Filarmonica del Teatro Comunale di Bologna Orchestra europea - Orchestra Filarmonica di Bologna
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AEDES de VENUSTAS D.S. & DURGA KEIKO MECHERI NASO MATTO Profumi AMOUAGE ESCENTRIC-MOLECULES By KILIAN Parfums O’DRIÙ ANDY TAUER FLORIS Maison FRANCIS KURKDJIAN Off.Profumo S.Maria Novella ATELIER DES ORS FREDERIC MALLE Maitre Parfumeur et Gantier ORMOND JAYNE BARUTI GARDELIA MDCI Parfums ORTO PARISI BOGUE Profumi HEELEY Parfums MEO FUSCIUNI PANTHEON ROMA Profumi PARFUMERIE GENERALE BRECOURT INDULT Paris Mona Di ORIO PROFUMUM Roma BYREDO ISABEY Paris MONOM Italia PUREDISTANCE CLIVE CHRISTIAN JOVOY Paris MONTALE Paris STEPHANE HUMBERT LUCAS The DIFFERENT Company JUSBOX Perfumes NABUCCO Parfums THE PARTY Parfums DIPTYQUE Paris LM PARFUMS NAOMI GOODSIR Parfums VERO.PROFUMO Antica Profumeria Al SACRO CUORE Galleria “Falcone – Borsellino”, 2/E (entrata di via de’ Fusari) 40123 Bologna Tel. 051.23 52 11 – fax 051.35 27 80 www.sacrocuoreprofumi.it info@sacrocuoreprofumi.it
EDITORIALE Nella società odierna, la dissociazione tra un allora, ecco le auto più popolari chiamarsi Stesso discorso per l’aggettivo nome - o un aggettivo - e il suo significato “deluxe”, ecco le offerte “solo per te” da “contemporaneo”: la guerra per bande che appare, talvolta, stupefacente, in tutta la sua compagnie telefoniche con milioni di clienti, spesso vivacizza i dopo concerti tra fautori della evidenza. ecco gli occhiali da sole “esclusivi” in regalo musica contemporanea e i suoi detrattori, verte con la rivista che si trova in edicola. spesso su opere che risalgono ormai a Pensiamo al caso dei cosiddetti social: c’è cinquanta, sessanta anni fa e che di qualcosa di più antisociale che pensare di Anche i prodotti dell’intelletto sembrano, contemporaneo non hanno più nulla. Sono “chiedere un’amicizia” su facebook a qualcuno talvolta, incappare in questo equivoco: pletore storicizzate, digerite dal flusso delle mode e, che nemmeno si conosce o di più deprimente di giornalisti che scrivono per giornali e riviste talvolta, sono ormai dei classici. Ancora, sembra del vedere gruppi di persone, atomizzate, alle di grande tiratura, che pubblicano libri in di fare un’operazione di avanguardia a mettere prese col proprio telefonino, convinte di fare continuazione e che sono in televisione un in programma opere di Stavinskij o Bartok. qualcosa di “sociale”, appunto, quando giorno sì e uno anche, sono definiti e si D’altro canto, alcuni compositori d’oggi restano potrebbero certo meglio parlare col proprio autoproclamano “fuori dal coro” o “scomodi”. tuttora legati a stilemi, tecniche e visioni della vicino? musica - se non della cultura in genere - Arrivati al nostro mondo, quello dei teatri, vi risalenti a diversi lustri fa; questo permette loro, Oppure, pensiamo all’uso del nome di grandi sono due termini che ne funestano le cronache: forse, di vivere nell’illusione che il tempo non artisti del passato per dare dignità a luoghi e “provocatorio” e “contemporaneo”. Dell’uso passi né per loro, né per la loro musica, paesaggi devastati dalle più becere logiche della parola “provocatorio” si realizza ormai un credendo così di essere sempre coevi a se stessi. commerciali e di “modernizzazione”: se si abuso, perpetrato per movimentare l’ambiente percorre qualche statale veneta andando verso da parte di registi che calcano da anni la scena Per fortuna nostra, invece, il tempo passa città come Padova, Castelfranco Veneto, Treviso, con produzioni che spesso stravolgono eccome, e svolge il suo ruolo di grande scultore, balza agli occhi una lunga teoria di orrendi addirittura il senso stesso del testo teatrale, per come diceva Marguerite Yourcenar, capannoni - spesso vecchiotti e un po’ malmessi il puro piacere di far parlare un po’ di sé e permettendo di vivificare, anche quando non ce - che si adornano dei nomi di Tiziano, Cima da invece, generalmente, annoiano più che mai. La ne accorgiamo, il mondo dell’arte e della Conegliano, Tintoretto, Vivaldi, e così via, per cosa interessante è che molto spesso queste cultura, in un alternarsi di fama e dimenticanza, abbellire centri commerciali, pizzerie, fabbriche opere “scomode” e/o “rivoluzionarie” sono senza posa. di arredamenti, outlet di abbigliamento, applaudite da un pubblico perlopiù della buona chiassosi e a buon mercato. borghesia che, teoricamente, dovrebbe sentir vacillare il proprio mondo e le proprie sicurezze Allo stesso modo, alcune categorie nell’affrontare queste messe in scena e, invece, merceologiche, dai profumi agli oggetti di se ne torna a casa soddisfatto e, semmai, arredo, alla telefonia, alle automobili, si lusingato di aver colto la provocazione. Invece Guido Giannuzzi fregiano di aggettivi che cercano di evocare nel di preoccuparsi se lo spettacolo era Direttore Responsabile potenziale compratore un senso di semplicemente bello o meno. “Filarmonica Magazine” appartenenza a un club esclusivo, a un’élite. E guido.giannuzzi@filarmonicabologna.it SOMMARIO Editoriale | 03 Rubriche | 05 Duetti al telefono e oggetti parlanti... | 07 Sede legale: Via A.Bertoloni, 11 Alfredo Casella e il linguaggio musicale... | 10 40126 Bologna Shakespeare musicografo | 13 Filarmonica Sede operativa c/o del Teatro Comunale Teatro Auditorium Manzoni Wagner e Jung | 15 di Bologna via De' Monari 1/2, 40121 Bologna Melos vs Scaenam? | 18 Orchestra europea e-mail: segreteria@filarmonicabologna.it Filarmonica Magazine n. 13 mese maggio anno 2017 Aut. Tribunale di Bologna w w w. fi l a r m o n i c a b o l o g n a . i t N. 7937 del 5 marzo 2009 Editore Associazione Filarmonica Hanno collaborato del Teatro Comunale di Bologna Pasquale Fameli UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A Via Bertoloni, 11 – Bologna Cecilia Matteucci Piero Mioli Redazione Daniele Muleri Sede operativa c/o Teatro Auditorium Manzoni via De'Monari 1/2, 40121 Bologna Foto di copertina © Stefano Cenerini Direttore responsabile Guido Giannuzzi Progetto grafico guido.giannuzzi@filarmonicabologna.it Punto e Virgola, Bologna Redazione Pubblicità Caterina Coretti segreteria@filarmonicabologna.it caterina.coretti@filarmonicabologna.it 3
