LA SETTIMANA o Sfide parassitologiche del terzo millennio - Periodici PVI

Pagina creata da Raffaele Fusco
 
CONTINUA A LEGGERE
LA SETTIMANA o Sfide parassitologiche del terzo millennio - Periodici PVI
LA SETTIMANA
                              VETERINARIA
ISSN 1825-3253

                 SETTIMANALE D’INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL VETERINARIO                                                                                                                                      23 maggio 2018                                      • n. 1051
                                 Poste Italiane Spa - Spediz. in abbon. postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Brescia - In caso di mancato recapito ritornare al mittente che si impegna a pagare la corrispondente tassa DCB - Brescia

                                                                                                                           Sfide parassitologiche
Supplemento
                                                                                                                            del terzo millennio
LA SETTIMANA o Sfide parassitologiche del terzo millennio - Periodici PVI
LA SETTIMANA o Sfide parassitologiche del terzo millennio - Periodici PVI
àààààà
Sfide parassitologiche del terzo millennio

Sommario
                                                                                           EDIZIONI VETERINARIE E AGROZOOTECNICHE

                                                                                           Via Medardo Rosso, 11 - 20159 Milano
                                                                                           Tel. 02 608 52 300 r.a.; fax 02 668 28 66

4
      EDITORIALE
      Cosa c’è di nuovo nella parassitologia                               ■   Direttore responsabile:
                                                                               Gabriele Lanzarotti
      del ventunesimo secolo?
                    Cristiano Papeschi e Linda Sartini                     ■   Redazione (e-mail: settimana@pointvet.it):
                                                                               Maria Rosa Cama
                                                                               (Tel. 02 60 85 23 41, e-mail: rosicama@pointvet.it)
                                                                               Monica Vajna de Pava
                                                                               (Tel. 02 60 85 23 29, e-mail: monica.vajna@pointvet.it)

               6
                      Le zecche nel terzo millennio:                       ■   A cura di
                                                                               Cristiano Papeschi e Linda Sartini
                      sempre di più interfaccia per
                      i patogeni dal mondo                                 ■   Grafica:
                                                                               Roberta Covani
                      silvestre a quello urbano
                                                                           ■   Pubblicità (Tel. 02 60 85 23 20)
                                                                               e-mail: marketing@pointvet.it:
                                                                               Riccardo Cini (responsabile)

                                                                           ■   Assistente pubblicità (Tel. 02 60 85 23 20)
                                                                               e-mail: marketing@pointvet.it:
                                                                               Lucia Medas (annunci economici)

                                                                               Abbonamenti
          La leishmaniosi                                                  ■

    8     che… non ci
          aspettiamo
                                                                               Gestione e rinnovo abbonamenti:
                                                                               Donatella Sgaria - Tel. 02 60 85 23 32
                                                                               e-mail: abbonamenti@pointvet.it

                                                                           Registrazione Tribunale di Milano
                                                                           n. 541 del 27/11/1993
                                                                           Iscrizione al R.O.C.
                                                                           n. 3276 del 30/11/2001

                                                                           Stampa:
                                                                           Castelli Bolis Poligrafiche SpA
                                                                           Cenate Sotto (Bg)

                                     Nuovi dati su
                         18          nematodi vecchi e
                                     riscoperti                                     Questa rivista le è stata inviata tramite abbonamento.
                                                                               L’informativa sul trattamento dei dati personali è consultabile
                                                                                                     sul sito www.pointvet.it

                                              Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018                                 3
LA SETTIMANA o Sfide parassitologiche del terzo millennio - Periodici PVI
ààààààà                                                                                                                        Editoriale

          Cosa c’è di nuovo nella parassitologia
                       del ventunesimo secolo?
                                       L
                                                   a Medicina veterinaria è da sempre        successo della leishmaniosi e della filariosi car-
                                                   molto attenta al vasto campo della        dio-polmonare, o la potenziale diffusione di
                                                   parassitologia, una materia che ac-       patologie di natura infettiva strettamente legate
                                                   compagna il professionista a partire      alla facilità di trasmissione attraverso le zecche
                                                   dal corso di studi, nell’ambito di di-    che possono parassitare animali selvatici e do-
                                        verse discipline quali la parassitologia stessa      mestici.
                                        e le malattie parassitarie, l’anatomia patologica,   Queste nuove sfide eziologiche ed epidemio-
                                        la clinica medica e chirurgica nonché l’ispe-        logiche hanno sottolineato l’importanza di una
                                        zione degli alimenti di origine animale.             conoscenza sempre più approfondita del pro-
                                        I parassiti degli animali domestici esistono da      blema e l’esigenza della messa a punto di nuo-
                                        quando i loro ospiti sono comparsi sul nostro        ve tecniche diagnostiche (o la riscoperta di al-
                                        Pianeta e si sono evoluti di pari passo, in un       cune di esse!), nonché dello studio e della re-
                                        rapporto precario caratterizzato da un equilibrio    gistrazione di nuove molecole e la commercia-
                                        instabile, tra necessità del parassita stesso, il    lizzazione di prodotti efficaci per la profilassi
                                        cui fine è primariamente quello di sopravvivere,     e la terapia.
                                        riprodursi e diffondersi, e risposta dell’ospite;    Ultima, non certo per importanza, è la necessità
                                        un equilibrio che spesso si rompe scatenando         di comprensione del potenziale zoonosico di
                                        la patologia, alterando lo stato di salute del-      alcune parassitosi un tempo sottovalutate da
                                        l’animale e, in alcuni casi, provocandone la         questo punto di vista, ma importanti per la sa-
                                        morte.                                               lute pubblica, come alcuni eventi recenti hanno
                                        La parassitologia è una materia in continua          ribadito. La parassitologia dimostra, oggi più
                                        evoluzione per la quale, negli ultimi decenni,       che mai, come il ruolo del veterinario del ven-
                                        abbiamo assistito a numerosi cambiamenti di          tunesimo secolo non possa più essere limitato
                                        ordine epidemiologico ma anche per quanto            semplicemente alla cura e al benessere degli
                                        riguarda le eziologie, poiché sono comparsi (o       animali, ma debba essere contestualizzato in
                                        ri-comparsi!) diversi agenti patogeni un tempo       una più ampia visione di “One Health” e di sal-
                                        poco conosciuti o sottovalutati, attualmente         vaguardia della salute pubblica.
                                        oggetto di studi e ricerche per approfondirne        Attraverso gli studi più recenti e le nuove ac-
                                        gli aspetti ancora poco noti, nel tentativo di       quisizioni, la parassitologia sta fornendo nu-
                                        elaborare piani di profilassi e strategie tera-      merose risposte a quesiti un tempo irrisolti e
                                        peutiche sempre più efficaci.                        soluzioni per le sfide del nuovo millennio: per
                                        Questi “sconvolgimenti”, che si sono verificati      approfondire l’argomento abbiamo incontrato
                                        sulla “scacchiera” della parassitologia, sem-        due esperti del settore che, con il loro lavoro
                                        brano strettamente legati, almeno per i paras-       e il costante impegno profuso nella compren-
                                        siti di maggiore attualità, a numerose cause,        sione della “minaccia parassiti”, ci hanno sve-
                                        tra le quali spiccano per importanza i cambia-       lato alcuni aspetti che non si trovano sui libri
                                        menti climatici e ambientali, la diffusione di       di testo.
                                        alcune specie selvatiche e il loro avvicinamen-      Il prof. Ezio Ferroglio e il prof. Donato Traversa
                                        to alle aree antropizzate, come si è potuto os-      ci accompagnano dunque in un percorso che
                                        servare per quel che riguarda l’esponenziale         ci aiuterà a capire e a guardare con “occhio
                                        aumento delle diagnosi di angiostrongilosi del       clinico” i cambiamenti di cui siamo testimoni
                                        cane, o di aelurostrongilosi e troglostrongilosi     da diversi anni, mettendo a nostra disposizione
                                        del gatto.                                           la loro esperienza per raggiungere un maggior
                                        Di pari passo, la diffusione e l’espansione di       grado di comprensione di alcune problematiche
                                        alcune malattie parassitarie sembrano essere         che promettono di entrare a far parte, sempre
                                        favorite anche dall’introduzione di nuovi ospiti     di più, della nostra quotidianità.
                                        e vettori e della loro capacità di attecchimento
                                        sul nostro territorio, è il caso ad esempio del                       Cristiano Papeschi e Linda Sartini

