NATURA IN FORMA n 6 MAGGIO 2021 - Associazione Naturalistica Sandonatese
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Presentazione Sommario n° 6 Regno Vegetale Ormai la primavera sta marciando sicura e, 1. Le idrofite natanti (Michele Zanetti) nel frattempo, siamo giunti all’appuntamento Regno dei Funghi numero sei del nostro Naturainforma. 1. Il Genere Tuber. I Tartufi (Mario Valerio) Anche in questo caso, un numero ricco, con Regno Animale numerosi spunti per chi desideri rinfrescare la 1. Il Libelloide: una splendida rarità (Giuseppe propria cultura naturalistica, accompagnati da Frigo) interessanti documenti fotografici. 2. Rana montana: il risveglio (Vittorino Mason) 3. I Rallidi elusivi (Michele Zanetti) Il primo articolo, riguarda le Idrofite natanti: piante in qualche caso assai popolari, ma in Biodiversità 1. Il Parco di Villa Friederberg (Massimo Semen- genere poco conosciute. zato) Segue un interessante contributo di Mario Tutela degli habitat Valerio che consente di entrare, finalmente, 1. Valle vecchia: gestione dell’ambiente e con- nell’ipogeo mondo dei Tartufi. servazione della Biodiversità (Michele Zanetti) Ricca la serie di articoli che riguardano il Re- Natura e Poesia gno animale, con un bellissimo servizio fotogra- 1. Gocce (Raffaella Lucio) 2. Notte di pioggia (MT52) fico di Giuseppe Frigo sul raro e bellissimo Li- belloide, un altrettanto interessante contributo Natura e Arte 1. L’Arte dei Diorami (Renzo Zanetti) per immagini di Vittorino Mason sul risveglio Natura e Letteratura della Rana montana ed uno sui Rallidi elusivi: 1. Nel silenzio (Sandro Zucchetta) uccelli palustri sconosciuti ai più. 2. L’inseguimento interrotto (Michele Zanetti) La rubrica della Biodiversità ospita invece un Natura e Libri importante contributo di Massimo Semenzato, 1. Il mio giardino selvatico (recensione di France- che salutiamo e che inaugura così la sua colla- sca Cenerelli) borazione con la Rivista. Le Foto dei Lettori Segue un breve pezzo sui problemi ambien- 1. (Antonietta Bergamo; Manuela Bordignon; Stefano Calò; Pierina e Cesare Lazzaro; Co- tali che riguardano Valle Vecchia, nucleo cen- rinna Marcolin; Marcello Ucciardi) trale del futuro e sempre auspicato Parco Natu- Le foto e i disegni, ove non diversamente indicato, so- rale Regionale di Caorle; quindi si passa alla no di Michele Zanetti. Poesia. Ancora una volta Raffaella Lucio e l’a- nonimo MT52, offrono al lettore i loro delicati Hanno collaborato a questo numero versi. Antonietta Bergamo Per L’Arte Naturalistica l’appuntamento è con Manuela Bordignon Renzo Zanetti e i suoi splendidi e accurati dio- Stefano Calò Francesca Cenerelli rami, mentre per la Letteratura naturalistica Carlo Chessa ospitiamo un suggestivo pezzo di Sandro Zuc- Giuseppe Frigo chetta e un secondo brano riguardante un sin- Pierina e Cesare Lazzaro Raffaella Lucio golare inseguimento. Corinna Marcolin Francesca Cenerelli è invece l’autrice di una Vittorino Mason piacevolissima recensione, mentre il cospicuo Martin Mecnarowski contributo fotografico dei Lettori completa, con Massimo Semenzato Emanuele Stival piacevoli immagini, la Rivista. Mario Valerio Buona primavera, buona lettura e buona vi- Michele Zanetti sione. Sandro Zucchetta In copertina. Un Luì piccolo su un arbusto di rosa sel- Michele Zanetti vatica in giardino, nel marzo 2021. 1
REGNO VEGETALE LE IDROFITE NATANTI quasi certamente presente nelle acque della Pia- di Michele Zanetti nura Veneta Orientale e di distribuzione ancora Subcosmopolita. Le Idrofite, come s’intuisce dal termine che le Le due specie più preziose tra quelle segnalate definisce, sono piante acquatiche e dunque piante nel territorio in oggetto sono tuttavia una felce della speciali. famiglia Salviniaceae e una pianta della famiglia Le stesse piante che hanno scelto l’ambiente Hydrocharitaceae. acquatico sono infatti piante speciali, essendo do- La prima, il cui nome italiano è Erba pesce tate di fusti flessibili, in modo tale da sopportare la (Salvinia natans), è una idrofita natante a corologia sollecitazione meccanica dovuta alle acque corren- Euro-asiatica temperata. Essa è formata da un fu- ti; oppure di fusti leggeri e di foglie galleggianti e sto lungo circa 5-7 cm e dotato di foglioline pari- tali da poter rimanere sospesi nello stesso mezzo pennate, oltre che di radici natanti disposte lungo acquatico, in ambienti di acque stagnanti. la sua intera lunghezza. Nella Pianura Veneta Orientale, ricca di habitat La seconda è invece, come le lenticchie citate in acquatici diversificati, la presenza di queste piante precedenza, è una fanerogama a distribuzione Eu- risulta ricca, sia in termini di specie che di popola- ro-asiatica, dotata di un piccolo fiore bianco che menti. sporge di qualche centimetro dalla superficie dell’- Le stesse Idrofite, tuttavia, si distinguono in acqua. Attualmente risulta rara, a causa dell’eutro- “radicanti” e in “natanti” e dunque in piante ancora- fizzazione delle acque, ma in passato era assai te al fondale mediante un apparato radicale - come frequente nelle acque limpide dei fossi. Le sue fo- ad esempio le ninfee - e in piante che invece gal- glie sono rotondeggianti e dotate di un picciolo lun- leggiano presso la superficie degli ambienti acqua- go circa 4 cm e il suo nome italiano è curioso: Mor- tici in cui vivono. so di rana (Hydrocharis morsus-ranae). In questa occasione ci occuperemo delle secon- Completano l’interessante panorama delle idrofi- de e dunque delle Idrofite natanti, che presentano te natanti alcune altre specie, caratterizzate da una un indubbio interesse ecologico e che non sempre storia diversa. Due di esse, infatti, sono giunte alle sono conosciute. acque della Pianura Veneta Orientale soltanto ne- Appartengono alle Idrofite natanti specie come le gli anni Novanta del secolo scorso, probabilmente minuscole lenticchie d’acqua, della Famiglia Ara- a seguito del Riscaldamento globale. Una terza, ceae. Si tratta in questo caso di piante formate da invece è una neofita di origine alloctona, introdotta una o più foglioline parzialmente sovrapposte e accidentalmente. dotate di una esile radice che pesca, libera e so- Le due specie di recente comparsa sono rispetti- spesa, nell’acqua. Esse appartengono a diverse vamente la bellissima Castagna d’acqua (Trapa specie, tra cui la più frequente è la Lenticchia d’- natans), della famiglia Lythraceae e a corologia acqua comune (Lemna minor), a corologia Sub Paleotemperata, che con la propria rosa di foglie cosmopolita, i cui popolamenti ricoprono talvolta galleggianti disposte a raggiera raggiunge anche i completamente la superficie di piccoli corpi idrici ad 40 cm di diametro e il Limnantemio (Nymphoides acque eutrofiche e stagnanti, della pianura e della peltata), della famiglia Menyanthaceae e a corolo- bassa montagna. gia Euroasiatica, i cui fiori gialli possono tappezza- Tipica di acque debolmente fluenti, in genere di re letteralmente le acque stagnanti ed eutrofiche in risorgiva, è invece la Lenticchia