NATURA IN FORMA n 5 APRILE 2021 - Associazione Naturalistica Sandonatese
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Presentazione Sommario n° 4 Regno Vegetale E’ trascorsa anche la Pasqua e la Primavera 1. Gioielli floristici del Sile-Piave Vecchia è ancora infreddolita, ma il tempo corre e ci do- (Michele Zanetti) na il numero 5 del Naturainforma. Regno Animale Si comincia con “I gioielli floristici del Sile- 1. Il viaggio delle rondini (Michele Zanetti) Piave Vecchia”, che sbocciano nella primavera 2. Il Cavaliere d’Italia e l’eleganza in laguna (Paolo Roccaforte) delle sponde fluviali e si prosegue con “Il Viag- 3. Lupo, Sciacallo, Volpe (Michele Zanetti) gio delle rondini”, illustrato da una bellissima Biodiversità cartina tratta da una rivista naturalistica on-line, 1. La primavera nel Parco dello Storga (Luca Bo- francese. scain) E’ quindi Paolo Roccaforte a descriverci, con Tutela degli habitat l’eleganza delle parole, quella estetica del Ca- 1. Transizione ecologica? (Romeo Scarpa) valiere d’Italia, di ritorno in questi giorni dalla 2. Erosione e Pioppi bianchi (Michele Zanetti) migrazione africana. “Lupo, Sciacallo e Volpe”, Natura e Poesia 1. Luna granda (Raffaella Lucio) presenta invece tre protagonisti dei nuovi sce- 2. Laguna (Francesca Sandre) nari faunistici della Pianura Veneta. Natura e Arte Luca Boscain conduce il Lettore nella splen- 1. Disegni di Lorenzo Cogo dida Primavera dello Storga, tra fioriture e inte- 2. L’Africa in soffitta (Michele Zanetti) ressanti presenze faunistiche. Natura e Letteratura E’ quindi la volta della tutela degli Habitat, 1. Tutta colpa dei Pipistrelli? (Francesca Cene- con due interventi. Il primo, di Romeo Scarpa, relli) 2. A volte i sogni si avverano. “Ritorno a casa” stigmatizza il raddoppio dell’aeroporto di Trevi- (Michele Zanetti) so, nel Parco del Sile, con una condivisibile Natura e Libri provocazione, mentre nel terzo contributo si 1. Sapiens. Da animali a dei (recensione di Mi- parla, nuovamente, dell’abbattimento di alberi chele Zanetti) sulle sponde del basso Piave. Le Foto dei Lettori Ancora una volta Raffaella Lucio e France- 1. (Stefano Calò; Gianna Marcon; Maria Clara sca Sandre ci fanno dono della loro poesia, Serra; Francesca Vio) mentre Lorenzo Cogo, valentissimo disegnato- re naturalista ci offre un gradevole saggio della Le foto e i disegni, ove non diversamente indicato, so- sua raffinata Arte. no di Michele Zanetti. “L’Africa in soffitta”, narra di una singolare esperienza artistica del secolo scorso, con il Hanno collaborato a questo numero seguito letterario dal titolo “A volte i sogni si av- Maurizio Billotto Luca Boscain verano”. Francesca Cenerelli Francesca Cenerelli ci dona il simpaticissimo Stefano Calò pezzo letterario “Tutta colpa dei Pipistrelli?”, Lorenzo Cogo Paolo Favaro mentre il libro oggetto di recensione in questo Raffaella Lucio numero è l’ormai famoso e imprescindibile Gianna Marcon “Sapiens. Da animali a dei”. Paolo Roccaforte Infine i primi, bellissimi, contributi fotografici Francesca Sandre Romeo Scarpa dei Lettori, che ci auguriamo siano soltanto un Maria Clara Serra piacevole inizio. Paolo Spigariol Buona lettura e buona visione. Marika V. In copertina. Lucertola in Francesca Vio termoregolazione su erica, Michele Zanetti Michele Zanetti nel marzo 2021. 1
REGNO VEGETALE GIOIELLI FLORISTICI per rendere edotto il Lettore del suo valore. DEL SILE-PIAVE VECCHIA Le specie floristiche di cui si parla sono co- di Michele Zanetti stituite da elofite e dunque da piante erbacee che vegetano con le radici in ambiente som- Il Sile è un fiume speciale e i Veneti amano merso o comunque ancorate alla melma umida definirlo “il più lungo fiume di risorgiva del e la pianta che svetta invece in ambiente aere- mondo”. o. Tra queste figurano il Billeri amaro In realtà, si tratta di un fiume cui l’uomo – in (Cardamine amara), dalle splendide fioriture questo caso la Serenissima - ha letteralmente bianche, la Calta (Caltha palustris), che vegeta aggiunto l’intero tratto inferiore, prolungandone anche presso le sorgenti del Piave, in alta Val il corso naturale di almeno una trentina di chi- di Sesis; e poi il Senecione palustre (Senecio lometri. paludosus), dalle svettanti infiorescenze gialle, A Caposile, infatti, l’artificiale e rettilineo Ta- le Campanelle maggiori (Leucojum aestivum), glio del Sile, che giunge da Portegrandi, si im- specie considerata in estizione in tutta Italia e mette nel vecchio alveo di Piave, proseguendo la bellissima Euforbia palustre (Euphorbia pa- il proprio percorso verso il mare con il nome di lustris), che fiorisce in cespi di colore giallo lu- Sile-Piave Vecchia. minoso all’inizio della primavera. Ebbene, proprio questo tratto finale del fiu- Passeggiare lungo Via Cristo Re, che da Je- me di risorgiva, che è Parco Naturale Regiona- solo capoluogo si inoltra verso le porte di Ca- le, almeno di nome e soltanto fino a Portegran- vallino, percorrendo l’argine destro del Sile- di, essendosi il pubblico amministratore regio- Piave Vecchia e farlo nel mese di aprile, svela nale dimenticato che esisteva un altro, lungo dunque la bellezza di questo giardino naturale. tratto di fiume, vegetano alcune specie floristi- L’ambiente, tuttavia e tanto più nelle realtà che di grande interesse naturalistico, ecologico umanizzate, non si conserva spontaneamente ed estetico. e, se abbandonato a se stesso, evolve e spes- Sono le golene e dunque le banchine di so involve e degrada. Così accade ai lembi di sponda che periodicamente il fiume allaga con prato umido, falciati fino a qualche decennio i suoi modesti incrementi stagionali di portata, addietro ed ora abbandonati o, peggio, arati ad ospitare una flora speciale; ma anche i can- fino alla sponda. Ma la stessa cosa vale anche neti che, nel tratto inferiore, occupano le stes- per i canneti, falciati in passato per la raccolta se banchine golenali. Canneti che, in questo della canna e ora lasciati ai rifiuti che li decora- caso, fanno da filtro ai rifiuti solidi urbani ab- no impietosamente. bandonati alle correnti del fiume e fluitanti ver- Ecco la ragione per cui sarebbe stato oppor- so mare. Con la conseguenza che il singolare tuno che il Parco del Sile si estendesse all’inte- “giardino botanico” che ne emerge nei mesi ro corso fluviale, dalle sorgenti alla foce del primaverili, è una distesa di “scoazze”, decora- fiume. Per intervenire, laddove necessario, con ta con i cespi di bellissime rarità botaniche. Un sfalci tali da garantire la conservazione di un ulteriore indice dell’amore smisurato, nutrito equilibrio ambientale antico e garante di una dai Veneti verso i loro gioielli ambientali, tanto biodiversità di grande valore e interesse. declamati sui patinati depliant di promozione turistica. Bibliografia Se scriviamo di questo singolare e lineare Zanetti Michele (a cura di), 1992, Atlante della Flora orto botanico fluviale, tuttavia, è a seguito del Notevole della Pianura Veneta Orientale, Nuova Dimen- sione, Portogruaro, VE rischio che esso corre, oltre che ovviamente, 2
