L'influenza di Whatsapp e dei social media: statistiche di divorzi prima e dopo Facebook

Pagina creata da Vincenzo Guarino
 
CONTINUA A LEGGERE
“L’influenza di Whatsapp e
dei social media: statistiche
di divorzi prima e dopo
Facebook”
“I dati ISTAT sono avvilenti: il numero dei divorzi si
incrementa sempre più, anche in coincidenza con l’introduzione
del cosiddetto “divorzio breve” attraverso la legge 55/2015 e
che ha generato un ulteriore forte impatto. L’evoluzione
normativa agevola le “rotture familiari”.Proprio nel 2015,
anno di introduzione del “divorzio breve”, l’Istat nel suo
report su “Matrimoni, separazioni e divorzi” ha osservato che
l’introduzione del “divorzio breve” ha registrato un
consistente aumento: 82.469 (+57% sul 2014). La legge italiana
non parla mai di divorzio ma parla di cessazione degli effetti
civili del matrimonio. Il giudice può pronunciare il divorzio
quando si è assicurato che la comunione spirituale e materiale
tra i coniugi non può essere mantenuta o ricostituita in
presenza di una delle cause previste dalla stessa legge. Prima
dell’introduzione di tale modalità di scioglimento, una delle
due parti doveva dimostrare una responsabilità causale del
partner, ossia, nello specifico: l’abbandono, la crudeltà o
l’adulterio. In ambito della cessazione ed il troncamento di
qualsivoglia rapporto tra i coniugi, “Va rimarcata – osserva
il noto avvocato salernitano Gennaro Fiorillo – la diminuzione
dei tempi che prima consistevano in tre anni, mentre,
attualmente, in caso di separazione consensuale, si può
chiedere il divorzio 6 mesi dopo l’omologa della separazione o
dodici mesi dopo, in caso di separazione giudiziale. Questa
riduzione dei tempi va a conformarsi agli standard europei.
Dal mio punto di vista e dalla mia esperienza – prosegue –
noto che, vi è un aumento costante, un vero e proprio aumento
esponenziale dal profilo statistico. I rapporti coniugali sono
tutti “figli del proprio tempo” e ciò si traduce, difatti, in
una minore predisposizione allo spirito di sacrificio rispetto
a quello che vi era prima, al senso unitario della famiglia,
che ultimamente viene sempre meno nell’epoca dei social che
esasperano il tutto. Anche l’emancipazione della donna, com’ è
giusto che sia, ha inciso molto a riguardo, poiché la donna,
finalmente non si sente più costretta a subire ma, attraverso
la sua indipendenza (anche e soprattutto sul fronte
economico), sa che, anche da sola, può farcela. Al contempo
però, tra i separandi, si “molla” spesso anche per un
“nonnulla”, per cose effimere, per motivazioni banali e non di
una certa gravità. Manca dunque lo spirito di sacrificio ed il
dialogo da parte di entrambi i coniugi, inteso ovviamente non
in un immolarsi totale od annichilimento, ma rinvenire un
giusto compromesso tra le parti. E’ da dire inoltre conclude
l’avvocato Fiorillo – che il numero di separazioni e divorzi è
abbastanza diverso nelle diverse zone d’Italia, dunque si è
figli non solo di questa era tecnologica, virtuale e digitale,
ma anche delle proprie zone territoriali da cui derivano
attitudini diverse”.

Università, al campus                                    di
Baronissi   un   centro                                  di
ricerca   genomica  per                                  la
salute
di Erika Noschese

