrebbe dovuto incarnare l'aliena
L’intensa e corposa stagione degli “sceneggiati”       science fiction, Inisero Cremaschi, e la regia a         le ferite, dall’altra non si ferma esclusivamente a     gelida – ma solo in apparenza – e eterea: la can-
TV RAI, dagli anni 60 agli 80, ha attraversato         Vittorio Cottafavi, che, in televisione, si era creato   spiare i nostri simili. Forse, vuole qualcosa in più.   tante Patty Pravo, allora all'apice della sua popo-
copiosamente i generi letterari e cinematografici,     una carriera parallela di successo a quella cine-        Ma questo plot avventuroso, appesantito da una          larità. Molto bella, chiara di carnagione, bionda,
raggiungendo ottimi risultati negli “adattamenti”      matografica, iniziata già dal secondo dopoguerra.        inutile vicenda spionistico-militare, non si basa       altera d'aspetto, dalla voce ombrata, sembrava la
dei classici della letteratura italiana e straniera.   Cottafavi era diventato da anni un autore cult in        solo sulla spettacolarità della storia, bensì è pun-    donna ideale per il personaggio sfuggente della
Grande assente, nella prima parte di questo            Francia, dove era stato riscoperto dai “Cahier du        teggiato dalle riflessioni degli scienziati posti di    ragazza extraterrestre. Inoltre, la curiosità e la
periodo irripetibile della programmazione televi-      cinema”, ma, in Italia, la critica si era interessata    fronte a una serie di questioni bioetiche. È giusto     pubblicità dei media erano assicurate e “Sorrisi e
siva italiana, fu la fantascienza. Probabilmente A     soprattutto alla sua attività televisiva, anche per      assecondare il computer nella clonazione della          canzoni TV” uscì in edicola con una serie di foto
causa di una certo atteggiamento snobistico della      le innovazioni tecnico formali introdotte nei suoi       vita? Bisogna distruggere il calcolatore, dopo          intriganti di Nicoletta Strambelli-Patty Pravo sul
intellettualità del nostro paese nei confronti di un   lavori.                                                  l’“involontario” omicidio di Christine Flemstd? Ha      set di A come Andromeda. Purtroppo qualcosa
genere amato e coltivato soprattutto dagli scrittori   Cosa poteva aver incuriosito Cottafavi del cano-         un’anima l’aliena Andromeda? Quando la situa-           non funzionò. La Pravo dopo un mese di girato,
e dal pubblico anglofono.                              vaccio di A come Andromeda? Sicuramente il               zione derivata dall’azione del calcolatore si fa ve-    diede forfait, forse problemi fisici, forse per ca-
Ma i cambiamenti culturali della fine degli anni       livello etico filosofico. Il regista, d’altronde aveva   ramente pericolosa, si deve uccidere la ragazza
sessanta, arrivano anche nella RAI didattica e         una formazione in cui la filosofia aveva un posto        “venuta dallo spazio”? È giusto che le scoperte         2 “Cottafavi...ha affrontato nella sua opera multiforme quasi
paludata degli sceneggiati. La nuova decade si         rilevante; insieme alla letteratura influenzò “pro-      epocali siano date in mano ai militari? Insomma,          tutti i generi cinematografici e televisivi, ponendosi nei loro
                                                                                                                                                                          confronti in un atteggiamento di sostanziale adesione agli
apre con titoli, che colgono, in parte, i mutati in-   fondamente la sua cultura, per certi aspetti ne          un groviglio teorico interessante, usuale nella           schemi formali consueti semmai vivificati e ‘personalizzati’
teressi del pubblico e, parallelamente a questi,       formarono il carattere. Ed anche molti anni dopo,        fantascienza moderna, mai priva di spunti sociali,        da una intelligente rilettura critica e autocritica”. Ibidem, p.
prima della Riforma e dell’avvento delle televi-       quando dirigerà i suoi primi film e in seguito si                                                                  14
sioni private, vanno in onda fiction dove si speri-    dedicherà con assiduità alla televisione, questa
menta sia nella forma sia nel contenuto. Gli anni      sua formazione letteraria e filosofica avrà il suo
settanta, per quanto riguarda l’intrattenimento se-    peso, sorreggerà l’intera sua opera.” 1
riale in RAI, si aprono con Il segno del comando       In questo senso, la trama di A come Andromeda
(1971) di Daniele D’Anza, il quale sdogana il so-      offre spunti notevoli. Si inizia con la decifrazione
prannaturale, mentre, finalmente, la fantascienza      di un impulso (binario, quindi di probabile origine
ha la sua grande chance con A come Andromeda           intelligente) proveniente dalla galassia M31, che
(1972) di Vittorio Cottafavi, a seguire il rinno-      indica ad alcuni scienziati appassionati e spregiu-
vamento nello sceneggiato, per esempio, con            dicati di costruire un moderno e misterioso “cal-
Manon di Sandro Bolchi (1977).                         colatore” (troppo esotico chiamarlo computer..).
La produzione di A come Andromeda, come è              Quest’ultimo, come tutte le macchine aliene (vedi
noto, prende l’avvio da un telefilm gemello BBC,       Hal di 2001 odissea nello spazio) ha una “mente”
trasmesso in Inghilterra dieci anni prima, tratto da   ambigua e infernale. Vuole conoscere la razza
un libro dell’astronomo-scrittore Fred Hoyle con       umana e per farlo “uccide” una scienziata. Può,
John Elliot. La RAI ha la giusta intuizione di af-     1 G. RONDOLINO, Vittorio Cottafavi, Bologna, Cappelli,
fidare la sceneggiatura a un autore-traduttore di        1980 p. 16-17

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IL CINEMA DI FANTASCIENZA - Da Kubrick al digitale (1968 - 1985) - "Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci ...
