Pellegrinaggio diocesano: "Qui nella casa di Maria, impariamo a farci piccoli gli uni per gli altri"
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Pellegrinaggio diocesano: «Qui nella casa di Maria, impariamo a farci piccoli gli uni per gli altri» Photogallery completa della celebrazione Il tradizionale appuntamento al Santuario di Caravaggio all’inizio dell’anno pastorale si è rinnovato nel pomeriggio di domenica 26 settembre in modo inusuale. Non solo perché il maltempo ha impedito di ritrovarsi negli spazi esterni, ma perché la preghiera si è fusa con i colori e le note di altri parti del mondo. L’occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, infatti, è stata occasione anche per dare voce alla comunità cattoliche di origine straniera presenti sul territorio diocesano. Dopo la prima parte di riflessione e testimonianza, alle 16, il vescovo Napolioni ha presieduto l’Eucaristia. Una assemblea partecipata con tanti che, a motivo della capienza ridotta della basilica per le normative covid, non hanno potuto trovare posto all’interno, seguendo la celebrazione all’esterno, sotto i portici del Santuario, mentre la pioggia scendeva battente. Nelle prime file, oltre alla rappresentanza del Comune di Caravaggio con il sindaco Claudio Bolandrini, dame e barellieri dell’Unitalsi con i malati, e le varie comunità straniere: in particolare quella romena e quelle africane, sia di tradizione francofona che anglofona. «È bello iniziare da qui ogni anno pastorale», ha subito evidenziato il Vescovo aprendo l’omelia, ricordando come è Maria che «ci permette di ripartire dall’essenziale, senza
dubbi». Maria che «tiene assieme tutto», ha detto ancora monsignor Napolioni, facendo riferimento alle diverse tradizioni e carismi chiamati a mettersi in gioco «in quella gara di piccolezza che c’è tra la madre e il figlio». Piccoli, poveri e profeti le tre parole chiave riprese dalle letture della Messa, una vera «pedagogia di Dio» che non solo deve aiutare a farsi piccoli, ma anche a «coltivare la cura delle piccole cose». In questo senso l’invito è stato chiaro: «Facciamoci accanto gli uni agli altri, senza invadenze, ma con carità». Un atteggiamento che le linee pastorali, dal titolo “Va’ avanti e accostati”, indicano chiaramente come obiettivo del nuovo anno per le comunità. Così da poter scegliere «vie di giustizia. Le vie della convivenza con chi non viene a minacciare la nostra sicurezza se gli tendiamo la mano, se ci mettiamo in ascolto della sua storia», ha detto con un chiaro riferimento all’odierna Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. E ancora: «Tutti abbiamo diritto di trovare rifugio quando siamo in fuga, quando siamo perseguitati, quando abbiamo perso tutto». E il luogo di rifugio per eccellenza è proprio il Santuario della Madre, ha detto monsignor Napolioni, che ha affermato: «Qui veniamo a imparare, come ci si accosta gli uni agli altri». Poi il richiamo al cammino sinodale, che in diocesi sarà inaugurato il prossimo 16 ottobre come nelle Chiese particolari di tutto il mondo, facendo dei prossimi anni «una sosta di ascolto». E anche qui «Maria è maestra di questa profezia. Lei che – ha sottolineato il Vescovo -, Vergine del silenzio, è tutta ascolto». Altra indicazione chiara guarda all’iniziativa Giorno dell’ascolto, richiamata con l’invito a «fermarsi spesso attorno alla Parola per ascoltare e decifrare il disegno di Dio». «E allora il Signore avrà mano libera – ha concluso –
nei nostri cuori, nella vita delle comunità per stupirci con la fantasia del suo amore». Insieme al vescovo Napolioni hanno concelebrato diversi sacerdoti, giunti con le loro comunità da diverse parti della diocesi, alla presenza anche del vescovo emerito Dante Lafranconi e degli studenti del Seminario diocesano che hanno servito all’altare. Ad animare la celebrazione con il canto l’unione corale “Don Domenico Vecchi”, in alcuni momenti affiancato dal coro Saint Michel che ha proposto canti in lingua francese, così come anche le preghiere dei fedeli sono state proposte nelle diverse lingue. «Le nostre assemblee non possono escludere chi è di passaggio»: in dialogo con il Vescovo nella Giornata Mondiale dei migranti e dei rifugiati La scelta di Gloria e Marco, missionari laici in partenza per il Brasile Supereroi del sorriso per i bimbi del “Maggiore”