      4    Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
LA SETTIMANA o Sfide parassitologiche del terzo millennio - Periodici PVI
C O N TA C T I TA L I A • To
        DA TEKNOFARMA GLI ANTIELMINTICI
PER CANI E GATTI DI TUTTE LE ETÀ E DI TUTTE LE TAGLIE
                                             L’UNICO
                                             PRAZIQUANTEL
                                             IN GOCCE ORALI

  ASCARILEN                                                    PRALEN

                LEN                                                   LENDUE
Per ulteriori informazioni su composizione, posologia e confezioni, consultare il sito www.teknofarma.com

                                Torino - Tel.: 011 2731702 - E-mail: teknofarma@teknofarma.com
LA SETTIMANA o Sfide parassitologiche del terzo millennio - Periodici PVI
ààààààà                                                                         Sfide parassitologiche del terzo millennio

          Le zecche nel terzo millennio: sempre
                 di più interfaccia per i patogeni
            dal mondo silvestre a quello urbano

                                       Q
                                                     uello delle zecche non è certo un          principali sono sicuramente l’aumento delle
                                                     problema nuovo, mentre nuove so-           temperature, le modificazioni dell’ambiente, la
                                                     no alcune acquisizioni che riguar-         movimentazione di uomini e animali nonché
                                                     dano l’epidemiologia di questo ec-         l’incremento numerico delle popolazioni sel-
                                                     toparassita nonché le patologie che        vatiche e sinantrope. Da queste considerazioni
                                        è in grado di trasmettere. Un recente studio,           preliminari è nato il desiderio di capire quale
                                        nato dalla collaborazione tra l’Università di           sia realmente la situazione attuale, ma anche
                                        Torino e quella di Napoli e in attesa di pubbli-        di portare avanti una sorveglianza attiva.
                                        cazione su una prestigiosa rivista internazio-
                                        nale, è stato nel frattempo pubblicato in sintesi       SV: Come è stata condotta la ricerca?
                                        su Summa Animali da Compagnia1. In attesa               EF: È stato condotto uno studio multicentrico
                                        di poter leggere la versione integrale, abbiamo         su scala nazionale, della durata di un anno e
                                        chiesto al prof. Ferroglio, che ha preso parte          mezzo, che ha utilizzato il cane di proprietà
                                        al progetto di ricerca, di darci qualche ante-          come specie sentinella. Sono state coinvolte
                                        prima sui risultati ottenuti.                           153 strutture veterinarie all’interno delle quali
                                                                                                sono stati esaminati più di 3.000 cani prove-
                                                                                                nienti da 64 Province in 17 Regioni, circa l’85%
                                                                                                del territorio nazionale.

                                                                                                SV: Possiamo fornire qualche dettaglio sui
                                                                                                risultati?
                                                                                                EF: Certamente! Li riassumerò in maniera te-
                                                                                                legrafica attraverso i numeri: più del 45% dei
                                                                                                cani esaminati risultava infestato da zecche,
                                                                                                di cui ne sono stati raccolti oltre 2.500 esem-
                                                                                                plari appartenenti a 14 specie differenti.

                                                                                                SV: Quali sono state le specie di zecca mag-
                                                                                                giormente rappresentate?
                                                                                                EF: Il dato è abbastanza chiaro: circa il 98%
                                                                                                delle zecche raccolte apparteneva a tre sole
                                                                                                specie. Per due terzi si trattava di Ripicephalus
                                                                                                sanguineus (zecca dei canili), il 30% circa era
                                                                                                Ixodes ricinus (zecca dei boschi) e poco più del
                                                                                                5% Ixodes exagonus (zecca dei ricci). I. ricinus
                                                                                                è stata un po’ una sorpresa: previsioni del pas-
                                                                                                sato suggerivano una sua possibile scomparsa,
                                        Il prof. Ezio Ferroglio, Phd dipl. Evpc, Dipl. Ecvph
                                        Dipartimento di Scienze veterinarie, Università degli
                                                                                                o per lo meno riduzione, come conseguenza
                                        studi di Torino.                                        del cambiamento climatico, e invece abbiamo
                                                                                                accertato che questa zecca è viva, vegeta e ab-
                                                                                                bondante.
                                        La Settimana Veterinaria: Per quale motivo
                                        si è sentita l’esigenza di condurre questo stu-         SV: Quali altri dati emergono dallo studio?
                                        dio?                                                    EF: I dati estrapolati sono veramente tanti, ma
                                        Ezio Ferroglio: Da tempo stiamo osservando              non voglio togliervi tutta la sorpresa. Posso
                                        dei cambiamenti nella distribuzione spaziale            però anticipare che è stato molto interessante
                                        delle zecche e nella prevalenza e nell’incidenza        osservare la dinamica stagionale, che conferma
                                        delle TBD (tick-borne diseases). Questi muta-           quanto già si sapeva: una maggiore frequenza
                                        menti sono dovuti a diversi fattori, tra cui i          è stata riscontrata nei mesi primaverili, ma il

      6    Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
LA SETTIMANA o Sfide parassitologiche del terzo millennio - Periodici PVI
àààààà

dato più importante è che sono state raccolte        altro dettaglio emerso dallo studio cui abbiamo
zecche nell’arco di tutto l’anno, compresi i mesi    già accennato. Ai proprietari dei cani inclusi
invernali, fatta eccezione - ma limitatamente        nel campionamento, oltre al segnalamento e a
al nord del Paese - per il solo mese di gennaio.     un’anamnesi generale sulle condizioni di salute
Questa osservazione ci dovrebbe far riflettere       dell’animale, venivano richieste informazioni
sulla necessità di prestare maggiore attenzione      dettagliate sull’impiego dei prodotti antiparas-
alla profilassi contro le zecche durante la pri-     sitari. Il risultato è stato abbastanza sconcer-
mavera e l’estate, ma di non abbassare la guar-      tante. Per quanto la maggior parte dei cani esa-
dia neanche durante l’inverno prolungando,           minati fosse stato abitualmente sottoposto a
ove possibile e necessario, soprattutto per quei     trattamenti antiparassitari, utilizzando nella
cani che frequentano prati, campagne e aree          maggior parte dei casi formulazioni spot-on
boschive, la somministrazione di antiparassitari     (in oltre il 66% dei casi) e quindi prodotti per
per tutto l’anno. Consideriamo anche il ruolo        via orale e collari, come abbiamo già visto qua-
della zecca come vettore di patogeni e il con-       si la metà dei soggetti risultava comunque in-
tatto sempre più stretto tra cane ed essere uma-     festato. L’efficacia acaricida è risultata essere
no: il problema diventa, dunque, anche di sa-        del 90% per i prodotti con formulazione orale,
nità pubblica.                                       del 70% per i collari, mentre gli spot-on arri-
                                                     vavano a malapena al 54% circa. Allora ci sia-
SV: C’è qualche novità sulle TBD?                    mo chiesti quale fosse il motivo di questo fe-
EF: Ci sono novità per quel che riguarda il ri-      nomeno, vista l’elevatissima efficacia degli
scontro di una grande prevalenza di zecche           spot-on e di alcuni collari documentata da nu-
positive per diverse specie di Babesia. Uno stu-     merosi studi di grande attendibilità. Il risultato
dio da noi condotto in Piemonte, per il quale        è stato che poco più della metà dei proprietari
sono state catturate moltissime zecche in am-        applicano la “pipetta” in maniera corretta d
biente silvestre, ha dimostrato che in alcune        utilizzano a dovere i collari, mentre maggiore
aree era possibile avere fino al 20% di positività   attenzione viene posta nella somministrazione
per Babesia venatorum, tipica delle specie sel-      dei prodotti orali. Questo dimostra come un
vatiche ma con carattere zoonosico. Come se          impiego non corretto di un presidio molto va-
non bastasse, in zecche prelevate sui cani è         lido possa vanificare l’intervento.
stata riscontrata una prevalenza non indiffe-
rente di Babesia capreolum, sempre tipica dei        SV: Quale consiglio darebbe ai colleghi?
selvatici, ma anche di Babesia vulpes, recen-        EF: Indubbiamente quello di scegliere gli an-
temente riclassificata e un tempo nota come          tiparassitari con cura, in base al risultato che
Theileria annae, caratteristica delle volpi, ma      si vuole ottenere e al parassita che si vuole
che in futuro potrebbe rappresentare un rischio      combattere, senza però trascurare la “sensibi-
anche per il cane e chissà quale altra specie.       lità” e la compliance del proprietario. Poi direi
Per queste babesie non abbiamo ancora dati           anche di cercare di evitare che il proprietario
relativi alla patogenicità.                          agisca in automedicazione. I veterinari dovreb-
Sempre qui al nord abbiamo accertato la dif-         bero cercare di imporsi in questo, e tornare ad
fusione di altri patogeni trasmissibili da zecche    essere un punto di riferimento anche per le
e fino a poco tempo fa considerati diffusi so-       profilassi sugli ectoparassiti. A lezione faccio
lamente nel centro-sud, come Anaplasma ed            sempre un esempio semplice ma efficace: di
Ehrlichia. Giusto per non farci mancare niente,      fronte a un cane con polmonite, nessun vete-
abbiamo avuto recentemente, qui vicino alla          rinario si sognerebbe di dire al proprietario, in
Facoltà a Grugliasco, un focolaio di hepato-         maniera generica, di somministrare un anti-
zoonosi all’interno di un canile e, successiva-      biotico qualunque, seguendo semplicemente le
mente, nell’area circostante. Questo focolaio è      istruzioni riportate sul foglietto illustrativo.
riconducibile, probabilmente, all’importazione       Al contrario, molto spesso con l’antiparassitario
di cani infetti da Hepatozoon canis che, grazie      si è poco incisivi, limitandosi a ricordare l’e-
alla concomitante presenza di un vettore com-        sigenza del trattamento, ma senza entrare nel
petente a livello ambientale, ha potuto soprav-      dettaglio del tipo di molecola consigliata e delle
vivere e diffondersi nella zona. Alla luce di tut-   modalità corrette di utilizzo. Suggerirei di pren-
te queste considerazioni possiamo dire che il        dere più tempo per questo aspetto e di spendere
trend, per quel che riguarda le TBD, è in au-        qualche parola in più con i proprietari.
mento e in continua evoluzione, e che le zecche
stanno agendo sempre di più come interfaccia
per gli agenti patogeni dal mondo silvestre a
quello urbano, rappresendo quindi un rischio         1. Zanet S, Maurelli MP, Pepe P, Colombo L, Battisti E,
sia per l’uomo che per gli animali.                  Morgoglione ME, Countoris D, Rinaldi L, Cringoli G,
                                                     Ferroglio E. Le zecche e l’uso degli antiparassitari nei
SV: Quale consiglio darebbe per quel che ri-         cani di proprietà: uno studio multicentrico su scala
guarda la profilassi antiparassitaria?               nazionale. Summa Animali da Compagnia 2018;3: 47-
EF: Questa domanda mi spinge a rivelare un           49.

