BERGAMOTTO REGGIO CALABRIA: INIZIATA RACCOLTA. SI PUNTA A 150 MILA QUINTALI FRUTTI E 80 MILA CHILI ESSENZA - Agricolae

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BERGAMOTTO REGGIO CALABRIA: INIZIATA RACCOLTA. SI PUNTA A 150 MILA QUINTALI FRUTTI E 80 MILA CHILI ESSENZA - Agricolae
BERGAMOTTO REGGIO CALABRIA:
INIZIATA RACCOLTA. SI PUNTA A
150 MILA QUINTALI FRUTTI E 80
MILA CHILI ESSENZA
E’ profumatissimo, assomiglia all’arancia ma ha il colore
giallo brillante del limone. E’ noto per la sua essenza, ma è
ottimo anche per preparare gustose spremute. Da secoli è
oggetto di meraviglia ed interesse da parte di ricercatori,
chef e famosi creatori di profumi. E’ il Bergamotto di Reggio
Calabria DOP. Un frutto che si coltiva in un’area
ristrettissima di 120 chilometri limitata alla fascia ionica
della provincia di Reggio Calabria, dove proprio in questi
giorni sta iniziando la raccolta.

Secondo il Consorzio di Tutela del Bergamotto, si prevede di
raggiungere gli stessi risultati dell’anno scorso: 150 mila
quintali di frutti raccolti, per un totale di circa 80 mila
chili di essenza prodotta. Questa produzione unica al mondo è
tra le pochissime produzioni agricole, in particolare tra gli
agrumi, a guardare con ottimismo il futuro. La quasi totalità
è destinata all’export. Il principale mercato di sbocco
dell’essenza, estratta dalla buccia del frutto, è l’industria
mondiale della profumeria. “I principali Paesi di destinazione
sono quelli europei, Francia in testa – ricorda Ezio Pizzi,
Presidente del Consorzio di Tutela del Bergamotto Dop – poi i
Paesi nordamericani, l’Australia e, recentemente , anche
l’India, la Cina e il Giappone.” Oltre che nella profumeria e
nella cosmetica, l’olio essenziale di Bergamotto Dop ha
recentemente trovato un importante campo di utilizzo anche
nell’industria farmaceutica, per le sue proprietà
antibatteriche, antimicotiche, cicatrizzanti e antivirali.

L’olio di bergamotto rappresenta anche un valido sostegno per
la psiche, evocando ricordi di solarità e purezza. In casi di
mancanza di luce o stati depressivi, l’essenza di bergamotto
si può integrare validamente alle terapie comuni, aiutando
così a combattere angosce e abbassamenti d’umore, ridonando
ottimismo e serenità. Numerose sono anche le proprietà
contenute nel suo succo, infatti esso contiene un’elevata
quantità di vitamine C, B1 e B2 e il flavedo è ricco di
vitamina A ed E, perciò, svolge un’efficace azione riparatoria
nei disturbi ossei. Inoltre, i flavonoidi contenuti nel succo,
incrementando l’attività di alcuni enzimi ad azione
antiossidante, limitano la produzione di radicali liberi
dell’ossigeno nella parete vasale e migliorano la produzione
endoteliale di ossido nitrico. Recenti studi condotti
dall’Università di Cosenza hanno individuato, isolato e
brevettati due principi attivi presenti solo nel succo del
bergamotto e nella sua polpa che inibiscono la produzione del
colesterolo nel sangue e contestualmente trigliceridi e
zuccheri costituendo una efficace difesa dalle patologie
cardiovascolari e dal diabete.