Gmg 2021, il Messaggio del Papa ai giovani: «Alzati e testimonia la gioia di Cristo» “Quando un giovane cade, in un certo senso cade l’umanità. Ma è anche vero che quando un giovane si rialza, è come se si risollevasse il mondo intero”. Lo scrive il Papa, nel messaggio inviato ai giovani e alle giovani del mondo in occasione della 36ª Giornata mondiale della gioventù che sarà celebrata a livello diocesano il 21 novembre, Solennità di Cristo Re, sul tema “Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto” (cfr At 26,16). “Nel mondo intero si è dovuta affrontare la sofferenza per la perdita di tante persone care e per l’isolamento sociale”, esordisce Francesco: “L’emergenza sanitaria ha impedito anche a voi giovani – per natura proiettati verso l’esterno – di uscire per andare a scuola, all’università, al lavoro, per incontrarvi… Vi siete trovati in situazioni difficili, che non eravate abituati a gestire. Coloro che erano meno preparati e privi di sostegno si sono sentiti disorientati. Sono emersi in molti casi problemi familiari, come pure disoccupazione, depressione, solitudine e dipendenze. Senza parlare dello stress accumulato, delle tensioni ed esplosioni di rabbia, dell’aumento della violenza. Ma grazie a Dio questo non è l’unico lato della medaglia. Se la prova ci ha mostrato le nostre fragilità, ha fatto emergere anche le nostre virtù, tra cui la predisposizione alla solidarietà. In ogni parte del mondo abbiamo visto molte persone, tra cui tanti giovani, lottare per la vita, seminare speranza, difendere la libertà e la giustizia, essere artefici di pace e costruttori di ponti”.
“Non c’è possibilità di ricominciare senza di voi, cari giovani”. Ne è convinto il Papa, che lancia un forte appello: “Per rialzarsi, il mondo ha bisogno della vostra forza, del vostro entusiasmo, della vostra passione”. “Non possiamo dare per scontato che tutti conoscano Gesù, anche nell’era di internet”, osserva Francesco: “La domanda che molte persone rivolgono a Gesù e alla Chiesa è proprio questa: ‘Chi sei?’”. “Quante volte abbiamo sentito dire: ‘Gesù sì, la Chiesa no’, come se l’uno potesse essere alternativo all’altra”, scrive il Papa: “Non si può conoscere Gesù se non si conosce la Chiesa. Non si può conoscere Gesù se non attraverso i fratelli e le sorelle della sua comunità. Non ci si può dire pienamente cristiani se non si vive la dimensione ecclesiale della fede”. “Chi pensa di sapere tutto di sé, degli altri e persino delle verità religiose, farà fatica a incontrare Cristo”, assicura Francesco sulla scorta dell’episodio della conversione di Paolo sulla via di Damasco: “Saulo, diventato cieco, ha perso i suoi punti di riferimento. Rimasto solo, nel buio, le uniche cose chiare per lui sono la luce che ha visto e la voce che ha sentito. Che paradosso: proprio quando uno riconosce di essere cieco, comincia a vedere! Dopo la folgorazione sulla via di Damasco, Saulo preferirà essere chiamato Paolo, che significa ‘piccolo’. Non si tratta di un nickname o di un ‘nome d’arte’ – oggi tanto in uso anche tra la gente comune: l’incontro con Cristo lo ha fatto sentire veramente così, abbattendo il muro che gli impediva di conoscersi in verità”. “Quanta forza e quanta passione vivono anche nei vostri cuori, cari giovani!”, scrive Francesco: “Ma se l’oscurità intorno a voi e dentro di voi vi impedisce di vedere correttamente, rischiate di perdervi in battaglie senza senso, perfino di diventare violenti. E purtroppo le prime vittime sarete voi stessi e coloro che vi sono più vicini. C’è anche il pericolo di lottare per cause che all’origine difendono valori giusti, ma che, portate all’esasperazione, diventano ideologie distruttive”. “Quanti giovani oggi, forse spinti dalle proprie convinzioni politiche o religiose, finiscono per diventare
