IL CINEMA DI FANTASCIENZA - Da Kubrick al digitale (1968 - 1985) - "Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci ...
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IL CINEMA DI FANTASCIENZA Da Kubrick al digitale (1968 - 1985) «Noi siamo, senza possibili eccezioni di sorta, a prova di errore, e incapaci di sbagliare.» 2001: odissea nello spazio (S. Kubrick - 1968)
Sommario Programma 4 Eolomea - La sirena delle stelle 35 COMUNE DI CAGLIARI ASSESSORATO ALLA CULTURA Introduzione Il mondo dei robot 36 Antonello Zanda 6 Il pianeta selvaggio 37 Il capolavoro dell’avanguardia Zardoz 38 Gianni Olla 8 Rollerball 39 Ragazze dello spazio. Andromeda e le altre Sul globo d’argento 40 Organizzazione Elisabetta Randaccio 11 L’uomo che cadde sulla Terra 41 Società Umanitaria - Cineteca Sarda Il sismografo della fantascienza Centro Servizi Culturali di Cagliari Incontri ravvicinati del terzo tipo 42 Luca Bandirali 15 Guerra spaziale 43 Ideazione e progettazione 1968-1977: I dieci anni che Antonello Zanda sconvolsero la fantascienza Alien 44 Luigi Cabras Bepi Vigna 16 Quintet 45 Alien Stati di allucinazione 46 Redazione Andrea Mameli 20 Laura Bocchiddi, Carla Onnis La morte in diretta 47 Società del futuro Utopie e distopie nella Blade Runner 49 Editing Natalino Virdis fantascienza degli anni ’60- ’80 Brazil 51 Luigi Cabras 22 Assistenza tecnica Appendice Luca Portas Schede film Filmografia essenziale dei film di fantascienza Ricerche Bibliografiche Il pianeta delle scimmie 27 dal 1968 al 1985 Giorgio Mazza Barbarella 28 (integrativa dei film in rassegna) 52 2001: odissea nello spazio 31 Bibliografia cinema di fantascienza Hanno collaborato: (in ordine alfabetico per autore) 54 Luca Bandirali, Andrea Mameli, Giulia Mazzarelli, 2022: i sopravvissuti 32 Martina Mulas, Gianni Olla, Elisabetta Randaccio, Ontologia e discorso nell’immagine L’uomo che fuggì dal futuro 33 fantascientifica Andrea Serra, Massimo Spiga, Bepi Vigna Solaris 34 Luca Bandirali, Enrico Terrone 56 3
PROGRAMMA venerdì 15 febbraio 2013 - ore 20.00 Ragazze dello spazio. venerdì 1 marzo 2013 - ore 20.30 venerdì 15 marzo 2013 - ore 20.30 Rollerball Guerra spaziale Andromeda e le altre Norman Jewison, U.S.A. 1975 Jun Fukuda, Giappone 1977 di Elisabetta Randaccio giovedì 13 dicembre 2012 - ore 20.30 Eolomea - La sirena mercoledì 6 marzo 2013 - ore 20.30 mercoledì 20 marzo 2013 - ore 20.30 Il pianeta delle scimmie delle stelle Sul globo d’argento Alien Richard Fleischer, U.S.A. 1968 Herrmann Zschoche, Germania Est 1972 Andrzej Zulawski, Polonia 1976 Ridley Scott, G.B. 1979 Introduzione di Sergio Naitza Introduzione di Andrea Mameli giovedì 20 dicembre 2012 - ore 20.30 mercoledì 20 febbraio 2013 - ore 20.30 Barbarella venerdì 8 marzo 2013 - ore 20.00 venerdì 22 marzo 2013 - ore 20.30 Il mondo dei robot Così lontano, così vicino Roger Vadim, Francia - Italia. 1968 Michael Crichton, U.S.A. 1973 Quintet di Luca Bandirali Robert Altman, U.S.A. 1979 venerdì 1 febbraio 2013 - ore 20.00 venerdì 22 febbraio 2013 - ore 20.30 L’uomo che cadde sulla Terra Presentazione di Antonello Zanda Nicolas Roeg, G.B. 1976 mercoledì 27 marzo 2013 - ore 20.30 Il pianeta selvaggio 2001: un capolavoro d’avanguardia René Laloux, Cecoslovacchia 1973 Stati di allucinazione di Gianni Olla mercoledì 13 marzo 2013 - ore 20.30 Ken Russell, U.S.A. 1980 Introduzione di Martina Mulas 2001: odissea nello spazio Incontri ravvicinati mercoledì 27 febbraio 2013 - ore 20.30 venerdì 29 marzo 2013 - ore 20.30 Stanley Kubrick, G.B.-U.S.A. 1968 del terzo tipo Zardoz Steven Spielberg, U.S.A. 1977 La morte in diretta mercoledì 6 febbraio 2013 - ore 20.30 John Boorman, G.B.-Irlanda1974 Introduzione di Giulia Mazzarelli Bertrand Tavernier, Francia 1980 2022: i sopravvissuti Introduzione di Bepi Vigna Richard Fleischer, U.S.A. 1973 mercoledì 3 aprile 2013 - ore 20.00 Colonialismo dell’inconscio: venerdì 8 febbraio 2013 - ore 20.30 Philip Dick e il cinema L’uomo che fuggì dal futuro di Massimo Spiga George Lucas, U.S.A. 1971 Blade Runner Introduzione di Antonello Zanda Ridley Scott, U.S.A. 1982 mercoledì 13 febbraio 2013 - ore 20.30 venerdì 5 aprile 2013 - ore 20.00 Distopie sul grande schermo. Solaris Società del futuro Andrei Tarkovsky, U.R.S.S. 1972 da Metropolis a Brazil Introduzione di Gianni Olla di Luigi Cabras PROGRAMMA Brazil Terry Gilliam, G.B. 1985 4 5
INTRODUZIONE del progresso del genere umano si accompagni il zione cinema e filosofia). Con le nuove tecnolo- Antonello Zanda rischio della regressione è evidente in molti titoli gie digitali si aprono nuovi scenari e possibilità di della rassegna. La sintesi dialettica la ritroviamo raccontare, ma non viene meno questa compo- nell’elemento filosofico che molti dei film conten- nente pessimistica. Questo cinema riesce ancora La fantascienza racconta il nostro tempo con il tà ordinaria viene significativamente mutato”, la gono e che comunque inevitabilmente accen- a dirci qualcosa di quello che siamo e vogliamo suo linguaggio… e il linguaggio è la nostra con- fantascienza si definisce nel punto di incontro tra dono nella nostra coscienza di spettatori (ma è essere, molto più di quanto ci dica cosa saremo sapevolezza di esserci: nel guardare film come la variabile coscienza del reale (variabile perché convinzione diffusa che il cinema di fantascienza e cosa succederà. 2001 Odissea nello spazio o Blade Runner mi- nel tempo cambia la nostra relazione con le ipo- sia il genere che più di tutti metta in comunica- suriamo il polmone spaziotemporale della nostra tesi scientifiche) e l’orizzonte coscienziale di un coscienza. Ci confrontiamo con robot, computer, altrove aperto alle possibilità della realizzabilità. alieni, androidi, mutazioni che stanno dentro la Cioè un nesso tra l’attualità del suo trovarsi alla sfera del possibile, ai margini dell’elasticità del- fine di un percorso storico oggettivo e l’inattualità la nostra coscienza (e conoscenza) scientifica. del trovarsi all’inizio di un nuovo percorso storico, Lo sguardo del cinema è testimone del nostro programmabile quindi sulla base dell’interlaccia- bisogno di andare oltre il confine dell’orizzonte, mento che in quel punto di incontro si realizza tra e desideri e paure danno il ritmo al respiro delle presente e non presente. È qui che avviene la immagini che riusciamo a creare intorno al nostro fusione fredda tra l’estensione ontologica e l’in- futuro (più o meno vicino, compreso il contro- tensificazione tecnologica che Luca Bandirali e passato prossimo o remoto). Usando il termine Enrico Terrone, nel loro libro Nell’occhio, nel cielo “programma” come metafora – e non solo come (Lindau, 2008), ci presentano come gli elementi contenuto oggettivo della contemporaneità –, costitutivi che riconosciamo delineati all’interno possiamo dire