"NON UN'ALTRA CHIESA, MA UNA CHIESA DIVERSA" - CONTINUA IL CAMMINO SINODALE
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contiene I.R. PERIODICO DELLA DIOCESI DI S. MARINO-MONTEFELTRO – NUOVA SERIE – Anno LXVIII – N. 2 – febbraio 2022 Poste Italiane s.p.a. – Sped. abb. post. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 – CN/FC – Direttore responsabile: Francesco Partisani CONTINUA IL CAMMINO SINODALE “NON UN’ALTRA CHIESA, MA UNA CHIESA DIVERSA” Tanti, oggi, si lasciano vincere dallo sconforto: si lasciano ca- Parola, la riscoperta dell’adorazione, la testimonianza della ca- dere le braccia (cfr. Sof 3,1-6). Molti hanno chiuso con la Chiesa. rità. In questi giorni “sinodali” per confermare la solidità della Altri accusano stanchezza. Si attengono all’indispensabile e tira- Chiesa conviene ripartire dalle parole di Gesù che l’ha voluta. no a campare; ripiegano su una spiritualità intimistica e vivono Gesù ha fatto come Dio nell’Antico Testamento: ha radunato un esclusivamente un’appartenenza tradizionale. Smettono di sogna- popolo. All’inizio fu un piccolo gruppo, ma depositario di una re. Non si accorgono che sul vecchio tronco spuntano nuovi ger- grande promessa: «Non abbiate paura, piccolo gregge: il Padre si mogli. Ben si addice a costoro il rimprovero del profeta Isaia: è compiaciuto di dare a voi il suo Regno» (Lc 12,32). Così il Re- «Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve gno di Dio va formandosi in mezzo agli uomini. Gesù non si li- ne accorgete?» (Is 43,19). mita a prevedere questo nuovo popolo, ma ne cura in anticipo la C’è un altro modo di vedere la Chiesa: vederla con gli occhi di formazione. Da maestro e amico cerca, anzitutto, il cuore del di- Gesù che continua ad effondere il suo Spirito, a camminare con lei scepolo: il primo pensiero non sembra quello di strutturare una (cfr. Ap 1,12-13), persino quando è perseguitata (cfr. At 9,4). Il Si- Continua a pag. 2 gnore – non bisogna dimenticarlo – si è riservato «settemila perso- ne», così assicurò al profeta Elia deluso e abbattuto (cfr. 1Re 19,18). Sono tante? Sono poche? Importante siano autentiche, gustose co- me il sale, feconde come il lievito, raggianti come la luce. Poi – è una promessa solenne – «quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, cammi- nano senza stancarsi» (Is 40,31). Secondo una bella espressione del Concilio Vaticano II: «La Chiesa cammina fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio». Ma a dare coraggio è soprat- tutto la solenne promessa di Gesù ai suoi: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Dopo i primi mesi di lockdown ci si chiedeva, smarriti e per- plessi: che fare? Drasticamente sospese le iniziative, ridimensio- nati i programmi, chiusi gli spazi e i luoghi dell’incontro. Ci è stato tolto molto: ne abbiamo sofferto e ne soffriamo, toccati su due elementi portanti quali la corporeità e la relazione. Ma non ci è stato tolto l’essenziale: icona eloquente fu quella preghiera di papa Francesco nel centro della cristianità, quella piazza San Pietro vuota… Ma tutto il mondo era lì! Non meno si- gnificativa e importante la preghiera domestica, la lettura della
MONTEFELTRO 2 DALLA PRIMA Continua da pag. 1 servo. Questa coscienza di sé perdura nel- muta, con tanto passato ma poco avveni- la Chiesa: è racchiusa nel tesoro delle re». Per un altro verso, forse chi fa questa vasta organizzazione. Però, Gesù non è Scritture, continuamente ricordata dallo domanda non sa che ci sono cose che la un profeta che sparge distrattamente il se- Spirito, dalle testimonianze dei suoi santi Chiesa ha ricevuto e che custodisce gelo- me della Parola senza preoccuparsi che e dai carismi (cfr. Gv 14,26; 16,13-19), samente: sono le parole di Gesù e la Sacra quella Parola serva a formare una comu- ma le vicende storiche la condizionano. Tradizione. Queste sono realtà che non di- nità: l’ha voluta sapientemente radunata Qualcuno ha scritto della Chiesa: «Que- pendono da lei. Altro invece è lo sforzo di attorno agli apostoli. «Andate e ammae- st’anima ha troppo corpo. Questa città ha adattamento alla situazione. «Non bisogna strate tutte le nazioni – proclama con so- troppe istituzioni». Ancora una volta il fare un’altra Chiesa, bisogna fare una lennità – battezzandole nel nome del Pa- Signore si serve della situazione storica, col Chiesa diversa» (Y. Congar). È ciò che dre, del Figlio e dello Spirito Santo, inse- suo carico di prove, per riportare la Chiesa san Giovanni XXIII ha proposto a tutta la gnando loro ad osservare tutte le cose che ad una rinnovata coscienza di sé. Oggi la Chiesa nel Discorso di apertura del Conci- vi ho comandato» (Mt 28,19). Né razza, Chiesa non si trova in nessun luogo in lio Vaticano II (11 ottobre 1962): «Il no- né origine hanno importanza, importano una posizione di dominio temporale: cac- stro dovere – diceva ai padri conciliari – semmai la coscienza della propria insuffi- ciata da una parte, perseguitata da un’al- non è solo quello di custodire il tesoro cienza e la disponibilità a ricevere il Re- tra, minoritaria quasi dappertutto, riscopre prezioso della “dottrina”, ma che questa gno di Dio. L’umiltà è il requisito più im- la propria parentela con Israele nel deser- dottrina, certa e immutabile, sia approfon- portante. Per questo l’annuncio del Van- to e la propria vocazione di popolo in dita e presentata in modo che risponda alle gelo ha come destinatari privilegiati i po- cammino verso la terra promessa. C’è chi esigenze del nostro tempo». Questo è l’im- veri, i piccoli, i malati, i peccatori. paragona l’attuale situazione della Chiesa pegno della Chiesa di oggi: accompagnare Chiesa significa assemblea. Fin dai pri- a san Paolo caduto da cavallo, secondo la con gradualità alle mete altissime della ve- mi tempi la Chiesa si è percepita come raffigurazione che ne ha fatto il Caravag- rità e dell’amore. Da qui i verbi che Papa comunità, ma ad un livello diverso dalle gio. La Chiesa, come Paolo, giace a terra Francesco ci ha invitato a coniugare: ac- altre comunità umane. È Regno di Dio, con le braccia allargate; ha di fronte la compagnare, discernere, integrare. Corpo di Cristo, Tempio dello Spirito. In corpulenza del cavallo, che rappresenta i Allora, tutti corresponsabili della mis- una parola la Chiesa è Mistero. Questa è condizionamenti del passato e l’eredità sione. Non lamentele, ma un generoso e la coscienza che ne hanno Pietro, Paolo, pesante dei poteri e degli onori. La Chie- corale “Eccomi!”