ARMINE HARUTYUNYAN INTERVISTA - dalla Community - The Wall - Scuola Holden

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ARMINE HARUTYUNYAN INTERVISTA - dalla Community - The Wall - Scuola Holden
MAGAZINE
VOLUME 1 - SETTEMBRE 2020

                                                    ARMINE
                                                    HARUTYUNYAN
                                                    La bellezza che ha sconvolto il web

                            LADY D:                     EMA STOKHOLMA              INTERVISTA
                            vergine, madre, donna       per il mio bene            dalla Community
Foto di copertina: EDU LAUTON

                            VIOLA MAGAZINE   2
L’UNICITÀ DI NOI
  DONNE
Lo Zingarelli del 1962 definisce la            Per fortuna siamo nel 2020: nel
parola “donna” così:                           mondo di oggi molte donne non
f. Femmina dell'uomo. /Di casa, che sa         hanno sensi di colpa perché un
accudire alle faccende domestiche /            dizionario – o più – le definisce con
Sposa, moglie. / Di cucina, sguattera /        aggettivi     banali   e   decisamente
Ragazza in grado di prender marito.            sottotono. Ma ci sono ancora tante
                                               parole da cambiare perché questo sia
Oggi la definizione è un po’ cambiata:         un mondo migliore.
f. Ogni essere umano di sesso                  Viola ha voluto dedicare il numero di
femminile, considerato rispetto alle           questo mese all’unicità di tutte noi
caratteristiche intellettuali o morali. /      donne. Perché non basterebbero tutti
Donna         intelligente,     ragionevole,   gli aggettivi di questo mondo per dare
equilibrata, buona, brava, gentile; donna      una definizione a creature così diverse
perversa, ipocrita, pettegola, linguacciuta,   e mai banali.
maligna; una donna all’antica, moderna,        Quindi abbiamo parlato di unicità, a
à la page.                                     modo nostro.
                                               Da Armine Harutyunyan, che ha fatto
Il dizionario di Google, invece, per           parlare di sé per una bellezza non
spiegare la parola “donna” unisce subito       convenzionale, passando per la luce
l’aggettivo “bella”.                           accecante che emanava Lady D,
                                               decisamente non in linea con i rigidi
Lo Zingarelli del 1962 non aveva               canoni della Corona, per arrivare a un
nessuna colpa, in fondo era solo il            libro che si libera di imbarazzi infantili
testimone di quell’epoca. Le definizioni       e mette in scena la difficoltà di
sono state aggiornate, cambiate, di passi      superare la violenza domestica.
avanti se ne sono fatti molti. Le parole       E c’è ancora molto altro, basta girare
sono mutate assieme al nostro mondo,           pagina per scoprirlo.
qualche volta invece questo mondo
l’hanno proprio cambiato. Di sicuro
hanno la capacità di far sentire le
persone giuste o sbagliate. Una donna è
per forza una casalinga perfetta? Una
donna è per forza ipocrita, pettegola e
linguacciuta? Una donna è per forza
bella? Ma ancora una donna è per forza
un essere umano di sesso femminile?

                                    VIOLA MAGAZINE                                     3
CONTENUTI

IL PRIMO PETALO

1°
EDITORIALE …………………………….…………………03

QUAL È IL CONFINE SOTTILE? ……………..10
Storia di una notte che cambiò una vita

IL REPORT MENSILE ……………………………….14
Abbigliamento offensivo

IL SECONDO PETALO

2°
LA SCRITTURA TERAPEUTICA ……………….20

IL TERZO PETALO

3°
ARMINE HARUTYUNYAN ……………………….28
La bellezza che ha sconvolto il web

IL NUOVO LEONE D’ORO? …………………….32
Pieces of a Woman

REWIND, REWRITE ………………………………….36
Lady D: vergine, madre, donna

                                VIOLA MAGAZINE   4
CONTENUTI

IL QUARTO PETALO

4°
VIOLA LEGGE ……………………………………………46
Ema Stokholma

NELLA RETE DI UN VERSO ……………………48
Wild Geese di Mary Oliver

GIULIA LAMARCA ……………………………………50
Quando una voce si fa sentire

IL QUINTO PETALO

5°
10 COSE CHE …………………………………………54
Le serie TV ci hanno insegnato sull’amore

OROSCOPO VIOLA ………………………………..60
Il mese di settembre

                                  VIOLA MAGAZINE   5
VIOLA
MAGAZINE

“
Viola vuole porre un
accento per cambiare una
prospettiva.
Vuole far arrivare la voce
di donne ad altre donne.
Vuole far arrivare la
scrittura lì dove non
pensavi servisse.

         VIOLA MAGAZINE
                          ”   6
Un accento
         può fare
                 la
    differenza.

VIOLA MAGAZINE        7
1°

          IL PRIMO PETALO

QUAL È IL CONFINE SOTTILE? ……………………………………………………..10
Storia di una notte che cambiò una vita

IL REPORT MENSILE ……………………………………………………………………….20
Abbigliamento offensivo

                   VIOLA MAGAZINE                     8
“WOMEN ARE
ALWAYS SAYING:
«WE CAN DO
ANYTHING THAT
MEN CAN DO».
BUT MEN SHOULD
BE SAYING:
«WE CAN DO
ANYTHING THAT
WOMEN CAN DO»”
—GLORIA STEINEM

        VIOLA MAGAZINE   9
QUAL È IL
CONFINE SOTTILE?
Storia di una notte           “Era una notte di ottobre quando è
che cambiò una vita           successo quello che è successo.
                              A distanza di quasi tre anni ogni tanto ci
                              penso ancora.
                              Per fortuna sono riuscita a riscoprire
                              l'esistenza di un amore più sano e
                              dolce.”

                              M. è una ragazza timida. Ha le lacrime
                              agli occhi mentre racconta quella che
                              rimarrà una notte difficile da dimenticare..

                      VIOLA MAGAZINE                                  10
"Sapete, io e lui ci frequentavamo da
circa due mesi. Non era una vera e
propria relazione, non eravamo
nemmeno amici. Ci siamo conosciuti
sul posto di lavoro, in una trasferta. Io
stagista, lui libero professionista.
Una voce dentro di me mi diceva
che c'era qualcosa di sbagliato ma
l'altra vocina era totalmente attratta da
quest'uomo di quindici anni più
grande di me. Le sue avance mi
facevano sentire donna, forse per la
prima volta nella mia vita. È successo
tutto molto in fretta. Eravamo al Lido
di Venezia, proprio sulla spiaggia. Un
drink tirò l'altro e alla fine cascai tra
le sue braccia.
Ecco, quella fu una bella serata.
Avevamo lavorato bene, concluso
ancora meglio. Finito l'evento a cui
stavamo lavorando, ognuno tornò a
casa propria. Speravo di rivederlo in
una futura trasferta. E fu così.
Passarono         le     settimane      e
cominciammo a sentirci, a vederci
anche al di fuori del lavoro. Lui non
aveva una vera e propria casa, ma
non mi importava più di tanto. Una
notte era ospite di un'amica, un'altra
notte da un'altra amica.
Tornava a farsi sentire la voce e la
sensazione di qualcosa di sbagliato,
ma di nuovo il desiderio di sentirmi
donna e adulta era più forte di tutti
gli altri.
Una notte di metà ottobre lavorammo
ad un festival di musica elettronica.
Sapete, in quell'ambiente non è raro
che giri un po' di roba nei backstage
e tra noi operatori.
Nessuno lì ti giudica male se bevi
mentre lavori e, anzi, spesso sono i
tuoi stessi capi ad offrirti qualcosa."

