Nemi, Villa delle Querce si rifà il look

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Nemi, Villa delle Querce si rifà il look
Nemi, Villa delle Querce si
rifà il look
NEMI (RM) – Restyling per la clinica Villa delle Querce su via
Nemorense a Nemi. Dagli arredi esterni alle fioriere si è
lavorato per migliorare ancora di più l’accoglienza.

Sul balcone delle stanze dei degenti ci sono tavolini e
fioriere dove consumare una merenda all’aperto e godersi la
vista sullo splendido lago del paese delle fragole.
Nemi, Villa delle Querce si rifà il look
Panchine con vista lago e giardino pubblico ben curato offrono
un colpo d’occhio che rinnova la scommessa d’eccellenza della
struttura.
Nemi, Villa delle Querce si rifà il look
Nemi, Villa delle Querce si rifà il look
La clinica ha come finalità la diagnosi e la cura, la ricerca
e la formazione in campo riabilitativo e biomedico. La Casa di
Cura “Villa delle Querce” è una struttura accreditata con la
Regione Lazio per l’erogazione di prestazioni sanitarie sia in
regime di ricovero che ambulatoriale. In particolare opera in
ambito riabilitativo con la presa in carico del paziente nella
globalità dei suoi aspetti medici e psicologici. Le attività
riabilitative sono integrate ottenendo una riabilitazione
adattata alla persona, anche quando si presenta con disabilità
complesse e multiorgano.
Nemi, Villa delle Querce si rifà il look
Nemi, Villa delle Querce si rifà il look
Federturismo, la crisi è
pesante   e  collaborazione
privati-governo         più
necessaria
Marina Lalli, presidente di Federturismo, intervenendo ad una
video conferenza stampa organizzata dall’Associazione della
Stampa Estera in Italia, ha svolto una attenta e rapida
disamina delle problematiche che stanno investendo, dall’
inizio della pandemia, uno dei settori trainanti dell’economia
italiana.

Rispondendo ad una domanda del moderatore, Alvise Armellini,
di una agenzia tedesca, ha riferito che deboli segni di
ritorni in Italia vengono proprio dal mercato di lingua
tedesca, proveniente da paesi a noi vicini e dove non è un
impedimento la rarefazione dei voli che tuttora sta
penalizzando i flussi in entrata. Allo stato, per la Lalli, le
località che potrebbero riprendersi meglio sembrano quelle
marine, dove predomina la potenziale clientela italiana,
mentre ancora un deserto appaiono le città d’arte,
tradizionalmente destinazioni molto apprezzate dagli
stranieri. A giugno, sembra che la perdita di fatturato si
attesti sul 70% complessivamente per il comparto, con segnali
di ripresa deboli allo stato.

Alla domanda del corrispondente di media finlandesi su quali
siano le misure di sostegno asl   settore attivate dal governo
più apprezzate e quelle che si    desidererebbe di più fossero
attivare, la Lalli si è detta     soddisfatta per lo stralcio
della tassa IMU ed anche degli     interventi sulle locazioni,
Nemi, Villa delle Querce si rifà il look
mentre ritiene fondamentale un aiuto sulle riassunzioni
mediante la decontribuzione, specie sui lavoratori stagionali,
che sono un pilastro del settore. La decontribuzione potrebbe
evitare allo Stato di intervenire con ammortizzatori sociali
nella situazione contraria. Ma anche strumenti di sostegno a
fondo perduto sono ritenuti necessari.

Alla domanda del cronista spagnolo relativamente ad una sua
valutazione sull’impatto del bonus vacanze, la Lalli ha
chiarito che Federturismo è molto tiepida nei confronti di
tale misura, sia per il tetto ISEE di 40mila euro, che per la
difficoltà procedurale di ottenerlo, pur apprezzando lo sforzo
del governo. Federturismo non lo ritiene “uno strumento
decisivo ma saremmo lieti di essere smentiti”.

Alla domanda dell’americana Patricia Thomas, Presidente della
Stampa estera, su un ventilato blocco dei flussi dagli USA
verso il nostro paese, come riportato un articolo del NYT, la
Lalli si è detta preoccupata di tale eventualità, data
l’importanza del bacino dei visitatori USA sia per quantità
che per capacità di spesa.

Ad un corrispondente che le chiedeva in merito alla situazione
Alitalia, la Lalli ha ribadito la tradizionale posizione di
Confindustria sulla questione, ovvero contrarietà ad
intervento pubblico stanti i trascorsi negativi già
sperimentati da tempo.

Al quesito su quale effetto possa avere sui prezzi la ripresa
del settore, la Lalli ha detto che gli operatori cercano di
mantenere i livelli del 2019, ma che è compressibile ci
possano essere degli adeguamenti causati dai costi delle
misure legate al distanziamento ed alle sanificazioni. Ritiene
Nemi, Villa delle Querce si rifà il look
che il settore alberghiero, per le maggiori garanzie che offre
in termini di igiene, possa riprendersi con più vigore
rispetto ad altri settori ricettivi (agriturismi, B&B, etc.)
ma è palpabile il rischio che almeno un 25% non riesca
superare il 2020, senza misure più energiche di sostegno. La
Lalli afferma di aver molto apprezzato l’interlocuzione
offerta alle associazioni di settore durante gli Stati
Generali: il presidente Conte ed il ministro Franceschini
hanno ascoltato per oltre 4 ore i rappresentanti invitati; si
aspetta ora che diano seguito a fatti concreti per interventi
decisi. Marina Lalli ha anche toccato il tasto delle
prospettive a medio e lungo termine, in cui occorre progettare
una visione strategica ed una diversa operatività del settore,
che coinvolge anche tanti altri settori economici, come quello
dell’artigianato,     dell’enogastronomia,      della   moda,
dell’energetico: Per determinate aree del paese, afflitte dal
turismo di massa, che spesso diventa un boomerang, occorre una
riqualificazione dell’offerta da collegare alla sostenibilità
ambientale, anche per il turismo di fascia alta. Molte sono le
soluzioni che spesso vengono prospettate come, in particolare,
il contingentamento dei flussi e la qualità dei servizi ma
occorre metterci mano in modo articolato e decisivo.
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Frosinone, riapre la Questura
con nuove modalità di accesso
FROSINONE – La Questura di Frosinone riparte dopo il lockdown,
resosi necessario per far fronte alla grave pandemia che ha
colpito il nostro paese. Già nei giorni scorsi erano state
rese note le nuove modalità di accesso all’Ufficio
Immigrazione, che dalla sua riapertura riceve solo per
appuntamento, ma è stato necessario fornire una più completa
serie di indicazioni per tutti gli utenti che avranno bisogno
di usufruire dei vari servizi della Questura.