Un centro di ricerca genomica per la salute sorgerà, a breve,
al campus universitario di Baronissi. Scadrà, infatti, il
prossimo 18 dicembre per il mando di gara per l’affidamento
dei lavori necessari alla realizzazione del centro di ricerca
genomica all’Università di Salerno per un totale di 623.532,15
euro di cui 603.536,19 per i lavori di manodopera e 2.350,61
euro per l’incidenza di sicurezza Sg e poco meno di 20mila
euro per i costi della sicurezza. La procedura sarà
aggiudicata con il criterio del minor prezzo, con esclusione
automatica delle offerte anomale. L’appalto è finanziato con
fondi del Por Campania Fesr 2014-2020 e con fondi del bilancio
di Ateneo. Si tratta, di fatti, di un centro destinato alla
biologia molecolare che si occupa dello studio del genom nato
da un progetto di collaborazione tra l’Università degli Studi
di Salerno, la Seconda Università degli Studi di Napoli,
l’Università di Napoli “Federico II” e la Regione Campania ed
è situato nel campus di Baronissi dell’Università di Salerno.
Le attività di ricerca svolte nel laboratorio sono integrate
con quelle della Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell’Università di Salerno e sono focalizzate sulla
biomedicina e le biotecnologie applicate alla medicina. a
degli organismi viventi. Il campus di Baronissi vanta, tra le
altre cose, la presenza di un laboratorio. Lmmge è predisposto
per studi di genomica funzionale e strutturale mediante
sequenziamento di nuova generazione ed uso di microarray.
Comprende un servizio di bioinformatica, laboratori di
microscopia confocale e colture cellulari, ed ha accesso ad un
laboratorio confinato per l’utilizzo di vettori virali per
knock-down genico e terapia genica. Lmmge ospita
strumentazione di avanguardia per il sequenziamento massivo
parallelo, per l’analisi attraverso bead e veracode array, per
indagini di biologia cellulare, molecolare e morfologica.
Esperti in biologia molecolare e bioinformatica si occupano di
tutti gli aspetti sperimentali, delle implementazioni
biotecnologiche, dell’analisi e archiviazione dati derivanti
da studi su scala genomica. Il laboratorio partecipa a
progetti regionali e nazionali, finanziati da ministero
dell’Istruzione, Università e Ricerca, ministero della Salute,
Fondazione con il Sud, Associazione Italiana per la Ricerca
sul Cancro, Regione Campania, ed europei Il laboratorio è
coinvolto anche in progetti di formazione di dottorandi e
giovani ricercatori in Medicina, Biotecnologia e
Bioinformatica.

«Aiutato       da       tanti
imprenditori ma non da quelli
salernitani»
di Erika Noschese

Forse voleva essere una provocazione ma, di fatto, si è
rivelata una scommessa vinta. Un terrone a Milano: Stefano
Maiolica, 25 anni, salernitano doc, tre anni e mezzo fa ha
scelto di lasciare la sua città e di trasferirsi al nord.
Tornare a casa, per le festività natalizie, sembra essere
impossibile, a causa dei prezzi inaccessibili che le compagnie
richiedono. Nasce così l’idea di fittare un pullman, un
autista e tornare a casa con le proprie forze. Un terrone a
Milano non è solo una pagina social. Ora è un progetto,
un’iniziativa vincente che ha dato vita al “biglietto
sospeso”. Stefano, il 20 dicembre, partirà da Milano con altre
86 persone, per far ritorno al sud. Il biglietto di ciascun
viaggiatore è stato pagato in toto dagli sponsor ma loro hanno
scelto un costo simbolico pari a 10 euro da donare in
beneficenza per i bambini che una casa ed una famiglia non ce
l’hanno.

Stefano, un terrone a Milano. Hai scelto di tornare a casa per
le festività natalizie ma visti i prezzi inaccessibili hai
messo in piedi un’iniziativa storica. Di cosa si tratta?
«Sì, non me l’aspettavo. E’ tutto nato un po’ per impulso;
condividendo le mie stories con altri fuori sede a Milano ci
siamo accorti che c’erano prezzi folli, soprattutto per la
Sicilia e la Calabria. Allora, mi sono sentito in dovere di
provare a fare qualcosa: ho contattato delle compagnie e altre
mi hanno contattato. Ho trovato questo pullman da 87 posti
(concesso dalla compagnia di viaggi Flixibus ndr) e poi la
cosa si è trasformata ancora di più con l’idea del biglietto
sospeso e adesso il biglietto sarà gratuito. Ma ti dirò di
più: abbiamo scelto di far pagare il biglietto 10 euro; questi
soldi non serviranno a coprire i costi del pullman in quanto
ci hanno pensato gli sponsor ma daremo questi soldi in
beneficenza ad un orfanotrofio per regalare un Natale migliore
ai bambini che non hanno una casa e non hanno una famiglia.
Questa bellissima storia si concluderà così».