                                    VIOLA MAGAZINE   11
"Lui cominciò a offrirmi qualche drink. Io quella sera avevo un po' di febbre, quindi
avevo preso anche una Tachipirina. Alla fine non riuscii più a reggermi in piedi.
Pensavo che mi stesse aiutando, e invece mi portò in un parcheggio. Io continuavo
a dirgli di lasciarmi stare ma lui mi spinse contro un furgone e mi strappò le
mutande. Piangevo.
Dopo circa un mese trovai il coraggio di raccontarlo al mio capo: non mi fece più
lavorare.
Ero una stagista sacrificabile.
Ecco, ora come allora, mi chiedo
quale sia il confine di una violenza:
noi avevamo una "relazione", era
iniziato tutto consensualmente fino
a QUELLA sera. Io gli urlavo che mi
stava violentando. Lui negava.
Era quindi violenza?
È stato giusto perdere un lavoro?
È stato giusto che il mio capo
abbia difeso un suo amico, un suo
collaboratore invece di difendermi?
Credo che molte cose siano state
sbagliate. È stato difficile fidarmi
ancora degli uomini o di un posto
di lavoro. Per fortuna dovevo
ancora finire l'università, quindi mi
dedicai solo a quello.

                                    VIOLA MAGAZINE                                12
Poi, dal nulla, è comparso un nuovo ragazzo che, con tanta pazienza, è
riuscito a portarmi fuori da questi ricordi bui e a farmi razionalizzare quello che
veramente era successo. Sapete, io in fondo lo difendevo: incolpavo me per
aver bevuto troppo. O, ancora, mi dicevo che in fondo era una sorta di
relazione, quindi anche quella sera in fondo era giustificabile e consensuale.
Poi con il passere dei mesi, però, sono arrivata a capire un'altra verità: lui mi
riempiva il bicchiere ogni volta che bevevo anche solo un sorso. Lui mi
metteva il bicchiere in mano quando lo posavo sul tavolo. Lui mi prendeva in
giro se gli dicevo "Sto lavorando".

Quindi, alla fine, la violenza fisica è stata solo la punta di un iceberg molto più
profondo."

                                  UN PO’ DI DATI

D.i.Re ha condotto un’analisi comparata tra i dati Istat e i dati raccolti nei centri
anti-violenza della rete D.i.RE. La percentuale più alta rispetto alle forme di
violenza subita dalle donne è di tipo psicologico.

                                                                        In Italia, la
             Non Rilevato    3                                  percentuale di donne
                                                                 tra i 16 e i 70 anni
                                                                 che, nel corso della
                  Stalking       16,1
                                                                  vita, ha subito una
                                                                 violenza sessuale è
      Violenza Economica                30,7                             del 21%.

        Violenza Sessuale        13,5

      Violenza Psicologica                           73,6

           Violenza Fisica                       62,1

                             0             20           40   60           80

                                           VIOLA MAGAZINE                               13
IL REPORT
        MENSILE
       LA CONDIZIONE FEMMINILE
                   NEL MONDO

    ABBIGLIAMENTO OFFENSIVO

VIOLA MAGAZINE             14
STATISTICHE
                                 GENERALI
2013 - 2014

50 Paesi hanno almeno una legge o regolamento (locale o nazionale) che
definisce ciò che le donne devono indossare per motivi religiosi:
• 38 Paesi vietano alle donne di indossare abiti religiosi in alcune situazioni;
• 11 Paesi richiedono alle donne di indossare abiti religiosi in certe circostanze;
• 1 Paese, la Russia, le possiede entrambe: in Cecenia alle donne richiesto di
  indossare il velo negli edifici pubblici; a Stavropol' lo hijab è proibito nelle
  scuole pubbliche.

                          Alcune cose che possono mettere una
                                               donna nei guai

L'abbigliamento femminile vietato dal governo in nome del rispetto del decoro
morale e dell'ordine sociale:
•   Sudan: l'abbigliamento indecente include gonne corte e pantaloni;
•   Corea del Nord: pantaloni;
•   Uganda: gonne corte e shorts;
•   Arabia Saudita: pelle o capelli scoperti;
•   Francia: burqa e niqab;
•   Belgio: burqa;
•   Austria: burqa.

    Le donne dovrebbero
essere libere di scegliere
           come vestirsi?
 Percentuale di chi concorda che le donne
dovrebbero essere libere di scegliere come
                            vestirsi (2013).

                                   VIOLA MAGAZINE                               15
2 °

       IL SECONDO PETALO

LA SCRITTURA TERAPEUTICA………………………………………………………21
Storia di una notte che cambiò una vita

                  VIOLA MAGAZINE                  16
“C’È UN MOMENTO
IN CUI DEVI
DECIDERE:
O SEI LA
PRINCIPESSA
CHE ASPETTA DI
ESSERE SALVATA
O SEI LA GUERRIERA
CHE SI SALVA DA SÉ”

— MARILYN MONROE

            VIOLA MAGAZINE   17
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                     Ascolto
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    VIOLA MAGAZINE             19
LA SCRITTURA
                TERAPEUTICA

Che cos’è la scrittura terapeutica e perché scrivere può far bene
 “Scrittura terapeutica” è la traduzione, forse non precisissima, di “writing therapy”.
 Un concetto che indica l’utilizzo della scrittura come arteterapia. In particolare, si
 parla di scrittura espressiva, atto di scrittura che permette di esplicitare traumi o
 disagi esistenziali e guardarli in modo nuovo, non dico con distacco ma con una
 certa obiettività. Né più né meno di quanto possono fare la costante pratica della
 meditazione o della Mindfulness.
 L’ambito della scrittura terapeutica è molto ampio, psicologia e counseling in
 primis. Non mancano esperienze di scrittura creativa nelle carceri o in altre
 strutture in cui il disagio delle persone è palpabile. In alcune scuole o università,
 invece, la scrittura espressiva viene utilizzata per aiutare gli studenti a capire cosa
 li blocca e, di conseguenza, esprimere il proprio potenziale al massimo delle
 possibilità.
 Esistono diversi tipi di scrittura terapeutica e di terapia narrativa associata allo
 storytelling ma per capire di cosa stiamo parlando devo partire dall’inizio. Cioè
 da James W. Pennebaker.

                                     VIOLA MAGAZINE                                  20
Si inizia a parlare di scrittura espressiva alla fine
degli anni ’80, grazie agli studi di James W.
Pennebaker, psicologo americano i cui studi si
sono concentrati sul rapporto tra utilizzo del
linguaggio, salute psichica e rapporti sociali. Il
cuore della teoria di Pennebaker è che le parole
che utilizziamo ogni giorno sono lo specchio dei
processi mentali, sociali e relazionali che ci
governano.
Per questo motivo, dimostrato questo legame, è
possibile lavorare in direzione contraria: utilizzare
la scrittura come mezzo per far emergere ciò che
non si è palesato alla coscienza e affrontarlo. In
buona sostanza, un percorso di crescita personale
che utilizza la scrittura come mezzo espressivo e
di guarigione.
Gli studi di Pennebaker sulla scrittura espressiva
si sono rivelati molto importanti, perché hanno
reso evidente il rapporto tra le parole che
utilizziamo   per    descrivere       il        nostro   mondo
(esteriore e interiore) e il nostro stato psicologico
o emotivo. Ad esempio, nei primi studi sul potere
terapeutico      della   scrittura         si     chiedeva    ai
partecipanti di mettere per iscritto un evento
passato che aveva creato in loro un certo disagio,
se non un vero e propria trauma, oppure di
descrivere    le     emozioni        associate           a   una
determinata situazione, sia essa neutra oppure
che li vedeva coinvolti emotivamente.