All’ingresso della struttura è stata esposta apposita
cartellonistica che riporta in italiano, francese, inglese e
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arabo le regole di comportamento da seguire per salvaguardare
la propria e l’altrui salute. Ai cittadini che avranno
necessità di recarsi presso l’ufficio di Polizia sarà inoltre
richiesto di compilare un’autocertificazione, nella quale
dovranno dichiarare quali sono le proprie condizioni di salute
attuali rispetto alla presenza di sintomi riconducibili alla
SARS-CoV-2.

Come per accedere in tutte le strutture pubbliche anche per
far ingresso nella Questura di Frosinone sarà necessario
munirsi di guanti e mascherina, mantenere la distanza di
almeno 1 metro tra le persone, intrattenersi solo negli uffici
d’interesse per il tempo strettamente necessario per il
disbrigo della propria pratica e ovviamente non accedere in
presenza di febbre o sintomi influenzali.

Gli   ingressi   saranno   contingentati    per   evitare   il
sovraffollamento dei locali, pertanto si consiglia di recarsi
presso la sede di Via Vado del Tufo solo in presenza di
necessità e per il disbrigo di pratiche che non possono essere
rimandate.
Parte il progetto “I CAN”: 11
polizie del mondo contro la
‘ndrangheta
Si sono riuniti oggi in videoconferenza, alle ore        14, i
vertici delle forze di polizia di 10 Paesi del mondo,    oltre
all’Italia e ad Interpol, per il kick-off del Progetto   I CAN
(Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), presentato   il 30
gennaio scorso a Reggio Calabria.

I Paesi sono l’Argentina, l’Australia, il Brasile, il Canada,
la Colombia, la Francia, Germania, gli Stati Uniti, la
Svizzera e l’Uruguay che lavoreranno insieme per un progetto
di tre anni, ideato dall’Italia insieme ad Interpol, per un
attacco globale alla ‘Ndrangheta, oggi presente in 32 Paesi di
quattro continenti (Europa, Africa, America e Oceania), di cui
17 Stati europei. Per l’Italia era presente il Capo della
Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto
Franco Gabrielli, insieme al Comandante Generale dell’Arma dei
Carabinieri, Generale Giovanni Nistri, e al Comandante
Generale della Guardia di Finanza, Generale Giuseppe Zafarana,
perché le forze di polizia italiane lavoreranno insieme con
un’unica squadra che rappresenterà il punto di riferimento per
tutti i Paesi coinvolti.
L’avvio del progetto era fissato per la
fine di marzo ma è stato bloccato a causa
della pandemia da Covid-19

Nel periodo di lockdown si è, però, continuato a lavorare su
tutti gli aspetti organizzativi del progetto che ha come
obiettivi la cattura dei latitanti e la confisca dei patrimoni
illeciti, sulla base di una conoscenza approfondita del
fenomeno criminale e del rischio che rappresenta soprattutto
nelle sue proiezioni internazionali. In apertura dei lavori
l’intervento del Segretario Generale dell’Interpol, Jurgen
Stock, a capo della più grande organizzazione internazionale
di polizia, che riunisce 194 Paesi del mondo. Il progetto I
CAN è stato illustrato dal Vice Capo della Polizia, Prefetto
Vittorio Rizzi, mentre a conclusione dell’incontro è
intervenuto il Procuratore Nazionale Antimafia e
Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho.

La Pandemia offre opportunità di business
straordinarie     ed   insperate     alla
‘ndrangheta
“Il Covid-19, che per il mondo intero rappresenta la più
tragica ed improvvisa pandemia dell’era moderna, per la
‘Ndrangheta potrebbe diventare una straordinaria occasione per
acquisire nuove aree di mercato e riciclare denaro sporco”
queste le parole del Capo della Polizia, Direttore Generale
del Dipartimento della Pubblica Sicurezza durante la
videoconferenza, appena iniziata, di avvio del progetto I-CAN
(Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta). L’Italia insieme
ad Interpol ha lanciato la strategia di attacco globale alla
‘Ndrangheta, con un enorme impegno economico, di quattro
milioni e mezzo di euro per tre anni di lavoro. “Nel post-
emergenza la minaccia mafiosa potrebbe esplodere con una forza
inedita: l’onda d’urto della massa di capitali sporchi della
‘Ndrangheta potrebbe finanziare la crisi di liquidità delle
grandi aziende, ma anche delle piccole e medie imprese, che a
causa del lockdown e della conseguente recessione economica
potrebbero non essere in grado di far fronte ai propri
pagamenti. Il rischio concreto è che la ‘Ndrangheta sfrutti il
momento di difficoltà per insinuarsi nelle gare pubbliche e
nelle compagini societarie, così che al termine dell’emergenza
potrebbe aver inquinato tutti i settori economici,
controllando imprese in precedenza sane” ha proseguito
Gabrielli. In apertura della videoconferenza le parole del
Segretario Generale dell’Interpol Jurgen Stock, a capo della
più grande organizzazione internazionale di polizia, che
riunisce 194 Paesi del mondo: “Non c’è bisogno di tradurre il
termine ‘Ndrangheta ed I CAN vuole sostenere tutti i Paesi in
una lotta globale grazie al sostegno economico ed operativo
dell’Italia”.

