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Mafia Capitale, fine di un incubo per Gianni Alemanno: assolto in Cassazione Assoluzione per l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, imputato nell’ambito del procedimento stralcio su ‘Mafia capitale’. Lo hanno deciso i giudici della Sesta sezione penale della Cassazione che hanno annullato senza rinvio le accuse per corruzione nei confronti di Alemanno. I giudici hanno deciso inoltre di far svolgere un nuovo processo di appello per rideterminare la pena, riqualificando il reato in traffico di influenze, per la vicenda dello sblocco dei pagamenti di Eur Spa. Il pg Perla Lori nella requisitoria aveva chiesto di confermare la condanna a 6 anni nei confronti di Alemanno sollecitando un nuovo processo di appello limitatamente alle
pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici. L’ex sindaco di Roma, presente ieri all’udienza in Cassazione, era stato condannato in primo grado nel febbraio 2019 a sei anni, sentenza confermata in appello lo scorso 23 ottobre. Una pena quasi doppia rispetto alla richiesta del sostituto procuratore generale Pietro Catalani che aveva sollecitato per l’ex sindaco una condanna a 3 anni e 6 mesi. “Finisce un incubo durato 7 anni” ha commentato Alemanno. “Prima mafioso poi corrotto, resta solo piccolo traffico influenze”. “Non c’è più corruzione, niente più del fango che mi hanno tirato” aggiunge. La difesa “Non possiamo che dirci soddisfatti dell’esito del ricorso che ha annullato tutte le ipotesi di corruzione”. Lo affermano i difensori di Gianni Alemanno, gli avvocati Cesare Placanica e Filippo Dinacci. “La sentenza impugnata non prendeva atto di quanto già aveva statuito sulla vicenda dalla Corte di Cassazione e soprattutto non considerava che il Sindaco Alemanno, al di là del coinvolgimento, solo tramite Panzironi, in alcune specifiche e, a nostro modo di vedere, lecite vicende, era stato giudicato completamente estraneo alle contestazioni di associazione ipotizzate dalla Procura, peraltro solo in parte riscontrate dalle sentenze che si sono occupate della intera vicenda”. La compagna di Alemanno “Quando farete la targa ricordatevi che Alemanno assolto si scrive con due S. Grazie”. E’ questo il commento ironico, indirizzato a Virginia Raggi, Danilo Toninelli e Alessandro di Battista, postato su Facebook da Silvia Cirocchi, compagna dell’ex sindaco di Roma. La leader di Fdi, Meloni “Siamo felici dell’assoluzione di Gianni Alemanno, a cui va il
nostro abbraccio. Abbiamo sempre avuto fiducia in lui ed eravamo convinti della sua estraneità” dice all’Adnkronos la leader di Fdi Giorgia Meloni, commentando la sentenza della Cassazione. Buzzi “Sentenza Cassazione Alemanno! Non è corruzione” scrive Salvatore Buzzi su Facebook. “Se la Procura mi avesse ritenuto credibile nell’estate del 2015, quando ho reso i primi interrogatori ci saremmo risparmiati tanto stress, tanta carcerazione, tanto tempo e non sarebbero andati sprecati i soldi di noi contribuenti. Se non è stata mafia e nemmeno corruzione, chi ripaga la città di Roma per i danni di immagine subiti nel mondo?”. “Dispiace che il 23 luglio 2015 quando era in carcere durante l’interrogatorio Buzzi non venne ritenuto credibile quando negava l’accordo corruttivo”. Lo afferma all’Adnkronos il difensore di Salvatore Buzzi, avvocato Alessandro Diddi, dopo la sentenza della Cassazione sull’ex sindaco Gianni Alemanno. “A Buzzi sono state negate le attenuanti generiche, non era stato ritenuto credibile per non aver chiamato in correità Alemanno. A questo punto ci si attende un nuovo annullamento della sentenza di condanna di Buzzi”. “A distanza di sei anni – aggiunge – bisognerebbe riscrivere la storia giudiziaria di alcuni dei principali processi a Roma celebrati con l’ossessiva ricerca della mafia nella capitale”. Vertici ADSI ricevuti dal
presidente della Repubblica Il Presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane Giacomo di Thiene è stato ricevuto oggi al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’incontro è stata l’occasione per porgere al Capo dello Stato il saluto di tutta l’Associazione e per illustrare l’impegno dei soci nel preservare palazzi, castelli, giardini che racchiudono al loro interno la storia dell’Italia e che costituiscono patrimonio della Nazione.
