Sergio Vetrella: "La metro di Salerno? Semplice, non è una metropolitana" - Cronache ...

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Sergio Vetrella: «La metro di
Salerno? Semplice, non è una
metropolitana»
di Andrea Pellegrino

«La metropolitana di Salerno? Quello che ho sempre detto: non
è una metropolitana». Sergio Vetrella è stato assessore
regionale ai trasporti nella giunta Caldoro. All’epoca fu al
centro dello scontro politico con l’allora sindaco – oggi
governatore – Vincenzo De Luca. Al centro la disputa sulla
metropolitana di Salerno. Oggi Vetrella è un esponente di
Fratelli d’Italia e ieri mattina ha preso parte alla
convention salernitana, alla presenza di Edmondo Cirielli.

Professore Vetrella, ricorda lo scontro politico con De Luca
sulla metropolitana di Salerno. Oggi c’è ma cosa porta al
sistema di mobilità?

«Porta poco. E’ quello che ho sempre detto, la metropolitana
non è tale. E’ stato realizzato un sistema che dal punto di
vista infrastrutturale non rispecchia le norme di una
metropolitana. Altro problema riguarda l’utilizzo. Guardi, le
risorse sui trasporti sono state ridotte ed occorre fare delle
scelte politiche ed investire sugli ambiti in cui i cittadini
soffrono di più. Questo secondo me è un qualcosa che dovrebbe
essere indipendente dal risultato politico che si vuole
raggiungere. Altrimenti si rischia di realizzare
l’investimento ma di andarci a perdere economicamente. E
questo è uno dei mali della Campania».

L’attuale governatore accusa la passata gestione di non aver
acquistato né treni, né bus…

«Nei cinque anni che noi abbiamo governato non solo ho messo
in cantiere e fatto partire diversi treni nuovi, cose di cui
De Luca si è preso i meriti. Solo per citare alcune cose, ho
risollevato l’Ansaldo affrontando un problema, trovando dei
treni che erano bloccati completamente. Non bisogna
dimenticare, inoltre, il grande buco che c’era nel bilancio
dell’Eav. Stefano Caldoro ed io abbiamo fatto un miracolo.
Visti i numeri, l’unica alternativa era il fallimento
dell’Eav, ed invece, abbiamo scelto di tenerla in piedi
scegliendo la strada più difficile e riuscendo ad ottenere una
legge nazionale che consentisse il ripianamento dei debiti
dell’Eav, con tutte le conseguenze anche sotto il profilo dei
rapporti con le ditte che vantavano crediti dell’Eav. Anche di
questo nostro merito se n’è appropriato De Luca».

Passiamo all’aeroporto “Costa d’Amalfi” di Pontecagnano Faiano
e alla recente fusione con la Gesac