. La missione è incontro, Giovanni, la Chiesa delle origini. La sua sa “caduta da cavallo” ritrova umiltà e si servizio alla Parola, impegno di carità, li- situazione, umile e precaria, l’aiuta a ri- riconsegna al suo Signore. turgia ed Eucaristia, ma a parlare più for- manere sulle orme del Cristo povero e Qualcuno sussurra: «Perché la Chiesa te è la vita. Per questo la testimonianza non si aggiorna? Perché non sta al passo non “funziona a fasce orarie” ma è “sem- con i tempi?». Chi fa questa domanda, per pre”. Una testimonianza così risveglia un verso chiede una cosa buona. Mi piace, “domande irresistibili e fa venire fuori” il MONTEFELTRO a questo proposito, citare le parole di papa Vangelo che c’è “nella coscienza delle PERIODICO DELLA DIOCESI Francesco: «Spirito Santo, preservaci dal persone”. DI SAN MARINO -MONTEFELTRO divenire una Chiesa da museo, bella ma @ Andrea Turazzi NUOVA SERIE Anno LXVIII - N. 2 - febbraio 2022 Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/FC Aut. Trib. di Pesaro n. 72 del 3.4.1956 Iscritta al R.O.C. n. 22192 del 19.4.2012 www.diocesi-sanmarino-montefeltro.it Caro abbonato , il 2021 è terminato e così http://montefeltroperiodicodiocesano.it continuiamo la campagna di sensibilizzazione per il rinnovo dell’abbo- Direttore responsabile: namento al periodico MONTEFELTRO per il nuovo anno appena iniziato. Francesco Partisani Vice Direttore: Sostenere la stampa periodica diocesana deve essere un dovere di tutti Simon Pietro Tura coloro che riconoscono la funzione importante di collegamento, infor- Segretario di redazione: mazione, approfondimento che essa svolge. Loris Tonini Direzione ed amministrazione: Non è tempo di attendere senza dare; i costi sono aumentati vertiginosa- Via del Seminario, 5 - 47864 Pennabilli (RN) Tel. 0541 913780 - Fax 0541 913701 mente e senza il contributo di tutti i nostri lettori difficilmente potremmo E–mail: ufficio.stampa@diocesi-sanmarino-montefeltro.it garantire agli stessi il regolare invio del MONTEFELTRO. Abbonamenti: ordinario euro 30 - amicizia euro 50 Ti invitiamo, quindi, a farlo con tempestività, servendoti del bollettino c.c.p. 8485882 di c/c postale che trovi allegato a questo numero del giornale, sul quale IBAN IT 66 A 076 0113 2000 0000 8485 882 intestato a Diocesi di San Marino-Montefeltro sono già stampati il tuo nominativo e l’indirizzo. Ciò ci faciliterà il rego- Stampa: lare riscontro dell’avvenuto pagamento dell’abbonamento. Tipo-Lito Stilgraf - Cesena Tel. 0547 610201 - info@stilgrafcesena.com Tutti dobbiamo sentirci coinvolti in questa operazione di diffusione che si deve concretizzare anche invitando altri lettori e simpatizzanti «Montefeltro» percepisce i contributi pubblici all’editoria interessati al giornale, ad abbonarsi. «Montefeltro» tramite la FISC, ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina E poi, perché non pensare a un abbonamento-regalo, magari a favore di della comunicazione commerciale un familiare, di un parente o di un amico lontano per farsi ricordare? Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Attendiamo da tutti un riscontro positivo al nostro invito e a tutti Associato alla rinnoviamo, fin da ora, i nostri ringraziamenti. Federazione Italiana Settimanali Cattolici
MONTEFELTRO 3 SCHEGGE SCHEGGE QUANDO IL LETTORE DIVENTA PROTAGONISTA di Michele Raschi LA PREGHIERA IL SINODO b Alessandra, grazie per la tua testimonianza sulla missio- b Con il nuovo anno e l’apertura del Sinodo ho trovato nel ne della preghiera, riportata nel numero di dicembre; mi ha nostro mensile diocesano un esempio di spazio di espres- stimolato a riflettere ulteriormente sulla importanza della sione di tante realtà presenti in diocesi. Nella nostra comu- stessa e sulla necessità di dedicarle più tempo. Spesso sia- nità abbiamo lanciato la proposta della formazione di grup- mo talmente assorbiti dagli impegni, dal lavoro, dalle in- pi sinodali, ma ancora non si è mosso nulla. combenze da non trovare il tempo per raccoglierci nel rap- Questo mi fa pensare ad una delle domande del vescovo: porto con Dio oppure ci accontentiamo delle liturgie, dei ri- “la Chiesa riesce ad essere la casa di tutti? Chi viene lasciato ti che ci possono dare una sicurezza psicologica. ai margini?”. Sicuramente la Chiesa è la casa di tutti e La preghiera si basa sul rapporto di fiducia totale, completa noi religiosi facciamo il possibile per coinvolgere tutte le di comunicazione profonda e di familiarità con Dio; se viene persone. a meno il nostro rapporto con il Signore, cadiamo nella pi- Non penso ci sia gente lasciata volontariamente ai margini, grizia spirituale, nel sonno della mediocrità; si diventa tiepi- penso piuttosto che le difficoltà in questi anni siano cre- di, mondani. La preghiera innalza lo sguardo verso l’alto, ci sciute esponenzialmente per mancanza di tempo e a causa sintonizza con il Signore, ossigena la vita. “Come non si può del Covid. Sono fiducioso nel Signore che ci guidi nel cam- vivere senza respirare, così non si può essere cristiani senza mino sinodale con la luce dello Spirito Santo. pregare” (Papa Francesco) Giovanni Fra Angelo, Oblato dell’Adorazione Perpetua, Pietrarubbia “IL BENE VA FATTO CONOSCERE” DEVOZIONE AL SANTO MARINO b Per me il “Montefeltro” è mensilmente una boccata d’a- b Sono contenta che sia iniziato un percorso di valorizza- ria paesana. zione del territorio della Repubblica di San Marino come Vivo lontano dalla diocesi (sono salesiano, sacerdote incar- luogo di pellegrinaggio e non solo di trekking o visita turi- dinato nella diocesi di Chieti-Vasto) e quindi sento sempre il stica. Desidero dare il mio incoraggiamento alle monache e bisogno di mantenere i contatti con la mia terra di origine. alle persone che ci stanno lavorando. Una lettrice Il periodico diocesano appaga questo mio bisogno in ma- niera egregia. Mi complimento per la ricchezza degli articoli e per la costanza con cui viene stampato. UNA BELLA SFIDA! È un buon indicatore della vitalità della Diocesi di San Mari- b Sinodo: ho sempre pensato che questo momento di no-Montefeltro: pur nella sua modesta dimensione geogra- condivisione sinodale appartenesse a figure aventi un de- fica e demografica, non ha nulla da invidiare alle grandi dio- terminato ruolo all’interno della Chiesa, non a persone co- cesi della Chiesa italiana. muni come me: una moglie, una madre e una fedele. Si legge bene e volentieri dalla prima all’ultima pagina. So- Confesso infatti di non aver mai sentito o meglio di non no particolarmente affezionato agli articoli di don Ray- aver mai saputo ascoltare la voce dello Spirito Santo mond, del diacono Graziano e a quello sempre puntuale che mi chiamava a vivere questo tempo straordinario di dia- sulle problematiche emergenti del momento di don Man- logo e riflessione di tutta la Chiesa Universale. A noi battez- giarotti. Spesso vi attingo per il ministero pastorale. Grazie. zati, ci vengono trasmessi, fin dalla tenera età, tanti inse- “Il bene non basta farlo, bisogna anche farlo conoscere”: è gnamenti ma al di là di tutto quello che possiamo arrivare a il principio che ha sempre guidato l’intensa attività tipogra- conoscere, Dio ci sorprende sempre… E alla fine ha chia- fica del Santo dei Giovani, Don Bosco. È bello constatare mato anche me!! che non è lui solo a pensarla così. Papa Francesco ha lanciato ad ognuno di noi, indipendente- mente dal ruolo che possiamo avere o non avere all’interno