Eboli, Consorsi pilotati, parte civile anche una delle partecipanti

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Eboli, Consorsi pilotati, parte civile anche una delle partecipanti
Eboli, Consorsi pilotati,
parte civile anche una delle
partecipanti
di Pina Ferro

Concorsi pubblici pilotati ed autorizzazioni per amici e
parenti ad Eboli e Cava de’ Tirreni: il comune di Eboli e di
Cav de’Tirreni si costituiscono parte civile. LLa volontà di
costituirsi parte civile da parte dei due Enti è stata
ufficializzata, ieri mattina, nel corso dell’udienza
preliminare che si è svolta dinanzi al gup del Tribunale di
Salerno, Gerardina Romaniello chiamata a decidere sulla
richiesta di rinvio a giudizio per l’ex sindaco di Eboli
Massimo Cariello ed altre 14 persone, imputate a vario titolo
di corruzione, abuso e rivelazione di segreti d’ufficio,
induzione indebita a dare o promettere utilità. Il gup ha
ammesso la costituzione di parte civile dei Comuni di Eboli e
Cava de’ Tirreni, rispettivamente rappresentati dagli avvocati
Giovanni Sofia e Enrico Farano, accogliendo anche quella
presentata da Ilaria Pannutini, partecipante ad uno dei
concorsi farsa come aspirante maestra, difesa dall’avvocato
Anna Viscido. Il giudice ha poi conferito apposito incarico
per la trascrizione delle intercettazioni al perito, il quale
ha chiesto 30 giorni di tempo con inizio delle operazioni a
partire dal 14 aprile, aggiornando così l’udienza al 20 maggio
prossimo per esaminare anche il relativo elaborato tecnico.
Presenti, in aula, gli indagati Cariello, D’Ambrosio e Sasso.
Titolare dell’indagine il sostituto procuratore Francesco
Rotondo della Procura salernitana, che ha chiesto il processo
per l’ex primo cittadino eburino, già a dibattimento in altro
procedimento per due dei quattro capi d’imputazione contestati
a suo carico, e per gli imprenditori Gianluca e Gennaro La
Marca, Roberto e Simone Birolini, il funzionario comunale
Giuseppe Barrella, il tecnico Emilio Grippa ed i progettisti
Eboli, Consorsi pilotati, parte civile anche una delle partecipanti
Agostino Napoli e Francesco Siano, accusati di aver
beneficiato di permessi per ampliare l’indice di edificabilità
di immobili nell’area Pip. In merito ai concorsi farsa,
invece, stessa richiesta per Vincenzo D’Ambrosio e Annamaria
Sasso, rispettivamente componente e presidente della
Commissione esaminatrice nel concorso pubblico per due posti
da educatore negli asili nido indetto dal Comune di Eboli;
Francesco Sorrentino, funzionario comunale di Cava de’ Tirreni
nonché componente della Commissione esaminatrice per
l’assunzione di 10 istruttori direttivi nel comune metelliano;
Giuseppe La Brocca, ex consigliere comunale di maggioranza, e
Vitantonio Marchesano, candidato alle ultime Regionali nella
lista Fratelli d’Italia: entrambi, secondo l’accusa, avrebbero
chiesto in anticipo le domande dei concorsi pubblici per
favorire i rispettivi figli. Quella di La Brocca risultò poi
vincitrice nella graduatoria provvisoria.

Vallo di Diano,Inquinamento
ambientale e traffico di
rifiuti: 7 misure cautelari
di Pina Ferro