d’acqua spatola- cui vegeta. ta (Lemna trisulca), a corologia Cosmopolita, che La specie alloctona, invece, è l’invasiva Lenticchia si distingue dalla specie precedente per le foglioli- d’acqua minuta (Lemna minuta), a corologia Pan- ne a profilo lanceolato e che può essa stessa for- tropicale, le cui minutissime foglioline formano tap- mare popolamenti densi ed estesi. peti di densità tale da impedire lo scambio di gas Decisamente più rara è invece la Lenticchia d’- tra aria e acqua, determinando l’anossia dei corpi acqua maggiore (Spirodela polyrhiza), anch’essa idrici in cui si insedia. Cosmopolita, le cui foglie sono rotondeggianti, ma Ecco allora che questa singolare e speciale di dimensioni maggiori alla lenticchia d’acqua mi- componente della fitodiversità territoriale, presso- nore, a cui talvolta si associa. ché sconosciuta ai più, assume un rilevante valore Molto rara, infine è la Lenticchia d’acqua spu- biologico ed ecologico. Alcune delle specie citate, gnosa (Lemna gibba), non ancora ritrovata, ma non a caso le più rare e in via d’estinzione locale, 2
come ad esempio l’Erba pesce o il Morso di rana, presentano il valore di indicatori della qualità dell’- acqua. Altre, invece, come il Limnantemio e la Ca- stagna d’acqua, sono considerate elementi da con- trollare in quanto ostacolano il deflusso delle acque nei fossi di bonifica. Controllo che, purtroppo, viene ancora effettuato con il diserbo chimico. La presente disamina delle specie presenti nelle acque della Venezia Orientale non sarebbe co- munque completa se non citassimo la più singolare e preziosa in assoluto. Si tratta, niente meno, che di una specie “carnivora”, dove con questo termine assolutamen- te improprio vengono indicate le piante che hanno la capacità di assimilare i sali contenuti nel corpo di piccoli invertebrati. La specie in oggetto è l’Erba vescica comune (Utricularia vulgaris), una pianta della Famiglia Lentibulariaceae, a distribuzione circumboreale. Essa vegeta in acque stagnanti e nella Pianura Veneta Orientale è stata segnalata in alcuni siti di cava senile, dove appare comunque in regresso e minacciata. I suoi fusti, ramificati e flessibili, posso- no raggiungere i due metri di lunghezza ed è priva di vere e proprie radici. Tra le foglioline, brevi e li- neari, sono inserite numerose vescicole traslucide (gli ascidi), che catturano minuscoli organismi ac- quatici e che sono dotate di peli che ne assorbono i sali minerali. Bibliografia, sitografia · ZANETTI MICHELE (a cura di), 1998-2020, Flora e Fau- na della Pianura Veneta Orientale, Associazione Na- turalistica San donatese, Noventa di Piave, VE · http://luirig.altervista.org/flora/taxa/index1.php?scienti fic-name=lemna+minor · https://it.wikipedia.org/wiki/Utricularia_vulgaris In alto Lenticchia d’acqua maggiore (Spirodela polyrhiza). In mezzo, sopra e a lato Erba pesce (Salvinia na- tans), una felce acquatica. Colonna sinistra in basso Lenticchia d’acqua comune (Lemna minor). 3
Dall’alto in basso e da sinistra a destra · Morso di rana (Hydrocharis mor- sus-ranae): foglie e fiori (da Wiki- pedia). · Morso di rana (da Internet). · Castagna d’acqua (Trapa na- tans). · Castagna d’acqua. · Copertura di Limnantemio. (Nymphoides peltata) in fiore in uno stagno. · Copertura di castagna d’acqua nelle acque di un capofosso di bonifica a Marina di Eraclea (VE). · Fiori di Erba vescica comune (Utricularia vulgaris). · Erba vescica comune (da Internet). · Popolamento di Limnantemio in un fosso a Isiata (S. Donà, VE). 4
REGNO DEI FUNGHI FUNGHI INVERNALI (4) al bruno-nerastro e nero-violaceo con varie sfuma- di Mario Valerio* ture dei "tartufi neri" (Tuber melanosporum, T. ae- stivum, T. mesentericum, T. macrosporum, T. bru- Questo è l'ultimo contributo relativo ai funghi in- male). La superficie esterna è chiamata peridio e vernali e parleremo, seppure in modo generale e può presentarsi liscio, pubescente, a volte con sintetico, di un genere fungino di cui tutti hanno screpolature più o meno evidenti, oppure asperula- sentito parlare ma ben pochi conoscono e raccol- to, rugoso per la presenza di numerose verruche gono, vuoi perché è necessario essere in possesso piramidali più o meno tronche. La polpa interna di uno specifico permesso non facile da ottenere, viene chiamata gleba, ha consistenza carnosa, vuoi perché si tratta di funghi ipogei, vale a dire compatta e si presenta con aspetto marmorizzato funghi che non si vedono perchè completano il loro dovuto alla presenza di venature chiare e scure, ciclo vitale interamente sottoterra e quindi, per la più o meno evidenti in rapporto alla specie ed al loro ricerca, è indispensabile l'aiuto e il fiuto di un grado di maturazione. Le venature chiare sono co- amico fidato: il cane. stituite da fasci di cellule fungine (ife) sterili, mentre quelle scure sono fertili e contengono gli aschi e le Il Genere Tuber - i Tartufi spore. Il tartufo, così come lo abbiamo appena descrit- Non tragga in inganno la somiglianza del nome to, altro non è che il corpo fruttifero (ascoma) di un generico "tuber" con il termine botanico "tubero" fungo filiforme che cresce e si sviluppa nel terreno utilizzato per definire un "organo vegetale ingros- formando una rete miceliare intricata. Come tutti i sato per abbondante sviluppo di parenchimi di ri- funghi non contiene clorofilla e quindi, non essendo serva" (Treccani on line), in quanto non esistono in grado di sintetizzare sostanze zuccherine, le ri- correlazioni fra i due, appartenendo il tubero al Re- chiede ad alcune piante vicine instaurando con es- gno Vegetale mentre i tuber appartengono al Re- se, attraverso il loro apparato radicale, un partico- gno dei Funghi, nonostante qualche fantomatico lare rapporto che viene denominato micorriza. Si "esperto televisivo" e qualche giornalista poco at- tratta di una simbiosi mutualistica, cioè di un rap- tento si ostinino a definirli vegetali. porto dal quale entrambi i partner ricavano dei be- Appartengono, questi ultimi, alla classe degli A- nefici: il fungo riceve linfa zuccherina elaborata dal- scomiceti, cioè a quei funghi nei quali le spore so- la pianta con la fotosintesi e fornisce alla pianta no prodotte e maturano dentro una cellula a forma acqua, sali minerali, altre sostanze (tra cui ormoni di sacchetto tubolare chiamata asco, che di norma ed antibiotici) e protezione. contiene da 1 a 8 spore. Solo quando le spore sa- Le piante più comuni con le quali i tartufi intrat- ranno mature il tartufo emanerà quel tipico profu- tengono rapporti sono le seguenti: Farnia (Quercus mo, molto forte e persistente, proprio per attirare gli robur), Rovere (Quercus petraea), Roverella animali selvatici che scaveranno per cibarsene, (Quercus pubescens), Leccio (Quercus ilex), Piop- contribuendo così a spargere le spore, garantendo- po nero (Populus nigra), Pioppo bianco (Populus ne la riproduzione. alba), Pioppo tremulo (Populus tremula), Salicone La forma e le dimensioni dei tartufi variano in (Salix caprae), Salice bianco (Salix alba), Tiglio