LOMBARDIA.CAVALLI,FAVA: PIU’
CHIAREZZA IN NORME COMPARTO
L’assessore all’Agricoltura della
Lombardia, Gianni Fava, ha incontrato questo pomeriggio alla
115ª edizione di Fieracavalli di Verona il governatore del
Veneto, Luca Zaia. “Un incontro informale ed estremamente
cordiale – ha detto l’assessore Fava – nell’ambito del quale
abbiamo toccato diversi temi, ovviamente non soltanto legati
al
comparto primario”.
Il responsabile delle Politiche agricole della Lombardia si è
intrattenuto a lungo anche con allevatori e appassionati di
cavalli. “La Regione Lombardia è disponibile a valutare i
progetti che le rappresentanze degli allevatori di equidi
inoltreranno all’assessorato – ha specificato Fava -. Siamo
pronti, se necessario, ad intervenire su un settore che ha un
profilo altissimo, ma che sconta alcuni problemi di
sostenibilità economica”.

STOP A CENTRALISMO BUROCRATICO – L’assessore lombardo Fava,
inoltre, ha auspicato però una maggiore chiarezza sul quadro
normativo e soprattutto sulla gestione dei libri genealogici e
dell’anagrafe degli equidi. “Assistiamo a sovrapposizioni,
duplicazioni, incognite – ha dichiarato Fava – a causa del
centralismo esasperato del Governo. Se il ministero non è più
in
grado di gestire il comparto, la Regione Lombardia si candida
a
farlo.   Attendiamo   solamente   la   delega,   anche   per   dare
chiarezza
a centinaia di allevatori che la meritano”. (Ln)

LOMBARDIA. CULATELLO, FAVA:
DISCIPLINARE            USO
DENOMINAZIONE
L’ASSESSORE SCRIVE AL MINISTRO: ‘CULATTA’ DISTORCE IL MERCATO

(Ln – Milano, 08 nov) L’assessore regionale all’Agricoltura
Gianni Fava ha scritto oggi al ministro per le Politiche
agricole Nunzia De Girolamo in merito alle problematiche che
stanno interessando le produzioni di ‘Culatello di Zibello’
Dop,
recentemente evidenziate anche dal relativo Consorzio di
tutela,
dall’associazione Strada del Culatello e sottoscritta dagli
stakeholders dei territorio interessati.
“Oggi le produzioni del ‘Culatello di Zibello’ sono in calo
del
40 per cento rispetto al 2011 – afferma l’assessore lombardo -
.
La tendenza positiva che si è affermata in oltre un decennio,
foriera di tanti benefici per i territori di origine quanto
qualificante per tutte le produzioni italiane nel mondo, è
messa
in serio pericolo dalla ‘Culatta’. Tale prodotto, che non gode
di alcun riconoscimento né, tantomeno, di un processo di
produzione garantito, si propone infatti sul mercato – a mio
avviso illegittimamente – con la denominazione generica di
‘Culatello’, potendo far leva su prezzi che possono essere
fino
al 40 per cento inferiori rispetto a quelli del ‘Culatello’
vero
– quello ‘di Zibello’ – per ovvi motivi che non sto qui ad
elencare”.

DOP RISPETTANO DISCIPLINARI RIGIDI, E CONSUMATORI – “In
considerazione del fatto – si legge nella missiva di Fava al
ministro – che buona parte delle cosce utilizzate, come
previsto
dal disciplinare, provengono da suini allevati e macellati
nell’ambito della filiera lombarda, ritengo la vicenda di
assoluto interesse anche per l’Assessorato che rappresento e
pertanto ritengo sia utile comunicarLe la piena condivisione
delle preoccupazioni espresse dai soggetti sopra citati”. Il
‘Culatello di Zibello’ è, per prestigio internazionale, una
delle primarie DOP italiane. “Tale prestigio – prosegue Fava –
è
frutto del rispetto di un rigido disciplinare, che,
assicurando
la provenienza delle cosce, i metodi di lavorazione e i tempi
di
stagionatura, conferisce al prodotto qualità organolettiche
uniche, rappresentando al contempo una garanzia per i
consumatori e per il buon nome del ‘Made in Italy’ nel mondo”.