pricci da diva.3 La sostituì l’attrice Nicoletta Rizzi,            sua ingenua devozione per capire quali siano i veri       Andromeda non moriva, “spariva”. Infatti, il per-                     rativo: la donna scienziata è una “quasi donna”
professionista di sicuro mestiere, interprete di                   obbiettivi del calcolatore (e degli extraterrestri). Il   sonaggio ritornava nel sequel del romanzo (e del                      perché priva dell'elemento della maternità e della
teatro e comprimaria in molte produzioni televi-                   suo è un sentimento “paterno”, a un certo punto,          serial), The Andromeda breaktrough, il quale, in                      famiglia)6. Pagherà cara la fiducia nei confronti
sive. Per rispettare i tempi della lavorazione, la                 sicuramente protettivo, che, però, non riuscirà a         Inghilterra, non ebbe il successo dei precedenti.                     dell'intelligenza aliena e di Andromeda: morirà
Rizzi si sottopose a una performance stremante,                    difendere la giovane dal “martirio”. Andromeda è          La versione italiana rispetta meglio gli stereotipi                   consumata da un virus prodotto dal calcolatore.
ma, bisogna dire, che il risultato fu ottimale. Nes-               una ragazza dello spazio, nella prima parte del           del genere popolare, d’altronde conosciuti perfet-                    Gabriella Giacobbe la interpreta con convinzione.
suno rimpianse la Pravo e lo sceneggiato fu visto                  film, non diversa da paralleli stereotipi contenuti       tamente da Vittorio Cottafavi.5                                       La figura della scienziata la ritroviamo anche
da diciassette milioni di spettatori.                              nei classici romanzi di fantascienza. Magra, pal-         Altri due personaggi femminili rilevanti sono la                      in “Eolomea, la sirena delle stelle” di Herman
A come Andromeda ci propone una vicenda in                         lida, chiara porta con sé l'idea della luce e delle       “spia” Judy Adamson e la biologa Madaleine                            Zschoche, coevo di A come Andromeda, realiz-
cui prevalgono i personaggi femminili, elemen-                     stelle da cui proviene; all'inizio, sembra simile a       Danway. La prima deve tenere sotto controllo                          zato nella DDR. Il film, che tratta anch’esso di
to non consueto nella fantascienza classica4.                      un robot: pare essere dominata esclusivamente             Fleming, scienziato intollerante alle regole po-                      una tentata, temeraria comunicazione tra galas-
Certo, il protagonista maschile è il fulcro dram-                  dagli ordini del calcolatore, non parla, sembra           litico-militaresche; si serve, come da stereotipo,                    sie e intelligenze raffinate (in questo caso, gli
matico della storia: lo scienziato John Fleming,                   insensibile, ambigua, fredda. Ricorda le aliene           della propria bellezza (Paola Pitagora, interprete                    impulsi arrivano dalla costellazione del Cigno),
interpretato da uno strepitoso Luigi Vannucchi                     da fumetto vintage, una robottona senza cuore.            perfetta, in questo film è veramente fascinosa                        è influenzato nel look, nelle scenografie e nei
capace di evidenziarne il tormento psicologico,                    Quando l'elaboratore la “punisce” bruciandole le          e sensuale) e del carattere spigliato e anticon-                      contenuti dal contesto storico, quegli anni set-
sentimentale e etico, che, dopo aver con entusia-                  mani, è la prima volta in cui percepisce il dolore        formista, per quanto, altrettanto tipicamente, si                     tanta, che, anche nella Germania Orientale,
smo costruito l'elaboratore, alla fine lo distrugge                fisico; ne è stupita oltre che ferita, ma già aveva       innamora della sua “vittima”, che, però, scopre                       furono un momento di importanti mutamenti
con violenza ribellistica. L'aliena scopre con lui                 scoperto la sua “umanità”, il sentire emozioni an-        il suo gioco, resettando il rapporto sentimentale.                    di costume7. I protagonisti della pellicola sem-
le sofferenze dell'animo umano e pure l'amore.                     che forti. A questo punto, Andromeda assume i             Adamson-Pitagora in altre fiction, sarebbe stata                      brano hipster incerti tra prendere sul serio la
Fleming, a un certo punto, la blandisce, “sfrutta” la              connotati di un personaggio complesso, in cui la          una donna fatale vicina a quelle così presenti                        realtà (anche quella dello spazio) o riderne con
                                                                   perfezione della mente incontra l'ingenuità e la          nei noir. Però, siamo negli anni settanta, e Judy-                    ironia. Gli elementi di riflessione etico-filosofica-
3 “Andromeda..era il mio personaggio, era la – come dire –         debolezza dei sentimenti. Comunque, essendo               Pitagora ha gli atteggiamenti e il look fantastico
  sorella o meglio ancora l’anima gemella di Patty Pravo,          stata concepita per il “male”, per quanto abbia,          di una signorina appena arrivata dalla swinging                       6 La dottoressa Danway sembra seguire la tipologia dei per-
  Andromeda, personaggio fantascientifico..era il mio ‘io’         in corso della vicenda, scelto di stare dalla parte       London.                                                                 sonaggi dei romanzi di fantascienza, così come l’hanno
  riflesso: estrosa, stravagante, incostante, turbolenta, ama-                                                                                                                                       definita Barbieri e Mancini. Per certi versi, rientra, simbo-
  bile anche. Ho vissuto quasi un mese in un mondo colorito
                                                                   degli umani per amore di Fleming (in realtà, gli          La Danway non era presente nel testo originale;                         licamente, nel gruppo delle “madri passive e involontarie,
  di fiaba irrealizzabile. Ero entusiasta. L’aspirazione a far     altri uomini, maggiormente i militari, hanno solo         nella versione italiana, invece è una figura essen-                     possedute da mostri, che partoriranno a loro volta esseri
  qualcosa fuori dal canto, mi dava i brividi. Ero sicurissima     desiderio di sfruttare i suoi “super poteri”), come       ziale. È una scienziata convinta della razionalità                      mostruosi..” e può avere un riferimento nel personaggio
  di farcela..Ero entusiasta della scelta fatta da Cottafavi, il   nella tipologia del romanzo popolare, è destinata         e giustezza delle proprie scelte, la clonazione le                      di Susan Calvin immaginato da Asimov, “che alla cono-
  regista. Ma come un bel sogno l’entusiasmo è durato poco.                                                                                                                                          scenza, studio (amore forse) per i robot sacrifica la vita
  I primi dolori, le prime emicranie...” in A.NERI, “L’Androme-
                                                                   alla morte, un suicidio che sottolinea la dram-           sembra una scoperta straordinaria per il futuro                         e dunque la sua identità femminile. Una donna-scienziato
  da in TV. Dopo il gran rifiuto una chiacchierata con Patty       maticità della scelta di identità. “Abbiamo creato        dell'umanità e Andromeda è una “figlia”, che vede                       non può avere una sessualità, sembra dirci Asimov.” D.
