L'eco di TRAVAGLIATO Dicembre 2020 numero 2 - parrocchia di Travagliato
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in copertina Confessioni Ogni Sabato 16.30/18.30 Battesimi Ogni prima Domenica del mese alternando al mattino ore 11,15 Nota della redazione (nella Messa) e al pomeriggio ore 16,00 (senza messa) dopo adeguata preparazione La forma di comunicazione «cartacea» per antonomasia Funerali della nostra parrocchia, cioè Maiolica presso la casa di riposo don Angelo Colombo di Travagliato. Ogni giorno il nostro ECO, già contrat- escluso le domeniche e giorni di festa Ore 10.00 oppure ta per le restrizioni che ben sommario Ore 14.30 da Novembre a Marzo conosciamo, si è giustamen- Ore 16.00 da Aprile a Ottobre te concentrata nella seconda La pienezza dei tempi 3 parte dell’anno sui momenti Grazie don Mario 4 Qual è il vestito buono da indossare? ORARIO SS. MESSE salienti collegati all’avvicen- A quale festa siamo invitati? 6 Festivo damento del parroco. Un Natale difficile 9 dal 1 Ottobre al 31 Maggio Visto che con questo numero L’incontro si fece carne 11 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.15 riprendiamo, per così dire, il Coronavirus. Non salvare il Natale 17 (presso Lourdes) - 18,30 “filo del discorso”, per inizia- ma farci salvare 12 re col passo giusto si è scelto La morte, il dolore, la paura... Leggere la Bibbia dal 1 Giugno al 30 Settembre di dare spazio a numerose ri- al tempo del coronavirus 13 Festivo flessioni che possono aiutar- Don Lino... sacerdore, amico, fratello 15 7.00 - 8.30 - 10.00 ci, come comunità credente Nomina del diacono Giuliano 16 17,00-20,00 presso S. Maria dei Campi di Travagliato, a ritrovarci Anniversari di matrimonio 17 intorno alle cose importan- La famiglia è viva, evviva la famiglia 19 Feriale ti della nostra fede e, conse- Scuola materna S. Giuseppe 20 7.00 - 8.30 - 18.30 in Chiesa Parrocchiale guentemente, a vivere nel mi- Scuola materna parrocchiale 21 glior modo possibile il Natale Anch’io c’ero con tanti altri 22 del Signore e il nuovo anno Covid-19 il passaggio di un’epoca 23 ORARI DI APERTURA Casa Canonica liturgico. Oratorio 24 dal Lunedì al Sabato Alla redazione sono perve- Commissione Caritas 30 9.00/11.00 e 16.00/19.00 nuti numerosi contributi (po- Gruppo Missionario 32 Ufficio Parrocchiale esie, pensieri, recensioni di Accadeva 34 Lunedì chiuso piccole monografie) da parte Onlus 36 Martedì 17,00/19,00 di singole persone desidero- Il Concorso 37 Mercoledì 9,00/11,00 se di condividere con i lettori Poesie 38 Giovedì chiuso Anagrafe parrocchiale 41 Venerdì 17,00/19,00 dell’Eco il loro sentire. I limiti La generosità dei travagliatesi 43 Sabato 9,30/11,00 di spazio ai quali siamo vin- Auguri ed orari funzioni natalizie 44 colati non ci hanno permesso Segreteria Oratorio di pubblicare tutto, ma il ma- Mercoledì e Venerdì teriale che non ha potuto tro- Dicembre 2020 - Nº 2 dalle ore 20,30 alle ore 22,00 vare spazio in questo numero, Direttore Editoriale: Sac. Tino Decca TELEFONI UTILI potrà, compatibilmente con le Casa Canonica 030 660088 Redazione: Mina Ossoli - Giampietro Rigosa contingenze che si potranno Ufficio Parrocchiale 030 660529 venire a creare, essere tenuto Impaginazione e stampa Segreteria Oratorio S. Michele 030 6864168 Tipografia ELC • Travagliato (Bs) in considerazione per quelli Curato Sant’Agnese 030 6865312 Caritas Parrocchiale 347 2163810 successivi. Autorizzazione del Trib. di Brescia Radio Parrocchiale 030 661401 n. 19/82 del 3/4/1982 2 sommario l’eco di TRAVAGLIATO
La pienezza dei tempi Carissimi fratelli e sorelle, amici di autorità. Un dittatore governava storia; anche della nostra storia tri- Travagliato. quelle terre. Come se non bastasse bolata di questo periodo assurdo. “Vi Per la prima volta scrivo questa lette- l’imperatore romano aveva indetto annuncio una grande gioia… oggi ra sull’Eco, il nostro giornalino par- perfino un censimento. Da qui l’in- è nato per voi il Salvatore”. Oggi: rocchiale. Da poche settimane sono sorgere dei moti di resistenza. da quando è stata pronunciata que- qui in mezzo voi. Ma desidererei che Una coppia di giovani sposi, Maria sta parola ogni buona notizia ha un questa lettera aprisse un dialogo tra e Giuseppe, avevano accolto il con- oggi e ogni oggi ha una grande gio- me e voi, da portare avanti nel tem- cepimento del loro figliolo mettendo ia annunciata. Forse siamo invitati a po che la Provvidenza ci concederà in crisi la loro relazione di sposi pro- vivere il nostro “oggi” come l’oggi di vivere insieme. Mi è difficile ri- messi. La paura del ripudio prima, della storia della salvezza, l’unico cordare i vostri volti, per il sempli- la nascita lontano da casa e in una momento nel quale Dio manifesta ce motivo che ancora non li ho visti. grotta poi, infine la fuga in Egitto, la Sua Misericordia e viene incontro Coperti dalle mascherine che dob- terra straniera, per salvare il bam- alle nostre povertà. La pienezza è biamo indossare per proteggerci a vi- bino. Insomma nulla a che fare con una persona: Gesù. cenda, incrocio gli sguardi che cerca- una pienezza dei tempi tranquilla. Ed è con questi sentimenti che ci no di dirsi qualcosa. E anche la voce, Dio arriva in quel periodo particola- apprestiamo a vivere questo Nata- filtrata da questi dispositivi, sembra re della storia di quel popolo come le. Desidererei abbracciarvi tutti per ovattata in una situazione surreale una luce e nel trambusto della vita scambiarci i nostri primi auguri nata- alla quale ci stiamo abituando. di una giovane coppia. Un periodo lizi: lo faremo appena sarà possibile. E Natale è alle porte. Mai come in tribolato per tutti. Intanto costruiamo rapporti solidi di questo anno particolare abbiamo de- Eppure in quel buio si accende una amicizia con chi possiamo vedere e siderato che qualcosa di bello potes- luce: la Luce vera. In quelle contrad- non lasciamoci rubare la bellezza del se succedere. Sembra che le luci non dizioni è annunciata “la pace agli uo- Dio con noi. Quel Bambino sorrida vogliano illuminare le nostre città e mini che Dio ama”. Si rincorrono gli a noi, alla cara città di Travagliato e che nelle nostre case si vivrà un pe- inviti a Giuseppe di “non temere”, continui a donarci il suo amore. riodo sottotono. Onestamente, chi ha di vivere i propri sogni di giovane Buon Natale voglia di festeggiare in questo perio- papà. Colui che viene è il senso della Don Tino do storico? Il desiderio del Natale si scontra con la realtà precaria, incerta e di sofferenza. Addirittura gli spot pubblicitari natalizi che riempivano le trasmissioni televisive sembrano fuori luogo, creando così un contra- sto evidente tra la festa e il dolore. Come si può festeggiare, se non si è più certi di nulla. Prendo in prestito l’espressione “giunta la pienezza dei tempi”, che risuonerà nelle prossime liturgie. Il Mistero nascosto, atteso da secoli, giunge in questa pienezza. Inten- diamoci sul significato di pienezza. Potremmo pensare ad un periodo di pace cosmica, dove i popoli del mon- do si sentono amici. Oppure crede- re che l’Incarnazione di Suo Figlio possa accadere in una famiglia pre- parata, gioiosa di accogliere il dono della vita. Eppure noi sappiamo che, in quel periodo, il popolo eletto era sotto la dominazione romana che lo opprimeva, affermando la propria l’eco di TRAVAGLIATO eco parrocchiale 3
