Opera - La Cenerentola Gioachino Rossini - Teatro Alighieri
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Fondazione Ravenna Manifestazioni Comune di Ravenna Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Regione Emilia Romagna Teatro di Tradizione Dante Alighieri Stagione d’Opera e Danza 2016-2017 La Cenerentola ossia La bontà in trionfo Omaggio a Lele Luzzati nel decennale della scomparsa dramma giocoso in due atti di Giacomo Ferretti musica di Gioachino Rossini (Edizione critica della Fondazione Rossini di Pesaro in collaborazione con Casa Ricordi, Milano a cura di Alberto Zedda) Teatro Alighieri 17, 19 febbraio con il contributo di partner
Sommario La locandina................................................................. pag. 5 Il libretto ........................................................................ pag. 7 Il soggetto . ................................................................... pag. 37 La Cenerentola di Lele Luzzati Note di regia di Aldo Tarabella.................................................... pag. 40 Note all’allestimento Coordinamento editoriale di Enrico Musenich.............................................. pag. 41 Cristina Ghirardini Grafica Ufficio Edizioni I costumi..................................................................... pag. 43 Fondazione Ravenna Manifestazioni Si ringrazia il Teatro del Giglio di Lucca Il dolce thè dell’impresario Cartoni per aver concesso il materiale editoriale. di Daniele Spini .......................................................... pag. 45 Foto delle prove in palcoscenico al Teatro del Giglio © Andrea Simi I protagonisti .............................................................. pag. 57 In copertina e a p. 4, disegni da Rita Cirio, Emanuele Luzzati, Dodici Cenerentole in cerca di autore, Milano, Nuages, 1991. A p. 37 e a p. 45, disegni tratti da Emanuele Luzzati, La Cenerentola musicata da Gioachino Rossini, Milano, Emme, 1979. A p. 40, bozzetto di Enrico Musenich. A p. 42, costumi della Sartoria Cerratelli. L’editore si rende disponibile per gli eventuali aventi diritto sul materiale utilizzato. Stampa Edizioni Moderna, Ravenna
La Cenerentola ossia la bontà in trionfo Omaggio a Lele Luzzati nel decennale della scomparsa dramma giocoso in due atti di Giacomo Ferretti musica di Gioachino Rossini (Edizione critica della Fondazione Rossini di Pesaro in collaborazione con Casa Ricordi, Milano a cura di Alberto Zedda) a 200 anni dalla prima rappresentazione al Teatro Valle di Roma (25 gennaio 1817) personaggi e interpreti Don Ramiro Pietro Adaini Dandini Pablo Ruiz Don Magnifico Marco Filippo Romano Clorinda Giulia Perusi Tisbe Isabel De Paoli Cenerentola Teresa Iervolino Alidoro Matteo D’Apolito direttore Erina Yashima regia Aldo Tarabella scene Enrico Musenich costumi Lele Luzzati luci Marco Minghetti aiuto regia Emiliana Paoli coreografie Monica Bocci Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Coro Melodi Cantores maestro del coro Elena Sartori maestro al fortepiano Laura Pasqualetti danzatori Raffaella Desalvi, Michela Giannelli, Ambra Latino, Martina Mecchi scene realizzate su progetto di Enrico Musenich per il Teatro del Giglio da L’Atelier di Elio Sanzogni, Fresonara (Alessandria) attrezzeria Teatro del Giglio costumi di Lele Luzzati per l’edizione del 1978 della Cenerentola, restaurati e messi a disposizione da Fondazione Cerratelli, Pisa calzature Calzature artistiche Sacchi, Firenze parrucche Audello, Torino nuovo allestimento del Teatro del Giglio di Lucca coproduzione Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Alighieri di Ravenna, Fondazione Teatri di Piacenza 5
La Cenerentola dramma giocoso in due atti libretto di Giacomo Ferretti musica di Gioachino Rossini prima rappresentazione Roma, Teatro Valle, 25 gennaio 1817 PERSONAGGI Don Ramiro, principe di Salerno tenore Dandini, suo cameriere basso Don Magnifico, barone di Monte Fiascone, padre di basso buffo Clorinda, e di soprano Tisbe mezzosoprano Angelina, sotto il nome di Cenerentola, figliastra di Don Magnifico contralto Alidoro, filosofo, maestro di Don Ramiro basso Dame che non parlano Cortigiani del principe La scena, parte in un vecchio palazzo di Don Magnifico e parte in un Casino di delizie del principe distante mezzo miglio. Le parti di testo in grigio sono state omesse nel presente allestimento.
[Sinfonia] Clorinda Cenerentola Ma già pronta è la rovina. E due, e tre. Ah! soccorso chi mi dà! Voglio ridere a schiattar. ATTO PRIMO Tisbe, Clorinda Alidoro Cavalieri [1. Introduzione] La finisci sì o no? (frapponendosi inutilmente) Già nel capo una fucina Se non taci ti darò. Vi fermate, per pietà. sta le donne a martellar; Scena prima il cimento si avvicina, Antica sala terrena nel castello del barone, con Cenerentola Cavalieri il gran punto di trionfar. cinque porte; a destra camino, tavolino con Una volta... O figlie amabili di Don Magnifico, specchio, cestello con fiori, e sedie. (S’ode picchiare.) Ramiro il Principe or or verrà. [Recitativo] Clorinda provando uno sciassè; Tisbe Al suo palagio vi condurrà. acconciando un fiore ora alla fronte ora al petto; Clorinda, Tisbe e Cenerentola Si canterà si danzerà: Clorinda Cenerentola soffiando con un manticetto al Chi sarà? poi la bellissima fra l’altre femmine (dando una moneta a Cenerentola, onde la dia camino per far bollire una cuccuma di caffè; indi (Cenerentola apre, ed entra Alidoro da povero.) sposa carissima per lui sarà. ai seguaci del Principe che escono) Alidoro da povero; poi seguaci di Don Ramiro. Date lor mezzo scudo. Grazie. Ai cenni Alidoro Clorinda del Principe noi siamo. Clorinda Un tantin di carità. Ma dunque il Principe? (osservando il povero e raggricciando il naso) No no no: non v’è, non v’è Ancor qui siete? chi trinciar sappia così Clorinda, Tisbe Cavalieri Qual tanfo! Andate, o ve ne pentirete. leggerissimo sciassé. Accattoni! Via di qua. Or or verrà. Cenerentola Tisbe (accompagnando Alidoro) Cenerentola Clorinda, Tisbe, Cenerentola Sì sì sì: va bene lì. (Io poi quel mezzo scudo Zitto, zitto: su prendete E la bellissima? Meglio lì; no, meglio qui. a voi l’avrei donato; questo po’ di colazione. Risaltar di più mi fa. ma non ho mezzo soldo. Il core in mezzo (Versa una tazza di caffè, e la dà con un pane ad Cavalieri Alidoro coprendolo dalle sorelle.) Si sceglierà. mi spaccherei per darlo a un infelice.) Clorinda, Tisbe A quest’arte, a tal beltà Alidoro Alidoro [Stretta dell’Introduzione] sdrucciolare ognun dovrà. (marcato assai) Forse il ciel il guiderdone (Forse al novello dì sarai felice.) Cenerentola pria di notte vi darà. Tisbe, Clorinda (Parte.) (con tuono flemmatico) Cenerentola, vien qua. Una volta c’era un re, Cenerentola Le mie scarpe, il mio bonnè. Tisbe che a star solo s’annoiò: Ah non reggo alla passione. Cenerentola, vien