Dall’alto in basso e da sinistra a destra. · Il Sile-Piave Vecchia a Santa Maria di Piave. · Fiori di Calta (Caltha palustris). · Campanelle maggiori (Leucojum aestivum). · Euforbia palustre (Euphorbia palustris). · Calta e Billeri amaro. · Billeri amaro (Cardamine amara). · Billeri amaro · Senecione di palude (Senecio paludosus) sul troncone di una bricola. 3
REGNO ANIMALE IL VIAGGIO DELLE RONDINI di Michele Zanetti Quando l’amico Maurizio Donadelli mi ha invia- to questo disegno, l’ho trovato subito di parti- colare, simpatica e didattica bellezza. Uno schema geografico semplice, che con grande eleganza grafica evidenzia, con preci- sione, la dimensione e la scansione temporale relativa al viaggio migratorio di ritorno (e indi- rettamente anche di andata) della Rondine co- mune (Hirundo rustica). Un viaggio di incredibile lunghezza, difficoltà e (considerazione tutta umana) fascino. Un viag- gio che sorvola due interi continenti: dall’Euro- pa settentrionale, all’Africa australe. Un viag- gio, soprattutto, che si compie nel volgere di appena un mese e che consente ad un piccolo uccello del peso di 15 grammi di sorvolare sa- vane, deserti sconfinati, mari senza orizzonti, distese di campagna, catene di montagne e pianure ondulate che confinano con le steppe dell’Asia; dalle coste atlantiche dell’Africa e- quatoriale, fino a quelle del Mar Baltico. Un viaggio, quello magistralmente illustrato, cui tuttavia manca qualcosa. Qualcosa che un Naturalista del Veneto Orientale ha scoperto per primo, un paio di decenni addietro. Perché dobbiamo a Lucio Panzarin il fatto di aver ina- nellato il nidiaceo di una rondine nata in una stalla di Torre di Mosto (VE). E dobbiamo a quell’anello, tornato avventurosamente al mit- tente, il fatto di sapere che le “nostre rondini” vanno a svernare anche nell’Africa sudorienta- le; sulle coste dell’Oceano Indiano e precisa- mente nello Zambia. Ecco perché, ogni volta che come in questi giorni, rivediamo una rondine sfrecciare nei nostri cieli domestici, dobbiamo semplicemen- te pensare che un piccolo, grande “miracolo naturale” si è ancora una volta compiuto. Bibliografia, sitografia https://www.facebook.com/Journal.la.Hulotte ZANETTI MICHELE, 2010, Gli animali stanno vincendo, Associazione Naturalistica Sandonatese, Noventa di Piave, VE A lato. Rondini comuni (Hirundo rustica). 4
Il lungo viaggio migratorio delle rondini, con l’avanzamento del fronte di ritorno, di quindici giorni in quindici giorni. Fonte: la Hulotte. 5
REGNO ANIMALE IL CAVALIERE D’ITALIA dopo un saluto tra i partner, la femmina chia- L’ ELEGANZA IN LAGUNA ma il maschio con brevi richiami. Questi arriva di Paolo Roccaforte* e, dopo diversi movimenti ritualizzati della puli- zia del piumaggio o dell’alimentazione, immer- Il fascino del paesaggio primaverile della gendo ripetutamente il becco in acqua, compie Laguna di Venezia si arricchisce quando giun- alcuni giri intorno alla femmina e quindi le sale ge, in aprile, l’legante Cavaliere d’Italia sul dorso per l’accoppiamento. Terminato l’ac- (Himantopus himantopus). coppiamento scende e spesso le pone un’ala Moderatamente gregario durante tutto l’an- sul dorso in una sorta di “abbraccio” di qualche no, nidifica in piccole colonie su dossi e argini secondo, incrociando i becchi ed effettuando con scarsa vegetazione erbacea, al margine di una breve corsa, per poi lasciarla con altri in- stagni e piccoli bacini idrici, su barene e isolotti chini e finte beccate in acqua. La cova poi è sabbiosi. Le colonie, che possono arrivare a svolta da entrambi i genitori che si alternano 40-50 coppie, sono generalmente plurispecifi- sulle uova nell’arco dell’intera giornata. La che, in associazione quasi sempre con Pette- femmina depone 3-4 uova, di colore bruno- gola (Tringa totanus) e, tipicamente, con Avo- rossastro o crema con macchie e segni irrego- cetta (Recurvirostra avosetta). lari nerastri; l’incubazione ha una durata di cir- Limicolo d’aspetto assolutamente unico, per ca 22-25 giorni. la silhouette elegantissima, caratterizzata da L’osservazione di questi comportamenti ri- una straordinaria lunghezza delle zampe viva- paga ampiamente una giornata magari passa- cemente colorate di rosso carico, tendente al ta sotto il sole cocente di alcuni angoli di lagu- rosa in inverno e ampiamente sporgenti in volo na. al di là della coda; il piumaggio è bianco e ne- La distribuzione attuale in provincia di Vene- ro. Si alimenta soprattutto di invertebrati cattu- zia è concentrata soprattutto nella Laguna di rati grazie al becco lungo e sottile, guadando Venezia, ma è tuttora incerta la quantificazione con “sussiego” gli stagni lagunari e le barene. della popolazione nidificante; si ipotizzano co- munque 500-600 coppie. I comportamenti più significativi sono quelli Il Cavaliere d’Italia è un migratore di lungo relativi al corteggiamento e all’accoppiamento corso. A fine estate vola verso l’Africa, per mi- e quelli di difesa dai predatori del nido e della gliaia di chilometri, tornando regolarmente nel- prole; in quest’ultimo caso, visto che i piccoli la primavera successiva con fedeltà ai luoghi appena nati escono dal nido poco dopo la di nascita e nidificazione. Le aree di sverna- schiusa (nidifughi) e che per il primo mese non mento della popolazione italiana, identificate sono in grado di volare, gli adulti sono in conti- grazie ad un programma di marcaggio con a- nuo stato di allerta, emettendo grida acute e nelli colorati, sono principalmente in Africa oc- penetranti all’avvicinarsi di un potenziale pre- cidentale ed in particolare in Senegal, Ghana, datore, lanciandosi in attacchi simulati che in Mali e Sierra Leone. genere disorientano l’intruso, sia esso un uc- Nella mia attività di guida naturalistica, ho cello o un mammifero, compreso l’uomo. sempre constatato come “l’aristocratico” Cava- liere d’Italia susciti l’ammirazione dei visitatori Elaborate e “scenografiche” sono le parate sensibili, dai bambini agli adulti, dai birdwa- di corteggiamento, che si svolgono nei pressi tchers dilettanti agli ornitologi più esperti. del nido o dell’area scelta per questo scopo; * Naturalista e Guida naturalistica 6
Bibliografia · BON M., SCARTON F., STIVAL E., SATTIN L., SGORLON G. (a cura di), 2014, Nuovo Atlante degli Uccelli nidificanti e svernanti in provincia di Venezia, Associazione Faunisti Veneti, Museo di Storia Naturale di Venezia. · B RICHETTI P., CAMBI D., 1981-1982, Uccelli, Enciclopedia sistematica dell’avifauna italiana, Edizioni Rizzoli, Milano. Dall’alto in basso e da sx a dx · A d ul t o di C av al i er e d ’I t al i a (Himantopus himantopus) in alimen- tazione. · Stormo di avocette (Recurvirostra avosetta). · Adulto di Cavaliere d’Italia in alimen- tazione. · Colonia di nidificazione di Cavaliere d’Italia. · Nido di Cavaliere d’Italia · Pullo di Cavaliere d’Italia in atteggia- mento mimetico. 7