Grazie don Mario Grazie don Mario Non sono mancati, poi, momenti di “messo l’anima” per allestire il palco Il momento di passaggio di un par- festa, sottolineati dalle note della a cui faceva da sfondo una maestosa roco da una comunità ad un’altra nostra banda cittadina: il taglio del scenografia, collocarvi l’altare e le destano sempre grande commozione nastro alle opere di riqualificazione attrezzature necessarie, predisporre e senso di gratitudine. Così, ultima- degli spazi esterni del nostro orato- le sedie mantenendo il dovuto di- mente, è stato per noi travagliatesi rio; il brindisi comunitario e, la sera stanziamento, preparare ogni tappa che all’inizio di settembre abbiamo della domenica, un momento d’in- di questo importante evento. salutato don Mario dopo anni di frut- trattenimento. Da pochi giorni erano terminati i la- tuoso ministero fra noi. Grazie don Mario, faremo tesoro vori di ammodernamento della zona In quei giorni, ricordo, tanti trava- della tuoi insegnamenti e della tua esterna e questo dava nuovo lustro gliatesi sono passati dalla canonica amicizia. Il Signore e Maria santissi- all’Oratorio. In questa splendida cor- per un saluto e per esprimere la loro ma ti benedicano e ti accompagnino nice, sabato sera è stata concelebrata generosità. La “cassetta delle lette- sempre con la loro protezione la s. Messa presieduta da don Mario, re” di cartone, che avevamo costru- don Claudio momento culminante della festa e ito perché ognuno potesse lasciare i vissuta con profondo raccoglimento. propri messaggi a don Mario che ci Il tempo dell’aperitivo e del pane e lasciava, al momento della consegna ORATORIO, ESPRESSIONE salamina ha permesso ai presenti di era colma di messaggi. DI UNA COMUNITà IN FESTA scambiarsi i saluti e di chiacchierare Permettetemi di esprimervi il grazie fraternamente. da parte di noi sacerdoti, del Con- Sabato 5 e domenica 6 settembre, La serata successiva è stata invece siglio Pastorale Parrocchiale e del come ben ricordiamo, abbiamo sa- occasione di svago, in cui gli ado- Consiglio parrocchiale per gli Affari lutato don Mario, al termine del suo lescenti e i giovani hanno fatto da Economici per la vostra gentilezza mandato di parroco nella nostra co- “collante”, esprimendo la loro vita- e generosità e per i messaggi di ac- munità. lità e la bellezza dello stare insieme coglienza e di benevolenza nei con- Le due date sono state la conclusio- in un ambiente accogliente, in cui fronti del nuovo Parroco don Tino. ne di giornate intense e frenetiche di possono vivere in pienezza. In que- Abbiamo salutato don Mario in modo preparativi all’Oratorio s. Michele, sto contesto tutti i presenti hanno ufficiale durante la S. messa celebra- che hanno permesso alla comunità assaporato e condiviso la gioia di es- ta nello spazio esterno dell’Oratorio. cristiana di tornare ad abitare un luo- serci, di poter sorridere e apprezzare È stata una celebrazione molto sen- go tanto importante per l’educazione giovani e meno giovani che si sono tita e commossa dove attraverso la della fede e la fraternità. esibiti in varie modalità per il saluto scritta “grazie don Mario” ognuno I numerosi volontari hanno davvero al parroco che ci lasciava. ha fatto memoria delle esperienze e dei bei momenti vissuti insieme nel- la nostra comunità. Anche i sacerdoti della nostra zona pastorale hanno voluto ringraziare don Mario, per tanti anni vicario di zona, che li ha guidati e incoraggiati nel ministero e nella guida delle loro comunità, partecipando alla celebra- zione. Un momento vorrei sottolineare: quando don Mario ci ha chiesto di rimanere fermi e in silenzio per qualche istante, mentre lui con i suoi occhi scattava una immagine fissan- dola nella sua memoria. Immagine, spiegava poi, che lo avrebbe accom- pagnato nei giorni che sarebbero ve- nuti, donandogli consolazione e nuo- vo coraggio per affrontare ciò che il Signore gli avrebbe chiesto nella nuova esperienza di guida nelle par- rocchie della erigenda unità pastora- le di Rovato. 4 eco parrocchiale l’eco di TRAVAGLIATO
Anche don Mario è rimasto piace- volmente colpito dal clima festoso e dal veder riunita la sua comunità nel luogo dove ogni persona, animatore o educatore, libera le proprie capaci- tà e passione per la vita. Non è fuori luogo rimarcare come i giovani, dopo aver tessuto con gran- de abilità l’intera serata, abbiano proseguito nell’essere mattatori del- la scena. Erano talmente infervorati, che an- che quando la maggior parte delle persone aveva preso la via del ritor- no, continuavano a proporre sul pal- co le hits cantate e ballate durante il GREST. Ed è stato bellissimo vedere come, smessa la maschera della vergogna, si siano messi in gioco, divertendo- si, con grande leggerezza e sintonia, che li ha resi ancor più amici e vicini. l’eco di TRAVAGLIATO eco parrocchiale 5
Volendo ritornare all’importante momento dell’ingresso del nostro nuovo parroco don Tino, si è scelto di farlo dando la parola a Lui riportando il testo integrale della sua omelia Qual è il vestito buono da indossare? A quale festa siamo invitati? che le date che scandiscono la mia chiamata, la nomina, il giuramento, lasciavano presagire qualcosa che aveva a che fare con il Calvario, la croce. Oggi invece la parabola che abbia- mo ascoltato mi illumina i passi. Una festa. Sono stato chiamato a far- mi partecipe di un bacchetto per una festa di nozze ! Con qualche risvolto un po’ particolare. Oggi il Signore, nelle vesti di un Re, desidera invitare tutti, anche quel- li che si rifiutano di partecipare a quella festa perché hanno altro da fare. Addirittura mostrano disprezzo all’invito. Di più, incontra reazioni ostili, aggressive, violente. “Basta”, diremmo noi! L’invito te l’ho fatto…. Chi non mi ama non mi merita. Non vuoi ? Pazienza. No! Questo re, visto che la festa è al- lestita; non si può rimandare o ancor peggio annullare. Potrebbe essere il compito di un Parroco, quello di andare ad invita- re alla festa. Sì, perché quando si fa un invito è per condividere qualcosa della propria vita, il proprio tempo, i propri beni, ma soprattutto vivere una comunione di intenti. I servi inviati, come un parroco, si- curamente erano contenti perché an- nunciavano un insieme di esperien- ze. Anche se non erano loro gli orga- nizzatori, conoscevano le intenzioni buone di quel re, che poi è il Signore che vuole condividere i suoi tesori Autorità, signor Sindaco, cari con- ficiente una vita intera per capirne o fratelli sacerdoti, diaconi, suore e trovare il senso. tutti voi cari fratelli e sorelle, eccoci In queste settimane che trascorrevo qua
