Iva e Fondo salva-stati: tutte bugie? - L'Osservatore d'Italia
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Iva e Fondo salva-stati: tutte bugie? Quello che lo scorso sabato era in prima pagina su un ‘giornalone’ come ‘Il tradimento di Conte’ era prevedibile ed ampiamente previsto. Riguarda l’aumento dell’IVA e il cosiddetto ‘Fondo salva- stati’, che prevede un versamento miliardario da parte degli Stati europei – compresa l’Italia – di una cifra pari a 700 miliardi di euro (praticamente 1.400 miliardi delle vecchie lire, un bilancio statale) ad un organismo sempre targato UE, che non si sa da chi sarà controllato e gestito, né si potrà intervenire sull’utilizzo dei denari del fondo. E comunque i gestori del fondo godranno, per regolamento – ma chi li approva ‘sti regolamenti europei? – di una immunità totale, che non ha neanche il capo della BCE.
Roba da ex Unione Sovietica Il nostro presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato, in quel giorno di giugno, a Bruxelles, segretamente, anche contro il parere del suo stesso governo, all’insaputa degli Italiani, e senza che il nostro Parlamento – esautorato ancora una volta da una sinistra che strepita ogni volta che vien messa la fiducia, purchè non la mettano loro – abbia potuto minimamente discutere il provvedimento, come si fa in una sana democrazia. Il ‘coup d’etat’ di Conte è stato attuato in segreto perché evidentemente lesivo degli interessi della nostra nazione e di tutti i cittadini, gli unici che dovranno versare nelle casse dello Stato i 125 miliardi e rotti necessari, così evitando che un’opposizione legittima potesse trovare mille motivi per negoziare una tale firma – e di motivi ce ne sarebbero stati. ‘Pizzicato’ da Salvini con le mani nella marmellata, abbiamo visto il premier veramente in difficoltà, in quei giorni. Fino a che un provvidenziale Gualtieri non lo ha cavato dai guai, asserendo, e mettendoci il suo bel faccione, che il provvedimento, pur se firmato, avrebbe ancora potuto essere discusso e rivisto. Cosa che a tutti è parsa da fantascienza, e che, puntualmente s’è scoperta non essere aderente alla realtà. In soldoni, la cifra che l’Italia – per meglio dire, Giuseppe Conte – s’è impegnata a versare alle già pingui casse europee è, in totale, di 125,40 miliardi di euro, una parte dei quali, cioè 14,33 miliardi, è già stata versata. La differenza fa 111 miliardi, che Conte si è impegnato, a nome di un governo mai interpellato, di un Parlamento debitamente esautorato, e di un popolo artatamente tenuto all’oscuro, a versare entro sette giorni a semplice richiesta. Viene da chiedersi da che parte stia il nostro presidente del Consiglio. In più, pare che quel denaro servirà più che altro ad acquistare titoli tossici detenuti dalle banche tedesche. Di tutti gli Stati EU solo la Francia e la Germania versano più di noi, rispettivamente
132,70 la patria di Macron, e 190,02 la Germania, che praticamente finanzia sè stessa. Ironia della sorte, denaro che l’Italia, per regolamento, non potrà utilizzare qualora il nostro Stato avesse bisogno d’essere ‘salvato’, a causa del suo alto debito pubblico. Viene da chiedersi come sono stati fatti i conti, visto che dei 700 circa miliardi in preventivo l’Italia da sola ne versa quasi un sesto: ma le nazioni dell’UE, dopo la Brexit, non sono 27…? Rimane il fatto che una manovra come questa fa cadere, oltre che la stima verso il personaggio, anche la sua dichiarazione d’esser lui ‘L’avvocato degli Italiani’. Se questo è l’avvocato, scusate, ma preferisco difendermi da solo Ha un bel tuonare contro ‘l’uomo forte al governo’, il buon Giuseppi: in realtà è esattamente la parte che sta interpretando. Cioè, in pratica, l’uomo forte è lui, e questo è il ruolo che interpreta, pur criticandolo quando viene attribuito ad altri. Infatti chi, se non un ‘uomo forte’ che non deve dar conto a nessuno, sarebbe volato a Bruxelles, bruciando altro denaro dell’italico bilancio? Insomma, potremmo dire ‘un Macron della mutua’. Anche il suo presenzialismo esasperato lo porta ad essere ovunque, abito blu, camicia sempre con lo stesso modello di colletto, cravatta blu, scarpe nere. Mentre Zingaretti gli fa da colonna sonora, promettendo alla leggera posti di lavoro, rinascita, ripresa economica e simili: ma non eravamo ‘fuori dal tunnel’ già ai tempi di Gentiloni? C’è un bel proverbio napoletano che recita così: “Chiacchiere e tabacchiere ‘e legno, ‘o Banc’ ‘e Napul’ non l’impegna”. E mentre Di Maio, avendo furbescamente rinunciato alla guida del partito – solo di nome ma non di fatto, comunque sotto la copertura di Casaleggio e Grillo – tutto fa tranne che il ministro degli Esteri: un mestiere che
non s’improvvisa. Altro argomento del giorno è la ‘rimodulazione’ dell’IVA Anche qui gli Italiani sono stati gabbati. Ma anche questo era prevedibile e ampiamente previsto, ancorché negato a gola spiegata, considerando lo scarso spessore dei personaggi che abbiamo al governo – un governo ‘abusivo’, che ha una maggioranza solo in Parlamento. E che schiva le elezioni perché sa che andrebbe a casa. Dopo il ‘gran rifiuto’ di Salvini, e la creazione di questo manipolo governativo, tutti i tiggì trasmettevano i soliti messaggi politici di personaggi anche poco conosciuti – peones – che dichiaravano che avevano ‘scongiurato’ l’aumento dell’IVA: quella tassa che il cattivo Salvini avrebbe voluto aumentare, e che invece, con l’intervento di Sir Galahad, senza macchia e senza paura, era stata messa da parte. Come? Con magheggi economici che certamente una destra brutta, cattiva e fascista non avrebbe saputo mettere in atto. Loro, invece, i ‘buoni’, erano anche bravi, e avrebbero ‘messo dei soldi nelle tasche degli Italiani’: non come chi quei soldi li voleva togliere. Ma quando la coperta è corta, rimane solo la menzogna. La realtà oggi è che si affaccia una ‘rimodulazione’ dell’IVA, quella tassa che era – ed è – soltanto richiesta dall’UE (ce lo chiede l’Europa, ricordate?) e non da Salvini. Il quale, anzi si pronunziò contro l’aumento di una imposta che avrebbe ricadute a pioggia su qualsiasi bene primario o secondario. E toglierebbe soldi dalle tasche degli Italiani. Cosa significa ‘rimodulare’? è un altro termine che significa ‘aumentare’? Allora, come al solito, come nel caso della firma al MES, ci hanno presi in giro. Non hanno preso in giro soltanto quelli che votano a destra, ma anche i loro stessi elettori. E quando lo capiremo che di questa gente non ci si può fidare?