REGNO ANIMALE LUPO, SCIACALLO, VOLPE mensioni. Si nutre spesso di carcasse. Teme l’uo- Canidi alla conquista dei territori di pianura mo e ne evita la presenza. La presenza del Lupo è di Michele Zanetti generalmente incompatibile con quella delle altre specie di canidi selvatici. Nei primi decenni del Terzo Millennio, il panora- Presenza nell’area di pianura. Nella Pianura ma faunistico dell’Italia nordorientale, con riferi- Veneta la specie è stata segnalata soltanto a se- mento alla grande fauna e ai predatori carnivori in guito di eventi di predazione dovuti a rari individui particolare, ha evidenziato sorprendenti fenomeni di passaggio (estate 2016, Grave di Papadopoli). di dinamismo. Alla ricomparsa del Lupo, per spon- Nella Pianura Friulana risultano insediate due cop- tanea migrazione di individui dalle regioni limitrofe, pie, nella fascia pedemontana e nelle aree magre- si è accompagnata quella dell’Orso bruno, ancor- dili. ché in misura assai più sporadica, nonché l’espan- sione della Volpe nei territori di bassa pianura. Ma La Volpe (Vulpes vulpes) si è registrata anche la comparsa di due specie Aspetto e dimensioni. Canide di piccola taglia. estranee alla fauna dei territori veneto-friulani inte- Presenta una lunghezza del corpo pari a cm 58-85, ressati a tali fenomeni. un’altezza al garrese pari a cm 35-40 e un peso Queste ultime sono rappresentate dallo Sciacal- pari a kg 3-8. lo dorato e dal Cane procione. E se la seconda Socialità. Canide individualista. Vive solitario o specie è tuttora segnalata con rari individui isolati, in coppie, che occupano un territorio con la cuccio- di cui uno sembra essere giunto fino al litorale del lata. I giovani lasciano il branco familiare una volta Veneto Orientale, lo sciacallo ha creato invece una raggiunta l’età adulta. popolazione dispersa in piccoli nuclei, tra la monta- Ecologia. Predatore generalista e necrofago, gna e il litorale, del Friuli e del Veneto. cattura piccoli mammiferi fino alla dimensione di Tali fenomeni di espansione d’areale sono co- una lepre o di un cucciolo di capriolo, ma anche stantemente monitorati dagli esperti degli istituti uccelli terricoli, roditori, anfibi e rettili. Non disde- scientifici delle due regioni Veneto e Friuli Venezia gna di cibarsi di carcasse e di frutta. Si insedia an- Giulia. In questa sede, pertanto, rivelandosi compli- che nelle aree densamente antropizzate, dove cato delineare un quadro delle presenze relative a svolge prevalentemente attività notturna. ciascuna specie, sia per la sensibilità dei dati relati- Presenza nell’area di pianura. La specie è ri- vi, che per il costante mutamento del quadro stes- comparsa negli anni Ottanta, dopo un’assenza di so, riteniamo utile proporre brevi schede bio ecolo- diversi decenni e ha rapidamente riconquistato l’a- giche, utili al riconoscimento delle tre specie la cui reale storico di pianura, fino ai litorali e alle lagune. presenza è stata rilevata nei territori di pianura del- La sua diffusione è andata di pari passo con il dila- le due regioni. gare della Nutria (Myocastor coypus). E’ oggetto di abbattimento al fine di contenerne le popolazioni. Il Lupo (Canis lupus) Aspetto e dimensioni. Canide di grossa taglia. Lo Sciacallo dorato (Canis aureus) Presenta una lunghezza media del corpo pari a cm Aspetto e dimensioni. Canide di media taglia. 109-148, un’altezza al garrese pari a cm 50-73 e Presenta una lunghezza pari a cm 71-85, un’altez- un peso pari a kg 28-34. za di cm 45-50 e un peso pari a kg 6-14. Socialità. Vive in branchi familiari composti dalla Socialità. Canide sociale, vive in branchi fami- coppia dominante e dalla prole di quest’ultima. I gliari e territoriali, formati dalla coppia dei riprodut- branchi sono territoriali e difendono l’area occupa- tori e dai giovani dell’anno. Terminata la fase di ta, le cui dimensioni dipendono, soprattutto, dall’- allevamento, nell’anno successivo alla nascita i abbondanza di prede. Gli individui giovani, lasciano giovani vanno in dispersione. talvolta il branco, andando “in dispersione” per cer- Ecologia. Predatore generalista, ma soprattutto care nuovi territori di caccia. necrofago. Caccia occasionalmente piccoli mam- Ecologia. Superpredatore sociale. Caccia sia miferi e uccelli terricoli, ma ricerca soprattutto car- individualmente, che in branco e può predare un- casse, rifiuti organici e anche sostanze vegetali, gulati della dimensione di un capriolo e di un giova- frequentando spesso gli ambienti umanizzati e ne cervo o di un vitello, anche se le sue prede più dunque le campagne e talvolta gli stessi abitati. frequenti sono in genere mammiferi di piccole di- Presenta abitudini prevalentemente, ma non esclu- 8
sivamente notturne. Presenza nell’area di pianura. Segnalato nella Pianura Veneta a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, con individui rimasti vittime delle strade ed uno catturato fortunosamente vivo (Cappelletto M., San Donà di Piave, 2009). Sono state identificate piccole popolazioni stabili in am- biente montano, ma è attualmente in espansione anche nella pianura. L’insediamento del Lupo in un territorio ne determina la scomparsa. Conclusioni Le recenti segnalazioni dello Sciacallo nel Vene- to Orientale, dovute anche, ma non solo, al rinveni- mento di individui vittima del traffico stradale, con- sigliano di porre particolare attenzione alla presen- za di questa specie. Ragione, quest’ultima, per cui si invita chi rinvenisse carcasse di animali che “somigliano a una volpe”, a segnalare tali presenze agli agenti della Vigilanza Ambientale della Città Metropolitana di Venezia. Magari accompagnando la segnalazione con una foto dell’animale. Tali dati, se ritenuti di particolare interesse e dopo le neces- sarie verifiche, verranno infatti trasmessi agli istituti e agli studiosi che si occupano del monitoraggio della specie. Sitografia · https://it.wikipedia.org/wiki/Canis_lupus_italicus · https://www.fototrappolaggionaturalistico.it/presenta- sciacallo-dorato/ · https://storianaturale.comune.fe.it/modules/core/lib/d. php?c=mzW02 Nota Nella trasmissione televisiva di RAI 3 “Leonardo”, del 06 aprile, si è data notizia del pri- mo individuo di Sciacallo dorato rinvenuto il 20 marzo 2021, a Strambinello, provincia di Torino e dunque in Piemonte. Si tratta di un giovane ma- schio ucciso da un auto su una strada. Ad occupar- sene, Luca Lapini, del Museo Friulano di Storia Naturale, l’esperto che segue l’evoluzione demo- grafica e l’espansione geografica della specie nel- l’Italia settentrionale. Dal 1984, anno della prima segnalazione della specie, la marcia verso ovest di questo canide, la cui popolazione viene attualmen- te stimata intorno ai 200 individui, non si è mai in- terrotta, ma il rischio maggiore è quello di essere vittima delle locali campagne di contenimento delle popolazioni di volpe. Sorprendente e inattesa la conclusione del lungo Dall’alto in basso. La giovane femmina di Sciacallo dorato servizio televisivo: alle vocalizzazioni di sciacalli, rinvenuta recentemente a Lison di Portogruaro, (VE). L’indivi- diffuse da Lapini, mediante un apposito apparec- duo rinvenuto a San Donà di Piave il 30.04.2009 (foto Mario chio acustico, ha risposto … un branco di lupi. Cappelletto). Sciacallo dorato ripreso in ambiente in Croazia. 9