Cosa significa, per voi, essere un terrone al nord e nel tuo
caso a Milano?

«Essere un terrone a Milano significa la normalità. La cosa
bella di Milano è che non c’è una cultura specifica, non c’è
un cittadino di Milano specifico. C’è un po’ di tutto ed
essere un terrone a Milano significa, secondo me, essere in
maggioranza. Basta camminare per le metropolitane, al Duomo,
per le strade cittadine per sentire dialetti del sud, lingue
straniere. Milano, oggi, è una città che accoglie persone da
ogni parte del mondo e per me, ripeto, essere un terrone a
Milano è la normalità».

Perché hai scelto di lasciare la tua città, Salerno, e
partire?

«Ho deciso di lasciare Salerno – che per me è una città
meravigliosa, oltre ad essere casa – perché non sono mai
riuscito a farmi capire nella mia città, nel senso che fin da
quando sono piccolo ho sempre avuto questo animo
intraprendente, da sognatore, da persona che vuole spostare le
cose. A Salerno sono sempre stato visto come il sognatore, il
pazzo, quello che non vuole omologarsi. Mi ero stancato di
stare sempre davanti al solito bar, a parlare delle solite
cose e a sperare in un futuro che effettivamente non mi
sarebbe mai arrivato». Sei l’ennesimo cervello in fuga,
quindi? «Sì, e con grande dispiacere perché non avrei mai
voluto andar via ma non ho visto speranze per me e ho deciso
di andare nel posto più giusto per poter far esplodere le mie
capacità e la mia voglia di fare». Di cosa ti occupi a Milano?
Quanti anni hai? «Ho 25 anni, mi sono trasferito 3 anni e
mezzo fa a Milano per andare a fare la specialistica in
psicologia sociale e della comunicazione mentre la triennale
l’avevo fatta a Caserta (perché non c’è a Fisciano). A Milano
oggi lavoro, un mese prima di laurearmi ho trovato lavoro,
contratto a tempo indeterminato. Lavoro per una grossa
azienda, mi occupo di comunicazione nell’ambito delle risorse
umane».

Pensi che tornerai a Salerno, un giorno?

«Definitivamente non credo. Nel senso che seguo gli sviluppi a
Salerno e ad oggi non vedo dei cambiamenti. La cosa mi
rattrista tanto – e io sono uno di loro – tutte le persone che
potrebbero cambiare veramente le cose a Salerno stanno andando
via. Non riesco a vedere una speranza per il futuro a livello
di mentalità; poi, se mai un giorno dovessi avere il potere di
poter fare qualcosa per la mia città, concretamente, allora lo
farò».

Di cosa avrebbe bisogno Salerno per far sì che giovani
brillanti come te non vadano via?

«Di opportunità, di riuscire ad allargare gli orizzonti di
questa città, di non chiuderli e radicarli in una mentalità
antica, preistorica ma di poterci aprire all’innovazione e
allo sviluppo. Salerno è un polo pieno di giovani che hanno
tanto da fare, di artisti che non possono emergere perché a
loro non viene concesso spazio, di imprenditori capaci che
vanno fuori ad aprire opportunità. Non sai quanti salernitani
ci sono a Milano con attività che funzionano benissimo. Perché
a Salerno queste persone non possono farlo? Io darei delle
opportunità a queste persone, per farle restare a Salerno. E’
un po’ questo che chiederei alle istituzioni, di aprirsi al
futuro».

