Migrazioni dall'aFrica - Quaderni migranti Alle radici delle - Nuove narrazioni per la ...

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Quaderni Migranti
     Alle radici delle
  migrazioni dall’aFRICA

                                      tempi
                                        o
                                       moderni
                                             Ogni parola ha delle conseguenze.
                                             Ogni silenzio anche.
Centro per il Volontariato • Onlus
Quaderni Migranti
     Alle radici delle
  migrazioni dall’aFRICA

                                      tempi
                                        o
                                       moderni
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INDICE

                                                                                                                               PREFAZIONE										                                                           6
                                                                                                                               Marco Omizzolo – Presidente Tempi Moderni				                                  7
                                                                                                                               Paolo Tomassone - Presidente Centro Culturale Francesco Luigi Ferrari          8

                                                                                                                               INTRODUZIONE										                                                         11
                                                                                                                               Piero Confalonieri e Paola De Meo

                                                                                                                               CAPITOLO I										                                                           14
                                                                                                                               Guerre e dittature in Africa: lo stato attuale
                                                                                                                               Piero Confalonieri

                                                                                                                               CAPITOLO II										                                                          24
I Quaderni Migranti sono parte del progetto “Nuove Narrazioni per la Cooperazione” (www.narrazionidellacooper-                 Colonialismo, decolonizzazione e neocolonialismo
azione.it) e sono stati realizzati con il contributo dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. I contenuti di   Roberta Della Sala
questa pubblicazione sono di esclusiva responsabilità di Terra Nuova, e non rappresentano necessariamente il punto
di vista dell’Agenzia.
                                                                                                                               CAPITOLO III										                                                         28
                                                                                                                               L’evoluzione delle organizzazioni contadine in Africa Occidentale
                                                                                                                               Nora McKeon

                                                                                                                               CAPITOLO IV										                                                          34
Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo                                                                             Le migrazioni ambientali: le sfide attuali rispetto ai cambiamenti climatici
via Salvatore Contarini 25, Roma                                                                                               Alessandro Dessì
www.aics.gov.it - infonet@aics.gov.it
Facebook @AgenziaItalianaCooperazione
Twitter @aics_it | YouTube: AICS Cooperazione                                                                                  CAPITOLO V										                                                           40
Instagram @aics_cooperazione_it                                                                                                Land grabbing: accaparramenti delle risorse naturali in Africa
ISBN 978-88-98521-54-8
                                                                                                                               Raffaele Pugliese
Coordinamento editoriale Alessia Bartolomei e Raffaele Pugliese
Coordinamento scientifico Paola De Meo                                                                                         CAPITOLO VI										                                                          48
Progetto grafico Rossella Provini
Editing e stampa Centro culturale Francesco Luigi Ferrari
                                                                                                                               Donne, uomini e bambini in fuga per la vita
                                                                                                                               Emilio Drudi
Finito di stampare nel luglio 2019

Terra Nuova Onlus, insieme all’associazione di promozione sociale Tempi Moderni, al centro culturale Francesco                 Conclusioni										                                                          57
Luigi Ferrari e alla cooperativa sociale Oltremare, sono responsabili del progetto “Quaderni Migranti”                         GLI AUTORI										                                                           58
                                                                                                                                                                      | 5 |
prefazione                                                                                                                         Marco Omizzolo
                                                                                                                                   Presidente Tempi Moderni

I Quaderni Migranti nascono dall’esigenza di raccontare,            mondiale che soffre di fame o malnutrizione, dalla crisi       Le migrazioni sono il più radicale fattore di mutamen-               alle strutture di lavaggio e latrine, confinamento costante,
in modo approfondito e chiaro, alcune delle infinite sfac-          migratoria e ambientale e al contempo dal diffondersi di       to sociale che qualunque società possa mai incontrare.               rifiuto di contatto con il mondo esterno e malnutrizione.
cettature, problematiche ed esperienze positive legate              un clima di intolleranza e sfiducia nell’operato delle ONG     Esse costituiscono sempre un’occasione per aggiornare                La tortura è quotidiana come anche le esecuzioni som-
al complesso tema delle migrazioni. In un mondo dove le             cosiddette “di sviluppo”.                                      l’organizzazione sociale dei paesi e rielaborare i rapporti          marie. Le condizioni igieniche portano alla diffusione di
popolazioni sono in continuo movimento, ci auguriamo che                                                                           di forza, le espressioni culturali, le economie e i processi         infezioni cutanee e delle vie respiratorie, diarrea acuta e
fare chiarezza sulle dinamiche, le ragioni e le politiche che       A pochi anni dall’adozione dell’Agenda 2030 per lo Svi-        sociali. Negare questo fenomeno significa negare l’evi-              altri disturbi, mentre il trattamento medico è gravemen-
definiscono gli spostamenti, sia di aiuto a definire in modo        luppo Sostenibile, l’opinione pubblica non solo non ha         denza. Ogni deriva securitaria fondata sul pregiudizio, la           te inadeguato. I minori sono detenuti insieme agli adulti
diverso il nostro rapporto con l’“altro” e a promuovere una         ancora familiarità rispetto ai temi della sostenibilità, ma    discriminazione o il razzismo basa invece la propria le-             in condizioni altrettanto difficili, mentre le donne vivono
nuova narrazione della cooperazione internazionale.                 è attraversata da fenomeni crescenti di radicalismo che        gittimazione sulla negazione de “l’altro”, del suo diritto di        in strutture senza guardie di sesso femminile e questo le
                                                                    non riconoscono l’impatto positivo che hanno le molte-         emigrare, anche se spesso lo fa per salvarsi la vita e quella        espone ad abusi sessuali. Tutti i profughi reclusi hanno
Questa pubblicazione è la prima di tre, e intende approfon-         plici esperienze realizzate negli ambiti indicati dell’Agen-   dei propri familiari. Le politiche securitarie che molti pa-         bisogno di assistenza medica, psicologica e di riabilita-
dire in modo critico, attraverso i contributi di esperti del set-   da. Si conoscono poco, ad esempio, le reali dimensioni         esi europei, Italia in primis, stanno elaborando e introdu-          zione. Si ricorda l’orribile pratica dell’ustione con metalli
tore e l’aiuto di mappe e infografiche, alcune delle possibili      numeriche e le potenzialità del fenomeno dell’immigra-         cendo nel relativo ordinamento e nella propria organiz-              caldi, dell’elettrocuzione e degli abusi sessuali nei con-
cause delle migrazioni, in particolare dal continente africano      zione, mentre a livello globale si assiste al restringimen-    zazione sociale, costituiscono l’esperienza più avanzata             fronti di donne e ragazze per estorcere denaro alle loro
verso l’Europa. Senza la pretesa di essere esaustivo, questo        to degli spazi di partecipazione democratica. Spazi da         e pericolosa di un rinnovato negazionismo che mira non               famiglie attraverso un complesso sistema di trasferimenti
primo Quaderno si apre con una breve prospettiva stori-             sempre difesi dalle organizzazioni della società civile.       solo a distinguere in maniera radicale tra Noi e Loro, ma a          di denaro. Vengono inoltre spesso venduti da una banda
co-politica per arrivare a un’analisi della situazione attuale di                                                                  respingere Loro sempre e comunque. Anche se ciò si-                  criminale a un’altra e sono costretti a pagare un riscatto
buona parte dell’Africa. Affrontando tematiche che vanno            Terra Nuova, ONG partner del progetto “Nuove narra-
                                                                                                                                   gnifica rispedirli, ad esempio, nelle braccia dei trafficanti        più volte prima di essere liberati o portati in zone costie-
dal fenomeno del land grabbing al cambiamento climatico,            zioni per la cooperazione”, in collaborazione con Tempi
                                                                                                                                   di uomini e di organi che comandano gran parte delle                 re per la traversata del Mediterraneo. Numerosi rifugiati
dalle guerre alla disoccupazione e al sovraffollamento delle        Moderni (associazione di promozione sociale, autrice di
                                                                                                                                   carceri e dei centri di accoglienza in Libia.                        sono morti durante la prigionia dopo essere stati colpiti,
città, il panorama delineato tenta di fotografare un continen-      studi e ricerche di interesse accademico), il Centro Cul-
                                                                                                                                                                                                        torturati o lasciati morire per fame o per negligenza me-
te pieno di forza e vitalità, ma ancora imprigionato da quel-       turale Francesco Luigi Ferrari di Modena (esperto nello
                                                                                                                                   Quest’ultimo continua a essere un paese governato da                 dica. In tutta la Libia, corpi non identificati di profughi con
lo che può essere definito business as usual, dove i profitti       studio delle dinamiche economiche, politiche, culturali,
                                                                                                                                   bande criminali che praticano la tortura, lo stupro seriale e la     ferite da arma da fuoco, segni di tortura e ustioni, sono
passano sopra i diritti umani.                                      storiche e sociali che caratterizzano il territorio locale e
                                                                                                                                   violenza sistematica. Un sistema ben noto al governo italiano        stati scoperti in cestini dell’immondizia, letti di fiumi sec-
                                                                    regionale in relazione alle realtà europee e ai fenomeni
                                                                                                                                   e a quelli di tutto l’Occidente, che con la loro ignavia e il        chi, fattorie e deserto.
Il progetto Nuove narrazioni per la cooperazione, coor-             internazionali emergenti) e la Cooperativa Sociale Oltre-
                                                                                                                                   complesso intreccio di interessi economici e geostrategici
dinato da ActionAid e finanziato dall’Agenzia Italiana per          mare (realtà del commercio equo e solidale di Modena e
                                                                                                                                   finiscono col tenerlo in piedi. La legge libica criminalizza l’in-   Dinnanzi a una situazione di tale gravità, l’attuale Ministro
la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), nasce in risposta             provincia) hanno coordinato e curato questa collana.
                                                                                                                                   gresso irregolare, il soggiorno o l’uscita dal paese con una         dell’Interno italiano, Matteo Salvini, si è permesso di defi-
alle sfide che pone un contesto caratterizzato dagli ef-
                                                                                                                                   pena detentiva arbitraria, obbligatoria e indefinita in palese       nire quei lager dei centri all’avanguardia. Non è solo razzi-
fetti economici e sociali della crisi economica e finan-            Nella speranza che troviate il Quaderno utile e motivo di
                                                                                                                                   violazione dei diritti umani. La Libia, inoltre, non ha un sistema   smo. È la disumanizzazione dell’umanità e un pericolosis-
ziaria del 2008, dai numeri crescenti della popolazione             riflessione, vi auguriamo una buona lettura.
                                                                                                                                   d’asilo, non ha ratificato la Convenzione del 1951 sullo status      simo processo di arretramento sul piano della civiltà per
                                                                                                                                   dei rifugiati e non riconosce l’Alto commissariato delle Na-         pura strategia di potere. Negare o nascondere, come ha
                                                                                                                                   zioni Unite per i rifugiati (UNHCR).                                 fatto il governo italiano, quanto accade in Libia, in Eritrea,
                                                                                                                                                                                                        nel Sud Sudan, in alcune aree della Nigeria, più in genera-
                                                                                                                                   La stragrande maggioranza di rifugiati che sono reclusi              le nella fascia del Sahel, è in sé un crimine contro l’umanità
                                                                                                                                   nelle carceri - ufficiali e segrete - del paese non sono mai         di cui l’Italia è drammaticamente protagonista.
                                                                                                                                   stati accusati o processati e sopravvivono in detenzione
                                                                                                                                   fino a quando non vengono restituiti attraverso i rimpatri           Per questa ragione non solo è necessario un testo come
                                                                                                                                   umanitari volontari dell’Organizzazione internazionale per           questo, ma la sua diffusione deve sollecitare - questo è
                                                                                                                                   la migrazione, evacuati dall’UNHCR o espulsi con la forza            l’auspicio - riflessioni e approfondimenti che portino a una
                                                                                                                                   dalle autorità libiche. Molti report internazionali di Ong e         concreta presa di coscienza della popolazione italiana e
                                                                                                                                   agenzie indipendenti denunciano grave sovraffollamento,              in particolare dei più giovani, fino a una rivolta civile con-
                                                                                                                                   scarsa ventilazione e illuminazione, accesso inadeguato              tro le politiche razziste, securitarie e segregazioniste di