con tutti. Mi rendo conto anche che, concreta. Il mio papà guarda dal cie- primo esito nefasto, dovevano avere sovente, oltre la fatica dell’incontro lo e la mia mamma è qui presente. coraggio: osare. La Chiesa, oggi più ci si imbatte nell’ostilità e nel rifiuto. L’Amore che mi ha generato alla che mai, deve osare. Ecco, non vorrei che questo mi sco- fede in una comunità cristiana, a Mi colpisce una testimonianza: nel raggiasse, ma parlasse alla mia vita Manerbio e che poi si è incontrata maggio 1964, il papa Paolo VI in- dicendomi che tanti stanno aspettan- con quella del Seminario, per fare contrava l’ing. PierLuigi Nervi per do quell’invito. Le strade sono piene maturare una chiamata e la relativa affidargli il progetto e la relativa co- di crocicchi. Come mi piacerebbe risposta all’ Ordine sacro. struzione di una sala delle udienze avere questo coraggio e questa fran- Quello stesso amore che mi ha affi- che fosse capace di tanti pellegrini. chezza nell’annuncio. Cioè di anda- dato a comunità cristiane o a servi- Il Papa gli chiedeva di tentare un’o- re oltre agli inevitabili insuccessi e zi nella Chiesa; la parrocchia della pera non meschina o banale, ma co- incomprensioni, per trovare strade Santissima Trinità a Brescia, l’Isti- sciente della collocazione privilegia- nuove nel vivere questa chiamata e tuto Cesare Arici, la parrocchia delle ta, sotto la cupola di S.Pietro, e della questo ministero. due Sante a San Polo in città, e poi sua destinazione d’ uso. Non posso promettervi nulla, ma Castenedolo e Capodimonte, perché L’architetto chiese a Paolo VI se per spero, con la Grazia del Signore, di le amassi insegnandomi ogni giorno una cosa del genere avrebbe potuto non perdermi per strada o stancarmi cosa significhi dare la vita. Quell’ “osare”. “O si ! rispose il Papa, biso- nel ministero di pastore. Infatti se amore che tante volte mi ha perdo- gna saper osare al momento giusto”. posso testimoniarvi qualcosa di me, nato. E Paolo VI, successore di S.Pietro, è solo il grande Amore di Dio per la Oggi quell’Amore mi affida a voi il nostro patrono insieme a S.Paolo, mia povera vita. Quell’ Amore che cari fratelli e sorelle di Travagliato. l’altro nostro patrono del quale por- mi ha donato la vita in una famiglia Oggi è la nostra festa di nozze, do- tava il nome, ha sempre avuto lo spi- mani il cammino quotidiano e sem- rito di osare nel suo ministero; osare plice di persone che si incontrano, si sempre con fiducia, per l’avvenire conoscono e si amano. della Chiesa. Ma quell’Amore oggi affida voi a Da solo, io non sono capace di osa- me, perché vi possa amare con tutto re. Ma, come pellegrino, oso innan- il cuore. Il mio è un cuore piccolo. zitutto bussare alla porta delle vostre Quello di Dio è un cuore di Miseri- case, perché mi accogliate e oso bus- cordia, quindi grande. sare ai vostri cuori, perché mi faccia- Giungendo a Travagliato, innanzi- te un po’ di posto. tutto devo riconoscere l’accoglienza Solo così, insieme, possiamo osare. famigliare, paterna, di don Mario, Per citare ancora Paolo VI, “oggi bi- ora a Rovato, che ringrazio con ri- sogna osare d’oltrepassare le soglie conoscenza grande. Mi ha fatto da subito sentire a casa. Come poi don Davide e don Claudio. Grazie per la vostra disponibilità nei miei con- fronti a muovere i primi passi e per il lavoro grande che svolgono nella nostra Parrocchia. Un ringraziamen- to sincero anche a monsignor Lucia- no, don Fausto, i diaconi e le suore. Al consiglio pastorale e affari econo- mici, catechisti e volontari tutti. Un saluto grato ed affettuoso alla comunità di Castenedolo e Capodi- monte, con don Michael, don Ales- sandro e don Angelo. Ma torniamo ai nostri servi della parabola di oggi. Essi per compiere la volontà del Re che li inviava e poi ancora dopo il l’eco di TRAVAGLIATO eco parrocchiale 7
del Vangelo, e di studiare da quali farò”. La paura che blocca è il con- dendogli, si prendono cura degli ul- principi il Signore vuole trarre la fe- trario dell’amore. Nell’Amore non timi, ai crocicchi delle strade. condità dell’istituzione spirituale e c’è la paura! Abbiamo altresì visto come tante sociale, che è la Chiesa, da Lui fon- Carissimi fratelli e sorelle… inizia- persone abbiano messo a disposi- data” mo! zione la propria vita, anche a rischio Insieme possiamo sentire l’urgenza So benissimo che veniamo da un pe- della stessa. Come i servi… e il bisogno di consumarci, di effon- riodo particolare di sofferenza e di Questo periodo ha portato alla luce derci; il bisogno di fare, il bisogno di prova. E non ne siamo ancora usci- patologie sociali più ampie, tra cui dare, il bisogno di trasfondere negli ti. Questo virus ne porta con sé un la visione distorta della persona, che altri il proprio tesoro, il proprio fuo- altro più letale ancora che è quello non può esistere se non in relazione co, che è Gesu’. dell’individualismo. con le altre. Ci viene incontro l’enci- Di solito all’arrivo di un nuovo Par- Farei alcune riflessioni su questo clica di Papa Francesco: FRATELLI roco ci si aspetta un programma. Non per illuminare il nostro osare oggi TUTTI. Il Re della parabola, come sono capace di redigere programmi. in questo mondo e in questa epoca fa Dio, guarda gli uomini e le donne Desidero tenere l’agenda vuota per storica. in un altro modo. Non come oggetti, potervi incontrare e conoscere e in- Questa pandemia ci ha messo in ri- ma come persone amate e capaci di sieme meravigliarci della bontà del salto quanto siamo vulnerabili e po- amare. Signore. veri. Se non ci prendiamo cura gli Proprio per questo che ci ha chiama- E ancora con Paolo VI, con voi mia uni degli altri, a partire dagli ultimi, ti a vivere in comunione con Lui; a nuova comunità, mia sposa, insieme da coloro che sono più colpiti, non partecipare a quelle nozze che Lui potremo dire: “Si, si, Signore dimmi possiamo guarire né il nostro cuore celebra con l’umanità tutta, con i no- quello che io devo fare, e oserò, lo né il mondo. I servi del Re, obbe- stri fratelli e sorelle. Non vogliamo essere indifferen- ti e individualisti, ma costruttori di quell’armonia che ha come specchio e modello la Trinità Santissima. Questa novità è il vestito nuovo, la vita nuova, che con il battesimo abbiamo ricevuto e che quotidiana- mente indossiamo. Ho mosso i primi passi a Travagliato accompagnato dai bambini, laddove le mamme portano i loro figli a muo- vere i primi passi. Camminate con me e con gli altri sa- cerdoti. Abbiamo bisogno di tutti e di ciascu- no. Negli ultimi 7 anni ho camminato coi fratelli e sorelle di Castenedolo e Capodimonte. Oggi inizio questo cammino con i fratelli e le sorelle di Travagliato. A Maria, amata in questa terra e ve- nerata nel Santuario dei Campi, nella Chiesa di Lourdes e di Fatima, affi- diamo tutta la cara Travagliato. Sia presente con il Suo Figlio nelle no- stre case, chiese domestiche. I nostri cari morti ci sorridano dal cielo. 8 eco parrocchiale l’eco di TRAVAGLIATO