RICONOSCIUTO DALL’EUROPA DAL 1996 – Questo prodotto, potendo
godere di un riconoscimento ufficiale della Comunità europea
fin
dal 1996, ha incrementato nel corso degli anni il proprio giro
d’affari, andando quasi a triplicare il numero dei produttori
(dagli iniziali 8 agli attuali 22) e passando dai 22.725 pezzi
prodotti nel 2000 ai 78.632 pezzi prodotti nel 2011; un
incremento del giro d’affari che, trattandosi di una
produzione
saldamente legata al territorio, ha prodotto benefici a
cascata
anche per il settore turistico-gastronomico.

LAVORO PROUTTORI VA RISPETTATO – Una distorsione del mercato,
quella evidenziata da Fava, che rischia di pregiudicare
irrimediabilmente l’immagine del ‘Culatello di Zibello’,
“andando, per usare lo stesso termine di chi mi ha preceduto
sul
tema, a ‘volgarizzare’ la Dop autentica e, con le dovute
proporzioni, l’intero patrimonio agroalimentare italiano”.
“Ritengo – afferma Fava in ultima analisi – che il lavoro dei
produttori, la cura che il Consorzio di tutela riserva a tutte
le fasi della produzione, lo sforzo a livello promozionale,
nonché l’attenzione dedicata dalle istituzioni locali meritino
adeguata considerazione da parte del Suo Ministero”. “Per
questo
motivo, associandomi alle richieste già formulate – aggiunge -
,
chiedo al ministro di attivarsi presso e con il ministro dello
Sviluppo economico, per andare a disciplinare l’uso corretto
della denominazione generica ‘Culatello'”. (Ln)
LOMBARDIA.A MILANO FARMER’S
MARKET SU VIE DELLO SHOPPING
DOMENICA     10     NOVEMBRE
L’AGROALIMENTARE     DIVENTA
ANCHE SOLIDALE
Centodieci agricoltori nel cuore di Milano per far scoprire la
qualità del cibo lombardo e italiano, dando una mano a chi ha
bisogno. E’ questa in sintesi l’iniziativa “Sulla buona
strada”, attesa per domenica 10 novembre, dalle 10 alle 20, in
corso Buenos Aires a Milano. Contenuti e obiettivi del primo
‘farmer’s market’ di Campagna Amica nelle vie dello shopping,
promosso da Coldiretti Lombardia in collaborazione con Banco
Farmaceutico Fondazione Onlus, Confcommercio, Caritas
Ambrosiana, e il patrocinio dell’Assessorato regionale
all’Agricoltura, di Comune e Provincia di Milano, e di Expo
2015, sono stati presentati oggi in una conferenza stampa a
cui hanno partecipato Gianni Fava, assessore regionale
all’Agricoltura, Luca Agnelli, assessore all’Agricoltura della
Provincia di Milano, Luciano Gualzetti, vicedirettore Caritas
Milano e Marco Barbieri, Camera di Commercio di Milano.

MILANO VETRINA DELL’AGROALIMENTARE – “Un evento – ha ricordato
Fava – che insieme ad altri presentati in questi giorni
rendono protagonista il capoluogo di regione sui temi
dell’agroalimentare”. Con una modalità interessante, “portando
in città le eccellenze delle nostre produzioni” ha detto
l’assessore regionale. Una scelta coraggiosa, dunque, “per
un’iniziativa che mi auguro contribuisca a far diventare
Milano la capitale dell’agroalimentare lombardo”. Una missione
comune, questa, “perché – ha ricordato nuovamente Fava – il
capoluogo è la vetrina più grande di cui disponiamo, e la più
adatta per promuovere quella parte di territorio fino a oggi
rimasto ai margini”. Oltre che per dare giusto valore
all’alimento, “risorsa per il sostentamento, non solo oggetto
di valorizzazione commerciale. E’ il tema che sarà di Expo, e
Milano sarà ancora una volta una realtà dove poter discutere
dei modelli di sviluppo”. Un’iniziativa etica: “al consumatore
fa capire che esiste ancora una Lombardia agricola forte, e
gli insegna a riconoscere sempre più i prodotti contraffatti.
Perché il consumatore resta il miglior alleato del
produttore”.