I CAN: arresto dei latitanti e confisca
dei patrimoni della mafia, 11 paesi del
mondo   come   unica  hub   contro   la
‘ndrangheta

“I focal point operativi dei nostri Paesi si sono già
incontrati giovedì e venerdì della scorsa settimana, con tre
appuntamenti distinti per aree geografiche, per dare immediata
attuazione agli obiettivi operativi del nostro progetto”, le
parole del Vice Capo della Polizia, Prefetto Vittorio Rizzi,
che nella videoconferenza in corso su I CAN (Interpol
Cooperation Against ‘Ndrangheta), ha illustrato i tre pilastri
su cui si fonda il progetto: “La realizzazione di un programma
di awareness globale per colmare la mancanza di notizie di
dettaglio sul metodo di infiltrazione della ‘ndrangheta;
l’utilizzo e lo sviluppo delle più moderne tecnologie per
l’analisi operativa, anche di natura predittiva; la
realizzazione di attività operative coordinate volte
all’arresto di latitanti ed al sequestro ed alla confisca dei
beni illecitamente acquisiti.
L’Italia ha costituito un hub, presso la Direzione Centrale
della Polizia Criminale, la cui componente di livello
strategico coinvolge i vertici delle Forze di Polizia, della
Direzione Investigativa Antimafia e della Direzione Centrale
dei Servizi Antidroga, con il supporto della Direzione
Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo”

11   polizie  del   mondo                  contro        la
‘ndrangheta: parte I CAN

Nel corso della videoconferenza I CAN contro la ‘Ndrangheta
sono stati tanti gli spunti d’interesse emersi dalle
dichiarazioni dei vertici delle forze di polizia dei 10 Paesi
coinvolti, oltre all’Italia. “E’ difficile smantellare la
‘Ndrangheta da soli. In Australia sono in atto numerose
operazioni di polizia con la ‘Ndrangheta ma dobbiamo lavorare
insieme con un approccio innovativo anche per superare i
disallineamenti normativi. Al riguardo, è in fase di chiusura
un memorandum d’intesa per la cooperazione internazionale di
polizia con la Direzione Centrale della Polizia Criminale
italiana” così il Capo della Polizia Federale australiana
(AFP), Reece Kershaw.

Timothy Shea, Amministratore della DEA (Drug Enforcement
Administration) e Calvin Shiver dell’FBI (Federal Bureau of
Investigation) per gli USA: “Consapevoli della pericolosità
della ‘Ndrangheta, anche se non possiediamo una conoscenza
completa di questo fenomeno criminale, così complesso e
strutturato. Il nostro obiettivo è arricchire le conoscenze e
condividere le informazioni che possediamo”.

L’Argentina, con il Capo della Polizia Federale, Juan Carlos
Hernandez, ha sottolineato che continueranno i proficui
rapporti con l’Italia che verranno estesi anche a livello
multilaterale grazie ad I CAN: “Ci aspettiamo brillanti
risultati già nel breve periodo”.

Carlos Henrique Oliviera De Sousa, Direttore Generale della
Polizia Federale brasiliana: “Segnalo la penetrazione della
‘Ndrangheta nel settore immobiliare a San Paolo e a Rio de
Janeiro. Dal 2010 esiste un link tra la ‘Ndrangheta e le
organizzazioni criminali sudamericane, lo testimoniano le
numerose operazioni condotte negli ultimi dieci anni e la
confisca di 10 tonnellate complessive di cocaina”.

Oscar Atehortua, Direttore Generale della Polizia Nazionale
colombiana: “I CAN è un’iniziativa formidabile per una lotta
integrata contro la ‘Ndrangheta. In Colombia le note di
ricerca Interpol hanno contribuito ad arrestare pericolosi
criminali. In Colombia, abbiamo anche offerto ricompense a chi
fornisse informazioni utili al loro rintraccio”.

Diego Fernandez Vallarino “In Uruguay è importante
sensibilizzare la Polizia ma soprattutto la politica sui
rischi di infiltrazione della ‘Ndrangheta. L’Uruguay non è un
paese produttore di droga ma una piattaforma di esportazione
verso l’Africa, l’Europa e l’Asia di sostanze stupefacenti e
il grosso flusso di denaro in entrata alza il rischio di
corruzione”.

Frederic Veaux, Direttore Generale della Polizia Nazionale
francese: La Francia conosce poco la ‘Ndrangheta, ma sappiamo
che è tra le più pericolose, strutturate ed estese
organizzazioni criminali del mondo. Dalle informazioni in
possesso sembra attiva a Parigi e nell’Est della Francia: I-
CAN arriva, dunque, al momento giusto e ci incontreremo
presto”.

Martina LINK, Vice Presidente del BKA Germania: “Cooperazione
stretta con l’Italia, ma I CAN rappresenta un salto di qualità
per la cooperazione di polizia multilaterale. La Germania è un
Paese che ospita da tempo la ‘Ndrangheta, dal 1995 sono stati
arrestati 185 appartenenti alla ‘Ndrangheta”.

Nicoletta Della Valle (Svizzera): la Svizzera è un partner
molto interessato. L’Economia è molto forte ma anche la mafia
italiana è presente dagli anni ‘50. La ‘Ndrangheta è
l’organizzazione con il maggior numero di appartenenti in
Svizzera.

Cafiero     De   Raho   (DNA):   La   ‘ndrangheta   è   un   punto   di
riferimento internazionale per il traffico degli stupefacenti
e la Direzione Nazionale Antimafia italiana è impegnata
quotidianamente con le Forze di Polizia di molti Paesi nel
mondo. La ‘ndrangheta parla tutte le lingue ed è capace di
mimetizzarsi e di essere ovunque. Colonizza i territori e
richiama su quei territori i propri uomini.

Malgrado sia infiltrata in più di 30 Paesi nel mondo, le
organizzazioni non sono autonome; esiste un organismo centrale
che disciplina i rapporti e risolve gli attriti tra le
strutture territoriali. Queste concorrono alla formazione
dell’organismo centrale, ma non ne conoscono l’intera
struttura di vertice, per evitare che eventuali collaborazioni
con gli investigatori possano minare il sistema.

Nel periodo delle stragi di mafia degli anni ’90, la
‘ndrangheta aveva iniziato a collaborare con cosa nostra
eseguendo alcuni attentati, per fare dopo poco un passo
indietro evitando ripercussioni negative per i propri affari
economici.

Tra le attività più pericolose l’infiltrazione nelle economie
legali. In particolare costituendo società in Paesi dai
sistemi giuridici più vulnerabili e meno collaborativi, in cui
è più facile riciclare denaro sporco.

Il Procuratore Nazionale Antimafia ha concluso sottolineando
l’importanza della collaborazione tra Forze di Polizia di
Paesi diversi. La ‘ndrangheta si muove con grande velocità in
un mondo globalizzato e solo la fiducia tra le Forze di
Polizia può garantire la costituzione di un sistema
investigativo comune, senza frontiere.
Taormina, Teatro Antico: dal
1  luglio    torna  l’orario
tradizionale
GIARDINI NAXOS (ME) – Da mercoledì 1° luglio 2020 l’orario di
visita del Teatro Antico di Taormina tornerà ad essere quello
tradizionale, ossia dalle 9 alle 19, tutti i giorni,
uniformandosi a quello degli altri siti di Naxos (Museo e Area
Archeologica) e Isola Bella.