strumenti di violenza e distruzione nella vita di molti!”, il grido d’allarme del Papa: “Alcuni, nativi digitali, trovano nell’ambiente virtuale e nelle reti sociali il nuovo campo di battaglia, ricorrendo senza scrupoli all’arma delle fake news per spargere veleni e demolire i loro avversari”. “Alzati!”, l’invito di Francesco: “Non puoi rimanere a terra a ‘piangerti addosso’, c’è una missione che ti attende! Alzati e testimonia l’amore e il rispetto che è possibile instaurare nelle relazioni umane, nella vita familiare, nel dialogo tra genitori e figli, tra giovani e anziani. Alzati e difendi la giustizia sociale, la verità e la rettitudine, i diritti umani, i perseguitati, i poveri e i vulnerabili, coloro che non hanno voce nella società, gli immigrati. Alzati e testimonia il nuovo sguardo che ti fa vedere il creato con occhi pieni di meraviglia, ti fa riconoscere la Terra come la nostra casa comune e ti dà il coraggio di difendere l’ecologia integrale. Alzati e testimonia che le esistenze fallite possono essere ricostruite, che le persone già morte nello spirito possono risorgere, che le persone schiave possono ritornare libere, che i cuori oppressi dalla tristezza possono ritrovare la speranza. Alzati e testimonia con gioia che Cristo vive! Diffondi il suo messaggio di amore e salvezza tra i tuoi coetanei, a scuola, all’università, nel lavoro, nel mondo digitale, ovunque. Alzatevi e celebrate la Gmg nelle Chiese particolari!”. La Parrocchia di Caravaggio ha accolto i suoi tre nuovi
sacerdoti Guarda la fotogallery completa della celebrazione È con l’invito a essere profeti, capaci di mettersi in ascolto della Parola come Maria, che il vescovo Antonio Napolioni ha augurato buon cammino alla comunità di Caravaggio, che nella mattinata di domenica 26 settembre ha accolto i suoi nuovi sacerdoti. La parrocchia più grande della diocesi, chiamata da mons. Napolioni a farsi piccola e vicina ai più poveri. Ben tre i nuovi sacerdoti che hanno fatto il loro ingresso ufficiale: il parroco mons. Giansante Fusar Imperatore (che prende il testimone da don Angelo Lanzeni), il vicario don Andrea Piana (che sostituisce don Matteo Pini, diventato parroco di Arzago e Casirate) e il nuovo collaboratore parrocchiale don Bruno Grassi (al posto di don Giovanni Fiocchi, nuovo parroco dell’unità pastorale Cafarnao). I tre sacerdoti potranno continuare a contare anche sull’ausilio di don Gianni Maccalli, collaboratore a Caravaggio dal 2017, festeggiato in questa giornata per il suo compleanno. Una tregua del maltempo, che ha costretto a cambiare un po’ i piani organizzativi, ha consentito alla banda di allietare l’arrivo dei sacerdoti e dei numerosi fedeli, giunti anche dalle parrocchie lasciate dai tre sacerdoti, in particolare da Soresina, ben distinguibili dalle loro magliette gialle, e con anche il sindaco Diego Vairani. Presenti con i propri labari anche le associazioni del territorio e in uniforme gli scout del Caravaggio1. Il benvenuto ufficiale, però, è stato nell’intervento del primo cittadino di Caravaggio, Claudio Bolandrini, che con lo sguardo rivolto ai tanti presenti ha sottolineato l’importanza di questo momento. Quindi uno sguardo alla «complessa,