FARMACI PER CHI HA BISOGNO – Da Porta Venezia a viale Tunisia,
in 9mila metri quadrati si proverà a raccontare il valore
delle produzioni italiane riflettendo allo stesso tempo sulle
nuove ‘frontiere’ del bisogno. In programma, inoltre,
iniziative didattiche, assaggi di ‘street food’, creazione di
candele con la cera d’api e consigli sulle cure ai malanni
invernali con il miele. Con l’iniziativa “Il baratto della
solidarietà” (dalle 10 alle 18) si potranno donare farmaci
validi, non scaduti, abiti usati, coperte, in cambio di un
piccolo kit alimentare ‘lombardo’ a base di latte e salsa di
pomodoro. Al banco del baratto saranno presenti farmacisti per
verificare condizioni e validità dei farmaci consegnati.

CIBO ELEMENTO DI RIFLESSIONE PER SVILUPPO SOCIETA’ – “Grazie
ai farmer’s market – ha detto Ettore Prandini, presidente
Coldiretti Lombardia – molte imprese, circa 2000, hanno potuto
continuare a lavorare e far conoscere le nostre eccellenze
alimentari. Cibo che sarà sempre più elemento centrale delle
riflessioni sullo sviluppo della nostra società e di quelle
degli altri paesi, come dimostra il tema centrale di Expo
2015; un evento che qualificherà il comparto liberandolo da
quella veste di apparente omologazione che nulla ha a che
vedere con i prodotti della nostra agricoltura”. (Ln)
ISTAT, CONFAGRICOLTURA: “LA
BUROCRAZIA   IMPEDISCE    LO
SVILUPPO. ALL’ACADEMY DEGLI
IMPRENDITORI AGRICOLI DEL
“Concordiamo con il Report Istat su ‘mercati, strategie e
ostacoli alla competitività’ che la burocrazia è uno degli
ostacoli principali per chi fa impresa”. Lo sottolinea
Confagricoltura con riferimento al Rapporto Istat. “Oggi gli
imprenditori sono in un labirinto, un groviglio inestricabile
di regole, controlli, vessazioni – commenta Confagricoltura -.
La semplificazione è la priorità”. Il tema sarà dibattuto ed
approfondito martedì 12 novembre nell’Academy di
Confagricoltura, che si intitolerà “Troviamo la via
d’uscita!…Viaggio nel labirinto della burocrazia”.

In occasione dell’evento, moderato dal vice direttore di Radio
24 Sebastiano Barisoni, verrà presentata la ricerca della
Fondazione Astrid su problemi, metodi e proposte per
affrontare il tema della burocrazia. A seguire, nei question
time con i rappresentanti delle Istituzioni (il
sottosegretario al ministero delle Politiche agricole,
alimentari e forestali Giuseppe Castiglione, il coordinatore
degli assessori regionali all’Agricoltura e assessore
all’Agricoltura della Puglia Fabrizio Nardoni, il sindaco di
Novara componente dell’ufficio di presidenza Anci Adrea
Ballarè) e con il giornalista Gian Antonio Stella, gli
imprenditori ed i vertici dell’Organizzazione illustreranno le
loro esperienze reali, in una giornata che si propone di
richiamare l’attenzione sul problema e giungere a proposte
concrete sulla via della semplificazione. Le conclusioni
saranno del presidente di Confagricoltura, Mario Guidi.

LE       STRATEGIE        DI
CONFAGRICOLTURA    PER    IL
RILANCIO DELLE AGROENERGIE
Promuovere un modello di azienda agricola che a medio termine
sia energeticamente indipendente grazie al mix di fonti
rinnovabili indipendentemente dagli incentivi, favorendo
l’autoconsumo aziendale liberandolo dai diversi oneri che
ancora oggi ne frenano lo sviluppo.

– Proseguire nelle politiche       dirette   ad   incentivare
l’efficienza energetica.

