Teano: Destra o Sinistra? - Il Messaggio Teano
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Teano: Destra o Sinistra? Esiste da anni, nella nostra città, una evidente discrepanza tra i risultati delle elezioni politiche e di quelle amministrative. Le prime hanno sempre palesemente dimostrato, fin dagli esordi della Repubblica, una compassata tendenza del popolo teanese alle posizioni di centro destra, le seconde un forte appiglio alle posizioni di centro sinistra. Cerchiamo di capirne il perché affacciando qualche personale considerazione. Già la espressione di voto al Referendum Istituzionale fu, come in gran parte del meridione, a vantaggio della Monarchia; poi Teano fu dimora della prima sede del MSI, rifacentesi democraticamente ad alcune posizioni del fascismo, e monarchico-liberali furono anche le prime amministrazioni post belliche. Poi venne la DC, e la balena bianca, per la sua grande capacità di amalgama, fece sempre il pieno dei voti sia a livello politico che amministrativo, con maggioranze che sfioravano il 60 % dei voti. Nella seconda repubblica (?) ecco il gap: nelle politiche trionfano i partiti di centro destra, nelle amministrativa trionfano le aggregazioni di centro sinistra, anche se mascherate da liste civiche. Perché? A Teano, dove non esistono industrie, aziende, uffici pubblici di rilievo, l’unico “datore di lavoro” è sempre stato e resta il Comune. La edilizia pubblica e privata è comunque gestita dal comune, le poche organizzazioni assistenziali, i lavori di manutenzione idrica o stradale anche, e così via. E’ sempre stato così; ed è accaduto che alcuni potentati familiari, conquistato il potere locale, hanno saputo farne una indistruttibile leva per l’accaparramento di voti, proprio contando sulla possibilità di elargire lavoro, e, nei fatti, pur sotto le diverse e fasulle sfaccettature, è perennemente esistita, ed ancora esiste, la mentalità della vecchia Dc. Se andate a controllare nel tempo, e la cosa non è difficile a farsi, la maggioranza dei consiglieri comunali, assessori e sindaci, è sempre
appartenuta alla classe degli architetti, ingegneri, geometri, o comunque addetta al settore diciamo “edilizio” in senso ampio. Questa classe ha facilmente aggregato, per derivanti motivi di assegnazione di incarichi, la maggioranza delle ditte operanti nel settore, dagli idraulici agli imbianchini, dagli elettrotecnici alle ditte di pulizia e via dicendo. Ai padri si sono oggi sostituiti i figli, ma il sistema rimane lo stesso. Basta poco per rendersene conto: farsi un giro dove c’è un problema e guardare le ditte al lavoro. Un esempio a sostegno di questa ipotesi è dato dal vicino comune di Sparanise nel quale, pur esso fino ad allora a dominio democristiano, subito dopo l’insediamento della industria di ceramiche Pozzi, agli inizi degli anni settanta, si insediarono giunte rosse. Da qui derivano, ahimè, notevoli danni. Data pure per legittima una scelta che garantisca un proprio tornaconto lavorativo, sempre cosa positiva, sorge il grave problema dell’interesse specifico per quel settore che fa trascurare tutti gli altri di carattere generale per la città. Ecco che passeranno automaticamente in ultimo grado lo sviluppo generale del paese, le politiche programmatiche, la difesa degli esercizi pubblici come l’ospedale, le scuole (se non per la manutenzione degli edifici), il PUC, forse velatamente e volutamente sempre fatto abortire, una sistemazione ambientale di ampio respiro e tante altre cose di carattere “politico” con la P maiuscola. La chiamata elettorale politica lascia, ma non sempre, un po’ di respiro; ed allora l’elettore si esprime secondo le sue idee e visioni reali e l’orientamento risulta diverso, privilegiando, nella sostanza, partiti ed aggregazioni lontane anni luce da quelle sistematicamente trionfanti nelle amministrative, Il gravissimo danno, amici concittadini, è che questo cerchio non si spezzerà mai. Non illudiamoci, si candidasse persino Cavour ! Claudio Gliottone
