Media education e comunicazione - Regione Emilia ...

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Media education e comunicazione - Regione Emilia ...
Media
education
e comunicazione
interculturale
Media education e comunicazione - Regione Emilia ...
Media
                                                education
Il presente quaderno è stato realizzato
in attuazione del Protocollo d’intesa
regionale sulla comunicazione interculturale    e comunicazione
nell’ambito del Progetto “Azioni di sistema
per lo sviluppo della comunicazione
interculturale in Emilia-Romagna” finanziato
                                                interculturale
dalla Regione Emilia-Romagna con
deliberazione di G.R. n. 1182/2013 - Capofila
del Progetto: Cospe onlus.

Supervisione dei testi
e coordinamento operativo
Barbara Burgalassi
Servizio Politiche per l’accoglienza
e l’integrazione sociale
Regione Emilia-Romagna

Coordinamento editoriale
Tiziana Gardini
Agenzia informazione e comunicazione
Regione Emilia-Romagna

Stampa a cura del
Centro stampa regionale
Media education e comunicazione - Regione Emilia ...
Perché investire
nella comunicazione
interculturale
in Emilia-Romagna
In una realtà sempre più variegata per provenienze, lingue, culture e religioni, come quella
dell’Emilia-Romagna, la comunicazione interculturale assume un’importanza sempre maggiore.
I dati dell’Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio1 confermano che l’Emilia-Romagna
(con 536.022 cittadini stranieri residenti) si presenta come la regione con il più alto tasso di
incidenza di stranieri sulla popolazione in Italia (12% contro l’8,1 della media nazionale) anche
se nel corso degli ultimi anni, contestualmente alla crisi economica, si è registrata una dimi-
nuzione dei flussi. L’immigrazione comunque presenta caratteristiche di stabilità, comprovate
da una crescita della componente femminile (pari al 52,8%) e da una significativa presenza di
minori stranieri (123.704 unità pari al 17,4% del totale dei minori residenti).
La stabilità del fenomeno migratorio è confermata anche da una maggiore presenza di perso-
ne titolari di permessi di soggiorno di lungo periodo (281.361) e da un aumento significativo
della quota di persone che hanno acquisito la cittadinanza italiana (14.193). Al di là di questi
numeri significativi, ciò che colpisce di più è l’estrema eterogeneità delle provenienze dei mi-
granti con oltre 170 Paesi rappresentati.
In tale contesto le politiche di integrazione sociale dei cittadini stranieri rappresentano un
presupposto essenziale per lo sviluppo culturale e anche economico della società. L’integra-
zione, infatti, costituisce un fondamentale processo dinamico e bilaterale di convivenza, di
interazione e di scambio culturale tra cittadini immigrati e nativi2, nel rispetto e nella condi-
visione dei diritti e dei doveri3. Tuttavia tale processo richiede tempi lunghi di realizzazione
e, soprattutto, non può essere delegato semplicemente alla buona volontà dei cittadini o, di
contro, governato sulla base di rigide regole di comportamento.
La comunicazione interculturale svolge un ruolo attivo fondamentale nel promuovere una con-
vivenza plurale rispettosa della dignità e dei diritti di tutta la cittadinanza. Imparare a co-
municare in maniera efficace secondo un approccio interculturale può facilitare il processo di
condivisione, scambio e apertura verso altre culture.
Per questi motivi, da diversi anni, la Regione Emilia-Romagna interviene nel settore strategi-

(1) L’Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio, previsto dall’ art. 3, comma 4, della L.R. n. 5/2004, svolge
attività di raccolta ed elaborazione dati ed informazioni utili nell’attività di monitoraggio dei flussi migratori e
della condizione degli stranieri presenti sul territorio regionale e predispone un rapporto annuale sulla presenza
dei cittadini stranieri in Emilia-Romagna. I dati riportati si riferiscono all’1-1-2014.

(2) Cfr. Comunicazione della Commissione COM(2005) 389: “Un’agenda comune per l’integrazione. Quadro per l’in-
tegrazione dei cittadini di paesi terzi nell’Unione europea” nell’ambito degli orientamenti per la politica di inte-
grazione degli immigrati nell’Unione europea (Programma dell’Aia del 2004) – Azione 1.

(3) Libro bianco sul dialogo interculturale «Vivere insieme in pari dignità» lanciato dai Ministri degli Affari Este-
ri del Consiglio d’Europa a Strasburgo il 7 maggio del 2008. Il termine ricopre tutti gli aspetti dello sviluppo so-
ciale e l’insieme delle politiche. L’integrazione richiede di tutelare i deboli e, al tempo stesso, di poter godere del
diritto di essere diversi, di creare ed innovare. Politiche di integrazione efficaci sono necessarie affinché gli im-
migrati possano partecipare pienamente alla vita del paese di accoglienza.

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Media education e comunicazione - Regione Emilia ...
co della comunicazione interculturale4 e, il 17 febbraio 2014, ha firmato un “Protocollo d’intesa                         ni e/o minoranze; pensiamo ad esempio a questa delicata fase storica in cui una parte dell’in-
sulla comunicazione interculturale” (il secondo dopo quello firmato nel 20095) di durata trien-                           formazione dipinge l’ “Islam” come una minaccia verso l’ “Occidente”.
nale, a cui hanno aderito numerose Organizzazioni esperte nel settore6.                                                   Nell’ambito di questo asse di lavoro del Protocollo e con il sostegno della Regione Emilia-Ro-
Oltre a sostenere alcune iniziative di ricerca, formazione e valorizzazione dei media intercul-                           magna, il Centro per l’educazione ai media Zaffiria di Bellaria-Igea Marina (RN)7 e Cospe On-
turali, il nuovo Protocollo sulla comunicazione interculturale promuove l’attività di media edu-                          lus8, in collaborazione con altri soggetti firmatari, hanno realizzato un seminario di studio e
cation in ambito scolastico ed extrascolastico.                                                                           lavoro in forma residenziale il 14 e 15 giugno 2014 a Mercatino Conca (PU) con la presenza di
Ci sembrava importante toccare anche questo tema visto che sempre più bambini e adolescen-                                esperti del settore per condividere progetti e pratiche innovative finalizzate a sperimentare
ti, nativi e migranti, sono destinati a fare reciproca esperienza della diversità, anche perché                           un laboratorio di media education e comunicazione interculturale.
non solo la scuola, ma la realtà sociale in cui vivono è caratterizzata dalla pluralità culturale.                        Il quaderno che vi presentiamo nasce da questo lavoro di scambio e formazione e contiene ap-
Basti pensare che nell’anno scolastico 2013-2014 l’Emilia-Romagna ha accolto ben 93.434 stu-                              profondimenti su alcune pratiche di media education e comunicazione interculturale partico-
denti stranieri, confermandosi prima fra le regioni italiane per incidenza percentuale di mino-                           larmente significative, realizzate in Emilia-Romagna. Riteniamo che questo documento per le
ri stranieri sul totale degli iscritti al sistema scolastico (15,3% contro una media nazionale del                        riflessioni in esso contenute possa rappresentare un utile strumento per tutti i soggetti che a
9%). Inoltre, tra questi studenti, oltre il 54% è costituito da ragazzi che pur essendo nati in                           vario titolo si occupano di educazione, informazione e comunicazione interculturale. L’obiet-
Italia sono considerati “stranieri”. Si tratta della cosiddetta «generazione involontaria» di cui                         tivo è quello di fornire spunti e idee che consentano di preparare le generazioni future a inve-
parla Tahar Ben Jelloun: coloro che si trovano a essere migranti senza averlo deciso e talvolta                           stire sempre più sul dialogo, a valorizzare la diversità e a condividere i valori.
senza nemmeno aver migrato. Eppure è evidente che proprio su questi giovani di origine stra-                              Questa è una delle scommesse che, insieme a Zaffiria, COSPE Onlus e agli altri firmatari del Pro-
niera, figli di immigrati e cittadini di domani, si gioca l’importantissima sfida dell’integrazione.                      tocollo d’intesa regionale sulla comunicazione interculturale dell’Emilia-Romagna, continuere-
In tale contesto pensiamo che i progetti su media education e dialogo interculturale, oltre a                             mo a portare avanti nei prossimi anni.
sviluppare nei giovani una comprensione critica del sistema mediale e delle tecniche per pro-
durre e diffondere messaggi, possano diventare mezzi privilegiati per individuare nuove forme
di socializzazione e per educare al rispetto e alla comprensione della diversità.
                                                                                                                                                                                                 Elisabetta Gualmini
L’attività di media education può davvero consentire ai giovani di acquisire competenze in grado                                                                                                 Vicepresidente e Assessore al welfare
di prevenire approcci emotivi di radicale condanna e rifiuto verso determinate culture, religio-                                                                                                 e politiche abitative Regione Emilia-Romagna

