BERGAMOTTO REGGIO CALABRIA: INIZIATA RACCOLTA. SI PUNTA A 150 MILA QUINTALI FRUTTI E 80 MILA CHILI ESSENZA - Agricolae
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BERGAMOTTO REGGIO CALABRIA: INIZIATA RACCOLTA. SI PUNTA A 150 MILA QUINTALI FRUTTI E 80 MILA CHILI ESSENZA E’ profumatissimo, assomiglia all’arancia ma ha il colore giallo brillante del limone. E’ noto per la sua essenza, ma è ottimo anche per preparare gustose spremute. Da secoli è oggetto di meraviglia ed interesse da parte di ricercatori, chef e famosi creatori di profumi. E’ il Bergamotto di Reggio Calabria DOP. Un frutto che si coltiva in un’area ristrettissima di 120 chilometri limitata alla fascia ionica della provincia di Reggio Calabria, dove proprio in questi giorni sta iniziando la raccolta. Secondo il Consorzio di Tutela del Bergamotto, si prevede di raggiungere gli stessi risultati dell’anno scorso: 150 mila quintali di frutti raccolti, per un totale di circa 80 mila chili di essenza prodotta. Questa produzione unica al mondo è tra le pochissime produzioni agricole, in particolare tra gli agrumi, a guardare con ottimismo il futuro. La quasi totalità è destinata all’export. Il principale mercato di sbocco dell’essenza, estratta dalla buccia del frutto, è l’industria mondiale della profumeria. “I principali Paesi di destinazione sono quelli europei, Francia in testa – ricorda Ezio Pizzi, Presidente del Consorzio di Tutela del Bergamotto Dop – poi i Paesi nordamericani, l’Australia e, recentemente , anche l’India, la Cina e il Giappone.” Oltre che nella profumeria e nella cosmetica, l’olio essenziale di Bergamotto Dop ha recentemente trovato un importante campo di utilizzo anche nell’industria farmaceutica, per le sue proprietà antibatteriche, antimicotiche, cicatrizzanti e antivirali. L’olio di bergamotto rappresenta anche un valido sostegno per
la psiche, evocando ricordi di solarità e purezza. In casi di mancanza di luce o stati depressivi, l’essenza di bergamotto si può integrare validamente alle terapie comuni, aiutando così a combattere angosce e abbassamenti d’umore, ridonando ottimismo e serenità. Numerose sono anche le proprietà contenute nel suo succo, infatti esso contiene un’elevata quantità di vitamine C, B1 e B2 e il flavedo è ricco di vitamina A ed E, perciò, svolge un’efficace azione riparatoria nei disturbi ossei. Inoltre, i flavonoidi contenuti nel succo, incrementando l’attività di alcuni enzimi ad azione antiossidante, limitano la produzione di radicali liberi dell’ossigeno nella parete vasale e migliorano la produzione endoteliale di ossido nitrico. Recenti studi condotti dall’Università di Cosenza hanno individuato, isolato e brevettati due principi attivi presenti solo nel succo del bergamotto e nella sua polpa che inibiscono la produzione del colesterolo nel sangue e contestualmente trigliceridi e zuccheri costituendo una efficace difesa dalle patologie cardiovascolari e dal diabete. LOMBARDIA.CAVALLI,FAVA: PIU’ CHIAREZZA IN NORME COMPARTO L’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, ha incontrato questo pomeriggio alla 115ª edizione di Fieracavalli di Verona il governatore del Veneto, Luca Zaia. “Un incontro informale ed estremamente cordiale – ha detto l’assessore Fava – nell’ambito del quale abbiamo toccato diversi temi, ovviamente non soltanto legati al comparto primario”. Il responsabile delle Politiche agricole della Lombardia si è
