Eboli, Consorsi pilotati, parte civile anche una delle partecipanti
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Eboli, Consorsi pilotati, parte civile anche una delle partecipanti di Pina Ferro Concorsi pubblici pilotati ed autorizzazioni per amici e parenti ad Eboli e Cava de’ Tirreni: il comune di Eboli e di Cav de’Tirreni si costituiscono parte civile. LLa volontà di costituirsi parte civile da parte dei due Enti è stata ufficializzata, ieri mattina, nel corso dell’udienza preliminare che si è svolta dinanzi al gup del Tribunale di Salerno, Gerardina Romaniello chiamata a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Eboli Massimo Cariello ed altre 14 persone, imputate a vario titolo di corruzione, abuso e rivelazione di segreti d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità. Il gup ha ammesso la costituzione di parte civile dei Comuni di Eboli e Cava de’ Tirreni, rispettivamente rappresentati dagli avvocati Giovanni Sofia e Enrico Farano, accogliendo anche quella presentata da Ilaria Pannutini, partecipante ad uno dei concorsi farsa come aspirante maestra, difesa dall’avvocato Anna Viscido. Il giudice ha poi conferito apposito incarico per la trascrizione delle intercettazioni al perito, il quale ha chiesto 30 giorni di tempo con inizio delle operazioni a partire dal 14 aprile, aggiornando così l’udienza al 20 maggio prossimo per esaminare anche il relativo elaborato tecnico. Presenti, in aula, gli indagati Cariello, D’Ambrosio e Sasso. Titolare dell’indagine il sostituto procuratore Francesco Rotondo della Procura salernitana, che ha chiesto il processo per l’ex primo cittadino eburino, già a dibattimento in altro procedimento per due dei quattro capi d’imputazione contestati a suo carico, e per gli imprenditori Gianluca e Gennaro La Marca, Roberto e Simone Birolini, il funzionario comunale Giuseppe Barrella, il tecnico Emilio Grippa ed i progettisti
Agostino Napoli e Francesco Siano, accusati di aver beneficiato di permessi per ampliare l’indice di edificabilità di immobili nell’area Pip. In merito ai concorsi farsa, invece, stessa richiesta per Vincenzo D’Ambrosio e Annamaria Sasso, rispettivamente componente e presidente della Commissione esaminatrice nel concorso pubblico per due posti da educatore negli asili nido indetto dal Comune di Eboli; Francesco Sorrentino, funzionario comunale di Cava de’ Tirreni nonché componente della Commissione esaminatrice per l’assunzione di 10 istruttori direttivi nel comune metelliano; Giuseppe La Brocca, ex consigliere comunale di maggioranza, e Vitantonio Marchesano, candidato alle ultime Regionali nella lista Fratelli d’Italia: entrambi, secondo l’accusa, avrebbero chiesto in anticipo le domande dei concorsi pubblici per favorire i rispettivi figli. Quella di La Brocca risultò poi vincitrice nella graduatoria provvisoria. Vallo di Diano,Inquinamento ambientale e traffico di rifiuti: 7 misure cautelari di Pina Ferro Traffico organizzato di rifiuti e inquinamento Ambientale. Con queste accuse, all’alba di ieri, i carabinieri del Comando Provinciale di Salerno hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Potenza – su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di sette persone. In carcere Luigi Cardiello, già oggetto di numerose indagini in materia ambientale condotte dalle Procure
di Napoli e Santa Maria Capua Vetere tra gli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, che gli avevano valso il soprannome di “Re Mida” dei rifiuti (operazioni Re Mida e Cassiopea). Ai domiciliari, invece, Gianluigi Cardiello, Giovanni Cardiello, Pasquale Quagliano, Francesco Pinto e Raffaele Pinto; obbligo di dimora per Simone Nisi. Le attività d’indagine coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, condotte dal Nucleo Investigativo di Salerno e dalla Compagnia Carabinieri di Sala Consilina, costituiscono un autonomo filone dell’inchiesta denominata “Febbre dell’oro nero” – relativa ad un vasto contrabbando di idrocarburi – nel corso delle cui captazioni era emerso in forma assolutamente chiara l’impegno di Raffaele Diana, già coimputato assieme a Cardiello nelle indagini sopra richiamate (Re Mida e Cassiopea), di agevolare l’ex compagno d’affari nella ricerca di nuovi siti di illecito stoccaggio e sversamento per rifiuti pericolosi, frutto di lavorazione industriale. Sebbene, con riguardo a questa specifica contestazione di traffico organizzato di Rifiuti e inquinamento ambientale a carico del Diana (tratto in arresto per altri gravi delitti connessi al citato traffico di idrocarburi) non siano stati, poi, acquisiti gravi indizi di colpevolezza, gli iniziali accordi tra il predetto ed il Cardiello consentivano di aprire un nuovo fronte d’indagine nei confronti dell’ex Re Mida, ritenuto, sia per capacità che per rilievo criminale, certamente in grado di gestire una nuova organizzazione completamente autonoma nel traffico di rifiuti, con proiezioni verso territori sino ad ora inesplorati dalle organizzazioni criminali operanti nel settore. Da subito, infatti, emergeva l’esigenza di Cardiello di individuare nell’area del Vallo di Diano ed in quelle limitrofe della Basilicata e della Puglia nuovi terreni che non dessero adito a particolari sospetti e che fossero ben collegati con gli assi viari principali, per facilitare le operazioni di trasporto. Le conseguenti investigazioni condotte con il supporto di moderne attività tecniche, ma, soprattutto, con i tradizionali servizi di osservazione occulta e di prossimità, hanno circoscritto