Conclusa infatti una prima parte dei lavori al cantiere della
cabina Enel che impegnava buona parte dell’accesso pedonale
sulla via Teatro Greco, la direttrice del Parco Archeologico
Naxos Taormina, l’archeologa Gabriella Tigano, ha dato
disposizioni per aprire il monumento nell’orario consueto. A
incoraggiare la decisione, sono anche i dati positivi, sebbene
ancora piuttosto deboli, riscontrati nell’ultimo weekend al
Teatro Antico e forniti da Aditus, concessionario dei servizi
di biglietteria del Parco.

Prendendo in esame il weekend 19-21 giugno appena trascorso,
sono stati infatti 517 i visitatori del Teatro Antico: 115
venerdì, 188 sabato e 214 domenica con una crescita del 59%
rispetto al precedente fine settimana, quando erano stati
complessivamente 325 gli ingressi al sito. Ragionando invece
sull’intera settimana 15-21 giugno – e riunendo i dati dei tre
siti del Parco (Taormina, Isola Bella e Naxos), i visitatori
sono stati in tutto 1140 (739 in quella precedente).

“Sono numeri ancora più che deboli – commenta la direttrice
Tigano – che risentono inevitabilmente del ritardo con cui, a
causa del covid, quest’anno si rimetterà in moto la macchina
delle vacanze, nazionale e internazionale. Se durante le
scorse settimane abbiamo visto sparuti gruppi di italiani
godere fino a notte dell’apertura serale del Teatro Antico e
dello spettacolo del tramonto con le luci del Tricolore, i
veri assenti ad oggi sono gli stranieri, anche per la mancanza
di collegamenti aerei internazionali, in programma dal mese di
luglio negli scali siciliani. Le presenze straniere
rappresentano infatti da sempre la quota maggiore del turismo
di Taormina e dunque la loro assenza incide sensibilmente sui
numeri di tutto il comparto e del suo indotto”.

Con la rimodulazione dell’orario di visite al Teatro Antico,
torneranno a essere fruibili sia pur con ingressi
contingentati, anche l’Antiquarium – con la sua ricca
collezione di epigrafi (III-I sec. a.C.), il sarcofago in
marmo (II sec. d.C.) e bellissimo il torso prassitelico – e il
bookshop su uno dei belvedere dell’area archeologica. Fra le
novità positive introdotte a Taormina, in questa fase post-
Covid che ha portato imprese pubbliche e private a rimodulare
tempi e modi delle attività, figura l’accordo siglato dal
concessionario Aditus, insieme con Civita Sicilia e l’
”Associazione delle Guide turistiche di Taormina e Messina”,
per fornire un accurato servizio di guida dedicata ai
visitatori del Teatro Antico. Si tratta di un pacchetto
turistico che, al costo complessivo di 21.50 € a persona,
prevede insieme al ticket d’ingresso anche un tour di 1 ora
accompagnati da guide professionali e plurilingue (gratis per
i bambini fino a 10 anni compiuti). Un’iniziativa in sinergia
con il territorio – e la grande e qualificata offerta da parte
delle guide turistiche di Taormina e Messina – che sostituisce
il sistema delle audioguide e rende più emozionante e
partecipata l’esperienza della visita grazie al contributo di
veri professionisti della divulgazione dei beni culturali come
sono le guide turistiche specializzate. Su Taormina, in
particolare, sono operative guide italiane e straniere –
professionisti ormai “naturalizzati” in Sicilia – che
raccontano il Teatro Antico e la sua millenaria storia in ben
quindici lingue: italiano, inglese, francese, tedesco,
spagnolo, portoghese, rumeno, danese, russo, lituano, turco,
fiammingo, olandese, maltese e giapponese. Proseguono infine i
puntuali interventi di sanificazione anti-covid sia negli
uffici del Parco che nelle aree espositive dei vari siti per
garantire ai lavoratori e ai visitatori, ai quali è chiesto
sempre l’uso della mascherina, la fruizione degli spazi e dei
monumenti in tutta sicurezza.
Sea   Watch,   28  migranti
positivi al Covid-19
Sono 28 i migranti, salvati in acque internazionali dalla nave
Sea Watch e imbarcati sulla nave-quarantena Moby Zazà che è in
rada a Porto Empedocle (Agrigento), che sono risultati
positivi al Covid-19. I tamponi rino-faringei sui 209
extracomunitari presenti sulla Moby Zazà erano stati
effettuati nella mattinata di ieri. E in meno di 24 ore è
arrivato l’esito. Appena ieri sera era stato reso noto che uno
dei migranti sbarcati dalla Sea Watch era stato ricoverato a
Malattie infettive dell’ospedale “Sant’Elia” di Caltanissetta.
Inizialmente era un caso di sospetta tubercolosi. Poi l’esito
del tampone aveva fatto chiarezza.

“Le procedure adottate per i migranti sbarcati dalla nave Sea
Watch e accolti per la quarantena obbligatoria a bordo del
traghetto Moby Zaza, ancorato nella rada di Porto Empedocle,
garantiscono la piena tutela della sicurezza sanitaria del
Paese”. Così fonti del Viminale, precisando che “tutti i
migranti sono stati sottoposti fin dal loro arrivo alle
procedure previste dalle linee guida sul sistema di isolamento
protetto elaborate dalla direzione generale della prevenzione
sanitaria del ministero della Salute”.

“Ventotto migranti positivi sono sulla nave in rada a Porto
Empedocle, soluzione che con caparbietà abbiamo preteso il 12
aprile scorso dal governo centrale per evitare che si
sviluppassero focolai sul territorio dell’isola, senza poterli
circoscrivere e controllare”. Lo afferma in un post su
Facebook     il    Governatore     della    Sicilia     Nella
Musumeci commentando l’esito dei tamponi effettuati sulle
persone a bordo della nave quarantena Moby Zaza. “Oggi si
capisce meglio – aggiunge Musumeci – quella nostra richiesta.
E chi ha vaneggiato accusandoci quasi di razzismo, oggi si
renderà conto che avevamo ragione. Nelle prossime ore andranno
adottati provvedimenti sanitari importanti al principio della
precauzione. Voglio sperare che a nessuno venga in mente di
non coinvolgere la Regione nelle scelte che dovranno essere
assunte”.
Recovery    Fund,    prossimo
vertice europeo a metà Luglio
Il prossimo vertice europeo sul Recovery fund e il bilancio
2021-2027 si terrà a Bruxelles il 17-18 luglio con la presenza
fisica dei leader. La data è stata indicata dalla presidente
della Commissione Ue Ursula von der Leyen durante il suo
colloquio con i capigruppo al Parlamento Ue. Si tratta del
primo vertice di persona che si tiene dal 22 febbraio.