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BIODIVERSITA’ LA PRIMAVERA stazioni di Scilla (Scilla bifolia), rarissima in NEL PARCO DELLO STORGA pianura, seguite da abbondanti fioriture di A- di Luca Boscain* nemone dei boschi (Anemonoides nemorosa), soprattutto lungo il margine orientale del par- Il Parco dello Storga, situato a cavallo tra i co, viole (Viola reichenbachiana, V. alba, V. comuni di Treviso e Carbonera, tutela le risorgi- odorata), Ranuncolo favagello (Ficaria verna) ve del fiume Storga, tributario del Sile, e una e Pervinca minore (Vinca minor). serie di terreni agricoli che appartenevano all’- Un po’ più tardi fioriscono poi Falsa ortica ex ospedale Psichiatrico di S. Artemio, per un maggiore (Lamium orvala), Bugola (Ajuga rep- totale di circa 67 ettari. Accanto a lembi di bo- tans) e altre due specie di anemone, Anemo- sco ripariale sopravvissuti attorno ai fontanassi, ne trifogliata (Anemonoides trifolia) e Anemo- a partire dalla fine degli anni Novanta, si è deci- ne giallo (A. ranunculoides), entrambe specie sa la sostituzione dei coltivi con un ampia ope- montane sopravvissute in poche stazioni pla- ra di rimboschimento a base di essenze native niziali grazie a microclimi più freschi legati alla per un totale di circa 50 ettari. Negli anni l’im- presenza dell’acqua di risorgiva. pressione di stare in un vivaio è stata sostituita La fine dell’inverno è anche un ottimo mo- via via da quella di trovarsi in un bosco sempre mento per osservare la migrazione degli anfibi più naturale, con la crescita di tronchi vigorosi, verso i pochi corpi d’acqua risparmiati dalla un ricco intrico di rami e fogliame e di un fitto presenza invasiva dei pesci. In febbraio deci- sottobosco solo periodicamente oggetto di sfol- ne, se non centinaia di Rospi comuni (Bufo timento. Dal punto di vista faunistico, specie bufo), di dimensioni ben inferiori rispetto ai cu- legate agli ambienti agrari, come Lepre (Lepus gini alpini, raggiungono lo stagno artificiale al europaeus), Beccamoschino (Cisticola juncidis) centro del parco, mentre fossati secondari si o Cardellino (Carduelis carduelis), sono state ricoprono di ovature di decine di Rane di Lata- sostituite da specie strettamente forestali, co- ste (Rana latastei). Solo a primavera inoltrata, me Scoiattolo (Sciurus vulgaris), Picchio nero invece, raggiungono l’acqua Tritone punteg- (Dryocopus martius) e Colombaccio (Columba giato (Lissotriton vulgaris) e rane verdi palumbus). Lungo i tanti ruscelli, fossati e rog- (Pelophylax spp.). ge che conducono l’acqua dalle polle risorgive Sorprendentemente questo ricchissimo eco- ai corsi principali dello Storga e del rio Pioven- sistema in cui, solo per citare alcuni esempi di san, erano sopravvissute qua e là, all’ombra di fauna minore, sono sopravvissuti fino ai giorni Salici bianchi (Salix alba), Farnie (Quercus ro- nostri l’ormai raro Gambero di fiume bur) e Ontani (Alnus glutinosa), piccole popola- (Austropotamobius pallipes), la Licena delle zioni di specie erbacee nemorali che, lenta- paludi (Lycaena dispar), il Panzarolo mente, al ricomparire di una più estesa coper- (Knipowitschia punctatissima) e la Testuggine tura arborea, sono tornate ad espandersi, non palustre europea (Emys orbicularis), si situa di rado a lato dei sentieri. ad appena un paio di chilometri dalla cinta I mesi di marzo e aprile sono forse il momen- muraria di Treviso: un motivo in più per spera- to migliore per visitare il parco, perché le fioritu- re in una gestione futura oculata di questo in- re delle piante geofite colorano il sottobosco di credibile “parco urbano”. veri e propri tappeti dal bianco, al giallo, al blu al viola. A cominciare le danze, ancor prima * Naturalista e Guida naturalistica della fine dell’inverno, sono centinaia di Primule (Primula vulgaris) e, soprattutto, due preziose 11
Dall’alto in basso, colonna a sinistra Fioritura di Primula comune (Primula vulgaris) lungo i vialetti del Parco dello Storga. (Foto Luca Boscain); Fioritura di Scilla (Scilla bifolia) nel Parco dello Storga. (Foto Luca Boscain); Rospi comuni (Bufo bufo) in accoppiamento. (Foto Luca Boscain). Dall’alto in basso, colonna a destra Anemone gialla (Anemone ranunculoides). (Foto Luca Boscain); Anemone trifogliata (Anemonoides trifolia). (Foto Luca Boscain); Viola di Reichenbach (Viola reichenbachiana). (Foto Luca Boscain); Licena delle paludi (Lycaena dispar); Rana di Lataste (Rana latastei). 12
TUTELA DEGLI HABITAT TRANSIZIONE ECOLOGICA? dienti della precedente economia che ci ha IL CASO DELL’AEROPORTO DI TREVISO E portato alla pandemia, ma almeno avremo ot- IL (PRESUNTO) PARCO DEL FIUME SILE tenuto un elemento di chiarezza: di Romeo Scarpa* ELIMINIAMO IL PARCO REGIONALE Una delle prima decisioni prese dal nuovo DEL FIUME SILE! Ministro della Transizione Ecologica Roberto Diciamo la VERITA’: Cingolani è quella di approvare (finalmente!) almeno sarà un primo passo verso la l’ampliamento dell’aeroporto di Treviso, propo- TRANSIZIONE …… sta da quel benefattore che risponde al nome All’ecologia, poi, ci penseremo in futuro. di SAVE (Aeroporto di Venezia) e AERTRE Treviso, 21 marzo 2021 (Aeroporto di Treviso). anno II della Pandemia Covid Un’annosa questione che dipende dal fatto * Socio ANS, socio di Italia Nostra, sezione di Trevi- che il fiume Sile ha deciso di posizionarsi pro- so e socio dell’Associazione “Laudato si” di Treviso prio vicino alla gallina delle uova d’oro di Enrico Post scriptum Marchi (A.D. di SAVE) e soci ed ha avuto persi- So già che molti amici ambientalisti mi criticheranno no l’ardire di acquisire, dal 1981, la medaglia di perché diranno che, la mia, è soltanto la “solita” provo- “Parco NATURALE Regionale”. cazione. Ribatto dicendo che non è possibile collaborare con Or bene è a tutti evidente che un fiume, co- chi non parte dagli stessi presupposti. me il povero Sile, umile acqua di risorgive, non In una gara sportiva leale ci sono due squadre con può comprendere le ragioni dell’economia e dei magliette diverse, che giocano con regole accettate e soldi che sono evidenti solo a luminari come i non ci sono infiniti Niccolai nella tua stessa squadra. Facciamo pulizia, restituiamo dignità alle parole ed Sindaci Manildo e Conte ed a Ministri quali Cin- alla verità. golani, che ci fanno transitare verso una “nuova Meglio soli che accompagnati da questa “transizione ecologia”, che tuttavia non è proprio