Nemi, Villa delle Querce si rifà il look
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Nemi, Villa delle Querce si rifà il look NEMI (RM) – Restyling per la clinica Villa delle Querce su via Nemorense a Nemi. Dagli arredi esterni alle fioriere si è lavorato per migliorare ancora di più l’accoglienza. Sul balcone delle stanze dei degenti ci sono tavolini e fioriere dove consumare una merenda all’aperto e godersi la vista sullo splendido lago del paese delle fragole.
Panchine con vista lago e giardino pubblico ben curato offrono un colpo d’occhio che rinnova la scommessa d’eccellenza della struttura.
La clinica ha come finalità la diagnosi e la cura, la ricerca e la formazione in campo riabilitativo e biomedico. La Casa di Cura “Villa delle Querce” è una struttura accreditata con la Regione Lazio per l’erogazione di prestazioni sanitarie sia in regime di ricovero che ambulatoriale. In particolare opera in ambito riabilitativo con la presa in carico del paziente nella globalità dei suoi aspetti medici e psicologici. Le attività riabilitative sono integrate ottenendo una riabilitazione adattata alla persona, anche quando si presenta con disabilità complesse e multiorgano.
Federturismo, la crisi è pesante e collaborazione privati-governo più necessaria Marina Lalli, presidente di Federturismo, intervenendo ad una video conferenza stampa organizzata dall’Associazione della Stampa Estera in Italia, ha svolto una attenta e rapida disamina delle problematiche che stanno investendo, dall’ inizio della pandemia, uno dei settori trainanti dell’economia italiana. Rispondendo ad una domanda del moderatore, Alvise Armellini, di una agenzia tedesca, ha riferito che deboli segni di ritorni in Italia vengono proprio dal mercato di lingua tedesca, proveniente da paesi a noi vicini e dove non è un impedimento la rarefazione dei voli che tuttora sta penalizzando i flussi in entrata. Allo stato, per la Lalli, le località che potrebbero riprendersi meglio sembrano quelle marine, dove predomina la potenziale clientela italiana, mentre ancora un deserto appaiono le città d’arte, tradizionalmente destinazioni molto apprezzate dagli stranieri. A giugno, sembra che la perdita di fatturato si attesti sul 70% complessivamente per il comparto, con segnali di ripresa deboli allo stato. Alla domanda del corrispondente di media finlandesi su quali siano le misure di sostegno asl settore attivate dal governo più apprezzate e quelle che si desidererebbe di più fossero attivare, la Lalli si è detta soddisfatta per lo stralcio della tassa IMU ed anche degli interventi sulle locazioni,
mentre ritiene fondamentale un aiuto sulle riassunzioni mediante la decontribuzione, specie sui lavoratori stagionali, che sono un pilastro del settore. La decontribuzione potrebbe evitare allo Stato di intervenire con ammortizzatori sociali nella situazione contraria. Ma anche strumenti di sostegno a fondo perduto sono ritenuti necessari. Alla domanda del cronista spagnolo relativamente ad una sua valutazione sull’impatto del bonus vacanze, la Lalli ha chiarito che Federturismo è molto tiepida nei confronti di tale misura, sia per il tetto ISEE di 40mila euro, che per la difficoltà procedurale di ottenerlo, pur apprezzando lo sforzo del governo. Federturismo non lo ritiene “uno strumento decisivo ma saremmo lieti di essere smentiti”. Alla domanda dell’americana Patricia Thomas, Presidente della Stampa estera, su un ventilato blocco dei flussi dagli USA verso il nostro paese, come riportato un articolo del NYT, la Lalli si è detta preoccupata di tale eventualità, data l’importanza del bacino dei visitatori USA sia per quantità che per capacità di spesa. Ad un corrispondente che le chiedeva in merito alla situazione Alitalia, la Lalli ha ribadito la tradizionale posizione di Confindustria sulla questione, ovvero contrarietà ad intervento pubblico stanti i trascorsi negativi già sperimentati da tempo. Al quesito su quale effetto possa avere sui prezzi la ripresa del settore, la Lalli ha detto che gli operatori cercano di mantenere i livelli del 2019, ma che è compressibile ci possano essere degli adeguamenti causati dai costi delle misure legate al distanziamento ed alle sanificazioni. Ritiene
che il settore alberghiero, per le maggiori garanzie che offre in termini di igiene, possa riprendersi con più vigore rispetto ad altri settori ricettivi (agriturismi, B&B, etc.) ma è palpabile il rischio che almeno un 25% non riesca superare il 2020, senza misure più energiche di sostegno. La Lalli afferma di aver molto apprezzato l’interlocuzione offerta alle associazioni di settore durante gli Stati Generali: il presidente Conte ed il ministro Franceschini hanno ascoltato per oltre 4 ore i rappresentanti invitati; si aspetta ora che diano seguito a fatti concreti per interventi decisi. Marina Lalli ha anche toccato il tasto delle prospettive a medio e lungo termine, in cui occorre progettare una visione strategica ed una diversa operatività del settore, che coinvolge anche tanti altri settori economici, come quello dell’artigianato, dell’enogastronomia, della moda, dell’energetico: Per determinate aree del paese, afflitte dal turismo di massa, che spesso diventa un boomerang, occorre una riqualificazione dell’offerta da collegare alla sostenibilità ambientale, anche per il turismo di fascia alta. Molte sono le soluzioni che spesso vengono prospettate come, in particolare, il contingentamento dei flussi e la qualità dei servizi ma occorre metterci mano in modo articolato e decisivo.
