Mafia Capitale, fine di un incubo per Gianni Alemanno: assolto in Cassazione - L ...

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Mafia Capitale, fine di un incubo per Gianni Alemanno: assolto in Cassazione - L ...
Mafia Capitale, fine di un
incubo per Gianni Alemanno:
assolto in Cassazione

Assoluzione per l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, imputato
nell’ambito del procedimento stralcio su ‘Mafia capitale’. Lo
hanno deciso i giudici della Sesta sezione penale della
Cassazione che hanno annullato senza rinvio le accuse per
corruzione nei confronti di Alemanno.

I giudici hanno deciso inoltre di far svolgere un nuovo
processo di appello per rideterminare la pena, riqualificando
il reato in traffico di influenze, per la vicenda dello
sblocco dei pagamenti di Eur Spa.

Il pg Perla Lori nella requisitoria aveva chiesto di
confermare la condanna a 6 anni nei confronti di Alemanno
sollecitando un nuovo processo di appello limitatamente alle
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pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici.

L’ex sindaco di Roma, presente ieri all’udienza in Cassazione,
era stato condannato in primo grado nel febbraio 2019 a sei
anni, sentenza confermata in appello lo scorso 23 ottobre. Una
pena quasi doppia rispetto alla richiesta del sostituto
procuratore generale Pietro Catalani che aveva sollecitato per
l’ex sindaco una condanna a 3 anni e 6 mesi.

“Finisce un incubo durato 7 anni” ha commentato Alemanno.
“Prima mafioso poi corrotto, resta solo piccolo traffico
influenze”. “Non c’è più corruzione, niente più del fango che
mi hanno tirato” aggiunge.

La difesa
“Non possiamo che dirci soddisfatti dell’esito del ricorso che
ha annullato tutte le ipotesi di corruzione”. Lo affermano i
difensori di Gianni Alemanno, gli avvocati Cesare Placanica e
Filippo Dinacci. “La sentenza impugnata non prendeva atto di
quanto già aveva statuito sulla vicenda dalla Corte di
Cassazione e soprattutto non considerava che il Sindaco
Alemanno, al di là del coinvolgimento, solo tramite Panzironi,
in alcune specifiche e, a nostro modo di vedere, lecite
vicende, era stato giudicato completamente estraneo alle
contestazioni di associazione ipotizzate dalla Procura,
peraltro solo in parte riscontrate dalle sentenze che si sono
occupate della intera vicenda”.

La compagna di Alemanno
“Quando farete la targa ricordatevi che Alemanno assolto si
scrive con due S. Grazie”. E’ questo il commento ironico,
indirizzato a Virginia Raggi, Danilo Toninelli e Alessandro di
Battista, postato su Facebook da Silvia Cirocchi, compagna
dell’ex sindaco di Roma.

La leader di Fdi, Meloni
“Siamo felici dell’assoluzione di Gianni Alemanno, a cui va il
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nostro abbraccio. Abbiamo sempre avuto fiducia in lui ed
eravamo convinti della sua estraneità” dice all’Adnkronos la
leader di Fdi Giorgia Meloni, commentando la sentenza della
Cassazione.

Buzzi
“Sentenza Cassazione Alemanno! Non è corruzione” scrive
Salvatore Buzzi su Facebook. “Se la Procura mi avesse ritenuto
credibile nell’estate del 2015, quando ho reso i primi
interrogatori ci saremmo risparmiati tanto stress, tanta
carcerazione, tanto tempo e non sarebbero andati sprecati i
soldi di noi contribuenti. Se non è stata mafia e nemmeno
corruzione, chi ripaga la città di Roma per i danni di
immagine subiti nel mondo?”.

“Dispiace che il 23 luglio 2015 quando era in carcere durante
l’interrogatorio Buzzi non venne ritenuto credibile quando
negava l’accordo corruttivo”. Lo afferma all’Adnkronos il
difensore di Salvatore Buzzi, avvocato Alessandro Diddi, dopo
la sentenza della Cassazione sull’ex sindaco Gianni Alemanno.
“A Buzzi sono state negate le attenuanti generiche, non era
stato ritenuto credibile per non aver chiamato in correità
Alemanno. A questo punto ci si attende un nuovo annullamento
della sentenza di condanna di Buzzi”. “A distanza di sei anni
– aggiunge – bisognerebbe riscrivere la storia giudiziaria di
alcuni dei principali processi a Roma celebrati con
l’ossessiva ricerca della mafia nella capitale”.