Don Alvaro Forcellini della Chiesa. Una bella sfida: tutti – battezzati, non creden- ti – sono chiamati ad aprirsi a questo dialogo di ascolto, IL PRESEPE permettendo così alla Chiesa odierna di camminare unita- b Ho letto con interesse l’articolo di Mons. Ciccioni I segni del riamente. Natale in cui ogni cosa tipica di questa festa ha un significato Chissà se questa bella sfida mi porterà ad alimentare nei particolare. Anche se può apparire insolito che parlando del cuori delle persone il desiderio di sentirsi Chiesa nonostan- Natale un Sacerdote citi Babbo Natale, il panettone, le tradi- te il loro non sentirsi di questa Chiesa? Be’ sicuramente il zioni del ceppo di legno, un nuovo capo di abbigliamento, va solo fatto di intrecciare delle nuove relazioni con queste detto che questi sono considerati solo segni complementari persone riempirà il mio cuore e imparerò ad ascoltarle ma della vera festa che è l’arrivo di Gesù. “Ma il segno per eccel- soprattutto ci avrò provato anch’io a dare un piccolo con- lenza del Natale è il presepe” - sottolinea Mons. Ciccioni - cioè tributo a far crescere quella fiducia e speranza che tutti sia- la rappresentazione della natività che in ogni famiglia deve es- mo amati da Dio indipendentemente da quello che siamo. sere assunta come testimonianza di amore del figlio di Dio Grazie per questa opportunità. “che inizia la sua vita in mezzo a noi”. Virginia Giusy
MONTEFELTRO 4 PROGRAMMA PASTORALE IN VIAGGIO TRA LE COMUNITÀ PRIMI FRUTTI DEL PROGRAMMA PASTORALE a cura del seminarista Paolo Santi Prosegue il nostro viaggio in alcune parrocchie della diocesi per neficio anche della varietà degli interventi scoprire come si sta realizzando il seguente obiettivo del pro- e, soprattutto, ampliando nella parrocchia gramma pastorale, desiderato dal nostro Vescovo Andrea: PRO- l’effetto degli “Echi”. MUOVERE L’ASCOLTO COMUNITARIO DELLA PAROLA DI L’iniziativa è arrivata, a metà gennaio, alla sesta riunione; si tratta DIO (cfr. il programma pastorale 2021/2022, pag. 17). di un seme ancora molto giovane e quindi debole, che la parroc- chia intende coltivare con cura affinché, opportunamente sostenu- Domagnano e il cammino sinodale: gli “Echi del Vangelo” to, possa portare nel medio termine a frutti positivi in coerenza con gli obiettivi del Programma Pastorale. A tal fine nelle ultime Nel mese di ottobre 2021 il Consiglio Pastorale della Parrocchia riunioni si è anche iniziato a raccogliere, nello spirito del Sinodo di Domagnano ha avviato il proprio cammino sinodale secondo le e come consigliato dalle indicazioni diocesane, le esperienze indicazioni del Programma Pastorale Diocesano. emerse “perché nulla vada perduto”, mentre per quanto riguarda All’iniziale preoccupazione per l’importanza degli obiettivi e le la denominazione ci si è, umilmente, discostati dai consigli del possibili difficoltà per la loro realizzazione è seguita una succes- Programma, ritenendo “Echi” il termine migliore, che richiama da siva fase di discussione in cui, sotto la guida del Parroco, sono un lato l’ampiezza di spazi, talvolta poco popolati, in cui la parola state individuate linee concrete di indirizzo ed azione. Il lavoro si si diffonde e dall’altro il suo continuo andare e tornare toccando è svolto nello spirito del Sinodo, con serenità e grande attenzione ogni volta un numero maggiore di persone. alla partecipazione di tutte le componenti della Parrocchia rappre- Parrocchia di Domagnano sentate in Consiglio, dando quindi piena valenza comunitaria alla definizione ed attuazione delle decisioni individuate. Acquaviva: condivisione sulla Parola ricca e arricchente Una delle prime attività avviate è stata l’istituzione delle serate settimanali denominate “Echi del Vangelo” in cui, sotto la guida del Parroco, i parrocchiani hanno la possibilità di riunirsi per pro- muovere l’ascolto comunitario della Parola di Dio della domenica precedente. La scelta di partire dalla Parola di Dio è sembrata subito naturale al Consiglio Pastorale, da un lato per l’intenzione, già in passato espressa in seno al Consiglio, di ampliare lo spazio a questa dedi- cato durante la liturgia e dall’altro per mettere alla base del cam- mino sinodale intrapreso il Vangelo, creando uno spazio in cui far emergere gli elementi (“Echi”) emersi dalla lettura domenicale, anche grazie alle Omelie di don Marco. Le serate si svolgono ogni lunedì nei locali della parrocchia, con inizio alle 20:45 e durata di circa 90 minuti. Durante le serate ogni partecipante è invitato a portare la propria posizione, espo- nendo commenti, osservazioni e dubbi scaturiti dall’ascolto del Vangelo e dell’Omelia. Le posizioni sono condivise in maniera comunitaria, il parroco interviene per supportare e guidare le ri- flessioni, ma non si tratta di una lezione sulla Scrittura, quanto una condivisione degli “Echi” che da questa si sono generati. L’esperienza ha avuto un inizio in sordina: nei primi incontri, per quanto resa pubblica durante la messa domenicale, i partecipanti erano in massima parte i componenti del Consiglio Pastorale, poi Anche ad Acquaviva sono iniziati, da qualche mese, gli incontri piano piano altri parrocchiani si sono aggiunti, contribuendo a va- mensili di “Riflessione sulla Parola” proposti dal parroco Don riare di settimana in settimana la composizione del gruppo, a be- Costantino e che stanno avendo una buona partecipazione di fede- li. Ad “inaugurare” questi incontri ci ha pensato il nostro Vescovo Andrea, che a novembre è venuto a fare visita alla nostra parroc- chia proprio per questo motivo. Gli incontri si svolgono un giovedì al mese e lo schema è tanto semplice quanto efficace: i presenti si dividono in gruppi poco numerosi (5-6 persone al massimo) e dopo aver letto un breve brano di Vangelo si scambiano le opinioni e le riflessioni su di esso. È interessante vedere come ad ognuno dei partecipanti lo stesso passo possa suscitare sensazioni e ragionamenti differenti e come sia arricchente poi scambiarsi queste opinioni, che spesso poi vengono rilette in chiave parrocchiale, e che magari sono utili per riflettere sulle cose che all’interno di essa funzionano e quelle su cui si potrebbe migliorare. Al termine del tempo di riflessione, una mezz’ora circa, un rappresentante per gruppo fa un riassunto dei temi che sono stati toccati e li condivide con il resto dei par- tecipanti. Simon Pietro Tura (Acquaviva)