Traffico organizzato di rifiuti e inquinamento Ambientale. Con
queste accuse, all’alba di ieri, i carabinieri del Comando
Provinciale di Salerno hanno dato esecuzione ad un’ordinanza
di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini
preliminari del Tribunale di Potenza – su richiesta della
locale Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di
sette persone. In carcere Luigi Cardiello, già oggetto di
numerose indagini in materia ambientale condotte dalle Procure
Eboli, Consorsi pilotati, parte civile anche una delle partecipanti
di Napoli e Santa Maria Capua Vetere tra gli anni ’90 e
l’inizio degli anni 2000, che gli avevano valso il soprannome
di “Re Mida” dei rifiuti (operazioni Re Mida e Cassiopea). Ai
domiciliari, invece, Gianluigi Cardiello, Giovanni Cardiello,
Pasquale Quagliano, Francesco Pinto e Raffaele Pinto; obbligo
di dimora per Simone Nisi. Le attività d’indagine coordinate
dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, condotte
dal Nucleo Investigativo di Salerno e dalla Compagnia
Carabinieri di Sala Consilina, costituiscono un autonomo
filone dell’inchiesta denominata “Febbre dell’oro nero” –
relativa ad un vasto contrabbando di idrocarburi – nel corso
delle cui captazioni era emerso in forma assolutamente chiara
l’impegno di Raffaele Diana, già coimputato assieme a
Cardiello nelle indagini sopra richiamate (Re Mida e
Cassiopea), di agevolare l’ex compagno d’affari nella ricerca
di nuovi siti di illecito stoccaggio e sversamento per rifiuti
pericolosi, frutto di lavorazione industriale. Sebbene, con
riguardo a questa specifica contestazione di traffico
organizzato di Rifiuti e inquinamento ambientale a carico del
Diana (tratto in arresto per altri gravi delitti connessi al
citato traffico di idrocarburi) non siano stati, poi,
acquisiti gravi indizi di colpevolezza, gli iniziali accordi
tra il predetto ed il Cardiello consentivano di aprire un
nuovo fronte d’indagine nei confronti dell’ex Re Mida,
ritenuto, sia per capacità che per rilievo criminale,
certamente in grado di gestire una nuova organizzazione
completamente autonoma nel traffico di rifiuti, con proiezioni
verso territori sino ad ora inesplorati dalle organizzazioni
criminali operanti nel settore. Da subito, infatti, emergeva
l’esigenza di Cardiello di individuare nell’area del Vallo di
Diano ed in quelle limitrofe della Basilicata e della Puglia
nuovi terreni che non dessero adito a particolari sospetti e
che fossero ben collegati con gli assi viari principali, per
facilitare le operazioni di trasporto. Le conseguenti
investigazioni condotte con il supporto di moderne attività
tecniche, ma, soprattutto, con i tradizionali servizi di
osservazione occulta e di prossimità, hanno circoscritto
Eboli, Consorsi pilotati, parte civile anche una delle partecipanti
comportamenti illeciti riconducibili alle lavorazioni della
società “Pra. Cal” di Polla, operante nel settore del ferro e
dell’alluminio e della società “Betonval” di Sant’Arsenio, già
operante nel settore del cemento, le quali si sono rivolte
all’organizzazione criminosa facente capo a Cardiello per
uniche finalità di profitto, volte al considerevole risparmio
dei costi aziendali rispetto allo smaltimento legale dei
rifiuti prodotti. L’organizzazione delittuosa è risultata
particolarmente pericolosa per avere piena disponibilità di
terreni di proprietà degli indagati, i cui fondi sono stati
trasformati in discariche – costituite per la maggior parte da
liquami composti da acidi – dannosissime per le ripercussioni
sull’ambiente e con alterazioni incalcolabili (e forse
irreparabili) per l’eco-sistema. L’orizzonte investigativo è
stato necessariamente contratto in ragione delle preminenti
esigenze di salvaguardia del territorio (da qui il nome
“Shamar” dato dalla PG all’operazione – parola ebraica il cui
significato può tradursi in custodire gelosamente, tenere
caro, ritenere prezioso). L’indagine, infatti, ha avuto il
compito d’impedire che i continui sversamenti trasformassero
il Vallo di Diano nella nuova “terra dei fuochi” a
disposizione della criminalità organizzata campana.
Nell’ottobre 2019, sono stati così intercettati e sequestrati
18.000 litri di solventi chimici pronti allo sversamento nel
Comune di Atena Lucana. La pericolosità di tali rifiuti era
ben nota agli indagati, uno dei quali, addirittura, se ne
lamentava al telefono con i propri complici facendo
riferimento al fatto che il liquido trasportato aveva corroso
la vernice del proprio veicolo. Le successive operazioni di
scavo, campionatura ed analisi svolte assieme all’Arpac hanno
quindi permesso di certificare come il terreno fosse stato
avvelenato da precedenti sversamenti. Situazione già peraltro
ben evidente dalle fotografie aeree eseguite con droni, le
quali palesavano nei terreni oggetto di sversamento chiazze
colorate che hanno poi guidato con successo le operazioni
dell’Arpac, i cui esami evidenziavano la presenza di rifiuti
speciali pericolosi rientranti nella categoria “HP 14
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Ecotossico”.    Quanto   rilevato    oggettivamente    dalle
investigazioni svolte, assume connotati di drammatica
importanza nella misura in cui il territorio interessato è
qualificato area naturale protetta, essendo parte della
Riserva Naturale Foce Sele-Tanagro. In tale maniera si è
quindi impedito che l’organizzazione allargasse il proprio
raggio d’azione ad altri siri, in parte già individuati nel
Comune di Tursi (MT) e in parte oggetto di una pianificata
espansione ancora a livello embrionale nella provincia di
Foggia. Solidi riscontri al quadro probatorio già delineato
sono arrivati dalle dichiarazioni fornite da uno dei complici
non inserito nei destinatari di misura cautelare, altrettanti
se ne prevedono dalle successive attività di scavo che la Dda
lucana intende avviare nei prossimi giorni. L’operazione in
argomento, che dimostra l’altissimo livello di attenzione che
la Procura della Repubblica di Potenza e l’Arma dei
Carabinieri riservano alla tutela dell’ambiente e della
salute, ha portato al sequestro preventivo d’urgenza delle
aziende coinvolte nel traffico.