  Pravo e Nicoletta Rizzi”, “Bolero-Teletutto”, 2 Maggio 1971,     un essere umano, ma non abbiamo saputo dar-               nascere sotto i suoi occhi, una soddisfazione per                       BARBIERI, R. MANCINI, cit. p. 294
  pp.52-54 ora anche in L.VENZANO, A come Andromeda,               gli la volontà di vivere.”, dice Fleming nell'ultima      lei, anziana single (ancora uno stereotipo nar-                       7 Anche nel cinema della DDR, negli anni settanta, i temi
  www.Pagine70.com                                                                                                                                                                                   cambiano: “La scelta dei soggetti propende a personaggi
4 “(...) per lunghissimo tempo, praticamente fino agli anni
                                                                   sequenza, dopo che la ragazza si è gettata da                                                                                     e ad opere potenzialmente sovversivi nei confronti di verità
  ‘60/’70..la fantascienza rimane un genere prettamente ma-        una scogliera. Con la morte di Andromeda finisce          5 “(...) egli si è posto all’interno della cinetelevisione ‘di con-     eterne e del pensiero unico, alternativi a correnti ufficiali e
  schile. Dunque anche come logica lo costruisce maschile,         anche la possibilità di comunicazione con l'entità          sumo’: punto di riferimento obbligato per ogni indagine               a canoni espressivi. Personaggi che dubitano, che pon-
  se è vero che esiste una scrittura sessuata e un universo        aliena della galassia M31. Ancora una volta, il ge-         strutturalistica di generi e modelli spettacolari, proprio per        gono domande, che cercano e desiderano, che sono in
  differenziato a seconda del genere di chi lo immagina.” D.                                                                   l’autocoscienza del suo lavoro, per l’esame approfondito              dissenso all’autorità” C. SCHMIDT, Al di là del muro. Ci-
  BARBIERI, R. MANCINI, Immaginare futuri, La Nuova Ita-
                                                                   nere umano rimane solo nell'universo con le sue             ch’egli ha fatto di quei generi e di quei modelli, applicandoli       nema e società nella Germania Est 1945-1990, Bologna,
  lia, 1991, p. 294                                                paure e il suo egoismo. Nel testo di Hoyle e Elliot,        con continuità.” G. Rondolino, cit., p. 14                            CLUEB, 2009, p. 129

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IL CINEMA DI FANTASCIENZA - Da Kubrick al digitale (1968 - 1985) - "Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci ...
scientifica caratteristici della fantascienza, quelli         Ritornando ad A come Andromeda, seppure sia             Il sismografo della fantascienza
che la definiscono “tra i prodotti di una cultura             un serial ricco di figure maschili, i personaggi        Luca Bandirali
di massa di ala progressista.”8, sono presenti:               femminili convincono maggiormente e regalano
si discute di iato tra scienza e militari, di rischia-        all’opera di Cottafavi elementi di piacevolezza
re la vita per aprire le porte alla conoscenza, di            e profondità narrativa. Il regista, d’altronde, ha      La fantascienza è il sismografo della cultura di       discorso sul mondo, ciò è ancora più valido negli
bioetica etc. Gli uomini sono improbabili eroi fric-          curato attentamente l’aspetto formale del suo           massa, capace di registrare i più sotterranei som-     anni Settanta, quando sulla scia di 2001 nume-
chettoni, per quanto soldati o studiosi, mentre la            lavoro, utilizzando gli esterni (non molto frequen-     movimenti così come di assegnare un valore alle        rosi film, spesso europei, si pongono le grandi
scienziata, la quale intreccia una storia d'amore             tati negli “sceneggiati”) con intelligenza. La Sco-     scosse più devastanti; in generale, la fantascien-     questioni metafisiche: basti pensare al sovietico
con il protagonista (come in “Andromeda” con                  zia, dove si svolge la maggior parte della vicen-       za è un particolare tipo di sismografo capace          Solaris, al franco-cecoslovacco Il pianeta selvag-
la scenografia di spiagge e mare), è disegnata                da, è reinventata in Sardegna, tra Capo Caccia          addirittura di anticipare i grandi cambiamenti: at-    gio e agli italianissimi (e fondamentali) L’invenzio-
con tratti “maschili”. La donna ha, tranne quando             e la Gallura. Con l’aiuto del bianco e nero tutto       traverso la rappresentazione della tecnologia, ci      ne di Morel (del recentemente scomparso Emidio
è in costume da bagno nelle scene marine, un                  ciò è credibile e d’effetto. La criticata scena del     spiega le modificazioni della realtà sociale. Que-     Greco, a cui va la nostra smisurata ammirazio-
aspetto androgino, è una tabagista incallita e                bagno in mare di John Vannucchi e Judy-Pita-            sto strumento potentissimo ha svolto ha svolto         ne), Le orme di Bazzoni e una gemma poco nota
ha un atteggiamento aggressivo e sprezzante.                  gora, ritenuta improbabile nelle acque gelide           una funzione paradigmatica tra la fine degli anni      come Il tempo dell’inizio di Luigi Di Gianni.