(4) Gli interventi di integrazione e comunicazione interculturale sono contemplati dalla normativa regionale in
materia di integrazione sociale dei cittadini stranieri (L.R. 5/2004), ed in particolare dall’art. 17 attraverso la re-
alizzazione e il consolidamento dei centri interculturali, lo svolgimento di iniziative pubbliche di informazione sui
temi connessi all’immigrazione, la realizzazione di iniziative finalizzate a valorizzare le culture dei Paesi di origi-
ne, l’avvio di interventi di comunicazione interculturale in ambito regionale, il consolidamento di competenze at-
tinenti alla mediazione socio-culturale, ecc.

(5) Al termine di tale attività, è stato realizzato un monitoraggio finale e una valutazione complessiva sull’effica-
cia del Protocollo (febbraio 2009-2012) che ha dato esito positivo. I risultati di questo lavoro sono stati riportati
sul Report “Ad Altr®a Voce – report finale sul protocollo regionale sulla comunicazione interculturale” scaricabile
dal seguente indirizzo web: http://sociale.regione.emilia-romagna.it/immigrati-e-stranieri/approfondimenti/re-
port-finale-del-protocollo-sulla-comunicazione-interculturale.

(6) Il Protocollo è stato approvato con Deliberazione di G.R. n. 1790/2013. Le organizzazioni che hanno aderito
al Protocollo sono state una trentina. Oltre alla Regione Emilia-Romagna, hanno firmato il Protocollo: CORECOM
dell’Emilia-Romagna, Associazione della Stampa Emilia-Romagna, Associazione Italiana della Comunicazione Pub-
blica e Istituzionale, Consulta regionale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati, Alma Mater
Studiorum Università di Bologna – Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali e Master in Giornalismo, Rappresen-
tanze regionali di ANCI e UPI, Legautonomie Emilia-Romagna e UNCEM Emilia-Romagna, Ufficio Scolastico Regio-
nale per l’Emilia-Romagna, Centri Interculturali dell’Emilia-Romagna, testate giornalistiche e soggetti pubblici e        (8) COSPE Onlus, è un’associazione che opera in 30 Paesi del mondo con circa 150 progetti. Si occupa di svilup-
privati che prevedono, tra le proprie finalità statutarie, i contenuti oggetto del presente protocollo.                   po equo e sostenibile, rispetto dei diritti umani, pace e giustizia tra i popoli. Da oltre 15 anni è impegnato in at-
                                                                                                                          tività di studio, ricerca e interventi per promuovere la diversità culturale nei media. COSPE Onlus è capofila del
(7) Zaffiria è il primo Centro per l’educazione ai mass media che nasce in Italia presso il Comune di Bellaria-Igea       Progetto regionale: “Azioni di sistema per lo sviluppo della comunicazione interculturale in Emilia-Romagna”, fi-
Marina (RN) per disegnare la mappa della prassi dell’educazione ai media e per essere “laboratorio” e “officina”          nanziato dalla Regione Emilia-Romagna con deliberazione di G.R. n. 1182/2013 a sostegno delle azioni del Proto-
per le varie Università che si occupano di ricerca in questo settore.                                                     collo. Zaffiria è tra i partner del progetto.

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Premessa
Di cosa stiamo
parlando
Alessandra Falconi,
Centro Zaffiria, Bellaria Igea Marina

Il maestro Alberto Manzi, quello della famosa         sperimentazioni e i percorsi che i firmatari
trasmissione televisiva Non è mai troppo tar-         hanno realizzato) e che non intendono indi-
di e di Orzowei, scriveva: “La scuola dovreb-         care delle buone pratiche da “copiare” quanto
be sollecitare la formazione di un pensiero           piuttosto aiutare a riflettere a partire dalle
alto, ossia trasformarsi in scuola di pensiero        fragilità, dagli sbagli, dalle cose che abbia-
[...] che sia formazione totale dell’individuo.       mo scoperto noi lavorando su questo tema.
[...] per costruire la conoscenza e non inse-         Per questo è un quaderno, scritto a più mani,
gnare le cose da conoscere (le cose si dimen-         come appunti condivisi e scambiati dove
ticano, i “modi” diventano abitudini e con-           ognuno di noi ha provato a mettere il meglio.
sentono di essere preparati all’imprevisto)”.
“Noi pensiamo tutte le volte che non abbia-           Questo quaderno nasce dal lavoro di scam-
mo soluzioni pronte”                                  bio e formazione che è stato realizzato il 14
                                                      e 15 giugno 2014 a Mercatino Conca sotto
E davanti alla mancanza di soluzioni pron-            la guida e l’esperienza di Stefano Laffi ri-
te ci siamo trovati noi, firmatari del Proto-         cercatore presso l’Agenzia Codici di Mila-
collo per la comunicazione interculturale,            no. Il gruppo di lavoro era formato da una
che avevamo il compito di capire come me-             ventina di persone tra insegnanti e opera-
dia education e dialogo interculturale stes-          tori che lavorano nell’ambito dell’educazio-
sero in rapporto tra loro, a scuola. Abbiamo          ne interculturale e della media education.
cominciato con il farci delle domande e alla          È nella calma di quelle colline e di un mon-
fine del percorso possiamo dire di avere al-          diale di calcio che proprio non si riusciva a
meno delineato alcune “buone domande”.                vedere che abbiamo condiviso domande, ri-
In questo quaderno quindi non ci sono ri-             sorse, spunti, analisi. Quello che segue ne
sposte ma solo tentativi di risposta (con le          ripercorre i concetti principali.