– Favorire la rimozione dell’amianto abbinato al fotovoltaico
anche dai beni strumentali nell’abito delle politiche rivolte
ad agevolare tramite detrazioni fiscali le ristrutturazioni
edilizie.

– Valorizzare la nostra risorsa agroforestale nella produzione
termica e nel teleriscaldamento..

– Puntare con decisione allo sviluppo del biometano,
procedendo in tempi brevi all’emanazione dello specifico
decreto.

– Incoraggiare i piccoli impianti per la produzione elettrica
(minieolico e mini-idrico) e quelli in cogenerazione (biogas e
biomasse), aprendo il dibattito sui nuovi strumenti di
sostegno alle agroenergie in vista della scadenza del 2015.

– Dare più attenzione ai sottoprodotti e più in generale alle
biomasse di integrazione. Sono anni che attendiamo il decreto
per l’utilizzazione agronomica del digestato e da alcuni mesi
è pronto il decreto sull’utilizzo energetico dei sottoprodotti
ancora fermo al ministero dell’Ambiente.

– Valorizzare da un punto di vista energetico i terreni
marginali, anche attraverso coltivazioni specifiche; che
potrebbe essere un grande volano per la ripresa
dell’agricoltura nelle aree insulari e del Sud Italia;

– Potenziare le infrastrutture ed in particolare le reti e
soprattutto dettare nuove regole in grado di far decollare
definitivamente le rinnovabili.

– Favorire le Smart grid energetiche, ovvero la gestione
innovativa delle reti di distribuzione che aiuta la
generazione più efficiente attraverso un sistema sempre più
integrato.

– Favorire la creazione di reti private e sistemi locali di
utenza (SEU) con basi normative e regolamentari.

– Rendere più accessibili i fondi pubblici alle imprese anche
in termini di semplificazione delle modalità di accesso e
nella tempistica     relativa    all’istruttoria     fino   al
finanziamento.

– Porre attenzione alla discussione sul costo in bolletta
delle rinnovabili. Occorre intervenire con razionalità,
diminuendo da una parte il costo per i consumatori. ma
evitando assolutamente qualsiasi intervento retroattivo che
potrebbe avere il solo effetto di distruggere il settore.
AGRICOLTURA   2020:  GUIDI,
“INTELLIGENTE, SOSTENIBILE,
INCLUSIVA”
“Le nostre strategie per la crescita devono coincidere con le
strategie europee per i prossimi sette anni che abbiamo
davanti. E quindi le politiche per la nostra economia devono
essere allineate agli indirizzi di “Europa 2020” per una
crescita intelligente, cioè basata sull’innovazione e la
conoscenza; sostenibile, ovvero attenta alla sostenibilità
economica, sociale e ambientale, e inclusiva, che favorisca
l’occupazione ed una crescita del reddito diffusa su tutto il
territorio.”

Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi
concludendo il convegno “Agricoltura 2020: intelligente,
sostenibile, inclusiva”, organizzato a Rimini in occasione di
KeyEnergy.

“Occorre quindi proseguire su questo percorso – continuato il
presidente Guidi – utilizzando gli strumenti messi a
disposizione dalla riforma della politica agricola comunitaria
per il “post 2013”. Una riforma che avrebbe potuto essere
migliore per la competitività delle nostre imprese, ma che è
pur sempre del tutto coerente con gli obiettivi di Europa
2020”.

E tra gli obiettivi c’è anche quello di una maggiore
produzione e produttività. Secondo i dati della Fao, la
crescita media annua della produzione agricola mondiale dal
1961 ad oggi è stata del 2,3%; da qui al 2030 questa media
scenderà molto probabilmente all’1,5% e tra il 2030-2050
passerà allo 0,9%.

“Questo ci deve far riflettere – ha commentato Guidi -. Pur se
in maniera sostenibile, dobbiamo puntare innanzitutto sulla
produzione. Oggi in Italia abbiamo oltre mezzo milione di
ettari a riposo, aumentati del 50% negli ultimi trent’anni ed
ormai pari ad oltre il 4% della superficie agricola
utilizzabile, che pure è in calo costante. Un potenziale
produttivo che attende solo di essere rimesso a sistema”.