Vertici            ADSI         ricevuti               dal
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presidente della Repubblica

Il Presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane
Giacomo di Thiene è stato ricevuto oggi al Quirinale dal
Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

L’incontro è stata l’occasione per porgere al Capo dello Stato
il saluto di tutta l’Associazione e per illustrare l’impegno
dei soci nel preservare palazzi, castelli, giardini che
racchiudono al loro interno la storia dell’Italia e che
costituiscono patrimonio della Nazione.
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Un’opportunità per esporre l’impegno etico che ADSI persegue
quotidianamente, valorizzando e facendo conoscere un
patrimonio che da sempre rende unico il nostro Paese, grazie
alla diffusione capillare di quelle dimore che costituiscono
il più grande museo diffuso d’Italia. I proprietari,
attraverso il loro impegno – anche economico – a tutela di
tali beni, contribuiscono inoltre ad accrescere il valore
sociale del patrimonio culturale privato, soprattutto nei
centri più piccoli e periferici dove spesso le dimore storiche
risultano essere il principale elemento identitario oltre che
fonte di attrazione per un loro sviluppo sostenibile.

Il Presidente di Thiene e tutta l’Associazione sono quindi
onorati di aver condiviso con il Presidente della Repubblica
la propria visione di rilancio culturale del Paese e lo
ringraziano per la sensibilità riposta verso un patrimonio che
genera un forte impatto sociale ed occupazionale – soprattutto
in riferimento alle prossime generazioni – e dal quale può
dipendere il futuro dell’Italia.
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Roma, ragazze investite su
Corso   Francia:   Genovese
concorda 5 anni e 4 mesi in
appello

Genovese concorda in Appello 5 anni e 4 mesi di condanna per
aver investito due ragazze a Corso Francia mentre attraversano
la strada con il buio.

La procura di Roma aveva chiesto una condanna a 5 anni per il
giovane, figlio del noto regista, a processo con rito
abbreviato con l’accusa di omicidio stradale plurimo.

Ben tre anni più di quanto avesse chiesto la pubblica accusa.
La procura di Roma aveva infatti sollecitato una condanna a 5
anni per il giovane, figlio del noto regista, a processo con
rito abbreviato, con l’accusa di omicidio stradale plurimo per
l’incidente avvenuto nella notte tra il 21 e il 22 dicembre
2019 in Corso Francia, a Roma, costato la vita alle sedicenni,
Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli.
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La richiesta del pm Roberto Felici nell’aula bunker di
Rebibbia era arrivata dopo la decisione del gup Gaspare Sturzo
di disporre l’ascolto in aula dei testimoni dell’incidente che
si è svolto nelle scorse settimane.

Fiumicino,    spaghettongola
festeggia i 12 anni con due
menù speciali

L’evento cult dell’estate laziale che si
celebra dal 30 luglio all’8 agosto
FIUMICINO (RM) – Due menù speciali per festeggiare i 12 anni
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di Spaghettongola, la festa che celebra un capolavoro della
cucina laziale, gli spaghetti alle vongole lupino di
Fiumicino, evento cult dell’estate laziale che si celebra dal
30 luglio all’8 agosto a Parco Tommaso Forti (via Lorenzo
Bezzi, Isola Sacra).

Il presidentissimo dell’associazione Il Faro all’Orizzonte,
Stefano Conforzi, non si è tirato indietro. La regina
dell’evento è lei, la vongola lupino servita con i famosissimi
spaghetti.     Il   pesce   della    flotta   di   Fiumicino
l’accompagnamento per valorizzare il famoso pescato del
territorio.