                                                                      Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018   7
LA SETTIMANA o Sfide parassitologiche del terzo millennio - Periodici PVI
ààààààà                                                                        Sfide parassitologiche del terzo millennio

                                                                 La leishmaniosi che…
                                                                     non ci aspettiamo
                                      L
                                               a leishmaniosi, malattia che colpisce il      i lagomorfi selvatici. Catturando e sottoponen-
                                               cane e non solo, è una patologia con          do a screening le popolazioni circostanti di co-
                                               la quale, da oltre due decenni, il nostro     nigli selvatici e di lepri si è ottenuto un dato
                                               Paese si confronta, da nord a sud. Per        allarmante, ovvero che la maggior parte dei
                                               quanto ben nota, sia al mondo veteri-         soggetti catturati erano positivi per Leishmania
                                       nario che a quello della Medicina umana, la           infantum ed erano in grado di infettare i fle-
                                       leishmaniosi non ha ancora smesso di stupirci         botomi, fungendo così da serbatoio del paras-
                                       e diverse sono le novità emerse dagli studi epi-      sita e favorendone la diffusione attraverso il
                                       demiologici più recenti. Anche di questo ab-          vettore ematofago.
                                       biamo discusso con il prof. Ezio Ferroglio, da
                                       anni impegnato nello studio e nella lotta alla        SV: Come mai i lagomorfi selvatici sembrano
                                       leishmaniosi.                                         essere così vantaggiosi come serbatoio di
                                                                                             Leishmania infantum?
                                       SV: La leishmaniosi è una patologia molto             EF: Consideri che in laboratorio le forme larvali
                                       nota nel nostro Paese, per la quale si fa molta       dei flebotomi vengono fatte crescere sulle feci
                                       prevenzione. Quali sono le novità, le acqui-          di coniglio, pertanto dove sono presenti i la-
                                       sizioni più recenti sull’argomento?                   gomorfi, i flebotomi trovano sicuramente ter-
                                       EF: Ce ne sono diverse, ma le più recenti e in-       reno fertile per deporre le uova e far sviluppare
                                       teressanti riguardano sicuramente l’epidemio-         le loro larve. Inoltre, soprattutto se consideria-
                                       logia dell’infezione e i suoi risvolti non solo       mo il coniglio selvatico, animale che scava e
                                       sulla salute animale, ma anche su quella uma-         vive in tane ipogee, con questa specie il flebo-
                                       na. Da alcuni anni a questa parte, sta emer-          tomo trova tutto quello di cui ha bisogno non
                                       gendo come il ruolo della fauna selvatica sia         solo per deporre, ma anche per nutrirsi e rima-
                                       sempre più importante dal punto di vista epi-         nere al riparo e al buio… una vera benedizione!
                                       demiologico: già lo sospettavamo, ma l’espe-
                                       rienza spagnola ce lo ha confermato e ci ha           SV: Possiamo considerare i lagomorfi selvatici
                                       permesso di alzare il livello di guardia in questo    come serbatoio del patogeno anche in Italia?
                                       senso.                                                EF: Assolutamente si! Anche nel nostro Paese
                                                                                             abbiamo verificato come i lagomorfi selvatici
                                       SV: Poiché non tutti sono informati, ci può           (lepre, coniglio e minilepre) rappresentino un
                                       spiegare meglio la questione della “esperienza        validissimo serbatoio per Leishmania infantum,
                                       spagnola”?                                            trovando riscontro nell’elevato numero di sog-
                                       EF: Certamente! L’evento è piuttosto recente          getti positivi allo screening. Qui al nord abbia-
                                       ed ha riguardato Fuenlabrada, un’area subur-          mo tantissimi conigli selvatici o inselvatichiti,
                                       bana nei dintorni di Madrid. Nel giro di 7 anni,      minilepri e lepri che circolano sia all’interno
                                       a partire dal 2010, si è verificata un’esplosione     delle aree verdi urbane e periurbane che nelle
                                       di casi umani di leishmaniosi davvero scon-           campagne circostanti. In Piemonte, dove la
                                       certante, stiamo parlando di oltre 700 pazienti       leishmaniosi è diventata endemica negli ultimi
                                       con diagnosi certa. Il numero è impressionante,       20 anni, quasi il 30% delle minilepri è risultato
                                       soprattutto se si pensa che fino a quel momento       positivo: trovare questi piccoli lagomorfi in
                                       i casi registrati nell’intera Spagna ammonta-         gran numero vicino alle abitazioni è tutt’altro
                                       vano a non più di 150 all’anno. Le autorità sa-       che infrequente; le minilepri sono presenti
                                       nitarie spagnole hanno impiegato diversi anni         ovunque ci siano terreni incolti, ma anche nei
                                       prima di trovare una risposta plausibile all’au-      parchi pubblici, poiché si tratta in qualche mo-
                                       mento esponenziale dei casi umani di leishma-         do di animali opportunisti.
                                       niosi. Dapprima è stato preso in considerazione       La leishmaniosi è cambiata moltissimo negli
                                       l’incremento del numero di cani di proprietà          ultimi anni, la potremmo definire una malattia
                                       nella zona, ma considerando che erano state           “rurban”, un neologismo che indica come si
                                       rispettate tutte le best practices veterinarie an-    tratti ormai di una patologia caratteristica di
                                       che in fatto di profilassi antiparassitaria, l’ipo-   quelle zone al confine tra le aree rurali estreme
                                       tesi è caduta. Solo alla fine, grazie a indagini      e la periferia delle città, dove esistono molte
                                       approfondite e a lavori di ricerca portati avanti     ville e casette sparse molto vicine tra loro, che
                                       dai parassitologi spagnoli, si è giunti alla con-     ospitano diversi animali tra cui i cani: queste
                                       clusione che i responsabili dell’epidemia erano       sono le condizioni ideali per la diffusione della

