Sergio Vetrella: "La metro di Salerno? Semplice, non è una metropolitana" - Cronache ...
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Sergio Vetrella: «La metro di Salerno? Semplice, non è una metropolitana» di Andrea Pellegrino «La metropolitana di Salerno? Quello che ho sempre detto: non è una metropolitana». Sergio Vetrella è stato assessore regionale ai trasporti nella giunta Caldoro. All’epoca fu al centro dello scontro politico con l’allora sindaco – oggi governatore – Vincenzo De Luca. Al centro la disputa sulla metropolitana di Salerno. Oggi Vetrella è un esponente di Fratelli d’Italia e ieri mattina ha preso parte alla convention salernitana, alla presenza di Edmondo Cirielli. Professore Vetrella, ricorda lo scontro politico con De Luca sulla metropolitana di Salerno. Oggi c’è ma cosa porta al sistema di mobilità? «Porta poco. E’ quello che ho sempre detto, la metropolitana non è tale. E’ stato realizzato un sistema che dal punto di vista infrastrutturale non rispecchia le norme di una metropolitana. Altro problema riguarda l’utilizzo. Guardi, le risorse sui trasporti sono state ridotte ed occorre fare delle scelte politiche ed investire sugli ambiti in cui i cittadini soffrono di più. Questo secondo me è un qualcosa che dovrebbe essere indipendente dal risultato politico che si vuole raggiungere. Altrimenti si rischia di realizzare l’investimento ma di andarci a perdere economicamente. E questo è uno dei mali della Campania». L’attuale governatore accusa la passata gestione di non aver acquistato né treni, né bus… «Nei cinque anni che noi abbiamo governato non solo ho messo in cantiere e fatto partire diversi treni nuovi, cose di cui
De Luca si è preso i meriti. Solo per citare alcune cose, ho risollevato l’Ansaldo affrontando un problema, trovando dei treni che erano bloccati completamente. Non bisogna dimenticare, inoltre, il grande buco che c’era nel bilancio dell’Eav. Stefano Caldoro ed io abbiamo fatto un miracolo. Visti i numeri, l’unica alternativa era il fallimento dell’Eav, ed invece, abbiamo scelto di tenerla in piedi scegliendo la strada più difficile e riuscendo ad ottenere una legge nazionale che consentisse il ripianamento dei debiti dell’Eav, con tutte le conseguenze anche sotto il profilo dei rapporti con le ditte che vantavano crediti dell’Eav. Anche di questo nostro merito se n’è appropriato De Luca». Passiamo all’aeroporto “Costa d’Amalfi” di Pontecagnano Faiano e alla recente fusione con la Gesac «Ho scritto insieme agli altri assessori italiani ed al ministro dei trasporti dell’epoca il piano degli aeroporti italiani. Anche in base alla mia competenza ho fatto in modo di inserire gli aeroporti in un network che fosse di distribuzione dei carichi sia dal punto di vista del trasporto passeggeri che del trasporto merci. Continuo ad insistere come ho sempre fatto sul fatto che nel meridione ed in particolare in Camp a n i a d o v r e m m o realizzare un aeroporto internazionale in grado di a c c o g l i e r e aerei di nuova generazione che non potrebbero atterrare a C a p o d i – chino. Il Meridione sta subendo il danno di non avere infrastrutture. Se non si creano queste non si può avere sviluppo nel Meridione. Per questo mi sono battuto affinché l’alta Velocità arrivi sullo Jonio ed a Reggio Calabria. Ma la Tav non è solo traffico passeggeri. Ho sempre insistito sulla possibilità di sviluppare vagoni commerciali che possano consentire lo spostamento delle merci sull’alta velocità».