“Sono fiducioso che a luglio ci sarà un accordo” sul Recovery
fund “e sarà il primo passo verso una Unione di bilancio”: lo
ha detto il commissario all’economia Paolo Gentiloni,
intervenendo ad un evento organizzato da Budapest European
Agora. “Capisco che alcuni Stati membri sono scettici, ma vedo
cose molto interessanti dopo che abbiamo presentato la nostra
proposta maggio: diversi Stati dicono che è una base per la
discussione, cosa per me buona, perché preoccupante sarebbe
stato se alcuni avessero chiuso la porta del tutto”, ha
aggiunto.

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, secondo quanto si
apprende, riceverà nel pomeriggio alla Farnesina il collega
olandese Stef Blok. In agenda anche il piano europeo sul
Recovery Fund. Proprio oggi il presidente del Consiglio Ue ha
convocato per il 17 e 18 luglio il vertice dei leader a
Bruxelles.

Reggio Calabria, manette per
21 persone affiliate alle
cosche De Stefano-Tegano e
Libri
REGGIO CALABRIA – Vasta operazione della Polizia di Stato,
coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della
Procura della Repubblica di Reggio Calabria, finalizzata
all’esecuzione di 21 ordinanze di custodia cautelare in
carcere emesse nei confronti dei capi storici, elementi di
vertice, luogotenenti e affiliati alle potenti cosche della
‘ndrangheta De Stefano-Tegano e Libri operanti nella città di
Reggio Calabria, ritenuti responsabili, a vario titolo, di
associazione mafiosa, diverse estorsioni in danno di
imprenditori e commercianti, detenzione e porto illegale di
armi, aggravati dal metodo e dalla agevolazione mafiosa.

Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di
Reggio Calabria e del Servizio Centrale Operativo della
Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato,
coadiuvati dagli operatori dei Reparti Prevenzione Crimine e
di altre Squadre Mobili del Sud, Centro e Nord Italia, stanno
eseguendo anche numerose perquisizioni e alcuni sequestri di
aziende. Nell’operazione scattata questa mattina all’alba sono
stati impiegati circa 200 agenti della Polizia di Stato.
Resident Evil 3, Nemesis
torna nel nuovo remake di
Capcom
Resident Evil 3, uno fra i titoli più amati dai fan della
serie videoludica targata Capcom, torna su Pc, Ps4 e Xbox One
in una veste totalmente rinnovata e incredibilmente
spettacolare. A differenza del bellissimo remake di Resident
Evil 2 (qui la nostra recensione), questo sequel è una
sostanziale reinterpretazione del titolo classico, con tutto
ciò che ne consegue. Quando si imbocca un sentiero del genere,
infatti, c’è sempre il rischio che le scelte produttive
finiscano col deludere le aspettative degli appassionati,
mancando di valorizzare appieno il materiale di riferimento.
Un campo minato che purtroppo il team di Capcom non ha
affrontato nel migliore dei modi, tanto da rendere la fuga
disperata di Jill Valentine meno brillante del previsto, ma
comunque sempre adrenalinica e interessante da giocare.