                                                                | 6 |                                                                                                                               | 7 |
Paolo Tomassone
                                                                                                                                       presidente Centro culturale Francesco Luigi Ferrari

questo governo. Comprese quelle economiche ed estere                che parole, si stanno replicando, ancora una volta, una            «Sono troppi e sempre di più i giovani che, ingannati da          minerali più preziosi? Dove leggiamo le notizie dei trenta
che altro non sono se non la via per riaffermare una for-           politica e un’economia che speculano sulla disperazio-             falsi messaggi, scelgono di abbandonare il Burkina Faso           milioni di persone a rischio di morte per fame in Etiopia,
ma di neocolonialismo che depreda i paesi poveri delle              ne di gente che fugge da guerre e carestie, dagli ef-              per cercare un futuro e una vita migliore in Europa. Fanno        Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad,
loro risorse naturali e produce devastanti danni ambien-            fetti devastanti dei cambiamenti climatici, dalle dittature        male prima di tutto a se stessi, perché a loro non viene          che subiscono la peggior crisi alimentare degli ultimi cin-
tali e sociali. Conoscere, dunque, per comprendere da un            come quella dell’Eritrea (e non solo), con la quale invece         presentata la verità sul viaggio, sull’attraversamento in mare,   quant’anni secondo l’ONU?1
lato le ragioni di un mondo che emigra e bussa alla porta           - come viene ricordato nel volume - il governo italiano            sulle violenze che potranno subire e sulle effettive condi-
dell’Occidente, dall’altro le responsabilità di quest’ultimo.       e l’Unione europea sottoscrivono accordi internazionali            zioni di vita che potranno trovare in Europa. E fanno male al     Ci sono associazioni e organizzazioni da sempre impe-
Per capire i processi interni e le politiche estere responsa-       allo scopo di impedire a migliaia di persone di fuggire da         nostro paese, che perde in questo modo le forze migliori».        gnate a studiare le migrazioni: Terra Nuova e Tempi Mo-
bili della costruzione di muri, di confini extraterritoriali pre-   quella morsa mortale, negando loro la possibilità di tro-          Me lo ha raccontato un anno fa mons. Prosper Kontiebo             derni ne sono gli esempi a noi più vicini. Ci sono persone
sidiati militarmente da bande di criminali pagati coi soldi         vare una vita migliore all’estero e soprattutto in Europa.         vescovo della Diocesi di Tenkodogo, durante una visita in         che da anni denunciano l’ipocrisia di chi dice «aiutiamoli
delle democrazie occidentali, della costruzione di centri di        Quella stessa Europa che, a partire dalla seconda metà             Burkina Faso con la ONG Ho avuto sete, da anni impegnata          a casa loro», ma poi non fa nulla per mettere in campo in-
accoglienza che diventano luoghi di tortura e della morte           del Novecento, dopo la tragedia del nazismo e del fasci-           a realizzare progetti di cooperazione in Africa e promuo-         terventi in sostegno dei paesi svantaggiati e non si ado-
nel Mediterraneo di migliaia di persone sotto gli occhi di          smo, avendone fatto esperienza, aveva come orizzonte               vere, in Italia, attività culturali sul tema dell’inclusione.     pera per trovare soluzioni praticabili per ridurre gli effetti
un governo che mostra il suo sguardo più violento e truce           politico quello di costruire uno spazio civile, democrati-                                                                           dei cambiamenti climatici, che sono una delle prime cau-
contro i più deboli del pianeta.                                    co, di pace, in cui dominasse il diritto e non la prepotenza       Mi torna in mente quando sento definire una «pacchia»             se della fame e della denutrizione.
                                                                    affaristica e razzista. Un orizzonte che è stato tradito e che     quella di chi fugge da guerre e fame. O quando qualcu-
                                                                                                                                       no – dal politico alla gente comune – sostiene di stare           C’è voluta una ragazzina di 15 anni, Greta Thunberg, a
Questi flussi migratori sono vere e proprie fughe per la            oggi pare rievocare i nefasti anni dei regimi totalitari che
                                                                                                                                       subendo una «invasione», che va respinta con l’innalza-           ricordare ai potenti del mondo riuniti a Katowice in Po-
vita, che mettono alla prova la nostra democrazia e la sua          nel cuore del Vecchio continente hanno scritto dramma-
                                                                                                                                       mento di muri e steccati.                                         lonia per il COP24 che «se le soluzioni all’interno del
capacità di inclusione. Accoglierli o meno è l’interrogati-         tiche pagine di morte. Vale la pena, dunque, leggere e
                                                                                                                                                                                                         sistema sono così impossibili da trovare, forse dovremmo
vo specifico di una democrazia immatura e che conserva              approfondire questo testo perché non si possa dire, un
                                                                                                                                       Le migrazioni contemporanee appaiono caratterizzate da            cambiare il sistema». Prima di lei lo aveva ribadito papa
approcci razzisti e xenofobi non solo nel suo corpo so-             domani, di non aver saputo o capito. Abbiamo sotto gli
                                                                                                                                       elementi di novità rispetto ai movimenti migratori di un se-      Francesco nell’enciclica Laudato si’: «Molti poveri vivono
ciale, ma anche in quello politico, istituzionale, imprendi-        occhi una tragedia umana che da anni si ripete quotidia-
                                                                                                                                       colo fa. Basti pensare, quali elementi innovativi, alla forte     in luoghi particolarmente colpiti da fenomeni connessi al
toriale e normativo. L’Italia, ad esempio, conserva ancora          namente. Se non vogliamo essere condannati dai nostri
                                                                                                                                       accelerazione dei flussi, alla moltiplicazione dei modelli        riscaldamento, e i loro mezzi di sostentamento dipendono
il reato di clandestinità, promulga il decreto Sicurezza che        figli, sul piano morale e umano, conviene partire da qui
                                                                                                                                       migratori, all’aumento della complessità della loro com-          fortemente dalle riserve naturali e dai cosiddetti servizi
mortifica la seconda accoglienza, ossia l’esperienza più            per rilanciare un’idea d’Italia, d’Europa e di mondo fon-
                                                                                                                                       posizione (riscontrando ad esempio un numero sempre               dell’ecosistema, come l’agricoltura, la pesca e le risor-
avanzata di accoglienza e punto di riferimento in Europa,           data sul rigoroso rispetto dei diritti umani, della storia per
                                                                                                                                       maggiore di partecipazione femminile) e all’imprevedibi-          se forestali. Non hanno altre disponibilità economiche e
incentivando la politica della prima accoglienza fondata            come l’abbiamo vissuta e per le esperienze che da essa
                                                                                                                                       lità delle traiettorie.                                           altre risorse che permettano loro di adattarsi agli impatti
sui grandi numeri per scarsi servizi. La vera domanda è             abbiamo tratto, dei processi di autodeterminazione e di
                                                                                                                                                                                                         climatici o di far fronte a situazioni catastrofiche, e hanno
“Quale accoglienza?” e la risposta certo non può essere             lotta. Per evitare, il prima possibile, il persistere di politi-
                                                                                                                                       Ma chi, in Italia, può affermare di conoscere le ragioni delle    poco accesso a servizi sociali e di tutela».
il modello imposto dall’attuale governo italiano. In po-            che neocoloniali, razziste e negazioniste d’ogni sorta.
                                                                                                                                       migrazioni del ventunesimo secolo? E ancora prima: quali
                                                                                                                                       sono i contesti di cui si parla? Per esempio del Sud Sudan,       L’informazione sbrigativa dei nostri giorni ci sommerge
                                                                                                                                       coinvolto in una paurosa guerra civile che ha già causato         quotidianamente di notizie, ma nessuno ci aiuta a conte-
                                                                                                                                       almeno 300mila morti e milioni di persone in fuga? Chi si         stualizzarle e a capirne il significato profondo.
                                                                                                                                       è mai interessato del Sudan, governato da un regime dit-
                                                                                                                                       tatoriale in guerra contro i Nuba, popolo martire dell’Afri-      Da qui dobbiamo ripartire, da un investimento culturale
                                                                                                                                       ca, e contro le etnie del Darfur? Chi si ferma a leggere i        che è fatto di ricerca – e questi Quaderni ne sono una
                                                                                                                                       reportage sulla Somalia, in guerra civile da oltre trent’anni     prima prova tangibile – di divulgazione delle notizie, di
                                                                                                                                       con milioni di rifugiati? Chi conosce l’Eritrea, schiacciata      incontri e di contaminazioni. Consapevoli di essere di
                                                                                                                                       da uno dei regimi più oppressivi, con centinaia di miglia-        fronte a una sfida cruciale del nostro tempo, ad un bivio:
                                                                                                                                       ia di giovani in fuga verso l’Europa? Chi parla del Centra-       da una parte diventare una società aperta, giusta, acco-
                                                                                                                                       frica, che continua a essere dilaniato da una guerra civi-        gliente e inclusiva; dall’altra diventare una società chiu-
                                                                                                                                       le che sembra non finire mai? Chi ha sentito parlare della        sa, diffidente, dominata da aggressività e fantasmi che
                                                                                                                                       drammatica situazione della zona dal Ciad al Mali, dove i         – come ci ha insegnato la storia – invece di metterci al
                                                                                                                                       violenti gruppi integralisti musulmani potrebbero costitu-        riparo dall’insicurezza, la alimentano.
                                                                                                                                       ire un nuovo Califfato dell’Africa nera? Chi analizza a fon-
                                                                                                                                       do la situazione caotica in Libia, dov’è in atto uno scontro
                                                                                                                                       fra bande e tribù? Chi parla di quanto avviene nel cuore          1
                                                                                                                                                                                                          Lo ha recentemente ricordato il fondatore del Gruppo Abele e di
                                                                                                                                       dell’Africa, soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri      Libera, don Luigi Ciotti, in Lettera a un razzista del terzo millennio,
                                                                                                                                                                                                         Ed. Gruppo Abele, Torino 2019.