Due menù. Il classico che prevede bruschetta al pomodoro,
spaghetti alle vongole lupino, soutè di cozze e vongole,
patatine fritte e acqua. Il deluxe, con antipasto di mare,
spaghetti alle vongole lupino, fritto di pesce, patatine
fritte e acqua. Il tutto accompagnato da eventi musicali e di
intrattenimento imperdibili, birre artigianali, stand e
divertimento per i più piccoli.
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Apertura cucina alle 19. La domenica si
raddoppia anche a pranzo
“È tutto ormai definito, anche il programma degli eventi che
sveleremo nei prossimi giorni e una sorpresa splendida per chi
da anni ci segue e ci vuole bene – spiega il presidente
dell’associazione Il Faro all’Orizzonte, Stefano Conforzi,
organizzatrice dell’evento dei record -. Spaghettongola è
ormai un appuntamento imperdibile. Ogni anno ospitiamo decine
di migliaia di persone che trovano in noi ottimo cibo ed
eventi per trascorrere serate in compagnia, in totale relax e
sicurezza. L’boeittivo della festa è valorizzare il pescato
locale di Fiumicino e la tradizione culinaria del nostro
territorio. Un modo per fare anche beneficenza visto che il
ricavato della festa sarà devoluto a un’associazione che si
occupa di migliorare la vita di tante persone che sono in
difficoltà”.

Covid, 28mila nuovi casi in
Gran Bretagna: paura per la
variante delta
In Italia nel lodigiano scoppia un
focolaio dopo una festa in un locale
Nuovo picco con oltre 28.700 contagi Covid alimentati nel
Regno Unito dalla variante Delta: nelle ultime 24 ore, secondo
i dati del governo, ne sono stati registrati 28.773, come non
accadeva dalla seconda metà di gennaio, su quasi 1,2 milioni
di tamponi. A Codogno, in un locale dopo una festa di fine
anno scolastico, è scoppiato un focolaio Covid. Allerta
dell’Onu: la pandemia ha “creato” 120 milioni di nuovi poveri.

Focolaio nel Lodigiano dopo festa in un
locale a Codogno
Diversi casi di ragazzi positivi al Covid si sono registrati
nel Lodigiano dopo una festa che si è svolta in un locale di
Codogno dieci giorni fa. Almeno 4 a Orio Litta dove 27 persone
si trovano in isolamento fiduciario. Per questo il sindaco di
Orio Francesco Ferrari ha fatto un appello agli abitanti.
“Voglio chiedere ai miei concittadini, almeno in questi giorni
– ha spiegato -, di indossare le mascherine come se fossimo
ancora a due mesi fa, dato il focolaio. La pandemia
andrà presto via, considerata anche la campagna vaccinale, ma,
nel frattempo, bisogna avere ancora un po’ di pazienza.
Soprattutto noi, in questi giorni”.

In Gb nuovo picco con oltre 28.700 casi,
37 i morti
Nuovo picco con oltre 28.700 contagi Covid alimentati in Gran
Bretagna dalla variante Delta: nelle ultime 24 ore, secondo i
dati del governo, ne sono stati registrati 28.773, come non
accadeva dalla seconda metà di gennaio, su quasi 1,2 milioni
di tamponi. In aumento pure il totale dei ricoveri negli
ospedali (tornato oltre quota 2.200) e i morti giornalieri,
arrivati oggi a 37. I vaccini somministrati si avvicinano
intanto a 80 milioni di dosi, con oltre il 64,3% degli over 18
interamente immunizzati e l’86,2% coperti da una dose.

Onu: “Nel 2020 120 milioni di nuovi
poveri”
Il coronavirus ha già lasciato forti strascichi sull’economia
globale. Meno note, forse, sono le conseguenze dei cali del
Pil sul bilancio delle singole famiglie oltre che rispetto ai
passi avanti fatti in materia di sviluppo sostenibile. A fare
il punto e lanciare l’allarme è il rapporto sugli Obiettivi di
Sviluppo Sostenibile 2021 dell’Onu. Nel 2020 sono stati persi
un equivalente di 255 milioni di posti di lavoro a tempo
pieno. E il numero di persone che soffrono la fame – già in
aumento prima della pandemia – potrebbe essere aumentato di un
valore compreso tra gli 83 e i 132 milioni di individui.
Nell’anno nero della pandemia, infatti, tra 119 e 124 milioni
di persone sono state spinte verso la poverta’ pari a una
media di 120 milioni.
Biden: “La guerra contro il virus non è
finita”
“La guerra contro il virus non è finita. Adesso, mentre vi
parlo, milioni di americani non sono ancora vaccinati e dunque
non sono protetti e per questo sono a rischio, le loro
famiglie sono a rischio e le loro comunità sono a rischio”. Lo
ha detto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nelle sue
considerazioni sul programma vaccinale negli Usa. “E questo –
ha aggiunto – desta ancora maggior preoccupazione a causa
della variante Delta”.