      8   Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
LA SETTIMANA o Sfide parassitologiche del terzo millennio - Periodici PVI
C

 M

 Y

CM

MY

CY

CMY

 K
LA SETTIMANA o Sfide parassitologiche del terzo millennio - Periodici PVI
ààààààà                                                                                                                Sfide parassitologiche del terzo millennio

                                                                                                                                         dina cresciuta in poco tempo, come molte realtà
                                                                                                                                         attorno alle grandi metropoli, ma realizzata
                                                                                                                                         pensando in modo “naturalistico” e quindi con
                                                                                                                                         parchi e aree verdi tutto intorno al nuovo in-
                                                                                                                                         sediamento con prati irrigati che garantiscono
                                                                                                                                         cibo, e quindi riproduzione, ai lagomorfi per
                                                                                                                                         buona parte dell’anno. Si tratta di aree chiuse
                                                                                                                                         da strade, in cui non vi è attività venatoria e
                                                                                                                                         scarsa presenza di predatori, per cui le popo-
                                                                                                                                         lazioni di lagomorfi sono letteralmente esplose
                                                                                                                                         dal punto di vista demografico. A quel punto
                                                                                                                                         i flebotomi hanno proliferato di pari passo con
                                                                                                                                         i loro ospiti e la presenza di cani infetti ha in-
                                                                                                                                         nescato il fenomeno. Anche se poco conosciuto
                                                                                                                                         e divulgato, questo episodio è un chiaro e con-
                                                                                                                                         creto esempio di come la gestione ambientale
     © pittawut - shutterstock.com

                                                                                                                                         possa avere ripercussioni e conseguenze anche
                                                                                                                                         dal punto di vista della sanità pubblica.

                                                                                                                                         SV: Lei ha citato Madrid e la questione della
                                                                                                                                         Spagna: esistono dei numeri anche per la
                                                                                                                                         leishmaniosi umana nel nostro Paese?
                                     Anche in Italia i lagomorfi selvatici (lepre, coniglio e minilepre, che circolano sia all’interno
                                                                                                                                         EF: È difficile rispondere con precisione a que-
                                     delle aree verdi urbane e periurbane che nelle campagne circostanti) rappresentano un
                                     validissimo serbatoio per Leishmania infantum: solo in Piemonte, dove la leishmaniosi è             sta domanda. Madrid ci ha insegnato molto:
                                     diventata endemica negli ultimi 20 anni, quasi il 30% delle minilepri è risultato positivo.         in Spagna, proprio a Madrid, esiste una delle
                                                                                                                                         migliori scuole di studio, di lavoro e di ricerca
                                                                                                                                         sulla leishmaniosi eppure, nonostante fosse già
                                                                             malattia poiché permettono di avere sia i vettori           stata osservata dapprima una recrudescenza
                                                                             (i flebotomi) che il serbatoio, ovvero il cane, i           della patologia nel cane e successivamente un
                                                                             canidi selvatici e i lagomorfi. Bisogna, pertanto,          aumento della prevalenza negli esseri umani,
                                                                             smettere di pensare esclusivamente al cane, co-             sono stati necessari diversi anni per capire cosa
                                                                             me unico serbatoio urbano, e ai canidi selvatici            fosse successo realmente. Nel nostro Paese è
                                                                             come i soli attori per quel che riguarda il ciclo           tutto più complesso, non siamo così ben orga-
                                                                             silvestre della leishmaniosi, ma iniziare a ra-             nizzati, ma si stima che anche in Italia si ve-
                                                                             gionare in maniera molto più ampia.                         rifichino mediamente intorno ai 150 casi di
                                                                             Non che questa nuova consapevolezza debba                   leishmaniosi umana all’anno. Un dato appros-
                                                                             portare a sottovalutare l’importanza dei canidi             simativo, certamente, forse sottostimato. Re-
                                                                             selvatici, ma solo ridimensionarla: il lupo ha              centemente abbiamo condotto un’inchiesta qui
                                                                             mostrato prevalenze di infezione molto alte,                in Piemonte, analizzando tutte le schede di di-
                                                                             ma rimane una specie di scarso interesse dal                missione dei pazienti, e abbiamo verificato che
                                                                             punto di vista epidemiologico poiché le popo-               solo nella nostra Regione i casi umani accertati
                                                                             lazioni sono in numero molto ridotto; la volpe,             ammonterebbero almeno a una settantina, con
                                                                             al contrario, è molto più importante (e non va              un trend in aumento. Pertanto, mi riesce dif-
                                                                             sottovalutata!) sia per la densità sul territorio           ficile credere che in Piemonte sia concentrata
                                                                             che per la sua vicinanza alle aree antropizzate,            quasi la metà del totale dei casi “nazionali”…
                                                                             agli animali da compagnia e agli esseri umani.              vorrebbe dire che siamo davvero sfortunati!
                                                                             Esistono, poi, molte altre specie selvatiche e
                                                                             domestiche che via via sono risultate positive              SV: Quali insegnamenti possiamo trarre da
                                                                             per L. infantum nei diversi lavori pubblicati               queste esperienze?
                                                                             negli ultimi anni, ma possiamo considerare,                 EF: Sempre di più ci stiamo rendendo conto di
                                                                             per il momento, come marginale il loro ruolo                come le patologie trasmesse da vettori siano
                                                                             “strategico” su questo ampio scacchiere.                    un problema di sanità pubblica e, soprattutto
                                                                                                                                         per la leishmaniosi, si conferma come il ruolo
                                                                             SV: Quindi, adesso sappiamo che i lagomorfi                 del veterinario debba essere visto come parte
                                                                             potrebbero essere quel tassello del “puzzle                 integrante del concetto di One Health. Il vete-
                                                                             epidemiologico” che ancora mancava. Con-                    rinario che in ambulatorio indica le corrette
                                                                             siderando, dunque, l’importanza dei lagomorfi               misure di profilassi e prevenzione della leish-
                                                                             come serbatoio sul territorio, come si giusti-              maniosi sta compiendo un’attività che non è
                                                                             fica l’esplosione della leishmaniosi proprio                solo clinica, ma anche di sanità pubblica. È un
                                                                             in quella precisa località della Spagna?                    chiaro esempio del fatto che esiste una sola
                                                                             EF: C’è voluto un po’ per capirlo, ma alla fine             Medicina veterinaria, e non la clinica da un
                                                                             si è giunti alla conclusione che il motivo risie-           lato e la sanità pubblica dall’altro. Se vogliamo,
                                                                             deva nel fatto che Fuenlabrada era una citta-               potremmo aggiungere che dovrebbe essere al-

                                     10      Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
CONTRO FILARIOSI
                                                                       & LEISHMANIOSI

                                           È il momento di combattere
                                                  anche il vettore

                                                  Scegli DOUBLE DEFENSE con Vectra® 3D
                                                       per una protezione migliore

                                                                      Il più ampio spettro in una pipetta unica

                                                                        Pulci      Pulci Immature   Zecche   Flebotomi   Zanzare     Mosche

Per ulteriori informazioni consultare il foglietto illustrativo su www.prontuarioveterinario.it

Ceva Salute Animale S.p.A. - Viale Colleoni 15 - 20864 Agrate Brianza (MB) - Tel. 039.6559442 - e-mail: marketing.italy@ceva.com - www.ceva-italia.it
ààààààà                                                                                                     Sfide parassitologiche del terzo millennio

                                      © alexei_tm - shutterstock.com

                                                                       Nelle aree endemiche e nei cani a rischio la strategia per la prevenzione della leishmaniosi prevede la
                                                                       vaccinazione abbinata ad antiparassitari con effetto antifeeding.