Bando 118                tra       polemiche               e
ricorsi
di Pina Ferro

Bando di gara Asl per l’assegnazione delle postazioni 118 in
provincia di Salerno, polemiche e ricorsi. Il termine ultimo
per la presentazione delle buste da parte dei partecipanti è
fissato per mercoledì prossimo, ma allo stato attuale sono già
tre le associazioni che si occupano di emergenza territoriale
che hanno prodotto ricorso alle autorità competenti. Il primo
dei tre ricorsi dovrebbe essere discusso il prossimo 14
Eboli, Consorsi pilotati, parte civile anche una delle partecipanti
aprile. Al centro della polemica vi sarebbero alcuni dei
requisiti che dovrebbero avere le associazioni che intendono
partecipare al bando di gara predisposto a suo tempo dalla
dirigente Montella, che ora pare sia in pensione. Montella
alcuni mesi fa è stata coinvolta nell’inchiesta che ha portato
all’arresto di Roberto Squecco. Nel bando di gara si parla di
avvalimento ovvero,    un “prestito” di requisiti che viene
concesso da un’impresa che li possiede a un’altra che ne è
priva e che desiderapartecipare a una gara d’appalto.
Particolare questi che consentirebbe la creazione di
associazioni temporanee di impresa che partecipano al bando.
Con l’Ati i requisiti delle varie associazioni “appartengono”
a tutte. E chi non li possiede si avvale di quelli delle altre
associazioni che appartengono all’Ati e che dispongono del
requisito richiesto. Ma pare che contestualmente il bando di
gara dell’Asl per l’emergenza territoriale sottolinei anche
che tutte le singole associazioni partecipanti al bando di
gara devono possedere i requisiti richiesti dallo stesso
bando. Dettaglio questo che di fatto annullerebbe
l’avvalimento. Non avrebbe senso, a detto di alcune
associazioni mettersi insieme per avere i requisiti necessari
se poi ognuna deve possederli di suo. Intorno a tali punti del
bando sono sorte numerose polemiche che poi sono sfociate in
ben tre ricorsi al Tar. Il tribunale amministrativo nei
prossimi giorni sarà chiamato ad esprimersi sul primo dei tre
ricorsi. L’intera gara sarà sulla piattaforma della Soresa.

Ristoratori prima in Comune e
poi in piazza a Roma
di Monica De Santis
Giornata piena per i ristoratori salernitani. Una delegazione
dell’Aisp ha preso parte nella mattinata di ieri ad un
incontro in Comune con il sindaco Vincenzo Napoli e
l’assessore Dario Loffredo. Nel corso dell’incontro, richiesto
proprio dai componenti dell’Aisp, che come hanno scritto in
una nota presentata proprio al sindaco e all’assessore non si
“sentono assolutamente tutelati da gran parte delle
associazioni di categoria nazionali esistenti, quali
Confcommercio, Confesercenti ed oltre, hanno presentato
diversi punti. “E’ stato per noi un piacere ed anche un dovere
ascoltare le esigenze di tutti – ha detto al termine
dell’incontro l’assessore Dario Loffredo – Venerdì scorso
abbiamo incontrato le associazioni di categoria, oggi (ieri
per chi legge, n.d.r.) i delegati dell’Aisp, domani (oggi per
chi legge, n.d.r.) incontreremo Mio Italia e FederComTour,
sono tutte riunioni propositive che servono per far ripartire
tutti i comparti che in questi lunghi mesi hanno sofferto per
le chiusure imposte da questa pandemia. Come dicevo quella di
oggi (ieri per chi legge, n.d.r.) è stata una riunione
propostiva nella quale abbiamo discusso di diversi punti,
alcuni dei quali molto interessanti, altri purtroppo non di
nostra competenza e questo l’abbiamo spiegato. Ci hanno
chiesto della Tosap per quanto riguarda gli spazi esterni ed
abbiamo spiegato loro che la sospensione di questa tassa era
stata da noi già applicata dallo scorso anno e che quindi
andremo avanti fino a quando non si riprenderà la
situazione. Sulla questione dei parcheggi abbiamo detto che
non appena sarà completato il parcheggio di piazza della
Libertà, ovviamente rivedremo le tariffe. – ha concluso
Loffredo – Ci hanno chiesto anche di poter avere un portare
del turismo e anche su questo abbiamo confermato loro che ci
stavamo lavorando, anzì che a breve, speriamo nel giro di un
paio di settimane di poterlo anche far partire”. I punti
presentati al sindaco e all’assessore Loffredo dal presidente
dell’Aisp Vincenzo Penna e dagli altri delegati presenti
all’incontro sono stati nel dettaglio i seguenti: 1 Riaperture
in sicurezza, ovvero una richiesta anche tramite l’Anci e la
Regione Campania di fare pressione al Governo sulle riaperture
in sicurezza rispettando i protocolli anti-covid19. 2 Tosap e
spazi extra Proroga degli spazi esterni e degli spazi extra
covid, prolungando contemporaneamente la concessione gratuita
entro il termine ultimo del 31 dicembre 2021. (Il Decreto
Sostegni ha prorogato fino al 30 giugno mentre il Governo
vuole confermare fino a dicembre 2021); 3 Sospensione Tari
2021/2022 Proposta, forse, inserita anche nel nuovo decreto
imprese del 14 aprile; 4 Sospensione tassa insegna
pubblicitaria 2021/2022 Sospensione delle affissioni riguardo
la tassa sulle insegne pubblicitarie dei pubblici esercizi; 5
Sospensione distacchi idrici Sospensione dei distacchi da
parte di Salerno Sistemi Spa, in caso di morosità fino allo
stato di emergenza, e con possibilità di rateizzo fino a 24
mesi; 6 Sospensione Siae Sospensione dell’abbonamento SIAE di
filodiffusione 2021/2022; 7 Distribuzione soldi Luci D’Artista
I 750.000€ destinati all’ evento di Luci D’ Artista possono
essere sfruttati solo per eventi legati al turismo; per tale
motivo la nostra proposta è quella di finanziare con la
medesima risorsa eventi in programma, e distribuire
consecutivamente alle Imprese più danneggiate i soldi che
erano a bilancio per la programmazione eventi; 8 Biglietteria
metropolitana Inserire una biglietteria automatica adiacente
alle fermate della Metropolitana, torrione, pastena,
mercatello, arechi per garantire l’ acquisto del ticket quando
i concessionari sono chiusi. (Spesso si è obbligati a fare il
biglietto sul treno con un costo maggiore del 500%, da 1,10€ a
5,00€); 9 Collaborazione turismo ( A breve portale: Ass. Dario
Loffredo) Chiediamo di essere informati sulle attrattive ed
eventi in programma del Comune di Salerno a mezzo email, per
poter ampliare a seguito tramite i nostri canali di
comunicazione, un maggiore riscontro di turisti ed avventori
fornendo informazioni veritiere ed adeguate; 10 Tariffa
parcheggio (Rimandato all’apertura dei posti auto di Piazza
della Libertà ) Abbassare la tariffa del parcheggio per tutti,
creando beneficio per avventori, dipendenti e titolari; Sconto
per titolari e dipendenti di partita iva; 11 Parcheggio genio
civile Riapertura del parcheggio del genio civile attualmente
chiuso “per poco afflusso”. Subito dopo l’incontro i
ristoratori sono partiti alla volta di Roma dove si è svolta
una nuova protesta organizzata dal movimento “Io Apro”.
Manifestazione che è partita con degli scontri con la polizia
non durati molto. Nella piazza romana i ristoratori hanno
chiesto ancora una volta a gran voce di poter riaprire le loro
attività subito, sia a pranzo che a cena e senza più dover
sottostare ai colori che vengono assegnati alle varie regioni.