che il cinema di fantascienza rap- delle narrazioni fantascientifiche. Perché, scrivo- presenti il programma dei nostri orizzonti raziona- no i due autori, se ogni film “ci propone un mondo li ed emotivi: con esso e attraverso di esso diamo possibile e al tempo stesso ci dice qualcosa del visività ai nostri desideri e alle nostre paure, tra- mondo reale”, il cinema di fantascienza ce lo dice sformandole in immagini che misurano le possi- da un lato estendendo lo spazio e il tempo in cui bilità estensive del nostro spazio vitale in questo noi quotidianamente siamo e operiamo (esten- universo e le possibilità intensive del nostro modo sione ontologica) e dall’altro questa estensione di vivere e di progettare il tempo del nostro stare. è garantita da un elemento tecnologico innova- Il cinema di fantascienza, dopo il 2001 kubrickia- tivo, non reale ma possibile, che garantisce la no (1968), fino al digitale di Tron (Steven Lisber- coerenza della narrazione tra presente e futuro, ger, 1982), oggetto della nostra rassegna, segna tra attualità e inattualità (intensificazione tecno- una fase in cui la nostra coscienza prende nuove logica). Che il mondo del futuro che possiamo misure sulle possibilità di interrogarsi (un linguag- costruire possa non essere il migliore dei mondi gio che evolve pone domande al medesimo atto possibili ce lo racconta il cinema di questi anni dell’interrogarsi). Nel porci in queste condizioni (1968-1985), che mette in guardia non tanto dai controfattuali, cioè – dice Putnam – “condizioni rischi che possono arrivarci da altri mondi quan- immaginarie in cui qualche aspetto della real- to da quello che stiamo costruendo. Che all’idea 6 7
IL CAPOLAVORO DELL’AVANGUARDIA Da La sentinella fu ricavata una sceneggiatura babilmente le ragioni della permanente attualità Gianni Olla e poi un romanzo autonomo di Clarke. Nel cor- del film, anche tra il pubblico giovanile, voglioso so della lavorazione del film, ed anche dopo, in appunto di essere ipnotizzato da esperienze visi- fase di montaggio, Kubrick, asciugò il racconto ve straordinarie. Nel 1974, in occasione della riedizione italiana di soprattutto nella seconda parte, dalle immagini e fino a raggiungere una paradossale incompiu- Insomma, 2001, Odissea nello spazio, resta un 2001, Odissea nello spazio, gli spettatori ebbe- di non aver più pensato ai problemi interpretativi. tezza narrativo-drammaturgica giustificata dalla grandissimo spettacolo d’avanguardia che na- ro in omaggio un opuscolo in cui si spiegavano D’altro canto, Kubrick, dribblando la critica giu- problematica teleologica: non c’è fine né scopo sconde due quesiti attualissimi. Il primo riguarda le cosiddette “incognite” del film. In primo luogo stamente razionalista, definì la sua opera come all’avventura dell’uomo. una sorta di rigenerazione nietzschiana che si il monolite, e poi, nell’ordine, le tecnologie avve- un’esperienza soprattutto auditiva-visiva: pochi Così oggi si può affermare che la fama “atem- arresta di fronte ad una presenza, il monolite, di- niristiche che, pur verosimili, almeno secondo gli dialoghi e non sempre legati al racconto, molta porale” dell’opera ha spazzato via le discussioni ventata sacrale, e non più aliena. scienziati, erano fuori dalla portata informativa musica extradiegetica che, talvolta, non sembra di 45 anni fa: ciò che, nel 1968, era necessaria- Il secondo ritorna sulla terra, ovvero elegge come del comune spettatore. Ma soprattutto il miste- neanche tale, vista la stretta associazione con la mente legato all’attualità dei viaggi spaziali, oggi divinità assoluta una creatura della scienza e del- rioso finale, con il protagonista che osserva se scena o la quasi dipendenza da essa. è un utopico/distopico viaggio nel futuro, che da la tecnica, il computer: Hal 9000, talmente perfet- stesso mentre vive un’esistenza velocissima, per A questo risultato, il regista era giunto per gradi e un lato è molto vicino ad altri esempi, parados- to da essere imperfetto come gli umani. E qui di poi morire ed eternarsi in un feto spaziale. per strappi: partito dalla fantascienza parascienti- salmente realistici, di fantascienza contempora- nuovo, si rivela la grandezza di Kubrick che, dopo Prescindendo dalla validità delle interpretazioni, fica, scelse poi come spunto tematico uno smilzo nea, dall’altro ne contesta proprio la razionalità averci fatto sbarrare gli occhi per le invenzioni c’era qualcosa di paradossale in quelle istruzioni testo di Arthur C. Clarke, La sentinella, ovvero dell’apparato finzionale. sceniche, ci riporta ad una drammaturgia essen- per l’uso. Infatti, sei anni prima, quando il film uscì una stazione radio nascosta sulla Luna, che di- E ancora, la forma prevalentemente scenica, la ziale e tragica. In una scena dai contorni figurativi in prima visione, le “incognite” non ne ostacolaro- venterà poi il modello del monolite. Nel raccon- scansione temporale ellittica, il montaggio intel- pop, il viaggio del protagonista nel cervello del no il successo. Anche i tantissimi che, per loro to, però, si postula l’esistenza di alieni che, dallo lettuale (l’osso che si trasforma in astronave: il computer si conclude con una triste filastrocca stessa ammissione, “non ne avevano capito mol- spazio profondo, milioni di anni fa, hanno lanciato lunghissimo viaggio della tecnologia), l’espe- di un malato terminale (il computer) che rievoca to”, poi confessavano di essere stati ipnotizzati, messaggi nei diversi pianeti. rienza quasi psichedelica dell’assorbimento del l’infanzia: “giro-giro tondo…”. Pochi minuti che protagonista nell’atmosfera di Giove, sono pro- valgono l’intera serie di film, anche belli e famosi, nonché scoppiettanti, sugli androidi umanizzati. 8 9
RAGAZZE DELLO SPAZIO. ANDROMEDA E LE ALTRE così, attuare una sorta di clonazione, ripetere la e a Cottafavi l’intreccio di riflessione e di nazional Elisabetta Randaccio vita, creando una donna, simile nelle fattezze alla popolare era sempre stato gradito.2 studiosa deceduta. Da una parte, poi, “regala” Il regista, poi, aveva avuto un'idea originale per agli umani un farmaco straordinario per curare l'attrice che avrebbe dovuto incarnare l'aliena L’intensa e corposa stagione degli “sceneggiati” science fiction, Inisero Cremaschi, e la regia a le ferite, dall’altra non si ferma esclusivamente a gelida – ma solo in apparenza – e eterea: la can- TV RAI, dagli anni 60 agli 80, ha attraversato Vittorio Cottafavi, che, in televisione, si era creato spiare i nostri simili. Forse, vuole qualcosa in più. tante Patty Pravo, allora all'apice della sua popo- copiosamente i generi letterari e cinematografici, una carriera parallela di successo a quella cine- Ma questo plot avventuroso, appesantito da una larità. Molto bella, chiara di