Alla fine di questo mese sarà definitivamente approvato il
pacchetto di regolamenti che costituisce la riforma della Pac
“verso il 2020”. Un ulteriore (il quinto negli ultimi venti
anni) cambiamento radicale delle regole con cui Bruxelles
intende indirizzare i poco più di 50 miliardi di euro di
risorse europee destinate alla nostra agricoltura nei prossimi
sette anni.

La   riforma   della   Pac   è   sicuramente   improntata   alla
sostenibilità; principalmente però in chiave ambientale. Lo
dimostra il fatto che il 30% della spesa agricola che essa
prevede per i pagamenti diretti (poco più di un miliardo di
euro l’anno per l’Italia dedicato al greening) e per lo
Sviluppo rurale (quasi 500 milioni di euro l’anno di fondi
comunitari cui si somma la quota parte di cofinanziamento
nazionale) dovrà essere dedicata a misure a favore
dell’ambiente, della biodiversità, a combattere e mitigare gli
effetti del cambiamento climatico. In totale quindi circa due
miliardi di euro l’anno.

“Dobbiamo fare in modo – ha sottolineato il presidente della
Confagricoltura – che tutte le risorse e tutti gli interventi
non si risolvano solo in un’azione protettiva dell’ecosistema,
ma anche in una forte azione proattiva a favore delle imprese
e della loro attività, della sostenibilità economica e sociale
con la loro presenza diffusa che può contribuire – come recita
il titolo dell’incontro che Confagricoltura ha voluto
realizzare qui a Rimini – a ridare energia all’economia ed al
Paese”.

Ma l’Agricoltura 2020 è anche quella che ha saputo
diversificare le proprie produzioni rivolgendosi al non food
ed in particolare alla fornitura alla collettività di energie
da fonti rinnovabili che non determinano emissioni di gas
serra. Oggi gli impianti installati in Italia per la
produzione di bioenergia (le rinnovabili più legate
all’agricoltura) assommano ad una capacità di 1.600 Mwatt di
potenza, il 4% circa del totale di impianti a FER istallati.
Per una produzione che supera di poco i 7mila Gigawattora,
quasi il 9% della energia da fonte rinnovabile prodotta in
Italia. A questi si aggiungono i 2.500 MW di fotovoltaico
installati nel settore agricolo.

“La sfida – ha detto il presidente di Confagricoltura – è ora
quella di legare il più possibile questa capacità di impianto
alla nostra produzione agricola. Materie prime, ma anche
deiezioni, scarti, residui, biomassa di varia natura che
proviene dalle coltivazioni agricole e forestali, come
prodotto principale o secondario, sono un patrimonio che
dobbiamo valorizzare come potenziale di sviluppo della nostra
agricoltura. Preferendo trasformare in energia quello che
deriva dalle nostre imprese piuttosto che dall’importazione da
Paesi esteri. Solo in questo modo il raggiungimento degli
obiettivi europei di produzione di energia da fonte
rinnovabile si sposerà con una chance in più di sviluppo per
la nostra agricoltura; che sarà ancora di più Agricoltura
2020”.

Nelle politiche di coesione c’è molta attenzione alle
rinnovabili in agricoltura ed al risparmio energetico.
“Occorre ora – ha concluso Guidi – che tali obiettivi siano
tradotti correttamente all’interno delle misure di sviluppo
rurale, che devono essere accompagnate adeguatamente da un
sistema incentivante selettivo”.

In tale direzione è estremamente importante il lavoro che sta
portando avanti il Mipaaf diretto a definire un piano di
settore per le bioenergie che dovrà essere in grado di
rispondere agli obiettivi fissati dalla Strategia energetica
nazionale ma soprattutto alle nuove sfide indicate dall’Unione
europea al 2030.

