La competitività delle città di piccola e media dimensione e il riordino territoriale. Casi di studio europei in aree transfrontaliere - AGEI

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Daniele Ietri

La competitività delle città di piccola e media dimensione
e il riordino territoriale.
Casi di studio europei in aree transfrontaliere

Negli ultimi decenni gli studiosi di città si sono impegnati a studiare il ruolo delle grandi città nell’economia globale.
Tuttavia, le Nazioni Unite segnalano che nel 2020 circa metà della popolazione urbana mondiale vivrà in città con meno
di 500 mila abitanti. Cosa sappiamo di funzioni, attività e posizionamento di queste città medie e piccole? Il contributo
sintetizzerà alcuni risultati di un progetto di ricerca su un campione di oltre quaranta città di media dimensione in Europa
e negli Stati Uniti. Tra i casi di studio europei, molte città sono localizzate in regioni transfrontaliere e sviluppano, anche
in virtù della loro posizione, strategie per superare i vincoli del proprio contesto territoriale e i limiti derivanti dalla loro
dimensione. Grazie a due esempi dall’Austria e dalla Croazia si illustreranno alcune opzioni di policy a disposizione delle
città piccole e medie per migliorare la propria competitività.

Abstract: T
           he Competitiveness of Small and Medium Sized Cities and the Territorial Reconfiguration: Case Studies in
          European Cross-border Areas

For the last few decades the world of urban researchers has been fascinated with the place in the global economy of largest
cities. But the UN has reported that in 2020 about half of the world’s urban population will be living in cities of fewer
than 500.000 residents. What of the functions, activities and placement of these smaller cities? The paper will summarize
the results of a research project that considered more than 40 second-tiers cities in Europe and USA. Among the European
case studies, many cities are localized in a cross-border region and develop strategies in order to overcome their territorial
limitations and «punch over» their size. Two examples from Austria and Croatia will be used to illustrate some policy
options available for the generality of small and medium sized cities in order to improve their competitiveness.

Parole chiave: competitività urbana, piccole città, medie città, aree transfrontaliere

Keywords: urban competitiveness, small cities, second tier cities, cross-border areas

Libera Università di Bolzano - Freie Universität Bozen - daniele.ietri@unibz.it

1. Introduzione                                                    i 500.000 abitanti; si nota, inoltre, che «molte tra
                                                                   le città che crescono più velocemente nel mondo
   L’attenzione dell’economia globale e degli stu-                 sono di dimensione relativamente piccola» (Uni-
diosi è stata attratta da tempo dalle città molto                  ted Nations Department of Economic and Social
grandi: città globali, mega-città, world cities e re-              Affairs, 2014, p. 1). Le piccole città meritano quin-
gioni urbane globali (Sassen, 1991; Taylor, 2013;                  di una certa attenzione, anche perché non si pos-
Hall, 2009; Scott, 2012) sono state e sono tuttora                 sono sottrarre dall’elaborazione di strategie per
tra gli oggetti principali di attenzione degli studi               attrarre imprese, forza lavoro qualificata e ogni
sull’economia urbana. Ci sono, tuttavia, studiosi,                 altro fattore necessario a renderle un soggetto
come Kotkin (2014), che sostengono come le città                   significativo nel contesto economico internazio-
di medie e piccole dimensioni siano degne di in-                   nale: non sono esenti, pertanto, dalla necessità di
teresse così come le più grandi e abbiano anche                    essere competitive1.
specifici vantaggi competitivi. Si prevede che en-                    Il progetto di ricerca, dal quale deriva questo
tro il 2050 i due terzi della popolazione mondiale                 contributo, ha avuto come obiettivo individuare
risiederà in centri urbani (rispetto a circa il 54%                come le città di piccola e media dimensione2 pos-
di oggi), ma secondo le Nazioni Unite almeno                       sano essere competitive in un’economia globale
metà della popolazione urbana vivrà in città sotto                 dominata da poli come New York, Londra, Pechi-