qua. Cenerentola, presto cerca, cerca, ritrovò; Che crudel fatalità! Le mie penne, il mio colliè. prepara i nastri, i manti. ma il volean sposare in tre. Nel cervello ho una fucina; Cosa fa? Clorinda, Tisbe son più bella e vo’ trionfar. Clorinda Sprezza il fasto e la beltà, (pavoneggiandosi) A un sorriso, a un’occhiatina Gli unguenti, le pomate. e alla fin sceglie per sé Risvegliar dolce passione Don Ramiro ha da cascar. l’innocenza e la bontà. più di me nessuna sa. Tisbe La la là Cenerentola I miei diamanti. li li lì Clorinda Cenerentola, vien qua. la la là. (volgendosi ad osservare Alidoro) Cenerentola, va’ là. Cenerentola Ma che vedo! Ancora lì! Cenerentola, va’ su. Uditemi, sorelle... Clorinda, Tisbe Cenerentola, va’ giù. Cenerentola, finiscila Tisbe Questo è proprio uno strapazzo! Clorinda con la solita canzone. Anche un pane? anche il caffè? Mi volete far crepar? (altera) Chi alla festa, chi al sollazzo Che sorelle! Cenerentola Clorinda, Tisbe ed io resto qui a soffiar. Non profanarci con sì fatto nome. Presso al fuoco in un cantone, (scagliandosi contro Cenerentola) via, lasciatemi cantar. Prendi, prendi, questo a te… Alidoro Tisbe Una volta c’era un re, Nel cervello una fucina (minacciandola) una volta… sta le pazze a martellar. E guai per te se t’uscirà di bocca. 8 9
Cenerentola Come son mortificate! Tisbe Don Ramiro (Sempre nuove pazzie soffrir mi tocca.) Degne figlie d’un Barone! Vicina mezzo miglio Tutto è deserto. Amici? (Entra a sinistra.) Via: silenzio ed attenzione. venuto è ad abitar... Nessun risponde. In questa State il sogno a meditar. simulata sembianza Tisbe Clorinda le belle osserverò. Né viene alcuno? Mi sognai fra il fosco e il chiaro Non v’è da perder tempo. Sceglie una sposa... Eppur mi diè speranza un bellissimo somaro. il sapiente Alidoro, Un somaro, ma solenne. Clorinda Tisbe che qui, saggia e vezzosa, Quando a un tratto, oh che portento!, Nostro padre Ci mandò ad invitar... degna di me trovar saprò la sposa. su le spalle a cento a cento avvisarne convien. Sposarsi... e non amar! Legge tiranna, gli spuntarono le penne (questionando fra loro, ed opponendosi a Clorinda che nel fior de’ miei giorni ed in aria, psct, volò! vicenda d’entrare a destra) E fra momenti... alla difficil scelta mi condanna! Ed in cima a un campanile Cerchiam, vediamo. come in trono si fermò. Tisbe Tisbe Si sentiano per di sotto Esser la prima Arriverà per prenderci... le campane sdindonar, voglio a darne la nuova. Scena quarta din, don, din, don… Clorinda Cenerentola cantando fra’ denti con sottocoppa Col cì cì, ciù ciù di botto Clorinda E la scelta e tazza da caffe, entra spensierata nella stanza, mi faceste risvegliar. Oh! mi perdoni. la più bella sarà... e si trova a faccia a faccia con Don Ramiro. Io sono la maggiore. Ma d’un sogno sì intralciato ecco il simbolo spiegato. Don Magnifico Cenerentola Tisbe La campana suona a festa? (in aria di stupore ed importanza) Una volta c’era... (crescendo nella rabbia fra loro) Allegrezza in casa è questa. Figlie, che dite! (Le cade tutto di mano, e si ritira in un angolo.) No no, gliel vo’ dir io. Quelle penne? Siete voi. Quel principon! Quantunque io nol conosca... Ah! è fatta. Quel gran volo? Plebe addio. Sceglierà!.. v’invitò... Sposa... più bella! Clorinda Resta l’asino di poi? Io cado in svenimento. Alla favella Don Ramiro È questo il dover mio. Ma quell’asino son io: è venuto il sequestro. Il principato Che cos’è? Io svegliare lo vuo’. Venite appresso. chi vi guarda vede chiaro per la spinal midolla che il somaro è il genitor. già mi serpeggia, ed in una parola Cenerentola Tisbe Fertilissima Regina il sogno è storia, ed il somaro vola. Che batticuore! Oh! non la vincerai. l’una e l’altra diverrà; Cenerentola, presto, ed il nonno una dozzina portami il mio caffè. Don Ramiro Clorinda di nepoti abbraccerà. (Cenerentola entra, vota il caffè e lo reca nella Forse un mostro son io! (osservando fra le scene) Un Re piccolo di qua… camera di Don Magnifico.) Ecco egli stesso. servo, servo… Viscere mie, Cenerentola Un Re bambolo di là… metà del mio palazzo è già crollata, (prima astratta poi correggendosi con servo, servo… e l’altra è in agonia. Fatevi onore. naturalezza) [2. Cavatina] e la gloria mia sarà. Mettiamoci un puntello. Sì... no, signore. (andando e tornando, e riprendendo le figlie, Scena seconda [Recitativo] che stanno per entrare) Don Ramiro Don Magnifico, bieco in volto, esce in berretta Figlie state in cervello. Un soave non so che da notte e veste da camera, e detti; indi Clorinda Parlate in punto e virgola, in quegl’occhi scintillò! Cenerentola. (interrompendosi e strappandosi Don Magnifico) per carità: pensate ad abbigliarvi: Sappiate che fra poco... si tratta niente men che imprinciparvi. Cenerentola Don Magnifico (Entra nelle sue stanze, Clorinda e Tisbe nella loro.) Io vorrei saper perché Miei rampolli femminini, Tisbe il mio cor mi palpitò? (ricusando di dar loro a baciar la mano) (come sopra) vi ripudio; mi vergogno! Il principe Ramiro... [3. Scena e Duetto] Don Ramiro Un magnifico mio sogno Le direi... ma non ardisco. mi veniste a sconcertar. Clorinda Scena terza (da sé, osservandole; Clorinda e Tisbe ridono Che son tre dì, che nella deliziosa... Don Ramiro vestito da scudiero; guarda intorno Cenerentola quando non le guarda) e si avanza a poco a poco. Parlar voglio… e taccio intanto. 10 11
Cenerentola e Don Ramiro non ho calma un solo istante, Don Magnifico Clorinda, Tisbe Una grazia, un certo incanto tutto tutto tocca a me. E quando? Ma quanti favori! par che brilli su quel viso! Quanto caro è quel sorriso! Don Ramiro Don Ramiro Don Magnifico Scende all’alma e fa sperar. (Quell’accento, quel sembiante Fra tre minuti. Che diluvio! che abisso di onori! è una cosa sovrumana. Don Ramiro Io mi perdo in quest’istante, Don Magnifico Dandini Del Baron le figlie io chiedo già più me non trovo in me.) (in agitazione) Nulla, nulla; dove son? qui non le vedo. Tre minuti! ah figlie! (con espressione or all’una ora all’altra) Cenerentola sbrigatevi: che serve? Vezzosa; graziosa! Cenerentola Addio, signore… Le vado ad affrettar. Scusi; con queste (accostandosi a Don Ramiro) Stan di là nell’altre stanze. ragazze benedette, (Dico bene?) Son tutte papà. Or verranno. (Addio speranze.) Clorinda, Tisbe un secolo è un momento alla toelette. Cenerentola! (Entra dalle figlie.) Don Ramiro Don Ramiro (Bestia! attento! ti scosta di qua!) (con interesse) Cenerentola Don Ramiro Ma di grazia, voi chi siete? Vengo, vengo. Che buffone! E Alidoro mio maestro Dandini (con passione) sostien che in queste mura (alle due sorelle che lo guardano con passione) Cenerentola (Ah ci lascio proprio il core: sta la bontà più pura! Per pietà, quelle ciglia abbassate! Io chi sono? Eh! non lo so. questo cor più mio non è.) Basta basta, vedrem. Alle sue figlie Galoppando