A livello di trama Resident Evil 3 non delude: l’implacabile
avanzata del Virus-T sta trasformando la cittadina di Raccoon
City in un inferno brulicante di non-morti, mostrando il vero
volto del terrore a quei pochi sopravvissuti che in preda al
panico e al terrore si trascinano per raggiungere una salvezza
impossibile. Tutt’altro che preparati a una simile evenienza,
gli agenti dell’R.P.D. e dell’Umbrella Countermeasure Service
tentano di ritardare la fine di una battaglia già persa,
mentre forze oscure sfruttano la situazione per testare le
prestazioni degli abomini creati dalla casa farmaceutica.
Nell’occhio di questo ciclone di morte, una Jill Valentine
segnata dagli eventi di Villa Spencer prepara la sua fuga in
fretta e furia, facendo appello a quel po’ di forza che le è
rimasta per ragionare con lucidità. L’avvincente prologo di
Resident Evil 3 è decisamente più a fuoco dell’originale,
grazie a una messa in scena di grande impatto che tratteggia
con efficacia il dramma che si sta consumando a Raccoon City.
Dopo aver incontrato Carlos, la protagonista accetta di
tornare in strada per riattivare la metro, nella speranza di
salvare se stessa e i propri concittadini. Un obiettivo che
rappresenta il primo passo di un’impresa dal ritmo incalzante,
che in parte abbandona la connotazione survival horror del
secondo capitolo per votarsi a una formula decisamente più
votata verso l’azione pura. In Resident Evil 3, la città di
Raccoon City si mostra viva come non mai. Complice la presenza
di file e documenti di vario genere, ciascuna ambientazione
aggiunge tasselli a un mosaico narrativo ben più ricco
rispetto a quello originale, al netto di qualche importante
omissione. Nel remake manca ad esempio una delle location più
iconiche del gioco, sostituita da una sezione “di passaggio”
che non mancherà di lasciare un po’ d’amaro in bocca ai fan
della serie. C’è da dire però che alcune aree di gioco
riescono davvero a sorprendere sia in termini di level design
che di narrazione ambientale, quest’ultima modellata per
rafforzare un nodo chiave nella lore di Resident Evil:
l’intera Raccon City non è altro che un’immensa copertura per
nascondere le attività dell’Umbrella. Pur mancando del pathos
che rendeva memorabili alcune delle sequenze di Resident Evil
2, la trama del terzo capitolo è stata riadattata per
risultare un po’ più credibile rispetto a quella del ‘99,
alternando ad esempio le motivazioni che, durante la campagna,
spingono alcuni personaggi ad agire in un determinato modo.
Insomma, nonostante qualche mancanza, anche pesante, il
risultato a livello narrativo e di location è comunque molto
positivo.
A nostro avviso il più grande problema di Resident Evil 3
Remake consiste nella sua longevità: per concludere una run a
difficoltà Standard bastano poco più di cinque ore. Prima di
terminare la nostra prova abbiamo finito Resident Evil 3 anche
a difficoltà Estrema e Incubo, con l’obiettivo di verificare
la rigiocabilità di un titolo che si dimostra capace di
offrire ben più di uno stimolo ai completisti incalliti. In
ogni caso, complice l’assenza del New Game Plus e della doppia
avventura, la mole contenutistica di Resident Evil 3 si
conferma nettamente inferiore rispetto a quella del
predecessore, nonostante l’aggiunta di Resident Evil:
Resistance tenti di pareggiare i conti. Il titolo di Capcom e
M2 differisce non poco dall’indagine di Leon e Claire, e non
solo sul fronte del combat system. Il ritmo del gioco è
decisamente più incalzante ma, di contro, l’ampiezza media
degli scenari risulta considerevolmente ridotta. Oltretutto,
la gamma degli enigmi e ridotta all’osso e le opportunità di
backtracking sono veramente scarsine. A questo proposito, non
abbiamo gradito la scelta di impedire ai giocatori di tornare
nelle zone precedentemente visitate per completare
l’esplorazione, specialmente considerando quanto sia difficile
dedicarsi a questa attività durante gli assalti del Nemesis.
Una volta ottenuti gli strumenti necessari è comunque
possibile attardarsi per setacciare al meglio ogni anfratto
dell’area cittadina, un compito facilitato da una mappa di
gioco che segna con chiarezza lo “stato” delle zone
saccheggiate. Nel corso del suo viaggio nell’orrore, Jill
prende parte a una miriade di scontri a fuoco dai ritmi
serrati, sostenuti da un sistema di puntamento solido, che
permette di modificare a piacimento la sensibilità del mirino.
Grazie a un gore system di grande effetto, leggere i punti di
impatto dei proiettili sui corpi degli avversari risulta molto
facile: un feedback visivo che concede di ridurre al minimo lo
sperpero di munizioni. Le pistole, i fucili e il resto
dell’arsenale, possono essere potenziati con appositi “kit di
modifica”, reperibili sia all’interno degli scenari, sia
raccogliendo le casse che cadono a Nemesis quando viene
stordito. Estendere i caricatori, aggiungere mirini e
quant’altro, potrebbe portare alcune armi a occupare più
spazio all’interno dell’inventario, che comunque è possibile
ampliare recuperando i borselli sparsi per le ambientazioni.
Detto questo, gli zombie che popolano il centro cittadino non
sono che la prima specie in un roster da incubo con
mostruosità di ben altra caratura. A tal proposito, se a
livello Standard il numero di cure e munizioni si conferma a
dir poco sovrabbondante, la difficoltà Estrema impone una
gestione intelligente dell’inventario, in modo da riuscire a
fronteggiare le BOW più coriacee con gli armamenti adatti.
Parlando dell’antagonista per antonomasia di questo Resident
Evil 3, ossia Nemesis, possiamo dire che sul fronte del
design, almeno per quanto concerne la sua forma classica,
sarebbe stato difficile chiedere di meglio. La gigantesca vena
pulsante coperta dal rivestimento pettorale, i denti
allungati, e i lembi di carne strappata – segno che la
simbiosi tra la bioarma e il parassita Ne-Alpha non sia
avvenuta placidamente – sono solo alcune delle idee più
riuscite alla base del suo nuovo aspetto, capace di incutere
timore e affascinare al tempo stesso. A rendere ancor più
snervante questo inarrestabile abominio, c’è una
sonorizzazione semplicemente perfetta, che si spinge ben oltre
le sue urla rabbiose o l’iconica “S.T.A.R.S.”. Il rumore
prodotto dal suo processo di rigenerazione è in grado di far
gelare il sangue nelle vene, per non parlare del suo respiro
affannoso e dei tonfi sordi prodotti dai suoi scatti furiosi.
Insomma Nemesis fa ancora paura come un tempo e forse grazie
alle potenzialità attuali riesce anche a far meglio del suo
vecchio predecessore.

Merita un capitolo a parte la modalità multiplayer
“Resistance” presente insieme a Resident Evil 3 come gioco a
parte e che funge da “contenuto” aggiuntivo e sostituisce a
tutti gli effetti Mercenari. La stessa è in realtà
interessante e diverte il giusto, ma si tratta della classica
reinterpretazione survival di prodotti già esistenti come Dead
By Daylight e venerdì 13, dove un giocatore ha il compito di
eliminare gli altri quattro impegnati a fuggire. In questo
caso, il “cattivo” della situazione è il Mastermind, un
personaggio interpretato da una delle menti Umbrella. Esso può
sfruttare le telecamere di una mappa per posizionare trappole,
mostri di vario tipo come zombie o cani. Per “evocare” questi
svariati strumenti di morte è necessario utilizzare le carte,
tutte con un costo predefinito di energia. Quest’ultima si
ricarica col tempo ed è importante stare attenti affinché si
sfruttino tutte le possibilità, visto che ogni danno a un
sopravvissuto riduce anche il tempo di fuggire per la squadra.
Il Mastermind può anche controllare in terza persona un mostro
per attaccare i giocatori, così da aver una maggior varietà
dell’azione. Ogni Mastermind si differenzia poi per tipo di
mostri evocabili e per la ultimate che in questo caso
corrisponde a una BOW unica come Birkin contagiato con il
Virus-G o l’instancabile Mr X. I sopravvissuti si dividono in
offensivo, tank e supporto; ognuno con determinati abilità,
assegnabili prima dell’inizio di una partita. Abbiamo un
personaggio che cura, un altro che può disattivare le
telecamere e altro ancora. Tutti partono nello stesso modo,
intorno al singolo livello è possibile raccogliere piante,
munizioni e soprattutto crediti Umbrella che permettono di
acquistare armi o potenziamenti durante la partita stessa
dagli appositi contenitori. Il loro obbiettivo è ovviamente
quello di fuggire e raggiungere il nucleo finale, ma per farlo
è necessario completare una serie di enigmi che consistono
nella ricerca di uno o più oggetti. Sia i Mastermind che i
sopravvissuti possono essere personalizzati, dall’estetica
alle abilità. La moneta in gioco (RP) è tutta per acquistare
casse che contengono skin e altro ancora e si ottiene
semplicemente salendo di livello. Insomma, Resistence è una
piacevole nonché inedita variante che serve a colmare la
breve, seppur intensa, esperienza offerta da Resident Evil 3.
Tirando le somme, nonostante questo remake non sia il gioco
che ci si aspettava, il risultato nel complesso è più che
buono e non giocarlo sarebbe veramente un peccato. L’aggiunta
di Resistance poi è una gradita sorpresa, anche se da solo il
titolo multiplayer non ha l’impatto necessario per soddisfare
completamente i fan della saga.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 9,5