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no e molte altre con popolazioni superiori ai 5         alcune alternative alle mega-città, identificando
milioni. Come può una città con meno di 500 o           la midopolis, gli anelli più esterni dello sviluppo
250.000 abitanti competere in un mondo di «gi-          urbano di una grande città; le nerdistan, attratti-
ganti» e quali ruoli e funzioni potrà svolgere?         ve per i giovani molto qualificati e ben collegate
   In questo contributo ci si concentrerà su un         con i centri economici e gli hub infrastrutturali;
aspetto specifico, che riguarda la posizione delle      e, infine, le small town, le piccole città in contesti
città di piccola e media dimensione nel contesto        prevalentemente non urbani, attrattive per qua-
attuale del riordino territoriale in Unione Euro-       lità della vita e dell’ambiente. Nell’ambito delle
pea. Si tenterà di verificare se le piccole e medie     ricerche sull’impatto della crisi economica nei Pa-
città possano trovare una leva competitiva nella        esi dell’Unione Europea, si è notato come le città
collaborazione con altre città, per esempio in con-     medie e piccole abbiano avuto una performance mi-
testi transfrontalieri.                                 gliore rispetto alle città più grandi e alle capitali
   In questa sede, non è possibile proporre una         (Camagni, Capello e Caragliu, 2015), nonostante
sintesi della letteratura scientifica sul tema delle    una spesso non equilibrata distribuzione degli
politiche per le piccole e medie città e tantomeno      investimenti, che tende a favorire queste ultime
discutere il dibattito corrente degli studi urbani,     (ESPON e altri, 2012; ESPON, 2014; Parkinson,
per evidenti motivi di spazio e non essendo que-        Meegan e Karecha, 2015).
sto l’obiettivo proposto nel numero della rivista          Peter Karl Kresl e l’autore di questo contribu-
del quale l’articolo fa parte. Pertanto, nella prima    to hanno dedicato alla competitività delle piccole
parte si presenterà una sintesi di alcuni risultati     e medie città un lavoro di ricerca tra il 2015 e il
generali della ricerca empirica, rilevanti per l’o-     2016 (2016), a valle del quale è possibile sintetizza-
biettivo scelto in questo contributo. Riportate qui     re alcuni tra i fattori di svantaggio e di vantaggio
sinteticamente, le tesi della ricerca sono discusse     competitivo. In primo luogo, possiamo accennare
e argomentate in Kresl e Ietri (2016). Nella secon-     ad alcune determinanti della competitività per
da parte, si presenteranno due casi studio che si       le quali le piccole città sono svantaggiate rispet-
ritengono emblematici relativamente all’organiz-        to alle grandi: a) non possono approfittare delle
zazione territoriale e amministrativa dei confini       economie di agglomerazione tipiche delle città
municipali e metropolitani.                             grandi: ad esempio, un aeroporto internazionale
                                                        o una varietà di servizi professionali specializza-
                                                        ti disponibili localmente; b) spesso sono prive di
2. La competitività delle piccole e medie città         un’identità internazionale facilmente riconosci-
                                                        bile, sebbene molte stiano recentemente lavoran-
   Questo paragrafo offre una sintesi dei risultati     do sull’identificabilità o il «branding»; c) spesso
della ricerca presentata in Kresl e Ietri (2016), che   mancano di una visione strategica, magari a causa
elabora il tema della competitività delle piccole e     di una generale avversione al rischio o di un ap-
medie città a partire dalla constatazione dell’as-      proccio «path-dependent» che tende a non con-
senza di una prova scientifica sulla correlazione       siderare il cambiamento come un’opportunità;
tra dimensione della città e competitività della sua    d) sebbene siano ricche di competenze, le ammi-
economia (United Nations-Habitat, 2012; Econo-          nistrazioni delle città piccole e medie solitamente
mist Intelligence Unit, 2013) e dello scarso accor-     mancano dei professionisti e degli esperti neces-
do in letteratura sull’esistenza di una «dimensione     sari per affrontare una programmazione stra-
ottimale» delle aree urbane. Anzi, relativamente a      tegica o, in generale, progetti urbani innovativi;
quest’ultima, per citare alcuni esempi, si passa da     e) molte città medie e piccole sono relativamente
autori che indicano una soglia massima intorno ai       disperse e non hanno in genere risorse sufficienti
500.000 residenti (Begović, 1991) a studi che pro-     per un trasporto pubblico capillare; sono, quindi,
pongono una taglia ottimale per ottenere effetti        spesso città che devono affrontare le conseguenze
di produttività a breve termine intorno ai 6 mi-        di una mobilità caratterizzata da una prevalenza
lioni di residenti (OECD, 2006). Oppure vi sono         di spostamenti in automobile.
autori come Camagni, Capello e Caragliu (2015,             Vi sono però fattori rispetto ai quali le città pic-
p. 1082) che indicano la dimensione in 714.973          cole e medie appaiono decisamente avvantaggiate
residenti, «taglia» oltre la quale le «economie di      rispetto a quelle più grandi: a) molte, nonostante
agglomerazione diventano dis-economie».                 la dimensione, godono di un’economia urbana so-
   Vi sono al contempo numerosi contributi che          lida e in crescita: si tratta, per esempio, delle città
discutono i vantaggi delle città piccole e medie.       dotate di un’importante sede universitaria, dalla
Per esempio, il lavoro di Kotkin (1990) propone         quale deriva sovente una vita intellettuale vivace,