sen va la ragione, convien che m’avvicini. e fra i colpi d’un doppio cannone Don Ramiro Don Ramiro Qual fragor!.. non m’inganno. Ecco Dandini. spalancato è il mio core di già. Nol sapete? (da sé, astratto, osservandola sempre) Vezzosa! graziosa! (Che innocenza! che candore! son tutte papà! Cenerentola Ah! m’invola proprio il core! [4. Cavatina] (da sé) Quasi no. Questo cor più mio non è.) (Ma al finir della nostra commedia, (accostandosi a lui sottovoce e rapidissima, Scena sesta che tragedia qui nascer dovrà!) correggendosi ed imbrogliandosi) Cavalieri, Dandini e detti; indi Clorinda e Tisbe. Clorinda, Tisbe Quel ch’è padre, non è padre... [Recitativo] (da sé) onde poi le due sorelle... Cavalieri (Ei mi guarda. Sospira, delira era vedova mia madre... Scena quinta Scegli la sposa, affrettati, non v’è dubbio: è mio schiavo di già.) ma fu madre ancor di quelle... Don Ramiro solo; indi Don Magnifico in abito di s’invola via l’età. questo padre pien d’orgoglio... gala senza cappello. La principesca linea. Don Ramiro Sta’ a vedere che m’imbroglio? se no, s’estinguerà. (sempre osservando con interesse se torna Deh! scusate, perdonate Don Ramiro Cenerentola) alla mia semplicità. Non so che dir. Come in sì rozze spoglie Dandini (Ah! perché qui non viene colei, sì bel volto e gentil! Ma Don Magnifico Come un’ape ne’ giorni d’aprile con quell’aria di grazia e bontà?) Don Ramiro non apparisce ancor? Nunziar vorrei va volando leggiera, e scherzosa; Mi seduce, m’innamora del mascherato principe l’arrivo. corre al giglio, poi salta alla rosa, Don Magnifico quella sua semplicità. Fortunato consiglio! dolce un fiore a cercare per sé; (da sé osservando con compiacenza Dandini, Da semplice scudiero fra le belle m’aggiro e rimiro, che sembra innamorato) Clorinda, Tisbe il core delle femmine ne ho vedute già tante e poi tante; (È già cotto, stracotto, spolpato: (dalle loro stanze, a vicenda, ed insieme) meglio svelar saprò. Dandini intanto ma non trovo un giudizio, un sembiante, l’Eccellenza divien Maestà.) Cenerentola... da me. recitando da principe... un boccone squisito per me. (Clorinda e Tisbe escono, e sono presentate a [Recitativo] Don Ramiro Don Magnifico Dandini da Don Magnifico in gala.) Questa voce! che cos’è? Domando Dandini un milion di perdoni. Clorinda (osservando Clorinda, Tisbe e Don Magnifico) Cenerentola Dica: e Sua Altezza il Prence? Prence! Allegrissimamente! che bei quadri! (ora verso una, ora verso l’altra delle porte) che bocchino! che ciglia! A ponente ed a levante, Don Ramiro Tisbe Siete l’ottava e nona meraviglia. a scirocco e a tramontana, Arriva. Sire! Già talis Patris talem Figlia. 12 13
Clorinda Don Ramiro Cenerentola Dandini (con inchino) (Ecco colei! Sentite. Ma andiamo o non andiamo! Grazie! Mi ripalpita il cor.) Don Magnifico Don Ramiro Don Magnifico Dandini Il tempo vola. Mi sento lacerar. (curvandosi) Belle ragazze, Altezza delle Altezze! se vi degnate inciambellare il braccio Don Ramiro Cenerentola che dice? mi confonde. Debolezze. ai nostri cavalieri, il legno è pronto. (Che vorrà?) Ma una mezz’ora... un quarto. Dandini Clorinda Don Magnifico Don Magnifico Vere figure! Etrusche. (servite dai cavalieri) (a Cenerentola) (alzando minaccioso il bastone) (piano a Don Ramiro) Andiam. Vuoi lasciarmi? O lasciami, o ti stritolo. (Dico bene?) Tisbe Cenerentola Don Ramiro, Dandini Don Ramiro Papà, Eccellenza, Una parola. (accorrendo a trattenerlo) (piano a Dandini) non tardate a venir. Fermate. [5. Quintetto] (Cominci a dirle grosse.) (Clorinda e Tisbe escono.) Signore, una parola: Don Magnifico Dandini Don Magnifico signor, Serenissima! (piano a Don Ramiro) (a Cenerentola, voltandosi) in casa di quel principe, (Ma vattene.) (Io recito da grande, e grande essendo, Che fai tu qui? un’ora, un’ora sola, (sorpreso, curvandosi rispettoso a Dandini) grandi le ho da sparar.) Il cappello e il bastone. portatemi a ballar. Altezzissima! (Servaccia ignorantissima!) Don Magnifico Cenerentola Don Magnifico (piano alle figlie con compiacenza) (scuotendosi dal guardar Don Ramiro) (ridendo) Dandini (Bel principotto! Eh... sì, signor. Ih! Ih! (a Cenerentola) che non vi scappi: attente!) (Parte.) Serva? Dandini Dandini Dandini (tornando indietro, ed osservando Don Ramiro Don Ramiro Or dunque seguitando quel discorso Perseguitate presto immobile) (a Cenerentola) che non ho cominciato; con i piè baronali Cos’è? Serva? dai miei lunghi viaggi ritornato, i magnifici miei quarti reali. e il mio papà trovato, (Parte.) Don Magnifico Cenerentola che fra i quondam è capitombolato, La bella Venere! Cioè... e spirando ha ordinato, Don Magnifico che a vista qual cambiale io sia sposato, (andando nella camera dove è entrata Dandini Don Magnifico o son diseredato; Cenerentola) Qui fa la statua? (mettendole una mano sulla bocca e fatto ho un invito a tutto il vicinato, Monti in carrozza, e vengo. interrompendola) e trovando un boccone delicato, Don Magnifico Vilissima per me l’ho destinato. Don Ramiro Vezzosa! Pomposetta! d’un’estrazion bassissima, Ho detto, ho detto, e adesso prendo fiato. (E pur colei Sguaiata! Covacenere! (minacciando e trascinando) vo’ riveder.) vuol far la sufficiente, Don Magnifico Don Ramiro la cara, l’avvenente, (sorpreso) Don Magnifico (sottovoce fra loro in tempo del solo di Don e non è buona a niente. (Che eloquenza norcina!) (di dentro, in collera) Magnifico) Va’ in camera, va’ in camera Ma lasciami. Silenzio, ed osserviamo. la polvere a spazzar. Cenerentola (entrando osserva l’abito del principe, e Don Don Ramiro Don Magnifico Don Ramiro Ramiro che la guarda) (La sgrida?) Lasciami, deggio andar. (fra sé, con sdegno represso) (Ah, che bell’abito! (Don Magnifico esce con cappello e bastone La Venere! Covacenere! Or ora la mia collera E quell’altro mi guarda.) trattenuto con ingenuità da Cenerentola.) Ah! lasciami, deggio andar. Non posso più frenar. 14 15