Frosinone, riapre la Questura con nuove modalità di accesso FROSINONE – La Questura di Frosinone riparte dopo il lockdown, resosi necessario per far fronte alla grave pandemia che ha colpito il nostro paese. Già nei giorni scorsi erano state rese note le nuove modalità di accesso all’Ufficio Immigrazione, che dalla sua riapertura riceve solo per appuntamento, ma è stato necessario fornire una più completa serie di indicazioni per tutti gli utenti che avranno bisogno di usufruire dei vari servizi della Questura. All’ingresso della struttura è stata esposta apposita cartellonistica che riporta in italiano, francese, inglese e
arabo le regole di comportamento da seguire per salvaguardare la propria e l’altrui salute. Ai cittadini che avranno necessità di recarsi presso l’ufficio di Polizia sarà inoltre richiesto di compilare un’autocertificazione, nella quale dovranno dichiarare quali sono le proprie condizioni di salute attuali rispetto alla presenza di sintomi riconducibili alla SARS-CoV-2. Come per accedere in tutte le strutture pubbliche anche per far ingresso nella Questura di Frosinone sarà necessario munirsi di guanti e mascherina, mantenere la distanza di almeno 1 metro tra le persone, intrattenersi solo negli uffici d’interesse per il tempo strettamente necessario per il disbrigo della propria pratica e ovviamente non accedere in presenza di febbre o sintomi influenzali. Gli ingressi saranno contingentati per evitare il sovraffollamento dei locali, pertanto si consiglia di recarsi presso la sede di Via Vado del Tufo solo in presenza di necessità e per il disbrigo di pratiche che non possono essere rimandate.
Parte il progetto “I CAN”: 11 polizie del mondo contro la ‘ndrangheta Si sono riuniti oggi in videoconferenza, alle ore 14, i vertici delle forze di polizia di 10 Paesi del mondo, oltre all’Italia e ad Interpol, per il kick-off del Progetto I CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), presentato il 30 gennaio scorso a Reggio Calabria. I Paesi sono l’Argentina, l’Australia, il Brasile, il Canada, la Colombia, la Francia, Germania, gli Stati Uniti, la Svizzera e l’Uruguay che lavoreranno insieme per un progetto di tre anni, ideato dall’Italia insieme ad Interpol, per un attacco globale alla ‘Ndrangheta, oggi presente in 32 Paesi di
quattro continenti (Europa, Africa, America e Oceania), di cui 17 Stati europei. Per l’Italia era presente il Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Franco Gabrielli, insieme al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale Giovanni Nistri, e al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale Giuseppe Zafarana, perché le forze di polizia italiane lavoreranno insieme con un’unica squadra che rappresenterà il punto di riferimento per tutti i Paesi coinvolti.
L’avvio del progetto era fissato per la
fine di marzo ma è stato bloccato a causa della pandemia da Covid-19 Nel periodo di lockdown si è, però, continuato a lavorare su tutti gli aspetti organizzativi del progetto che ha come obiettivi la cattura dei latitanti e la confisca dei patrimoni illeciti, sulla base di una conoscenza approfondita del fenomeno criminale e del rischio che rappresenta soprattutto nelle sue proiezioni internazionali. In apertura dei lavori l’intervento del Segretario Generale dell’Interpol, Jurgen Stock, a capo della più grande organizzazione internazionale di polizia, che riunisce 194 Paesi del mondo. Il progetto I CAN è stato illustrato dal Vice Capo della Polizia, Prefetto Vittorio Rizzi, mentre a conclusione dell’incontro è intervenuto il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho. La Pandemia offre opportunità di business straordinarie ed insperate alla ‘ndrangheta
“Il Covid-19, che per il mondo intero rappresenta la più tragica ed improvvisa pandemia dell’era moderna, per la ‘Ndrangheta potrebbe diventare una straordinaria occasione per acquisire nuove aree di mercato e riciclare denaro sporco” queste le parole del Capo della Polizia, Direttore Generale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza durante la videoconferenza, appena iniziata, di avvio del progetto I-CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta). L’Italia insieme ad Interpol ha lanciato la strategia di attacco globale alla ‘Ndrangheta, con un enorme impegno economico, di quattro milioni e mezzo di euro per tre anni di lavoro. “Nel post- emergenza la minaccia mafiosa potrebbe esplodere con una forza inedita: l’onda d’urto della massa di capitali sporchi della ‘Ndrangheta potrebbe finanziare la crisi di liquidità delle grandi aziende, ma anche delle piccole e medie imprese, che a causa del lockdown e della conseguente recessione economica potrebbero non essere in grado di far fronte ai propri pagamenti. Il rischio concreto è che la ‘Ndrangheta sfrutti il momento di difficoltà per insinuarsi nelle gare pubbliche e
nelle compagini societarie, così che al termine dell’emergenza potrebbe aver inquinato tutti i settori economici, controllando imprese in precedenza sane” ha proseguito Gabrielli. In apertura della videoconferenza le parole del Segretario Generale dell’Interpol Jurgen Stock, a capo della più grande organizzazione internazionale di polizia, che riunisce 194 Paesi del mondo: “Non c’è bisogno di tradurre il termine ‘Ndrangheta ed I CAN vuole sostenere tutti i Paesi in una lotta globale grazie al sostegno economico ed operativo dell’Italia”. I CAN: arresto dei latitanti e confisca dei patrimoni della mafia, 11 paesi del mondo come unica hub contro la ‘ndrangheta “I focal point operativi dei nostri Paesi si sono già incontrati giovedì e venerdì della scorsa settimana, con tre appuntamenti distinti per aree geografiche, per dare immediata attuazione agli obiettivi operativi del nostro progetto”, le parole del Vice Capo della Polizia, Prefetto Vittorio Rizzi, che nella videoconferenza in corso su I CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), ha illustrato i tre pilastri su cui si fonda il progetto: “La realizzazione di un programma di awareness globale per colmare la mancanza di notizie di dettaglio sul metodo di infiltrazione della ‘ndrangheta; l’utilizzo e lo sviluppo delle più moderne tecnologie per l’analisi operativa, anche di natura predittiva; la realizzazione di attività operative coordinate volte all’arresto di latitanti ed al sequestro ed alla confisca dei beni illecitamente acquisiti.