Da Giletti ristoratori e
commercianti     di Salerno:
“Apriamo   perchè   dobbiamo
pagare i debiti”
di Monica De Santis

La protesta scende in piazza, anche ieri sera i ristoratori
hanno trovato spazio nel corso della trasmissione “Non è
l’Arena di Giletti”. In collegamento da Firenze quattro
rappresentanti di “Io Apro” e in collegamento da Salerno
quattro rappresentanti dell’Aisp. Tema principale la
manifestazione di martedì scorso a Roma che ha visto scontri
tra ristoratori e polizia e la manifestazione di oggi, non
autorizzata, sempre a Roma. In collegamento da Salerno Rita
Mazzotti dell’associazione Aisp. A lei è toccato raccontare la
“cena col governo” organizzata nei giorni scorsi in
collaborazione con l’avvocato Michele Sarno, che ha deciso di
assumere gratuitamente la difesa dei ristoratori salernitani.
Rita ha poi spiegato le difficoltà che la categoria sta
vivendo e i debiti che molti di loro sono stati costretti a
fare per andare avanti… “Molti colleghi non hanno potuto
riaprire le proprie attività perchè non avevano i soldi per
comprare la merce. Ho incontrato una donna che ha dovuto
vendere la fede nuziale per pagare la bolletta del gas. Non
credo che sia giusto vivere in queste condizioni”. Giletti ha
mandato in onda anche un filmato con una serie di interviste a
commercianti salernitani, tra questi Emilio Manzi del Duca che
ha apertamente detto che terrà aperta la sua pizzeria perchè
non si può più permettere di stare chiuso. Stesso discorso per
Giovanni Lamberti che ha mostrato le bollette che arrivano
tutti i mesi e che devono essere aperte. Ed ancora un
fotografo che ha spiegato che la colpa di tutto questo è la
cattiva gestione del governo.

