Matrimoni, De Luca cambia idea Ora niente limite di invitati

Pagina creata da Enrico Turco
 
CONTINUA A LEGGERE
Matrimoni, De Luca cambia
idea Ora niente limite di
invitati
di Monica De Santis

Marcia indietro di Vincenzo De Luca per quanto concerne le
nuove disposizioni in merito ai matrimonio e gli altri
ricevimenti. Marcia indietro avvenuta dopo l’incontro di ieri
a Palazzo Santa Lucia, con l’Unità di Crisi e i rappresentanti
del comparto wedding, i quali hanno segnalato la grave crisi
del settore e gli ulteriori danni che l’ordinanza dei giorni
scorsi poteva causare. Così De Luca ha annunciato un nuovo
protocollo di sicurezza, in relazione alle cerimonie, che sarà
più rigoroso e nel contempo darà la possibilità di svolgere le
stesse nel mese di ottobre compatibilmente con la situazione
epidemiologica della Campania. Il Governatore ha rivisto la
sua decisione dopo che un numero considerevole di cerimonie di
nozze si sta spostando fuori Campania creando un danno
economico non da poco, e al tempo stesso anche un danno
sanitario, relativo alla mobilità e alla carenza di controlli.
Le associazioni di categoria hanno fatto notare al presidente
il rischio per gli stagionali rispetto al conseguimento degli
ammortizzatori sociali. Così alla luce di questi fatti si è
deciso di consentire con forme di controllo più rigorose
rispetto al precedente protocollo, l’organizzazione delle
cerimonie di matrimonio senza dare al momento alcuna scadenza,
se non quella di un esame periodico, ogni 15 giorni con i
rappresentanti del comparto, della situazione epidemiologica.
Nella giornata di domani sarà emanata una ordinanza ad hoc,
nella quale verrà disposto, tra l’altro, che per ogni
cerimonia,     gli    organizzatori      dovranno     fornire
obbligatoriamente le generalità di due responsabili, uno per
le cucine, uno per le sale. Ogni cerimonia dovrà inoltre
essere segnalata in anticipo all’Unità di Crisi, che a sua
volta informerà le forze dell’ordine per poter effettuare
controlli sull’osservanza dei protocolli già esistenti. A
margine della riunione, con un forte richiamo al senso di
responsabilità di tutti, si è discusso anche degli
assembramenti notturni. I luoghi di aggregazione della movida,
in tutta la regione, saranno ancora di più monitorati in
questo fine settimana prima di ulteriori drastiche decisioni.

REGIONE TROPPO FRAGILE. Sul tema dell’emergenza Covid il
Governatore è poi tornato a parlare nella consueta diretta del
venerdì. “Ho domandato agli epidemiologi perchè c’è stato
questo aumento dei contagi in Campania. La prima valutazione
che mi hanno proposto è che nel momento in cui da maggio
abbiamo aperto tutto in Italia, la Campania diventa la regione
più fragile per una ragione oggettiva, perchè siamo quella con
la densità abitativa più alta d’Italia. Altro elemento è che
le regioni del nord, in particolare la Lombardia sono uscite
dall’emergenza pesante, molto più tardi rispetto alla
Campania. Avranno quindi un ritardo di contagio nella ripresa
autunnale. Terzo motivo è che noi facciamo in Campania uno
screening molto più ampio di quello che prescrive il ministero
della Salute. Noi abbiamo ricostruito la catena dei contatti
non solo sui familiari, ma anche sugli amici, sui contatti
episodici, sui colleghi di lavoro. Anche negli ospedali
facciamo dei controlli molto più ampi, su tutti quelli che
entrano negli ospedali. Noi dovremmo depurare il dato che
diamo al ministero, del 25%”.

COMPORTAMENTI IRRESPONSABILI “Una foto che ritrae gli alunni
di un liceo di Salerno riuniti in capannelli e senza
mascherine. E il video di una festa al centro storico di
Napoli, questi sono comportamenti irresponsabili ha detto
ancora De Luca – Dopo l’estate, c’è stato il dilagare di
comportamenti irresponsabili come se si fosse diffusa l’idea
che il Covid non esistesse più. C’è stata l’apertura dell’anno
scolastico e si va verso il periodo dell’epidemia influenzale.
Due elementi che devono rappresentare una preoccupazione in
più e che ci devono suggerire di tornare ad avere
comportamenti responsabili altrimenti il problema diventa
serio. Capiamoci bene se abbiamo gli assembramenti davanti
alle scuole e ci sono centinaia di ragazzi senza mascherine,
tra due settimane cominceremo a registrare le conseguenze di
questi comportamenti. In occasione della festa al centro
storico di Napoli abbiamo trovato 30 positivi tra i ragazzi
che hanno partecipato a quell’evento. All’Asl Napoli 1 è
toccata la ricostruzione dei contatti, oltre un centinaio.
Urgono – ha concluso – comportamenti rigorosi come a febbraio,
marzo e aprile altrimenti ci facciamo male”