35MLN     DI     EURO      DI
FINANZIAMENTI      UE     PER
PROMUOVERE PRODOTTI AGRICOLI
IN EUROPA E NEI PAESI TERZI
promuovere i prodotti agricoli nell’Unione europea e nei paesi
terzi, la Commissione europea ha approvato 22 programmi, per
lo più di durata triennale, con una dotazione finanziaria
complessiva di 70 milioni di euro, di cui 35 milioni a carico
dell’UE. I programmi prescelti riguardano prodotti di qualità
con certificazione DOP (denominazione di origine protetta),
IGP (indicazione geografica protetta) e STG (specialità
tradizionale garantita): vini, carni prodotte in sistemi di
qualità nazionali, prodotti biologici, latte e prodotti
lattiero-caseari,   ortofrutticoli   freschi,  prodotti
dell’orticoltura     ornamentale,    miele   e   prodotti
dell’apicoltura, carni bovine e suine, carni di pollame di
qualità.

Nel rallegrarsi della decisione odierna, Dacian Cioloş,
Commissario europeo per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, ha
dichiarato: “Considero la promozione dei prodotti agricoli
dell’UE sul mercato interno e sui mercati dei paesi terzi uno
strumento politico importante, specialmente per i prodotti di
qualità, ed è per questo che stiamo elaborando una nuova
iniziativa sulla promozione che sarà pubblicata nelle prossime
settimane. Sono convinto che una crescita delle esportazioni
europee dei prodotti di qualità può svolgere un ruolo
importante   nel sostenere la ripresa economica nell’Unione: la
settimana    prossima mi recherò infatti in Giappone e nella
Corea del     Sud nel quadro di un’ulteriore iniziativa di
promozione   delle esportazioni unionali.”

In questa seconda ondata di presentazione dei programmi del
2013 la Commissione ha ricevuto e valutato 34 domande di
finanziamento, approvando infine 22 programmi: 15 che
interessano il mercato interno e 7 relativi ai paesi terzi.
Tra i programmi prescelti, due sono stati proposti da più di
uno Stato membro. Le regioni e i paesi terzi interessati sono:
Nordamerica, Russia, America latina, Norvegia, Svizzera, Medio
Oriente, Serbia, Montenegro, ex Repubblica jugoslava di
Macedonia, Bosnia-Erzegovina, Kosovo.

L’elenco completo dei programmi e dei bilanci adottati oggi è
disponibile in allegato.

Contesto
A norma del regolamento (CE) n. 3/2008 del Consiglio, l’UE può
cofinanziare azioni di informazione e di promozione dei
prodotti agricoli sul proprio mercato interno e nei paesi
terzi, con una dotazione finanziaria di circa 60 milioni di
euro l’anno.

Le azioni finanziate possono consistere in pubbliche relazioni
o campagne pubblicitarie e promozionali sui pregi dei prodotti
dell’Unione, soprattutto in termini di qualità, igiene e
sicurezza alimentare, nutrizione, etichettatura, benessere
degli animali o metodi di produzione rispettosi dell’ambiente.
Vi rientrano inoltre la partecipazione a eventi e fiere, le
campagne di informazione sul sistema europeo delle
denominazioni di origine protette (DOP), delle indicazioni
geografiche protette (IGP) e delle specialità tradizionali
garantite (STG), le informazioni sui regimi europei di
qualità, etichettatura e agricoltura biologica e le campagne
di informazione sul regime dei vini di qualità prodotti in
regioni determinate (VQPRD). L’UE finanzia fino al 50% dei
costi, percentuale che può arrivare fino al 60% per i
programmi che promuovono il consumo di frutta e verdura tra i
bambini o per le azioni di informazione sul consumo
responsabile di alcolici e sui pericoli derivanti dall’abuso
di alcol. Il resto è a carico delle organizzazioni
professionali o intersettoriali che propongono le iniziative
e, in alcuni casi, anche dagli Stati membri interessati. Le
organizzazioni professionali che intendono condurre azioni
promozionali sul mercato interno e nei paesi terzi possono
presentare due volte l’anno le proprie proposte agli Stati
membri che trasmettono quindi alla Commissione l’elenco dei
programmi prescelti e una copia di ciascun programma. I
programmi proposti sono successivamente valutati dalla
Commissione che ne stabilisce l’ammissibilità.

