LA SETTIMANA o Sfide parassitologiche del terzo millennio - Periodici PVI
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LA SETTIMANA VETERINARIA ISSN 1825-3253 SETTIMANALE D’INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER IL VETERINARIO 23 maggio 2018 • n. 1051 Poste Italiane Spa - Spediz. in abbon. postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Brescia - In caso di mancato recapito ritornare al mittente che si impegna a pagare la corrispondente tassa DCB - Brescia Sfide parassitologiche Supplemento del terzo millennio
àààààà Sfide parassitologiche del terzo millennio Sommario EDIZIONI VETERINARIE E AGROZOOTECNICHE Via Medardo Rosso, 11 - 20159 Milano Tel. 02 608 52 300 r.a.; fax 02 668 28 66 4 EDITORIALE Cosa c’è di nuovo nella parassitologia ■ Direttore responsabile: Gabriele Lanzarotti del ventunesimo secolo? Cristiano Papeschi e Linda Sartini ■ Redazione (e-mail: settimana@pointvet.it): Maria Rosa Cama (Tel. 02 60 85 23 41, e-mail: rosicama@pointvet.it) Monica Vajna de Pava (Tel. 02 60 85 23 29, e-mail: monica.vajna@pointvet.it) 6 Le zecche nel terzo millennio: ■ A cura di Cristiano Papeschi e Linda Sartini sempre di più interfaccia per i patogeni dal mondo ■ Grafica: Roberta Covani silvestre a quello urbano ■ Pubblicità (Tel. 02 60 85 23 20) e-mail: marketing@pointvet.it: Riccardo Cini (responsabile) ■ Assistente pubblicità (Tel. 02 60 85 23 20) e-mail: marketing@pointvet.it: Lucia Medas (annunci economici) Abbonamenti La leishmaniosi ■ 8 che… non ci aspettiamo Gestione e rinnovo abbonamenti: Donatella Sgaria - Tel. 02 60 85 23 32 e-mail: abbonamenti@pointvet.it Registrazione Tribunale di Milano n. 541 del 27/11/1993 Iscrizione al R.O.C. n. 3276 del 30/11/2001 Stampa: Castelli Bolis Poligrafiche SpA Cenate Sotto (Bg) Nuovi dati su 18 nematodi vecchi e riscoperti Questa rivista le è stata inviata tramite abbonamento. L’informativa sul trattamento dei dati personali è consultabile sul sito www.pointvet.it Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018 3
ààààààà Editoriale Cosa c’è di nuovo nella parassitologia del ventunesimo secolo? L a Medicina veterinaria è da sempre successo della leishmaniosi e della filariosi car- molto attenta al vasto campo della dio-polmonare, o la potenziale diffusione di parassitologia, una materia che ac- patologie di natura infettiva strettamente legate compagna il professionista a partire alla facilità di trasmissione attraverso le zecche dal corso di studi, nell’ambito di di- che possono parassitare animali selvatici e do- verse discipline quali la parassitologia stessa mestici. e le malattie parassitarie, l’anatomia patologica, Queste nuove sfide eziologiche ed epidemio- la clinica medica e chirurgica nonché l’ispe- logiche hanno sottolineato l’importanza di una zione degli alimenti di origine animale. conoscenza sempre più approfondita del pro- I parassiti degli animali domestici esistono da blema e l’esigenza della messa a punto di nuo- quando i loro ospiti sono comparsi sul nostro ve tecniche diagnostiche (o la riscoperta di al- Pianeta e si sono evoluti di pari passo, in un cune di esse!), nonché dello studio e della re- rapporto precario caratterizzato da un equilibrio gistrazione di nuove molecole e la commercia- instabile, tra necessità del parassita stesso, il lizzazione di prodotti efficaci per la profilassi cui fine è primariamente quello di sopravvivere, e la terapia. riprodursi e diffondersi, e risposta dell’ospite; Ultima, non certo per importanza, è la necessità un equilibrio che spesso si rompe scatenando di comprensione del potenziale zoonosico di la patologia, alterando lo stato di salute del- alcune parassitosi un tempo sottovalutate da l’animale e, in alcuni casi, provocandone la questo punto di vista, ma importanti per la sa- morte. lute pubblica, come alcuni eventi recenti hanno La parassitologia è una materia in continua ribadito. La parassitologia dimostra, oggi più evoluzione per la quale, negli ultimi decenni, che mai, come il ruolo del veterinario del ven- abbiamo assistito a numerosi cambiamenti di tunesimo secolo non possa più essere limitato ordine epidemiologico ma anche per quanto semplicemente alla cura e al benessere degli riguarda le eziologie, poiché sono comparsi (o animali, ma debba essere contestualizzato in ri-comparsi!) diversi agenti patogeni un tempo una più ampia visione di “One Health” e di sal- poco conosciuti o sottovalutati, attualmente vaguardia della salute pubblica. oggetto di studi e ricerche per approfondirne Attraverso gli studi più recenti e le nuove ac- gli aspetti ancora poco noti, nel tentativo di quisizioni, la parassitologia sta fornendo nu- elaborare piani di profilassi e strategie tera- merose risposte a quesiti un tempo irrisolti e peutiche sempre più efficaci. soluzioni per le sfide del nuovo millennio: per Questi “sconvolgimenti”, che si sono verificati approfondire l’argomento abbiamo incontrato sulla “scacchiera” della parassitologia, sem- due esperti del settore che, con il loro lavoro brano strettamente legati, almeno per i paras- e il costante impegno profuso nella compren- siti di maggiore attualità, a numerose cause, sione della “minaccia parassiti”, ci hanno sve- tra le quali spiccano per importanza i cambia- lato alcuni aspetti che non si trovano sui libri menti climatici e ambientali, la diffusione di di testo. alcune specie selvatiche e il loro avvicinamen- Il prof. Ezio Ferroglio e il prof. Donato Traversa to alle aree antropizzate, come si è potuto os- ci accompagnano dunque in un percorso che servare per quel che riguarda l’esponenziale ci aiuterà a capire e a guardare con “occhio aumento delle diagnosi di angiostrongilosi del clinico” i cambiamenti di cui siamo testimoni cane, o di aelurostrongilosi e troglostrongilosi da diversi anni, mettendo a nostra disposizione del gatto. la loro esperienza per raggiungere un maggior Di pari passo, la diffusione e l’espansione di grado di comprensione di alcune problematiche alcune malattie parassitarie sembrano essere che promettono di entrare a far parte, sempre favorite anche dall’introduzione di nuovi ospiti di più, della nostra quotidianità. e vettori e della loro capacità di attecchimento sul nostro territorio, è il caso ad esempio del Cristiano Papeschi e Linda Sartini 4 Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