Un Natale difficile di Mons. Luciano Baronio Il titolo non ha bisogno di spiegazio- nell’avere abbandonato Dio!” ( Gio- ni perché da tempo ci troviamo in un vanni Paolo II°). periodo assai difficile a motivo del persistere di molteplici fattori che si A) I nuovi problemi sono via via aggiunti l’uno all’altro – in particolare la pandemia da co- Si fa a gara, in questo tempo, ad ronavirus - che hanno creato un cli- elencare i problemi che attendono ma nazionale e internazionale dove una soluzione. Ed è un elenco inter- le preoccupazioni ed i problemi che minabile. si aggravano paiono umanamente in- In verità, i problemi non sono una solubili o comunque maggiori delle caratteristica della società di oggi: speranze. ci sono sempre stati, ma oggi hanno cambiato faccia, hanno assunto un La convergenza di tanti mali peso diverso e se ne sono aggiun- Non profana il Natale né distrae ti di nuovi. Ad esempio, i problemi dalla celebrazione il soffermarci a del lavoro, che stanno al primo po- una “cosa”, addirittura spregevole considerare ciò che stiamo vivendo, sto; il problema della salute che la così da insultarlo, negli intercalari perché la salvezza di Cristo non pas- pandemia ha reso drammatico per con titoli che sarebbero infamanti sa sopra gli avvenimenti - personali tutti; le guerre che ancora continua- per qualsiasi uomo. o sociali - ma li attraversa assumen- no in varie parti del mondo; infine doli e santificandoli. Questo ci aiuta le calamità naturali disastrose, sem- Natalis est! È Natale. a far sì che non prevalga in noi il pre più frequenti e impressionanti: Tuttavia Natalis est! È Natale anche nostro sentimento ma l’azione della terremoti, alluvioni, esondazioni del quest’anno con tutto ciò che signi- sua grazia. - mare e dei fiumi, inquinamento ecc. fica. Evidentemente non cambia il Natale del Signore, non ne viene I mali di cui è afflitta la società di B) Il comportamento immorale diminuita ma aumentata l’importan- oggi sono tanti e così gravi da creare come fatto normale. za come evento e come celebrazio- una situazione di emergenza sociale, ne. Deve invece cambiare il nostro morale e politica. Che mette a dura Bisogna riconoscere che l’uomo é modo di viverlo. Così da essere in prova la fede del credente. Anche la la causa dei mali maggiori che lo sintonia con il mistero del Natale presenza del male, sotto tutte le for- affliggono, che spesso agisce da cristiano come uomini e come cre- me, moltiplicate dai mezzi di comu- stolto o da cattivo. Ne sono prova i denti. Non c’è un altro Natale! An- nicazione, si estende in modo perva- frequenti delitti, compiuti anche in che se ha preso piede sempre di più, sivo in tutto il mondo. Pericolosa- ambito familiare con un accanimen- nella nostra società, un natale paral- mente, perché contende al bene, in to così crudele da lasciare sconcer- lelo promosso dai potenti mezzi di modo sfacciato e arrogante, il prima- tati e spaventati. Spesso si paragona persuasione di massa al servizio del to che gli spetta. Suscitando il timo- questo comportamento a quello delle guadagno, ispirato all’edonismo e al re che prevalga e non possa essere bestie, le quali se potessero parlare consumismo, ridotto al “cenone” o fermato in alcun modo. Allora ci si protesterebbero per questo accosta- al pranzo natalizio e poco più. Stri- sente confusi e smarriti. E a ragione mento offensivo! dente contrasto! molti si domandano “ Quanto durerà Le scelte immorali, le divisioni e Vale anche per noi quanto Eliot nel la notte? “Quale sarà l’esito della i contrasti di ogni genere, in ogni dramma “L’assassinio nella cattedra- battaglia in corso? Dove andremo a ambito di vita, scatenati per preva- le” mette in bocca all’arcivescovo di finire?”. Questi interrogativi riman- lere sugli altri; l’intolleranza che Chanterbury, Tommaso Becket, che dano alle nostre responsabilità. giunge fino all’odio, alla violenza e sarà assassinato sull’altare durante alle stragi; l’idolatria del denaro pro- la celebrazione della Messa di Nata- Ci può illuminare la parola del pro- curato con ogni mezzo dai furti all’ le, il grido drammatico “Salvate il feta Geremia: ” se voi non ascolte- appropriazione indebita del denaro Natale!” che costituisce il momen- rete, io piangerò dinnanzi alla vostra pubblico; il disprezzo della vita e to più alto della sua ultima omelia, superbia, dice il Signore”. “Tanta delle leggi che dovrebbero tutelarla; così da assumere, per il suo popolo, insicurezza umana e tante reazioni le bestemmie, diventate un intercala- il significato di una consegna e di un sconsiderate hanno la loro origine re, che osano trattare Dio come fosse testamento. l’eco di TRAVAGLIATO eco parrocchiale 9
Il Natale di sua natura vezza che si è manifestata in Cristo corre far fronte con il coraggio e con è una festa difficile rimane, nel grande silenzio dell’uni- la forza che viene dalla preghiera, L’incarnazione per il Figlio di Dio verso, tremendamente solo. dalla conversione del cuore, dalla è stata un “abbassamento”, anzi un Se la fiducia e la speranza sono fon- grazia dei sacramenti e dalle cele- “annientamento”, come afferma S. date esclusivamente sull’uomo si brazioni del tempo natalizio. Paolo: “ Cristo pur essendo di na- trasformano in delusione. Lo confer- tura divina, non considerò un tesoro ma il salmo : “ Maledetto l’uomo che I giorni della “novena” ci hanno geloso la sua uguaglianza con Dio, confida nell’uomo” che non vuole messo sulle labbra le invocazioni al ma spogliò se stesso, assumendo la insegnare la diffidenza ma evita- Signore che viene, con le stupende condizione di servo, umiliò se stes- re l’idolatria. antifone “O” della Liturgia delle so divenendo simile agli uomini” Ore del rito romano: (Fil. 2, 6-7. 8). L’evento della no- Il progresso della scienza - e del- stra salvezza è costato a Dio che si la tecnica - che ha raggiunto mete O Sapienza, vieni e insegnaci la via è fatto uomo: una distanza da dare impensabili, ha inorgoglito l’uomo della saggezza; le vertigini, che solo l’Amore po- contemporaneo che è tentato, a cau- O Signore, guida della casa di Isra- teva colmare. Le circostanze della sa della superbia, di sentirsi onnipo- ele, vieni a liberarci con braccio po- sua nascita lo rivelano. Infatti per tente e di poter far a meno di Dio, tente; quanto la vogliamo rendere poetica sostituendosi a lui. O Germoglio di Jesse, vieni a libe- una stalla é una stalla! ed una man- rarci, non tardare; giatoia, dove Gesù fu deposto da Ma Dio “Ha disperso i superbi nei O chiave di Davide, libera l’uomo Maria, é una mangiatoia! Il disagio e pensieri del loro cuore” ( Lc. 1,51), prigioniero, che giace nelle tenebre la povertà estrema che circondarono canta Maria nel Magnificat. Dispersi, e nell’ombra della morte; la sua nascita, lo resero fin dall’ini- ad opera di Dio che esalta gli umili. O Astro che sorgi, illumina chi giace zio vicino ai poveri, rappresentati in nelle tenebre; questa prima ora dai pastori. Questo Può avvenire anche a Natale, che ci O Re delle genti, vieni e salva l’uo- ci porta a vivere il mistero del Natale si limiti a cercare il sacro come at- mo che hai formato dalla terra; sul versante delle beatitudini. mosfera che risponde ad un vago O Emmanuele, nostro re e legislato- Dunque il Natale non é una festa bisogno di spiritualità, ma privo di re, vieni a salvarci. facile , anche se ammantato di po- Dio