disponibile e generosa» realtà caravaggina, con la richiesta al nuovo parroco di aiutare l’intera comunità a sentirsi tale. Ai tre nuovi sacerdoti ha voluto quindi affidare le giovani generazioni, insieme a tutti i bisogni e le fragilità della cittadina. iFrame is not supported! Dopo il saluto del sindaco, ai piedi dell’altare, è iniziata la Messa, animata dalla corale parrocchiale per l’occasione insieme al coro dell’oratorio e subito caratterizzata dalla lettura del decreto di nomina del nuovo parroco, da parte di don Maccalli. Quindi due gesti di particolare significato compiuti da don Giansante Fusar Imperatore – l’aspersione dei fedeli e l’incensazione della mensa – prima di ricevere il saluto da parte del rappresentante parrocchiale, che non ha nascosto lo sconcerto alla notizia del cambio di ben tre sacerdoti, ma anche la voglia di una piena collaborazione a partire dalla ricca tradizione di questa comunità. Il pensiero è andato anche alle iniziative che i nuovi sacerdoti saranno chiamati a portare avanti: dalla realizzazione del nuovo oratorio all’impegno in ambito educativo con la scuola Conventino-La Sorgente. Ovviamente affidando il tutto ai santi patroni e a Santa Maria del Fonte. iFrame is not supported! Come segno di benvenuto a don Piana e don Grassi è stato fatto dono di una stola mariana, mentre al parroco è stata regalata una casula che ha voluto indossare già durante la sua prima Messa. Doni a cui si è unita anche la generosità della comunità per i bisogni della parrocchia. Iniziando la sua omelia il vescovo Napolioni ha voluto ringraziare anzitutto i sacerdoti per la disponibilità dimostrata e sottolineando come i rapporti di amicizia potranno favorire una maggiore collaborazione fraterna. In questa che – ha ricordato il Vescovo – è la più grande parrocchia della diocesi, monsignor Napolioni ha voluto proporre «il programma del Padre per il suo popolo» attraverso
tre “p”: piccoli, poveri e profeti. Profezia che significa capacità «di vivere l’esistenza come dono che porta frutti di carità e trasforma la realtà che la circonda con la propria opera e il proprio servizio». Profezia che non significa, dunque, essere veggenti, ma mettersi in ascolto della Parola, sull’esempio di Maria. Mettendoci insieme, in fraternità – ha concluso il vescovo – la comunità diventerà profetica e non avrà paura del futuro. Perché lo costruirà secondo lo spirito di Dio, che è spirito di libertà e creatività infinita. Questo non è solo il programma del Padre, è anche il contenuto della mia preghiera per voi: è l’augurio e il patto su cui continueremo a camminare insieme. Grazie ai sacerdoti che ieri, oggi e domani serviranno questa comunità». iFrame is not supported! Come consuetudine al termine dell’Eucaristia ha preso la parola il nuovo parroco per un indirizzo di saluto e i ringraziamenti, a cominciare dal Signore, per i doni che non fa mai mancare nella vita di ciascuno e per quanti si fanno suoi strumenti, nella certezza che «il Signore non mancherà di sostenere il mio lavoro». «Non dobbiamo partire da zero», ha detto mons. Giansante ringraziando chi l’ha preceduto. E ancora: «Faccio conto sulla vostra carità», ha detto rivolto ai propri parrocchiani, perché «ogni parrocchia ha i sacerdoti che si merita», ha scherzato chiedendo affetto, consigli e pure qualche critica, ma sincera e costruttiva e non in piazza. Poi l’invito alla preghiera e il pensiero ai tanti collegati alle celebrazioni in chiesa parrocchiale attraverso la radio. iFrame is not supported! Guarda la fotogallery completa della celebrazione
Biografia del nuovo parroco Mons. Giansante Fusar Imperatore, nato a Romanengo nel 1956, è stato ordinato il 21 giugno 1980. Ha iniziato il proprio ministero come vicario parrocchiale a Viadana. Dal 1984 al 1990 è stato vicerettore del Seminario vescovile; dal 1990 al 2002 segretario vescovile. Nel 2002 è stato nominato parroco di Bozzolo e dal 2008 era parroco della parrocchia “Santa Maria Immacolata e San Zeno” in Cassano d’Adda. Ora monsignor Napolioni l’ha scelto come nuovo parroco della parrocchia “Santi Fermo e Rustico martiri” in Caravaggio. Saluto di mons. Fusar Imperatore Cari parrocchiani entro per la prima volta, in punta di piedi, nelle vostre case tramite “Nostra Famiglia” per inviarvi il mio saluto. Inizierò ufficialmente il mio servizio di parroco dal 26 settembre prossimo ma, da quando il vescovo mi ha proposto questo nuovo servizio, siete già tra le persone che affido al Signore nelle mie preghiere. Vengo con un po’ di trepidazione, entrando in una realtà nuova e per me del tutto sconosciuta: oltretutto con il fatto che anche i più stretti collaboratori, don Andrea e don Bruno, sono nuovi di questa esperienza. Raccolgo il lavoro pastorale dove don Angelo, don Matteo e don Giovanni lo lasciano, avendo speso in mezzo a voi le loro energie sacerdotali: mi ci vorrà un po’ di tempo per conoscere la realtà della parrocchia di Caravaggio, i suoi punti di forza e le persone che collaborano all’azione pastorale. Qualche volta sono stato nella vostra (e tra poco nostra) chiesa parrocchiale accompagnando il vescovo