LE VIE DEI CANTI a cura di Guido Giannuzzi “ Meglio suonare Chiquita Banana e avere la piscina che suonare Bach e morire di fame. LE MIE DOMANDE di Cecilia Matteucci Xavier Cugat ” A Giorgio Valdrè. Giunto a Bologna a metà degli anni '70 per l'università, vi è rimasto, con tentativi di fuga. Ha lavorato in una grande casa editrice cittadina occupandosi, perlopiù, di testi scolastici per le materie umanistiche. Non ha fatto studi musicali regolari ma ha frequentato, nella Faenza dell’infanzia, due grandi musicisti, il maestro Ino Savini e padre Albino Varotti. La musica preferita? L'Ouverture 1812 di Čajkovskij, quella con i colpi di cannone, gli squilli di tromba e il coro dei cosacchi. La mettevo sul giradischi quando giocavo con i soldatini delle battaglie napoleoniche. L’opera? Il ballo in maschera, con il nobile sdegno di Renato che si crede tradito dai suoi due amori: “Eri tu che macchiavi quell'anima!” La canzone della sua adolescenza? La mente torna di Mina. La band preferita? Per qualche motivo non sono riuscito a farmi piacere la musica della mia generazione. Preferivo le vecchie canzoni degli anni '40 che cantava la mia dada, l'orchestra Rabagliati, il trio Lescano, “adios muchachos companeros de mi vida”... Adesso che ho una certa età mi piace Vasco Rossi. Il suo teatro preferito? Il Liceu di Barcellona. Proprio di fronte c'è un bar fantastico! I cavalli, la sua grande passione: cosa ci dice a riguardo? Cominciò più di cinquant'anni fa al galoppatoio di Villa Borghese a Roma, dove vivevo con mia madre, e prosegue ancora oggi: tutti i giorni che il Signore manda in terra, monto a cavallo. A un certo punto volevo dedicarmi all'importazione e al commercio dei cavalli irlandesi, poi mi è tornato in mente quello che dice il suonatore Jones al mercante di liquori: “Tu che li vendi cosa ci compri di migliore?” Una domanda che non le ho fatto e che invece avrebbe voluto? Se mi avesse chiesto: “Cosa farebbe stampare sui biglietti del Teatro Comunale?” avrei risposto “Dress code: abito scuro”. Cecilia Matteucci e Giorgio Valdrè 5
Ottone Rosai, Via Toscanella, 1948, cm.70x50 A R TE MO D ERNA e CONTE MPORANE A DIPAOLOARTE- Galleria Falcone-Borsellino 4 a/b, 40123 Bologna www.dipaoloarte.it; info@dipaoloarte.it 051.225413 – da lunedì a sabato 11-13 e 16-20
DUETTI AL TELEFONO E OGGETTI PARLANTI. IL MONDO SONORO DI LAURIE ANDERSON di Pasquale Fameli Nel corso del Novecento i rapporti tra arti trasformato in una gigante coda di (1977), realizzato al telefono, e Stereo visive e musica si fanno sempre più stretti pianoforte, con corde metalliche tese tra le Decoy (1977), realizzato sul Niagara: sulla e proficui, dando vita a stimolanti e pareti da percuotere con un martello, riva canadese del noto fiume che divide gli articolate esperienze estetiche. Dalle oppure Duet For Violin And Door Stati Uniti e il Canada viene riprodotta la nicchie delle avanguardie artistiche e Jamb (1976), dove la musicista americana registrazione di un brano per violino e musicali, questa contaminazione tra i sfrutta la larghezza del vano di una porta piano, mentre sulla riva opposta, dall’alto linguaggi arriva a toccare anche le punte per determinare la lunghezza dei colpi di una roccia nell’Art Park Lewiston, lo più intelligenti della cultura artistica e d’archetto da dare sul violino; microfoni stesso brano viene suonato dal vivo, musicale di massa, capaci di assimilare e fissati agli stipiti della medesima porta provocando un suggestivo effetto “normalizzare” ardite sperimentazioni provvedono ad amplificare i colpi stereofonico, un rimbalzo delle stesse mediandole in fruttuosi compromessi dell’archetto, che si mescolano alle note sonorità sul confine tra i due Paesi. A espressivi. Una delle rappresentanti più del violino e ai rumori provocati dai calci differenza di quelle Fluxus, le performance emblematiche di quest’avventura è la che, di tanto in tanto, lei stessa tira alla più mature e originali di Laurie Anderson statunitense Laurie Anderson (1947), porta. hanno un carattere decisamente meno divenuta nota al grande pubblico nel corso Riconducibili a uno spirito Fluxus sono eversivo, oltre che una durata temporale degli anni Ottanta e Novanta per brani anche i duetti New York Social Life molto più estesa e un impianto narrativo come O Superman (1981), incluso nel noto spettacolo Big Science del 1982, e In Our Sleep (1995), cantato insieme al marito Lou Reed, storica voce dei Velvet Underground. Per quanto consacrata come stella del firmamento musicale contemporaneo, il percorso della cantante statunitense ha le sue radici nelle arti visive, nella scuola del grande artista e teorico minimalista Sol LeWitt, cui Laurie Anderson avrebbe presto dedicato un omaggio musicale, utilizzando un suo disegno come partitura per archi, Quartet for Sol LeWitt (1977), dove i valori delle note sono stati stabiliti secondo le posizioni dei numeri del disegno stesso. La ricezione e la rielaborazione della lezione di Fluxus, network internazionale di artisti e musicisti d’avanguardia dediti a pratiche intermediali derivate dal gestualismo cageano, entra presto nelle sue performance, come si evince dai suoi primi events quale Car Horn Concert, concerto per automobili da lei realizzato a Rochester (nel Vermont) nel 1972 e che prevede un’orchestrazione di clacson basata su una grande partitura in cui a ogni colore corrisponde un autoveicolo, operazione che si rifà chiaramente a Motor Vehicle Sundown (1959) di George Brecht. Una ricerca che indaga le relazioni tra il suono e lo spazio al di fuori di contesti deputati caratterizza anche altre operazioni come Chord For A Room (1972), in cui un ambiente viene William Burroughs, John Giorno e Laurie Anderson, 1979 7
che caratterizzeranno sempre più la loro realizzazione di installazioni sonore che autrice come storyteller fortemente richiedono un’attiva partecipazione del autobiografica. Già in Duets On Ice fruitore. Jukebox, presentata alla Holly (1975), brano la cui durata è determinata Solomon Gallery di New York nel 1977, è dal lento scioglimento di un blocco di un vero e proprio juke-box contenente ghiaccio che fa da palchetto alla musicista, circa una ventina di brani della stessa incastrata in esso con le lame dei pattini, Anderson incisi su vinile, mentre The l’azione musicale è inframezzata da brevi Handphone Table (1978) è un tavolo in aneddoti raccontati dalla performer stessa legno su cui i fruitori vengono invitati a e dà una prima prova di quell’interesse per poggiare i gomiti coprendosi le orecchie l’oralità, la narratività e il confronto con le proprie mani a fungere da cuffie: le conversazionale che caratterizzerà via via braccia fungono da canali di trasmissione tutti i suoi spettacoli musicali successivi. In che veicolano una registrazione, in una United States 1-4 (1983), live della durata La copertina di Big Science, sorta di ripetizione frasale dal carattere il primo album di sette ore e diviso in quattro parti, la intimo e confidenziale. Numbers di Laurie Anderson, 1982 stessa Anderson narra storie incentrate su Runners (1978), invece, è una cabina molti aspetti della cultura americana e telefonica interattiva che registra e accompagnate da immagini e musica, magnetico pre-registrato al posto dei crini, riproduce in differita le risposte del fruitore oppure in Stories From The Nerve Bible mentre il Viophonograph (1977), usato alle domande che una voce registrata gli (1995), complesso live multimediale dove per la prima volta nel dicembre del 1978 pone al telefono, mente Dark Dogs teatro, danza, narrazione, rock alla Nova Convention tenutasi (1980) consiste in un enorme ambiente sperimentale, video e improvvisazione all’Entermedia Theater di New York, è un buio in cui sono appesi dieci enormi ritratti sonora elettronica si fondono in