Invalida attende vaccino da
due mesi
di Erika Noschese

Over 80 e invalida al 100% è ancora in attesa del vaccino. È
quanto accaduto alla signora Elisa De Maio che, dal 2
febbraio, contatta – attraverso i figli – l’Asl di Salerno. E
a denunciare quanto accaduto è proprio il figlio, Antonio Di
Giacomo, preoccupato per sua madre che rientra tra le
categorie fragili. “Io non vivo a Salerno, mia madre vive con
mia sorella ed è lei ad occuparsi di tutto, dalla spesa alle
commissioni più generali – ha raccontato Antonio – Da quando è
stata aperta la piattaforma della Regione Campania per le
categorie fragili, il 2 febbraio, mia madre è ancora in attesa
di ricevere la sua dose di vaccino”. La difficoltà maggiore
sta nel fatto che a Salerno non si ha ancora la possibilità,
per i non deambulanti, di ricevere il vaccino a casa. “Chiamo
l’Asl ogni giorno ed è un continuo scaricabarile, mi
rimbalzano da un dipendente all’altro senza mai ricevere una
valida spiegazione e, peggio ancora, senza aver ricevuto
ancora un’ipotetica data per la vaccinazione – ha dichiarato
ancora Di Giacomo – Mi hanno spiegato che per poter effettuare
la vaccinazione a domicilio è necessario avere a disposizione
due dipendenti muniti di tutto il necessario, dispositivi di
protezione individuale compresi ma non credo che questo possa
essere un problema mio o della mia famiglia, mia madre ha
diritto al vaccino, per l’età e per le patologie e non può
attendere ancora”. La sua preoccupazione sta nel fatto che,
per comprovate esigenze, la sorella esce per fare le varie
commissioni e, nonostante tutte le precauzioni del caso, i
rischi sono sempre particolarmente elevati. “Mia madre
potrebbe essere costantemente a rischio, l’Asl deve darsi
sbrigarsi, è necessario far partire nell’immediato le
vaccinazioni a domicilio per le persone non deambulanti, non è
possibile. Siamo in attesa da oltre due mesi”. Da qui poi
l’appello alle istituzioni locali, regionali e nazionali
affinché chi di dovere intervenga nell’immediato senza
attendere ancora. Come la signora Elisa ci sono ancora tanti
anziani non deambulanti in attesa del vaccino ma dall’azienda
sanitaria locale, almeno per il momento nulla si muove, tra
persone in attesa e famiglie estremamente preoccupate perchè
il rischio di contagiare i propri casi è sempre alto.

La protesta dei mercatali:
“Chi vende all’aperto deve
stare chiuso chi vende                                   al
chiuso può stare aperto”
di Monica De Santis

Ieri mattina a via Piave e a Torrione i mercatali del settore
non alimentare hanno manifestato, occupando i loro spazi, per
protestare contro le ordinanze che vietano la vendita dei loro
prodotti. Un occupazione pacifica che però annunciano, andrà
avanti ad oltranza, fino a quando qualcuno non ascolterà le
loro richieste. Stanchi ed amareggiati per la situazione i
commercianti ambulanti non chiedono sostegni economici ma solo
che gli venga riconosciuto il loro diritto al lavoro, come
spieca il signor Francesco Carrato, che da oltre 20 vende
abbigliamento per bambini… “Gli untori siamo noi, per lo Stato
la colpa della diffusione del virus è la nostra. Da quando è
scoppiata la pandemia abbiamo avuto per due volte un ristoro
di 600 euro. Praticamente nulla se si pensa che personalmente
ho avuto perdite del 70%. Oramai siamo disperati non abbiamo
più nulla, neanche i soldi per pagare i garage dove sono
posteggiati i nostri furgoni. Noi non vogliamo soldi o
sostegni vogliamo solo che ci facciano riaprire”. Arrabiato e
deluso per come i mercatali vengono trattati anche il signor
Vincenzo Vitolo, da oltre 30 anni titolare di un posto al
mercato di via Piave dove vende abbigliamento da donna… “Ciò
che non capisco è perchè noi che vendiamo all’aperto, quindi
con un rischio minore di diffondere il virus, dobbiamo stare
chiusi, mentre gli altri possono continuare a lavore in negozi
a volte anche molto piccoli. Senza contare che se si va al
supermercato oppure ai negozi di cinesi, li si entra nessun
nessun controllo e senza che nessuno veerifichi il numero
delle persone che vi si trovino all’interno. Eppure noi
abbiamo fatto tutto come ci è stato chiesto. Abbiamo
acquistato i disinfettanti per le mani, le mascherine, è stato
stabilito un percorso obbligatori che i clienti dovevano
seguire, ma nonostante tutto ci hanno chiuso. Senza pensare
che ci sono persone come me che non hanno altre entrate. Vivo
con mia moglie e mio fratello che ha problemi di salute e non
può lavorare. Quindi la mia attività è l’unica fonte di
entrata. Se non fosse stato per i buoni del Comune e per il
parroco del mio quartiere che mi ha donato un pacco alimentare
a Pasqua non avevamo niente da mettere a tavola. Non mi sono
mai ritrovato in una situazione del genere, ormai non ho più
soldi e non posso andare più avanti così. Nessuno dovrebbe
trovarsi mai in una situaizione del genere. Per questo abbiamo
bisogno e vogliamo tornare a lavorare”

“Trattati come untori anche se lavoriamo all’aperto”

Da 47 anni Carlo Luongo, vende al mercato di via Piave
articoli di pelletteria, borse e ombrelli. Ed ora la sua
bancarella è chiusa come quella dei suoi colleghi… “Perchè
anche se stiamo all’aperto non possiamo lavorare. Nessuno
pensa che negli spazi aperti, questo è stato accertato dai
medici, la diffusione del virus è pari ad uno su mille
persone, mentre al chiuso è molto più alta. E nonostante
questo noi dobbiamo stare chiusi. Non sono razzista, ma perchè
i cinesi devono stare aperti e vendere anche quei prodotti che
altri non possono vendere. Non ci sono controlli, non ci sono
regole chiare. L’unica cosa che hanno saputo fare è decidere
che i mercatali del settore non alimentare devono stare
chiusi. Noi stiamo qui per dimostrare che non siamo gli untori
e che abbiamo diritto come gli altri di poter lavorare. Non

chiediamo altro”.

