IPhone 11 da record, è lo smartphone più venduto al mondo

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IPhone 11 da record, è lo smartphone più venduto al mondo
iPhone 11 da record, è lo
smartphone più venduto al
mondo

L’iPhone 11 segna un nuovo record e fa segnare al colosso di
Cupertino un nuovo successo. Lo smartphone della Mela
Morsicata è infatti diventato lo smartphone più popolare al
mondo, superando i risultati messi a segno un anno fa
dall’iPhone XR nonostante l’epidemia di coronavirus abbia
contratto il mercato. Secondo gli analisti di Omdia, nel primo
trimestre dell’anno l’iPhone 11 è stato il telefono più
gettonato su scala globale, con 19,5 milioni di unità
consegnate. L’iPhone XR nel primo trimestre del 2019 si era
fermato a 13,6 milioni di unità. Con l’ultimo modello di
smartphone Apple è riuscita a trovare il giusto equilibrio tra
prezzi e funzionalità, garantendo un forte appeal del
IPhone 11 da record, è lo smartphone più venduto al mondo
dispositivo. Al lancio, l’iPhone 11 costava 50 dollari in meno
rispetto al suo predecessore iPhone XR. Tuttavia, nonostante
il prezzo più basso, iPhone 11 presenta una configurazione a
doppia fotocamera, un importante aggiornamento rispetto alla
configurazione a obiettivo singolo del precedente leader di
mercato. Questa novità si è rivelata estremamente attraente
per i consumatori, favorendo l’aumento delle vendite. Al
secondo posto tra gli smartphone più venduti nei primi tre
mesi del 2020 c’è il Galaxy A51 di Samsung con 6,8 milioni di
pezzi. Seguono il Redmi Note 8 e il Redmi Note 8 Pro di Xiaomi
con 6,6 e 6,1 milioni di smartphone rispettivamente. Al quinto
posto l’iPhone XR (4,7 milioni) precede l’iPhone 11 Pro Max
(4,2 milioni). La classifica prosegue con il Galaxy A10s (3,9
milioni), l’iPhone 11 Pro (3,8 milioni), il Galaxy S20 Plus 5G
(3,5 milioni) e il Galaxy A30s (3,4 milioni). Guardando agli
smartphone 5G, il Galaxy S20 Plus 5G di Samsung apre la
classifica, davanti al Mate 30 5G (2,9 milioni) di Huawei e al
Mate 30 Pro 5G (2,7 milioni), al Galaxy S20 5G (2,4 milioni) e
al Galaxy S20 Ultra 5G (2,3 milioni). Tuttavia, a causa della
pandemia da COVID-19, in molti Paesi il mercato degli
smartphone continuerà a contrarsi ed insieme ad esso anche il
ritmo di espansione del 5G. Unica eccezione è la Cina, dove il
mercato degli smartphone si sta riprendendo rapidamente.

F.P.L.

Saints    Row   The   Third
Remastered, la gang torna a
IPhone 11 da record, è lo smartphone più venduto al mondo
60 fps
IPhone 11 da record, è lo smartphone più venduto al mondo
Saints Row The Third Remastered arriva sulle attuali
piattaforme di gioco a quasi 10 anni dall’uscita del titolo
originale e lo fa con una veste grafica del tutto restaurata e
molte piccole chicche che faranno la gioia dei gamers.
Lanciata inizialmente nel 2011 per le maggiori piattaforme del
tempo, questa bizzarra ed egocentrica opera di Deep Silver
Volition torna in grande spolvero per far nuovamente morire
dalle risate a suon di colpi di armi da fuoco ed esplosioni
pirotecniche. Ricordato per essere sempre stato “il
fratellastro meno cool di GTA“, con questo terzo capitolo
Saints Row ritrovò la sua dimensione discostandosi dal
classico stereotipo e, soprattutto, dall’ombra del suo
“parente non di sangue” targato Rockstar Games. Restando
sempre sopra le righe per non perdere l’identità costruita con
i precedenti titoli, nel 2011 era riuscito a ritagliarsi il
suo spazio e a conquistare una buona fetta di mercato. Saints
Row The Third Remastered è disponibile per Xbox One, versione
da noi testata, ma anche per PlaySation 4 e PC. Prima di
parlare dell’aspetto puramente tecnico di questa riedizione,
vogliamo introdurre brevemente l’opera per far comprendere a
chi non avesse mai giocato prima d’ora a quest’avventura di
che cosa si sta parlando.

In Saints Row The Third i giocatori vestiranno i panni di una
gang di criminali chiamata per l’appunto i Third Streets
Saints. Nata da piccoli crimini stradali e controlli di
quartiere nella città di Stilwater (Michigan), la banda di
delinquenti è ormai divenuta un vasto impero criminale e
mediatico che ha guadagnato un potere incredibile, al punto da
avere la maggiore influenza come brand a livello nazionale.
Saints Row The Third Remastered inizia con il protagonista,
che l’utente potrà creare a suo piacimento tramite un editor
ben fatto che permetterà anche di regolare la dotazione
sessuale del proprio alter ego virtuale, impegnato in un
ambizioso colpo a una banca. Purtroppo la rapina però non va
liscia come avrebbe dovuto, e da qui il giocatore sarà
impegnato in una rocambolesca fuga che definire
IPhone 11 da record, è lo smartphone più venduto al mondo
cinematografica è persino riduttivo: sterminando praticamente
un intero esercito di nemici costituito da guardie del corpo
spietate, gang nemiche e persino agguerritissimi agenti SWAT.
Il protagonista, insieme ai suoi fidati compagni, si farà
strada sul tetto di un edificio facendo saltare in aria
innumerevoli elicotteri e riuscendo persino a sfuggire
dall’aereo del “Sindacato” (organizzazione rivale che ricatta
i Saints), e a salvarsi tramite una surreale escursione in
parapendio con sparatorie volanti incorporate. Dopo questa
fase action inizierà la classica esperienza di gioco open
world criminale, avendo accesso a un appartamento munito di
garage che ospita già tanti mezzi disponibili, e potendo
contare su diversi contatti che ci offrono rapine, crimini e
lotte con le gang rivali per allargare il territorio. Tutte
queste missioni ricompensano con denaro e con punti rispetto,
che consentono si salire di grado e di sbloccare nuove bocche
da fuoco, potenziamenti, proprietà e quant’altro, in un modo
abbastanza familiare per chi conosce i free roaming criminali.
Nonostante il gameplay di Saints Row The Third Remastered
soffra ormai il peso degli anni, il gioco risulta ancora molto
divertente. Sebbene alcune meccaniche non siano articolate
quanto ci si aspetterebbe, l’estrema irriverenza e la follia
di tutto ciò che ci viene offerto farà soprassedere sulle
dinamiche di gameplay non proprio fresche. Dal linguaggio
estremamente scurrile alle auto istrioniche, ai mezzi estremi
e alle armi teleguidate, tutto quello che si può fare risulta
folle, estremamente soddisfacente e incredibilmente
divertente.