per le cresime ma, come dice la bibbia, questi incontri “si dileguano come il ricordo dell’ospite di un solo giorno” (Sap. 5, 14). Se tutto è ancora da “scoprire” per me, sono però certo che il Signore ha in serbo sorprese per farmi incontrare testimonianze di fede e di vita cristiana che mi stupiranno: come tante volte ha fatto in altri contesti. Vengo portando il peso degli anni (uno in più rispetto a don Angelo); vengo a spendere tra voi gli ultimi anni del mio servizio sacerdotale. Certamente non ho più l’entusiasmo della gioventù ma porto con me un po’ di esperienza. Però non confido su quanto ho imparato nel servizio da parroco prima a Bozzolo per sei anni e poi a Cassano per tredici, ma sull’esperienza di quanto il Signore sa fare più e meglio di noi. Insieme dovremo curare l’aspetto organizzativo della parrocchia senza dimenticare che se a noi compete seminare è solo Lui che fa crescere. Vengo tra voi con la consapevolezza che non è il parroco che fa la parrocchia, ma i parrocchiani che “plasmano” il prete con la loro vicinanza, le loro preghiere e le loro richieste. In questo senso vi chiedo di aiutarmi ad essere un buon parroco con voi e per voi. Non ci mancherà l’aiuto e l’intercessione di Nostra Signora del Fonte che, da prima di entrare in Seminario, visitavo con il pellegrinaggio a piedi dalla mia parrocchia di Romanengo. Adesso che la distanza geografica si è fatta molto più corta dovrà crescere ulteriormente il mio affidarmi a Lei. Soncino, sabato volontariato
in festa alla Filanda Nel pomeriggio di sabato 2 ottobre, dalle 16 alle 19, l’area esterna della Filanda di Soncino si trasformerà in una scenografia ricca di colori del Volontariato soncinese (23 i gruppi promotori) con la presenza di gazebo, tavoli, bandiere, labari, palloncini per accogliere la cittadinanza e per dire che si riparte per fare comunità, accoglienza, solidarietà e cultura. L’iniziativa è aperta all’intera cittadinanza con ingresso libero, necessario il grenn pass. In caso di maltempo la manifestazione si terrà in Filanda sala Ciminiera. VolontariatoInFesta, che conta sul patrocinio del Comune di Soncino, vede come promotrici le seguenti realtà di volontariato: Avis Croce Verde G.P. Avis Aido Amici dello Sport Argo Circolo Acli Donne per Soncino Comitato Genitori I.C. Soncino Il Grifone Gruppo Fabio Moreni Pro Loco Banda Civica Marciatori per la Pace GasOglio Pensionati e Anziani Baskin Soncino Gruppo Alpini Combattenti e Reduci San Vincenzo Logos Gallignano
Gruppo H Quartiere Brolo Corale San Bernardino Gruppo Deca Amici della Rocca Dopo il saluto del sindaco di Soncino ci sarà l’abbraccio del volontariato a don Fabrizio Ghisoni per ringraziarlo e per le tante collaborazioni avviate negli anni. I presidenti dei gruppi promotori si alterneranno al microfono per sottolineare programmi, obiettivi e temi cari del proprio sodalizio e lanciare messaggi di speranza. Anche la musica e la canzone di autore riempirà l’anfiteatro. Non mancheranno le note musicali della Banda Civica e le proposte di artisti locali Marinoni Chiara con Paola Bresciani, Baronio Francesco, Pola Enrico con i fratelli Lorenzo e Davide e Ardia Matteo e l’incursione acustica del cantautore cremasco Gio Bressanelli. L’evento promozionale di proposte e valori del Volontariato si concluderà all’insegna della danza con le ragazze e i giovani di Arte in Movimento gruppo diretto dall’insegnante Paola Zanardi. Poche ore per stare tutti insieme al volontariato, palestra di cittadinanza attiva e di valori da trasmettere a tutti. Le Olimpiadi… e noi