L’Italia ha costituito un hub, presso la Direzione Centrale della Polizia Criminale, la cui componente di livello strategico coinvolge i vertici delle Forze di Polizia, della Direzione Investigativa Antimafia e della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, con il supporto della Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo” 11 polizie del mondo contro la ‘ndrangheta: parte I CAN Nel corso della videoconferenza I CAN contro la ‘Ndrangheta sono stati tanti gli spunti d’interesse emersi dalle dichiarazioni dei vertici delle forze di polizia dei 10 Paesi coinvolti, oltre all’Italia. “E’ difficile smantellare la ‘Ndrangheta da soli. In Australia sono in atto numerose operazioni di polizia con la ‘Ndrangheta ma dobbiamo lavorare insieme con un approccio innovativo anche per superare i disallineamenti normativi. Al riguardo, è in fase di chiusura un memorandum d’intesa per la cooperazione internazionale di polizia con la Direzione Centrale della Polizia Criminale italiana” così il Capo della Polizia Federale australiana (AFP), Reece Kershaw. Timothy Shea, Amministratore della DEA (Drug Enforcement Administration) e Calvin Shiver dell’FBI (Federal Bureau of Investigation) per gli USA: “Consapevoli della pericolosità della ‘Ndrangheta, anche se non possiediamo una conoscenza completa di questo fenomeno criminale, così complesso e strutturato. Il nostro obiettivo è arricchire le conoscenze e condividere le informazioni che possediamo”. L’Argentina, con il Capo della Polizia Federale, Juan Carlos
Hernandez, ha sottolineato che continueranno i proficui rapporti con l’Italia che verranno estesi anche a livello multilaterale grazie ad I CAN: “Ci aspettiamo brillanti risultati già nel breve periodo”. Carlos Henrique Oliviera De Sousa, Direttore Generale della Polizia Federale brasiliana: “Segnalo la penetrazione della ‘Ndrangheta nel settore immobiliare a San Paolo e a Rio de Janeiro. Dal 2010 esiste un link tra la ‘Ndrangheta e le organizzazioni criminali sudamericane, lo testimoniano le numerose operazioni condotte negli ultimi dieci anni e la confisca di 10 tonnellate complessive di cocaina”. Oscar Atehortua, Direttore Generale della Polizia Nazionale colombiana: “I CAN è un’iniziativa formidabile per una lotta integrata contro la ‘Ndrangheta. In Colombia le note di ricerca Interpol hanno contribuito ad arrestare pericolosi criminali. In Colombia, abbiamo anche offerto ricompense a chi fornisse informazioni utili al loro rintraccio”. Diego Fernandez Vallarino “In Uruguay è importante sensibilizzare la Polizia ma soprattutto la politica sui rischi di infiltrazione della ‘Ndrangheta. L’Uruguay non è un paese produttore di droga ma una piattaforma di esportazione verso l’Africa, l’Europa e l’Asia di sostanze stupefacenti e il grosso flusso di denaro in entrata alza il rischio di corruzione”. Frederic Veaux, Direttore Generale della Polizia Nazionale francese: La Francia conosce poco la ‘Ndrangheta, ma sappiamo che è tra le più pericolose, strutturate ed estese organizzazioni criminali del mondo. Dalle informazioni in possesso sembra attiva a Parigi e nell’Est della Francia: I-
CAN arriva, dunque, al momento giusto e ci incontreremo presto”. Martina LINK, Vice Presidente del BKA Germania: “Cooperazione stretta con l’Italia, ma I CAN rappresenta un salto di qualità per la cooperazione di polizia multilaterale. La Germania è un Paese che ospita da tempo la ‘Ndrangheta, dal 1995 sono stati arrestati 185 appartenenti alla ‘Ndrangheta”. Nicoletta Della Valle (Svizzera): la Svizzera è un partner molto interessato. L’Economia è molto forte ma anche la mafia italiana è presente dagli anni ‘50. La ‘Ndrangheta è l’organizzazione con il maggior numero di appartenenti in Svizzera. Cafiero De Raho (DNA): La ‘ndrangheta è un punto di riferimento internazionale per il traffico degli stupefacenti e la Direzione Nazionale Antimafia italiana è impegnata quotidianamente con le Forze di Polizia di molti Paesi nel mondo. La ‘ndrangheta parla tutte le lingue ed è capace di mimetizzarsi e di essere ovunque. Colonizza i territori e richiama su quei territori i propri uomini. Malgrado sia infiltrata in più di 30 Paesi nel mondo, le organizzazioni non sono autonome; esiste un organismo centrale che disciplina i rapporti e risolve gli attriti tra le strutture territoriali. Queste concorrono alla formazione dell’organismo centrale, ma non ne conoscono l’intera struttura di vertice, per evitare che eventuali collaborazioni con gli investigatori possano minare il sistema. Nel periodo delle stragi di mafia degli anni ’90, la
‘ndrangheta aveva iniziato a collaborare con cosa nostra eseguendo alcuni attentati, per fare dopo poco un passo indietro evitando ripercussioni negative per i propri affari economici. Tra le attività più pericolose l’infiltrazione nelle economie legali. In particolare costituendo società in Paesi dai sistemi giuridici più vulnerabili e meno collaborativi, in cui è più facile riciclare denaro sporco. Il Procuratore Nazionale Antimafia ha concluso sottolineando l’importanza della collaborazione tra Forze di Polizia di Paesi diversi. La ‘ndrangheta si muove con grande velocità in un mondo globalizzato e solo la fiducia tra le Forze di Polizia può garantire la costituzione di un sistema investigativo comune, senza frontiere.