Un’opportunità per esporre l’impegno etico che ADSI persegue quotidianamente, valorizzando e facendo conoscere un patrimonio che da sempre rende unico il nostro Paese, grazie alla diffusione capillare di quelle dimore che costituiscono il più grande museo diffuso d’Italia. I proprietari, attraverso il loro impegno – anche economico – a tutela di tali beni, contribuiscono inoltre ad accrescere il valore sociale del patrimonio culturale privato, soprattutto nei centri più piccoli e periferici dove spesso le dimore storiche risultano essere il principale elemento identitario oltre che fonte di attrazione per un loro sviluppo sostenibile. Il Presidente di Thiene e tutta l’Associazione sono quindi onorati di aver condiviso con il Presidente della Repubblica la propria visione di rilancio culturale del Paese e lo ringraziano per la sensibilità riposta verso un patrimonio che genera un forte impatto sociale ed occupazionale – soprattutto in riferimento alle prossime generazioni – e dal quale può dipendere il futuro dell’Italia.
Roma, ragazze investite su Corso Francia: Genovese concorda 5 anni e 4 mesi in appello Genovese concorda in Appello 5 anni e 4 mesi di condanna per aver investito due ragazze a Corso Francia mentre attraversano la strada con il buio. La procura di Roma aveva chiesto una condanna a 5 anni per il giovane, figlio del noto regista, a processo con rito abbreviato con l’accusa di omicidio stradale plurimo. Ben tre anni più di quanto avesse chiesto la pubblica accusa. La procura di Roma aveva infatti sollecitato una condanna a 5 anni per il giovane, figlio del noto regista, a processo con rito abbreviato, con l’accusa di omicidio stradale plurimo per l’incidente avvenuto nella notte tra il 21 e il 22 dicembre 2019 in Corso Francia, a Roma, costato la vita alle sedicenni, Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli.
La richiesta del pm Roberto Felici nell’aula bunker di Rebibbia era arrivata dopo la decisione del gup Gaspare Sturzo di disporre l’ascolto in aula dei testimoni dell’incidente che si è svolto nelle scorse settimane. Fiumicino, spaghettongola festeggia i 12 anni con due menù speciali L’evento cult dell’estate laziale che si celebra dal 30 luglio all’8 agosto FIUMICINO (RM) – Due menù speciali per festeggiare i 12 anni
di Spaghettongola, la festa che celebra un capolavoro della cucina laziale, gli spaghetti alle vongole lupino di Fiumicino, evento cult dell’estate laziale che si celebra dal 30 luglio all’8 agosto a Parco Tommaso Forti (via Lorenzo Bezzi, Isola Sacra). Il presidentissimo dell’associazione Il Faro all’Orizzonte, Stefano Conforzi, non si è tirato indietro. La regina dell’evento è lei, la vongola lupino servita con i famosissimi spaghetti. Il pesce della flotta di Fiumicino l’accompagnamento per valorizzare il famoso pescato del territorio. Due menù. Il classico che prevede bruschetta al pomodoro, spaghetti alle vongole lupino, soutè di cozze e vongole, patatine fritte e acqua. Il deluxe, con antipasto di mare, spaghetti alle vongole lupino, fritto di pesce, patatine fritte e acqua. Il tutto accompagnato da eventi musicali e di intrattenimento imperdibili, birre artigianali, stand e divertimento per i più piccoli.