che ne è la sorgente. Così si può esia, nata soprattutto dalla cultura celebrare un Natale senza Cristo, Così possiamo proclamare con la del presepio. E ne sia benedetto il guidati da una religiosità, che non chiesa - “In hoc natali gaudio”, cioè Signore per I’ intuizione che ne ebbe tocca la vita e che è ben altra cosa nel clima della gioia natalizia - l’” S. Francesco d’Assisi, che voleva rispetto alla fede. hodie”, di Cristo che è nato! “che venisse rappresentata la natività per è l’oggi della nostra salvezza. facilitarne la contemplazione al po- II nemico da battere è la sfiducia polo e suscitare la commozione di A questo quadro problematico oc- Buon Natale a tutti! fronte alla somma degnazione di Dio, che apparve sulla terra come bambino, avvolto in fasce e che lo fa esclamare:” Tu sei ’umiltà! ( Lodi del Dio Altissimo).” La fede incerta dell’uomo di oggi Nonostante gli eventi di salvezza, l’uomo è sempre tentato, come già all’origine, di dubitare di Dio, del suo amore e delle realtà invisibi- li che lo attendono e di fidarsi inve- ce, maldestramente, solo di se stesso e dalle varie sirene. Sta scritto infat- ti: “Egli venne tra i suoi ma i suoi non I’hanno accolto, perché gli uo- mini hanno preferito le tenebre alla luce” (cfr. Gv. 1, 11. 5 ). Ma l’uomo che non accoglie la sal- 10 eco parrocchiale l’eco di TRAVAGLIATO
L’incontro si fece carne Riflessioni a partire dal racconto della Visitazione in Lc 1,39-42 In quei giorni Maria si alzò e andò Forse in questo tempo di pandemia fascinante della visita di Maria alla in fretta verso la regione montuosa, abbiamo sottovalutato troppo la re- cugina Elisabetta insegna a tutti noi, in una città di Giuda. Entrata nella altà della vita, della realtà della no- a questa nostra generazione di cri- casa di Zaccaria, saluto Elisabetta. stra vita quotidiana. Anche se stia- stiani, che ascolta annunci ma vive Appena Elisabetta ebbe udito il sa- mo vivendo un poco distanti per via nella paura e rimane priva di emo- luto di Maria, il bambino sussulto delle norme riguardanti l’emergenza zioni spirituali, ad aprirsi alla bellez- nel suo grembo. Elisabetta fu colma- epidemiologica, facciamo sempre za della vita dello spirito. ta di spirito Santo ed esclamò a gran memoria grata: la vita è fatta d’in- La storia della donna di Nazareth, voce: “Benedetta tu fra le donne e contri. Incontri che a volte si brucia- piccola d’età ma gigantesca per fede, benedetto il frutto del tuo grembo!” no nell’arco di pochi istanti; incontri suona come un invito per noi creden- (LC 1,39-42). che a volte ci accompagnano lungo ti, ad uscire dai pantani interiori per l’intero arco di una vita. Si potrebbe lasciare sussultare in noi il bambino L’evangelista Luca, quando ci rac- vivere questi incontri, impoverendo- che abita ogni inizio. Una provoca- conta di questa sorprendente visita, li di senso e d’importanza; oppure, si zione: se ci raccontassimo in giorna- non trova di meglio che usare le im- potrebbe viverli, dando loro la pos- te cupe come le nostre, storie d’inizi magini con cui nella Bibbia si rac- sibilità meravigliose di aprirsi alla che ci fanno sobbalzare di gioia e li conta dell’Arca dell’Alleanza, che grazia dello Spirito Santo. portassimo alla memoria, alla luce? era il segno della presenza di Dio e Spesso ci ripetiamo (anche a distan- Santo Natale! dei suoi potenti Segni in mezzo al za!): “Ringrazio il Signore di averti suo popolo e del suo passaggio sui incontrato”. Penso che la storia af- don Claudio monti d’Israele. Si raccontava che, al suo passaggio l’Arca dell’Alleanza suscitasse gioia e grande entusiasmo. Così nel Van- gelo di Luca si racconta di Maria, che sale i monti per raggiungere una città di Giuda. Il passaggio di Maria nella casa della cugina Elisabetta suscita commozione ed esultanza: “il bambino”, dirà Elisabetta, “Hai esultato di gioia nel mio grembo”. L’evangelista Luca racconta dell’in- contro di queste due donne gravide, la giovane e la matura, come di un avvento di gioia e di speranza. Inoltre Luca scrive: “Elisabetta fu piena di spirito Santo”. Pensate al fa- scino di questa suggestione: l’incon- tro con Maria suscita un movimento dello Spirto Santo tale che muove la vita interiore di queste due don- ne. A partire da questo fatto mi sono chiesto: “Se pensassimo alla grazia degli incontri, i nostri, che custodi- scono questa affascinante possibilità di comunicarci reciprocamente mo- menti/movimenti di bellezza, di en- tusiasmo, di gioia, di consolazione, di sostegno, di fedeltà?”. Momenti di profonda redenzione, accadimen- ti dello spirito, occasioni di grande consolazione! l’eco di TRAVAGLIATO eco parrocchiale 11
Coronavirus. Non salvare il Natale ma farci salvare È ancora tempo di Covid, è di nuovo tempo di severo so dei cuori, tutte espressioni di un nemico potente che si distanziamento. Bisogna stare lontani, ci dicono e ci ri- chiama nichilismo, mancanza di ragioni forti che diano petiamo, per ridurre il pericolo di contagio. E così sia, solidità all’esistenza. Ci vuole qualcosa di speciale per per la salute e per il bene personale e collettivo. Ma è affrontare questa sfida. Anzi, ci vuole qualcuno. Qual- inutile negare che dentro il rispetto di questa precauzione cuno che testimoni un modo di vivere e di rapportarsi pur necessaria si sta insinuando una sottile diffidenza nei con gli altri fondato sulla coscienza che nessuno si salva confronti dell’altro, qualcosa che forse non abbiamo il da solo, che c’è una comunanza ultima oggi più che mai coraggio di ammettere apertamente e che però sta lenta- evidente, la stessa che papa Francesco ci ricorda nell’en- mente plasmando il nostro sguardo sulle persone e sulle ciclica Fratelli tutti. Per noi cristiani questa è la stagio- cose, la modalità con cui ci approcciamo alla realtà. ne – tanto impegnativa quanto entusiasmante – in cui È il frutto avvelenato di un virus che sta rivelando anche mettere alla prova se la fede è capace di reggere l’urto agli occhi di chi lo aveva sottovalutato la sua pericolosità di un attacco potente e pervasivo come quello contenuto e pervasività, inquina i pozzi dove si abbevera la nostra nell’invisibile coronavirus che ci assedia. umanità e forse lascerà tracce indelebili nei cuori e nelle O se invece ci rassegniamo a considerarla un bel sopram- menti, come certe radiazioni mortifere che entrano nel mobile da collocare in evidenza su qualche mensola del sangue e rilasciano lentamente ma inesorabilmente i loro salotto buono dei valori, qualcosa che può al massimo effetti. Covid-19 sta contaminando milioni di corpi, ma regalarci un po’ di consolazione ma che non scorre nelle come possiamo impedire che contamini anche i cuori? vene, non diventa esperienza vissuta e testimonianza da C’è qualcosa che ci permette di stare a testa alta di fronte offrire al mondo. In questi giorni da più parti si dice che a questo nemico subdolo e invisibile? ‘dobbiamo salvare il Natale’, riferendosi alla necessità di Possono bastare certe frasi rassicuranti come ‘andrà tutto invertire il trend negativo dei consumi. Ma quello