Taormina, Teatro Antico: dal 1 luglio torna l’orario tradizionale GIARDINI NAXOS (ME) – Da mercoledì 1° luglio 2020 l’orario di visita del Teatro Antico di Taormina tornerà ad essere quello tradizionale, ossia dalle 9 alle 19, tutti i giorni, uniformandosi a quello degli altri siti di Naxos (Museo e Area Archeologica) e Isola Bella. Conclusa infatti una prima parte dei lavori al cantiere della
cabina Enel che impegnava buona parte dell’accesso pedonale sulla via Teatro Greco, la direttrice del Parco Archeologico Naxos Taormina, l’archeologa Gabriella Tigano, ha dato disposizioni per aprire il monumento nell’orario consueto. A incoraggiare la decisione, sono anche i dati positivi, sebbene ancora piuttosto deboli, riscontrati nell’ultimo weekend al Teatro Antico e forniti da Aditus, concessionario dei servizi di biglietteria del Parco. Prendendo in esame il weekend 19-21 giugno appena trascorso, sono stati infatti 517 i visitatori del Teatro Antico: 115 venerdì, 188 sabato e 214 domenica con una crescita del 59% rispetto al precedente fine settimana, quando erano stati complessivamente 325 gli ingressi al sito. Ragionando invece sull’intera settimana 15-21 giugno – e riunendo i dati dei tre siti del Parco (Taormina, Isola Bella e Naxos), i visitatori sono stati in tutto 1140 (739 in quella precedente). “Sono numeri ancora più che deboli – commenta la direttrice Tigano – che risentono inevitabilmente del ritardo con cui, a causa del covid, quest’anno si rimetterà in moto la macchina delle vacanze, nazionale e internazionale. Se durante le scorse settimane abbiamo visto sparuti gruppi di italiani godere fino a notte dell’apertura serale del Teatro Antico e dello spettacolo del tramonto con le luci del Tricolore, i veri assenti ad oggi sono gli stranieri, anche per la mancanza di collegamenti aerei internazionali, in programma dal mese di luglio negli scali siciliani. Le presenze straniere rappresentano infatti da sempre la quota maggiore del turismo di Taormina e dunque la loro assenza incide sensibilmente sui numeri di tutto il comparto e del suo indotto”. Con la rimodulazione dell’orario di visite al Teatro Antico, torneranno a essere fruibili sia pur con ingressi
contingentati, anche l’Antiquarium – con la sua ricca collezione di epigrafi (III-I sec. a.C.), il sarcofago in marmo (II sec. d.C.) e bellissimo il torso prassitelico – e il bookshop su uno dei belvedere dell’area archeologica. Fra le novità positive introdotte a Taormina, in questa fase post- Covid che ha portato imprese pubbliche e private a rimodulare tempi e modi delle attività, figura l’accordo siglato dal concessionario Aditus, insieme con Civita Sicilia e l’ ”Associazione delle Guide turistiche di Taormina e Messina”, per fornire un accurato servizio di guida dedicata ai visitatori del Teatro Antico. Si tratta di un pacchetto turistico che, al costo complessivo di 21.50 € a persona, prevede insieme al ticket d’ingresso anche un tour di 1 ora accompagnati da guide professionali e plurilingue (gratis per i bambini fino a 10 anni compiuti). Un’iniziativa in sinergia con il territorio – e la grande e qualificata offerta da parte delle guide turistiche di Taormina e Messina – che sostituisce il sistema delle audioguide e rende più emozionante e partecipata l’esperienza della visita grazie al contributo di veri professionisti della divulgazione dei beni culturali come sono le guide turistiche specializzate. Su Taormina, in particolare, sono operative guide italiane e straniere – professionisti ormai “naturalizzati” in Sicilia – che raccontano il Teatro Antico e la sua millenaria storia in ben quindici lingue: italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, rumeno, danese, russo, lituano, turco, fiammingo, olandese, maltese e giapponese. Proseguono infine i puntuali interventi di sanificazione anti-covid sia negli uffici del Parco che nelle aree espositive dei vari siti per garantire ai lavoratori e ai visitatori, ai quali è chiesto sempre l’uso della mascherina, la fruizione degli spazi e dei monumenti in tutta sicurezza.
Sea Watch, 28 migranti positivi al Covid-19 Sono 28 i migranti, salvati in acque internazionali dalla nave Sea Watch e imbarcati sulla nave-quarantena Moby Zazà che è in rada a Porto Empedocle (Agrigento), che sono risultati positivi al Covid-19. I tamponi rino-faringei sui 209 extracomunitari presenti sulla Moby Zazà erano stati effettuati nella mattinata di ieri. E in meno di 24 ore è arrivato l’esito. Appena ieri sera era stato reso noto che uno dei migranti sbarcati dalla Sea Watch era stato ricoverato a Malattie infettive dell’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta. Inizialmente era un caso di sospetta tubercolosi. Poi l’esito del tampone aveva fatto chiarezza. “Le procedure adottate per i migranti sbarcati dalla nave Sea Watch e accolti per la quarantena obbligatoria a bordo del
traghetto Moby Zaza, ancorato nella rada di Porto Empedocle, garantiscono la piena tutela della sicurezza sanitaria del Paese”. Così fonti del Viminale, precisando che “tutti i migranti sono stati sottoposti fin dal loro arrivo alle procedure previste dalle linee guida sul sistema di isolamento protetto elaborate dalla direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute”. “Ventotto migranti positivi sono sulla nave in rada a Porto Empedocle, soluzione che con caparbietà abbiamo preteso il 12 aprile scorso dal governo centrale per evitare che si sviluppassero focolai sul territorio dell’isola, senza poterli circoscrivere e controllare”. Lo afferma in un post su Facebook il Governatore della Sicilia Nella Musumeci commentando l’esito dei tamponi effettuati sulle persone a bordo della nave quarantena Moby Zaza. “Oggi si capisce meglio – aggiunge Musumeci – quella nostra richiesta. E chi ha vaneggiato accusandoci quasi di razzismo, oggi si renderà conto che avevamo ragione. Nelle prossime ore andranno adottati provvedimenti sanitari importanti al principio della precauzione. Voglio sperare che a nessuno venga in mente di non coinvolgere la Regione nelle scelte che dovranno essere assunte”.