Certamente non sappiamo ‘di chi’ fidarci. Ma almeno, se ti prendono in giro così spudoratamente, mandali a casa! Viterbo alla Bit di Milano, una grande occasione per valorizzare le ricchezze della Tuscia VITERBO – Sarà l’Ufficio turistico del Comune di Viterbo a illustrare al pubblico della storica manifestazione fieristica internazionale, organizzata da Fiera Milano, in programma dal 9 all’11 febbraio, due importanti iniziative. Si tratta dell’evento “Viterbo-Roma Via Francigena in Mtb” e del progetto “In bici nei giardini della Tuscia”. Entrambe le iniziative rientrano nella programmazione generale del Comune di Viterbo e nelle linee guida tracciate dall’assessore alla cultura e al turismo Marco De Carolis, che nel corso dell’ultimo anno, ha individuato tra le priorità dell’assessorato lo sviluppo del segmento turistico che sceglie come priorità lentezza e sostenibilità ambientale. In particolare, per quanto riguarda il territorio viterbese, la
Via Francigena del Nord e più in generale i cammini di cui la città è crocevia, e il termalismo. La Borsa internazionale del Turismo, che dal 1980 porta nel capoluogo lombardo operatori turistici e viaggiatori da tutto il mondo, favorisce l’incontro tra decision maker, esperti del settore e buyer accuratamente selezionati e profilati, provenienti dalle aree geografiche a più alto tasso di crescita economica e da tutti i settori della filiera. Un evento che è anche formativo, tra convegni e seminari sulle ultime tendenze di settore. Tra questi, con un intervento presso lo stand della Regione Lazio, si parlerà di “Viterbo- Roma Via Francigena in Mtb”, un evento previsto per il prossimo 21 giugno, organizzato da Promotuscia e dall’associazione sportiva Tuscia Bikers Mtb, in collaborazione con l’Ufficio Turistico di Viterbo. Il percorso valorizza il territorio della Tuscia, costellato di monumenti d’epoca etrusca, romana e medievale e fa rivivere l’antica strada che collega il nord Europa al cuore di Roma, la Via Francigena, con il suo fascino e il significato della sua simbologia. In sella a una mountain bike, i bikers affronteranno gli oltre 115 km con 1500 m di dislivello dal cuore della città di Viterbo sino alla città eterna. Partendo da piazza San Lorenzo, dove è ubicato il Palazzo Papale del capoluogo della Tuscia, si sfioreranno le Torri di Orlando a Capranica, il Mitreo, l’Anfiteatro e le necropoli etrusche di Sutri, inoltrandosi progressivamente verso le porte di Roma. Nella stessa occasione si illustrerà anche il progetto che vede coinvolto, insieme all’Ufficio Turistico, la guida escursionistica Daniele Bifulco “In bici nei giardini della Tuscia”. La straordinaria rete di giardini di cui è ricca la provincia di Viterbo è resa fruibile da itinerari dedicati agli amanti dell’arte e della botanica che privilegiano una fruizione legata alla due ruote. “La BIT è un evento fieristico internazionale a cui non si può e non si deve mancare – ha sottolineato l’assessore al turismo Marco De
Carolis –. La Borsa del Turismo significa promozione ad ampio raggio. Una grande occasione quest’anno per valorizzare, da una parte uno dei principali cammini religiosi, dall’altra il patrimonio legato a ville, parchi e giardini, entrambi straordinarie ricchezze della Tuscia legate a una delle modalità di fruizione turistica in maggiore espansione negli ultimi anni”. Firenze, stazione Lepolda: count down per Buy Tourism
Online edizione 2020 Tutto pronto per il BOT – Buy Tourism Online – edizione 2020 l’evento di riferimento in Italia sulle connessioni tra turismo, innovazione e tecnologia che si svolgerà a Firenze i prossimi 12 e 13 febbraio. L’evento giunto alla 12ima edizione rappresenta il principale appuntamento italiano di networking tra operatori e aziende sul turismo digitale. CLICCARE SULLA FOTO PER GUARDARE IL VIDEO SERVIZIO Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 06/02/2020 Nato nel 2008 come incontro tra gli operatori del turismo e i fornitori delle tecnologie che hanno radicalmente e rapidamente trasformato il settore, BTO è un evento con la
forza di una identità che unisce il valore scientifico al format creativo molto amato dal proprio pubblico. Il Buy Tourism Online, dopo una crescita costante, rappresenta oggi l’appuntamento più atteso dai professionisti della filiera turistico-ricettiva, della promozione territoriale, della ricerca sul marketing dei prodotti turistici accogliendo ogni anno migliaia di operatori pubblici e privati in cerca di risposte alle tendenze del mercato e delle soluzioni più avanzate per promuovere attività turistiche e territori con le tecnologie di rete. L’appuntamento con l’edizione 2020 è fissato alla stazione Lepolda per i prossimi 12 e 13 febbraio per una due giorni all’insegna degli ultimi trend e per ricevere stimoli ed idee, entrare in relazione con aziende/brand protagoniste nei diversi settori, con Istituzioni, media e ricercatori di livello internazionale. Un appuntamento da non mancare per conoscere nuove opportunità, idee, collaborazioni, progetti sui nuovi strumenti digitali per gli operatori del settore.
