Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna

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Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
Filarmonica
 del Teatro Comunale
 di Bologna
 Orchestra europea

magazine
                       n.13 maggio 2017
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
AEDES de VENUSTAS                D.S. & DURGA                    KEIKO MECHERI                     NASO MATTO Profumi
AMOUAGE                          ESCENTRIC-MOLECULES             By KILIAN Parfums                 O’DRIÙ
ANDY TAUER                       FLORIS                          Maison FRANCIS KURKDJIAN          Off.Profumo S.Maria Novella
ATELIER DES ORS                  FREDERIC MALLE                  Maitre Parfumeur et Gantier       ORMOND JAYNE
BARUTI                           GARDELIA                        MDCI Parfums                      ORTO PARISI
BOGUE Profumi                    HEELEY Parfums                  MEO FUSCIUNI                      PANTHEON ROMA Profumi
                                                                                                   PARFUMERIE GENERALE
BRECOURT                         INDULT Paris                    Mona Di ORIO
                                                                                                   PROFUMUM Roma
BYREDO                           ISABEY Paris                    MONOM Italia                      PUREDISTANCE
CLIVE CHRISTIAN                  JOVOY Paris                     MONTALE Paris                     STEPHANE HUMBERT LUCAS
The DIFFERENT Company            JUSBOX Perfumes                 NABUCCO Parfums                   THE PARTY Parfums
DIPTYQUE Paris                   LM PARFUMS                      NAOMI GOODSIR Parfums             VERO.PROFUMO

           Antica Profumeria Al SACRO CUORE Galleria “Falcone – Borsellino”, 2/E (entrata di via de’ Fusari) 40123 Bologna
           Tel. 051.23 52 11 – fax 051.35 27 80 www.sacrocuoreprofumi.it info@sacrocuoreprofumi.it
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
EDITORIALE
Nella società odierna, la dissociazione tra un        allora, ecco le auto più popolari chiamarsi           Stesso        discorso          per      l’aggettivo
nome - o un aggettivo - e il suo significato          “deluxe”, ecco le offerte “solo per te” da            “contemporaneo”: la guerra per bande che
appare, talvolta, stupefacente, in tutta la sua       compagnie telefoniche con milioni di clienti,         spesso vivacizza i dopo concerti tra fautori della
evidenza.                                             ecco gli occhiali da sole “esclusivi” in regalo       musica contemporanea e i suoi detrattori, verte
                                                      con la rivista che si trova in edicola.               spesso su opere che risalgono ormai a
Pensiamo al caso dei cosiddetti social: c’è                                                                 cinquanta, sessanta anni fa e che di
qualcosa di più antisociale che pensare di            Anche i prodotti dell’intelletto sembrano,            contemporaneo non hanno più nulla. Sono
“chiedere un’amicizia” su facebook a qualcuno         talvolta, incappare in questo equivoco: pletore       storicizzate, digerite dal flusso delle mode e,
che nemmeno si conosce o di più deprimente            di giornalisti che scrivono per giornali e riviste    talvolta, sono ormai dei classici. Ancora, sembra
del vedere gruppi di persone, atomizzate, alle        di grande tiratura, che pubblicano libri in           di fare un’operazione di avanguardia a mettere
prese col proprio telefonino, convinte di fare        continuazione e che sono in televisione un            in programma opere di Stavinskij o Bartok.
qualcosa di “sociale”, appunto, quando                giorno sì e uno anche, sono definiti e si             D’altro canto, alcuni compositori d’oggi restano
potrebbero certo meglio parlare col proprio           autoproclamano “fuori dal coro” o “scomodi”.          tuttora legati a stilemi, tecniche e visioni della
vicino?                                                                                                     musica - se non della cultura in genere -
                                                      Arrivati al nostro mondo, quello dei teatri, vi       risalenti a diversi lustri fa; questo permette loro,
Oppure, pensiamo all’uso del nome di grandi           sono due termini che ne funestano le cronache:        forse, di vivere nell’illusione che il tempo non
artisti del passato per dare dignità a luoghi e       “provocatorio” e “contemporaneo”. Dell’uso            passi né per loro, né per la loro musica,
paesaggi devastati dalle più becere logiche           della parola “provocatorio” si realizza ormai un      credendo così di essere sempre coevi a se stessi.
commerciali e di “modernizzazione”: se si             abuso, perpetrato per movimentare l’ambiente
percorre qualche statale veneta andando verso         da parte di registi che calcano da anni la scena      Per fortuna nostra, invece, il tempo passa
città come Padova, Castelfranco Veneto, Treviso,      con produzioni che spesso stravolgono                 eccome, e svolge il suo ruolo di grande scultore,
balza agli occhi una lunga teoria di orrendi          addirittura il senso stesso del testo teatrale, per   come       diceva     Marguerite       Yourcenar,
capannoni - spesso vecchiotti e un po’ malmessi       il puro piacere di far parlare un po’ di sé e         permettendo di vivificare, anche quando non ce
- che si adornano dei nomi di Tiziano, Cima da        invece, generalmente, annoiano più che mai. La        ne accorgiamo, il mondo dell’arte e della
Conegliano, Tintoretto, Vivaldi, e così via, per      cosa interessante è che molto spesso queste           cultura, in un alternarsi di fama e dimenticanza,
abbellire centri commerciali, pizzerie, fabbriche     opere “scomode” e/o “rivoluzionarie” sono             senza posa.
di arredamenti, outlet di abbigliamento,              applaudite da un pubblico perlopiù della buona
chiassosi e a buon mercato.                           borghesia che, teoricamente, dovrebbe sentir
                                                      vacillare il proprio mondo e le proprie sicurezze
Allo stesso modo, alcune categorie                    nell’affrontare queste messe in scena e, invece,
merceologiche, dai profumi agli oggetti di            se ne torna a casa soddisfatto e, semmai,
arredo, alla telefonia, alle automobili, si           lusingato di aver colto la provocazione. Invece                                    Guido Giannuzzi
fregiano di aggettivi che cercano di evocare nel      di preoccuparsi se lo spettacolo era                                         Direttore Responsabile
potenziale compratore un senso di                     semplicemente bello o meno.                                                “Filarmonica Magazine”
appartenenza a un club esclusivo, a un’élite. E                                                                     guido.giannuzzi@filarmonicabologna.it

SOMMARIO
Editoriale | 03
Rubriche | 05
Duetti al telefono e oggetti parlanti... | 07
                                                                                                                   Sede legale: Via A.Bertoloni, 11
Alfredo Casella e il linguaggio musicale... | 10                                                                   40126 Bologna
Shakespeare musicografo | 13                                                      Filarmonica                      Sede operativa c/o
                                                                                  del Teatro Comunale              Teatro Auditorium Manzoni
Wagner e Jung | 15                                                                di Bologna                       via De' Monari 1/2, 40121 Bologna
Melos vs Scaenam? | 18                                                            Orchestra europea                e-mail: segreteria@filarmonicabologna.it

Filarmonica Magazine
n. 13 mese maggio anno 2017
Aut. Tribunale di Bologna                                                   w w w. fi l a r m o n i c a b o l o g n a . i t
N. 7937 del 5 marzo 2009

Editore
Associazione Filarmonica                 Hanno collaborato
del Teatro Comunale di Bologna           Pasquale Fameli                                  UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A
Via Bertoloni, 11 – Bologna              Cecilia Matteucci
                                         Piero Mioli
Redazione                                Daniele Muleri
Sede operativa
c/o Teatro Auditorium Manzoni
via De'Monari 1/2, 40121 Bologna         Foto di copertina
                                         © Stefano Cenerini
Direttore responsabile
Guido Giannuzzi                          Progetto grafico
guido.giannuzzi@filarmonicabologna.it    Punto e Virgola, Bologna

Redazione                                Pubblicità
Caterina Coretti                         segreteria@filarmonicabologna.it
caterina.coretti@filarmonicabologna.it

                                                                                                                                                                   3
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
LE VIE DEI CANTI
a cura di Guido Giannuzzi

                          “          Meglio suonare Chiquita Banana e avere la piscina
                                           che suonare Bach e morire di fame.