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attrattive culturali e ricreative, maggiori opportu-        re perché numerose regioni di confine sono, sì,
nità per l’innovazione e la nascita di imprese e,           lontane dalle capitali economiche e politiche, ma
in generale, una buona qualità della vita, che le           includono, invece, piccole e medie città molto ri-
rende attraenti per diverse categorie di residenti;         levanti dal punto di vista economico (come Gine-
b) come si è accennato in precedenza per le città           vra, Basilea, Trieste, Maastricht, Lilla o come mol-
europee, in particolare per quelle in alcuni Stati          te città nell’area alpina). Anche alcune capitali
federali, le città medie e piccole sembrano poter           nazionali sono site in aree transfrontaliere e spes-
assorbire meglio o recuperare più velocemente gli           so anche queste hanno potuto beneficiare dell’in-
impatti negativi della crisi economica; c) nelle di-        tegrazione territoriale: probabilmente i casi più
mensioni più contenute, la formazione di capitale           noti sono quelli delle «città gemelle» Vienna e
sociale e la cooperazione tra pubblico e privato            Bratislava e di Lussemburgo, città emblematica
avvengono più facilmente, grazie alla maggiore vi-          per la capacità di proiettarsi ben al di là della sua
cinanza nei rapporti personali; d) in molti casi, le        piccola dimensione demografica grazie anche alla
città medie e piccole sono in grado di sviluppare           posizione geografica. Nel 2015, il Ministero per lo
piani strategici a medio e lungo termine con la             sviluppo sostenibile e le infrastrutture del gover-
stessa creatività ed energia delle città più grandi.        no del Lussemburgo ha promosso uno studio sul
In Europa e negli Stati Uniti, i casi studio presen-        tema delle piccole città nelle aree transfrontalie-
tati in Kresl e Ietri (2016) mostrano città che han-        re, lavoro che è stato presentato e discusso pro-
no riqualificato i waterfronts, promosso centri di          prio al debutto della presidenza lussemburghese
ricerca, creato infrastrutture, affrontato le sfide         dell’Unione Europea. Lo studio, redatto dal Lu-
del cambiamento climatico, della crisi economica,           xembourg Institute of Socio-Economic Research
delle migrazioni e dell’invecchiamento della po-            (LISER), discute sia considerazioni di policy sia
polazione in modo creativo e, spesso, superando             casi studio (Decoville, Durand e Feltgen, 2015).
le limitazioni dovute alla piccola dimensione.                 Per quanto riguarda le politiche, gli autori so-
   Vi sono, in generale, due strategie per recupe-          stengono che le piccole e medie città nelle aree
rare gli svantaggi della «taglia», descritti in pre-        transfrontaliere hanno l’opportunità di essere
cedenza. In primo luogo, le piccole città possono           competitive mettendo in comune le risorse, svilup-
«prendere in prestito» da città più grandi a loro           pando strategie territoriali comuni e rafforzando
vicine, per esempio utilizzando strutture e infra-          l’immagine. Le città possono mettere in comune
strutture, salvo la differenza del costo di traspor-        le risorse per raggiungere una massa che consen-
to. Si tratta del fenomeno del «borrowing size»             ta loro di essere competitive, unendo le forze (ad
descritto da Alonso (1975) per il caso delle impre-         esempio per finanziare e mantenere infrastrut-
se e applicabile, più in generale, per l’economia           ture che non potrebbero essere sostenute da una
urbana come proposto, tra gli altri, da Thissen e           sola città, come nel caso dell’area dell’Øresund per
altri (2013). In secondo luogo, le città piccole pos-       Copenaghen e Malmö) e condividendo le compe-
sono recuperare sulle città grandi partecipando a           tenze (lavorando assieme in università, poli di in-
reti di città, sia con città vicine sia con città più di-   novazione, centri di ricerca, clusters ecc.). La con-
stanti: la partecipazione a reti di città per proget-       divisione delle competenze non appare specifica
ti comuni è un fenomeno molto diffuso e ormai               delle piccole e medie città e delle aree transfron-
chiaramente consolidato in Unione Europea (un               taliere: l’esperienza nel contesto europeo mostra,
esempio emblematico è il programma URBACT:                  invece, che la cooperazione nella ricerca, istruzio-
Knox e Mayer, 2012). Spesso si tratta di reti svi-          ne e innovazione è stata di successo in reti molto
luppate in aree transfrontaliere, che ci portano al         eterogenee, incluso quelle nelle quali partecipano
tema specifico discusso nel seguito.                        attori da territori molto lontani e da contesti urba-
                                                            ni molto differenti3. Ciò che appare molto convin-
                                                            cente è quando le piccole città lavorano in coope-
3. 
   Piccole e medie città nelle regioni trans-               razione transfrontaliera per creare massa critica
   frontaliere dell’Unione Europea                          sfruttando le complementarità: vi sono esempi di
                                                            cooperazione nella sanità, come l’ospedale tran-
   Da decenni l’Unione Europea ha sviluppato la             sfrontaliero di Cerdagne sul confine tra Francia e
cooperazione internazionale e transfrontaliera              Spagna, finanziato dal FESR, dalla Francia e dalla
tra Stati membri e non, finanziando programmi               Catalogna (www.hcerdanya.eu). Esempi analoghi
specifici e includendola tra le priorità per i fon-         sono le agenzie di occupazione transfrontaliera
di strutturali. Le città nelle aree transfrontaliere        sul confine franco-tedesco o nell’area tra Irlanda
hanno partecipato a molti progetti, in particola-           e Irlanda del Nord, oltre a progetti per la prote-