relazione alla specie ma anche al tipo di terreno in (Tilia plathyphyllos), Nocciolo (Corylus avellana) e cui si sviluppano: terreni morbidi permetteranno Carpino nero (Ostrya carpinifolia). uno sviluppo sferico, sub-globoso abbastanza re- In Veneto la legge che regolamenta la raccolta, golare, mentre terreni più duri, sassosi, porteranno la coltivazione ed il commercio dei tartufi, prevede, ad una crescita bitorzoluta; le dimensioni spaziano fra le altre cose, gli orari, i periodi e le modalità di da quelle di un pisello di pochi grammi fino a quelle raccolta; le specie che si possono raccogliere sono di una grossa patata, eccezionalmente anche fino nove e di queste solo una è estiva (Tuber aestivum a 500 grammi e più. La profondità alla quale si svi- - "scorzone") con periodo di raccolta da maggio a luppano può variare dai pochi centimetri, tanto che novembre, mentre per tutte le altre specie i periodi talvolta possono essere (semi)affioranti sul terreno, di raccolta sono compresi fra settembre e gennaio- fino a 60-70 centimetri ed anche oltre. Il colore va- marzo. ria da giallo chiaro, nocciola, ocraceo, occasional- La cerca, così viene chiamata la ricerca e la rac- mente con macchie rosso-brunastre come nei colta dei tartufi, viene effettuata con l'ausilio di cani "tartufi bianchi" (Tuber magnatum e T. borchii), fino (fino ad un massimo di due), opportunamente ad- 5
destrati a riconoscere le varie specie di tartufo. Con l'aiuto del suo formidabile fiuto il cane, dopo aver individuato il tartufo, incomincerà a scavare, aiutato dal suo padrone che finirà il lavoro con un vanghetto particolare fino all'estrazione del fungo. L'olfatto di questi cani ha dell'incredibile. Ho assisti- to personalmente alla cerca effettuata dal cagnoli- no dell'amico Andrea Ferro, esperto di tartufi ed attualmente Presidente del Gruppo Micologico Sandonatese. Ebbene il cane ha puntato il tartufo alla distanza di 8-10 metri ed ha poi scavato per circa 15 cm estraendo un tartufino di poco meno di 1 centimetro di diametro. Devo infine ringraziare Andrea per avermi coinvolto in questo mondo parti- colare ed affascinante dei tartufi, dove anche il rap- porto fra i due attori principali, cane e padrone, è un vero e proprio rapporto di simbiosi mutualistica. E qui il cerchio si chiude. * Micologo e Presidente della Federazione Micologica dei Gruppi Veneti. Bibliografia: · G. Medardi, 2006, "Ascomiceti d'Italia" - AMB Fon- dazione Centro Studi Micologici (Vi) · AA.VV., 2001, "Determinazione dei componenti vo- latili dei tartufi lucani" - Micologia Italiana, 2001, 3- 11-29 · Ministero Politiche Agricole Alimentari e Foresta- li,2018, Piano Nazionale della Filiera del Tatufo 201- 7-2020" · A.Zambonelli, M.Iotti, C. Murat, 2016, "True Truffle (Tuber ssp) in the World" - Springer International Publishing Switzerland · AA.VV.2013, "Wild and coltivated mushrooms as a model of sustainable development" - Article in Plant Biosystems Sitografia: · ht t ps: / / www. regi one.v enet o.i t / arti cl e-det ail ? articleGroupId=93132&articleId=120958 - normativa Regione Veneto · http://www.profumodilucania.it/images/Esperti/ Ricercatori/Rana/I_tartufi.pdf - G.L.Rana-R.Marino "I Tartufi" · www.tartufo.com Dall’alto in basso · Tuber magnatum, il famoso tartufo bianco pregiato (foto M.Valerio). · Tuber borchii, noto come "bianchetto" o "marzuolo". A lato Un cane di razza Lagotto, dotata di fiuto finissimo e specializzata in questa attività di ricerca, mentre scava insieme al padrone, dopo aver individuato la presenza di un tartufo. 6
Dall’alto in basso e da sinistra a destra · Tuber aestivum, il comune "tartufo estivo" o "scorzone". (foto A.Ferro). · Tuber mesentericum o "tartufo nero ordinario". (foto A.Ferro). A lato Un cane di razza Lagotto, con il tipico pelo riccio che lo fa somigliare al vello di una pecora. La Romagna è la regione in cui questa razza, di piccola o media taglia, viene allevata per tradizione e con particolare cura. Gli allevatori specializzati sono in grado di esibire autentici campioni dal fiuto finissimo. (foto Mario Valerio). 7
REGNO ANIMALE IL LIBELLOIDE UNA SPLENDIDA RARITA’ Foto di Giuseppe Frigo* Ordine: Neuroptera Famiglia: Ascalaphidae Genere: Libelloides Specie:Libelloides lon- gicornis (Scopoli, 1763) Questo bellissimo insetto predatore, di a- spetto vistoso, risulta generalmente raro. Le sue dimensioni sono pari a mm 25-30 per il corpo, con un’apertura alare di 38-58 mm. Si nutre di piccoli insetti volanti, che cattura volando a sua volta a qualche metro di altezza, in condizioni di luce intensa. Le femmine depongono le uova sugli steli di piante erbacee e le larve, che somigliano mol- to nell’aspetto a quelle del Formicaleone (Myrmeleon formicarius), a differenza di que- ste ultime non scavano cavità trappola nel suo- lo. La specie risulta diffusa nell'Europa sudocci- dentale (Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna e Svizzera), dove frequenta in partico- lare l’habitat dei prati asciutti e soleggiati, in ambiente prevalentemente montano. Gli adulti si possono osservare nei mesi tra giugno ed agosto. (Michele Zanetti) Sitografia - https://en.wikipedia.org/wiki/Libelloides_longicornis * Fotografo naturalista 8
In alto, sopra e nella pagina precedente Il Libelloide (Libelloides longicornis) Questo insetto è un predatore alato il cui aspetto dimostra, ancora una volta, la sorprendente capacità del Sistema Naturale di elaborare forme e colori che evocano il concetto estetico proprio dell’Arte, di cui l’uomo sostiene di esse- re inventore esclusivo. Mentre però l’Arte soddisfa criteri meramente estetici ed emozionali, propri della nostra spe- cie, le elaborazioni della Natura sono destinate esclusivamente a finalità funzionali correlate con l’ecologia della spe- cie che ne è infine portatrice nei propri geni. 9
REGNO ANIMALE RANA MONTANA IL RISVEGLIO Foto di Vittorino Mason* La primavera sta risalendo le pendici prealpi- ne, lentamente, tra incertezze e pause dovute a qualche nevicata tardiva. Ne è testimonianza questo bellissimo servi- zio fotografico dell’amico Vittorino Mason. Le foto sono state scattate presso una lama d’ac- qua che si trova accanto al rudere di una mal- ga, sul versante occidentale del Monto Zogo, sulle Prealpi Trevigiane. Nonostante la quota, che si colloca intorno ai mille metri e le temperature proibitive, con l’ac- qua che di notte ancora viene velata da sottili lastre di ghiaccio, l’attività riproduttiva della Ra- na montana (Rana temporaria) – lunghezza cm 7-12 e anche più; presente da quote colli- nari fino a 2700 m slm - e del Tritone alpino (Ichthyosaura alpestris) – lunghezza cm 7-12, con la femmina maggiore del maschio; presen- te da quote collinari fino a 2400 m slm - è in pieno svolgimento. Fenomeno, quest’ultimo, che potrebbe stupire, poiché si riferisce ad an- fibi e dunque ad animali eterotermi, la cui tem- peratura corporea dipende appunto da quella dell’ambiente. L’evoluzione delle due specie, con il conseguente adattamento all’habitat montano e alto montano, ne ha però determi- nato caratteristiche fisiologiche del tutto spe- ciali e tali da consentire loro ciò che ad altre specie sarebbe negato. Gli ammassi gelatinosi sono le uova della Rana montana, con l’embrione costituito dal piccolo nucleo scuro. Alle quote maggiori rag- giunte dalla specie la metamorfosi dei girini, come conseguenza delle temperature medie molto basse, può richiedere anche due cicli stagionali. (Michele Zanetti) Bibliografia, sitografia - HVASS HANS, 1973, Anfibi e Rettili, Editrice S.A.I.E., Torino - http://www.iucn.it/scheda.php?id=1418540582 - http://www.iucn.it/scheda.php?id=-1531074622 - https://it.wikipedia.org/wiki/Ichthyosaura_alpestris * Alpinista, scrittore, poeta Sopra. Rana montana (Rana temporaria). 10