LE MIE DOMANDE
di Cecilia Matteucci
                                                       Xavier Cugat

                                                                                                 ”
A Giorgio Valdrè. Giunto a Bologna a metà degli anni '70 per l'università, vi è rimasto, con tentativi di
fuga. Ha lavorato in una grande casa editrice cittadina occupandosi, perlopiù, di testi scolastici per le
materie umanistiche. Non ha fatto studi musicali regolari ma ha frequentato, nella Faenza dell’infanzia,
due grandi musicisti, il maestro Ino Savini e padre Albino Varotti.

La musica preferita?
L'Ouverture 1812 di Čajkovskij, quella con i
colpi di cannone, gli squilli di tromba e il coro
dei cosacchi. La mettevo sul giradischi quando
giocavo con i soldatini delle battaglie
napoleoniche.

L’opera?
Il ballo in maschera, con il nobile sdegno di
Renato che si crede tradito dai suoi due amori:
“Eri tu che macchiavi quell'anima!”

La canzone della sua adolescenza?
La mente torna di Mina.

La band preferita?
Per qualche motivo non sono riuscito a farmi
piacere la musica della mia generazione.
Preferivo le vecchie canzoni degli anni '40 che
cantava la mia dada, l'orchestra Rabagliati, il
trio Lescano, “adios muchachos companeros
de mi vida”... Adesso che ho una certa età mi
piace Vasco Rossi.

Il suo teatro preferito?
Il Liceu di Barcellona. Proprio di fronte c'è un
bar fantastico!

I cavalli, la sua grande passione: cosa
ci dice a riguardo?
Cominciò più di cinquant'anni fa al
galoppatoio di Villa Borghese a Roma, dove
vivevo con mia madre, e prosegue ancora oggi:
tutti i giorni che il Signore manda in terra,
monto a cavallo. A un certo punto volevo
dedicarmi all'importazione e al commercio dei
cavalli irlandesi, poi mi è tornato in mente
quello che dice il suonatore Jones al mercante
di liquori: “Tu che li vendi cosa ci compri di
migliore?”

Una domanda che non le ho fatto e
che invece avrebbe voluto?
Se mi avesse chiesto: “Cosa farebbe stampare
sui biglietti del Teatro Comunale?” avrei
risposto “Dress code: abito scuro”.                               Cecilia Matteucci e Giorgio Valdrè

                                                                                                            5
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Ottone Rosai, Via Toscanella, 1948, cm.70x50

                            A R TE MO D ERNA e CONTE MPORANE A

                   DIPAOLOARTE- Galleria Falcone-Borsellino 4 a/b, 40123 Bologna
                             www.dipaoloarte.it; info@dipaoloarte.it
                          051.225413 – da lunedì a sabato 11-13 e 16-20
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DUETTI AL TELEFONO E OGGETTI PARLANTI.
IL MONDO SONORO DI LAURIE ANDERSON
di Pasquale Fameli

Nel corso del Novecento i rapporti tra arti        trasformato in una gigante coda di             (1977), realizzato al telefono, e Stereo
visive e musica si fanno sempre più stretti        pianoforte, con corde metalliche tese tra le   Decoy (1977), realizzato sul Niagara: sulla
e proficui, dando vita a stimolanti e              pareti da percuotere con un martello,          riva canadese del noto fiume che divide gli
articolate esperienze estetiche. Dalle             oppure Duet For Violin And Door                Stati Uniti e il Canada viene riprodotta la
nicchie delle avanguardie artistiche e             Jamb (1976), dove la musicista americana       registrazione di un brano per violino e
musicali, questa contaminazione tra i              sfrutta la larghezza del vano di una porta     piano, mentre sulla riva opposta, dall’alto
linguaggi arriva a toccare anche le punte          per determinare la lunghezza dei colpi         di una roccia nell’Art Park Lewiston, lo
più intelligenti della cultura artistica e         d’archetto da dare sul violino; microfoni      stesso brano viene suonato dal vivo,
musicale di massa, capaci di assimilare e          fissati agli stipiti della medesima porta      provocando un suggestivo effetto
“normalizzare” ardite sperimentazioni              provvedono ad amplificare i colpi              stereofonico, un rimbalzo delle stesse
mediandole in fruttuosi compromessi                dell’archetto, che si mescolano alle note      sonorità sul confine tra i due Paesi. A
espressivi. Una delle rappresentanti più           del violino e ai rumori provocati dai calci    differenza di quelle Fluxus, le performance
emblematiche di quest’avventura è la               che, di tanto in tanto, lei stessa tira alla   più mature e originali di Laurie Anderson
statunitense Laurie Anderson (1947),               porta.                                         hanno un carattere decisamente meno
divenuta nota al grande pubblico nel corso         Riconducibili a uno spirito Fluxus sono        eversivo, oltre che una durata temporale
degli anni Ottanta e Novanta per brani             anche i duetti New York Social Life            molto più estesa e un impianto narrativo
come O Superman (1981), incluso nel
noto spettacolo Big Science del 1982, e
In Our Sleep (1995), cantato insieme al
marito Lou Reed, storica voce dei Velvet
Underground. Per quanto consacrata come
stella      del    firmamento         musicale
contemporaneo, il percorso della cantante
statunitense ha le sue radici nelle arti
visive, nella scuola del grande artista e
teorico minimalista Sol LeWitt, cui Laurie
Anderson avrebbe presto dedicato un
omaggio musicale, utilizzando un suo
disegno come partitura per archi, Quartet
for Sol LeWitt (1977), dove i valori delle
note sono stati stabiliti secondo le
posizioni dei numeri del disegno stesso.
La ricezione e la rielaborazione della
lezione di Fluxus, network internazionale
di artisti e musicisti d’avanguardia dediti a
pratiche intermediali derivate dal
gestualismo cageano, entra presto nelle
sue performance, come si evince dai suoi
primi events quale Car Horn Concert,
concerto per automobili da lei realizzato a
Rochester (nel Vermont) nel 1972 e che
prevede un’orchestrazione di clacson
basata su una grande partitura in cui a
ogni colore corrisponde un autoveicolo,
operazione che si rifà chiaramente a Motor
Vehicle Sundown (1959) di George
Brecht. Una ricerca che indaga le relazioni
tra il suono e lo spazio al di fuori di contesti
deputati caratterizza anche altre
operazioni come Chord For A Room
(1972), in cui un ambiente viene                   William Burroughs, John Giorno e Laurie Anderson, 1979