L'anno che verrà. Tanto tuonò che piovve! Così recita un vecchio detto. Da quasi un anno si mormorava della possibilità che la Regione distribuisse nuovi fondi al fine di adeguare l’offerta sanitaria su tutto il territorio Campano. E così è stato. UN MILIARDO di euro per la sanità, quindi. Un miliardo da distribuire a tutte le provincie: da Napoli a Salerno, passando per Benevento e non dimenticando Avellino. Teano, tuttavia, come sempre è accaduto nel corso dell’ultimo decennio, ne esce con un pugno di mosche. La misura economica messa in campo del Governatore De Luca, infatti, palesa ancora di più su quali zone del territorio regionale l’amministrazione targata PD intenda investire… non solo dal punto di vista sanitario. Andando a guardare nel dettaglio la misura apprendiamo che in realtà alla Provincia di Caserta tocca una robusta fetta dell’investimento, ma contrariamente ai nostri più reconditi sogni, la parte da leone non viene svolta dal capoluogo sidicino, come detto completamente escluso, ma dalla vicina Sessa Aurunca, a cui vengono destinati ben 60 milioni di euro. Segue, a distanza, l’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano, con 27 milioni per
l’edificazione di un nuovo edificio e Marcianise con 23 destinati al completamento dell’ospedale. L’alto casertano, quindi, viene completamente cancellato dalle “rotte” della Regione, in quanto né Teano, nè Piedimonte Matese, ormai orfano di un vero e proprio sponsor, rientrano nella misura economica volta ad adeguare sul territorio l’offerta sanitaria. Le tante comunità locali della Campania (in)Felix, sono costrette ad abbassare supine le proprie teste di fronte ed una programmazione che sembra non avere né capo né coda, quanto piuttosto volta a favorire un non meglio noto interesse particolare. Appare, pertanto, evidente lo scarsissimo peso politico delle nostre comunità, specialmente quella sidicina, di inclinare le scelte del governo centrale regionale, o quanto meno di chiedere il rispetto di quei principi egalitari che non dovrebbero essere così facilmente sacrificati. Eppure, a cadenza periodica, non ultimo in occasione delle appena concluse elezioni europee, il popolo elettorale nostrano viene inondato da promesse volte a fare presagire un roseo futuro, puntualmente disatteso. Lo stesso governo locale sidicino a più riprese e all’unisono, manifestava intenzioni di interessamento proponendo addirittura la (improbabile) riattivazione dell’offerta ospedaliera in favore della nostra Teano. Nei mesi scorsi, abbiamo letto sulle pagine di giornali degli stretti rapporti tra l’amministrazione sidicina e quella regionale e, troppo spesso si è consentito al Governo Regionale di venire nella nostra cittadina a compiere soltanto la più classica passerella senza, mettiamola così, forse per eccessiva educazione, porre alcuna domanda che potesse essere ritenuta scomoda per i graditi ospiti politici. Eppure di occasioni, per perorare pubblicamente la difesa degli interessi della nostra comunità, non sono mancate. Ricordo, solo per citare alcuni casi, il congresso sul cece di Teano e l’inaugurazione della Fiera Campionaria di S. Antonio, dove sono intervenute personalità del calibro del Vice Governatore, on.le Bonavitacola, lo stesso presidente della Commissione Sanità, on.le Graziano o ancora l’Europarlamentare Caputo. Il nostro Sindaco, a buona ragione, chiede, ormai in maniera