Dopo questo breve ma doveroso riassunto della trama passiamo a
descrivere i cambiamenti tecnici apportati a questo Saint Row
The Third Remastered. Prima di ogni cosa si nota che la
risoluzione nativa è stata incrementata, arrivando a 1080p su
console base e 1440p (con upscaling a 4K) su PS4 Pro e Xbox
One X, mentre su PC ovviamente c’è il supporto alle
risoluzioni native più estreme. Per quanto riguarda il frame-
rate, questo è bloccato di default a 30fps, un aspetto che
IPhone 11 da record, è lo smartphone più venduto al mondo
potrebbe inizialmente dar storcere la bocca, ma fortunatamente
nel menu delle opzioni esiste l’opzione per passare ai tanto
agognati 60fps. L’aumento di risoluzione è il classico lavoro
che si fa in sede di rimasterizzazione ma anche il minimo
sindacale. Il remaster di Saints Row The Third va però
fortunatamente ben oltre: il gioco infatti gira su un motore
basato sulla fisica che applica anche un’inedita illuminazione
globale. Il look ora risulta totalmente nuovo grazie a tre
nuovi metodi di occlusione ambientale che si combinano tra
loro a seconda del tipo di oggetto o texture. Depth of field e
motion blur sono stati potenziati, così come la nebbia e gli
effetti volumetrici. Sono stati aggiunti anche nuovi effetti
post-processing come aberrazione cromatica e grana
cinematografica, che assieme a nuovi filtri UV, anti-aliasing,
riflessi ambientali e delle superfici, HDR e nuovi gradienti
di colore in base all’ora del giorno, restituiscono al mondo
di gioco un aspetto nuovo e più realistico. Un grande lavoro è
stato svolto anche sulle texture e sugli elementi del mondo.
Le texture presenti in Saints Row The Third Remasterd sono ad
alta risoluzione e le animazioni dei modelli non sono più
compresse. Elementi come vegetazione, cespugli degli alberi e
shader in alcuni casi sono stati completamente rifatti da
zero. La tessellazione è stata migliorata, sono state aggiunti
materiali riflettenti ai vetri di finestre e finestrini delle
auto, e l’illuminazione degli interni è stata riprogettata per
adattarsi al nuovo sistema governato dalla fisica. Insomma, ci
si trova dinanzi a un lavoro davvero curato e ben fatto.

Saints Row The Third Remasted però ha anche altro da offrire,
infatti, il pacchetto comprende tutti gli oltre 30 DLC
rilasciati dopo il lancio originale su console last-gen,
alcuni dei quali sono disponibili da subito in forma di
elementi cosmetici o missioni alternative. Questi contenuti
aggiuntivi sono davvero tanti e all’epoca del lancio costavano
anche parecchio. Se tutto questo non dovesse bastare,
sottolineiamo che si può affrontare l’intera storia in co-op
online e aiutare i propri amici entrando nella loro partita,
IPhone 11 da record, è lo smartphone più venduto al mondo
alzando così l’asticella del divertimento. Ultima ma non per
questo meno importante è anche la “Modalità Lorda”, che
permette di affrontare una serie di scagnozzi a ondate come
una sorta di Orda, impugnando armi pazze come un enorme dildo
di gomma. Insomma, tirando le somme, il pacchetto offerto da
Saints Row The Third Remasterd è davvero un’ottima occasione
per poter rivivere in maniera migliorata l’esperienza di gioco
vissuta un decennio fa, poter giocare a tutti gli elementi
post lancio, ma anche, nel caso in cui non si abbia avuto la
fortuna di giocare al titolo originale, di scoprire un
videogame esilarante, volutamente iperbolico, spregiudicato,
ma soprattutto estremamente divertente. Credete a noi:
lasciarselo sfuggire sarebbe un vero peccato.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

Distanza   sociale,   arriva
Sodar lo strumento di Google
IPhone 11 da record, è lo smartphone più venduto al mondo
che aiuta a mantenerla

Mantenere la corretta distanza sociale in questo particolare
periodo è di fondamentale importanza, proprio per questo scopo
Google ha creato uno strumento chiamato “Sodar”, che usa la
realtà aumentata (AR) per disegnare intorno all’utente un
confine dal raggio di due metri. Lo strumento funziona solo su
smartphone Android, e solo attraverso il browser Chrome.

Per    utilizzarlo     basta     accedere    all’indirizzo
sodar.withgoogle.com e accettare le condizioni d’uso. Sodar
sfrutta la fotocamera posteriore dello smartphone per
riprendere ciò che l’utente ha davanti a sé. Per calibrarlo è
IPhone 11 da record, è lo smartphone più venduto al mondo
sufficiente inquadrarsi i piedi, dopo di che sullo schermo
apparirà una linea bianca che delimita, con un po’ di
approssimazione, i due metri di distanza. L’applicativo Sodar
funziona attraverso il browser di casa, Chrome, che deve
essere aggiornato all’ultima versione disponibile, dunque non
si scarica (ancora) da Google Play Store come una normale
applicazione.