carnagione, bionda, raggiungendo ottimi risultati negli “adattamenti” matografica, iniziata già dal secondo dopoguerra. inutile vicenda spionistico-militare, non si basa altera d'aspetto, dalla voce ombrata, sembrava la dei classici della letteratura italiana e straniera. Cottafavi era diventato da anni un autore cult in solo sulla spettacolarità della storia, bensì è pun- donna ideale per il personaggio sfuggente della Grande assente, nella prima parte di questo Francia, dove era stato riscoperto dai “Cahier du teggiato dalle riflessioni degli scienziati posti di ragazza extraterrestre. Inoltre, la curiosità e la periodo irripetibile della programmazione televi- cinema”, ma, in Italia, la critica si era interessata fronte a una serie di questioni bioetiche. È giusto pubblicità dei media erano assicurate e “Sorrisi e siva italiana, fu la fantascienza. Probabilmente A soprattutto alla sua attività televisiva, anche per assecondare il computer nella clonazione della canzoni TV” uscì in edicola con una serie di foto causa di una certo atteggiamento snobistico della le innovazioni tecnico formali introdotte nei suoi vita? Bisogna distruggere il calcolatore, dopo intriganti di Nicoletta Strambelli-Patty Pravo sul intellettualità del nostro paese nei confronti di un lavori. l’“involontario” omicidio di Christine Flemstd? Ha set di A come Andromeda. Purtroppo qualcosa genere amato e coltivato soprattutto dagli scrittori Cosa poteva aver incuriosito Cottafavi del cano- un’anima l’aliena Andromeda? Quando la situa- non funzionò. La Pravo dopo un mese di girato, e dal pubblico anglofono. vaccio di A come Andromeda? Sicuramente il zione derivata dall’azione del calcolatore si fa ve- diede forfait, forse problemi fisici, forse per ca- Ma i cambiamenti culturali della fine degli anni livello etico filosofico. Il regista, d’altronde aveva ramente pericolosa, si deve uccidere la ragazza sessanta, arrivano anche nella RAI didattica e una formazione in cui la filosofia aveva un posto “venuta dallo spazio”? È giusto che le scoperte 2 “Cottafavi...ha affrontato nella sua opera multiforme quasi paludata degli sceneggiati. La nuova decade si rilevante; insieme alla letteratura influenzò “pro- epocali siano date in mano ai militari? Insomma, tutti i generi cinematografici e televisivi, ponendosi nei loro confronti in un atteggiamento di sostanziale adesione agli apre con titoli, che colgono, in parte, i mutati in- fondamente la sua cultura, per certi aspetti ne un groviglio teorico interessante, usuale nella schemi formali consueti semmai vivificati e ‘personalizzati’ teressi del pubblico e, parallelamente a questi, formarono il carattere. Ed anche molti anni dopo, fantascienza moderna, mai priva di spunti sociali, da una intelligente rilettura critica e autocritica”. Ibidem, p. prima della Riforma e dell’avvento delle televi- quando dirigerà i suoi primi film e in seguito si 14 sioni private, vanno in onda fiction dove si speri- dedicherà con assiduità alla televisione, questa menta sia nella forma sia nel contenuto. Gli anni sua formazione letteraria e filosofica avrà il suo settanta, per quanto riguarda l’intrattenimento se- peso, sorreggerà l’intera sua opera.” 1 riale in RAI, si aprono con Il segno del comando In questo senso, la trama di A come Andromeda (1971) di Daniele D’Anza, il quale sdogana il so- offre spunti notevoli. Si inizia con la decifrazione prannaturale, mentre, finalmente, la fantascienza di un impulso (binario, quindi di probabile origine ha la sua grande chance con A come Andromeda intelligente) proveniente dalla galassia M31, che (1972) di Vittorio Cottafavi, a seguire il rinno- indica ad alcuni scienziati appassionati e spregiu- vamento nello sceneggiato, per esempio, con dicati di costruire un moderno e misterioso “cal- Manon di Sandro Bolchi (1977). colatore” (troppo esotico chiamarlo computer..). La produzione di A come Andromeda, come è Quest’ultimo, come tutte le macchine aliene (vedi noto, prende l’avvio da un telefilm gemello BBC, Hal di 2001 odissea nello spazio) ha una “mente” trasmesso in Inghilterra dieci anni prima, tratto da ambigua e infernale. Vuole conoscere la razza un libro dell’astronomo-scrittore Fred Hoyle con umana e per farlo “uccide” una scienziata. Può, John Elliot. La RAI ha la giusta intuizione di af- 1 G. RONDOLINO, Vittorio Cottafavi, Bologna, Cappelli, fidare la sceneggiatura a un autore-traduttore di 1980 p. 16-17 10 11
pricci da diva.3 La sostituì l’attrice Nicoletta Rizzi, sua ingenua devozione per capire quali siano i veri Andromeda non moriva, “spariva”. Infatti, il per- rativo: la donna scienziata è una “quasi donna” professionista di sicuro mestiere, interprete di obbiettivi del calcolatore (e degli extraterrestri). Il sonaggio ritornava nel sequel del romanzo (e del perché priva dell'elemento della maternità e della teatro e comprimaria in molte produzioni televi- suo è un sentimento “paterno”, a un certo punto, serial), The Andromeda breaktrough, il quale, in famiglia)6. Pagherà cara la fiducia nei confronti sive. Per rispettare i tempi della lavorazione, la sicuramente protettivo, che, però, non riuscirà a Inghilterra, non ebbe il successo dei precedenti. dell'intelligenza aliena e di Andromeda: morirà Rizzi si sottopose a una performance stremante, difendere la giovane dal “martirio”. Andromeda è La versione italiana rispetta meglio gli stereotipi consumata da un virus prodotto dal calcolatore. ma, bisogna dire, che il risultato fu ottimale. Nes- una ragazza dello spazio, nella prima parte del del genere popolare, d’altronde conosciuti perfet- Gabriella Giacobbe la interpreta con convinzione. suno rimpianse la Pravo e lo sceneggiato fu visto film, non diversa da paralleli stereotipi contenuti tamente da Vittorio Cottafavi.5 La figura della scienziata la ritroviamo anche da diciassette milioni di spettatori. nei classici romanzi di fantascienza. Magra, pal- Altri due personaggi femminili rilevanti sono la in “Eolomea, la sirena delle stelle” di Herman A come Andromeda ci propone una vicenda in lida, chiara porta con sé l'idea della luce e delle “spia” Judy Adamson e la biologa Madaleine Zschoche, coevo di A come Andromeda, realiz- cui prevalgono i personaggi femminili, elemen- stelle da cui proviene; all'inizio, sembra simile a Danway. La prima deve tenere sotto controllo zato nella DDR. Il film, che tratta anch’esso di to non consueto nella fantascienza classica4. un robot: pare essere dominata esclusivamente Fleming, scienziato intollerante alle regole po- una tentata, temeraria comunicazione tra galas- Certo, il protagonista maschile è il fulcro dram- dagli ordini del calcolatore, non parla, sembra litico-militaresche; si serve, come da stereotipo, sie e intelligenze raffinate (in questo caso, gli matico della storia: lo scienziato John Fleming, insensibile, ambigua, fredda. Ricorda le aliene della propria bellezza (Paola Pitagora, interprete impulsi arrivano dalla costellazione del Cigno), interpretato da uno strepitoso Luigi Vannucchi da fumetto vintage, una robottona senza cuore. perfetta, in questo film è veramente fascinosa è influenzato nel look, nelle scenografie e nei capace di evidenziarne il tormento psicologico, Quando l'elaboratore la “punisce” bruciandole le e sensuale) e del carattere spigliato e anticon- contenuti dal contesto storico, quegli anni set- sentimentale e etico, che, dopo aver con entusia- mani, è la prima volta in cui percepisce il dolore formista, per quanto, altrettanto tipicamente, si tanta, che, anche nella Germania Orientale, smo costruito l'elaboratore, alla fine lo distrugge fisico; ne è stupita oltre che ferita, ma già aveva innamora della sua “vittima”, che, però, scopre furono un momento di importanti mutamenti con violenza ribellistica. L'aliena scopre con lui scoperto la sua “umanità”, il sentire emozioni an- il suo gioco, resettando il rapporto sentimentale. di costume7. I protagonisti della pellicola sem- le sofferenze dell'animo umano e pure l'amore. che forti. A questo punto, Andromeda assume i Adamson-Pitagora in altre fiction, sarebbe stata brano hipster incerti tra prendere sul serio la Fleming, a un certo punto, la blandisce, “sfrutta” la connotati di un personaggio complesso, in cui la una donna fatale vicina a quelle così presenti realtà (anche quella dello spazio) o riderne con perfezione della mente incontra l'ingenuità e la nei noir. Però, siamo negli anni settanta, e Judy- ironia. Gli elementi di riflessione etico-filosofica- 3 “Andromeda..era il mio personaggio, era la – come dire – debolezza dei sentimenti. Comunque, essendo Pitagora ha gli atteggiamenti e il look fantastico sorella o meglio ancora l’anima gemella di Patty Pravo, stata concepita per il “male”, per quanto abbia, di una signorina appena arrivata dalla swinging 6 La dottoressa Danway sembra seguire la tipologia dei per- Andromeda, personaggio fantascientifico..era il mio ‘io’ in corso della vicenda, scelto di stare dalla parte London. sonaggi dei romanzi di fantascienza, così come l’hanno riflesso: estrosa, stravagante, incostante, turbolenta, ama- definita Barbieri e Mancini. Per certi versi, rientra, simbo- bile anche. Ho vissuto quasi un mese in un mondo colorito degli umani per amore di Fleming (in realtà, gli La Danway non era presente nel testo originale; licamente, nel gruppo delle “madri passive e involontarie, di fiaba irrealizzabile. Ero entusiasta. L’aspirazione a far altri uomini, maggiormente i militari, hanno solo nella versione italiana, invece è una figura essen- possedute da mostri, che partoriranno a loro volta esseri qualcosa fuori dal canto, mi dava i brividi. Ero sicurissima desiderio di sfruttare i suoi “super poteri”), come ziale. È una scienziata convinta della razionalità mostruosi..” e può avere un riferimento nel personaggio di farcela..Ero entusiasta della scelta fatta da Cottafavi, il nella tipologia del romanzo popolare, è destinata e giustezza delle proprie scelte, la clonazione le di Susan Calvin immaginato da Asimov, “che alla cono- regista. Ma come un bel sogno l’entusiasmo è durato poco. scenza, studio (amore forse) per i robot sacrifica la vita I primi dolori, le prime emicranie...” in A.NERI, “L’Androme- alla morte, un suicidio che sottolinea la dram- sembra una scoperta straordinaria per il futuro e dunque la sua identità femminile. Una donna-scienziato da in TV. Dopo il gran rifiuto una chiacchierata con Patty maticità della scelta di identità. “Abbiamo creato dell'umanità e Andromeda è una “figlia”, che vede non può avere una sessualità, sembra dirci Asimov.” D. Pravo e Nicoletta Rizzi”, “Bolero-Teletutto”, 2 Maggio 1971, un essere umano, ma non abbiamo saputo dar- nascere sotto i suoi occhi, una soddisfazione per BARBIERI, R. MANCINI, cit. p. 294 pp.52-54 ora anche in L.VENZANO, A come Andromeda, gli la volontà di vivere.”, dice Fleming nell'ultima lei, anziana single (ancora uno stereotipo nar- 7 Anche nel cinema della DDR, negli anni settanta, i temi www.Pagine70.com cambiano: “La scelta dei soggetti propende a personaggi 4 “(...) per lunghissimo tempo, praticamente fino agli anni sequenza, dopo che la ragazza si è gettata da e ad opere potenzialmente sovversivi nei confronti di verità ‘60/’70..la fantascienza rimane un genere prettamente ma- una scogliera. Con la morte di Andromeda finisce 5 “(...) egli si è posto all’interno della cinetelevisione ‘di con- eterne e del pensiero unico, alternativi a correnti ufficiali e schile. Dunque anche come logica lo costruisce maschile, anche la possibilità di comunicazione con l'entità sumo’: punto di riferimento obbligato per ogni indagine a canoni espressivi. Personaggi che dubitano, che pon- se è vero che esiste una scrittura sessuata e un universo aliena della galassia M31. Ancora una volta, il ge- strutturalistica di generi e modelli spettacolari, proprio per gono domande, che cercano e desiderano, che sono in differenziato a seconda del genere di chi lo immagina.” D. l’autocoscienza del suo lavoro, per l’esame approfondito dissenso all’autorità” C. SCHMIDT, Al di là del muro. Ci- BARBIERI, R. MANCINI, Immaginare futuri, La Nuova Ita- nere umano rimane solo nell'universo con le sue ch’egli ha fatto di quei generi e di quei modelli, applicandoli nema e società nella Germania Est 1945-1990, Bologna, lia, 1991, p. 294 paure e il suo egoismo. Nel testo di Hoyle e Elliot, con continuità.” G. Rondolino, cit., p. 14 CLUEB, 2009, p. 129 12 13
scientifica caratteristici della fantascienza, quelli Ritornando ad A come Andromeda, seppure sia Il sismografo della fantascienza che la definiscono “tra i prodotti di una cultura un serial ricco di figure maschili, i personaggi Luca Bandirali di massa di ala progressista.”8, sono presenti: femminili convincono maggiormente e regalano si discute di iato tra scienza e militari, di rischia- all’opera di Cottafavi elementi di piacevolezza re la vita per aprire le porte alla conoscenza, di e profondità narrativa. Il regista, d’altronde, ha La fantascienza è il sismografo della cultura di discorso sul mondo, ciò è ancora più valido negli bioetica etc. Gli uomini sono improbabili eroi fric- curato attentamente l’aspetto formale del suo massa, capace di registrare i più sotterranei som- anni Settanta, quando sulla scia di 2001 nume- chettoni, per quanto soldati o studiosi, mentre la lavoro, utilizzando gli esterni (non molto frequen- movimenti così come di assegnare un valore alle rosi film, spesso europei, si pongono le grandi scienziata, la quale intreccia una storia d'amore tati negli “sceneggiati”) con intelligenza. La Sco- scosse