Hammamet, in mille intorno alla tomba di Craxi: fiori, abbracci e l’Ave Maria “Un gesto del Quirinale”: e’ quello che si aspetta la figlia Stefania, dopo la tre giorni di Hammamet in cui il popolo socialista ha ricordato Bettino Craxi a 20 anni dalla morte. “Sono venuti in mille, come quelli di Garibaldi”, sorride pensando alla passione del padre per l’eroe dei due mondi. “Un incontro? Il presidente Mattarella saprà trovare le forme giuste”, crede la senatrice di Forza Italia. Probabilmente Stefania Craxi sara’ ricevuto con la Fondazione Craxi, come gia’ accaduto in passato. “Il dibattito sulla sua figura finalmente si e’ aperto”, esulta Claudio Martelli, ex numero 2 di Craxi. E dalla Lega Giancarlo Giorgetti dichiara: “Sarei andato a Hammamet, era un politico lungimirante”. Nel cimitero della cittadina tunisina dove l’ex presidente del Consiglio trascorse gli ultimi 6 anni di vita, intorno alla tomba ombreggiata da fronde, centinaia di militanti e dirigenti del Psi di un tempo (con qualche giovane) rendono omaggio al segretario che si considerava in esilio, inseguito dai processi. Occhi lucidi e molti che per l’eta’ si muovono a fatica tra le lapidi. La vedova Anna Craxi, 84 anni, si appoggia a Stefania. “Sono molto commossa dalla fiducia degli amici e dei compagni, piu’ grande di quanto mi aspettassi”, dice la moglie, che non ha quasi mai parlato dal 19 gennaio 2000. E’ rimasta a vivere qui. Sulla lapide bianca appoggiata sulla nuda terra mazzi di garofani rossi, il simbolo dei socialisti. Dietro la tomba, accanto alle bandiere italiana e tunisina, quelle del Psi e del Nuovo Psi, oltre al vessillo dei giovani socialisti, per una diaspora che molti si augurano di ricomporre. All’arrivo della famiglia, un cantante intona l’Ave Maria di Schubert. Qualcuno sul libro delle dediche scrive ‘Craxi l’immortale’. Anziani si chiamano ‘compagno’ tra
loro. Il nipote di Craxi, il figlio di Bobo, nel vialetto innalza orgoglioso un mazzo di garofani. “E’ il piccolo Bettino”, commenta qualcuno. Paola Sacchi, cronista che tante volte e’ stata ad Hammamet, assicura: “c’e’ piu’ gente del giorno del funerale”. “Fu vittima di una persecuzione senza pari, come disse il presidente della Repubblica 10 anni fa”, lo ricorda il figlio Bobo, citando Giorgio Napolitano. “Il Pd e la Lega sono assenti? Possiamo fare a meno di entrambi, come molti italiani”, sferza il figlio di Bettino. Della Lega – che nel ’93 era tutta con i pm di Milano e un tempo alzo’ il cappio anche contro Craxi – ad Hammamet si e’ visto solo Armando Siri. Intanto il senatore dem e giornalista Tommaso Cerno esorta a “non fare l’ennesimo favore alla destra, che sulle spoglie di un democratico laico e progressista vuole avere la scusa per liberare dai processi i potenti che delinquono. Diamo a Craxi la tessera del Pd”. Caldoro: “Finalmente verità su Bettino, un grande leader” Politica estera, intuizioni economiche, desiderio di innovazione, finalmente la storia consegna a Craxi il giusto tributo. Pagine di verita’ vengono scritte, grazie a chi chi ha creduto, alla Fondazione Craxi, a tanti che rileggono, con piu’ attenzione, quegli anni”. Cosi’ da Hammamet Stefano Caldoro, gia’ esponete del PSI ed oggi capo della opposizione di centrodestra in Consiglio regionale della Campania. L’ex Presidente della Regione, conversando nei vicoli della Medina, ha ricordato le lunghe passeggiate con Craxi “ero con lui al Rapahel, ho avuto modo di rivederlo in Tunisia. E’ stato un grande leader, uno statista”. Il governatore De Luca: “Che la figura di Craxi sia consegnata alla storia” “E’ tempo che la figura di Craxi, con i suoi limiti, la sua grandezza, la sua dimensione tragica, sia consegnata alla Storia. Egli ci appare oggi come una delle grandi personalità della nostra Repubblica”. Lo scrive il presidente della