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zione ambientale, come impianti di depurazione           turisti da ogni parte del mondo, con un numero
transfrontalieri o la prevenzione dei rischi di inon-    crescente di arrivi da Stati Uniti, Cina, Taiwan,
dazione lungo i corsi d’acqua (Decoville, Durand e       Corea del Sud e un flusso costante da Giappone e
Feltgen, 2015). Le piccole città nelle aree transfron-   America Meridionale.
taliere hanno anche l’opportunità di migliorare la          Per mantenere un numero crescente di arrivi
posizione competitiva grazie all’elaborazione di         da ogni parte del mondo, senza rilevanti effetti
strategie di sviluppo comune con le regioni vicine.      stagionali, non bastano un centro storico grade-
Tra gli aspetti più efficaci della collaborazione, ol-   vole e un illustre concittadino. Vi sono almeno
tre alla protezione ambientale e alla gestione dei       tre opzioni di policy che la città ha promosso co-
rischi appena citati, ci sono le strategie comuni per    stantemente negli ultimi decenni e che hanno
promuovere l’immagine internazionale delle aree          indubbiamente contribuito al suo successo turisti-
transfrontaliere, una tra le debolezze tipiche delle     co: a) la maniacale conservazione della città vec-
piccole città.                                           chia, che dopo la seconda guerra mondiale è stata
   Quanto discusso fin qui per le piccole e medie        oggetto della prima legge di protezione dei beni
città in un’area transfrontaliera può essere rile-       culturali dell’Austria; inoltre, la conservazione
vante non soltanto nel caso della presenza di un         dei vecchi edifici è stata costantemente finanzia-
confine internazionale. Molti Paesi europei han-         ta dall’amministrazione comunale, con lo scopo
no confini interni rilevanti tra Regioni, Stati o        di mantenere il paesaggio urbano e l’atmosfera
ancora tra unità amministrative separate, anche          particolare che caratterizzano il centro storico; b)
al livello comunale. È quindi interessante studia-       la definizione, intorno agli anni Ottanta del se-
re, nell’approccio assunto in questo contributo, i       colo scorso, di un «muro verde», con lo scopo di
vantaggi della cooperazione tra piccole e medie          proteggere un’ampia area verde interna ai confini
città in una varietà di scenari, tra i quali il conte-   comunali; c) l’investimento in eventi culturali e
sto transfrontaliero è solo una delle possibili si-      artistici (come il festival musicale estivo), oltre che
tuazioni nelle quali le piccole città possono trarre     nelle istituzioni formative – tra le quali una sede
benefici dal costruire reti e unire le forze.            universitaria – molto rilevanti per le città di picco-
                                                         la dimensione4.
                                                            Salisburgo è chiaramente una piccola città ric-
4. Una città in crescita lungo un confine. Il caso      ca e attrattiva, con un’economia vivace e con do-
    di Salisburgo                                        tazioni notevoli nella cultura e nella formazione.
                                                         Tuttavia, anche in questa situazione eccellente
   È la capitale dell’omonimo Land, una tra le re-       ci sono alcune sfide rilevanti per il governo lo-
gioni più ricche d’Europa, con un PIL pro capite         cale, che sono particolarmente interessanti per
di circa 41.000 euro nel 2011, ben oltre la media        la discussione presentata in questo contributo.
nazionale austriaca. Sebbene il Land abbia attivi-       Tra queste vi è quella relativa alla mobilità. Cir-
tà manifatturiere e una certa tradizione rurale,         ca 110.000 posti di lavoro in una città di 140.000
l’economia di Salisburgo è quasi esclusivamente          residenti significa che una quota rilevante di oc-
basata sul turismo. Nel 2011, dei 108.000 posti di       cupati è composta da pendolari: una stima grezza
lavoro nella città, oltre il 90% era nei servizi, in     valuta che circa 50.000 pendolari raggiungano la
particolare nel commercio (circa 20.000), ricetti-       città quotidianamente5. Ciò si nota immediata-
vità e ristorazione (più di 7.200) e arti e cultura      mente dalla congestione delle strade principali
(2.300), tutti comparti riferibili al turismo (http://   di ingresso alla città, nonostante la localizzazio-
www.statistik.at). Sanità e servizi sociali, infine,     ne strategica della stazione in centro, il sistema di
rappresentano circa il 10% dell’occupazione lo-          mezzi pubblici e la presenza di tre parcheggi di
cale; data la presenza di strutture sanitarie e il       interscambio in periferia. La pressione sul siste-
numero crescente di anziani, ci si può aspettare         ma dei trasporti è conseguenza anche della scarsa
una crescita dell’importanza relativa del settore        disponibilità di residenze nella città, che dipende
in futuro. La città è l’hub principale per l’accesso     dalla scarsissima disponibilità di aree destinabili a
all’area montana circostante, ma è principalmen-         nuovi edifici residenziali.
te una destinazione turistica, grazie al centro sto-        Lo spazio disponibile entro i confini comuna-
rico patrimonio UNESCO e alla notorietà come             li è scarso (65 km2) e, come citato, vi sono diver-
luogo di nascita di Wolfgang Amadeus Mozart.             si vincoli relativi alle aree verdi e al patrimonio
Nel 2014, Salisburgo ha registrato 1.501.078 arrivi      storico (Stadt Salzburg, 2009). Inoltre, una parte
e 2.634.694 presenze (https://www.stadt-salzburg.at/     consistente della superficie comunale è utilizzata
pdf/der_tourismus_im_ jahr_2014__broschuere_.pdf ),      dalle strutture ferroviarie e, soprattutto, dall’a-