Il rapporto amoroso che la coinvolge, con tratti              delle Highlands, invece è tra le migliori del serial,   Sessanta e la metà degli anni Ottanta, dall’utopia
iconici da fotoromanzo, è inaspettato; comunque,              perché enfatizza il rapporto amoroso tra i due con      degli hippies al sinistro trionfo del postmoder-       Il 1977 è l’anno della svolta, ma sarebbe sbaglia-
essendo una scienziata, secondo i canoni nar-                 realismo e sensualità.                                  nismo. Da 2001: Odissea nello spazio a Brazil,         to dire che dopo la fase delle domande filosofiche
rativi accennati precedentemente, sarà destinata              Il successo di A come Andromeda spingerà la             come ben individuato dalla testa e dalla coda di       viene la fase dello spettacolo fine a se stesso.
a restare sola. Il bizzarro Daniel Lagny preferirà,           RAI a mettere in cantiere altre fiction di fanta-       questa retrospettiva. Anche se l’immagine che fa       La New Hollywood trova infatti nella fantascienza
mediocre Ulisse del futuro, il “grande volo” alla             scienza. Così, nel 1975 sarà la volta di Gamma,         da punto di origine di questa vicenda è un’imma-       un campo semiotico ricchissimo, che certamente
amata, di cui, durante il viaggio interstellare, ri-          decisamente meno interessante, mentre vera-             gine televisiva: il 20 luglio 1969 l’astronauta ame-   declina in termini altamente spettacolari, ma sen-
corda un abbraccio con rincorsa sulla spiaggia....            mente innovativo, ironico e affascinante sarà           ricano Neil Armstrong è il primo uomo a mettere        za sacrificare necessariamente la complessità e
                                                              Uova fatali dal romanzo di Bulgakov, diretto da         il piede sulla superficie lunare. In teoria dovrebbe   la profondità di pensiero: infatti film come Guerre
                                                              uno dei registi, che hanno cambiato il linguaggio       essere la fine di ogni narrazione fantascientifica,    stellari e Alien rappresentano, oltre a splendide
8 U. ECO, Apocalittici e integrati, Milano, Bompiani, 1977,
  p. 372                                                      della televisione: Ugo Gregoretti.                      la realtà che supera la fantasia. Invece è un nuo-     macchine di intrattenimento, un’idea di narra-
                                                                                                                      vo inizio: il cinema che era partito proprio da un     zione archetipica, che si abbevera alle radici del
                                                                                                                      Voyage dans la lune, adesso si concentra sulla         mito del viaggio iniziatico, rispettivamente dell’E-
                                                                                                                      mutazione sociale. La domanda drammaturgica            roe e dell’Eroina. Un film che in tal senso diven-
                                                                                                                      non è più “dove andiamo?”, ma in accordo con           ta specchio del tempo, conclusione e rilancio di
                                                                                                                      la grande esplorazione dell’interiorità praticata      questa stagione della fantascienza è Blade Run-
                                                                                                                      dalle sottoculture giovanili, diventa “chi siamo?”.    ner, saggio sull’autenticità che è la grande que-
                                                                                                                      In questo senso, se è vero che ogni film di fanta-     stione filosofica degli anni Ottanta del “pensiero
                                                                                                                      scienza è un film filosofico, perché sviluppa un       debole”. Bisognerà ripartire da qui.

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IL CINEMA DI FANTASCIENZA - Da Kubrick al digitale (1968 - 1985) - "Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci ...
1968-1977: I DIECI ANNI CHE SCONVOLSERO LA FANTASCIENZA.                                                         In Francia, alcuni di autori transfughi dalla rivista      Solaris di Andrej Tarkowskij, in questo senso è
Bepi Vigna                                                                                                       “Pilote” - tra cui Jean Giraud (Moebius) e Philippe        un’opera emblematica (ma lo era già stato anche
                                                                                                                 Druillet - intorno alla metà del decennio creano           il quasi speculare Viaggio al settimo pianeta di
                                                                                                                 la casa editrice Les Humanoides Associés, che              Sidney Pynk, del 1962). Qualcuno scrisse che il
Si sente spesso dire che la fantascienza cinema-       e Buzz Aldrin atterrarono nel Mare della Tranquil-        da vita alla rivista “Métal Hurlant”, dove la fan-         film di Tarkowskij era la risposta sovietica a Ku-
tografica sarebbe diventata adulta con Kubrick         lità, erano in qualche modo derivate da Kubrick,          tascienza viene provocatoriamente scelta quale             brick, ma questo è vero solo in quanto si tratta di
e il suo 2001 Odissea nella Spazio. Non è così.        si alimentavano del fascino che avevano suscita-          terreno d’espressione perché, oltre a consentire           due film antitetici.
Già prima (anche molto prima) c’erano stati dei        to visioni come quella del monolite, perfetta sim-        la massima libertà narrativa, è il genere tradizio-        Il futuro che viene rappresentato in Solaris non
film che avevano utilizzato il genere per tratta-      bologia dell’inconoscibile; o quella dell’astronave       nalmente osteggiato dalla cultura ufficiale.               porta a nulla che già non ci appartenga, la mag-
re tematiche complesse, dando luogo a opere            che avanzava nel cosmo sulle note del valzer di           Nel cinema si assiste a un altro fenomeno: scom-           gior consapevolezza dell’uomo non fa altro che
tutt’altro che infantili o semplici all’approccio.     Strauss; o quelle della goethiana “discesa alle           paiono quasi del tutto gli alieni, l’avventura pura        peggiorare la sua crisi esistenziale.