                                                                                                                                                7
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che caratterizzeranno sempre più la loro                                                          realizzazione di installazioni sonore che
    autrice come storyteller fortemente                                                               richiedono un’attiva partecipazione del
    autobiografica. Già in Duets On Ice                                                               fruitore. Jukebox, presentata alla Holly
    (1975), brano la cui durata è determinata                                                         Solomon Gallery di New York nel 1977, è
    dal lento scioglimento di un blocco di                                                            un vero e proprio juke-box contenente
    ghiaccio che fa da palchetto alla musicista,                                                      circa una ventina di brani della stessa
    incastrata in esso con le lame dei pattini,                                                       Anderson incisi su vinile, mentre The
    l’azione musicale è inframezzata da brevi                                                         Handphone Table (1978) è un tavolo in
    aneddoti raccontati dalla performer stessa                                                        legno su cui i fruitori vengono invitati a
    e dà una prima prova di quell’interesse per                                                       poggiare i gomiti coprendosi le orecchie
    l’oralità, la narratività e il confronto                                                          con le proprie mani a fungere da cuffie: le
    conversazionale che caratterizzerà via via                                                        braccia fungono da canali di trasmissione
    tutti i suoi spettacoli musicali successivi. In                                                   che veicolano una registrazione, in una
    United States 1-4 (1983), live della durata        La copertina di Big Science,                   sorta di ripetizione frasale dal carattere
                                                       il primo album
    di sette ore e diviso in quattro parti, la                                                        intimo e confidenziale. Numbers
                                                       di Laurie Anderson, 1982
    stessa Anderson narra storie incentrate su                                                        Runners (1978), invece, è una cabina
    molti aspetti della cultura americana e                                                           telefonica interattiva che registra e
    accompagnate da immagini e musica,                 magnetico pre-registrato al posto dei crini,   riproduce in differita le risposte del fruitore
    oppure in Stories From The Nerve Bible             mentre il Viophonograph (1977), usato          alle domande che una voce registrata gli
    (1995), complesso live multimediale dove           per la prima volta nel dicembre del 1978       pone al telefono, mente Dark Dogs
    teatro,      danza,      narrazione,       rock    alla     Nova      Convention     tenutasi     (1980) consiste in un enorme ambiente
    sperimentale, video e improvvisazione              all’Entermedia Theater di New York, è un       buio in cui sono appesi dieci enormi ritratti
    sonora elettronica si fondono in un’unica          violino modificato per funzionare come un      leggermente sfocati collegati a una console
    dimensione performativa, con risultati resi        giradischi. Altri due importanti esempi di     dalla quale il fruitore può selezionarne uno
    possibili grazie all’uso di sofisticati supporti   violino “preparato” sono il Neon Violin        a piacere e far partire così una voce pre-
    tecnologici attraverso cui manipolare la           (1980), violino trasparente con all’interno    registrata che racconta un sogno. Riprende
    propria voce, così da attribuirla ai suoi vari     della luce al neon e il Digital Violin         infine il concetto di “duetto” la piccola
    alter-ego (marionette, cloni), oppure far          (1984), progettato da Max Matthews dei         installazione Tilt (1994), una scatola che,
    parlare oggetti di scena quali candele,            laboratori Bell e personalizzato da Bob        se inclinata da un lato riproduce il canto di
    bastoni, cuscini, o ancora trasformare il          Bielecki, che riproduce differenti suoni       una voce femminile, se inclinata dal lato
    proprio corpo in un ensemble di                    scaricati da disco rigido.                     opposto riproduce il canto di una voce
    percussioni elettroniche.                          Parallelamente       alla   modificazione      maschile, e se tenuta in orizzontale
    L’aspetto più interessante e innovativo            tecnologica degli strumenti musicali, Laurie   riproduce simultaneamente il canto di
    dell’attività di Laurie Anderson consiste,         Anderson inizia a dedicarsi alla               entrambi.
    infatti, nella pratica (mutuata da John
    Cage) di “preparazione”, cioè di
    modificazione degli strumenti musicali
    tradizionali, da svolgersi ora in direzione
    tecnologica. Se lo strumento prediletto da
    Cage per la pratica “preparatoria” era il
    pianoforte, per la Anderson è il violino,
    reinventato in diversi modi: il Self-Playing
    Violin (1974), utilizzato per la prima volta
    in Duets On Ice, è un violino con un
    altoparlante interno che riproduce a ciclo
    continuo un brano pre-registrato. La
    pratica di modificazione del violino trova
    di volta in volta esiti nuovi e diversi, ma
    sempre orientati a una significativa
    collisione tra tradizione colta e tecnologia
    di massa: il Tape-Bow Violin (1977),
    progettato da Bob Bielecki e utilizzato in
    una serie di concerti di fine anni Settanta
    intitolata Like a Stream, è un violino con
    una testina di riproduzione Revox al posto
    del tradizionale ponticello, da suonarsi con
    appositi archetti con frammenti di nastro          Laurie Anderson in Songs and Stories from Moby Dick, 2000
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Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
ALFREDO CASELLA E IL LINGUAGGIO MUSICALE DI
     GIAN FRANCESCO MALIPIERO
     a cura di Guido Giannuzzi
     Il 5 marzo del 1947, settant’anni fa, moriva a Roma Alfredo Casella, una delle più grandi personalità del Novecento
     musicale, trascurato in patria per un presunto “classicismo” che, in anni di foga contemporaneista, non gli rendeva
     certo buon servizio. Eppure, nel 1923, insieme a Malipiero e con il patrocinio di D'Annunzio, Casella fondò la
     Corporazione delle nuove musiche - che divenne la sezione italiana della Società internazionale per la musica
     contemporanea, di recentissima istituzione. Casella - sensibilissimo al clima culturale dell’epoca - organizzò
     importanti prime italiane, come, nel 1924 quella del “Pierrot Lunaire” di Schönberg in diverse città e nello stesso
     anno diresse personalmente, sempre per la prima volta in Italia, “L'Histoire du Soldat” di Stravinskij e, a Siena, nel
     settembre del 1928, “Les Noces” dello stesso autore: più in generale, fu merito della Corporazione delle nuove musiche
     l'aver invitato in Italia compositori come Bartók e Hindemith e aver fatto conoscere le opere di Honegger, Milhaud,
     Kodaly, Poulenc. Durante gi studi musicali, compiuti a Parigi, maturò una stretta amicizia con altri alunni del
     Conservatorio come Enescu e Ravel e fece la conoscenza con Zola, Gide, Proust, Daudet, Degas. Compositore, direttore
     d’orchestra, organizzatore, saggista, in questa sede s’intende rendergli piccolo omaggio, pubblicando un suo scritto
     sull’opera di Gian Francesco Malipiero, altro grande musicista appartenente a quella stessa generazione, purtroppo
     oggigiorno ingiustamente poco considerata.

     I primi sintomi della crisi che attualmente    Russi, da Strauss e da Debussy, musicisti       quale, assieme ad un uso estremamente
     interessa l’armonia propriamente detta,        tutti che avevano - chi più chi meno -          sottile e raffi nato delle cosiddette
     l’armonia cioè che si chiama strumentale-      sentito la necessità di uscire dal vecchio      “appoggiature non risolte” costituisce la
     classica e che ebbe inizio coi primi albori    binomio “maggiore-minore” e di allargare        base della sua armonia (sono del resto oggi
     del Cinquecento, coincidono col nascere        i limiti del senso tonale. Questo               ancora numerosissimi i compositori che
     del presente secolo. L’armonia classica,       superamento della antica concezione             basano tutto il loro giuoco armonico su
     basata sulle tre “funzioni” di tonica,         modale - già presagito da Bach e da altri       settime oppure none dominanti più o meno
     dominante e sottodominante, era stata,         minori musicisti - “bussa già alle porte” col   sapientemente “mimetizzate” mediante
     infatti, oggetto, sin da G. S. Bach, di una    Tristano, nel quale Wagner stesso confessa      sovrastrutture che vorrebbero creare
     progressiva penetrazione cromatica che         di avere dimenticato ogni teoria e di           l’illusione di un nuovo linguaggio
     poco a poco ne aveva alterato la               muoversi colla più grande libertà (la           musicale). Mentre Ravel sviluppava così “in
     fisionomia, e quel processo cromatico          rivoluzione era però prematura, e Wagner        altezza” l’armonia classica e soprattutto
     giungeva, già alla metà dello scorso secolo,   per primo doveva rinunciare - nei lavori        romantica basata sugli armonici, il
     al formidabile sviluppo del Tristano. Ma       successivi al Tristano - ad esplorare più       viennese Arnold Schönberg, partito dal
     dopo Wagner il processo di alterazione         profondamente        le     nuove       terre   cromaticismo wagneriano, riusciva sin dal
     cromatica si era ancora accentuato, sino a     intravvedute).                                  1909 (nei tre Klavierstúcke op. 11) a
     porre un serio interrogativo dinanzi al                                                        sostituire alle antiche scale diatoniche di
     problema totale dell’armonia. Negli anni       Ravel aveva continuato lo sfruttamento          qualsiasi tipo la scala cromatica, stabilendo
     1910-1915, varie erano le posizioni            degli armonici, superando l’accordo di          l’eguaglianza assoluta dei suoi dodici suoni
     assunte dalle maggiori scuole europee di       nona dominante maggiore per usare               ed abolendo i vecchi “privilegi” della
     fronte alla situazione determinata dai         correntemente l’undicesimo armonico, il         tonica, della dominante e della
                                                                                                    sottodominante. Più tardi (nel 1921-26
                                                                                                    circa) egli sviluppava la sua conquista e
                                                                                                    creava il “Zwölftonsystem”, vale a dire la
                                                                                                    composizione “dodecafonica”, sia sotto
                                                                                                    forma di “serie” melodiche, sia sotto quella
                                                                                                    di regola determinante dell’armonia.