rutinaria, alla nostra città di essere positivi, di manifestare speranza per un futuro i cui contorni però non accennano a schiarirsi. Tuttavia, come si può accettare passivamente tale ennesimo schiaffo? Come si può credere ancora a qualsiasi spot politico se prima non si è conseguito qualcosa di positivo. La fiducia, come ogni cosa, ha il suo tempo e non è imperitura. D’obbligo, a questo punto, memori dei millantati stretti rapporti con il Governo regionale, è chiedersi se l’amministrazione comunale avesse la possibilità di interagire opportunamente in modo da determinare diversamente la programmazione sanitaria citata. Se guardiamo il problema in termini di competenza, sicuramente nessuna amministrazione periferica ha la possibilità di incidere sulla programmazione sanitaria centrale. Tuttavia, se si guarda il problema dal punto di vista strettamente politico o di colorazione politica, le cose dovrebbero cambiare in maniera esponenziale. Evidente, infatti, è il canale preferenziale che questa amministrazione dovrebbe avere presso Palazzo Santa Lucia rispetto ad altre compagini politiche. La nostra amministrazione, infatti, indipendentemente da quanto si voglia dire, è una amministrazione chiaramente ad anima Pd, con sponsor politici ben determinati. Basti ricordare che, senza scomodare la nostra locale onorevole: il nostro Primo Cittadino rientra a pieno titolo nell’élite dirigenziale dello stesso partito del Governatore Campano; il Capogruppo di maggioranza è stato per lungo tempo segretario cittadino del partito democratico e continua ad essere tesserato di partito, il Presidente del Consiglio Comunale, oltre ad occupare un ruolo di prima levatura del partito locale, ha vantato lusinghieri incarichi negli organi direttivi provinciali e così discorrendo. Solitamente, infatti, i “membri della stessa famiglia” ( perché i partiti politici questo dovrebbero essere), prima di prendere decisioni si consultano, o quanto meno sono a conoscenza in anticipo delle scelte del proprio pater familias. Grave, se le scelte erano conosciute in anticipo e si sono taciute. Gravissimo, se si sono barattate le aspettative di un territorio a vantaggio delle istanze di
pochi. Ormai manca poco. Poco meno di un anno e le elezioni regionali faranno capolino alle porte della nostra città e con esse si affolleranno i soliti politici a caccia di voti e dispensatori di promesse. Ricordiamolo…per il resto, chi vivrà, vedrà…con la speranza che i nostri concittadini non siano più disponibili a credere ( ancora!!) alla luna nel pozzo. Carlo Cosma Barra Non sono mai stato entusiasta di Saverio Borrelli Non sono mai stato entusiasta di Francesco Saverio Borrelli, neppure nei tempi in cui lo strapotere dei partiti si era lentamente trasformato in una vacca grassa da mungere per spese folli a danno degli italiani. Erano i tempi dei mega congressi di Bettino Craxi, incastonati in una cornice scenografica da mille e una notte (ricordate la famosa piramide telematica del congresso di Milano del 1989?); erano i tempi dei quattro miliardi donati al Ministro della Sanità da una casa farmaceutica, del pio albergo Trivulzio, degli yuppies col Rolex stretto sul polsino della camicia, dei
maneggioni politici che di pseudo politica, e grazie alla pseudo politica, campavano brillantemente in una società falsa e falsata. Non mi piaceva il pool “mani pulite” né le loro plateali sortite; gli interrogatori di Forlani, di Andreotti e via discorrendo. C’era un certo che di saccenteria da unici uomini onesti che in fondo in fondo dava fastidio. Ma c’era soprattutto una mal celata appartenenza politica, al limite della delegittimazione di tutto quanto andavano facendo: Di Pietro fondò subito dopo un suo partito, la stesso Borrelli, che si dichiarava un “liberale crociano” , pur se a toga appesa al chiodo, sostenne pubblicamente Walter Veltroni nelle primarie del Pd del 2007. E la loro azione, conclusasi con la distruzione, almeno a parole, della prima Repubblica, continuò nel 2002 contro Berlusconi e il suo partito ampiamente maggioritario, cercandone la delegittimazione personale prima che politica, e poi via con tutti i personaggi emergenti, fino a Renzi e a Maria Elena Boschi. Molti fatti accaduti dopo