Recovery Fund, prossimo vertice europeo a metà Luglio Il prossimo vertice europeo sul Recovery fund e il bilancio 2021-2027 si terrà a Bruxelles il 17-18 luglio con la presenza fisica dei leader. La data è stata indicata dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen durante il suo colloquio con i capigruppo al Parlamento Ue. Si tratta del primo vertice di persona che si tiene dal 22 febbraio. “Sono fiducioso che a luglio ci sarà un accordo” sul Recovery fund “e sarà il primo passo verso una Unione di bilancio”: lo ha detto il commissario all’economia Paolo Gentiloni, intervenendo ad un evento organizzato da Budapest European Agora. “Capisco che alcuni Stati membri sono scettici, ma vedo cose molto interessanti dopo che abbiamo presentato la nostra proposta maggio: diversi Stati dicono che è una base per la discussione, cosa per me buona, perché preoccupante sarebbe
stato se alcuni avessero chiuso la porta del tutto”, ha aggiunto. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, secondo quanto si apprende, riceverà nel pomeriggio alla Farnesina il collega olandese Stef Blok. In agenda anche il piano europeo sul Recovery Fund. Proprio oggi il presidente del Consiglio Ue ha convocato per il 17 e 18 luglio il vertice dei leader a Bruxelles. Reggio Calabria, manette per 21 persone affiliate alle cosche De Stefano-Tegano e Libri REGGIO CALABRIA – Vasta operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, finalizzata
all’esecuzione di 21 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti dei capi storici, elementi di vertice, luogotenenti e affiliati alle potenti cosche della ‘ndrangheta De Stefano-Tegano e Libri operanti nella città di Reggio Calabria, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, diverse estorsioni in danno di imprenditori e commercianti, detenzione e porto illegale di armi, aggravati dal metodo e dalla agevolazione mafiosa. Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, coadiuvati dagli operatori dei Reparti Prevenzione Crimine e di altre Squadre Mobili del Sud, Centro e Nord Italia, stanno eseguendo anche numerose perquisizioni e alcuni sequestri di aziende. Nell’operazione scattata questa mattina all’alba sono stati impiegati circa 200 agenti della Polizia di Stato.
Resident Evil 3, Nemesis torna nel nuovo remake di Capcom Resident Evil 3, uno fra i titoli più amati dai fan della serie videoludica targata Capcom, torna su Pc, Ps4 e Xbox One in una veste totalmente rinnovata e incredibilmente spettacolare. A differenza del bellissimo remake di Resident Evil 2 (qui la nostra recensione), questo sequel è una sostanziale reinterpretazione del titolo classico, con tutto ciò che ne consegue. Quando si imbocca un sentiero del genere, infatti, c’è sempre il rischio che le scelte produttive finiscano col deludere le aspettative degli appassionati, mancando di valorizzare appieno il materiale di riferimento. Un campo minato che purtroppo il team di Capcom non ha affrontato nel migliore dei modi, tanto da rendere la fuga disperata di Jill Valentine meno brillante del previsto, ma comunque sempre adrenalinica e interessante da giocare. A livello di trama Resident Evil 3 non delude: l’implacabile avanzata del Virus-T sta trasformando la cittadina di Raccoon City in un inferno brulicante di non-morti, mostrando il vero volto del terrore a quei pochi sopravvissuti che in preda al panico e al terrore si trascinano per raggiungere una salvezza impossibile. Tutt’altro che preparati a una simile evenienza, gli agenti dell’R.P.D. e dell’Umbrella Countermeasure Service tentano di ritardare la fine di una battaglia già persa, mentre forze oscure sfruttano la situazione per testare le prestazioni degli abomini creati dalla casa farmaceutica. Nell’occhio di questo ciclone di morte, una Jill Valentine segnata dagli eventi di Villa Spencer prepara la sua fuga in
fretta e furia, facendo appello a quel po’ di forza che le è rimasta per ragionare con lucidità. L’avvincente prologo di Resident Evil 3 è decisamente più a fuoco dell’originale, grazie a una messa in scena di grande impatto che tratteggia con efficacia il dramma che si sta consumando a Raccoon City. Dopo aver incontrato Carlos, la protagonista accetta di tornare in strada per riattivare la metro, nella speranza di salvare se stessa e i propri concittadini. Un obiettivo che rappresenta il primo passo di un’impresa dal ritmo incalzante, che in parte abbandona la connotazione survival horror del secondo capitolo per votarsi a una formula decisamente più votata verso l’azione pura. In Resident Evil 3, la città di Raccoon City si mostra viva come non mai. Complice la presenza di file e documenti di vario genere, ciascuna ambientazione aggiunge tasselli a un mosaico narrativo ben più ricco rispetto a quello originale, al netto di qualche importante omissione. Nel remake manca ad esempio una delle location più iconiche del gioco, sostituita da una sezione “di passaggio” che non mancherà di lasciare un po’ d’amaro in bocca ai fan della serie. C’è da dire però che alcune aree di gioco riescono davvero a sorprendere sia in termini di level design che di narrazione ambientale, quest’ultima modellata per rafforzare un nodo chiave nella lore di Resident Evil: l’intera Raccon City non è altro che un’immensa copertura per nascondere le attività dell’Umbrella. Pur mancando del pathos che rendeva memorabili alcune delle sequenze di Resident Evil 2, la trama del terzo capitolo è stata riadattata per risultare un po’ più credibile rispetto a quella del ‘99, alternando ad esempio le motivazioni che, durante la campagna, spingono alcuni personaggi ad agire in un determinato modo. Insomma, nonostante qualche mancanza, anche pesante, il risultato a livello narrativo e di location è comunque molto positivo.