                                                                | 8 |                                                                                                                                | 9 |
INTRODUZIONE
                                                Piero Confalonieri PRESIDENTE TERRA NUOVA
                                                Paola De Meo coordinatrice advocacy Terra Nuova
                                                Scrivere di Africa come se esistesse oggi una realtà unica           finanziarie o importanti accordi tra stati, hanno come altra
                                                e uniforme con questo nome è molto difficile, poco serio             faccia la brutalità dei conflitti presenti: questa è l’ambiva-
                                                e abbastanza intriso di una visione coloniale. Al contempo           lenza del presente. Se si sono approfonditi gli aspetti cri-
                                                è vero che alcuni processi storici hanno segnato in modo             tici, non è per “afro-pessimismo” ma perché si intende fare
                                                analogo e simultaneo questo continente. Come scrisse                 luce, nel possibile, sulle ragioni dei flussi migratori.
                                                il giornalista-scrittore Kapuściński, «i grandi antropologi
                                                                                                                     Diverse cause e dinamiche, con origini differenti ma che
                                                non hanno mai parlato di “cultura africana” o di “religione
                                                                                                                     si intersecano e si alimentano vicendevolmente, portano
                                                africana” in generale, ben sapendo che non esiste niente
                                                                                                                     oggi a vaste e crescenti aree d’instabilità. L’urbanizzazione
                                                di simile e che l’essenza dell’Africa sta nella sua sconfinata
                                                                                                                     accelerata e “per espulsione”; gli impatti diretti e dramma-
                                                varietà».1 Le Afriche, dunque.
                                                                                                                     tici sui poveri della distruzione ambientale; il crescere di
                                                Cinque sono le “lenti” scelte qui per interpretare e ana-            “particolarismi armati” su base più o meno sinceramente
                                                lizzare la situazione odierna del continente: la maledizio-          etnica o religiosa, con guerre localizzate estremamen-
                                                ne della ricchezza di risorse naturali, “non-luoghi” per             te brutali e dove si intrecciano interessi e fattori non facili
                                                “non-persone”, accaparramento delle risorse del conti-               da decifrare: questi fenomeni non sono e saranno sempre
                                                nente, frontiere instabili e signori della guerra, stati fragili/    meno temi che potremo ignorare.
«I grandi antropologi non hanno mai             uomini forti, terre morte/laghi prosciugati/clima impaz-
                                                zito. Ci sono però anche le risposte emergenti, come la
                                                                                                                     Da un’analisi che interpreta i flussi migratori dall’Africa non
                                                                                                                     con lo schema obsoleto dei pull factors, cioè come pro-
parlato di “cultura africana” o di “religione   nascita e il consolidamento della rete delle organizzazioni
                                                contadine africane in difesa dell’agricoltura familiare e di
                                                                                                                     dotto di una attrazione verso il miraggio europeo, ma per
                                                                                                                     l’espulsione dai contesti di vita di migliaia di contadini,
africana” in generale, ben sapendo che          piccola scala, che nel corso del tempo non solo ha ela-
                                                borato risposte alle molteplici difficoltà che deve affron-
                                                                                                                     pastori e pescatori, ne dovrebbe discendere da un lato,
                                                                                                                     una revisione delle politiche di respingimento/accoglien-
non esiste niente di simile e che l’essenza     tare, ma è stata in grado di porsi come un interlocutore
                                                credibile, anche se non sempre ascoltato, nei confronti
                                                                                                                     za perché è chiaro che risultano inadeguate e inefficaci,
                                                                                                                     oltre che doppiamente inumane: la proposta di corridoi
dell’Africa sta nella sua sconfinata varietà»   delle istituzioni nazionali e regionali.
                                                Quelle affrontate in questo primo quaderno sono solo al-
                                                                                                                     umanitari è quella più sensata, ma implica anche attrezzare i
                                                                                                                     paesi ospitanti con le attenzioni specifiche, professionali e
                                                cune delle sfide che affronta il continente africano, nella          integrali, dovute a persone che fuggono da violazioni dei
                                                sua “sconfinata varietà”, all’inizio del XXI secolo.                 diritti umani, violenze, perdita di speranza. Dall’altra impli-
Ryszard Kapuściński                             Trasversale a tutte è la sfida demografica: entro il 2050
                                                                                                                     cherebbe rivedere le politiche economiche, commerciali,
                                                                                                                     creditizie, di cooperazione e di controllo delle aziende, sia
                                                la popolazione del continente africano sarà la più gran-
                                                                                                                     a livello dei singoli stati europei che dell’Unione europea
                                                de e la più giovane del mondo, raddoppiando fino a 2,5
                                                                                                                     e delle agenzie sovranazionali, perché queste fanno parte
                                                miliardi di persone, di cui la metà sotto i 25 anni. Se si
                                                                                                                     senza dubbio dell’articolato e complesso dispositivo che
                                                sottolineano problemi e aspetti negativi, non è perché si
                                                                                                                     genera tale drammatica situazione.
                                                intende ignorare o sottovalutare le speranze che fiorisco-
                                                no (la fine della guerra tra Etiopia ed Eritrea e un nuovo,          Situazione i cui effetti sono già qui, tra noi, con le persone
                                                coraggioso ma controverso processo di pace), dittatori               che fuggono. Le classificazioni teoriche che vorrebbero
                                                che fanno le valige dopo elezioni democratiche (come                 separare i «migranti che scappano dalla guerra» da quelli
                                                per esempio Yahya Jammeh, del Gambia, uno dei tiran-                 che scappano dalla siccità, dalle espulsioni per investi-
                                                ni più longevi del pianeta), processi culturali significativi        menti minerari o agricoli, dalla violenza inter-comunitaria,
                                                (come l’affermazione di nuove correnti musicali, di autori           non hanno nessun senso reale e funzionano solo sulla
                                                di letteratura o registi, che ottengono spazio e rilevanza           carta. Non aiutano quindi a risolvere le questioni circa chi
                                                internazionale), la lotta per la protezione delle risorse ge-        «ha il diritto» di entrare in Europa e chi no. Chi si può arro-
                                                netiche portata avanti da ampie coalizioni della società             gare il diritto di indicare «i sommersi ed i salvati»?3
                                                civile come AFSA (Alliance for Food Sovereignty in Afri-
                                                ca), l’attenzione per l’agroecologia e i mercati locali come
                                                strada per il futuro alimentare, il grande dinamismo eco-
                                                                                                                     1
                                                                                                                       Kapuściński R., Ebano, Feltrinelli, Milano 2000.
                                                                                                                     2
                                                                                                                       Olivier Piot, Incontro con i pionieri del “capitalismo africano”, arti-
                                                nomico e la crescita di una classe media e di nuovi ricchi           colo in Le monde diplomatique - edizione italiana, novembre 2017.
                                                (i membri del cosiddetto black business2).                           3
                                                                                                                       Riferimento al libro di Primo Levi I sommersi e i salvati in cui narra la
                                                                                                                     sua esperienza nei lager nazisti e l’arbitrarietà con cui si decideva, da
                                                Vi è un indubbio dinamismo, parallelo però all’incremento            parte dei kapò ma anche da parte di chi si trovava nel meccanismo
                                                di fasce di esclusione e disperazione. Raffinate operazioni          concentrazionario, chi poteva salvarsi e chi finiva nei forni crematori.