intrattenuto a lungo anche con allevatori e appassionati di cavalli. “La Regione Lombardia è disponibile a valutare i progetti che le rappresentanze degli allevatori di equidi inoltreranno all’assessorato – ha specificato Fava -. Siamo pronti, se necessario, ad intervenire su un settore che ha un profilo altissimo, ma che sconta alcuni problemi di sostenibilità economica”. STOP A CENTRALISMO BUROCRATICO – L’assessore lombardo Fava, inoltre, ha auspicato però una maggiore chiarezza sul quadro normativo e soprattutto sulla gestione dei libri genealogici e dell’anagrafe degli equidi. “Assistiamo a sovrapposizioni, duplicazioni, incognite – ha dichiarato Fava – a causa del centralismo esasperato del Governo. Se il ministero non è più in grado di gestire il comparto, la Regione Lombardia si candida a farlo. Attendiamo solamente la delega, anche per dare chiarezza a centinaia di allevatori che la meritano”. (Ln) LOMBARDIA. CULATELLO, FAVA: DISCIPLINARE USO DENOMINAZIONE L’ASSESSORE SCRIVE AL MINISTRO: ‘CULATTA’ DISTORCE IL MERCATO (Ln – Milano, 08 nov) L’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava ha scritto oggi al ministro per le Politiche agricole Nunzia De Girolamo in merito alle problematiche che stanno interessando le produzioni di ‘Culatello di Zibello’ Dop,
recentemente evidenziate anche dal relativo Consorzio di tutela, dall’associazione Strada del Culatello e sottoscritta dagli stakeholders dei territorio interessati. “Oggi le produzioni del ‘Culatello di Zibello’ sono in calo del 40 per cento rispetto al 2011 – afferma l’assessore lombardo - . La tendenza positiva che si è affermata in oltre un decennio, foriera di tanti benefici per i territori di origine quanto qualificante per tutte le produzioni italiane nel mondo, è messa in serio pericolo dalla ‘Culatta’. Tale prodotto, che non gode di alcun riconoscimento né, tantomeno, di un processo di produzione garantito, si propone infatti sul mercato – a mio avviso illegittimamente – con la denominazione generica di ‘Culatello’, potendo far leva su prezzi che possono essere fino al 40 per cento inferiori rispetto a quelli del ‘Culatello’ vero – quello ‘di Zibello’ – per ovvi motivi che non sto qui ad elencare”. DOP RISPETTANO DISCIPLINARI RIGIDI, E CONSUMATORI – “In considerazione del fatto – si legge nella missiva di Fava al ministro – che buona parte delle cosce utilizzate, come previsto dal disciplinare, provengono da suini allevati e macellati nell’ambito della filiera lombarda, ritengo la vicenda di assoluto interesse anche per l’Assessorato che rappresento e pertanto ritengo sia utile comunicarLe la piena condivisione delle preoccupazioni espresse dai soggetti sopra citati”. Il ‘Culatello di Zibello’ è, per prestigio internazionale, una delle primarie DOP italiane. “Tale prestigio – prosegue Fava – è frutto del rispetto di un rigido disciplinare, che, assicurando
la provenienza delle cosce, i metodi di lavorazione e i tempi di stagionatura, conferisce al prodotto qualità organolettiche uniche, rappresentando al contempo una garanzia per i consumatori e per il buon nome del ‘Made in Italy’ nel mondo”. RICONOSCIUTO DALL’EUROPA DAL 1996 – Questo prodotto, potendo godere di un riconoscimento ufficiale della Comunità europea fin dal 1996, ha incrementato nel corso degli anni il proprio giro d’affari, andando quasi a triplicare il numero dei produttori (dagli iniziali 8 agli attuali 22) e passando dai 22.725 pezzi prodotti nel 2000 ai 78.632 pezzi prodotti nel 2011; un incremento del giro d’affari che, trattandosi di una produzione saldamente legata al territorio, ha prodotto benefici a cascata anche per il settore turistico-gastronomico. LAVORO PROUTTORI VA RISPETTATO – Una distorsione del mercato, quella evidenziata da Fava, che rischia di pregiudicare irrimediabilmente l’immagine del ‘Culatello di Zibello’, “andando, per usare lo stesso termine di chi mi ha preceduto sul tema, a ‘volgarizzare’ la Dop autentica e, con le dovute proporzioni, l’intero patrimonio agroalimentare italiano”. “Ritengo – afferma Fava in ultima analisi – che il lavoro dei produttori, la cura che il Consorzio di tutela riserva a tutte le fasi della produzione, lo sforzo a livello promozionale, nonché l’attenzione dedicata dalle istituzioni locali meritino adeguata considerazione da parte del Suo Ministero”. “Per questo motivo, associandomi alle richieste già formulate – aggiunge - , chiedo al ministro di attivarsi presso e con il ministro dello Sviluppo economico, per andare a disciplinare l’uso corretto della denominazione generica ‘Culatello'”. (Ln)