“Urge un incontro con De
Luca,       gli      ultimi
provvedimenti        stanno
ammazzando   l’economia  di
tutta la Regione”
Non si placono le polemiche legate all’ultima ordinaza del
governatore De Luca. Polemiche legate soprattutto alle tante
restrizioni emesse nei confronti del settore del wedding che
ha già subito grosse perdite durante il periodo del lockdown.
Confesercenti Campania scrive alla Regione Campania e,
segnatamente, al Governatore Vincenzo De Luca. Nella lettera,
scritta congiuntamente da Confesercenti Campania e da Aicast
Campania, con le firme dei rispettivi presidenti Vincenzo
Schiavo e Antonino Della Notte, c’è la richiesta di «un
incontro urgente al fine di presentare alcune proposte per
fronteggiare l’emergenza Covid 19 salvaguardando le imprese e
i lavoratori». Nella missiva spedita oggi si legge anche che
«l’incontro è necessario per evitare la chiusura delle
attività che porterebbero alla cessione di migliaia di imprese
del settore della ristorazione, eventi e in generale del
comparto turismo e del settore moda». Il presidente di
Confesercenti Campania Vincenzo Schiavo aggiunge: «Chiediamo
un incontro urgente al Governatore – ribadisce – perchè
dobbiamo dare assolutamente risposte concrete alle nostre
aziende. Gli assembramenti non sono legati alle attività
commerciali, ma ad una questione di cultura e di rispetto
delle regole. Lo Stato e le Regioni hanno il compito di
aumentare i controlli: non possiamo far pesare sulle spalle
degli imprenditori l’aumento dei contagi. Le nostre imprese
sono in enorme difficoltà, da mesi non incassano introiti
sufficienti. In questo momento non è opportuno ledere
ulteriormente l’economia della Campania, anche perchè in altre
regioni non ci sono queste regole così rigide. Tanti sposi,
per esempio, stanno spostando i loro matrimoni verso il Lazio
o la Puglia: in questo modo si ammazza ancora di più
l’economia della nostra regione e inoltre gli assembramenti ci
sarebbero comunque e il problema contagi resterebbe. Il
confronto è importante, anche per evitare che una decisione
venga presa dall’oggi per il domani: tutto ciò crea ulteriore
confusione ed altri danni. L’esempio resta quello dei
matrimoni: annullare pochi giorni prima un evento del genere
significa azzerare 40-50mila euro di investimento delle
famiglie degli sposi, gravando sul loro bilancio e su quello
dell’intera filiera legata ai matrimoni»

“I        mercati               non          possono
chiudere,  noi   non   siamo
untori”. Appello dell’Anva
Salerno al governatore De
Luca. Il presidente Ciro
Pietrofesa chiede un passo
indietro   della     Regione
Campania
di Erika Noschese

“I mercati non possono chiudere”. A lanciare l’appello al
governatore De Luca è Ciro Pitrofesa, presidente dell’Anva
Salerno che, nei giorni scorsi, ha provveduto a scrivere al
presidente di Palazzo Santa Lucia affinchè gli operatori
mercatali possano avere la possibilità di continuare a
lavorare. I mercatali, di fatto, sono ad oggi quelli più
colpiti dall’emergenza Coronavirus: anche dopo il lockdown,
per loro la ripresa delle attività è avvenuta lentamente, con
una serie di norme da rispettare. Ad oggi, l’ipotesi di una
seconda chiusura imposta dai vertici di Palazzo Santa Lucia,
come anticipato nei giorni scorsi proprio da De Luca, mette in
allarme i mercatali. Da qui l’appello del presidente
dell’associazione di categoria Anva Salerno: “Non siamo gli
untori del Covid, chiediamo solo di poter lavorare e di non
dover subire un’ ulteriore limitazione nel nostro lavoro. Bene
le restrizioni e le misure anticovid ma non è pensabile di
fermare le attività produttive”. L’ultima ordinanza emessa dal
governatore, infatti, conferma la sospensione di sagre e fiere
e, in generale, ogni attività o evento in cui svolgimento o
fruizione non si svolga in forma statica e con postazioni
fisse. “Ancora una volta il commercio su aree pubbliche rimane
penalizzato, vorremmo partire analizzando quanto scritto in
questo punto, parlando delle fiere e sagre. Come è noto a
tutti, l’unica Regione in cui i Comuni non hanno autorizzato
nessun tipo di manifestazione, sagre o fiere è la Campana; in
tutte le altre regioni si sono tenute regolarmente le
manifestazioni, fatte in tutta sicurezza ed applicando tutte
le misure di contenimento Covid-19. Non siamo a conoscenza di
casi di contagio in queste manifestazioni così come non ne
riscontriamo nei mercati. Eppure con questo provvedimento, ad
essere penalizzati sono gli operatori ambulanti fieristi
campani. 9mila attività, imprese a conduzione familiare che da
gennaio 2020 non hanno più lavorato ed oggi rivedono inibite
le loro aspettative, pur non avendo causato contagi da
Coronavirus”, ha scritto Pietrofesa nella lettera indirizzata
a De Luca, specificando che “i contagi fin qui avuti in
Campania, a nostro avviso, sono riconducibili a rientri da
fuori regione e di persone che per loro fortuna hanno potuto
fare una vacanza, da discoteche affollate, con una presenza
oltre il dovuto di ospiti, da extracomunitari ospitati in
varie zone della nostra regione. Fino ad ora non abbiamo
sentito o rilevato nessun contagio nei mercati e in quelle
poche fiere o manifestazioni autorizzate che hanno rispettato
in pieno le misure anti Covid-19, più volte controllate dalle
forze dell’ordine che hanno trovato le nostre manifestazioni
rispettose di tutti i protocolli per garantire il massimo
della sicurezza”. Da qui l’appello: Presidente, il nostro
settore è in ginocchio, molte imprese stanno chiudendo o
chiuderanno, non possiamo essere noi gli untori di un virus
maledetto. Non si può addebitare alle nostre attività la
mancanza di controlli sui cittadini che non rispettano le
regole. In questo momento sono a rischio ben 30mila imprese
ambulanti in Campania. Gli operatori non hanno altre entrate
per sostenere economicamente le loro attività. Le nostre
aziende di ambulanti producono ricchezza e lavoro non solo per
le 30mila imprese (titolari, collaboratori e dipendenti), ma
anche per un indotto economico di circa 70mila imprese e
mettere a rischio l’azienda-ambulanti costerà alla Campania
ben 80mila posti di lavoro. Chiediamo che i prossimi
provvedimenti tengano conto di ciò, diano il ‘via libera’ alle
fiere e sagre, alle piccole manifestazioni con tutte le misure
di prevenzione Covid-19. In alternativa che si autorizzino i
Comuni al rilascio di permessi statici nelle città di origine
degli operatori in luoghi più idonei per continuare l’attività
ambulante al fine di salvaguardare le imprese e l’economia
delle loro famiglie”.