                                                                                                    Nel 1913, poi, scoppiava come una bomba
                                                                                                    la Sagra della primavera, nella quale
                                                                                                    Stravinskij riaffermava potentemente la
                                                                                                    vitalità delle antiche scale, ma ìn pari
                                                                                                    tempo dimostrava, colla politonalità così
                                                                                                    prepotentemente usata in questo
                                                                                                    capolavoro, la possibilità di dare un nuovo
                                                                                                    significato alla modulazione, dapprima
                                                                                                    limitata alla successione ed invece ormai
                                                                                                    raddrizzata nella “verticalità” della
                                                                                                    sovrapposizione armonica. Riassumiamo
                                                                                                    dunque le varie posizioni della musica
                                                                                                    europea intorno al 1910-15: sfruttamento
     Articolo per i 90 anni di Gian Francesco Malipiero - Oggi illustrato 1972                      estremo raveliano degli armonici naturali,
10
base dell’armonia dal Medio Evo al 1900;      L’allargamento nel senso tonale è ottenuto      italiano della sua generazione può
dodecafonia (impropriamente chiamata          da Malipiero dapprima col largo uso di          condividere con lui) di non aver mai
atonalità) schönberghiana che doveva poi      modi antichi: dorico, ipodorico, frigio e       adoperato la poverissima e sciatta scala
dare origine ad un nuovo sistema              misolidio. Artificio che egli adopera in        per toni interi, per quanto quella costituisse
costruttivo-componistico;      politonalità   comune con altri molti musicisti: Russi,        un vero pericolo universale al principio di
infine strawinskiana, colle sue larghe        Debussy, Ravel ed infine Pizzetti, senza        questo secolo. È l’armonia che occorreva
conseguenze di liberazione - sia pur non di   però che mai si possa confondere                per l’arte di Malipiero e che sola poteva
rado empirica - dalle antiche regole che      Malipiero con uno di quelli. Ma il maestro      permettere alla sua musica di realizzare
avevano diretto per secoli il movimento       veneziano riesce soprattutto a creare una       quella fermezza di linee, quel pathos
delle parti nella polifonia vocale e          nuova atmosfera tonale con continui             doloroso e così umano, quella totale
strumentale.                                  contrasti ed urti fra modalità e gravitazioni   assenza infine di ogni decorativismo e
                                              tonali divergenti, determinando così una        persino di ogni virtuosità strumentale.
Nel 1910 Gian Francesco Malipiero aveva       incertezza tonale, una instabilità modale,      Carattere quest’ultimo che è essenziale
ventotto         anni.       Egli     usciva  che costituisce uno dei lati più                della musica malipieriana, e che è una
dall’insegnamento di M. E. Bossi e di Max     potentemente originali di quell’arte.           delle ragioni maggiori della grande
Bruch, didatti i quali debbono certamente                                                     difficoltà di esecuzione di quella musica.
aver non poco influito - per reazione - sulla Quest’armonia        è     essenzialmente
formazione della sua potente e antiromantica, nel senso che è pura di ogni                    Ma soprattutto è un’armonia di profonda,
spregiudicata personalità. Come tutti quelli residuo cromatico ottocentesco. Da essa          inconfondibile originalità. Sotto apparenze
della nostra generazione, egli poco poteva sono eliminate non solamente, come già             che ai loro tempi scandalizzarono i
imparare in una Italia dove a mala pena si abbiamo veduto, le none maggiori                   cosiddetti “benpensanti” della nostra
cominciava a pronunciare il nome di dominanti, ma persino le settime                          terra, e che fecero persino accusare
Debussy (Stravinskij e Ravel vennero dominanti in funzione cadenzale. Nulla                   Malipiero di mancare di “italianità”, è
introdotti da me nel 1915 all’”Augusteo”, rimane dell’armonia impressionistica                invece quella un’armonia tipicamente
ed erano le loro prime esecuzioni francese (se eccettuiamo alcuni                             nostra, per le sue qualità di indipendenza
orchestrali in Italia) e dove i musicisti più parallelismi di accordi perfetti, di lontano    e di meraviglioso equilibrio. In essa,
“aggiornati” scoprivano con sbigottimento sapore debussiano), e nemmeno si trovano            eliminato quanto vi è ormai di caduco e di
la scala per toni interi, che da vent’anni (come abbiamo pure constatato a                    superato del linguaggio romantico,
correva il mondo. Ma al giovane veneziano proposito di Ravel) accordi di undicesima           rimangono vivi e possenti gli echi della
erano bastati pochi mesi di viaggi dominante maggiore. Viceversa Malipiero                    maggiore coralità nostra e della scuola
all’estero per aver una rapida e definitiva usa frequentemente accordi di quarte              veneziana        cinquecentesca,     perché
conferma della legittimità di quanto la sua sovrapposte, riuscendo a dare loro una            Malipiero non rinuncia al culto della
sensibilità gli aveva già suggerito. Nel intensità espressiva come forse non ha               consonanza e dell’accordo perfetto quando
1913, Malìpiero aveva già pienamente saputo raggiungere nessun altro maestro                  la sua arte lo richiede. Ma accanto a questi
conosciuto le esperienze di Ravel, di col medesimo artificio. Un altro merito di              elementi di secolare nobiltà, egli oppone -
Stravinskij (egli udì in quel medesimo anno Malipiero è quello (che solo un altro             fondendole in una medesima eloquenza -
a Parigi la prima della Sagra) e                                                                    le     conquiste     più     legittime
di Schönberg. Egli sapeva                                                                           dell’attualità. In quest’epoca ove
ormai che cosa fosse la musica                                                                      quattro secoli di armonia sembrano
europea e quali, per un                                                                             oggi dissolversi in una specie di
italiano, i problemi da                                                                             “dissociazione atomica”, aurora
risolvere.     L’armonia       di                                                                   probabilmente di un nuovo mondo
Malipiero rappresenta una                                                                           sonoro che però non sarà concesso a
posizione         di       totale                                                                   nessuno di noi di conoscere e
indipendenza paragonata alle                                                                        nemmeno di immaginare, in questa
varie espressioni europee                                                                           epoca oscura ed inquietante, ogni
sopracitate. Se anche egli ha                                                                       parola che valga - come è
conosciuto ed approfondito                                                                          precisamente l’arte di Malipiero - a
Schönberg, nulla è penetrato                                                                        tener presente quanto rimane tuttora
nella      sua     arte     della                                                                   vivo e fecondo della tradizione
dodecafonia propriamente                                                                            passata ed a difendere l’ordine
detta. Nei riguardi di Debussy                                                                      artistico di fronte all’anarchia, è
e di Ravel, la sua armonia è                                                                        parola altamente benefica e, nel caso
altrettanto indipendente, non                                                                       specifico dell’autore delle Sette
basandosi essa mai sulle none                                                                       canzoni, risponde ancora una volta al
dominanti        maggiori       e                                                                   compito che la storia ha sempre
nemmeno sull’undicesimo                                                                             assegnato all’arte italiana.
armonico. E se anche questa
musica pratica correntemente                                                                       (Da La Rassegna musicale,
la compenetrazione di varie                                                                        febbraio-marzo 1942)
tonalità,      rimane       però
sostanzialmente diversa da
qualsiasi            Stravinskij. Felice Casorati - Ritratto di Alfredo Casella, 1926
                                                                                                                                               11
SHAKESPEARE MUSICOGRAFO
di Piero Mioli