Per ora funziona soltanto su dispositivi come smartphone e
tablet Android. Sodar utilizza lo standard WebXr che Google ha
implementato sul browser Chrome per Android dalla versione v79
e richiede naturalmente il permesso di accedere alla
fotocamera del dispositivo. Funziona solo in modalità
verticale, come mostrato nel video pubblicato su Twitter per
presentare il progetto. Per provare subito l’applicativo basta
recarsi sul sito ufficiale del progetto parte del programma
Experiments with Google. Non funziona sempre al meglio, basta
dunque calibrare la fotocamera inquadrando riferimenti come
pavimenti e muri per far sì che la linea dei due metri venga
finalmente visualizzata. In termini di privacy, infine, Google
sottolinea che le immagini circostanti saranno visibili solo
dalla persona che sta utilizzando lo strumento e non dallo
stesso sito.

F.P.L.

Modern Warfare 2 campaign
remastered, il ritorno del
mito
IPhone 11 da record, è lo smartphone più venduto al mondo
Modern Warfare 2 rappresenta per tutti i giocatori di Call of
Duty uno dei capitoli più importanti del brand. Personaggi
come Ghost, Soap, il capitano Price e Roach sono delle vere e
proprie icone che hanno contribuito a rendere la serie di MW
una fra le più apprezzate di sempre. Le ambientazioni e la
trama poi, semplice ma a dir poco geniale, miscelata alla
colonna sonora del mitico Hans Zimmer hanno incoronato Modern
Warfare 2 come uno dei migliori giochi di guerra di sempre. Il
titolo, nel lontano 2009 fu criticato per via della campagna
violenta, coraggiosa e molto controversa, che ha causato una
serie di polemiche per il suo contesto narrativo e per alcune
rappresentazioni considerate politicamente scorrette. Nella
missione “Niente russo” infatti, un gruppo di terroristi russi
compie un massacro in un aeroporto uccidendo civili di ogni
età, poliziotti e forze speciali. Inoltre in questa
particolare missione un agente infiltrato della Cia viene
ucciso e il suo corpo viene lasciato sul posto. Tale mossa
darà il via a una serie di eventi che porteranno il mondo
molto vicino alla terza guerra mondiale, ma dietro questo
episodio, in realtà, c’è molto di più. A distanza di 11 anni
dall’uscita del gioco su Ps3, Xbox 360 e PC, Beenox propone
Call of Duty Modern Warfare 2 Remastered, una
rimasterizzazione della sola campagna, mantenendo i contenuti
intatti e migliorando solo e unicamente l’impatto visivo.
Peccato per la totale assenza della componente multigiocatore
e delle missioni coop, ma capiamo pienamente la scelta di
Activision, il quale sta puntando tutto sul suo nuovo Modern
Warfare (qui la nostra recensione) e sulla modalità battle
royale chiamata “Warzone” (qui la nostra recensione).
Fortunatamente quest’edizione rimasterizzata ha un costo
ridotto: 25 euro, e acquistandola, sarà possibile ricevere un
bundle per il nuovo Mw a tema Ghost (il personaggio icona di
Mw2) che se paragonato agli altri pacchetti operatori avrebbe
un prezzo di 20 euro. Quindi, tutto sommato il gioco vale la
candela. Specialmente se si è fan della saga o se non si ha
mai avuto l’occasione di giocare questo titolo.

Ma veniamo all’analisi di quest’edizione 2020 del classico di
11 anni fa. La campagna di Modern Warfare 2 remastered è
rimasta esattamente la stessa. Frenetica, cinematografica,
violenta e soprattutto incredibilmente avvincente. La storia
con protagonista Soap, Roach, Price, Ghost e tutti gli altri
membri della Task Force 141 offre tutta una serie di colpi di
scena e momenti che rimangono sorprendenti ancora oggi,
sottolineando la cura narrativa e la passione nel team di
sviluppo di dare vita a una vicenda tutt’altro che banale e
piuttosto matura. Non mancano inoltre momenti d’azione pura,
dove il ritmo e la velocità d’esecuzione riescono da subito a
incentivare il giocatore e non annoiarsi, grazie anche a un
susseguirsi di situazioni davvero esaltanti che coprono tutte
le 10 ore circa necessarie per concluderla al massimo della
difficoltà. Modern Warfare 2 funziona ancora dopo 11 anni:
riuscire a non emozionarsi davanti alla corsa forsennata sulle
motoslitte nella neve o durante l’inseguimento nelle favelas
di Rio, ma anche durante la riconquista della Casa Bianca è
davvero impossibile. In alcuni frangenti poi le emozioni sono
davvero forti e la voglia di arrivare fino in fondo si fa
sempre più forte. Insomma, questa edizione 2020 del gioco
porta con se una grandissima carica e negarlo sarebbe da
sciocchi. Call of Duty Modern Warfare 2 Remastered ha subito
lo stesso trattamento riservato in precedenza a Call of Duty
Modern Warfare remastered sviluppato da Raven Software.
Stavolta al timone di questa rivisitazione, come già
accennato, c’è Beenox, un team che ha saputo migliorare una
serie di caratteristiche che esaltano non di poco l’estetica
del   prodotto.     Sono   facilmente    notabili     infatti
un’illuminazione migliore e più realistica, poligoni e texture
aggiornati, oltre ad animazioni più complesse. Non solo
l’aspetto grafico ha subito un upgrade, ma anche tutto il
comparto relativo al sound design. Le armi hanno suoni più
realistici, così come tutta la componente sonora legata
all’ambiente intorno al giocatore. Nel complesso il lavoro è
assolutamente apprezzabile e siamo certi che anche i fan di
vecchia data rimarranno colpiti dal risultato finale.
Ovviamente i miracoli non si possono fare, la struttura è
rimasta la stessa e il gioco è ben lontano da Call of Duty
Modern Warfare del 2019, ma di sicuro Mw2 remastered non
sfigura dinanzi ad alcuni titoli attuali, riuscendo a essere
godibile in ogni sua parte. Il gioco, ricordiamo, è
disponibile su PlayStation 4 dal 1 aprile e su Xbox One e Pc
dal 1 maggio. La nostra prova è stata fatta sulla console di
casa Microsoft (motivo per cui la nostra recensione è uscita
solo adesso) e il risultato vi assicuriamo è veramente
grandioso. Tirando le somme, Call of Duty Modern Warfare 2
remastered, a nostro avviso, è un titolo che vale
assolutamente la pena di essere acquistato. Sia che si sia già
giocato nella versione 2009, sia che non si sia giocato mai,
questo videogame è uno degli sparatutto in prima persona più
importanti di sempre, quindi ignorarlo sarebbe un vero
peccato.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 9