Medaglie d’oro per 350 medici
salernitani         iscritti
all’ordine da 40 anni
In conformità con le regole anti-Covid 19, si terrà sabato 3
ottobre, con una formula diversa dalla solita, la cerimonia di
consegna delle medaglie d’oro agli iscritti all’Ordine dei
Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di
Salerno da 40 anni. Gli iscritti all’Ordine presieduto dal
dottore Giovanni D’Angelo e che hanno raggiunto questo
traguardo nel 2020, sono 315. Circa cento di loro si
recheranno al Saint Joseph Resort di via Salvatore Allende per
ricevere il riconoscimento in tempi diversi e nelle due mezze
giornate: dalle 10,30 in poi e dalle 15,30 in poi. I medici
iscritti all’Ordine da 40 anni sono nati principalmente alla
metà degli anni Cinquanta, tutti tra Salerno e la sua
provincia, e circa un terzo sono donne. Ecco i nomi. Eugenio
Abbro, Bruno Accarino, Maria Accetta, Ferdinando Albano, Luigi
Alfano, Mariofranco Amaro, Luigi Amoroso, Vincenzo Andolfi,
Michele Annunziato, Salvatore Apicella, Anna Maria Apicella,
Giuseppe Apicella, Maria Rosaria Argenzio, Franco Aufiero,
Alfonso Avecone, Alfonso Baio, Giovanni Baldi, Gerardo Baldi,
Giuseppe Bamonte, Silvio Barra, Alberto Basso, Vincenzo
Benincasa, Pasquale Benvenuto, Giancarlo Bisogno, Fausto
Bolinesi, Domenico Costantino Bortone, Angelo Borzacchiello,
Pietro Bove, Raffaele Braca, Bruno Brunetti, Enea, Silvio
Calenda, Guido Calenda, Francesco Califano, Maria Caliulo,
Floriana Calzetta, Vincenzo Cammarano, Giuseppe Canfora,
Giuseppe Capece, Lorenzo Capobianco, Giuseppe Capuano, Angela
Carbone, Angela Carleo, Pietro Carnicelli, Armando Carpinelli,
Michele Carrara, Giuseppe Caruccio, Mario Carugno, Saverio
Casella, Renato Caterini, Giuseppe Caturano, Francesco Antonio
Cefalo, Maurizio Cerri, Francesco Chiacchiaro, Gerardina
Ciaglia, Silvio Cigolari, Luigi Cinquanta, Giuseppe Cioffi,
Francesco Colace, Giorgio Colarieti, Roberto Coletta, Giuseppe
Comodo, Generoso Conforti, Liberato Corrado, Giulio
Corrivetti, Nicola Raffaele Coviello, Romeo Cozzitorto,
Ferdinando Crescenzi, Luigi Cretella, Giovanni Cuomo, Vincenzo
D’acunti, Elena D’acunto, Raffaela D’acunzi, Nicola
D’agostino, Amavila Antonietta D’agosto, Sabato D’agosto,
Luigi D’alesio, Vincenzo D’alessandro, Maria D’alessandro,,
Nazario D’alessio, Angelo D’ambrosio, Pasqualina D’ambrosio,
Salvatore D’angelo, Massimo D’aniello, Ester D’arienzo,
Vincenza De Bartolomeis, Paola De Bellis, Gennaro De Caro,
Maria Angela De Caro, Vincenzo De Caro, Maria Teresa De
Donato, Pietro Giuseppe De Donato, Generoso De Feo, Pantaleo
De Luca, Antonio De Luna, Ida De Marinis, Eduardo De Martino,
Anna De Martino, Pasquale De Martino, Anna Maria De Martino,
Luisa De Nardo, Sergio De Paola, Rita Della Corte, Concetta
Dello Ioio, Giovanna Di Buono, Vincenzo Giuseppe Di Crescenzo,
Antonio Di Feo, Gerardo Di Filippo, Rita Di Filippo, Walter Di
Filippo, Nicola Di Fiore, Enrico Di Gaeta, Giuseppe Di
Giovanni, Mariaconcetta Di Loreto, Libera Di Marco, Maria
Grazia Di Nardi, Pietro Di Sarno, Mariano Di Trolio, Lucia
Discepolo, Andrea Donato, Lucia Esposito, Antonello Esposito,
Rosalia Esposito, Natalina Ferraioli, Tarcisio Ferrara,
Domenico Ferrentino, Rossana Fezza, Luigi Finamore, Sergio
Foccillo, Renato Fontanella, Mario Forlenza, Francesco Antonio