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eroporto, vicinissimo al centro, ma cruciale per          al cambiamento geopolitico e alla fine dell’eco-
l’attrattività turistica. L’ovvia conseguenza è che i     nomia pianificata. Non sorprende che la città ab-
costi delle unità residenziali siano altissimi e poco     bia subito molti anni di stagnazione e che la sua
accessibili, specie per i cittadini più giovani e per     popolazione sia passata da più di 162.000 abitan-
le famiglie a medio e basso reddito.                      ti nel 1991 a 128.000 nel 2011. L’attuale sindaco,
   A Salisburgo non è stata sviluppata una piani-         Vojko Obersnel, in carica dal 2000, ha elaborato
ficazione a livello di area metropolitana o a scala       e attuato una strategia molto ampia per la città,
regionale. Inoltre, una parte del confine comunale        il cui ultimo aggiornamento riguarda il periodo
a ovest coincide con il confine internazionale fra        2014-2020. A Rijeka la transizione ha testimonian-
Austria e Germania: un confine a lungo ignora-            ze visibili negli edifici che si affacciano sul lun-
to nelle politiche e solo recentemente interessato        go waterfront, che include l’area portuale e molti
da alcuni progetti nell’area della mobilità e dello       edifici industriali, in particolare i cantieri navali
sviluppo economico. Poiché la città tedesca più vi-       che hanno caratterizzato l’economia urbana per
cina (Monaco) è lontana dalla regione transfron-          decenni e che sono ancora attivi dopo trasforma-
taliera, Salisburgo fornisce i servizi urbani a molte     zioni e privatizzazioni. Gli edifici industriali sono
vicine città tedesche, data anche la facilitazione        diffusi anche in altre aree della città, dove trova-
linguistica. La cooperazione con le città austria-        vano sede industrie della carta, del tabacco, dei
che in un’ottica metropolitana dovrebbe essere            motori e raffinerie.
semplificata dal fatto che in Austria (come in molti         Localizzata su un golfo, circondata da monta-
Paesi europei) i comuni ricevono trasferimenti dai        gne e colline, la città ha diversi limiti fisici oltre
governi centrali sulla base del numero di occupa-         che amministrativi, dato che la superficie del
ti nelle imprese e dei residenti: di conseguenza le       comune è soltanto di 44 km2. Il mare, in gene-
città vicine potrebbero essere interessate a offrire      rale, è scarsamente accessibile dal centro città,
spazio a ciò che Salisburgo non riesce più a ospita-      con l’eccezione del «Molo longo», la vecchia diga
re, vale a dire proprio imprese e aree residenziali.      esterna recentemente (2009) aperta al pubblico,
Tuttavia, il livello di reddito e di ricchezza media      che offre ora una passeggiata di 2 km di fronte
nell’area sono così alti che le città più piccole della   alla città. Come in molte città portuali, l’accesso
regione urbana non hanno alcun interesse ad au-           al waterfront è cruciale per il miglioramento del-
mentare le entrate di bilancio e preferiscono opta-       la qualità urbana e per l’identità dei residenti.
re per un approccio molto conservativo.                   L’apertura del «Molo longo» è stata una fra le
                                                          trasformazioni attuate negli ultimi anni, come
                                                          il potenziamento dell’Università e la creazione
5. Una città in transfrontaliera in transizione.         di strutture per la ricerca e l’innovazione, che
    Il caso di Rijeka                                     sono diventate centrali per la strategia di svi-
                                                          luppo della città (Grad Rijeka, 2013a e 2013b).
   Rijeka (Fiume) occupa la parte settentrionale          Un altro tema fondamentale è il posizionamento
della Baia di Kvarner in Croazia. È una città por-        della città a livello globale e lo sviluppo delle
tuale, teatro di eventi e cambiamenti geopolitici         infrastrutture per la mobilità internazionale e il
noti. Quando nel 2013 la Croazia entra a far par-         commercio, sulla base della posizione geografica
te dell’Unione Europea, Rijeka, la terza città per        peculiare, ma anche della prosecuzione dell’an-
dimensione demografica, a pochi chilometri di             tica vocazione portuale della città.
distanza da Italia e Slovenia, diventa un polo cen-          L’elemento cruciale di strategia relativo all’ar-
trale in un’area di cooperazione transfrontaliera         ticolazione territoriale è il progetto di agglomera-
che riguarda le Alpi e l’Adriatico. Se si considera       zione urbana, attualmente in corso con nove co-
l’ultimo secolo, la città è stata più volte ricostru-     muni dell’area, che darà vita a un’agglomerazio-
ita e costretta a ripartire: quando divenne parte         ne di 188.000 residenti in 414 km2. L’obiettivo del
dell’Italia; dopo la seconda guerra mondiale; alla        progetto, sostenuto anche dalla possibilità di acce-
fine della Jugoslavia; e, infine, negli ultimi anni       dere a strumenti finanziari dell’Unione Europea,
con l’integrazione europea. Alcuni tra questi             è di concentrare gli sforzi su alcuni progetti di
passaggi sono stati certamente drammatici per             scala metropolitana, localizzati nelle diverse mu-
molti aspetti, ma hanno anche costretto la città a        nicipalità partecipanti, in grado di produrre im-
reinventarsi. In molte aree urbane, gli ultimi de-        patti positivi e di fornire funzioni urbane a livello
cenni del Ventesimo secolo sono stati caratteriz-         dell’agglomerazione. Il successo di questi progetti
zati dalla transizione economica e dal crollo dei         dipende molto dalla capacità dei partecipanti di
settori tradizionali: a Rijeka questo si è associato      integrarsi e di lavorare assieme sulla strategia di