hanno fortificato la mia convinzione circa uno scantonamento dall’ambito strettamente giudiziario ed una invasione a gamba tesa in quello politico, oltretutto con scarsissimo successo sulla corruzione che dall’ aspetto verticistico assunse quello trasversale, sicuramente aumentando e coinvolgendo un maggior numero di addetti. Ma questa è storia passata. Le sentenze, dicono quelli di sinistra quando a loro fa comodo, vanno rispettate ed accettate, mai discusse! Allora glielo andate a dire voi a Stefano Binda, di Varese, arrestato nel gennaio del 2016 e condannato in primo grado all’ergastolo nel 2017 , accusato dell’omicidio di Lidia Macchi, avvenuto nello stesso mese, ma del 1987, ventinove anni prima, e poi assolto per “non aver commesso il fatto” qualche giorno fa, dopo tre anni di detenzione in carcere? Glielo andate a dire voi che le sentenze non si discutono, o glielo facciamo dire da Zingaretti e dallo stesso Veltroni? Io, come Veltroni o D’Alema, non voglio discutere alcuna sentenza, ma, dotato di un mimino di facoltà raziocinante, non posso condividere come un burattino avvenimenti tragici, messi in atto con la legale certezza di non doverne rispondere a chicchessia. Un pseudo
colpevole viene incriminato e portato a giudizio 29 anni dopo il presunto reato (e questo già la dice lunga); viene condannato all’ergastolo, e rinchiuso in galera per tre anni! Dico tre anni! Poi una sentenza di appello lo scagiona completamente per “non aver commesso il fatto”! Mi consentirete, ma qui non stiamo parlando di aggiustamento di pena o di presa in considerazione di aggravanti o di attenuanti: qui stiamo parlando di aver commesso o non commesso il reato, in “termini manichei” di bianco o nero, senza veruna sfumatura. Dall’ergastolo, che presuppone senza ombra di dubbio la realizzazione del reato, al non aver commesso il fatto, che presuppone con altrettanta certezza che l’imputato non ha commesso alcun reato. E, sempre in termini manichei, una delle due corti giudicatrici, o quella dell’ergastolo o quella dell’assoluzione, avrà sicuramente commesso un formidabile palese errore, e sulla pelle di un povero cristo. Ed alla fine chi pagherà per quell’errore commesso? Il popolo italiano, cioè voi, io, i nostri amici, risarciranno in denaro un danno che non è quantificabile con nessuna moneta al mondo: quello della detenzione di un innocente sia pure per soli tre anni. Ma anche per un solo giorno non sarebbe stata da meno. O in caso contrario avremmo un colpevole in libertà: ma sempre meglio che un innocente in galera! Claudio Gliottone
Poc 2014/2020, semaforo rosso per l'Amministrazione D'Andrea. Pioggia di soldi regionali per finanziare eventi turistico- culturali per numerosi comuni della Provincia, tuttavia il Comune di Teano resta ferma al palo. Con la deliberazione n. 236 del 04/06/2019, pubblicata sul BURC n. 34 del 17/06/2019, la Giunta della Regione Campania aveva approvato le direttive per la definizione, a valere sulle risorse del POC 2014-2020 linea strategica “Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e cultura”, di un unitario programma regionale di eventi, articolato in specifiche Azioni da realizzarsi sul territorio regionale nel periodo “giugno 2019 – giugno 2020”. Il Comune di Teano, tuttavia, iscritto ritualmente entro i termini del bando, è stato clamorosamente escluso dalla misura con cui la Regione Campania ha inteso finanziare oltre cento progetti comunali per eventi turistici, culturali e di promozione territoriale. Il Progetto, fortemente voluto dal Sindaco D’Andrea, denominato “Teano le radici storiche dell’antica civiltà Sidicina: dall’unità d’Italia alle tradizioni culturali ed enogastronomiche dell’Alto Casertano”, classificatosi soltanto al 197° posto (su 278 domande), riscuote un misero punteggio di 47,20 e resta dunque escluso dai finanziamenti regionali. Un duro colpo per l’Amministrazione Comunale Sidicina che a questo punto dovrà finanziare con risorse proprie il progetto o, rinunciare a parte delle iniziative già ampliamente pubblicizzate. Sono trascorsi pochi giorni dal mini rimpasto di giunta con cui il Sindaco ha attribuito “nuovi poteri istruttori” ai propri amministratori nella speranza di evitare ciò che puntualmente