Presentato a Roma Ufi Global Ceo Summit Nel 2018, 4,5 milioni di aziende hanno preso parte a fiere nel mondo e un totale di 303 milioni di visitatori vi hanno partecipato. Questi eventi hanno generato un impatto economico pari a 275 miliardi di euro e hanno contribuito per 167,2 miliardi di euro sul PIL mondiale. Roma è fiera di poter ospitare, grazie al sostegno del Convention Bureau Roma e Lazio e Fiera Roma, i vertici di questa industria per sviluppare al meglio il potenziale di settore. Dal 5 al 7 febbraio 2020 si svolge a Roma l’UFI Global CEO Summit, un evento di grande rilevanza per la città e per l’Italia, perché si riuniranno nel nostro Paese gli amministratori delegati e i presidenti dei più importanti enti organizzatori di fiere ed
eventi del mondo. Grazie al vertice, questi 100 leader del settore fieristico constateranno come la Capitale, il suo territorio e il Paese possano essere una destinazione ideale per il mercato degli eventi. L’UFI Global CEO Summit UFI, è un incontro di rilievo per l’industria fieristica a livello mondiale. Durante tale incontro i partecipanti analizzano le migliori strategie ed opportunità nel settore, ispirano tendenze e definiscono obiettivi a lungo termine. Il summit si svolgerà all’Hotel Palazzo Naiadi. UFI, The Global Association of Exhibition Industry (UFI) rappresenta, da sola, più di 800 organizzazioni. L’associazione conta membri da oltre 86 paesi. Circa 1.000 fiere internazionali portano con orgoglio il marchio “UFI approved event”, sinonimo di garanzia e qualità per visitatori ed espositori. L’associazione è costantemente impegnata in analisi di settore e produce ricerche accurate attraverso cui possiamo avere un quadro della situazione del comparto. “Come UFI rappresentiamo e serviamo l’industria fieristica globale. Ogni anno, la nostra industria genera 275 miliardi di euro di volume di affari in tutto il mondo. In totale, più di 3,2 milioni di persone lavorano per il comparto. All’inizio di ogni anno, UFI riunisce i leader mondiali del settore per il Global CEO Summit, il nostro evento più prestigioso”
afferma Mary Larkin, presidente UFI. “Ancora oggi l’Europa è, e rimane, il mercato più internazionale per le fiere mondiali, e l’Italia è uno dei principali mercati europei. L’industria fieristica italiana attraversa una fase di rinascita, ed è sempre più presente su scala globale. Siamo felici, quest’anno, di essere a Roma con il nostro evento, e siamo grati di avere Fiera Roma come nostro host partner”, afferma Kai Hattendorf, amministratore delegato UFI. “Vi sono forti legami tra l’Italia e l’UFI: la nostra associazione è stata fondata in Italia, a Milano, nel 1925. Negli ultimi anni, abbiamo organizzato eventi regolarmente nel Paese: il Congresso Globale a Milano nel 2015, la Conferenza Europea a Verona nel 2018, e ora il Global CEO Summit a Roma nel 2020. Abbiamo avuto un italiano alla presidenza della nostra associazione globale nel biennio 2017/18, Corrado Peraboni. Inoltre, collaboriamo a stretto contatto con enti italiani come l’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane (AEFI), in particolare su progetti come il Global Exhibitions Day, una giornata annuale di advocacy per il settore fieristico”, conclude Kai Hattendorf,
dig L’industria espositiva nel mondo Secondo i dati UFI nel 2018, nel mondo, ci sono state 4,5 milioni di imprese che hanno perso parte a fiere e un totale di 303 milioni di visitatori che hanno partecipato a questi eventi. I risvolti occupazionali sono decisivi ed hanno prodotto, 3,2 milioni posti di lavoro. Quanto agli spazi espositivi globali, si registra una crescita del +7,6% delle venue (pari ad un aumento dell’1,3% annuo per le infrastrutture del settore). Il 61% delle sedi ha una capacità interna compresa tra 5.000 e 20.000 mq. Un terzo
(34%) di tutte le sedi a livello globale appartiene al segmento di medie dimensioni, offrendo tra 20.000 e 100.000 mq. Tuttavia le 62 sedi con più di 100.000 mq registrano una crescita del 29%, rappresentando il segmento di mercato in più rapida ascesa. In questo scenario industriale l’Europa si posiziona prima, con 112 milioni di visitatori e 1,3 milioni di espositori, nel 2019, rappresentando più di un terzo del totale dei visitatori globali. L’Europa è leader nel mondo anche per spazi espositivi con i suoi 15,7 milioni di metri quadrati e 499 sedi. L’industria espositiva in Italia In Italia ci sono 43 poli espositivi con 2.300.000 metri quadrati di superficie secondo i dati Aefi (ricerca del 2019 relativa all’anno 2018). Nel 2018 si sono tenute 913 manifestazioni (200 internazionali, 224 nazionali, 400 regionali/locali, 89 organizzate all’estero) per un totale di 200.000 espositori di cui 98.000 di manifestazioni internazionali. I visitatori intervenuti a questi eventi sono stati 22 milioni, di cui 13 milioni per manifestazioni internazionali. In totale questo ha generato un volume di affari di 60 miliardi di euro e le fiere hanno dato origine al 50% dell’export nazionale. Le
fiere quindi sono il principale strumento di promozione, per il 75% delle imprese industriali e per l’85% delle PMI, e il principale strumento di diffusione dell’immagine del nostro Paese nel mondo. Secondo i dati del rapporto “UFI World Map of Venus”, l’Italia è quarta nel mondo per spazi interni dopo Usa, Cina e Germania, seconda in Europa dopo la Germania. A questo vanno aggiunti i dati dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi(OICE) secondo cui la spesa di un congressista in Italia equivale al doppio o triplo della spesa media di un turista. Bisogna considerare che il visitatore MICE (Meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions), soprattutto quello internazionale, secondo OICE ha una spesa media pro-capite di oltre 800€ euro al giorno, ed è quasi sempre un potenziale repeater, orientato a tornare per un viaggio di piacere con i propri affetti. Le potenzialità di Roma È soprattutto sul mercato internazionale che si aprono le maggiori opportunità di crescita per Roma. Dal suo esordio nel 2017 ad oggi l’impegno del Convention Bureau Roma e Lazio ha generato sul territorio eventi per 15,1 milioni di euro di fatturato, una stima basata sul calcolo delle spese per l’hotel e per la sede dell’evento. Secondo gli studi UFI, ad ogni euro di spesa
per un evento espositivo vanno aggiunti 7/10 euro che ricadono sul territorio come indotto tra servizi, prodotti, export e turismo. Quindi, questo impegno per attrarre eventi, che poi si sono realizzati, ha un effetto moltiplicatore esponenziale sul territorio di Roma e del Lazio. Il settore da cui provengono le richieste per eventi a Convention Bureau Roma e Lazio è prevalentemente quello farmaceutico che detiene il 49% della domanda, seguito dalla tecnologia al 22%. Quindi il fascino delle rovine antiche e del patrimonio culturale ha la sua importanza per un target colto come quello congressuale, ma nel settore del MICE entrano in gioco anche la presenza di centri di eccellenza nella formazione, nella ricerca, nella scienza, nella medicina, nell’industria, nel design, nell’agricoltura, nella tecnologia. A favore di Roma gioca la posizione centrale nel Mediterraneo, la facile accessibilità internazionale e la storica apertura al mondo. Presenti alla conferenza stampa Pietro Piccinetti, amministratore unico e direttore generale di Fiera Roma, e Onofrio Rebecchini, presidente del Convention Bureau Roma e Lazio.