 VIOLA MAGAZINE                                              21
Scrivere può aiutare chi soffre di ansia
                                                   o attacchi di panico, perché permette
                                                   di mettere ordine in mezzo ai pensieri
                                                   ansiogeni e guardarli con maggiore
                                                   distacco. Tuttavia, il livello di efficacia
                                                   dell’azione di scrittura creativa dipende
                                                   anche da fattori esterni. Non tutti i
                                                   partecipanti   ai     gruppi   di   lavoro
Vista così, la cosa è estremamente
                                                   ottengono lo stesso livello di beneficio,
semplice, tuttavia non sono mancate le
                                                   questo va detto chiaramente, altrimenti
critiche. Alcune ricerche più recenti sul
                                                   continuiamo      a      spacciare     false
rapporto tra scrittura e psicologia hanno
                                                   promesse.
confermato i benefici psicologici e fisici
                                                   Questo ci porta a pensare che la
derivanti dall’attività di scrittura creativa.
                                                   scrittura non è terapeutica di per sé,
Il beneficio psicologico ed emotivo non
                                                   ma può aiutare corpo, mente e anima
deriverebbe        esclusivamente          dalla
                                                   se in combinazione con altre forme di
scrittura creativa, ma dalla situazione che
                                                   sostegno, qualora necessarie.
si viene a creare all’interno del gruppo
                                                   L’atteggiamento verso i propri blocchi
di lavoro. In altre parole, non sarebbe la
                                                   conta molto. Uno studio dell’Università
scrittura a curare, ma l’empatia che
                                                   dello Iowa ha dimostrato che i benefici
sorge spontanea tra i partecipanti.
                                                   della scrittura sono soggettivi. Chi si
La scrittura fa la differenza, questo è
                                                   avvicina alla scrittura espressiva senza
certo.
                                                   nutrire particolari speranze nelle attività
                                                   proposte dal terapista, alla lunga riceve
Ma l’intensità e l’efficacia dell’azione
                                                   benefici decisamente inferiori rispetto a
dipendono dalle dimensioni del gruppo
                                                   chi si avvicina alla writing therapy
di lavoro e, soprattutto, dal tipo di attività
                                                   considerandola già in partenza come
di scrittura che viene proposto.
                                                   una cura o una terapia efficace, oppure
Tuttavia, rimane da considerare che se
                                                   ancora nutre fiducia nel terapeuta e
la scrittura aiuta è solo merito della
                                                   nelle sue capacità.
persona stessa.

                                          VIOLA MAGAZINE                                   22
La scrittura ci può aiutare a guarire, è vero, ma non è lei ad aiutarci. Non
direttamente almeno. Siamo noi la nostra cura. La “cura” è quel particolare
spazio emotivo che costruiamo grazie alla scrittura. Ma lo scrivere, inteso come
atto meccanico, è neutro. Cos’è che fa la differenza allora? Molto semplice:
l’Atteggiamento, ovvero la predisposizione all’apertura mentale ed emotiva che
occorre coltivare nel momento in cui si scrive.
Concentrarsi nell’azione in sé e non nel risultato che si vuole ottenere è la base
per coltivare il giusto Atteggiamento nei confronti della scrittura e aspirare a
raggiungere quello che nel “Manuale di scrittura digitale creativa e consapevole”
è definito come “momento presente della scrittura”, cioè una sensazione di
benessere e pace. L’Atteggiamento può essere trasposto su tutti i livelli di
scrittura: per questo motivo, scrivere una mail o una lettera non è meno
terapeutico dello scrivere un diario personale.

   L’importante è
  “sentire”, ossia
ridurre al minimo la
   distanza tra le
 nostre sensazioni,
l’oggetto descritto e
le parole con cui lo
descriviamo. Questo
    è il principio
  fondamentale di
  qualsiasi tipo di
      scrittura
   consapevole.

                                  VIOLA MAGAZINE                               23
È da sottolineare come non ci sia nessun risultato da ottenere: il risultato è
scrivere di getto e con continuità. Basta. Non c’è altro.
Il resto – ossia la riscoperta di sé e i benefici derivanti dall’uso consapevole
della scrittura – riguardano una sfera talmente profonda e intima dell’individuo,
un ambiente per certi versi a-psicologico e a-verbale, che non può essere
sviscerato con attività che pretendono di rivestire lo scrivere di un’aura mistica.
Perché è così. Stiamo parlando del gesto più umile che c’è.

    “     Vedere la scrittura in sé come terapia è corretto
             alla base, ma riduttivo. Ognuno di noi è la
           migliore terapia di se stesso. La scrittura può
            aiutarci, ma deve essere accompagnata dal
           giusto Atteggiamento e deve essere affiancata
             dall’allenamento della capacità di sentire il

                                                       ”
                            proprio corpo.

                                  VIOLA MAGAZINE                                24
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        VIOLA MAGAZINE       25
3°

         IL TERZO PETALO

ARMINE HARUTYUNYAN ……………………..…………………………………………28
La bellezza che ha sconvolto il web

IL NUOVO LEONE D’ORO? ………………….…………………………………………32
Pieces of a Woman

REWIND, REWRITE …………………………………………………………………………..36
Lady D: vergine, madre, donna

                  VIOLA MAGAZINE                   26
“CHI È NELL’ERRORE
COMPENSA CON
LA VIOLENZA
CIÒ CHE GLI MANCA
IN VERITÀ E FORZA”

— J. W. GOETHE

                 VIOLA MAGAZINE   27
ARMINE

HARUTYUNYAN
   VIOLA MAGAZINE   28
LA BELLEZZA CHE
HA SCONVOLTO IL WEB
      Matteo Di Venere

                           Da un po’ di tempo si parla
                           del          “caso”        Armine
                           Harutyunyan.        La    modella
                           armena scelta da Gucci ha
                           subito      un     forte,  quanto
                           inappropriato, body shaming
                           sui social network. In Italia -
                           solamente qui - il caso è
                           diventato così popolare da
                           diventare un trend topic sia
                           sul web che durante gli ultimi
                           caldi pranzi estivi in famiglia.
                           Per una volta la moda è al
                           centro, naturalmente se ne
                           parla in negativo. Nessuno ha
                           pensato al concetto di arte.
                           Tutti si affidano alla sociologia,
                           all’economia e ai principi
                           dell’estetica per comprendere
                           il fenomeno “Armine”.
                           Una grande fetta di pubblico
                           indugia ad un’operazione di
                           marketing alla Vance Packard
                           con i suoi Persuasori Occulti.
                           Davvero Gucci ha bisogno
                           dell’induzione della dissonanza
                           cognitiva o di altre teorie
                           simili? Gucci ha davvero
                           bisogno del “purché se ne
                           parli?”. Stiamo parlando di
                           uno dei top brand mondiali e
                           possiamo        affermarlo    con
                           fermezza: lo scopo è sempre
                           stato un altro.