                         | 10 |                                                                                 | 11 |
previsioni di crescita della                                                              PERCENTUALE DI CRESCITA della
            popolazione mondiale (2017 - 2100)                                                         POPOLAZIONE AFRICANA (2017 - 2100)

                                                                                                                                                                       < 10%                        100%-250%
                                                                                                                                                                       10%-100%                     250%-500%
                                                              MONDO                                                                             TUNISIA
                                                                                                                                                  15%
                                                                                                                                                                                                    > 500%
                                                                                                MAROCCO
                                                                                                  22%

                                          10.000.000

 AFRICA                                                                                                                 ALGERIA                           LIBIA                EGITTO
                                                                                    SAHARA                                51%                              16%                  103%
                                                                                  OCCIDENTALE
 ASIA                                                                                132%
 EUROPA
 AMERICA LATINA/CARAIBI                   8.000.000                                             MAURITANIA
                                                                                                  251%                                                                                                    ERITREA
 NORD AMERICA                                                                     SENEGAL                         MALI                  NIGER                                                              191%
                                                                                                                  348%                                                         SUDAN
                                                                                    308%                                                794%                                    242%
 OCEANIA                                                                                                                                                   CHAD
                                                                                 GAMBIA                                                                    314%                                                DJIBOUTI
                                                                                  241%                                                                                                                           32%
                                                                                 GUINEA
                                                                                 BISSAU                                              NIGERIA
                                                                                  217% GUINEA               COSTA                      315%                                        SUD             ETIOPIA
                                                                                        280%
                                          5.000.000                                                        D’AVORIO                                         REPUBBLICA           SUDAN              137%
                                                                                                             326%                                          CENTRAFRICANA          240%
                                                                                      SIERRA LEONE                                                             201%
                                                                                          118%                                            CAMERUN
                                                                                                 LIBERIA               TOGO                 280€
                                                                                                   276%                 223% BENIN                                                                                  SOMALIA
                                                                                                                                                                                                 KENYA               435%
                                                                                                             GHANA           296%                                                                 185%
                                          4.000.000
                                                                                 ISOLE                        166%
                                                                                                                 BURKINAFASO
                                                                                                                                          GABON
                                                                                                                                           146%                    REP. DEM.                                  UGANDA
                                                                                                                    325%                                          DEL CONGO                                    398%
                                                                                 SAINT’ELENA    0%                                                                   365%
                                                                                 CAPO VERDE     30%                               CONGO                                                                       RUANDA
                                                                                                                                   348%                                                 TANZANIA               130%
                                          3.000.000                              RIUNIONE       6%                                                                                        430%
                                                                                 SEYCHELLES     15%                                                                                                           BURUNDI
                                                                                                                                                                                                               401%
                                                                                 MAURITIUS      26%
                                                                                 COMORE         165%                                                 ANGOLA
                                                                                 SAO TOME       197%                                                  480%
                                                                                 &PRINCIPE                                                                            ZAMBIA
                                          2.000.000                                                                                                                    452%

                                                                                                                                                                           ZIMBABWE
                                                                                                                                                                              146%
                                                                                                                                                    NAMIBIA                                      MALAWI
                                          1.000.000                                         2100                                                     130%          BOSTWANA
                                                                                                                                                                     64%
                                                                                                                                                                                                  306%

                                                                                                                                                                                            MOZAMBICO
                                                                                                                                                                                              355%
                                                                                 Nigeria                               793.942                                                                               MADAGASCAR
                                                                                                                                                                                           ESWATINI             283%
                                                                                                                                                                                             79%
                                                                                 Rep. Dem. Congo                       378.975                                     SUD
                                                                                                                                                                  AFRICA
2017         2030         2050   2100                  2017   2030 2050   2100   Tanzania                              303.832                                     34%
                                                                                                                                                                                        LESOTO
                                                                                 Etiopia                               249.530                                                            74%
                                                                                 Uganda                                 213.758

                                                                                 Egitto                                 198.748
                                                                                 Niger                                   192.187                              AFRICA
                                                                                 Angola
                                                                                 Kenya
                                                                                                                         172.861
                                                                                                                         142.124                              4.467.588
                                                                                 Sudan                                  138.648
                                                                                 Mozambico
                                                                                 Costa D’Avorio
                                                                                                                        135.046
                                                                                                                        103.563
                                                                                                                                                              MONDO
                                                                                 Altri 43 paesi                       1.438.892                               11.184.368
                                 | 12 |
Guerre e dittature in Africa:
                                                   lo stato attuale
                                                   piero confalonieri

                                                   Sembra esserci una maledizione per territori ricchi di ma-        altro tipo di spazi «artificializzati» e svuotati di relazioni
                                                   terie prime e risorse naturali, ma con una bassa capaci-          sociali (i grandi aeroporti, i centri commerciali), prendia-
                                                   tà delle istituzioni di garantirne uno sfruttamento soste-        mo a prestito questa espressione per indicare aree dove
                                                   nibile ed equo: l’espressione coniata per il Perù, che lo         si ammassano gli espulsi, discariche dove i «rifiuti umani»
                                                   definisce come un mendicante seduto su un giacimento              finiscono ai margini della storia. Gli slum delle grandi me-
                                                   d’oro, si può estendere a molti paesi africani. Non è un          tropoli africane crescono come neoplasie e accerchiano
                                                   caso se i grandi bacini diamantiferi dell’Angola, del Ca-         i centri urbani di origine coloniale: «Nel 2010, il 33% della
                                                   binda o del Congo, i giacimenti di idrocarburi del delta          popolazione urbana nelle regioni in via di sviluppo vive-
                                                   del fiume Niger, le miniere a cielo aperto di estrazione          va in baraccopoli. L’Africa subsahariana detiene il record
                                                   d’oro in Repubblica Democratica del Congo o di fo-                delle persone che vivono in tali baraccopoli: 199,5 milioni
                                                   sfati nella costa occidentale del Maghreb, siano anche            (61,7% della popolazione urbana)».3 Nel 2050, le città afri-