Von der Leyen: “Troppe dosi vaccino non
usate, vaccinatevi”
“L’Europa vuole lasciarsi alle spalle la pandemia. La buona
notizia è che la campagna vaccinale è diventata un successo”.
Così la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen,
sottolineando come tuttavia “nel frattempo si stia diffondendo
la variante Delta e troppe dosi non vengono usate e restano
nei frigoriferi. Aumentiamo gli sforzi per convincere gli
europei a vaccinarsi. La vaccinazione significa protezione e
anche libertà”.

Raffaella Carrà, oggi a Roma
il corteo funebre: i funerali
venerdì alle 12 presso la
chiesa di Santa Maria in Ara
Coeli

Sarà un addio lungo tre giorni quello a Raffaella Carrà, morta
lunedì a 78 anni a Roma. Una scomparsa accolta da commozione
in Italia e all’estero, testimoniata da un fiume di articoli,
ritratti, omaggi e ricordi.

Un legame profondissimo con il pubblico riflesso anche dal
programma ufficiale delle sue esequie: partiranno oggi con un
corteo funebre che prenderà il via alle 16 dalla sua
abitazione a Roma nord, facendo tappa in quei luoghi simbolo
della Rai, dove è stata tante volte protagonista: l’Auditorium
del Foro Italico (largo Lauro de Bosis), la sede Rai di di Via
Teulada 66, il Teatro delle Vittorie, la sede Rai di Viale
Mazzini 14 fino all’arrivo in Campidoglio (Sala Protomoteca).
Qui l’apertura della camera ardente sarà alle ore 18 e si
protrarrà fino a mezzanotte, per poi proseguire domani dalle
ore 8 alle 12 e poi dalle ore 18 a mezzanotte.
La funzione funebre si terrà invece Venerdì 9 alle 12 presso
la chiesa di Santa Maria in Ara Coeli, sempre su Piazza del
Campidoglio. Per lo stesso giorno e ora, Sergio Iapino, a
lungo compagno, amico e collaboratore di Raffaella Carrà, ha
chiesto a tutti i suoi fan, in Italia, nel mondo, nelle chiese
dei piccoli paesini come in quelle delle grandi città, di
darsi appuntamento, per offrire tutti insieme l’ultimo saluto
virtuale a Raffaella”.

Lutto   nel   mondo   dello
spettacolo: morta Raffaella
Carrà

E’ andata in un mondo migliore, dove la sua umanità, la sua
inconfondibile risata e il suo straordinario talento
risplenderanno per sempre”. Con queste parole Sergio Iapino dà
il triste annuncio unendosi al dolore degli adorati nipoti
Federica e Matteo, di Barbara, Paola e Claudia Boncompagni,
degli amici di una vita e dei collaboratori più stretti.

Raffaella Carrà si è spenta alle ore 16.20 di oggi, dopo una
malattia che da qualche tempo aveva attaccato quel suo corpo
così minuto eppure così pieno di straripante energia. Una
forza inarrestabile la sua, che l’ha imposta ai vertici dello
star system mondiale, una volontà ferrea che fino all’ultimo
non l’ha mai abbandonata, facendo si che nulla trapelasse
della sua profonda sofferenza. L’ennesimo gesto d’amore verso
il suo pubblico e verso coloro che ne hanno condiviso
l’affetto, affinché il suo personale calvario non avesse a
turbare il luminoso ricordo di lei. Donna fuori dal comune
eppure dotata di spiazzante semplicità, non aveva avuto figli
ma di figli – diceva sempre lei – ne aveva a migliaia, come i
150mila fatti adottare a distanza grazie ad “Amore”, il
programma che più di tutti le era rimasto nel cuore. Le
esequie saranno definite a breve. Nelle sue ultime
disposizioni, Raffaella ha chiesto una semplice bara di legno
grezzo e un’urna per contenere le sue ceneri. Nell’ora più
triste, sempre unica e inimitabile, come la sua travolgente
risata. Ed è così che noi tutti vogliamo ricordarla. Ciao
Raffaella.