«Le nostre assemblee non possono escludere chi è di passaggio»: in dialogo con il Vescovo nella Giornata Mondiale dei migranti e dei rifugiati «Trasformare le frontiere in luoghi privilegiati di incontro dove può fiorire il miracolo di un noi sempre più grande», così il vescovo Napolioni – richiamando il tema della 107ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato – ha raccolto la riflessione offerta dal momento di dialogo che ha aperto il Pellegrinaggio diocesano di inizio anno pastorale presso il Santuario di Santa Maria del Fonte in Caravaggio, che domenica
26 settembre è coinciso proprio con la Giornata mondiale di preghiera per chi lascia la propria terra in cerca di una vita migliore. L’incontro ha alternato estratti del messaggio di Papa Francesco sulla giornata a diverse testimonianze e la preghiera è stata animata dal coro “Saint Michel” della comunità cattolica di lingua francese con i canti tradizionali. Ad apertura il saluto del vescovo di Cremona che si è voluto rivolgere davvero a tutti: «Saluto i vicini, i lontani, i diversi, anche quelli che non immaginiamo, perché le nostre assemblee non possono avere delle porte che escludono chi è di passaggio, chi è in ricerca, chi è arrabbiato e chi non conosce l’amore del Signore». Il vescovo Antonio ha poi proseguito sottolineando il tema scelto per quest’anno pastorale: «Quest’anno pastorale è all’insegna di quelle parole che lo Spirito rivolse al diacono Filippo che, sulla strada da Gerusalemme a Gaza, viene mandato incontro a uno straniero che se ne tornava dal tempio senza aver trovato le risposte alle sue domande: “Va’ avanti e accostati”, sulle orme di Gesù come i discepoli di Emmaus». Da qui mons. Napolioni ha quindi rivolto il proprio augurio: «Vogliamo proprio che, dopo la pandemia che ancora ci affligge, la ripresa sia caratterizzata dal rieducarci alla prossimità: questa giornata è un’occasione splendida per rimetterci in cammino». Il momento di dialogo, condotto da Chiara Allevi, è proseguito con le testimonianze da parte di due donne, rappresentanti delle comunità cattoliche straniere presenti in diocesi. Salomé Onueukwo, che arrivando dall’Africa ha voluto ricordare la propria difficoltà nel trovare un sacerdote con il quale confrontarsi che potesse parlare la lingua inglese, ha raccontato l’importanza per la sua vita dell’incontro con la
comunità cristiana cremonese in cui ha trovato sostegno, accoglienza e aiuto. Monica Petrina, di origini rumene, è stata la protagonista della seconda testimonianza nella quale ha voluto ricordare come nella sua esperienza di vita, segnata da un tumore raro alla colonna vertebrale, ha scoperto l’importanza del condividere il proprio dolore e la propria sofferenza, non solo con la famiglia, ma anche con i fratelli nella fede: «L’esperienza della malattia può fortificare la fede ma bisogna aprire e allargare i nostri orizzonti per capire che chi ci sta intorno ci può dare una mano, come anche noi possiamo dare un aiuto anche se nella sofferenza: non mi sono fidata fin da subito ma alla fine mi sono affidata al Signore e all’intera comunità». Il vescovo Antonio ha quindi voluto riflettere su queste profonde testimonianze: «Capiamo che stiamo sentendo la stessa esperienza umana che si incarna nel tempo e nello spazio perché non sono dei migranti o dei fuggiaschi, ma sono cittadini delle nostre comunità che hanno radici in una cultura che viene ad arricchire noi: un esempio è la liturgia dove si vede come lo stesso Signore viene lodato in diversi modi mentre l’altro grande aspetto è la società, la convivenza civile». Da queste premesse, quindi, l’augurio del vescovo: «Saremo un’Italia migliore se anche chi è “meno italiano” per motivi anagrafici può diventare pienamente italiano se lo vuole: la cultura dell’incontro ci rende consapevoli dell’interconnessione che esiste fra di noi; lasciamoci arricchire dalla diversità di ciascuno, trasformando le frontiere in luoghi privilegiati di incontro dove può fiorire il miracolo di un noi sempre più grande». L’incontro è proseguito con il racconto di don Pier Codazzi, direttore della Caritas diocesana, il quale ha raccontato l’esperienza di accoglienza di una decina di persone provenienti dall’Afghanistan: «I fatti dell’ultimo mese hanno