Dandini Don Magnifico Dandini Alidoro (opponendosi con autorità) (balzandola in un cantone) Io sono un principe, Osservate. Silenzio. Ma caro Don Magnifico, Se tu respiri, o sono un cavolo? (Nel momento che si volge, Alidoro scopre il via, non la strapazzar. ti scanno qui. Vi mando aI diavolo: manto.) Venite qua. Abiti, gioie, Cenerentola Don Ramiro (Dandini strappa Cenerentola da Don Magnifico, tutto avrete da me. Fasto, ricchezza (con tuono d’ingenuità) Ella morì? e la conduce via. Tutti seguono Dandini. non v’abbaglino il cor. Dama sarete; Ah! sempre fra la cenere, Cenerentola corre in camera. Si chiude la porta scoprirvi non dovrete. Amor soltanto sempre dovrò restar? Dandini di mezzo.) tutto v’insegnerà. Signori, persuadetelo, Ella morì? portatemi a ballar. Cenerentola Don Magnifico [Recitativo] Ma questa è storia, (Nel momento che Don Magnifico staccasi da (sempre tremante) oppure una commedia? Cenerentola ed è tratto via da Dandini, entra Altezza… morì. Scena settima Alidoro con taccuino aperto.) (Momento di silenzio.) Alidoro, indi Cenerentola. Alidoro Dopo qualche momento di silenzio entra Alidoro Figlia mia, Alidoro Tutti in abito di pellegrino, con gli abiti da filosofo l’allegrezza e la pena Qui nel mio codice (guardandosi scambievolmente) sotto. son commedia e tragedia, e il mondo è scena. delle zitelle, Nel volto estatico con Don Magnifico di questo e quello Alidoro [6. Aria] stan tre sorelle. si legge il vortice Grazie, vezzi, beltà potrai scontrare (a Don Magnifico con autorità) del lor cervello, ad ogni passo; ma bontà e innocenza, Vasto teatro è il mondo, Or che va il principe che ondeggia e dubita se non si cerca, non si trova mai. siam tutti commedianti; la sposa a scegliere, e incerto sta. Gran ruota è il mondo... si può fra brevi istanti la terza figlia (Chiama verso la camera di Cenerentola.) carattere cangiar. io vi domando. Don Magnifico Figlia! Quel ch’oggi è un Arlecchino (fra’ denti, trascinando Cenerentola) battuto dal padrone, Don Magnifico Se tu più mormori Cenerentola domani è un signorone, (confuso ed alterato) solo una sillaba, Figlia voi mi chiamate? un uomo d’alto affar. Che terza figlia un cimiterio (Esce e rimane sorpresa.) Fra misteriose nuvole, mi va figliando? qui si farà. Oh, questa è bella! che l’occhio uman non penetra, Il padrigno barone sta scritto quel carattere Alidoro Cenerentola non vuole essermi padre, e voi... che devi recitar. Terza sorella... (con passione) (S’ode avvicinare una carrozza.) Deh soccorretemi, Alidoro Odo del cocchio crescere Don Magnifico deh non lasciatemi, Tacete: il prossimo fragore. (atterrito) ah! di me misera venite meco. Vieni, t’insegni il core Ella?… morì... che mai sarà? colui che devi amar. Alidoro Cenerentola (Aprono la porta, vedesi una carrozza. Eppur nel codice Alidoro E dove? Cenerentola vi monta. Alidoro chiude la porta e non v’è così. (frapponendosi) sentesi la partenza della carrozza.) Via, meno strepito: Alidoro Cenerentola fate silenzio, Or ora un cocchio (Ah! di me parlano.) o qualche scandalo s’appresserà. Del principe [Recitativo] (ponendosi in mezzo con ingenuità) qui nascerà. anderemo al festino. No, non morì. Scena ottava Don Ramiro Cenerentola Gabinetto nel casino di Don Ramiro. Don Magnifico Via consolatevi. (guardando lui, e le accenna gli abiti) Dandini entrando con Clorinda e Tisbe sotto il Sta’ zitta lì. (strappandola da Don Magnifico) Con questi stracci? braccio, Don Magnifico e Don Ramiro. Signor, lasciatela. Come Paris e Vienna? oh che bell’ambo. Alidoro (Già la mia furia Dandini Guardate qui! crescendo va.) Ma bravo, bravo, bravo! 16 17
Caro il mio Don Magnifico! Di vigne, Scena nona e non adopro occhiali. e bevuto ha già per tre di vendemmie, di vini Dandini, Clorinda e Tisbe. (a Clorinda) e finor non barcollò! mi avete fatto una dissertazione. (Fidati pur di me.) È piaciuto a Sua Maestà Lodo il vostro talento Dandini (piano a Tisbe) nominarlo cantinier, (a Don Ramiro) (alle donne) (Sta’ allegra, o cara.) intendente dei bicchier Si vede che ha studiato. Ora sono da voi. Scommetterei (da sé) con estesa autorità, (a Don Magnifico) che siete fatte al torno, (Arrivederci a presto alla Longara.) 1 presidente al vendemmiar, Si porti sul momento e che il guercetto amore (Parte.) direttor dell’evoè; dove sta il nostro vino conservato. è stato il tornitore. onde tutti intorno a te E se sta saldo e intrepido Tisbe s’affolliamo qui a ballar/saltar. al trigesimo assaggio, Clorinda (ironicamente fra loro) lo promovo all’onor di cantiniero. (ritirando a sé Dandini) M’inchino a Vostr’Altezza. Don Magnifico Io distinguo i talenti, e premio il saggio. Con permesso: Intendente! Direttor! (La maggiore son io, onde la prego Clorinda Presidente! Cantinier! Don Magnifico darmi la preferenza.) Anzi all’Altezza Vostra. Grazie, grazie; che piacer! Prence! L’Altezza Vostra Che girandola ho nel cor. è un pozzo di bontà. Più se ne cava, Tisbe Tisbe Si venga a scrivere più ne resta a cavar. (come sopra) Verrò a portarle qualche memoriale. quel che dettiamo. (piano alle figlie) Con sua buona licenza. (I cavalieri pongonsi intorno ai tavolini, e (Figlie! vedete? (La minore son io, Clorinda scrivono.) Non regge al vostro merto; invecchierò più tardi.) Lectum. Sei mila copie n’è la mia promozion indizio certo.) poi ne vogliamo. (forte) Clorinda Tisbe Clorinduccia, Tisbina, Scusi. (Quella è fanciulla. Ce la vedremo. Cavalieri tenete allegro il Re. Vado in cantina. proprio non sa di nulla.) Già pronti a scrivere (parte) Clorinda tutti siam qui. Tisbe Forse sì, forse no. Don Ramiro Permetta. (Quella è un’acqua senza sale, Don Magnifico (piano a Dandini) non fa né ben né male.) Tisbe (osservando come scrivono) (Esamina, disvela, e fedelmente Poter del mondo! «Noi Don Magnifico…» tutto mi narrerai. Anch’io fra poco Clorinda Questo in maiuscole. il cor ne tenterò; del volto i vezzi Di grazia. (I dritti miei Clorinda Bestie! maiuscole! svaniscon con l’età. Ma il core...) la prego bilanciar.) Le faccio riverenza! Bravi! così. «Noi Don Magnifico, Dandini Tisbe Tisbe duca e barone (Il core Perdoni. (Veda, Oh! mi sprofondo! dell’antichissimo credo che sia un melon tagliato a fette: io non tengo rossetto.) (Partono da parti opposte.) Monte Fiascone, un timballo l’ingegno, grande intendente, e il cervello una casa spigionata.) Clorinda gran presidente, (forte, come seguendo il discorso fatto Ascolti. (Quel suo bianco è di bianchetto.) [7. Finale I] con gli altri titoli, sottovoce) con venti et cetera, Il mio voler ha forza d’un editto. Tisbe Scena decima in splenitudine Eseguite trottando il cenno mio. Senta... Deliziosa nel Casino del Principe Don Ramiro. d’autorità, Udiste? Don Magnifico a cui i cavalieri pongono un riceva l’ordine Clorinda mantello color ponsò con ricami in argento di chi leggerà: Don Ramiro Mi favorisca... grappoli d’uva, e gli saltano intorno battendo i di più non mescere Udii. piedi in tempo di musica. Tavolini con recapito per anni quindici Dandini da scrivere. nel vino amabile Dandini (sbarazzandosi con un poco di collera) d’acqua una gocciola, Fido vassallo, addio. Anime belle! Cavalieri alias capietur, (Parte Don Ramiro.) Mi volete spaccar? Non dubitate. Conciosiacosaché et stranguletur, Ho due occhi reali, trenta botti già gustò! perché ita et cetera, 18 19