un’unica violino modificato per funzionare come un leggermente sfocati collegati a una console dimensione performativa, con risultati resi giradischi. Altri due importanti esempi di dalla quale il fruitore può selezionarne uno possibili grazie all’uso di sofisticati supporti violino “preparato” sono il Neon Violin a piacere e far partire così una voce pre- tecnologici attraverso cui manipolare la (1980), violino trasparente con all’interno registrata che racconta un sogno. Riprende propria voce, così da attribuirla ai suoi vari della luce al neon e il Digital Violin infine il concetto di “duetto” la piccola alter-ego (marionette, cloni), oppure far (1984), progettato da Max Matthews dei installazione Tilt (1994), una scatola che, parlare oggetti di scena quali candele, laboratori Bell e personalizzato da Bob se inclinata da un lato riproduce il canto di bastoni, cuscini, o ancora trasformare il Bielecki, che riproduce differenti suoni una voce femminile, se inclinata dal lato proprio corpo in un ensemble di scaricati da disco rigido. opposto riproduce il canto di una voce percussioni elettroniche. Parallelamente alla modificazione maschile, e se tenuta in orizzontale L’aspetto più interessante e innovativo tecnologica degli strumenti musicali, Laurie riproduce simultaneamente il canto di dell’attività di Laurie Anderson consiste, Anderson inizia a dedicarsi alla entrambi. infatti, nella pratica (mutuata da John Cage) di “preparazione”, cioè di modificazione degli strumenti musicali tradizionali, da svolgersi ora in direzione tecnologica. Se lo strumento prediletto da Cage per la pratica “preparatoria” era il pianoforte, per la Anderson è il violino, reinventato in diversi modi: il Self-Playing Violin (1974), utilizzato per la prima volta in Duets On Ice, è un violino con un altoparlante interno che riproduce a ciclo continuo un brano pre-registrato. La pratica di modificazione del violino trova di volta in volta esiti nuovi e diversi, ma sempre orientati a una significativa collisione tra tradizione colta e tecnologia di massa: il Tape-Bow Violin (1977), progettato da Bob Bielecki e utilizzato in una serie di concerti di fine anni Settanta intitolata Like a Stream, è un violino con una testina di riproduzione Revox al posto del tradizionale ponticello, da suonarsi con appositi archetti con frammenti di nastro Laurie Anderson in Songs and Stories from Moby Dick, 2000 8
ALFREDO CASELLA E IL LINGUAGGIO MUSICALE DI GIAN FRANCESCO MALIPIERO a cura di Guido Giannuzzi Il 5 marzo del 1947, settant’anni fa, moriva a Roma Alfredo Casella, una delle più grandi personalità del Novecento musicale, trascurato in patria per un presunto “classicismo” che, in anni di foga contemporaneista, non gli rendeva certo buon servizio. Eppure, nel 1923, insieme a Malipiero e con il patrocinio di D'Annunzio, Casella fondò la Corporazione delle nuove musiche - che divenne la sezione italiana della Società internazionale per la musica contemporanea, di recentissima istituzione. Casella - sensibilissimo al clima culturale dell’epoca - organizzò importanti prime italiane, come, nel 1924 quella del “Pierrot Lunaire” di Schönberg in diverse città e nello stesso anno diresse personalmente, sempre per la prima volta in Italia, “L'Histoire du Soldat” di Stravinskij e, a Siena, nel settembre del 1928, “Les Noces” dello stesso autore: più in generale, fu merito della Corporazione delle nuove musiche l'aver invitato in Italia compositori come Bartók e Hindemith e aver fatto conoscere le opere di Honegger, Milhaud, Kodaly, Poulenc. Durante gi studi musicali, compiuti a Parigi, maturò una stretta amicizia con altri alunni del Conservatorio come Enescu e Ravel e fece la conoscenza con Zola, Gide, Proust, Daudet, Degas. Compositore, direttore d’orchestra, organizzatore, saggista, in questa sede s’intende rendergli piccolo omaggio, pubblicando un suo scritto sull’opera di Gian Francesco Malipiero, altro grande musicista appartenente a quella stessa generazione, purtroppo oggigiorno ingiustamente poco considerata. I primi sintomi della crisi che attualmente Russi, da Strauss e da Debussy, musicisti quale, assieme ad un uso estremamente interessa l’armonia propriamente detta, tutti che avevano - chi più chi meno - sottile e raffi nato delle cosiddette l’armonia cioè che si chiama strumentale- sentito la necessità di uscire dal vecchio “appoggiature non risolte” costituisce la classica e che ebbe inizio coi primi albori binomio “maggiore-minore” e di allargare base della sua armonia (sono del resto oggi del Cinquecento, coincidono col nascere i limiti del senso tonale. Questo ancora numerosissimi i compositori che del presente secolo. L’armonia classica, superamento della antica concezione basano tutto il loro giuoco armonico su basata sulle tre “funzioni” di tonica, modale - già presagito da Bach e da altri settime oppure none dominanti più o meno dominante e sottodominante, era stata, minori musicisti - “bussa già alle porte” col sapientemente “mimetizzate” mediante infatti, oggetto, sin da G. S. Bach, di una Tristano, nel quale Wagner stesso confessa sovrastrutture che vorrebbero creare progressiva penetrazione cromatica che di avere dimenticato ogni teoria e di l’illusione di un nuovo linguaggio poco a poco ne aveva alterato la muoversi colla più grande libertà (la musicale). Mentre Ravel sviluppava così “in fisionomia, e quel processo cromatico rivoluzione era però prematura, e Wagner altezza” l’armonia classica e soprattutto giungeva, già alla metà dello scorso secolo, per primo doveva rinunciare - nei lavori romantica basata sugli armonici, il al formidabile sviluppo del Tristano. Ma successivi al Tristano - ad esplorare più viennese Arnold Schönberg, partito dal dopo Wagner il processo di alterazione profondamente le nuove terre cromaticismo wagneriano, riusciva sin dal cromatica si era ancora accentuato, sino a intravvedute). 1909 (nei tre Klavierstúcke op. 11) a porre un serio interrogativo dinanzi al sostituire alle antiche scale diatoniche di problema totale dell’armonia. Negli anni Ravel aveva continuato lo sfruttamento qualsiasi tipo la scala cromatica, stabilendo 1910-1915, varie erano le posizioni degli armonici, superando l’accordo di l’eguaglianza assoluta dei suoi dodici suoni assunte dalle maggiori scuole europee di nona dominante maggiore per usare ed abolendo i vecchi “privilegi” della fronte alla situazione determinata dai correntemente l’undicesimo armonico, il tonica, della dominante e della sottodominante. Più tardi (nel 1921-26 circa) egli sviluppava la sua conquista e creava il “Zwölftonsystem”, vale a dire la composizione “dodecafonica”, sia sotto forma di “serie” melodiche, sia sotto quella di regola determinante dell’armonia. Nel 1913, poi, scoppiava come una bomba la Sagra della primavera, nella quale Stravinskij riaffermava potentemente la vitalità delle antiche scale, ma ìn pari tempo dimostrava, colla politonalità così prepotentemente usata in questo capolavoro, la possibilità di dare un nuovo significato alla modulazione, dapprima limitata alla successione ed invece ormai raddrizzata nella “verticalità” della sovrapposizione armonica. Riassumiamo dunque le varie posizioni della musica europea intorno al 1910-15: sfruttamento Articolo per i 90 anni di Gian Francesco Malipiero - Oggi illustrato 1972 estremo raveliano degli armonici naturali, 10