Ai nastri di partenza la BTO di Firenze: alla Stazione Leopolda il 12 e 13 febbraio È stato presentato a Roma, durante un’affollata conferenza stampa, il programma dell’edizione 2020 di BTO: due giornate di incontri e workshop dedicati agli operatori del settore, ispirati quest’anno dall’Onlife Manifesto della Commissione Europea, con protagonisti le nuove tendenze in materia di ricerca scientifica e innovazione tecnologica applicate al viaggiare. Tra gli interventi, le presentazioni dell’evento da parte di Stefano Ciuoffo, assessore al Turismo della Regione Toscana, Claudio Bianchi, membro Giunta della Camera di Commercio, Francesco Palumbo, direttore Toscana Promozione Turistica e Francesco Tapinassi, direttore BTO202.
Da sin:_Palumbo, Ciuffo, Bianchi, Tapinassi Il BTO 2020 si svolgerà alla Stazione Leopolda il 12 e 13 febbraio Legati al Manifesto diversi appuntamenti dedicati al rapporto tra tecnologia e dimensione umana tra cui la tavola rotonda Travel onlife e la civiltà delle (nuove macchine) con Giovanni Boccia Artieri e Stefano Quintarelli. BTO2020 si presenta come un viaggio tra innovazione e ospitalità che porterà a Firenze alcuni tra i più importati operatori del settore: da Google a Booking.com. Confermati anche marchi di riferimento nel mercato nazionale e internazionale come Best
Western Italia, Marriott, Accor Hotel insieme alle più importanti associazioni italiane. Forte presenza di eccellenze in campo formativo e nella ricerca come: Fondazione IBM Italia, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Università Statale di Milano, Luiss, Ciset, Università Iulm, Università di Firenze, Campus Lucca, Università Parthenope, Università di Sassari. BTO è un marchio di proprietà di Toscana Promozione Turistica e Camera di Commercio di Firenze. L’organizzazione è affidata a Toscana Promozione Turistica, PromoFirenze – Azienda Speciale della Camera di Commercio di Firenze e Fondazione Sistema Toscana. Quattro i percorsi tematici di BTO2020: Hospitality, dedicato all’hotellerie, indipendente e di catena; Destination, percorso pensato per le destinazioni, dalla governance al marketing territoriale; Digital Strategy & Innovation, contenuti trasversali, di supporto a manager del turismo, consulenti e web agency; Food & Wine dedicato agli operatori del settore della ristorazione e dell’agroalimentare. Grande spazio è dedicato al tema della sostenibilità applicata al viaggiare con un focus sugli strumenti digitali di gestione, su cui i più importanti marchi si stanno impegnando in prima persona. Ad esempio il main sponsor di BTO2020, BWH Hotel Group – con i suoi marchi World Hotels, Best Western e Sure Hotel – illustrerà i suoi progetti Stay for the Planet e StayPlasticLess, quest’ultimo si è già concretizzato con l’installazione di Seabin in alcune località balneari italiane il cui obiettivo è raccogliere fino a 2
tonnellate di rifiuti di plastica e microplastica in 12 mesi. Sullo stesso tema Accor parlerà di Planet 21, progetto con cui sensibilizza i propri ospiti verso un’esperienza di soggiorno sempre più attenta al pianeta (grazie al risparmio su acqua e corrente, la catena francese si è impegnata a piantare un albero ogni minuto). Non ultimo, il motore di ricerca Skyscanner ha deciso di abbracciare la sostenibilità partendo dal restyling green del proprio logo e convincendo 10 milioni di viaggiatori a scegliere voli a minor impatto di CO2. A raccontarlo il vicepresidente della gestione prodotto, Piero Sierra. BTO giornata 1 Per la sezione Hospitality riflettori puntati sul fallimento del più longevo tour operator al mondo, nell’incontro La distribuzione del dopo Thomas Cook, un’occasione per riflettere sui futuri scenari della distribuzione internazionale. I pagamenti digitali (by face recognition, in modalità vocale e sottopelle) saranno al centro dello slot Meet the future of payment systems dove è atteso Jowan Österlund, fondatore e Ceo della svedese Biohax. Una ricerca della stessa Biohax rivelerà se gli italiani sono pronti a farsi impiantare id e sistemi di pagamento sottopelle. James Kay global corporate communication di TripAdvisor, sarà tra i protagonisti dell’incontro dedicato alla Reputazione mentre, tra le sessioni più operative, si segnala la “cassetta” sul revenue, tenuta da Luciano Scauri (SKL International Hotel Consulting) e Silvia Cantarella (Revenue Acrobats). Nel programma Digital Strategy & Innovation, tra gli appuntamenti clou: Internazionalizzazione e SEO per il tuo hotel e Web Usability per il turismo con Jacopo Romei, Daniele Radici e Rodolfo Baggio.