laonde et cetera, oca eguale non si dà. Clorinda, Tisbe Alidoro nell’anno et cetera, (Son due vere banderuole... (risolute) Signor sì. barone et cetera.» Ma convien dissimular.) No no no no no no no! (sottoscrivendosi) Un scudiero! oibò oibò! Clorinda, Tisbe Don Ramiro Ma chi è? Cavalieri (Se le sposi pur chi vuole... Don Ramiro «Barone et cetera,» Seguitiamo a recitar.) (ponendosi loro in mezzo, con dolcezza) Alidoro è fatto già. Sarò docile, amoroso, Nol palesò. tenerissimo di cuore. Don Magnifico Scena dodicesima Clorinda, Tisbe Ora affiggetelo Clorinda, accorrendo da una parte, e Tisbe Clorinda, Tisbe Sarà bella? per la città. dall’altra. (guardandolo con disprezzo) Un scudiero! No signore. Alidoro Cavalieri Clorinda Un scudiero! Questo no. Sì e no. Il pranzo in ordine (di dentro) andiamo a mettere: Principino dove siete? Clorinda Don Ramiro, Dandini vino a diluvio Con un’anima plebea! Chi sarà? si beverà. Tisbe (come sopra) Tisbe Alidoro Don Magnifico Principino dove state? Con un’aria dozzinale! Ma non si sa. Premio bellissimo Clorinda, Tisbe di piastre sedici Clorinda, Tisbe Clorinda (con affettazione) a chi più malaga (entrando) Non parlò? Mi fa male, mi fa male Si beverà/succhierà. Ah! perché m’abbandonate? solamente a immaginar. (Partono saltando attorno a Don Magnifico.) Mi farete disperar. Alidoro Signora no. Don Ramiro, Dandini Clorinda (fra loro ridono) [Duetto nel Finale I] Io vi voglio... Tisbe La scenetta è originale E qui vien? veramente da contar. Scena undicesima Tisbe Dandini e Don Ramiro correndo sul davanti del Vi vogl’io. Alidoro palco, osservando per ogni parte. Scena tredicesima Chi sa perché? Dandini Coro di cavalieri dentro le scene, indi Alidoro. Don Ramiro Ma non diamo in bagattelle. Tutti (sottovoce) Maritarsi a due sorelle Cavalieri Chi sarà? chi è? perché? Zitto zitto, piano piano: tutte insieme non si può! (interno) Non si sa, ma si vedrà. senza strepito e rumore: Una sposo… Venga, inoltri, avanzi il piè! (Momento di silenzio.) delle due qual è l’umore? Anticamera non v’è, Esattezza e verità. Clorinda no, no, no. Clorinda, Tisbe (con interesse di smania) (Gelosia già già mi lacera, Dandini E l’altra? Don Ramiro già il cervel più in me non è.) Sotto voce a mezzo tuono, Sapientissimo Alidoro… in estrema confidenza: Tisbe Don Ramiro sono un misto d’insolenza, (come sopra) Dandini (Un ignoto arcano palpito di capriccio e vanità. E l’altra? …questo strepito cos’è? ora m’agita, perché?) Don Ramiro Dandini Alidoro Dandini E Alidoro mi dicea E l’altra, e l’altra… Dama incognita qua vien, (Diventato son di zucchero: che una figlia del Barone... (accennando Don Ramiro) sopra il volto un velo tien. quante mosche intorno a me!) all’amico la darò. Dandini Clorinda, Tisbe Alidoro Eh! il maestro ha un gran testone; Una dama! (Gelosia già già le rosica, 20 21
più il cervello in lor non è.) Parlar, pensar non può. Dandini (Dandini fa cenno ad Alidoro d’introdurre la Dama.) Amar già la dovrebbe: (Oggi che fo da principe il colpo non sbagliò.) per quattro io vuo’ mangiar.) Scena quattordicesima [Stretta del Finale I] Cavalieri che precedono e schieransi in doppia Scena ultima fila per ricevere Cenerentola, che, in abito ricco Don Magnifico accorrendo, e detti. Tutti ed elegante, avanzasi velata. Mi par d’essere sognando Don Magnifico fra giardini e fra boschetti. Cavalieri Signora Altezza, è in tavola… I ruscelli sussurrando, Ah! se velata ancor che... co... chi... sì... che bestia! gorgheggiando gli augelletti, dal seno il cor ci ha tolto, Quando si dice i simili! in un mare di delizie se svelerai quel volto, che sarà? Non sembra Cenerentola? fanno l’anima nuotar. Ma ho timor che sotto terra Cenerentola Tisbe piano piano, a poco a poco, Sprezzo quei don che versa Pareva ancora a noi… si sviluppi un certo foco, fortuna capricciosa. e improvviso a tutti ignoto M’offra chi mi vuol sposa, Clorinda balzi fuori un terremoto, rispetto, amor, bontà. …ma a riguardarla poi… che crollando, strepitando fracassando, sconquassando Don Ramiro Tisbe poi mi venga a risvegliar; (Di quella voce il suono …la nostra è goffa e attratta… e ho paura che il mio sogno ignoto al cor non scende; vada in fumo a dileguar. perché la speme accende, Clorinda di me maggior mi fa.) …questa è un po’ più ben fatta… Dandini Clorinda, Tisbe Begli occhi che dal velo …ma poi non è una Venere vibrate un raggio acuto, da farci spaventar. svelatevi un minuto almen per civiltà. Don Magnifico Quella sta nella cenere; Clorinda, Tisbe ha stracci sol per abiti. (Vedremo il gran miracolo di questa rarità.) Cenerentola (Il vecchio guarda e dubita.) Dandini Svelatevi. Don Ramiro (Cenerentola svelasi. Momento di sorpresa, di (Mi guarda, e par che palpiti.) riconoscimento, d’incertezza.) Dandini Tutti Ma non facciam le statue. (ciascuno da sé guardando Cenerentola, e Patisce l’individuo: Cenerentola sogguardando Don Ramiro) andiamo, andiamo a tavola. Ah! Poi balleremo il taice, (Parlar, pensar vorrei, e quindi la bellissima... Parlar, pensar non so. con me s’ha da sposar. Questo è un inganno/incanto, o dei! quel volto m’atterrò.) Tutti (meno Dandini) Alidoro Andiamo, andiamo a tavola, (Parlar, pensar vorrebbe si voli a giubilar. 22 23
ATTO SECONDO prender l’abito a nolo! aver coraggio Don Magnifico che mi vedo al letto intorno di venire fra noi? Giocato ho un ambo e vincerò l’eletto. supplichevole drappello: Scena prima E poi parlar coi linci e squinci? e poi Da voi due non si scappa; oh come, oh come, questo cerca protezione; Gabinetto nel palazzo di Don Ramiro. starsene con sì gran disinvoltura, figlie mie benedette, quello ha torto e vuol ragione; Cavalieri, Don Magnifico, entrando con Clorinda e non temere una schiaffeggiatura? si parlerà di me nelle gazzette! chi vorrebbe un impieguccio; e Tisbe sotto il braccio, ed osservando i cavalieri Questo è il tempo opportuno chi una cattedra ed è un ciuccio; che partono. Tisbe per rimettermi in piedi. Lo sapete, chi l’appalto delle spille, Già già questa figliastra io sono indebitato. chi la pesca dell’anguille, [8. Coro] 2 fino in chi la somiglia è a noi funesta. Fino i stivali a tromba ho ipotecato. ed intanto in ogni lato Ma che flusso e riflusso sarà zeppo e contornato Cavalieri Don Magnifico avrò di memoriali! ah questo solo di memorie e petizioni, Ah! Della bella incognita Ma tu sai che tempesta è il paterno desìo, di galline, di sturioni, l’arrivo inaspettato mi piomberebbe addosso, che facciate il rescritto a modo mio. di bottiglie, di broccati, peggior assai del fulmine se scuopre alcun come ho dilapidato C’intenderem fra noi: di candele e marinati, per certe ninfe è stato. il patrimonio suo! Per abbigliarvi, viscere mie, mi raccomando a voi. di ciambelle e pasticcetti, La guardano e tarroccano, al verde l’ho ridotta. È diventata di canditi e di confetti, sorridono, ma fremono. un vero sacco d’ossa. Ah se si scopre, [9. Aria] di piastroni, di dobloni, Hanno una lima in core avrei trovato il resto del Carlino. di vaniglia e di caffè. che a consumar le va. Sia qualunque delle figlie Basta basta, non portate: Guardate ! Già regnavano. Clorinda che fra poco andrà sul trono, terminate: ve n’andate? Ci ho gusto. Ah! ah! ah!