più devastanti; in generale, la fantascien- questioni metafisiche: basti pensare al sovietico con il protagonista (come in “Andromeda” con zia, dove si svolge la maggior parte della vicen- za è un particolare tipo di sismografo capace Solaris, al franco-cecoslovacco Il pianeta selvag- la scenografia di spiagge e mare), è disegnata da, è reinventata in Sardegna, tra Capo Caccia addirittura di anticipare i grandi cambiamenti: at- gio e agli italianissimi (e fondamentali) L’invenzio- con tratti “maschili”. La donna ha, tranne quando e la Gallura. Con l’aiuto del bianco e nero tutto traverso la rappresentazione della tecnologia, ci ne di Morel (del recentemente scomparso Emidio è in costume da bagno nelle scene marine, un ciò è credibile e d’effetto. La criticata scena del spiega le modificazioni della realtà sociale. Que- Greco, a cui va la nostra smisurata ammirazio- aspetto androgino, è una tabagista incallita e bagno in mare di John Vannucchi e Judy-Pita- sto strumento potentissimo ha svolto ha svolto ne), Le orme di Bazzoni e una gemma poco nota ha un atteggiamento aggressivo e sprezzante. gora, ritenuta improbabile nelle acque gelide una funzione paradigmatica tra la fine degli anni come Il tempo dell’inizio di Luigi Di Gianni. Il rapporto amoroso che la coinvolge, con tratti delle Highlands, invece è tra le migliori del serial, Sessanta e la metà degli anni Ottanta, dall’utopia iconici da fotoromanzo, è inaspettato; comunque, perché enfatizza il rapporto amoroso tra i due con degli hippies al sinistro trionfo del postmoder- Il 1977 è l’anno della svolta, ma sarebbe sbaglia- essendo una scienziata, secondo i canoni nar- realismo e sensualità. nismo. Da 2001: Odissea nello spazio a Brazil, to dire che dopo la fase delle domande filosofiche rativi accennati precedentemente, sarà destinata Il successo di A come Andromeda spingerà la come ben individuato dalla testa e dalla coda di viene la fase dello spettacolo fine a se stesso. a restare sola. Il bizzarro Daniel Lagny preferirà, RAI a mettere in cantiere altre fiction di fanta- questa retrospettiva. Anche se l’immagine che fa La New Hollywood trova infatti nella fantascienza mediocre Ulisse del futuro, il “grande volo” alla scienza. Così, nel 1975 sarà la volta di Gamma, da punto di origine di questa vicenda è un’imma- un campo semiotico ricchissimo, che certamente amata, di cui, durante il viaggio interstellare, ri- decisamente meno interessante, mentre vera- gine televisiva: il 20 luglio 1969 l’astronauta ame- declina in termini altamente spettacolari, ma sen- corda un abbraccio con rincorsa sulla spiaggia.... mente innovativo, ironico e affascinante sarà ricano Neil Armstrong è il primo uomo a mettere za sacrificare necessariamente la complessità e Uova fatali dal romanzo di Bulgakov, diretto da il piede sulla superficie lunare. In teoria dovrebbe la profondità di pensiero: infatti film come Guerre uno dei registi, che hanno cambiato il linguaggio essere la fine di ogni narrazione fantascientifica, stellari e Alien rappresentano, oltre a splendide 8 U. ECO, Apocalittici e integrati, Milano, Bompiani, 1977, p. 372 della televisione: Ugo Gregoretti. la realtà che supera la fantasia. Invece è un nuo- macchine di intrattenimento, un’idea di narra- vo inizio: il cinema che era partito proprio da un zione archetipica, che si abbevera alle radici del Voyage dans la lune, adesso si concentra sulla mito del viaggio iniziatico, rispettivamente dell’E- mutazione sociale. La domanda drammaturgica roe e dell’Eroina. Un film che in tal senso diven- non è più “dove andiamo?”, ma in accordo con ta specchio del tempo, conclusione e rilancio di la grande esplorazione dell’interiorità praticata questa stagione della fantascienza è Blade Run- dalle sottoculture giovanili, diventa “chi siamo?”. ner, saggio sull’autenticità che è la grande que- In questo senso, se è vero che ogni film di fanta- stione filosofica degli anni Ottanta del “pensiero scienza è un film filosofico, perché sviluppa un debole”. Bisognerà ripartire da qui. 14 15
1968-1977: I DIECI ANNI CHE SCONVOLSERO LA FANTASCIENZA. In Francia, alcuni di autori transfughi dalla rivista Solaris di Andrej Tarkowskij, in questo senso è Bepi Vigna “Pilote” - tra cui Jean Giraud (Moebius) e Philippe un’opera emblematica (ma lo era già stato anche Druillet - intorno alla metà del decennio creano il quasi speculare Viaggio al settimo pianeta di la casa editrice Les Humanoides Associés, che Sidney Pynk, del 1962). Qualcuno scrisse che il Si sente spesso dire che la fantascienza cinema- e Buzz Aldrin atterrarono nel Mare della Tranquil- da vita alla rivista “Métal Hurlant”, dove la fan- film di Tarkowskij era la risposta sovietica a Ku- tografica sarebbe diventata adulta con Kubrick lità, erano in qualche modo derivate da Kubrick, tascienza viene provocatoriamente scelta quale brick, ma questo è vero solo in quanto si tratta di e il suo 2001 Odissea nella Spazio. Non è così. si alimentavano del fascino che avevano suscita- terreno d’espressione perché, oltre a consentire due film antitetici. Già prima (anche molto prima) c’erano stati dei to visioni come quella del monolite, perfetta sim- la massima libertà narrativa, è il genere tradizio- Il futuro che viene rappresentato in Solaris non film che avevano utilizzato il genere per tratta- bologia dell’inconoscibile; o quella dell’astronave nalmente osteggiato dalla cultura ufficiale. porta a nulla che già non ci appartenga, la mag- re tematiche complesse, dando luogo a opere che avanzava nel cosmo sulle note del valzer di Nel cinema si assiste a un altro fenomeno: scom- gior consapevolezza dell’uomo non fa altro che tutt’altro che infantili o semplici all’approccio. Strauss; o quelle della goethiana “discesa alle paiono quasi del tutto gli alieni, l’avventura pura peggiorare la sua crisi esistenziale. D’altra parte è noto che, molto spesso, per rac- Madri” che compiva Bowman nell’allucinato fina- sembra dissolversi nell’analisi politica e sociolo- La fantascienza è diventata “distopica”: l’utopia si contare la realtà, analizzarla a fondo, tentare di le. gica, (L’Uomo che fuggì dal futuro, Zardoz, 2002 trasforma nel suo esatto rovescio. comprenderla e farla comprendere, la chiave del Kubrick, insomma, con un’opera che metteva to- la seconda odissea, 2022: i Sopravvissuti), oppu- Ma tutto ciò non può durare a lungo. fantastico può essere quella utile o addirittura, talmente d’accordo il film di genere e il film d’au- re si contorce in riflessioni sull’individuo: il viaggio E, infatti, la rivoluzione si palesa presto dietro a volte, l’unica possibile. E poi, la fantascienza, tore e condensava in sé tutti i temi della narrativa si sposta dallo spazio alla coscienza e all’io. l’angolo. Gli alfieri sono gli allora trentenni Lucas