comportamenti illeciti riconducibili alle lavorazioni della società “Pra. Cal” di Polla, operante nel settore del ferro e dell’alluminio e della società “Betonval” di Sant’Arsenio, già operante nel settore del cemento, le quali si sono rivolte all’organizzazione criminosa facente capo a Cardiello per uniche finalità di profitto, volte al considerevole risparmio dei costi aziendali rispetto allo smaltimento legale dei rifiuti prodotti. L’organizzazione delittuosa è risultata particolarmente pericolosa per avere piena disponibilità di terreni di proprietà degli indagati, i cui fondi sono stati trasformati in discariche – costituite per la maggior parte da liquami composti da acidi – dannosissime per le ripercussioni sull’ambiente e con alterazioni incalcolabili (e forse irreparabili) per l’eco-sistema. L’orizzonte investigativo è stato necessariamente contratto in ragione delle preminenti esigenze di salvaguardia del territorio (da qui il nome “Shamar” dato dalla PG all’operazione – parola ebraica il cui significato può tradursi in custodire gelosamente, tenere caro, ritenere prezioso). L’indagine, infatti, ha avuto il compito d’impedire che i continui sversamenti trasformassero il Vallo di Diano nella nuova “terra dei fuochi” a disposizione della criminalità organizzata campana. Nell’ottobre 2019, sono stati così intercettati e sequestrati 18.000 litri di solventi chimici pronti allo sversamento nel Comune di Atena Lucana. La pericolosità di tali rifiuti era ben nota agli indagati, uno dei quali, addirittura, se ne lamentava al telefono con i propri complici facendo riferimento al fatto che il liquido trasportato aveva corroso la vernice del proprio veicolo. Le successive operazioni di scavo, campionatura ed analisi svolte assieme all’Arpac hanno quindi permesso di certificare come il terreno fosse stato avvelenato da precedenti sversamenti. Situazione già peraltro ben evidente dalle fotografie aeree eseguite con droni, le quali palesavano nei terreni oggetto di sversamento chiazze colorate che hanno poi guidato con successo le operazioni dell’Arpac, i cui esami evidenziavano la presenza di rifiuti speciali pericolosi rientranti nella categoria “HP 14
Ecotossico”. Quanto rilevato oggettivamente dalle investigazioni svolte, assume connotati di drammatica importanza nella misura in cui il territorio interessato è qualificato area naturale protetta, essendo parte della Riserva Naturale Foce Sele-Tanagro. In tale maniera si è quindi impedito che l’organizzazione allargasse il proprio raggio d’azione ad altri siri, in parte già individuati nel Comune di Tursi (MT) e in parte oggetto di una pianificata espansione ancora a livello embrionale nella provincia di Foggia. Solidi riscontri al quadro probatorio già delineato sono arrivati dalle dichiarazioni fornite da uno dei complici non inserito nei destinatari di misura cautelare, altrettanti se ne prevedono dalle successive attività di scavo che la Dda lucana intende avviare nei prossimi giorni. L’operazione in argomento, che dimostra l’altissimo livello di attenzione che la Procura della Repubblica di Potenza e l’Arma dei Carabinieri riservano alla tutela dell’ambiente e della salute, ha portato al sequestro preventivo d’urgenza delle aziende coinvolte nel traffico. Bando 118 tra polemiche e ricorsi di Pina Ferro Bando di gara Asl per l’assegnazione delle postazioni 118 in provincia di Salerno, polemiche e ricorsi. Il termine ultimo per la presentazione delle buste da parte dei partecipanti è fissato per mercoledì prossimo, ma allo stato attuale sono già tre le associazioni che si occupano di emergenza territoriale che hanno prodotto ricorso alle autorità competenti. Il primo dei tre ricorsi dovrebbe essere discusso il prossimo 14