“Con Eschilo, Sofocle, Euripide, Lope de slow airs (arie lente), gighe finali, musiche (da Molto rumore per nulla), Riccardo
Vega, Racine, Goethe e Alfieri senza dubbio scritte appositamente o disinvoltamente III di Canepa. E finalmente i casi speciali
William Shakespeare è il massimo parafrasate da melodie precedenti, anche di Hamlet, Macbeth, The merchant of
drammaturgo della civiltà occidentale (in anonime e popolari, per mano di Venise, The merry wives of Windsor, A
una selezione ulteriore forse pari solo al compositori come Morley, Johnson, Jones, midsummer night’s dream, Othello,
secondo). Ed è un artista di teatro e di Lauder, Wilson, Nicholson.                         The tempest, Romeo and Juliet.
penna fra l’altro frequentemente e               Quanto alla fortuna del teatro e della      Amleto è diventato poema sinfonico con
felicemente compromesso con la musica, drammaturgia di Shakespeare presso i Liszt, ouverture con Čajkovskij, balletto
su tutti i versanti possibili. Personaggio musicisti dei secoli futuri, i contributi sono con Blacher, e opera fra gli altri con
piuttosto oscuro, nacque nel 1564 a sterminati: alcune costanti di quattro secoli Mercadante e Thomas. Da parte sua
Stratford-on-Avon (Warwickshire), non di felicissima sopravvivenza sono i generi Macbeth è diventato opera una decina di
lontano da Birmingham, da famiglia particolari della musica di scena e della volte con l’ovvio capolavoro di Verdi,
modesta; nel 1592 andò a Londra e colonna sonora, destinati ad agevolare la poema sinfonico con Strauss e altro con
partecipò alla fondazione di una messinscena o il film almeno là dove il Smetana e Malipiero. Il mercante di
compagnia teatrale detta prima Lord testo lo richiede; la notevole e certo ovvia Venezia ha avuto minor fortuna, ma il
Chamberlain’s Men e poi, grazie al nuovo prevalenza dei musicisti inglesi; e libretto che Giorgio Tommaso Cimino
re Giacomo I Stuart, King’s Men, con la un’attenzione costante nel tempo con scrisse per la musica di Ciro Pinsuti (1873)
quale collaborò intensamente come autore l’eccezione          del    periodo      classico fa cantare a Porzia un’aria dal senso
e come attore lavorando a fianco dei vari (dall’estetica un po’ troppo formalistica per chiarissimo, “Di sua carne aver puoi tu /
teatranti e quindi anche dei musicisti; e nel la prepotente irregolarità di William), forte una libbra, e nulla più! / [..] Ancor pon
1616 morì, nel paese natale. La sua opera nell’800 e non di meno nel '900. Fra i nomi mente / che il contratto non consente / con
comprende 36 drammi (tragedie e più ricorrenti, ecco Walton, Humperdinck e le fibre il sangue aver!!” (alla fine “l’empia
commedie) e ha tre tipi di rapporto con la Castelnuovo Tedesco. Alcuni esempi in tribù” degli ebrei s’allontana mentre i
musica: la quale è citata direttamente nella genere possono essere Antony and cristiani implorano loro pietà). Commedia
scrittura; fu un tipico elemento sonoro Cleopatra di Barber, Henry VIII di Saint- teatralissima, Le allegre comari di
delle rappresentazioni d’epoca; e doveva Saëns, Re Lear di Frazzi, Das Windsor sono diventate opera comica
divenire un aspetto speciale della fortuna. Liebesverbot di Wagner (da Misura per con Salieri, Balfe, Adam, Verdi e spesso con
   Alcuni riferimenti: secondo il Mercante misura), Béatrice et Benedict di Berlioz il titolo del personaggio più originale
di Venezia l’uomo che non abbia musica
in sé è un malvagio, un falso, un traditore;
nell’Amleto si insegna a suonare il flauto;
nella Bisbetica domata il bravo Ortensio dà
lezioni di musica all’amata Bianca; in
Pericle, principe di Tiro tal Thaisa
ritorna in vita al solo suono della viola; qua
e là, inoltre, si cita il liuto, la musica è
invocata come mezzo di distensione, la
viola viene elogiata (a scorno del fiddle
ovvero violino e a volte anche della musica
sacra), le didascalie chiedono di suonare ai
corni e alle trombe. Ma i testi di
Shakespeare a volte abbandonano la prosa
della recitazione e propongono dei versi
per il canto, con indicazioni lampanti come
“He/She sings” (egli/ella canta): cantano in
Amleto Ofelia e il primo becchino (costui
zappando), in Otello Desdemona (la
canzone del salice, dopo aver detto “quella
canzone non mi esce di mente”), nella
Tempesta Ariele (“Where the bee sucks”,
cioè “Dove l’ape succhia”). E si sa che
allora le rappresentazioni prevedevano
preludi, minuetti, hornpipes (danze
allegre come le omonime cornamuse), Charles-Antoine Cambon (1802-1875) bozzetto per Macbeth, 1865

                                                                                                                                        13
in auge, sebbene l’età romantica       partitura non ha mai smesso di incontrare
                                                             s’apprestasse a farne un suo           il favore dei pubblici (e dei grandi direttori
                                                             vessillo per esempio in Francia        d’orchestra). Di seguito, musicarono la
                                                             contro l’idolo più recente di          funesta istoria nomi di varia bravura e
                                                             Racine; e difatti l’opera di Vaccaj    notorietà come Mihalovich, Gui, Delius,
                                                             che si chiamava Giulietta e            Zandonai, Milhaud, Blacher, Dusapin.
                                                             Romeo e andò in scena alla                Nel frattempo, due versioni di particolare
                                                             Canobbiana di Milano nel 1825          lustro sono sorte dal balletto e dal musical.
                                                             con grande successo più che            Il balletto è Romeo i Džuljetta di
                                                             direttamente da Shakespeare            Prokofiev, eseguito a Brno nel 1938:
                                                             derivava dal libretto di Foppa e da    piccolo miracolo da parte di un autore in
                                                             qualche altro testo drammatico o       genere classicheggiante, incisivo, ironico, il
                                                             cronachistico.                         lungo balletto è una pietra miliare nella via
                                                                Fresco trionfatore scaligero con    odierna della danza, splendido crogiuolo di
                                                             Il pirata e La straniera, Bellini      musiche ora nobili e ora popolari, di
                                                             fece fiasco a Parma con la Zaira       cerimonie cortigiane e di approcci amorosi,
                                                             di Voltaire, e quando fu richiesto     di personificazioni strumentali (il flauto per
     Johann Heinrich Füssli
                                                   di un’opera nuova e veloce da Venezia non        lei, la viola d’amore per lei e lui, di tutto
     Lady Macbeth, 1812
                                                   vide l’ora di riciclare quella musica. Romani    per il paesaggio, la notte, la fontana) e di
     ovvero Falstaff. Estraneo alla sensibilità    aggiustò e accorciò il libretto scritto per      strumentali assurdità. Quanto al musical,
     italiana, il magico Sogno di una notte di     Vaccaj, lui trascrisse e variò certe melodie     si tratta di un’opera di Bernstein che risale
     mezz’estate ha allettato presto Purcell,      di Zaira, i fiammanti Capuleti e                 al 1957: West Side Story, la “Storia del
     più tardi Weber, ancora dopo Britten.         Montecchi colsero un grande successo,            quartiere Ovest” che quattro anni dopo
     Notevole la fortuna di Otello, se non per     nel 1830, e non si fermarono lì. Giulietta fu    sarebbe approdata al cinema grazie a
     altro per il melodramma di Rossini            soprano,       ovviamente;       e     Romeo     Robert Wise ha il coraggio di mutare anche
     (mediato da una versione francese) e il       mezzosoprano, perché un amoroso                  il finale del vecchio ma imperituro
     dramma lirico di Verdi che sono capolavori    pressoché adolescente non era ancora             argomento. Infatti Tony viene ucciso dai
     entrambi. Quindi la Tempesta, che non         adatto all’adulta voce del tenore e perché       suoi nemici amici di lei, Maria crolla e
     agli italiani ma agli stranieri è sempre      tenore era già Tebaldo stesso. Quando poi        dispera sul corpo dell’amato, una buona
     piaciuta molto, con i casi novecenteschi di   a cantare l’opera fu la somma Maria              volta le due bande rivali rinunciano alle
     Honegger e Sibelius e l’ennesimo              Malibran, nei panni vocalmente a lei più         ostilità e danno sepoltura al giovane. Un
     contributo di Čajkovskij, una vibrante        acconci di Romeo, capitò che la scena            giovane di origine europea, questo Tony, e
     “fantasia” per orchestra.                     finale recuperasse il vecchio testo di           una giovane di origine portoricana, invece,
         Ed ecco alcune notizie speciali sulla     Romani e la musica di Vaccaj:                    la sua Maria: come dire, quasi quasi, un
     fortuna sonora del mito di Romeo e            semplicemente, alla divina cantatrice            ragazzo ghibellino e una fanciulla guelfa
     Giulietta. A dire il vero, il Seicento e il   piaceva così.                                    nella Verona medievale. Verona come New
     primo          Settecento         passarono      Ma non solo teatro, per tanto soggetto.       York, dunque, e grazie sia al genio di
     disinteressandosi alquanto al lavoro, forse   Nel 1839 Berlioz ne fece eseguire una            Shakespeare che alla geniale disponibilità
     troppo sincero e intimistico per piacere a    versione concertistica: con lui Roméo et         dell’arte dei suoni.
     un’epoca così incline allo spettacolare e     Juliette fu una lunga sinfonia drammatica
     allo stravagante come il Barocco (o forse     per tre solisti, 98 coristi e 160 orchestrali,
     anche troppo poco conosciuto). Dopo il        plastica e commossa, traboccante di
     silenzio dei Sei e l'approccio del            sentimento nel momento dell’amore e
     Settecento, sarà l'Ottocento romantico a      vispissima con lo “scherzo” della Reine
     impossessarsi cupidamente di un plot così     Mab. E quanto al teatro, il generoso
     appassionato.                                 Ottocento musicale diede due bei
        Il melodramma italiano avvicina i due      contributi lo stesso anno: nel ’65 nacquero
     personaggi con Giulietta e Romeo di           il dramma lirico di Marchetti e l’opéra in
     Zingarelli, alla Scala di Milano nel 1796,    cinque atti di Gounod (con pezzi
     sopra un libretto scritto da un poeta poi     indimenticabili come l’aria virtuosistica di
     sempre associato alla farsa rossiniana        Juliette e il duetto d’amore dell’allodola e
     come Foppa: la “tragedia per musica” del      dell’usignolo). Appena quattro anni, ed
     fecondo musicista napoletano nel giro di      ecco Čajkovskij comporre una stupenda
     qualche stagione visitò anche Firenze,        ouverture-fantasia per sola orchestra,
     Bologna e Napoli, e ancora Milano, segno      grondante di spasimo amoroso e irta di
     di particolare fortuna in un periodo ancora   contrasti drammatici: la prima esecuzione        West Side Story'
     poco avvezzo alla prassi del repertorio. Lo   ebbe luogo a Mosca nel 1870 (la terza            LP con autografo
     stesso Shakespeare non era ancora tornato     versione doveva aspettare l’80), e la            di Leonard Bernstein