A nostro avviso il più grande problema di Resident Evil 3 Remake consiste nella sua longevità: per concludere una run a difficoltà Standard bastano poco più di cinque ore. Prima di terminare la nostra prova abbiamo finito Resident Evil 3 anche a difficoltà Estrema e Incubo, con l’obiettivo di verificare la rigiocabilità di un titolo che si dimostra capace di offrire ben più di uno stimolo ai completisti incalliti. In ogni caso, complice l’assenza del New Game Plus e della doppia avventura, la mole contenutistica di Resident Evil 3 si conferma nettamente inferiore rispetto a quella del predecessore, nonostante l’aggiunta di Resident Evil: Resistance tenti di pareggiare i conti. Il titolo di Capcom e M2 differisce non poco dall’indagine di Leon e Claire, e non solo sul fronte del combat system. Il ritmo del gioco è decisamente più incalzante ma, di contro, l’ampiezza media degli scenari risulta considerevolmente ridotta. Oltretutto, la gamma degli enigmi e ridotta all’osso e le opportunità di backtracking sono veramente scarsine. A questo proposito, non abbiamo gradito la scelta di impedire ai giocatori di tornare nelle zone precedentemente visitate per completare l’esplorazione, specialmente considerando quanto sia difficile dedicarsi a questa attività durante gli assalti del Nemesis. Una volta ottenuti gli strumenti necessari è comunque possibile attardarsi per setacciare al meglio ogni anfratto dell’area cittadina, un compito facilitato da una mappa di gioco che segna con chiarezza lo “stato” delle zone saccheggiate. Nel corso del suo viaggio nell’orrore, Jill prende parte a una miriade di scontri a fuoco dai ritmi serrati, sostenuti da un sistema di puntamento solido, che permette di modificare a piacimento la sensibilità del mirino. Grazie a un gore system di grande effetto, leggere i punti di impatto dei proiettili sui corpi degli avversari risulta molto facile: un feedback visivo che concede di ridurre al minimo lo sperpero di munizioni. Le pistole, i fucili e il resto dell’arsenale, possono essere potenziati con appositi “kit di modifica”, reperibili sia all’interno degli scenari, sia raccogliendo le casse che cadono a Nemesis quando viene
stordito. Estendere i caricatori, aggiungere mirini e quant’altro, potrebbe portare alcune armi a occupare più spazio all’interno dell’inventario, che comunque è possibile ampliare recuperando i borselli sparsi per le ambientazioni. Detto questo, gli zombie che popolano il centro cittadino non sono che la prima specie in un roster da incubo con mostruosità di ben altra caratura. A tal proposito, se a livello Standard il numero di cure e munizioni si conferma a dir poco sovrabbondante, la difficoltà Estrema impone una gestione intelligente dell’inventario, in modo da riuscire a fronteggiare le BOW più coriacee con gli armamenti adatti. Parlando dell’antagonista per antonomasia di questo Resident Evil 3, ossia Nemesis, possiamo dire che sul fronte del design, almeno per quanto concerne la sua forma classica, sarebbe stato difficile chiedere di meglio. La gigantesca vena pulsante coperta dal rivestimento pettorale, i denti allungati, e i lembi di carne strappata – segno che la simbiosi tra la bioarma e il parassita Ne-Alpha non sia avvenuta placidamente – sono solo alcune delle idee più riuscite alla base del suo nuovo aspetto, capace di incutere timore e affascinare al tempo stesso. A rendere ancor più snervante questo inarrestabile abominio, c’è una sonorizzazione semplicemente perfetta, che si spinge ben oltre le sue urla rabbiose o l’iconica “S.T.A.R.S.”. Il rumore prodotto dal suo processo di rigenerazione è in grado di far gelare il sangue nelle vene, per non parlare del suo respiro affannoso e dei tonfi sordi prodotti dai suoi scatti furiosi. Insomma Nemesis fa ancora paura come un tempo e forse grazie alle potenzialità attuali riesce anche a far meglio del suo vecchio predecessore. Merita un capitolo a parte la modalità multiplayer “Resistance” presente insieme a Resident Evil 3 come gioco a parte e che funge da “contenuto” aggiuntivo e sostituisce a
tutti gli effetti Mercenari. La stessa è in realtà interessante e diverte il giusto, ma si tratta della classica reinterpretazione survival di prodotti già esistenti come Dead By Daylight e venerdì 13, dove un giocatore ha il compito di eliminare gli altri quattro impegnati a fuggire. In questo caso, il “cattivo” della situazione è il Mastermind, un personaggio interpretato da una delle menti Umbrella. Esso può sfruttare le telecamere di una mappa per posizionare trappole, mostri di vario tipo come zombie o cani. Per “evocare” questi svariati strumenti di morte è necessario utilizzare le carte, tutte con un costo predefinito di energia. Quest’ultima si ricarica col tempo ed è importante stare attenti affinché si sfruttino tutte le possibilità, visto che ogni danno a un sopravvissuto riduce anche il tempo di fuggire per la squadra. Il Mastermind può anche controllare in terza persona un mostro per attaccare i giocatori, così da aver una maggior varietà dell’azione. Ogni Mastermind si differenzia poi per tipo di mostri evocabili e per la ultimate che in questo caso corrisponde a una BOW unica come Birkin contagiato con il Virus-G o l’instancabile Mr X. I sopravvissuti si dividono in offensivo, tank e supporto; ognuno con determinati abilità, assegnabili prima dell’inizio di una partita. Abbiamo un personaggio che cura, un altro che può disattivare le telecamere e altro ancora. Tutti partono nello stesso modo, intorno al singolo livello è possibile raccogliere piante, munizioni e soprattutto crediti Umbrella che permettono di acquistare armi o potenziamenti durante la partita stessa dagli appositi contenitori. Il loro obbiettivo è ovviamente quello di fuggire e raggiungere il nucleo finale, ma per farlo è necessario completare una serie di enigmi che consistono nella ricerca di uno o più oggetti. Sia i Mastermind che i sopravvissuti possono essere personalizzati, dall’estetica alle abilità. La moneta in gioco (RP) è tutta per acquistare casse che contengono skin e altro ancora e si ottiene semplicemente salendo di livello. Insomma, Resistence è una piacevole nonché inedita variante che serve a colmare la breve, seppur intensa, esperienza offerta da Resident Evil 3.