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ààààààà Sfide parassitologiche del terzo millennio Le zecche nel terzo millennio: sempre di più interfaccia per i patogeni dal mondo silvestre a quello urbano Q uello delle zecche non è certo un principali sono sicuramente l’aumento delle problema nuovo, mentre nuove so- temperature, le modificazioni dell’ambiente, la no alcune acquisizioni che riguar- movimentazione di uomini e animali nonché dano l’epidemiologia di questo ec- l’incremento numerico delle popolazioni sel- toparassita nonché le patologie che vatiche e sinantrope. Da queste considerazioni è in grado di trasmettere. Un recente studio, preliminari è nato il desiderio di capire quale nato dalla collaborazione tra l’Università di sia realmente la situazione attuale, ma anche Torino e quella di Napoli e in attesa di pubbli- di portare avanti una sorveglianza attiva. cazione su una prestigiosa rivista internazio- nale, è stato nel frattempo pubblicato in sintesi SV: Come è stata condotta la ricerca? su Summa Animali da Compagnia1. In attesa EF: È stato condotto uno studio multicentrico di poter leggere la versione integrale, abbiamo su scala nazionale, della durata di un anno e chiesto al prof. Ferroglio, che ha preso parte mezzo, che ha utilizzato il cane di proprietà al progetto di ricerca, di darci qualche ante- come specie sentinella. Sono state coinvolte prima sui risultati ottenuti. 153 strutture veterinarie all’interno delle quali sono stati esaminati più di 3.000 cani prove- nienti da 64 Province in 17 Regioni, circa l’85% del territorio nazionale. SV: Possiamo fornire qualche dettaglio sui risultati? EF: Certamente! Li riassumerò in maniera te- legrafica attraverso i numeri: più del 45% dei cani esaminati risultava infestato da zecche, di cui ne sono stati raccolti oltre 2.500 esem- plari appartenenti a 14 specie differenti. SV: Quali sono state le specie di zecca mag- giormente rappresentate? EF: Il dato è abbastanza chiaro: circa il 98% delle zecche raccolte apparteneva a tre sole specie. Per due terzi si trattava di Ripicephalus sanguineus (zecca dei canili), il 30% circa era Ixodes ricinus (zecca dei boschi) e poco più del 5% Ixodes exagonus (zecca dei ricci). I. ricinus è stata un po’ una sorpresa: previsioni del pas- sato suggerivano una sua possibile scomparsa, Il prof. Ezio Ferroglio, Phd dipl. Evpc, Dipl. Ecvph Dipartimento di Scienze veterinarie, Università degli o per lo meno riduzione, come conseguenza studi di Torino. del cambiamento climatico, e invece abbiamo accertato che questa zecca è viva, vegeta e ab- bondante. La Settimana Veterinaria: Per quale motivo si è sentita l’esigenza di condurre questo stu- SV: Quali altri dati emergono dallo studio? dio? EF: I dati estrapolati sono veramente tanti, ma Ezio Ferroglio: Da tempo stiamo osservando non voglio togliervi tutta la sorpresa. Posso dei cambiamenti nella distribuzione spaziale però anticipare che è stato molto interessante delle zecche e nella prevalenza e nell’incidenza osservare la dinamica stagionale, che conferma delle TBD (tick-borne diseases). Questi muta- quanto già si sapeva: una maggiore frequenza menti sono dovuti a diversi fattori, tra cui i è stata riscontrata nei mesi primaverili, ma il 6 Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
àààààà dato più importante è che sono state raccolte altro dettaglio emerso dallo studio cui abbiamo zecche nell’arco di tutto l’anno, compresi i mesi già accennato. Ai proprietari dei cani inclusi invernali, fatta eccezione - ma limitatamente nel campionamento, oltre al segnalamento e a al nord del Paese - per il solo mese di gennaio. un’anamnesi generale sulle condizioni di salute Questa osservazione ci dovrebbe far riflettere dell’animale, venivano richieste informazioni sulla necessità di prestare maggiore attenzione dettagliate sull’impiego dei prodotti antiparas- alla profilassi contro le zecche durante la pri- sitari. Il risultato è stato abbastanza sconcer- mavera e l’estate, ma di non abbassare la guar- tante. Per quanto la maggior parte dei cani esa- dia neanche durante l’inverno prolungando, minati fosse stato abitualmente sottoposto a ove possibile e necessario, soprattutto per quei trattamenti antiparassitari, utilizzando nella cani che frequentano prati, campagne e aree maggior parte dei casi formulazioni spot-on boschive, la somministrazione di antiparassitari (in oltre il 66% dei casi) e quindi prodotti per per tutto l’anno. Consideriamo anche il ruolo via orale e collari, come abbiamo già visto qua- della zecca come vettore di patogeni e il con- si la metà dei soggetti risultava comunque in- tatto sempre più stretto tra cane ed essere uma- festato. L’efficacia acaricida è risultata essere no: il problema diventa, dunque, anche di sa- del 90% per i prodotti con formulazione orale, nità pubblica. del 70% per i collari, mentre gli spot-on arri- vavano a malapena al 54% circa. Allora ci sia- SV: C’è qualche novità sulle TBD? mo chiesti quale fosse il motivo di questo fe- EF: Ci sono novità per quel che riguarda il ri- nomeno, vista l’elevatissima efficacia degli scontro di una grande prevalenza di zecche spot-on e di alcuni collari documentata da nu- positive per diverse specie di Babesia. Uno stu- merosi studi di grande attendibilità. Il risultato dio da noi condotto in Piemonte, per il quale è stato che poco più della metà dei proprietari sono state catturate moltissime zecche in am- applicano la “pipetta” in maniera corretta d biente silvestre, ha dimostrato che in alcune utilizzano a dovere i collari, mentre maggiore aree era possibile avere fino al 20% di positività attenzione viene posta nella somministrazione per Babesia venatorum, tipica delle specie sel- dei prodotti orali. Questo dimostra come un vatiche ma con carattere zoonosico. Come se impiego non corretto di un presidio molto va- non bastasse, in zecche prelevate sui cani è lido possa vanificare l’intervento. stata riscontrata una prevalenza non indiffe- rente di Babesia capreolum, sempre tipica dei SV: Quale consiglio darebbe ai colleghi? selvatici, ma anche di Babesia vulpes, recen- EF: Indubbiamente quello di scegliere gli an- temente riclassificata e un tempo nota come tiparassitari con cura, in base al risultato che Theileria annae, caratteristica delle volpi, ma si vuole ottenere e al parassita che si vuole che in futuro potrebbe rappresentare un rischio combattere, senza però trascurare la “sensibi- anche per il cane e chissà quale altra specie. lità” e la compliance del proprietario. Poi direi Per queste babesie