Forcieri: "il valore del porto spezzino" - Messaggero Marittimo

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23 Aprile 2020 -

Forcieri: “il valore del porto
spezzino”

  LA SPEZIA – «We do it better! »: queste parole, pronunciate dal presidente
dell’Autorità portuale Lorenzo Forcieri, durante il convegno tenutosi nei
giorni scorsi nella sala convegni di Porto Lotti alla Spezia, spiegano bene
“il valore del porto spezzino”, argomento al centro di quell’incontro. «Noi
lo facciamo meglio» ha ribadito Forcieri al microfono del “Media Center” de
Il Messaggero Marittimo “on line”. «Negli anni abbiamo sempre dimostrato di
essere più avanti degli altri porti italiani» ha aggiunto Forcieri
riprendendo un aspetto evidenziato anche da Giorgia Bucchioni, rappresentante
della “Community La Spezia Port Service”, che oltre ad esaltare la capacità
di fare sistema di tutte le componenti che operano in porto, ha ricordato che
«il modello Spezia, ha iniziato ad imporsi sin dagli anni ’70 grazie alla
fiducia riposta nello scalo e nei suoi operatori da importanti compagnie come
la Contship di Angelo Ravano, la Tarros, Merzario e Messina per poi ispirare
la prima riforma portuale, quella sancita dalla legge 84/94».
Forcieri, dopo aver ringraziato la neonata associazione di agenti e
spedizionieri porto, la “Community La Spezia Port Service”, ha ricordato ad
inizio intervento la buona notizia rappresentata dal respingimento da parte
del Tar della Liguria «dell’ ennesimo ricorso dei cosiddetti movimenti
ambientalisti non concedendo la sospensiva per la recente approvazione della
Atf e screening di Via per il porto».
Poi anche «la brutta notizia», ha proseguito il presidente dell’Authority,
«rappresentata dall’ennesimo tentativo degli ultimi 16 concessionari che da
anni si oppongono al trasferimento con ogni mezzo, che ora si sono inventati
un nuovo progetto che a loro piace di più, in sostituzione di quello già
approvato e di cui proprio pochi giorni fa si è conclusa la gara d’appalto
con l’assegnazione provvisoria all’impresa vincitrice». Un tentativo, quello
dei concessionari della Marina di Canaletto, ha detto il presidente dell’ Ap,
che mira «a rinviare e rimettere in discussione di nuovo tutto, con l’avallo
dato dal Comune ad una posizione che ci riporterebbe indietro di anni»
spostando la realizzazione del secondo e terzo bacino portuale che dovrebbero
ampliare l’offerta commerciale e crocieristica del porto.
«Evidentemente in Comune c’è chi è preso da una sorta di “cupio dissolvi” che

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cerca di distruggere tutto quello che in questi anni si è faticosamente
costruito, oppure c’è chi è affetto da una sorta di ludopatia per il gioco
dell’oca dove c’è la casella che ti rimanda sempre al punto di partenza» ha
osservato polemicamente Forcieri.
«Questo gioco a me non piace, ma credo non piaccia neanche agli imprenditori,
ai lavoratori, non solo del porto, e credo che non piaccia più all’intera
città».
Entrando più direttamente nel tema del convegno, il presidente ha affermato
che «oggi qui si parla di un grande valore, in termini di imprese grandi,
piccole e medie, di volume d’affari, di numero di occupati, di patrimonio
infrastrutturale, pubblico e privato. Un grande patrimonio in termini di
volume d’affari, circa 180 milioni di euro all’anno (bilancio Ap di 28
milioni di euro), e di occupazione che tra diretti e indiretti conta 2.460
unità, e che, con la realizzazione delle opere previste e approvate, potranno
salire ad oltre 3.500 unità. Un grande patrimonio quindi della città, della
provincia e del Paese.
Un porto che è stato oggetto anche di studi, come ad esempio quello
dell’Università Cattaneo Liuc, e che è stato indicato come modello di
riferimento positivo anche dal ministro Delrio.
Quale è la ragione di tutto questo? Credo che non si possa parlare non di
unica ragione ma di un insieme di fattori oggettivi e soggettivi che
opportunamente dosati e combinati producono questo risultato. Tra i fattori
oggettivi – ha proseguito Forcieri – c’è senz’altro la collocazione
geografica e le caratteristiche meteomarine che lo rendono uno dei porti più
protetti e sicuri del Mediterraneo, con una operatività sempre garantita».
La Spezia è passato dall’essere un grande porto militare ad imporsi prima
come porto commerciale, che si avvia a diventare più grande e soprattutto più
efficiente e competitivo, ed ultimamente come porto passeggeri. Atro motivo
di successo ricordato dal presidente «è la professionalità e la competenza di
tutti gli operatori a partire dai terminalisti, piloti, ormeggiatori,
rimorchiatori, spedizionieri, agenti marittimi, operatori del trasporto, agli
enti ed istituzioni pubbliche dalla Capitaneria di porto, alle dogane, dalla
finanza, alla polizia ai carabinieri, vigili del fuoco, alla sanità
marittima, ufficio veterinario, fitopatologo, chimico di porto. Inoltre, come
è stato più volte detto, il patrimonio più grande è quello relativo alla
capacità che abbiamo avuto di fare sistema e di individuare obiettivi comuni,
componendo gli inevitabili contrasti e conflitti insiti in una situazione
così complessa e riconducendoli sempre all’interesse comune, all’obiettivo