          VIOLA MAGAZINE                                    29
Da quando Alessandro Michele è
                                           stato scelto nel 2015 come
                                           direttore artistico, il mondo e i vari
                                           scenari della casa di moda sono
                                           sempre stati più vicini a quelli di
                                           Armine che a quelli della Eva
                                           Herzigova di turno. Gucci da
                                           diverso anni si oppone ai classici
                                           canoni        di      bellezza    che
                                           dominavano il mondo della moda
                                           tra la fine degli anni ’80 e ’90.
                                           Gucci è un             universo, una
                                           narrazione più ampia che da anni
                                           celebra concetti che solo adesso
                                           stanno diventando obbligatori nel
                                           mondo della comunicazione.

         La diversità è al centro di questo universo
         eccentrico e libero da ogni pregiudizio di
             genere, etnie e appunto bellezza.
Si parla di unicità: un concetto che piace un po’ a tutti ma che alla fine in
pochi riescono a trasformare in concretezza. È qui che Gucci diventa
fondamentale: ci sta dando la chance di cambiare. Tra un “cessa” e un “non
mi importa del politicamente corretto”, quello che più spaventa è un meme
che voleva nascere come positivo. Molto condiviso sulle diverse pagine e
facilmente reperibile un post – finto - della ragazza armena che scrive: “Dite
pure che sono brutta, io sfilo per Gucci, voi neanche per Oviesse”.

                                VIOLA MAGAZINE                                      30
Oviesse quindi non ha la stessa
dignità di esistere di Gucci,?
Oviesse è per le “cesse”?.
Forse non è chiaro il concetto di
alta moda, certo, è complicato
ma qui sembra impossibile
capire il concetto di moda in
generale. Ci si veste per avere
dignità., per esprimersi, per non
essere     conciati   come      nel
braccio     della   morte.     Kate
Middelton     pochi     giorni   fa
indossava un vestito di Zara da
dieci euro, ora una “cessa” non
può sfilare per Gucci?
Le top model non sono più le stesse di un tempo e quelle rimaste sfilano
per i marchi che hanno conservato un’iconicità e un processo artistico di
vecchio stampo. Versace e Valentino su tutti. Molti marchi che hanno
cambiato direzione come Balenciaga o Givenchy - forse con meno ardore
- hanno fatto la stessa scelta di Gucci. Forse, siamo ancora abituati a
mettere al centro di tutto l’eros, la possibilità di essere “scopabili”, di
essere visti dietro la fessura mentre ci facciamo la doccia da Lino Banfi.
Eppure, Arianne ha uno sguardo intelligente, un carisma che per forza di
cose è stato avvertito anche dagli haters: tra le tante “cesse” della moda
perché hanno scelto di attaccare proprio lei? La moda è arte. L’arte vive
dell’amore. Ci siamo mai innamorati della bellezza in generale o abbiamo
sempre preferito un dettaglio, la peculiarità di una persona? Arianne è
peculiare ed è riuscita al meglio a raccontarlo. Peculiare come Gucci e
Alessandro Michele che più di altri sta raccontando un mondo nuovo,
sempre più lontano dagli anni ’80 italiani che non possono e non ci
devono appartenere nella loro totalità. Da piccoli abbiamo visto la saga di
Shrek. Sia noi che i nostri genitori. Qualche adulto ci aveva accompagnato.
Ci siamo dimenticati già di Fiona e dell’amore incondizionato per la
peculiarità del suo orco? Probabilmente sì.

                               VIOLA MAGAZINE                                 31
IL NUOVO
 LEONE D’ORO?
PIECES OF A WOMAN
   È possibile sopravvivere dopo che si
  è persa la persona che più si amava?

                VIOLA MAGAZINE            32
Tutto parte con un travaglio in casa,
                                               della durata di ben venticinque minuti,
                                               che sembra, per colpi di scena e
                                               ritmo, un thriller: urla, strilli e dolore a
                                               non finire. Si entra però subito nel
                                               dramma: la bambina, appena nata,
                                               muore dopo solo cinque minuti e
                                               della sua morte viene accusata
                                               l'ostetrica che non avrebbe valutato
Il commento del regista, Kornél                bene       l'esigenza     di     correre      in
Mundruczó: “È possibile sopravvivere           ospedale. La vita della coppia cambia
dopo che si è persa la persona che             inevitabilmente       anche          per      la
più si amava? A cosa ci si aggrappa            ingombrante          quanto         silenziosa
quando sembra che non ci siano                 presenza della dispotica madre di
più appigli? Mia moglie ed io                  Martha, una ricca signora che non ha
volevamo condividere con il pubblico           mai amato la scelta matrimoniale della
una      delle     nostre      esperienze      figlia e che considera il genero poco
più personali attraverso la storia di un       più di un miserabile.
figlio non nato, nella convinzione che         Ecco allora il succedersi dei mesi.
l’arte possa essere la miglior cura per        Martha fatica a ritrovare senso agli
il dolore. Saremo gli stessi di prima          accadimenti, torna al lavoro, gela ogni
dopo una tragedia? Riusciremo a                sentimento per il compagno, si fa
trovare qualcuno che ci accompagni             abbordare ma senza concedersi,
nella caduta libera del dolore? Il             prova a far crescere dei semi vegetali
mondo appare capovolto, un luogo in            in vitro dentro al frigo, e soprattutto
cui non riusciamo più a orientarci.            vuole concedere il corpicino della
Con Pieces of a Woman volevamo                 figlia alla scienza medica che rispetto
realizzare una storia autentica su una         al decesso non sa che pesci pigliare.
tragedia e su come imparare a                  La donna vive i mesi post lutto con
convivere con quel dolore. Una                 una silente, disinvolta e rinnovata
perdita      sfugge       alla     nostra      consapevolezza, osservando i ponti
comprensione o al nostro controllo,            cadere attorno a sé, e piazzando
ma porta con sé la capacità di                 definitivamente       dritta      la     barra
rinascere”.                                    dell’imponderabile,          rotolata      fino
                                               all’interno di un’aula di tribunale dove
Sorprende Pieces of a woman, il film           l’ostetrica è finita accusata di omicidio
amato e prodotto da Scorsese con               del neonato.
Shia LaBeouf e Vanessa Kirby.                  In mezzo alla neve, al grigiore
                                               climatico e alla contrizione delle facce
In corsa per il Leone d'oro in questa          dei protagonisti, che la storia
77/ma      edizione    della   Mostra          di Pieces of a woman ruota attorno al
Internazionale d'Arte Cinematografica          territorio dell’invisibile, alla domanda
di Venezia, ha come protagonisti una           sul perché qualcosa di impossibile
coppia di Boston in procinto di                all’improvviso accade. Senza però che
avere un bambino.                              il racconto aiuti alla decifrazione.