non abbiamo ancora dati anche di cercare di evitare che il proprietario relativi alla patogenicità. agisca in automedicazione. I veterinari dovreb- Sempre qui al nord abbiamo accertato la dif- bero cercare di imporsi in questo, e tornare ad fusione di altri patogeni trasmissibili da zecche essere un punto di riferimento anche per le e fino a poco tempo fa considerati diffusi so- profilassi sugli ectoparassiti. A lezione faccio lamente nel centro-sud, come Anaplasma ed sempre un esempio semplice ma efficace: di Ehrlichia. Giusto per non farci mancare niente, fronte a un cane con polmonite, nessun vete- abbiamo avuto recentemente, qui vicino alla rinario si sognerebbe di dire al proprietario, in Facoltà a Grugliasco, un focolaio di hepato- maniera generica, di somministrare un anti- zoonosi all’interno di un canile e, successiva- biotico qualunque, seguendo semplicemente le mente, nell’area circostante. Questo focolaio è istruzioni riportate sul foglietto illustrativo. riconducibile, probabilmente, all’importazione Al contrario, molto spesso con l’antiparassitario di cani infetti da Hepatozoon canis che, grazie si è poco incisivi, limitandosi a ricordare l’e- alla concomitante presenza di un vettore com- sigenza del trattamento, ma senza entrare nel petente a livello ambientale, ha potuto soprav- dettaglio del tipo di molecola consigliata e delle vivere e diffondersi nella zona. Alla luce di tut- modalità corrette di utilizzo. Suggerirei di pren- te queste considerazioni possiamo dire che il dere più tempo per questo aspetto e di spendere trend, per quel che riguarda le TBD, è in au- qualche parola in più con i proprietari. mento e in continua evoluzione, e che le zecche stanno agendo sempre di più come interfaccia per gli agenti patogeni dal mondo silvestre a quello urbano, rappresendo quindi un rischio 1. Zanet S, Maurelli MP, Pepe P, Colombo L, Battisti E, sia per l’uomo che per gli animali. Morgoglione ME, Countoris D, Rinaldi L, Cringoli G, Ferroglio E. Le zecche e l’uso degli antiparassitari nei SV: Quale consiglio darebbe per quel che ri- cani di proprietà: uno studio multicentrico su scala guarda la profilassi antiparassitaria? nazionale. Summa Animali da Compagnia 2018;3: 47- EF: Questa domanda mi spinge a rivelare un 49. Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018 7
ààààààà Sfide parassitologiche del terzo millennio La leishmaniosi che… non ci aspettiamo L a leishmaniosi, malattia che colpisce il i lagomorfi selvatici. Catturando e sottoponen- cane e non solo, è una patologia con do a screening le popolazioni circostanti di co- la quale, da oltre due decenni, il nostro nigli selvatici e di lepri si è ottenuto un dato Paese si confronta, da nord a sud. Per allarmante, ovvero che la maggior parte dei quanto ben nota, sia al mondo veteri- soggetti catturati erano positivi per Leishmania nario che a quello della Medicina umana, la infantum ed erano in grado di infettare i fle- leishmaniosi non ha ancora smesso di stupirci botomi, fungendo così da serbatoio del paras- e diverse sono le novità emerse dagli studi epi- sita e favorendone la diffusione attraverso il demiologici più recenti. Anche di questo ab- vettore ematofago. biamo discusso con il prof. Ezio Ferroglio, da anni impegnato nello studio e nella lotta alla SV: Come mai i lagomorfi selvatici sembrano leishmaniosi. essere così vantaggiosi come serbatoio di Leishmania infantum? SV: La leishmaniosi è una patologia molto EF: Consideri che in laboratorio le forme larvali nota nel nostro Paese, per la quale si fa molta dei flebotomi vengono fatte crescere sulle feci prevenzione. Quali sono le novità, le acqui- di coniglio, pertanto dove sono presenti i la- sizioni più recenti sull’argomento? gomorfi, i flebotomi trovano sicuramente ter- EF: Ce ne sono diverse, ma le più recenti e in- reno fertile per deporre le uova e far sviluppare teressanti riguardano sicuramente l’epidemio- le loro larve. Inoltre, soprattutto se consideria- logia dell’infezione e i suoi risvolti non solo mo il coniglio selvatico, animale che scava e sulla salute animale, ma anche su quella uma- vive in tane ipogee, con questa specie il flebo- na. Da alcuni anni a questa parte, sta emer- tomo trova tutto quello di cui ha bisogno non gendo come il ruolo della fauna selvatica sia solo per deporre, ma anche per nutrirsi e rima- sempre più importante dal punto di vista epi- nere al riparo e al buio… una vera benedizione! demiologico: già lo sospettavamo, ma l’espe- rienza spagnola ce lo ha confermato e ci ha SV: Possiamo considerare i lagomorfi selvatici permesso di alzare il livello di guardia in questo come serbatoio del patogeno anche in Italia? senso. EF: Assolutamente si! Anche nel nostro Paese abbiamo verificato come i lagomorfi selvatici SV: Poiché non tutti sono informati, ci può (lepre, coniglio e minilepre) rappresentino un spiegare meglio la questione della “esperienza validissimo serbatoio per Leishmania infantum, spagnola”? trovando riscontro nell’elevato numero di sog- EF: Certamente! L’evento è piuttosto recente getti positivi allo screening. Qui al nord abbia- ed ha riguardato Fuenlabrada, un’area subur- mo tantissimi conigli selvatici o inselvatichiti, bana nei dintorni di Madrid. Nel giro di 7 anni, minilepri e lepri che circolano sia all’interno a partire dal 2010, si è verificata un’esplosione delle aree verdi urbane e periurbane che nelle di casi umani di leishmaniosi davvero scon- campagne circostanti. In Piemonte, dove la certante, stiamo parlando di oltre 700 pazienti leishmaniosi è diventata endemica negli ultimi con diagnosi certa. Il numero è impressionante, 20 anni, quasi il 30% delle minilepri è risultato soprattutto se si pensa che fino a quel momento positivo: trovare questi piccoli lagomorfi in i casi registrati nell’intera Spagna ammonta- gran numero vicino alle abitazioni è tutt’altro vano a non più di 150 all’anno. Le autorità sa- che infrequente; le minilepri sono presenti nitarie spagnole hanno impiegato diversi anni ovunque ci siano terreni incolti, ma anche nei prima di trovare una risposta plausibile all’au- parchi pubblici, poiché si tratta in qualche mo- mento esponenziale dei casi umani di leishma- do di animali opportunisti. niosi. Dapprima è stato preso in considerazione La leishmaniosi è cambiata moltissimo negli l’incremento del numero di cani di proprietà ultimi anni, la potremmo definire una malattia nella zona, ma considerando che erano state “rurban”, un neologismo che indica come si rispettate tutte le best practices veterinarie an- tratti ormai di una patologia caratteristica di che in fatto di profilassi antiparassitaria, l’ipo- quelle zone al confine tra le aree rurali estreme tesi è caduta. Solo alla fine, grazie a indagini e la periferia delle città, dove esistono molte approfondite e a lavori di ricerca portati avanti ville e casette sparse molto vicine tra loro, che dai parassitologi spagnoli, si è giunti alla con- ospitano diversi animali tra cui i cani: queste clusione che i responsabili dell’epidemia erano sono le condizioni ideali per la diffusione della 8 Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