Apertura cucina alle 19. La domenica si raddoppia anche a pranzo “È tutto ormai definito, anche il programma degli eventi che sveleremo nei prossimi giorni e una sorpresa splendida per chi da anni ci segue e ci vuole bene – spiega il presidente dell’associazione Il Faro all’Orizzonte, Stefano Conforzi, organizzatrice dell’evento dei record -. Spaghettongola è ormai un appuntamento imperdibile. Ogni anno ospitiamo decine di migliaia di persone che trovano in noi ottimo cibo ed eventi per trascorrere serate in compagnia, in totale relax e sicurezza. L’boeittivo della festa è valorizzare il pescato locale di Fiumicino e la tradizione culinaria del nostro territorio. Un modo per fare anche beneficenza visto che il ricavato della festa sarà devoluto a un’associazione che si occupa di migliorare la vita di tante persone che sono in difficoltà”. Covid, 28mila nuovi casi in Gran Bretagna: paura per la variante delta
In Italia nel lodigiano scoppia un focolaio dopo una festa in un locale Nuovo picco con oltre 28.700 contagi Covid alimentati nel Regno Unito dalla variante Delta: nelle ultime 24 ore, secondo i dati del governo, ne sono stati registrati 28.773, come non accadeva dalla seconda metà di gennaio, su quasi 1,2 milioni di tamponi. A Codogno, in un locale dopo una festa di fine anno scolastico, è scoppiato un focolaio Covid. Allerta dell’Onu: la pandemia ha “creato” 120 milioni di nuovi poveri. Focolaio nel Lodigiano dopo festa in un locale a Codogno Diversi casi di ragazzi positivi al Covid si sono registrati nel Lodigiano dopo una festa che si è svolta in un locale di Codogno dieci giorni fa. Almeno 4 a Orio Litta dove 27 persone si trovano in isolamento fiduciario. Per questo il sindaco di Orio Francesco Ferrari ha fatto un appello agli abitanti. “Voglio chiedere ai miei concittadini, almeno in questi giorni – ha spiegato -, di indossare le mascherine come se fossimo
ancora a due mesi fa, dato il focolaio. La pandemia andrà presto via, considerata anche la campagna vaccinale, ma, nel frattempo, bisogna avere ancora un po’ di pazienza. Soprattutto noi, in questi giorni”. In Gb nuovo picco con oltre 28.700 casi, 37 i morti Nuovo picco con oltre 28.700 contagi Covid alimentati in Gran Bretagna dalla variante Delta: nelle ultime 24 ore, secondo i dati del governo, ne sono stati registrati 28.773, come non accadeva dalla seconda metà di gennaio, su quasi 1,2 milioni di tamponi. In aumento pure il totale dei ricoveri negli ospedali (tornato oltre quota 2.200) e i morti giornalieri, arrivati oggi a 37. I vaccini somministrati si avvicinano intanto a 80 milioni di dosi, con oltre il 64,3% degli over 18 interamente immunizzati e l’86,2% coperti da una dose. Onu: “Nel 2020 120 milioni di nuovi poveri” Il coronavirus ha già lasciato forti strascichi sull’economia globale. Meno note, forse, sono le conseguenze dei cali del Pil sul bilancio delle singole famiglie oltre che rispetto ai passi avanti fatti in materia di sviluppo sostenibile. A fare il punto e lanciare l’allarme è il rapporto sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2021 dell’Onu. Nel 2020 sono stati persi un equivalente di 255 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. E il numero di persone che soffrono la fame – già in aumento prima della pandemia – potrebbe essere aumentato di un valore compreso tra gli 83 e i 132 milioni di individui. Nell’anno nero della pandemia, infatti, tra 119 e 124 milioni di persone sono state spinte verso la poverta’ pari a una media di 120 milioni.