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della crescita e dello sviluppo. La Spezia è un porto efficiente e virtuoso
e, per questi motivi, competitivo».
Qualcosa in questo senso ha fatto e sta facendo anche l’Autorità portuale ha
ricordato il suo presidente citando i vari primati raggiunti: «siamo il porto
con le migliori performance ferroviarie. Oltre il 30% del traffico totale di
contenitori viene trasportato via ferrovia per un totale nel 2015 di 350.000
teu all’anno. Siamo l’ unico porto ad aver acquistato le infrastrutture
ferroviarie da Rfi. Siamo in grado di fare oltre 150 treni alla settimana
verso il nord Italia, verso i principali interporti e inland terminals da
dove poi vengono effettuati rilanci verso i mercati della Germania, Baviera,
Svizzera. Il traguardo del 50% di traffico via ferrovia è sempre più vicino
grazie alla ristrutturazione e potenziamento degli impianti ferroviari grazie
anche al finanziamento Cipe di 39 milioni di euro».
«Siamo stati inoltre i primi ad aver costituito in Italia una società
pubblico privata, la “La Spezia Shunting Railways”, per la gestione delle
manovre in porto e della trazione tra il porto e Santo Stefano Magra». Una
società che rappresenta un esempio di quel “fare sistema” spesso auspicato e
poco praticato visto che è partecipata da tutti gli operatori ferroviari che
operano in porto, dai terminalisti, con una quota di garanzia dell’Ap».
Terzo primato quello «della partnership pubblico-privato e della capacità di
attrarre investimenti privati come quelli di Lsct (300 mln), Tarros (105
mln), Italcementi e Sepor. Altro primato quello di aver ormeggiato navi da
crociera dentro ad una base militare, attraverso accordi con la Marina
militare che hanno superato alcuni ricorsi presentati al Tar Liguria. Poi
anche il primato «di aver sperimentato tra i primi il preclearing», quello
«di aver per primi capito l’importanza di integrare il porto con il suo
hinterland», «di essere stati con “Widermos” l’unico porto italiano a
coordinare un progetto comunitario sull’efficienza della integrazione della
catena logistica», e infine «il primato di aver adottato soluzioni innovative
anche nel campo delle concessioni con investimenti che verranno realizzati
attraverso accordi sostitutivi di concessione». In questi anni ha
sottolineato Forcieri «abbiamo attuato una efficace gestione amministrativa
dell’Ente anche dal punto di vista amministrativo».
«Nello scenario di cambiamenti in atto nel settore dello shipping, possiamo
concludere – ha terminato Lorenzo Forcieri – che il sistema La Spezia ha
tutte le carte per poter affrontare le sfide future, perché La Spezia è un
porto che risponde alle esigenze richieste oggi ai porti appartenenti alle
catene logistiche globali».