                                     VIOLA MAGAZINE                                         33
Lo snodo da cui questa riflessione parte, che rappresenta anche il vero
nocciolo del film, è proprio l’essere madre. Pieces of a Woman è un film che
parla di maternità, in senso profondo, ma vuole anche affrontare la questione
spinosa dei figli mai nati, che tuttavia rimangono sempre presenti nella vita
dei genitori. La contraddittoria presenza delle persone che non ci sono più,
unitamente alla paura che divora coloro che vivono una simile perdita è ciò
che mette in difficoltà la forza di volontà di Martha. Lei è una donna che ha
imparato ad andare avanti grazie alla madre, che è stata in grado di
trasmetterle questa abilità, rendendola forte e indipendente abbastanza da
poter trovare lei stessa una sua via particolare di espiazione, non desiderando
mai vendetta nei confronti dell’ostetrica.
C’è una sottile metafora di rara potenza narrativa all’interno del film, che
permette allo spettatore di comprendere con più chiarezza la storia di queste
donne: una sedia è solo una sedia, ma quando questa viene rivestita con un
cuscino diventa bella, rendendola adatta armoniosamente al contesto in cui è
inserita. Così è la vita delle madri di questo film, sopravvissuta agli orrori
dell’Olocausto una e alla perdita della primogenita l’altra, le due donne sono
in grado di andare avanti, lottare contro le loro vite difficili affinché queste
possano essere veramente degne di essere vissute.
Mundruczó dà alla luce una storia universale, intima e vera; resa ancor più
credibile da scelte di regia sorprendenti e dalla straordinaria bravura degli
attori. Degna di nota è la performance di Vanessa Kirby i cui silenzi
rimbombano toccando la sensibilità dello spettatore.
La scelta di girare il film in inglese, per farlo arrivare ad un pubblico più
ampio possibile, è un ulteriore punto di forza per una storia in cui, purtroppo,
l’identificazione non risulterà difficile. Con Pieces of a Woman, Kornél
Mundruczó racconta una di quelle sotto-storie che solitamente non vengono
narrate, riuscendo ad arrivare direttamente al cuore del pubblico con un
colpo che, come il film stesso, è violento e meraviglioso allo stesso tempo.

                                 VIOLA MAGAZINE                                    34
"Pieces of a Woman è stata una profonda esperienza emotiva
  sin dalla prima scena che non ha fatto altro che diventare più
  forte con lo scorrere del film. Kornél ha uno stile immersivo e
  una fluidità con la macchina da presa per cui è impossibile
  distogliere lo sguardo e non restare coinvolti".

Parola di Martin Scorsese che fa una sintesi perfetta di questo strano film che
è Pieces of a Woman di Kornél Mundruczó che, nonostante, indugi, lentezze
e scene di vita più o meno ordinarie, alla fine ti ipnotizza, o, come dice il
grande Scorsese, “ti immerge".

                                VIOLA MAGAZINE                                    35
REWIND
     REWRITE
                       Sara Di Cerbo

             LADY D:
vergine, madre, donna

      VIOLA MAGAZINE                   36
S T O R I E   D I   D O N N E    D E L L A   S T O R I A

                          VIOLA MAGAZINE                   37
REWIND, REWRITE: STORIE DI DONNE DELLA STORIA

                                                La mattina del 31 agosto 1997 mio padre
                                                svegliò mia madre portandole una tazzina di
                                                caffè a letto, e con esso una notizia che stava
                                                devastando il mondo intero: Lady Diana era
                                                morta. Io ero troppo piccola per ricordare,
                                                troppo     piccola    per   comprendere,    eppure
                                                questo semplice piccolo episodio mi è rimasto
                                                impresso. Lady D. era diventata un’icona, un
                                                modello,    seppur      drammatico    e   pieno   di
                                                ombre.
                                                Era solo una diciannovenne dal sangue blu.
                                                Una vergine perfetta per ricoprire il ruolo della
                                                principessa perfetta. Doveva essere docile,
                                                amabile, remissiva al punto giusto per seguire
                                                il marito nel suo arduo compito di principe, e
                                                in seguito, all’epoca ci credevano ancora, di
                                                re.

                                                                     VIOLA MAGAZINE                    38
Era un modello perfetto per quel compito, scelto accuratamente da
un’equipe specializzata, come una buona macchina di lusso che faccia
fare la giusta figura a un ricevimento. Ma lei era solo una diciannovenne
come tante altre, in fin dei conti, innamorata di quel sogno dell’amore
che ci insegnano da secoli. Chi a diciannove anni non vuole amare
disperatamente e profondamente? Chi a quell’età non è disposto a
vagare tra le ombre dell’inferno per amore? Era impreparata come lo
siamo tutte, senza termini di confronto, senza conoscere il volto sano di
quel sentimento, sprovvista di quell’equipe specializzata che le sarebbe
stata così utile. La vergine lentamente è cresciuta, ha sofferto, credendo
che quel sentimento fosse giusto, che fosse non solo giusto ma anche
normale sentirsi abbandonata, tradita, lasciata in un angolo in disparte.
Eppure la luce di Lady Diana se ne fregava della sua insicurezza e
prese a brillare più forte che mai, e il mondo la riconobbe e l’adorò.
Permise al marito, alla sua famiglia e a gran parte del mondo che la
osservava impassibile di farla sentire sbagliata. A volte bastano semplici
commenti sulla forma morbida della sua siluette o sulla sua connaturata
timidezza.

                              VIOLA MAGAZINE                                 39
La bulimia della principessa Diana            Diana non era preparata e non
cominciò grazie a quei commenti               aveva    la     forza    per      sopportare
pungenti del marito, quel sentirsi            quello che la vita pubblica e
costantemente messa a confronto               matrimoniale le stavano offrendo.
con La Rivale che infestava le                Era un’immatura come lo siamo
stanze del suo matrimonio. La                 tutte all’inizio, ed era fragile, non
bulimia la perseguitò per anni,               più di tante altre. E soprattutto era
l’accompagnò       quasi    come     un       sola. Ma da sola e ingenua ha
antistress nei momenti in cui non             dovuto         trovare       la      propria
riusciva a contenere quel senso di            determinazione.

                                               “
inadeguatezza costante.
Spesso non ci rendiamo conto
quanto dei commenti superficiali e
                                                 Non        riusciva   a     contenere
noncuranti    possano      entrare   nel
                                                 quel senso di inadeguatezza
profondo e colpire proprio quei

                                                                                 ”
                                                 costante.
nervi sensibili, scoperti e in balia
del giudizio altrui.

                                     VIOLA MAGAZINE                                          40
La vergine vittima sacrificale sull’altare dell’opinione pubblica e
della vita di corte divenne madre, e trovò quella forza che forse
non aveva mai creduto di avere. Diventando madre, Lady D. ha
focalizzato il proprio scopo: proteggere i propri figli, educare la
generazione futura di monarchi e principi che dovevano essere
diversi dal suo presente, e dar loro amore, incondizionato ed
immortale. Poi ha capito.

                                                                        REWIND, REWRITE: STORIE DI DONNE DELLA STORIA

Esiste un momento in ogni relazione tossica in cui si tocca
davvero il fondo. Per Diana è stato il suo confronto diretto con
Camilla, che, preda anche lei di un amore malato e cieco, le
disse “Hai il marito, hai il titolo, hai i figli, hai il mondo che ti
adora: che cos’altro vuoi?”. Lei voleva l’amore di suo marito,
l’unica cosa che forse le era davvero preclusa. Eppure quel
confronto, da quanto la stessa Lady Diana dichiarò, rappresentò
un momento di svolta. Era il fondo, e dopo quella notte di
lacrime e disperazione vinse la razionalità, aiutata dal famigerato
abito della vendetta.