LOMBARDIA.A MILANO FARMER’S MARKET SU VIE DELLO SHOPPING DOMENICA 10 NOVEMBRE L’AGROALIMENTARE DIVENTA ANCHE SOLIDALE Centodieci agricoltori nel cuore di Milano per far scoprire la qualità del cibo lombardo e italiano, dando una mano a chi ha bisogno. E’ questa in sintesi l’iniziativa “Sulla buona strada”, attesa per domenica 10 novembre, dalle 10 alle 20, in corso Buenos Aires a Milano. Contenuti e obiettivi del primo ‘farmer’s market’ di Campagna Amica nelle vie dello shopping, promosso da Coldiretti Lombardia in collaborazione con Banco Farmaceutico Fondazione Onlus, Confcommercio, Caritas Ambrosiana, e il patrocinio dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, di Comune e Provincia di Milano, e di Expo 2015, sono stati presentati oggi in una conferenza stampa a cui hanno partecipato Gianni Fava, assessore regionale all’Agricoltura, Luca Agnelli, assessore all’Agricoltura della Provincia di Milano, Luciano Gualzetti, vicedirettore Caritas Milano e Marco Barbieri, Camera di Commercio di Milano. MILANO VETRINA DELL’AGROALIMENTARE – “Un evento – ha ricordato Fava – che insieme ad altri presentati in questi giorni rendono protagonista il capoluogo di regione sui temi dell’agroalimentare”. Con una modalità interessante, “portando in città le eccellenze delle nostre produzioni” ha detto l’assessore regionale. Una scelta coraggiosa, dunque, “per un’iniziativa che mi auguro contribuisca a far diventare Milano la capitale dell’agroalimentare lombardo”. Una missione
comune, questa, “perché – ha ricordato nuovamente Fava – il capoluogo è la vetrina più grande di cui disponiamo, e la più adatta per promuovere quella parte di territorio fino a oggi rimasto ai margini”. Oltre che per dare giusto valore all’alimento, “risorsa per il sostentamento, non solo oggetto di valorizzazione commerciale. E’ il tema che sarà di Expo, e Milano sarà ancora una volta una realtà dove poter discutere dei modelli di sviluppo”. Un’iniziativa etica: “al consumatore fa capire che esiste ancora una Lombardia agricola forte, e gli insegna a riconoscere sempre più i prodotti contraffatti. Perché il consumatore resta il miglior alleato del produttore”. FARMACI PER CHI HA BISOGNO – Da Porta Venezia a viale Tunisia, in 9mila metri quadrati si proverà a raccontare il valore delle produzioni italiane riflettendo allo stesso tempo sulle nuove ‘frontiere’ del bisogno. In programma, inoltre, iniziative didattiche, assaggi di ‘street food’, creazione di candele con la cera d’api e consigli sulle cure ai malanni invernali con il miele. Con l’iniziativa “Il baratto della solidarietà” (dalle 10 alle 18) si potranno donare farmaci validi, non scaduti, abiti usati, coperte, in cambio di un piccolo kit alimentare ‘lombardo’ a base di latte e salsa di pomodoro. Al banco del baratto saranno presenti farmacisti per verificare condizioni e validità dei farmaci consegnati. CIBO ELEMENTO DI RIFLESSIONE PER SVILUPPO SOCIETA’ – “Grazie ai farmer’s market – ha detto Ettore Prandini, presidente Coldiretti Lombardia – molte imprese, circa 2000, hanno potuto continuare a lavorare e far conoscere le nostre eccellenze alimentari. Cibo che sarà sempre più elemento centrale delle riflessioni sullo sviluppo della nostra società e di quelle degli altri paesi, come dimostra il tema centrale di Expo 2015; un evento che qualificherà il comparto liberandolo da quella veste di apparente omologazione che nulla ha a che vedere con i prodotti della nostra agricoltura”. (Ln)