Pisa, sulle colline della
Valdera prosegue il rave
party con 6mila persone
Al momento sono state identificate 200
persone che ora rischiano una denuncia
Prosegue ancora, da sabato notte, il rave party non
autorizzato in corso in Toscana, sulle colline della Valdera,
a Tavolaia di Santa Maria a Monte (Pisa) al quale partecipano
migliaia di persone, soprattutto giovani. Molti provengono da
fuori regione e anche dall’estero (Francia, Spagna, Germania e
Belgio le nazionalità).

Musica techno ‘sparata’ dalle casse montate su un camion si
sente a centinaia di metri di distanza di un terreno privato.

Sono circa 200, ad ora, le persone identificate dalle forze
dell’ordine e che ora rischiano una denuncia per invasione di
terreno privato, sui 6.000 o forse più; partecipanti al rave
party. I 200 sono giovani che hanno definitivamente
abbandonato l’area.

Lungo le strade di accesso all’area, scelta come campeggio e
discoteca abusivi è stato predisposto un cordone di forze
dell’ordine, oltre un centinaio di agenti che hanno istituito
tre check point per impedire nuovi arrivi. La questura da
oltre 24 ore sta coordinando un apposito servizio di ordine
pubblico. Attenzione anche alle misure anti-Covid.

“Per ora stiamo monitorando la situazione e non si segnalano
particolari criticità al di là della musica techno molto alta
che è udibile anche a centinaia di metri di distanza. Non
abbiamo neppure notizia di criticità sotto il profilo
sanitario, anche se sul posto vi sono ambulanze e personale
del 118 pronti a intervenire in caso di necessità”. Lo ha
detto il prefetto di Pisa, Giuseppe Castaldo.

“Riteniamo che l’idea di questo evento sia partito da
organizzatori francesi”. Lo dice Ilaria Parrella, sindaco di
Santa Maria a Monte (Pisa), piccolo centro tra Pontedera ed
Empoli. Il terreno invaso è di proprietà privata, in località
Tavolaia, ai margini di un bosco. “E’ un’area con poche
abitazioni sparse e abitualmente molto tranquilla. Una specie
di paradiso – sottolinea Parrella – nei pressi del quale sorge
anche un osservatorio astronomico proprio per la quiete e un
certo isolamento. Speriamo che questa situazione non faccia
troppi danni ma potremo fare verifiche approfondite solo
quando tutti saranno andati via”. “Già nel 2007 ci fu un
episodio analogo con un rave che si protrasse alcuni giorni”,
ricorda la sindaca, oggi “sul posto ci sono centinaia di
veicoli e almeno due grossi Tir che ospitano una specie di
palco e amplificatori enormi. Gran parte dei mezzi
parcheggiati hanno targa francese”.

Del rave party “ne ho parlato a lungo ieri con il prefetto di
Pisa, che ha la situazione sotto controllo. E mi aveva
telefonato Ilaria Parrella, il sindaco di Santa Maria a Monte.
Ho visto un comportamento di grande capacità e maturità da
parte delle istituzioni e oggi” i partecipanti “dovrebbero
disperdersi. Io del resto non avendo una polizia regionale non
posso proprio fare nulla”, intervenire. Così il presidente
della Toscana, Eugenio Giani sul rave in corso tra Pontedera
ed Empoli.
Palermo,                         operazione
antimafia:                   arrestate   85
persone

Tra le persone finite in manette anche
una collaboratrice di giustizia
PALERMO – I carabinieri del Comando provinciale di Palermo e
la Direzione Investigativa Antimafia hanno eseguito
un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 85 persone
accusate a vario titolo di associazione mafiosa, concorso
esterno in associazione mafiosa, associazione finalizzata al
traffico di droga, reati in materia di armi, estorsione e
corruzione. Sono 63 le persone che sono state portate in
carcere, 18 agli arresti domiciliari e 4 sottoposte a obblighi
di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria.

Tra le persone tratte in arresto c’è anche la collaboratrice
di giustizia Giusy Vitale, sorella dei capi del mandamento
mafioso di Partinico Leonardo e Vito. Passata alla guida del
clan dopo la detenzione dei fratelli Leonardo e Vito, poi
divenuta collaboratrice di giustizia, per i pm sarebbe al
centro di un grosso traffico di droga.