avuto un’enorme esposizione mediatica con immagini molto crudi e forti: c’è una responsabilità molto forte dell’Occidente in questo caso e quando ci è stato chiesto abbiamo voluto dare una prima ed immediata risposta con un appartamento che può ospitare una decina di persone». L’intervento è quindi proseguito con il racconto delle storie di divisione familiare vissuti dai due nuclei familiari ospitati dalla diocesi e con un semplice ma importante invito rivolto a tutti: «La Caritas cremonese ha aderito al progetto “Apri” con il quale i migranti che già hanno il permesso di soggiorno vengono affiancati da un tutor familiare che li accompagna non solo per cercare una casa e un lavoro, l’indispensabile per poter sopravvivere, ma anche per passare l’esperienza della vita cristiana che è forse il bagaglio più importante: vi invito caldamente, non c’è bisogno di avere grandi numeri ma di avere percorsi di comunità». “Camminare per una vita nuova”, a Cassano la Giornata del Creato Un pomeriggio per riflettere, pregare e fare il punto sulla transizione ecologica e la cura della vita, in occasione della sedicesima Giornata nazionale per la Custodia del Creato. Per la Zona pastorale 1 l’incontro, dal titolo “Camminare in una vita nuova”, si è svolto sabato 25 settembre nella
suggestiva cornice della “Colonia scout” dell’Isola Borromeo di Cassano d’Adda. La preghiera iniziale è stata affidata al vescovo Antonio Napolioni, che ha voluto assicurare la sua presenza a una ricorrenza che ha dato vita a più eventi sul territorio diocesano. È toccato poi al prof. Giacomo Bailetti, docente universitario, introdurre un percorso di lettura dell’enciclica Laudato si’. «Un documento epocale per credenti e non – ha esordito il prof. Bailetti –. Una enciclica che si pone in grande sintonia con gli allarmi lanciati dalla comunità scientifica internazionale». Uno sguardo disincantato sui problemi climatici e sullo sfruttamento delle risorse energetiche del pianeta che, però, «non pare aver destato l’attenzione di gran parte del mondo dell’informazione». Con l’intervento del giovane Davide Geroldi, studente universitario, si è successivamente passati a una dimensione più attuativa delle preoccupazioni e delle esortazioni contenute nell’enciclica. «La priorità è assicurare un nuovo modello di produzione che, consapevole della scarsità di risorse, cerca di riutilizzare al meglio delle possibilità, reimpostando il sistema produttivo globale – ha illustrato Davide. – La sfida è lanciare un nuovo profilo energetico del Pianeta e accelerare la transizione ad un ecologia più dinamica e trasparente».
Ridurre l’uso di combustibili fossili, rimediare agli scompensi occupazionali causati da questa scelta, creare una nuova cultura ecologica e una nuova coscienza dei consumi: queste le coraggiose e difficili sfide che attendono l’umanità del XXI secolo. Ma l’attenzione al creato può esprimersi quotidianamente anche con gesti semplici, come dimostrato da “I Rudaroli”, un simpatico gruppo di volontariato ecologico, attivo un paio d’anni a Pandino. «Facciamo raccolta itinerante dei rifiuti – hanno spiegato i giovani Andrea De Mari e Michele De Ponti –. La nostra prima uscita risale al 7 settembre 2019 nelle campagne circostanti Pandino: raccogliemmo oltre venti chilogrammi di rifiuti». Il gruppo è riuscito ad attirare la simpatia e l’attenzione di molti, tanto che oggi vanta un gran numero di componenti, riuscendo a conquistare l’attenzione di Parrocchia e Comune.