è accaduto. A tal riguardo, ricordiamo, che in un precedente comunicato, il Sindaco attribuiva alla Consigliera Zanga il compito di seguire il progetto comunale iscritto alla misura Poc 2014/2020, poi bocciato dall’amministrazione regionale campana. Viene meno così da subito uno degli obiettivi “ a tempo” posti dal Sindaco ed attribuiti ai singoli consiglieri comunali. A chi saranno attribuite le colpe per il mancato risultato? All’Assessore o al Consigliere di turno? Agli Uffici Comunali, per non avere predisposto un adeguato progetto ossequioso degli indirizzi politico amministrativi? O alla “vicina” amministrazione De Luca, per avere premiato maggiormente altre zone del territorio campano a scapito delle istanze sidicine? In ogni caso, qualunque sia la risposta agli interrogativi posti in precedenza, crediamo che, almeno questa volta, le tanto vituperate amministrazioni precedenti la faranno franca da possibili colpe. Carlo Cosma Barra Teano fuori dall' Ente Idrico
Campano. Non avrà più nessun consigliere il comune di Teano all’ interno del distretto casertano “Terra di Lavoro” che fa parte dell’ Ente Idrico Campano. Emerge questo infatti dall’unica lista presentata per il rinnovo dei membri decaduti . E proprio la nostra città esprimeva un consigliere decaduto e precisamente Domenico Laurenza, eletto durante la sindacatura di Di Benedetto e non riconfermato in consiglio comunale. A leggere nei fatti, la bocciatura sarebbe da attribuire ad una chiara scelta dei vertici regionali e provinciali di centrosinistra che hanno scelto i nomi e presentato l’unica lista ( saranno eletti tutti ) denominata ” Acqua Democratica “. Nella fascia di riferimento del nostro comune, e cioè la B , sono stati scelti il sindaco di Capua Luca Branco, l’ex sindaco di S. Maria La Fossa Papa, Diana per Casal di Principe, Piantieri per Casapulla, Cipro per Calvi Risorta, Vigliotti per Maddaloni e Di Lauro per Pietramelara. Ma che cos’è l’ente idrico Campano e perché era importante la presenza di un nostro rappresentante? L’ ente idrico Campano è l’ ente che gestirà nei prossimi anni l’intero ciclo delle acque in regione Campania, subentrando ai comuni nella gestione. E lo stesso distretto di Caserta per cui si stanno svolgendo le elezioni, sarà chiamato a decidere le forme di gestione da adottare in provincia di Caserta . Misureremo con il tempo quanto peserà la mancanza di un rappresentante Sidicino in questo ente. Alessandro De Fusco
- "....quasi quasi mi faccio uno shampoo..."! Reduce da un brevissimo soggiorno in alcune città della Puglia, non posso esimermi da esprimere giudizi e sensazioni che, ahimè, depongono sempre male per il nostro modo di organizzarci e di vivere sociale. Premetto che non parto con un animo esterofilo per cui tutto ciò che non è nostrano è pregiudizialmente migliore, ma con l’animo semplice e sereno di chi si accosta a realtà diverse dalla sua solo e semplicemente per imparare ed eventualmente proporre. E la conclusione si concretizza sempre in un giudizio negativo verso la nostra costituzione sociale locale, che ci porta a vivere in maniera retrograda e priva di serie speranze per il futuro. Ho visitato paesi bellissimi, anche più piccoli del nostro, ma tutti socialmente progrediti; parlo di città come Alberobello, Monopoli, Grottaglie, Ostuni e via dicendo. Salta subito agli occhi, in tutte, una organizzazione cittadina