… (con aria di mistero) ah! non lasci in abbandono basta basta, in carità! (Partono deridendole.) E paventar potete a noi vicino? un magnifico papà. Serro l’uscio a catenaccio. Già mi par che questo e quello, importuni, seccatori, [Recitativo] Don Magnifico conficcandomi a un cantone fuori fuori, via di qua! Vi son buone speranze? e cavandosi il cappello, (Parte.) Don Magnifico incominci: «Sor barone, (in collera caricata) Clorinda alla figlia sua reale [Recitativo] Mi par che quei birbanti Eh! niente niente! porterebbe un memoriale?» ridessero di noi sotto cappotto. Posso dir ch’è certezza. Prende poi la cioccolata, Tisbe Corpo del mosto cotto! e una doppia ben coniata (accostandosi in confidenza) Fo un cavaliericidio. Clorinda faccia intanto scivolar. Di’: sogni ancor che il principe Io quasi quasi Io rispondo: eh sì, vedremo. vada pensando a te? Tisbe potrei dar delle cariche. Già è di peso? Parleremo. Papà, non v’inquietate. Da palazzo può passar. Clorinda Tisbe Mi rivolto: è vezzosetta Me lo domandi? Don Magnifico In segreto tutta odori e tutta unguenti, (passeggiando) m’ha detto: «Anima mia». mi s’inchina una scuffietta Tisbe Ho nella testa Ha fatto un gran sospiro, è andato via. fra sospiri e complimenti: Serva di Vostr’Altezza. quattro mila pensieri. Ci mancava (voce naturale) quella madama anonima. Clorinda Baroncino! Si ricordi Clorinda Un sospiro cos’è? Quando mi vede, quell’affare. A’ suoi comandi. Clorinda subito ride. (voce naturale) (Partono, scostandosi e complimentandosi E credete E già m’intende; ironicamente.) che del Principe il core ci contrasti? Don Magnifico senza argento parla ai sordi. Somiglia Cenerentola, e vi basti. (riflettendo e guardando ora l’una ora l’altra) La manina alquanto stende, Ah! dunque fa una piastra sdrucciolar. Scena seconda Don Magnifico qui sospira, e qui ride. Io galante: occhietti bei! Don Ramiro, indi Cenerentola fuggendo da Somiglia tanto e tanto Ah! per voi che non farei! Dandini, poi Alidoro in disparte. che son due goccie d’acqua, e quando a pranzo Clorinda Io vi voglio contentar! faceva un certo verso con la bocca, Dite, papà barone, Don Ramiro brontolavo fra me: per bacco, è lei. voi che avete un gran testone, Mi risveglio a mezzo giorno: Ah! Questa bella incognita Ma come dagli Ebrei qual è il vostro pensier: ditelo schietto. suono appena il campanello, 24 25
con quella somiglianza all’infelice, Cenerentola si vuoti il mio palazzo. Don Magnifico che mi colpì stamane, Mio fasto è la virtù, ricchezza è amore. (chiamando i seguaci che entrano) (entra premuroso) mi va destando in petto Olà miei fidi, Scusi la mia premura... certa ignota premura... Anche Dandini Don Ramiro sia pronto il nostro cocchio, e fra momenti... ma quelle due ragazze ne sembra innamorato. Dunque saresti mia? così potessi aver l’ali dei venti. stan con la febbre a freddo. Si potrebbe Eccoli: udirli or qui potrò celato. sollecitar la scelta? (Si nasconde.) Cenerentola [Aria] Piano, tu devi pria Dandini Dandini ricercarmi, conoscermi, vedermi, Sì, ritrovarla io giuro. È fatta, amico. Ma non fuggir, per bacco! quattro volte esaminar la mia fortuna. Amor, amor mi muove: mi hai fatto misurar la galleria. se fosse in grembo a Giove, Don Magnifico Don Ramiro io la ritroverò. (con sorpresa) Cenerentola Io teco, È fatta! ah! per pietà! dite, parlate: O mutate linguaggio, o vado via. cara, verrò volando. (Contempla lo smaniglio.) È fatta!… Pegno adorato e caro (con sorpresa, in ginocchio) Dandini Cenerentola che mi lusinghi almeno, e i miei germogli... Ma che? Il parlar d’amore Fermati: non seguirmi. Io tel comando. ah come al labbro, al seno, in queste stanze a vegetar verranno? è forse una stoccata! come ti stringerò! Don Ramiro Dandini Cenerentola E come dunque? Seguaci (alzandolo) Ma io d’un altro sono innamorata! Oh! qual tumulto ha in seno Tutti poi lo sapranno: Cenerentola comprenderlo non so. per ora è un gran segreto. Dandini (Gli dà un smaniglio.) E me lo dici in faccia? Tieni. Don Ramiro e seguaci Don Magnifico Cercami; e alla mia destra Noi voleremo, domanderemo, E quale, e quale? Cenerentola il compagno vedrai. ricercheremo, ritroveremo. Clorindina o Tisbetta? Ah! mio signore, E allor... Se non ti spiaccio... allor m’avrai. Dolce speranza, freddo timore deh! non andate in collera (Parte; momento di silenzio) dentro al mio/suo cuore stanno a pugnar. Dandini col mio labbro sincero. Amore, amore m’hai/l’hai da guidar. Don Ramiro Non giudicate in fretta. (Don Ramiro parte con i seguaci.) Dandini Dandini, che ne dici? Ed ami? Don Magnifico Dandini Lo dica ad un papà. Scena terza Cenerentola Eh! dico che da principe Dandini, Alidoro; indi Don Magnifico. Scusi... sono passato a far da testimonio. Dandini Ma silenzio. [Recitativo] Dandini [10. Recitativo ed Aria] Ed ami? Don Magnifico Alidoro Don Ramiro Si sa; via, dica presto. (La notte è omai vicina. Cenerentola «E allor... se non ti spiaccio... allor m’avrai.» Col favor delle tenebre Il suo scudiero. Quali enigmi son questi? Dandini rovesciandosi ad arte la carrozza (Scopre Alidoro) (andando ad osservare) presso la casa del baron, potrei... Don Ramiro Ah! mio sapiente Non ci ode alcuno. Son vicini alla meta i desir miei.) (palesandosi) venerato maestro, il cor m’ingombra (Parte frettoloso.) Oh gioia! anima mia! misterioso amor. Don Magnifico Che far degg’io? In aria Dandini Alidoro non si vede una mosca. (passeggiando) (mostrando il suo contento) Alidoro Ma dunque io sono un ex? Dal tutto al niente (Va a meraviglia!) Quel che consiglia il core. Dandini precipito in un tratto? È un certo arcano Don Ramiro Veramente ci ho fatto Don Ramiro che farà sbalordir. Ma il grado e la ricchezza una bella figura! (a Dandini) non seduce il tuo core? Principe non sei più: di tante sciocche 26 27
Don Magnifico Dandini il vero principe che d’alto in basso (smaniando) Uomo saggio e stagionato mi renda conto. piombar lo fa. Sto sulle spine. sempre meglio ci consiglia. Vostra Eccellenza Se sposassi una sua figlia, Dandini abbia prudenza: Dandini come mai l’ho da trattar? Oh non s’incomodi se vuol rasoio, (annoiato, portando una sedia) non farà niente. sapone e pettine, Poniamoci a sedere. Don Magnifico Ma parta subito saprò arricciarla, (Consiglier son già stampato.) immantinente. sbarbificarla… Don Magnifico Ma che eccesso di clemenza! ah ah! guardatelo, Presto, per carità. Mi stia dunque Sua Eccellenza... Don Magnifico l’allocco è là. bestia!.. Altezza, ad ascoltar. Non partirò. (Partono.) Dandini Abbia sempre pronti in sala Voi sentirete trenta servi in piena gala, Dandini un caso assai bizzarro. cento sedici cavalli, Lei partirà. [Recitativo] duchi, conti, marescialli, Don Magnifico a dozzine convitati, Don Magnifico Scena quarta (Che volesse pranzi sempre coi gelati, Sono un barone. Alidoro solo. maritarsi con me!) poi carrozze, poi bombè. Dandini Alidoro Pronto è il bastone. Dandini Dandini Mi seconda il destino. Amor pietoso Mi