                            VIOLA MAGAZINE                                                                              41
Lei era luce.
Una luce accecante,
calda
e ricolma di
amore incondizionato
verso il prossimo.

         VIOLA MAGAZINE   42
Perché una donna fa così, cose semplici come cambiare
                                                taglio di capelli e indossare un vestito che ci faccia
                                                sentire importanti, potenti, inadeguate ma nel modo
                                                giusto. Lady Diana mise da parte la vergine con i sogni
REWIND, REWRITE: STORIE DI DONNE DELLA STORIA

                                                di bambina e imparò ad essere una donna, imparò a
                                                riconoscere il proprio potere incurante finalmente delle
                                                invidie del marito e della famiglia di lui. Lei era luce. Una
                                                luce accecante, calda e ricolma di amore incondizionato
                                                verso il prossimo. Divenne la principessa del popolo.
                                                Abbracciò gli ammalati di AIDS quando l’AIDS faceva
                                                paura solo perché sapeva quanto avessero bisogno di
                                                un contatto umano. Attraversò un campo minato, divenne
                                                volontaria della Croce Rossa abbandonando per sempre
                                                il proprio ruolo politico ed abbracciando a piene mani il
                                                suo essere un personaggio umanitario. Divenne un
                                                esempio potente, una donna forte e indipendente che
                                                aveva attraversato il dolore e la fragilità trasformandoli
                                                lentamente   in   un   potere   tutto   suo,   che   trasudava
                                                dolcezza con solo un semplice sguardo.

                                                                       VIOLA MAGAZINE                            27
4°

              IL QUARTO PETALO

VIOLA LEGGE ……………………………………….…………………………………………..46
Ema Stokholma

NELLA RETE DI UN VERSO …………………………………………………………...48
Wild Geese di Mary Oliver

GIULIA LAMARCA ………………………………….................................................50
Quando una voce si fa sentire

                              VIOLA MAGAZINE                                      44
“SIAMO STATE AMATE
E ODIATE,
ADORATE E
RINNEGATE,
BACIATE E UCCISE,
SOLO PERCHÉ
DONNE.”

— ALDA MERINI

                VIOLA MAGAZINE   45
VIOLA LEGGE
  Ema Stokholma

      VIOLA MAGAZINE   46
VIOLA LEGGE - Giorgia Dughetti

              “A quattro anni mia madre mi diede un pugno.
              Non era la prima volta che succedeva, ma era la
              prima volta che lo faceva in macchina. Ho capito
              che non sarei stata al sicuro in nessun posto”.

                                         Ema Stokholma, classe 1983, è una ex
                                         modella, dj e conduttrice francese che,
                                         ormai     da     anni,     porta     contributi
                                         professionali, di valore e intrattenimento,
                                         nei nostri palinsesti radiofonici e televisivi.
                                         Per la prima volta, quest’anno, ha deciso
                                         di indossare i panni della scrittrice e ci ha
                                         regalato il suo romanzo, in cui racconta
                                         la sua storia.
                                         Ema torna indietro di trent’anni, a quando
                                         era una bambina e abitava nel Sud della
                                         Francia con suo fratello e sua madre, una
                                         donna abbandonata dal marito, che
                                         sfogava la sua rabbia e la sua violenza
                                         sui due figli.
Questo inferno personale è descritto dalla scrittrice con uno stile freddo, diretto,
a volte crudo, ma che non lascia mai spazio al vittimismo.
Ema Stokholma si è convinta a liberare i suoi imbarazzi e scrivere questo libro
dopo aver sentito l’ennesima tragedia di cronaca. La violenza domestica che ha
per carnefici i genitori non è rara, purtroppo, ma una via di uscita esiste anche
quando le quattro mura sono quelle della propria casa.

VOTO:

                                  VIOLA MAGAZINE                                     47
NELLA RETE
DI UN VERSO
Traduzione a cura di
Marta Donati

                       48
MARY OLIVER
 WILD GEESE

 You do not have to be good.
 You do not have to walk on your knees
 for a hundred miles through the desert, repenting.
 You only have to let the soft animal of your body
 love what it loves.
 Tell me about despair, yours, and I will tell you mine.
 Meanwhile the world goes on.
 Meanwhile the sun and the clear pebbles of the rain
 are moving across the landscapes,
 over the prairies and the deep trees,
 the mountains and the rivers.
 Meanwhile the wild geese, high in the clean blue air,
 are heading home again.
 Whoever you are, no matter how lonely,
 the world offers itself to your imagination,
 calls to you like the wild geese, harsh and exciting–
 over and over announcing your place
 in the family of things.
                                                       OCHE SELVATICHE
                                                                  Non devi essere buono.
                                                   Non devi camminare sulle ginocchia
                                  per migliaia di miglia, penitente, attraverso il deserto.
                                 Devi solo lasciare che l’animale tenero del tuo corpo
                                                                          ami ciò che ama.
                                  Parlami della disperazione, la tua, e io ti dirò la mia.
NELLA RETE DI UN VERSO

                                                               Intanto il mondo va avanti.
                                           Intanto il sole e i limpidi sassolini di pioggia
                                                       si muovono attraverso i paesaggi,
                                                              sopra le praterie ed i fiumi.
                                     Intanto le oche selvatiche, alte nel terso cielo blu,
                                                                   tornano ancora a casa.
                                             Chiunque tu sia, non importa quanto solo,
                                               il mondo si apre alla tua immaginazione,
                           ti chiama, come le oche selvatiche, severo ed eccitante –
                                            annunciando, ancora e ancora, il tuo posto
                                                                 nella famiglia delle cose.

                                      VIOLA MAGAZINE                                    49
GIULIA
LAMARCA
Quando una voce si fa sentire

       VIOLA MAGAZINE           50
Scopri l’intervista completa su
                                             L’
                                              I
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                  Più di 50mila follower
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    Incalcolabili iniziative di inclusione   N
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                                             E

                   VIOLA MAGAZINE                 51
5°

         IL QUINTO PETALO

10 COSE CHE …………………………………………………………………………………...54
Le serie TV ci hanno insegnato sull’amore

OROSCOPO VIOLA …………………………………………………………………………..60
Il mese di settembre

                  VIOLA MAGAZINE                   52
“GLI UOMINI HANNO
PAURA CHE LE
DONNE RIDANO DI
LORO.
LE DONNE HANNO
PAURA CHE GLI
UOMINI LE
UCCIDANO.”
— MARGARET ATWOOD

             VIOLA MAGAZINE   53
10 COSE CHE
  LE SERIE TV
  CI HANNO INSEGNATO
  SULL’AMORE

A prescindere dai gusti, il concetto base non cambia: abbiamo bisogno di vedere
l’amore, di leggerlo, di viverlo, perché è qualcosa di talmente tanto complicato che
sentiamo la necessità che qualcuno ce lo spieghi sotto tutte le sue mille
sfaccettature, così come a volte ci consola vedere che non siamo gli unici a vivere
certi drammi e certi problemi… L’amore ci muove, ci motiva e sì, a volte ci consuma,
ma proprio per questo, per quanto possiamo essere sfiduciati e delusi, ne abbiamo
bisogno, che vogliamo ammetterlo o meno.
Le serie televisive che in un qualche modo danno consigli e insegnamenti
sull’amore sono innumerevoli e farne una cernita è decisamente frustrante, quindi
chiedendo perdono per le gravi esclusioni, ecco qui 10 piccole lezioni che non
dovremmo mai dimenticare.