       AGEI - Geotema, 57                                                                                  29
agglomerazione: un compito non semplice, che             parire una generica affermazione di buon senso
deve scontare anche le difficoltà negli equilibri        più che una indicazione per le politiche. Tuttavia,
tra la città capofila e le unità più piccole.            la ricerca sul campo e il contatto con la complessa
                                                         realtà del governo alla scala urbana mostrano che
                                                         le reti di collaborazione non emergono spontanea-
6. Discussione                                           mente e sono il risultato di uno sforzo politico, me-
                                                         glio se supportato da finanziamenti ad hoc; la forza
   Si è scelto di illustrare sinteticamente il caso di   dei confini amministrativi (municipali, regionali,
Salisburgo perché riassume una parte delle deter-        nazionali) è spesso ancora un limite alla risoluzio-
minanti positive della competitività delle città di      ne di problemi concreti di cittadini e imprese; la
piccola e media dimensione europee (qualità della        scala dei problemi è spesso diversa da quella delle
vita, presenza di istituzioni culturali, presenza di     possibili soluzioni. Ecco perché, anche per le pic-
imprese in più settori dell’economia urbana), as-        cole e medie città, può essere ancora utile porre
sieme ad alcune delle determinanti negative (costo       attenzione, sia nella ricerca sia nelle policies, all’or-
degli immobili, in particolare residenziali, proble-     ganizzazione dei livelli amministrativi e ai possibi-
mi alla mobilità). Le criticità della città austriaca    li cambiamenti nella loro articolazione.
troverebbero probabilmente facile soluzione in un
contesto di cooperazione con le amministrazioni
confinanti. Tuttavia, la posizione transfrontaliera      Riferimenti bibliografici
e la scarsa collaborazione con le amministrazio-         Alonso William (1975), Urban Zero Population Growth, in Man-
ni comunali dell’area vasta impediscono alla cit-           cur Olson e Hans H. Landsberg (a cura di), The No-growth
tà «capoluogo» dell’area di realizzare un efficace          Society, Abingdon, Frank Cass, pp. 191-206.
scambio con la propria area metropolitana.               Begović Boris (1991), The Economic Approach to Optimal City Size,
   L’amministrazione comunale di Rijeka, che                in «Progress in Planning», pp. 94-161.
                                                         Camagni Roberto, Roberta Capello e Andrea Caragliu (2015),
sconta limiti dimensionali, ha dovuto lavorare si-          The Rise of Second-Rank Cities: What Role for Agglomeration
stematicamente per collaborare con le città vicine.         Economies?, in «European Planning Studies», pp. 1069-1089.
Anche qui, la città più grande ha la capacità orga-      Decoville Antoine, Frédéric Durand e Valérie Feltgen (2015),
nizzativa e finanziaria di promuovere funzioni e            Opportunities of Cross-border Cooperation between Small and Me-
                                                            dium Cities in Europe, Lussemburgo, LISER.
progetti, ma non ha lo spazio; mentre le munici-
                                                         Economist Intelligence Unit (2013), Hot Spots 2025: Benchmark-