MONTEFELTRO 5 PROGRAMMA PASTORALE GIORNATA UNITARIA DIOCESANA: 6 MARZO 2022 VERSO PASQUA INSIEME a cura di Francesco Partisani* Anzitutto auguriamo ai nostri lettori del “Montefeltro” una buona Quaresima: che sia un tempo di gioiosa rinascita! La Quaresima è la preparazione alla Pasqua e a Pasqua si rinasce. Ci sarà un ingresso comunitario in questo tempo forte domenica 6 marzo. Sarà tra noi un celebre teologo pastoralista: don Luigi Epicoco. Già l’anno scorso venne a introdurre il cammino quaresimale. Speriamo quest’anno di poterci riunire in presenza, diversamente faremo on line come già abbiamo fatto l’anno scorso. Un collegamento ben riuscito. Furono più di 170 le persone connesse. Abbiamo intervistato il Vescovo Andrea sulla Giornata Unitaria come evento diocesano organizzato per introdurci insieme alla Quaresima. Perché una giornata unitaria diocesana Pensiamo, e giustamente, alla conversione insieme? Non organizzano già le parroc- don Luigi Epicoco come ad un evento forte e decisivo. Però sba- chie e i gruppi momenti qualificati di gliamo se immaginiamo che possa accadere preparazione? magicamente. È vero: san Paolo è stato rag- Sì, parrocchie, gruppi, movimenti e associa- giunto e travolto dall’incontro con Cristo sulla zioni hanno delle iniziative di ingresso nella via di Damasco. Ma con quale ardore poi san Quaresima, ma per una decisione presa insie- Paolo si è messo alla sequela di Gesù? La me si è pensato – senza nulla togliere alla crea- conversione è un dono ed un miracolo di Dio, tività di ogni gruppo – di fare qualche cosa co- ma interpella e impegna la nostra libertà. munitariamente perché si superi quel senso di frantumazione che spesso c’è nelle nostre ini- Provi a precisare… ziative diocesane. Allora diventa anche una L’appello alla conversione è indilazionabile; opportunità per le comunità più piccole che non si può aspettare. Ognuno deve pensare che magari non hanno la possibilità di organizzare questo è il tempo favorevole. Questo! Se passa un ritiro in proprio. Vivere insieme la Quaresi- poi, ritornerà? Non solo. L’appello alla conver- ma ha anche un significato molto più profondo sione è austero, non vale infiorarlo, deve appa- che va oltre il contingente e cioè l’esperienza rire in tutta la sua verità di lotta e di rottura col di Corpo Mistico. In fondo la Quaresima è tut- peccato e le occasioni di peccato. Per questo il to un popolo che si mette in movimento, che digiuno, la preghiera. Per questo la condivisio- cammina insieme unito, che compie un esodo ne! È privarsi di qualcosa perché l’atto di ca- nel quale si prega gli uni per gli altri, si vive la rità sia più vero. L’appello alla conversione solidarietà, ci si nutre della stessa Parola di poi è necessario per scuotere il nostro torpore e Dio; insomma non è una pratica individualisti- chiese stracolme per la Messa di Mezzanotte, la nostra mediocrità. Pensiamo siano sempre ca. Anche questo è far Sinodo. poche magari partecipano alla Veglia Pasqua- gli altri a dover cambiare. A volte siamo perfi- le. C’è perfino il proverbio che sentenzia: no tentati di sentirci “arrivati” e di avere già Quale sarà il tema? «Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi». Il affidato la nostra vita al Signore. Ma è proprio Natale – si dice – col suo messaggio di pace, così? Giuda Maccabeo, un celebre ed eroico Domenica 6 marzo, questo è il giorno che di bontà, con le sue melodie pastorali e le tra- personaggio biblico, scoprì sotto la tunica dei abbiamo scelto, prima domenica di Quaresi- dizioni famigliari, è sentito da tutti. Le tv, suoi prodi guerrieri, caduti per la causa di ma, sarà davvero un momento formativo, con- senza imbarazzo, sovrabbondano di richiami diviso. Don Epicoco non farà altro che intro- Jahwè, degli idoletti tascabili (cfr. 2 Mac 12,40). natalizi (complice la pubblicità), ma tralascia- durre i grandi temi e le grandi indicazioni del- Allora questo sia detto come metafora: ognuno no poi i riferimenti al Festeggiato. Eppure, la liturgia. Quest’anno a farci strada sarà l’e- esamini se stesso, veda se il suo cuore è total- questo lo sottolineo, è la Pasqua il centro teo- vangelista Luca: il racconto delle tentazioni di mente libero da idoli e se non sia il caso di rin- logico e temporale della fede cristiana: «Se Gesù nel deserto e la trasfigurazione, l’invito novare la sua fedeltà al Signore! Cristo non è risorto vana è la nostra fede», già ad imparare la pazienza, a scoprire il perdono lo dicevano i primi cristiani (cfr. 1Cor 15,17). e a ritrovare la speranza. Questa sottolineatura Il tempo che stiamo vivendo ci chiede La Veglia Pasquale è il momento più alto e riguardante la Parola di Dio è tra l’altro forte- significativo per il cammino di una comunità austerità, distanziamento e sacrifici. La mente raccomandata dal programma pastorale cristiana. È «la grande notte» nella quale i cri- pandemia ci ha preoccupato, incupiti e diocesano. Ricordo i primi due obiettivi del stiani si connettono con la travolgente epica persino “arrabbiati”. Che cosa può sug- programma di quest’anno. di Israele: liberazione dalla schiavitù, passag- gerirci la Quaresima oggi? Primo: promuovere l’ascolto comunitario gio del mar Rosso, esodo verso la terra pro- La Quaresima è anzitutto un richiamo alla della Parola di Dio. messa, esperienza di un Dio presente che non essenzialità. Incoraggia quel nostro interro- Secondo: sintonizzarsi con il vangelo di sta “sopra”, ma “davanti” ai cammini di libe- garci sul senso della nostra vita e della sua ca- Luca. razione. Nella notte di Pasqua si apre un nuo- ducità. Amo ripetere che per affrontare la vo passaggio; si rivive il compimento delle pandemia disponiamo di tre risorse: Quali sono il punto d’arrivo e la meta a promesse. Gesù, dopo aver dato la sua vita l’intelligenza da impegnare nella ricerca, cui guardare? sulla croce per amore, risorge; entrato nella nella cura e nell’organizzazione sanitaria più Punto di arrivo della Quaresima è sicura- vita nuova la comunica a chi l’accoglie. Ecco, adeguata; mente la Veglia Pasquale che viene celebrata l’antico esodo si prolunga nella decisione di il cuore per la solidarietà ma anche per la in ogni chiesa parrocchiale ma a dire il vero chi “fa il passaggio” ed entra nella novità di “cordialità” con cui vivere le indicazioni che oltre che punto di arrivo della Quaresima è il vita, la stessa di Gesù. ci vengono date (talvolta vere penitenze!); centro di tutto l’anno liturgico. È significativa le ginocchia della preghiera che ci fa senti- la diversità con cui viene celebrato il Natale La Quaresima è cammino, pellegrinag- re la presenza di Dio in questa prova: Dio è rispetto alla Pasqua, ambedue feste centrali gio, “route” verso la Pasqua ma è anche con noi, ci da’ forza, tiene viva la speranza. del cristianesimo. La partecipazione della un tempo di penitenza, di preghiera, di gente è sbilanciata, per così dire, sul Natale: ascolto della Parola. * Direttore del “Montefeltro”