14
WAGNER E JUNG
di Daniele Muleri

Lo psichiatra e psicoanalista svizzero Carl      contrapposta all’Io razionale), per non            fronte a situazioni inaspettate e che
Gustav Jung (1875-1961), padre della             parlare degli archetipi anima e animus             apparentemente non ha provocato.
“psicologia analitica”, inizialmente             che rappresentano gli aspetti psichici             Wotan si trova in questa situazione al
seguace delle teorie freudiane, se ne            principali della personalità. L’anima,             pari di ogni eroe maschile che è
distaccò definitivamente nel 1913, a             nell’accezione junghiana, rappresenta              inconsapevole degli intrighi intessuti
seguito della pubblicazione, avvenuta nel        l’idea inconscia presente nell’uomo della          dal suo proprio lato femminile.
1912, dell’opera Wandlungen und                  personalità femminile e l’animus,
Symbole der Libido (Trasformazioni e             specularmente, l’idea inconscia che ha la      Brunilde, disobbedendo al padre, in realtà,
simboli della libido). Fra le altre cose, il     donna della personalità maschile.              accoglie la volontà inconscia di Wotan,
principale punto di divergenza era                                                              quella di salvare il figlio Siegmund dalle
costituito dal concetto di “libido”, che, per    In ambito drammaturgico-musicale, Jung         mani di Hunding:
Jung, non rappresenterebbe solo l’energia        fu molto affascinato dalle opere di Wagner
sessuale ma l’energia vitale in toto.            e se ne occupò in prima persona in Tipi            Brunilde è una sorte di dissociazione di
Secondo la tesi junghiana, l’inconscio           psicologici, in cui vengono esaminate              Wotan, una parte della sua personalità,
rappresenterebbe una fonte di creatività,        alcune parti del Parsifal e in                     come nel caso di Pallade Atena e di
funzionale allo sviluppo psichico della          Trasformazioni e simboli della libido              Zeus. Essa è per così dire una
personalità                       (processo      in cui analizzò l’Anello del nibelungo,            messaggera o un'emissaria di Wotan
d’individuazione), non sarebbe più il            offrendo una rilettura della Tetralogia            [...]. Il fatto che Wagner abbia affidato
luogo del “rimosso”. Il testo fu tacciato di     attraverso il binomio Anima/Animus.                l’esecuzione dei disegni di un dio
eresia dalla scuola psicoanalitica               Secondo queste immagini archetipiche,              bellicoso come Wotan nelle mani d’un
freudiana, poiché oltre a questo, Jung           Wotan rappresenterebbe sia l’autorità              essere femminile è alquanto singolare,
riteneva che il desiderio incestuoso, base       paterna sia l’immagine del Sé; egli è in           nonostante il precedente greco di
della vicenda edipica, non andasse inteso        realtà non solo il re degli dei ma anche il        Pallade Atena.
letteralmente, quindi sessualmente, ma           custode dei patti e delle leggi, il sommo
solo simbolicamente.                             garante del diritto positivo. Due donne        È interessante notare come il destino di
                                                 incarnano il suo anima, Fricka e Brunilde:     Brunilde, legato a scelte di grande
Per Jung, il desiderio di congiungersi alla      entrambe rappresentano, in momenti             importanza emotiva, sembri collegato al
madre sarebbe il desiderio dell'individuo di     diversi, la parte inconscia (causa dei forti   fatto di essere una Valchiria. Il nome deriva
ritornare alle proprie radici, per rinascere     turbamenti portati alla parte conscia e        dal tedesco medievale antico Walkür che
rigenerato: rappresenterebbe un desiderio        decisionale di Wotan). Fricka ha una           si compone di Wal e di Kür, laddove
di trasformazione. L’incesto, da questo          connotazione molto marcata, rappresenta        Walstatt significa “campo di battaglia” e
punto di vista, acquisirebbe il significato di   indubbiamente l’eterno femminino, con          kür vuol dire “scelta”. Compito delle
un'iniziazione alla vita spirituale e            aspetti negativi, legati alla severità e al    Valchirie è, infatti, quello di scegliere gli
andrebbe        oltre       l’interpretazione    rigore ereditati dal maschile. Jung è          eletti tra gli eroi caduti in guerra e
meramente sessuale (la stessa spiegazione        affascinato dalla figura di Brunilde e, nel    accompagnarli nel Walhalla. Le Valchirie
pansessualista sarebbe addirittura il            volume Simboli della trasformazione -          rappresentano l’eterno femminino così
sintomo patologico dell’interpretazione          da cui sono tratte anche le successive         come le Norne, le figlie del Reno, Freia ed
stessa). Sebbene Jung non abbia mai              citazioni - ne parla in questo modo:           Erda (madre della terra e anima del
esplicitamente usato il termine androginia,                                                     mondo). Fafner e Fasolt, ancorché maschi,
la psicologia analitica si fonda su concetti        È una delle molte figure-anima              rappresentano la più fosca e tetra
duali, fra loro speculari, che si rifanno           attribuite a divinità maschili,
all’enantiodromia (passaggio dialettico             che rappresentano tutte
degli opposti).                                     senza      eccezione       una
                                                    dissociazione nella psiche
Il filosofo francese Gaston Bachelard               maschile, una dissociazione
(1884-1962) sosteneva che “fra tutte le             in cui è insita la tendenza a
scuole contemporanee di psicanalisi, è              menare           un’esistenza
quella di Jung ad avere dimostrato nel              autonoma ossessionante. La
modo più limpido che la psiche umana, nel           tendenza all’autonomia fa sì
suo stato primordiale, è androgina”. Temi           che l'Anima anticipi pensieri
centrali della psicologia del profondo sono:        e decisioni della coscienza
l’inconscio      individuale,     l’inconscio       maschile, con il risultato che
collettivo, l’“ombra” (intesa come la parte         quest’ultima             viene
istintiva      e   irrazionale      inconscia       continuamente messa di Wagner a La Spezia, 1883