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Al via progetto Fresh Food Corridors

        ”Msc Mia Summer” partita da Ashdod con 35 reefer del progetto

ROMA – In linea con il cronoprogramma previsto, è stato avviato il primo
innovativo corridoio logistico intermodale dedicato al trasporto di prodotti
deperibili alimentari che, partendo dal Medio Oriente hanno raggiunto i
mercati dell’Europa settentrionale, passando per il porto di Capodistria.
Quest’iniziativa pre-pilota, un’azione preliminare rispetto al primo dei tre
corridoi pilota che verranno implementati nei prossimi mesi, è parte
integrante del progetto Fresh Food Corridors, cofinanziato dall’Unione
europea nell’ambito del Programma Connecting Europe Facility Transport, teso
ad istituire un’innovativa catena logistica dedicata ai prodotti deperibili
che dal Medio Oriente arriveranno ai mercati dell’Europa centrale e
settentrionale attraverso i tre porti core mediterranei di Venezia,
Capodistria e Marsiglia (oltre a prevedere uno studio di fattibilità che
dovrà analizzare le potenzialità del corridoio Cipro – La Spezia). Il
progetto creerà una piattaforma integrata per il trasporto intermodale di
container reefer, attraverso la connessione delle Autostrade del mare
provenienti da Paesi extra Ue con i collegamenti ferroviari presenti nei tre
porti mediterranei e diretti verso i mercati di consumo finale. Per
raggiungere questo ambizioso obiettivo, il progetto svilupperà altresì delle
soluzioni ICT che incrementeranno l’interoperabilità tra le differenti
modalità di trasporto, miglioreranno la tracciabilità dei prodotti,
velocizzando al contempo le procedure di controllo e di certificazione.
Nella prima mattinata del primo Marzo, la porta contenitori “Msc Mia Summer”
è partita dal porto di Ashdod, in Israele, imbarcando 35 container reefer
degli operatori del segmento agrifood Mehadrin e Mentfield. La nave è
arrivata il 5 Marzo nel porto di Koper, in Slovenia, ed il giorno dopo il
carico ha preso la via di Rotterdam tramite ferrovia, arrivando a
destinazione nella serata dell’8 Marzo.
E’ stato il primo carico merci reefer via ferrovia che, dal Sud al Nord, ha
attraversato tutta l’Europa con prodotti deperibili.

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Tale pre-pilota, che è stato pensato come apripista per la successiva
implementazione dei “corridoi del freddo” sulla medesima rotta e sulle altre
rotte con chiamate nei porti di Venezia e di Marsiglia, rappresenta la
perfetta integrazione tra le diverse modalità di trasporto in un’ottica di
sostenibilità ambientale ed economica, garantendo freschezza e genuinità ai
prodotti trasportati anche grazie all’innovativa tecnologia di alimentazione
applicata sui container reefer.
Più specificatamente, il fatto di aver utilizzato diversi modi di trasporto
all’interno dello stesso corridoio logistico, vale a dire le Autostrade del
mare ed il trasporto ferroviario, presenta svariati vantaggi, prima di tutto
aver permesso il trasporto di prodotti alimentari sensibili al cambiamento
delle temperature verso i mercati europei in tempi certi senza alcun
compromesso sulla qualità dei prodotti, riducendo drasticamente le emissioni
inquinanti che tradizionalmente producono le altre modalità di trasporto
utilizzate. Questi primi 35 container con arance, patate, mandarini e uva,
infatti, sono stati trasportati via treno fino al terminal di Rotterdam per
poi raggiungere altre destinazioni nelle aree scandinave.
Ciò premesso, dopo aver analizzato i requisiti richiesti per
l’implementazione dei corridoi logistici dedicati alla catena del freddo,
definendo anche dei KPI’s finalizzati a misurare l’efficienza economica di
questo tipo di trasporto, e dopo aver progettato una road map per lo sviluppo
dei corridoi pilota pianificati, questa prima iniziativa è stata
assolutamente una decisiva dimostrazione della sostenibilità per le prossime
azioni progettuali.
Il responsabile della logistica dell’azienda israeliana di export Mehadrin,
Gad Barak, ha rilasciato una breve intervista, definendo la prima rotta pre-
pilota «una fantastica opportunità per rinforzare i legami commerciali
nell’area mediterranea, ed in particolare tra l’Europa ed il Medio Oriente,
attraverso l’utilizzo di un’efficiente ed integrata catena logistica che
garantisce contemporaneamente competitività ai produttori agricoli ed agli
operatori logistici, nonché prodotti di alta qualità ai consumatori finali
europei».
Questo è solo l’inizio di futuri carichi che prenderanno la via del mare e
del ferro. Continua, nel frattempo, la campagna promozionale del progetto, la
cui prossima tappa – dopo il Fruit Logistica di Berlino del mese scorso –
sarà il Fruit & Veg System che si terrà a Verona dal 4 al 6 Maggio 2016.