Capitolo I                                         zone di povertà e di tensione. Gli investimenti di imprese
                                                   straniere (occidentali, ma anche cinesi) sono parte di un
                                                                                                                     cane con più di 5 milioni di abitanti si stima saranno 35
                                                                                                                     con Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo-R-
                                                   meccanismo dalle molte sfaccettature e responsabilità,            DC) e Lagos (Nigeria) con oltre 30 milioni di abitanti (era-
                                                   che però spesso si concretizza nell’estrazione vorace di          no 3 nel 2010).
                                                   risorse non rinnovabili, lasciando territori distrutti e con un   Si stima che la densità di abitanti in Africa passerà dai 34
                                                   basso o nullo ritorno economico per le popolazioni locali         abitanti per Km2 del 2010 ai 70 ab./Km2 del 2050. Se-

«Il campo di Dadaab, in Kenya, è l’immagine        e provocando molte volte l’espropriazione e l’allontana-
                                                   mento dalle proprie terre o fenomeni come la corruzione,
                                                                                                                     condo il rapporto Un-Habitat del 20144 il 56% della po-
                                                                                                                     polazione urbana in Africa subsahariana vive in slum, in

immediata della desolazione e dell’assenza di      la prostituzione e lo sfilacciamento dei legami familiari.
                                                   Molteplici sono gli attori che svolgono un ruolo in que-
                                                                                                                     abitazioni fatiscenti, con insufficiente spazio vitale, senza
                                                                                                                     accesso all’acqua, ai servizi sanitari e a una adeguata si-

futuro. Nel campo sono nati ragazzi che oggi       ste tragedie: élites politiche locali corrotte, organizzazio-
                                                   ni criminali, notabili del posto. È un’economia predatoria,
                                                                                                                     curezza. Uno slum, scrive Davis, «è la zona d’impatto in cui
                                                                                                                     le forze centrifughe della città collidono con l’implosione

hanno 25 anni, li potremmo definire non-persone,   che saccheggia i territori per estrarre fino all’ultimo gram-
                                                   mo delle ricchezze presenti, siano metalli, idrocarburi, le-
                                                                                                                     della campagna».5 Oggi siamo di fronte a una urbaniz-
                                                                                                                     zazione «per espulsione».6 A Nairobi, capitale del Kenya,

nel senso che non hanno patria, tradizioni,        gname o altro. Esempio emblematico è l’estrazione dei
                                                   diamanti in Sierra Leone, che viene svolta in larga misura
                                                                                                                     come denuncia il rapporto di Amnesty International La
                                                                                                                     maggioranza invisibile, due milioni di persone (la metà

prospettive, certezze»                             in modo artigianale, poiché qui sono pietre in strati allu-
                                                   vionali che affiorano libere, a differenza di quanto avviene
                                                                                                                     della popolazione di Nairobi), vivono in insediamenti abi-
                                                                                                                     tativi precari, stipati nel 5% della superficie residenziale e
                                                   nei giacimenti in Sudafrica, dove si trovano incastonate in       nell’1% dei terreni su cui si estende la città. Milioni di per-
                                                   conglomerati rocciosi. Le condizioni di lavoro sono du-           sone – verrebbe da dire persone senza diritti e opzioni,
                                                   rissime per i molti ragazzi che, in un Paese con l’80% di         cittadini senza cittadinanza, non-persone – che vivono
                                                   disoccupazione, inseguono il miraggio dell’arricchimen-           in condizioni squallide a causa non solo della mancan-
                                                   to. I diamanti sono stati anche uno dei fattori determinanti      za dei servizi fondamentali, ma anche di discriminazione,
                                                   della guerra civile che tra il 1991 e il 2002 provocò almeno      insicurezza ed emarginazione. Gli abitanti degli slum di
                                                   120mila civili morti e migliaia di persone mutilate, donne        Nairobi intervistati nel rapporto di Amnesty Internatio-
                                                   violentate, bambini arruolati e traumatizzati per sempre.1        nal, descrivono una vita fatta di privazioni, aumento del
                                                   Si può parlare anche dell’Angola, un paese che, secondo           prezzo del cibo, mancanza di servizi sanitari ed educativi,
                                                   quanto scrisse A. Ferrari nel 2008, fornisce circa il 14%         persecuzione da parte delle autorità e costante minaccia
                                                   del fabbisogno cinese di petrolio ed è diventato uno dei          di sgombero forzato.7 Dietro l’etichetta generica di «ur-
                                                   partner principali della Cina. Il forte indebitamento del         banizzazione», si nasconde in molte capitali africane da
                                                   paese e la totale mancanza di trasparenza alimenta un si-         un lato l’affermazione di enclaves legate al business e agli
                                                   stema altamente corrotto.2                                        stili di vita occidentali; dall’altra l’incremento abnorme e
                                                                                                                     mostruoso di insediamenti dove la precarietà è la carat-
                                                   Effetto dell’estrazione di idrocarburi e di altri minerali o      teristica dominante.
                                                   dell’accaparramento di terre o acque, è l’espulsione (di-         Non–luoghi sono anche i campi profughi, che da solu-
                                                   retta o indiretta) di ampi settori della popolazione locale       zione temporanea per popolazioni in fuga da avvenimenti
                                                   da interi territori. Sebbene con l’espressione «non-luo-          specifici, spesso sono diventati agglomerati ormai de-
                                                   ghi», l’antropologo Marc Augé facesse riferimento a un            finitivi nella loro precarietà, come quelli che accolgono

                       | 14 |                                                                                   | 15 |
i palestinesi in Giordania e in altri paesi arabi dal 1948 e         L’intervento militare – prima francese e poi di un corpo
                                                                                                                                                                               L’estrazione dei diamanti viene svolta in modo
dal 1967, o quelli dei Saharawi esistenti dal 1976 in Algeria.
Secondo un dossier del 2015 dell’Istituto di Politica In-
                                                                     multinazionale di truppe africane con mandato dell’O-
                                                                     NU – ha domato solo superficialmente la ribellione, da un
                                                                                                                                       SIERRA LEONE                            artigianale con condizioni di lavoro durissime
ternazionale (ISPI), «nel 2012 quelli (campi profughi, ndr.)         lato estendendola verso il Burkina Faso e il Niger, dall’altro    Disoccupazione 80%                      I Diamanti sono complici della Guerra Civile
ufficialmente censiti erano 700, ma ce ne sono in realtà             de-strutturando il tessuto di identificazione nazionale e                                                 (1991 - 2002) che causò più di 120.000 morti civili
centinaia di altri che si sottraggono al conto».8 L’UNHCR,           dimostrando come il processo post-coloniale di costru-
nell’ultimo rapporto annuale Global Trends9, afferma che             zione di uno stato di diritto e indipendente sia tuttora in-
                                                                                                                                       ANGOLA                                         ~IL 14% del fabbisogno
                                                                                                                                                                               Fornisce
nel 2017 a livello globale ci sono stati 68,5 milioni di fug-        compiuto. Ad oggi la situazione è ancora insoluta.
gitivi (tre milioni in più rispetto al 2016). Il campo profughi      Diverso il contesto e gli attori, ma simili le dinamiche che                                              CINESE di PETROLIO (A. Ferrari, 2008)
di Bidi Bidi, in Uganda, raccoglie quasi 300mila profughi            tuttora insanguinano la Repubblica Democratica del
provenienti dal Sud Sudan. Il paese, che conta circa 45              Congo. Dal 1990, la lunga transizione e la fine del regime
milioni di abitanti, ospita complessivamente poco meno               di Mobutu Sese Seke, le costanti interferenze dei pae-
di un milione e mezzo di persone in fuga (dalla Repubblica           si vicini (in particolare del Ruanda), i dissapori tra gruppi
Democratica del Congo, dal Sud Sudan e dal Burundi10),
piazzandosi così al primo posto tra i paesi africani per
                                                                     etnico-culturali (strumentalizzati da alcuni attori per raf-
                                                                     forzare il controllo sulle risorse naturali), hanno generato
                                                                                                                                       KENYAAFRICA
                                                                                                                                             - 2010SUBSAHARIANA
                                                                                                                                                         33% della popolazione viveva in baraccopoli
numero di profughi ospitati (e al terzo a livello mondiale           una sconvolgente, ininterrotta guerra fratricida che ha
dopo Turchia e Pakistan). Il campo di Dadaab, in Kenya,              provocato circa 4 milioni di morti e altrettanti profughi.               AFRICA SUBSAHARIANA                            NAIROBI
è l’immagine immediata della desolazione e dell’assenza              Sconvolge la durata del conflitto, la sua brutalità, il nume-            Il 61,7% della popolazione                     Metà della popolazione
di futuro. Nel campo sono nati ragazzi che oggi hanno                ro delle vittime, l’affastellarsi di interessi diversi che però          (199,5 milioni) vive in baraccopoli            vive in insediamenti abitativi precari
25 anni, li potremmo definire non-persone, nel senso che             convergono nel lasciare intatte le radici della violenza.
non hanno patria, tradizioni, prospettive, certezze.
L’Etiopia è il terzo paese africano (il secondo è il Sudan)
che accoglie il maggior numero di profughi, 800mila se-
                                                                     Pochi anni fa è entrata in uso la definizione di «stati falli-
                                                                     ti»: entità statuali incapaci di esercitare pienamente la loro
                                                                                                                                       2050          Si stima saranno 35 le città africane con più di 5 milioni di abitanti