Come dicevi sono tanti i salernitani a Milano e molti, come
te, cercavano soluzioni in economia per poter tornare a casa.
Hai annunciato che questa iniziativa verrà replicata nel
periodo di Pasqua…

«Sì, le cose si sono sviluppate in modo molto positivo. Sto
incontrando un po’ di persone in questi giorni, di attività
che vogliono provare a trasformare questa iniziativa in
qualcosa di più concreto, che possa funzionare anche a lungo
termine. A breve mi rimetterò subito a lavoro per cercare di
capire come riuscire a creare un’iniziativa che non finisca
qui ma possa veramente dare una soluzione duratura alle
tantissime persone, salernitane e non, che ogni anno vogliono
tornare a casa per votare, per Pasqua, Natale, estate o altre
occasioni».

Tanti sono ora i vostri partner. Aziende e imprenditori hanno
scelto di sostenere il vostro progetto e il “biglietto
sospeso”. Da Salerno hai avuto riscontro in questi termini?

«A livello di impresa no anche se personalmente avevo
provveduto a scrivere a vari imprenditori del salernitano
perché volevo che da Salerno arrivasse supporto ad
un’iniziativa di un salernitano ma così non è stato. Invece,
ho avuto supporto dai salernitani, da tanti giovani e tante
persone che hanno scelto di donare come privati, attraverso il
portale www.unterroneamilano.it e per me è la certezza che
loro ci sono. Chi dovrebbe esserci non c’è ma le persone sì».
I salernitani dimostrano, ancora una volta, tutta la loro
generosità e il loro grande cuore. Se potessi lanciare un
appello a chi, come hai detto tu, dovrebbe esserci ma non c’è?
«Direi loro che ho completato il pullman, l’ho pagato
completamente con gli sponsor e per la prossima volta si
impegnassero».

Nessun pienone per il ponte
dell’Immacolata
di Erika Noschese

Solo il 60% delle camere prenotate, in occasione della festa
dell’Immacolata. A lanciare l’allarme l’Abbac, l’associazione
di categoria nata per promuovere il fenomeno dell’ospitalità
in Campania nelle varie forme di ricettività. Dunque, nessun
boom di prenotazione, a dispetto di quanto si pensava
inizialmente. Le Luci d’Artista, nello specifico, non sembrano
attirare particolarmente visitatori e turisti. A livello
regionale, anche a Napoli si verifica un crollo nelle
prenotazioni, così come in penisola Sorrentina e in Costiera
Amalfitana, interessate da rischiosi e insostenibili fenomeni
escursionisti. Secondo l’Abbac, infatti, pesa il mancato ponte
con la ridotta opportunità di spostamento degli italiani. A
Napoli tiene la clientela europea con spagnoli in testa,
flussi francesi ridimensionati dagli scioperi dei giorni
scorsi, si rivedono americani ed austrialiani e timidi segnali
di viaggiatori individuali orientali. Gli operatori ricettivi
sperano nel periodo natalizio dopo un pessimo novembre a
seguito del maltempo e di un fisiologico calo, buone le
previsioni per il Capodanno ma ridotto il periodo di
permanenza. Offerta ricettiva al ribasso, con migliaia di
annunci di appartamenti offerti anche a 30 euro a notte e che
alimentano vasta rete di abusivismo, anche nelle aree
metropolitane di Napoli e Salerno, determinando concorrenza
sleale verso strutture ricettive regolari. Fuori dai radar
turistici le aree interne e le città di Benevento, Avellino e
Caserta, l’unica tra le provincie a dare segnali incoraggianti
di timidi incrementi di flussi non stagionali. «Dobbiamo
purtroppo registrare una battuta d’arresto rispetto ai periodi
degli scorsi anni. Siamo però certi che non è questione di
calo di appeal, Napoli e la Campania sono sempre più mete
ricercate ma per questa festa dell’Immacolata stanno pesando
diversi elementi», dichiara Agostino Ingenito, presidente
Abbac e coordinatore dell’osservatorio extralberghiero
Otei/Abbac. Intanto, secondo le stime di Abbac si dovrebbe
raggiungere il 60% medio di conferme di prenotazioni, gli
ultimi monitoraggi sono stati effettuati a campione sul
territorio regionale. Ci sono molti dati non rilevabili
comunque rispetto a chi conduce un’attività ricettiva
regolare. Gli abusivi e gli irregolari infatti sfuggono ai
rilievi statistici e dunque non ci consentono di avere una
visione complessiva. Solo Airbnb a Napoli ha 7100 annunci di
offerta ricettiva, per il 60% sono appartamenti, poi c’è la
giungla di camere offerte in abitazioni private che non si
dichiarano agli enti – continua Ingenito – Aldilà dei numeri
di questa prima festività, che vedrà tanta mobilità interna ma
di escursionisti, l’auspicio è che Agenzia delle Entrate e
Mibact facciano in fretta a varare quel codice identificativo
che abbiamo proposto nel corso degli ultimi mesi. Dalla
Regione sentiamo annunciare di un piano strategico del turismo
che avrebbe presentato l’uscente assessore regionale ma appare
assai strano che solo alla fine della consiliatura si presenti
un piano che noi come operatori non conosciamo e non abbiamo
condiviso e che rischia di restare nel cassetto per la
distrazione della politica regionale ormai più attenta alle
prossime elezioni. Ne è ancora chiara l’azione dell’agenzia
regionale Campania Turismo che forse porrà fine al lungo
commissariamento degli ept e apt ma con un programma
tutt’altro che immediatamente operativo. Le giravolte da
ambiti turistici mai nati e i distretti varati dal Ministero
non consentono di avere chiarezza sul turismo regionale che
sconta le problematiche di sempre riguardo alla mobilità e
infrastrutture. La rete dei collegamenti resta in affanno
soprattutto verso Penisola Sorrentina, Costiera Amalfitana e
le isole», dice ancora il presidente Agostino Ingenito