irreprensibile: ordine e pulizia dappertutto, case tutte simili per dimensioni e colore delle facciate, strade pulite e ben lastricate, piano parcheggi ampio e disponibile con pagamento del ticket di sosta, chiusura al traffico nei punti centrali e nelle ore di passeggio, attività di intrattenimento pubblico discrete e non chiassose, traffico regolamentato da percorsi a senso unico, e via discorrendo. Poi scopri che esiste dappertutto un piano urbanistico che impone una colore unico, il bianco nella fattispecie, che non consente la costruzione di edifici di altezza e cubatura oltre quella esistente, dall’aspetto discutibile per gusto e sontuosità, che non consente addirittura lo scavo di piscine private. E ti chiedi: ma perché questo da noi non esiste? Perché è diventato splendida chimera un “piano colore” che risale all’epoca della sindacatura Mancini? Perché dal 1975 abbiamo più volte provato, spendendo centinaia di milioni di lire prima e centinaia di migliaia di euro poi, a darci un “piano regolatore”, e non ci siamo riusciti? Così come non siamo riusciti a darci un “PUC” tanto sbandierato dai vicesindaci D’Aiello prima e Corbisiero dopo ( cito i vicesindaci solo per chiarezza cronologica visto che il sindaco era sempre ed indiscutibilmente lo stesso, Raffaele Picierno). Perché nessuno è mai riuscito ad attuare un piano parcheggi che consentisse soste brevi a pagamento a quante più persone possibili e non solo al negoziante che occupa il posto pubblico di fronte al suo locale per una intera giornata? Perché quando, in una mia breve esperienza assessoriale, nel lontano 1991, mi feci promotore di una sistemazione del traffico, diventato insostenibile nel pieno centro storico, con la applicazione di un senso unico da Piazza Marconi per le piazze Vittoria, Umberto I e corso Vittorio Emanuele, il giorno dopo, con atto incivile ed intimidatorio, i Vigili trovarono tutti i cartelli segati e gettati a terra da qualche commerciante neppure tanto ignoto? Perché non riusciamo a spazzare le strade per bene, a togliere se non saltuariamente le erbe che crescono ai lati delle vie anche cittadine, ad esporre l’immondizia fuori dalle case già dalle sette di sera,
a non stabilire un’area di circolazione limitata almeno nelle serate estive o quantomeno nelle festive? Non mi si venga a dire che le città citate appartengono ad un territorio molto più ricco del nostro, o che sono meta di incessante turismo, perché ho parlato comunque, da parte nostra, di spreco immane di soldi senza alcun risultato (piano regolatore) o di cose organizzative che non comportano alcun esborso di soldi pubblici, ma piuttosto di entrate (parcheggi a pagamento) o di iniziative a costo zero (isola pedonale serale). Ed ecco che infine il cane si morde la coda: in quale turismo si può sperare per una città, che pure ne avrebbe le premesse, ma che offre una recettività infima? Vogliamo darne la colpa ai nostri governanti, o a noi stessi? Credo di aver chiarito che la colpa è di entrambi, sia perché i governanti sono quelli che noi esprimiamo, sia perché li condizioniamo con la nostra individualità che pensa solo ai propri interessi, sia perché tarpiamo subito le ali alle iniziativ e che qualcuno di loro, particolarmente non influenzato, prova ad attuare. Dobbiamo rassegnarci; non c’è via si scampo …. “quasi quasi mi faccio uno shampoo” ! (G. Gaber). Claudio Gliottone
QUESTIONE DI PRIORITÀ. L’altra sera in Consiglio comunale si è parlato, tra le altre cose, della crisi idrica causata da acquedotti fatiscenti che disperdono gran parte del prezioso liquido. Ci è stato detto che, in alcuni casi, è necessario rifare completamente le tubazioni, che non ci sono soldi sufficienti e che quindi le situazioni critiche come, ad esempio, quella delle frazioni di Fontanelle, S. Giuliano e Cappelle non possono risolversi nell’immediato. Ci siamo permessi di far notare che non è così, semplicemente perché l’Amministrazione ha fatto una scelta diversa: preferisce spendere tutti i