ààààààà Sfide parassitologiche del terzo millennio dina cresciuta in poco tempo, come molte realtà attorno alle grandi metropoli, ma realizzata pensando in modo “naturalistico” e quindi con parchi e aree verdi tutto intorno al nuovo in- sediamento con prati irrigati che garantiscono cibo, e quindi riproduzione, ai lagomorfi per buona parte dell’anno. Si tratta di aree chiuse da strade, in cui non vi è attività venatoria e scarsa presenza di predatori, per cui le popo- lazioni di lagomorfi sono letteralmente esplose dal punto di vista demografico. A quel punto i flebotomi hanno proliferato di pari passo con i loro ospiti e la presenza di cani infetti ha in- nescato il fenomeno. Anche se poco conosciuto e divulgato, questo episodio è un chiaro e con- creto esempio di come la gestione ambientale © pittawut - shutterstock.com possa avere ripercussioni e conseguenze anche dal punto di vista della sanità pubblica. SV: Lei ha citato Madrid e la questione della Spagna: esistono dei numeri anche per la leishmaniosi umana nel nostro Paese? Anche in Italia i lagomorfi selvatici (lepre, coniglio e minilepre, che circolano sia all’interno EF: È difficile rispondere con precisione a que- delle aree verdi urbane e periurbane che nelle campagne circostanti) rappresentano un validissimo serbatoio per Leishmania infantum: solo in Piemonte, dove la leishmaniosi è sta domanda. Madrid ci ha insegnato molto: diventata endemica negli ultimi 20 anni, quasi il 30% delle minilepri è risultato positivo. in Spagna, proprio a Madrid, esiste una delle migliori scuole di studio, di lavoro e di ricerca sulla leishmaniosi eppure, nonostante fosse già malattia poiché permettono di avere sia i vettori stata osservata dapprima una recrudescenza (i flebotomi) che il serbatoio, ovvero il cane, i della patologia nel cane e successivamente un canidi selvatici e i lagomorfi. Bisogna, pertanto, aumento della prevalenza negli esseri umani, smettere di pensare esclusivamente al cane, co- sono stati necessari diversi anni per capire cosa me unico serbatoio urbano, e ai canidi selvatici fosse successo realmente. Nel nostro Paese è come i soli attori per quel che riguarda il ciclo tutto più complesso, non siamo così ben orga- silvestre della leishmaniosi, ma iniziare a ra- nizzati, ma si stima che anche in Italia si ve- gionare in maniera molto più ampia. rifichino mediamente intorno ai 150 casi di Non che questa nuova consapevolezza debba leishmaniosi umana all’anno. Un dato appros- portare a sottovalutare l’importanza dei canidi simativo, certamente, forse sottostimato. Re- selvatici, ma solo ridimensionarla: il lupo ha centemente abbiamo condotto un’inchiesta qui mostrato prevalenze di infezione molto alte, in Piemonte, analizzando tutte le schede di di- ma rimane una specie di scarso interesse dal missione dei pazienti, e abbiamo verificato che punto di vista epidemiologico poiché le popo- solo nella nostra Regione i casi umani accertati lazioni sono in numero molto ridotto; la volpe, ammonterebbero almeno a una settantina, con al contrario, è molto più importante (e non va un trend in aumento. Pertanto, mi riesce dif- sottovalutata!) sia per la densità sul territorio ficile credere che in Piemonte sia concentrata che per la sua vicinanza alle aree antropizzate, quasi la metà del totale dei casi “nazionali”… agli animali da compagnia e agli esseri umani. vorrebbe dire che siamo davvero sfortunati! Esistono, poi, molte altre specie selvatiche e domestiche che via via sono risultate positive SV: Quali insegnamenti possiamo trarre da per L. infantum nei diversi lavori pubblicati queste esperienze? negli ultimi anni, ma possiamo considerare, EF: Sempre di più ci stiamo rendendo conto di per il momento, come marginale il loro ruolo come le patologie trasmesse da vettori siano “strategico” su questo ampio scacchiere. un problema di sanità pubblica e, soprattutto per la leishmaniosi, si conferma come il ruolo SV: Quindi, adesso sappiamo che i lagomorfi del veterinario debba essere visto come parte potrebbero essere quel tassello del “puzzle integrante del concetto di One Health. Il vete- epidemiologico” che ancora mancava. Con- rinario che in ambulatorio indica le corrette siderando, dunque, l’importanza dei lagomorfi misure di profilassi e prevenzione della leish- come serbatoio sul territorio, come si giusti- maniosi sta compiendo un’attività che non è fica l’esplosione della leishmaniosi proprio solo clinica, ma anche di sanità pubblica. È un in quella precisa località della Spagna? chiaro esempio del fatto che esiste una sola EF: C’è voluto un po’ per capirlo, ma alla fine Medicina veterinaria, e non la clinica da un si è giunti alla conclusione che il motivo risie- lato e la sanità pubblica dall’altro. Se vogliamo, deva nel fatto che Fuenlabrada era una citta- potremmo aggiungere che dovrebbe essere al- 10 Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