Con lei sono stati arrestati anche la sorella Antonina e il
nipote Michele Casarrubia.

I carabinieri, col supporto di unità cinofile, del nucleo
elicotteri e dello squadrone cacciatori di Sicilia, hanno
eseguito 70 provvedimenti cautelari tra Palermo, Trapani,
Latina, Napoli, Roma e Nuoro. Tra le misure emesse 3 sono per
associazione mafiosa e una per concorso esterno in
associazione mafiosa. Disarticolate inoltre 5 organizzazioni
di trafficanti di stupefacenti i cui componenti sono accusati
di produzione e traffico di marijuana cocaina e hashish, ma
anche di reati in materia di armi e contro la pubblica
amministrazione come la corruzione di un agente della polizia
penitenziaria in servizio presso il carcere Pagliarelli di
Palermo. La Direzione Investigativa Antimafia, invece, nelle
province di Palermo, Trapani, Roma, Milano, Reggio Calabria e
Cagliari, ha arrestato quattordici persone: dieci sono finite
in carcere e quattro agli arresti domiciliari e ne ha
sottoposta una all’obbligo di dimora nel comune di residenza e
di presentazione alla polizia giudiziaria. Le accuse sono, a
vario titolo, di associazione finalizzata alla coltivazione,
alla produzione e al traffico illeciti di sostanze
stupefacenti. L’inchiesta nasce da accertamenti avviati dai
carabinieri della Compagnia di Partinico nel novembre 2017 su
Ottavio Lo Cricchio, imprenditore del settore vinicolo, e
Michele Vitale, esponente della famiglia mafiosa dei Vitale,
storici capi del mandamento mafioso di Partinico.
Nell’inchiesta, che nel 2020 aveva portato allo scioglimento
per mafia del Consiglio comunale di Partinico, sono emersi
legami fa i boss ed uomini politici locali.

Nel novembre 2018, Casarrubia va a Roma per trattare
l’acquisto di un’ingente quantità di cocaina con Consiglio Di
Guglielmi, detto Claudio Casamonica, personaggio di vertice
dell’omonimo clan romano, successivamente morto per Covid.
All’incontro, interamente registrato dagli inquirenti,
partecipa tra gli altri anche l’allora collaboratrice di
giustizia oggi accusata di aver acquistato cocaina da
fornitori calabresi a Milano e Bergamo. Le conversazioni
registrate tra la Vitale e il nipote hanno messo in luce il
suo ruolo nel traffico di stupefacenti. “E’ assolutamente
chiaro come la donna non si sia dissociata dall’ambiente
criminale in genere e da Cosa nostra in particolare”, scrive
il gip. Tra gli episodi che dimostrano che non avrebbe mai
rotto il suo legame col clan c’è una sua conversazione col
nipote del dicembre 2018 a Roma. Casarrubia, nell’informare la
zia delle dinamiche criminali della cosca di Partinico, le
riferisce che, a seguito di un furto di marijuana commesso dal
cugino Michele Vitale, questi era stato convocato dai vertici
della cosca per rendere conto del suo gesto. La donna, per
nulla sorpresa, risponde che l’iniziativa è assolutamente
fisiologica perché conforme alle regole di Cosa nostra.

Sono 5 le organizzazioni di trafficanti
di droga che operavano tra Palermo, la
provincia e Trapani scoperte dalla Dda
nel corso dell’indagine
La necessità di non compromettere i guadagni garantiti dal
traffico di stupefacenti su larga scala ha imposto una sorta
di pax tra i vari gruppi, tutti legati ai clan mafiosi, per la
gestione territoriale dei flussi di droga. Da questa esigenza
la definizione di un precario equilibrio caratterizzato da una
costante fibrillazione che si è manifestata con numerosi
danneggiamenti, spedizioni punitive ed atti incendiari
riconducibili all’uno o all’altro gruppo criminale, sempre in
procinto di portare lo scontro ad un livello superiore. E’
emersa, scrive il gip, “l’immagine di una vera e assai
allarmante balcanizzazione degli scenari criminali che
consente di presagire futuribili scenari di nuove e forse
imminenti guerre di mafia nella provincia palermitana
storicamente nota come tra le più attive nell’ambito criminale
del traffico di stupefacenti”.