anche quella un tempo relegata nei cosiddetti fantascientifica (l’esplorazione planetaria, l’antici- B-movies, ha sempre avuto una sua naturale vo- pazione della tecnologia a venire, l’incontro con cazione allegorica, che le impedisce di distaccar- l’extraterrestre, il rapporto tra l’uomo e la macchi- si troppo dal presente. na) ci aveva introdotto a quel futuro che l’impresa Tuttavia qualcosa è accaduto, dopo il film di Lunare avrebbe inaugurato ufficialmente. Kubrick, e non ha riguardato solo la storia del A ben guardare, l’Odissea raccontata sullo scher- cinema, ma anche il rapporto tra il pubblico e il mo, non era solo nello Spazio, in realtà si dipa- genere fantascientifico, aprendo la strada a una nava soprattutto nel Tempo, dato che il viaggio rivoluzione dell’immaginario su cui avrebbe influ- verso il futuro riconduceva l’uomo alle sue origini, ito in maniera non secondaria, anche la succes- lo riconciliava con l’eternità, inseriva il suo incerto siva conquista della Luna. L’impresa “reale” de- incedere nel cosmo in un armonico quadro d’as- gli astronauti dell’Apollo 11, apparve fatalmente sieme, dove la vita, l’arte, la scienza diventavano come una sorta di seguito povero del film uscito tutt’uno. l’anno prima, quasi un surrogato per acconten- Iniziava così una nuova era cinematografica che tare chi non aveva potuto godere direttamente in un decennio avrebbe visto la fantascienza so- dell’opera cinematografica, ma ne aveva fruito stituire il western come genere principe. Ma que- solo attraverso gli echi che si erano propagati sto passaggio non fu né facile né lineare. (ricordo, per esempio, che le immagini del film erano riprodotte nelle copertine dei quaderni sco- I cambiamenti che si erano innescati nella so- lastici). E così, molte delle emozioni che gli spet- cietà a partire dal 1968, più che nella letteratura, tatori di tutto il mondo provarono davanti alla TV troveranno un preciso riflesso nella fantascienza, in bianco e nero, nella notte in cui Neil Armstrong sia quella fumettistica che cinematografica. 16 17
e Spielberg: è attraverso i loro film che un’intera Star Wars è un film di fantascienza dove non si narrativa d’evasione. Così si in essa si possono a guidare l’Universo – che immaginava sarebbe generazione smetterà di disprezzare il cinema parla della Terra, dove non c’è la scoperta del trovare fonti e riferimenti insospettabili, come, piaciuta a filosofi come Julius Evola, definito da hollywoodiano più commerciale; saranno loro a cosmo, dove manca una minaccia d’invasione per esempio, Maciste nella valle dei re, peplum Giorgio Almirante, il “Marcuse del Fascismo” –. fissare le pietre miliari di una nuova presa di co- realmente aliena, dove non si anticipa alcun futu- del regista italiano Carlo Campogalliani, che nel Giovanni Grazzini, sul “Corriere della Sera”, si scienza da parte dello spettatore, o “regressione ro che possa davvero riguardare l’uomo. Se non 1959, anticipa Lucas, mostrandoci un muscoloso preoccupava che il nuovo cinema, come l’Orco all’infanzia”, come sostenevano i critici più ostina- fosse per la descrizione di un altrove tecnologica- Mark Forrest (versione vintage di Han Solo- Har- delle favole, potesse nevrotizzare i bambini, pro- ti e conservatori, forse spaventati dall’arrivo del mente avanzatissimo, non si potrebbe nemme- rison Ford) imprigionato nel marmo come l’altro ducendo in loro un immaginario allarmante. futuro vero e non solo immaginato. Ma i vecchi no qualificare un film di fantascienza, dato che lo era in un blocco d’ambra. Anche Maciste risor- Paure comprensibili, anche se poi rivelatesi in- critici non potevano prevedere che Star Wars e è piuttosto una summa di generi: dal western al ge per guidare il popolo alla vittoria finale, grazie fondate, segnali di un mondo e di un cinema, che Incontri ravvicinati del terzo tipo, sarebbero stati fantasy, passando dal poema cavalleresco al rac- all’evocazione di un vecchio saggio che esorta stavano cambiando definitivamente. solo un primo assaggio, l’espressione embriona- conto di samurai. all’uso della forza, proprio come fa il buon Obi La successiva svolta, nella realtà come nella fin- le di un autentico stravolgimento, non solo della La “Galassia lontana lontana” di Lucas è un ter- Wan Kenobi nella saga galattica. zione, sarebbe stata il cyberpunk di Blade Run- science-fiction, ma anche del linguaggio filmico ritorio di fantasia che riassume ogni scenario, Dicevamo dei timori dei critici: Tullio Kezich, su ner. nel suo complesso, favorito dall’arrivo di nuove che permette qualunque lettura, che attinge e “Panorama”, si dispiaceva per la propensione a tecnologie digitali. rielabora a piene mani da tutto il pregresso della mettere in gioco la leggenda di una elite destinata 18
Alien perfezione strutturale è pari solo alla sua ostilità.” esce squarciandone il torace. In questa scena si Andrea Mameli Alien è un film che ha fatto discutere, e continua a riassumono due dei temi che caratterizzano il film farlo. In “Aliens R Us. Eclissi, mimetismo e socie- e, in generale, l’intera saga: la fobia dell’identità e tà nella tetralogia di Alien” (2011) Isabella Nicky la violazione del corpo.» La sfida di Ridley Scott era quasi disperata: rap- film di fantascienza degli anni ‘50 (le uova dell’a- Plantamura ha scritto: «La scena più famosa e Ecco, alla fine forse anche Alien, come altri film presentare l’alieno e rendere credibile l’incredibi- lieno come i baccelli del 1956: “L’invasione degli più inquietante di Alien è quella in cui Kane re- di fantascienza, contiene più un’analisi delle pau- le. Per raggiungere questo risultato era necessa- Ultracorpi”) ma evitando le loro goffe ingenuità, sta ucciso, durante il pranzo dell’equipaggio della re e delle caratteristiche di noi umani che degli ria una storia forte e un lavoro cinematografico Scott costruisce una meravigliosa macchina della Nostromo, dalla nascita del piccolo alieno, che stessi alieni. impeccabile. A mio parere Alien è riscito nell’in- paura. Ma dentro Alien ci sono anche altri ingre- tento, divenendo un punto di riferimento assolu- dienti, come i miti classici, con quella squadra di to per il genere. E lo dimostra il fatto che, a 34 astronauti che si trasformano in vittime sacrificali anni di distanza, il film mantiene inalterato il suo della bestia, c’è l’eroina Ripley, che tiene testa fascino. Lo dimostrano anche le innumerevoli ci- all’alieno e rischia la vita per salvare un gatto, tazioni, più o meno riuscite, senza contare i cam- c’è la multinazionale che vuole l’alieno per farne biamenti che questa pellicola ha di fatto imposto: il prototipo di un’armai invincibile: la creatura, si non a caso c’è chi parla di un prima e un dopo scopre, era il vero obiettivo della società proprie- Alien. taria del