Gerardo Formicola, Carmine Fortunato, Gemma Francese, Maria
Gagliardo, Ciro Gallo, Felicia Gallo, Domenico Gatto, Filippo
Gatto, Angelo Gerbasio, Carmine Gigantino, Ludovico Gigantino,
Antonio Giordano, Renato Giordano, Pietro Giordano, Pierino
Aurelio Glielmi, Anna Granato, Pietro Greco, Giovanni Greco,
Giovanni Grimaldi, Nicola Guariglia, Mario Guariglia,
Annamaria Gugliucci, Franco Guida, Gerardo Guzzi, Lucia
Iallonardo, Leopoldo Iannelli, Pasquale Iannuzzi, Felicia
Iannuzzi, Gaetano Imbimbo, Maria Cristina Ingenito, Maria
Inglima, Marco Ingrosso, Emilio Iuliano, Giovanni Iuliano,
Vincenzo Iuliano, Gerardo Iuliano, Giuseppe La Marca, Silvana
Lai, Maria Lanzara, Alfonso Laudato, Antonio Lettieri, Teresa
Libero Mangieri, Aniello Liccardi, Vincenzo Liguori, Vladimir
Arcangelo Carmine Lomolino, Francesco Longo, Antonio
Lucchetti, Gennaro Luongo, Luigi Lupo, Salvatore Maiorino,
Aldo Adriano Maiorino, Cosimo Maiorino, Panfilo Maiurano, Ugo
Majoli, Giancarlo Manzolillo, Gian Carlo Marano, Antonio
Mariniello, Riccardo Marmo, Vincenzo Marmo, Antonio
Martorelli, Giuseppe Mastroroberto, Oronzio Mauro, Teresa
Medici, Alfonso Medugno, Andrea Memoli, Giuseppe Menna,
Massimo Merciai, Domenico Migliorino, Mario Minervini, Anna
Maria Minichino, Gelsomino Mirra, Bartolomeo Molinaro, Gaetano
Montalbano, Antonio Morlicchio, Marisa Stefania Motolese, Rosa
Anna Murino, Michele Arcangelo Mussari, Francesco Musumeci,
Domenico Napoli, Nelson Napolitano, Anna Maria Nasti, Franz
Nicodemo, Andrea Niglio, Luigi Nocera, Angelo Notari, Silvana
Onorato, Vincenza Orazzo, Alessandro Padulo, Carmine Pagano,
Giuseppe Palumbo, Maria Pia Panza, Rocco Parrella, Angelo
Pecora, Bernardino Pecoraro, Filomena Pennasilico, Stefano
Pepe, Vincenzo Perrone, Antonino Pessolano, Alfonso Petrosino,
Maria Petrosino, Clara Pezzulo, Emilio Picciotti, Efrem
Piermatteo, Rocco Pietrofeso, Vincenzo Pindozzi, Renato Pinto,
Gaetano Pinto, Maria Luigia Carmela Pisani, Maria Grazia
Pisapia, Alberto Pontecorvo, Leonardo Pontrandolfi, Concetta
Proto, Nicola Demetrio Pugliese, Abdul Hamid Rahal, Francesco
Ramunni, Tommaso Realfonso, Alessandro Renna, Maria Rescinito,
Genny Rinaldi, Carmela Rispoli, Antonio Rizzo, Maria Rosaria
Rocco, Filippo Romaniello, Alfonso Romano, Sebastiano Romanzi,
Gennaro Romei, Antonio Romiti, Luigi Rosolia, Alessandro
Rubino, Giovanni Russo, Giulio Russo, Fausto Russo, Maria
Russo, Adriana Russo, Antonio Russo, Vincenzo Sabatino,
Gaetano Salsano, Francesco Salzano, Aniello Salzano, Paolo
Sambroia, Silvio Sanseviero, Aniello Sansone, Pasquale
Santimone, Antonio Santoro, Michele Saracino, Vita Maria
Schirone, Eleonora Sergio, Rosa Serio, Pasquale Siani, Alfonso
Siani, Fedora Sibilia, Aurelio Sica, Antonio Sica, Otello
Silvestri, Franco Smaldone, Cesare Sormani, Vincenzo Spatuzzi,
Raffaele Spera, Cesare Speranza, Alfonso Tarquini, Gaetana
Francesca Tedesco, Renato Tozzi, Alfonso Tramontano, Franca
Trucillo, Francesco Turturiello, Antonio Vaccaro, Raffaele
Vecchi, Enrico Vecchio, Antonio Vecchio, Ettore Vece, Franco
Vicinanza, Raffaele Villani, Palmino Villani, Carmine Viscido,
Antonio Visco, Vincenzo Visconti, Nicola Maria Vitola, Carmine
Viviano, Carmela Raffaella Volpe, Giulio Voto, Giuseppe Vuolo,
Fernando Zara, Alberto Zinno, Gerardo Zoppi.