Regione Campania, Vincenzo De Luca, secondo cui “a vent’anni dalla morte di Bettino Craxi il mondo politico, le forze intellettuali, i progressisti sono chiamati a una riflessione di respiro, al di là di ogni residuo ideologismo, e di ogni forma di permanente ipocrisia. E tempo – aggiunge – che si cominci a valutare la sua vicenda in una prospettiva storica, riflettendo sul senso complessivo della sua esperienza politica”. Secondo De Luca “colpisce oggi, sul piano umano, il coraggio con cui Craxiha affrontato nei suoi ultimi anni la sua malattia, il suo tramonto politico, i tanti tradimenti subiti. Egli si è aggrappato tenacemente alla volontà di rimanere uomo libero, in un contesto nazionale segnato da un clima di aggressività nei suoi confronti, di mancanza di serenità, di scomparsa di ogni sentimento di umanità”. “Colpisce – prosegue il governatore campano – l’imbarazzo con cui ancora oggi ci si avvicini alla sua figura, senza riuscire a valutare con obiettività i suoi limiti ed errori, ma anche le grandi intuizioni e le decisioni coraggiose sul piano nazionale e internazionale. Egli ha certamente sottovalutato la necessità di unire le forze progressiste del Paese, come precondizione per una grande riforma, cedendo a illusioni politiche non sorrette dai rapporti di forza reali. La sua ricerca permanente di una egemonia politica ha dato luogo negli anni ad una competizione per il potere che in tante realtà del Paese è stata ossessiva”. Ma, sottolinea De Luca, “Craxi ha anche combattuto con coraggio scorie di ideologismo nel campo delle politiche economiche e delle relazioni sociali. Egli ha letto in anticipo le trasformazioni della nostra società e i ceti urbani moderni; ha dato all’Italia una politica estera che ci ha garantito dignità, sicurezza e peso internazionale; ha sollevato con forza il tema di una riforma istituzionale che fosse in grado di tirare fuori l’Italia e il suo sistema democratico dalla palude burocratica che ancora oggi paralizza le istituzioni e le energie dinamiche del Paese. E tutto questo lo ha fatto da dirigente e da militante socialista, collocandosi sempre con coerenza, in Italia e in Europa, nel campo dei riformisti, senza mai abbandonare la
lezione di Matteotti, di Nenni e di Pertini, coltivando i valori risorgimentali dell’unità d’Italia”, conclude. Parco del Mercatello, De Luca all’attacco: «Mi è venuto mal di fegato» di Erika Noschese «Circa una settimana fa sono passato per il parco del Mercatello e mi è venuto il male di fegato». Non usa mezzi termini il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca per descrivere lo stato di abbandono e degrado in cui versa il parco del Mercatello, quello che – almeno fino a qualche anno fa – era il polmone verde della zona orientale, uno dei più grandi per la città capoluogo. «Ho trovato macchine parcheggiate dentro, macchine rimosse dal carroattrezzi», ha detto il presidente della Campania secondo cui è necessario fare un intervento di riqualificazione totale del parco del Mercatello perché «deve ridiventare un gioiello, una bomboniera perché quello è stato uno dei più grandi interventi di riqualificazione urbana che ha riammagliato grandi quartieri popolari come Mariconda, Mercatello, quartiere Europa e quartiere Italia. Dobbiamo riportarlo al vecchio splendore ma sono convinto che lo faremo». Intanto, proprio nei giorni scorsi la Regione Campania ha destinato circa 5 milioni di euro al Parco del Mercatello per permettere all’amministrazione comunale di procedere con i lavori di riqualificazione e restituire alla città il grande polmone verde. De Luca ha puntato poi l’attenzione sul ripascimento che interessa tutto il litorale salernitano, bloccato dopo il