«Ho scritto insieme agli altri assessori italiani ed al
ministro dei trasporti dell’epoca il piano degli aeroporti
italiani. Anche in base alla mia competenza ho fatto in modo
di inserire gli aeroporti in un network che fosse di
distribuzione dei carichi sia dal punto di vista del trasporto
passeggeri che del trasporto merci. Continuo ad insistere come
ho sempre fatto sul fatto che nel meridione ed in particolare
in Camp a n i a d o v r e m m o realizzare un aeroporto
internazionale in grado di a c c o g l i e r e aerei di nuova
generazione che non potrebbero atterrare a C a p o d i –
chino. Il Meridione sta subendo il danno di non avere
infrastrutture. Se non si creano queste non si può avere
sviluppo nel Meridione. Per questo mi sono battuto affinché
l’alta Velocità arrivi sullo Jonio ed a Reggio Calabria. Ma la
Tav non è solo traffico passeggeri. Ho sempre insistito sulla
possibilità di sviluppare vagoni commerciali che possano
consentire lo spostamento delle merci sull’alta velocità».
Hammamet, in mille intorno
alla tomba di Craxi: fiori,
abbracci e l’Ave Maria
“Un gesto del Quirinale”: e’ quello che si aspetta la figlia
Stefania, dopo la tre giorni di Hammamet in cui il popolo
socialista ha ricordato Bettino Craxi a 20 anni dalla morte.
“Sono venuti in mille, come quelli di Garibaldi”, sorride
pensando alla passione del padre per l’eroe dei due mondi. “Un
incontro? Il presidente Mattarella saprà trovare le forme
giuste”, crede la senatrice di Forza Italia. Probabilmente
Stefania Craxi sara’ ricevuto con la Fondazione Craxi, come
gia’ accaduto in passato. “Il dibattito sulla sua figura
finalmente si e’ aperto”, esulta Claudio Martelli, ex numero 2
di Craxi. E dalla Lega Giancarlo Giorgetti dichiara: “Sarei
andato a Hammamet, era un politico lungimirante”. Nel cimitero
della cittadina tunisina dove l’ex presidente del Consiglio
trascorse gli ultimi 6 anni di vita, intorno alla tomba
ombreggiata da fronde, centinaia di militanti e dirigenti del
Psi di un tempo (con qualche giovane) rendono omaggio al
segretario che si considerava in esilio, inseguito dai
processi. Occhi lucidi e molti che per l’eta’ si muovono a
fatica tra le lapidi. La vedova Anna Craxi, 84 anni, si
appoggia a Stefania. “Sono molto commossa dalla fiducia degli
amici e dei compagni, piu’ grande di quanto mi aspettassi”,
dice la moglie, che non ha quasi mai parlato dal 19 gennaio
2000. E’ rimasta a vivere qui. Sulla lapide bianca appoggiata
sulla nuda terra mazzi di garofani rossi, il simbolo dei
socialisti. Dietro la tomba, accanto alle bandiere italiana e
tunisina, quelle del Psi e del Nuovo Psi, oltre al vessillo
dei giovani socialisti, per una diaspora che molti si augurano
di ricomporre. All’arrivo della famiglia, un cantante intona
l’Ave Maria di Schubert. Qualcuno sul libro delle dediche
scrive ‘Craxi l’immortale’. Anziani si chiamano ‘compagno’ tra
loro. Il nipote di Craxi, il figlio di Bobo, nel vialetto
innalza orgoglioso un mazzo di garofani. “E’ il piccolo
Bettino”, commenta qualcuno. Paola Sacchi, cronista che tante
volte e’ stata ad Hammamet, assicura: “c’e’ piu’ gente del
giorno del funerale”. “Fu vittima di una persecuzione senza
pari, come disse il presidente della Repubblica 10 anni fa”,
lo ricorda il figlio Bobo, citando Giorgio Napolitano. “Il Pd
e la Lega sono assenti? Possiamo fare a meno di entrambi, come
molti italiani”, sferza il figlio di Bettino. Della Lega – che
nel ’93 era tutta con i pm di Milano e un tempo alzo’ il
cappio anche contro Craxi – ad Hammamet si e’ visto solo
Armando Siri. Intanto il senatore dem e giornalista Tommaso
Cerno esorta a “non fare l’ennesimo favore alla destra, che
sulle spoglie di un democratico laico e progressista vuole
avere la scusa per liberare dai processi i potenti che
delinquono. Diamo a Craxi la tessera del Pd”.

Caldoro: “Finalmente verità su Bettino, un grande leader”

Politica estera, intuizioni economiche, desiderio di
innovazione, finalmente la storia consegna a Craxi il giusto
tributo. Pagine di verita’ vengono scritte, grazie a chi chi
ha creduto, alla Fondazione Craxi, a tanti che rileggono, con
piu’ attenzione, quegli anni”. Cosi’ da Hammamet Stefano
Caldoro, gia’ esponete del PSI ed oggi capo della opposizione
di centrodestra in Consiglio regionale della Campania. L’ex
Presidente della Regione, conversando nei vicoli della Medina,
ha ricordato le lunghe passeggiate con Craxi “ero con lui al
Rapahel, ho avuto modo di rivederlo in Tunisia. E’ stato un
grande leader, uno statista”.