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La media                                               messaggi, contenuti, pratiche, immaginari,       le persone, professioniste, che è possibi-            Le domande chiave sono:

education                                              vissuti. Di tutti gli attori chiamati in cau-
                                                       sa, almeno in questo caso: studenti, geni-
                                                                                                        le attivare e coinvolgere: sarà il blogger, il
                                                                                                        giornalista, il conduttore radiofonico, il vi-
                                                                                                                                                              - Quali sembrano essere i pericoli secondo
                                                                                                                                                              l’insegnante?
Piero Bertolini scriveva: «Occorre sostenere           tori, insegnanti.                                deomaker… sarà l’incontro esemplare con               - Quali sono invece i rischi che il ragazzo o
con forza che qualsiasi educatore deve avere           La media education “si riferisce alla capa-      queste persone che permetterà di esplorare            la ragazza possono affrontare?
la volontà e la capacità di assumere il feno-          cità di accedere ai media, di comprendere,       le potenzialità del mezzo e la conoscenza
meno mediatico come importantissimo per                apprezzare e valutare criticamente diversi       di prodotti di qualità. Queste competenze             Dai rischi discendono le sfide che possiamo
realizzare con gli educandi un’autentica co-           aspetti dei media e dei loro contenuti e di      specifiche, vedremo anche in seguito, raf-            proporre al gruppo.
municazione. Ciò significa e comporta una              creare comunicazioni in diversi contesti […]     forzano il progetto ma potrebbero necessi-
piena consapevolezza che il rapporto con i             influisce sull’inclusione e sulla cittadinanza   tare risorse che non sempre le scuole han-            Bisogna poi conoscere al meglio gli studen-
media rappresenta comunque un evento edu-              nell’odierna società dell’informazione”. Que-    no: un lavoro attento di monitoraggio delle           ti con i quali si sta lavorando: “Dovrebbero
cativo significativo, intervenendo (nel bene           sta la definizione della Commissione Euro-       professionalità presenti sul territorio o tra         essere gli stessi giovani che pongono e pro-
e nel male) nel processo formativo di ogni             pea, che propone la chiave di lettura e di       i genitori a scuola può essere una parzia-            pongono il problema. Il primo lavoro dell’e-
persona, ovviamente complessificandolo.»               lavoro dell’inclusione e della cittadinanza.     le soluzione per non rinunciare all’incon-            ducatore non è di prendere la parola, non è di
I media abitano il mondo, raccontano storie,                                                            tro con chi fa quello specifico mestiere.             educare, ma osservare, vedere, conoscere”. La
producono e propongono immaginari, eroi,               I media sono mezzi da analizzare per rinfor-     Uno degli autori di riferimento più interes-          domanda chiave è: la nostra conoscenza degli
destini desiderabili, interagiscono con il fare        zare la propria cassetta degli attrezzi dello    santi per quanto riguarda la progettazione            studenti è sufficientemente approfondita?
e il pensare, permettono di essere informa-            stare al mondo. Sono il luogo in cui avven-      della media education è il prof. Thierry De           È importante concepire un metodo adegua-
ti e disinformati, condizionano e producono            gono cose: si condividono storie, si preci-      Smedt dell’Università di Louvain-la-Neuve.            to e adatto agli obiettivi e agli studenti.
comportamenti, “ci forniscono i codici vir-            sa la propria visione del mondo, si perfe-       Egli suggerisce alcuni strumenti e questioni          Valutare i metodi educativi adottati signifi-
tuali per l’interpretazione del mondo reale,           ziona il racconto di sé… Al centro ci sono       aperte utili a tracciare i confini dell’ambito        ca tener presente che “se l’educatore non può
indipendentemente dall’uso che se ne fa”,              i ragazzi e le ragazze: sono loro che con-       di intervento e rendere maggiormente con-             praticare tutti i metodi, egli deve, da vero
“si trasforma il modo di fa- re esperienza”.           centrano la nostra attenzione e ci indica-       sapevole l’educatore fornendo una check-              professionista, essere capace di confrontar-
Eccoci allora qui a parlare di media education.        no, nelle varie fasi, cosa “trattenere” del      list per valutare e autovalutarsi.                    li nella loro efficacia e soprattutto nei loro
Cominciamo dalla definizione. I ricercato-             grande racconto mediale perché ha senso          Egli sostiene l’importanza di problematiz-            limiti per poter compensare la debolezza del
ri inglesi David Buckingham e Cary Bazal-              nel qui ed ora, cosa riusare delle gramma-       zare la relazione giovani-media: “Quello              metodo scelto”.
gette propongono la media education come               tiche mediali per articolare un proprio rac-     che fonda l’educazione ai media è essenzial-
“processo” e la media literacy come “risul-            conto. Si sceglie quindi liberamente se ricor-   mente la complessità della relazione che in-          Le domande chiave sono:
tato”, ovvero “la conoscenza e le competen-            rere a testi o immagini, se usare ritagli di     trattengono i giovani con i media”. Occor-            - Con quali metodi realizzo il lavoro?
ze che gli studenti acquisiscono in tema di            giornale o video attinti dal web, se scrive-     re poter leggere al meglio la situazione di           - Quali effetti possono produrre sul pubbli-
mezzi di comunicazione”. Definiamo la me-              re un «manifesto generazionale» o una can-       partenza degli studenti.                              co identificato?
dia education come quel processo che svi-              zone rap, se fare un reportage fotografico
luppa e fornisce agli studenti strumenti per           o realizzare una fiction...: le scelte media-    Le domande chiave da porsi sono:                      A questo punto possiamo procedere con la
una maggiore comprensione dei media, della             no fra le competenze presenti, le esigenze       - Qual è il tema/problema identificato?               realizzazione degli strumenti educati-
tecnologia e del proprio rapporto con essi e           espressive, lo specifico di ogni linguaggio.     - In che aspetti si coglie questa complessi-          vi, imparando a valutarne la qualità: “An-
col mondo. Si tratterà, ad esempio, di lavo-           E la media education è quella strategia edu-     tà/problematicità?                                    che quelli che sembrano ben concepiti, ben
rare su immaginari, conoscenze pregresse e             cativa che dovrebbe permettere di pescare                                                              adattati, ben pensati non durano comunque
nozioni scientifiche, vissuti emotivi e stru-          ciò che è più utile e fecondo per il percor-     Serve, inoltre, elaborare una strategia di ri-        molto tempo. Dunque, di nuovo, l’efficacia
menti di analisi, pratiche di consumo e di             so che stiamo attuando. Se il media edu-         soluzione distinguendo pericolo e rischio.            degli strumenti necessita che siano continua-
utilizzo dei media. È, secondo noi, una que-           cator può essere inquadrato come “un di-         Questo ci permette di mettere in discussio-           mente rimessi in discussione sia per piccoli
stione di ‘costruzione del senso’, possibili-          rettore d’orchestra” che può vestire i panni     ne quelle che pensiamo siano le difficoltà,           o grandi aggiustamenti, sia per renderli più
tà di problematizzare, di dare significato a           del docente, i singoli musicisti sono quel-      ma anche le capacità dei giovani.                     efficaci rispetto ai loro obiettivi”.