ricorso al Tar presentato da una ditta napoletana contro la Rcm Costruzioni dei Fratelli Rainone. I lavori, infatti, sono bloccati fino al prossimo 5 febbraio giorno in cui è stata fissata l’udienza. Per quanto riguarda il ripascimento, ha spiegato De Luca, «c’è stato l’immancabile ricorso al Tar ma, mese prima o mese dopo, arriveremo anche lì al risultato». Il governatore ha spiegato che in pochi mesi si potrà procedere con il ripascimento fino alla zona del Polo Nautico a Pastena e successivamente, nel giro di un anno e mezzo, rifare la spiaggia del lungomare cittadino fino al Santa Teresa. «Provate ad immaginare una spiaggia di 100 metri davanti al lungomare di Salerno, spostando la scogliera 100 metri più a largo. Questo significa rilanciare l’economia della balneazione, un’economia turistica nel periodo estivo – ha detto il presidente – Noi oggi viviamo un paradosso: in una città di mare, il picco di turisti ce l’abbiamo nel periodo invernale, dobbiamo fare lo stesso in estate». De Luca torna a Unisa e annuncia piena collaborazione con Loia di Andrea Pellegrino Taglio netto con il passato, collaborazione con il nuovo rettore dell’Unisa. De Luca rimette piede a pieno titolo al campus di Fisciano, dopo anni di freddezza con l’allora rettore Aurelio Tommasetti. L’occasione è il progetto di digitalizzazione delle opere di Viviani, curato proprio dagli studenti del campus e finanziato dalla Regione Campania. Il governatore è seduto accanto a Vincenzo Loia, il successore
alla guida dell’Ateneo di Aurelio Tommasetti, oggi indicato direttamente da Matteo Salvini per la composizione delle liste regionali in Campania. Un duetto, quello tra rettore e presidente della Regione, che non si vedeva da tempo, perfino nei giorni delle Universiadi in Campania. Vincenzo De Luca tende la mano e annuncia la piena collaborazione e sintonia con Loia. «Sono felice di incontrare il nuovo rettore – dice dal palco del teatro d’Ateneo – ci eravamo visti rapidamente durante il periodo delle Universiadi. Credo che avvieremo un rapporto di forte collaborazione tra l’istituzione regionale e l’Università di Salerno per creare sviluppo, ricerca e prospettive di lavoro per i giovani». Si dice che Loia e De Luca si siano incontrati pochi minuti prima dell’avvio del convegno di ieri mattina. Sul tavolo la vicenda Ruggi, attualmente commissariato e che tra breve potrebbe riavere il direttore generale. Una nomina bloccata proprio in attesa dell’arrivo del nuovo rettore all’Unisa. Elisa Isoardi “corteggia” De Luca: “Presidente io ti amo” Di Erika Noschese “Presidente De Luca sono pronta ad essere candidata con lei, non solo alla Regione ma a livello nazionale”. È destinato a fare scalpore il messaggio che Elisa Isordi, ex fidanzata del leader della Lega Matteo Salvini, ha lanciato a governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca. Tra il serio e l’ironico, l’ormai ex lady Salvini lancia un appello a De Luca e si dice pronta a scendere in campo. E non è tutto, il messaggio finale, senz’altro ironico, la dice lunga: “Presidente, io ti amo”, ha infatti detto la Isoardi. Che sia
un tentativo di far arrabbiare il numero uno del Carroccio? Al momento non è dato saperlo ma siamo certi che Salvini non apprezzerà. Soprattutto considerando che tra Salvini e De Luca non scorre buon sangue. http://www.cronaches alerno.it/wp- content/uploads/2019 /11/VID-20191123- WA0093.mp4 I navigator si dividono tra le polemiche Discussioni davanti Palazzo di Città di Erika Noschese Navigator campani pronti a ricominciare la mobilitazione. Dopo che la giunta regionale, di fatto, non ha approvato la convenzione con l’Anpal è nuovamente polemica. Questa volta, però, non è solo con le parti in causa – ossia l’Anpal e la Regione Campania – ma anche tra di loro. I vincitori di concorso, infatti, sembrano ormai essere divisi tra chi ritiene responsabili entrambi gli organi e chi solo i vertici di Palazzo Santa Lucia. Proprio ieri, infatti, sotto Palazzo di Città, è andata in scena una discussione dai toni accesi tra gli stessi vincitori di concorso che dovrebbero lavorare nei centri per l’impiego per sostenere i percettori del reddito di cittadinanza. Presenti, ancora una volta, i membri del Meet up amici di Beppe Grillo Salerno che di fatto hanno