La sezione Destination quest’anno è dedicata agli esempi virtuosi di strategie digitali e di innovazione nei processi organizzativi dell’offerta. Si parlerà di ospitalità non convenzionale nel panel Quando l’ospitalità ‘fa destinazione’, un viaggio alla scoperta di strutture ricettive uniche: dall’esperienza più spirituale di Eremito nei colli umbri fino all’emozione di una tenda sospesa fra gli alberi. Undertourism proporre e commercializzare esperienze uniche di un’Italia nascosta è il titolo dell’incontro dedicato alle strategie per promuovere le destinazioni “off the beaten track”. Inoltre, tra gli esempi virtuosi di collaborazione tra destinazioni e Online Travel Agency, si parlerà di Wonder Grottole, progetto nato in un piccolo borgo lucano e diventato un successo anche grazie al supporto di Airbnb. Nella sezione Food & Wine riflettori puntati su case history internazionali di successo. Nel panel Qual è la ricetta del successo del turismo enogastronomico? spazio alle esperienze realizzate in Scozia con il progetto “The year of food & drink”, e in Francia con il Museo Citè du Vin nella città di Bordeaux. Verrà poi affrontato il tema del Food Delivery nel b2c (Daniele Contini, Just Eat) ma anche nel b2b: un cambiamento che genera altri cambiamenti nel mondo della ristorazione. A FutureBrand e al Consorzio Parmigiano Reggiano, si affronteranno invece le potenzialità della gastronomia e del cibo italiano nella promozione, non solo dei prodotti ma anche del turismo. Di evoluzione delle PR, sempre più digitali anche per i grandi chef, si parlerà nel panel Chef e web reputation:
tutte le ricette con Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e i social media manager di importanti ristoranti italiani. Food-Image & Cervello. Le neuroscienze applicate alla fotografia digitale del cibo è il titolo dell’incontro dedicato alle più recenti ricerche nel campo della percezione del cibo. Tra gli appuntamenti più attesi: l’incontro curato da Barbara Sgarzi, Dai social in cantina e viceversa, e il panel La blockchain è un fine o uno strumento? Tra le case history anche il progetto regionale di Vetrina Toscana che da 20 anni promuove tipicità e identità territoriali, attraverso storytelling e narrazione digitale. BTO giornata 2 Nella seconda giornata grande attenzione al fattore umano nell’offerta turistica. In Hospitality focus su personalizzazione dei servizi di viaggio. Si parlerà di design emozionale nel panel Alla ricerca del benessere nell’ospitalità e non mancherà un approfondimento sulle opportunità “rainbow” del mercato LGBT. In Digital Strategy & Innovation, tra gli appuntamenti più attesi Lo Human Intelligence dell’AI: strategie conversazionali . Altro momento molto atteso su Facial Recognition and Travel. Da segnalare poi: il panel su Innovazione e Blockchain al servizio del pubblico esercizio e l’intervento di Giovanna Manzi, Ceo di Best Western Italia, Reinventare il management nel turismo partendo dalle persone. Di futuro parlerà Mauricio Prieto, imprenditore della Silicon Valley e già co-fondatore
di Edreams che, insieme a Giorgio Ventre, direttore scientifico Apple Academy, parlerà di scenari internazionali nel campo dell’innovazione tecnologica nel turismo. Due le cassette degli attrezzi imperdibili: il mini corso Google per il travel e il doppio appuntamento sui segreti dell’influencer marketing. Diversi i temi al centro della sezione Destination si parte con una riflessione sul valore dei dati che fotografano il comportamento online dei turisti nel panel From big to meaningful data. Spunti di riflessione per le DMO ai tempi del data driven marketing. Si passa poi all’analisi dei contenuti generati dagli utenti con Trasformare il destination marketing attraverso i contenuti generati dagli utenti insieme a Adam Lacombe (Crowdriff), Vappu Mänty (MyHelsinki), Elia Frappoli (consulente di turismo). I millennials sono protagonisti dell’incontro La destinazione vista dai millennials tra top things to do ed esperienze uniche . Smart destination: la destinazione del futuro, oltre il digitale è il titolo del panel con Giacomo Costantini, architetto specializzato in smart building e sustainable design, Maria Elena Rossi, direttrice marketing ENIT, István Ujhelyi, rappresentante della Commissione Europea e referente del progetto europeo Smart Tourism Capital. Il tema dell’innovazione gioca un ruolo importante anche nella sezione Food & Wine: nell’incontro Online restaurant reservations due grandi aziende leader come OpenTable e TheFork, con le quali si indagheranno le dimensioni del mercato e le strategie in atto. Dalle App a sistemi di management sempre più complessi dove la tecnologia aiuta il cliente e favorisce ulteriori sviluppi. Altra novità le cryptovalute: se ne parla in una delle cassette degli attrezzi
dal titolo Crypto Menu: i pagamenti innovativi nella ristorazione. All’interno di BTO sarà ospitata l’istallazione “Sound of the Crowd” che, attraverso il riconoscimento facciale genererà un’esperienza visiva e acustica davvero unica. Nel 2020 basta sprechi: come tagliare gli eccessi Il 2020, dopo le festività e gli stravizi iniziali, dovrà essere un anno all’insegna del risparmio. Le nuove sensibilità ambientaliste hanno di fatto instillato in molte famiglie la voglia di combattere gli sprechi, specialmente sul piano energetico, vero e proprio tallone d’Achille dei mesi