Il governatore De Luca: “Che la figura di Craxi sia consegnata
alla storia”

“E’ tempo che la figura di Craxi, con i suoi limiti, la sua
grandezza, la sua dimensione tragica, sia consegnata alla
Storia. Egli ci appare oggi come una delle grandi personalità
della nostra Repubblica”. Lo scrive il presidente della
Regione Campania, Vincenzo De Luca, secondo cui “a vent’anni
dalla morte di Bettino Craxi il mondo politico, le forze
intellettuali, i progressisti sono chiamati a una riflessione
di respiro, al di là di ogni residuo ideologismo, e di ogni
forma di permanente ipocrisia. E tempo – aggiunge – che si
cominci a valutare la sua vicenda in una prospettiva storica,
riflettendo sul senso complessivo della sua esperienza
politica”. Secondo De Luca “colpisce oggi, sul piano umano, il
coraggio con cui Craxiha affrontato nei suoi ultimi anni la
sua malattia, il suo tramonto politico, i tanti tradimenti
subiti. Egli si è aggrappato tenacemente alla volontà di
rimanere uomo libero, in un contesto nazionale segnato da un
clima di aggressività nei suoi confronti, di mancanza di
serenità, di scomparsa di ogni sentimento di umanità”.
“Colpisce – prosegue il governatore campano – l’imbarazzo con
cui ancora oggi ci si avvicini alla sua figura, senza riuscire
a valutare con obiettività i suoi limiti ed errori, ma anche
le grandi intuizioni e le decisioni coraggiose sul piano
nazionale e internazionale. Egli ha certamente sottovalutato
la necessità di unire le forze progressiste del Paese, come
precondizione per una grande riforma, cedendo a illusioni
politiche non sorrette dai rapporti di forza reali. La sua
ricerca permanente di una egemonia politica ha dato luogo
negli anni ad una competizione per il potere che in tante
realtà del Paese è stata ossessiva”. Ma, sottolinea De Luca,
“Craxi ha anche combattuto con coraggio scorie di ideologismo
nel campo delle politiche economiche e delle relazioni
sociali. Egli ha letto in anticipo le trasformazioni della
nostra società e i ceti urbani moderni; ha dato all’Italia una
politica estera che ci ha garantito dignità, sicurezza e peso
internazionale; ha sollevato con forza il tema di una riforma
istituzionale che fosse in grado di tirare fuori l’Italia e il
suo sistema democratico dalla palude burocratica che ancora
oggi paralizza le istituzioni e le energie dinamiche del
Paese. E tutto questo lo ha fatto da dirigente e da militante
socialista, collocandosi sempre con coerenza, in Italia e in
Europa, nel campo dei riformisti, senza mai abbandonare la
lezione di Matteotti, di Nenni e di Pertini, coltivando i
valori risorgimentali dell’unità d’Italia”, conclude.

Parco del Mercatello, De Luca
all’attacco: «Mi è venuto mal
di fegato»
di Erika Noschese

«Circa una settimana fa sono passato per il parco del
Mercatello e mi è venuto il male di fegato». Non usa mezzi
termini il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca
per descrivere lo stato di abbandono e degrado in cui versa il
parco del Mercatello, quello che – almeno fino a qualche anno
fa – era il polmone verde della zona orientale, uno dei più
grandi per la città capoluogo. «Ho trovato macchine
parcheggiate dentro, macchine rimosse dal carroattrezzi», ha
detto il presidente della Campania secondo cui è necessario
fare un intervento di riqualificazione totale del parco del
Mercatello perché «deve ridiventare un gioiello, una
bomboniera perché quello è stato uno dei più grandi interventi
di riqualificazione urbana che ha riammagliato grandi
quartieri popolari come Mariconda, Mercatello, quartiere
Europa e quartiere Italia. Dobbiamo riportarlo al vecchio
splendore ma sono convinto che lo faremo». Intanto, proprio
nei giorni scorsi la Regione Campania ha destinato circa 5
milioni di euro al Parco del Mercatello per permettere
all’amministrazione comunale di procedere con i lavori di
riqualificazione e restituire alla città il grande polmone
verde. De Luca ha puntato poi l’attenzione sul ripascimento
che interessa tutto il litorale salernitano, bloccato dopo il
ricorso al Tar presentato da una ditta napoletana contro la
Rcm Costruzioni dei Fratelli Rainone. I lavori, infatti, sono
bloccati fino al prossimo 5 febbraio giorno in cui è stata
fissata l’udienza. Per quanto riguarda il ripascimento, ha
spiegato De Luca, «c’è stato l’immancabile ricorso al Tar ma,
mese prima o mese dopo, arriveremo anche lì al risultato». Il
governatore ha spiegato che in pochi mesi si potrà procedere
con il ripascimento fino alla zona del Polo Nautico a Pastena
e successivamente, nel giro di un anno e mezzo, rifare la
spiaggia del lungomare cittadino fino al Santa Teresa.
«Provate ad immaginare una spiaggia di 100 metri davanti al
lungomare di Salerno, spostando la scogliera 100 metri più a
largo. Questo significa rilanciare l’economia della
balneazione, un’economia turistica nel periodo estivo – ha
detto il presidente – Noi oggi viviamo un paradosso: in una
città di mare, il picco di turisti ce l’abbiamo nel periodo
invernale, dobbiamo fare lo stesso in estate».