Dall’alto in basso e da sx a dx · Accoppiamento di Rana montana. L’aspetto di questa specie è assai simile a quello delle rane rosse di pianura (Rana dalmatina; Ra- na latastei), da cui si distingue per le zampe posteriori più corte. · Ammasso gelatinoso di uova di Rana mon- tana, con Tritone alpino. Le due specie con- dividono spesso lo stesso habitat, costituito da pozze d’alpeggio, lame d’acqua e laghetti di origine glaciale. · Tritone alpino che nuota servendosi della coda come organo propulsore. La livrea dor- sale è grigio brunastra con macchie più scu- re, mentre i fianchi presentano una vistosa fascia di colore azzurro punteggiato di nero e il ventre di colore arancio. · Rana montana presso l’ammasso delle uo- va. Si nota, in basso a destra un tritone alpi- no che nuota mostrando il fianco. 11
REGNO ANIMALE I RALLIDI ELUSIVI scuro, con piccole macchie bianche e il becco cor- di Michele Zanetti to e robusto. Osservarlo è assai abbastanza difficile e dovuto Alle legittime perplessità del Lettore, al cospetto a circostanze occasionali, poiché si nasconde abi- del titolo, l’autore risponde che la nostra è pur sem- tualmente nel folto dei canneti e tra la fitta vegeta- pre divulgazione naturalistica elementare; anche zione palustre di stagni e cave senili. se, dopo aver letto questo brevissimo articolo e Quanto alle due schiribille, la comune e la grigia- aver osservato in natura le specie che vi sono cita- ta, va detto che mentre la prima è una migratrice, te, si potrà superare brillantemente l’esame di Orni- la presenza della seconda è quasi esclusivamente tologia della Facoltà di Scienze Naturali presso accidentale. Esse hanno dimensioni decisamente l’Università di “Nonsodove”. inferiori rispetto alle specie descritte e un colore Rallidae è infatti la famiglia della popolarissima e che le mimetizza efficacemente con i fondali fango- onnipresente Gallinella d’acqua (Gallinula chloro- si emersi al margine dei canneti e dei cariceti in cui pus) e della comune Folaga (Fulica atra), mentre si nascondono, alle prime luci dell’alba e fino al “elusivi” significa che si sottraggono all’osservazio- tramonto. La caratteristica anatomica che condivi- ne diretta, nascondendosi in particolari habitat e dono con le altre due specie è costituita dalle lun- uscendone soltanto in ore estreme del giorno. ghe dita, che consentono loro di muoversi agevol- Le specie di cui stiamo parlando e che sono mente sul molle substrato melmoso in cui pastura- stanziali in un caso, oppure migratori nidificanti o, no o sui tappeti di piante acquatiche galleggianti. ancora, presenti solo nella stagione dei passi, nel- Sono migratrici sud-sahariane e osservarle è la Pianura Veneta Orientale, sono precisamente decisamente difficile ed è un privilegio che richiede cinque. Si tratta del Porciglione (Rallus aquati- pazienza e dedizione, da vantare nel proprio curri- cus), del Voltolino (Porzana porzana), della minu- culum naturalistico. scola Schiribilla (Zapornia parva), della rarissima Il Re di quaglie, infine, è un migratore raro e as- Schiribilla grigiata (Zapornia pusilla) e dell’altret- sai difficile da osservare. In questo caso si tratta di tanto raro - in bassa pianura - Re di quaglie (Crex una specie, la cui particolarità è costituita dall’habi- crex). tat. Questo uccello, della stessa dimensione del Voltolino, vive e nidifica infatti nei prati montani e Si tratta di uccelli molto interessanti, in cui il rap- risulta per questo in regresso in tutto il proprio are- porto forma-funzione sembra essere stato interpre- ale di distribuzione europea. tato dall’evoluzione naturale con intenti didattici. Al Ecco i “magnifici cinque”: uccelli la cui presenza tempo stesso si tratta di uccelli di modesta taglia i pochissimi riescono ad osservare e a documenta- cui colori del piumaggio sembrano essi stessi es- re. Proprio per questo, però, specie importantissi- sere stati definiti per accentuare il mimetismo di me, perché ancora una volta e come sempre, indi- ciascuna specie nel proprio habitat elettivo. catrici della diversità, della ricchezza e della ricetti- Il Porciglione è di taglia inferiore rispetto alla vità dell’habitat territoriale. Gallinella d’acqua e presenta un lungo becco di Ma non possiamo concludere questa breve pre- colore corallo, con cui setaccia il fango emerso del- sentazione senza citarne una sesta. In questo ca- le sponde, alla ricerca di piccoli invertebrati di fon- so, peraltro, si tratta di specie alloctona e del tutto dale. La sua livrea è grigio-bruno scura nella zona accidentale; nel senso che le sue rare segnalazioni ventrale, mentre appare bruna e screziata sul dor- di presenza si pensa siano dovute ad individui so e a barre bianche e nere sui fianchi. sfuggiti alla cattività. Osservarlo non è facilissimo, ma neppure troppo Si tratta del vistoso Pollo sultano (Porphyrio difficile, poiché verso l’imbrunire esce dalle cortine porphyrio), di taglia superiore a quella della Galli- di piante palustri presso cui staziona abitualmente nella d’acqua e i cui colori risultano inconfondibili. e nidifica, per pasturare. E’ infatti una specie stan- Osservata eccezionalmente in alcune aree umide ziale, ancora relativamente frequente lungo il corso costiere del Veneto la specie rappresenta, per que- del fiume Sile o presso i canneti lagunari di gronda sto, un autentico miraggio dei naturalisti ornitologi. e nelle valli da pesca. Bibliografia, sitografia Il Voltolino è di taglia leggermente inferiore ed è · ZANETTI MICHELE (a cura di), 1998-2020, Flora e Fauna della Pianu- presente nel territorio esclusivamente nella stagio- ra Veneta Orientale, Associazione Naturalistica Sandonatese, No- venta di Piave, VE ne migratoria. Presenta un colore ardesia e bruno · https://www.birdingveneto.eu/venezia/guida/porcig/porcig.html 12
Dall’alto in basso e da sinistra a destra. · Gallinella d’acqua e Porciglione in pastura. · Porciglione in pastura. · Voltolino nel suo habitat. · Femmina di Schiribilla Da Internet). · Maschio di Schiribilla (Foto Emanuele Stival) · Schiribilla grigiata (da Internet). · Le lunghe dita della Scriribilla (disegno) · Re di quaglie. (foto Emanuele Stival). · Pollo sultano. (foto Carlo Chessa). 13