che ac- bene’ e ‘ce la faremo’ che ci scambiamo al telefono o che cade ci sfida a riconoscere che forse abbiamo bisogno di qualcuno espone ancora ai balconi o alle finestre? Non è essere salvati noi dal Natale, di aprire il cuore al Dio che un caso che molti cartelli e striscioni con queste parole, si è fatto compagno di strada dell’umana fragilità abbrac- così numerosi durante il lockdown della primavera scor- ciandola con un Amore più grande di quello che l’uomo sa, siano scomparsi e pochi ne siano comparsi di nuovi, è capace di produrre. Il mistero dell’Incarnazione – che quasi come una tacita conferma di quanto fosse fragile ci prepariamo a celebrare tra poco più di un mese, ma quell’auspicio fondato solo su una sorta di ‘ottimismo che ogni giorno possiamo rivivere nell’esistenza quoti- della volontà’ che il tempo e la realtà hanno provveduto diana – ci parla di un Dio che assumendo l’umana con- a mettere in crisi. Ci vuole di più, per reggere l’urto di dizione è stato capace di vincere ogni distanziamento. questo tempo. Siamo capaci di riconoscerlo anche oggi? Ci vuole qualcosa che sfidi lo scetticismo, la rassegna- articolo di Giorgio Paolucci zione, il cinismo, la paura che stanno prendendo posses- tratto da Avvenire di domenica 15 novembre 2020 12 eco parrocchiale l’eco di TRAVAGLIATO
La morte, il dolore, la paura... Leggere la Bibbia al tempo del coronavirus Il Covid-19 è una punizione di Dio? Serve veramente la conclusione della sua vicenda terreno-divina. Un punto preghiera? Una fede solo nei miracoli? Breve itinerario sul quale il tempo del coronavirus può indurci a riflettere, tra Vecchio e Nuovo Testamento per riflettere su quanto dopo decenni di indottrinamento che ci ha indotto a ri- sta accadendo nel mondo muovere la morte dal nostro orizzonte “culturale”, salvo E’ stato più volte ribadito, in questo tempo di forzata esaltarla poi con pratiche aberranti (aborto, eutanasia) o chiusura in casa, il consiglio di tornare alla lettura, all’ap- anestetizzarla persino con certe forme di spettacolariz- profondimento, all’interiorità. Quale occasione miglio- zazione. re, dunque per riprendere tra le mani il libro più diffuso Il mistero della croce e del dolore (e probabilmente meno letto) che abbiamo nelle nostre Tutta la Scrittura, invece, ci mette davanti agli occhi il librerie? Nelle pagine della Bibbia, infatti, possiamo mistero della croce e del dolore che salva. Il 25 marzo trovare – specie in questo tempo di quaresima trasfor- scorso, in una intervista ad Avvenire, il cardinale Giu- mata in quarantena – molti spunti di riflessione (se non seppe Betori, arcivescovo di Firenze e fine biblista, ri- proprio di risposta) agli interrogativi esistenziali che la cordava come particolarmente adatto ai nostri giorni il pandemia suscita in ognuno di noi. Proviamo, dunque, passo di Numeri (21,4-9), relativo all’“epidemia” che ad esaminare alcuni passi della Scrittura che si prestano a colpì gli israeliti nel deserto quando i serpenti li morde- una lettura attualizzante per questo nostro tempo sospeso vano e ne causavano la morte. “Lì la salvezza venne dal tra la paura di una malattia irreversibile e quello che può serpente di bronzo innalzato da Mosè, che come sappia- sembrare a molti “il silenzio di Dio”. mo poi Gesù prende a segno di se stesso e della sua croce La paura della morte – annotava il porporato -. Credo che per un credente oggi Ci viene incontro, per aprire questo breve e necessaria- guardare ai “serpenti” invisibili che ci stanno colpendo mente incompleto itinerario, il brano (il Covid-19, ndr) deve farci alzare lo del Vangelo di Giovanni che la liturgia sguardo a Cristo, al modo con cui si è ci propone proprio per la domenica 29 donato per noi, perché solo ritrovando marzo 2020, e cioè il ritorno in vita il servizio come modello per la nostra di Lazzaro (Gv 11, 1-45). L’amico di vita, possiamo cambiare il mondo”. Gesù muore dopo una breve malattia Anche il cardinale Gianfranco Ra- (particolare che ci fa sentire molto at- vasi, altro importante biblista, in un tuale la sua vicenda) e prima che il Si- commento allo stesso brano, sottoli- gnore possa arrivare in tempo (alme- nea: “L’“innalzamento” sulla croce no così sembra dal “rimprovero” che è una sorta di glorificazione, quel le- la sorella Marta gli rivolge: “Signore, gno terribile diventa un trono divino, se tu fossi stato qui, mio fratello non la crocifissione è il principio della sarebbe morto”; e anche questa uma- risurrezione, sorgente di liberazione nissima espressione di dolore crea un dal male per l’umanità intera. Gesù ponte fra la tragedia che si consuma stesso, alle soglie della sua passio- oggi e il passo evangelico). ne, dirà: «Quando sarò innalzato Ma c’è soprattutto un particolare in questo episodio che da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32)”. In questo ci lascia interdetti: il pianto di Gesù, pur sapendo che tempo, potremmo dunque chiosare, facciamoci attirare da lì a qualche minuto avrebbe riportato in vita l’a- dunque dal Crocifisso, come ha testimoniato più volte mico. Davvero il Cristo condivide con noi tutto tranne papa Francesco, non come semplice atto devozionistico, il peccato: persino la paura della morte e il dolore per ma per attestare la certezza che la croce porta alla Risur- la perdita di una persona cara. Nell’orto del Getsemani, rezione. poco prima di essere arrestato, Gesù stesso sudò sangue La forza della preghiera e pregò: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Sottesa a tutto il discorso fin qui condotto, è la forza del- Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta” (Lc 22, 42). la preghiera. C’è a tal proposito l’episodio veterotesta- In una situazione angosciosa come quella attuale pos- mentario di Esodo 17,8-16. Mosé che prega alzando le siamo dunque sentire di avere la “compagnia” più rassi- braccia al cielo su un colle, mentre Giosuè combatte curante di tutte. Perché Gesù per primo ha provato il nella piana sottostante contro gli Amalechiti. Le sue nostro sentimento di paura e sperimentato quel “si- preghiere alla fine risulteranno determinanti per la vitto- lenzio di Dio” che oggi ci sembra insopportabile. “Dio ria, anche grazie al contributo di Aronne e Cur che si gli mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mc 15, 34) mettono a fianco per tenere salde le sue braccia. Gli ese- saranno le sue ultime parole sulla croce. Ma non certo la geti hanno visto in questo brano uno dei paradigmi più l’eco di TRAVAGLIATO eco parrocchiale 13