base dell’armonia dal Medio Evo al 1900; L’allargamento nel senso tonale è ottenuto italiano della sua generazione può dodecafonia (impropriamente chiamata da Malipiero dapprima col largo uso di condividere con lui) di non aver mai atonalità) schönberghiana che doveva poi modi antichi: dorico, ipodorico, frigio e adoperato la poverissima e sciatta scala dare origine ad un nuovo sistema misolidio. Artificio che egli adopera in per toni interi, per quanto quella costituisse costruttivo-componistico; politonalità comune con altri molti musicisti: Russi, un vero pericolo universale al principio di infine strawinskiana, colle sue larghe Debussy, Ravel ed infine Pizzetti, senza questo secolo. È l’armonia che occorreva conseguenze di liberazione - sia pur non di però che mai si possa confondere per l’arte di Malipiero e che sola poteva rado empirica - dalle antiche regole che Malipiero con uno di quelli. Ma il maestro permettere alla sua musica di realizzare avevano diretto per secoli il movimento veneziano riesce soprattutto a creare una quella fermezza di linee, quel pathos delle parti nella polifonia vocale e nuova atmosfera tonale con continui doloroso e così umano, quella totale strumentale. contrasti ed urti fra modalità e gravitazioni assenza infine di ogni decorativismo e tonali divergenti, determinando così una persino di ogni virtuosità strumentale. Nel 1910 Gian Francesco Malipiero aveva incertezza tonale, una instabilità modale, Carattere quest’ultimo che è essenziale ventotto anni. Egli usciva che costituisce uno dei lati più della musica malipieriana, e che è una dall’insegnamento di M. E. Bossi e di Max potentemente originali di quell’arte. delle ragioni maggiori della grande Bruch, didatti i quali debbono certamente difficoltà di esecuzione di quella musica. aver non poco influito - per reazione - sulla Quest’armonia è essenzialmente formazione della sua potente e antiromantica, nel senso che è pura di ogni Ma soprattutto è un’armonia di profonda, spregiudicata personalità. Come tutti quelli residuo cromatico ottocentesco. Da essa inconfondibile originalità. Sotto apparenze della nostra generazione, egli poco poteva sono eliminate non solamente, come già che ai loro tempi scandalizzarono i imparare in una Italia dove a mala pena si abbiamo veduto, le none maggiori cosiddetti “benpensanti” della nostra cominciava a pronunciare il nome di dominanti, ma persino le settime terra, e che fecero persino accusare Debussy (Stravinskij e Ravel vennero dominanti in funzione cadenzale. Nulla Malipiero di mancare di “italianità”, è introdotti da me nel 1915 all’”Augusteo”, rimane dell’armonia impressionistica invece quella un’armonia tipicamente ed erano le loro prime esecuzioni francese (se eccettuiamo alcuni nostra, per le sue qualità di indipendenza orchestrali in Italia) e dove i musicisti più parallelismi di accordi perfetti, di lontano e di meraviglioso equilibrio. In essa, “aggiornati” scoprivano con sbigottimento sapore debussiano), e nemmeno si trovano eliminato quanto vi è ormai di caduco e di la scala per toni interi, che da vent’anni (come abbiamo pure constatato a superato del linguaggio romantico, correva il mondo. Ma al giovane veneziano proposito di Ravel) accordi di undicesima rimangono vivi e possenti gli echi della erano bastati pochi mesi di viaggi dominante maggiore. Viceversa Malipiero maggiore coralità nostra e della scuola all’estero per aver una rapida e definitiva usa frequentemente accordi di quarte veneziana cinquecentesca, perché conferma della legittimità di quanto la sua sovrapposte, riuscendo a dare loro una Malipiero non rinuncia al culto della sensibilità gli aveva già suggerito. Nel intensità espressiva come forse non ha consonanza e dell’accordo perfetto quando 1913, Malìpiero aveva già pienamente saputo raggiungere nessun altro maestro la sua arte lo richiede. Ma accanto a questi conosciuto le esperienze di Ravel, di col medesimo artificio. Un altro merito di elementi di secolare nobiltà, egli oppone - Stravinskij (egli udì in quel medesimo anno Malipiero è quello (che solo un altro fondendole in una medesima eloquenza - a Parigi la prima della Sagra) e le conquiste più legittime di Schönberg. Egli sapeva dell’attualità. In quest’epoca ove ormai che cosa fosse la musica quattro secoli di armonia sembrano europea e quali, per un oggi dissolversi in una specie di italiano, i problemi da “dissociazione atomica”, aurora risolvere. L’armonia di probabilmente di un nuovo mondo Malipiero rappresenta una sonoro che però non sarà concesso a posizione di totale nessuno di noi di conoscere e indipendenza paragonata alle nemmeno di immaginare, in questa varie espressioni europee epoca oscura ed inquietante, ogni sopracitate. Se anche egli ha parola che valga - come è conosciuto ed approfondito precisamente l’arte di Malipiero - a Schönberg, nulla è penetrato tener presente quanto rimane tuttora nella sua arte della vivo e fecondo della tradizione dodecafonia propriamente passata ed a difendere l’ordine detta. Nei riguardi di Debussy artistico di fronte all’anarchia, è e di Ravel, la sua armonia è parola altamente benefica e, nel caso altrettanto indipendente, non specifico dell’autore delle Sette basandosi essa mai sulle none canzoni, risponde ancora una volta al dominanti maggiori e compito che la storia ha sempre nemmeno sull’undicesimo assegnato all’arte italiana. armonico. E se anche questa musica pratica correntemente (Da La Rassegna musicale, la compenetrazione di varie febbraio-marzo 1942) tonalità, rimane però sostanzialmente diversa da qualsiasi Stravinskij. Felice Casorati - Ritratto di Alfredo Casella, 1926 11