Biden: “La guerra contro il virus non è finita” “La guerra contro il virus non è finita. Adesso, mentre vi parlo, milioni di americani non sono ancora vaccinati e dunque non sono protetti e per questo sono a rischio, le loro famiglie sono a rischio e le loro comunità sono a rischio”. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nelle sue considerazioni sul programma vaccinale negli Usa. “E questo – ha aggiunto – desta ancora maggior preoccupazione a causa della variante Delta”. Von der Leyen: “Troppe dosi vaccino non usate, vaccinatevi” “L’Europa vuole lasciarsi alle spalle la pandemia. La buona notizia è che la campagna vaccinale è diventata un successo”. Così la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, sottolineando come tuttavia “nel frattempo si stia diffondendo la variante Delta e troppe dosi non vengono usate e restano nei frigoriferi. Aumentiamo gli sforzi per convincere gli europei a vaccinarsi. La vaccinazione significa protezione e anche libertà”. Raffaella Carrà, oggi a Roma il corteo funebre: i funerali venerdì alle 12 presso la
chiesa di Santa Maria in Ara Coeli Sarà un addio lungo tre giorni quello a Raffaella Carrà, morta lunedì a 78 anni a Roma. Una scomparsa accolta da commozione in Italia e all’estero, testimoniata da un fiume di articoli, ritratti, omaggi e ricordi. Un legame profondissimo con il pubblico riflesso anche dal programma ufficiale delle sue esequie: partiranno oggi con un corteo funebre che prenderà il via alle 16 dalla sua abitazione a Roma nord, facendo tappa in quei luoghi simbolo della Rai, dove è stata tante volte protagonista: l’Auditorium del Foro Italico (largo Lauro de Bosis), la sede Rai di di Via Teulada 66, il Teatro delle Vittorie, la sede Rai di Viale Mazzini 14 fino all’arrivo in Campidoglio (Sala Protomoteca). Qui l’apertura della camera ardente sarà alle ore 18 e si protrarrà fino a mezzanotte, per poi proseguire domani dalle ore 8 alle 12 e poi dalle ore 18 a mezzanotte.
La funzione funebre si terrà invece Venerdì 9 alle 12 presso la chiesa di Santa Maria in Ara Coeli, sempre su Piazza del Campidoglio. Per lo stesso giorno e ora, Sergio Iapino, a lungo compagno, amico e collaboratore di Raffaella Carrà, ha chiesto a tutti i suoi fan, in Italia, nel mondo, nelle chiese dei piccoli paesini come in quelle delle grandi città, di darsi appuntamento, per offrire tutti insieme l’ultimo saluto virtuale a Raffaella”. Lutto nel mondo dello spettacolo: morta Raffaella Carrà E’ andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua inconfondibile risata e il suo straordinario talento risplenderanno per sempre”. Con queste parole Sergio Iapino dà il triste annuncio unendosi al dolore degli adorati nipoti Federica e Matteo, di Barbara, Paola e Claudia Boncompagni,
degli amici di una vita e dei collaboratori più stretti. Raffaella Carrà si è spenta alle ore 16.20 di oggi, dopo una malattia che da qualche tempo aveva attaccato quel suo corpo così minuto eppure così pieno di straripante energia. Una forza inarrestabile la sua, che l’ha imposta ai vertici dello star system mondiale, una volontà ferrea che fino all’ultimo non l’ha mai abbandonata, facendo si che nulla trapelasse della sua profonda sofferenza. L’ennesimo gesto d’amore verso il suo pubblico e verso coloro che ne hanno condiviso l’affetto, affinché il suo personale calvario non avesse a turbare il luminoso ricordo di lei. Donna fuori dal comune eppure dotata di spiazzante semplicità, non aveva avuto figli