D’altra parte è noto che, molto spesso, per rac-       Madri” che compiva Bowman nell’allucinato fina-           sembra dissolversi nell’analisi politica e sociolo-        La fantascienza è diventata “distopica”: l’utopia si
contare la realtà, analizzarla a fondo, tentare di     le.                                                       gica, (L’Uomo che fuggì dal futuro, Zardoz, 2002           trasforma nel suo esatto rovescio.
comprenderla e farla comprendere, la chiave del        Kubrick, insomma, con un’opera che metteva to-            la seconda odissea, 2022: i Sopravvissuti), oppu-          Ma tutto ciò non può durare a lungo.
fantastico può essere quella utile o addirittura,      talmente d’accordo il film di genere e il film d’au-      re si contorce in riflessioni sull’individuo: il viaggio   E, infatti, la rivoluzione si palesa presto dietro
a volte, l’unica possibile. E poi, la fantascienza,    tore e condensava in sé tutti i temi della narrativa      si sposta dallo spazio alla coscienza e all’io.            l’angolo. Gli alfieri sono gli allora trentenni Lucas
anche quella un tempo relegata nei cosiddetti          fantascientifica (l’esplorazione planetaria, l’antici-
B-movies, ha sempre avuto una sua naturale vo-         pazione della tecnologia a venire, l’incontro con
cazione allegorica, che le impedisce di distaccar-     l’extraterrestre, il rapporto tra l’uomo e la macchi-
si troppo dal presente.                                na) ci aveva introdotto a quel futuro che l’impresa
Tuttavia qualcosa è accaduto, dopo il film di          Lunare avrebbe inaugurato ufficialmente.
Kubrick, e non ha riguardato solo la storia del        A ben guardare, l’Odissea raccontata sullo scher-
cinema, ma anche il rapporto tra il pubblico e il      mo, non era solo nello Spazio, in realtà si dipa-
genere fantascientifico, aprendo la strada a una       nava soprattutto nel Tempo, dato che il viaggio
rivoluzione dell’immaginario su cui avrebbe influ-     verso il futuro riconduceva l’uomo alle sue origini,
ito in maniera non secondaria, anche la succes-        lo riconciliava con l’eternità, inseriva il suo incerto
siva conquista della Luna. L’impresa “reale” de-       incedere nel cosmo in un armonico quadro d’as-
gli astronauti dell’Apollo 11, apparve fatalmente      sieme, dove la vita, l’arte, la scienza diventavano
come una sorta di seguito povero del film uscito       tutt’uno.
l’anno prima, quasi un surrogato per acconten-         Iniziava così una nuova era cinematografica che
tare chi non aveva potuto godere direttamente          in un decennio avrebbe visto la fantascienza so-
dell’opera cinematografica, ma ne aveva fruito         stituire il western come genere principe. Ma que-
solo attraverso gli echi che si erano propagati        sto passaggio non fu né facile né lineare.
(ricordo, per esempio, che le immagini del film
erano riprodotte nelle copertine dei quaderni sco-     I cambiamenti che si erano innescati nella so-
lastici). E così, molte delle emozioni che gli spet-   cietà a partire dal 1968, più che nella letteratura,
tatori di tutto il mondo provarono davanti alla TV     troveranno un preciso riflesso nella fantascienza,
in bianco e nero, nella notte in cui Neil Armstrong    sia quella fumettistica che cinematografica.

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e Spielberg: è attraverso i loro film che un’intera     Star Wars è un film di fantascienza dove non si       narrativa d’evasione. Così si in essa si possono        a guidare l’Universo – che immaginava sarebbe
generazione smetterà di disprezzare il cinema           parla della Terra, dove non c’è la scoperta del       trovare fonti e riferimenti insospettabili, come,       piaciuta a filosofi come Julius Evola, definito da
hollywoodiano più commerciale; saranno loro a           cosmo, dove manca una minaccia d’invasione            per esempio, Maciste nella valle dei re, peplum         Giorgio Almirante, il “Marcuse del Fascismo” –.
fissare le pietre miliari di una nuova presa di co-     realmente aliena, dove non si anticipa alcun futu-    del regista italiano Carlo Campogalliani, che nel       Giovanni Grazzini, sul “Corriere della Sera”, si
scienza da parte dello spettatore, o “regressione       ro che possa davvero riguardare l’uomo. Se non        1959, anticipa Lucas, mostrandoci un muscoloso          preoccupava che il nuovo cinema, come l’Orco
all’infanzia”, come sostenevano i critici più ostina-   fosse per la descrizione di un altrove tecnologica-   Mark Forrest (versione vintage di Han Solo- Har-        delle favole, potesse nevrotizzare i bambini, pro-
ti e conservatori, forse spaventati dall’arrivo del     mente avanzatissimo, non si potrebbe nemme-           rison Ford) imprigionato nel marmo come l’altro         ducendo in loro un immaginario allarmante.
futuro vero e non solo immaginato. Ma i vecchi          no qualificare un film di fantascienza, dato che      lo era in un blocco d’ambra. Anche Maciste risor-       Paure comprensibili, anche se poi rivelatesi in-
critici non potevano prevedere che Star Wars e          è piuttosto una summa di generi: dal western al       ge per guidare il popolo alla vittoria finale, grazie   fondate, segnali di un mondo e di un cinema, che
Incontri ravvicinati del terzo tipo, sarebbero stati    fantasy, passando dal poema cavalleresco al rac-      all’evocazione di un vecchio saggio che esorta          stavano cambiando definitivamente.
solo un primo assaggio, l’espressione embriona-         conto di samurai.                                     all’uso della forza, proprio come fa il buon Obi        La successiva svolta, nella realtà come nella fin-
le di un autentico stravolgimento, non solo della       La “Galassia lontana lontana” di Lucas è un ter-      Wan Kenobi nella saga galattica.                        zione, sarebbe stata il cyberpunk di Blade Run-
science-fiction, ma anche del linguaggio filmico        ritorio di fantasia che riassume ogni scenario,       Dicevamo dei timori dei critici: Tullio Kezich, su      ner.
nel suo complesso, favorito dall’arrivo di nuove        che permette qualunque lettura, che attinge e         “Panorama”, si dispiaceva per la propensione a
tecnologie digitali.                                    rielabora a piene mani da tutto il pregresso della    mettere in gioco la leggenda di una elite destinata

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Alien                                                                                                          perfezione strutturale è pari solo alla sua ostilità.”   esce squarciandone il torace. In questa scena si
Andrea Mameli                                                                                                  Alien è un film che ha fatto discutere, e continua a     riassumono due dei temi che caratterizzano il film
                                                                                                               farlo. In “Aliens R Us. Eclissi, mimetismo e socie-      e, in generale, l’intera saga: la fobia dell’identità e
                                                                                                               tà nella tetralogia di Alien” (2011) Isabella Nicky      la violazione del corpo.»