                                   VIOLA MAGAZINE                               54
#1 NON ESISTONO FAVOLE MA LA                  #2 TRA BURKE E OWEN VINCERÀ
REALTÀ È MERAVIGLIOSA                         SEMPRE CHRISTINA

Sex and the City ci ha propinato              Christina ha amato Burke, ha
consigli sull’amore (e sul sesso) per         amato Owen e ama la chirurgia. Per
sei anni e due film. La particolarità di      Owen avrebbe fatto qualunque cosa,
questa serie? Non esiste il lieto fine,       anche infilarsi in un vestito da sposa,
solo la semplice e meravigliosa realtà.       anche credere nel prototipo della
Queste quattro donne hanno vissuto            famiglia felice, lo avrebbe fatto
storie d’amore di ogni tipo e genere,         davvero, ma non avrebbe mai potuto
disastrose, malate, sfortunate, ma ciò        rinunciare al grande amore della sua
che tra tutte le loro vicissitudini ci        vita: se stessa. Questo rappresenta la
hanno insegnato è che la vita è un            scelta      di  Christina    di     andare
casino, i problemi ci saranno sempre          via:      l’amore      verso      sé     è
e saranno innumerevoli, e la persona          imprescindibile,     irrinunciabile    per
che sceglieremo di avere al nostro            essere felici, e per quanto doloroso,
fianco non sarà mai esattamente               dobbiamo essere in grado di lasciare
come la vogliamo, ma che se                   andare ciò che in un qualche modo
riusciamo ad accettarla per quella che        ci limita e ci danneggia, perché la vita
è, allora avremo trovato un compagno          è nostra e dovremo convivere con noi
di squadra degno di accompagnarci             stessi per un lunghissimo numero di
nella grande partita della vita.              anni.

#3 LA FIDUCIA È UNA SCELTA                    #4 SE VUOI QUALCOSA VA’ E
CONSAPEVOLE                                   PRENDITELA

Il perdono non è una questione                Se Samantha sceglie, la concorrenza
semplice, forse non tutti sono fatti per      non può fare a meno di ritirarsi. Sam
perdonare e molto dipende anche da            rimase tutta la serata seduta a quel
cosa si perdona. Kurt Hummel ama il           tavolo,      da   sola,   trangugiando
suo Blaime, e per quante lacrime              schifezze e mettendo in atto tutta la
abbia versato e per quanto dolore gli         sua arte seduttiva, e, in ultima
abbia provocato quel passo falso, ha          istanza      anche    il  potere    del
trovato la forza di non smettere di           portafoglio, pur di accaparrarsi
amare e, soprattutto, di capire e             l’uomo che si sarebbe rivelato
perdonare,     perché sa che per              l’unico vero amore dell’indipendente
quell’uomo in particolare, e per quel         Samantha. Insegnamento? Se vuoi
legame unico nel suo genere vale la           qualcosa non indugiare, tira fuori le
pena di perdonare e di dimenticare. Il        unghie se necessario, perché in
perdono non si deve concedere                 amore un cuore pavido rimane a
sempre o a tutti, ma ci sono rari casi        bocca asciutta. Va’ a prenderti ciò
in cui ne vale la pena, perché                che desideri perché se non lo farai
l’amore, quello vero, non è facile da         tu lo farà qualcun altro, e la
trovare ed è ancora più difficile da          donna/uomo della tua vita potrebbe
mantenere.                                    finire tra le braccia sbagliate.

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“ Una volta l’amore
        si sognava
        tra le pagine
        di un libro,
        ora tra i
        fotogrammi
        delle serie

                  ”
        televisive.

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#5 IL TIRANGOLO NON L’AVEVO CONSIDERATO

Di esempi di triangoli ce ne sono a bizzeffe nel mondo delle serie TV, ma tra le
tante serie vi propongo una di quelle che più mi ha tormentato: The Vampire
Diaries. Ed ecco il grande dubbio che ha diviso migliaia di fan girl: Stefan o
Damon? A prescindere dalla preferenza personale, Elena non avrebbe potuto
scegliere altri che Damon per il semplice fatto che se ami incondizionatamente
l’uomo cui sei legata non puoi innamorarti di qualcun altro. Ed ecco che nella legge
del triangolo vince sempre il secondo, senza ovviamente considerare il fatto che il
secondo ha un paio di occhi meravigliosi ed un sorriso da far tremare le gambe.

#6 AMORE NERD

The Big Bang Theory ha sviluppato un concetto sfiorato da molte altre serie
televisive ma mai veramente approfondito: in questo mondo le varietà di individui
sono infinite, ognuna con le proprie peculiari caratteristiche e, dalle più strane alle
più ghettizzate, ciascuna di esse merita quel meraviglioso sentimento che è l’amore
senza per questo dover rinunciare ad essere se stessi. Penny ha
conosciuto Leonard esattamente per ciò che era e, per quanto lei sia perfettamente
consapevole di poter avere qualunque uomo sulla faccia della terra, vuole solo
Leonard perché ha letto dentro il suo cuore, innamorandosi di tutte le sue piccole
stranezze che in fin dei conti lo rendono così tanto speciale. Ma
anche Howard e Raji alla fine riescono a trovare qualcuno di abbastanza pazzo da
poterli amare, senza poi parlare del meraviglioso Sheldon, che non solo trova la
sua Amy, ma soprattutto impara a lasciarsi andare in quel mondo così tanto
complesso e assurdo per i suoi canoni, ed impara una delle lezioni più
difficili: amare e lasciarsi amare.

#7 PER AMARE BASTA UNA PIZZA

JD ed Elliot esprimono uno di quegli amori in grado di fare giri immensi, prendersi e
mollarsi per poi riprendersi ancora e per desiderarsi sempre. Una delle dichiarazioni
di amore più belle, a mio parere, perché non solo esprime il sentimento, ma il
valore di quel sentimento perfettamente calato nella quotidianità. Per l’amore non
servono scene da film, serenate sotto la finestra o cose del genere, serve soltanto
quella persona giusta per noi con cui anche mangiarsi una pizza davanti alla TV
diventa qualcosa di speciale e meraviglioso.