Gameplay: 9

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise
Galaxy    A41,   il   nuovo
smartphone Samsung
Samsung annuncia l’ampliamento della famiglia Galaxy A con
l’approdo sul mercato italiano di Galaxy A41, disponibile in
vendita su Samsung.com e presso i negozi, online e offline,
delle principali insegne di elettronica di consumo e degli
operatori telefonici. Galaxy A41 sfrutta al massimo il suo
form factor compatto con un display Infinity-U Super AMOLED da
6,1 pollici, offrendo un’esperienza di visione coinvolgente
che si adatta comodamente al palmo della mano. Dotato di una
batteria a lunga durata da 3.500 mAh, il nuovo smartphone è
progettato per garantire la massima autonomia. Quando è
necessario caricare il dispositivo, la Ricarica Rapida a 15 W
consente di mantenere il dispositivo collegato per meno tempo.
Galaxy A41 offre un potente comparto fotografico. Sul retro,
infatti, è disponibile un versatile tripla fotocamera:
l’obiettivo principale da 48 MP offre la possibilità di
catturare immagini dettagliate di giorno e luminose con scarse
condizioni di luce, la fotocamera Ultra-grandangolare da 8 MP
permette di scattare foto panoramiche di grande impatto e la
fotocamera di profondità da 5 MP, grazie agli effetti di Fuoco
Live, mette in risalto il soggetto principale della foto.
Nella parte anteriore è presente una fotocamera da 25 MP, che
consente di realizzare selfie perfetti, nitidi e luminosi e
videochiamate di alta qualità. Galaxy A41 colpisce anche nel
design: con soli 7,9 mm di spessore e una superficie
posteriore ergonomicamente curva, sta comodamente nel palmo
della mano per una presa confortevole, mentre la finitura
lucida e la nuova vivace gamma di colori con un motivo
ripetuto sul retro rendono il dispositivo davvero unico. Lo
smartphone è disponibile nelle colorazioni Prism Crush Black,
Prism Crush White e Prism Crush Blue al prezzo di 299,90 euro.

F.P.L.
World   of   Warcraft,   da
videogame a gioco da tavolo

Mostrato in anteprima alla BlizzCon 2019, Small World of
Warcraft è il gioco da tavolo ambientato nel fantastico mondo
di Azeroth, dove le razze di Orda e Alleanza, tra cui Orchi,
Nani, Troll e Worgen, si affrontano in un conflitto che logora
il mondo. In Small World of Warcraft, i giocatori scelgono
combinazioni di poteri speciali e razze dell’universo di
Warcraft, come Maghi del Portale Pandaren o Erbalisti Goblin,
contendendosi il controllo di Azeroth. Per raggiungere il
dominio, i giocatori occuperanno terreni leggendari e
cercheranno di prendere il controllo di potenti manufatti.
Tuttavia, prima o poi ogni impero deve cadere: i giocatori
dovranno essere pronti a fare entrare in Declino una razza
ormai sul viale del tramonto e a guidarne una nuova alla
conquista di Azeroth. Days of Wonder ha lavorato a stretto
contatto con Blizzard per creare un gioco che riunisce
perfettamente entrambi gli universi. Small World of Warcraft
presenta una varietà di illustrazioni nuove ed esclusive che
catturano l’atmosfera del colorato e vibrante universo di
Warcraft, con razze e poteri speciali progettati per essere
familiari ai milioni di giocatori di WoW® in tutto il mondo
che hanno esplorato i confini più remoti di Azeroth. Small
World of Warcraft è un gioco standalone progettato per 2-5
giocatori, con partite della durata media di 40-80 minuti.
Include 6 tabelloni a due facce, 16 vessilli Razza Warcraft,
182 segnalini Razza e 15 segnalini Murloc, 20 tessere Potere
Speciale, 5 schede riassuntive dei giocatori, 12 segnalini
Manufatti e Luogo Leggendario, 10 Montagne, 9 Mura di Fuochi
Fatui, 4 segnalini Armonia, 12 Bombe, 1 Campione, 10
Guarnigione, 2 Obiettivi Militari, 5 Bestie, 6 Torri di
Guardia, 110 Monete Vittoria, 1 Dado dei Rinforzi, 1 percorso
Round di Gioco, 1 segnalino Round di Gioco, 1 regolamento e 1
Regolamento Variante a Squadre. La pubblicazione è prevista
per l’estate 2020 in Nord America ed Europa, a un prezzo
suggerito di 59,99 $/59,99 €, e sarà disponibile nelle
seguenti lingue: inglese, francese, tedesco, spagnolo,
italiano, polacco, portoghese brasiliano, ceco, slovacco,
cinese semplificato e cinese tradizionale.