Giornata mondiale del suolo,
al Profagri il seminario
E’ stata celebrata nei giorni scorsi la “Giornata mondiale del
suolo” (“World Soil Day”), il cui obiettivo principale e    ̀
accrescere e diffondere la sensibilizzazione e l’attenzione su
questa risorsa non rinnovabile e fragile. Per l’occasione
l’istituto scolastico “Profagri” ha organizzato un seminario
convegno rivolto principalmente agli studenti del quinto anno,
potenziali tecnici e agronomi del prossimo futuro. Hanno
presenziato anche ex-allievi dell’istituto, attualmente
iscritti al Corso di laurea in Scienze Agrarie, nonche ̀ tanti
esponenti di aziende del settore e di associazioni di
categoria. Al tavolo tecnico hanno partecipato il dirigente
scolastico Alessandro Turchi, il professore Gianluca Caruso
del dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di
Napoli “Federico II”, l’esperto di suolo Vincenzo Michele
Sellitto (nella foto)e il professore
Marcello Pippa che ha moderato l’incontro. Nel corso del
dibattito e
          ̀ stata sviluppata una moderna interpretazione del
concetto di suolo, nell’ottica di una rinnovata, più efficace
e adeguata definizione che gli attribuisca il ruolo di
organismo vivente, analogamente alle piante e ai
microrganismi. “Definire un suolo vivo significa percepire la
vita al suo interno e la sua immensa potenzialità di
trasformarsi nel nutrimento ideale per la pianta che ospita”
ha sottolineato Vincenzo Michele Sellitto, Marketing Manager
di Msbiotech, esperto di suolo e tecniche innovative in
agricoltura, ma soprattutto profondo conoscitore e divulgatore
del substrato vitale indispensabile per la crescita e lo
sviluppo sostenibile delle piante. Il suolo e  ̀, infatti, un
organismo vivente che merita rispetto e tutela,
disincentivando l’uso di pesticidi e favorendo invece
l’utilizzo di microrganismi per un’agricoltura non inquinante
e a resi- duo zero. Il prossimo ventennio prospetta uno
scenario che descrive un cambia- mento radicale nel
concepimento delle modalità di utilizzazione e valorizzazione
del suolo, beneficiando delle recenti scoperte emerse dalla
ricerca scientifica in discipline quali la microbiologia
agraria. Quest’ultima e   ̀ corre- lata all’impiego dei
microrganismi in grado di abitare il suolo, proteggerlo e
fortificarlo nei confronti di funghi o batteri dannosi per le
coltivazioni e per l’uomo, nonché stimolare la crescita delle
piante, ha ribadito Sellitto. Durante il seminario, Sellitto
ha guidato il pubblico in un viaggio virtuale, partendo dal
suolo vivo e analizzando le varie interazioni tra piante e
microrganismi.