organizzato una conferenza stampa per fare il punto della situazione. Attualmente, i navigator che chiedono di essere contrattualizzati sono circa 471, di cui 77 salernitani. «Il resto d’Italia è ormai entrato nella fase due, la formazione è già partita e si iniziano a sottoscrivere i patti per il lavoro mentre in Campania ci sono responsabilità rispetto alle quali la politica locale non può decidere di nascondersi dietro un dito», ha dichiarato Giacinto Chiricella, esponente del Meet up salernitano che parla di responsabilità politica della Regione Campaniain quanto «aveva preso degli impegni e noi riteniamo che queste attività non debbano diventare strumentalizzazione politica o arma di ricatto per ottenere chissà quali obiettivi». Chiricella, inoltre, chiede agli enti locali e al Comune di attivarsi per avviare la fase progettuale «per il tempo che i percettori del reddito possono mettere a disposizione della comunità, in termini sociali e di collaborazione con il territorio ma questa fase è in stand by». I navigator sono pronti a scendere nuovamente in piazza e far sentire la loro voce: «Dopo 4 mesi di lotta siamo riusciti a far sedere allo stesso tavolo il governatore De Luca e il presidente Parisi per firmare un accordo sottoscritto lo scorso 17 ottobre e durato solo 20 giorni. La giunta regionale ha rifiutato la firma della convenzione, senza la quale noi non possiamo lavorare», ha infatti dichiarato il salernitano Francesco Giordano, tra i vincitori di concorso che chiede, alle parti in causa, una presa di responsabilità perchè, dice, «se non dovesse esserci l’accordo siamo pronti ad iniziare le cause legali». I navigator campani avrebbero più volte chiesto di partecipare agli incontri tra Anpal e Regione Campania senza mai ottenere una risposta. A scontrarsi con quelli che potrebbero presto essere i suoi colleghi è invece Carlo Del Gaudio, vincitore di concorso per la provincia di Salerno e promotore dello sciopero della fame. Per Del Gaudio, infatti, Anpal e Regione Campania sarebbero egualmente responsabili di «questa situazione indecente». Per il vincitore di concorso, inoltre, le due parti in causa «dopo l’accordo del 17 ottobre le parti non hanno trovato ancora la loro quadra» e le
risposte sia dell’Anpal che dei vertici di Palazzo Santa Lucia «non ci soddisfano – dice poi Del Gaudio – Da quel tipo di accordo loro devono uscire solo con la contrattualizzazione». Il salernitano lancia dunque un appello al governo affinchè si proceda con la contrattualizzazione. «Entrambe le parti stanno violando l’articolo 3 e 4 della Costituzione, ossia il diritto al lavoro e all’eguaglianza – ha dichiarato Del Gaudio – Noi oggi ci appelliamo alle parti e pretendiamo di essere contrattualizzati. Se non si dovesse trovare un accordo si ricominciano le mobilitazioni in piazza perchè c’è gente che non ha il doppio lavoro e aspetta questo contratto per ridare dignità alla propria famiglia». A sostenere i navigator anche il consigliere regionale del M5S, Michele Cammarano: «Far fallire il reddito di cittadinanza senza far partire la fase due danneggia tutti,non solo i 5 Stelle ma anche le altre parti politiche». I PROVVEDIMENTI LEGALI/ Il caso presto potrebbe finire in tribunale Preso atto del nuovo “stop” all’accordo tra Anpal Servizi e Regione Campania, il gruppo di navigator campani ha dato mandato all’avvocato Giorgio Fontana – ordinario di Diritto del Lavoro – per avviare l’iter legale al fine di veder riconosciuto il diritto ad essere contrattualizzati, oltre che per il risarcimento di ogni danno subito (compensi non percepiti e altro ancora). «L’iniziativa legale era stata sospesa in seguito alla sottoscrizione della nuova intesa siglata lo scorso 17 ottobre, ma oggi si è sempre più convinti che solo un’immediata azione legale sarà in grado, a questo punto, di sbloccare la situazione», hanno spiegato i navigator campani. Dopo aver superato nel giugno scorso una selezione nazionale funzionale all’attuazione della legge sul reddito di cittadinanza, i vincitori di concorso sono sempre più amareggiati e delusi per il nuovo arresto.