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#8 NON ESISTE AMORE DI CUI
VERGOGNARSI

Quanto può essere difficile dichiarare
il proprio amore? È un tuffo nel vuoto
in cui puoi solo sperare che l’altra
persona ti prenda al volo, ma quante
sono le volte in cui lo schianto a terra
si     profila    tremendamente      più
realistico? Ma se parliamo di liceo la
cosa diventa ancora più complicata,
soprattutto se tu sei lo sfigato Seth
Cohen, che non ebbe proprio una
grande idea a salire sul tavolo della
vendita di baci dichiarandosi a gran
voce alla bellissima Summer però,
proprio grazie a quel salto nel vuoto,     #9 MONICA E CHANDLER
la ragazza più popolare della scuola
si sarebbe ben presto rivelata il          Quando l’amicizia si trasforma in
grande amore della sua vita. Ma di         amore,      il   legame     rasenta    la
salti nel vuoto in ambito liceale se ne    perfezione: questi due personaggi ne
potrebbero trovare innumerevoli, e tra     hanno vissute tante insieme, sono
i tanti non posso escludere un             stati l’uno di sostegno all’altra per un
esempio completamente all’antipode.        sacco di anni, poi, a un matrimonio
Santana Lopez, bellissima, sicura di       molto      particolare,    qualcosa     è
sé, arrogante, e desideratissima, fa un    cambiato e da lì è continuato ad
salto nel vuoto tra i più rischiosi mai    evolvere fino a diventare un amore
raccontati in una serie televisiva:        complice, necessario e felice. Monica
dichiara il suo amore alla sua migliore    e Chandler sono una squadra
amica e contemporaneamente decide          affiatata, una coppia pressoché
di sfidare tutti i pregiudizi che quella   perfetta perché entrambi hanno
scelta avrebbe comportato.                 imparato ad accettarsi esattamente
                                           perciò che sono. Perché una coppia
                                           funzioni non devono mai mancare
                                           complicità e risate, perché le difficoltà
                                           della vita faranno di tutto per separare
                                           un legame del genere, e potrà
                                           funzionare solo se l’una e l’altra si
                                           sosterranno sempre, condivideranno
                                           momenti di gioia, così da poter
                                           affrontare i momenti difficili. È questo
                                           modo di essere che è l’amore:
                                           serenità, amicizia, complicità nella
                                           buona e nella cattiva sorte.

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#10 ACCADRÀ DI NUOVO, TE LO PROMETTO

Mamma Melissa insegna al giovane Scott: «Ti dirò una cosa a cui
nessun adolescente crede, ma ti giuro che è la verità: ti innamorerai
altre volte. Accadrà di nuovo e sarà meraviglioso e straordinario come la
prima volta, e forse anche ugualmente doloroso, ma accadrà di nuovo,
te lo prometto. E fino ad allora sii la tua ancora!»

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ARIETE
21 marzo – 20 aprile

Vivrete intensamente ogni emozione. Settembre vi farà sentire
vivi, nonostante le contraddizioni, gli intralci e le novità.
Sarete energici, dinamici, inarrestabili. E avrete voglia di far
sentire la vostra vicinanza alle persone che amate, nonostante le
gaffe e gli sbalzi d’umore e gli inciampi nel dialogo.
Sarete vivi e vispi, ma forse la diplomazia non sarà il vostro forte:
attenti a quello che dite questo mese, perché potrebbero
scapparvi parole in grado di mettervi al centro di confusione o
nervosismi. Meglio riflettere prima di parlare.

TORO
21 aprile – 20 maggio

Settembre inizierà positivamente, per voi e per i vostri affetti. Se
esistono questioni delicate da affrontare in famiglia, andate a
fondo subito.
Perché poi nel corso delle giornate e con l’aumentare degli
impegni, potreste ritrovarvi in situazioni complicate, riguardo
l’abitazione o i rapporti ad esempio, quindi sarà meglio gestire e
prevenire quando potrete contare su rapporti scorrevoli.
Man mano che avanzerà, settembre potrebbe presentare
imprevisti, situazioni inaspettate ma risolvibili con la pazienza.

GEMELLI
21 maggio – 20 giugno

Settembre, un mese sorprendente! Sarete socievolissimi, energici,
grintosi ma nello stesso tempo affettuosi, sensibili, creativi.
Perfetti? Beh, non esageriamo: certamente anche voi come tutti
avete i vostri difetti, certo sarà che in questo periodo però le
persone potrebbero notare più gli aspetti positivi della vostra
compagnia, che non il resto.
In famiglia e con gli amici, nel tempo libero e nei progetti,
potrete ritagliarvi un ruolo da protagonisti e godervi la vita così
come preferite.

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CANCRO
22 giugno – 22 luglio

Settembre si snoda come un percorso ad ostacoli.
Ma vi offrirà parecchi vantaggi all’inizio, come la possibilità di
poter divertirvi, conoscere gente o chiarire le questioni più
importanti con familiari e amici.
Dopo qualche giorno però potrebbero emergere inquietudini,
contraddizioni o perfino rabbia aperta.
Che succede? Per qualcuno di voi saranno solo sensazioni, per
altri però queste emozioni dipenderanno da circostanze precise.
Non siate impulsivi: settembre chiede riflessione e prudenza.

LEONE
23 luglio – 22 agosto

Pronti a vivere un mese ricco di dinamismo e di energia?
Energia positiva, come l’entusiasmo che trasmetterete a chi vi
circonda.
Il vostro cuore sarà il centro focale che irraggerà amore, affetto,
tenerezza: in famiglia brillerete, tra gli amici vi distinguerete e
avrete molte occasioni per essere soddisfatti di voi stessi.
Non mancheranno gli imprevisti, come spesso accade nella vita
di tutti, ma li affronterete con quel piglio costruttivo ed energico
che questo mese vi renderà così speciali.

VERGINE
23 agosto – 22 settembre

Settembre partirà con una marcia in più: vi sentirete pieni di
energia, di dinamismo e di emozioni positive. Nel corso del
mese il quotidiano assorbirà tutti i vostri slanci. Non sarà un
periodo negativo, ma forse perderete di vista le faccende
private, i piccoli piaceri della vita, per dedicarvi anima e corpo ai
vostri progetti materiali.
Per ritrovare la verve e quel clima dinamico dovrete aspettare la
fine di settembre, quando per voi partirà una stagione di
rinnovamento.

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BILANCIA
23 settembre – 23 ottobre

Eccovi al nastro di partenza dell’ultimo mese dell’estate.
Inizierete forse un po’ riflessivi, alle prese con dubbi o tensioni,
ma ben presto queste incertezze si scioglieranno e faranno
posto ad un periodo molto appagante.
Amicizie, novità, voglia di socializzare e di comunicare vi
accompagneranno nel corso di giorni forse impegnativi ma che
vi permetteranno di tracciare una rotta più sicura per il futuro.
Non tutte le difficoltà svaniranno, ma almeno avrete la certezza
che il domani sarà più stabile. Una certezza fondata sui fatti!

SCOPRIONE
24 ottobre – 21 novembre

Quanti buoni propositi! Se settembre è il mese dei nuovi inizi,
certo non vi troverà impreparati, pieni di risorse e di idee come
sarete ad inizio mese. Avrete voglia di fare e di disfare, ma forse
sarete un po’ troppo precipitosi. Specie negli affetti, familiari e
amorosi, potreste dare prova di un piglio così irruente da
scatenare reazioni che forse non vi aspettavate. Meglio rifletterci
su, perché nel corso di settembre potrebbero emergere
contraddizioni che andrebbero valutate con maggiore attenzione.
Avrete le idee più chiare a fine mese.

SAGITTARIO
22 novembre – 21 dicembre

Tanta energia ma non sapete come indirizzarla? Non
preoccupatevi: sarà l’effetto collaterale del cielo del principio di
settembre.
Qualche giorno di confusione, e poi le idee diverranno terse e
luminose, come le vostre emozioni sempre più calde e
coinvolgenti. A dispetto di quello che avreste potuto pensare al
principio, settembre vi offrirà situazioni positive, speciali per il
tempo libero e il privato, interessanti per tutto il resto.
Con il gradito optional di rapporti scorrevoli e molto appaganti!

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