aprile. Al centro della polemica vi sarebbero alcuni dei requisiti che dovrebbero avere le associazioni che intendono partecipare al bando di gara predisposto a suo tempo dalla dirigente Montella, che ora pare sia in pensione. Montella alcuni mesi fa è stata coinvolta nell’inchiesta che ha portato all’arresto di Roberto Squecco. Nel bando di gara si parla di avvalimento ovvero, un “prestito” di requisiti che viene concesso da un’impresa che li possiede a un’altra che ne è priva e che desiderapartecipare a una gara d’appalto. Particolare questi che consentirebbe la creazione di associazioni temporanee di impresa che partecipano al bando. Con l’Ati i requisiti delle varie associazioni “appartengono” a tutte. E chi non li possiede si avvale di quelli delle altre associazioni che appartengono all’Ati e che dispongono del requisito richiesto. Ma pare che contestualmente il bando di gara dell’Asl per l’emergenza territoriale sottolinei anche che tutte le singole associazioni partecipanti al bando di gara devono possedere i requisiti richiesti dallo stesso bando. Dettaglio questo che di fatto annullerebbe l’avvalimento. Non avrebbe senso, a detto di alcune associazioni mettersi insieme per avere i requisiti necessari se poi ognuna deve possederli di suo. Intorno a tali punti del bando sono sorte numerose polemiche che poi sono sfociate in ben tre ricorsi al Tar. Il tribunale amministrativo nei prossimi giorni sarà chiamato ad esprimersi sul primo dei tre ricorsi. L’intera gara sarà sulla piattaforma della Soresa. Ristoratori prima in Comune e poi in piazza a Roma di Monica De Santis
Giornata piena per i ristoratori salernitani. Una delegazione dell’Aisp ha preso parte nella mattinata di ieri ad un incontro in Comune con il sindaco Vincenzo Napoli e l’assessore Dario Loffredo. Nel corso dell’incontro, richiesto proprio dai componenti dell’Aisp, che come hanno scritto in una nota presentata proprio al sindaco e all’assessore non si “sentono assolutamente tutelati da gran parte delle associazioni di categoria nazionali esistenti, quali Confcommercio, Confesercenti ed oltre, hanno presentato diversi punti. “E’ stato per noi un piacere ed anche un dovere ascoltare le esigenze di tutti – ha detto al termine dell’incontro l’assessore Dario Loffredo – Venerdì scorso abbiamo incontrato le associazioni di categoria, oggi (ieri per chi legge, n.d.r.) i delegati dell’Aisp, domani (oggi per chi legge, n.d.r.) incontreremo Mio Italia e FederComTour, sono tutte riunioni propositive che servono per far ripartire tutti i comparti che in questi lunghi mesi hanno sofferto per le chiusure imposte da questa pandemia. Come dicevo quella di oggi (ieri per chi legge, n.d.r.) è stata una riunione propostiva nella quale abbiamo discusso di diversi punti, alcuni dei quali molto interessanti, altri purtroppo non di nostra competenza e questo l’abbiamo spiegato. Ci hanno chiesto della Tosap per quanto riguarda gli spazi esterni ed abbiamo spiegato loro che la sospensione di questa tassa era stata da noi già applicata dallo scorso anno e che quindi andremo avanti fino a quando non si riprenderà la situazione. Sulla questione dei parcheggi abbiamo detto che non appena sarà completato il parcheggio di piazza della Libertà, ovviamente rivedremo le tariffe. – ha concluso Loffredo – Ci hanno chiesto anche di poter avere un portare del turismo e anche su questo abbiamo confermato loro che ci stavamo lavorando, anzì che a breve, speriamo nel giro di un paio di settimane di poterlo anche far partire”. I punti presentati al sindaco e all’assessore Loffredo dal presidente dell’Aisp Vincenzo Penna e dagli altri delegati presenti all’incontro sono stati nel dettaglio i seguenti: 1 Riaperture in sicurezza, ovvero una richiesta anche tramite l’Anci e la
Regione Campania di fare pressione al Governo sulle riaperture in sicurezza rispettando i protocolli anti-covid19. 2 Tosap e spazi extra Proroga degli spazi esterni e degli spazi extra covid, prolungando contemporaneamente la concessione gratuita entro il termine ultimo del 31 dicembre 2021. (Il Decreto Sostegni ha prorogato fino al 30 giugno mentre il Governo vuole confermare fino a dicembre 2021); 3 Sospensione Tari 2021/2022 Proposta, forse, inserita anche nel nuovo decreto imprese del 14 aprile; 4 Sospensione tassa insegna pubblicitaria 2021/2022 Sospensione delle affissioni riguardo la tassa sulle insegne pubblicitarie dei pubblici esercizi; 5 Sospensione distacchi idrici Sospensione dei distacchi da parte di Salerno Sistemi Spa, in caso di morosità fino allo stato di emergenza, e con possibilità di rateizzo fino a 24 mesi; 6 Sospensione Siae Sospensione dell’abbonamento SIAE di filodiffusione 2021/2022; 7 Distribuzione soldi Luci D’Artista I 750.000€ destinati all’ evento di Luci D’ Artista possono essere sfruttati solo per eventi legati al turismo; per tale motivo la nostra proposta è quella di finanziare con la medesima risorsa eventi in programma, e distribuire consecutivamente alle Imprese più danneggiate i soldi che erano a bilancio per la programmazione eventi; 8 Biglietteria metropolitana Inserire una biglietteria automatica adiacente alle fermate della Metropolitana, torrione, pastena, mercatello, arechi per garantire l’ acquisto