la nostra. ecologica”, che prenderà soldi solo per fare danni. Mol- to meglio la miseria e la dignità dei poveri. Per portare a compimento questo passaggio Nota della Redazione resta ora una sola richiesta, che faccio a nome Mentre era in corso la preparazione di questo numero del fiume e della verità: del Naturainforma è giunta la notizia di una interroga- TOGLIAMO I COMUNI DI MORGANO, zione regionale dei consiglieri Zanoni e Bigon, volta ad appurare le ragioni per cui il Parco del Sile ha autoriz- QUINTO e TREVISO dall’elenco dei Comuni zato l’abbattimento di circa 100 alberi di pioppo bianco che sono all’interno dell’ (inutile) Parco Natura- in perfetto stato vegetativo e dell’età di almeno trent’an- le Regionale del fiume Sile, in modo che gli ni, a Casale sul Sile. Abbattimento avvenuto, tra l’altro, in periodo riproduttivo per l’avifauna e senza alcuna stessi possano ampliare senza contraddi- distinzione tra alberi sani e alberi malati. zioni l’aeroporto. Visto che ci siamo, togliamo dall’elenco dei Comuni interni al PARCO anche QUARTO D’ALTINO, CASALE e RONCADE che sono più affascinati dai poli logistici di Amazon che dalla natura di casa propria. In meno di una pagina ho dunque eliminato 6 Comuni su 11 e penso che bastino altre 5 righe per eliminare gli altri 5 (PIOMBINO DESE, VE- DELAGO, SILEA, CASIER ed ISTRANA) . La TRANSIZIONE ECOLOGICA di Cingola- Sistemazione (naturalistica?) della sponda del Sile a ni-Salvini-Zaia e Co. è fatta dagli stessi ingre- Cendon (Silea, TV). 13
TUTELA DEGLI HABITAT EROSIONE E PIOPPI BIANCHI che con cui si interverrà. Poiché se il docu- Sulle sponde del basso corso del Piave mento di progetto è chiaro e corretto nelle e- di Michele Zanetti nunciazioni, altra cosa, come ben sappiamo, è la pratica sul campo in assenza di protocolli Negli ultimi mesi del 2020 l’Associazione Na- tecnici precisi e opportunamente controllati. In turalistica Sandonatese è stata coinvolta in un altre parole, come si fa giustamente presente, progetto di Citizen-Science volto a monitorare riteniamo del tutto improprio l’aver ignorato i la vegetazione di sponda del basso corso del referenti del Contratto di Fiume, cui è stato fiume Piave. dato un generoso contributo anche da parte L’esperienza, che ho affrontato con una deci- delle associazioni firmatarie della lettera. na di altri soci dell’ANS, ciascuno impegnato a Il nostro timore, da naturalisti interessati alla documentare la qualità e lo stato della stessa Biodiversità del fiume, non meno che al suo vegetazione di sponda in un tratto specifico e ambiente e al suo paesaggio, l’ultimo di natu- mediante schede opportunamente fornite dai ra fluvio-forestale presente nel Basso Piave, è responsabili del Progetto (Prof. Steven Loiselle, che i maestosi alberi di Pioppo bianco di cui è Università di Siena e Prof. Bruna Gumiero, Uni- stata documentata la presenza, siano vittima versità di Bologna), mi ha consentito di verifica- della messa in sicurezza delle sponde. Non re la presenza di situazioni decisamente inte- solo, ma è anche quello per cui, anziché inter- ressanti. In particolare, nei tratti di competenza venire con palificazioni lignee e viminate, a di Corinna Marcolin e mio, situati sulla sponda sostegno delle sponde franose, si operi con destra a monte del Ponte di barche di Fossalta macigni di Dolomia, snaturando gravemente e su ambedue le sponde, a valle dello stesso le stesse sponde fluviali. ponte e fino al Ponte della Ferrovia di San Do- Vorremmo ricordare a questo proposito e nà, ho registrato la presenza di alberi di Poppo come già scritto sulle pagine di questa rivista, bianco (Populus alba), solitari o in piccoli grup- che dopo il collasso dei boschi di Salice bian- pi, di notevole interesse. Alberi di età massima co (Salix alba), dovuto alla risalita del cuneo probabile intorno ai cinquanta, sessant’anni e salino lungo l’alveo del basso corso fluviale, il tuttavia di proporzioni e di interesse paesaggi- pioppo bianco rimane il grande albero che no- stico ed ecologico, decisamente elevato. bilita le sponde e i paesaggi del Basso Piave; Contestualmente, nel corso dei rilievi, è stata e che la sua salvaguardia va pertanto consi- verificata la presenza di un grave disordine ri- derata una priorità da cui non riteniamo possi- guardante la stessa vegetazione della scarpata bile prescindere. di sponda del fiume e di fenomeni di frana della stessa relativamente frequenti. Degrado, que- st’ultimo, imputabile all’assenza totale di strate- gie di gestione delle stesse sponde, perdurata diversi decenni. Questa situazione, come si precisa nella let- tera che segue, predisposta da Legambiente Veneto Orientale e che l’ANS ha condiviso e sottoscritto, rendono assolutamente necessario un intervento di sistemazione ambientale. Il ri- schio, purtroppo assai concreto, che si prospet- ta in questo caso, riguarda il metodo e le tecni- Vegetazione di sponda del Piave a monte di San Donà. 14
1 3 4 1. Gruppo di pioppi bianchi a monte di Fossalta di Piave. 2. Grande pioppo bianco all’altezza di Mussetta (S. Donà di Piave). 3. Situazione problematica sulla sponda di Fossalta di Piave 2 4. Sistemazione con sassi di una frana di sponda del Piave. 15
TUTELA DEGLI HABITAT S. Stino di Livenza 15/03/2021 Al Presidente del BIM Basso Piave Via M. Rorato 15 30027 San Donà di Piave Al Coordinatore CdF Basso Piave Via M. Rorato 15 30027 San Donà di Piave Ai sigg.ri Sindaci di: Fossalta di Piave Noventa di Piave San Donà di Piave Musile di Piave Eraclea Jesolo Loro sedi Alle Associazioni aderenti CdF Basso Piave presso Segreteria CdF Oggetto: Interventi di riqualificazione fluviale basso Piave Il Contratto di Fiume (CdF) Basso Piave ha, nel percorso fin qui fatto, recepito tutte le istanze che la gestione del Fiume Piave richiede affrontando, con il dovuto rispetto, le tematiche emerse con l’intento di garantire l’informazione e la riduzione dei conflitti. Abbiamo sempre condiviso che sicurezza idraulica, gestione dell’ambiente naturale del fiume siano patrimonio e interessi comuni e non, forzatamente, elementi di divisione, di conflitto. In merito alla gestione della vegetazione ricordiamo che, già nel 2010, vi fu un forte conflitto sociale in seguito all’avvio di lavori, con taglio totale della vegetazione, sulle rive nel comune di Musile di Piave. L’intervento dell’Assessore all’Ambiente della Provincia di Venezia, portò all’insediamento di un Comi- tato Tecnico Scientifico composto solo da tecnici (ingegneri idraulici, forestali ecc.ra) che produssero un importante documento con linee guida per la gestione della vegetazione fluviale. Lo stesso documento è stato utilizzato, dal CdF, per i progetti presentati nel 2019 a San Donà e ri- guardanti interventi nelle golene dei comuni rivieraschi. Ora la Regione Veneto ha approvato un nuovo progetto, n° 10053 del 29/12/2020 “Interventi per la riqualificazione del tratto terminale del