condo le stime dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite           autorità su tutto il territorio per periodi prolungati di tem-
per i rifugiati, molti nel campo di Dollo Ado. Secondo il            po. La Somalia appare come un esempio emblematico
sito Voci Globali: «l’84% dei rifugiati nel mondo è ospitato         di uno Stato che dal 1991, dopo la caduta di Mohammed
in Paesi a basso e medio reddito, 4,9 milioni di persone             Siad Barre (presidente ormai da un ventennio), si è sgre-                                   Una nuova ribellione della popolazione TUAREG
sono accolte dunque in territori definiti poveri. Tra i die-         tolato tornando a una vecchia divisione tra clan, spesso          MALI       2011           ha conquistato in pochi mesi tutto il nord
ci Paesi che nel 2016 hanno ospitato un maggior numero               sotto il controllo di interessi politici locali o di potenze
di persone in fuga, cinque sono africani: Etiopia, Kenya,
Uganda, Repubblica Democratica del Congo e Ciad.
                                                                     esterne, oppure legati a mafie e trafficanti.
                                                                     Caduto il governo autoritario di Barre, il Paese si è fran-       REP. DEM.                 Dal 1990 l’ininterrotta GUERRA FRATRICIDA ha
L’Uganda, da solo, ospita un numero di rifugiati nei campi           tumato in territori dominati da milizie locali. I signori della   CONGO                     provocato circa 4 milioni di morti e altrettanti profughi
profughi sul proprio territorio superiore al numero totale           guerra si finanziano con la tassazione, la pirateria, i rapi-
di persone accolte in tutta l’Unione europea».11                     menti, il traffico illegale di armi, droga e probabilmente
                                                                     rifiuti tossici provenienti dall’Europa (un tema sul quale si
Tra i frutti tossici lasciati dall’epoca coloniale, vi è il “capo-   presume stesse indagando la giornalista italiana Ilaria Alpi
                                                                                                                                                                dopo la caduta di Siad Barre dal 1991 si è sgretolato
lavoro” di confini disegnati con il righello nelle cancellerie       uccisa assieme al cineoperatore Miran Hrovatin il 20 mar-         SOMALIA                  tornando a una vecchia divisione tra clan
europee, ignorando o deliberatamente separando le co-                zo 1994). Mantenere il conflitto costante senza mai risol-
munità culturali locali, unendo sotto una stessa bandiera            verlo diviene un obiettivo di questi interessi locali forag-
nazionale gruppi dalle identità culturali diverse. Il risultato      giati da supporti esterni. Il movimento degli Al-Shabaab,
                                                                                                                                                                Nato dopo la seconda guerra civile sudanese, dopo
è che molti Paesi africani comprendono ampie comples-
sità etnico-culturali, che in periodi di crisi danno vita a
                                                                     di ispirazione jihadista, in parte assorbe queste milizie, ma
                                                                     non rompe questa logica economico-militare di «guerra
                                                                                                                                       SUD SUDAN                3 anni dalla costituzione dello stato c’è una nuova guerra civile
fratture e conflitti. Nella fase odierna, tramontato defini-         a bassa intensità», che continua a produrre vittime e rap-
tivamente l’assetto bipolare del mondo (periodo 1945-                presenta un pericoloso focolaio d’instabilità regionale.
                                                                                                                                                                Privo di sbocchi sul mare ma pieno di concessioni
1989, dominato dal confronto USA-URSS) e con molteplici              Un altro esempio è il paese più giovane del pianeta, il
potenze globali e regionali che si confrontano, vi sono              Sud Sudan, riconosciuto come entità statale indipen-                                       per l’estrazione di petrolio e gas naturale
ampi spazi per l’emergere di forze centrifughe in molti              dente dalla comunità internazionale dopo il referendum
paesi africani.                                                      nel 2011, che ha segnato la fine della guerra interna tra le
                                                                                                                                                                Nel 1991 si conclude una lunga guerra di liberazione con un
Il caso del Mali è emblematico. Negli ultimi mesi del 2011,
una nuova ribellione della popolazione tuareg, che vive
                                                                     regioni del sud e lo stato del Sudan (la cosiddetta secon-
                                                                     da guerra civile sudanese che è costata più di 1,9 milioni        ERITREA                  movimento politico diventato poi più tirannico del precedente
nel nord del Paese, si è saldata con il flusso di uomini e           di morti e 4 milioni di profughi). Dopo appena tre anni
armi provenienti dalla Libia post-Gheddafi, conquistan-              dalla costituzione del nuovo Stato, privo di sbocchi sul
do in pochi mesi tutto il nord, un territorio grande quasi           mare ma pieno di concessioni per l’estrazione di petrolio                                  Negli ultimi 10 anni si stima siano fuoriusciti
il triplo dell’Italia. La regione – tra le altre cose al cen-        e gas naturale, è piombato in una nuova guerra civile, che                                 400mila giovani (su una popolazione di 6 milioni)
tro delle rotte del narcotraffico – era fuori controllo già          oppone il presidente della repubblica al suo vicepresi-
da alcuni anni. Dall’inizio del 2012 la situazione si è però         dente. Diversi analisti affermano che il primo rappresen-
sempre complicata: all’iniziale rivendicazione “etnica” dei          ta e mobilita a suo favore la popolazione di etnia Dinka,
tuareg si è sovrapposta e imposta la galassia jihadista.             mentre il secondo è un Nuer e ha dalla sua parte questo

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gruppo etnico. Una spiegazione del fallimento del Sud
Sudan basata unicamente sul fattore etnica, però, non
                                                                            ni acuti di degrado irreversibile di ecosistemi e da studi
                                                                            scientifici di monitoraggio ambientale. Il continente africa-                           Principali materie prime e
regge. Bisogna infatti considerare che le ingenti risorse
del sottosuolo (petrolio, oro, rame, zinco, uranio, diamanti,
                                                                            no è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici.
                                                                            La variabilità climatica, la crescente pressione demo-
                                                                                                                                                                    minerali estratti in Africa
tungsteno e molte altre risorse minerarie) rappresentano                    grafica, le pratiche estrattive e il cambiamento climatico
una posta in gioco assai golosa. L’amicizia tra il giovane
governo sud-sudanese e la Cina non è piaciuta a molti
                                                                            globale sono tendenze che impattano sulla biodiversità e
                                                                            che si alimentano reciprocamente. Secondo un’indagine
                                                                                                                                                                            MONDO                    AFRICA
governi e imprese occidentali. Ad oggi la guerra civile nel                 di Verisk Maplecroft, società di consulenza sul rischio cli-
Sud Sudan avrebbe causato circa 300mila morti e un’on-                      matico13, dei dieci paesi al mondo più esposti agli effet-
data di 2 milioni di sfollati.                                              ti del cambiamento climatico, otto sono africani. La lista
A volte la distanza tra Stati fragili e Stati forti non è così              secondo un indice di vulnerabilità presentava nel 2016 al
ampia. Anzi, spesso si è verificato che dalle ceneri di                     primo posto il Ciad, seguito da Bangladesh, Niger, Hai-
uno Stato indebolito e smembrato sorgano uomini forti e                     ti, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan, Nigeria, Sudan,
governi autoritari. La storia dell’Eritrea è in questo senso                Guinea Bissau, Repubblica Democratica del Congo.
emblematica: una lunga guerra “di liberazione” dall’occu-                   I paesi con basso reddito procapite, ridotta solidità isti-