                                                                       zato il livello di attenzione e sorveglianza an-      tezione del singolo animale, ma anche come
                                                                       che dal punto di vista medico nei confronti           un ulteriore strumento atto a ridurre l’infettività
                                                                       delle malattie parassitarie: per noi veterinari       da parte dei cani contagiati verso i flebotomi.
                                                                       la parassitologia è parte integrante del percorso     Il vaccino non protegge dall’infezione, bensì
                                                                       di formazione, una materia fondamentale che           previene lo sviluppo della malattia: questo con-
                                                                       nella professione si traduce in una sfida quo-        cetto, valido per tutti i vaccini in generale, è
                                                                       tidiana; per altri questo non è così assodato.        ancor più vero nei confronti di malattie paras-
                                                                                                                             sitarie come la leishmaniosi o la malaria, che
                                                                       SV: Ci sono novità per quanto concerne la             hanno fatto della capacità di celarsi all’interno
                                                                       prevenzione della leishmaniosi?                       dell’ospite il loro punto di forza.
                                                                       EF: Per quel che riguarda la prevenzione si           Bisogna pensare che, ormai, nelle aree ende-
                                                                       conferma sempre di più il ruolo fondamentale          miche l’infezione da Leishmania infantum è
                                                                       dei piretroidi, sia per la loro azione antifeeding,   molto frequente e gli strumenti che andiamo
                                                                       volta a proteggere il cane evitando che il vet-       a utilizzare devono portare, prima di tutto, a
                                                                       tore punga l’animale e trasmetta dunque l’in-         ridurre sensibilmente il rischio di infezione at-
                                                                       fezione, che per l’effetto knock down, ovvero         traverso il già citato effetto antifeeding, la pri-
                                                                       quello di portare a morte i flebotomi che, non-       ma e più importante linea di difesa, ma qualora
                                                                       ostante la “repellenza”, siano riusciti a compiere    il pasto di sangue, e quindi la trasmissione del
                                                                       comunque il pasto di sangue. Questo è fonda-          patogeno, fosse avvenuto nonostante la “bar-
                                                                       mentale anche per la salute umana perché è            riera” creata dall’antiparassitario, è necessario
                                                                       stato anche dimostrato che il trattare i cani con     fornire una protezione in più affinché non si
                                                                       piretroidi comporta anche una riduzione molto         sviluppi la malattia. Questo è ampiamente stres-
                                                                       significativa anche del rischio di trasmissione       sato nelle varie linee guida che vengono fornite
                                                                       di leishmaniosi all’uomo.                             dai vari gruppi di studio sull’argomento e dal-
                                                                       L’importanza della leishmaniosi e l’attenzione        l’Esccap (European scientific counsel companion
                                                                       verso questa patologia è confermata anche dal-        animal parasites). Pertanto, ricapitolando ve-
                                                                       la recente uscita nel nostro Paese, e già un an-      locemente, nelle aree endemiche e nei cani a
                                                                       no fa in Spagna, di un nuovo vaccino che si           rischio la vaccinazione abbinata ad antiparas-
                                                                       va ad aggiungere, nell’arsenale del medico ve-        sitari con effetto antifeeding è la strategia da
                                                                       terinario, a quello registrato e commercializzato     portare avanti.
                                                                       alcuni anni fa e ormai di largo utilizzo. La
                                                                       leishmaniosi è una delle poche malattie tra-          SV: Siamo soliti pensare a Phlebotomus per-
                                                                       smesse da vettore per le quali sia disponibile        niciosus come vettore della leishmaniosi: esi-
                                                                       un presidio immunizzante e questo perché in           stono altre specie competenti e in grado di
                                                                       campo veterinario sulla leishmaniosi si è in-         trasmettere il patogeno?
                                                                       vestito davvero molto!                                EF: Assolutamente sì! In giro per il mondo esi-
                                                                       La vaccinazione va intesa non solo come pro-          stono numerose specie in grado di fungere da

      12   Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
ADVOCATE® È ATTIVO CONTRO:

                                                                           VUOI ESSERE CERTO
              PULCI                         LARVE DI PULCI
                                                                           DI PROTEGGERLO BENE
                                                                           E COSTANTEMENTE?
                                               SARCOPTES
           PIDOCCHI                              SCABIEI

                                                                                          PRENDILO
                                                                           AFINCUORE
    NOTOEDRES CATI                               ASCARIDI

 DIROFILARIA REPENS                          ANCYLOSTOMI

         OTODECTES                              DEMODEX
                                                                               DA PICCOLO.
    SPIROCERCA LUPI                            TRICHIURIDI

            UA R          D I A D E L TO R A
         AG                                              CE

                   ANGIOSTRONGYLUS

           CRENOSOMA                  DIROFILARIA
             VULPIS                      IMMITIS

                       MICROFILARIE

                                                                                                                                                          Materiale strettamente riservato ai Sigg. Medici Veterinari
INDICAZIONI PER CANI
CONFEZIONI DA 2 E 6 PIPETTE
Nel trattamento e prevenzione delle infestazioni da pulce
(Ctenocephalides felis), nel trattamento del pidocchio
masticatore del cane (Trichodectes canis), nel trattamento
dell’infestazione da acari dell’orecchio (Otodectes cynotis), della
rogna sarcoptica (sostenuta da Sarcoptes scabiei var. canis), della
demodicosi (sostenuta da Demodex canis), nella prevenzione
della dirofilariosi (stadi larvali L3 e L4 di Dirofilaria immitis),
nel trattamento delle microfilarie circolanti (Dirofilaria immitis),
nella prevenzione della dirofilariosi cutanea (stadi larvali L3 e L4
di Dirofilaria repens), nella riduzione delle microfilarie circolanti
(Dirofilaria repens), nella prevenzione dell’Angiostrongilosi (stadi
larvali L4 e adulti immaturi di Angiostrongylus vasorum), nel
trattamento di Angiostrongylus vasorum e Crenosoma vulpis,
nella prevenzione della spirocercosi (Spirocerca lupi) e nel
trattamento di infestazioni da nematodi gastrointestinali (stadi

                                                                                           A GUARDIA DEL TORACE
larvali L4, adulti immaturi e adulti di Toxacara canis, Ancylostoma
caninum e Uncinaria stenocephala, adulti di Toxascaris leonina e
Trichuris vulpis). Il prodotto può essere utilizzato come parte di
una strategia di trattamento per la dermatite allergica da pulci
(DAP). Controindicazioni: non utilizzare nei cuccioli sotto le 7
settimane d’età e in caso di ipersensibilità ai principi attivi o ad
uno qualsiasi degli eccipienti. Non utilizzare su gatti e furetti.

INDICAZIONI PER GATTI E FURETTI
CONFEZIONI DA 2 E 6 PIPETTE
Gatti che sono a rischio di infestazioni parassitarie miste o che ne       Advocate® è a guardia del torace perchè protegge dalla filariosi cardio
sono affetti. Nel trattamento e prevenzione delle infestazioni da
pulce (Ctenocephalides felis), nel trattamento delle infestazioni          polmonare (cane e gatto), protegge dalle strongilosi polmonari (cane),
da acari dell’orecchio (Otodectes cynotis), nel trattamento
della rogna notoedrica (notoedres cati), nella prevenzione della           è attivo nelle infestazioni di ascaridi, ancylostomi e trichiuridi (cane), è
dirofilariosi (stadi larvali L3 e L4 di Dirofilaria immitis) e nel
trattamento di infestazioni da nematodi gastro intestinali (stadi          efficace nelle infestazioni di ascaridi e ancylostomi (gatto). Protegge
larvali L4, adulti immaturi e adulti di Toxacara cati e Ancylostoma
tubaeforme). Il prodotto può essere utilizzato come parte di               dall’infestazione da pulci, è efficace nella otoacariasi, nella demodicosi
una strategia di trattamento per la dermatite allergica da pulci
(DAP). Furetti che sono a rischio di infestazioni parassitarie             (cane), nella rogna sarcoptica (cane), nella rogna notoedrica (gatto).
miste o che ne sono affetti: nel trattamento e prevenzione delle
infestazioni da pulce (Ctenocephalides felis) e nella prevenzione
                                                                           Protegge dalla infestazione da dirofilaria repens (cane), protegge dalla
della dirofilariosi (stadi larvali L3 e L4 di Dirofilaria immitis).
Controindicazioni: non utilizzare nei gattini sotto le 9 settimane
                                                                           spirocercosi (cane), Advocate® protegge... protegge... protegge...
d’età e in caso di ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi
degli eccipienti. Per i furetti: non usare Advocate® per gatti grandi
o Advocate® per cani.
ààààààà                                                                                                                  Sfide parassitologiche del terzo millennio