MONTEFELTRO 6 CARITAS INCONTRARE, ASCOLTARE, DISCERNERE I VERBI DEL SINODO CHE INTERPELLANO LA CARITAS di Luca Foscoli* “Fare Sinodo significa camminare sulla stessa strada, insie- dicato, libero di narrare il proprio vissuto me. Incontrare, ascoltare, discernere: tre verbi del Sinodo”. Lo e il proprio percorso spirituale. Fare Sino- ha detto Papa Francesco nell’omelia pronunciata durante la do è porsi sulla stessa via del Verbo fatto uomo: è seguire le Messa con cui, in San Pietro, ha aperto la XVI Assemblea Ge- sue tracce, ascoltando la sua Parola insieme alle parole degli nerale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Presente anche un altri. È scoprire con stupore che lo Spirito Santo soffia in mo- nutrito gruppo di animatori della carità. “Il Signore – ha osservato il Pontefice – non è distaccato. È disponibile all’incontro. Niente lo lascia indifferente, tutto lo appassiona. Anche noi, che iniziamo questo cammino, siamo chiamati a diventare esperti nell’arte dell’incontro. Non nel- l’organizzare eventi o nel fare una riflessione teorica sui pro- blemi, ma anzitutto nel prenderci un tempo per incontrare il Signore e favorire l’incontro tra di noi. Un tempo per dare spazio alla preghiera, all’adorazione – che noi trascuriamo – a quello che lo Spirito vuole dire alla Chiesa; per rivolgersi al volto e alla parola dell’altro, incontrarci a tu per tu, lasciarci toccare dalle domande delle sorelle e dei fratelli, aiutarci af- finché la diversità di carismi, vocazioni e ministeri ci arricchi- sca. Ogni incontro richiede apertura, coraggio, disponibilità a lasciarsi interpellare dal volto e dalla storia dell’altro. Mentre talvolta preferiamo ripararci in rapporti formali o indossare maschere di circostanza – lo spirito clericale, di corte – l’in- contro ci cambia e spesso ci suggerisce vie nuove che non pensavamo di percorrere. Tante volte è proprio così che Dio ci indica le strade da seguire, facendoci uscire dalle nostre do sempre sorprendente, per suggerire percorsi e linguaggi nuovi. È un esercizio lento, forse faticoso, per imparare ad ascoltarci a vicenda – vescovi, preti, religiosi e laici – evitan- do risposte artificiali e superficiali. Lo Spirito ci chiede di metterci in ascolto delle domande, degli affanni, delle speran- ze di ogni Chiesa, di ogni popolo e nazione. E anche in ascol- to del mondo, delle sfide e dei cambiamenti che ci mette da- vanti. Non insonorizziamo il cuore, non blindiamoci dentro le nostre certezze. Le certezze tante volte ci chiudono. Ascoltia- moci”. Terzo e ultimo verbo: discernere. L’incontro e l’ascolto re- ciproco – ha spiegato il Pontefice – non sono qualcosa di fine a se stesso. Il Sinodo è un cammino di discernimento spiritua- le, ecclesiale, che si fa nell’adorazione, nella preghiera, a con- tatto con la Parola di Dio” che “ci apre al discernimento e lo illumina. Essa orienta il Sinodo perché non sia una convention ecclesiale, un convegno di studi o un congresso politico, un parlamento, ma un evento di grazia, un processo di guarigione condotto dallo Spirito Santo”. A queste parole gli operatori Caritas sono chiamati a far se- abitudini stanche. Tutto cambia quando siamo capaci di in- guire fatti, ad essere in ascolto degli ultimi perché siano voce contri veri con Lui e tra di noi. Senza formalismi, senza infin- “dei primi” e, insieme, camminino per realizzare il bene, il gimenti, senza trucchi”. bello e il buono che c’è in tutti ed in ciascuno. Nei centri di “Un vero incontro – ha proseguito il Papa analizzando il ascolto si faccia, allora, sinodo e si porti la voce di chi non ha verbo ascoltare – nasce solo dall’ascolto. Gesù non offre una voce. Una grande sfida ma, dietro la sfida, una immensa pro- soluzione preconfezionata. Non ha paura, Gesù, di ascoltare posta. Non sprechiamo questa occasione! Buon cammino! con il cuore e non solo con le orecchie. Quando ascoltiamo con il cuore succede questo: l’altro si sente accolto, non giu- * Direttore Caritas Diocesana
MONTEFELTRO 7 ARTE E FEDE LO SPIRITO SANTO NEL SIMBOLO DELL’ACQUA (seconda parte) di suor Maria Gloria Riva* Acqua, sorgente e tempio mordiali, è testimone della nascita più im- Il simbolo dell’acqua relativo allo Spirito Santo trova un’ico- portante quella di Eva, ultimo anello della na particolarissima nella sorgente. Secondo i profeti nei tempi Creazione, dal costato di Adamo. Più sotto, invece, il Cristo futuri zampillerà in Gerusalemme una sorgente d’acqua viva crocifisso vede nascere dalla trafittura del suo costato la Santa che lava l’uomo dal peccato (Zc 13,1) le cui acque perenni Chiesa. Il sangue e l’acqua sono significate nell’abito rosso del- scorreranno verso oriente (Zc 14,8). Ezechiele vedrà in visione la Chiesa e nella sua aureola azzurrina. Ritratti a lato entro le una sorgente misteriosa sgorgare dal lato meridionale dell’altare arcate di una cattedrale, i padri della Chiesa, e non le creature, che, scendendo dal lato destro del tempio, scorrerà verso orien- sono testimoni di questa nascita. La Chiesa con la corona regale te. L’Oriente e il meridione rimandano im- nasce già colma della regalità del sacrificio plicitamente al sorgere del sole, al Messia di Cristo ed è santa e cattolica, essa cioè, re- che, come appunto canta Zaccaria padre del sa immacolata dal sacrificio del Redentore, Battista, viene a visitarci dall’alto come sole raccoglie in sé l’universalità degli uomini. che sorge (Lc 1,78). Inoltre reca in mano un calice, simbolo, ap- Le acque della misteriosa sorgente, lam- punto di quella sorgente di acqua e sangue bendo il profeta dapprima fino alla caviglia, che edifica la Chiesa. crescono poi a dismisura raggiungendo le di- In una sola immagine sono racchiusi (ad mensioni di un fiume navigabile. Un fiume eccezione della lancia che resta però sottoin- in cui il pesce è abbondantissimo, le cui ac- tesa dalla ferita) gli elementi fondamentali que feconde fanno rivivere ciò che toccano e dell’icona giovannea: la lancia, il corpo di lungo il quale crescono rigogliosi alberi da Gesù, la croce, l’acqua e il sangue. frutto con foglie dalle virtù terapeutiche. Bible moralisèe, La creazione di Come il bastone colpì la roccia nel deserto L’evangelista Giovanni ci dice che il tem- Eva e la nascita della Chiesa, così la lancia colpì “la roccia” che è Cristo. pio futuro di cui parlavano i profeti è il corpo fol. 2v (dettaglio), ONB Han. Cod. 2554, Österreichische Sgorga un’acqua vitale che genera i credenti e di Cristo, il corpo del Messia: «Rispose Gesù Nationalbibliothek, Vienna li accompagna nel pellegrinaggio terreno. [ai Giudei]: “Distruggete questo tempio e in Dal tempio del corpo di Cristo esce acqua e tre giorni lo farò risorgere”. Gli dissero allo- sangue: una sorgente d’acqua viva che zam- ra i Giudei: “Questo tempio è stato costruito in quarantasei pilla per la vita eterna. Sono i sacramenti della Chiesa, (e in anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?”