del ticket quando i concessionari sono chiusi. (Spesso si è obbligati a fare il biglietto sul treno con un costo maggiore del 500%, da 1,10€ a 5,00€); 9 Collaborazione turismo ( A breve portale: Ass. Dario Loffredo) Chiediamo di essere informati sulle attrattive ed eventi in programma del Comune di Salerno a mezzo email, per poter ampliare a seguito tramite i nostri canali di comunicazione, un maggiore riscontro di turisti ed avventori fornendo informazioni veritiere ed adeguate; 10 Tariffa parcheggio (Rimandato all’apertura dei posti auto di Piazza della Libertà ) Abbassare la tariffa del parcheggio per tutti, creando beneficio per avventori, dipendenti e titolari; Sconto per titolari e dipendenti di partita iva; 11 Parcheggio genio
civile Riapertura del parcheggio del genio civile attualmente chiuso “per poco afflusso”. Subito dopo l’incontro i ristoratori sono partiti alla volta di Roma dove si è svolta una nuova protesta organizzata dal movimento “Io Apro”. Manifestazione che è partita con degli scontri con la polizia non durati molto. Nella piazza romana i ristoratori hanno chiesto ancora una volta a gran voce di poter riaprire le loro attività subito, sia a pranzo che a cena e senza più dover sottostare ai colori che vengono assegnati alle varie regioni. Da Giletti ristoratori e commercianti di Salerno: “Apriamo perchè dobbiamo pagare i debiti” di Monica De Santis La protesta scende in piazza, anche ieri sera i ristoratori hanno trovato spazio nel corso della trasmissione “Non è l’Arena di Giletti”. In collegamento da Firenze quattro rappresentanti di “Io Apro” e in collegamento da Salerno quattro rappresentanti dell’Aisp. Tema principale la manifestazione di martedì scorso a Roma che ha visto scontri tra ristoratori e polizia e la manifestazione di oggi, non autorizzata, sempre a Roma. In collegamento da Salerno Rita Mazzotti dell’associazione Aisp. A lei è toccato raccontare la “cena col governo” organizzata nei giorni scorsi in collaborazione con l’avvocato Michele Sarno, che ha deciso di assumere gratuitamente la difesa dei ristoratori salernitani. Rita ha poi spiegato le difficoltà che la categoria sta
vivendo e i debiti che molti di loro sono stati costretti a fare per andare avanti… “Molti colleghi non hanno potuto riaprire le proprie attività perchè non avevano i soldi per comprare la merce. Ho incontrato una donna che ha dovuto vendere la fede nuziale per pagare la bolletta del gas. Non credo che sia giusto vivere in queste condizioni”. Giletti ha mandato in onda anche un filmato con una serie di interviste a commercianti salernitani, tra questi Emilio Manzi del Duca che ha apertamente detto che terrà aperta la sua pizzeria perchè non si può più permettere di stare chiuso. Stesso discorso per Giovanni Lamberti che ha mostrato le bollette che arrivano tutti i mesi e che devono essere aperte. Ed ancora un fotografo che ha spiegato che la colpa di tutto questo è la cattiva gestione del governo. Invalida attende vaccino da due mesi di Erika Noschese Over 80 e invalida al 100% è ancora in attesa del vaccino. È quanto accaduto alla signora Elisa De Maio che, dal 2 febbraio, contatta – attraverso i figli – l’Asl di Salerno. E a denunciare quanto accaduto è proprio il figlio, Antonio Di Giacomo, preoccupato per sua madre che rientra tra le categorie fragili. “Io non vivo a Salerno, mia madre vive con mia sorella ed è lei ad occuparsi di tutto, dalla spesa alle commissioni più generali – ha raccontato Antonio – Da quando è stata aperta la piattaforma della Regione Campania per le categorie fragili, il 2 febbraio, mia madre è ancora in attesa di ricevere la sua dose di vaccino”. La difficoltà maggiore sta nel fatto che a Salerno non si ha ancora la possibilità,
per i non deambulanti, di ricevere il vaccino a casa. “Chiamo l’Asl ogni giorno ed è un continuo scaricabarile, mi rimbalzano da un dipendente all’altro senza mai ricevere una valida spiegazione e, peggio ancora, senza aver ricevuto ancora un’ipotetica data per la vaccinazione – ha dichiarato ancora Di Giacomo – Mi hanno spiegato che per poter effettuare la vaccinazione a domicilio è necessario avere a disposizione due dipendenti muniti di tutto il necessario, dispositivi di protezione individuale compresi ma non credo che questo possa essere un problema mio o della mia famiglia, mia madre ha diritto al vaccino, per l’età e per le patologie e non può attendere ancora”. La sua preoccupazione sta nel fatto che, per comprovate esigenze, la sorella esce per fare le varie commissioni e, nonostante tutte le precauzioni del caso, i rischi sono sempre particolarmente elevati. “Mia madre potrebbe essere costantemente a rischio, l’Asl deve darsi sbrigarsi, è necessario far partire nell’immediato le vaccinazioni a domicilio per le persone non deambulanti, non è possibile. Siamo in attesa da oltre due mesi”. Da qui poi l’appello alle istituzioni locali, regionali e nazionali affinché chi di dovere intervenga nell’immediato senza attendere ancora. Come la signora Elisa ci sono ancora tanti anziani non deambulanti in attesa del vaccino ma dall’azienda sanitaria locale, almeno per il momento nulla si muove, tra persone in attesa e famiglie estremamente preoccupate perchè il rischio di contagiare i propri casi è sempre alto. La protesta dei mercatali: “Chi vende all’aperto deve