La sfida di Ridley Scott era quasi disperata: rap-     film di fantascienza degli anni ‘50 (le uova dell’a-    Plantamura ha scritto: «La scena più famosa e            Ecco, alla fine forse anche Alien, come altri film
presentare l’alieno e rendere credibile l’incredibi-   lieno come i baccelli del 1956: “L’invasione degli      più inquietante di Alien è quella in cui Kane re-        di fantascienza, contiene più un’analisi delle pau-
le. Per raggiungere questo risultato era necessa-      Ultracorpi”) ma evitando le loro goffe ingenuità,       sta ucciso, durante il pranzo dell’equipaggio della      re e delle caratteristiche di noi umani che degli
ria una storia forte e un lavoro cinematografico       Scott costruisce una meravigliosa macchina della        Nostromo, dalla nascita del piccolo alieno, che          stessi alieni.
impeccabile. A mio parere Alien è riscito nell’in-     paura. Ma dentro Alien ci sono anche altri ingre-
tento, divenendo un punto di riferimento assolu-       dienti, come i miti classici, con quella squadra di
to per il genere. E lo dimostra il fatto che, a 34     astronauti che si trasformano in vittime sacrificali
anni di distanza, il film mantiene inalterato il suo   della bestia, c’è l’eroina Ripley, che tiene testa
fascino. Lo dimostrano anche le innumerevoli ci-       all’alieno e rischia la vita per salvare un gatto,
tazioni, più o meno riuscite, senza contare i cam-     c’è la multinazionale che vuole l’alieno per farne
biamenti che questa pellicola ha di fatto imposto:     il prototipo di un’armai invincibile: la creatura, si
non a caso c’è chi parla di un prima e un dopo         scopre, era il vero obiettivo della società proprie-
Alien.                                                 taria del Nostromo.
Ma quali sono gli elementi che hanno decretato         In Alien c’è anche un computer di bordo, Mother,
questo successo? Che cos’ha di speciale questo         che parla e risponde, ma non è la tecnologia
film?                                                  salvifica. Come in 2001 Odissea nello spazio, in
Innanzitutto Scott ha scelto il nero, respingendo      cui HAL 9000 tradisce la fiducia umana, così in
l’estetica del cinema di fantascienza degli anni       questo film il computer si rivela un nemico. Un
‘70 quella delle astronavi bianchissime, stile         nemico che esegue gli ordini: l’alieno va traspor-
“2001 Odissea nello spazio”. E questo, insieme         tato sulla Terra anche a costo di sacrificare l’e-
alla colonna sonora di Jerry Goldsmith, forma le       quipaggio.
basi su cui si sviluppa l’angoscia: riecheggiando i    Poi c’è quella forma che si svela poco a poco, di-
                                                       segnata dall’artista svizzero Hans Ruedi Giger, e
                                                       animata da Carlo Rambaldi (premiati con l’Oscar
                                                       per i migliori effetti speciali nel 1980). Una forma
                                                       che colpisce, con le sue forti allusioni sessuali e
                                                       con quella terrificante schiera di denti. Una cre-
                                                       atura dalla forza devastante e dotata di un aci-
                                                       do corrosivo al posto del sangue. Un impianto
                                                       simbolico formidabile che spaventa e confonde.
                                                       Non a caso è l’androide dell’equipaggio, l’ufficia-
                                                       le scientifico Ash (Ian Holm) l’unico a elogiare il
                                                       mostro: “Ancora non hai capito con cosa hai a
                                                       che fare, vero? Un perfetto organismo. La sua

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Società del futuro Utopie e distopie nella fantascienza degli anni ’60- ’80.                                                dall’autore russo Evgenij Zamjatin nel 1919, ma                 immaginare i risvolti delle battaglie politiche e
Luigi Cabras                                                                                                                già un secolo prima Jeremy Bentham parlava di                   delle conquiste tecnico-scientifiche che, in un
                                                                                                                            “cacotopia”, intendendola grossomodo col me-                    lasso di tempo così breve, hanno radicalmente
                                                                                                                            desimo significato di distopia: la delineazione di              modificato il volto del nostro mondo: da un lato
     «In una società libera l’informazione deve penetrare dovunque»                                                         una società futura (o lontana nello spazio), per                le grandi riflessioni filosofiche (quelle di Kubrick
     Eugene Helpmann - Brazil (1985)                                                                                        certi versi simile a quella presente, ma nella qua-             e Tarkovskij, per intendersi); dall’altro, appunto,
                                                                                                                            le quelle che sembrano solo avvisaglie di terribili             le iperboli social-tecnologiche delle distopie: non
                                                                                                                            sviluppi totalitaristici e illiberali prendono effetti-         sembri strano, dunque, che 2001: odissea nello
                                                                                                                            vamente corpo in un potere – o in un’altra forma                spazio sia del 1968, proprio come Il pianeta del-
Non c’è racconto, romanzo, fumetto o film di fan-          stico che l’autore intende – almeno inizialmen-                  di controllo repressivo – che renda quel luogo                  le scimmie di Franklin Schaffner, opera che con
tascienza che non tenti di anticipare, in modo più         te – perseguire. È chiaro a chiunque che la fan-                 lontano o quel futuro ancora da venire quanto di                cinica intelligenza narrativa immagina un viaggio