fiume Piave”, che prevede, principalmente, la gestione della vege- tazione riparia con l’utilizzo di un pontone. Condividiamo la necessità di intervenire nelle situazioni premesse nella relazione del progetto, credia- mo che, allo scopo di fornire le giuste informazioni ai Sindaci, ai Cittadini, cercando di ridurre al minimo eventuali possibili polemiche o scontri dialettali su modalità e tipo d’intervento, sarebbe utile un confronto preliminare tra i progettisti e i tecnici e il CdF, per chiarire al meglio le modalità di prelievo delle piante e le quantità stesse previste dal progetto. Considerato l’importanza di prelevare le alberature, malate, a rischio di schianto ma, anche, garantire che la completa mancanza di vegetazione riparia favorisca frane, smottamenti, crediamo sia necessario chiarire chi farà la mappatura delle piante e chi sarà il controllore. È utile rimuovere quelle zone dove la robinia occupa sempre maggiori superfici, altresì è necessario conservare le piante autoctone, sane e in grado di svolgere anch’esse attività paesaggistiche e idrauliche. Riteniamo fondamentale che sia convocato un incontro preliminare, conoscitivo e di approfondimento del progetto. Auspichiamo che il CdF sia soggetto coinvolto e presente, anche nel controllo, in quanto garante di tutti gli interessi presenti nel Contratto stesso. Legambiente Venetorientale “Pascutto Geretto” Billotto Maurizio Associazione Naturalistica Sandonatese Zanetti Michele 16
NATURA & POESIA Raffaella Lucio* Francesca Sandre** Luna granda Laguna Note cruda de dicembre E’ un consesso di azzurri el me tempo cussì curt oggi lo specchio della laguna, mai pi' inpinirà i me oci co 'naltra luna cussì granda di un blu cobalto verso oriente, che, anca del passà, pi' nissun e su, in alto, del turchino del cielo. l'è qua a ricordarla. L’aria rarefatta e mossa Luna maga, traccia celesti contorni pi' de sempre te me imbriàga, sull’orizzonte scintillante mìe briànti sora a bròsa punteggiato da voli di uccelli. e l'argento de i to ragi i tira el jazz a lustri speci. Si perdono fluttuando No ò paròe de 'a to misura, affanni e pensieri gnanca 'a vose me vièn fora, nel celestiale rasserenante paesaggio ma quea faìva che te impìssa drento che si distende 'a me porta su lisiera, davanti allo sguardo appagato. anca mi come 'na stéa, a fàr ciàro el firmamento. * Poetessa e socia sostenitrice dell’ANS Luna granda, strìga tute 'e ombre ** Poetessa e insegnante che me intrìga de 'ndar come ti, al de sora del mondo, al de fora del tempo, almanco pàr qualche momento. 22 dicembre 1999 Luna grande Notte gelida di dicembre / il mio tempo così breve / mai più riempirà i miei occhi / con un'altra luna così grande / che, anche del passato, più nessuno /è qua a ricordar- la. / Luna maga, / più di sempre mi ubriachi, / mille brillanti sopra la brina /e l'argento dei tuoi raggi / tirano il ghiac- cio a lucenti specchi. / Non ho parole della tua misura, / neanche la voce mi esce fuori, /ma quella favilla che accendi dentro / mi por- ta su leggera, / anch'io come una stella, / a far chiaro il firmamento. Luna grande, strega tutte le ombre / che mi ostacolano ad andare come te, / al di sopra del mondo, / al di fuori del tempo, / almeno per qualche momento. / Foto sopra. La Valle Dogà dall’argine verso la Palude Maggiore. Foto sotto. La Superluna del 07 aprile 2020. Foto Paolo Spigariol. 17
NATURA & ARTE I DISEGNI DI LORENZO COGO In alto. Ghiandaia (Garrulus glandarius). Sopra. Volo di ghiandaie. A lato. Tordi sasselli (Turdus iliacus). Devo confessare che l’Arte Pittorico Naturalistica di LORENZO COGO, mi commuove. Ogni volta che ho l’oc- casione di ammirare uno dei suoi lavori ho la percezio- ne che la bellezza, la leggerezza e il colore, che coniu- gati esprimono la perfezione degli organismi naturali, siano stati colti e interpretati alla perfezione. Lorenzo Cogo | Wildlife Artist | Environmentalist | Natu- ralist | Italian www.lorenzocogo.it 18
NATURA & ARTE L’AFRICA IN SOFFITTA tale che ogni volta in cui salivo alla soffitta- di Michele Zanetti laboratorio in cui appunto coltivavo la mia pas- sione per la pittura, me la sarei trovata davanti. A sedici anni, sognavo l’Africa. Dinnanzi a me, quasi in scala naturale, con le La sognavo perché io sentivo di avere un sue distese di erba giallastra, le sue acacie e i segreto e forte legame con la sua natura pri- branchi dei grandi animali. mordiale; e perché lì, in quelle savane, sentivo Erano lunghi i mesi delle “vacanze estive” e trovarsi la mia patria ancestrale e nessuno a quel progetto dedicai un’intera estate. E il 29 avrebbe potuto convincermi del contrario. Io settembre del 1965, il giorno dei miei diciotto non ero emiliano ferrarese e tanto meno vene- anni, com’era scritto in basso a sinistra, al to o italiano; io ero africano: africano e basta. margine della pittura murale, lunga sei metri e Il mio sogno di bambino di conoscere l’Afri- alta più di due, l’opera era conclusa. ca, che mi aveva portato a disegnare leoni ed Trascorsero gli anni, lasciai la casa mezza- elefanti per i miei compagni di classe e poi di drile sette anni dopo e la mia famiglia lo fece adolescente, con uno speciale interesse per due anni più tardi. Tra i muri che ci avevano tutto ciò che era Natura e dunque per l’univer- accolto al nostro arrivo nel Veneto, si insedia- so selvatico che mi circondava, era comunque vano ora il silenzio e il buio delle imposte chiu- destinato a rimanere tale. Ne avevo la certez- se. La campagna di Fiorentina, che mi aveva za, date le condizioni economiche della mia accolto come una seconda patria e che aveva famiglia. Condizioni che mai mi avrebbero con- ospitato i miei quasi quotidiani pellegrinaggi sentito di affrontare un’avventura di viaggio alla scoperta del suo universo vivente, veniva verso quel Continente. assegnata al bagaglio dei ricordi di un’adole- Così mi accontentavo dei film americani am- scenza particolare, appartata e un po’ selvati- bientati nelle savane africane. Polpettoni senti- ca, ma ricca di emozioni. mentali, con “il cacciatore bianco” come eroico La “mia Africa” però rimase lì, fissata sulla protagonista, immancabilmente affiancato da parete, chiusa nel buio di una soffitta deserta, una diva hollywoodiana belloccia, che regolar- ma pur sempre viva e vibrante. Bastava aprire mente veniva insidiata da qualche tribù con le imposte e lasciare che la luce inondasse il tendenze più o meno antropofaghe. granaio ed essa riprendeva magicamente colo- Però, dopo aver sopportato le smancerie e re, vita e suoni. le ridicole e improbabili situazioni in cui si cac- Soltanto molti anni più tardi, verso la metà ciavano i protagonisti, quando a tutto schermo degli anni Novanta, tornai, quasi clandestina- comparivano il galoppo di un branco di zebre o mente, nella vecchia casa ormai abbandonata la fuga delle giraffe, con la loro danza ondeg- da decenni e salii nuovamente le scale fino al- giante, io mi sentivo appagato. la soffitta. L’Africa, però, non c’era più, perché Queste furono le ragioni per cui, adolescen- l’intonaco che ricopriva la parete esposta ad te, avendo a disposizione la soffitta-granaio di est e che avevo dipinto, con l’aiuto di mio fra- una casa mezzadrile e la fortuna di avere un tello Renzo, giaceva polverizzato al piede del fratello di poco più giovane di me e con gli muro completamente scrostato. stessi interessi, ebbi un’idea geniale: se non Il sogno, però, resisteva nel mio animo. potevo raggiungere l’Africa, potevo pur sempre far giungere l’Africa a casa mia. Magari dipin- gendola su un muro, a tutta parete, in modo 19