BIODIVERSITA’ IL PARCO DI VILLA FRIEDENBERG dal collare (Natrix natrix), Biacco carbone (Hierophis carbonarius), Orbettino italiano di Massimo Semenzato* (Anguis veronensis), Lucertola muraiola (Podarcis muralis). Una superficie boschiva di 2 ha, il parco della vil- Meno noti i mammiferi, tra i quali potrebbe so- la Giulai-Friedenberg, si trova a sud di Mestre, a pravvivere il Moscardino (Muscardinus avellana- circa 1 km dalla piazza di Chirignago, ben visibile rius), un tempo presente nella campagna a nord all’incrocio tra via Risorgimento e via Asseggiano. del parco e sino agli anni Novanta del Novecento, La vegetazione e l’allestimento paesaggistico con- indicato, assieme alla Donnola (Mustela nivalis), trassegnato da uno stagno a da manufatti neogoti- per i dossi prativi ed alberati del vicino Forte Gaz- ci, ricordano quello di altri parchi patrizi ottocente- zera (o Forte Brendole); una ricerca sulla comuni- schi dell’area Miranese e della Riviera del Brenta. tà teriologica, presumibilmente, potrebbe rivelare, Gli alberi e gli arbusti rinvenibili corrispondono a oltre al Riccio occidentale (Erinaceus europaeus) quelli che edificano gli attuali lembi di querceto mi- già segnalato, Chirotteri, Soricomorfi e Roditori sto della Pianura Veneta orientale: Farnia poco comuni. (Quercus robur), Frassino meridionale (Fraxinus Disponiamo quindi di alcune informazioni riguar- oxycarpa), Orniello (Fraxinus ornus), Carpino do alle Piante verdi e ai Metazoi che maggiormen- bianco (Carpinus betulus), Olmo minore (Ulmus te interagiscono con la percezione, per quanto di- minor), Acero campestre (Acer campestre), Pallo- stratta, dell’ambiente in cui viviamo; sembrano in- ne di maggio (Viburnum opulus), Spino cervino vece ancora mancare quelle relative ad altri viven- (Rhamnus catharticus), Biancospino comune ti come, ad esempio, alghe, microrganismi acqua- (Crataegus monogyna), Corniolo (Cornus mas), tici e terrestri, molluschi, anellidi, artropodi, docu- Frangola (Frangula alnus), Fusaggine comune mentati in altri ambienti planiziali. Probabilmente (Euonimus europaeus); le altre specie montane, un biotopo così singolare ma, purtroppo, isolato in mediterranee e esotiche, asiatiche e americane, un contesto sempre più inospitale - e che condivi- furono inserite, almeno in parte, già nella progetta- de il destino dell’avvilente abbandono nel quale zione originaria, oltre ad essere penetrate in segui- versano la villa e la barchessa - offre rifugio ad to come “invasive”. entità poco diffuse o localizzate ma preziose per Un’ulteriore affinità floristica con i boschi planiziali comprendere e ricostruire i trascorsi quadri am- mesofili, è suggerita dalla presenza di alcune ne- bientali olocenici. morali quali il Sigillo di Salomone maggiore (Polygonatum multiflorum), la Pervinca (Vinca Bibliografia minor), l’Anemone bianca (Anemonoides nemo- · NEVIO ANOE’, 1993, La natura del Forte Gazzera, rosus), un complesso di entità botaniche che sino Consiglio di Quartiere Chirignago-Gazzera, Comitato Forte Gazzera, Gruppo Anziani Autogestito “La Bar- ad un paio di decenni fa era presente anche nel chessa”, Venezia. sistema di siepi e ripe alberate dislocato nel confi- · ENRICO BIZIO, 2002, Clitocybe vibecina. Biodi- nante territorio compreso tra le campagne delle versità della Laguna di Venezia e della costa nor- contrade di Brendole, Selvanese e Frassinelli. Que- dadriatica veneta, Bollettino del Museo Civico di sto “relitto forestale” probabilmente ospita un popo- Storia Naturale di Venezia, 53: 260-261. · IVO SIMONELLA, ed., 2006, Atlante degli ambiti lamento micologico di un certo interesse, segnalato d’interesse naturalistico della provincia di Vene- dal rinvenimento del Basidiomicete Clitocybe vibe- zia, Cicero, Venezia. cina. · MICHELE ZANETTI, ed., 2001, Osservazioni di Gli atlanti corologici dei Vertebrati hanno indivi- campagna 2000, Osservatorio Florofaunistico della duato alcuni uccelli forestali quali, tra gli altri, Pic- Pianura Veneta Orientale, Associazione Naturalistica Sandonatese, Noventa di Piave, VE. chio rosso maggiore (Dendrocopos major), Pic- chio verde (Picus viridis), Allocco (Strix aluco) e * Naturalista, Associazione Faunisti Veneti un’erpetocenosi composta da Rana verde (Pelophilax sp.), Rana di Lataste (Rana latastei), ormai localizzato endemita padano-veneto e dell’I- stria occidentale, Raganella padana (Hyla perrini), Tritone punteggiato (Lissotriton vulgaris meridio- Donnola (Mustela niva- nalis), Colubro liscio (Coronella austriaca), Biscia lis). 14
Dall’alto in basso, da sx a dx · Veduta aerea del Parco di Villa Frie- denberg (da Internet). · L’edificio principale attualmente ri- dotto a rudere (da Internet). · Il complesso degli edifici ai primi del Novecento (da Internet). · Sigillo di Salomone maggiore. · Pervinca. · Anemone bianca. · Allocco (foto M. Mecnarowski) · Rana di Lataste · Raganella padana · Colubro liscio 15
TUTELA DEGLI HABITAT VALLE VECCHIA Naturale Regionale delle Valli di Caorle e Bibio- PROBLEMI DI CONSERVAZIONE ne”. Purtroppo, però, non è così e tanta straordi- DELL’AMBIENTE E DEGLI HABITAT naria ricchezza, paesaggistica, naturalistica e cul- di Michele Zanetti turale, che potrebbe essere incrementata dall’e- stensione dell’area protetta alle adiacenti valli e Valle Vecchia 1960, ovvero l’ultima palude bonifi- resa fruibile ad una cittadinanza vasta, nel segno cata. In altre parole il “colpo di coda” della stessa di un turismo controllato, guidato e compatibile, Bonifica, che va considerata un intervento di tra- sta invece lentamente decrescendo. sformazione ambientale tra i maggiori della storia Il più grave tra i problemi ambientali di Valle locale, con il prosciugamento delle paludi costiere Vecchia riguarda l’erosione del litorale sabbioso, del Veneto e il dissodamento delle superfici pro- con arretramento della linea di costa. Il fenomeno sciugate. sta facendo danni incalcolabili e in assenza di in- Un intervento che, valutato ad oltre mezzo secolo terventi tempestivi, per cui è necessario investire di distanza e con riferimento specifico alla preesi- risorse importanti, interi habitat (prima duna, de- stente realtà ambientale di Valle Vecchia, appare pressioni palustri interdunali e dune grigie) rischia- sostanzialmente superfluo in termini economici e no di essere cancellati. tale da cancellare un ecosistema palustre di note- Un secondo problema riguarda invece una prati- volissimo interesse ecologico e naturalistico. ca antropica e precisamente quella relativa al re- golare sfalcio degli argini perimetrali. Un habitat Valle Vecchia è un’isola, di forma sub triangolare, prativo lineare, quello degli argini, in cui si conser- con la lunga base a formare l’ultimo tratto di litorale vano elementi preziosi della fitodiversità della sabbioso alto adriatico ancora privo di insediamenti stessa Valle Vecchia (Anacamptis morio, Anacam- balneari. ptis pyramidalis, Spiranthes spiralis, ecc.). La delimitano le antiche bocche di porto della sto- Nel contesto geografico delle “Terre dell’uomo” rica