Un gruppo era diretto da Michele Vitale, della storica
famiglia mafiosa di Partinico, un altro aveva al vertice
un’altra Vitale, Antonina, sorella della ex pentita Giusy e
dei boss Leonardo e Vito, e il figlio Michele Casarrubia.
C’erano poi la banda con a capo Nicola Lombardo e Nunzio
Cassarà, quella diretta dai fratelli Maurizio e Antonino
Primavera e quella capeggiata dai fratelli Gioacchino e
Raffaele Guida, Massimo Ferrara e Angelo Cucinella. Le
organizzazioni si erano divise la gestione dei fiorenti
traffici di droga per la Sicilia occidentale rifornendo
stabilmente le piazze di spaccio della provincia di Trapani e
di Palermo, dove operavano i referenti del gruppo Guida. In
provincia di Palermo il controllo sulle vendite era esercitato
dall’organizzazione Casarrubia-Vitale. Gran parte della
cocaina arrivava dal basso Lazio tramite i corrieri dei Guida.
Altro canale di approvvigionamento era assicurato dalla
Campania in accordo con clan camorristici locali i cui
interessi venivano rappresentati dai fratelli Visiello,
esponenti del clan di Torre Annunziata. L’hashish veniva
invece da Palermo.

Per anni il boss palermitano Francesco Nania sarebbe riuscito
a comunicare con l’esterno nonostante fosse detenuto grazie
all’aiuto del titolare di un’agenzia immobiliare, Giuseppe
Tola, che gli avrebbe messo a disposizione un agente della
polizia penitenziaria di Palermo in servizio nel carcere
Pagliarelli. L’agente, a cui è stato contestato il reato di
corruzione aggravata, ha favorito il boss rendendo possibili
scambi di lettere dal carcere e ha rivelato agli indagati
informazioni sull’organizzazione della struttura carceraria
per ostacolare le attività di indagine e di intercettazione.
In cambio avrebbe ricevuto cibo (ricotta, arance, carne di
capretto), vestiti (felpe, tute), il lavaggio mensile
dell’auto e l’acquisto di carburante a un prezzo inferiore a
quello di mercato.

Corchiano, storia a lieto
fine per il cagnolino di
quartiere:   salvato   da
Carabinieri e Vigili del
Fuoco dopo essere caduto
nelle fogne
CORCHIANO (VT) – Il cagnolino di quartiere si infila in un
tombino e cade nelle fogne. Questo quanto accaduto nel
pomeriggio di ieri a Corchiano dove ad accorgersi
dell’accaduto una donna che ha subito chiamato i Carabinieri
per chiedere aiuto.

I militari si sono attivati subito insieme ai Vigili del fuoco
calandosi nel tombino e percorrendo la fognatura per circa 200
metri fino a quando non hanno intravisto il cagnolino che una
volta raggiunto è stato portato in salvo tra l’ emozione della
gente del quartiere tutta affacciata ai balconi cha alla fine
ha fatto partire un grande applauso, che ha ripagato lo sforzo
delle forze di polizia intervenute.
Giocano sul tetto di una
vecchia    ghiacciaia   nel
Veronese: morti due bambini
di 6 e 7 anni

Nel veronese due bambini di 7 anni morti e altri due di 6 e 7
anni feriti e curati in ospedale. I quattro piccoli sono stati
travolti dai mattoni e dalle lastre di pietra della volta di
un’antica ghiacciaia in disuso sulla quale stavano giocando
attigua alla malga.

La ghiacciaia è una particolare buca scavata nel terreno, una
sorta di frigorifero naturale che un tempo veniva riempita in
inverno di neve e utilizzata in estate per mantenere i cibi al
fresco. Si trova sotto il terreno e solitamente è ricoperta di
sassi, lastre di pietra o mattoni.

I quattro bimbi si sono arrampicati sul tetto senza rendersi
conto che la volta del manufatto era instabile.
Improvvisamente il tetto ha ceduto di schianto facendo
precipitare i piccoli da un’altezza di tre metri. Sopra di
loro si è creato un ‘muro’ di pietre. Per due di loro non c’è
stato più nulla da fare mentre altri due piccoli di 6 e 7 anni
sono stati soccorsi e sono stati trasportati all’ospedale
Borgo Trento in condizioni giudicate non preoccupanti
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