                                                                                                                                         SV: Ci può dare qualche dato sull’espansione
                                                                                                                                         della leishmaniosi in Italia?
                                                                                                                                         EF: La leishmaniosi nel nostro Paese è soggetta
                                                                                                                                         a una progressiva e perenne espansione stret-
                                                                                                                                         tamente legata a quella del vettore, che ci per-
                                                                                                                                         mette di comprendere come il mondo in cui vi-
                                                                                                                                         viamo sia in continua evoluzione e cambia-
                                                                                                                                         mento. Abbiamo dei dati certi risalenti alla fine
                                                                                                                                         degli anni ’60 che testimoniavano la cattura di
                                                                                                                                         flebotomi, e quindi la loro presenza, solamente
                                                                                                                                         in sud Italia e in Liguria. A partire dagli anni
                                                                                                                                         ’90 si sono registrate segnalazioni in aumento,
                                                                                                                                         partite inizialmente proprio qui dal nord. Già
                                                                                                                                         verso la fine di quel decennio e i primi anni del
                                                                                                                                         2000 sapevamo che i flebotomi erano ormai
                                                                                                                                         ampiamente diffusi in Piemonte e Val d’Aosta,
                                                                                                                                         con ben il 20% delle stazioni di cattura positive.
                                                                                                                                         Questi dati dimostravano come il vettore, e di
                                                                                                                                         conseguenza la patologia, si stessero diffon-
                                                                                                                                         dendo in tutto il nord della Penisola e lungo
     © JanWolanski.com - shutterstock.com

                                                                                                                                         l’appennino fino a San Marino. Oggi sappiamo
                                                                                                                                         che la leishmaniosi è endemica un po’ in tutto
                                                                                                                                         il Paese, ed è ormai presenza stabile, soprattutto
                                                                                                                                         nelle aree collinari e pedemontane, anche nelle
                                                                                                                                         Regioni del Nord Italia. Questa espansione è in-
                                                                                                                                         dubbiamente un effetto anche del cambiamento
                                                                                                                                         climatico che ha favorito la sopravvivenza del-
                                            Le razze canine originarie del bacino del Mediterraneo, come il Cirneco dell’Etna, sono      l’insetto vettore in aree prima impensabili.
                                            resilienti nei confronti della leishmaniosi, poiché si sono selezionate naturalmente anche
                                            per resistere alla malattia.                                                                 SV: Come influisce il cambiamento climatico,
                                                                                                                                         in questo caso l’aumento delle temperature,
                                                                                                                                         sulla sopravvivenza del flebotomo?
                                                                                 vettore per Leishmania spp. Nel nostro Paese            EF: Il ciclo biologico del flebotomo è molto lun-
                                                                                 Phlebotomus perniciosus è, indubbiamente, la            go. In laboratorio, quindi in condizioni ottimali
                                                                                 specie più importante poiché può essere ritro-          di umidità, temperatura e fotoperiodo, il tempo
                                                                                 vato indifferentemente sia in ambiente dome-            che intercorre tra la deposizione delle uova e
                                                                                 stico che peridomestico che selvatico. Questo           lo sfarfallamento dell’adulto è di circa due mesi,
                                                                                 pappatacio consente quindi lo svolgimento sia           il che vuol dire che in natura i tempi sono più
                                                                                 del ciclo urbano che di quello silvestre, ma nel        lunghi, circa tre mesi. Pertanto, possiamo dire
                                                                                 contempo permette anche la sovrapposizione              che fondamentalmente avremo un solo grande
                                                                                 dei due. Infatti grazie all’impiego della la bio-       ciclo all’anno al nord e due al sud. Quindi i fle-
                                                                                 logia molecolare abbiamo dimostrato come, in            botomi volanti che troveremo da fine maggio
                                                                                 molti casi, il ceppo presente nel cane si possa         in poi saranno quelli nati nell’anno precedente,
                                                                                 ritrovare anche nell’uomo, nelle volpi e nei la-        sopravvissuti all’inverno sotto forma di larve
                                                                                 gomorfi presenti all’interno della stessa area.         di 4° stadio in diapausa. L’inverno è considerato
                                                                                 Altra specie, la seconda per importanza, è Phle-        il momento critico per i flebotomi, e tanto più
                                                                                 botomus perfiliewi, un pappatacio distribuito           basse sono le temperature e più lunga la durata
                                                                                 sulla costa adriatica; a differenza di Ph. per-         del freddo, tanto maggiore è il tasso di mortalità
                                                                                 niciosus, Ph. perfiliewi è più legato all’ambiente      delle larve e, di conseguenza, minore il numero
                                                                                 antropizzato, tanto che oltre il 90% dei soggetti       di flebotomi che riescono a sopravvivere fino
                                                                                 catturati provengono da questo habitat, per             all’anno successivo. Negli ultimi 30 anni le tem-
                                                                                 questo è difficile reperirlo lontano dalle abita-       perature invernali qui al nord-ovest sono pro-
                                                                                 zioni: tale peculiarità impedisce al dittero di         gressivamente aumentate, di conseguenza ab-
                                                                                 giocare un ruolo nel ciclo silvestre.                   biamo osservato come sia aumentato anche il
                                                                                 Di minore importanza rispetto alle altre due            numero delle notti senza gelo, per la precisione
                                                                                 sono Ph. ariasi, un flebotomo caratteristico del        del 15%. Questo cambiamento influisce in ma-
                                                                                 sud della Francia, che in Italia è presente so-         niera positiva sulla sopravvivenza dei flebotomi
                                                                                 prattutto in Liguria e Piemonte; Ph. neglectus,         e, di conseguenza, sulla loro diffusione e su
                                                                                 di origine balcanica, che è invece presente per         quella deli patogeni che trasmettono.
                                                                                 lo più nel sud del Paese e, in misura molto li-
                                                                                 mitata e a spot, anche al nord; infine Ph. pap-         SV: Ci sono altri fattori, oltre al cambiamento
                                                                                 patasi, limitatamente alla Sicilia e con densità        climatico e ai selvatici, che influiscono sulla
                                                                                 di popolazione molto basse.                             diffusione della leishmaniosi?

                                            14      Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
àààààà
La leishmaniosi che... non ci aspettiamo

EF: Una cosa che molto spesso non calcoliamo         cino del Mediterraneo sono resilienti nei con-
è che, nel tempo, abbiamo cambiato l’ambien-         fronti della malattia, poiché si sono selezionate
te… Fuenlabrada ce lo insegna! Fino a 50 anni        naturalmente anche per essere in grado di re-
fa, il cane che conoscevamo era un soggetto          sistere alla malattia. La maggior parte dei cani
da lavoro, che viveva in fattoria o in cascina       che ospitiamo all’interno delle nostre case e
e non aveva altri consimili da infettare nei din-    delle nostre vite appartengono a razze di tipo
torni poiché, magari, la proprietà più vicina        “continentale”, e pertanto sono “estranee” a
era a non meno di 700-800 metri di distanza.         questo tipo di patogeno. Se avessimo solamente
Se consideriamo che la maggior parte dei fle-        Segugi delle Baleari o Cirnechi dell’Etna, ma-
botomi non si sposta più di 200 metri dal luogo      gari la leishmaniosi non sarebbe un così grande
ove ha compiuto il pasto di sangue, viene da         problema.
sé che la trasmissione da un soggetto all’altro
non era molto facile. Oggigiorno, se pensiamo        SV: Un tempo la puntura del flebotomo era
alle aree rurali o alla periferia di una qualunque   considerata l’unica modalità di trasmissione di
delle nostre città, il cane più vicino è a pochi     Leishmania infantum: è cambiato qualcosa?
metri, molto spesso dall’altra parte della recin-    EF: Il flebotomo era, e rimane ancora, la prin-
zione, mentre se si pensa a un qualunque quar-       cipale e più importante via di contagio. Ormai
tiere urbano, non è necessario il più delle volte    però è stato definitivamente accertato che esiste
andare oltre il proprio pianerottolo e nel raggio    sia possibilità di trasmissione per via verticale
di 100 metri ci sono decine e decine di cani,        che attraverso le trasfusioni. Non a caso nelle
per di più di razze che non sono selezionate         diverse linee guida relative al reclutamento del
per essere resilienti, ma che sono state “pro-       cane donatore di sangue, tra gli screening per
gettate” per altri contesti.                         le varie malattie infettive è indicata anche la
                                                     leishmaniosi. Sulla possibilità dell’esistenza di
SV: Esistono razze canine più o meno predi-          altri ectoparassiti competenti come vettori si
sposte a sviluppare la malattia?                     sono avvicendate nel tempo una serie di sug-
EF: È necessario ricordare che la leishmaniosi       gestioni e indicazioni, ma a oggi mancano dati
si è co-evoluta con i flebotomi ma anche con         chiari ed esaustivi, pertanto al momento è bene
i suoi ospiti. Le razze di cani originarie del ba-   considerare come modalità di trasmissione so-