stare chiuso chi vende al chiuso può stare aperto” di Monica De Santis Ieri mattina a via Piave e a Torrione i mercatali del settore non alimentare hanno manifestato, occupando i loro spazi, per protestare contro le ordinanze che vietano la vendita dei loro prodotti. Un occupazione pacifica che però annunciano, andrà avanti ad oltranza, fino a quando qualcuno non ascolterà le loro richieste. Stanchi ed amareggiati per la situazione i commercianti ambulanti non chiedono sostegni economici ma solo che gli venga riconosciuto il loro diritto al lavoro, come spieca il signor Francesco Carrato, che da oltre 20 vende abbigliamento per bambini… “Gli untori siamo noi, per lo Stato la colpa della diffusione del virus è la nostra. Da quando è scoppiata la pandemia abbiamo avuto per due volte un ristoro di 600 euro. Praticamente nulla se si pensa che personalmente ho avuto perdite del 70%. Oramai siamo disperati non abbiamo più nulla, neanche i soldi per pagare i garage dove sono posteggiati i nostri furgoni. Noi non vogliamo soldi o sostegni vogliamo solo che ci facciano riaprire”. Arrabiato e deluso per come i mercatali vengono trattati anche il signor Vincenzo Vitolo, da oltre 30 anni titolare di un posto al mercato di via Piave dove vende abbigliamento da donna… “Ciò che non capisco è perchè noi che vendiamo all’aperto, quindi con un rischio minore di diffondere il virus, dobbiamo stare chiusi, mentre gli altri possono continuare a lavore in negozi a volte anche molto piccoli. Senza contare che se si va al supermercato oppure ai negozi di cinesi, li si entra nessun nessun controllo e senza che nessuno veerifichi il numero delle persone che vi si trovino all’interno. Eppure noi abbiamo fatto tutto come ci è stato chiesto. Abbiamo acquistato i disinfettanti per le mani, le mascherine, è stato stabilito un percorso obbligatori che i clienti dovevano
seguire, ma nonostante tutto ci hanno chiuso. Senza pensare che ci sono persone come me che non hanno altre entrate. Vivo con mia moglie e mio fratello che ha problemi di salute e non può lavorare. Quindi la mia attività è l’unica fonte di entrata. Se non fosse stato per i buoni del Comune e per il parroco del mio quartiere che mi ha donato un pacco alimentare a Pasqua non avevamo niente da mettere a tavola. Non mi sono mai ritrovato in una situazione del genere, ormai non ho più soldi e non posso andare più avanti così. Nessuno dovrebbe trovarsi mai in una situaizione del genere. Per questo abbiamo bisogno e vogliamo tornare a lavorare” “Trattati come untori anche se lavoriamo all’aperto” Da 47 anni Carlo Luongo, vende al mercato di via Piave articoli di pelletteria, borse e ombrelli. Ed ora la sua bancarella è chiusa come quella dei suoi colleghi… “Perchè anche se stiamo all’aperto non possiamo lavorare. Nessuno pensa che negli spazi aperti, questo è stato accertato dai medici, la diffusione del virus è pari ad uno su mille persone, mentre al chiuso è molto più alta. E nonostante questo noi dobbiamo stare chiusi. Non sono razzista, ma perchè i cinesi devono stare aperti e vendere anche quei prodotti che altri non possono vendere. Non ci sono controlli, non ci sono regole chiare. L’unica cosa che hanno saputo fare è decidere
che i mercatali del settore non alimentare devono stare chiusi. Noi stiamo qui per dimostrare che non siamo gli untori e che abbiamo diritto come gli altri di poter lavorare. Non chiediamo altro”. “Andremo avanti ad oltranza, chiediamo solo di lavorare” Maurizio Torre è uno tra i più giovani mercatali che lavora a via Piave. Porta avanti l’attività avviata dal padre molti anni fa. Residente a Pagani il giovane ogni giorno veniva a Salerno per lavorare e mantenere la sua famiglia, ora però da un anno a questa parte questo non lo riesce più a fare perchè la sua attività di venditore di intimo e biancheria per bambini deve rimanere chiusa… “Io chiuso e poi però i negozi che vendono i miei stessi articoli possono stare aperti. Non capisco il perchè, che differenza c’è tra me e loro. Anzì io sono forse più avvantaggiato di loro perchè lavoro all’aperto ed ho un ricambio d’aria naturale mentre gli altri no. Questa è una protesta che andrà avanti ad oltranza, abbiamo bisogno di lavorare e questo le istituzioni lo devono capire. Non possiamo più resistere, dobbiamo guadagnare per sostenere le nostre famiglie”.