Gameplay: 9

Longevità: 7

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise
Apple si separa da Intel, il
Mac avrà un chip targato
Cupertino
Apple si stacca da Intel dopo 15 anni. Il colosso di Cupertino
infatti ha deciso di affidare il Mac a un suo chip, l’Apple
Silicon. “E’ un giorno storico per il Mac, lo lanciamo a un
nuovo livello”, ha affermato Tim Cook nel corso della
conferenza degli sviluppatori che quest’anno, a causa del
coronavirus, è tutta virtuale. Con il suo chip Cupertino punta
a rendere il Mac più veloce e potente: la transizione da Intel
durerà circa due anni con i primi Mac dotati di Silicon
disponibili entro la fine dell’anno. Cook comunque rassicura:
continuerà a lanciare nuove versioni di macOS per anni. Il
nuovo chip consentirà ad Apple di migliorare la sicurezza e la
vita della batteria del Mac, spiega Johny Srouji, il
responsabile di Silicon. Il Mac non è più per Apple un motore
dei ricavi ma vende circa 20 milioni di unità l’anno, con un
fatturato di 25 miliardi di dollari. Il computer è però chiave
per Apple per far leva sul mercato dei professionisti, con il
quale Cupertino fa leva per spingere gli altri prodotti di
famiglia, dall’iPhone agli Airpod e all’Apple Watch. Nel corso
della conferenza degli sviluppatori, Apple presenta anche il
nuovo sistema operativo MAC OS Big Sur, con il quale il
computer somiglia sempre più a un dispositivo mobile.
Annunciate nel corso dell’evento anche altre importanti
novità, quali iOS 14 con una Siri migliorata in grado di
inviare anche messaggi vocali, e una app per le traduzioni che
consente a due persone di avere una conversazione in due
diverse lingue. iOS 14 presenta anche la rivista e migliorata
app Maps, che consente di trovare nuovi posti e località e di
vagare seguendo le istruzioni e in modo rispettoso per
l’ambiente. Per gli amanti della bicicletta Maps offre anche
indicazioni dedicate che consentono di identificare piste
ciclabili ma anche l’eventuale presenza di gradini e traffico.
Importanti novità anche per l’Apple Watch, che sarà in grado
di monitorare come ci si lavano le mani, uno dei requisiti
principe nella lotta al coronavirus, e come si dorme.

F.P.L.
Call of Duty Modern Warfare,
è il momento della stagione 4
Call of Duty Modern Warfare (qui la nostra recensione), noto
come lo sparatutto più famoso del mondo, con l’arrivo della
stagione 4 è pronto a garantire tutta una serie di contenuti
gratuiti e a pagamento su Pc, Xbox One e PS4. La battaglia si
fa più intensa a Verdansk e l’Armistizio è sull’orlo del
collasso. Nel tentativo di puntellare le difese e di
rinforzare sia la Coalizione che l’Alleanza per continuare a
combattere, il Capitano Price arriva in mezzo al caos per
contribuire alla fine del conflitto in corso. Mentre il nemico
sta mettendo le fazioni della Coalizione e dell’Alleanza l’una
contro l’altra, diventa sempre più difficile capire di chi
fidarsi. Con Ghost e Alex già sul campo c’è solo da prepararsi
a una battaglia ancora più grande al fianco di amici vecchi e
nuovi.

Per quanto riguarda Warzone (qui la nostra recensione del
Battle Royale di CoD) arrivano nuove modalità di gioco,
inoltre una gran quantità di novità modificano il gameplay
così come tutti lo conoscevano fino alla season 3. In alcune
partite del Battle Royale bisognerà prestare attenzione ai tre
nuovi colpi di scena che possono cambiare le sorti della
partita. Questi hanno infatti un impatto sulla strategia e
sull’approccio al gioco e possono verificarsi in qualsiasi
match senza preavviso. Quando accadranno, si verificheranno
sempre a metà partita. Ad esempio, dopo il primo drop kit e
prima della chiusura del Gulag. Questi imprevisti sono:
“Jailbreak”, “Fire Sale” e “Supply Chopper”. “Fire Sale”
applica temporaneamente uno sconto fino all’80% sulla maggior
parte degli articoli nelle Buy Station o li rende addirittura
totalmente gratuiti. Quando si verifica tale evento è il
momento perfetto per ritirare un UAV, una cassa di piastre
corazzate per la propria squadra o anche una letale
Killstreak. Inoltre nel tempo in cui quest’evento è attivo,
riportare in vita un compagno di squadra o acquistare un kit
di auto rianimazione è completamente gratuito. Se ci si trova
a corto di soldi, una Fire Sale potrebbe essere l’occasione
giusta per riarruolare un compagno di team, ma attenzione, si
avranno solo 60 secondi, quindi le aree vicino gli shop
diventeranno zona di guerra. L’evento “Supply Chopper” porta a
Verdansk un elicottero non letale, ma pieno zeppo di soldi e
armamenti. Il velivolo ha un sacco di vita, e richiederà più
di un certo numero di razzi per essere abbattuto. L’elicottero
non risponde al fuoco, ma è necessario agire in fretta perché
mentre si è distratti per abbatterlo le squadre nemiche si
muoveranno per uccidere i giocatori e rubare il contenuto dal
relitto del mezzo. Una volta distrutto, dal Supply Chopper
cadranno oggetti di alta qualità che i giocatori potranno
raccogliere. Questi includono come minimo tre UAV, due casse
di armature e scatole di munizioni, una maschera antigas, un
lanciagranate e tonnellate di denaro. Quando si verifica un
“Jailbreak”, invece, tutti i giocatori che sono stati uccisi
saranno riportati di nuovo in partita. Sia che si stia
aspettando il round 1v1 nel Gulag, sia che si stia osservando
la partita dei propri compgni di squadra, appena compare
l’evento si rientrerà in campo. Ci sarà un minuto di preavviso
prima che si verifichi un Jailbreak per trovare un’ulteriore
armatura o per assicurarsi di avere un’arma per i compagni di
squadra che torneranno. I Jailbreak possono verificarsi in
qualsiasi momento nel mezzo di una partita di un Battle
Royale, quindi potrebbe valere la pena di rimanere spettatore,
non si sa mai.