De Luca torna a Unisa e
annuncia piena collaborazione
con Loia
di Andrea Pellegrino

Taglio netto con il passato, collaborazione con il nuovo
rettore dell’Unisa. De Luca rimette piede a pieno titolo al
campus di Fisciano, dopo anni di freddezza con l’allora
rettore Aurelio Tommasetti. L’occasione è il progetto di
digitalizzazione delle opere di Viviani, curato proprio dagli
studenti del campus e finanziato dalla Regione Campania. Il
governatore è seduto accanto a Vincenzo Loia, il successore
alla guida dell’Ateneo di Aurelio Tommasetti, oggi indicato
direttamente da Matteo Salvini per la composizione delle liste
regionali in Campania. Un duetto, quello tra rettore e
presidente della Regione, che non si vedeva da tempo, perfino
nei giorni delle Universiadi in Campania. Vincenzo De Luca
tende la mano e annuncia la piena collaborazione e sintonia
con Loia. «Sono felice di incontrare il nuovo rettore – dice
dal palco del teatro d’Ateneo – ci eravamo visti rapidamente
durante il periodo delle Universiadi. Credo che avvieremo un
rapporto di forte collaborazione tra l’istituzione regionale e
l’Università di Salerno per creare sviluppo, ricerca e
prospettive di lavoro per i giovani». Si dice che Loia e De
Luca si siano incontrati pochi minuti prima dell’avvio del
convegno di ieri mattina. Sul tavolo la vicenda Ruggi,
attualmente commissariato e che tra breve potrebbe riavere il
direttore generale. Una nomina bloccata proprio in attesa
dell’arrivo del nuovo rettore all’Unisa.

Elisa Isoardi “corteggia” De
Luca: “Presidente io ti amo”
Di Erika Noschese

“Presidente De Luca sono pronta ad essere candidata con lei,
non solo alla Regione ma a livello nazionale”. È destinato a
fare scalpore il messaggio che Elisa Isordi, ex fidanzata del
leader della Lega Matteo Salvini, ha lanciato a governatore
della Regione Campania Vincenzo De Luca. Tra il serio e
l’ironico, l’ormai ex lady Salvini lancia un appello a De Luca
e si dice pronta a scendere in campo. E non è tutto, il
messaggio finale, senz’altro ironico, la dice lunga:
“Presidente, io ti amo”, ha infatti detto la Isoardi. Che sia
un tentativo di far arrabbiare il numero uno del Carroccio? Al
momento non è dato saperlo ma siamo certi che Salvini non
apprezzerà. Soprattutto considerando che tra Salvini e De Luca
non scorre buon sangue.

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I navigator si dividono tra
le   polemiche  Discussioni
davanti Palazzo di Città
di Erika Noschese