ISTAT, CONFAGRICOLTURA: “LA BUROCRAZIA IMPEDISCE LO SVILUPPO. ALL’ACADEMY DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI DEL “Concordiamo con il Report Istat su ‘mercati, strategie e ostacoli alla competitività’ che la burocrazia è uno degli ostacoli principali per chi fa impresa”. Lo sottolinea Confagricoltura con riferimento al Rapporto Istat. “Oggi gli imprenditori sono in un labirinto, un groviglio inestricabile di regole, controlli, vessazioni – commenta Confagricoltura -. La semplificazione è la priorità”. Il tema sarà dibattuto ed approfondito martedì 12 novembre nell’Academy di Confagricoltura, che si intitolerà “Troviamo la via d’uscita!…Viaggio nel labirinto della burocrazia”. In occasione dell’evento, moderato dal vice direttore di Radio 24 Sebastiano Barisoni, verrà presentata la ricerca della Fondazione Astrid su problemi, metodi e proposte per affrontare il tema della burocrazia. A seguire, nei question time con i rappresentanti delle Istituzioni (il sottosegretario al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali Giuseppe Castiglione, il coordinatore degli assessori regionali all’Agricoltura e assessore all’Agricoltura della Puglia Fabrizio Nardoni, il sindaco di Novara componente dell’ufficio di presidenza Anci Adrea Ballarè) e con il giornalista Gian Antonio Stella, gli imprenditori ed i vertici dell’Organizzazione illustreranno le loro esperienze reali, in una giornata che si propone di richiamare l’attenzione sul problema e giungere a proposte concrete sulla via della semplificazione. Le conclusioni
saranno del presidente di Confagricoltura, Mario Guidi. LE STRATEGIE DI CONFAGRICOLTURA PER IL RILANCIO DELLE AGROENERGIE Promuovere un modello di azienda agricola che a medio termine sia energeticamente indipendente grazie al mix di fonti rinnovabili indipendentemente dagli incentivi, favorendo l’autoconsumo aziendale liberandolo dai diversi oneri che ancora oggi ne frenano lo sviluppo. – Proseguire nelle politiche dirette ad incentivare l’efficienza energetica. – Favorire la rimozione dell’amianto abbinato al fotovoltaico anche dai beni strumentali nell’abito delle politiche rivolte ad agevolare tramite detrazioni fiscali le ristrutturazioni edilizie. – Valorizzare la nostra risorsa agroforestale nella produzione termica e nel teleriscaldamento.. – Puntare con decisione allo sviluppo del biometano, procedendo in tempi brevi all’emanazione dello specifico decreto. – Incoraggiare i piccoli impianti per la produzione elettrica (minieolico e mini-idrico) e quelli in cogenerazione (biogas e biomasse), aprendo il dibattito sui nuovi strumenti di sostegno alle agroenergie in vista della scadenza del 2015. – Dare più attenzione ai sottoprodotti e più in generale alle
biomasse di integrazione. Sono anni che attendiamo il decreto per l’utilizzazione agronomica del digestato e da alcuni mesi è pronto il decreto sull’utilizzo energetico dei sottoprodotti ancora fermo al ministero dell’Ambiente. – Valorizzare da un punto di vista energetico i terreni marginali, anche attraverso coltivazioni specifiche; che potrebbe essere un grande volano per la ripresa dell’agricoltura nelle aree insulari e del Sud Italia; – Potenziare le infrastrutture ed in particolare le reti e soprattutto dettare nuove regole in grado di far decollare definitivamente le rinnovabili. – Favorire le Smart grid energetiche, ovvero la gestione innovativa delle reti di distribuzione che aiuta la generazione più efficiente attraverso un sistema sempre più integrato. – Favorire la creazione di reti private e sistemi locali di utenza (SEU) con basi normative e regolamentari. – Rendere più accessibili i fondi pubblici alle imprese anche in termini di semplificazione delle modalità di accesso e nella tempistica relativa all’istruttoria fino al finanziamento. – Porre attenzione alla discussione sul costo in bolletta delle rinnovabili. Occorre intervenire con razionalità, diminuendo da una parte il costo per i consumatori. ma evitando assolutamente qualsiasi intervento retroattivo che potrebbe avere il solo effetto di distruggere il settore.