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Gruppo «Smet» acquista 70 Tir a Gnl

PARMA – Il colosso internazionale dei trasporti Smet acquisterà per la
propria flotta 70 Tir Iveco a gas naturale liquefatto, combustibile ecologico
che abbatte quasi completamente le emissioni di particolato e del 35% quelle
di monossido d’azoto.
Con la partecipazione del brand president di Iveco, Pierre Lahutte, il Gruppo
Smet, fra i maggiori vettori internazionali con sede sulle principali tratte
europee, ha annunciato di aver firmato un accordo con Mecar spa, uno dei più
importanti distributori di servizi per i trasporti e la logistica in Europa:
grazie all’accordo, oltre 70 dei 330 nuovi veicoli Iveco che Smet acquisirà
da Mecar saranno ad alimentazione Lng (o gas naturale liquefatto).
I primi dieci mezzi sono stati presentati durante la cerimonia di consegna a
Parma. «La consegna – ha commentato Pierre Lahutte – è il riconoscimento
della lungimiranza di Iveco che, da oltre 25 anni, focalizza i propri
investimenti sulla ricerca di soluzioni tecnologiche a basso impatto
ambientale, soprattutto sul gas naturale che rappresenta la più concreta
alternativa sostenibile al gasolio. I nostri veicoli alimentati a gas
naturale sono già compatibili al 100% con Bio-Cng e Bio-Lng, pertanto sono in
grado di offrire l’incredibile opportunità di un trasporto di CO2 neutrale».

Convegno a Genova su ruolo del porto

GENOVA – “Il porto di Genova, motore di sviluppo della città” è il tema di un
convegno che si terrà Palazzo Tursi giovedì prossimo. Una conferenza
cittadina promossa e organizzata dal Comune ligure che si articolerà in due
tavole rotonde e coinvolgerà i principali rappresentanti del cluster
logistico, marittimo del territorio.
L’evento avrà inizio alle 14,30 con i consueti saluti istituzionali del

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sindaco Doria, dell’assessore regionale Edoardo Rixi, e del commissario
dell’Authority genovese Pettorino.
La prima sessione di lavori sarà preceduta dall’intervento di Umberto Masucci
presidente nazionale dei Propeller Club che relazionerà sul processo di
riforma del settore logistico e portuale con particolare riferimento al nuovo
ruolo che viene assegnato ai Comuni ed a seguire il prof. Enrico Musso che
interverrà su un focus sui principali settori del cluster marittimo genovese.
La prima sessione imperniata su “Come favorire e supportare lo sviluppo delle
funzioni logistiche, industriali e del terziario marittimo” vedrà impegnati
l’assessore allo Sviluppo economico Emanuele Piazza, Alberto Amico
(presidente Amico & Co), Antonio Benvenuti (console Culmv), Marco Bisagno
(vice presidente Confindustria Genova), Gilberto Danesi (vice presidente
Assiterminal), Gian Enzo Duci (presidente Assagenti), Maurizio Fasce
(presidente Spediporto), Massimo Giacchetta (presidente Cna) e Ignazio
Messina (armatore).
Alla seconda sessione imperniata sul tema “Genova accoglie la ricchezza che
viene dal mare: come incrementare e valorizzare l’attrattività della città e
i flussi turistici” parteciperanno Carla Sibilla assessore al turismo del
Comune di Genova, Massimo Brancaleoni (vice presidente World Wide Sales),
Giuseppe Costa (presidente Costa Edutainment) Patrizia De Luise (presidente
Confesercenti) Ariel Dello Strologo (presidente Porto Antico), Alessandro
Ferrari (direttore Gnv), Gianluigi Granero (presidente Legacoop) Paolo Odone
(presidente Camera di Commercio), Andrea Razeto (presidente Ucina) Franco
Zuccarino (presidente Msc Crociere).