“Andremo avanti ad oltranza, chiediamo solo di lavorare”

Maurizio Torre è uno tra i più giovani mercatali che lavora a
via Piave. Porta avanti l’attività avviata dal padre molti
anni fa. Residente a Pagani il giovane ogni giorno veniva a
Salerno per lavorare e mantenere la sua famiglia, ora però da
un anno a questa parte questo non lo riesce più a fare perchè
la sua attività di venditore di intimo e biancheria per
bambini deve rimanere chiusa… “Io chiuso e poi però i negozi
che vendono i miei stessi articoli possono stare aperti. Non
capisco il perchè, che differenza c’è tra me e loro. Anzì io
sono forse più avvantaggiato di loro perchè lavoro all’aperto
ed ho un ricambio d’aria naturale mentre gli altri no. Questa
è una protesta che andrà avanti ad oltranza, abbiamo bisogno
di lavorare e questo le istituzioni lo devono capire. Non
possiamo più resistere, dobbiamo guadagnare per sostenere le
nostre famiglie”.
“Sono anni che non ci sono più assembramenti nei mercati”

Emanuela Scoppetta di Salerno, vende, insieme al marito, al
mercato di via Piave abbigliamento per bambini, corredino per
neonato e pigiameria. Come i suoi colleghi anche lei non ha la
possibilità di lavorare… “Noi che abbiamo attività all’aperto
siamo chiusi, mentre chi ha attività al chiuso sta
aperto. Credo che tutto questo sia molto contraddittorio.
Senza contare che qui da noi gli assembramenti non vi sono da
anni. In questo periodo poi ci sono sempre meno clienti. Siamo
un mercato giornaliero, non settimanale, le persone vengono da
noi quando realmente hanno bisogno di acquistare qualcosa
perchè sanno che siamo sempre qui. Ma nonostante tutto questo,
noi siamo stati chiusi e non abbiamo neanche dei ristori che
ci possano permettere di acquistare la merce che ci servirà
quando ci faranno riaprire”

La scomparsa di Nella Maffia
“….La strada sgombra/non è una via, solo due mani, un volto,
quelle mani, quel volto, il gesto di una /vita che non è
un’altra ma se stessa, /solo questo ti pone nell’esilio/folto
d’anime e voci in cui tu vivi./E la domanda che tu lasci è
anch’essa/un gesto tuo, all’ombra delle croci.” (Eugenio
Montale).

Nella giornata di ieri è mancata ai vivi la dolcissima Signora
Nella, madre di Fulvio Maffia, pianista e direttore del
Conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno, amata madre e
nonna. All’amore per la famiglia ha affidato lo scopo della
sua esistenza terrena che è stata semplice e schietta, ricca
di affetti e sacrifici. In tempi “usa e getta” – anche la
coscienza e i sentimenti, disvivere più che vivere -, ossia la
vita quotidiana intesa quale consumo veloce, consunzione
oscura, spendita e ricarica inerti, abbandono, cieca
soddisfazione, sopraffazione, una parola, il sorriso della
Signora Nella, potevano assolverti e redimere. Sull’affiorare
insistente, sottile e nostalgico di emozioni, colori, profumi,
vivificati dall’ascolto di una specie di racconto, un filo di
storia breve e pur intenso “pieno”, oggi reso disperato, e
insostenibile, per la famiglia e tutti gli amici, dall’agire
quieto, incessante e inesorabile, delle grandi leggi di
natura, capaci di svelare il segreto di quell’anima senza
tradirla, gettandovi soltanto un raggio di luce obliqua,
scopriamo dentro di noi una nuova, particolare qualità
d’animo, un patrimonio di sentimenti e valori ricchissimo,
quell’educazione all’amore che Nella col suo esempio, nel suo
passaggio terreno è riuscito a trasmetterci. Nel rinnovare
commossamente il ricordo della sua figura umanissima, maestra
d’amicizia e di vita, Olga Chieffi e Antonio Florio, si
stringono ai figli Fulvio, Elio e Gaetano all’inconsolabile
vedovo Aldo, unitamente al direttore di Le Cronache Tommaso
D’Angelo e all’ intera redazione, esprimendo le più vive
condoglianze alla famiglia tutta. Il rito funebre si svolgerà
nella Parrocchia di Gesù Cristo Lavoratore in Casavatore
stamane alle ore 12.
“Sica Istituto Europeo per la
terza   età”,   covid   free”
eccellenza del Sud d’Italia
di Monica De Santis