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ààààààà Sfide parassitologiche del terzo millennio © alexei_tm - shutterstock.com Nelle aree endemiche e nei cani a rischio la strategia per la prevenzione della leishmaniosi prevede la vaccinazione abbinata ad antiparassitari con effetto antifeeding. zato il livello di attenzione e sorveglianza an- tezione del singolo animale, ma anche come che dal punto di vista medico nei confronti un ulteriore strumento atto a ridurre l’infettività delle malattie parassitarie: per noi veterinari da parte dei cani contagiati verso i flebotomi. la parassitologia è parte integrante del percorso Il vaccino non protegge dall’infezione, bensì di formazione, una materia fondamentale che previene lo sviluppo della malattia: questo con- nella professione si traduce in una sfida quo- cetto, valido per tutti i vaccini in generale, è tidiana; per altri questo non è così assodato. ancor più vero nei confronti di malattie paras- sitarie come la leishmaniosi o la malaria, che SV: Ci sono novità per quanto concerne la hanno fatto della capacità di celarsi all’interno prevenzione della leishmaniosi? dell’ospite il loro punto di forza. EF: Per quel che riguarda la prevenzione si Bisogna pensare che, ormai, nelle aree ende- conferma sempre di più il ruolo fondamentale miche l’infezione da Leishmania infantum è dei piretroidi, sia per la loro azione antifeeding, molto frequente e gli strumenti che andiamo volta a proteggere il cane evitando che il vet- a utilizzare devono portare, prima di tutto, a tore punga l’animale e trasmetta dunque l’in- ridurre sensibilmente il rischio di infezione at- fezione, che per l’effetto knock down, ovvero traverso il già citato effetto antifeeding, la pri- quello di portare a morte i flebotomi che, non- ma e più importante linea di difesa, ma qualora ostante la “repellenza”, siano riusciti a compiere il pasto di sangue, e quindi la trasmissione del comunque il pasto di sangue. Questo è fonda- patogeno, fosse avvenuto nonostante la “bar- mentale anche per la salute umana perché è riera” creata dall’antiparassitario, è necessario stato anche dimostrato che il trattare i cani con fornire una protezione in più affinché non si piretroidi comporta anche una riduzione molto sviluppi la malattia. Questo è ampiamente stres- significativa anche del rischio di trasmissione sato nelle varie linee guida che vengono fornite di leishmaniosi all’uomo. dai vari gruppi di studio sull’argomento e dal- L’importanza della leishmaniosi e l’attenzione l’Esccap (European scientific counsel companion verso questa patologia è confermata anche dal- animal parasites). Pertanto, ricapitolando ve- la recente uscita nel nostro Paese, e già un an- locemente, nelle aree endemiche e nei cani a no fa in Spagna, di un nuovo vaccino che si rischio la vaccinazione abbinata ad antiparas- va ad aggiungere, nell’arsenale del medico ve- sitari con effetto antifeeding è la strategia da terinario, a quello registrato e commercializzato portare avanti. alcuni anni fa e ormai di largo utilizzo. La leishmaniosi è una delle poche malattie tra- SV: Siamo soliti pensare a Phlebotomus per- smesse da vettore per le quali sia disponibile niciosus come vettore della leishmaniosi: esi- un presidio immunizzante e questo perché in stono altre specie competenti e in grado di campo veterinario sulla leishmaniosi si è in- trasmettere il patogeno? vestito davvero molto! EF: Assolutamente sì! In giro per il mondo esi- La vaccinazione va intesa non solo come pro- stono numerose specie in grado di fungere da 12 Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
ADVOCATE® È ATTIVO CONTRO: VUOI ESSERE CERTO PULCI LARVE DI PULCI DI PROTEGGERLO BENE E COSTANTEMENTE? SARCOPTES PIDOCCHI SCABIEI PRENDILO AFINCUORE NOTOEDRES CATI ASCARIDI DIROFILARIA REPENS ANCYLOSTOMI OTODECTES DEMODEX DA PICCOLO. SPIROCERCA LUPI TRICHIURIDI UA R D I A D E L TO R A AG CE ANGIOSTRONGYLUS CRENOSOMA DIROFILARIA VULPIS IMMITIS MICROFILARIE Materiale strettamente riservato ai Sigg. Medici Veterinari INDICAZIONI PER CANI CONFEZIONI DA 2 E 6 PIPETTE Nel trattamento e prevenzione delle infestazioni da pulce (Ctenocephalides felis), nel trattamento del pidocchio masticatore del cane (Trichodectes canis), nel trattamento dell’infestazione da acari dell’orecchio (Otodectes cynotis), della rogna sarcoptica (sostenuta da Sarcoptes scabiei var. canis), della demodicosi (sostenuta da Demodex canis), nella prevenzione della dirofilariosi (stadi larvali L3 e L4 di Dirofilaria immitis), nel trattamento delle microfilarie circolanti (Dirofilaria immitis), nella prevenzione della dirofilariosi cutanea (stadi larvali L3 e L4 di Dirofilaria repens), nella riduzione delle microfilarie circolanti (Dirofilaria repens), nella prevenzione dell’Angiostrongilosi (stadi larvali L4 e adulti immaturi di Angiostrongylus vasorum), nel trattamento di Angiostrongylus vasorum e Crenosoma vulpis, nella prevenzione della spirocercosi (Spirocerca lupi) e nel trattamento di infestazioni da nematodi gastrointestinali (stadi A GUARDIA DEL TORACE larvali L4, adulti immaturi e adulti di Toxacara canis, Ancylostoma caninum e Uncinaria stenocephala, adulti di Toxascaris leonina e Trichuris vulpis). Il prodotto può essere utilizzato come parte di una strategia di trattamento per la dermatite allergica da pulci (DAP). Controindicazioni: non utilizzare nei cuccioli sotto le 7 settimane d’età e in caso di ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Non utilizzare su gatti e furetti. INDICAZIONI PER GATTI E FURETTI CONFEZIONI DA 2 E 6 PIPETTE Gatti che sono a rischio di infestazioni parassitarie miste o che ne Advocate® è a guardia del torace perchè protegge dalla filariosi cardio sono affetti. Nel trattamento e prevenzione delle infestazioni da pulce (Ctenocephalides felis), nel trattamento delle infestazioni polmonare (cane e gatto), protegge dalle strongilosi polmonari (cane), da acari dell’orecchio (Otodectes cynotis), nel trattamento della rogna notoedrica (notoedres cati), nella prevenzione della è attivo nelle infestazioni di ascaridi, ancylostomi e trichiuridi (cane), è dirofilariosi (stadi larvali L3 e L4 di Dirofilaria immitis) e nel trattamento di infestazioni da nematodi gastro intestinali (stadi efficace nelle infestazioni di ascaridi e ancylostomi (gatto). Protegge larvali L4, adulti immaturi e adulti di Toxacara cati e Ancylostoma tubaeforme). Il prodotto può essere utilizzato come parte di dall’infestazione da pulci, è efficace nella otoacariasi, nella demodicosi una strategia di trattamento per la dermatite allergica da pulci (DAP). Furetti che sono a rischio di infestazioni parassitarie (cane), nella rogna sarcoptica (cane), nella rogna notoedrica (gatto). miste o che ne sono affetti: nel trattamento e prevenzione delle infestazioni da pulce (Ctenocephalides felis) e nella prevenzione Protegge dalla infestazione da dirofilaria repens (cane), protegge dalla della dirofilariosi (stadi larvali L3 e L4 di Dirofilaria immitis). Controindicazioni: non utilizzare nei gattini sotto le 9 settimane spirocercosi (cane), Advocate® protegge... protegge... protegge... d’età e in caso di ipersensibilità ai principi attivi o ad uno qualsiasi degli eccipienti. Per i furetti: non usare Advocate® per gatti grandi o Advocate® per cani.