palità più piccole hanno spazio, ma mancano di              ing the Future Competitiveness of Cities, Londra-New York-Hong
risorse. Con un buon equilibrio nella distribuzio-          Kong-Ginevra, The Economist Intelligence Unit.
ne delle funzioni, Rijeka ha l’opportunità di au-        ESPON (European Spatial Planning Observation Network),
mentare la propria capacità competitiva contando            European Institute of Urban Affairs e Liverpool John
                                                            Moores University (2012), SGPTD Second Tier Cities and Terri-
su una regione metropolitana di oltre 180.000 re-           torial Development in Europe: Performance, Policies and Prospects,
sidenti, con una sorta di effetto «borrowing size»          Lussemburgo, ESPON.
reciproco, nello scambio tra dimensioni, funzio-         ESPON (European Spatial Planning Observation Network)
ni, risorse e spazi. L’attività è in corso e lo sforzo      (2014), Third ESPON Synthesis Report. Territories Finding a New
è significativo, ma rappresenta per molti aspetti           Momentum: Evidence for Policy Development, Growth and Invest-
                                                            ment, Lussemburgo, ESPON.
una buona pratica che può essere studiata da città       Grabher Gernot (a cura di) (2002), Production in Projects: Eco-
in situazioni simili.                                       nomic Geographies of Temporary Collaborations, in «Regional
   Le strategie sviluppate dalle città, qui utilizzate      Studies», fascicolo speciale 3.
come esempi, non sono probabilmente rappre-              Grad Rijeka (2013a), Grad Rijeka Mandatno izvješće 2009-2013,
                                                            Fiume, Grad Rijeka.
sentative per portata innovativa e non si propon-
                                                         Grad Rijeka (2013b), Strategija razvoja Grada Rijeke za razdoblje
gono come cambiamenti epocali nelle politiche               2012-2020 godine, Fiume, Grad Rijeka.
urbane. L’osservazione di una ricerca sul campo          Hall Peter (2009), Looking backward, looking forward: The City
e le indicazioni di policy che ne derivano, d’altra         Region of the Mid-21st Century, in «Regional Studies», pp.
parte, non devono, nell’opinione di chi scrive, ne-         803-817.
                                                         OECD (Organization for Economic Cooperation and Devel-
cessariamente rilevare i soli aspetti «eccezionali»,        opment) Territorial Reviews (2006), Competitive Cities in the
ma possono – e forse devono – anche occuparsi               Global Economy, Parigi, OECD Publishing.
dell’ordinario, che è ciò che la maggior parte dei       Knox Paul L. e Heike Mayer (2012), Europe’s Internal Periph-
governi affronta alla scala urbana.                         ery: Small Towns in the Context of Reflexive Polycentricity, in
   Nel contesto dell’articolazione amministrativa,          Anne Lorentzen, Bas van Heur (a cura di), Cultural Political
                                                            Economy of Small Cities, Abingdon-New York, Routledge, pp.
la necessità di sviluppare sinergie tra le ammini-          142-158.
strazioni di città che compongono un’area metro-         Kotkin Joel (1990), The New Geography. How the Digital Revolu-
politana, ancorché di piccole dimensioni, può ap-           tion is reshaping the American Landscape, New York, Random