. Ma egli parlava del particolare, riferito all’acqua, il battesimo) mediante i quali lo tempio del suo corpo» (Gv 2,18-21). Spirito agisce e rinnova la faccia della terra. Il tempio del Corpo di Cristo La sorgente del battesimo La profezia dell’acqua che sgorga dal lato destro del tempio La croce è “l’albero di vita” per mezzo del quale “la gioia è e scorre verso oriente si realizza sulla croce: come narra venuta nel mondo” (Antifona al Benedictus, Esaltazione della san Giovanni, dal fianco di Gesù colpito dalla lancia sgorgano Croce) e rimanda all’albero posto da Dio al centro dell’Eden acqua e sangue, segno dei sacramenti della Chiesa: “torrente e alla sorgente che dal centro del paradiso irrorava tutta la terra che lava i peccati del mondo” come si esprime la liturgia nel (i quattro fiumi). celebre inno Vexilla Regis. La Chiesa stessa, irrorata dallo Spi- I quattro fiumi sono ripresi nella miniatura a lato dove sono rito, è sacramento per la salvezza di tutti gli uomini. riprodotte le esigenze del Vangelo: la libertà rispetto agli anti- Sono tante le miniature, presenti negli antichi manoscritti chi sacrifici e alle regole alimentari; l’offerta di sé più grande medievali o nei Libri delle Ore finemente miniati, che ci resti- dell’offerta delle decime; e la radicalità della sequela per la tuiscono l’immagine del costato di Cristo come sorgente di vita quale qualora la propria mano fosse di scandalo ai fratelli, è e di salvezza. preferibile tagliarla. Una, in particolare, nel Codex Vindobonensis 2554, del In riferimento al battesimo cristiano possiamo dire che, di- XIII secolo (noto come Bible Moralisée, ovvero rilettura illu- versamente dai simboli dell’aria e della colomba, l’acqua è strata della Bibbia in chiave allegorica), ci trasmette il pensiero qualcosa di più di un simbolo dello Spirito, l’acqua ne è il se- teologico della Chiesa in merito allo Spirito di Cristo quale sor- gno efficace. gente di vita. Non solo ricorda lo Spirito, ma lo rende presente e operante. L’intera pagina, com’era consueto nelle Bibbie moralizzate, Rabano Mauro, autore dell’inno Veni Creator, tiene a precisare: presenta medaglioni a coppie con scene dell’antico testamento, “altro è l’acqua del sacramento, altro l’acqua con cui si indica in questo caso scene della creazione, e scene con eventi salvifi- lo Spirito Santo. La prima è un’acqua visibile, mentre la secon- ci del Nuovo posti in parallelo. da è invisibile; la prima lavando il corpo indica ciò che avvie- Focalizziamo la nostra attenzione sul medaglione che raccon- ne nell’anima, mentre per mezzo dello Spirito Santo è l’anima ta la nascita di Eva dal Costato di Adamo. Accanto a questo stessa a essere lavata e nutrita” (Sull’Universo I,3). medaglione troviamo Dio Padre, con il volto di Cristo che be- nedice le acque rendendole luogo di vita. Tutta la creazione, na- * Monache dell’Adorazione Perpetua ta da questo primo grande utero che è il bacino delle acque pri- Pietrarubbia
MONTEFELTRO 8 MAGISTERO LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO “ LA PREGHIERA: CHIAVE AL CUORE DI DIO ” PATERNITÀ E MATERNITÀ ALL’OMBRA DI SAN GIUSEPPE Nella festa del Battesimo di Gesù, con la quale si conclude scoraggiarvi. Davanti allo scandalo della mangiatoia Maria il tempo del Natale, il Papa ha messo in evidenza come «dopo non si è scoraggiata, non si è ribellata, ma ha reagito custoden- circa trent’anni vissuti nel nascondimento, Gesù non si presen- do e meditando nel suo cuore, dimostrando una fede adulta, ta con qualche miracolo o salendo in cattedra per insegnare. Si che si fortifica nella prova. mette in fila con il popolo che andava a ricevere il battesimo Custodire è accogliere, malgrado l’oscurità e nell’umiltà, le da Giovanni». cose difficili da accettare che non abbiamo voluto, che non ab- Inoltre, «nel momento in cui Gesù riceve il Battesimo, il te- biamo potuto impedire; non cercare di sfuggire alle proprie re- sto dice che “stava in preghiera”. sponsabilità». Questo rivela «i due movimenti della vita di Gesù: da una Unificando, nella preghiera, «le cose belle e quelle brutte di parte scende verso di noi, nelle acque del Giordano; dall’altra cui è fatta la vita, cogliendo il senso nella prospettiva di Dio» eleva lo sguardo e il cuore pregando il Padre. La sua preghiera (7 gennaio). è un dialogo, una relazione Lo stesso invito è stato con il Padre» ed è «un gran- rivolto dal Santo Padre alle de insegnamento per noi, giovani coppie di coniugi chiamati ad affrontare mo- desiderosi di figli, guardan- menti e scelte difficili che ci do alla figura di san Giusep- tirano in basso. Ma, se non pe, padre putativo di Gesù: vogliamo restare schiacciati, «Tutte le volte che qualcuno abbiamo bisogno di elevare si assume la responsabilità tutto verso l’alto. E questo della vita di un altro, in un lo fa proprio la preghiera, certo senso esercita la pater- che non è una via di fuga. nità nei suoi confronti». Pregare è invece il modo «Giuseppe ci mostra che per lasciare agire Dio in noi, questo tipo di legame non è per cogliere quello che Lui secondario, non è un ripie- vuole comunicarci anche go. Questo tipo di scelta è nelle situazioni più difficili. tra le forme più alte di amo- La preghiera è la chiave che re e di paternità e maternità. apre il cuore al Signore. È Non bisogna dunque avere dialogare con Dio, è ascolta- paura di scegliere la via del- re la sua Parola, è adorare: l’adozione, di assumere il stare in silenzio affidandogli ciò che viviamo. E a volte è an- rischio dell’accoglienza. Avere un figlio sempre è un rischio, che gridare a Lui come Giobbe». ma più rischioso è non averne». «La preghiera infatti apre il cielo: dà ossigeno alla vita, dà «Tante coppie – sottolinea il Papa – non hanno figli perché respiro anche in mezzo agli affanni e fa vedere le cose in mo- non vogliono ma hanno due cani, due gatti che occupano il po- do più ampio. Soprattutto, ci permette di fare la stessa espe- sto dei figli. E questo rinnegare la paternità e la maternità ci rienza di Gesù al Giordano: ci fa sentire figli amati dal Padre» sminuisce, ci toglie umanità» (Udienza generale, 5 gennaio). che dice, come a Gesù nel Vangelo: “Tu sei mio figlio, l’ama- All’interno del messaggio per la giornata missionaria mon- to”» (Angelus, 9 gennaio). diale 2022 il Santo ha dunque esortato a «riprendere il corag- Parlando poi ad una delegazione di imprenditori francesi ha gio, la franchezza, quella parresia dei primi cristiani, per testi- evocato «quell’urto, quello choc, di cui ogni cristiano fa spes- moniare Cristo con parole e opere, in ogni ambiente di vita», so esperienza, tra l’ideale che sogna e il reale che incontra». pregando sempre lo Spirito, in quanto «vero protagonista della Come accadde anche «alla Vergine Maria davanti alla mangia- missione». Proprio per questo, «il vero testimone è il martire, toia di Betlemme, lei che si trova costretta a mettere al mondo colui che dà la vita per Cristo, ricambiando il dono che Lui ci il Figlio di Dio nella povertà di una stalla». ha fatto di Sé stesso» (6 gennaio). Ha quindi sottolineato: «È importante che voi possiate supe- Monache dell’Adorazione Perpetua rare questo e viverlo nella fede, per poter perseverare e non Pietrarubbia