SHAKESPEARE MUSICOGRAFO di Piero Mioli “Con Eschilo, Sofocle, Euripide, Lope de slow airs (arie lente), gighe finali, musiche (da Molto rumore per nulla), Riccardo Vega, Racine, Goethe e Alfieri senza dubbio scritte appositamente o disinvoltamente III di Canepa. E finalmente i casi speciali William Shakespeare è il massimo parafrasate da melodie precedenti, anche di Hamlet, Macbeth, The merchant of drammaturgo della civiltà occidentale (in anonime e popolari, per mano di Venise, The merry wives of Windsor, A una selezione ulteriore forse pari solo al compositori come Morley, Johnson, Jones, midsummer night’s dream, Othello, secondo). Ed è un artista di teatro e di Lauder, Wilson, Nicholson. The tempest, Romeo and Juliet. penna fra l’altro frequentemente e Quanto alla fortuna del teatro e della Amleto è diventato poema sinfonico con felicemente compromesso con la musica, drammaturgia di Shakespeare presso i Liszt, ouverture con Čajkovskij, balletto su tutti i versanti possibili. Personaggio musicisti dei secoli futuri, i contributi sono con Blacher, e opera fra gli altri con piuttosto oscuro, nacque nel 1564 a sterminati: alcune costanti di quattro secoli Mercadante e Thomas. Da parte sua Stratford-on-Avon (Warwickshire), non di felicissima sopravvivenza sono i generi Macbeth è diventato opera una decina di lontano da Birmingham, da famiglia particolari della musica di scena e della volte con l’ovvio capolavoro di Verdi, modesta; nel 1592 andò a Londra e colonna sonora, destinati ad agevolare la poema sinfonico con Strauss e altro con partecipò alla fondazione di una messinscena o il film almeno là dove il Smetana e Malipiero. Il mercante di compagnia teatrale detta prima Lord testo lo richiede; la notevole e certo ovvia Venezia ha avuto minor fortuna, ma il Chamberlain’s Men e poi, grazie al nuovo prevalenza dei musicisti inglesi; e libretto che Giorgio Tommaso Cimino re Giacomo I Stuart, King’s Men, con la un’attenzione costante nel tempo con scrisse per la musica di Ciro Pinsuti (1873) quale collaborò intensamente come autore l’eccezione del periodo classico fa cantare a Porzia un’aria dal senso e come attore lavorando a fianco dei vari (dall’estetica un po’ troppo formalistica per chiarissimo, “Di sua carne aver puoi tu / teatranti e quindi anche dei musicisti; e nel la prepotente irregolarità di William), forte una libbra, e nulla più! / [..] Ancor pon 1616 morì, nel paese natale. La sua opera nell’800 e non di meno nel '900. Fra i nomi mente / che il contratto non consente / con comprende 36 drammi (tragedie e più ricorrenti, ecco Walton, Humperdinck e le fibre il sangue aver!!” (alla fine “l’empia commedie) e ha tre tipi di rapporto con la Castelnuovo Tedesco. Alcuni esempi in tribù” degli ebrei s’allontana mentre i musica: la quale è citata direttamente nella genere possono essere Antony and cristiani implorano loro pietà). Commedia scrittura; fu un tipico elemento sonoro Cleopatra di Barber, Henry VIII di Saint- teatralissima, Le allegre comari di delle rappresentazioni d’epoca; e doveva Saëns, Re Lear di Frazzi, Das Windsor sono diventate opera comica divenire un aspetto speciale della fortuna. Liebesverbot di Wagner (da Misura per con Salieri, Balfe, Adam, Verdi e spesso con Alcuni riferimenti: secondo il Mercante misura), Béatrice et Benedict di Berlioz il titolo del personaggio più originale di Venezia l’uomo che non abbia musica in sé è un malvagio, un falso, un traditore; nell’Amleto si insegna a suonare il flauto; nella Bisbetica domata il bravo Ortensio dà lezioni di musica all’amata Bianca; in Pericle, principe di Tiro tal Thaisa ritorna in vita al solo suono della viola; qua e là, inoltre, si cita il liuto, la musica è invocata come mezzo di distensione, la viola viene elogiata (a scorno del fiddle ovvero violino e a volte anche della musica sacra), le didascalie chiedono di suonare ai corni e alle trombe. Ma i testi di Shakespeare a volte abbandonano la prosa della recitazione e propongono dei versi per il canto, con indicazioni lampanti come “He/She sings” (egli/ella canta): cantano in Amleto Ofelia e il primo becchino (costui zappando), in Otello Desdemona (la canzone del salice, dopo aver detto “quella canzone non mi esce di mente”), nella Tempesta Ariele (“Where the bee sucks”, cioè “Dove l’ape succhia”). E si sa che allora le rappresentazioni prevedevano preludi, minuetti, hornpipes (danze allegre come le omonime cornamuse), Charles-Antoine Cambon (1802-1875) bozzetto per Macbeth, 1865 13
in auge, sebbene l’età romantica partitura non ha mai smesso di incontrare s’apprestasse a farne un suo il favore dei pubblici (e dei grandi direttori vessillo per esempio in Francia d’orchestra). Di seguito, musicarono la contro l’idolo più recente di funesta istoria nomi di varia bravura e Racine; e difatti l’opera di Vaccaj notorietà come Mihalovich, Gui, Delius, che si chiamava Giulietta e Zandonai, Milhaud, Blacher, Dusapin. Romeo e andò in scena alla Nel frattempo, due versioni di particolare Canobbiana di Milano nel 1825 lustro sono sorte dal balletto e dal musical. con grande successo più che Il balletto è Romeo i Džuljetta di direttamente da Shakespeare Prokofiev, eseguito a Brno nel 1938: derivava dal libretto di Foppa e da piccolo miracolo da parte di un autore in qualche altro testo drammatico o genere classicheggiante, incisivo, ironico, il cronachistico. lungo balletto è una pietra miliare nella via Fresco trionfatore scaligero con odierna della danza, splendido crogiuolo di Il pirata e La straniera, Bellini musiche ora nobili e ora popolari, di fece fiasco a Parma con la Zaira cerimonie cortigiane e di approcci amorosi, di Voltaire, e quando fu richiesto di personificazioni strumentali (il flauto per Johann Heinrich Füssli di un’opera nuova e veloce da Venezia non lei, la viola d’amore per lei e lui, di tutto Lady Macbeth, 1812 vide l’ora di riciclare quella musica. Romani per il paesaggio, la notte, la fontana) e di ovvero Falstaff. Estraneo alla sensibilità aggiustò e accorciò il libretto scritto per strumentali assurdità. Quanto al musical, italiana, il magico Sogno di una notte di Vaccaj, lui trascrisse e variò certe melodie si tratta di un’opera di Bernstein che risale mezz’estate ha allettato presto Purcell, di Zaira, i fiammanti Capuleti e al 1957: West Side Story, la “Storia del più tardi Weber, ancora dopo Britten. Montecchi colsero un grande successo, quartiere Ovest” che quattro anni dopo Notevole la fortuna di Otello, se non per nel 1830, e non si fermarono lì. Giulietta fu sarebbe approdata al cinema grazie a altro per il melodramma di Rossini soprano, ovviamente; e Romeo Robert Wise ha il coraggio di mutare anche (mediato da una versione francese) e il mezzosoprano, perché un amoroso il finale del vecchio ma imperituro dramma lirico di Verdi che sono capolavori pressoché adolescente non era ancora argomento. Infatti Tony viene ucciso dai entrambi. Quindi la Tempesta, che non adatto all’adulta voce del tenore e perché suoi nemici amici di lei, Maria crolla e agli italiani ma agli stranieri è sempre tenore era già Tebaldo stesso. Quando poi dispera sul corpo dell’amato, una buona piaciuta molto, con i casi novecenteschi di a cantare l’opera fu la somma Maria volta le due bande rivali rinunciano alle Honegger e Sibelius e l’ennesimo Malibran, nei panni vocalmente a lei più ostilità e danno sepoltura al giovane. Un contributo di Čajkovskij, una vibrante acconci di Romeo, capitò che la scena giovane di origine europea, questo Tony, e “fantasia” per orchestra. finale recuperasse il vecchio testo di una giovane di origine portoricana, invece, Ed ecco alcune notizie speciali sulla Romani e la musica di Vaccaj: la sua Maria: come dire, quasi quasi, un fortuna sonora del mito di Romeo e semplicemente, alla divina cantatrice ragazzo ghibellino e una fanciulla guelfa Giulietta. A dire il vero, il Seicento e il piaceva così. nella Verona medievale. Verona come New