  30                                                                                         AGEI - Geotema, 57
House Trade Paperbacks.                                             https://www.stadt-salzburg.at/pdf/der_tourismus_im_jahr_2014__
Kotkin Joel (2014), Research Report for the Seminar on Size is Not         broschuere_.pdf
   the Answer: The Changing Face of the Global City, Singapore,        http://www.statistik.at
   Civil Service College Singapore.
Kresl Peter K. e Daniele Ietri (2016), Smaller Cities in a World of
   Competitiveness, Londra-New York, Routledge.                        Note
Parkinson Michael, Richard Meegan e Jay Karecha (2015), City
                                                                       Questo contributo si basa su un’attività di ricerca condotta
   Size and Economic Performance: Is Bigger Better, Small More Beau-
                                                                       dall’autore e da Peter Karl Kresl nel periodo 2015-2016 sulla
   tiful or Middling Marvellous?, in «European Planning Stud-
                                                                       competitività delle piccole città. I risultati della ricerca sono
   ies», pp. 1054-1068.
                                                                       pubblicati in Kresl e Ietri (2016). Le informazioni qui riportate
Sassen Saskia (1991), The Global City: New York, London, Tokyo,
                                                                       sono aggiornate, per quanto possibile, al 2017.
   Princeton, Princeton University Press.                              1
                                                                          Secondo il Global Urban Competitiveness Project, la competiti-
Scott Allen John (2012), A World in Emergence: Cities and Regions
                                                                       vità urbana è «il grado in cui una città o regione urbana, in
   in the 21st Century, Cheltenham-Northampton, Edward El-
                                                                       confronto con altre città con le quali “compete”, è in grado
   gar.
                                                                       di fornire i posti di lavoro, il reddito, le attrattive ricreative e
Stadt Salzburg (2009), Die zukünftige Entwicklung der Stadt Sal-
                                                                       culturali, la coesione sociale, la capacità di governance e l’am-
   zburg. Räumliches Entwicklungskonzept der Stadt Salzburg REK
                                                                       biente urbano al quale aspirano i propri residenti e quelli che
   2007, Oberndorf, Laber Druck.
                                                                       si intende attrarre nel futuro» (http://www.gucp-us.org/we-are/).
Taylor Peter James (2013), Extraordinary Cities. Millennia of          2
                                                                         Si precisa che in questo contributo sono definite di «piccola
   Moral Syndromes, World-Systems and City/State Relations, Chel-
                                                                       e media dimensione» le città, alla scala globale, con una po-
   tenham-Northampton, Edward Elgar.
                                                                       polazione residente inferiore ai 500.000 ab. Discutendo i casi
Thissen Mark, Frank van Oort, Dario Diodato e Arjan Ruijs
                                                                       studio europei, questa soglia si ridurrà ampiamente sotto ai
   (2013), Regional Competitiveness and Smart Specialization in
                                                                       250.000 ab.
   Europe: Place-based Development in International Economic Net-      3
                                                                          Queste caratteristiche delle reti di innovazione sono state di-
   works, Cheltenham-Northampton, Edward Elgar.
                                                                       scusse in molta letteratura, incluso, per esempio, un numero
United Nations Department of Economic and Social Affairs
                                                                       speciale di «Regional Studies» curato da Grabher (2002).
   (2014), World Urbanization Prospects: The 2014 Revision, New        4
                                                                          L’Università di Salisburgo ha quattro facoltà, 2.800 addetti
   York, United Nations.
                                                                       e 18.000 studenti; l’Università di Scienze Applicate (Fachho-
United Nations-Habitat (2012), Small Town Development Ap-
                                                                       chschule) ha 2.600 studenti e 291 addetti; occorre citare, inol-
   proaches, Nairobi, United Nations-Habitat.
                                                                       tre, il «Mozarteum», l’accademia di musica fondata nel 1841.
                                                                       Eccetto per la Fachhochschule, che è localizzata nella regione, sia
                                                                       l’Università sia l’Accademia Mozarteum hanno una localizzazio-
Sitografia                                                             ne eccellente e attrattiva nel centro cittadino.
                                                                       5
                                                                          Oltre all’analisi di documenti e dati statistici, il caso studio si
http://www.gucp-us.org/we-are/                                         basa ampiamente su attività di ricerca in loco svolta dall’autore.
http:// www.hcerdanya.eu                                               Alcune informazioni, come quella appena citata, derivano da
http://www.rijeka.hr/urbana-aglomeracija/                              incontri con l’amministrazione cittadina e gli attori locali.

         AGEI - Geotema, 57                                                                                                            31
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