Tirando le somme, nonostante questo remake non sia il gioco che ci si aspettava, il risultato nel complesso è più che buono e non giocarlo sarebbe veramente un peccato. L’aggiunta di Resistance poi è una gradita sorpresa, anche se da solo il titolo multiplayer non ha l’impatto necessario per soddisfare completamente i fan della saga. GIUDIZIO GLOBALE: Grafica: 9 Sonoro: 9,5 Gameplay: 9 Longevità: 7 VOTO FINALE: 8,5 Francesco Pellegrino Lise
Apple si separa da Intel, il Mac avrà un chip targato Cupertino Apple si stacca da Intel dopo 15 anni. Il colosso di Cupertino infatti ha deciso di affidare il Mac a un suo chip, l’Apple Silicon. “E’ un giorno storico per il Mac, lo lanciamo a un nuovo livello”, ha affermato Tim Cook nel corso della conferenza degli sviluppatori che quest’anno, a causa del coronavirus, è tutta virtuale. Con il suo chip Cupertino punta a rendere il Mac più veloce e potente: la transizione da Intel durerà circa due anni con i primi Mac dotati di Silicon disponibili entro la fine dell’anno. Cook comunque rassicura: continuerà a lanciare nuove versioni di macOS per anni. Il
nuovo chip consentirà ad Apple di migliorare la sicurezza e la vita della batteria del Mac, spiega Johny Srouji, il responsabile di Silicon. Il Mac non è più per Apple un motore dei ricavi ma vende circa 20 milioni di unità l’anno, con un fatturato di 25 miliardi di dollari. Il computer è però chiave per Apple per far leva sul mercato dei professionisti, con il quale Cupertino fa leva per spingere gli altri prodotti di famiglia, dall’iPhone agli Airpod e all’Apple Watch. Nel corso della conferenza degli sviluppatori, Apple presenta anche il nuovo sistema operativo MAC OS Big Sur, con il quale il computer somiglia sempre più a un dispositivo mobile. Annunciate nel corso dell’evento anche altre importanti novità, quali iOS 14 con una Siri migliorata in grado di inviare anche messaggi vocali, e una app per le traduzioni che consente a due persone di avere una conversazione in due diverse lingue. iOS 14 presenta anche la rivista e migliorata app Maps, che consente di trovare nuovi posti e località e di vagare seguendo le istruzioni e in modo rispettoso per l’ambiente. Per gli amanti della bicicletta Maps offre anche indicazioni dedicate che consentono di identificare piste ciclabili ma anche l’eventuale presenza di gradini e traffico. Importanti novità anche per l’Apple Watch, che sarà in grado di monitorare come ci si lavano le mani, uno dei requisiti principe nella lotta al coronavirus, e come si dorme. F.P.L.
Call of Duty Modern Warfare, è il momento della stagione 4 Call of Duty Modern Warfare (qui la nostra recensione), noto come lo sparatutto più famoso del mondo, con l’arrivo della stagione 4 è pronto a garantire tutta una serie di contenuti gratuiti e a pagamento su Pc, Xbox One e PS4. La battaglia si fa più intensa a Verdansk e l’Armistizio è sull’orlo del
collasso. Nel tentativo di puntellare le difese e di rinforzare sia la Coalizione che l’Alleanza per continuare a combattere, il Capitano Price arriva in mezzo al caos per contribuire alla fine del conflitto in corso. Mentre il nemico sta mettendo le fazioni della Coalizione e dell’Alleanza l’una contro l’altra, diventa sempre più difficile capire di chi fidarsi. Con Ghost e Alex già sul campo c’è solo da prepararsi a una battaglia ancora più grande al fianco di amici vecchi e nuovi. Per quanto riguarda Warzone (qui la nostra recensione del Battle Royale di CoD) arrivano nuove modalità di gioco, inoltre una gran quantità di novità modificano il gameplay così come tutti lo conoscevano fino alla season 3. In alcune partite del Battle Royale bisognerà prestare attenzione ai tre nuovi colpi di scena che possono cambiare le sorti della partita. Questi hanno infatti un impatto sulla strategia e sull’approccio al gioco e possono verificarsi in qualsiasi match senza preavviso. Quando accadranno, si verificheranno sempre a metà partita. Ad esempio, dopo il primo drop kit e prima della chiusura del Gulag. Questi imprevisti sono: “Jailbreak”, “Fire Sale” e “Supply Chopper”. “Fire Sale” applica temporaneamente uno sconto fino all’80% sulla maggior parte degli articoli nelle Buy Station o li rende addirittura totalmente gratuiti. Quando si verifica tale evento è il momento perfetto per ritirare un UAV, una cassa di piastre corazzate per la propria squadra o anche una letale Killstreak. Inoltre nel tempo in cui quest’evento è attivo, riportare in vita un compagno di squadra o acquistare un kit di auto rianimazione è completamente gratuito. Se ci si trova a corto di soldi, una Fire Sale potrebbe essere l’occasione giusta per riarruolare un compagno di team, ma attenzione, si avranno solo 60 secondi, quindi le aree vicino gli shop diventeranno zona di guerra. L’evento “Supply Chopper” porta a
Verdansk un elicottero non letale, ma pieno zeppo di soldi e armamenti. Il velivolo ha un sacco di vita, e richiederà più di un certo numero di razzi per essere abbattuto. L’elicottero non risponde al fuoco, ma è necessario agire in fretta perché mentre si è distratti per abbatterlo le squadre nemiche si muoveranno per uccidere i giocatori e rubare il contenuto dal relitto del mezzo. Una volta distrutto, dal Supply Chopper cadranno oggetti di alta qualità che i giocatori potranno raccogliere. Questi includono come minimo tre UAV, due casse di armature e scatole di munizioni, una maschera antigas, un lanciagranate e tonnellate di denaro. Quando si verifica un “Jailbreak”, invece, tutti i giocatori che sono stati uccisi saranno riportati di nuovo in partita. Sia che si stia aspettando il round 1v1 nel Gulag, sia che si stia osservando la partita dei propri compgni di squadra, appena compare l’evento si rientrerà in campo. Ci sarà un minuto di preavviso prima che si verifichi un Jailbreak