CIOLOS IN GIAPPONE E COREA
PER PROMUOVERE AGRICOLTURA
EUROPEA DI QUALITA’
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peo all’Agricoltura Dacian Cioloş visiterà il Giappone ( 10-12
novembre ) e la Corea del Sud ( 12-14 Novembre ) la prossima
settimana, per partecipare a una serie di eventi al fine di
pubblicizzare e promuovere i prodotti agricoli europei di
qualità. Per una parte della sua visita sarà accanto a una
delegazione di imprenditori europei, per contribuire a
stabilire contatti commerciali e promuovere le esportazioni.
Il valore delle esportazioni dell’UE agroalimentari in
Giappone ( 5,2 miliardi ) e Corea ( 1,8 miliardi) è cresciuto
rispettivamente del +26 % e + 63 % negli ultimi 5 anni,
soprattutto per i prodotti di qualità. Alla vigilia del
viaggio Cioloş ha dichiarato che ” si tratta di mercati
importanti con un forte apprezzamento dei prodotti alimentari
di qualità e quindi con un notevole potenziale di crescita
rimango ottimista che le esportazioni del settore
agroalimentare hanno un ruolo importante da svolgere nella
creazione di crescita e dell’Unione Europea. ed aiutare la
ripresa economica e quindi sono felice di avere la possibilità
di promuovere la nostra cultura, le tradizioni e gli splendidi
sapori della cucina europea in Asia”. Il Commissario Cioloş
avrà anche una serie di incontri politici bilaterali a Tokyo e
Seoul, e visiterà rurale aree di entrambi i paesi con i
rispettivi ministri dell’agricoltura. A seguito di queste
visite Cioloş farà coppia con l’alto rappresentante Catherine
Ashton e commissari Piebalgs e Tajani al vertice UE- Myanmar
Taskforce il 15 novembre a Nay Pyi Taw.

CERTIFICAZIONE     PRODOTTI,
FEDAGRI CAMPANIA: CONVENZIONE
CON BUREAU VERITAS
All’indomani dell’allarme “terra dei fuochi” e dello
scetticismo che il mercato ha manifestato nei confronti dei
produttori agricoli, Fedagri Campania, la Federazione agricola
di Confcooperative, punta alla tutela delle eccellenze e si
concentra sulla certificazione di qualità dei prodotti
agricoli cooperativi.

La Federazione, in collaborazione con Fedagri nazionale,
firmerà oggi pomeriggio alle 15.00 presso la sede legale di
Confcooperative la Convenzione con la Bureau Veritas, società
francese con diverse sedi in Italia. La società si occuperà di
monitorare i terreni, i prodotti e di rilasciare un bollino di
qualità a prezzi convenienti per le associate. La
presentazione è pubblica ed è aperta alla stampa.

Ai lavori parteciperà anche l’on. Pietro Foglia, presidente
della commissione Agricoltura della Regione Campania.

“Dobbiamo agire per salvaguardare i produttori virtuosi. La
cooperazione è per sua natura presidio della zona in cui opera
e all’indomani dell’allarme generalizzato e indiscriminato
intendiamo lavorare per salvaguardare quanto di sano ancora
esiste. A rischiare è l’economia di un Paese. Per quanto di
nostra competenza, abbiamo già chiesto alle istituzioni
locali, nella sede adeguata, uno sforzo per la tutela
dell’ambiente e della salute pubblica. La Federazione, dal
canto suo, lavorerà per preservare la filiera cooperativa”
spiegano Carlo Mitra, commissario Confcooperative Campania e
ideatore del progetto e Luigia Adiletta, presidente Fedagri
Campania.
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