“Sono anni che non ci sono più assembramenti nei mercati” Emanuela Scoppetta di Salerno, vende, insieme al marito, al mercato di via Piave abbigliamento per bambini, corredino per neonato e pigiameria. Come i suoi colleghi anche lei non ha la possibilità di lavorare… “Noi che abbiamo attività all’aperto siamo chiusi, mentre chi ha attività al chiuso sta aperto. Credo che tutto questo sia molto contraddittorio. Senza contare che qui da noi gli assembramenti non vi sono da anni. In questo periodo poi ci sono sempre meno clienti. Siamo un mercato giornaliero, non settimanale, le persone vengono da noi quando realmente hanno bisogno di acquistare qualcosa perchè sanno che siamo sempre qui. Ma nonostante tutto questo, noi siamo stati chiusi e non abbiamo neanche dei ristori che ci possano permettere di acquistare la merce che ci servirà quando ci faranno riaprire” La scomparsa di Nella Maffia “….La strada sgombra/non è una via, solo due mani, un volto, quelle mani, quel volto, il gesto di una /vita che non è
un’altra ma se stessa, /solo questo ti pone nell’esilio/folto d’anime e voci in cui tu vivi./E la domanda che tu lasci è anch’essa/un gesto tuo, all’ombra delle croci.” (Eugenio Montale). Nella giornata di ieri è mancata ai vivi la dolcissima Signora Nella, madre di Fulvio Maffia, pianista e direttore del Conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno, amata madre e nonna. All’amore per la famiglia ha affidato lo scopo della sua esistenza terrena che è stata semplice e schietta, ricca di affetti e sacrifici. In tempi “usa e getta” – anche la coscienza e i sentimenti, disvivere più che vivere -, ossia la vita quotidiana intesa quale consumo veloce, consunzione oscura, spendita e ricarica inerti, abbandono, cieca soddisfazione, sopraffazione, una parola, il sorriso della Signora Nella, potevano assolverti e redimere. Sull’affiorare insistente, sottile e nostalgico di emozioni, colori, profumi, vivificati dall’ascolto di una specie di racconto, un filo di storia breve e pur intenso “pieno”, oggi reso disperato, e insostenibile, per la famiglia e tutti gli amici, dall’agire quieto, incessante e inesorabile, delle grandi leggi di natura, capaci di svelare il segreto di quell’anima senza tradirla, gettandovi soltanto un raggio di luce obliqua, scopriamo dentro di noi una nuova, particolare qualità d’animo, un patrimonio di sentimenti e valori ricchissimo, quell’educazione all’amore che Nella col suo esempio, nel suo passaggio terreno è riuscito a trasmetterci. Nel rinnovare commossamente il ricordo della sua figura umanissima, maestra d’amicizia e di vita, Olga Chieffi e Antonio Florio, si stringono ai figli Fulvio, Elio e Gaetano all’inconsolabile vedovo Aldo, unitamente al direttore di Le Cronache Tommaso D’Angelo e all’ intera redazione, esprimendo le più vive condoglianze alla famiglia tutta. Il rito funebre si svolgerà nella Parrocchia di Gesù Cristo Lavoratore in Casavatore stamane alle ore 12.