F.P.L.
SnowRunner, trasporti estremi
su ghiaccio, fango e neve

SnowRunner è il nuovo capitolo della saga simulativa di
trasporto estremo su gomma. I suoi predecessori, Spintires e
Spintires: MudRunner hanno conquistato il favore del pubblico,
tant’è che Focus Home e Saber Interactive hanno deciso di
proporre un sequel su Pc, Xbox One e Ps4 ambientato sulla
neve. Per chi non lo sapesse, Snowrunner è una versione più
complessa e completa dei suoi predecessori, la prima
differenza che i fan della saga possono notare è ovviamente il
contesto di gioco che non si basa più su semplici missioni del
tipo “porta il carico di legname dal punto A al punto B”, ma
offre molto di più. Da questo punto di vista, il gioco sin
dall’inizio propone uno scenario narrativo nettamente diverso
e decisamente più interessante: una vasta area rurale del
Michigan è stata colpita da una violenta alluvione che ha
messo fuori uso numerose infrastrutture isolando intere zone
abitate. Sta quindi al giocatore lavorare alacremente con
mezzi pesanti di ogni tipo per ricreare strade, ponti,
cavalcavia, ecc… e riconnettere le aree isolate. La mappa di
gioco appare da subito molto estesa e ci si rende velocemente
conto come, accanto alle missioni principali, vi siano diverse
“quest” secondarie in grado di aumentare la longevità del
gioco. Il compito principale in Snowrunner è quello di
liberare le strade intasate dal fango e dai detriti, per poi
procedere alla consegna dei materiali necessari per le squadre
di ricostruzione e successivamente passare a recuperare i
veicoli imprigionati nel fango, passando poi a compiti sempre
più complessi e terreni sempre più impervi. In tutto questo
notiamo un mondo di gioco vivo e molto dettagliato, con la
presenza di villette, bar, alberghi, fabbriche di diversa
tipologia ed edifici di culto. Un elemento che rende però il
gioco ancora più interessante dei suoi predecessori è
rappresentato da alcune caratteristiche RPG, infatti, la
progressione del proprio alter-ego virtuale si basa sul
completamento di missioni che ci consentiranno di avanzare di
livello, sbloccare veicoli e potenziamenti degli stessi nonché
guadagnare denaro da reinvestire nel proprio business. Nel
corso del gioco, inoltre, si è liberi di muoversi tra le
regioni presenti nel gioco: non c’è solo il fangoso Michigan,
ma i servigi del proprio autista saranno ben presto richiesti
anche nell’innevata Alaska e sulla pianura russa di Taymir,
non meno ostica dei precedenti due scenari. Il gameplay di
SnowRunner si basa su un concetto fondamentale: inutile avere
fretta, l’importante è arrivare con il carico in salvo e senza
danneggiare il proprio mezzo. Infatti bisogna tenere conto che
è tremendamente faticoso gestire i bestioni di SnowRunner ma,
in un certo senso, è anche rilassante in quanto non si è
obbligati sfrecciare a 350 km/h guardando gli specchietti
retrovisori, ma è necessario essere in grado di gestire
colossi da oltre 100 tonnellate. Per gestire questi colossi su
gomme sarà necessario essere molto bravi a ragionare in
termini di metri e non di km, quindi viene da sé che la
filosofia di gioco è ben lontana dal solito titolo
automobilistico a cui solitamente si è abituati.

A livello di giocabilità, il controller svolge il suo dovere
con le leve analogiche che sono deputate al movimento del
mezzo, i tasti frontali ai movimenti di base, i grilletti
dorsali per i movimenti più complessi quali, ad esempio, la
gestione del verricello. Da quanto scritto finora, può
sembrare che SnowRunner sia un simulatore dall’approccio
impegnativo ma, in realtà, è possibile anche fare qualcosa di
più immediato come, ad esempio, passare in un attimo da un
veicolo all’altro o tuffarsi nel proprio garage e cambiare il
proprio mezzo per arrivare a destinazione più facilmente.
Diventa, quindi, importante dislocare camion e trasporti
pesanti di diverse tipologie nei punti cardine della mappa di
gioco, per poi ritrovarli al momento opportuno anche perché
ogni regione di gioco prevede la presenza di più mappe e,
talvolta, bisogna utilizzare più d’un veicolo per completare
un compito particolarmente remunerativo. Dal punto di vista
grafico, le mappe sono tutte create fin nei minimi dettagli e
risultano davvero belle da vedere. Questo è possibile grazie a
montagne e paesaggi forestali che sembrano incredibilmente
realistici. Unica pecca è che tutti gli scenari, sia le
cittadine che le zone boschive e montane risultano un po’
vuoti e desolati. L’aggiunta di persone e fauna selvatica,
infatti, siamo certi avrebbe contribuito a rendere SnowRunner
ancora più gradevole. Tuttavia, nella nostra prova su Xbox One
X abbiamo adorato le texture e i design dei paesaggi e dei
modelli dei vari camion. Ci sono tanti veicoli diversi da
acquistare con i soldi che guadagni dal completamento dei tuoi
lavori, un aspetto che aggiunge longevità ai collezionisti.
Altra componente molto interessante è il comparto audio: il
rombo del motore suona come se la TV si trovasse all’interno
del mezzo pesante, creando un’atmosfera che ricrea alla
perfezione quell’atmosfera dello stare alla guida di un camion
in ambienti unici e in condizioni avverse. I controlli,
sebbene abbastanza standard per un gioco di guida, sono
reattivi e si connettono molto bene all’audio per creare
un’immersione ancora maggiore. SnowRunner offre anche una
modalità multiplayer in cui il giocatore potrà unirsi a tre
amici per completare mappe e missioni insieme. Tirando le
somme, l’ultima produzione di Focus Home e Saber Interactive,
nonostante non sia un titolo in grado di appassionare proprio
tutti a causa della sua natura particolare, risulta essere
comunque un software interessante, profondo e concepito con
grande attenzione. La sua essenza simulativa non lo rende un
videogame intuitivo e semplice, ma impegnandosi un po’ e
armandosi di santa pazienza, ben presto sarà facile diventare
camionisti esperti in grado di affrontare tormente di neve,
aggirare smottamenti, passare su tratti di strada inagibili e
portare a termine il proprio compito. Insomma, se siete stufi
dei soliti giochi d’auto, SnowRunner è un’esperienza
assolutamente da non perdere.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 7,5