o meno fantasioso o verosimile, una società del            tascienza di Viaggio al centro della Terra o de La               meno augurabile possa immaginarsi. La funzione                  nello spazio (e nel tempo) che porta l’equipaggio
futuro, dotata di nuove tecnologie e segnata da            macchina del tempo non sia la stessa fantascien-                 della distopia (e in modo similare della ucronia2)              di una astronave terrestre in un mondo nel quale
scoperte, invenzioni e progressi etici e morali che        za de L’invasione degli ultracorpi, né di quella de              come narrazione prettamente politica è in fondo                 gli esseri umani sono diventati schiavi domestici,
rendano la vita dei cittadini se non migliore o peg-       L’esperimento del Dottor K, di E.T. o di Matrix, e               proprio quella di monito verso gli accorti lettori              stupidi e inebetiti, al guinzaglio di una società di
giore, quanto meno “diversa” rispetto a quella del         questo al di là del preciso momento storico nel                  e spettatori delle società presenti: allarmare sui              scimmie intelligenti, sebbene ancora ferme a una
presente nel quale vengano concepite: è, questa,           quale le opere siano state concepite. Per farla                  possibili risvolti di alcune scelte politiche, econo-           sorta di medioevo, con la scienza soggetta alla
l’essenza stessa di un genere che, attraverso              breve, si può credere che i diversi mondi possibili              miche, scientifiche e tecnologiche, i cui frutti non            superstizione religiosa. L’amaro finale è esempio
una sorta di cannocchiale narrativo, proietta la           siano direttamente espressione di altrettante di-                si vedranno che in futuro, appunto, e potrebbero                dello spirito con cui le distopie racconteranno il
vista del lettore o dello spettatore in un mondo           verse forme di narrazione.                                       non essere così innocui.                                        futuro di lì a seguire, con sfumature di pessimi-
possibile, lontano nello spazio o prossimo ven-            Una in particolare, quella della distopia1 (o utopia             Probabilmente non è un caso che questo gene-                    smo e disillusione via via più cariche. Solo due
turo nel tempo. Grazie a questo stratagemma, al            negativa) cresce e si sviluppa in seno al genere                 re, così politicamente denso, si rafforzi proprio               anni prima, François Truffaut aveva trasposto su
narratore è concesso di parlare dell’uomo, della           particolarmente negli anni ’60 (sebbene, com’è                   in concomitanza di passaggi storici intensi, sia                pellicola una delle più celebri anti-utopie della
società e della storia senza doversi attenere alle         ovvio, si possa riscontrare ben prima: basti pen-                dal punto di vista della percezione sociale (i pri-             letteratura, Fahrenheit 451 di Ray Bradbury: una
rigide paratoie della cronaca, della testimonianza         sare al capolavoro del 1937 di Fritz Lang, Me-                   mi anni del Novecento in Russia, la metà degli                  società dominata dall’invasivo potere della tele-
o dell’attendibilità, giocando a piacimento tra i più      tropolis, nel quale sono già rintracciabili tutti gli            anni ’30 in Germania, la fine degli anni ’60 ne-                visione, nel quale sono proibiti i libri e i vigili del
vasti generi di racconto (il dramma, la commedia,          elementi costitutivi di una distopia) e prosegue                 gli Stati Uniti e nell’Europa Occidentale) che di               fuoco non spengono gli incendi, ma anzi appicca-
il documentario, etc.), e concedendosi anche, fi-          durante i ’70 e gli ’80, fino alla fantascienza a                quella dell’evoluzione scientifica (l’avvento della             no roghi di volumi sovversivi che creano disubbi-
nalmente, uno spazio legittimo di puro intratteni-         noi più contemporanea, assurgendo quasi a ge-                    comunicazione di massa, prima con la radio e                    dienza e disordine. Nel 2002, Kurt Wimmer rese
mento visivo, senza sensi di colpa.                        nere a sé stante. Nella letteratura, i tempi sono                poi, soprattutto, con la televisione, l’informatica,            onore al film di Truffaut (a dire il vero poco amato
Naturalmente, come è stato possibile far presen-           stati più precoci, se consideriamo che una delle                 la robotica, gli studi sull’intelligenza artificiale            dalla critica, sia all’epoca, sia successivamente, e
te più volte durante il primo ciclo di questa re-          più potenti utopie negative, Noi, è stata scritta                e, infine, il “mondo parallelo” di Internet). Late-             generalmente considerato una delle opere meno
trospettiva, anche la fantascienza e le storie sui         1 Distopia: ‹di·sto·pì·a› s.f. - rappresentazione di un futuro
                                                                                                                            ralmente a queste grandi fasi, freneticamente                   interessanti del regista francese), ambientando il
“mondi possibili” si articolano in forme ramificate          indesiderabile, caratterizzato da una società totalitaria,     affastellate nel corso del secolo appena conclu-                suo Equilibrium in un mondo in tutto simile a quel-
e complesse, attingendo qua e là dai cosiddetti              scientista e tecnocratica (contrapposto a utopia) ║ Forma      so, i generi della fantascienza hanno tentato di                lo di Fahrenheit 451 e, per certi aspetti, anche
“sottogeneri” (l’horror, il fantasy, il comico, il noir,     letteraria che nel Novecento descrive tali società repressi-                                                                   a quello del celeberrimo 1984 di George Orwell,
                                                             ve e totalitarie, i cui rappresentanti più noti sono George    2 Ucronia: ‹u·cro·nì·a› s.f., lett. - presentazione di eventi
il grottesco, etc.) e modulando verosimiglianza,             Orwell e Thomas Henry Huxley [Dizionario Devoto-Oli,             coerente, ma ipotetica, simulata, sulla base di dati non