Ginecologia e ostetricia,
carenza   di personale  e
criticità
di Pina Ferro

Gravi   carenze   di   personale   e   criticità   nei   repati   di
ostetricia e ginecologia dell’ospedal “San Giovanni di Dio e
Ruggi d’Aragona” di Salerno. A chiedere un intervento concreto
e, a fare una radiografia della situazione è la Cgil
attraverso una nota inviata al commissario straordinario
Vincenzo D’Amato, al sub commissario Sanitario Anna Borrelli,
al responsabile del Sitra Luigi Memoli, al direttore medico di
presidio Angelo Gerbasio. “Spiace dover constatare ancora una
volta la grave sottovalutazione della problematica legata alla
carenza del personale di comparto assegnato alle strutture di
ostetricia e ginecologia”. Si legge nella nota. Le strutture
in questione sono dotate di una rooming-in, 3 sale parto ed
una sala post- partum – risveglio, un pronto soccorso
ostetrico, 2 sale operatorie e due reparti di degenza
ostetricia e ginecologia(quest’ultima ha momentaneamente
sospeso l’attività). Nella nota la Cgil ha evidenziato che
attualmente risultano in servizio 35 unitàche presumibilmente
diventeranno 32 nel 2020 per pensionamento; di queste 5 sono
esonerate dalla turnazione sulle 24 ore per ragioni legate
alle condizioni di salute personali o per motivi familiari, 5
sono assenti per gravidanza/maternità    e d infortunio non
sostituite. La turnazione sulle 24 ore pertanto viene
effettuata da 25 unità
                      . “Le ostetriche sono presenti in tutte
le linee di attivita, in collaborazione con ̀ le altre figure
di comparto o in forma esclusiva ed in particolare: pronto
soccorso ostetrico – circa 25 prestazioni/die – l’unica figura
professionale presente e ̀ quella 3 ostetriche dal lunedı̀ al
venerdı̀
       (compatibilmente con congedi per ferie o malattia) e 2
nel fine settimana; ostetricia- (25 posti letto)1 ostetrica
per turno h 24; Ginecologia. “Con la riapertura della
ginecologia l’unica infermiera presente al rooming-in sarà
presumibilmente dislocata in reparto lasciando una sola
ostetrica a fronte di una situazione cosı̀ complessa. Non
dovrebbe essere necessario sottolineare gli elementi di
criticità
         presenti in questa e nelle altre analoghe situazioni
che si verificano nelle diverse linee di attività
                                                 sia rispetto
alla sicurezza dei pazienti, sia in ordine alla
responsabilitàp rofessionale delle operatrici coinvolte. Le
infermiere assegnate sono 15 di cui 13 turnanti h 24 e 2 in
turno antimeridiano che si occupano della pre-
ospedalizzazione, del Gom, del dh per Ivg .Le operatrici socio
sanitarie sono 11 di cui 2 a turno fisso( 1 per benefici legge
104 ) e 9 turnanti h 24 che a metàgennaio 2020 diventeranno 8
per 1 pensionamento preceduto da circa 60 giorni di ferie
residue”. La situazione non è certamente migliore in sala
operatoria. “L’assoluta inadeguatezza del numero di infermieri
ha già avuto notevoli ricadute sulle liste di attesa per
interventi di elezione a causa del ridotto numero di sedute
programmabili, ( numero che nel mese di dicembre si riduce
addirittura a 4) e sta creando enormi difficoltà anche per la
gestione dell’attività
                      di urgenza”.