Una struttura Covid free, riconosciuta nei giorni scorsi a
livello europeo come eccellenza tra le Rsa di tutto il
meridione. Sono questi gli straordinari risultati ottenuti
dall’Istituto Europeo Sica per la terza età di Salerno… “Siamo
molto orgogliosi di aver ricevuto questo riconoscimento –
commenta il direttore sanitario della struttura Vincenzo Sica.
In queste ultime settimane abbiamo ricevuto tanti complimenti
e gratificazioni non solo da parte dei familiari dei nostri
ospiti, ma anche daicolleghi ed anche da parte del sindaco
di Salerno. Siamo una delle pochissime strutture a non aver
regisstrato in questi 14 mesi nessun caso di covid ne tra i
pazienti ne tanto meno tra il personale medico. E ad oggi che
tutti i nostri ospiti ed anche il personale, hanno ricevuto la
seconda dose del vaccino siamo ufficialmente il primo istituto
Covid Free. Questo risultato ci permetterà a partore dal
prossimo mese di maggio, anche grazie alle belle giornate, di
poter consentire ai familiari di poter accedere per incontrare
i loro cari. Abbiamo a nostra disposizione un parco di 40
ettari, di questi oltre 20mila metri sono stati attrezzati ad
area giardino. E sarà lì che in maniera graduale e con
apuntamento daremo la possibilità il prosismo mese ai
familiari di poter finalmente rivedere i propri cari, dopo che
da più di un anno non si incontrano. Per riuscire a
raggiungere questi risultati, infatti, abbiamo evitato ogni
tipo di contatto tra i nostri ospiti e i loro familiari.
L’unica possibilità che avevano di potersi vedere era
attraverso un computer. Siamo stati molto rigidi, ma questo è
servito ad evitare che il virus entrasse nelle nostre stanze e
che potesse colpire i nostri ospiti”.
Il dottor Vincenzo Sica poi spiega anche il riconoscimento
ottenuto a livello europeo… “Si tratta di un riconoscimento
che l’ente preposto a vigilare sulle strutture sanitarie
dedicate all’accoglienza delle persone della terza età o
persone affette da patologie gravi, ci ha assegnato dopo una
serie di controlli avvenuti proprio all’interno della nostra
struttura. I responsabil dell’ente non solo hanno visitato i
nostri locali, ma hanno anche parlato con il nostro personale,
con i nostri ospiti e con i loro familiari. E sono stati i
commenti di questi ultimi che ci hanno permesso di ottenere
questo importante riconoscimento che ci vede come miglior Rsa
del meridione, un fiore all’occhiello per la città di Salerno,
ma anche per tutta la Regione Campania”.
Una struttura all’avanguardia dotata anche di servizi extra
per offrire sempre il meglio ai vostri ospiti?
“Infatti siamo dotati anche di un’area clinica, sempre diretta
dal sottoscritto, nella quale offriamo servizi di geriatria,
medicina generale, diabetologia, cardiologia mini diagnostica
medica, siamo dotati di ecografo che ci permette di fare esami
specfici senza doverci recare presso altri centri. In questo
modo i primi controlli o eventuali soccorsi ai nostri ospiti
possiamo fornili noi sul posto. Se poi la situazione si
dovesse rivelare più grave del previsto allora applichiamo il
traferimento in ospedale. Senza contare che grazie alla
competenza della dottoressa Teresa D’Auria, neuropsicologa,
siamo in grado di ospitare anche malati affetti da Alzheimer e
patologie simili. La dottoressa D’Auria è in costante contatto
con il San Raffaele di Milano, segue master di aggiornamento
ed è sempre pronta a seguire ogni paziente e ad apllicare le
nuove cure o terapie che vengono consigliate per la cura
appunto di malattien come Alzheimer e demenza senile e
Parkinson. Quindi ad oggi siamo un punto di riferimento per
Salerno e provincia per le persone che hanno problemi di
questo genere sia in fase iniziale che avanzata. E come la
dottoressa D’auria anche il nostro personale che da anni
lavora con noi, viene costantemente aggiornato proprio per
offrire il meglio ai nostri ospiti. Inoltre è da anni che
abbiamo attivato un numero verde, operativo h24 dove le nostre
operatrici non solo danno informazioni in merito alla
struttura, alle modalità di ricovero, alle visite che si
possono effettuare ai propri cari, ma offrono anche un
servizio di ascolto. Se una persona anziana è a casa da sola
ed ha bisogno di parlare con qualcuno, basta che chiami il
numero 800 810 109 e troverà sempre qualcuno pronto ad
ascoltarla”.