Longevità: 7,5

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise

MacBook Pro 13, Apple svela
il suo ultimo gioiellino
MacBook Pro 13, così si chiama l’ultimo nato della famiglia di
portatili Apple. Come per l’Air e il modello Pro da 16 pollici
presentato a novembre, anche il MacBook Pro da 13 pollici ha
la nuova tastiera Magic Keyboard che chiude definitivamente le
critiche degli ultimi anni al precedente modello di tastiera
ultrapiatta, e aggiunge il doppio spazio di archiviazione per
tutte le configurazioni standard (partendo da 256 GB non
aggiornabili). In particolare, i nuovi MacBook Pro sono
rivolti a un pubblico non solo professionale e utilizzano i
nuovi processori Intel di decima generazione con scheda
grafica integrata. La Le prestazioni sono superiori dell’80%,
secondo Apple, per quanto riguarda la parte grafica. Sono
disponibili tre processori: un Intel quad-core a 1,4GHz (Turbo
Boost fino a 3,9GHz) e un Intel quad-core a 2,0GHz (Turbo
Boost fino a 3,8GHz) come opzioni di acquisto preconfigurate
da listino, mentre si può richiedere con configurazione ad hoc
una versione con processore Intel Core i7 quad‑core di decima
generazione a 2,3GHz (Turbo Boost fino a 4,1GHz). I nuovi
MacBook Pro hanno 8 oppure 16 Gigabyte di memoria Ram di serie
(aggiornabili sino a 32 GB solo in fase di costruzione) del
tipo LPDDR4X a 3733MHz, una memoria di archiviazione fino a 4
Terabyte SSD (anch’essa non aggiornabile), schermo da 13
pollici con regolazione True Tone 4 milioni di pixel e 500 nit
di luminosità con gamma cromatica P3, Thunderbolt 3 su due o
quattro porte e un prezzo di partenza da 1.429 euro (la
versione configurata al massimo arriva a costare 4.479,00). Il
MacBook Pro 13 pesa poco meno di 1,4 Kg, e come tutti i
prodotti di Apple utilizza il chi T2 Security per la verifica
del software, l’identità dell’utente con il sensore Touch ID,
la crittografia in tempo reale di tutti i dati che girano nel
computer.

F.P.L.

Moving    Out,   traslocare
diventa un party-game
Moving Out è il nuovo party game in locale, disponibile 28
aprile su Nintendo Switch, PlayStation 4, Xbox One e PC, che
si propone di offrire ore ed ore di divertimento a base di
folli traslochi. I giochi co-op da avviare sul divano di casa
sembravano essere spacciati e lentamente destinati all’oblio a
causa della diffusione sempre più massiccia dei titoli
multiplayer da giocare in rete, ma il successo di Overcooked
ha dimostrato che la co-op locale è una caratteristica ancora
oggi ricercata dai gamers e che se ben implementata, è in
grado di regalare un’esperienza che nessuna connessione
internet può replicare. Ma andiamo a scoprire più da vicino
quello che questo particolarissimo titolo ha da offrire: in
Moving Out, si vestono i panni di un traslocatore neo assunto
che entra a far parte della terza ditta della città di
Packmore. La compagnia per cui si lavora non discrimina molto
chi o cosa assumere, dato che si potrà scegliere di giocare
nei panni di un normale essere umano o come un personaggio
immaginario, insomma, si potrà essere qualunque cosa si voglia
in quanto il proprio alter ego virtuale avrà sempre uguali
abilità. Lo sviluppatore offre anche opzioni di
personalizzazione già pronte, come la possibilità di scegliere
persino un traslocatore su una sedia a rotelle e scegliere il
colore della skin di un personaggio. Insomma, in Moving Out,
non ci sono differenze di classi o specie, i personaggi a
disposizione sono solo un pretesto per giocare e ridere.

Una volta che il proprio personaggio è stato personalizzato
sarà possibile capire le dinamiche di gioco tramite un rapido
livello tutorial che garantirà la tanto ambita licenza
ufficiale da traslocatore. A questo punto la città di Packmore
è disponibile e si mostra agli occhi del giocatore in tutta la
sua buffa bellezza. Da qui si potrà decidere se affrontare
livelli già giocati per migliorare i propri temi o iniziare
nuovi lavori. I livelli differiscono un po’ l’uno dall’altro,
ma il gameplay principale rimane lo stesso: prendi gli oggetti
indicati e caricali sul camion stando attenti a non rompere
cose, e nel minore tempo possibile. Una volta entrato nello
scenario di gioco la prima cosa da fare è cercare la posizione
degli oggetti. Tenendo premuto un tasto dedicato sul
controller si potrà vedere cosa deve essere spostato, quindi a
quel punto sarà necessario raccogliere quegli oggetti e
portali tutti sul camion il più velocemente possibile. Nella
versione Xbox One da noi testata è possibile raccogliere ogni
oggetto tenendo premuto il grilletto destro e trascinarselo
dietro (se si è da solo o c’è un’opzione di sollevamento in
tandem, se si sta giocando con un amico) attraverso corridoi
avvolgenti o lanciandoli attraverso una finestra vicina.
All’inizio Moving Out sembra non offrire una grande varietà,
tuttavia, più si prosegue nella campagna, tanto più folli
diventano i contratti. Affrontare un lavoro in una baita con
piste da sci, in cui si scivola giù a metà trasloco, o in vari
luoghi infestati in cui i fantasmi spaventano a morte il
povero traslocatore sono solo alcuni degli scenari che
renderanno il titolo una vera e propria sfida all’ultimo
mobile.