                                                                                                                                                       COBALTO                 TITANIO                            ORO
pazione etiope si concluse nel 1991 con la presa del po-                    tuzionale ed economie dipendenti, sono i più esposti agli
tere di un movimento politico che è diventato, soprattutto                  impatti dei repentini cambiamenti climatici. Il recente do-
a partire da quando si riacceso lo scontro con l’Etiopia                    cumento della Banca Mondiale The Changing Wealth of
nel 1998, sempre più tirannico. Negli ultimi 10 anni si sti-                Nations 2018 introduce un nuovo indicatore denomina-
ma siano fuoriusciti 400mila giovani su una popolazione                     to «Risparmio Netto Rettificato». Indica le variazioni nella               CONGO        54,7%    SUD AFRICA           17,4%   SUD AFRICA             4,4%
di sei milioni di eritrei. Chi resta è sottoposto a controllo               ricchezza economica considerando anche il patrimonio                       ZAMBIA        3,9%    MOZAMBICO             7,3%   GHANA                    4%
poliziesco, la leva militare è obbligatoria e lunghissima, i                ambientale e culturale. È quindi preferibile al «Prodotto                  ALTRI 6       7,8%    ALTRI 4             12,5%    ALTRI 29              12,8%
diritti umani invece calpestati. Attualmente il Corno d’Afri-               Interno Lordo», che non considera l’esaurimento delle ri-
ca (e includendo anche Sud-Sudan, Sudan ed Egitto) si                       sorse naturali non rinnovabili e l’inquinamento.
trovano al centro delle contrastanti politiche di egemonia                  Nell’ultima indagine a livello mondiale (con dati dal 1990 al
regionale di Arabia Saudita da un lato, e Qatar dall’altro.                 2015), la Banca Mondiale conclude che l’Africa Sub-saha-
«Le mutevoli alleanze in Medio Oriente hanno innescato                      riana ha perso circa 100 miliardi l’anno di Risparmio Netto
trasformazioni geopolitiche senza precedenti nel nordest                    Rettificato, essendo stata «l’unica regione con livelli nega-
dell’Africa».12 Su un piano più complessivo, una lunga fa-                  tivi, il che indica come le politiche di sviluppo non stiano
scia d’instabilità divide il continente in due: dalla Soma-                 promuovendo una crescita economica sostenibile. L’esau-
lia con riflessi su tutto il Corno d’Africa, alla regione dei               rimento delle risorse naturali è certamente uno dei fattori
Grandi Laghi (Rwuanda, Burundi e RDC), alla Repubblica                      determinanti dei valori negativi del Risparmio Netto Rettifi-
Centroafricana e poi alla Nigeria, e al Niger-Mali. Non a
caso, proprio da questi paesi proviene parte consistente
                                                                            cato nella regione». La crisi ambientale genera i cosiddetti
                                                                            «rifugiati climatici». Questa lunga lista di crisi sociali e disa-          PLATINO              DIAMANTI                      DIAMANTI
dei flussi migratori verso l’Europa.                                        stri ambientali, di concentrazioni di potere e svuotamento                                            (GEMME)                     (INDUSTRIALI)
                                                                            di istituzioni, non avviene però senza reazioni e resistenze
Senza cadere nell’eco-pessimismo, è innegabile che si                       da parte della popolazione. Sarebbe una visione parzia-                                          BOTSWANA             19,3%   CONGO                 24,7%
abbia la sensazione di essere giunti ad un punto di non                     le, colpevole e priva di attori sociali; nella realtà, i processi
                                                                                                                                                       SUD AFRICA   71,7%
                                                                                                                                                       ZIMBAWE       8,1%    ANGOLA              10,7%    BOTSWANA              12,4%
ritorno nell’impatto delle attività umane sull’ambiente. Sen-               descritti si sviluppano con un alto grado di protagonismo
                                                                                                                                                                             ALTRI 12             12,6%   ALTRI 12              15,9%
sazione confermata dalle evidenze empiriche di fenome-                      di associazioni, gruppi d’interesse, categorie.

1
  Casale E., I diamanti della guerra, reportage in Missioni consolata,      7
                                                                               Amnesty International, Kenya. The unseen majority: Nairobi’s two
luglio 2015, p. 35-50.                                                      million slum-dwellers, giugno 2009.
2
  Ferrari A., Africa gialla. L’invasione economica cinese nel conti-        8
                                                                               Rufini G., La difficile ricerca di una normalità: la vita in un campo

                                                                                                                                                                               GAS
nente africano, Utet, Torino 2008.                                          profughi, ISPI, 19 giugno 2015, p. 1-2.
3
  Dipartimento di Economia e Affari sociali delle Nazioni Unite, World      9
                                                                               UNHCR, Global trends. Forced displacement in 2017, 25 giugno
Urbanization Trends 2014 - Key Facts, 2014, n. 1 (http://bit.ly/2KH2diT)    2018 (https://www.unhcr.org/5b27be547).
  UN Habitat,The Challenge of Slums - Global Report on Human                   Attanasio L., Uganda, la missione dei comboniani nel più grande
                                                                                                                                                         RODIO               NATURALE                      PETROLIO
4                                                                           10

Settlements 2003.                                                           campo profughi al mondo, su La Stampa, 2 settembre 2018
5
  Davis M., Il pianeta degli slum, Feltrinelli, Milano 2006.                (http://bit.ly/2IBbh68).
6
  Ci si riferisce qui all’analisi di Mike Davis per cui mentre nei secoli   11
                                                                               Caporale A., Profughi e rifugiati, è l’Africa che ne accoglie il nu-
XIX e XX vi è stata una urbanizzazione «per attrazione» dovuta alla         mero più alto, su Voci globali, 12 luglio 2017 (http://bit.ly/2Wx3eBj).    SUD AFRICA   80,8%    ALGERIA              2,6%    NIGERIA                  2%
crescita dell’economia industriale che richiedeva mano d’opera,             12
                                                                               Nyabola N., L’Africa fa gola ai paesi del Golfo, su The Cairo Review    ZIMBABWE      5,5%    NIGERIA              1,3%    ANGOLA                   2%
oggi si è di fronte al fenomeno inverso: migliaia di persone si dirig-      of Global Affairs, traduzione italiana Internazionale, n. 1290, 18 gen-
ono verso le città africane perché non è più possibile vivere nelle         naio 2019.                                                                                       ALTRI 10             1,8%    ALTRI 16               4,4%
loro zone d’origine.                                                        13
                                                                               Riportata da Rinnovabili.it, 6 novembre 2015 (http://bit.ly/31n6Ap4).
                                                                                                                                                                                                          Fonte: World mining data, 2016

                                                                        | 18 |                                                                                                          | 19 |
Dadaab, il terzo non-luogo più grande al mondo
                             R. P.
                                                                                                                                                                                   DADAAB

Dadaab è una cittadina del Kenya, situata nella parte          regole e i suoi spazi: nei campi ci sono scuole, stazioni
orientale del paese, vicino al confine con la Somalia.         di polizia e tende, ma anche case costruite con cal-
Ospita 4 campi profughi gestiti dall’UNHCR: Haga-              cestruzzo e mattoni. Ci sono persone nate e cresciute
dera, Dagahley, Ifo e Ifo 2. Un altro campo, quello di         lì, che non hanno visto altro in tutta la vita, mentre altre
Kambioos, è stato chiuso nel marzo del 2017, mentre si         entrano ed escono dal campo: vanno a cercare lavoro
consolidava il campo Ifo 2.                                    a Nairobi o in altre città del Paese, non avendo in realtà
                                                               un vero e proprio posto sicuro dove tornare.
Di fatto, Dadaab è un unico enorme refugee camp, il
terzo più grande al mondo, dopo il Kutupalong in Ban-          Il destino dei campi è tutt’altro che certo. Circa 2 anni                          KENYA
gladesh (dove vivono circa 890mila rifugiati, per lo più       fa, il governo del Kenya ha tentato di chiuderli per mo-
Rohingya) e il Bidi Bidi in Uganda (con circa 285mila          tivi di sicurezza. Nairobi, infatti, affermava che si fos-
persone provenienti prevalentemente dal Sud Sudan).            sero trasformati in covi di estremisti. A bloccare tut-
                                                               to, a febbraio del 2017, ci ha pensato l’Alta Corte del                                             CAMPO
Secondo i dati dell’UNHCR, ad aprile 2018 erano pre-           Kenya, che ha definito il provvedimento del governo                                                 DAGAHALEY
senti oltre 225mila persone, di cui circa il 58% giovani.      come discriminatorio. Da allora tutto è rimasto fermo,
La stragrande maggioranza – circa 216mila – sono so-           fino a poche settimane fa. A febbraio 2019, infatti, Ra-
mali. Ci sono poi persone provenienti da Etiopia, Sud          dio France International (RFI) ha diffuso la notizia che il
Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Burun-                ministero degli Esteri del Kenya avrebbe richiesto alle
di, Uganda, Sudan, Ruanda, Eritrea e da altri paesi.           Nazioni Unite di ricollocare le centinaia di migliaia di
L’UNHCR riporta che ad aprile 2018 i fondi necessa-            persone presenti nel campo.
ri per i campi ammontavano a 194,4 milioni di dollari.
Quelli ricevuti, però, si fermavano al 19% (36,3 milioni di    Nella lettera inviata all’UNHCR dal governo keniano si
dollari): mancavano all’appello oltre 158 milioni di dol-      chiede di iniziare entro sei mesi lo spostamento dei
                                                                                                                                                                     CAMPO
lari, cioè l’81%. La scarsezza di risorse, ovviamente, ri-     residenti in Somalia, che si ritiene ormai stabilizzata, o                                            IFO 2
verbera le sue conseguenze sulla qualità dell’assisten-        in altri paesi. In realtà, la Somalia non è ancora un posto
za internazionale che è possibile fornire alle migliaia di     sicuro in cui vivere. Cosa dimostrata anche dal fatto
persone ce vivono nei campi.                                   che molti di coloro che vi erano tornati con i prece-
                                                               denti piani di rimpatrio volontario organizzati dalle Na-
Il primo campo fu creato nel 1991, quando chi scappava         zioni Unite, dopo poco tempo sono fuggiti di nuovo                                                              CAMPO
dalla guerra civile in Somalia è arrivato in Kenya. Si trat-   e tornati a Dadaab. Per di più, la chiusura dei campi,
                                                                                                                                                                               IFO
tava di circa 130mila persone. Da allora, quello che era       oltre a creare grossi problemi per l’economia locale,
stato pensato come soluzione temporanea è diventato            basata in gran parte sugli scambi con i profughi, po-
un insediamento stabile, le cui dimensioni sono costan-        trebbe provocare un esodo senza precedenti e un’e-
temente cresciute. Di fatto, un non-luogo con le sue           mergenza umanitaria su vasta scala.