«Il tempo della politica è dunque finito. A questo punto l’unica strada percorribile sembra essere quella della giustizia nelle sedi
competenti. Sedi in cui sarà valutata anche la responsabilità personale di chi con la propria azione o omissione, in qualità di amministratore o dirigente, potrà aver causato un danno erariale – hanno poi aggiunto i vincitori di concorso – Si ricorda, tra l’altro, che esporre un ente o una società pubblica, per un rifiuto illegittimo, a corrispondere somme ingenti, è fonte di responsabilità diretta e personale che coinvolge tutti coloro a cui sia imputabile una colpa grave». Gli spin doctor scaldano i motori «Caso Umbria diverso dalla Campania» Domenico Giordano, spin doctor dell’agenzia Arcadia e socio di ComPol, l’associazione italiana che riunisce docenti e professionisti della comunicazione politica. Ideatore del “Piccolo Festival della Politica” scrive di comunicazione politica sul blog www.votantonio.it. Attualmente al suo attivo più di duecento campagne elettorali. Costruisce, come pochi, i segreti del successo. Le elezioni in Umbria sono il termometro di un clima nazionale o vanno lette come dato nazionale? «Le regionali umbre sono state elezioni asimmetriche con gli elettori che hanno di fatto subìto una polarizzazione su temi e leader nazionali e, di conseguenza, le loro scelte sono state (dis)orientate da questa nazionalizzazione del contesto: pro o contro Salvini piuttosto che sulla preferenza per il miglior candidato e la migliore proposta programmatica». Dopo le elezioni in Umbria cosa cambia in Campania?
«Quasi nulla, il fallimento umbro del cartello elettorale Pd e M5S ha solo un effetto conservativo sull’attuale geografia delle alleanze e dei candidati a presidente. Inoltre, a mio avviso, non penso che in Campania gli schieramenti in campo possano replicare il modello di comunicazione visto in Umbria nell’ultimo mese. Le condizioni di contesto sono assai diverse e la nazionalizzazione della campagna sarà più attenuata». Il Pd andrà su De Luca? Sarà lui il candidato o la sinistra proverà a cercare altra idea ? «La scelta del Pd sarà influenzata dalla scelta del possibile successore di De Magistris. Nel 2021, si vota nella più grande città del Mezzogiorno e la scelta del candidato sindaco di Napoli potrebbe influenzare non poco il quadro delle alleanze nell’area del centrosinistra – M5S. Sulla possibile destituzione di De Luca credo che il fattore tempo giochi a favore del presidente uscente. Più settimane passano e meno competitor credibili possono spuntare alla sua sinistra. De Luca pensa che ritardare il più possibile il voto possa aiutarlo a vincere la concorrenza interna prima e le elezioni dopo. Al contrario, io gli suggerisco invece di anticipare la data delle elezioni». Nel centrodestra pare tocchi a Forza Italia. Avrà più efficacia la scelta del leader nazionale, Mara Carfagna, dell’ex Presidente Caldoro? O bisognerà cercare altri nomi ? «Chiunque sia il candidato del centrodestra per avere una concreta chance di battere gli avversari, ovvero di essere il successore di De Luca, dovrebbe da un lato costruire la propria narrazione con i tempi opportuni e non certo presentarsi a qualche giorno o settimana dalla ufficializzazione delle candidature. In secondo luogo, accettare e interpretare la prossima campagna elettorale vestendo i panni credibili del cannibale, di chi è costantemente all’attacco, di chi vive mattina, pomeriggio e sera i territori, rompendo il linguaggio della politica con