invernali. Nei giorni più freddi dell’anno, non bisogna dimenticare i buoni propositi per il 2020 che dovrebbero guidare la maggior parte degli italiani. Combattere lo spreco energetico Tutti gli anni, durante i mesi invernali, le bollette di gas e luce raggiungono picchi spesso inaspettati. Durante il periodo delle festività appena concluse, i consumi energetici sono già aumentati di circa il 30%, andando a gravare sia sulle bollette delle famiglie che sull’inquinamento ambientale. Sarebbe, quindi, auspicabile adottare comportamenti più ecosostenibili, anche solo preferendo le lampadine a led a quelle a incandescenza, visto che consumano l’80% in meno. Partiamo da un consiglio base: intanto bisogna muoversi per tempo e con la giusta programmazione per ottenere un maggior risparmio in bolletta. In periodo di sprechi e picchi di consumo, bisogna trovare un’offerta luce adatta, magari cercandola online, ad esempio sul sito di Acea: ancora meglio se, a tutela dell’ambiente, si opta per le proposte con “garanzia di origine” da fonti rinnovabili. Con la speranza che le decorazioni natalizie siano state riposte negli scatoloni e non gettate, in casa, conviene evitare di
riscaldare ambienti di passaggio (es. corridoi) e spegnere i caloriferi nei momenti della giornata in cui di certo non si è in casa (es. di mattina per i lavoratori). Massima attenzione agli sprechi per quanto riguarda i grandi elettrodomestici: sarebbe opportuno limitare, per quanto possibile, con un po’ di intelligenza la frequenza d’uso di lavatrici e lavastoviglie. Stoppare lo spreco alimentare Lo spreco alimentare è un altro fronte su cui combattere dopo il Natale, perché ogni anno, in Italia, si perdono circa 17 miliardi di euro di cibo solo per le festività, e ogni italiano ne butta via 800 grammi a settimana. Esistono diversi metodi per evitare questo spreco, a partire dall’organizzazione delle cene e dei pranzi. Innanzitutto, sapere sempre con certezza il numero dei commensali e controllare cosa offre già la dispensa; se si va al supermercato, evitare di comprare un’eccessiva quantità di cibo e, una volta in cucina, soppesare bene le quantità, in modo tale da non far avanzare troppe cose. Se ciò dovesse comunque accadere, sarebbe importante condividere eventuali ospiti gli avanzi oppure usarli per nuove ricette il giorno dopo. Infine, differenziare sia gli avanzi stessi che gli imballaggi del
cibo. Fermare gli acquisti inutili su Internet Non solo, il 2020 potrebbe essere un buon anno per limitare lo shopping estremo, specialmente online. Difatti ogni acquisto mette in moto una macchina logistica immensa, che spesso si traduce in maggior inquinamento. Ogni anno, migliaia di italiani ricevono pacchi non necessari che poi chissà che fine fanno. Per evitarlo, bisogna prendere poche e semplici precauzioni: creare una lista di quello che si vuole acquistare ed è veramente necessario, stabilire un tetto massimo di spesa e ricordarsi che un acquisto deve essere, prima di tutto, utile. Non bisogna pensare al capriccio del momento o alle mode, ma, in caso di acquisti online, spesso i marchi offrono opzioni ecosostenibili: dal trasporto alle lavorazioni green, si possono scegliere brand o capi di abbigliamento che abbiano un minor impatto ambientale. Non bisogna dimenticare che ogni acquisto dovrà essere davvero necessario, e non all’insegna del consumismo sfrenato.
Piano bar e spettacoli di musica dal vivo, il permesso Siae non basta più: il direttore commerciale Soundreef spiega le nuove regole Aperte nuove frontiere per gli operatori del settore musicale italiano dopo la sottoscrizione di un accordo, dello scorso 10 aprile, tra SIAE e SOUNDREEF-LEA. Un accordo arrivato a seguito del recepimento della Direttiva Barnier e dopo alcune battaglie legali tra le due società
riguardo la liberalizzazione dell’attività di intermediazione dei diritti d’autore. A spiegare nel dettaglio come funziona oggi la procedura relativa la richiesta dei vari permessi per quei utilizzatori che operano nel settore della musica dal vivo, il Direttore commerciale della SOUNDREEF dr. Massimo Scialò. CLICCARE SULLA FOTO PER GUARDARE LA VIDEO INTERVISTA L’intervista di Chiara Rai al dr. Massimo Scialò Direttore commerciale della SOUNDREEF trasmessa a Officina Stampa del 23/01/2020 In Italia con il Decreto legislativo 35/2017, è stata infatti riconosciuta agli autori la libertà di scegliere l’organismo di gestione collettiva a cui affidare le proprie opere.
CLICCARE SULLA FOTO PER GUARDARE IL VIDEO SERVIZIO Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 23/01/2020 Un accordo che ha visto terminare dopo oltre un secolo il monopolio della SIAE per la gestione dei diritti d’autore e che ha assistito quindi alla nascita di SOUNDREEF, società di diritto anglosassone, che in Italia riscuote i diritti d’autore dei propri associati attraverso l’associazione senza fini di lucro LIBERI AUTORI EDITORI (LEA). L’accordo, per quanto riguarda le esecuzioni musicali dal vivo, prevede l’obbligo per gli organizzatori di munirsi di doppia licenza, SIAE e SOUNDREEF-LEA qualora durante l’evento siano eseguiti brani del repertorio tutelato da SIAE e quelli del repertorio
tutelato da LEA-SOUNDREEF. Ma il problema per gli organizzatori è quello di non poter sapere in anticipo cosa suoneranno i musicisti durante un evento Non si può infatti prevedere durante una serata di piano bar, a titolo di esempio, se sarà suonato solo repertorio tutelato da SIAE oppure tutelato solo da SOUNDREEF/LEA o se tutelato da ambedue le società. Molti brani musicali, infatti, sono tutelati sia da SIAE che da SOUNDREEF/LEA Così come la famosa canzone cantata da Umberto Tozzi “Ti Amo” che è stata composta dallo stesso Tozzi iscritto SIAE insieme a Giancarlo Bigazzi il cui repertorio è tutelato da SOUNDREEF/LEA. Così come altri brani che rappresentano dei veri e propri evergreen e che sovente si ritrovano nelle scalette musicali dei piano bar sparsi lungo la nostra penisola. Brani come “Gloria”, “I migliori anni della nostra vita”, “Almeno tu nell’universo”, “Quello che le donne non dicono” tanto per citarne alcuni, ma lista è molto più ampia ed è destinata a crescere esponenzialmente viste le ultime acquisizioni di grandi successi interpretati da celebri artisti come Laura Pausini, Vasco Rossi, Andrea Bocelli, Gianni Morandi, Ligabue, Francesco Renga, Eros Ramazzotti, Jennifer Lopez, Marco Masini, Gianna Nannini, Marco Mengoni, Robert Miles e molti altri.