                                                                                                                                                15
personificazione del femminile, Loge,               svolgere lo sguardo al passato,              figlia-anima di Wotan ma anche l’anima
     secondo le Edde e le leggende                       all’infanzia e alla madre umana, che         di Sigfrido; lei è allo stesso tempo, madre,
     germaniche, è addirittura un Dio                    per tal motivo si trasforma                  sorella e sposa.
     ermafrodito. Sieglinde e Siegmund, uniti da         immediatamente nel drago foriero di          Fra Brunilde e Sigfrido, avviene nel
     un’unione incestuosa, sono l’immagine più           morte. In tal modo egli ha evocato           Crepuscolo degli dei uno scambio di
     emblematica di anima e animus, dato                 l’aspetto maligno dell’inconscio, cioè la    animus e anima sotto forma di anello e
     che la relazione incestuosa rappresenta             sua natura divoratrice impersonata           cavallo. L’anima di Sigfrido subirà una
     l’immagine più prossima all’ermafrodito,            dall’abitatore dell’antro, terrore della     scissione nel momento in cui sarà
     che a sua volta è immagine della natura             foresta. Fafner è il guardiano del           personificato da Gutrune che cercherà di
     indifferenziata. La nascita di Sigfrido,            tesoro; nel suo antro sta il tesoro, fonte   fargli dimenticare Brunilde. L’effetto
     rappresenta la nascita del dio solare, Mime         di vita e di potenza. Apparentemente         negativo di Gutrune non gli permetterà di
     che sostituisce la madre e cresce Sigfrido,         la madre possiede la libido del figlio (il   riconoscere l’archetipo della figura madre,
     in realtà vuole che venga ucciso da Fafner:         tesoro ch’essa custodisce così               rappresentato dalle figlie del Reno.
                                                         gelosamente) e in realtà è così fin tanto    Ritroverà il suo anima solo nel momento
        Egli è il rappresentante maschile della          che il figlio rimane inconsapevole di se     in cui, morendo sotto i colpi di Hagen,
        madre terribile che mette il verme               stesso. Tradotto in linguaggio               recupererà la memoria offesa dal filtro e
        velenoso sulla strada del figlio, l’anelito      psicologico questo significa: nell’imago     ricorderà Brunilde. Contemporaneamente
        di Sigfrido all’imago materna lo trae            materna, cioè nell’inconscio, sta celato     Brunilde aveva perso il suo animus
        lontano da Mime.                                 il "tesoro difficile da raggiungere".        credendo, e cedendo, alla macchinazione
                                                                                                      di Hagen; si avrà la riconciliazione del
     Nei seguenti versi, tratti dal Sigfrido,         Sigfrido intraprende dunque un viaggio          maschile col femminile, attraverso il suo
     possiamo vedere l’aberrazione che Sigfrido       verso la nuova madre (Brunilde),                sacrificio, consacrato dalle fiamme. A
     prova nei confronti di Mime e allo stesso        abbandonando allo stesso tempo Mime,            questo proposito, la psicologa francese
     tempo il forte desiderio dell’imago              l’incarnazione dell’immagine angosciante        Anne Marie Matter integra l’analisi di
     materna:                                         della madre del passato. In questo viaggio,     Jung, rilevando la forte presenza del
                                                      sarà accompagnato dall’uccello della            “materno” nei personaggi maschili e
     “Alla malora quell’elfe! Non lo posso più        foresta, associato alla grande madre.           sostenendo che nei drammi wagneriani,
     vedere! Ma, come mai sarà stato l'aspetto        Sigfrido, uccide il drago bevendone, senza      articolati attorno alla coppia animus-
     di mia madre? Questo nome lo posso ora           volerlo, il sangue: così il drago Fafner        anima, la parte femminile sia quella più
     proprio pensare! Simile a cerbiatta,             assume l’aspetto delle Buona Madre che lo       forte:
     brillavan di certo a lei chiarolucenti gli       mette in contatto con la natura. Dall’altro
     occhi; sono molto più belli ancora! Da poi       lato, Brunilde non rappresenta solo la             È Isotta a prendere l’iniziativa della
     che in ansia mi dette alla luce,                                                                     richiesta d’amore, mentre Tristano si
     perché in quel punto mai venne a                                                                     nega e si confonde. È ancora lei a
     morire? Via se ne muoiono le madri                                                                   predisporre il doppio suicidio, mentre
     umane, per i loro figli tutte? Sarebbe                                                               Tristano si rassegna alla sua sorte. È
     questo triste, in fede mia! Ah potessi,                                                              Sieglinde che versa al detestato sposo
     io figlio, mia madre vedere! Mia                                                                     la bevanda che l’addormenta, è lei a
     madre, una donna umana”.                                                                             decidere il loro comune destino, a
                                                                                                          mostrare al Wälsung la spada infissa
     Jung precisa in nota:                                                                                nel frassino rivelandone il valore; è lei
                                                                                                          infine che trascina l’amato in fuga.
        Il drago della caverna è la madre
        terrificante.    Spesso      nella                                                                Individua inoltre altre coppie che
        leggenda tedesca, la giovane                                                                      rappresentano il binomio animus-
        vergine da liberare appare sotto                                                                  anima, come ad esempio Tristano e
        forma di serpente o di drago che                                                                  Isotta, Siegmund e Sieglinde,
        bisogna baciare mentre riveste                                                                    Lohengrin ed Elsa e perfino Wotan e
        questo aspetto e che allora si                                                                    Alberich (vedendo nel nibelungo la
        trasforma in una bella donna.                                                                     parte “ombra” di Wotan); Wagner
                                                                                                          stesso li aveva definiti Licht-Alberich
     Considerando quindi Fafner come                                                                      e Nacht-Alberich per indicare
     l’immagine della madre terribile                                                                     l’oscurità, il funesto, l’ombra
     creata da Mime, Jung aggiunge:                                                                       archetipica.

        Il suo anelito (di Sigfrido)
        all’imago materna l’ha esposto
        inavvertitamente al pericolo di Fritz Feinhals (1869-1940) come Wotan

16
MELOS VS SCAENAM?
     a cura di Piero Mioli

     Il canto contro il teatro? O il teatro contro   pubblica un’intervista di Lietta Tornabuoni     l’altro Aida e Turandot), l’indefessa
     il canto? Quanto spesso capita che canto        a Michelangelo Antonioni (che suona come        attività     dell'“inesauribile,     geniale
     e teatro, melodramma e dramma, musica           un inno all’istintività di Visconti), termina   scenografo e regista” di oltre 500
     e messinscena siano nemici o anche solo         con un catalogo delle opere dirette.            spettacoli di teatro e di lirica in tutto il
     poco amici, in quella famosa convergenza        Giorgio Strehler e il suo teatro, a cura        mondo è tutta precisamente documentata.
     delle arti che presiede al teatro d’opera e     di Federica Mazzocchi e Alberto Bentoglio       E mentre gli autori, i titoli, i teatri, le
     può sembrare piuttosto un coacervo di           (Roma, Bulzoni, 1997), rinuncia del tutto       occasioni, le colleganze sono giusta
     esperienze centrifughe. Spesso, ma non poi      all’iconografia e purtroppo anche a             materia di riflessione, l’iconografia è
     sempre: inevitabile casus belli è il tutto      ragguagliare sull’attività operistica di        magnifica materia di contemplazione e
     moderno e pure non indiscutibile                Strehler, nel corso di 17 saggi dedicati alla   ammirazione. È chiaramente neoclassica
     fenomeno della regia.                           prosa: alla fine, almeno, propone una serie     l’arte spettacolare di Pizzi: neoclassica nel
         Circa la sua bibliografia, ecco qualche     di testimonianze di attori e allievi e la       senso pienamente stravinskiano della
     momento generale e i momenti invero             cronologia degli spettacoli, dove nemmeno       capacità di plasmarsi e riplasmarsi
     speciali di Visconti, Strehler e Pizzi. In      volendolo si potrebbe espungere il              continuamente al contatto con tutte le
     genere: Philippe Beaussant, La malscène,        contributo dato allo spettacolo musicale.       opere di tutti gli autori possibili
     Paris, Fayard, 2005; Paolo Fabbri, “Di          Integra lo spessore dell’artista Matteo         nell’universo melodrammatico.
     vedere e non vedere”. Lo spettatore             Paoletti, che scrive Strehler e la musica.        Casi eccellenti, senza dubbio. Dalla regia
     all’opera, in «Il saggiatore musicale», XIV,    Il «direttore d’orchestra mancato»              alla scenografia, alla costumistica, allo
     2007, n. 2, pp. 359-376; Gerardo Guccini-       attraverso le sue partiture e pubblica il       spettacolo in genere virano i numerosi i
     Luca Zoppelli-Lorenzo Bianconi, Ancora          saggio nella «Nuova Rivista musicale            volumetti che gli Amici della Scala hanno
     sulla regia nell’opera lirica, in «Il           italiana» (XLV, 2011, n. 4, pp. 509-528).       dedicato agli Artisti dello spettacolo alla
     saggiatore musicale», XVII, 2010, n. 1, pp.        Da parte sua non ha dubbi Pier Luigi         Scala dal 2002 in poi e da Edel in avanti,
     83-118 trattano del fenomeno di grande e        Pizzi inventore di teatro, testo di             tutti studiati in saggi, apparati, biografie,
     a volte triste attualità. Più in particolare,   Lorenzo Arruga (Torino, Allemandi & C.,         cataloghi, cronologie: Galliari, Picasso,
     Album Visconti, a cura di Caterina              2006). Da una Leocadia di Jean Anouilh          Cocteau, Fiume, Aulenti, Chagall,
     d’Amico de Carvalho, “la vita e le opere in     andata in scena a Genova nel 1951 (tosto        Gontcharova, Sciltian; nel solo 2011
     221 fotografie” (Milano, Sonzogno, 1978),       seguita da un Don Giovanni ancora               Bussotti, Bilinsky, Sironi e Appia; nel solo
     mantiene la ghiotta promessa iconografica       genovese) ai ben sette spettacoli inscenati     2016 Berman, Cagli, Casorati e Pericoli.
     sacrificando parecchio il melodramma,           allo Sferisterio di Macerata nel 2006 (fra      Esemplare ne sia Pier Luigi Samaritani