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Media education e comunicazione - Regione Emilia ...
Le domande chiave sono:                                ragazzo, nonché la sua capacità di ripercor-     (e non) le competenze per esprimersi piena-          Quello che qui intendiamo come approccio
- Quali strumenti, strategie e dispositivi uso         rere le tappe del lavoro per valutare even-      mente attraverso questi strumenti (educa-            interculturale all’educazione discende invece
per l’attività?                                        tuali cambiamenti.                               re per i media).                                     da un approccio olistico, che tiene conto del-
- Che tipo di efficacia possono avere?                                                                                                                       la complessità in cui siamo immersi quando
                                                       La domanda chiave è:                                                                                  operiamo. Alunni ed alunne assumono dun-
Una volta costruiti gli strumenti educativi            - I cambiamenti raggiunti indurranno una         Educazione                                           que necessariamente un ruolo centrale: ciò
occorre valutare in che modo coinvolgono               modificazione più generale sulla relazione
                                                                                                        interculturale                                       significa tenere conto del loro background,
gli studenti, selezionando solamente quelli
che permetteranno allo studente di vivere e
                                                       giovani-media?
                                                                                                        e scuola                                             delle loro esperienze, dei contesti familiari,
                                                                                                                                                             sociali, delle classi e dei gruppo dei pari an-
comprendere l’azione educativa.                        Quando si parla di Media Education, dun-         Margherita Longo e Maria                             che fuori da casa e da scuola, di quelle che
                                                       que, si parla di un campo complesso che va       Omodeo, COSPE, Firenze e Bologna                     sono le loro inclinazioni identitarie, del loro
 Le domande chiave sono:                               a collocarsi in uno spazio pedagogico di im-                                                          rapporto con le figure adulte con cui si rap-
- Quale coinvolgimento rendono possibile gli           portanza cruciale: formare i cittadini di do-    Quando si parla di “educazione intercultu-           portano, a partire dagli insegnanti.
strumenti ideati?                                      mani, e di oggi (poiché anche gli adulti, ge-    rale”, spesso la si intende come conseguen-          Il substrato dell’approccio interculturale deve
- Quali strategie per coinvolgere gli studenti?        nitori, insegnanti e anziani, hanno bisogno      za della presenza nella scuola di studenti           tenere conto del formarsi delle identità col-
                                                       di essere media-educati). Persone che vivo-      di origine straniera, come se “fare inter-           legate a genere, età, esperienze di vita, luo-
Sarà poi necessario valutare gli effetti               no in un contesto fatto di convergenza fra       cultura” costituisse una risposta educati-           ghi in cui si è cresciuti e non solo dell’origi-
educativi degli strumenti messi in cam-                spazi reali e virtuali, fatto di dispositivi e   va ai cambiamenti introdotti nella nostra            ne nazionale dei nuclei familiari, del resto
po individuando i risultati che si intendono           nuove tecnologie che stanno velocemente          società dai fenomeni migratori o alle diver-         sempre più compositi e mobili.
raggiungere e immaginando che tipo di cam-             modificando anche le abitudini più comuni        sità che la presenza di minoranze comporta           Il concetto di identità perde dunque rigidità
biamento si intende provocare. “Per proget-            e fatto, anche, da modelli culturali veicola-    nel contesto classe, senza tenere in consi-          per diventare fluido, in continuo mutamento
tare un’azione educativa bisogna immaginare            ti più o meno esplicitamente; ma persone         derazione il fatto che la pratica educati-           e ridefinizione, non solo per quanto riguar-
il modo in cui il tema/problema rilevato può           che hanno sempre gli stessi bisogni, siano       va mette sempre in gioco le nostre stesse            da chi si trova in quella che viene definita
essere risolto, ridotto, specificato”. Questa          essi mediati o no da uno schermo. Parliamo       identità e diversità e quindi le nostre com-         “età dello sviluppo”, ma anche per quanto
chiarezza permetterà poi di valutare i risul-          di bisogni più “cognitivi” come l’imparare,      petenze interculturali.                              riguarda coloro - spesso adulti - che guida-
tati ottenuti, sia auspicati sia imprevisti.           o l’informarsi, e parliamo anche di bisogni      Ciò dà origine ad un’ambiguità nell’inter-           no il processo educativo. La consapevolezza
                                                       più “socio-relazionali” come quello di saper     pretazione dell’educazione intercultura-             del fatto che il modo in cui guardiamo gli al-
Le domande chiave sono:                                comunicare con gli altri in maniera autenti-     le, considerata a volte come una materia             tri è culturalmente orientato spinge infatti
- Gli strumenti preparati sono in grado di             ca, il riuscire a risolvere in modo costrutti-   da insegnare o un’insieme di attività a sé           a riposizionare il proprio punto di vista, la
produrre gli effetti previsti?                         vo un conflitto o riuscire a gestire la sfera    stanti, che spesso si riducono all’organiz-          propria collocazione in relazione agli altri
- Come valuto gli strumenti utilizzati?                emozionale che viene toccata quando ognu-        zazione di feste, spettacoli o eventi “cul-          e di conseguenza la propria autopercezione.
                                                       no di noi si muove in un modo fatto di re-       turalmente caratterizzati” e che rischiano           Altrettanto importante è vedere la scuola nel
È importante, infine, valutare l’azione e la           lazioni e scambi.                                di promuovere un’immagine stereotipata e             suo rapporto con il territorio e, allo stesso
portata dei cambiamenti operati sulla re-              Non è però necessario solamente essere in        rigida dei gruppi le cui caratteristiche si          tempo, intendere il territorio come luogo di
lazione giovani-media. Questo segmento                 grado di leggere in maniera critica questo       intende esaltare. Questo approccio mette             relazioni. Vedere / evidenziare ogni aspet-
obbliga a tener presente che anche se si in-           spazio complessissimo (educare ai media)         spesso in grave difficoltà proprio gli stu-          to della convivenza ed i relativi elemen-
terviene su un determinato genere o su un              e saper utilizzare gli strumenti e le nuove      denti per favorire i quali tali attività sono        ti di contraddittorietà, favorisce lo svilup-
solo mezzo di comunicazione, occorre però              tecnologie in maniera efficace per la cre-       pensate. Essere oggetto di uno stereotipo,           po di una componente dialettica – critica.
che lo studente abbia maturato competenze              scita individuale e per il proprio accresci-     ancorché positivo, priva la persona che ne           L’interculturalità in questo senso non è dun-
trasversali, che possano aiutarlo ad approc-           mento culturale (educare con i media). È al-     è colpita del diritto di essere considerata          que intesa come materia di studio e cono-
ciarsi ai media in maniera più consapevole.            trettanto importante riuscire ad attivare        un individuo e di autodeterminare la pro-            scenza delle specificità culturali dei diver-
Entra in questo ambito l’autovalutazione del           percorsi educativi che forniscano i ragazzi      pria identità.                                       si gruppi nazionali o minoranze presenti in