raccomando. Vi rispondo senza arcani favorisce il disegno. Anche la notte Don Magnifico che noi siamo assai lontani. procellosa ed oscura Ci rivedremo. Don Magnifico Io non uso far de’ pranzi, rende più natural quest’avventura. (con smania che cresce) mangio sempre degli avanzi, Dandini La carrozza già è in pronto; ov’è Dandini? Ma si lasci servir. non m’accosto a’ gran signori, Ci parleremo. Seco lo vuol nel suo vïaggio. Oh come tratto sempre servitori, indocile s’è fatto ed impaziente! Dandini me ne vado sempre a piè. Don Magnifico Che lo pizzica amor segno evidente. Sia sigillato Non partirò. (Entra.) quanto ora udrete dalla bocca mia. Don Magnifico Mi corbella? Dandini Don Magnifico Lei partirà. [12. Canzone] Io tengo in corpo una segreteria. Dandini Pronto è il bastone, Gliel prometto. lei partirà. Scena quinta [11. Duetto] Sala terrena con camino in casa di Don Don Magnifico Don Magnifico Magnifico. Dandini Questo dunque? Non partirò. (Cenerentola nel solito abito accanto al fuoco.) Un segreto d’importanza, Tengo nel cerebro un arcano interessante Dandini Cenerentola un contrabbasso io vi devo palesar. È un romanzetto. Una volta c’era un re, che basso basso È una cosa stravagante, È una burla il principato, che a star solo s’annoiò: frullando va. vi farà trasecolar. sono un uomo mascherato. cerca, cerca, ritrovò; Da cima a fondo, Ma venuto è il vero principe, ma il volean sposare in tre. poter del mondo! Don Magnifico m’ha strappata alfin la maschera, Cosa fa? che scivolata, Senza battere le ciglia, io ritorno al mio mestiere: Sprezza il fasto e la beltà. che gran cascata! senza manco trarre il fiato son Dandini il cameriere: E alla fin sceglie per sé Eccolo eccolo io mi pongo ad ascoltar. rifar letti, spazzar abiti l’innocenza e la bontà, tutti diranno Starò qui petrificato far la barba, e pettinar. la la la là mi burleranno ogni sillaba a contar. li li li lì per la città. Don Magnifico la la la là! Dandini Far la barba, e pettinar… Dandini [Recitativo] (Oh! che imbroglio! che disdetta! Di quest’ingiuria, Povero diavolo! Non so come cominciar.) (guarda lo smaniglio) di quest’affronto è un gran sconquasso, 28 29
Quanto sei caro! e quello Don Magnifico Don Magnifico Don Magnifico cui dato ho il tuo compagno, Altro che temporale! Che dice! Si figuri! mio padrone. (volendo interompere Don Ramiro) è più caro di te. Quel signor principe Un fulmine vorrei (alle figlie) Ma... che pretendea con quelle smorfie? Oh bella! che incenerisse il camerier... (Eh non senza perché venuto è qua. Io non bado a’ ricami, ed amo solo La sposa, figlie mie, fra voi sarà.) Don Ramiro bel volto e cor sincero, Cenerentola Ehi, presto, Cenerentola, Tacete! e do la preferenza al suo scudiero. Ma dite, Porta la sedia nobile. Le mie sorelle intanto... ma che occhiate! Cosa è accaduto? avete Don Magnifico parean stralunate! qualche segreta pena? Don Ramiro Addio cervello! (S’ode bussare fortemente, ed apre) No, no: pochi minuti! Altra carrozza (come sopra) Qual rumore! Don Magnifico pronta ritornerà. Se… (Uh? chi vedo! che ceffi!) Di ritorno! (con impeto) (Prende a sé Don Ramiro e Dandini.) Non credea che tornasse avanti giorno. Sciocca! va’ là, va’ a preparar la cena. Don Magnifico Ma che! gli pare! Don Ramiro, Dandini Cenerentola Silenzio. Scena sesta Vado sì, vado. (Ah! che cattivo umore!) Clorinda Don Magnifico, Clorinda, Tisbe e detta. Ah! lo scudiere mio mi sta nel core. (con premura verso le quinte) Tutti (Parte.) Ti sbriga, Cenerentola. Che sarà! Clorinda Questo è un nodo avviluppato, (entrando, accennando Cenerentola) questo è un gruppo rintrecciato, (Ma! ve l’avevo detto...) [13. Temporale] Scena ottava chi sviluppa più inviluppa, Cenerentola recando una sedia nobile a Dandini, chi più sgruppa, più raggruppa; Don Magnifico Scena settima che crede il Principe. ed intanto la mia testa Ma cospetto! cospetto ! Don Magnifico, Tisbe, Clorinda, indi Don Ramiro vola, vola e poi s’arresta, Similissime sono affatto affatto. da Principe e Dandini. Cenerentola vo tenton per l’aria oscura, Quella è l’original, questa è il ritratto. Son qui. e comincio a delirar. Hai fatto tutto? [Recitativo] Don Magnifico Clorinda Cenerentola Dandini Dalla al Principe, bestia, eccolo lì. (strappando Cenerentola con violenza dal suo Tutto. Scusate, amici! sbalordimento) Perché quel ceffo brutto La carrozza del principe Cenerentola Donna sciocca! Alma di fango, voi mi fate così? ribaltò... (sorpresa riconoscendo per Principe Don cosa cerchi? che pretendi? (riconoscendo Don Magnifico) Ramiro, si pone le mani sul volto, e vuol fuggire) Fra noi gente d’alto rango Don Magnifico Ma chi vedo? Questo! Ah che vedo! Principe! l’arrestarsi è inciviltà. Perché, perché... per una certa strega Don Magnifico Don Ramiro Don Magnifico che rassomiglia a te... Uh! Siete voi! T’arresta. (come sopra, da un’altra parte) Ma il Principe dov’è? Che! Lo smaniglio!… è lei! che gioia è questa! Serva audace! E chi t’insegna Clorinda di star qui fra tanti eroi? [14. Sestetto] Su le tue spalle Dandini Va’ in cucina, serva indegna, quasi mi sfogherei. (accennando Don Ramiro) Siete voi? non tornar mai più di qua. Lo conoscete! Cenerentola Cenerentola Don Ramiro Povere spalle, Don Magnifico (osservando il vestito del principe) (frapponendosi con impeto) cosa ci hanno che far? (rimanendo sorpreso) Voi prence siete? Alme vili ! invan tentate (Cominciano lampi e tuoni, indi si sente il Lo scudiero? Ih! guardate. insultar colei che adoro; rovesciarsi di una carrozza.) Clorinda, Tisbe alme vili! paventate! Don Ramiro (fra loro, attonite) il mio fulmine cadrà. Tisbe Signore, perdonate Qual sorpresa! Oh fa mal tempo! se una combinazione... Dandini Minaccia un temporale. Dandini Già sapea che la commedia Il caso è bello! si cangiava al second’atto: 30 31
ecco aperta la tragedia, Don Ramiro Io felice! oh qual evento! Alidoro me la godo in verità. Lo giuro… mia sarà. È un inganno! ah! se mi desto! Il bivio è questo. Che improvviso cangiamento! o terminar fra la miseria i giorni, Clorinda, Tisbe Don Magnifico Sta in tempesta il mio cervello, o curve a piè del trono Son di gelo. Ma fra i rampolli miei, posso appena respirar. Implorar grazia ed impetrar perdono. mi pare a creder mio... Nel vicin atrio io stesso, Don Magnifico Don Ramiro, Dandini presago dell’evento, Son di stucco. Don Ramiro Vieni, vieni… Amor ti guida la festa nuziale ho preparata. (con aria di disprezzo, contraffacendolo) a regnar e a trïonfar. Questo, questo è il momento. Don Ramiro Per loro non son io. (Don Ramiro trae seco Cenerentola, ed è (Diventato è un mamalucco.) Ho l’anima plebea, seguito da Dandini e da Don Magnifico.) Clorinda ho l’aria dozzinale. Abbassarmi con lei! Son disperata! Clorinda, Tisbe, Don Magnifico [15. Aria] Ma una serva... Dandini [Recitativo] Alfine sul bracciale Sventurata! mi credea