una virulenza verbale e fisica che gli consenta di non essere lo sparring partner di turno». E se dovesse essere Cirielli, ha un senso ‘strategico’ puntare su altro salernitano? «Secondo me, la provenienza territoriale del candidato incide fino a un certo punto sulle motivazioni di scelta dell’elettore che tendenzialmente è diventato sempre più “last minute voters”. Pertanto, più che la territorialità il voto è influenzato da altri elementi, soprattutto assai meno fisici». Quali saranno i temi principali sui quali costruire il consenso in Campania ? «Se pensiamo a modellare una contro- narrazione deluchiana allora, a prescindere dai soliti temi del lavoro, dell’ambiente e della sanità, sarà importante logorare il presidente su due aspetti all’apparenza marginali ma che sedimentati a dovere nell’immaginario collettivo possono produrre una profonda». L’Umbria manda in soffitta l’accordo per la Campania di Andrea Pellegrino Tirano un sospiro di sollievo i pentastellati della Campania e Vincenzo De Luca. La sconfitta umbra rassicura i campani: l’accordo Cinque Stelle e Partito democratico, almeno a livello locale, è saltato dopo il primo esperimento fallito. De Luca non dovrà trattare con i Cinque Stelle, i grillini potranno proseguire la loro corsa solitaria senza accordarsi con il Partito democratico. Insomma, se al Nazareno si leccano le ferite e se il gruppo grillino valuta il da farsi, in Campania, nei rispettivi partiti, quasi si brinda alla
disfatta umbra. Valeria Ciarambino è la prima a commentare: «Dall’esperienza umbra ne usciamo consapevoli di essere l’unica alternativa ai due poli». La Ciarambino, in bilico per una ricandidatura alla presidenza, ora torna in pista più forte: «Un esperimento che, come andiamo dicendo da tempo, a prescindere dall’esito di questo e di altre esperienze elettorali, difficilmente si sarebbe potuto replicare in una regione come la Campania, dove il Partito democratico resta appiattito sulle posizioni di Vincenzo De Luca, il nemico numero uno della nostra terra. Una posizione che calpesta la base stessa del Pd, che si aspettava un cambiamento radicale da un sistema fondato sul clan dei salernitani, dei Franco Alfieri con le sue fritture di pesce, delle nomine clientelari, degli ospedali che cadono a pezzi e dei treni carichi di turisti che prendono fuoco. Un sistema che ha affossato una delle regioni con i peggiori indici di vivibilità d’Europa». Ed ancora annuncia: «Vogliamo far rinascere la Campania – sottolinea Ciarambino – attraverso un progetto che intendiamo costruire con il sostegno e il contributo alle forze sane della nostra terra. Eccellenze che non sono state mai valorizzate abbastanza a causa di una gestione che non ha mai premiato il merito, ma solo l’appartenenza politica. E’ a queste donne e a questi uomini straordinari che oggi rivolgiamo il nostro appello per aiutarci a rilanciare una terra con troppe potenzialità inespresse. Il nostro esperimento civico lo facciamo anche qui, ma coinvolgendo i nostri cittadini». Ma anche i deluchiani mostrano più tranquillità: nessuna intesa, nessuna prova muscolare. La candidatura di Vincenzo De Luca è ormai blindata. L’elezione umbra ha cancellato con un colpo di spugna tutte le ipotesi sul campo per superare l’attuale governatore. Il Pd sarà con lui, così come Matteo Renzi, Ciriaco De Mita e i socialisti di Enzo Maraio. Nessuno stravolgimento all’interno del perimetro della coalizione capeggiata da Vincenzo De Luca. Per i grillini, invece, l’unica strada che ad oggi sembra aprirsi è quella verso Luigi de Magistris che dovrà abbandonare il sogno dell’accordo dem.