MONTEFELTRO 9 MAGISTERO IN ASCOLTO DEL VESCOVO ANDREA “UN’ÀNCORA GETTATA IN CIELO” NON SOLO COVID: UNA CHIESA IN RINNOVAMENTO AL SOFFIO DELLO SPIRITO Viene da perdersi d’animo. Anche quest’inverno 2021/22 è capacità di fare spazio dentro di sé. Poi ci si accorge che arric- caratterizzato dal Covid-19. chisce. La virtù dell’ascolto non è una tattica da utilizzare, ma In questo tempo di pandemia chi crede, chi è in ricerca e an- un modo di essere» (Omelia nella S. Messa di fine anno, Pen- che chi si dichiara non credente fa appello a tutte le risorse che nabilli, 31.12.2021). È tempo di Sinodo, non solo per i vescovi trova, dentro e fuori di sé, per avere fiducia e coltivare speran- o per gli “addetti ai lavori”, ma per tutti. Il Sinodo «non è un za. Come si pone un cristiano davanti all’attuale situazione? «In parlamento, con maggioranze e minoranze, in cui ha ragione Cristo Gesù – rassicura il Vescovo Andrea – Dio ha stabilito di chi grida più forte, semmai un Cenacolo; la morale non può essere per noi, totalmente e per sempre. La fiducia cristiana è essere stabilita per alzata di mano, la fede non può essere “se- fondata e radicata in questa realtà, non in un mero sentimento o condo me”…». «Non adottiamo la democrazia – precisa – co- in una volontà di ottimismo dell’uomo». Un messaggio per tutti: me sistema di vita della Chiesa: la Chiesa è una fraternità». Il «Chi viene a me, io non lo respingerò», dice Gesù. «Stupende Sinodo è «un momento di grande spiritualità, dove tutti invo- parole – commenta il Vescovo –; mai Gesù ha respinto qualcu- chiamo lo Spirito Santo e chiediamo che ci parli. E, come di- no – la cacciata dei venditori dal ceva san Benedetto da Norcia, tempio era un gesto simbolico – può essere che lo Spirito parli né mai lo farà». E aggiunge que- anche attraverso il più piccolo». sta sottolineatura: «C’è di più in Ufficialmente siamo entrati in questa attitudine di accoglienza e Sinodo il 17 ottobre scorso, ma di amore universale: Gesù è al- alcuni mesi sono stati dedicati per l’unisono col volere del Padre lo più alla preparazione. A qual- nel non voler perdere alcuno di cuno è parso che il compito del quanti il Padre gli ha donato». sacerdote come guida della comu- Dunque, «questa è la salda roccia nità potesse in qualche modo ve- sulla quale costruire la nostra ca- nir meno. «No, anzi – replica sa, la nostra vita, la nostra fidu- mons. Andrea – chi ha il carisma cia, al di là della nostra fragilità, del discernimento è facilitato dal- del nostro limite, perfino del no- la sinodalità, perché si trova da- stro peccato». vanti persone che partecipano. Si Anche di fronte alla morte – a crea veramente un confronto e al- cui la pandemia richiama co- lora viene ancora più in evidenza stantemente con i suoi numeri che riecheggiano ogni giorno il ruolo della guida». Dopo le festività natalizie sono partiti in nei telegiornali e nelle nostre menti – «Gesù oggi ci ripete il Diocesi molti “Gruppi Sinodali”. È in atto anche un vero e pro- desiderio del Padre: dare pienezza di vita». «Questa è una spe- prio “censimento” da cui si potrà tracciare una mappa della sino- ranza immensa – osserva – fondata sulla promessa di Gesù: dalità vissuta: «In realtà – precisa il Vescovo – come Diocesi sia- un’àncora gettata in Cielo. […] La morte ci spoglia di tutto, mo avanti, perché già da qualche anno avevamo cominciato a vi- ma è esodo e Pasqua verso la vita». Mons. Andrea consegna vere la sinodalità, cioè il “camminare insieme”, il mettersi in una prospettiva di speranza anche a chi ha perso i propri cari: ascolto». Il Programma pastorale diocesano è un frutto concreto «Chi ha raggiunto la Casa del Padre ormai è davanti a noi, co- del “camminare insieme” e sentirsi “Diocesi”. «Il “sì” al Signore me testimone del mondo che verrà, come la sentinella di cui è personale – osserva – ognuno di noi lo dice nel suo cuore, ma è scrive il profeta Isaia. Ci precede e crediamo che un giorno sa- bello quando questo “sì” diventa corale, quando c’è tutta una co- remo riuniti in Cristo per aver parte alla sua resurrezione» munità che cerca di muoversi insieme. Dobbiamo essere testimoni (Omelia nella S. Messa in suffragio di Astrid Séverine Kaban- di comunione in mezzo al mondo. Questo è il cuore stesso della ga, Dogana RSM, 8.1.2022). missione». I Gruppi Sinodali avranno tempo di lavorare fino alla Chi potesse passare, anche solo per qualche momento, tra le fine di marzo, ma «la loro esperienza deve diventare paradigma di comunità parrocchiali, religiose e associative in questi primi tutti i nostri modi di incontrarci». «Fino ad ora – confida mons. mesi dell’anno incontrerebbe una “Chiesa in ginocchio”. In gi- Andrea – facevo così: mi veniva un’idea, ne parlavo con i colla- nocchio perché ha davanti a sé «tante difficoltà, tante prove, a boratori e ci pregavo su. Si tratta di fare esattamente il contrario: cui a volte non sa come rispondere». In ginocchio soprattutto partire dalla preghiera, mettersi in atteggiamento di disponibilità, per ascoltare e invocare “il vero protagonista”: «Spirito di Dio di libertà, eliminare i pregiudizi; ascoltare le persone; raccogliere dacci luce, donaci suggerimenti!». In ginocchio davanti alla le idee e decidere» (Incontro con i responsabili delle aggregazio- «terra santa» che è ogni fratello. «Mettersi veramente in ascol- ni ecclesiali, 17.12.2021). Una piramide che si rovescia! to – confida mons. Andrea – è “devastante”, perché richiede la Paola Galvani
MONTEFELTRO 10 PASTORALE FAMILIARE LA GIOIA CRISTIANA: “BEATI VOI… RALLEGRATEVI ED ESULTATE” Carissimi lettori anche quest’anno na coppia o famiglia della nostra Dio- avremo due pagine dedicate alla fami- cesi. La Comunità di Caresto vive glia, con un tema molto speciale, in un piccolo eremo a Sant’Angelo in potremmo dire che è un programma di Vado (PU) dove da diversi anni orga- vita e forse anche un programma che nizzano ritiri e incontri dedicati a cop- supera la nostra prima tappa qui in terra pie o gruppi di famiglie per un cammi- e ci spinge già verso l’orizzonte dell’e- no di accompagnamento umano e spiri- ternità. tuale. Il tema che proveremo ad approfondi- In particolare si occupano di coppie in re sono le Beatitudini della famiglia. difficoltà e hanno una collana di libri tut- Otto momenti introdotti dall’invito al- ta dedicata alle tematiche famigliari. la gioia, verso cui tutte le altre sono in- Buona lettura a tutti e buon cammino dirizzate. Sarà sviluppato in due parti: verso la gioia a cui il Signore ci ha chia- una di approfondimento tratto da un testo mato fin dal principio! pubblicato dalla Comunità di Caresto Beato Angelico, Discorso della montagna intitolato La casa delle otto felicità (1438-1440 ca.), Convento di San Marco, e un’altra parte con una riflessione di u- Firenze Ufficio per la Pastorale Familiare Si può dire che il “genere spirituale” soprattutto nella sofferenza o difficoltà lontanano perché sembra che a loro si delle Beatitudini sia uno stile caratteristi- grande, la gioia mi si presenta come con- voglia togliere la gioia! co del Nuovo Testamento, anche se già solazione, oppure speranza, oppure come Anche nelle situazioni più difficili, nei presente e diffuso anche nell’Antico. Ge- forza d’animo per affrontare bene e con momenti di sofferenza in cui sembra