AGRICOLTURA 2020: GUIDI, “INTELLIGENTE, SOSTENIBILE, INCLUSIVA” “Le nostre strategie per la crescita devono coincidere con le strategie europee per i prossimi sette anni che abbiamo davanti. E quindi le politiche per la nostra economia devono essere allineate agli indirizzi di “Europa 2020” per una crescita intelligente, cioè basata sull’innovazione e la conoscenza; sostenibile, ovvero attenta alla sostenibilità economica, sociale e ambientale, e inclusiva, che favorisca l’occupazione ed una crescita del reddito diffusa su tutto il territorio.” Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi concludendo il convegno “Agricoltura 2020: intelligente, sostenibile, inclusiva”, organizzato a Rimini in occasione di KeyEnergy. “Occorre quindi proseguire su questo percorso – continuato il presidente Guidi – utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla riforma della politica agricola comunitaria per il “post 2013”. Una riforma che avrebbe potuto essere migliore per la competitività delle nostre imprese, ma che è pur sempre del tutto coerente con gli obiettivi di Europa 2020”. E tra gli obiettivi c’è anche quello di una maggiore produzione e produttività. Secondo i dati della Fao, la crescita media annua della produzione agricola mondiale dal 1961 ad oggi è stata del 2,3%; da qui al 2030 questa media scenderà molto probabilmente all’1,5% e tra il 2030-2050 passerà allo 0,9%. “Questo ci deve far riflettere – ha commentato Guidi -. Pur se in maniera sostenibile, dobbiamo puntare innanzitutto sulla
produzione. Oggi in Italia abbiamo oltre mezzo milione di ettari a riposo, aumentati del 50% negli ultimi trent’anni ed ormai pari ad oltre il 4% della superficie agricola utilizzabile, che pure è in calo costante. Un potenziale produttivo che attende solo di essere rimesso a sistema”. Alla fine di questo mese sarà definitivamente approvato il pacchetto di regolamenti che costituisce la riforma della Pac “verso il 2020”. Un ulteriore (il quinto negli ultimi venti anni) cambiamento radicale delle regole con cui Bruxelles intende indirizzare i poco più di 50 miliardi di euro di risorse europee destinate alla nostra agricoltura nei prossimi sette anni. La riforma della Pac è sicuramente improntata alla sostenibilità; principalmente però in chiave ambientale. Lo dimostra il fatto che il 30% della spesa agricola che essa prevede per i pagamenti diretti (poco più di un miliardo di euro l’anno per l’Italia dedicato al greening) e per lo Sviluppo rurale (quasi 500 milioni di euro l’anno di fondi comunitari cui si somma la quota parte di cofinanziamento nazionale) dovrà essere dedicata a misure a favore dell’ambiente, della biodiversità, a combattere e mitigare gli effetti del cambiamento climatico. In totale quindi circa due miliardi di euro l’anno. “Dobbiamo fare in modo – ha sottolineato il presidente della Confagricoltura – che tutte le risorse e tutti gli interventi non si risolvano solo in un’azione protettiva dell’ecosistema, ma anche in una forte azione proattiva a favore delle imprese e della loro attività, della sostenibilità economica e sociale con la loro presenza diffusa che può contribuire – come recita il titolo dell’incontro che Confagricoltura ha voluto realizzare qui a Rimini – a ridare energia all’economia ed al Paese”. Ma l’Agricoltura 2020 è anche quella che ha saputo diversificare le proprie produzioni rivolgendosi al non food
ed in particolare alla fornitura alla collettività di energie da fonti rinnovabili che non determinano emissioni di gas serra. Oggi gli impianti installati in Italia per la produzione di bioenergia (le rinnovabili più legate all’agricoltura) assommano ad una capacità di 1.600 Mwatt di potenza, il 4% circa del totale di impianti a FER istallati. Per una produzione che supera di poco i 7mila Gigawattora, quasi il 9% della energia da fonte rinnovabile prodotta in Italia. A questi si aggiungono i 2.500 MW di fotovoltaico installati nel settore agricolo. “La sfida – ha detto il presidente di Confagricoltura – è ora quella di legare il più possibile questa capacità di impianto alla nostra produzione agricola. Materie prime, ma anche deiezioni, scarti, residui, biomassa di varia natura che proviene