per trovare un’ulteriore armatura o per assicurarsi di avere un’arma per i compagni di squadra che torneranno. I Jailbreak possono verificarsi in qualsiasi momento nel mezzo di una partita di un Battle Royale, quindi potrebbe valere la pena di rimanere spettatore, non si sa mai. In questa Stagione di Warzone debuttano poi due nuove modalità a tempo limitato: Juggernaut Royale e realismo. Nela prima, una variante della modalità Battle Royale, la famosa tuta corazzata della modalità Multiplayer atterra a Verdansk con tre lanci di rifornimenti che arrivano dal cielo. Una volta indossata, la corazza aumenterà la barra della salute, si avrà a disposizione una minigun e una colonna sonora metal di sottofondo. Con la corazza indosso si potrà ancora salire sui veicoli e fare scale, i danni ricevuti inoltre non avranno impatto sulla salute ma causeranno danni che colpiranno chiunque si trovi nelle immediate vicinanze. Se uno qualsiasi
dei giocatori corazzati viene inviato al Gulag, dopo un breve periodo, un nuovo approviggionamento Juggernaut sarà contrassegnato sulla Tac-Map e atterrerà a Verdansk. Nella modalità realismo invece si seguono le stesse regole della modalità Multiplayer. Si avrà un HUD minimo e un aumento dei danni dei colpi alla testa. Il pacchetto della season 4 di Call of Duty Modern Warfare season 4 però offre anche la Warzone Rumble. Questa modalità è un immenso Deathmatch a squadre 50vs50. Questa quarta stagione di Call of Duty Modern Warfare vede arrivare al lancio un trio di nuove mappe, gratuito per i possessori della versione completa del titolo. Ogni nuova mappa è realizzata per una modalità di gioco diversa, Multiplayer, Guerra Terrestre e Scontro. Scrapyard, di Call of Duty: Modern Warfare 2, debutta in questa Stagione, e la piccola, divertente e frenetica mappa è proprio come la ricordano i veterani del gioco. In Barakett Promenade i giocatori di Warzone saranno in un territorio a loro familiare a Barakett Promenade, l’ultima mappa di Guerra Terrestre, disponibile al lancio della Stagione 4. Trench invece come suggerisce il nome di questa mappa di Scontro è una rete di trincee interconnesse. Anche se i giocatori possono uscire dalla trincea per muoversi più velocemente in tutta la mappa, ogni movimento esporrà la propria posizione al nemico, quindi riflessi veloci e tanta fortuna saranno i migliori alleati di chi si cimenterà in questo scenario. Per questa nuova stagione di Modern Warfare sono inoltre previste tre nuove modalità, tra cui un classico, insieme ad altre playlist Multiplayer, moshpit e aggiornamenti. In Team Defender un giocatore singolo deve tenere la bandiera mentre i suoi compagni di squadra li difendono. Utilizzare la comunicazione, le informazioni e le potenti serie di uccisioni è la via migliore per contrastare l’avversario. One in the Chamber è invece un classico tutti contro tutti, che inizia con i giocatori che si trovano in mano una pistola e un solo proiettile. È sufficiente un solo colpo per abbattere un nemico, ma e necessario mirare bene o si rimarrà senza le munizioni. Si avranno solo tre vite, quindi per vincere è fondamentale giocare con astuzia. In All
or Nothing, un’altra modalità tutti contro tutti, i giocatori hanno un armamento limitato: solo una pistola e un coltello da lancio. Mirare con precisione per ottenere il maggior numero di uccisioni è la chiave per arrivare alla vittoria. Il Battle Pass della Stagione 4 offre due nuove armi – il Fennec SMG (Tier 15) e il fucile d’assalto CR-56 AMAX (Tier 31) che tutti i giocatori di Modern Warfare e Warzone, possono ottenere gratuitamente. Inoltre, tutti i giocatori possono anche guadagnare il “Blank Stare”, un modello di fucile d’assalto Leggendario, un orologio Leggendario, una skin per il veicolo SUV, un modello di cecchino Leggendario per i lunghi combattimenti di Warzone chiamato “Brookside”, una pistola Leggendaria chiamata “Gavel”, 300 punti Call of Duty e altro ancora. Questi oggetti e altro ancora possono essere ottenuti attraverso 20 livelli di contenuti gratuiti, ottenibili nel Battle Pass semplicemente giocando. Il Fennec è un SMG a fuoco rapido con una solida precisione e un eccellente controllo. Ideale per i combattimenti a media distanza o ravvicinati, i giocatori possono estendere la gamma con gli accessori per canna ZLR 18” Deadfall o ZLR 16” Apex. Il fucile d’assalto CR-56 AMAX è estremamente ben bilanciato che crea un danno maggiore per abbattere rapidamente gli avversari. Con una grande portata e una velocità di sparo inimmaginabile, i giocatori possono equipaggiare quest’arma per aumentarne la mobilità, la maneggevolezza e il controllo per adattarla al loro stile di gioco. Un progetto Leggendario nella stessa famiglia è disponibile al livello 100 insieme ad una skin per veicoli, una skin Leggendaria per il capitano Price e Missioni Operatore per sbloccare ancora più skin perl’eroe della serie. Ancora più contenuti saranno presenti nel Negozio per tutta la durata della Stagione, comprese le nuove skin degli Operatori come “Bloodletter” per Nikto, progetti di armi e altro ancora. Ecco i dettagli sui due nuovi
Operatori in arrivo nella Stagione 4: Gaz – Il sergente Kyle “Gaz” Garrick torna a Verdansk per unirsi all’Armistizio, dopo gli eventi della Campagna. Ufficiale delle forze speciali britanniche e membro della Task Force 141, Gaz è un esperto in eliminazioni di obiettivi primari, demolizioni, tattiche di armi, sorveglianza segreta e protezione dei VIP. Roze invece è un ex-Ranger dell’esercito americano, nonché un cacciatore delle montagne del Colorado. Eccelle in combattimenti ravvicinati e si unisce all’Alleanza come parte della fazione dei Jackals. Insomma, di carne a cuocere ce ne è davvero moltissima. Francesco Pellegrino Lise
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