Navigator campani pronti a ricominciare la mobilitazione. Dopo
che la giunta regionale, di fatto, non ha approvato la
convenzione con l’Anpal è nuovamente polemica. Questa volta,
però, non è solo con le parti in causa – ossia l’Anpal e la
Regione Campania – ma anche tra di loro. I vincitori di
concorso, infatti, sembrano ormai essere divisi tra chi
ritiene responsabili entrambi gli organi e chi solo i vertici
di Palazzo Santa Lucia. Proprio ieri, infatti, sotto Palazzo
di Città, è andata in scena una discussione dai toni accesi
tra gli stessi vincitori di concorso che dovrebbero lavorare
nei centri per l’impiego per sostenere i percettori del
reddito di cittadinanza. Presenti, ancora una volta, i membri
del Meet up amici di Beppe Grillo Salerno che di fatto hanno
organizzato una conferenza stampa per fare il punto della
situazione. Attualmente, i navigator che chiedono di essere
contrattualizzati sono circa 471, di cui 77 salernitani. «Il
resto d’Italia è ormai entrato nella fase due, la formazione è
già partita e si iniziano a sottoscrivere i patti per il
lavoro mentre in Campania ci sono responsabilità rispetto alle
quali la politica locale non può decidere di nascondersi
dietro un dito», ha dichiarato Giacinto Chiricella, esponente
del Meet up salernitano che parla di responsabilità politica
della Regione Campaniain quanto «aveva preso degli impegni e
noi riteniamo che queste attività non debbano diventare
strumentalizzazione politica o arma di ricatto per ottenere
chissà quali obiettivi». Chiricella, inoltre, chiede agli enti
locali e al Comune di attivarsi per avviare la fase
progettuale «per il tempo che i percettori del reddito possono
mettere a disposizione della comunità, in termini sociali e di
collaborazione con il territorio ma questa fase è in stand
by». I navigator sono pronti a scendere nuovamente in piazza e
far sentire la loro voce: «Dopo 4 mesi di lotta siamo riusciti
a far sedere allo stesso tavolo il governatore De Luca e il
presidente Parisi per firmare un accordo sottoscritto lo
scorso 17 ottobre e durato solo 20 giorni. La giunta regionale
ha rifiutato la firma della convenzione, senza la quale noi
non possiamo lavorare», ha infatti dichiarato il salernitano
Francesco Giordano, tra i vincitori di concorso che chiede,
alle parti in causa, una presa di responsabilità perchè, dice,
«se non dovesse esserci l’accordo siamo pronti ad iniziare le
cause legali». I navigator campani avrebbero più volte chiesto
di partecipare agli incontri tra Anpal e Regione Campania
senza mai ottenere una risposta. A scontrarsi con quelli che
potrebbero presto essere i suoi colleghi è invece Carlo Del
Gaudio, vincitore di concorso per la provincia di Salerno e
promotore dello sciopero della fame. Per Del Gaudio, infatti,
Anpal e Regione Campania sarebbero egualmente responsabili di
«questa situazione indecente». Per il vincitore di concorso,
inoltre, le due parti in causa «dopo l’accordo del 17 ottobre
le parti non hanno trovato ancora la loro quadra» e le
risposte sia dell’Anpal che dei vertici di Palazzo Santa Lucia
«non ci soddisfano – dice poi Del Gaudio – Da quel tipo di
accordo loro devono uscire solo con la contrattualizzazione».
Il salernitano lancia dunque un appello al governo affinchè si
proceda con la contrattualizzazione. «Entrambe le parti stanno
violando l’articolo 3 e 4 della Costituzione, ossia il diritto
al lavoro e all’eguaglianza – ha dichiarato Del Gaudio – Noi
oggi ci appelliamo alle parti e pretendiamo di essere
contrattualizzati. Se non si dovesse trovare un accordo si
ricominciano le mobilitazioni in piazza perchè c’è gente che
non ha il doppio lavoro e aspetta questo contratto per ridare
dignità alla propria famiglia». A sostenere i navigator anche
il consigliere regionale del M5S, Michele Cammarano: «Far
fallire il reddito di cittadinanza senza far partire la fase
due danneggia tutti,non solo i 5 Stelle ma anche le altre
parti politiche».