soldi che ci sono, più di 300.000 euro resi disponibili da una legge regionale di fine 2018, per asfaltare le strade. Qualche perplessità sembrerebbe legittima visto che garantire l’arrivo costante dell’acqua nelle case della gente dovrebbe essere un po’ più importante di una lingua nera di asfalto scintillante. Forse quando si ha la fortuna di ricevere danari insperati sarebbe bene spenderli per risolvere qualche criticità che non è possibile fronteggiare con le proprie risorse economiche. Ma capiamo che è più redditizio, da un punto di vista elettorale, accontentare gli occhi di molti cittadini piuttosto che risolvere i disagi atavici di alcune piccole frazioni che hanno la sfortuna di essere “figlie di un dio minore”. Associazione Futura
L'autority boccia il Comune: aumenti dell'acqua non autorizzati e illegittimi. Il Comune di Teano non poteva aumentare le tariffe idriche negli anni scorsi ( poche notizie al riguardo ma pare che l’anno di riferimento sia il 2012) . È questo in sostanza il verdetto dell’autorità che controlla le tariffe del servizio idrico in Italia e cioè l’ARERA. A darne comunicazione il Codacons di Caserta (ente di tutela dei consumatori) attraverso l’ avv. Gallicola che sta preparando una pioggia di ricorsi per la restituzione degli aumenti pagati dai contribuenti. Sarebbe l’ ennesimo colpo alle già disastrate casse comunali. La situazione a dire il vero è uguale per numerosi comuni del casertano, quasi tutti quelli che gestiscono in proprio il servizio idrico. Perché nelle motivazioni espresse dall’autority, tese alla bocciatura degli aumenti, emerge la mancanza di documentazione necessaria a giustificare gli aumenti. E qui si apre l’ennesimo capitolo di
una situazione paradossale. Oggi nessuna legge italiana permette ai comuni di gestire in proprio il servizio idrico. E in provincia di Caserta , a parte i comuni che hanno affidato ai gestori detto servizio, tutti gli altri non riescono a produrre in proprio tutte le documentazioni necessarie per il rispetto della normativa in materia di determinazione delle tariffe. Sostanzialmente bisogna attenersi alle tariffe standard .E in soccorso non è ancora intervenuto l’ente Idrico Campano, di cui il comune di Teano fa parte, ma che ha regolarizzato solo le tariffe dei gestori con un atto tecnico denominato di “sottomissione” , lasciando numerosi comuni casertani in “acque agitate” . Situazione complessa che vede fra l’altro lo stesso Ente Idrico Campano costretto nei prossimi mesi ad affrontare un delicato aumento retroattivo delle tariffe, come pare sia stato chiesto dalla stessa Autority. In una situazione di inapplicazione generale della legge nazionale e regionale in materia, inutile dire che a Teano qualcuno aveva già sollevato la questione , chiedendo approfondimenti in merito. È il caso di dire: Alessandro Lepre lo aveva detto. Massimiliano Stefàno
Il Punto del lunedì. Nel 1748 Montesquieu pubblica il trattato “Lo Spirito delle leggi”, un sontuoso saggio etico – politico in due corposi volumi, scritto in quattordici anni di studio, nel quale individua, per il corretto e democratico governo del popolo, tre poteri: il legislativo, l’esecutivo e quello giudiziario. Fondamento indispensabile per la libertà di un popolo è che questi tre poteri restino assolutamente distinti e separati l’uno dall’altro. Nel 1787, durante una seduta della Camera dei Comuni del Parlamento inglese, il deputato Edmund Burke, rivolgendosi ai cronisti presenti, dichiara: “voi siete il quarto potere!”