“Sica Istituto Europeo per la terza età”, covid free” eccellenza del Sud d’Italia di Monica De Santis Una struttura Covid free, riconosciuta nei giorni scorsi a livello europeo come eccellenza tra le Rsa di tutto il meridione. Sono questi gli straordinari risultati ottenuti dall’Istituto Europeo Sica per la terza età di Salerno… “Siamo molto orgogliosi di aver ricevuto questo riconoscimento – commenta il direttore sanitario della struttura Vincenzo Sica. In queste ultime settimane abbiamo ricevuto tanti complimenti e gratificazioni non solo da parte dei familiari dei nostri ospiti, ma anche daicolleghi ed anche da parte del sindaco di Salerno. Siamo una delle pochissime strutture a non aver regisstrato in questi 14 mesi nessun caso di covid ne tra i pazienti ne tanto meno tra il personale medico. E ad oggi che tutti i nostri ospiti ed anche il personale, hanno ricevuto la seconda dose del vaccino siamo ufficialmente il primo istituto Covid Free. Questo risultato ci permetterà a partore dal prossimo mese di maggio, anche grazie alle belle giornate, di poter consentire ai familiari di poter accedere per incontrare i loro cari. Abbiamo a nostra disposizione un parco di 40 ettari, di questi oltre 20mila metri sono stati attrezzati ad area giardino. E sarà lì che in maniera graduale e con apuntamento daremo la possibilità il prosismo mese ai familiari di poter finalmente rivedere i propri cari, dopo che da più di un anno non si incontrano. Per riuscire a raggiungere questi risultati, infatti, abbiamo evitato ogni tipo di contatto tra i nostri ospiti e i loro familiari. L’unica possibilità che avevano di potersi vedere era
attraverso un computer. Siamo stati molto rigidi, ma questo è servito ad evitare che il virus entrasse nelle nostre stanze e che potesse colpire i nostri ospiti”. Il dottor Vincenzo Sica poi spiega anche il riconoscimento ottenuto a livello europeo… “Si tratta di un riconoscimento che l’ente preposto a vigilare sulle strutture sanitarie dedicate all’accoglienza delle persone della terza età o persone affette da patologie gravi, ci ha assegnato dopo una serie di controlli avvenuti proprio all’interno della nostra struttura. I responsabil dell’ente non solo hanno visitato i nostri locali, ma hanno anche parlato con il nostro personale, con i nostri ospiti e con i loro familiari. E sono stati i commenti di questi ultimi che ci hanno permesso di ottenere questo importante riconoscimento che ci vede come miglior Rsa del meridione, un fiore all’occhiello per la città di Salerno, ma anche per tutta la Regione Campania”. Una struttura all’avanguardia dotata anche di servizi extra per offrire sempre il meglio ai vostri ospiti? “Infatti siamo dotati anche di un’area clinica, sempre diretta dal sottoscritto, nella quale offriamo servizi di geriatria, medicina generale, diabetologia, cardiologia mini diagnostica medica, siamo dotati di ecografo che ci permette di fare esami specfici senza doverci recare presso altri centri. In questo modo i primi controlli o eventuali soccorsi ai nostri ospiti possiamo fornili noi sul posto. Se poi la situazione si dovesse rivelare più grave del previsto allora applichiamo il traferimento in ospedale. Senza contare che grazie alla competenza della dottoressa Teresa D’Auria, neuropsicologa, siamo in grado di ospitare anche malati affetti da Alzheimer e patologie simili. La dottoressa D’Auria è in costante contatto con il San Raffaele di Milano, segue master di aggiornamento ed è sempre pronta a seguire ogni paziente e ad apllicare le nuove cure o terapie che vengono consigliate per la cura appunto di malattien come Alzheimer e demenza senile e Parkinson. Quindi ad oggi siamo un punto di riferimento per Salerno e provincia per le persone che hanno problemi di questo genere sia in fase iniziale che avanzata. E come la
dottoressa D’auria anche il nostro personale che da anni lavora con noi, viene costantemente aggiornato proprio per offrire il meglio ai nostri ospiti. Inoltre è da anni che abbiamo attivato un numero verde, operativo h24 dove le nostre operatrici non solo danno informazioni in merito alla struttura, alle modalità di ricovero, alle visite che si possono effettuare ai propri cari, ma offrono anche un servizio di ascolto. Se una persona anziana è a casa da sola ed ha bisogno di parlare con qualcuno, basta che chiami il numero 800 810 109 e troverà sempre qualcuno pronto ad ascoltarla”. Negozi aperti e bollette in vetrina poche adesioni alla protesta di ieri di Monica De Santis Pochi negozi ieri mattina hanno aderito alla manifestazione di protesta “Io Apro” organizzata in maniera spontanea da un gruppo di commercianti riunitosi la scorsa settimana a piazza Sant’Agostino. Ma di quel gruppo, molti alla fine si sono tirati indietro per paura di sanzioni da parte di vigili urbani e polizia. E così ieri mattina sul corso principale, in via Dei Mercanti e via Dei Principati poco più di una decina di commercianti hanno esposto il cartello “Io apro” ed hanno rischiato, gli altri che sono rimasti aperti sono quelli che hanno modificato i loro codici ateco iniziando a vendere pigiami oppure abbigliamento sportivo. Alcuni di quelli che hanno rischiato in segno di protesta, ma anche di contestazione nei confronti dei colleghi che hanno cambiato i