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un determinato contesto scolastico o terri-                                                              ne distinte, ognuna delle quali ha una vita             la xenofobia, in cui si focalizza l’attenzione
toriale, ma diventa un approccio trasversa-
le al processo educativo, che diventa a sua            Educazione                                        diversa dall’altra. In questo senso, l’intercul-
                                                                                                         tura riguarda tutti ed è necessaria pensarla
                                                                                                                                                                 sul rafforzamento della conoscenza delle
                                                                                                                                                                 caratteristiche di una società intercultura-
volta lo spazio di costruzione di una socie-           e media                                           e agirla ogni giorno, a maggior ragione se              le e sul potenziamento di attività che pos-
tà che tenga in considerazione i bisogni e le          interculturali                                    si pensa alla complessità della composizio-             sano frenare atteggiamenti razzisti e xeno-
specificità di tutte e tutti nella loro quali-
tà di individui in relazione fra loro, confer-         dall’Europa                                       ne sociale d’Italia e d’Europa, innervata da
                                                                                                         una diversità culturale che è radicata nella
                                                                                                                                                                 fobi, citando come “decisivo” il ruolo degli
                                                                                                                                                                 insegnanti e la cooperazione tra gli istitu-
mando e mantenendo il principio dell’equi-             all’Italia                                        sua storia e che è amplificata dalla globa-             ti scolastici e il contesto in cui sono inse-
tà nell’accesso agli apprendimenti.                    Damiano Razzoli, Fondazione                       lizzazione e dalle migrazioni.                          riti. In dettaglio, la risoluzione poneva le
L’interculturalità è la base indispensabile per        Mondinsieme, Reggio Emilia                        Nel 2012, il 15% degli studenti in Emilia-              fondamenta per l’elaborazione di politiche
una scuola ed una società realmente inclusi-                                                             Romagna era di origine straniera, 87 mila               educative interculturali volte a fronteggia-
ve, che offrano prospettive nelle società in           Anni fa, un professore raccontò l’impatto che     in tutta la regione. Nel 2020 un quarto dei             re fenomeni discriminatori:
rapida trasformazione, che sappiano ridefi-            un laboratorio di educazione interculturale       cittadini italiani sarà di origine non italia-
nire i curriculum educativi e formativi, in-           ebbe su un suo studente di origine straniera.     na, nel 2050 un terzo. Le scuole sono luogo             “L’istruzione e la formazione svolgono un ruo-
dipendentemente dalla presenza di alunni/e             Basata sulla narrazione di esperienze perso-      dove la scommessa di questo incontro tra di-            lo di grande importanza che comporta l’impe-
e cittadini/e d’origine familiare straniera o          nali, vissute direttamente dagli studenti o       versità viene affrontata nel quotidiano, ter-           gno a livello locale, nazionale ed europeo, a
di minoranza. L’interculturalità è la norma-           dalle loro famiglie, riflesse all’interno delle   reno fertile per chiedersi quale società del            combattere il razzismo e la xenofobia. Compi-
le condizione dell’esperienza umana. Ogni              loro case, l’attività consisteva nel rielabo-     futuro vogliamo e come far interagire para-             to fondamentale dei sistemi d’istruzione è la
ambiente educativo deve condurre fino in               rare la propria storia in classe e nel sceneg-    bole di vite dalle traiettorie più varie nello          promozione del rispetto di tutti gli esseri uma-
fondo il proprio processo di interculturaliz-          giarla in un cortometraggio, insieme ai pro-      spazio di uno sguardo.                                  ni, indipendentemente dalle origini culturali e
zazione (e per quanto possibile internazio-            pri compagni di classe. Il giovane, arrivato                                                              dalle idee religiose. Inoltre, essi possono svol-
nalizzazione).                                         da poco in città, ebbe modo di manifesta-         Educazione e diversità                                  gere un ruolo insostituibile nel miglioramento
La scuola, facendosi portatrice di questo ap-          re il suo senso di marginalità culturale, eti-    nell’Unione europea:                                    della conoscenza della diversità culturale. Lo
proccio, può davvero diventare il luogo in-            chettato come straniero tra altri coetanei,       un excursus                                             sviluppo dell’insegnamento, soprattutto della
clusivo ed accessibile dove si acquisiscono            senza motivazione per migliorare un profit-                                                               storia e delle scienze umane, può accentuare
e sviluppano le competenze utili a diventare           to scolastico non eccellente. Attraverso lo       A partire dagli anni Novanta, a livello euro-           la consapevolezza della diversità culturale eu-
cittadine e cittadini di un mondo comples-             sviluppo e il consolidamento delle relazioni      peo è cominciata una riflessione organica sul           ropea ed eliminare gli stereotipi”.
so, quale è quello in cui viviamo.                     tra i compagni, nello svolgere le operazioni      tema del dialogo interculturale. Come dimo-
                                                       previste dal laboratorio educativo, è stato       stra il racconto del professore sul riscatto            Nel biennio 1996-98 si continua a investire
                                                       loro possibile conoscersi e decostruire pre-      del suo studente, l’educazione ne costitui-             sull’educazione con il Libro Bianco Insegnare
                                                       giudizi. Il ricorso a nuovi linguaggi, come la    sce uno degli assi principali. Vi sono state            e Apprendere: verso la società cognitiva, oltre
      Questi laboratori                                scrittura creativa e la recitazione, e a nuovi    alcune tappe principali che hanno portato               che con il piano d’azione “Apprendere nella
      richiedono quasi sempre                          strumenti, quali la videocamera, ha rimesso       attenzione sul rapporto tra scuola, diver-              società dell’informazione”, il quale offriva
      di rinunciare ad una                             in moto qualcosa di assopito. Quello studente     sità culturale e società dell’informazione.             un interessante spunto di analisi, inserendo
      logica interculturale,                           ha visto, nel suo protagonismo all’interno del    Uno dei primi passi è stato compiuto nel                nella riflessione sulla formazione scolastica
      perché dentro il gruppo                          laboratorio, un motivo di riscatto, trovando      1995, con l’istituzione del programma So-               a livello comunitario il tema dei mezzi di co-
      non ci sono culture ma                           un ambito in cui poter essere ascoltato, po-      crates, che comprendeva un’azione dedica-               municazione e della media education. La pre-
                                                       ter crescere, e così cominciare a migliorare      ta all’istruzione interculturale. Nello stesso          sentazione del piano si apriva così: “In una
      ragazzi e ragazze
                                                       sensibilmente il suo approccio alla scuola.       anno, il Consiglio dell’Unione europea e dei            società sempre più basata sulla conoscenza e
      con le loro storie
                                                       Educarsi ed educare alla percezione dell’altro    rappresentanti degli stati membri ha vota-              gli scambi, gli europei devono apprendere fin
                                                       ha una dimensione aperta, già interculturale,     to una risoluzione sulla risposta dei siste-            dalla più giovane età a controllare i nuovi stru-
                                                       in quanto presuppone il contatto tra perso-       mi scolastici ai problemi del razzismo e del-           menti di informazione e di comunicazione”.