Terminal Contship supportano supply
chain

  LA SPEZIA – Mentre la portacontenitori “Mol Paramount”, ad oggi impiegata
nelle relazioni commerciali con l’Australia, faceva il suo scalo inaugurale a
La Spezia il 10 Marzo, a Gioia Tauro proseguivano i preprarativi per il
trasferimento di un numero di contenitori in export all’interno dell’ampio

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network di Contship Italia, con l’obiettivo di mantenere la frequenza
settimanale del flusso di cargo cosidetto “in return”.
Pasquale Papalia, responsabile customer service di Medcenter, ha spiegato
come «… è ormai da anni una tendenza consolidata quella di adattare la
capacità sulle rotte dall’Asia, traffico nel quale molti servizi settimanali
si consolidano in un unico servizio o addirittura vengono cancellati. Siamo
ora in un momento che fa seguito al periodo di vacanze cinesi del Festival di
Primavera, con la produzione in export che subisce uno stop a tutti gli
effetti e che richiede poi un tempo minimo affinchè possa ripartire dopo le
feste. Medcenter Container Terminal in tutto questo gioca un ruolo molto
importante nel mantenere le connessioni globali ogni settimana mentre il
network viene temporaneamente modificato. Quello di oggi è un perfetto
esempio di come, oltre ad accogliere una nave nel suo scalo inaugurale lungo
il proprio trade, “Mct” fornisca – alla luce della sua posizione cardine –
molte opzioni alle linee di navigazione mondiali. Queste soluzioni sono
infatti mirate a supportare la continuità delle supply chain in quanto a
bordo sono presenti contenitori destinati alla rotta Asia Mediterraneo».
Proseguendo la tradizione, l’equipaggio della “Mol Paramount” è stato fatto
omaggio di due targhe personalizzate a fronte dei due scali inaugurali nei
terminal Contship.

Record storico per export negli
Emirati

ROMA – Secondo i dati Istat, nel 2015 le esportazioni italiane di merci verso
gli Emirati Arabi Uniti sono state pari a 6,2 miliardi di euro, il livello
più elevato storicamente raggiunto, facendo registrare un incremento del
16,4% rispetto al 2014. Nello stesso anno, le importazioni dell’Italia dagli
Eau sono ammontate a 851 milioni di euro, con un incremento del 35,5%
rispetto all’anno precedente. L’interscambio complessivo bilaterale ha quindi
superato il valore record di sette miliardi di euro.
Gli Emirati Arabi Uniti costituiscono il quindicesimo mercato di sbocco per