dalle coltivazioni agricole e forestali, come prodotto principale o secondario, sono un patrimonio che dobbiamo valorizzare come potenziale di sviluppo della nostra agricoltura. Preferendo trasformare in energia quello che deriva dalle nostre imprese piuttosto che dall’importazione da Paesi esteri. Solo in questo modo il raggiungimento degli obiettivi europei di produzione di energia da fonte rinnovabile si sposerà con una chance in più di sviluppo per la nostra agricoltura; che sarà ancora di più Agricoltura 2020”. Nelle politiche di coesione c’è molta attenzione alle rinnovabili in agricoltura ed al risparmio energetico. “Occorre ora – ha concluso Guidi – che tali obiettivi siano tradotti correttamente all’interno delle misure di sviluppo rurale, che devono essere accompagnate adeguatamente da un sistema incentivante selettivo”. In tale direzione è estremamente importante il lavoro che sta portando avanti il Mipaaf diretto a definire un piano di settore per le bioenergie che dovrà essere in grado di rispondere agli obiettivi fissati dalla Strategia energetica nazionale ma soprattutto alle nuove sfide indicate dall’Unione
europea al 2030. 35MLN DI EURO DI FINANZIAMENTI UE PER PROMUOVERE PRODOTTI AGRICOLI IN EUROPA E NEI PAESI TERZI promuovere i prodotti agricoli nell’Unione europea e nei paesi terzi, la Commissione europea ha approvato 22 programmi, per lo più di durata triennale, con una dotazione finanziaria complessiva di 70 milioni di euro, di cui 35 milioni a carico dell’UE. I programmi prescelti riguardano prodotti di qualità con certificazione DOP (denominazione di origine protetta), IGP (indicazione geografica protetta) e STG (specialità tradizionale garantita): vini, carni prodotte in sistemi di qualità nazionali, prodotti biologici, latte e prodotti lattiero-caseari, ortofrutticoli freschi, prodotti dell’orticoltura ornamentale, miele e prodotti dell’apicoltura, carni bovine e suine, carni di pollame di qualità. Nel rallegrarsi della decisione odierna, Dacian Cioloş, Commissario europeo per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, ha dichiarato: “Considero la promozione dei prodotti agricoli dell’UE sul mercato interno e sui mercati dei paesi terzi uno strumento politico importante, specialmente per i prodotti di qualità, ed è per questo che stiamo elaborando una nuova iniziativa sulla promozione che sarà pubblicata nelle prossime settimane. Sono convinto che una crescita delle esportazioni europee dei prodotti di qualità può svolgere un ruolo
importante nel sostenere la ripresa economica nell’Unione: la settimana prossima mi recherò infatti in Giappone e nella Corea del Sud nel quadro di un’ulteriore iniziativa di promozione delle esportazioni unionali.” In questa seconda ondata di presentazione dei programmi del 2013 la Commissione ha ricevuto e valutato 34 domande di finanziamento, approvando infine 22 programmi: 15 che interessano il mercato interno e 7 relativi ai paesi terzi. Tra i programmi prescelti, due sono stati proposti da più di uno Stato membro. Le regioni e i paesi terzi interessati sono: Nordamerica, Russia, America latina, Norvegia, Svizzera, Medio Oriente, Serbia, Montenegro, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Bosnia-Erzegovina, Kosovo. L’elenco completo dei programmi e dei bilanci adottati oggi è disponibile in allegato. Contesto A norma del regolamento (CE) n. 3/2008 del Consiglio, l’UE può cofinanziare azioni di informazione e di promozione dei prodotti agricoli sul proprio mercato interno e nei paesi terzi, con una dotazione finanziaria di circa 60 milioni di euro l’anno. Le azioni finanziate possono consistere in pubbliche relazioni o campagne pubblicitarie e promozionali sui pregi dei prodotti dell’Unione, soprattutto in termini di qualità, igiene e sicurezza alimentare, nutrizione, etichettatura, benessere degli animali o metodi di produzione rispettosi dell’ambiente. Vi rientrano inoltre la partecipazione a eventi e fiere, le campagne di informazione sul sistema europeo delle denominazioni di origine protette (DOP), delle indicazioni geografiche protette (IGP) e delle specialità tradizionali garantite (STG), le informazioni sui regimi europei di qualità, etichettatura e agricoltura biologica e le campagne di informazione sul regime dei vini di qualità prodotti in regioni determinate (VQPRD). L’UE finanzia fino al 50% dei