ààààààà Sfide parassitologiche del terzo millennio SV: Ci può dare qualche dato sull’espansione della leishmaniosi in Italia? EF: La leishmaniosi nel nostro Paese è soggetta a una progressiva e perenne espansione stret- tamente legata a quella del vettore, che ci per- mette di comprendere come il mondo in cui vi- viamo sia in continua evoluzione e cambia- mento. Abbiamo dei dati certi risalenti alla fine degli anni ’60 che testimoniavano la cattura di flebotomi, e quindi la loro presenza, solamente in sud Italia e in Liguria. A partire dagli anni ’90 si sono registrate segnalazioni in aumento, partite inizialmente proprio qui dal nord. Già verso la fine di quel decennio e i primi anni del 2000 sapevamo che i flebotomi erano ormai ampiamente diffusi in Piemonte e Val d’Aosta, con ben il 20% delle stazioni di cattura positive. Questi dati dimostravano come il vettore, e di conseguenza la patologia, si stessero diffon- dendo in tutto il nord della Penisola e lungo © JanWolanski.com - shutterstock.com l’appennino fino a San Marino. Oggi sappiamo che la leishmaniosi è endemica un po’ in tutto il Paese, ed è ormai presenza stabile, soprattutto nelle aree collinari e pedemontane, anche nelle Regioni del Nord Italia. Questa espansione è in- dubbiamente un effetto anche del cambiamento climatico che ha favorito la sopravvivenza del- Le razze canine originarie del bacino del Mediterraneo, come il Cirneco dell’Etna, sono l’insetto vettore in aree prima impensabili. resilienti nei confronti della leishmaniosi, poiché si sono selezionate naturalmente anche per resistere alla malattia. SV: Come influisce il cambiamento climatico, in questo caso l’aumento delle temperature, sulla sopravvivenza del flebotomo? vettore per Leishmania spp. Nel nostro Paese EF: Il ciclo biologico del flebotomo è molto lun- Phlebotomus perniciosus è, indubbiamente, la go. In laboratorio, quindi in condizioni ottimali specie più importante poiché può essere ritro- di umidità, temperatura e fotoperiodo, il tempo vato indifferentemente sia in ambiente dome- che intercorre tra la deposizione delle uova e stico che peridomestico che selvatico. Questo lo sfarfallamento dell’adulto è di circa due mesi, pappatacio consente quindi lo svolgimento sia il che vuol dire che in natura i tempi sono più del ciclo urbano che di quello silvestre, ma nel lunghi, circa tre mesi. Pertanto, possiamo dire contempo permette anche la sovrapposizione che fondamentalmente avremo un solo grande dei due. Infatti grazie all’impiego della la bio- ciclo all’anno al nord e due al sud. Quindi i fle- logia molecolare abbiamo dimostrato come, in botomi volanti che troveremo da fine maggio molti casi, il ceppo presente nel cane si possa in poi saranno quelli nati nell’anno precedente, ritrovare anche nell’uomo, nelle volpi e nei la- sopravvissuti all’inverno sotto forma di larve gomorfi presenti all’interno della stessa area. di 4° stadio in diapausa. L’inverno è considerato Altra specie, la seconda per importanza, è Phle- il momento critico per i flebotomi, e tanto più botomus perfiliewi, un pappatacio distribuito basse sono le temperature e più lunga la durata sulla costa adriatica; a differenza di Ph. per- del freddo, tanto maggiore è il tasso di mortalità niciosus, Ph. perfiliewi è più legato all’ambiente delle larve e, di conseguenza, minore il numero antropizzato, tanto che oltre il 90% dei soggetti di flebotomi che riescono a sopravvivere fino catturati provengono da questo habitat, per all’anno successivo. Negli ultimi 30 anni le tem- questo è difficile reperirlo lontano dalle abita- perature invernali qui al nord-ovest sono pro- zioni: tale peculiarità impedisce al dittero di gressivamente aumentate, di conseguenza ab- giocare un ruolo nel ciclo silvestre. biamo osservato come sia aumentato anche il Di minore importanza rispetto alle altre due numero delle notti senza gelo, per la precisione sono Ph. ariasi, un flebotomo caratteristico del del 15%. Questo cambiamento influisce in ma- sud della Francia, che in Italia è presente so- niera positiva sulla sopravvivenza dei flebotomi prattutto in Liguria e Piemonte; Ph. neglectus, e, di conseguenza, sulla loro diffusione e su di origine balcanica, che è invece presente per quella deli patogeni che trasmettono. lo più nel sud del Paese e, in misura molto li- mitata e a spot, anche al nord; infine Ph. pap- SV: Ci sono altri fattori, oltre al cambiamento patasi, limitatamente alla Sicilia e con densità climatico e ai selvatici, che influiscono sulla di popolazione molto basse. diffusione della leishmaniosi? 14 Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
àààààà La leishmaniosi che... non ci aspettiamo EF: Una cosa che molto spesso non calcoliamo cino del Mediterraneo sono resilienti nei con- è che, nel tempo, abbiamo cambiato l’ambien- fronti della malattia, poiché si sono selezionate te… Fuenlabrada ce lo insegna! Fino a 50 anni naturalmente anche per essere in grado di re- fa, il cane che conoscevamo era un soggetto sistere alla malattia. La maggior parte dei cani da lavoro, che viveva in fattoria o in cascina che ospitiamo all’interno delle nostre case e e non aveva altri consimili da infettare nei din- delle nostre vite appartengono a razze di tipo torni poiché, magari, la proprietà più vicina “continentale”, e pertanto sono “estranee” a era a non meno di 700-800 metri di distanza. questo tipo di patogeno. Se avessimo solamente Se consideriamo che la maggior parte dei fle- Segugi delle Baleari o Cirnechi dell’Etna, ma- botomi non si sposta più di 200 metri dal luogo gari la leishmaniosi non sarebbe un così grande ove ha compiuto il pasto di sangue, viene da problema. sé che la trasmissione da un soggetto all’altro non era molto facile. Oggigiorno, se pensiamo SV: Un tempo la puntura del flebotomo era alle aree rurali o alla periferia di una qualunque considerata l’unica modalità di trasmissione di delle nostre città, il cane più vicino è a pochi Leishmania infantum: è cambiato qualcosa? metri, molto spesso dall’altra parte della recin- EF: Il flebotomo era, e rimane ancora, la prin- zione, mentre se si pensa a un qualunque quar- cipale e più importante via di contagio. Ormai tiere urbano, non è necessario il più delle volte però è stato definitivamente accertato che esiste andare oltre il proprio pianerottolo e nel raggio sia possibilità di trasmissione per via verticale di 100 metri ci sono decine e decine di cani, che attraverso le trasfusioni. Non a caso nelle per di più di razze che non sono selezionate diverse linee guida relative al reclutamento del per essere resilienti, ma che sono state “pro- cane donatore di sangue, tra gli screening per gettate” per altri contesti. le varie malattie infettive è indicata anche la leishmaniosi. Sulla possibilità dell’esistenza di SV: Esistono razze canine più o meno predi- altri ectoparassiti competenti come vettori si sposte a sviluppare la malattia? sono avvicendate nel tempo una serie di sug- EF: È necessario ricordare che la leishmaniosi gestioni e indicazioni, ma a oggi mancano dati si è co-evoluta con i flebotomi ma anche con chiari ed esaustivi, pertanto al momento è bene i suoi ospiti. Le razze di cani originarie del ba- considerare come modalità di trasmissione so- Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018 15