Riforma del Terzo Settore, a “Ci vediamo a via Veneto” l’avvocato Gabriele Sepio spiega cosa cambia Una puntata di “Ci vediamo a via Veneto”, quella che verrà trasmessa alle ore 18 di sabato 25 gennaio 2020, come sempre nell’esclusiva location dell’Harry’s Bar di via Vittorio Veneto, che vedrà come ospite l’avvocato Gabriele Sepio. Sepio è membro del Consiglio Nazionale del Terzo Settore, del Comitato di Gestione della Fondazione Italia Sociale, editorialista de “Il Sole 24 Ore” per economia e finanza, Coordinatore del Tavolo tecnico-fiscale per la Riforma del Terzo Settore e consulente del Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali. Un’intervista per cercare di capire, a pochi giorni dall’entrata in vigore della Riforma del Terzo Settore, cosa cambierà. Ristorazione in Italia, stato di salute del settore e le nuove tendenze dei consumi
nel rapporto FIPE 2019 Cambiano i ritmi di vita, i luoghi di consumo, gli stili alimentari, ma una cosa è certa: la passione degli italiani per il ristorante e la buona cucina non accenna a tramontare. Al contrario. Se si guarda ai dati assemblati da Fipe, la Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, all’interno del rapporto 2019, appena presentato a Roma, infatti, si nota come il settore della ristorazione stia conoscendo una stagione estremamente dinamica. Il Presidente ed il Direttore Generale di FIPE Gli italiani infatti non solo investono di più, ma lo fanno in
maniera sempre più mirata, andando a ricercare la miglior qualità dei prodotti locali e un servizio attento alla sostenibilità ambientale. Una marcia in più per un comparto che si muove all’interno di un quadro congiunturale niente non semplice, con un 2019 che ha visto il moltiplicarsi di forme di concorrenza sleale nel mondo del cibo. Hanno preso parte alla presentazione, il presidente di Fipe, Lino Enrico Stoppani, il direttore generale, Roberto Calugi, ed il vice direttore generale, Luciano Sbraga. “Il mondo della ristorazione– ha dichiarato il presidente di Fipe, Lino Enrico Stoppani – è un grande asset della nostra economia e un patrimonio, anche culturale, del Paese. I dati parlano chiaro: con 46 miliardi di euro siamo la prima componente del valore aggiunto della filiera agroalimentare, continuiamo a far crescere l’occupazione e contribuiamo alla tenuta dei consumi alimentari: negli ultimi 10 anni, nonostante la crisi, gli italiani hanno speso sempre di più per mangiare fuori casa, riducendo al contrario la spesa in casa. Merito di un’offerta che cresce in segmentazione dei formati commerciali, in qualità dell’offerta gastronomica e in professionalità. I milioni di turisti che arrivano in Italia mettono proprio bar e ristoranti tra le cose che maggiormente apprezzano del nostro Paese.” “Questo – ha aggiunto Stoppani – non è un settore dove si vive di rendita, come dimostra l’altissimo turnover imprenditoriale. I nostri imprenditori si stanno dimostrando particolarmente attenti ad
alcune nuove tendenze del mercato: sono in prima linea nella lotta allo spreco alimentare e molto sensibili sia al tema della sostenibilità ambientale che a quello della valorizzazione dei prodotti del territorio. Su questo punto giova ricordare che come settore acquistiamo ogni anno 20 miliardi di euro di materie prime alimentari sia dall’industria che dall’agricoltura”. A colazione e a pranzo, vince il fuori casa Dall’analisi in dettaglio del rapporto 2019, si scopre che ogni giorno circa cinque milioni di persone, il 10,8% degli italiani, fanno colazione in uno dei 148mila bar della penisola. Altrettante sono le persone che ogni giorno pranzano fuori casa, mentre sono poco meno di 10 milioni (18,5%) gli italiani che cenano al ristorante almeno due volte a settimana. Un vero e proprio esercito di consumatori che nel 2018 ha speso, tra bar e ristoranti, 84,3 miliardi di euro, l’1,7% in più in termini reali rispetto all’anno precedente e che nel 2019 ha fatto ancora meglio, arrivando complessivamente a spenderne 86 milioni. La ciliegina sulla torta di un decennio che ha visto i consumi degli italiani spostarsi al di fuori delle mura domestiche: tra il 2008 e il 2018, infatti, l’incremento reale nel mondo della ristorazione è stato del 5,7%, pari a 4,9
miliardi di euro, a fronte di una riduzione di circa 8,6 miliardi di euro dei consumi alimentari in casa. Una cifra, quest’ultima, che nel 2019 è salita a 8,9 miliardi di euro. Una performance che consente al mercato italiano della ristorazione di diventare il terzo più grande in Europa, dopo quelli di Gran Bretagna e Spagna e che ha ricadute positive sull’intera economia italiana e in particolare sulla filiera agroalimentare. Ogni anno, infatti, la ristorazione acquista prodotti alimentari per un totale di 20 miliardi di euro, andando a creare un valore aggiunto superiore ai 46 miliardi, il 34% del valore complessivo dell’intera filiera agroalimentare. Prodotti tracciabili e zero sprechi Nonostante la sperimentazione degli chef televisivi abbia raggiunto in questi anni livelli record, ciò che attira in maniera sempre più marcata i consumatori all’interno dei ristoranti è la tradizione. Il 50% degli intervistati da Fipe, infatti, cerca e trova nei locali che frequenta un’ampia offerta di prodotti del territorio, preparati con ricette classiche ma non solo. Il 90,7% dei clienti confessa di essersi fatto tentare da piatti nuovi e mai provati, mentre il 60,5% ammette di andare al ristorante
anche per affinare il proprio palato. Tutti, o quasi, concordano, però su un punto: è fondamentale sapere ciò che si mangia. Il 68,1% dei clienti quando entra al ristorante, per prima cosa si informa sulla provenienza geografica dei prodotti, il 58,5% sui valori nutrizionali dei piatti e il 54,5% sull’origine e la storia di una ricetta. L’altro elemento che incide sulla scelta di un locale è la sua politica “verde”. Sette consumatori su dieci sostengono infatti che sia importante che i ristoranti operino in modo sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale. Il che significa, per il 37,7% degli avventori, che portino avanti politiche contro lo spreco alimentare dotandosi di doggy bag o rimpiattini, per il 36,7% che utilizzino materie prime provenienti da allevamenti sostenibili, mentre per il 33,3% che limitino l’uso della plastica. Solo meno di un italiano su tre rimane totalmente indifferente di fronte a questo tipo di politiche sostenibili. Un marchio doc contro la contraffazione alimentare Quello della contraffazione alimentare dei prodotti italiani è un problema che si sta estendendo sempre più e che ormai non vede coinvolti solo i prodotti italiani. Sempre più numerosi sono infatti i casi di