ma di figli – diceva sempre lei – ne aveva a migliaia, come i 150mila fatti adottare a distanza grazie ad “Amore”, il programma che più di tutti le era rimasto nel cuore. Le esequie saranno definite a breve. Nelle sue ultime disposizioni, Raffaella ha chiesto una semplice bara di legno grezzo e un’urna per contenere le sue ceneri. Nell’ora più triste, sempre unica e inimitabile, come la sua travolgente risata. Ed è così che noi tutti vogliamo ricordarla. Ciao Raffaella. Pisa, sulle colline della Valdera prosegue il rave party con 6mila persone
Al momento sono state identificate 200 persone che ora rischiano una denuncia Prosegue ancora, da sabato notte, il rave party non autorizzato in corso in Toscana, sulle colline della Valdera, a Tavolaia di Santa Maria a Monte (Pisa) al quale partecipano migliaia di persone, soprattutto giovani. Molti provengono da fuori regione e anche dall’estero (Francia, Spagna, Germania e Belgio le nazionalità). Musica techno ‘sparata’ dalle casse montate su un camion si sente a centinaia di metri di distanza di un terreno privato. Sono circa 200, ad ora, le persone identificate dalle forze dell’ordine e che ora rischiano una denuncia per invasione di terreno privato, sui 6.000 o forse più; partecipanti al rave party. I 200 sono giovani che hanno definitivamente abbandonato l’area. Lungo le strade di accesso all’area, scelta come campeggio e discoteca abusivi è stato predisposto un cordone di forze dell’ordine, oltre un centinaio di agenti che hanno istituito
tre check point per impedire nuovi arrivi. La questura da oltre 24 ore sta coordinando un apposito servizio di ordine pubblico. Attenzione anche alle misure anti-Covid. “Per ora stiamo monitorando la situazione e non si segnalano particolari criticità al di là della musica techno molto alta che è udibile anche a centinaia di metri di distanza. Non abbiamo neppure notizia di criticità sotto il profilo sanitario, anche se sul posto vi sono ambulanze e personale del 118 pronti a intervenire in caso di necessità”. Lo ha detto il prefetto di Pisa, Giuseppe Castaldo. “Riteniamo che l’idea di questo evento sia partito da organizzatori francesi”. Lo dice Ilaria Parrella, sindaco di Santa Maria a Monte (Pisa), piccolo centro tra Pontedera ed Empoli. Il terreno invaso è di proprietà privata, in località Tavolaia, ai margini di un bosco. “E’ un’area con poche abitazioni sparse e abitualmente molto tranquilla. Una specie di paradiso – sottolinea Parrella – nei pressi del quale sorge anche un osservatorio astronomico proprio per la quiete e un certo isolamento. Speriamo che questa situazione non faccia troppi danni ma potremo fare verifiche approfondite solo quando tutti saranno andati via”. “Già nel 2007 ci fu un episodio analogo con un rave che si protrasse alcuni giorni”, ricorda la sindaca, oggi “sul posto ci sono centinaia di veicoli e almeno due grossi Tir che ospitano una specie di palco e amplificatori enormi. Gran parte dei mezzi parcheggiati hanno targa francese”. Del rave party “ne ho parlato a lungo ieri con il prefetto di Pisa, che ha la situazione sotto controllo. E mi aveva telefonato Ilaria Parrella, il sindaco di Santa Maria a Monte. Ho visto un comportamento di grande capacità e maturità da parte delle istituzioni e oggi” i partecipanti “dovrebbero disperdersi. Io del resto non avendo una polizia regionale non posso proprio fare nulla”, intervenire. Così il presidente della Toscana, Eugenio Giani sul rave in corso tra Pontedera ed Empoli.