     Bozzetto di Pier Luigi Samaritani per Manfred - Opera di Roma, 1966-67

18
alla Scala di Vittoria Crespi Morbio             studi tenuto a Parma nel 1994 pubblicati         dedicato all'Opera in CD e video che
(Milano, Amici della Scala – Umberto             dall'Istituto nazionale di studi verdiani        Giudici pubblicò nel lontano 1995
Allemandi & C., 2009): scenografo e              (Parma, 1996), accoglie le relazioni di          esibendo preparazione, chiarezza di idee,
regista formato a Brera e perfezionato a         Mecedes Viale Ferrero, Peter Ross, Markus        personalità, gusto, finezza di scrittura.
Parigi, Samaritani (Novara, 1942 – Milano,       Engelhardt, Natalia Metelitsa e Helene           Quasi 190 pagine spettano all'amato
1994) ha lavorato dal 1963 al 1994: nella        Fedosova, Maria Teresa Muraro, Marinella         Händel, quasi 580 all'altrettanto amato ma
stagione ’67-68 ha avvicinato con passione       Pigozzi, Olga Jesurum, Nicole Wild, Gilles       più saggiato Mozart, mentre su posizioni
il genere dell’opera, dove si è distinto come    de Van, Emilio Sala, Giacomo Agosti-             minoritarie stanno Cavalli, Paisiello,
artista della scena e del costume                Perluigi Ciapparelli, Marco Capra, Marcello      Cimarosa, Spontini e così via. Nessun
verosimile, diafano, raffinato; ma dopo          Conati, Marian Smith, Horst-Joseph               pregiudizio alligna nei giudizi dell'autore,
aver firmato così una cinquantina di             Lederer, Roger Parker, Knud Arne                 che li esprime di volta in volta, davanti a
produzioni, nel ’78 ha assunto anche             Jürgensen. Più che curioso, davvero              questo o a quell'allestimento, con molta
l’onere della regia curando il Werther di        sconvolgente è David J. Levin, Unsettling        convizione e altrettanta ironia, spesso
Massenet a Firenze; in seguito, dividendosi      Opera. Staging Mozart, Verdi,                    confortandoli con la necessaria descrizione
fra il Metropolitan di New York, diversi altri   Wagner, and Zemlinsky, volume edito              delle scene. Certe durezze, contro Zeffirelli,
grandi teatri e alcuni piccoli festival di       da Chicago University Press nel 2007.            Ronconi e De Simone, non sono
ricerca, ha continuato a dar prova di un            Freschi di stampa, infine, sono due volumi    regolamentari, così come certi entusiasmi
gusto sobrio, squisito, difficilmente            che, seguaci di altri dello stesso genere,       verso messinscene stravaganti, almeno
catalogabile e felicemente eclettico.            autore ed editore, altri ne presuppongono        apparentemente estranee al dettato
Obbedendo al progetto generale, il libro         certamente in futuro: Il Seicento e Il           dell'opera     (quale,      poi?),    sanno
comprende saggio, immagini e cronologie.         Settecento di Elvio Giudici (Milano, il          capovolgersi davanti a spettacoli ritenuti
Accortamente, le cronologie non                  Saggiatore, 2016, pp. 501 il primo, 823 il       fallimentari. A dare un'idea del percorso
riguardano solo la Scala: circa la               secondo), entrambi forniti del sottotitolo       seguito, ecco i nomi dei registi impeganti
collaborazione con il tempio milanese si         “L'Opera. Storia, teatro, regia”. Non si         con la monteverdiana Incoronazione di
danno tutte le notizie possibili, dai cantanti   tratta di una storia del teatro d'opera,         Poppea: Jean-Pierre Ponnelle, Peter Hall,
impiegati gli estremi tecnici dei bozzetti       mancando la trattazione di un ordine             Michael Hampe, Pierre Audi, Klaus Michael
conservati (misure, inventario ecc.); circa le   cronologico e di troppi nomi e titoli (inoltre   Grüber, Robert Carsen, Xavi Bovè. Nessun
altre soltanto gli elementi principali,          il primo comprende Galuppi, pienamente           italiano, come si vede, né alcun italiano vi
bastevoli però a illustrare appieno la folta     settecentesco, e il secondo comincia con         si legge che prenda in mano la bacchetta
carriera. Ecco dunque la celeberrima             Fidelio, opera del 1805-14), ma della            o dia volto ai personaggi scolpiti da
Semiramide di Rossini programma dal              vasta raccolta di recensioni che l'autore,       Gianfrancesco Busenello per il divino
Maggio Musicale Fiorentino nel 1968,             specialista della prassi, ha effettuato di       Claudio. Ma anche questo è un angolino
protagonista Joan Sutherland, e poi gli          spettacoli d'opera poi resi disponibili in       del grande poligono di rassegnazione cui
allestimenti di Lucia di Lammermoor,             video. Insomma, è l'allargamento e               deve sottostare il giudice per antonomasia.
Evgenij Onegin, Traviata, Madama                 aggiornamento del già corposo volume
Butterfly e Manon che negli anni hanno
fatto il giro dei teatri, dopo le prime
evidentemente baciate dal successo.
Fondamentale la piazza di Firenze, per
Samaritani, e decisivi i sodalizi con
Gianandrea Gavazzeni e Giancarlo
Menotti.
       Se la regia è fenomeno d’oggi,
scenografia è di tutti i tempi dell’opera.
Così risplendono di immagini Giuseppe
Borsato, scenografo alla Fenice 1809-
1823 e L’immagine e la scena.
Francesco Bagnara, scenografo alla
Fenice 1820-1839 a competente cura di
Maria Ida Biggi (Venezia, Marsilio, 1995 e
1996, grazie agli Amici della Fenice), che al
di là dei meriti intrinseci di cultura, di
scrittura, di stampa, potrebbero essere
delle miniere inesauribili per la scenografia
operistica d’oggi (ma il condizionale non è
il presente, si sa). La realizzazione
scenica dello spettacolo verdiano, a
cura di Pierluigi Petrobelli e Fabrizio Della    Bozzetto di Giuseppe Borsato per Semiramide di Rossini
Seta, atti del congresso internazionale di       Teatro La Fenice, 1832

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