Via Carmine e igiene urbana
Servizio affidato a Salerno
Pulita
Saranno i dipendenti della Salerno Pulita a gestire, in via
sperimentale, il servizio di igiene urbana con servizio di
spazzamento, lavaggio delle strade e svuotamento dei cestini
gettacarte nelle aree del quartiere Carmine e zone limitrofe.
L’affidamento del servizio è in via sperimentale. La delibera
del 2017 stabilisce infatti di provvedere al graduale
trasferimento del servizio comunale di igiene pubblica alla
Salerno Pulita, incarica di effettuare il servizio di raccolta
integrata dei rifiuti urbani sull’intero territorio comunale.
Di fatto, per quanto concerne l’attività di spazzamento le
aree gestite in economia dal servizio di igiene urbana con
maggiore sofferenza sono quelle del Rione Carmine e zone
limitrofe e precisamente l’area a monte del trincerone, e
ricompresa nel perimetro che comprende il trincerone lato
monte (asse via Matteo Silvatico – via Pietro da Eboli), a sud
da Via Dalmazia-Via Farao, via Caterina e via Irno, a monte
con i comuni limitrofi e a nord all’altezza circa di via
Camillo Sorgente, giusta planimetria allegata alla presente
deliberazione. Il servizio scadrà il prossimo 31 dicembre per
un totale di 550.475,84 euro. Il servizio dovrà essere coperto
con lo spazzamento meccanizzato per almeno il 40% del
territorio.
La storia della Georgia nelle
sue danze

Questa sera alle 18 i riflettori del Teatro Verdi si
accenderanno sul balletto fondato da Nina Ramishvili e Iliko
Sukhishvili, con le antiche danze popolari georgiane,      un
repertorio antichissimo e sconosciuto