                                                                                                                                                                                            contro-utopia probabilmente fra le più celebri e
simbolismo ed empatia in base all’obiettivo arti-            Le Monnier 2013].                                                realistici [Dizionario Devoto-Oli, Le Monnier 2013].          paradigmatiche di sempre, modello imprescin-

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dibile per qualsiasi altra distopia successiva. Di      un’altra opera segnerà la storia della distopia nel
1984 abbiamo più di una trasposizione ufficiale         grande schermo: frutto del genio grottesco di
(nel 1954 la BBC ne fece una versione televisi-         Terry Gilliam (unico membro statunitense della
va; Michael Anderson ne girò una per il grande          banda comica inglese dei Monty Python3), Brazil
schermo intitolata Nel Duemila non sorge il sole;       racconta di un mondo dominato non tanto da po-
e proprio nel 1984 venne girata la più nota, quella     teri militari o da inquietanti tecnologie intelligenti,
di Michael Radford, che tentò di rispettare mesi e      ma più banalmente dalla burocrazia: milioni di
luoghi citati dall’autore letterario), sebbene i film   persone, funzionari e politici schiavi di moduli da
profondamente ispirati al capolavoro orwelliano         compilare, modelli prestampati, posta pneumati-
siano disseminati lungo tutta la storia della fanta-    ca che arriva fin dentro casa direttamente dagli
scienza contemporanea.                                  uffici, codici e bolli e timbri usati come arma di
Questa seconda tranche della retrospettiva ren-         minaccia e ricatto, se non addirittura come tor-
de conto in maniera molto puntuale dell’attenzio-       tura e, in definitiva, come strumento di sottomis-
ne che il cinema internazionale ­– in un mondo in       sione delle masse. E quando qualcuno, come il
cui la comunicazione era intasata dai temi della        brillante burocrate Sam Lowry (interpretato da
Guerra Fredda, della sfida per la conquista dello       Jonathan Pryce, affiancato da un cast del cali-
Spazio e dall’uso intensivo della tecnologia per        bro di Robert De Niro, Ian Holm e Bob Hoskins),
la supremazia bellica – dedica alle narrazioni di-      comincia a sognare, atto di estrema ribellione al                     Di lì in poi, la distopia si immette su binari più       pore di un Grande Fratello sempre online, con-
stopiche: 2022: i sopravvissuti, L’uomo che fuggì       sistema, ciò che la burocrazia prevede non può                        canonici: le società degli uomini minacciati da          segnando a motori di ricerca e social network la
dal futuro, Il mondo dei robot, per citare alcuni       che essere la sua tragica e finale sottomissione.                     robot, androidi, computer e macchine intelligenti        propria vita (dati, informazioni, fotografie, filmati,
di quelli in programma, sono tutte opere che si         Un’opera unica nel suo genere, Brazil, perché                         (da Terminator a Matrix), le trasposizioni di grandi     parentele e relazioni private, perfino tradimenti
inquadrano in questo preciso contesto. Discor-          capace di raccontare un mondo lugubre e spre-                         classici della letteratura fantascientifica, in parti-   e reati), e dove anche i riottosi e i rivoluzionari
so a parte meriterebbe Blade runner, caposaldo          gevole con il tono surreale che solo un comico                        colare tratti da Philip Dick (da Atto di forza a Mi-     combattono a suon di blog, chi si lascia intimorire
della fantascienza d’autore del 1982, ad opera          è in grado di sostenere, accentuando il ridicolo                      nority Report), le apocalissi nucleari o batteriolo-     da una blanda distopia politica? Ci si vive ormai
di Ridley Scott (che due anni prima aveva con-          che sottende i regimi totalitari e illiberali, il tragi-              giche, lo Spazio profondo e altri incubi di società      dentro, sospesi tra tecnodipendenza e apatia cri-
quistato il proscenio internazionale con la mega-       comico andamento delle società contemporanee,                         totalitarie del futuro prossimo venturo. Ma si tratta    tica, nascosti dietro avatar omologati, filtrati da
produzione Alien, inquietante viaggio negli abissi      che progressivamente tramortiscono la fantasia                        più di revival che di reinvenzione di un genere.         fotocamere e realtà aumentata, dove neanche i
dello spazio, sospeso tra la fantascienza e l’hor-      e il sogno delle persone allo scopo di ottenere                       D’altra parte, sparito il cattivissimo Fredersen         tiranni possono permettersi di chiudere il proprio
ror): molto liberamente tratto da Ma gli androidi       maggiore controllo, maggiore produzione e mag-                        padrone di Metropolis e pubblicamente sbugiar-           account e dove il vero potere si nasconde tra i
sognano pecore elettriche di Philip Dick (che           giore consumo.                                                        dati i maiali di Orwell, questa nostra società che       tentacoli di intelligenze chissà se artificiali, ma
per un certo tempo ne seguì anche lo sviluppo,                                                                                ormai liberamente sceglie di abbandonarsi al tor-        certamente anonime.
entrando in conflitto con Scott), rappresenta pro-      3 Composta da Graham Chapman, John Cleese, Eric Idle,
                                                          Terry Jones, Michael Palin e, appunto, Terry Gilliam, sono
babilmente l’apice della cinematografia distopica         stati i più celebri “giullari” inglesi del Ventesimo secolo, dis-
di quegli anni, stagliandosi come un totem sulle          sacranti e irriverenti, autori di una lunga e fortunata serie
opere successive, grazie alla miscela di atmo-            televisiva che li ha lanciati a livello internazionale, Flying
sfere, sceneggiatura, musiche e invenzioni vi-            Circus (1969-74), e di quattro lungometraggi entrati nella
                                                          storia del cinema comico: E ora qualcosa di completamen-
sive, ma anche di citazioni e richiami alla storia        te diverso (1971), Monty Python e il sacro Graal (1975),
del genere. Di lì a breve, in ambiente britannico,        Brian di Nazareth (1979) e Il senso della vita (1983).

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