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Parallelamente, si avvia a maturazione un                tomatiche, ma vanno acquisite.                   litiche interculturali organiche a livello mu-          sione di informazioni sul dialogo intercultu-
processo che porterà a declinare la questio-             L’Unesco ha affermato che la scuola, in quan-    nicipale, di cui l’educazione e il rapporto tra         rale e sulle discriminazioni tra i professio-
ne del rispetto de diritti umani con quello              to una delle principali istituzioni sociali,     scuola e città è uno dei primi ambiti da cui            nisti nei media. Tale campagna è confluita
della diversità. Nel 2000 esce la Carta dei Di-          ha il compito di stimolare il potenziale de-     partire per combattere separazione ed esclu-            in due progetti seguenti, dedicati alla me-
ritti Fondamentali dell’Unione europea, nel              gli studenti attraverso la trasmissione del-     sione culturale e per stimolare relazioni tra           dia education e alla formazione dei giorna-
2001 l’Unesco pubblica la Dichiarazione Uni-             la conoscenza e la creazione di competen-        culture diverse.                                        listi sulle tematiche della diversità cultura-
versale sulla diversità, mentre nel 2006 le              ze, attitudini e valori che li rafforzano per    A partire dal 2006, il Consiglio d’Europa, inol-        le, Mars (Media Against Racism in Sport) e
Nazioni Unite istituiscono la prima Giorna-              vivere in società. Uno di questi valori è di     tre, ha colto il ruolo dei mass-media nella             Mediane (Media in Europe for Diversity In-
ta mondiale del Migrante. Nel giugno 2007,               certo lo scambio e il dialogo che partono da     costruzione di significati sociali condivi-             clusiveness), concluso nel dicembre 2014.
il Consiglio dell’Unione europea arriva alle             un mutuo riconoscimento e dalla pari digni-      si, insistendo sul loro coinvolgimento nel-             In un contesto educativo, il focus sui media
conclusioni di rinvigorire le politiche di in-           tà di ogni cultura, popolo e civiltà, presenti   la promozione del dialogo e della diversi-              per sensibilizzare alla diversità è strategico.
tegrazione mediante la promozione dell’uni-              insieme nelle nostre scuole.                     tà culturale.                                           Infatti, se il mondo che ci circonda viene di-
tà nella diversità.                                      Il Libro Bianco sul Dialogo Interculturale ri-   Da una parte, il programma Pestalozzi cita              schiuso e rappresentato con lenti multiple di
È con il 2008 che la sensibilità europea sul-            prende tale principio, specificando come le      i media come strumento didattico rilevan-               testi scritti, orali, audiovisivi, che si assur-
le politiche a favore dell’incontro tra civil-           scuole debbano introdurre “il rispetto dei di-   te, mentre quello delle Intercultural Cities            gono a elementi imprescindibili del tessu-
tà e culture diverse subisce una significati-            ritti umani come base per affrontare la diver-   li considera quale dimensione che incide si-            to generale dell’esperienza, i media possono
va accelerazione.                                        sità, stimolando così apertura verso le altre    gnificativamente sulle politiche di una cit-            avere una notevole influenza sulle relazio-
                                                         culture”. Tuttavia, ricorda anche la centrali-   tà; basti pensare alle percezioni sulla diver-          ni interculturali, in termini sia positivi sia
Il Libro Bianco sul                                      tà dell’insegnamento superiore e delle uni-      sità, orientate da coperture giornalistiche             negativi. La penetrazione delle immagini e
Dialogo Interculturale                                   versità, dell’apprendimento non-formale e        equilibrate o stereotipate, che possono co-             dell’informazione nella vita quotidiana me-
                                                         informale, della formazione degli educatori.     esistere in un contesto urbano variegato o              diante device mobili, come gli smart-phone,
Il Consiglio d’Europa, da sempre attivo sul                                                               conflittuale.                                           costringono a una valutazione d’insieme sul-
fronte della cooperazione culturale europea,             I programmi del                                  Dall’altra parte, sono stati lanciati program-          le pratiche educative interculturali proget-
pubblica il Libro Bianco sul Dialogo Intercultu-         Consiglio d’Europa:                              mi paralleli dedicati specificatamente ai pro-          tate con i media.
rale, uscito in concomitanza con l’anno eu-              diversità, educazione, media                     fessionisti della comunicazione. Proprio nel
ropeo dedicato allo stesso tema, come san-                                                                2006 è stata promossa la campagna All Diffe-
cito dall’Unione europea.                                Come sono applicate, in concreto, tali indi-     rent All Equal sulla promozione della diversi-          Ragazzi e ragazze
L’educazione interculturale, insieme alla go-
vernance della diversità, all’importanza della
                                                         cazioni sulle politiche interculturali euro-
                                                         pee in materia di educazione? Il Consiglio
                                                                                                          tà, dei diritti umani e della partecipazione,
                                                                                                          che conteneva anche un toolkit con informa-
                                                                                                                                                                  al centro
cittadinanza attiva e della partecipazione,              d’Europa, per esempio, ha istituito due pro-     zioni e strumenti laboratoriali da usare con i          Alessandra Falconi, Centro
alla cura degli spazi urbani e alle relazioni            grammi al riguardo, che hanno uno spes-          più giovani, proseguita poi con la campagna             Zaffiria, Bellaria Igea Marina
internazionali, rappresenta una delle aree               sore fondamentale. Il primo è il Pestalozzi      Speak Out Against Discrimination che preve-
strategiche sulle quali intervenire per salva-           Program, concepito per riconoscere e sup-        deva tre linee di azione: costruire partena-            I firmatari del Protocollo lavorano con ado-
guardare e sviluppare i diritti umani, la de-            portare la rilevanza dell’educazione e della     riati con media a larga diffusione e media              lescenti che frequentano le scuole secon-
mocrazia, il significato delle leggi, così come          formazione dei docenti nelle società multi-      multiculturali per fornire informazioni sulle           darie di primo e secondo grado realizzan-
promuovere la conoscenza reciproca. Le ra-               culturali e sempre più eterogenee, con un fo-    questioni interculturali e sulle politiche di           do esperienze che sono state riutilizzate
gioni di una simile scelta sono riconducibi-             cus marcato sulle modalità di sviluppo delle     lotta alle discriminazioni; sostenere l’acces-          per costruire una nuova “legenda” che per-
li al fatto che l’abilità di capire gli altri, al        competenze interculturali attraverso l’edu-      so alle professioni e alle produzioni dell’in-          mettesse di leggere la mappa in modo di-
di là di ogni tipo di barriera culturale, è un           cazione. Il secondo, avviato congiuntamen-       dustria dei media di persone appartenenti a             verso, provando a cambiare il proprio punto
prerequisito fondamentale per fare in modo               te alla Commissione Europea, è l’Intercultu-     minoranze, contribuendo così a una maggio-              di osservazione. Siamo davanti ad adole-
che le nostre società democratiche e diver-              ral Cities Program, nato per mettere in rete     re espressione della diversità; incoraggiare            scenti che spesso vengono guardati per le
se funzionino. Tali competenze non sono au-              città europee che hanno implementato po-         la condivisione di buone prassi per la diffu-           loro mancanze, per quello che non sono, per