I PROVVEDIMENTI LEGALI/ Il caso presto potrebbe finire in
tribunale

Preso atto del nuovo “stop” all’accordo tra Anpal Servizi e
Regione Campania, il gruppo di navigator campani ha dato
mandato all’avvocato Giorgio Fontana – ordinario di Diritto
del Lavoro – per avviare l’iter legale al fine di veder
riconosciuto il diritto ad essere contrattualizzati, oltre che
per il risarcimento di ogni danno subito (compensi non
percepiti e altro ancora). «L’iniziativa legale era stata
sospesa in seguito alla sottoscrizione della nuova intesa
siglata lo scorso 17 ottobre, ma oggi si è sempre più convinti
che solo un’immediata azione legale sarà in grado, a questo
punto, di sbloccare la situazione», hanno spiegato i navigator
campani. Dopo aver superato nel giugno scorso una selezione
nazionale funzionale all’attuazione della legge sul reddito di
cittadinanza, i vincitori di concorso sono sempre più
amareggiati e delusi per il nuovo arresto.«Il tempo della
politica è dunque finito. A questo punto l’unica strada
percorribile sembra essere quella della giustizia nelle sedi
competenti. Sedi in cui sarà valutata anche la responsabilità
personale di chi con la propria azione o omissione, in qualità
di amministratore o dirigente, potrà aver causato un danno
erariale – hanno poi aggiunto i vincitori di concorso – Si
ricorda, tra l’altro, che esporre un ente o una società
pubblica, per un rifiuto illegittimo, a corrispondere somme
ingenti, è fonte di responsabilità diretta e personale che
coinvolge tutti coloro a cui sia imputabile una colpa grave».

Gli spin doctor scaldano i
motori «Caso Umbria diverso
dalla Campania»
Domenico Giordano, spin doctor dell’agenzia Arcadia e socio di
ComPol, l’associazione italiana che riunisce docenti e
professionisti della comunicazione politica. Ideatore del
“Piccolo Festival della Politica” scrive di comunicazione
politica sul blog www.votantonio.it. Attualmente al suo attivo
più di duecento campagne elettorali. Costruisce, come pochi, i
segreti del successo.

Le elezioni in Umbria sono il termometro di un clima nazionale
o vanno lette come dato nazionale?

«Le regionali umbre sono state elezioni asimmetriche con gli
elettori che hanno di fatto subìto una polarizzazione su temi
e leader nazionali e, di conseguenza, le loro scelte sono
state (dis)orientate da questa nazionalizzazione del contesto:
pro o contro Salvini piuttosto che sulla preferenza per il
miglior candidato e la migliore proposta programmatica».

Dopo le elezioni in Umbria cosa cambia in Campania?
«Quasi nulla, il fallimento umbro del cartello elettorale Pd e
M5S ha solo un effetto conservativo sull’attuale geografia
delle alleanze e dei candidati a presidente. Inoltre, a mio
avviso, non penso che in Campania gli schieramenti in campo
possano replicare il modello di comunicazione visto in Umbria
nell’ultimo mese. Le condizioni di contesto sono assai diverse
e la nazionalizzazione della campagna sarà più attenuata».

Il Pd andrà su De Luca? Sarà lui il candidato o la sinistra
proverà a cercare altra idea ?

«La scelta del Pd sarà influenzata dalla scelta del possibile
successore di De Magistris. Nel 2021, si vota nella più grande
città del Mezzogiorno e la scelta del candidato sindaco di
Napoli potrebbe influenzare non poco il quadro delle alleanze
nell’area del centrosinistra – M5S. Sulla possibile
destituzione di De Luca credo che il fattore tempo giochi a
favore del presidente uscente. Più settimane passano e meno
competitor credibili possono spuntare alla sua sinistra. De
Luca pensa che ritardare il più possibile il voto possa
aiutarlo a vincere la concorrenza interna prima e le elezioni
dopo. Al contrario, io gli suggerisco invece di anticipare la
data delle elezioni».

Nel centrodestra pare tocchi a Forza Italia. Avrà più
efficacia la scelta del leader nazionale, Mara Carfagna,
dell’ex Presidente Caldoro? O bisognerà cercare altri nomi ?

«Chiunque sia il candidato del centrodestra per avere una
concreta chance di battere gli avversari, ovvero di essere il
successore di De Luca, dovrebbe da un lato costruire la
propria narrazione con i tempi opportuni e non certo
presentarsi a qualche giorno o settimana dalla
ufficializzazione delle candidature. In secondo luogo,
accettare e interpretare la prossima campagna elettorale
vestendo i panni credibili del cannibale, di chi è
costantemente all’attacco, di chi vive mattina, pomeriggio e
sera i territori, rompendo il linguaggio della politica con
una virulenza verbale e fisica che gli consenta di non essere
lo sparring partner di turno».