loro codici ateco, hanno esposto in vetrina le bollette della luce e dell’acqua. Bollette esposte per far capire ai clienti, ma anche alle forze dell’ordine che il riaprire le loro attività non è un affronto allo Stato, alla Regione o al Comune, ma una necessità visto che le tasse, le bollette, il fitto ed i contributi non sono stati sospesi, ma al contrario arrivano ogni mese e senza nessun tipo di sconto. Il dito, comunque, resta puntato contro i supermercati, diventati per tutti i commercianti i veri luoghi di assembramento, dove nessuno controlla e vigila sugli ingressi e dove neanche le forze dell’ordine sono mai andati a controllare il numero di persone che vi sono all’interno ad ogni ora del giorno. Intanto oggi dalle ore 8 alle ore 12 gli operatori ambulanti occuperanno, in segno di protesta, i posteggi nei seguenti mercati della Campania: Casavatore; Giugliano; Caivano; Santa Maria Capua Vetere; Benevento via Bonazzi; Pomigliano d’Arco; Sarno; Nocera Inferiore, Battipaglia; Salerno Pastena; Salerno Torrione; Salerno via Piave (a coordinare su Salerno: Ciro Pietrofesa) Per vedere le interviste cliccare sul link: https://www.youtube.com/watch?v=9D0_8zDSzOI “Chiediamo delle regole per poter stare tutti aperti” “Questa è una protesta e una provocazione – spiega Beniamino Brancaccio, titolare dell’omonima attività – perchè siamo
convinti che le nostre attività non siano differenzabili in base alla tipologia di prodotto che vendiamo ma lo devono essere semplicemente in base alla superficie del negozio. Non siamo abituati ad aspettare ristori, che non arrivano e se arrivano sono irrosori. Vogliamo e chiediamo di essere immediatamente riaperti, magari con delle regole, magari alternando le aperture, che possono essere anche delle mezze giornate. Chiediamo delle regole e la riapertura e chi sbaglia venga chiuso. Assurdo, lo ripeto, non è possibile differenziare le attività in base al codice di quello che vendono. Per questo avendo degli articoli che rientrano nei codici di apertura noi apriamo e vendiamo solo quello, ma è sbagliato. Speriamo che tutto questo venga cambiato ma purtroppo credo che andremo ancora avanti per un po’ con questo discorso dei colori e delle zone”. “Abbiamo merce in magazzino da pagare, dobbiamo lavorare” Paola Ragone, titolare del negozio di abbiagliamento donna “Antonello Serio”, ha aderito all’iniziativa Io Apro… “Il simbolo di questa protesta è di mettere in vetrina un articolo di intimo o sportivo e allora ecco, vendo anche io pigiami e tute. Oramai non si ragiona più in merito alla sicurezza che un locale può offrire ai suoi clienti, bensì sui prodotti. Se si vendono determinati tipi di articoli allora possiamo sare
aperti altrimenti chiusi. Siamo qui per dire basta con questo lockdown discriminante, è il momento di valutare anche altre proposte. Siamo disposti anche ad avere delle altre regole, magari a lavorare su appuntamento, magari a subire controlli periodici ma basta con le chiusure. Non possiamo più permettercele. Abbiamo merce da pagare, i magazzini sono pieni degli acquisti della primavera scorsa, adesso abbamo gli arrivi della nuova primavera, abbiamo speso i soldi e di conseguenza abbiamo la necessità di incassare subito per non fallire”. “Non ho mai chiuso e sono fiero di essere un illegale” “Non ho ma smesso di stare aperto, in modo illegale lo so, ma di questo ne vado fiero, perchè per me il mio negozio ed i miei clienti vengono prima di tutto. Io apro e resto aperto, nel pieno rispetto delle norme sanitarie e non per andare contro allo Stato ma perchè sono stufo, anzi siamo stufi di come ci stanno trattando. A differenza di molti miei colleghi vado anche controcorrente, in vetrina non ho messo intimo e tute, non ho modificato il mio codice ateco per poter aprire nella legalità, ma ho esposto le bollette che sono la realtà che accomuna tutti noi ogni giorno. Ci hanno chiusi per settimane, per mesi, ma le bollette sono arrivate e arrivano e sono altissime e non possiamo andare avanti così. Noi del
settore dell’abbigliamento abbiamo la merce già comprata e dobbiamo pagarla perchè i fornitori possono aspettare ma non molto ecco perchè non possiamo più rimanere chiusi e poi c’è una domanda che vorrei fare che differenza c’è tra un negozio di bambini ed uno di abbigliamento uomo mi spiegate la differenza”.
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