Nostromo. Ma quali sono gli elementi che hanno decretato In Alien c’è anche un computer di bordo, Mother, questo successo? Che cos’ha di speciale questo che parla e risponde, ma non è la tecnologia film? salvifica. Come in 2001 Odissea nello spazio, in Innanzitutto Scott ha scelto il nero, respingendo cui HAL 9000 tradisce la fiducia umana, così in l’estetica del cinema di fantascienza degli anni questo film il computer si rivela un nemico. Un ‘70 quella delle astronavi bianchissime, stile nemico che esegue gli ordini: l’alieno va traspor- “2001 Odissea nello spazio”. E questo, insieme tato sulla Terra anche a costo di sacrificare l’e- alla colonna sonora di Jerry Goldsmith, forma le quipaggio. basi su cui si sviluppa l’angoscia: riecheggiando i Poi c’è quella forma che si svela poco a poco, di- segnata dall’artista svizzero Hans Ruedi Giger, e animata da Carlo Rambaldi (premiati con l’Oscar per i migliori effetti speciali nel 1980). Una forma che colpisce, con le sue forti allusioni sessuali e con quella terrificante schiera di denti. Una cre- atura dalla forza devastante e dotata di un aci- do corrosivo al posto del sangue. Un impianto simbolico formidabile che spaventa e confonde. Non a caso è l’androide dell’equipaggio, l’ufficia- le scientifico Ash (Ian Holm) l’unico a elogiare il mostro: “Ancora non hai capito con cosa hai a che fare, vero? Un perfetto organismo. La sua 20 21
Società del futuro Utopie e distopie nella fantascienza degli anni ’60- ’80. dall’autore russo Evgenij Zamjatin nel 1919, ma immaginare i risvolti delle battaglie politiche e Luigi Cabras già un secolo prima Jeremy Bentham parlava di delle conquiste tecnico-scientifiche che, in un “cacotopia”, intendendola grossomodo col me- lasso di tempo così breve, hanno radicalmente desimo significato di distopia: la delineazione di modificato il volto del nostro mondo: da un lato «In una società libera l’informazione deve penetrare dovunque» una società futura (o lontana nello spazio), per le grandi riflessioni filosofiche (quelle di Kubrick Eugene Helpmann - Brazil (1985) certi versi simile a quella presente, ma nella qua- e Tarkovskij, per intendersi); dall’altro, appunto, le quelle che sembrano solo avvisaglie di terribili le iperboli social-tecnologiche delle distopie: non sviluppi totalitaristici e illiberali prendono effetti- sembri strano, dunque, che 2001: odissea nello vamente corpo in un potere – o in un’altra forma spazio sia del 1968, proprio come Il pianeta del- Non c’è racconto, romanzo, fumetto o film di fan- stico che l’autore intende – almeno inizialmen- di controllo repressivo – che renda quel luogo le scimmie di Franklin Schaffner, opera che con tascienza che non tenti di anticipare, in modo più te – perseguire. È chiaro a chiunque che la fan- lontano o quel futuro ancora da venire quanto di cinica intelligenza narrativa immagina un viaggio o meno fantasioso o verosimile, una società del tascienza di Viaggio al centro della Terra o de La meno augurabile possa immaginarsi. La funzione nello spazio (e nel tempo) che porta l’equipaggio futuro, dotata di nuove tecnologie e segnata da macchina del tempo non sia la stessa fantascien- della distopia (e in modo similare della ucronia2) di una astronave terrestre in un mondo nel quale scoperte, invenzioni e progressi etici e morali che za de L’invasione degli ultracorpi, né di quella de come narrazione prettamente politica è in fondo gli esseri umani sono diventati schiavi domestici, rendano la vita dei cittadini se non migliore o peg- L’esperimento del Dottor K, di E.T. o di Matrix, e proprio quella di monito verso gli accorti lettori stupidi e inebetiti, al guinzaglio di una società di giore, quanto meno “diversa” rispetto a quella del questo al di là del preciso momento storico nel e spettatori delle società presenti: allarmare sui scimmie intelligenti, sebbene ancora ferme a una presente nel quale vengano concepite: è, questa, quale le opere siano state concepite. Per farla possibili risvolti di alcune scelte politiche, econo- sorta di medioevo, con la scienza soggetta alla l’essenza stessa di un genere che, attraverso breve, si può credere che i diversi mondi possibili miche, scientifiche e tecnologiche, i cui frutti non superstizione religiosa. L’amaro finale è esempio una sorta di cannocchiale narrativo, proietta la siano direttamente espressione di altrettante di- si vedranno che in futuro, appunto, e potrebbero dello spirito con cui le distopie racconteranno il vista del lettore o dello spettatore in un mondo verse forme di narrazione. non essere così innocui. futuro di lì a seguire, con sfumature di pessimi- possibile, lontano nello spazio o prossimo ven- Una in particolare, quella della distopia1 (o utopia Probabilmente non è un caso che questo gene- smo e disillusione via via più cariche. Solo due turo nel tempo. Grazie a questo stratagemma, al negativa) cresce e si sviluppa in seno al genere re, così politicamente denso, si rafforzi proprio anni prima, François Truffaut aveva trasposto su narratore è concesso di parlare dell’uomo, della particolarmente negli anni ’60 (sebbene, com’è in concomitanza di passaggi storici intensi, sia pellicola una delle più celebri anti-utopie della società e della storia senza doversi attenere alle ovvio, si possa riscontrare ben prima: basti pen- dal punto di vista della percezione sociale (i pri- letteratura, Fahrenheit 451 di Ray Bradbury: una rigide paratoie della cronaca, della testimonianza sare al capolavoro del 1937 di Fritz Lang, Me- mi anni del Novecento in Russia, la metà degli società dominata dall’invasivo potere della tele- o dell’attendibilità, giocando a piacimento tra i più tropolis, nel quale sono già rintracciabili tutti gli anni ’30 in Germania, la fine degli anni ’60 ne- visione, nel quale sono proibiti i libri e i vigili del vasti generi di racconto (il dramma, la commedia, elementi costitutivi di una distopia) e prosegue gli Stati Uniti e nell’Europa Occidentale) che di fuoco non spengono gli incendi, ma anzi appicca- il documentario, etc.), e concedendosi anche, fi- durante i ’70 e gli ’80, fino alla fantascienza a quella dell’evoluzione scientifica (l’avvento della no roghi di volumi sovversivi che creano disubbi- nalmente, uno spazio legittimo di puro intratteni- noi più contemporanea, assurgendo quasi a ge- comunicazione di massa, prima con la radio e dienza e disordine. Nel 2002, Kurt Wimmer rese mento visivo, senza sensi di colpa. nere a sé stante. Nella letteratura, i tempi sono poi, soprattutto, con la televisione, l’informatica, onore al film di Truffaut (a dire il vero poco amato Naturalmente, come è stato possibile far presen- stati più precoci, se consideriamo che una delle la robotica, gli studi sull’intelligenza artificiale dalla critica, sia