Vogliamo continuare insieme a
te.   Tornano   le  Giornate
Nazionali UILDM dal 5 all’11
ottobre 2020
Dal 5 all’11 ottobre 2020 torna la Giornata Nazionale UILDM
promossa dall’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare.
Lo slogan che accompagna la Giornata – Vogliamo continuare
insieme a te – quest’anno assume un valore particolare. Il
2020 è stato un anno molto difficile: l’emergenza sanitaria
causata dal Covid19 ha messo, e continua a mettere a dura
prova i volontari Uildm, che sono rimasti a fianco dei malati
di distrofia e delle loro famiglie. La Giornata Nazionale
torna per far sì che le Sezioni Uildm continuino a essere
punto di riferimento per i malati in tutta Italia e per
scongiurare il rischio della loro chiusura. Dal 5 al 11
ottobre i volontari delle 66 Sezioni Uildm in Italia
distribuiranno 15.000 confezioni di pregiata miscela di caffè
Chicco D’Oro 100% Arabica macinato per moka. Dal 1949 la
torrefazione Chicco D’Oro è una realtà consolidata in
Svizzera, Italia, Germania, Austria e in altri paesi. Il caffè
si trova in una latta di alluminio da collezione,
personalizzata con un’illustrazione dedicata a Uildm del
fumettista Tino Adamo, uno degli autori di Bonelli Kids della
storica casa editrice Bonelli. Il caffè di Uildm è disponibile
con un’offerta minima di 10 euro a confezione nelle sedi delle
Sezioni locali Uildm, oppure online con un ordine sul sito
giornatanazionale.uildm.org. Ogni anno i 9.195 volontari Uildm
percorrono 648.000 km, le 66 Sezioni locali Uildm offrono
4.487 consulenze mediche e 16.322 ore di riabilitazione
neuromotoria e respiratoria. Si tratta di tanti piccoli gesti,
semplici come un caffè bevuto insieme, ma che significano
futuro per chi ha una patologia neuromuscolare e le famiglie
coinvolte. Sono risposte concrete che Uildm, da 60 anni, offre
ogni giorno a chi convive con una distrofia. Le distrofie e le
altre malattie neuromuscolari sono circa 200 patologie
ereditarie di origine genetica che in Italia colpiscono circa
40.000 persone. Sono malattie degenerative che hanno un grande
impatto sulla vita di chi ne è colpito. Proprio per chi ha una
malattia neuromuscolare, Uildm vuole continuare a essere un
punto di riferimento e a garantire questi servizi essenziali.
Dal 1 al 18 ottobre inviando un Sms o chiamando da rete fissa
il numero 45581 sarà possibile sostenere i servizi che Uildm
offre ai propri soci e utenti con distrofie e altre malattie
neuromuscolari. È possibile inviare un Sms per donare 2 euro o
chiamare da rete fissa per donare 5 o 10 euro. A partire dal 4
ottobre 2020 lo spot realizzato per la Giornata Nazionale
Uildm andrà in onda sulle reti La7 e La7d, la piattaforma
Discovery Italia, i canali Sky, insieme a molte altre reti e
radio a livello nazionale e locale.