Amministrative 2020, Amalfi: De Luca, Del Pizzo e Torre pronti a scendere in campo per sfidare il sindaco uscente Daniele Milano di Andrea Pellegrino Amalfi è già in campagna elettorale. L’antica repubblica marinara sarà chiamata al voto la prossima primavera per il rinnovo dell’amministrazione comunale. Mentre appare scontata la ricandidatura dell’attuale sindaco Daniele Milano, gli sfidanti scaldano i motori. Ieri è stato presentato alla città, attraverso un manifesto, il progetto Amalfi 2020, che parte dagli attuali banchi d’opposizione occupati dall’ex sindaco Antonio De Luca e dal consigliere comunale Giovanni Torre. Potrebbe essere proprio quest’ultimo il candidato sindaco della coalizione alternativa all’attuale amministrazione. Così come in campo ci saranno lo stesso De Luca o l’ex primo cittadino Alfonso Del Pizzo. «Amalfi 2020 è un laboratorio di idee per la nostra Città – spiega Giovanni Torre – Un luogo comune di confronto e di partecipazione tra cittadini, amministratori, operatori, giovani, donne ed anziani. Il motore di un nuovo progetto condiviso per l’amministrazione della Città ed, allo stesso tempo, un laboratorio permanente per la formazione e la crescita della nuova classe dirigente. Ecco perché, insieme a tanti amici, lasciando da parte ogni ambizione personale, abbiamo deciso di mettere le nostre capacità e la nostre esperienze umane ed amministrative al servizio di questo nuovo corso. Amalfi –
conclude Torre – ha bisogno di una svolta ed è questa la nuova sfida che ci attende». “Liberare la Campania E’ un feudo di De Luca e figli” di Adriano Rescigno «Liberare la Campania dal neo feudalesimo di Vincenzo De Luca e figli». Guida Dante Santoro l’assalto a Palazzo Santa Lucia, partendo da Cava de’ Tirreni. Al suo fianco il primo cittadino di Napoli, Luigi De Magistris, che è rappresentato proprio da Santoro a Palazzo Sant’Agostino a Salerno. L’occasione per lanciare la carica è stata la presentazione di “A colpi di matita”, ieri sera, all’interno del monastero di San Francesco e Sant’Antonio. L’evento che tratta il Giornalismo d’inchiesta a fumetti e vedrà la partecipazione dei maggiori fumettisti italianiè stato organizzato da Radio Vostok e l’Associazione “Agorà” in collaborazione con “Csv Sodalis”, “Amici degli Scout”, “Lavoro, Terra e Libertà”, “Mga”, con il patrocinio morale del Comune di Cava de’ Tirreni. Sponsor di un nuovo ragionamento politico con De Magistris, per Cava de’ Tirreni, c’era Luca Pastore. Al di là dell’evento, l’occasione è stata quella di discutere delle elezioni regionali della prossima primavera con il sindaco di Napoli intenzionato più a fare squadra che la prima donna, con in mente l’idea ben precisa di creare un polo civico, «una rete», come l’ha definita, che sappia contrastare sia la destra salviniana che il governatore De Luca. Una sorta di “le vie del Signore sono infinite”, quello fatto intendere da De Magistris, volenteroso si di terminare il mandato di sindaco ma nei 4 mesi tutto può succedere, e quindi via libera ad ogni scenario, anche quello
di guidare la coalizione civica, che potrebbe aprirsi anche alla destra moderata, assolutamente no quella impregnata da idee salviniane, per scardinare da Palazzo Santa Lucia l’ex sindaco di Salerno. A suonare la carica più forte di tutti dunque Dante Santoro, consigliere provinciale e consigliere comunale di Salerno. «Io e tutto il gruppo di civici che rappresento siamo pronti a liberare la Campania come già stiamo facendo con Salerno», dice. «Ci opponiamo con forza al neo feudalesimo di De Luca e figli con nuove realtà civiche. Bisogna occuparsi di temi importanti come la sanità e l’ambiente e lo faremo con nuove persone, esponenti della società civile che hanno metodologie diverse di pensare e di agire da quelle che attualmente occupano i centri decisionali e di potere», conclude Santoro. Tornando infine su De Magistris nonè detto che sia lui il protagonista principale dell’agone elettorale, pronto a fare un passo indietro per le regionali se si riesce a trovare un nome che sia garante del progetto e della compattezza della coalizione.
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