primo Settecento passarono Ma non solo teatro, per tanto soggetto. York, dunque, e grazie sia al genio di disinteressandosi alquanto al lavoro, forse Nel 1839 Berlioz ne fece eseguire una Shakespeare che alla geniale disponibilità troppo sincero e intimistico per piacere a versione concertistica: con lui Roméo et dell’arte dei suoni. un’epoca così incline allo spettacolare e Juliette fu una lunga sinfonia drammatica allo stravagante come il Barocco (o forse per tre solisti, 98 coristi e 160 orchestrali, anche troppo poco conosciuto). Dopo il plastica e commossa, traboccante di silenzio dei Sei e l'approccio del sentimento nel momento dell’amore e Settecento, sarà l'Ottocento romantico a vispissima con lo “scherzo” della Reine impossessarsi cupidamente di un plot così Mab. E quanto al teatro, il generoso appassionato. Ottocento musicale diede due bei Il melodramma italiano avvicina i due contributi lo stesso anno: nel ’65 nacquero personaggi con Giulietta e Romeo di il dramma lirico di Marchetti e l’opéra in Zingarelli, alla Scala di Milano nel 1796, cinque atti di Gounod (con pezzi sopra un libretto scritto da un poeta poi indimenticabili come l’aria virtuosistica di sempre associato alla farsa rossiniana Juliette e il duetto d’amore dell’allodola e come Foppa: la “tragedia per musica” del dell’usignolo). Appena quattro anni, ed fecondo musicista napoletano nel giro di ecco Čajkovskij comporre una stupenda qualche stagione visitò anche Firenze, ouverture-fantasia per sola orchestra, Bologna e Napoli, e ancora Milano, segno grondante di spasimo amoroso e irta di di particolare fortuna in un periodo ancora contrasti drammatici: la prima esecuzione West Side Story' poco avvezzo alla prassi del repertorio. Lo ebbe luogo a Mosca nel 1870 (la terza LP con autografo stesso Shakespeare non era ancora tornato versione doveva aspettare l’80), e la di Leonard Bernstein 14
WAGNER E JUNG di Daniele Muleri Lo psichiatra e psicoanalista svizzero Carl contrapposta all’Io razionale), per non fronte a situazioni inaspettate e che Gustav Jung (1875-1961), padre della parlare degli archetipi anima e animus apparentemente non ha provocato. “psicologia analitica”, inizialmente che rappresentano gli aspetti psichici Wotan si trova in questa situazione al seguace delle teorie freudiane, se ne principali della personalità. L’anima, pari di ogni eroe maschile che è distaccò definitivamente nel 1913, a nell’accezione junghiana, rappresenta inconsapevole degli intrighi intessuti seguito della pubblicazione, avvenuta nel l’idea inconscia presente nell’uomo della dal suo proprio lato femminile. 1912, dell’opera Wandlungen und personalità femminile e l’animus, Symbole der Libido (Trasformazioni e specularmente, l’idea inconscia che ha la Brunilde, disobbedendo al padre, in realtà, simboli della libido). Fra le altre cose, il donna della personalità maschile. accoglie la volontà inconscia di Wotan, principale punto di divergenza era quella di salvare il figlio Siegmund dalle costituito dal concetto di “libido”, che, per In ambito drammaturgico-musicale, Jung mani di Hunding: Jung, non rappresenterebbe solo l’energia fu molto affascinato dalle opere di Wagner sessuale ma l’energia vitale in toto. e se ne occupò in prima persona in Tipi Brunilde è una sorte di dissociazione di Secondo la tesi junghiana, l’inconscio psicologici, in cui vengono esaminate Wotan, una parte della sua personalità, rappresenterebbe una fonte di creatività, alcune parti del Parsifal e in come nel caso di Pallade Atena e di funzionale allo sviluppo psichico della Trasformazioni e simboli della libido Zeus. Essa è per così dire una personalità (processo in cui analizzò l’Anello del nibelungo, messaggera o un'emissaria di Wotan d’individuazione), non sarebbe più il offrendo una rilettura della Tetralogia [...]. Il fatto che Wagner abbia affidato luogo del “rimosso”. Il testo fu tacciato di attraverso il binomio Anima/Animus. l’esecuzione dei disegni di un dio eresia dalla scuola psicoanalitica Secondo queste immagini archetipiche, bellicoso come Wotan nelle mani d’un freudiana, poiché oltre a questo, Jung Wotan rappresenterebbe sia l’autorità essere femminile è alquanto singolare, riteneva che il desiderio incestuoso, base paterna sia l’immagine del Sé; egli è in nonostante il precedente greco di della vicenda edipica, non andasse inteso realtà non solo il re degli dei ma anche il Pallade Atena. letteralmente, quindi sessualmente, ma custode dei patti e delle leggi, il sommo solo simbolicamente. garante del diritto positivo. Due donne È interessante notare come il destino di incarnano il suo anima, Fricka e Brunilde: Brunilde, legato a scelte di grande Per Jung, il desiderio di congiungersi alla entrambe rappresentano, in momenti importanza emotiva, sembri collegato al madre sarebbe il desiderio dell'individuo di diversi, la parte inconscia (causa dei forti fatto di essere una Valchiria. Il nome deriva ritornare alle proprie radici, per rinascere turbamenti portati alla parte conscia e dal tedesco medievale antico Walkür che rigenerato: rappresenterebbe un desiderio decisionale di Wotan). Fricka ha una si compone di Wal e di Kür, laddove di trasformazione. L’incesto, da questo connotazione molto marcata, rappresenta Walstatt significa “campo di battaglia” e punto di vista, acquisirebbe il significato di indubbiamente l’eterno femminino, con kür vuol dire “scelta”. Compito delle un'iniziazione alla vita spirituale e aspetti negativi, legati alla severità e al Valchirie è, infatti, quello di scegliere gli andrebbe oltre l’interpretazione rigore ereditati dal maschile. Jung è eletti tra gli eroi caduti in guerra e meramente sessuale (la stessa spiegazione affascinato dalla figura di Brunilde e, nel accompagnarli nel Walhalla. Le Valchirie pansessualista sarebbe addirittura il volume Simboli della trasformazione - rappresentano l’eterno femminino così sintomo patologico dell’interpretazione da cui sono tratte anche le successive come le Norne, le figlie del Reno, Freia ed stessa). Sebbene Jung non abbia mai citazioni - ne parla in questo modo: Erda (madre della terra e anima del esplicitamente usato il termine androginia, mondo). Fafner e Fasolt, ancorché maschi, la psicologia analitica si fonda su concetti È una delle molte figure-anima rappresentano la più fosca e tetra duali, fra loro speculari, che si rifanno attribuite a divinità maschili, all’enantiodromia (passaggio dialettico che rappresentano tutte degli opposti). senza eccezione una dissociazione nella psiche Il filosofo francese Gaston Bachelard maschile, una dissociazione (1884-1962) sosteneva che “fra tutte le in cui è insita la tendenza a scuole contemporanee di psicanalisi, è menare un’esistenza quella di Jung ad avere dimostrato nel autonoma ossessionante. La modo più limpido che la psiche umana, nel tendenza all’autonomia fa sì suo stato primordiale, è androgina”. Temi che l'Anima anticipi pensieri centrali della psicologia del profondo sono: e decisioni della coscienza l’inconscio individuale, l’inconscio maschile, con il risultato che collettivo, l’“ombra” (intesa come la parte quest’ultima viene istintiva e irrazionale inconscia continuamente messa di Wagner a La Spezia, 1883 15