Laguna caprulana: ad ovest Falconera, ad est nulla si conserva in assenza di interventi manuten- Baseleghe, mentre a nord sono i canali Canadare e tivi, di conservazione e di difesa. In questo senso, Cavanella e a sud il mare Adriatico a farle da mar- dunque, Valle Vecchia andrebbe gestita con gli gini geografici. stessi investimenti che richiederebbe un Parco; Un’isola estesa per circa 850 ha e dotata di un perché i dispositivi di vincolo naturalistico e am- litorale che si sviluppa per circa 4,5 km, con orien- bientale (PTRC, ZPS e SIC), tale la rendono di tamento indicativo est-ovest. fatto. Un’isola abbracciata dalle acque fluenti che giun- Viva Valle Vecchia, allora e Viva il Parco Natu- gono dall’entroterra, trovandosi pertanto inserita rale, da realizzare come sogno possibile per un all’estremità meridionale di un sistema idrografico futuro davvero e finalmente diverso. complesso. La rete di canali di antica origine lagu- Bibliografia e sitografia nare, come il Nicesolo o Canalòn, è infatti connes- · ZANETTI MICHELE (a cura di), 2001, Valle Vecchia, la sa con le aste fluviali di risorgiva del Lemene e del natura ritrovata, Veneto Agricoltura Lugugnana e con grandi alvei di origine naturale e · ZANETTI MICHELE (a cura di), 2004, Le Lagune del antropica, come il canale Cavanella, il canale degli Veneto Orientale, Assessorato alle Politiche Am- Alberoni o la Litoranea Veneta. bientali della Provincia di Venezia, Nuova Dimensio- L’idrografia dell’isola, invece, è quella tipica delle ne, Portogruaro, VE · ZANETTI MICHELE (a cura di), 1998-2020, Flora e superfici bonificate, con un capofosso, denominato Fauna della Pianura Veneta Orientale, Associazione canale Sbregavalle, che la percorre da est ad ovest Naturalistica Sandonatese, Noventa di Piave, VE e che appare collegato ad una rete geometrica di · https://www.venetoagricoltura.org/argomento/valleve fossi e di scoline, cui negli anni Novanta del secolo cchia/ scorso sono stati collegati alcuni piccoli bacini di fito-bio-depurazione. Questo straordinario contesto d’ambiente conser- va un ricco patrimonio naturalistico, cui si coniuga un altrettanto interessante patrimonio di paesaggio e dovrebbe costituire il cuore pulsante del “Parco Soldanella di mare (Calystegia soldanella) 16
Colonna sinistra, dall’alto in basso. La spiaggia di Valle Vecchia in fase di bassa marea e il vistoso fenomeno di zappatura della prima duna dovuto all’erosione marina. Immagini realizzate in data 24 febbraio 2021. Colonna a destra, dall’alto in basso Orchide comune (Anacamptis pyramidalis) e Giglio ca- prino (Anacamptis morio). Il mancato sfalcio degli argini, con l’avvento del rovo, determina l’estinzione delle specie erbacee di maggiore importanza ecologica e naturalistica. 17
NATURA & POESIA Raffaella Lucio* MT52** Gocce Notte di pioggia Or lievi, or vigorose, Piove nel buio, lo sento scendono gocce copiose Piove sotto il mantello nero tuffandosi allegre Di questa strana notte di febbraio nelle limpide pozze Mi giunge, leggero, un concerto di brusii a ricamar cerchi Di dissonanti percussioni sommesse con danze delicate D’invocazioni e sussurri e suoni melodiosi. Che permeano la notte come una preghiera Pioggia di Primavera, Piove sulla terra gonfia del tepore carezza leggera D’una primavera impaziente su vellutati germogli Piove sull’erica frugale e sulle prime corolle su neonate corolle Timidamente risorte dalla lettiera bruna su tronchi vetusti Piove su un inverno che già sta partendo su assetate zolle. Senza mai essere giunto al cuore Piove sui miei notturni ricordi di bambino Acqua generosa Lontani e indelebili come il succo di mora che scendi dal cielo in perle preziose, Accarezza il cuore questa pioggia essenza di vita E confonde le lacrime della nostalgia Che si dissolve negli spazi infiniti non sempre compresa, Di un mondo esiliato nell’anima creduta scontata e non rispettata, per quanto ancora ti donerai ? Piove Teneramente Ed è già domani Noventa di Piave, 12 aprile 2021 * Poetessa e socia sostenitrice dell’ANS 22 febbraio, 2014 ** Poeta anonimo Dopo una pioggia di primavera, in giardino. 18
NATURA & ARTE L’ARTE DEL DIORAMA NATURALISTICO di Renzo Zanetti* I diorami naturalistici realizzati nei Musei e nei Centri Visita sono in grado di offrire ai visitatori una lettura efficace degli ambienti che si trovano nel territorio preso in considerazione, fissandone e rendendone frui- bili gli aspetti più significativi. I diorami dedicati alla ricostruzione degli ambienti preistorici, grazie alla tridimensionalità, hanno un impat- to maggiore rispetto alle rappresentazioni basate solamente sulla pittura e possono creare suggestioni molto più realistiche delle forme di vita del passato e dei loro habitat. Sopra. Il Biotopo della Pecceta. Museo Naturalistico Didattico di Asiago (VI). Diorama ambientale con fondale dipinto su due piani distinti, ricostruzione tridimensionale del substrato e degli elementi floristici. Per la fauna, sono stati inseriti esemplari naturalizzati. Sotto. Ricostruzione del coccodrillo Megadonosuchus arduini, vissuto nell’Eocene, per il Museo dei Fossi- li di Roncà (VR). Questa realizzazione è un ibrido tra un dipinto e un diorama. Tutto il paesaggio e parte dell’animale sono dipinti, mentre la metà anteriore dello stesso è ricostruita ad altorilievo, creando l’effetto di una sua fuoriuscita dalla scena. http://renzozanetti.com/ * Pittore e disegnatore naturalista e paleontologico 19
NATURA & LETTERATURA NEL SILENZIO Tornarono alla mente rimembranze dimenticate di Sandro Zucchetta* da chissà quanto tempo nei cassetti della memo- ria: persone, luoghi, oggetti... Odore di marcio. Fu piacevole. L'acqua aveva odore di marcio. Dolciastro, però. E poi fu la volta delle idee. Non ripugnante. Elaborazioni stupendamente fantasiose, da non Colore marroncino chiaro, aspetto francamente avere il coraggio di esternare. torbido. E poi la consapevolezza, a lungo dimenticata, La canaletta si allungava perfettamente diritta fin dello stare bene con se stessi. dove poteva arrivare lo sguardo. Finalmente la serenità interiore, la concordanza L'acqua era ferma. dei sensi, la tranquillità. L'acqua era ferma. A lato degli argini, i campi arati si estendevano in una orizzontalità senza fine. Quante volte si era chiesto cos'era, se c'era, la A volte, dopo un temporale o una giornata di bo- felicità. Avevano cominciato a chiederglielo già a ra, sullo sfondo comparivano le montagne. quelle che si chiamavano scuole elementari, poi a Quel giorno, però, il tutto si incorniciava in una catechismo, poi alle superiori i docenti di filosofia spettacolare piattezza, una linearità perfetta, la af- ne avevano discettato per ore. Ma una risposta fettuosa parvenza del piano: senza turbamenti. vera non era mai riuscito a darsela. Riteneva che Una ninnananna dei sensi. felicità fosse soltanto una parola, da riempire di Quel giorno, tarda primavera, le nuvole si spiat- contenuto. Felicità era un termine troppo ambizio- tellavano dal fondo di congiunzione tra suolo e