In questa Stagione di Warzone debuttano poi due nuove modalità
a tempo limitato: Juggernaut Royale e realismo. Nela prima,
una variante della modalità Battle Royale, la famosa tuta
corazzata della modalità Multiplayer atterra a Verdansk con
tre lanci di rifornimenti che arrivano dal cielo. Una volta
indossata, la corazza aumenterà la barra della salute, si avrà
a disposizione una minigun e una colonna sonora metal di
sottofondo. Con la corazza indosso si potrà ancora salire sui
veicoli e fare scale, i danni ricevuti inoltre non avranno
impatto sulla salute ma causeranno danni che colpiranno
chiunque si trovi nelle immediate vicinanze. Se uno qualsiasi
dei giocatori corazzati viene inviato al Gulag, dopo un breve
periodo, un nuovo approviggionamento Juggernaut sarà
contrassegnato sulla Tac-Map e atterrerà a Verdansk. Nella
modalità realismo invece si seguono le stesse regole della
modalità Multiplayer. Si avrà un HUD minimo e un aumento dei
danni dei colpi alla testa. Il pacchetto della season 4 di
Call of Duty Modern Warfare season 4 però offre anche la
Warzone Rumble. Questa modalità è un immenso Deathmatch a
squadre 50vs50. Questa quarta stagione di Call of Duty Modern
Warfare vede arrivare al lancio un trio di nuove mappe,
gratuito per i possessori della versione completa del titolo.
Ogni nuova mappa è realizzata per una modalità di gioco
diversa, Multiplayer, Guerra Terrestre e Scontro. Scrapyard,
di Call of Duty: Modern Warfare 2, debutta in questa Stagione,
e la piccola, divertente e frenetica mappa è proprio come la
ricordano i veterani del gioco. In Barakett Promenade i
giocatori di Warzone saranno in un territorio a loro familiare
a Barakett Promenade, l’ultima mappa di Guerra Terrestre,
disponibile al lancio della Stagione 4. Trench invece come
suggerisce il nome di questa mappa di Scontro è una rete di
trincee interconnesse. Anche se i giocatori possono uscire
dalla trincea per muoversi più velocemente in tutta la mappa,
ogni movimento esporrà la propria posizione al nemico, quindi
riflessi veloci e tanta fortuna saranno i migliori alleati di
chi si cimenterà in questo scenario. Per questa nuova stagione
di Modern Warfare sono inoltre previste tre nuove modalità,
tra cui un classico, insieme ad altre playlist Multiplayer,
moshpit e aggiornamenti. In Team Defender un giocatore singolo
deve tenere la bandiera mentre i suoi compagni di squadra li
difendono. Utilizzare la comunicazione, le informazioni e le
potenti serie di uccisioni è la via migliore per contrastare
l’avversario. One in the Chamber è invece un classico tutti
contro tutti, che inizia con i giocatori che si trovano in
mano una pistola e un solo proiettile. È sufficiente un solo
colpo per abbattere un nemico, ma e necessario mirare bene o
si rimarrà senza le munizioni. Si avranno solo tre vite,
quindi per vincere è fondamentale giocare con astuzia. In All
or Nothing, un’altra modalità tutti contro tutti, i giocatori
hanno un armamento limitato: solo una pistola e un coltello da
lancio. Mirare con precisione per ottenere il maggior numero
di uccisioni è la chiave per arrivare alla vittoria.

Il Battle Pass della Stagione 4 offre due nuove armi – il
Fennec SMG (Tier 15) e il fucile d’assalto CR-56 AMAX (Tier
31) che tutti i giocatori di Modern Warfare e Warzone, possono
ottenere gratuitamente. Inoltre, tutti i giocatori possono
anche guadagnare il “Blank Stare”, un modello di fucile
d’assalto Leggendario, un orologio Leggendario, una skin per
il veicolo SUV, un modello di cecchino Leggendario per i
lunghi combattimenti di Warzone chiamato “Brookside”, una
pistola Leggendaria chiamata “Gavel”, 300 punti Call of Duty e
altro ancora. Questi oggetti e altro ancora possono essere
ottenuti attraverso 20 livelli di contenuti gratuiti,
ottenibili nel Battle Pass semplicemente giocando. Il Fennec è
un SMG a fuoco rapido con una solida precisione e un
eccellente controllo. Ideale per i combattimenti a media
distanza o ravvicinati, i giocatori possono estendere la gamma
con gli accessori per canna ZLR 18” Deadfall o ZLR 16” Apex.
Il fucile d’assalto CR-56 AMAX è estremamente ben bilanciato
che crea un danno maggiore per abbattere rapidamente gli
avversari. Con una grande portata e una velocità di sparo
inimmaginabile, i giocatori possono equipaggiare quest’arma
per aumentarne la mobilità, la maneggevolezza e il controllo
per adattarla al loro stile di gioco. Un progetto Leggendario
nella stessa famiglia è disponibile al livello 100 insieme ad
una skin per veicoli, una skin Leggendaria per il capitano
Price e Missioni Operatore per sbloccare ancora più skin
perl’eroe della serie. Ancora più contenuti saranno presenti
nel Negozio per tutta la durata della Stagione, comprese le
nuove skin degli Operatori come “Bloodletter” per Nikto,
progetti di armi e altro ancora. Ecco i dettagli sui due nuovi
Operatori in arrivo nella Stagione 4: Gaz – Il sergente Kyle
“Gaz” Garrick torna a Verdansk per unirsi all’Armistizio, dopo
gli eventi della Campagna. Ufficiale delle forze speciali
britanniche e membro della Task Force 141, Gaz è un esperto in
eliminazioni di obiettivi primari, demolizioni, tattiche di
armi, sorveglianza segreta e protezione dei VIP. Roze invece è
un ex-Ranger dell’esercito americano, nonché un cacciatore
delle montagne del Colorado. Eccelle in combattimenti
ravvicinati e si unisce all’Alleanza come parte della fazione
dei Jackals. Insomma, di carne a cuocere ce ne è davvero
moltissima.

Francesco Pellegrino Lise
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