che sù ama presentare il suo messaggio non coraggio le difficoltà. la vita ci blocchi e ci impedisca di realiz- come una dottrina o come un codice di Noi sappiamo bene cosa fare per avere zare il nostro sogno, anche in quei mo- leggi, ma come un Buon Annuncio, ossia i piaceri pur legittimi del benessere fisi- menti è possibile non lasciare spegnere una bella notizia da parte di Dio. Egli ci co: divertimenti, musica, visite turistiche, la gioia. Non a caso Gesù ci parla di bea- fa sapere che Dio vuol darci qualcosa di case confortevoli… dovremmo essere al- titudine proprio nelle situazioni di diffi- bello e di buono per noi; qualcosa che trettanto capaci di educare alla gioia coltà e sofferenza (poveri, afflitti, perse- serve per farci felici. “Questo vi ho det- dell’animo. Facciamo invece fatica a sa- guitati…). Tratto dal libro to, perché la mia gioia sia in voi e la vo- pere, sperimentare e trasmettere la gioia. La casa delle otto felicità stra gioia sia piena” (Gv 15,11). Ma questo spesso è una vera tragedia Comunità di Caresto La gioia cristiana si sente nell’animo, perché condanniamo noi stessi e i nostri è differente dai piaceri e agiatezze, che figli ad essere perennemente scontenti. Il sono legate al corpo; è diversa dalla risa- danno è duplice. Se non si conosce e non ta; la gioia è gratis, viene da Dio e ha la si vive la gioia, si andrà dietro ai piaceri, dimora nello Spirito, non si compra; il con l’illusione di trovare la gioia, mentre piacere invece si paga o con i soldi o con si trova solo una momentanea soddisfa- una moneta analoga. zione. Perciò noi e i nostri figli saremo La vera gioia sta nella gratuità (fare le sempre infelici; cercheremo sempre al- cose senza aspettarsi il contraccambio); tro; saremo sempre inquieti e scontenti. nell’amore (fare le cose con e per amo- Come sarebbe importante la ricerca della re); e nella libertà (non per obbligo e mu- gioia; e come sarebbe importante inse- gugnando, ma come scelta); nel servizio gnare ai nostri figli come si può essere (procurare gioia agli altri) e nella condi- felici dentro l’anima. visione (c’è gusto nel partecipare ad altri Anche nelle nostre parrocchie si do- le proprie esperienze). vrebbe sperimentare la gioia. Le nostre La gioia è un dono spirituale di Dio. liturgie dovrebbero essere fonte di gioia. Non sempre avrà questi sentimenti di Come mai certe celebrazioni domenicali pienezza, talvolta può assomigliare a un sono talvolta così tetre o comunque au- sentimento di serenità e di pace. A volte, stere? Forse anche i nostri giovani si al-
MONTEFELTRO 11 PASTORALE FAMILIARE LA FAMIGLIA, PRIMA PALESTRA PER CRESCERE NELLA GIOIA È bello sapere con certezza che Dio ci nella beatitudine. Perché è lì che si vive, sciamoci rubare la festa”. La gioia è fe- ha creati per essere beati, ci ha creati fin da piccoli, il paradossale messaggio sta, la festa è saper restare nell’amore e per essere nella gioia in pienezza. È bel- di Gesù: la mia gioia è tanto più grande l’amore è godere della gioia dell’altro lo sapere che la sua proposta di vita, a quanto lo è la mia capacità di sacrificar- sempre, anche quando ti costa fatica, an- volte così dura e difficile da realizzare mi per te; l’amore di una madre, di un che quando vorresti dire basta! porta con sé un dono straordinario: la padre, di un fratello, di un nonno, a dare E come si fa a restare nella festa? È beatitudine. la vita (anche spendendosi a poco a po- necessario coltivare la gratitudine; la Tante volte abbiamo ascoltato e ci sia- co nella quotidianità) per amore dell’al- gratitudine è preghiera e questa ti tiene mo confrontati con questo brano del tro e sentire che questo sacrificio non è nella letizia. Cerchiamo ogni giorno di Vangelo e, a dir la verità, ci siamo sem- vuoto, non è vano, ma riempie, rivela il dire il nostro grazie, aiutiamo i nostri fi- pre sentiti un po’ incapaci di compren- significato profondo di ogni vita umana: gli a dirlo e a cercare in ogni piccola co- derlo a fondo. Anzi, forse in realtà, non è che non lo comprendevamo, ma che non lo volevamo comprendere davvero. Infat- ti, se da una parte è rassicurante e fonte di serenità ed entusiasmo sapere che se- guire Gesù conduce all’essere beati – quindi alla gioia piena, non quella fu- gace, effimera, momentanea, ma quella gioia che ti sostiene, come una forza in- teriore che non ti fa vacillare mai, nem- meno nei momenti più bui –, dall’altra spaventa e preoccupa, perché la grazia della beatitudine è frutto di una vita do- nata, spesa, vissuta per gli altri verso i tanti fratelli vicini e lontani nella ricerca della verità, nella lotta per la giustizia e nella capacità di amare fino a donare la propria vita. E, addirittura, gli afflitti e i perseguitati già la possiedono. Ecco che di fronte a quel brano le no- stre vite, la nostra fede in particolare, fanno acqua da tutte le parti. Non possia- mo, leggendo il “Discorso della monta- gna”, non riconoscere la nostra testimo- nianza incoerente, la nostra vita lontana Lara ed Enrico da quella sequela che Gesù ci chiede. Ma la nostra vita è un cammino, un continuo peregrinare per le strade del vivo per te, la mia vita te la dono! La fa- sa la bellezza che c’è, anche quando tut- mondo in cerca di quella beatitudine, in- miglia è, allora, la prima palestra alla to va storto, anche quando sei nella pro- seguiamo quella parola, come i magi la gioia proposta da Gesù. Certo, questo va, cerca il tuo grazie e piano piano cre- stella cometa, il nostro cuore e la nostra concetto stride con l’idea di felicità che scerà nel cuore la letizia, la gioia, la mente tendono, anelano e sperano di il mondo e la società ci propongono, beatitudine di chi ogni giorno si accorge raggiungerla. perché continua a illuderci che la felicità dei numerosi doni che lo circondano, do- Questa beatitudine, questa pienezza è individuale, è pensare a sé stessi e ai ni che aspettano solo di essere visti: il abbiamo a volte la grazia di sperimen- propri bisogni, questo è il grande ingan- cielo, una stella, un sorriso, un fiore, tarla nella nostra piccola storia. Più vol- no!!! una parola, uno sguardo, una mano te- te il Signore ci offre occasioni per pre- Quanti “sabotatori” della vera gioia sa… Solo noi possiamo dare ai nostri fi- gustarla, cosicché il desiderio in ognuno ci sono intorno a noi. La felicità te la ru- gli la gioia da cui sono nati e condurli di noi possa farsi più forte ed essere la bano tutti; è sempre un combattimento così nella vita a restare in quella gioia e spinta, il motore di ricerca. contro di essi. Facciamo attenzione, ci ancor di più a diffonderla, donarla al La vita di famiglia, dove anche Gesù diceva Mimmo Armiento, in occasione mondo e trovare il centuplo quaggiù, la ha scelto di nascere, è il primo luogo do- del Convegno delle Famiglie tenutosi lo beatitudine! ve possiamo essere educati a crescere scorso settembre e dal titolo: “Non la- Lara ed Enrico
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