. Non conosciamo il tono col quale pronunciò la frase, se di rimbrotto o di stima, ma è certo che il deputato inglese aveva individuato un “quarto” potere, forse più importante degli altri: quello della informazione pubblica, oggi proveniente da parte di tutto il mondo dei media (termine latino e non inglese: va letto così come scritto) che ha ampiamente sostituito la pagina scritta, la sola esistente a quei tempi. A ben guardare è oggi forse il potere più forte, quello che unito al potere economico, genera, guida e stravolge tutti gli altri: la forza sta nella sua grande capacità di forgiare le opinioni personali e poi pubbliche con informazioni sovente artefatte, modificate, insinuanti, poco veritiere, porte in maniera sibillina, se non addirittura inventate di sana pianta, al servizio di altri potentati poco democratici. A questo si aggiunga che, bombardati nel vero senso della parola da un mare di siffatte informazione, attraverso un altro mare di mezzi di comunicazione, seguiamo solo l’ultima notizia fornitaci, dimenticando del tutto quella arrivateci magari solo il giorno prima, e rinunciamo quasi “de
facto” ad ogni confronto di idee e di fatti prima di formarci un nostro preciso giudizio. Questo resta invece importante: la formulazione di un proprio giudizio, al quale si arriva solo se la notizia scavalca il suo essere “informazione” sic et simpliciter, e diventa, per il tramite di infiniti confronti dialettici, “formazione” a tutti gli effetti. A questo da oggi mireremo con “Il Punto del lunedì”, una rubrica fissa, aperta ad ogni intervento, volta semplicemente a stimolare qualsiasi confronto, qualsiasi approfondimento, qualsiasi contraddittorio che, comparandosi sui più possibili aspetti di una “informazione ”, possa tradurla, prima o poi, e sempre in massima libertà, in valida “formazione”. Seguiteci: cercheremo di fare qualcosa di utile per la nostra comunità. Claudio Gliottone UN ALTRO GOAL, MESSO A SEGNO! Qualche giorno fa si è tenuto a Teano, comune capofila dell’Ambito Sociale C03, un convegno sui “TIROCINI REI: PROMOZIONE D’INCLUSIONE ATTIVA. BUONE PRASSI” presso la sala del Loggione del Museo Sidicino. Il Comune di Teano torna a distinguersi, non solo mantenendo il posto di Capofila rispetto agli altri comuni limitrofi, ma classificandosi come il migliore. I dati emersi oggi sono notevoli, 215 le persone inserite nella programmazione dei tirocini di inclusione attiva. Lo scopo del tirocinio è quello di formare il target destinatario, attraverso un’articolata attività di rete che vede coinvolti il Servizio Sociale Professionale, il Centro per l’impiego e l’azienda. L’ obiettivo strategico dello strumento utilizzato è individuare e superare tutte le
difficoltà di carattere sociale, familiare e personale che ostacolano l’ingresso e soprattutto la permanenza del beneficiario nel mondo del lavoro. Come ricordava in apertura, il Coordinatore dell’ambito C03 dott. Carlo D’Angelo, e l’Assessore al lavoro e Risorse Umane della regione Campania Sonia Palmeri, lo strumento del REI- reddito di inclusione – è stato una manovra vincente che ha permesso il passaggio dall’etica sociale all’etica economica di persone con un disagio sociale, riuscendo a coinvolgere nella società attiva coloro che si trovavano ai margini. Tutto questo è stato possibile grazie all’instancabile sinergia dei professionisti che hanno lavorato al progetto, creando tutto da zero, ricordiamo Maria Cristina Tari, Angela Zanfagna, RogèScorpio Torti, Giancarlo Maione e tanti altri. Muovere i primi passi per ridurre la disoccupazione sul nostro territorio ? fatto! La lungimiranza e la caparbietà del capitano della squadra Alfredo D’Andrea, di questa vincente amministrazione, Hanno permesso ancora una volta di riuscire a mettere a segno un altro goal, questa volta in ambito sociale grazie al supporto e alla collaborazione dell’Assessore Bruna Balbo e della Consigliera Antonella Compagnone. Raggiungendo un ottimo risultato il Sindaco è riuscito a suscitare tutta l’ammirazione di chi deve investire supportando il comune nei suoi progetti di crescita e sviluppo, la regione Campania. Onore, ancora al merito al Sindaco di Teano. Chiara Marchini
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