  58% Della popolazione di Dadaab sono BAMBINI              (DATI AL 15 APRILE 2018)

  75.744 Rifugiati Somali RIENTRATI VOLONTARIAMENTE A CASA dal Dicembre 2014                                                                                         DADAAB
  Popolazione totale di Dadaab
                                                                                                    225.557
  216.992 Del totale vengono dalla SOMALIA                                           8.565 VENGONO DA:                                                                         CAMPO
                                                                                       ETIOPIA             7.237                                                               HAGADERA
                                               36.6 MLN                                SUD SUDAN
                                                                                       CONGO
                                                                                                           996
                                                                                                           112
   194.4 MLN RICHIESTI                         FONDI RICEVUTI
                                                                                       BURUNDI             77
   PER IL KENYA                                158.1 MLN                               UGANDA              61
                                               FONDI NON RICEVUTI                      SUDAN               56
                                                                                       ALTRI               26
                                                                                                                              Fonte: UNHCR 2012

                                                          | 20 |                                                                                          | 21 |
2010
                                                                                   Popolazione totale
                                                                                   Africa Sub-Sahariana
2014                                                                               Popolazione SLUM
                                                                                   Africa Sub-Sahariana
       classifica
          50 ml 100 ml dei
                        150 ml10 slums
                                 200 ml     più300
                                        250 ml  grandi
                                                   ml 350 ml al mondo
                                                                                                                                      Gli Slums: gli effetti di un esodo
                                                                                                                                        globale verso le metropoli
                                                                                                                                                      R. P.

                                                                              4
                                                       MANSHEYA NASIR              A LIVELLO
                                                          (EGITTO)                 MONDIALE                 La rapida urbanizzazione è un fenomeno che riguarda           abitanti, raccoglie più o meno il 60% della popola-
                                                           1.5 MLN                                          tutto il mondo, dovuto a diversi fattori. Enormi masse        zione della capitale Nairobi. L’acqua potabile è prati-
                                                                                                            di persone sono spinte verso i grandi centri urbani in        camente inesistente, mentre la corrente è un lusso di
                                                                                                            cerca di lavoro e con la speranza di una vita migliore.       cui può godere solo il 20% delle abitazioni dello slum.
                                                                                                            Centri urbani che però non sono in grado di assorbire         L’unica assistenza medica è quella offerta da Ong e
                                                                                                            un simile esodo. Così nascono gli slums, baraccopo-           organizzazioni internazionali.
                                                                                                            li che sorgono intorno alle grandi metropoli, dove si

                                                                                       2
                                                                                                            ammassano milioni di persone in condizioni di vita a          Il secondo slum per grandezza (quarto al mondo) è
                                                                                            A LIVELLO                                                                     quello egiziano di Manshiet. Un milione e mezzo di
                                                                                            MONDIALE        dir poco precarie. In questi luoghi manca tutto: servizi
                                                                                                            primari, cibo, lavoro, sicurezza, per non parlare della       persone ammassate vicino a El Cairo in cerca di un
                                                                                                            possibilità concreta di una vita migliore.                    lavoro. Al suo interno ci sono moltissimi profughi su-
                                                                                                                                                                          danesi in fuga dalla carneficina del Darfur.
                                                                                                            Non si tratta di un fenomeno marginale. Secondo i dati
                                                                                                            di UN-Habitat (United Nations Human Settlements Pro-          Subito dopo, al terzo posto in Africa e al quinto nel
                                                                                                            gramme), l’Agenzia delle Nazioni Unite il cui compito         mondo, c’è lo slum sudafricano di Khayelitsha, che
                  MAKOKO                                                                                    è favorire un’urbanizzazione socialmente e ambien-            conta 1,2 milioni di persone, di cui il 90% nere. Lo slum
                  (NIGERIA)                                                                                 talmente sostenibile, nel mondo circa un miliardo di          è sorto intorno al 1983 quando ai neri che arrivano a
                    110 ML                                                                                                                                                Città del Capo in cerca di lavoro era vietato vivere ne-
                                                                                                            persone vive in slums: una persona su otto. Si tratta

              9    A LIVELLO
                   MONDIALE
                                                                         KIBERA
                                                                                                            di un quarto dell’intera popolazione urbana mondiale.
                                                                                                            Nei paesi in via di sviluppo, circa 881 milioni di persone
                                                                                                                                                                          gli stessi quartieri dei bianchi. Per tragica ironia, nella
                                                                                                                                                                          lingua degli Xhosa (il secondo gruppo etnico del Sud
                                                                                                                                                                          Africa dopo gli Zulu), khayelitsha significa «casa nuova».
                                                                                                            vivono in questi luoghi.
                                                                         (KENYA)
                                                                         2.5 MLN                            Il dato è tanto più preoccupante in una prospettiva sto-      Al nono posto a livello globale c’è il quarto slum
                                                                                                            rica: nel 1990 le persone costrette a vivere nelle barac-     africano per grandezza. È quello nigeriano di Makoko,
                                                                                                            copoli erano “solo” 689 milioni. Si tratta di un aumento      detto anche «Venezia d’Africa» perché la maggior
                                                                                                            del 28% in numeri assoluti. Dal 2000 la popolazione           parte delle abitazioni è costituita da palafitte collega-
                                                                                                            globale degli slums è cresciuta di sei milioni l’anno, cioè   te tra loro da canali. La maggior parte degli abitanti
                                                                                                            16.500 persone al giorno. Nell’Africa Sub-Shariana circa      – circa 110mila – provengono dal Togo e dal Benin.
                                                                                                            il 59% della popolazione vive in slums.
                                                                                                                                                                          Si tratta di situazioni che, se le cose non cambieran-
                                                                                                            Non è un caso tra i dieci più grandi slums del mon-           no radicalmente, sono destinate a peggiorare in tut-
                                                                                                            do, quattro siano africani. Il più grande è Kibera, in        to il mondo e, ovviamente, in Africa. Le previsioni di
                                                                                                            Kenya, che si piazza al secondo posto a livello mon-          UN-Habitat, infatti, affermano che entro il 2050 saran-
                                                                                                            diale (dopo Neza-Chalco-Itza, in Messico, che conta           no 1 miliardo e 200 milioni gli africani costretti a vivere
                                                                                                            4 milioni di persone). Kibera, con circa 2,5 milioni di       negli slums.

                                        KHAYELITSHA
                                        (SUD AFRICA)
                                           1.2 MLN
                                                             5   A LIVELLO
                                                                 MONDIALE                                   2000

                                                                                                                                                                                                                 Popolazione totale
                                                                                                                                                                                                                 Nord-Africa
                                                                                                            2005
                                                                                                                                                                                                                 Popolazione SLUM
                                                                                                                                                                                                                 Nord-Africa
   10. Rocinha, Brazil – 69 mila persone           5. Khayelitsha, Sud Africa – 1,2 milioni di persone
   9. Makoko, Nigeria – 110 mila persone           4. Manshiet, Egitto - 1,5 milioni di persone             2010
   8. Cité Soleil, Haiti - 241 mila persone        3. Orangi Town, Pakistan - 1,8 milioni di persone                                                                                                             Popolazione totale
                                                                                                                                                                                                                 Africa Sub-Sahariana
   7. Petare, Venezuela - 370 mila persone         2. Kibera, Kenya - 2,5 milioni di persone                2014                                                                                                 Popolazione SLUM
   6. Dharavi, India – 1 milione di persone        1. Neza-Chalco-Itza, Messico – 4 milioni di persone                                                                                                           Africa Sub-Sahariana
                                                                                                                             50 ml      100 ml      150 ml      200 ml        250 ml   300 ml      350 ml

                                                                                        (Fonte Ispi 2015)

                                                                                                                                                                     | 23 |

                                                                                                                                                                               MANSHEYA NASIR                    A LIVELLO
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