Nasce il comitato nazionale
per le Denominazioni Comunali
di Erika Noschese

Nasce il comitato nazionale per la De.Co. Quattordici esperti
hanno voluto lanciare un manifesto per il corretto utilizzo
delle Denominazioni Comunali, secondo i principi del fondatore
Luigi Veronelli Le Denominazioni Comunali tornano alla ribalta
grazie all’iniziativa di un gruppo di esperti nel settore
agroalimentare che hanno stilato e sottoscritto un manifesto
in dieci punti per favorire la corretta applicazione di questo
strumento di valorizzazione. Le De.Co. rappresentano infatti
un’occasione per sviluppare il marketing territoriale in quei
Comuni che intendono legare il proprio nome a un prodotto
identitario che caratterizza il lavoro e le tradizioni di una
comunità. Fu Luigi Veronelli, giornalista e scrittore, ad
intuire il valore di questo strumento che avrebbe rafforzato
la coscienza di ciò che merita salvare e rilanciare, fra i
prodotti, ma anche fra le ricette di un dato Comune, per
consegnarli alle generazioni future. Il manifesto, articolato
in 10 punti, dà dunque l’avvio ad un’azione di
sensibilizzazione per dire una parola chiara sull’opportunità
di procedere alla delibera comunale di adozione della De.Co.
Dopo la sottoscrizione del Manifesto da parte di Roberto
Astuni, Milena Cecchetto, Serenella Cicchellero, Roberto De
Donno, Antonio Di Lorenzo, Gianfranco Ferrigno, Angelo
Irienti, Domenico Maraglino, Paolo Massobrio, Marina Moioli,
Vladimiro Riva, Gian Arturo Rota, Bruno Sganga, Nino Sutera,
si attende ora l’adesione da parte dei sindaci del vari Comuni
d’Italia, ma anche di altre personalità del mondo politico,
economico e culturale per favorire la valorizzazione e quindi
la salvaguardia di quella straordinaria ricchezza
agroalimentare del nostro Paese, declinata in migliaia di
esempi, molto spesso virtuosi e forse dimenticati. Nello
specifico, per gli esperti le De.Co sono uno struemento valido
per consentire ai sindaci di dare valore all’identità
territoriale e storica di specifici prodotti, piatti-ricette o
tradizioni del proprio Comune; sono un censimento di origine
con uno specifico valore storico e culturale, in particolare
per quei tanti prodotti agroalimentari che non rientrano, per
motivi diversi, in altre form; e di valorizzazione;
rappresentano identità ed espressione di valori e tradizioni
attestati attraverso una semplice delibera comunale del
Sindaco, che certifica la provenienza specificatamente
territoriale di ogni prodotto, piatto o sapere di quella
peculiare terra; rendono lustro al Comune di appartenenza; o.
hanno un carattere eticamente rispettoso sia della natura, sia
dei diritti dei lavoratori artigianali e contadini, in quanto
annoverano il prodotto alla propria terra, ossia allo
specifico Comune, in cui esso viene da sempre generato con
quelle peculiarità. Il fattore propulsivo delle De.Co. si pone
in grado di smuovere un certo interesse economico-sociale
intorno alla considerevole ricchezza e varietà di elementi
culturali, di usanze e tradizioni attualmente ancora in vigore
negli oltre 8.000 Comuni italiani. È, dunque, chiara e
determinata volontà del Comitato creare una fitta rete di
sinergie tra territori, al fine di incentivare al meglio
l’istituzione delle De.Co. così da ottimizzare un costante
scambio d’informazioni, suggerimenti e proposte operative. Il
Comitato intende spronare i Comuni ad istituire le De.Co.,
promuovendo leggi regionali in conformità coi principi delle
De.Co. ed attivandosi per costituire un gruppo trasversale di
parlamentari disposti a farsi promotori della validità della
prestigiosa intuizione di Luigi Veronelli in quanto a
promozione, sostenibilità e sviluppo identitario dei luoghi,
ragion per cui ritiene utile estendere il progetto De.Co. a
tutta la rete di ristoratori e produttori locali che,
individualmente o con specifiche associazioni, usano prodotti
De.Co.    per   promuovere     una   specifica    azione    di
sensibilizzazione e conoscenza rivolta al consumatore finale.
Il comitato si fa carico di individuare e promuovere contatti
finalizzati col mondo dell’informazione, istituendo uno
specifico gruppo operativo mirato a tale compito, oltre ad
organizzare esclusive “giornate De.Co.”, con la collaborazione
di tutti i Comuni che le hanno designate, coinvolgendo
istituzioni, associazioni e vari protagonisti che ne hanno
condiviso la promozione e la valorizzazione.