E se dovesse essere Cirielli, ha un senso ‘strategico’ puntare
su altro salernitano?

«Secondo me, la provenienza territoriale del candidato incide
fino a un certo punto sulle motivazioni di scelta
dell’elettore che tendenzialmente è diventato sempre più “last
minute voters”. Pertanto, più che la territorialità il voto è
influenzato da altri elementi, soprattutto assai meno fisici».
Quali saranno i temi principali sui quali costruire il
consenso in Campania ? «Se pensiamo a modellare una contro-
narrazione deluchiana allora, a prescindere dai soliti temi
del lavoro, dell’ambiente e della sanità, sarà importante
logorare il presidente su due aspetti all’apparenza marginali
ma che sedimentati a dovere nell’immaginario collettivo
possono produrre una profonda».

L’Umbria manda in soffitta
l’accordo per la Campania
di Andrea Pellegrino

Tirano un sospiro di sollievo i pentastellati della Campania e
Vincenzo De Luca. La sconfitta umbra rassicura i campani:
l’accordo Cinque Stelle e Partito democratico, almeno a
livello locale, è saltato dopo il primo esperimento fallito.
De Luca non dovrà trattare con i Cinque Stelle, i grillini
potranno proseguire la loro corsa solitaria senza accordarsi
con il Partito democratico. Insomma, se al Nazareno si leccano
le ferite e se il gruppo grillino valuta il da farsi, in
Campania, nei rispettivi partiti, quasi si brinda alla
disfatta umbra. Valeria Ciarambino è la prima a commentare:
«Dall’esperienza umbra ne usciamo consapevoli di essere
l’unica alternativa ai due poli». La Ciarambino, in bilico per
una ricandidatura alla presidenza, ora torna in pista più
forte: «Un esperimento che, come andiamo dicendo da tempo, a
prescindere dall’esito di questo e di altre esperienze
elettorali, difficilmente si sarebbe potuto replicare in una
regione come la Campania, dove il Partito democratico resta
appiattito sulle posizioni di Vincenzo De Luca, il nemico
numero uno della nostra terra. Una posizione che calpesta la
base stessa del Pd, che si aspettava un cambiamento radicale
da un sistema fondato sul clan dei salernitani, dei Franco
Alfieri con le sue fritture di pesce, delle nomine
clientelari, degli ospedali che cadono a pezzi e dei treni
carichi di turisti che prendono fuoco. Un sistema che ha
affossato una delle regioni con i peggiori indici di
vivibilità d’Europa». Ed ancora annuncia: «Vogliamo far
rinascere la Campania – sottolinea Ciarambino – attraverso un
progetto che intendiamo costruire con il sostegno e il
contributo alle forze sane della nostra terra. Eccellenze che
non sono state mai valorizzate abbastanza a causa di una
gestione che non ha mai premiato il merito, ma solo
l’appartenenza politica. E’ a queste donne e a questi uomini
straordinari che oggi rivolgiamo il nostro appello per
aiutarci a rilanciare una terra con troppe potenzialità
inespresse. Il nostro esperimento civico lo facciamo anche
qui, ma coinvolgendo i nostri cittadini». Ma anche i
deluchiani mostrano più tranquillità: nessuna intesa, nessuna
prova muscolare. La candidatura di Vincenzo De Luca è ormai
blindata. L’elezione umbra ha cancellato con un colpo di
spugna tutte le ipotesi sul campo per superare l’attuale
governatore. Il Pd sarà con lui, così come Matteo Renzi,
Ciriaco De Mita e i socialisti di Enzo Maraio. Nessuno
stravolgimento all’interno del perimetro della coalizione
capeggiata da Vincenzo De Luca. Per i grillini, invece,
l’unica strada che ad oggi sembra aprirsi è quella verso Luigi
de Magistris che dovrà abbandonare il sogno dell’accordo dem.
Amministrative 2020, Amalfi:
De Luca, Del Pizzo e Torre
pronti a scendere in campo
per   sfidare   il   sindaco
uscente Daniele Milano
di Andrea Pellegrino