at- so, una pretesa eccessiva. In quel momento ebbe mosfera fin sopra a quel pezzo di superficie, quasi come una specie di intuizione che lo portò a sup- sulla riva del mare. porre che il massimo cui possiamo aspirare fosse Aria ferma e tiepida, sentore di campagna e qual- una non-conflittualità, un appagamento. Un appa- che fragranza d'erba novella dalle sponde. gamento comunque con una data di scadenza, e Veli bianchi a frastagliare l'azzurro sovrastante. un obiettivo certamente più realistico della felicità, Tutto l'insieme appariva di una fissità assoluta. ancorché più modesto. E il silenzio. Un silenzio esclusivo, totale ed acuto E questo comunque sentimento positivo lo portò nello stesso momento. dritto a pensare alla bellezza. Sì, perché tutto ciò Seduto sulla riva aspettava: non sapeva cosa. che lo circondava in quel momento era un'armonia Si era estraniato dalle usanze della quotidianità e perfetta, che suscitava indubbiamente sensazioni gli sembrava di essere stordito. piacevoli. Un senso di riflessione benevola sul si- Dalla solitudine, dal tacere di tutto intorno. gnificato dell'esistenza. Eppure non era in chissà Ed anche la vista abbracciava con quieto sguar- quale stupefacente angolo di questa terra, ma su do quel paesaggio lineare, dove la prospettiva era un modesto suolo agricolo argilloso che fino a un del tutto parallela ad un piano nel congiungersi di secolo prima era palude. terra direttamente al cielo. L'acqua era ferma. Lasciò correre i pensieri, nel limbo dei ricordi di Quante mezzore passarono? Ma la luce era an- un'epoca che stava finendo e nei progetti di una cora diamantina. che stava iniziando. Si guardò le mani. Venne inevitabile il confronto con gli ideali che Cosa aveva fatto con quelle mani? Quanti gesti, furono e quelli che saranno. quante carezze, quante strette di mano, quanti Quelli che furono li conosceva bene, per averli pugni - pestati sul tavolo però - quante volte porta- studiati e, nel suo esistere, vissuti. te alla fronte per scrutare orizzonti, quante volte a Ma ora? Nell'incertezza del futuro, gli ideali uma- grattarsi, quante volte ad accompagnare la verba- ni gli apparvero come l'orizzonte: forse nessuno è lità, quante volte a costruire, disfare, incartare e in grado di raggiungerli, ma possiamo sicuramente scartare, prendere... cercare di avvicinarci il più possibile ad essi incam- Si guardò i piedi. minandoci in quella direzione. Quanti milioni di passi avevano fatto... Quanti Ebbe la sensazione di non avere età. sentieri, vie, calli, strade, piazze avevano percor- L'acqua era ferma. so? 20
Un mondo sotto i piedi: città, villaggi, campagne, Aveva gustato tutti i derivati dei prodotti della ter- colline, montagne, spiagge... ra alle varie latitudini, l'acqua fresca quando arriva- L'acqua era ferma. va misericordiosa a lenire l'arsura, il gusto dell'al- cool declinato dalle forme più leggere a quelle più Non poteva invece rimirarsi gli occhi, le orecchie, forti. E il sapore avvolgente e sconvolgente dei ba- il naso, la bocca. ci... Aveva però imparato a vedere, non solo a guar- L'acqua era ferma. dare: aveva visto infatti il buio più pesto in una fo- resta di notte senza luna, ma anche la luce abbaci- “FLOP!” nante del sole su un ghiacciaio alpino o sul deserto Il tuffo della rana dalla sponda nella canaletta africano, l'accendersi e lo smorzarsi dei colori nelle ruppe l'incanto del silenzio e il fluire dei pensieri... albe e nei tramonti di paesi lontani. Lo splendore Si alzò, appoggiando le mani sulle pungenti delle arti figurative di tutti i tempi. Anche, sempli- stoppie della riva. cemente, le parole stampate su tanti libri. Volse lo sguardo al ben conosciuto, piatto oriz- L'acqua era ferma. zonte e si avviò per fare ritorno. Camminando, ad un tratto pensò che tutto, tutto Aveva ascoltato, non solo udito, miliardi di paro- ciò che si era verificato in quelle ore tra sé e quel- le. Ma anche melodie, ritmi, canzoni. La voce dei l'ambiente, nel silenzio, era stato come uno straor- venti, lo sciabordio o il ruggito delle onde, lo scop- dinario spettacolo teatrale: autore ed interprete di pio del tuono, il fragore della frana. La risata di una se stesso sul palco della terra. Un solo spettatore: donna, il lamento di un uomo. lui... Magnifico! Aveva annusato l'odore nauseabondo della pu- Accennò ad un sorriso. trefazione, ma anche il profumo della pelle della E gli venne di pensare all'inadeguatezza delle persona amata, l'inebriante essenza di certe fioritu- parole, a volte, per definire le nostre vite… re, il sentore di fresco appena dopo una nevicata, la balsamica fragranza delle conifere resinose, l'in- * Socio sostenitore dell’Associazione Naturalistica San- definibile sensazione olfattiva delle alghe mischiate donatese, veterinario, scrittore e poeta alle conchiglie sulla battigia. Sotto. Fosso di bonifica. 21
NATURA & LETTERATURA L’INSEGUIMENTO INTERROTTO lasciò stupito, nell’evidente e disperato tentativo di di Michele Zanetti guadagnare la fascia erbosa del margine opposto e di eclissarsi. Capita, talvolta, a chi frequenta con una certa Frenai istintivamente, colpito dal fatto che mai assiduità l’ambiente della campagna, di essere te- avevo in precedenza osservato un ramarro fuggire stimone di eventi o di episodi di vita selvatica della tanto velocemente e per di più tenendo la coda cui specialità ci si rende conto soltanto a distanza di ripiegata all’insù di almeno sessanta gradi; quasi giorni, mesi o anni. La loro apparente normalità, volesse eliminarne l’impaccio e l’azione frenante infatti, è soltanto tale e ben presto ci si rende conto dovuta al fatto di strisciare al suolo, per poter cor- di quanto la casualità dell’incontro sia stata accom- rere più velocemente. pagnata da una indiscutibile fortuna. Ma proprio mentre l’auto si fermava a ridosso Non si sta parlando, ovviamente, dell’ incontro della traiettoria seguita dal rettile, ecco sbucare con l’orso o con il lupo, che accade ormai con rela- dalla stessa cortina d’erbe del margine stradale e tiva frequenza a chi frequenta la montagna di questi a distanza di qualche secondo, una donnola. tempi. Anche perché la cosa si svolse nella campa- Fulva, agilissima, la piccola predatrice stava in- gna del Basso Piave e precisamente lungo un argi- seguendo il ramarro alla stessa, folle velocità e ne asfaltato; ma soprattutto accadde verso la prima probabilmente l’avrebbe raggiunto nel volgere di metà degli anni Novanta, quasi trent’anni fa. qualche altro secondo, se il caso non avesse volu- Quel giorno ero solo in servizio di guardacaccia e to che io mi trovassi, sfortunatamente per lei, pro- guidavo, con la calma che si addice ad un giorno prio in quel punto. lungo da trascorrere in solitudine, alla volta dei bo- La donnola venne dunque a trovarsi al centro schi che abbracciano le ultime anse naturali del della carreggiata nel momento in cui il ramarro Piave, all’altezza della località denominata “Terza raggiungeva il margino opposto, ma soprattutto Isola di Noventa”. mentre la