Scendo    dal   treno                                  per
riprendermi la vita
Un grande romanzo postumo, classificatosi al primo posto
assoluto al Concorso letterario nazionale “Autori Italiani”
edizione 2019. L’opera “Scendo dal treno per riprendermi la
vita” edita dalla CSA Editrice, è stata scritta dal sarnese
Carmelo Atonna, morto nel 1996. Nel volume si raccontano gli
anni dopo il sessantotto che sono stati una fucina di speranza
per un’intera generazione. L’autore racconta le manifestazioni
di piazza e gli avvenimenti tragici legati all’eversione
politica. Delinea con contorni netti la figura tipica del
brigatista rosso: idealista, di estrazione borghese, che vuole
cambiare il mondo ma rimane invischiato nella spirale
dell’odio. Il romanzo vede il protagonista, un manager
quarantenne, liberarsi dalla quotidianità della vita borghese,
stanco di un’esistenza sprecata che non trova nessun
riferimento con le necessità intime ed esistenziali. Due
incontri determinanti lo porteranno a recuperare i valori
della vita: quello con Don Ciro e quello con la giovane Erika.
Carmelo Atonna, nasce a Sarno il 2 novembre del 1935, compie i
primi studi classici nel Seminario di Nola, completandoli al
Liceo Classico “Tito Lucrezio Caro” di Sarno. Pur prediligendo
le discipline letterarie, si lascia trasportare dalla passione
dell’oratoria forense verso gli studi giuridici, conseguendo
la Laurea in Giurisprudenza presso l’Università di Napoli. Dal
1962 esercita a Milano in modo eccellente la professione di
penalista. Fortemente ispirato ai valori del cristianesimo,
diviene illuminato seminatore di pensiero e di idee. Dagli
anni ’70 – ’80 completa la prima opera in prosa, “Scendo dal
treno per riprendermi la vita” romanzo filosofico nel quale
affronta i problemi sociologici e politici degli ultimi
decenni del secolo scorso, prospettandoli nel futuro. È sua
convinzione che l’uomo moderno, privo di direzione, possa
trovare nello specchio della storia l’orientamento della sua
esistenza. Restano due romanzi postumi incompiuti, trascritti
e terminati dalla moglie Emma Bosso Atonna: “Il dono
dell’anima” e “La coscienza di Luca”.

Agostino Gallozzi:       “Una
biglietteria all’interno del
porto commerciale di Salerno”
Il porto commerciale di Salerno continua a subire
trasformazioni per essere pienamente operativo. Il
rappresentante della Salerno Container terminal Spa Agostino
Gallozzi ha infatti chiesto all’amministrazione comunale di
Salerno di indire una Conferenza dei Servizi per chiedere per
avviare il procedimento di provvedimento unico per la
realizzazione di un blocco uffici/bilietteria mediante
l’installazione di un container a servizio dell’attività
produttiva Sct Spa in un’area interna al porto commerciale di
Salerno. Secondo il vigente Piano Urbanistico Comunale l’area
interessata dall’opera in oggetto ricade in una zona omogenea
di tipo F: attrezzature portuali – nautiche. L’area del porto
di Salerno è caratterizzata da una serie di infrastrutture
strettamente collegate alle attività portuali: operazioni di
carico, scarico, trasbordo, deposito e movimentazione in
genere delle merci e di ogni altro materiale, operazioni
complementari ed accessorie svolte nell’ambito portuale,
operazioni di manutenzione e riparazione dei mezzi impiegati e
l’intervento in questione dovrebbe essere realizzato
all’interno dell’area portuale. Il prefabbricato serve a
consentire un più agevole e rapido afflusso di viaggiatori che
non sosteranno all’interno del porto così da evitare di
intralciare le operazioni portuali. La struttura prefabbricata
ad unico livello sarà costituita da un modulo uffici con
relative bagni. er.no