plagio all’estero dei marchi dei principali ristoranti e delle pasticcerie italiane più note. Per questo è stato creato il marchio di riconoscimento “ospitalità italiana”, attraverso il quale il nostro Paese certifica che si tratta di ristoranti che utilizzano prodotti italiani e si ispirano ad autentiche ricette italiane con una forte enfasi sulle cucine del territorio. La presenza è diffusa ovunque, dall’Europa all’Oceania: il Paese con il maggior numero di ristoranti certificati sono gli Stati Uniti d’America e la prima città è New York. In totale, sugli oltre 60mila ristoranti “all’italiana” presenti nel mondo, solo 2.200 hanno ottenuto questo importante riconoscimento. Donne, giovani e stranieri. sempre più occupati nella ristorazione Secondo l’ultimo censimento disponibile, sono 336mila le imprese della ristorazione attualmente attive. Sono 112.441 quelle gestite da donne che scelgono in un caso su due di aprire un ristorante. 56.606 imprese sono, invece, gestite da giovani sotto i 35. Sono infine 45mila le imprese che hanno soci o titolari stranieri. Nel mondo della ristorazione l’occupazione rimane stabile rispetto allo scorso anno (1,2 milioni di dipendenti di cui il 52% donne) ma sul lungo periodo mostra un’impennata notevole, soprattutto
rispetto agli altri settori dell’economia nazionale. Negli ultimi 10 anni fa, infatti, i posti di lavoro, misurati in unità di lavoro standard, in bar e ristoranti sono cresciuti del 20%, a fronte di un calo dell’occupazione totale del 3,4%. Luci e ombre Esistono alcune criticità strutturali nel mercato della ristorazione e alcuni fenomeni recenti. Da un lato il settore soffre ancora di un elevato tasso di mortalità imprenditoriale: dopo un anno chiude il 25% dei ristoranti; dopo 3 anni abbassa le serrande quasi un locale su due, mentre dopo 5 anni le chiusure interessano il 57% di bar e ristoranti. Un dato che fa il paio con la bassa produttività di questo settore: il valore aggiunto per unità di lavoro è di 38.700 euro, il 41% più basso rispetto al dato complessivo dell’intera economia. Nel corso degli ultimi 10 anni il valore aggiunto per ora lavorata è sceso di 9 punti percentuali. La novità risiede invece nelle piaghe dell’abusivismo commerciale e della concorrenza sleale. Nei centri storici, nel corso degli ultimi 10 anni, si è impennato il numero di paninoteche, kebab e (finti) da asporto di ogni genere (+54,7%), mentre sono diminuiti i bar (-0,5%). Il pubblico esercizio deve fare i conti con una
concorrenza ormai fuori controllo. Crescono soprattutto le attività senza spazi, senza personale, senza servizi soprattutto nei centri storici delle città più grandi. “Questo – continua il Presidente Stoppani – dipende da una molteplicità di fattori: i costi di locazione sono diventati insostenibili, il servizio richiede personale e il personale costa, gli oneri di gestione, a cominciare dalla Tari, sono sempre più pesanti. La scorciatoia è fatta da attività senza servizio, senza spazi e con personale ridotto all’osso, ed è favorita da politiche poco lungimiranti delle amministrazioni locali che consentono a tutti di fare tutto senza il rispetto del principio “stesso mercato, stesse regole” che per noi è alla base di una buona e sana concorrenza. La disparità di condizioni non genera soltanto concorrenza sleale, ma finisce per impoverire il mercato stesso, la sicurezza dei consumatori e la qualità delle nostre città”.
Milano, all’UniCredit Tower Hall il rapporto sul turismo enogastronomico 2020 MILANO – UniCredit è sponsor del Rapporto sul Turismo Enogastronomico 2020, la ricerca più completa sulla domanda e sull’offerta del settore, promosso e realizzato dall’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico Il rapporto verrà presentato il 29 gennaio alle 15.00, presso UniCredit Tower Hall (via Fratelli Castiglioni 12 a Milano), una presentazione riservata solo ed unicamente alla stampa accreditata.
Si parlerà dell’offerta di prodotti e servizi del settore, scenario europeo nel contesto italiano, prodotti d’eccellenza, strategie di crescita, intermediazione, caratteristiche della domanda con focus sui turisti enogastronomici, impatto sul settore, influenze sociali, ecc. Saranno presenti Massimo Costantino Macchitella (UniCredit), Roberta Garibaldi (coordinatrice della ricerca nonché massima esperta di turismo e cultura, docente presso l’Università degli Studi di Bergamo e consulente di UniCredit all’interno del programma Made4Italy), Bruno Bertero (PromoTurismoFVG), Giorgio Palmucci (Presidente Enit), Alberto Lupini (Direttore responsabile Italia a Tavola).
Porchetta di Ariccia: la famiglia Cioli, 4 generazioni di eccellenza Era il 1917 quando Ovidio Cioli, all’età di 17 anni, ebbe l’intuizione geniale di acquistare un maiale, disossarlo, condirlo con aromi naturali, quali sale, pepe, aglio e rosmarino, e in seguito ricucirlo e cuocerlo ad alte temperature. E dalla sua geniale intuizione ebbe origine l’attuale “porchetta” di Ariccia. Una vera e propria eccellenza del “Made in Italy”. CLICCARE SULLA FOTO PER GUARDARE IL VIDEO SERVIZIO
Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 16/01/2020 Oggi i fratelli Cioli, Fabio e Gianluca, esportano in tutto il mondo la porchetta di Ariccia, proseguendo così la grande tradizione di famiglia fatta di ben quattro generazioni, dove sono stati tramandati, di padre in figlio, tutti i segreti della produzione di questo prodotto gastronomico unico, di cui l’azienda Fa.Lu.Cioli mantiene intatte la tradizione e la qualità nel grande stabilimento di Ariccia.
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