Palermo, operazione antimafia: arrestate 85 persone Tra le persone finite in manette anche una collaboratrice di giustizia PALERMO – I carabinieri del Comando provinciale di Palermo e la Direzione Investigativa Antimafia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 85 persone accusate a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di droga, reati in materia di armi, estorsione e
corruzione. Sono 63 le persone che sono state portate in carcere, 18 agli arresti domiciliari e 4 sottoposte a obblighi di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria. Tra le persone tratte in arresto c’è anche la collaboratrice di giustizia Giusy Vitale, sorella dei capi del mandamento mafioso di Partinico Leonardo e Vito. Passata alla guida del clan dopo la detenzione dei fratelli Leonardo e Vito, poi divenuta collaboratrice di giustizia, per i pm sarebbe al centro di un grosso traffico di droga. Con lei sono stati arrestati anche la sorella Antonina e il nipote Michele Casarrubia. I carabinieri, col supporto di unità cinofile, del nucleo elicotteri e dello squadrone cacciatori di Sicilia, hanno eseguito 70 provvedimenti cautelari tra Palermo, Trapani, Latina, Napoli, Roma e Nuoro. Tra le misure emesse 3 sono per associazione mafiosa e una per concorso esterno in associazione mafiosa. Disarticolate inoltre 5 organizzazioni di trafficanti di stupefacenti i cui componenti sono accusati di produzione e traffico di marijuana cocaina e hashish, ma anche di reati in materia di armi e contro la pubblica amministrazione come la corruzione di un agente della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere Pagliarelli di Palermo. La Direzione Investigativa Antimafia, invece, nelle province di Palermo, Trapani, Roma, Milano, Reggio Calabria e Cagliari, ha arrestato quattordici persone: dieci sono finite in carcere e quattro agli arresti domiciliari e ne ha sottoposta una all’obbligo di dimora nel comune di residenza e di presentazione alla polizia giudiziaria. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione finalizzata alla coltivazione, alla produzione e al traffico illeciti di sostanze stupefacenti. L’inchiesta nasce da accertamenti avviati dai carabinieri della Compagnia di Partinico nel novembre 2017 su Ottavio Lo Cricchio, imprenditore del settore vinicolo, e Michele Vitale, esponente della famiglia mafiosa dei Vitale, storici capi del mandamento mafioso di Partinico.
Nell’inchiesta, che nel 2020 aveva portato allo scioglimento per mafia del Consiglio comunale di Partinico, sono emersi legami fa i boss ed uomini politici locali. Nel novembre 2018, Casarrubia va a Roma per trattare l’acquisto di un’ingente quantità di cocaina con Consiglio Di Guglielmi, detto Claudio Casamonica, personaggio di vertice dell’omonimo clan romano, successivamente morto per Covid. All’incontro, interamente registrato dagli inquirenti, partecipa tra gli altri anche l’allora collaboratrice di giustizia oggi accusata di aver acquistato cocaina da fornitori calabresi a Milano e Bergamo. Le conversazioni registrate tra la Vitale e il nipote hanno messo in luce il suo ruolo nel traffico di stupefacenti. “E’ assolutamente chiaro come la donna non si sia dissociata dall’ambiente criminale in genere e da Cosa nostra in particolare”, scrive il gip. Tra gli episodi che dimostrano che non avrebbe mai rotto il suo legame col clan c’è una sua conversazione col nipote del dicembre 2018 a Roma. Casarrubia, nell’informare la zia delle dinamiche criminali della cosca di Partinico, le riferisce che, a seguito di un furto di marijuana commesso dal cugino Michele Vitale, questi era stato convocato dai vertici della cosca per rendere conto del suo gesto. La donna, per nulla sorpresa, risponde che l’iniziativa è assolutamente fisiologica perché conforme alle regole di Cosa nostra. Sono 5 le organizzazioni di trafficanti di droga che operavano tra Palermo, la provincia e Trapani scoperte dalla Dda nel corso dell’indagine La necessità di non compromettere i guadagni garantiti dal traffico di stupefacenti su larga scala ha imposto una sorta di pax tra i vari gruppi, tutti legati ai clan mafiosi, per la gestione territoriale dei flussi di droga. Da questa esigenza la definizione di un precario equilibrio caratterizzato da una