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quello che dovrebbero essere. È più fecon-             se possiamo trovare il ritratto più autentico         e le aspettative, anticipare le difficoltà,           za stampa diventano modi per proiettare i
do e produttivo valorizzarli per quello che            degli adolescenti che abbiamo davanti: i loro         chiarire gli interlocutori e i limiti perso-          ragazzi e le ragazze nella sfera pubblica.
sanno, fanno, hanno. Per questo è più pro-             sogni, le loro aspettative, i loro eroi, cosa         nali e strutturali;
mettente una domanda sul futuro che una                li fa ridere, le loro sfide, i loro riti. Letizia   • quale narrazione pubblica dell’adolescen-            La trasformazione passa dal protagonismo
sul passato. Cambia il punto di vista di chi           Caronia scrive che “i media e i loro conte-           za, dell’Altro, dell’uso dei social? Con qua-        (di gruppo), dal piacere del fare, da una in-
conduce il laboratorio che esce dalla dialet-          nuti sono [...] vie d’accesso a mondi in co-          le sfondo culturale facciamo i conti? Che            dispensabile leggerezza che sa coinvolge-
tica disagio/benessere per entrare in una di-          mune localmente condivisi”: ogni gruppo-              storia nuova possiamo raccontare alla co-            re anche gli altri, sa parlare ad una comu-
mensione più esplorativa. Con i ragazzi e le           classe o gruppo-gruppo crea giochi, ruoli,            munità? La media education prevede di in-            nità più ampia.
ragazze si esplorano temi, argomenti, luo-             riti, storie, valorizza personaggi, canzoni,          dagare questi aspetti per aiutare gli stu-           Il progetto può allora essere il luogo in cui
ghi, storie alla ricerca di una “enciclopedia          parole e prodotti.                                    denti a rendersi conto dell’intreccio tra            si avvia un percorso trasformativo non solo
delle possibilità” che svela agli studenti il          “Non sono i media in sé a essere componenti           narrazione personale e mediale, per sco-             per gli adolescenti ma anche per le istituzio-
non-visto, il non-detto, il non-colto. Stefa-          salienti della cultura quotidiana, ma il fat-         prire cosa del “mare magnum” mediale en-             ni coinvolte che accettano di vivere (e non
no Laffi, sociologo e formatore per l’agen-            to che essi vengono per così dire catturati           tra nelle loro pratiche e costruisce senso e         solo di far vivere) una proposta culturale che
zia Codici, propone “la positività come que-           da pratiche comunicative. Credo che le cose           riti condivisi con gli altri;                        ha un profondo valore etico.
stione di metodo, non di valori”.                      stiano più o meno così: i media e le rappre-        • mappare le risorse che la città offre pas-
Questo spostamento del punto di vista com-             sentazioni del mondo che essi propongono              sando da quelle più strutturate (come mu-            È importante trovare i temi giusti, quelli che
porta un’aumentata fiducia nei confronti de-           si offrono come oggetti culturali possibi-            sei, biblioteche, cinema, festival) a quelle         sanno essere dei veicoli di interesse. A que-
gli adolescenti che possono così sperimen-             li, porzioni di mondo suscettibili di diven-          più “indefinite” (gruppi su Facebook, grup-          sto proposito, Geneviève Jacquinot, esper-
tare nuovi ruoli: quello di esploratore della          tare parte del mondo sociale, intendendo              pi informali, singole storie esemplificati-          ta di media education, ci ricorda che : “Non
comunità e trasformatore di essa. Il tema              con questo il mondo quale è costruito e de-           ve…) per appoggiare il progetto su una               bisogna mai lasciare fuori dalla scuola tutto
del “protagonismo” così difficile da realizza-         costruito attraverso l’interazione quotidia-          rete cucita sulla realtà che gli adolescenti         ciò che costituisce il pane mediatico quoti-
re e da ‘delineare’, trova nelle parole “esplo-        na. Ma l’ingresso non è scontato: perché ciò          vivono ma spesso non conoscono. Stefano              diano; non bisogna mai limitarsi alle grandi
ratore” e “trasformatore” un respiro profon-           avvenga essi devono divenire oggetti di di-           Laffi ne parla con la metafora del “solco”:          opere del repertorio cinematografico, ma osa-
do, un senso nuovo che riposiziona anche               scorso oppure focus di un’attenzione condi-           “gli adolescenti a volte hanno pochi pun-            re lavorare anche sulla produzione corrente,
gli altri interlocutori. La scuola diventa il          visa, vettori o mediatori di azioni congiun-          ti di riferimento e fanno il solco per muo-          sulle sue ragioni d’essere, le sue manifesta-
luogo dove sognare una nuova realtà, luogo             te tra attori sociali”.                               versi tra quelli”. Un progetto sulla parte-          zioni; non bisogna ridurre la stampa scritta
dell’immaginazione e della trasformazione. I           Che cosa possiamo trovare in questi discor-           cipazione dovrebbe aprire nuovi sentieri,            allo studio dei quotidiani quando sappiamo
progetti dovrebbero quindi porsi l’obiettivo           si mediali? Cosa crea attenzione condivisa?           allargare la mappa e l’elenco dei punti di           bene che i giovani preferiscono certa stam-
di traghettare i ragazzi e le ragazze laddo-                                                                 riferimento;                                         pa specializzata (penso alle riviste dedica-
ve da soli non potrebbero arrivare. L’adulto           Come progettare                                     • come proietto il lavoro nella dimensione             te ai videogiochi delle quali si è dimostra-
diventa un’opportunità e la garanzia stessa                                                                  pubblica? che fine fanno i video realizzati,         to l’importante ruolo nella socializzazione
che quella opportunità possa essere creata.            Lavorando con adolescenti la parola chia-             le foto, il giornale, la pagina Facebook… Il         dei giovani)”. Occorre “[...] ripensare l’edu-
E l’esperienza è più forte quando gli adole-           ve diventa “partecipazione”: generare per-            lavoro di valorizzazione del prodotto spes-          cazione ai media - sarei tentata di dire l’e-
scenti possono lavorare per davvero e non              corsi di partecipazione è il compito stori-           so arriva alla fine, quando documentazio-            ducazione tout court - cominciando a pren-
per finta, con professionisti veri e non solo          co degli adulti.                                      ne, rendicontazione e stanchezza assorbo-            dere sul serio le mediaculture dei giovani,
sulla simulazione del vero. Se l’adolescenza           Come progettare percorsi di partecipazione            no le energie rimaste. Questa fase invece            altrimenti si corre il rischio di una grande
è sfida occorre trovare quella “giusta”, una           che abbiano davvero senso?                            è fondamentale perché è solo da qui che il           ‘disgiunzione’, persino nell’educazione ai
sfida che permetta una trasformazione, un’e-           Alcune riflessioni per analizzare il contesto         punto di vista, il racconto, il prodotto me-         media, tra le generazioni degli insegnanti
sperienza memorabile che segni in positivo             prima del progetto:                                   diale diventa oggetto culturale che entra            e quella degli studenti”.
la biografia personale.                                • occorre che vengano preparate le istituzio-         nella sfera pubblica e dialoga con le per-           Il tema giusto rischia quindi di essere na-
Perché partire dalla media education? Per-               ni che si intendono coinvolgere: condivi-           sone e le istituzioni. Partecipare a festi-          scosto nella quotidianità dei ragazzi e delle
ché nello specchio delle pratiche mediali for-           dere il senso del progetto, i diversi ruoli         val, organizzare una mostra, una conferen-           ragazze, in quelle pratiche scontate e poco