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le vendite italiane di merci (il primo nella regione del Medio oriente),
avendo superato Hong Kong e Giappone. La propria incidenza sulle esportazioni
totali è aumentata all’1,5%, rispetto all’1,4% del 2014. Il surplus
commerciale dell’Italia nei confronti degli Emirati è risultato il sesto in
assoluto per valore dopo quelli registrati nei confronti di Stati Uniti,
Regno Unito, Francia, Svizzera e Hong Kong. Tra i primi venti mercati di
sbocco, le esportazioni verso gli Eau si sono mostrate le più dinamiche dopo
quelle verso gli Stati Uniti.
A livello settoriale, gli incrementi maggiori delle esportazioni italiane
verso gli Emirati Arabi Uniti nel 2015, se si escludono i comparti dai valori
irrilevanti, si sono verificati negli altri mezzi di trasporto (+ 165%),
seguiti dai prodotti dell’elettronica (+ 52,7%), dai mobili (+ 42,6%), dalle
apparecchiature elettriche (+ 38,3%), dai prodotti in carta (+ 35,4%), dai
prodotti agricoli (+ 33%) e dai macchinari (+ 32,8%). Questi ultimi,
peraltro, rappresentano la principale categoria settoriale delle esportazioni
italiane sul mercato, per un’incidenza del 20,5% sul totale, seguiti dai
prodotti delle altre industrie manifatturiere, al cui interno è compresa la
gioielleria (19,3%), dai prodotti di elettronica ed ottica (6,3%), dai
prodotti della raffinazione del petrolio (5,9%) e dai prodotti chimici
(4,7%).
Nel 2015, i prodotti della gioielleria hanno continuato a rappresentare la
principale categoria merceologica delle esportazioni italiane verso gli
Emirati, per un valore di oltre un miliardo di euro, facendo tuttavia
registrare una flessione dell’11,4% rispetto al 2014. In seconda posizione
della graduatoria si sono collocate le macchine di impiego generale
(rubinetti e valvole, turbine, pompe e compressori), per un valore di 605
milioni di euro ed un incremento annuale del 58,9%, che hanno preceduto i
prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (365 milioni, in aumento
del 29%), le altre macchine di impiego generale (attrezzature per la
refrigerazione e la ventilazione, macchine di sollevamento e movimentazione,
macchine per la dosatura, la confezione e l’imballaggio) per 309 milioni di
euro ed un incremento del 9,2%, le altre macchine per impieghi speciali
(macchine per l’industria alimentare, macchine da cava e cantiere, macchine
per l’industria della plastica e della gomma, ecc.) pari a 271 milioni di
euro con un aumento del 19,2%.

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Marche verso fermo dell’autotrasporto

PESARO – Si va verso il fermo dell’autotrasporto se dal Governo non
arriveranno risposte alle emergenze del settore. E’ quanto emerso da un
incontro promosso a Pesaro dalla Cgia Marche, presente la deputata del Pd
Alessia Morani, e Alessandro Bettini di Fi, in rappresentanza del
parlamentare Simone Baldelli. Ai lavori ha preso parte anche il presidente
della Commissione regionale trasporti Andrea Biancani.
Il presidente regionale di Confartigianato trasporti Elvio Marzocchi ha
illustrato i dati della grave crisi che interessa l’autotrasporto, nonostante
segnali di ripresa (+ 2,5%) in linea con il dato nazionale.
Il segretario dell’associazione Gilberto Gasparoni ha elencato i nodi sul
tappeto: l’eccesso di tassazione, la concorrenza sleale dei vettori
stranieri, il ritardo nei contributi per l’acquisto di nuovi veicoli euro 6.
Quanto all’introduzione del reato di omicidio stradale, la Confartigianato
esprime «perplessità, per il rischio che anche conducenti seri ed onesti
subiscano ripercussioni sul lavoro e l’impresa».

Governo e Assologistica su logistica
sanitaria

MILANO – Si sono svolti a Milano in Assologistica i lavori interni della
Commissione di Logistica sanitaria presieduta da Alessandro Pacelli. La
riunione ha riguardato la condivisione dettagliata dei contenuti di tre
incontri istituzionali separati avvenuti a Roma a Febbraio, prima con il
ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e successivamente con il
commissario alla spending review, Yoram Gutgeld, ed infine con il capo
segreteria tecnica ministero della Salute, Roberto Scrivo.

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Il contenuto degli incontri, condotti dal presidente di Assologistica Carlo
Mearelli e da Alessandro Pacelli, ha riguardato il risparmio economico
oggettivamente ottenibile nel servizio pubblico sanitario ed ospedaliero con
l’adozione di procedure logistiche lineari e tecnicamente sostenibili. Nel
corso dei lavori, i partecipanti alla Commissione di Logistica sanitaria di
Assologistica sulla base dei dati messi a punto dal Politecnico di Torino e
da quanto emerso nella conferenza di Padova dello scorso 22 Gennaio, con un
dibattito approfondito hanno valutato le opportunità di ulteriori
coinvolgimenti degli associati in progetti di logistica sanitaria ospedaliera
finalizzato a dare un supporto qualificato a risolvere le problematiche della
sanità pubblica richieste dal ministro Lorenzin.
«Giungere ad una condivisione di azioni da compiere per ulteriori passi
avanti con i decisori istituzionali è stato l’obiettivo principale di questa
riunione – ha commentato a margine Alessandro Pacelli – e non solo verso gli
organi centrali ma anche verso le Regioni, che potrebbero acquisire alcuni
strumenti di sintesi sulle modalità di gestione della parte economica del
servizio sanitario». Attraverso processi di logistica distributiva regionale
centralizzata, che applicano le tecnologie a supporto della logistica
sanitaria, si ottengono risparmi importanti sui costi della sanità,
soprattutto grazie al coinvolgimento degli operatori logistici specializzati,
che perfezionano le competenze logistiche interne alla sanità necessarie al
processo di miglioramento. Infine, durante l’incontro i partecipanti si sono
resi disponibili a partecipare ad un tavolo tecnico presso il ministero alla
Salute per un contributo progettuale di logistica sanitaria.