                                                                    Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018   15
ààààààà                                                                                                                         Sfide parassitologiche del terzo millennio

                                      © Luis Fernández García - Own work, CC BY-SA 4.0

                                                                                         Una corretta profilassi antiparassitaria deve tener conto del calendario, della “latitudine” e dei cambiamenti
                                                                                         climatici: in Sicilia, ad esempio, in passato le prime catture di flebotomi si registravano nel mese di maggio
                                                                                         mentre oggi, nell’area di Palermo, troviamo i vettori già in aprile.

                                                                                         lamente il flebotomo e, in misura minore, la             geni del patogeno e precipitano sotto forma
                                                                                         via verticale e la trasfusione.                          di immunocomplessi che si depositano soprat-
                                                                                                                                                  tutto a livello glomerulare, causando insuffi-
                                                                                         SV: Giusto per avere un’idea, attribuendo al             cienza renale.
                                                                                         flebotomo un valore pari a 10 come impor-
                                                                                         tanza per la trasmissione della patologia,               SV: Quale consiglio pratico potremmo dare
                                                                                         quanto potremmo attribuire, così a braccio,              per massimizzare l’efficacia della profilassi?
                                                                                         alle altre due vie?                                      EF: Non esiste un piano di profilassi unico e
                                                                                         EF: Direi al massimo 1. Il rischio esiste e ne           universalmente valido. Abbiamo a disposizione
                                                                                         va sicuramente tenuto conto, soprattutto in              diverse possibilità ed è necessario far passare
                                                                                         alcuni contesti. In nord America si sono veri-           il messaggio che il veterinario è l’unico che
                                                                                         ficati decine di casi di contagio per via verti-         abbia le conoscenze e gli strumenti per fare
                                                                                         cale all’interno di canili, ma non è ben chiaro          una prevenzione adeguata e mirata. Il rischio
                                                                                         cosa sia successo. I dati ci dicono che, qui da          deve essere valutato in funzione della stagione
                                                                                         noi, la stragrande maggioranza del rischio è             e dell’areale interessato, dello stile di vita del-
                                                                                         ancora e sempre legata alla trasmissione at-             l’animale o di eventuali viaggi da o verso zone
                                                                                         traverso il vettore, ragione per cui la profilassi       a rischio.
                                                                                         contro la puntura dei flebotomi rimane il mi-            La vaccinazione contro la leishmaniosi è un
                                                                                         gliore meccanismo di difesa, ma non l’unico.             validissimo strumento, ma ricordiamo che non
                                                                                         È per questo che la leishmaniosi va combattuta           si tratta di un vaccino core, almeno secondo
                                                                                         su due fronti, puntando molto sull’effetto an-           le attuali linee guida Wsava, e pertanto l’op-
                                                                                         tifeeding degli antiparassitari e aumentando             portunità di eseguire l’intervento va attenta-
                                                                                         la risposta cellulo-mediata attraverso la vac-           mente valutata: di sicuro in un’area endemica
                                                                                         cinazione. Non dimentichiamo che leishma-                non me lo farei mancare, ma deve sempre es-
                                                                                         niosi è una patologia particolare poiché il pa-          sere il veterinario a valutare se quel determi-
                                                                                         ziente non muore per i danni causati diretta-            nato soggetto sia un buon candidato o meno
                                                                                         mente del parassita, bensì si “suicida” con la           per la profilassi immunizzante. Credo di aver
                                                                                         produzione di immunocomplessi. Il cane che               sottolineato più di una volta, durante questa
                                                                                         si ammala è quello che risponde con un alto              intervista, l’importanza dell’utilizzo di antipa-
                                                                                         titolo anticorpale, ciò che succede, poi, è ormai        rassitari con azione antifeeding: bisogna fare
                                                                                         ben noto: gli anticorpi si legano con gli anti-          molta attenzione a utilizzarli in maniera cor-

      16   Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
àààààà
La leishmaniosi che... non ci aspettiamo

retta, sensibilizzando il proprietario e facendo     zona per zona da chi lavora direttamente sul
capire l’importanza del rispetto dei tempi e         campo.
delle modalità. Capita spesso che, ad esempio,
lo spot-on venga erroneamente applicato sul          SV: Quali sorprese attenderci dalla leishma-
pelo invece che direttamente sulla cute, oppure      niosi, dalla sua prevenzione e terapia, in un
che ne rimanga una parte all’interno della fia-      futuro non troppo lontano?
letta o ancora che, per dimenticanza, si allun-      EF: Dal punto di vista epidemiologico mi aspet-
ghino i tempi tra una somministrazione e l’al-       to, purtroppo, un aumento dell’espansione della
tra; allo stesso modo, un collare che abbia una      malattia, anche per il coinvolgimento di specie
durata d’azione ben precisa non può essere so-       selvatiche e per l’aumento nella distribuzione
stituito “quando capita”… tutti errori banali,       del vettore, e un consolidamento delle zone già
ma all’ordine del giorno per chi si confronta        raggiunte o endemiche: anche nel continente
con la realtà quotidiana; errori sufficienti a va-   le cose stanno cambiando velocemente e sono
nificare l’efficacia dei prodotti ed esporre così    già stati segnalati focolai di leishmaniosi in
l’animale al contagio.                               Austria, nella Valle del Reno, nel centro e nel
Una corretta profilassi antiparassitaria deve        nord della Francia, aree geografiche nelle quali
poi tener conto del calendario, della “latitudine”   la malattia non era mai stata presente prima
e dei cambiamenti climatici: in Sicilia, ad esem-    d’ora.
pio, in passato le prime catture di flebotomi si     Per quel che riguarda gli strumenti a disposi-
registravano nel mese di maggio mentre oggi,         zione, direi che potremmo attenderci l’ulteriore
nell’area di Palermo, troviamo i vettori già in      sviluppo di vaccini. Infine, dal punto di vista
aprile. Volendo dare un’indicazione di massima,      scientifico, auspicherei una migliore conoscen-
possiamo considerare che al sud la stagione          za della patogenesi della malattia e dei suoi
della profilassi dovrebbe iniziare intorno ad        meccanismi immunitari, perché credo che ci
aprile-maggio e concludersi non prima di fine        sia ancora molto da scoprire: tante risorse sono
ottobre/novembre, mentre al nord gli estremi         già state investite ma è necessario fare ancora
potrebbero essere maggio e inizio ottobre. Vista     di più al fine di capire meglio come intervenire
la variabilità geografica che caratterizza il no-    per aiutare il cane e, indirettamente, anche l’uo-
stro Paese, la situazione deve essere valutata       mo e la salute pubblica.