Ogni stage, oltre ad avere ovviamente un layout e contenuti
diversi rispetto a quello precedente, presenta anche sfide
uniche che si possono scegliere di completare subito o in un
secondo momento. Queste challenge sono varie e spesso
impegnative e spaziano dal più semplice “carica lo gnomo da
giardino” al più impegnativo “non rompere nessuna finestra” al
più impegnativo “non usare le scale” e quindi bisogna cercare
un percorso più lungo o difficile. Nessuna di queste sfide è
necessaria per procedere avanti in Moving Out, ma sono più da
intendere come contenuti extra per coloro che desiderano
mettere le loro abilità di movimento alla prova in ogni
livello. Questo senza dimenticare il fatto che già impilare
tutti i mobili nel furgoncino e farli entrare tutti
rappresenta una sfida di per sé. Inoltre, ogni livello ha un
timer e l’obiettivo di chi gioca è naturalmente quello di
completare il livello il più velocemente possibile, rendendo
le sfide extra ancora più impegnative. Ci sono tre livelli per
ogni timer, che garantiscono una medaglia di bronzo, argento o
oro. Ovviamente, ottenere medaglie d’oro in tutti i livelli,
completando allo stesso tempo tutte le sfide opzionali è
incredibilmente impegnativo, quindi se si ha intenzione di
mettersi alla prova, sia da soli che in compagnia, il titolo è
assolutamente in grado di offrire un ottimo livello di sfida.
In caso di difficoltà, Moving Out è anche eccezionalmente
accessibile, offrendo molte opzioni sia per il gameplay che
per gli elementi visivi, rendendo tutto più facile per
chiunque voglia farlo. Ciò include le opzioni per rendere il
gioco più semplice, ad esempio: aggiungendo un po’ di tempo
extra su ogni mappa, saltando i livelli se non si riesce a
vincere, rendendo più leggeri gli oggetti per due giocatori
(cioè gli oggetti che devono essere trasportati da due
giocatori) e quindi più facili da trasportare, e persino
aggiungendo un elemento visivo che filtra o cambia
l’interfaccia per quelli con dislessia. Insomma ce ne è per
tutti i gusti, per tutte le età e per tutti i tipi di
giocatori, dal casual all’hard core gamer. In termini di
contenuti, Moving Out si compone di 30 livelli “storia” che a
loro volta presentano 3 diverse valutazioni di tempo – oro,
argento e bronzo – e 3 obiettivi secondari che è possibile
completare per ottenere dei gettoni. A questi livelli di base
si aggiungono inoltre dei curiosi mini-giochi da sbloccare
ottenendo più valutazioni oro e gettoni, quindi nel complesso
non mancano attività da fare se volete puntare al 100% di
completamento.

Tra   le    modalità   extra   è   possibile   anche   attivare   la
condivisione di un solo gamepad per controllare due
personaggi. Se si gioca da soli e si è a caccia di una sfida
impegnativa, o si è in due ma non si posseggono due
controller, basterà dividerlo per controllare con una metà il
personaggio 1 e con l’altra metà il personaggio 2. In totale,
fino a quattro giocatori possono prendere parte alle
scorribande per la città di Packmore. Detto ciò, se siete alla
ricerca di un party game da fare in famiglia o con gli amici,
questo Moving Out siamo certi che sarà in grado di regalarvi
ore ed ore di sano divertimento.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 7

Sonoro: 7

Gameplay: 8

Longevità: 8

VOTO FINALE: 7,5
Francesco Pellegrino Lise

Zoom è l’app più scaricata ad
aprile

Nuovo record per Zoom, la videochat divenuta popolarissima in
seguito all’epidemia di coronavirus. Secondo gli analisti di
Sensor Tower, ad aprile è stata la app più scaricata – esclusi
i videogiochi – a livello mondiale, superando il social
TikTok. I download di Zoom dai negozi App Store per iPhone e
iPad e Google Play per dispositivi Android hanno sfiorato i
131 milioni, 60 volte di più rispetto all’aprile 2019. Il
18,2% del download complessivi è avvenuto in India, il 14,3%
in Usa. Questa prima posizione occupata è sicuramente il dato
più eclatante, visto che l’app che permette conferenze
multiple in videochiamata è letteralmente esplosa con il
periodo della quarantena imposta dall’emergenza sanitaria
attuale. La cinese TikTok si piazza così al secondo posto con
107 milioni di download (2,5 volte di più di un anno fa), di
cui il 22% in India e il 9,4% in Usa. Il dato però è
presumibilmente sottostimato perché non include i download
effettuati da negozi per Android diversi dal Google Play, che
in Cina non è disponibile. Facebook, WhatsApp, Instagram
resistono tra le top app e, sempre per quanto riguarda il
medesimo periodo di tempo preso in esame dalle statistiche, si
attestano rispettivamente alla terza, quarta e quinta
posizione globale. Messenger è sesto. Al settimo posto si
trova Aarogya Setu, la app indiana per tracciare i contagi di
Coronavirus che il governo di Nuova Delhi ha reso obbligatoria
per buona parte della popolazione. Ottava e decima sono
rispettivamente Google Meet e Microsoft Teams, cioè le app per
videoconferenze dei due colossi hi-tech, mentre completa la
top ten, al nono posto, Netflix. Insomma, al tempo del Covid
19, cambiano le tendenze e, vuoi per esigenze lavorative, vuoi
per via del dover stare a casa, Zoom è salita di diritto sul
podio.

F.P.L.

Bleeding  Edge,   un  “Hero
Arena” con stile da vendere
in esclusiva per Pc e Xbox
One