personificazione del femminile, Loge, svolgere lo sguardo al passato, figlia-anima di Wotan ma anche l’anima secondo le Edde e le leggende all’infanzia e alla madre umana, che di Sigfrido; lei è allo stesso tempo, madre, germaniche, è addirittura un Dio per tal motivo si trasforma sorella e sposa. ermafrodito. Sieglinde e Siegmund, uniti da immediatamente nel drago foriero di Fra Brunilde e Sigfrido, avviene nel un’unione incestuosa, sono l’immagine più morte. In tal modo egli ha evocato Crepuscolo degli dei uno scambio di emblematica di anima e animus, dato l’aspetto maligno dell’inconscio, cioè la animus e anima sotto forma di anello e che la relazione incestuosa rappresenta sua natura divoratrice impersonata cavallo. L’anima di Sigfrido subirà una l’immagine più prossima all’ermafrodito, dall’abitatore dell’antro, terrore della scissione nel momento in cui sarà che a sua volta è immagine della natura foresta. Fafner è il guardiano del personificato da Gutrune che cercherà di indifferenziata. La nascita di Sigfrido, tesoro; nel suo antro sta il tesoro, fonte fargli dimenticare Brunilde. L’effetto rappresenta la nascita del dio solare, Mime di vita e di potenza. Apparentemente negativo di Gutrune non gli permetterà di che sostituisce la madre e cresce Sigfrido, la madre possiede la libido del figlio (il riconoscere l’archetipo della figura madre, in realtà vuole che venga ucciso da Fafner: tesoro ch’essa custodisce così rappresentato dalle figlie del Reno. gelosamente) e in realtà è così fin tanto Ritroverà il suo anima solo nel momento Egli è il rappresentante maschile della che il figlio rimane inconsapevole di se in cui, morendo sotto i colpi di Hagen, madre terribile che mette il verme stesso. Tradotto in linguaggio recupererà la memoria offesa dal filtro e velenoso sulla strada del figlio, l’anelito psicologico questo significa: nell’imago ricorderà Brunilde. Contemporaneamente di Sigfrido all’imago materna lo trae materna, cioè nell’inconscio, sta celato Brunilde aveva perso il suo animus lontano da Mime. il "tesoro difficile da raggiungere". credendo, e cedendo, alla macchinazione di Hagen; si avrà la riconciliazione del Nei seguenti versi, tratti dal Sigfrido, Sigfrido intraprende dunque un viaggio maschile col femminile, attraverso il suo possiamo vedere l’aberrazione che Sigfrido verso la nuova madre (Brunilde), sacrificio, consacrato dalle fiamme. A prova nei confronti di Mime e allo stesso abbandonando allo stesso tempo Mime, questo proposito, la psicologa francese tempo il forte desiderio dell’imago l’incarnazione dell’immagine angosciante Anne Marie Matter integra l’analisi di materna: della madre del passato. In questo viaggio, Jung, rilevando la forte presenza del sarà accompagnato dall’uccello della “materno” nei personaggi maschili e “Alla malora quell’elfe! Non lo posso più foresta, associato alla grande madre. sostenendo che nei drammi wagneriani, vedere! Ma, come mai sarà stato l'aspetto Sigfrido, uccide il drago bevendone, senza articolati attorno alla coppia animus- di mia madre? Questo nome lo posso ora volerlo, il sangue: così il drago Fafner anima, la parte femminile sia quella più proprio pensare! Simile a cerbiatta, assume l’aspetto delle Buona Madre che lo forte: brillavan di certo a lei chiarolucenti gli mette in contatto con la natura. Dall’altro occhi; sono molto più belli ancora! Da poi lato, Brunilde non rappresenta solo la È Isotta a prendere l’iniziativa della che in ansia mi dette alla luce, richiesta d’amore, mentre Tristano si perché in quel punto mai venne a nega e si confonde. È ancora lei a morire? Via se ne muoiono le madri predisporre il doppio suicidio, mentre umane, per i loro figli tutte? Sarebbe Tristano si rassegna alla sua sorte. È questo triste, in fede mia! Ah potessi, Sieglinde che versa al detestato sposo io figlio, mia madre vedere! Mia la bevanda che l’addormenta, è lei a madre, una donna umana”. decidere il loro comune destino, a mostrare al Wälsung la spada infissa Jung precisa in nota: nel frassino rivelandone il valore; è lei infine che trascina l’amato in fuga. Il drago della caverna è la madre terrificante. Spesso nella Individua inoltre altre coppie che leggenda tedesca, la giovane rappresentano il binomio animus- vergine da liberare appare sotto anima, come ad esempio Tristano e forma di serpente o di drago che Isotta, Siegmund e Sieglinde, bisogna baciare mentre riveste Lohengrin ed Elsa e perfino Wotan e questo aspetto e che allora si Alberich (vedendo nel nibelungo la trasforma in una bella donna. parte “ombra” di Wotan); Wagner stesso li aveva definiti Licht-Alberich Considerando quindi Fafner come e Nacht-Alberich per indicare l’immagine della madre terribile l’oscurità, il funesto, l’ombra creata da Mime, Jung aggiunge: archetipica. Il suo anelito (di Sigfrido) all’imago materna l’ha esposto inavvertitamente al pericolo di Fritz Feinhals (1869-1940) come Wotan 16
MELOS VS SCAENAM? a cura di Piero Mioli Il canto contro il teatro? O il teatro contro pubblica un’intervista di Lietta Tornabuoni l’altro Aida e Turandot), l’indefessa il canto? Quanto spesso capita che canto a Michelangelo Antonioni (che suona come attività dell'“inesauribile, geniale e teatro, melodramma e dramma, musica un inno all’istintività di Visconti), termina scenografo e regista” di oltre 500 e messinscena siano nemici o anche solo con un catalogo delle opere dirette. spettacoli di teatro e di lirica in tutto il poco amici, in quella famosa convergenza Giorgio Strehler e il suo teatro, a cura mondo è tutta precisamente documentata. delle arti che presiede al teatro d’opera e di Federica Mazzocchi e Alberto Bentoglio E mentre gli autori, i titoli, i teatri, le può sembrare piuttosto un coacervo di (Roma, Bulzoni, 1997), rinuncia del tutto occasioni, le colleganze sono giusta esperienze centrifughe. Spesso, ma non poi all’iconografia e purtroppo anche a materia di riflessione, l’iconografia è sempre: inevitabile casus belli è il tutto ragguagliare sull’attività operistica di magnifica materia di contemplazione e moderno e pure non indiscutibile Strehler, nel corso di 17 saggi dedicati alla ammirazione. È chiaramente neoclassica fenomeno della regia. prosa: alla fine, almeno, propone una serie l’arte spettacolare di Pizzi: neoclassica nel Circa la sua bibliografia, ecco qualche di testimonianze di attori e allievi e la senso pienamente stravinskiano della momento generale e i momenti invero cronologia degli spettacoli, dove nemmeno capacità di plasmarsi e riplasmarsi speciali di Visconti, Strehler e Pizzi. In volendolo si potrebbe espungere il continuamente al contatto con tutte le genere: Philippe Beaussant, La malscène, contributo dato allo spettacolo musicale. opere di tutti gli autori