Adolescenti degli anni Sessanta del Novecento, noi avevamo un grande vantaggio sui nostri “nipoti” d’oggi: non disponevamo di alcuno strumento che simulasse e ostentasse “realtà virtuali” e non c’erano “Social” che ci rubassero tempo prezioso. Dovevamo, in conseguenza di questo, lavorare di fantasia ed esercitare tutta la creatività di cui disponevamo, per impegnare i nostri giorni. L’Africa dei nostri sogni era lontana anni luce, certo, ma si poteva raffigurarla, farlo a scala quasi naturale e collocarla nel nostro quotidiano, nei no- stri spazi esclusivi, dove d’estate ci si ritirava per sognare e per dipingere. Tutto ciò che serviva era qualche pennello, alcuni colori base delle terre da pittura murale e qualche foto, copiata da enciclopedie o da riviste di caccia; poiché quelle naturalistiche, così come i libri a contenuto naturalistico, dovevano ancora essere inventati. Sembrano tempi lontani e lo sono, indubbiamente, ma non nella scala storico-temporale, bensì in quella tec- nologica e soprattutto in riferimento alla forma mentale. Probabilmente, però, esisteva, in questo caso, an- che una distanza altra e diversa: quella relativa agli interessi culturali che animavano, in questo caso, i due fratelli Zanetti, rispetto a quelli dei loro coetanei. Ora, tutto questo, è finito per sempre e non ne rimane traccia alcuna; se non le sbiadite immagini in bianco e nero che accompagnano queste parole. 20
NATURA & LETTERATURA TUTTA COLPA DEI PIPISTRELLI (O NO??) domestico e di allevamento, più ci proteggiamo. di Francesca Cenerelli* Ma torniamo ai pipistrelli. Ai chirotteri, che sono mammiferi e lo sanno Febbraio 2021, la pandemia impazza, ma le tutti dopo l’ultima figuraccia di Vespa corretto fioriture e il crepuscolo colorato di viola e arancio da una ragazzina, negli ultimi anni sono state annunciano un risveglio energico ed anticipato aggiunte 20 nuove specie alle circa 1400 cono- della primavera. Nel mio giardino a Monastier sciute, è il secondo ordine più numeroso dopo i sembra quasi di stare a Palermo, nella gradevole roditori. Risale al 2018 ma la notizia è di quest’- temperatura del Sud. anno: il nuovo arrivato si chiama Myotis Nimba- - Aaaaaahhhhhh – Un grido spezza la mia pa- erisis. Scoperto mentre se ne stava tranquillo in ce. - Ci sono dei pipistrelli sotto la tenda! Se mi colonia in una miniera abbandonata della Gui- attaccano il COVID?! – Urla la mia vicina. Con nea, è tutto arancione, ed è una specie endemi- un fazzoletto in testa, sta armeggiando sul ter- ca. Non si può dire che sia di bell’aspetto, guar- razzo con un lungo manico di scopa. dando la foto, ma meglio così: niente molestie - Ferma! Lo sai che i pipistrelli sono protetti da parte degli umani. In Italia vi sono 35 specie dalla legge? - dico io; - aspetta che chiamo il di pipistrelli, 22 di queste in pericolo di estinzio- mio amico Mario, lui è carabiniere forestale, sa ne: sono insettivore e purtroppo bioaccumulano come agire. le sostanze chimiche nel loro corpo (ad es. i Mentre aspettiamo Mario, mi documento in pesticidi) che noi spargiamo in giro senza pen- internet sul principale accusato di questa pande- sarci. mia, il pipistrello. Save bats, save the Planet è lo I pipistrelli si sono adattati agli ambienti rurali slogan d’apertura del sito Bat Conservation Inter- ed urbani da tempi remoti e sono ottimi vicini: national, e dice che i chirotteri sono animali da discreti e silenziosi, contribuiscono all’equilibrio salvaguardare. Perché? Scopriamolo insieme. naturale e sono indicatori ecologici. Tremila sono le specie di piante che affidano i Mario arriva con la task force e tranquillizza la loro semi ai pipistrelli, 67 le famiglie di piante che vicina. Ha installato casette-posatoi idonei sugli sopravvivono grazie ai pipistrelli impollinatori. I alberi di rovere e di frassino, qualcuna esposta pipistrelli sono utili nel controllo dei parassiti al sole: dicono che le femmine le preferiscono. (zanzare ad es.) e svolgono un ruolo fondamen- Fortuna che la tenda è solo un dormitorio tem- tale nel ripristino degli ecosistemi naturali e nel poraneo, ora basta avere pazienza e prima o sostegno delle economie umane di tutto il mon- poi saranno visitate e speriamo che vengano do. il complesso equilibrio naturale si regge an- colonizzate. La vicina è persino compiaciuta di che grazie ai bats e del resto, hanno inventato avere un ospite protetto in giardino. La rimozio- un eroe a loro immagine, Batman. E il famigera- ne di una colonia di pipistrelli, laddove sia ne- to virus? Come tutti gli animali selvatici, il pipi- cessario, si può effettuare in modo sicuro trami- strello ospita germi patogeni e virus tra cui i Co- te personale competente e se un pipistrello soli- rona. Ma se vogliamo dirla tutta, anche prima tario vi è entrato in casa, spegnete le luci e apri- della pandemia i virus erano piuttosto diffusi. te la finestra per facilitarne l’uscita, vuole andar- Nemmeno le piante sono immuni da virus, né gli sene quanto lo volete voi, credetemi. Forse non animali d’allevamento. E dunque? possiamo invertire il cambiamento climatico e lo L’esatta catena di trasmissione del COVID 19 a scempio in atto nel Pianeta, ma qualcosa pos- noi umani forse non verrà mai scoperta, una co- siamo fare: combattere la paura con una corret- sa però l’abbiamo capita: rompere un equilibrio ta informazione. naturale AUMENTA il rischio di circolazione e di * Socia dell’ANS e poetessa salto della specie (spillover) dei virus. Più noi tu- fonti: https://www.batcon.org/ Bat Conservation International; teliamo gli habitat naturali e più stiamo al sicuro www.izsvenezie.it Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle ed in salute. Più noi pretendiamo il benessere Venezie; https://ilbolive.unipd.it/it/news/nuova-specie- degli animali, compresi quelli al nostro servizio pipistrello-vespertilio-nimba. 21