Blitz nelle strutture che
accolgono          animali,
associazioni     presentano
esposto in prefettura
di Erika Noschese Verificare la legittimità delle operazioni
che hanno svolto le forze dell’ordine rispetto alle
associazioni e i volontari che operano nella provincia di
Salerno. E’, in sintesi, il contenuto dell’esposto presentato
al prefetto di Salerno da Paolo Bernini, presidente
dell’associazione Dpa onlus. In questi giorni, infatti,
numerosi sono stati i provvedimenti da parte dei sindaci della
provincia di Salerno che hanno dato mandato alle forze
dell’ordine di procedere allo sgombero di strutture ospitanti
animali abbandonati. L’esposto presentato dall’ex parlamentare
del Movimento 5 Stelle al prefetto di Salerno raggruppa tutte
le associazioni salernitane e volontari: Lega nazionale difesa
del Cane sezione di Salerno, associazione Zoofila nocerina,
Balzoo banco zoologico alimentare della sezione di Salerno,
Asd La casa di Pluto, Amici di Pluto, Anna Pia Sacco,
Valentina Abbruzzese. Nell’esposto presentato al prefetto
Bernini sottolinea come il blocco dell’Asl e di conseguenza
delle sterilizzazioni hanno causato una crescita esponenziale
del numero delle cucciolate nel periodo del lockdown, che
associato al blocco delle adozioni, rendeva necessario che le
associazioni ed i volontari provvedessero al recupero di molti
più animali, a differenza che in una condizione di normalità;
le associazioni hanno coordinato le attività di concerto con
gli Uffici delle Prefetture delle diverse province e con la
Regione, affinchè gli organi di Polizia collaborassero con le
associazioni territoriali. L’elevato numero di randagi hanno
reso necessaria la collaborazione di volontari freelance che
si sono occupati degli animali, il più delle volte affidati a
loro, o direttamente segnalati, dalla polizia municipale di
competenza o dalle forze dell’ordine. Operazione, questa,
necessaeia in quanto i canili privati non avevano più i
requisiti necessari per ospitare i cani ma nonostante il
blocco dei nuovi ingressi gli enti hanno continuato a
mantenere e nelle strutture convenzionate gli animali che si
trovavano già ricoverati, pagando quelle strutture anche se
non idonee. Bernini, nell’esposto, parla di una “vera e
propria persecuzione” nei confronti dei volontari, sttraverso
controlli a tappeto da parte del Noe e delle Asl “che con dei
veri e proprio blitz si recano in strutture segnalate da
anonimi, contestando illeciti amministrativi ed invitando i
volontari a “liberarsi degli animali”, smantellando cucce e
tettoie di riparo, in mancanza prospettando pesanti sanzioni
pecuniarie”. “È chiaro che la vicenda assume connotati
surreali se si pensa che questa associazione si è più volte
battuta con gli enti affinchè si effettuassero controlli nei
canili convenzionati, segnalati e non a norma e dove si
consumano spesso fenomeni di maltrattamento nei confronti
degli animali; – Si precisa che le predette associazioni hanno
ripetutamente denunciato le condizioni nelle quali vengono
detenuti i cani randagi nei diversi canili, tutti fuori norma
o addirittura abusivi e comunque non conformi alle normative
Regionali e Statali (si pensi al Canile di Torre Annunziata,
al Canile di Sarno, al Canile di Brusciano, Canile Iguazu,
Canile di Luogosano; Canile di Torre Orsaia) – ha scritto
ancora Bernini – Le Asl veterinarie di competenza hanno sempre
mostrato un atteggiamento di acquiescenza nei confronti dei
canili – nonostante le numerose segnalazioni – con riluttanza
ad intervenire anche di fronte ad evidenti irregolarità. Oggi
invece si assiste ad un gioco al massacro nei confronti delle
associazioni e dei volontari a cui le forze dell’ordine e le
Asl si stanno prestando, su anonime segnalazioni, favorendo
solo il business dei canili e di quelli che guadagnano sulla
pelle degli animali”. Nell’esposto Bernini accusa i canili di
prendere soldi pubblici, pur non rispettando “alcuna
condizione minima di igiene, tutela e cura degli animali e che
sono una condanna all’ergastolo per quei cani che vi finiscono
dentro in quanto – pur di non perderne la diaria – nessun
gestore – a differenza dei volontari – promuove o ne favorisce
le adozioni, mentre dall’altro lato si assiste ad un’azione di
capillare smembramento delle attività delle associazioni da
parte di Asl e Noe che puniscono e perseguitano volontari che
rendono un servizio gratuito agli enti, alle comunità e agli
animali”. Da qui la richiesta di verificare la legittimità
delle operazioni svolte dalle forze dell’Ordine rispetto alle
Associazioni ed ai volontari operanti nella provincia di
Salerno; la legittimità delle convenzioni dei Comuni con i
canili privati nonché implementare i controlli delle Asl e
delle forze dell’Ordine in quelle strutture, che vengono
segnalate come non a norma; verificare e promuovere un
costante controllo degli Enti nelle strutture convenzionate
ove spesso i cani vengono abbandonati a se stessi; verificare
e promuovere la costante verifica da parte delle Asl sulla
salute degli animali nei canili, sulle loro sterilizzazioni e
sul pagamento delle diarie da parte degli enti attraverso un
costante monitoraggio e censimento degli animali ricoverati
nelle strutture; invitare Asl e forze dell’Ordine ad una
collaborazione fattiva con le associazioni di volontariato che
gratuitamente si prendono cura di cani e gatti randagi a
proprie totali spese; promuovere un tavolo tecnico fra
rappresentanti degli Enti, delle Associazioni, delle Asl e
delle forze dell’Ordine affinchè ci sia un coordinamento sulle
modalità di ricovero dei cani e dei gatti randagi, atteso il
permanere dei provvedimenti di sequestro di molti canili
convenzionati, richiamando gli Enti ad una politica delle
sterilizzazioni e ad una maggiore cura dei soldi pubblici.

Boom di contagi nell’Agro: 12
a Scafati, 10 a Sarno, 3 a
Pagani e Angri
Crescono ogni giorno i numeri di contagio a Salerno e
provincia. La situazione più preoccupante si sta registrando
soprattutto nell’agro nocerino sarnese. Secondo i dati forniti
dall’Asl di Salerno nella sola giornata di ieri sono stati
registrati 43 casi di Covid -19. Di questi ben 12 nella sola
città di Scafati ed altri 10 nella città di Sarno, ed ancora
tre casi ad Angri e 3 a Pagani. Numeri elevati che ovviamente
creano allarme e panico tra la popolazione e che spingono i
sindaci dei comuni interessati a lanciare nuovi appelli alla
popolazione affinchè vengano rispettate tutte le norme di
sicurezza in materia di Covid. Gli altri casi sono stati
registrati 2 a Salerno città e 2 a Camerota; 1 per ognuno dei
seguenti comuni: Cava, Altavilla, Ogliastro, Roccapiemonte,
Nocera inferiore, Nocera Superiore, Sant’Arsenio, Altavilla
Silentina, Vibonati, Pontecagnano e San Valentino torio.
Puoi anche leggere