possibili Paris, Fayard, 2005; Paolo Fabbri, “Di Integra lo spessore dell’artista Matteo nell’universo melodrammatico. vedere e non vedere”. Lo spettatore Paoletti, che scrive Strehler e la musica. Casi eccellenti, senza dubbio. Dalla regia all’opera, in «Il saggiatore musicale», XIV, Il «direttore d’orchestra mancato» alla scenografia, alla costumistica, allo 2007, n. 2, pp. 359-376; Gerardo Guccini- attraverso le sue partiture e pubblica il spettacolo in genere virano i numerosi i Luca Zoppelli-Lorenzo Bianconi, Ancora saggio nella «Nuova Rivista musicale volumetti che gli Amici della Scala hanno sulla regia nell’opera lirica, in «Il italiana» (XLV, 2011, n. 4, pp. 509-528). dedicato agli Artisti dello spettacolo alla saggiatore musicale», XVII, 2010, n. 1, pp. Da parte sua non ha dubbi Pier Luigi Scala dal 2002 in poi e da Edel in avanti, 83-118 trattano del fenomeno di grande e Pizzi inventore di teatro, testo di tutti studiati in saggi, apparati, biografie, a volte triste attualità. Più in particolare, Lorenzo Arruga (Torino, Allemandi & C., cataloghi, cronologie: Galliari, Picasso, Album Visconti, a cura di Caterina 2006). Da una Leocadia di Jean Anouilh Cocteau, Fiume, Aulenti, Chagall, d’Amico de Carvalho, “la vita e le opere in andata in scena a Genova nel 1951 (tosto Gontcharova, Sciltian; nel solo 2011 221 fotografie” (Milano, Sonzogno, 1978), seguita da un Don Giovanni ancora Bussotti, Bilinsky, Sironi e Appia; nel solo mantiene la ghiotta promessa iconografica genovese) ai ben sette spettacoli inscenati 2016 Berman, Cagli, Casorati e Pericoli. sacrificando parecchio il melodramma, allo Sferisterio di Macerata nel 2006 (fra Esemplare ne sia Pier Luigi Samaritani Bozzetto di Pier Luigi Samaritani per Manfred - Opera di Roma, 1966-67 18
alla Scala di Vittoria Crespi Morbio studi tenuto a Parma nel 1994 pubblicati dedicato all'Opera in CD e video che (Milano, Amici della Scala – Umberto dall'Istituto nazionale di studi verdiani Giudici pubblicò nel lontano 1995 Allemandi & C., 2009): scenografo e (Parma, 1996), accoglie le relazioni di esibendo preparazione, chiarezza di idee, regista formato a Brera e perfezionato a Mecedes Viale Ferrero, Peter Ross, Markus personalità, gusto, finezza di scrittura. Parigi, Samaritani (Novara, 1942 – Milano, Engelhardt, Natalia Metelitsa e Helene Quasi 190 pagine spettano all'amato 1994) ha lavorato dal 1963 al 1994: nella Fedosova, Maria Teresa Muraro, Marinella Händel, quasi 580 all'altrettanto amato ma stagione ’67-68 ha avvicinato con passione Pigozzi, Olga Jesurum, Nicole Wild, Gilles più saggiato Mozart, mentre su posizioni il genere dell’opera, dove si è distinto come de Van, Emilio Sala, Giacomo Agosti- minoritarie stanno Cavalli, Paisiello, artista della scena e del costume Perluigi Ciapparelli, Marco Capra, Marcello Cimarosa, Spontini e così via. Nessun verosimile, diafano, raffinato; ma dopo Conati, Marian Smith, Horst-Joseph pregiudizio alligna nei giudizi dell'autore, aver firmato così una cinquantina di Lederer, Roger Parker, Knud Arne che li esprime di volta in volta, davanti a produzioni, nel ’78 ha assunto anche Jürgensen. Più che curioso, davvero questo o a quell'allestimento, con molta l’onere della regia curando il Werther di sconvolgente è David J. Levin, Unsettling convizione e altrettanta ironia, spesso Massenet a Firenze; in seguito, dividendosi Opera. Staging Mozart, Verdi, confortandoli con la necessaria descrizione fra il Metropolitan di New York, diversi altri Wagner, and Zemlinsky, volume edito delle scene. Certe durezze, contro Zeffirelli, grandi teatri e alcuni piccoli festival di da Chicago University Press nel 2007. Ronconi e De Simone, non sono ricerca, ha continuato a dar prova di un Freschi di stampa, infine, sono due volumi regolamentari, così come certi entusiasmi gusto sobrio, squisito, difficilmente che, seguaci di altri dello stesso genere, verso messinscene stravaganti, almeno catalogabile e felicemente eclettico. autore ed editore, altri ne presuppongono apparentemente estranee al dettato Obbedendo al progetto generale, il libro certamente in futuro: Il Seicento e Il dell'opera (quale, poi?), sanno comprende saggio, immagini e cronologie. Settecento di Elvio Giudici (Milano, il capovolgersi davanti a spettacoli ritenuti Accortamente, le cronologie non Saggiatore, 2016, pp. 501 il primo, 823 il fallimentari. A dare un'idea del percorso riguardano solo la Scala: circa la secondo), entrambi forniti del sottotitolo seguito, ecco i nomi dei registi impeganti collaborazione con il tempio milanese si “L'Opera. Storia, teatro, regia”. Non si con la monteverdiana Incoronazione di danno tutte le notizie possibili, dai cantanti tratta di una storia del teatro d'opera, Poppea: Jean-Pierre Ponnelle, Peter Hall, impiegati gli estremi tecnici dei bozzetti mancando la trattazione di un ordine Michael Hampe, Pierre Audi, Klaus Michael conservati (misure, inventario ecc.); circa le cronologico e di troppi nomi e titoli (inoltre Grüber, Robert Carsen, Xavi Bovè. Nessun altre soltanto gli elementi principali, il primo comprende Galuppi, pienamente italiano, come si vede, né alcun italiano vi bastevoli però a illustrare appieno la folta settecentesco, e il secondo comincia con si legge che prenda in mano la bacchetta carriera. Ecco dunque la celeberrima Fidelio, opera del 1805-14), ma della o dia volto ai personaggi scolpiti da Semiramide di Rossini programma dal vasta raccolta di recensioni che l'autore, Gianfrancesco Busenello per il divino Maggio Musicale Fiorentino nel 1968, specialista della prassi, ha effettuato di Claudio. Ma anche questo è un angolino protagonista Joan Sutherland, e poi gli spettacoli d'opera poi resi disponibili in del grande poligono di rassegnazione cui allestimenti di Lucia di Lammermoor, video. Insomma, è l'allargamento e deve sottostare il giudice per antonomasia. Evgenij Onegin, Traviata, Madama aggiornamento del già corposo volume Butterfly e Manon che negli anni hanno fatto il giro dei teatri, dopo le prime evidentemente baciate dal successo. Fondamentale la piazza di Firenze, per Samaritani, e decisivi i sodalizi con Gianandrea Gavazzeni e Giancarlo Menotti. Se la regia è fenomeno d’oggi, scenografia è di tutti i tempi dell’opera. Così risplendono di immagini Giuseppe Borsato, scenografo alla Fenice 1809- 1823 e L’immagine e la scena. Francesco Bagnara, scenografo alla Fenice 1820-1839 a competente cura di Maria Ida Biggi (Venezia, Marsilio, 1995 e 1996, grazie agli Amici della Fenice), che al di là dei meriti intrinseci di cultura, di scrittura, di stampa, potrebbero essere delle miniere inesauribili per la scenografia operistica d’oggi (ma il condizionale non è il presente, si sa). La realizzazione scenica dello spettacolo verdiano, a cura di Pierluigi Petrobelli e Fabrizio Della Bozzetto di Giuseppe Borsato per Semiramide di Rossini Seta, atti del congresso internazionale di Teatro La Fenice, 1832 19
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