NATURA & LETTERATURA A VOLTE I SOGNI SI AVVERANO li aspirazioni e animalesche passioni. Percepivo “RITORNO A CASA” la struggente carezza del vento sulla mia pelle troppo pallida: come una musica delicata, un’ar- di Michele Zanetti monia sovrannaturale, che mi restituiva un sen- Avevo accettato senza particolare entusiasmo so di appartenenza assoluta alla mia dimensio- e con segreta diffidenza l’offerta a quel viaggio, ne d’uomo, di primate, di animale culturale. semplicemente perché temevo l’appuntamento Quasi fossi tornato ad una sponda da cui m’a- cui mi avrebbe condotto. Altri l’avrebbero consi- veva separato un viaggio durato milioni di anni, derata l’occasione della loro vita e senza dubbio attraverso le vastità sconfinate di interi conti- lo era anche per me, eppure temevo le sue sottili nenti. L’emozione mi impediva di parlare e la implicazioni. L’esperienza che intuivo potesse sensazione era quella d’essere finalmente tor- scaturirne appariva infatti troppo ricca di stimoli, nato a casa, al grembo della Terra Madre che di emozioni, di suggestioni e persino di arcane, m’aveva partorito. ancestrali evocazioni. Eccessivo e travolgente Dalla vetta del piccolo vulcano, perduto nella sarebbe stato il coinvolgimento dei sensi, dello solitudine della pianura africana, la savana del- spirito e dell’intelletto, anche per uno come me, le giraffe, delle zebre e dei leoni dispiegava le che inconsciamente ci si era preparato e l’aveva sue scenografie assolute in ogni direzione e sognato per la vita intera. fino all’infinito ed io mi sentivo sospeso, nel Sognato, appunto, ma con la quasi certezza tempo e nello spazio di un momento perfetto. che non si sarebbe mai verificato. Mai e poi mai. Ora però ero dentro al sogno: ero in Kenya, ero approdato alla improbabile meta delle mie oniriche transumanze spirituali e anche se sten- tavo a realizzare dove mi trovassi e perché, sen- tivo che stavo per esserne travolto emotivamen- te. Ciò che avevo temuto si stava verificando, puntualmente e mi consegnava ad emozioni che scoprivo essere nuove: quasi un navigare a ritro- so nel tempo, come una deriva d’astronavi smar- rite nella ricerca di universi perduti. Ritrovavo un mondo sepolto dalle ere trascorse e collocato oltre i confini della mia realtà, ma ancora vivo nelle mie cellule, nei miei spermatozoi, nei miei neuroni, nel mio segreto e antichissimo codice genetico. Ritrovavo stimoli olfattivi sconosciuti e al tempo stesso familiari, come la percezione de- gli spazi sconfinati e ancora, musiche primordiali e visioni sfumate nel tremolio degli orizzonti. Ri- scoprivo i colori eterni del primo giorno della cre- azione e del primo giorno dell’uomo. E mi assali- va una sensazione di pace e al tempo stesso di In alto. Giraffe e Gnu nella savana del Parco Masai segreta, travolgente euforia: quasi la mia anima Mara. Kenya, febbraio 1985. Sopra. Maschi di Impala nella savana presso il Lago avesse finalmente realizzato l’utopia di un equili- Nakuru. Kenya, febbraio 1985. brio stabile, tra sentimento e ragione, tra raziona- 22
NATURA & LIBRI SAPIENS. DA ANIMALI A DEI mortali”. Recensione di Michele Zanetti Qualche difettuccio il lavoro ce l’ha, per fortuna; in caso contrario si sarebbe potuto pensare che Alla fine, qualcuno se n’è accorto: dio siamo noi. fosse un libro “dettato dall’alto” per spalancarci le Che poi, per i credenti cristiani sarebbe la conferma porte della comprensione dell’Universo umano. diretta dell’esistenza di quel Dio il cui figlio si è fatto Negli esempi di prevaricazione e di violenza tra i uomo, per convertirci al bene, alla fratellanza e al popoli, non cita mai il rapporto tra Israele e i Pale- vero credo. Mentre per i non credenti, è semplice- stinesi. Se l’avesse fatto, l’autore avrebbe proba- mente la conferma che dio è un’invenzione dell’Uo- bilmente perduto il posto di docenza. Né si cita mo, orfano di padre come si ritrova ad essere, gra- mai la inestinguibile vocazione alla rapina del Ca- zie ad uno strumento complesso e stupefacente pitalismo dei ricchi verso le risorse dei poveri. Co- che gli consente di pensare e di elaborare e che ha se da poco, comunque, che sono meno importan- chiamato “cervello”. Elaborazioni, suggerite poi alla ti, come difettucci, dell’insistenza con cui l’autore Filosofia e, appunto, alla Religione, affinché si fa- impartisce lezioni di economia, senza criticarne a cessero carico di diffonderle tra agli umani. Senza sufficienza, a modestissimo parere di chi scrive, la contare, poi, che anche la Bibbia sostiene che devastante interferenza tra la stessa economia e “siamo fatti a immagine e somiglianza di Dio”. l’ecologia. Probabilmente, però, è vero anche il fatto che Comunque sia, una lezione importante, che si questa deduzione fondamentale, che Yuval Noah conclude con una frase che mette i brividi e che Harari, docente presso il Dipartimento di Storia del- recita: “Può esserci qualcosa di più pericoloso di la Hebrew University di Gerusalemme, ha tradotto una massa di dèi insoddisfatti e irresponsabili che in un corposo volume, era stata formulata anche da non sanno neppure ciò che vogliono?”. altri scienziati e ben prima di lui. A lui, tuttavia, va il Anche l’autore, dunque, sembra d’accordo nel merito di aver avuto il coraggio di parlarne e di di- sostenere che di strada da fare, per redimere l’uo- mostrare questa lapalissiana tesi. Di averlo fatto mo dalla sua “divina stupidità e presunzione”, ce con dovizie di dati e di esempi, e di aver condotto il n’è ancora tanta, o forse troppa. Anche perché lettore, passo dopo passo, con prove documentate esiste una geniale teoria (da Premio Nobel), ela- come soltanto uno scienziato riesce a fare, alle sue borata umilmente da chi scrive, ma per il momento conclusioni. nota a lui solo. Essa recita testualmente: “il cervel- Certo, con le sue 516 pagine, questo libro, come lo umano altro non è che una perversa ‘trappola già il grande “Armi, acciaio, malattie” di Jared Dia- evolutiva’ che, stimolando nella nostra specie un mond, aiuta più d’ogni altro testo a comprendere la insano “delirio di onnipotenza”, determinerà alla storia naturale dell’uomo (da cui parte), la sua rapi- fine scelte distruttive verso il Pianeta vivente e dissima evoluzione e l’incredibile sviluppo di stru- verso se stessa”. Carina no? menti che ha consentito al Genere Umano l’acces- so ad aspetti della conoscenza, che sembrano ap- punto trascendere la stessa sua limitata dimensio- ne animale. Una spiegazione che si fonda sull’im- maginazione e sull’astrazione che la mente consen- te alla nostra specie, prefigurando entità che nella realtà non esistono, come le divinità o le nazioni. Una lettura tanto più inquietante in quanto, non solo non lascia intravvedere i limiti, possibili e auspicabi- li, della conquista della materia, dell’energia e della vita, da parte dell’Uomo, ma che gli riconosce, con- testualmente, tare culturali insanabili. Tare che ci derivano, appunto, dalla nostra stessa presunzione Yuval Noah Harari, Sapiens. Da animali di “esseri eletti e dunque superiori”, e che si coniu- a dei. Breve storia gano e infine confliggono, con le frustrazioni che dell’Umanità, sono proprie della nostra stessa natura di “divinità Bompiani, 2014 23
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