Don Ramiro ecco il pallon tornò; Scena nona comandar seduta in trono. (facendo una mossa terribile) e il giocator maestro Tisbe, Clorinda, indi Alidoro. Son lasciata in abbandono Olà tacete! in aria il ribalzò. senza un’ombra di pietà. L’ira mia più fren non ha! Tisbe Ma che serve! tanto fa: Don Ramiro Dunque noi siam burlate? sono alfine giovinetta; Cenerentola (tenendo con dolce violenza Cenerentola) capitar potrà il merlotto, (in ginocchio a Don Ramiro, che la rialza) Vieni a regnar: lo impongo. Clorinda vo’ pelarlo in fretta in fretta, Ah! signor, s’è ver che in petto Dalla rabbia e scappar non mi potrà. qualche amor per me serbate, Cenerentola io non vedo più lume. Un marito, crederei, compatite, perdonate, (Volendo baciar la mano a Don Magnifico ed alla fin non mancherà. e trionfi la bontà. abbracciare le sorelle, è rigettata con impeto.) Tisbe (Parte.) Su questa mano almeno; Mi pare di sognar; la Cenerentola... Don Ramiro, Dandini e prima a questo seno... [Recitativo] (a Don Magnifico e le figlie) Alidoro Quelle lagrime mirate: Don Magnifico (entrando) Alidoro qual candore, qual bontà! Ti scosta! Principessa sarà. La pillola è un po’ dura: ma inghiottirla dovrà; non v’è rimedio. Clorinda, Tisbe, Don Magnifico Clorinda, Tisbe, Don Magnifico Clorinda E voi, cosa pensate? (con disprezzo) Ti allontana! Chi siete? Ah! l’ipocrita guardate! Tisbe oh che bile/rabbia che mi fa. Don Ramiro Alidoro Cosa penso? Perfida gente insana! (con alterigia) Mi accomodo alla sorte: Don Magnifico Io vi farò tremar. Io vi cercai la carità. se mi umilio, alla fin non vado a morte. Ma in somma delle somme, Voi mi scacciaste. E l’Angiolina, quella (Parte.) Altezza, cosa vuole? Gli altri che non fu sorda ai miseri, (meno Cenerentola) che voi teneste come vile ancella, Alidoro Don Ramiro Quello brontola e borbotta, fra la cenere e i cenci, Giusto ciel! ti ringrazio! I voti miei Piano: non più parole. questo strepita e s’adira, or salirà sul trono. Il padre vostro non han più che sperar. L’orgoglio è oppresso. (Prende per mano Cenerentola.) quello freme, questo fiotta, gli è debitor d’immense somme. Tutta Sarà felice il caro alunno. In trono Questa sarà mia sposa. chi minaccia, chi sospira; si mangiò la sua dote. E forse forse trionfa la bontà. Contento io sono. va a finir che a’ Pazzarelli 3 questa reliquia di palazzo, questi (Esce.) Clorinda, Tisbe ci dovranno trascinar. non troppo ricchi mobili, saranno Ah! ah! dirà per ridere. posti al pubblico incanto. Cenerentola Scena ultima Clorinda, Tisbe, Don Magnifico (passeggiando incerta, e riflettendo ed Tisbe All’alzarsi della tenda scorgesi un atrio con (a Cenerentola) abbandonandosi a vari sentimenti) Che fia di noi, frattanto? festoni di fiori illuminato, e nel cui fondo su Non vedi che ti burlano? Dove son? che incanto è questo? 32 33
piccola base siedono in due ricche sedie Don ma per soave incanto, APPENDICE rapirai tutti i cuori. Ramiro, e Cenerentola in abito ricco; a destra dell’età mia nel fiore, Vien meco e non temer: in piedi Dandini, dame e cavalieri intorno. In un come un baleno rapido Scena scritta da Ferretti e musicata da Rossini per te dall’alto m’ispira un Nume angolo Don Magnifico, confuso, con gli occhi la sorte mia cangiò. per il basso Gioacchino Moncada nel 1821 a cui non crolla il trono. fitti in terra. Indi Alidoro, Clorinda e Tisbe, (Teatro Argentina, Roma). E se dubiti ancor, mira chi sono! (a Don Magnifico e sorelle) mortificate, coprendosi il volto. No no, tergete il ciglio, Là del ciel nell’arcano profondo, [Atto primo - 6a. Scena ed Aria] perché tremar, perché? del poter sull’altissimo trono [16. Finale secondo - Coro e Scena] A questo sen volate: veglia un Nume, signore del mondo, Scena settima figlia, sorella, amica al cui piè basso mormora il tuono. Dame e Cavalieri Alidoro, indi Cenerentola. (abbracciandole) Tutto sa, tutto vede, e non lascia Della fortuna instabile (Dopo qualche momento di silenzio entra tutto trovate in me. nell’ambascia perir la bontà. la revolubil ruota Alidoro, in abito da pellegrino, con gli abiti da Fra la cenere, il pianto, l’affanno, mentre ne giunge al vertice filosofo sotto; indi Cenerentola.) Tutti ei ti vede, o fanciulla innocente, per te s’arresta immota: (meno Cenerentola) e cangiando il tuo stato tiranno cadde l’orgoglio in polvere, Alidoro M’intenerisce e m’agita, fra l’orror vibra un lampo fulgente. trïonfa la bontà. Sì, tutto cangerà. è un Nume agli occhi miei. No, no, no, non temer. Quel folle orgoglio poca polve sarà, Si è cambiata la scena: [Recitativo] gioco del vento. Cenerentola la tua pena cangiando già va. E al tenero lamento Padre... sposo... amico... oh istante! Don Ramiro succederà il sorriso. Un crescente mormorio (scuotendo Cenerentola) (Chiama verso la camera di Cenerentola.) non ti sembra d’ascoltar?.. Tutti Sposa... Figlia... Figlia... Ah sta’ lieta: è il cocchio mio (come sopra) su cui voli a trionfar! Degna del tron tu sei, Cenerentola Cenerentola Tu mi guardi… ti confondi... ma è poco un trono a te. (stupida per la gioia) (esce e rimane sorpresa) Ehi ragazza, non rispondi? È un Nume. Signor, perdona Figlia voi mi chiamate? Oh questa è bella! Sconcertata è la tua testa la tenera incertezza il padrigno barone non vuole essermi padre… e rimbalza qua e là, Cenerentola che mi confonde ancor. Poch’anzi, il sai, e voi... per altro, come nave in gran tempesta Non più mesta accanto al foco fra la cenere immonda... guardando i stracci vostri e i stracci miei, che di sotto in su sen va. sarò sola a gorgheggiar. ed or sul trono... e un serto mi circonda. degna d’un padre tal figlia sarei. Ma già il nembo è terminato, Ah fu un lampo, un sogno, un gioco il mio lungo palpitar. scintillò serenità. Don Magnifico Alidoro Il destino s’è cangiato: (corre in ginocchio) Taci, figlia, e vien meco. l’innocenza brillerà. Dame e Cavalieri Altezza... a voi si prostra. (Prende Cenerentola per mano, e seco la Tutto cangia a poco a poco, Cenerentola conduce.) cessa alfin di sospirar. Cenerentola Teco, e dove? (Ensemble.) Né mai m’udrò chiamar la figlia vostra? Alidoro Don Ramiro Del principe al festino. (accennando le sorelle) Quelle orgogliose... Cenerentola Ma dimmi, pellegrino: Cenerentola perché t’ho data poca colazione, Ah, prence, tu mi vieni a burlar? io cado ai vostri piè. Le antiche ingiurie Va’ via... va’ via! Voglio serrar la porta... mi svanir dalla mente. possono entrar de’ ladri Sul trono io salgo, e voglio e allora, allora starei fresca davvero. starvi maggior del trono, e sarà mia vendetta il lor perdono. Alidoro No! sublima il pensiero! 1 Si tratta di un manicomio romano. Nacqui all’affanno, al pianto; Tutto cangiò per te! 2 Di Luga Agolini. soffrì tacendo il core; Calpesterai men che fango i tesori, 3 Manicomio napoletano. 34 35
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