costi, percentuale che può arrivare fino al 60% per i programmi che promuovono il consumo di frutta e verdura tra i bambini o per le azioni di informazione sul consumo responsabile di alcolici e sui pericoli derivanti dall’abuso di alcol. Il resto è a carico delle organizzazioni professionali o intersettoriali che propongono le iniziative e, in alcuni casi, anche dagli Stati membri interessati. Le organizzazioni professionali che intendono condurre azioni promozionali sul mercato interno e nei paesi terzi possono presentare due volte l’anno le proprie proposte agli Stati membri che trasmettono quindi alla Commissione l’elenco dei programmi prescelti e una copia di ciascun programma. I programmi proposti sono successivamente valutati dalla Commissione che ne stabilisce l’ammissibilità. CIOLOS IN GIAPPONE E COREA PER PROMUOVERE AGRICOLTURA EUROPEA DI QUALITA’
I l C o m m i s s a r i o e u r o peo all’Agricoltura Dacian Cioloş visiterà il Giappone ( 10-12 novembre ) e la Corea del Sud ( 12-14 Novembre ) la prossima settimana, per partecipare a una serie di eventi al fine di pubblicizzare e promuovere i prodotti agricoli europei di qualità. Per una parte della sua visita sarà accanto a una delegazione di imprenditori europei, per contribuire a stabilire contatti commerciali e promuovere le esportazioni. Il valore delle esportazioni dell’UE agroalimentari in Giappone ( 5,2 miliardi ) e Corea ( 1,8 miliardi) è cresciuto rispettivamente del +26 % e + 63 % negli ultimi 5 anni, soprattutto per i prodotti di qualità. Alla vigilia del viaggio Cioloş ha dichiarato che ” si tratta di mercati importanti con un forte apprezzamento dei prodotti alimentari di qualità e quindi con un notevole potenziale di crescita rimango ottimista che le esportazioni del settore agroalimentare hanno un ruolo importante da svolgere nella creazione di crescita e dell’Unione Europea. ed aiutare la ripresa economica e quindi sono felice di avere la possibilità di promuovere la nostra cultura, le tradizioni e gli splendidi sapori della cucina europea in Asia”. Il Commissario Cioloş
avrà anche una serie di incontri politici bilaterali a Tokyo e Seoul, e visiterà rurale aree di entrambi i paesi con i rispettivi ministri dell’agricoltura. A seguito di queste visite Cioloş farà coppia con l’alto rappresentante Catherine Ashton e commissari Piebalgs e Tajani al vertice UE- Myanmar Taskforce il 15 novembre a Nay Pyi Taw. CERTIFICAZIONE PRODOTTI, FEDAGRI CAMPANIA: CONVENZIONE CON BUREAU VERITAS All’indomani dell’allarme “terra dei fuochi” e dello scetticismo che il mercato ha manifestato nei confronti dei produttori agricoli, Fedagri Campania, la Federazione agricola di Confcooperative, punta alla tutela delle eccellenze e si concentra sulla certificazione di qualità dei prodotti agricoli cooperativi. La Federazione, in collaborazione con Fedagri nazionale, firmerà oggi pomeriggio alle 15.00 presso la sede legale di Confcooperative la Convenzione con la Bureau Veritas, società francese con diverse sedi in Italia. La società si occuperà di monitorare i terreni, i prodotti e di rilasciare un bollino di qualità a prezzi convenienti per le associate. La presentazione è pubblica ed è aperta alla stampa. Ai lavori parteciperà anche l’on. Pietro Foglia, presidente della commissione Agricoltura della Regione Campania. “Dobbiamo agire per salvaguardare i produttori virtuosi. La cooperazione è per sua natura presidio della zona in cui opera e all’indomani dell’allarme generalizzato e indiscriminato
intendiamo lavorare per salvaguardare quanto di sano ancora esiste. A rischiare è l’economia di un Paese. Per quanto di nostra competenza, abbiamo già chiesto alle istituzioni locali, nella sede adeguata, uno sforzo per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica. La Federazione, dal canto suo, lavorerà per preservare la filiera cooperativa” spiegano Carlo Mitra, commissario Confcooperative Campania e ideatore del progetto e Luigia Adiletta, presidente Fedagri Campania.
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