completi della preghiera cristiana, dove il piano verticale la confusa società del piacere e del benessere? Credo che (cioè il rapporto creatura-Creatore) e quello orizzontale questa contingenza ci inviti davvero a una conversione. (il prolungamento della preghiera nella vita quotidiana) Compito non solo dei cristiani o degli uomini religiosi si fondono mirabilmente. La preghiera di Mosè sostiene ma dell’uomo in quanto tale, se non si vuole perdere”. infatti in maniera determinante la battaglia di Giosuè, ma Alle stesse conclusioni giunge il teologo Giuseppe Lo- non si sostituisce ad essa. Non è dunque una bacchetta rizio, citando il brano della guarigione del cieco nato magica, anzi esattamente il contrario, cioè un affidamen- (Gv 9,1-41), in un suo articolo per Famiglia Cristiana. to pieno alla potenza di Dio, che in Gesù ci ha ricorda- A chi gli chiedeva “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi to: “Senza di me non potete fare nulla” (Gv, 15,5). E genitori, perché egli nascesse cieco?”, Gesù rispose: “Né allo stesso tempo quella preghiera chiede di essere tra- lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si ma- dotta nelle “battaglie” piccole o grandi di ogni giorno, nifestassero in lui le opere di Dio”. Egli dunque, annota utilizzando i doni che il Signore ci ha fatto: ad esempio Lorizio, “sconvolge la teologia del suo tempo, che inter- l’intelligenza della scienza e la volontà di corrisponde- pretava ogni forma di sofferenza come conseguenza del re liberamente al bene. Dirà san Giacomo, molti secoli peccato. Ed esclude il paradigma del castigo”. Ma questo dopo: “La fede senza le opere è morta” (Gc 2,26). brano fa da ponte per introdurci anche a un’altra materia Proprio venerdì 28 marzo Francesco, con il suo mo- di riflessione. mento di preghiera sul sagrato della Basilica di San A che cosa servono i miracoli? Pietro, ci ha fatto rivivere questa pagina biblica. An- Ogni circostanza, anche le più drammatiche, risponde che il Papa, novello Mosè, dal colle Vaticano ha elevato sempre Lorizio nel già citato articolo, “ci sono date per- le sue braccia in preghiera verso il Dio di Gesù Cristo ché in esse si manifesti il ‘mistero del Regno di Dio’. E, presente e vivo nella particola consacrata. E lo ha fat- se nel caso del cieco nato la guarigione proviene dalla to anche per sostenere i tanti Giosuè impegnati in que- commistione della saliva di Gesù con la polvere della sto momento sul “campo di battaglia” delle corsie degli terra, allora la salvezza, la redenzione, la guarigione po- ospedali e degli altri ambiti di lotta al coronavirus. La tranno generarsi dall’incontro fra il divino e l’umano, la sua preghiera li sostiene e li incoraggia. Mentre a loro grazia e a natura. La saliva di Gesù è il segno del divi- volta le sue braccia vengono tenute salde dagli Aronne no, del soprannaturale, che nella sua umanità si espri- a dai Cur, cioè dalle nostre preghiere unite alle sue. E me, mentre la terra, che si trasforma in fango, viene così, tutti insieme, confidiamo che il nemico (in questo a dirci che la guarigione sarà prodotta dalla terra, caso il Covid-19) sia sconfitto e “passato a fil di spada” al ovvero dal nostro impegno, attraverso l’intelligenza “tramonto” di questo scontro purtroppo non meno cruen- e la scienza (= la ricerca scientifica) e l’esercizio della to (il numero crescente di morti lo testimonia) di quella volontà libera (= il rispetto delle regole e la solidarietà)”. battaglia. Allo stesso modo anche il Vangelo della tempesta seda- Ma il coronavirus non sarà magari un castigo di Dio? ta (Mc 4, 35-41) proclamato venerdì 28 marzo nel cor- Anche questa è una domanda che si sente ripetere di fron- so del momento di preghiera del Papa in piazza San te all’espandersi del contagio. Il cardinale Betori, nella Pietro, va nella stessa direzione. Nella barca sballottata già ricordata intervista ad Avvenire, citava a tal proposi- dal mare in tempesta (come la nostra umanità in tempo to Lc 13,1-5, cioè il passo in cui Gesù risponde a colo- di coronavirus) c’è Gesù e non dobbiamo temere, come ro che gli chiedono spiegazioni sulla strage dei Galilei ha sottolineato Francesco. Dobbiamo chiedergli di met- uccisi da Pilato e poi egli stesso accenna ai 18 morti tere fine al “silenzio di Dio”, simboleggiato dal suo dor- per il crollo della torre di Siloe. “Sento – spiegava - che mire. Ed Egli, che ha potere anche sugli eventi naturali, molti anche oggi si chiedono come mettere in relazione non farà mancare il suo aiuto. Tuttavia la finalità di que- ciò che sta accadendo con la bontà di Dio, quasi che que- sta pedagogia di Dio non sono certo gli “effetti speciali” sta tragedia vada interpretata come una sua punizione. del miracolo in se stesso, quanto piuttosto la domanda Gesù dice che coloro che vengono uccisi non sono più che non a caso l’evangelista pone sulle labbra dei disce- colpevoli degli altri. ‘Ma se non vi convertite – ammo- poli dopo il ritorno della calma. “Chi è costui?”. Detto nisce - perirete tutti allo stesso modo’”. Dunque non una in termini semplici, tutto deve concorrere a irrobusti- punizione, ma un invito alla conversione. “Ciò comporta re la nostra fede in Cristo. Ora che invochiamo il suo – sottolineava Betori - sia il ripensamento dei nostri stili aiuto. E soprattutto dopo, quando – come confidiamo – il di vita, sia le scelte che guidano le nostre società. Fac- pericolo del coronavirus sarà sconfitto e ci sarà richiesto cio un esempio: vediamo quanto siano importanti i fondi di tradurre la fede in un surplus di opere. per la ricerca scientifica. Perché non reperire quei fondi articolo di Mimmo Muolo mettendo al bando le armi o le spese che caratterizzano tratto da Avvenire di sabato 28 marzo 2020 14 eco parrocchiale l’eco di TRAVAGLIATO
Non ho avuto la fortuna di conoscere personalmente don Lino e lascio pertanto il compito di ricordarlo in questa pagina a coloro che, all’interno della nostra comunità parrocchiale, hanno avuto modo di vivere a più stretto contatto con lui. Da parte mia va a don Lino un sentito e grosso ringraziamento per il ministero che egli ha qui svolto e del quale, nei ricordi che seguono, sgorga la genuina e autentica ispirazione. don Tino Don Lino... sacerdote, amico, fratello superbia! La superbia morirà 15 mi- un sacerdote ed un convinto testimo- nuti dopo di noi. ne. La notizia della sua morte ci ha Già, con un atteggiamento semplice, lasciato sgomenti e…. un po' orfani. affabile, da gran padre e saggio sa- Abbiamo conosciuto come gruppo cerdote, quante cose ci ha insegnato! lo stesso dolore di tanti che in que- Da lui abbiamo appreso cosa signi- sto periodo sono stati costretti ad fica amare la croce: don Lino ne accogliere la notizia della morte di portava una pesante, eppure non si un congiunto da lontano, per telefo- è mai lamentato, ma incontrandoti ti no, senza un vero e proprio saluto. diceva: “lo Spirito Santo ti ama” con Un legame spezzato che lascia tanto un’espressione così limpida e since- amaro in bocca, che fa sentire tutta la ra da farti capire che quell’amore per violenza della separazione. Eppure lui era una Esperienza viva, vera! nella profonda tristezza della morte Oppure: “Ami Gesù, ami Gesù?” e in noi il suo ricordo è accompagnato poi ancora: “Ricordati che bisogna da una sorta di sensazione di pace, pregare, almeno tre ore al giorno!” quasi di gioia, perché sappiamo che Nel gruppo del RnS era presen- don Lino ha finalmente deposto la te ogni mercoledì e mancava solo sua croce, sappiamo, sentiamo che quando la malattia lo costringeva a le braccia del Padre lo hanno accol- Eccolo: era un uomo alto, con i ca- restare in casa-albergo. Con estrema to con infinito amore e che Gesù gli pelli bianchi, si muoveva con passo umiltà guidava chi lo desiderava con ha chiesto: “don Lino, mi ami tu?” e lento, grave, appesantito dalla ma- la Confessione, bastava un cenno e che la sua risposta si è accesa in un lattia, ma costante e infaticabile; già lui era subito presente all’invito di bacio senza termine. …. , quante volte ha camminato su e servire Gesù nel prossimo. Non dimenticarti di noi don Lino, giù per via Roma! Siamo grati a Gesù per averci per- sostienici con la tua preghiera. Sei Non portava bene i suoi anni e a messo di conoscere don Lino e di nei nostri cuori dove custodiamo ge- molti di noi sarà sembrato appiso- camminare con lui, seppur per un losamente il tuo ricordo. Con tanto larsi quando la domenica sera, con- breve tragitto. Don Lino è stato per tanto affetto. celebrando la S. Messa delle 18:30, noi un padre, un fratello maggiore, I fratelli e le sorelle del RnS chiudeva gli occhi e puntualmente li riapriva solo per alzarsi o avvici- narsi all’altare per la Consacrazione del pane e del vino (segno di un’at- Non possiamo non ringraziare il Signore per quello che Don Lino è tenzione che invece era profonda e costante). stato e rappresenta ancora adesso per le nostre famiglie. Don Lino era È stato una presenza importante, proprio uno di noi e ha seminato tanta misericordia tanta umiltà e tan- per tutti noi del Rinnovamento nello Spirito Santo. ta gioia facendosi obbediente agli insegnamenti di Papa Francesco, si Aveva una memoria incredibile, ci è saputo sporcare di pecore… Ogni qualvolta si incontrava per strada, sapeva chiamare sempre tutti per nome e non dimenticava nessuno dei nelle nostre case, si sentiva la sua benedizione sacerdotale, presenza nostri figli o congiunti. Sempre una di Cristo vicino, sapeva adattarsi in ogni situazione, sempre molto parola buona, un sorriso e una racco- mandazione. disponibile, la sua presenza era gioia...il suo saluto recava gioia....il Tre in particolare erano le afferma- parlare con lui era gioia.... le sue parole erano gioia...la confessione era zioni o le domande che ricorrevano frequentemente: gioia!....Pregare e meditare la Parola del Signore era gioia!....E come 1. Ami la croce? Bisogna amare la lui ci ha dimostrato e ci ripeteva sempre anche LA CROCE É GIOIA! nostra croce, la croce è gioia! 2. Chiedi le umiliazioni? Dobbiamo imparare ad essere umili come Gesù! I suoi famigliari 3. Non sei superbo/a vero? Guai alla l’eco di TRAVAGLIATO eco parrocchiale 15
Nomina del diacono Giuliano Qualche giorno fa, mentre tornavo dal lavoro, un numero ma anche ai sani, ispirando una cultura più sensibile alla sconosciuto compare sul mio cellulare. Decido di sofferenza, all’emarginazione e ai valori della vita e della rispondere “Ciao Giuliano, sono il Vescovo Pierantonio, salute” (n. 19, Nota della Consulta Nazionale CEI, 1989). avrei bisogno di incontrarti, cosa ne dici se fissiamo Ecco alcune caratteristiche di questa pastorale: un appuntamento?”. Non nascondo un certo stupore ed - è continuazione dell’azione sanante di Cristo; anche apprensione. La mia riposta è stata la stessa che il - è finalizzata all’evangelizzazione e alla costruzione del 7 dicembre scorso ho pronunciato durante la ordinazione Regno; diaconale: “Eccomi”. Pochi giorni dopo, il Vescovo - è compito di tutta la comunità cristiana; Pierantonio mi accoglie con affettuosa ospitalità presso la - si svolge mediante la parola e l’azione caritativa in un Curia Vescovile di Brescia. La prima parte dell’incontro determinato contesto storico e culturale come risposta verte su di me, la mia famiglia, il mio lavoro in questo alle necessità del mondo della salute. periodo difficile, il mio servizio in parrocchia. Fondamento della pastorale sanitaria è l’insegnamento Il Vescovo poi mi introduce i cambiamenti avvenuti evangelico che Gesù ha sviluppato nel suo ministero negli uffici pastorali della Curia ed in particolare la pubblico intersecando due atteggiamenti: la cura delle creazione di una macro Area di Pastorale per Società che anime con la predicazione, la cura dei corpi con le comprende la Pastorale per la famiglia, la Pastorale per guarigioni. E i dati biblici mostrano che le guarigioni l’impegno Sociale, la Caritas Diocesana e la Pastorale costituirono una parte fondamentale dell’apostolato di per la Salute. In precedenza queste aree erano separate ed Cristo. ognuna aveva una sua progettualità diocesana autonoma. Ora invece queste aree si siedono allo stesso tavolo Sono consapevole che questa chiamata è una grande presieduto, da don Maurizio Rinaldi, devono imparare sfida ma il Signore chiama a grandi sfide e con molta ad ascoltarsi, condividere uno stesso linguaggio, umiltà mi metterò al Servizio. condividere la progettualità nel rispetto dei diversi Sono anche consapevole che il Signore non ha chiamato ambiti. Ogni area ha un coordinatore, una commissione solo me ma ha chiamato la mia famiglia, la mia comunità specifica e degli organi di segreteria. di Travagliato, la comunità dei frati Fatebenefratelli, Questa nuova architettura della Pastorale Diocesana mi delle monache Visitandine, dei presbiteri con i quali piace da subito in quanto è in linea con la tanto desiderata ho condiviso percorsi di fede, a camminare assieme. Il Sinodalità che dovrebbe permeare l’agire della Chiesa, Signore chiama una intera comunità alla condivisione del popolo di Dio. del percorso , dell’impegno, del lavoro, nella Pastorale Mi piace anche perché l’attenzione pastorale è diretta per la Salute e la mia persona rappresenta solo un piccolo alla globalità della Persona che vive nella società, in portavoce di questa comunità in cammino. famiglia, nelle difficoltà del vivere, nelle malattie, nella Ringrazio sin da ora tutte le persone che vorranno sofferenza. La Persona è tutto questo, assieme, non condividere questa nuova esperienza certo che non mi spezzettato. Certamente comporre questo puzzle è una farete mancare il sostegno e tanta preghiera, ne ho tanto gande sfida ma questo è ciò che siamo chiamati a fare bisogno. come Chiesa che guarda all’insieme della persona nel Giuliano Binetti rispetto della bellezza della complessità insita nel vivere quotidiano dell’uomo. Poi il Vescovo mi comunica che manca un componente al tavolo sopracitato, manca un referente per la Pastorale per la Salute e che aveva pensato a me e mi chiede quindi se sono disposto a dargli un aiuto. Cala il silenzio, mai avrei pensato ad una proposta di questo tipo…..Mi sono preso del tempo per meditare… ma quando il Signore chiama, nella persona del Vescovo, devono cadere tutte le paure, i tentennamenti, i ripensamenti, ho riposto Si ! Ma che cosa è la Pastorale della salute? Non è altro che “la presenza e l’azione della Chiesa per recare la luce e la grazia del Signore a coloro che soffrono e a quanti se ne prendono cura. Non viene rivolta solo ai malati, 16 eco parrocchiale l’eco di TRAVAGLIATO
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