Al via da questa sera, alle ore 18, la tre giorni dedicate
alle danze popolari del Teatro Verdi di Salerno. la città
godrà fino al 10 dicembre della presenza nel proprio massimo,
domani    alle 21 e martedì alle ore 19, del complesso
coreografico fondato da Nina Ramishvili e Iliko Sukhishvili.
Tre sono gli aspetti dominanti e inscindibili del Balletto
Nazionale della Georgia che si rinnova e si arricchisce di
generazione in generazione e che riesce ad incantare e
stupire, risultando splendidamente appagante nel ritmo, nell’’
armonia e nella varietà delle immagini. La prima componente,
austera e guerresca, è quella degli uomini dal gesto fiero,
abili manipolatori di spade e pugnali; la seconda è quella
delle dame dalle bellissime vesti, che scivolano sul
palcoscenico con estrema eleganza e dolcezza; la terza è
quella grossolana, dei mattacchioni e degli acrobati. In tutte
le coreografie del complesso si ritrovano, fuse
armoniosamente, le basi della danza popolare, dal girotondo al
gomitolo. Le danze maschili evocano le qualità del coraggio,
del vigore guerriero, della baldanza avventurosa.Tutte le
danze di ascendenza bellica, con artistici combattimenti,
volteggi di spade e pugnali sono affidate a movimenti di
brillante e sorprendente virtuosismo degli uomini: sono loro
che strabiliano il pubblico con gli incredibili salti e le
faticosissime danze in punta di piedi. Questi intrepidi
cavalieri annoverano tra i loro virtuosismi, tipici dei
danzatori del Caucaso, proprio l’’andare sulle punte di
morbidi stivali (senza il classico rinforzo di “papier maché”
o di “colofonia”), un’’ abilità che affonda le sue origini non
in un vezzo estetico-stilistico, bensì in una necessità
fisica. La tradizione vuole che questo passo, che i georgiani
chiamano “tzeruli”, sia nato per ricordare gli scoscesi pendii
dei monti del Caucaso che, con i suoi strettissimi sentieri,
costringeva gli uomini a camminare sulla punta dei piedi per
non precipitare nei burroni. L’’eroe georgiano, di forza
invincibile e insuperabili prodezze acrobatiche, risulta
capace anche di sottili virtuosismi. Molte danze sono infatti
percorse di cortesi finezze: come le danze del corteggiamento,
ove la suprema abilità consiste nel non sfiorare mai la donna,
o quelle nuziali, in cui anche gli uomini riescono a scivolare
magicamente sul terreno al braccio delle loro belle. L’uomo
non è meno elegante della donna: danza con la schiena inarcata
e, se si tratta di un nobile, si inerpica sulle punte, proprio
come le ballerine romantiche, gonfia il petto, ricama disegni
con le braccia, ma le sue mani non si vedono: sono coperte
dalle maniche a penzoloni per evidenziare la mancanza di
contatto. Le danze femminili simboleggiano la sacralità e la
regalità. Il movimento delle ballerine, tutto giocato sulla
morbidezza delle braccia e delle mani, testimonia che
nell’’immaginario più antico del popolo georgiano la donna è
una creatura algida e distante, inafferrabile. La Georgia, è
sempre stata un’’ isola ortodossa in un mare musulmano e ha
quindi, inevitabilmente, assorbito molti elementi delle
culture limitrofe, cosicché nelle sue danze, specie in quelle
femminili, è possibile cogliere con chiarezza le influenze
turca ed araba, fuse con l’elemento culturale originario in
una mescolanza davvero singolare ed affascinante. Le ballerine
georgiane, tutte di fulgida bellezza, rivelano una formazione
classico-accademica, testimoniata dall’’ uso del busto arcuato
“à la russe” e dalle braccia di sinuosa mobilità. La prima
parte dello spettacolo delinea la storia di questo popolo
fiero, le danze di palazzo – i corteggiamenti, le nozze – poi
si passa al folklore cittadino di Tbilisi, alle danze degli
artigiani e dei venditori ambulanti. La compagnia è famosa, in
particolare, per le sue danze di coppia (“Kartuli” e
“Lecuri”), per quella lirica delle donne (“Samaia”), per il
girotondo “Partza”, per le suites “Adjar” e “Kensur”, nonché
per i quadri coreografici della vecchia Tbilisi. Alle danze
folckloriche georgiane Ramishvili e Sukhisvili hanno aggiunto
quella sportiva “Lelo”, quella maschile “Mkhedruli”, quella
contadina “Lazuri”, interpretando con intuizioni personali
l’’intera gamma del genere. “Lo spettacolo è veramente un
poema coreografico sulla bellezza, la nobiltà ed il talento
del popolo georgiano” (“Sovetskaja Kultura”). “Gli splendidi
costumi portano la firma di Simon Virsaladze, collaboratore
prediletto di Grigorovich e autore del décor dei più celebri
balletti del Bolshoj, che è riuscito a riprodurre con
filologica vivezza, i tipici costumi delle molte regioni della
Georgia.

Ventura            colpito             da       colica
renale
Gianpiero Ventura resta al suo posto. Nessuna dimissione o
esonero.Per quanto riguarda l’atteggiamento del mister nella
ripresa, rimasto impassibile seduto in panca e poi
abbandonando anzi tempo il terreno di gioco, sarebbe dovuto ad
una colica renale che ha colpito lo stesso Ventura. Lo
conferma la società in un comunicato
Ventura lascia panchina a
gara in corso, mister verso
dimissioni?
Dopo un primo tempo dove si è sgolato in panchina a fine primo
tempo GianPiero Ventura con la Salernitana sotto a Cittadella
per 3-1 è tornato molto prima della squadra in panchina dove
si è seduto in silenzio ed ha assistito a tutta la seconda
frazione in silenzio, scuro in volto. A dare le indicazioni il
secondo Tiziano De Patre. Anche i cambi sono stati fatti a
sguardi con il mister molto giù di tono. Voci di corridoio
parlano di un Ventura influenzato anche se ad inizio gara le
pacche sorridenti sulle spalle non facevano vedere un mister
che stesse poco bene. E prima del recupero Ventura sul 4-3
abbandona addirittura la panchina andando a testa bassa negli
spogliatoi. Giusto in tempo per non vedere lo scempio del
liscio finale di Giannetti che poteva dare un immeritato ma
almeno dolce pareggio
Puoi anche leggere