Dante al Santuario di Caravaggio: la Divina Commedia in teatro, musica e letteratura Il Santuario di Caravaggio, in collaborazione con associazioni e personalità della cultura e dello spettacolo, organizza una rassegna culturale dal tema “Dante in Santuario”. Si tratta di tre serate sul Sommo Poeta, una di taglio teatrale, la seconda musicale e la terza letteraria. Nella prima serata, che si tiene venerdì 8 ottobre, la compagnia teatrale Corpodibacco di Caravaggio presenterà San Francesco nel canto XI del Paradiso. Appuntamento presso l’auditorium del Santuario con prenotazione obbligatoria. Scarica la locandina del primo incontro La Seconda serata, giovedì 4 novembre, guiderà il pubblico in un percorso sulla sanità come viene presentata nel Paradiso, grazie a una solenne elevazione musicale. Scarica la locandina del secondo incontro Chiude la rassegna, sabato 4 dicembre, il prof. Franco Nembrini, indiscusso esperto della Divina Commedia, che, con la maestria che gli è propria, farà gustare le profondità dell’Inno alla Vergine del XXXIII canto del Paradiso. Scarica la locandina del terzo incontro Tutte le serate avranno inizio alle 20.45 e saranno con ingresso gratuito. Ulteriori informazioni visitando il sito internet del Santuario o la pagina Facebook ufficiale. Scarica la locandina della rassegna
Agricoltura, allevamento e ambiente nell’armonia del Creato: giornata di riflessione a Grumone di Corte de’ Frati Nel pomeriggio di sabato 25 settembre, presso Villa Manna Roncadelli di Grumone (frazione di Corte de’ Frati) si è svolto l’incontro dal titolo “A.A.A.: Agricoltura, Allevamento, Ambiente nell’armonia del Creato” per le comunità della Zona pastorale 2, in occasione delle giornate dedicate al Tempo del Creato (1 settembre– 4 ottobre) voluto da Papa
Francesco nell’anno dedicato all’enciclica Laudato sì. L’evento, a cui ha partecipato anche il sindaco di Corte de ‘ Frati Giuseppe Rossetti, è iniziato con un momento di preghiera tenuto da don Giovanni Tonani (parroco di Pozzaglio, Olmeneta, Casalsigone, Castelnuovo Gherardi e Corte de’ Frati) e da don Giambattista Piacentini, vicario zonale, nella suggestiva riproduzione della grotta di Lourdes presente all’interno del giardino della villa. In seguito, si sono succeduti diversi relatori moderati da Eugenio Bignardi, incaricato diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro, che ha introdotto le diverse tematiche trattate. Luigi Ferrari, presidente del Parco Oglio Nord ha illustrato le molteplici attività del parco che vanno dall’educazione ambientale per i più piccoli fino alla promozione di prodotti di eccellenza coltivati e lavorati da aziende che si trovano
all’interno del parco e che rispettano le regole di sostenibilità loro imposte, oltre al controllo per la salvaguardia della biodiversità di questo territorio. Uuna guardia ecologica volontaria ha raccontato la sua esperienza nel Parco mostrando la sua grande passione e amore per la Terra, concludendo con la preghiera: «Le volpi dei campi e gli uccelli del cielo hanno un posto da chiamare casa. Poiché utilizziamo male la terra, il suolo, l’acqua e l’aria, gli habitat vengono profanati e milioni di specie non hanno più una casa. Abbi pietà di noi per il bene della Terra e di tutto ciò che contiene» Carlo Maria Recchia, Delegato Regionale Giovani Impresa Lombardia, che con la sua azienda ha recuperato la coltivazione del mais corvino, una delle varietà più antiche del mondo, ha puntualizzato come sia importante per una agricoltura sostenibile, anche un attenzione alla sostenibilità economica. L’esperienza di Luciano Lanfredi ha mostrato invece come sia possibile promuovere eco-sostenibilità attraverso le nuove tecnologie, nel rispetto dell’ambiente. La Terra è la casa di tutti e ognuno deve averne cura e rispettarla collaborando, ne è un esempio l’interessante iniziativa promossa dalle sorelle Sivalli: Laura Sivalli ha illustrato come attraverso una forma di tutorato condominiale sia riuscita a responsabilizzare condomini appartenenti a diverse etnie illustrando regole da utilizzare per una civile convivenza e rispetto dell’ambiente. Oltre a questa avventura ha descritto la sua attività come pedagogista all’interno dalla cooperativa Inchiostro di Soncino che si occupa di promozione territoriale a partire dai bambini attraverso l’orto didattico fino a ristorante e bar didattici. Per concludere il moderatore Bignardi ha sottolineato l’importanza di creare momenti d’incontro per sensibilizzare
tutti e capire come continuare l’attenzione all’ambiente e la cura del creato nel territorio.
Puoi anche leggere