Con Bleeding Edge i ragazzi di Ninja Theory provano ad
allontanarsi dal seminato, percorrendo la strada del brawler
multiplayer online. Microsoft, essendo il gioco in esclusiva
su Xbox One e Pc, ci ha gentilmente fornito un codice per
testare il videogame e nelle prossime righe vi esporremo la
nostra analisi. Ma che cos’è questo Bleeding Edge? Il titolo
non è assolutamente un FPS. Non è un battle arena, ma nemmeno
un MOBA in terza persona. La produzione può essere definita
come un “hero arena” in cui il combattimento a muso duro
diventa l’unico vero protagonista sul palcoscenico. Scontri
quattro contro quattro, due modalità di gioco, tre classi e
undici eroi: sono questi gli ingredienti alla base di Bleeding
Edge, ingredienti che lo rendono un uragano di azione al
cardiopalma fatto di rapide partite dalle quali diventa sempre
più difficile staccarsi. Fra combo di fendenti rigorosamente
in corpo a corpo, schivate, parry e contrattacchi fulminei,
l’unico momento per riprender fiato è il breve intervallo di
tempo che separa la morte dal respawn, mentre ciascuna
sconfitta, per quanto amara, insegna nuove importanti lezioni.
Ma cosa rende questo titolo così diverso dai generi sopra
citati? Bleeding Edge è diverso da tutti grazie alla
diversificazione delle meccaniche di gioco: come già
accennato, gli eroi sono suddivisi in tre categorie,
offensivi, tank e supporto, ognuno dei quali con quattro
abilità utilizzabili (3 più la classica ultimate che si attiva
a tempo), la schivata e la possibilità di sfruttare un
hoverboard per muoversi più velocemente per la mappa. Altra
novità è caratterizzata dallo stile del combattimento vero e
proprio. Si gioca 4vs4, attualmente in due modalità, Dominio e
Celle Energetiche. Nel primo caso bisogna conquistare delle
zone di controllo a tempo e ottenere più punti degli
avversari, ovviamente anche le uccisioni accumulano punti.
Nella seconda modalità, invece, basterà raccogliere le celle
energetiche sparse per la mappa e consegnarle in specifici
luoghi, facendo attenzione a non venire uccisi per non perdere
le stesse celle ottenute.

Ma come si gioca? Ogni eroe presente nell’Officina mette sul
piatto una combo base che può essere una scarica di pugni, un
turbine di lame o una sventagliata di pallottole, assieme a
tre immancabili abilità con tempi di “cooldown”, attacchi da
sfruttare con parsimonia per sterminare gli avversari più
duri. Prendiamo per esempio il ninja Daemon: oltre a disporre
della fidata nodachi con cui affettare le sue prede, può
scattare rapidamente per chiudere il gap, lanciare manciate di
shuriken dalla distanza e, addirittura, diventare
completamente invisibile per svariati secondi. Giocando
solamente in 4vs4 è chiaro che bisogna necessariamente
ragionare su come suddividersi. Giocare di squadra è
fondamentale e pretendere di vincere con tre o quattro
personaggi offensivi senza un curatore equivale ad andare
incontro a morte certa, così come sperare di giocarsela per
conto proprio. Il team deve quindi collaborare, muoversi in
sintonia e comunicare. In breve in Bleeding Edge non si vince
se non si gioca insieme e se non si scelgono personaggi in
grado di lavorare in maniera sinergica. Le pure meccaniche di
combattimento sono molto divertimenti e soddisfacenti, anche
se abbiamo constatato qualche piccolo problema di
bilanciamento con alcuni eroi e abilità, dovute anche a una
nuova caratteristica, le mod. Ogni personaggio può infatti
disporre di tre slot mod da inserire, queste possono essere
“fabbricate” con gli appositi punti e permettono di dare dei
vantaggi sul danno, la vitalità o su alcune abilità. Anche se
è molto probabile che uscirà una build meta per ognuno, è
comunque positivo che ci sia la possibilità di cambiare lo
stile di combattimento. In ogni caso, la sostanza non manca, e
il potenziale per crescere e fare bene in prospettiva
sembrerebbe esserci tutto. Il problema sta tuttavia nella
forma con cui Bleeding Edge si è presentato sul mercato: con
appena due modalità, undici eroi e soltanto cinque mappe
disponibili, la quantità di contenuti al lancio appare
oggettivamente risicata. Allo stato attuale, Bleeding Edge
sembra essere una scommessa affascinante, ma forse anche un
filo azzardata da parte di Ninja Theory. Ancora una volta agli
sviluppatori inglesi non sono mancati né il coraggio né
tantomeno l’apprezzabile voglia di uscire fuori dagli schemi,
osando proporre qualcosa di sorprendentemente lontano dai loro
canoni: il risultato è uno strano picchiaduro online a squadre
con sfumature da MOBA, che se da un lato si distingue per il
carattere piacevolmente sopra le righe e per un’appagante
profondità di gameplay, dall’altro denota manifesti limiti di
contenuti e una certa immaturità nello sviluppo.

 Ad ogni modo il potenziale a Bleeding Edge non sembra di
certo mancare, e anzi si intravedono comunque le basi per
qualcosa di incoraggiante: resta da vedere quale sarà il
supporto al titolo nel medio/lungo periodo, l’unico fattore
effettivamente in grado di trasformare quella che oggi è una
promessa con tanta personalità in un’esclusiva davvero degna
di nota. A livello stilistico Bleeding Edge è invece
assolutamente insuperabile, potrebbe essere definito a tutti
gli effetti un videogioco punk: sono punk i personaggi, come
il musicista metal Nidhoggr, che si fa largo menando fendenti
di chitarra elettrica, o l’assassino messicano El Bastardo,
che si getta nella mischia accompagnato dal baffo a manubrio e
da un paio di machete. È punk l’ambientazione, un mondo in cui
innesti cibernetici e skateboard volanti hanno raggiunto il
mass-market, dando vita allo spietato Fight Club di Bleeding
Edge. È punk anche il gameplay, che rifugge gli schemi più
affermati per tentare un percorso ancora inesplorato. Insomma
Bleeding Edge è un gioco che trasuda Punk e “tamarraggine” da
tutti i pixel. Tirando le somme, l’ultima fatica di Ninja
Theory è un’opera stilisticamente inattaccabile, un
concentrato di intrattenimento da cui diventa difficile
staccarsi, ma purtroppo è un prodotto che se non verrà
supportato a dovere, potrebbe rischiare di essere sopraffatto
da altri titoli simili. In ogni caso, se si ha voglia di
provare qualcosa di nuovo, decisamente folle e che possa
essere giocato specialmente in gruppo, Bleeding Edge è un
prodotto che non va assolutamente lasciato scappare.

GIUDIZIO GLOBALE

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise
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