Porti privati inglesi contro l’Unione
europea

  LONDRA – Alcuni rappresentanti della Associated British Ports (Abp,
l’Associazione dei porti privati britannici) si sono recati a Strasburgo per
protestare contro la proposta per la regolamentazione dei porti Ue.
In passato il Parlamento europeo ha votato due volte contro la legge Ue per

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la regolamentazione dei porti: in questo caso si tratta di votare sulla
rivisitazione della Ports Services Regulation (Psr) che intende aumentare la
trasparenza dei porti europei.
In un comunicato la Abp invita l’industria portuale britannica a far sì che i
parlamentari votino contro questa regolamentazione, ritenendo che i porti
finanziati privatamente sarebbero danneggiati dalla Psr.
Secondo James Cooper, amministratore delegato di Abp e presidente della UK
Major Ports Group (Ukmpg), infatti, l’attuale testo di legge è ambiguo e
l’ambiguità è dannosa in quanto crea incertezza mettendo a rischio i futuri
investimenti, la crescita e l’occupazione.
Knut Fleckenstein, parlamentare europeo di Amburgo, riconosce la presenza in
Europa di diversi modelli organizzativi per i porti: «Non sorprende che Stati
membri dove sono presenti porti privatizzati siano contrari ad uno schema
europeo – ha detto Fleckenstein – tuttavia questa norma è abbastanza
flessibile e tiene conto le particolarità nazionali e regionali. Inoltre, un
voto contrario impedirebbe di dare stabilità ai porti».
Ma i porti privati inglesi mirano almeno a introdurre un emendamento che
sottragga i porti privati dagli scopi della norma, in un modo che, secondo
loro, è del tutto aderente alle leggi europee.
Questa legge, peraltro, non è sfuggita agli euroscettici britannici secondo i
quali «la Psr è il perfetto esempio di tutto ciò che può essere sbagliato sia
nei principi che nei procedimenti dell’Unione europea».

Marina: fine servizio “Urania” e
“Danaide”

AUGUSTA – Le corvette della Marina Militare “Urania” e “Danaide”, dopo quasi
trent’anni di attività al servizio delle istituzioni e della collettività,
hanno concluso la loro vita operativa. Per tale motivo si è tenuta una
cerimonia sulla banchina Tullio Marcon di Augusta (Siracusa), sede del
Comando delle forze da pattugliamento per la sorveglianza e la difesa
costiera (Comforpat).

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L’atto formale con cui le due navi saranno radiate dalla flotta della Marina
Militare si è svolto con la cerimonia dell’ultimo ammaina bandiera presieduta
dal comandante in capo della Squadra navale, ammiraglio di Squadra Filippo
Maria Foffi. Con la cancellazione dai ruoli del naviglio militare delle
corvette “Urania” e “Danaide”, continua il processo di ridimensionamento
della flotta della Marina Militare che, a causa dell’invecchiamento delle
unità navali che la compongono, entro il prossimo decennio si contrarrà del
65%. Le due corvette poste in disarmo dalla Marina Militare saranno cedute a
Fincantieri per effettuare un iniziale ricondizionamento e consentire la
successiva vendita al Bangladesh.
Le Bandiere di combattimento di Nave Urania e Nave Danaide sono state
consegnate, durante la cerimonia, al comandante in capo della Squadra navale,
per essere successivamente conservate a Roma nel museo Sacrario delle
bandiere delle Forze Armate, all’interno dell’Altare della Patria.

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