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pensate che emergono solo se gli adolescenti            il vero nemico degli adolescenti spesso è la       non parlare di media, pratiche mediali, rap-          vita che facilitano l’essere cittadini attivi,
hanno voglia di condividerle con gli adulti.            noia, come ci ricorda Laffi. Se il progetto        presentazioni della realtà, racconto, stere-          ne sono causa e effetto allo stesso tempo.
La progettazione richiede anche di pensare              ha come obiettivo delle esperienze trasfor-        otipo, piano dei valori. Se diamo per asso-
al “dopo” progetto, ovvero all’autonomia del            mative, occorre pensare a come progettare          dato che la maggior parte dei racconti che
processo nel lungo periodo: un buon stru-               e valutare il lavoro affinché gli adolescenti      contribuiscono a creare la nostra immagi-                   Le life skills sono
mento può essere l’attivare processi di edu-            abbiano una netta percezione della differen-       ne del mondo arrivi da quei grandi narra-                   una gamma di abilità
cazione tra pari e intercettare luoghi che              za di sé prima e dopo. Questo implica porre        tori che sono i media, se consideriamo il
                                                                                                                                                                       cognitive, emotive
                                                                                                                                                                       e relazionali di base
possano accogliere quanto è nato dal per-               sfide, ovvero proiettare i ragazzi verso una       tempo passato nelle piazze virtuali a rac-                  che consentono alle
corso: un gruppo di ragazzi e ragazze con               dimensione pubblica che spesso non incon-          contare grandi e piccole cose, se pensiamo                  persone di operare con
nuove competenze che ha sperimentato il                 trano (la città, le istituzioni, i giornali,...)   a come noi per primi mettiamo in forma il                   competenza sia sul
piacere del fare insieme riconosciuto anche             superando il riferimento ai soli pari, farli       mondo e noi stessi, ecco allora che media                   piano individuale che su
dalla comunità.                                         immergere in contesti che non sono abitua-         education e partecipazione trovano aree
                                                                                                                                                                       quello sociale.
                                                                                                                                                                       Si tratta della capacità
Il trasferimento di competenze è facilitato             li, secondo una logica di «presenti alterna-       di intersezione fondamentali ad entrambe.                   di prendere decisioni,
dall’incontro con le competenze reali, quelle           tivi possibili» alla condizione di partenza.       I percorsi di cittadinanza, ovvero di cono-                 capacità di risolvere
maturate in mestieri che solitamente stanno             Ecco che serve tempo, quello che la scuola         scenza o consapevolezza di diritti e do-                    i problemi, saper
fuori dalla scuola: giornalisti, artisti, pub-          sembra non avere mai. L’esperienza trasfor-        veri, di presa di parola, di interlocuzione                 usare pensiero critico
blicitari, videomaker, scrittori…                       mativa ha bisogno di un tempo “curato” che         con le istituzioni, di interrogazione della
                                                                                                                                                                       e creativo, avere
                                                                                                                                                                       una comunicazione
Adrian Paci, artista albanese, nell’incontro            l’insegnante mette e costruisce con piace-         città... partono dal presupposto che ci sia                 efficace e capacità di
con gli studenti di III C dell’Istituto Compren-        re, convinzione e partecipazione. È un nodo        una messa in forma di un contenuto e ci sia                 relazioni interpersonali,
sivo di Bellaria Igea Marina li ha fatti riflet-        fondamentale da sciogliere: se la prima do-        necessità di uno spazio in cui scambiarlo                   autocoscienza e
tere proponendo loro esempi su come l’arte              manda della scuola è “quante ore porterà           e discuterlo. Qui misuriamo anche il limite                 empatia, saper gestire le
possa trasformare le esperienze in espres-              via?” forse è meglio non cominciare neppu-         dei media: scopriamo che la presa di paro-
                                                                                                                                                                       emozioni e lo stress.
sione: “attraverso il racconto si fa uscire l’e-        re. Il tempo lungo è necessario per rivedere       la dei ragazzi e delle ragazze, nelle stesse
sperienza da una dimensione quotidiana e                il progetto, rimetterlo in pista laddove gli       comunità di vita, ottiene meno “mi piace”
la si porta in un’altra dimensione”. È un rac-          stimoli non abbiano funzionato bene, lad-          dell’ultima banale notizia di cronaca loca-           Scuola - extrascuola
conto fatto per parole e/o immagini, confe-             dove l’attivazione sia stata poco significa-       le; che la voglia di implicarsi, coinvolger-
zionato in forma di video, giornale, instal-            tiva o dove la necessaria rielaborazione ab-       si, farsi tirare in causa dalle opinioni degli        La scuola è incubatrice dell’immaginabile,
lazione, mostra fotografica.                            bia mostrato delle mancanze e delle lacune.        adolescenti non è poi così facile.                    garantisce e rende possibile un esercizio di
Da dove cominciare? Dove trovare l’ispirazione?         È probabile che le cose non vadano come            Se la media education prevede fasi di sco-            immaginazione sulla trasformazione della re-
Gli strumenti per l’attivazione sono molte-             ci si aspetti, la serenità della valutazione       perta e analisi delle proprie pratiche media-         altà che porta gli adolescenti a essere citta-
plici: sollecitazioni emotive, attivazione te-          serve a illuminare le modifiche necessarie,        li, se prova a studiare un po’ in profondità          dini propositivi e costruttivi. È una istitu-
atrale e espressiva, l’importante è che anche           i ripensamenti, i cambiamenti di strategia         funzionamenti e messaggi è per dare agli              zione riconosciuta e legittimata a prendere
il corpo si metta in movimento e in ricer-              e/o alleanze. Nei progetti è importante che        alunni la possibilità di usare in maniera cre-        parola sulla “cosa pubblica”, è insomma nel
ca, privilegiando l’azione, il fare alla paro-          ci sia apprendimento rispetto ai temi scel-        ativa e ragionata, ma anche con leggerezza            ruolo migliore per aprire, ai propri ragazzi e
la (che viene poi contemporaneamente al                 ti, alle competenze che ci si era impegnati        poetica (laddove possibile) quei linguaggi            ragazze, quelle porte inaccessibili senza un
fare, spesso più nitida e chiarita dall’azio-           a sviluppare, ai problemi che si era deciso        e quelle grammatiche che ci permettono di             aiuto. Non è un caso che i migliori Consigli
ne). Si può ricorrere a quei temi e a quelle            di affrontare: il fattore tempo è fondamen-        parlare oggi. Di dialogare. “L’ambizione è -          Comunali dei ragazzi, almeno nella nostra
situazioni capaci di generare carica emoti-             tale perché ci sia apprendimento e non solo        come scrive Stefano Laffi - anche quella di           Regione, originano da scuole che prendono
va: elementi ‘narrativi’ della quotidianità, si-        una positiva attivazione in quella direzio-        cambiare la narrazione pubblica rispetto a            sul serio il loro ruolo culturale nella comu-
tuazioni che danno vita a sfide e complicità            ne, non solo la scoperta di qualcosa che po-       questi ragazzi, ridarle autenticità, comples-         nità. La scuola spesso è vista come il luogo
all’interno del gruppo. L’importante è par-             trebbe essere interessante.                        sità, positività, «autobiografia»”.                   in cui dover passare per dare visibilità alle
tire dal desiderio e non dal disagio, perché            Quando si parla di cittadinanza non si può         Gli studenti rinforzano quelle competenze di          attività per bambini, adolescenti e fami-

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