all’epoca, sia successivamente, e te più volte durante il primo ciclo di questa re- più potenti utopie negative, Noi, è stata scritta e, infine, il “mondo parallelo” di Internet). Late- generalmente considerato una delle opere meno trospettiva, anche la fantascienza e le storie sui 1 Distopia: ‹di·sto·pì·a› s.f. - rappresentazione di un futuro ralmente a queste grandi fasi, freneticamente interessanti del regista francese), ambientando il “mondi possibili” si articolano in forme ramificate indesiderabile, caratterizzato da una società totalitaria, affastellate nel corso del secolo appena conclu- suo Equilibrium in un mondo in tutto simile a quel- e complesse, attingendo qua e là dai cosiddetti scientista e tecnocratica (contrapposto a utopia) ║ Forma so, i generi della fantascienza hanno tentato di lo di Fahrenheit 451 e, per certi aspetti, anche “sottogeneri” (l’horror, il fantasy, il comico, il noir, letteraria che nel Novecento descrive tali società repressi- a quello del celeberrimo 1984 di George Orwell, ve e totalitarie, i cui rappresentanti più noti sono George 2 Ucronia: ‹u·cro·nì·a› s.f., lett. - presentazione di eventi il grottesco, etc.) e modulando verosimiglianza, Orwell e Thomas Henry Huxley [Dizionario Devoto-Oli, coerente, ma ipotetica, simulata, sulla base di dati non contro-utopia probabilmente fra le più celebri e simbolismo ed empatia in base all’obiettivo arti- Le Monnier 2013]. realistici [Dizionario Devoto-Oli, Le Monnier 2013]. paradigmatiche di sempre, modello imprescin- 22 23
dibile per qualsiasi altra distopia successiva. Di un’altra opera segnerà la storia della distopia nel 1984 abbiamo più di una trasposizione ufficiale grande schermo: frutto del genio grottesco di (nel 1954 la BBC ne fece una versione televisi- Terry Gilliam (unico membro statunitense della va; Michael Anderson ne girò una per il grande banda comica inglese dei Monty Python3), Brazil schermo intitolata Nel Duemila non sorge il sole; racconta di un mondo dominato non tanto da po- e proprio nel 1984 venne girata la più nota, quella teri militari o da inquietanti tecnologie intelligenti, di Michael Radford, che tentò di rispettare mesi e ma più banalmente dalla burocrazia: milioni di luoghi citati dall’autore letterario), sebbene i film persone, funzionari e politici schiavi di moduli da profondamente ispirati al capolavoro orwelliano compilare, modelli prestampati, posta pneumati- siano disseminati lungo tutta la storia della fanta- ca che arriva fin dentro casa direttamente dagli scienza contemporanea. uffici, codici e bolli e timbri usati come arma di Questa seconda tranche della retrospettiva ren- minaccia e ricatto, se non addirittura come tor- de conto in maniera molto puntuale dell’attenzio- tura e, in definitiva, come strumento di sottomis- ne che il cinema internazionale – in un mondo in sione delle masse. E quando qualcuno, come il cui la comunicazione era intasata dai temi della brillante burocrate Sam Lowry (interpretato da Guerra Fredda, della sfida per la conquista dello Jonathan Pryce, affiancato da un cast del cali- Spazio e dall’uso intensivo della tecnologia per bro di Robert De Niro, Ian Holm e Bob Hoskins), la supremazia bellica – dedica alle narrazioni di- comincia a sognare, atto di estrema ribellione al Di lì in poi, la distopia si immette su binari più pore di un Grande Fratello sempre online, con- stopiche: 2022: i sopravvissuti, L’uomo che fuggì sistema, ciò che la burocrazia prevede non può canonici: le società degli uomini minacciati da segnando a motori di ricerca e social network la dal futuro, Il mondo dei robot, per citare alcuni che essere la sua tragica e finale sottomissione. robot, androidi, computer e macchine intelligenti propria vita (dati, informazioni, fotografie, filmati, di quelli in programma, sono tutte opere che si Un’opera unica nel suo genere, Brazil, perché (da Terminator a Matrix), le trasposizioni di grandi parentele e relazioni private, perfino tradimenti inquadrano in questo preciso contesto. Discor- capace di raccontare un mondo lugubre e spre- classici della letteratura fantascientifica, in parti- e reati), e dove anche i riottosi e i rivoluzionari so a parte meriterebbe Blade runner, caposaldo gevole con il tono surreale che solo un comico colare tratti da Philip Dick (da Atto di forza a Mi- combattono a suon di blog, chi si lascia intimorire della fantascienza d’autore del 1982, ad opera è in grado di sostenere, accentuando il ridicolo nority Report), le apocalissi nucleari o batteriolo- da una blanda distopia politica? Ci si vive ormai di Ridley Scott (che due anni prima aveva con- che sottende i regimi totalitari e illiberali, il tragi- giche, lo Spazio profondo e altri incubi di società dentro, sospesi tra tecnodipendenza e apatia cri- quistato il proscenio internazionale con la mega- comico andamento delle società contemporanee, totalitarie del futuro prossimo venturo. Ma si tratta tica, nascosti dietro avatar omologati, filtrati da produzione Alien, inquietante viaggio negli abissi che progressivamente tramortiscono la fantasia più di revival che di reinvenzione di un genere. fotocamere e realtà aumentata, dove neanche i dello spazio, sospeso tra la fantascienza e l’hor- e il sogno delle persone allo scopo di ottenere D’altra parte, sparito il cattivissimo Fredersen tiranni possono permettersi di chiudere il proprio ror): molto liberamente tratto da Ma gli androidi maggiore controllo, maggiore produzione e mag- padrone di Metropolis e pubblicamente sbugiar- account e dove il vero potere si nasconde tra i sognano pecore elettriche di Philip Dick (che giore consumo. dati i maiali di Orwell, questa nostra società che tentacoli di intelligenze chissà se artificiali, ma per un certo tempo ne seguì anche lo sviluppo, ormai liberamente sceglie di abbandonarsi al tor- certamente anonime. entrando in conflitto con Scott), rappresenta pro- 3 Composta da Graham Chapman, John Cleese, Eric Idle, Terry Jones, Michael Palin e, appunto, Terry Gilliam, sono babilmente l’apice della cinematografia distopica stati i più celebri “giullari” inglesi del Ventesimo secolo, dis- di quegli anni, stagliandosi come un totem sulle sacranti e irriverenti, autori di una lunga e fortunata serie opere successive, grazie alla miscela di atmo- televisiva che li ha lanciati a livello internazionale, Flying sfere, sceneggiatura, musiche e invenzioni vi- Circus (1969-74), e di quattro lungometraggi entrati nella storia del cinema comico: E ora qualcosa di completamen- sive, ma anche di citazioni e richiami alla storia te diverso (1971), Monty Python e il sacro Graal (1975), del genere. Di lì a breve, in ambiente britannico, Brian di Nazareth (1979) e Il senso della vita (1983). 24 25
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