Amalfi è già in campagna elettorale. L’antica repubblica
marinara sarà chiamata al voto la prossima primavera per il
rinnovo dell’amministrazione comunale. Mentre appare scontata
la ricandidatura dell’attuale sindaco Daniele Milano, gli
sfidanti scaldano i motori. Ieri è stato presentato alla
città, attraverso un manifesto, il progetto Amalfi 2020, che
parte dagli attuali banchi d’opposizione occupati dall’ex
sindaco Antonio De Luca e dal consigliere comunale Giovanni
Torre. Potrebbe essere proprio quest’ultimo il candidato
sindaco    della   coalizione     alternativa    all’attuale
amministrazione. Così come in campo ci saranno lo stesso De
Luca o l’ex primo cittadino Alfonso Del Pizzo. «Amalfi 2020 è
un laboratorio di idee per la nostra Città – spiega Giovanni
Torre – Un luogo comune di confronto e di partecipazione tra
cittadini, amministratori, operatori, giovani, donne ed
anziani. Il motore di un nuovo progetto condiviso per
l’amministrazione della Città ed, allo stesso tempo, un
laboratorio permanente per la formazione e la crescita della
nuova classe dirigente. Ecco perché, insieme a tanti amici,
lasciando da parte ogni ambizione personale, abbiamo deciso di
mettere le nostre capacità e la nostre esperienze umane ed
amministrative al servizio di questo nuovo corso. Amalfi –
conclude Torre – ha bisogno di una svolta ed è questa la nuova
sfida che ci attende».

“Liberare la Campania E’ un
feudo di De Luca e figli”
di Adriano Rescigno

«Liberare la Campania dal neo feudalesimo di Vincenzo De Luca
e figli». Guida Dante Santoro l’assalto a Palazzo Santa Lucia,
partendo da Cava de’ Tirreni. Al suo fianco il primo cittadino
di Napoli, Luigi De Magistris, che è rappresentato proprio da
Santoro a Palazzo Sant’Agostino a Salerno. L’occasione per
lanciare la carica è stata la presentazione di “A colpi di
matita”, ieri sera, all’interno del monastero di San Francesco
e Sant’Antonio. L’evento che tratta il Giornalismo d’inchiesta
a fumetti e vedrà la partecipazione dei maggiori fumettisti
italianiè stato organizzato da Radio Vostok e l’Associazione
“Agorà” in collaborazione con “Csv Sodalis”, “Amici degli
Scout”, “Lavoro, Terra e Libertà”, “Mga”, con il patrocinio
morale del Comune di Cava de’ Tirreni. Sponsor di un nuovo
ragionamento politico con De Magistris, per Cava de’ Tirreni,
c’era Luca Pastore. Al di là dell’evento, l’occasione è stata
quella di discutere delle elezioni regionali della prossima
primavera con il sindaco di Napoli intenzionato più a fare
squadra che la prima donna, con in mente l’idea ben precisa di
creare un polo civico, «una rete», come l’ha definita, che
sappia contrastare sia la destra salviniana che il governatore
De Luca. Una sorta di “le vie del Signore sono infinite”,
quello fatto intendere da De Magistris, volenteroso si di
terminare il mandato di sindaco ma nei 4 mesi tutto può
succedere, e quindi via libera ad ogni scenario, anche quello
di guidare la coalizione civica, che potrebbe aprirsi anche
alla destra moderata, assolutamente no quella impregnata da
idee salviniane, per scardinare da Palazzo Santa Lucia l’ex
sindaco di Salerno. A suonare la carica più forte di tutti
dunque Dante Santoro, consigliere provinciale e consigliere
comunale di Salerno. «Io e tutto il gruppo di civici che
rappresento siamo pronti a liberare la Campania come già
stiamo facendo con Salerno», dice. «Ci opponiamo con forza al
neo feudalesimo di De Luca e figli con nuove realtà civiche.
Bisogna occuparsi di temi importanti come la sanità e
l’ambiente e lo faremo con nuove persone, esponenti della
società civile che hanno metodologie diverse di pensare e di
agire da quelle che attualmente occupano i centri decisionali
e di potere», conclude Santoro. Tornando infine su De
Magistris nonè detto che sia lui il protagonista principale
dell’agone elettorale, pronto a fare un passo indietro per le
regionali se si riesce a trovare un nome che sia garante del
progetto e della compattezza della coalizione.
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