Panda si fermava, a meno di due metri Avevo pertanto imboccato l’argine San Marco, a da lei. Musile e mi dirigevo alla volta di Fossalta di Piave, A quel punto la donnola realizzò che il rischio di in un giorno di giugno splendente e profumato, co- finire sotto le ruote dell’auto superava di gran lun- me possono esserlo i primi giorni d’estate verso le ga il beneficio dovuto alla cattura del ramarro, ra- tre del pomeriggio. Poche nuvole a veleggiare nell’- gion per cui mise in atto una manovra in derapage azzurro e l’erba ormai alta al bordo della strada, in degna di un pilota di Formula uno. La vidi frenare attesa del primo sfalcio, come sempre, perenne- disperatamente e invertire la direzione di marcia mente in ritardo. graffiando l’asfalto e contorcendo il corpicino si- A lato della stradina sopraelevata, si apriva la nuoso. Infine, come un lampo, tornò ad eclissarsi fascia di campagna racchiusa tra l’antico argine nella cortina d’erbe da cui era giunta. della Serenissima, che stavo percorrendo e quello La scena mi aveva impressionato ed ero rima- dello Stato italiano, più recente e poco saggiamente sto con l’auto ferma, letteralmente sbalordito, addossato all’alveo fluviale. mentre stavo elaborando il fatto di aver assistito L’andatura della Panda di servizio era decisa- ad un evento eccezionale. Non solo, ma stavo an- mente lenta, vuoi per la totale assenza di traffico, che pensando che, senza assolutamente volerlo, vuoi per il fatto di volermi godere il paesaggio della avevo favorito il ramarro e penalizzata la povera campagna, del quale sono figlio spirituale e la cui donnola. Cosa che mi dispiaceva, sinceramente, vista non mi sazia mai. poiché un naturalista, a differenza dei comuni La cosa accadde in quegli istanti, mentre, rilassa- umani, sta sempre dalla parte del predatore. to, osservavo la strada e la campagna. Accadde ed Un minuto appena era durato l’inseguimento, ebbe la durata di poche decine di secondi, forse di tosto interrotto; e forse un ulteriore minuto era tra- un minuto e tuttavia per un tempo sufficiente a scorso da quando l’auto s’era fermata al centro stamparsi in forma indelebile nella mia mente. della carreggiata. All’improvviso, dal folto margine erboso della sini- Proprio in quell’istante, però, ecco giungermi il stra, circa sei o sette metri davanti all’auto, sbucò suono del clacson di un veicolo che chiedeva giu- letteralmente un grosso ramarro, impegnato in una stamente strada. corsa folle. Il rettile, verdissimo, tagliò ortogonal- mente la striscia d’asfalto, ad una velocità che mi 22
Abbiamo ritenuto di offrire al Lettore non particolarmente ferrato nella conoscenza della fauna, alcune immagini della DONNOLA e del RAMARRO: i sin- golari personaggi del mini- racconto “L’INSEGUIMENTO IN- TERROTTO”. Si tratta di due specie molto frequenti, in passato, nell’am- biente agrario di bassa pianura. Il loro successivo, forte declino, è stato causato dal massiccio impiego di sostanze chimiche in agricoltura e dalle grandi sem- plificazioni ambientali che han- no interessato la campagna negli ultimi decenni del Nove- cento. Foto in alto a destra da Wikipedia. 23
NATURA & LIBRI IL MIO GIARDINO SELVATICO producono sentieri, di papaveri e limoni nuovi da piantare in sostituzione dei vecchi. Osser- Recensione di vare e comprendere i fatti della natura lo fa Francesca Cenerelli stare bene. Mette insieme ricordi, ricerche, piccoli viaggi e curiosità sulle piante, anche Momenti di felicità per salvare il mondo. leggende da sfatare. Abbina nomi di piante ed Il libro di cui vi parlo oggi non è un manuale etimologie in ebraico e in arabo (le piante non di giardinaggio, né di botanica. Il mio giardino sanno di vivere in Terra Santa) per raccontare selvatico di M. Shalev, Bompiani 2020, ha molti la materia sacra con cui è composto un giardi- pregi: è divertente, contiene illustrazioni artisti- no: la straordinaria catena di vita. che, trasporta il lettore in un territorio da sem- Nessuna pretesa e tanta pazienza, Shalev pre ricco di fascino. Siamo nel cuore dell’area lavora fino ad ottenere un giardino visitato dai Mediterranea fra il fiume Giordano e, appunto, bambini dell’asilo locale con le loro maestre il Mar Mediterraneo, fulcro di perpetuo scontro per le lezioni di scienze naturali. Perché mai tra ebrei, cristiani e musulmani. Eppure, qua- dei bambini e delle bambine di 4 o 5 anni do- lunque sia la lingua, tutti sono d’accordo sull’e- vrebbero sapere tutto ciò? Possono crescere timologia profonda che ne contrassegna il no- e diventare bravi cittadini senza saperlo, ma me: Terra Santa. Ed è quanto di più azzecca- un bambino che impara nozioni del genere to, non per il convergere di più religioni né per sarà una persona migliore. aver dato i natali ai loro capostipiti, ma per la Shalev accartoccia i consigli e fa da sé. peculiarità del clima e del suolo a tratti aspro Scopre la collaborazione simbiotica tra il cor- ma con una vegetazione incredibile. Tanto che bezzolo ed un fungo (micorriza), si reca sul al giardino botanico di Cambridge esiste un’iso- Monte Carmelo (in Galilea, sulle alture di Ge- la aromatica con rovi, micromeria e ruta d’Alep- rusalemme, vegetano corbezzoli in straordina- po, issopo, timo e salvia e lavanda di vari tipi e rie macchie spontanee) ed è lì che prende il grande cedro del Libano, si stupisce l’autore. una manciata di terra contenente il fungo per Ci introduce così al libro: Una grande vela salvare l’esemplare del suo giardino. Mentre bianca navigava sul rosso mare dei miei papa- con l’episodio della talpa in giardino parla del- veri, era un abito da sposa con dentro una spo- la tolleranza. La tolleranza è il primo passo sa. C’era anche un cameramen ed un fotogra- verso una convivenza pacifica, da lì si giunge fo, tutti giù a pestare brutalmente i papaveri e i all’armonia ed infine si arriva alla felicità. Un lupini e i cardi che coltivo nel mio giardino. Gli giardino spontaneo regala al suo proprietario ospiti ignari pensano di realizzare il book foto- non solo cose interessanti, conoscenze, pia- grafico in un incolto di campagna. L’episodio la cere e soddisfazione, ma anche momenti di dice lunga su quanto manchi a noi tutti la bel- autentica felicità. La metafora sulla tolleranza lezza selvatica dei campi. Ed è appunto sulla è fantastica e la ricetta di Shalev per la pace e salvezza di un mondo che va scomparendo la salvezza del mon- che l’autore s’impegna. Shalev, che di profes- do è chiara: basta sione è editorialista di un quotidiano israeliano, partire dal proprio compra un posto, una casa piccola e modesta giardino selvatico. che si trovava in mezzo al giardino con un pra- to agonico, rovi ed erbacce secche, qualche albero ornamentale e una piantagione di mari- juana che qualcuno coltivava abusivamente. Nei vari capitoli, tutti spassosi quanto profondi nella morale, l’autore racconta di ciclamini e Meir Shalev, 2020, Il mio scille e di abitanti che volano e strisciano, e giardino selvatico, Bom- piani, € 28.00 24
Puoi anche leggere