Negozi aperti e bollette in
vetrina poche adesioni alla
protesta di ieri
di Monica De Santis

Pochi negozi ieri mattina hanno aderito alla manifestazione di
protesta “Io Apro” organizzata in maniera spontanea da un
gruppo di commercianti riunitosi la scorsa settimana a piazza
Sant’Agostino. Ma di quel gruppo, molti alla fine si sono
tirati indietro per paura di sanzioni da parte di vigili
urbani e polizia. E così ieri mattina sul corso principale, in
via Dei Mercanti e via Dei Principati poco più di una decina
di commercianti hanno esposto il cartello “Io apro” ed hanno
rischiato, gli altri che sono rimasti aperti sono quelli che
hanno modificato i loro codici ateco iniziando a vendere
pigiami oppure abbigliamento sportivo. Alcuni di quelli che
hanno rischiato in segno di protesta, ma anche di
contestazione nei confronti dei colleghi che hanno cambiato i
loro codici ateco, hanno esposto in vetrina le bollette della
luce e dell’acqua. Bollette esposte per far capire ai clienti,
ma anche alle forze dell’ordine che il riaprire le loro
attività non è un affronto allo Stato, alla Regione o al
Comune, ma una necessità visto che le tasse, le bollette, il
fitto ed i contributi non sono stati sospesi, ma al contrario
arrivano ogni mese e senza nessun tipo di sconto. Il dito,
comunque, resta puntato contro i supermercati, diventati per
tutti i commercianti i veri luoghi di assembramento, dove
nessuno controlla e vigila sugli ingressi e dove neanche le
forze dell’ordine sono mai andati a controllare il numero di
persone che vi sono all’interno ad ogni ora del giorno.
Intanto oggi dalle ore 8 alle ore 12 gli operatori ambulanti
occuperanno, in segno di protesta, i posteggi nei seguenti
mercati della Campania: Casavatore; Giugliano; Caivano; Santa
Maria Capua Vetere; Benevento via Bonazzi; Pomigliano d’Arco;
Sarno; Nocera Inferiore, Battipaglia; Salerno Pastena; Salerno
Torrione; Salerno via Piave (a coordinare su Salerno: Ciro
Pietrofesa) Per vedere le interviste cliccare sul link:
https://www.youtube.com/watch?v=9D0_8zDSzOI

“Chiediamo delle regole per poter stare tutti aperti”

“Questa è una protesta e una provocazione – spiega Beniamino
Brancaccio, titolare dell’omonima attività – perchè siamo
convinti che le nostre attività non siano differenzabili in
base alla tipologia di prodotto che vendiamo ma lo devono
essere semplicemente in base alla superficie del negozio. Non
siamo abituati ad aspettare ristori, che non arrivano e se
arrivano sono irrosori. Vogliamo e chiediamo di essere
immediatamente riaperti, magari con delle regole, magari
alternando le aperture, che possono essere anche delle mezze
giornate. Chiediamo delle regole e la riapertura e chi sbaglia
venga chiuso. Assurdo, lo ripeto, non è possibile
differenziare le attività in base al codice di quello che
vendono. Per questo avendo degli articoli che rientrano nei
codici di apertura noi apriamo e vendiamo solo quello, ma è
sbagliato. Speriamo che tutto questo venga cambiato ma
purtroppo credo che andremo ancora avanti per un po’ con
questo discorso dei colori e delle zone”.

“Abbiamo merce in magazzino da pagare, dobbiamo lavorare”

Paola Ragone, titolare del negozio di abbiagliamento donna
“Antonello Serio”, ha aderito all’iniziativa Io Apro… “Il
simbolo di questa protesta è di mettere in vetrina un articolo
di intimo o sportivo e allora ecco, vendo anche io pigiami e
tute. Oramai non si ragiona più in merito alla sicurezza che
un locale può offrire ai suoi clienti, bensì sui prodotti. Se
si vendono determinati tipi di articoli allora possiamo sare
aperti altrimenti chiusi. Siamo qui per dire basta con questo
lockdown discriminante, è il momento di valutare anche altre
proposte. Siamo disposti anche ad avere delle altre regole,
magari a lavorare su appuntamento, magari a subire controlli
periodici ma basta con le chiusure. Non possiamo più
permettercele. Abbiamo merce da pagare, i magazzini sono pieni
degli acquisti della primavera scorsa, adesso abbamo gli
arrivi della nuova primavera, abbiamo speso i soldi e di
conseguenza abbiamo la necessità di incassare subito per non
fallire”.

“Non ho mai chiuso e sono fiero di essere un illegale”

“Non ho ma smesso di stare aperto, in modo illegale lo so, ma
di questo ne vado fiero, perchè per me il mio negozio ed i
miei clienti vengono prima di tutto. Io apro e resto aperto,
nel pieno rispetto delle norme sanitarie e non per andare
contro allo Stato ma perchè sono stufo, anzi siamo stufi di
come ci stanno trattando. A differenza di molti miei colleghi
vado anche controcorrente, in vetrina non ho messo intimo e
tute, non ho modificato il mio codice ateco per poter aprire
nella legalità, ma ho esposto le bollette che sono la realtà
che accomuna tutti noi ogni giorno. Ci hanno chiusi per
settimane, per mesi, ma le bollette sono arrivate e arrivano e
sono altissime e non possiamo andare avanti così. Noi del
settore dell’abbigliamento abbiamo la merce già comprata e
dobbiamo pagarla perchè i fornitori possono aspettare ma non
molto ecco perchè non possiamo più rimanere chiusi e poi c’è
una domanda che vorrei fare che differenza c’è tra un negozio
di bambini ed uno di abbigliamento uomo mi spiegate la
differenza”.
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