costante fibrillazione che si è manifestata con numerosi danneggiamenti, spedizioni punitive ed atti incendiari riconducibili all’uno o all’altro gruppo criminale, sempre in procinto di portare lo scontro ad un livello superiore. E’ emersa, scrive il gip, “l’immagine di una vera e assai allarmante balcanizzazione degli scenari criminali che consente di presagire futuribili scenari di nuove e forse imminenti guerre di mafia nella provincia palermitana storicamente nota come tra le più attive nell’ambito criminale del traffico di stupefacenti”. Un gruppo era diretto da Michele Vitale, della storica famiglia mafiosa di Partinico, un altro aveva al vertice un’altra Vitale, Antonina, sorella della ex pentita Giusy e dei boss Leonardo e Vito, e il figlio Michele Casarrubia. C’erano poi la banda con a capo Nicola Lombardo e Nunzio Cassarà, quella diretta dai fratelli Maurizio e Antonino Primavera e quella capeggiata dai fratelli Gioacchino e Raffaele Guida, Massimo Ferrara e Angelo Cucinella. Le organizzazioni si erano divise la gestione dei fiorenti traffici di droga per la Sicilia occidentale rifornendo stabilmente le piazze di spaccio della provincia di Trapani e di Palermo, dove operavano i referenti del gruppo Guida. In provincia di Palermo il controllo sulle vendite era esercitato dall’organizzazione Casarrubia-Vitale. Gran parte della cocaina arrivava dal basso Lazio tramite i corrieri dei Guida. Altro canale di approvvigionamento era assicurato dalla Campania in accordo con clan camorristici locali i cui interessi venivano rappresentati dai fratelli Visiello, esponenti del clan di Torre Annunziata. L’hashish veniva invece da Palermo. Per anni il boss palermitano Francesco Nania sarebbe riuscito a comunicare con l’esterno nonostante fosse detenuto grazie all’aiuto del titolare di un’agenzia immobiliare, Giuseppe Tola, che gli avrebbe messo a disposizione un agente della polizia penitenziaria di Palermo in servizio nel carcere
Pagliarelli. L’agente, a cui è stato contestato il reato di corruzione aggravata, ha favorito il boss rendendo possibili scambi di lettere dal carcere e ha rivelato agli indagati informazioni sull’organizzazione della struttura carceraria per ostacolare le attività di indagine e di intercettazione. In cambio avrebbe ricevuto cibo (ricotta, arance, carne di capretto), vestiti (felpe, tute), il lavaggio mensile dell’auto e l’acquisto di carburante a un prezzo inferiore a quello di mercato. Corchiano, storia a lieto fine per il cagnolino di quartiere: salvato da Carabinieri e Vigili del Fuoco dopo essere caduto nelle fogne
CORCHIANO (VT) – Il cagnolino di quartiere si infila in un tombino e cade nelle fogne. Questo quanto accaduto nel pomeriggio di ieri a Corchiano dove ad accorgersi dell’accaduto una donna che ha subito chiamato i Carabinieri per chiedere aiuto. I militari si sono attivati subito insieme ai Vigili del fuoco calandosi nel tombino e percorrendo la fognatura per circa 200 metri fino a quando non hanno intravisto il cagnolino che una volta raggiunto è stato portato in salvo tra l’ emozione della gente del quartiere tutta affacciata ai balconi cha alla fine ha fatto partire un grande applauso, che ha ripagato lo sforzo delle forze di polizia intervenute.
Giocano sul tetto di una vecchia ghiacciaia nel Veronese: morti due bambini di 6 e 7 anni Nel veronese due bambini di 7 anni morti e altri due di 6 e 7 anni feriti e curati in ospedale. I quattro piccoli sono stati travolti dai mattoni e dalle lastre di pietra della volta di un’antica ghiacciaia in disuso sulla quale stavano giocando attigua alla malga. La ghiacciaia è una particolare buca scavata nel terreno, una sorta di frigorifero naturale che un tempo veniva riempita in inverno di neve e utilizzata in estate per mantenere i cibi al fresco. Si trova sotto il terreno e solitamente è ricoperta di sassi, lastre di pietra o mattoni. I quattro bimbi si sono arrampicati sul tetto senza rendersi conto che la volta del manufatto era instabile. Improvvisamente il tetto ha ceduto di schianto facendo precipitare i piccoli da un’altezza di tre metri. Sopra di
loro si è creato un ‘muro’ di pietre. Per due di loro non c’è stato più nulla da fare mentre altri due piccoli di 6 e 7 anni sono stati soccorsi e sono stati trasportati all’ospedale Borgo Trento in condizioni giudicate non preoccupanti
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