                                                                    Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018   17
ààààààà                                                                          Sfide parassitologiche del terzo millennio

                                                           Nuovi dati su nematodi
                                                               vecchi e riscoperti
                                       N
                                                    egli ultimi anni è cresciuta in ma-            dati che hanno recentemente colmato diverse
                                                    niera esponenziale l’attenzione verso          lacune e hanno permesso di aprire gli occhi su
                                                    alcuni nematodi cardio-respiratori             molte problematiche che un tempo sfuggivano
                                                    del cane e del gatto, alcuni dei quali,        alla nostra attenzione. Una gran parte dell’in-
                                                    come Dirofilaria immitis e Aeluro-             teresse è rivolta, oggi, ai nematodi extra-inte-
                                        strongylus abstrusus, conosciuti già da tempo,             stinali, ma alcuni studi epidemiologici condotti
                                        altri, come Angiostrongylus vasorum o Capil-               nel nostro Paese (e non solo!) hanno confer-
                                        laria spp., fino a poco tempo fa poco conside-             mato che i nematodi intestinali del cane e del
                                        rati e sottovalutati, e altri più recentemente ri-         gatto continuano a rappresentare un rischio
                                        scoperti, come Troglostrongylus brevior. Questi            importante per la salute animale e, in alcuni
                                        parassiti sono recentemente saliti agli onori              casi, pubblica.
                                        della cronaca per l’aumento delle descrizioni
                                        di casi clinici e per un senso generale di preoc-          SV: Ci può dire di più riguardo a questi studi
                                        cupazione per il loro potenziale patogeno. Per             epidemiologici sui parassiti dell’apparato di-
                                        approfondire l’argomento e per avere qualche               gerente e delle loro ripercussioni sulla salute
                                        dettaglio in più abbiamo incontrato il prof. Do-           pubblica e animale?
                                        nato Traversa (DVM, PhD, DipEVPC, EBVS®                    DT: In numerose zone del mondo, Italia inclusa,
                                        European Veterinary Specialist in Parasitology),           sono stati condotti lavori di epidemiologia mi-
                                        docente di Parassitologia e Malattie parassitarie          rati a valutare sia la contaminazione ambien-
                                        degli animali presso la Facoltà di Medicina Ve-            tale in aree urbane (parchi cittadini, strade,
                                        terinaria di Teramo.                                       ecc.) frequentate da animali di proprietà - in
                                                                                                   particolare cani - nonché da cani e gatti ran-
                                                                                                   dagi o di colonia, sia la presenza dei parassiti
                                                                                                   nelle popolazioni canine e feline. Gli studi con-
                                                                                                   dotti nelle aree pubbliche hanno evidenziato
                                                                                                   un dato in buona parte atteso, ovvero che la
                                                                                                   contaminazione da parassiti intestinali del cane
                                                                                                   e del gatto è piuttosto elevata in ambiente ur-
                                                                                                   bano e periurbano. Ad esempio, le femmine
                                                                                                   dei nematodi, in particolare degli ascaridi, sono
                                                                                                   molto prolifiche, per cui basta che anche un
                                                                                                   solo cucciolo parassitato defechi in un parco
                                                                                                   senza che il proprietario rimuova le feci affin-
                                                                                                   ché migliaia di uova contaminino il suolo pub-
                                                                                                   blico rimanendovi vive e vitali per anni. Le uo-
                                                                                                   va non sono immediatamente infestanti in
                                         © C. Papeschi

                                                                                                   quanto richiedono un periodo minimo di 2 set-
                                                                                                   timane per maturare (quindi le feci appena
                                                                                                   emesse non rappresentano una fonte di infe-
                                        Il prof. Donato Traversa (DVM, PhD, DipEVPC, EBVS®         stazione) ma, superato questo lasso di tempo,
                                        European Veterinary Specialist in Parasitology), docente   rappresentano una potenziale fonte di infesta-
                                        di Parassitologia e Malattie parassitarie degli animali    zione per altri animali e per l’uomo, soprattutto
                                        presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Teramo.       per i bambini che sono soliti giocare con la ter-
                                                                                                   ra e portare le mani alla bocca senza averle
                                        La Settimana Veterinaria: Quali sono le ac-                prima lavate. Pertanto, vanno sensibilizzati i
                                        quisizioni più recenti in parassitologia per               proprietari di animali da compagnia cercando
                                        quel che riguarda i nematodi?                              di migliorare il senso civico di quelli un po’
                                        Donato Traversa: Negli ultimi anni si sono ac-             “maleducati” che sono soliti contravvenire al-
                                        cesi i riflettori su numerosi endoparassiti un             l’obbligo di raccolta delle feci del proprio cane.
                                        tempo negletti e, probabilmente, ancora molti              Inoltre, bisogna considerare che molte persone
                                        dovranno essere scoperti o, meglio, riscoperti.            possiedono pet parassitati senza esserne con-
                                        Grazie alla ricerca scientifica e alla pratica cli-        sapevoli, perché “dimenticano” le visite e gli
                                        nica, due mondi complementari che hanno bi-                esami delle feci di routine. In questo contesto
                                        sogno l’uno dell’altro, sono emersi numerosi               è fondamentale anche il ruolo del medico ve-

      18   Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
terinario, che deve conoscere bene biologia ed epidemiologia
dei parassiti intestinali degli animali da compagnia, far eseguire
frequentemente controlli di routine e usare gli antiparassitari
razionalmente e lasciando da parte consuetudini o tradizioni
spesso desuete o infondate.
I parassiti di maggiore interesse in questo ambito, soprattutto
per il loro potenziale zoonosico, sono gli ascaridi Toxocara canis
e Toxocara cati, che tra l’altro sono i nematodi intestinali più
comuni e diffusi nei pet. Qualora un essere umano ingerisca
accidentalmente uova larvate di questi parassiti potrebbe subire
le conseguenze della cosiddetta “sindrome della larva migrans”,
patologia spesso sottovalutata di cui esistono diverse forme tra
cui le più note sono la viscerale e l’oculare. Tra i nematodi in-
testinali, anche gli ancilostomi del cane hanno interesse per la
salute pubblica. L’infestazione dell’uomo da parte delle larve
di Ancylostoma caninum presenti in ambiente (ad esempio, ter-
reno contaminato) può esitare in lesioni cutanee limitate e lo-
calizzate mentre altre specie, presenti soprattutto nell’emisfero
meridionale, come Ancylostoma braziliense, causano la “sin-
drome della larva migrans cutanea”.

SV: A proposito di elminti, ci aiuti a sfatare un luogo comune
che, spesso, mette in imbarazzo i veterinari: quando in un
bambino viene diagnosticata un’infestazione da ossiuridi,
spesso i genitori accusano il cane o il gatto di casa e si ri-
volgono al veterinario lamentandosi… cosa ci può dire in me-
rito?
DT: In realtà il cane o il gatto non sono infestati da ossiuridi,
parassiti specie-specifici che invece possono essere ritrovati in
altri animali domestici quali il cavallo, il coniglio o alcuni che-
loni. Infatti, l’ossiuride che infesta l’uomo è anch’esso specie-
specifico e si chiama Enterobius vermicularis, un nematode che
si trasmette facilmente nelle collettività attraverso superfici o
ambienti contaminati o, spesso, da un bambino all’altro. Il ve-
terinario, per non essere colto impreparato e somministrare
trattamenti antiparassitari inutili agli animali di casa, dovrebbe
essere ben informato sulla biologia degli ossiuridi, mentre, per
quel che riguarda i proprietari, è importante una maggiore in-
formazione (o una minore disinformazione!), evitando leggende
metropolitane o pareri di figure professionali non esperte di
parassitologia veterinaria.

SV: Affrontiamo il problema dei nematodi cardio-polmonari,
argomento di grande “moda” in questo momento. Quali no-
vità?
DT: Molte novità di rilievo sono relative all’epidemiologia di
alcune di queste patologie, che mostrano un denominatore co-
mune, ovvero un’apparente espansione geografica e l’aumento
numerico dei casi diagnosticati in numerose regioni. Cane e
gatto sono due capitoli a sé stanti quantunque presentino diversi
punti in comune. I parassiti maggiormente sotto i riflettori in
questo momento sono Dirofilaria immitis, un evergreen per il
quale non bisogna mai abbassare la guardia sia nel cane sia
nel gatto, Angiostrongylus vasorum nel cane, mentre nel gatto
grande “successo” stanno riscuotendo Aelurostrongylus abstrusus
e Troglostrongylus brevior, senza dimenticare le infestazioni re-
spiratorie da Capillaria in entrambe le specie.

SV: Entriamo dunque nel dettaglio: di Dirofilaria immitis si
parla ormai da decenni… quali sono, dunque, le novità per
quel che riguarda questo parassita?
DT: Dirofilaria immitis è un parassita con il quale ci confron-
tiamo costantemente da anni e lo conosciamo, quindi, molto

                                                                      Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018   19
Puoi anche leggere