ààààààà Sfide parassitologiche del terzo millennio © Luis Fernández García - Own work, CC BY-SA 4.0 Una corretta profilassi antiparassitaria deve tener conto del calendario, della “latitudine” e dei cambiamenti climatici: in Sicilia, ad esempio, in passato le prime catture di flebotomi si registravano nel mese di maggio mentre oggi, nell’area di Palermo, troviamo i vettori già in aprile. lamente il flebotomo e, in misura minore, la geni del patogeno e precipitano sotto forma via verticale e la trasfusione. di immunocomplessi che si depositano soprat- tutto a livello glomerulare, causando insuffi- SV: Giusto per avere un’idea, attribuendo al cienza renale. flebotomo un valore pari a 10 come impor- tanza per la trasmissione della patologia, SV: Quale consiglio pratico potremmo dare quanto potremmo attribuire, così a braccio, per massimizzare l’efficacia della profilassi? alle altre due vie? EF: Non esiste un piano di profilassi unico e EF: Direi al massimo 1. Il rischio esiste e ne universalmente valido. Abbiamo a disposizione va sicuramente tenuto conto, soprattutto in diverse possibilità ed è necessario far passare alcuni contesti. In nord America si sono veri- il messaggio che il veterinario è l’unico che ficati decine di casi di contagio per via verti- abbia le conoscenze e gli strumenti per fare cale all’interno di canili, ma non è ben chiaro una prevenzione adeguata e mirata. Il rischio cosa sia successo. I dati ci dicono che, qui da deve essere valutato in funzione della stagione noi, la stragrande maggioranza del rischio è e dell’areale interessato, dello stile di vita del- ancora e sempre legata alla trasmissione at- l’animale o di eventuali viaggi da o verso zone traverso il vettore, ragione per cui la profilassi a rischio. contro la puntura dei flebotomi rimane il mi- La vaccinazione contro la leishmaniosi è un gliore meccanismo di difesa, ma non l’unico. validissimo strumento, ma ricordiamo che non È per questo che la leishmaniosi va combattuta si tratta di un vaccino core, almeno secondo su due fronti, puntando molto sull’effetto an- le attuali linee guida Wsava, e pertanto l’op- tifeeding degli antiparassitari e aumentando portunità di eseguire l’intervento va attenta- la risposta cellulo-mediata attraverso la vac- mente valutata: di sicuro in un’area endemica cinazione. Non dimentichiamo che leishma- non me lo farei mancare, ma deve sempre es- niosi è una patologia particolare poiché il pa- sere il veterinario a valutare se quel determi- ziente non muore per i danni causati diretta- nato soggetto sia un buon candidato o meno mente del parassita, bensì si “suicida” con la per la profilassi immunizzante. Credo di aver produzione di immunocomplessi. Il cane che sottolineato più di una volta, durante questa si ammala è quello che risponde con un alto intervista, l’importanza dell’utilizzo di antipa- titolo anticorpale, ciò che succede, poi, è ormai rassitari con azione antifeeding: bisogna fare ben noto: gli anticorpi si legano con gli anti- molta attenzione a utilizzarli in maniera cor- 16 Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
àààààà La leishmaniosi che... non ci aspettiamo retta, sensibilizzando il proprietario e facendo zona per zona da chi lavora direttamente sul capire l’importanza del rispetto dei tempi e campo. delle modalità. Capita spesso che, ad esempio, lo spot-on venga erroneamente applicato sul SV: Quali sorprese attenderci dalla leishma- pelo invece che direttamente sulla cute, oppure niosi, dalla sua prevenzione e terapia, in un che ne rimanga una parte all’interno della fia- futuro non troppo lontano? letta o ancora che, per dimenticanza, si allun- EF: Dal punto di vista epidemiologico mi aspet- ghino i tempi tra una somministrazione e l’al- to, purtroppo, un aumento dell’espansione della tra; allo stesso modo, un collare che abbia una malattia, anche per il coinvolgimento di specie durata d’azione ben precisa non può essere so- selvatiche e per l’aumento nella distribuzione stituito “quando capita”… tutti errori banali, del vettore, e un consolidamento delle zone già ma all’ordine del giorno per chi si confronta raggiunte o endemiche: anche nel continente con la realtà quotidiana; errori sufficienti a va- le cose stanno cambiando velocemente e sono nificare l’efficacia dei prodotti ed esporre così già stati segnalati focolai di leishmaniosi in l’animale al contagio. Austria, nella Valle del Reno, nel centro e nel Una corretta profilassi antiparassitaria deve nord della Francia, aree geografiche nelle quali poi tener conto del calendario, della “latitudine” la malattia non era mai stata presente prima e dei cambiamenti climatici: in Sicilia, ad esem- d’ora. pio, in passato le prime catture di flebotomi si Per quel che riguarda gli strumenti a disposi- registravano nel mese di maggio mentre oggi, zione, direi che potremmo attenderci l’ulteriore nell’area di Palermo, troviamo i vettori già in sviluppo di vaccini. Infine, dal punto di vista aprile. Volendo dare un’indicazione di massima, scientifico, auspicherei una migliore conoscen- possiamo considerare che al sud la stagione za della patogenesi della malattia e dei suoi della profilassi dovrebbe iniziare intorno ad meccanismi immunitari, perché credo che ci aprile-maggio e concludersi non prima di fine sia ancora molto da scoprire: tante risorse sono ottobre/novembre, mentre al nord gli estremi già state investite ma è necessario fare ancora potrebbero essere maggio e inizio ottobre. Vista di più al fine di capire meglio come intervenire la variabilità geografica che caratterizza il no- per aiutare il cane e, indirettamente, anche l’uo- stro Paese, la situazione deve essere valutata mo e la salute pubblica. Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018 17
ààààààà Sfide parassitologiche del terzo millennio Nuovi dati su nematodi vecchi e riscoperti N egli ultimi anni è cresciuta in ma- dati che hanno recentemente colmato diverse niera esponenziale l’attenzione verso lacune e hanno permesso di aprire gli occhi su alcuni nematodi cardio-respiratori molte problematiche che un tempo sfuggivano del cane e del gatto, alcuni dei quali, alla nostra attenzione. Una gran parte dell’in- come Dirofilaria immitis e Aeluro- teresse è rivolta, oggi, ai nematodi extra-inte- strongylus abstrusus, conosciuti già da tempo, stinali, ma alcuni studi epidemiologici condotti altri, come Angiostrongylus vasorum o Capil- nel nostro Paese (e non solo!) hanno confer- laria spp., fino a poco tempo fa poco conside- mato che i nematodi intestinali del cane e del rati e sottovalutati, e altri più recentemente ri- gatto continuano a rappresentare un rischio scoperti, come Troglostrongylus brevior. Questi importante per la salute animale e, in alcuni parassiti sono recentemente saliti agli onori casi, pubblica. della cronaca per l’aumento delle descrizioni di casi clinici e per un senso generale di preoc- SV: Ci può dire di più riguardo a questi studi cupazione per il loro potenziale patogeno. Per epidemiologici sui parassiti dell’apparato di- approfondire l’argomento e per avere qualche gerente e delle loro ripercussioni sulla salute dettaglio in più abbiamo incontrato il prof. Do- pubblica e animale? nato Traversa (DVM, PhD, DipEVPC, EBVS® DT: In numerose zone del mondo, Italia inclusa, European Veterinary Specialist in Parasitology), sono stati condotti lavori di epidemiologia mi- docente di Parassitologia e Malattie parassitarie rati a valutare sia la contaminazione ambien- degli animali presso la Facoltà di Medicina Ve- tale in aree urbane (parchi cittadini, strade, terinaria di Teramo. ecc.) frequentate da animali di proprietà - in particolare cani - nonché da cani e gatti ran- dagi o di colonia, sia la presenza dei parassiti nelle popolazioni canine e feline. Gli studi con- dotti nelle aree pubbliche hanno evidenziato un dato in buona parte atteso, ovvero che la contaminazione da parassiti intestinali del cane e del gatto è piuttosto elevata in ambiente ur- bano e periurbano. Ad esempio, le femmine dei nematodi, in particolare degli ascaridi, sono molto prolifiche, per cui basta che anche un solo cucciolo parassitato defechi in un parco senza che il proprietario rimuova le feci affin- ché migliaia di uova contaminino il suolo pub- blico rimanendovi vive e vitali per anni. Le uo- va non sono immediatamente infestanti in © C. Papeschi quanto richiedono un periodo minimo di 2 set- timane per maturare (quindi le feci appena emesse non rappresentano una fonte di infe- Il prof. Donato Traversa (DVM, PhD, DipEVPC, EBVS® stazione) ma, superato questo lasso di tempo, European Veterinary Specialist in Parasitology), docente rappresentano una potenziale fonte di infesta- di Parassitologia e Malattie parassitarie degli animali zione per altri animali e per l’uomo, soprattutto presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Teramo. per i bambini che sono soliti giocare con la ter- ra e portare le mani alla bocca senza averle La Settimana Veterinaria: Quali sono le ac- prima lavate. Pertanto, vanno sensibilizzati i quisizioni più recenti in parassitologia per proprietari di animali da compagnia cercando quel che riguarda i nematodi? di migliorare il senso civico di quelli un po’ Donato Traversa: Negli ultimi anni si sono ac- “maleducati” che sono soliti contravvenire al- cesi i riflettori su numerosi endoparassiti un l’obbligo di raccolta delle feci del proprio cane. tempo negletti e, probabilmente, ancora molti Inoltre, bisogna considerare che molte persone dovranno essere scoperti o, meglio, riscoperti. possiedono pet parassitati senza esserne con- Grazie alla ricerca scientifica e alla pratica cli- sapevoli, perché “dimenticano” le visite e gli nica, due mondi complementari che hanno bi- esami delle feci di routine. In questo contesto sogno l’uno dell’altro, sono emersi numerosi è fondamentale anche il ruolo del medico ve- 18 Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018
terinario, che deve conoscere bene biologia ed epidemiologia dei parassiti intestinali degli animali da compagnia, far eseguire frequentemente controlli di routine e usare gli antiparassitari razionalmente e lasciando da parte consuetudini o tradizioni spesso desuete o infondate. I parassiti di maggiore interesse in questo ambito, soprattutto per il loro potenziale zoonosico, sono gli ascaridi Toxocara canis e Toxocara cati, che tra l’altro sono i nematodi intestinali più comuni e diffusi nei pet. Qualora un essere umano ingerisca accidentalmente uova larvate di questi parassiti potrebbe subire le conseguenze della cosiddetta “sindrome della larva migrans”, patologia spesso sottovalutata di cui esistono diverse forme tra cui le più note sono la viscerale e l’oculare. Tra i nematodi in- testinali, anche gli ancilostomi del cane hanno interesse per la salute pubblica. L’infestazione dell’uomo da parte delle larve di Ancylostoma caninum presenti in ambiente (ad esempio, ter- reno contaminato) può esitare in lesioni cutanee limitate e lo- calizzate mentre altre specie, presenti soprattutto nell’emisfero meridionale, come Ancylostoma braziliense, causano la “sin- drome della larva migrans cutanea”. SV: A proposito di elminti, ci aiuti a sfatare un luogo comune che, spesso, mette in imbarazzo i veterinari: quando in un bambino viene diagnosticata un’infestazione da ossiuridi, spesso i genitori accusano il cane o il gatto di casa e si ri- volgono al veterinario lamentandosi… cosa ci può dire in me- rito? DT: In realtà il cane o il gatto non sono infestati da ossiuridi, parassiti specie-specifici che invece possono essere ritrovati in altri animali domestici quali il cavallo, il coniglio o alcuni che- loni. Infatti, l’ossiuride che infesta l’uomo è anch’esso specie- specifico e si chiama Enterobius vermicularis, un nematode che si trasmette facilmente nelle collettività attraverso superfici o ambienti contaminati o, spesso, da un bambino all’altro. Il ve- terinario, per non essere colto impreparato e somministrare trattamenti antiparassitari inutili agli animali di casa, dovrebbe essere ben informato sulla biologia degli ossiuridi, mentre, per quel che riguarda i proprietari, è importante una maggiore in- formazione (o una minore disinformazione!), evitando leggende metropolitane o pareri di figure professionali non esperte di parassitologia veterinaria. SV: Affrontiamo il problema dei nematodi cardio-polmonari, argomento di grande “moda” in questo momento. Quali no- vità? DT: Molte novità di rilievo sono relative all’epidemiologia di alcune di queste patologie, che mostrano un denominatore co- mune, ovvero un’apparente espansione geografica e l’aumento numerico dei casi diagnosticati in numerose regioni. Cane e gatto sono due capitoli a sé stanti quantunque presentino diversi punti in comune. I parassiti maggiormente sotto i riflettori in questo momento sono Dirofilaria immitis, un evergreen per il quale non bisogna mai abbassare la guardia sia nel cane sia nel gatto, Angiostrongylus vasorum nel cane, mentre nel gatto grande “successo” stanno riscuotendo Aelurostrongylus abstrusus e Troglostrongylus brevior, senza dimenticare le infestazioni re- spiratorie da Capillaria in entrambe le specie. SV: Entriamo dunque nel dettaglio: di Dirofilaria immitis si parla ormai da decenni… quali sono, dunque, le novità per quel che riguarda questo parassita? DT: Dirofilaria immitis è un parassita con il quale ci confron- tiamo costantemente da anni e lo conosciamo, quindi, molto Supplemento de LA SETTIMANA VETERINARIA n° 1051 del 23 maggio 2018 19
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