Lontani ma vicini L'esperienza del Servizio Infanzia attraverso il lockdown - Servizio Infanzia - Comune di Lecco

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Servizio Infanzia

                    lontani
                      ma
                     vicini
           L’esperienza del Servizio Infanzia
                attraverso il lockdown
Ai genitori
con il desiderio che non perdano mai di vista i sogni dei bambini
Teka Edizioni                FONTI
corso Martiri                Materiali prodotti
della Liberazione, 28        dai gruppi di lavoro
23900 Lecco LC               degli operatori
tekaedizioni.it
                             Documentazione dei percorsi
info@tekaedizioni.it
                             di formazione e supervisione
fb: tekaofmind
ig: tekaofmind               Contributi dello staff
                             del Servizio Infanzia:
Progetto grafico
                             Marina Panzeri
tekacomunica.it
                             Giusy Manciucca
info@tekacomunica.it
                             Maria Brambilla
Illustrazioni                Katia Zucchi
MartaBi
martabrunetti.bi@gmail.com   REDAZIONE
                             Emanuela Pizzardi
                             formatrice

                             NB
Stampa                       L’uso del termine bambino
Grafiche Riga srl            al maschile è da intendersi
Annone Brianza LC            riferito a entrambi i generi
Finito di stampare           e risponde solo a esigenze
gennaio 2021                 di semplicità del testo.
Indice
Lontani ma vicini                  5
1. Mantenere i legami              7
2. Da un capo all’altro del filo   11
3. Riallacciare i fili             29
4. Tessere una nuova tela          35
5. Rafforzare i legami             41
Lontani ma vicini
   Il 2020 è stato un anno di profondi cambiamenti e nuove sfide per tutti. In queste pagine rac-
contiamo l’esperienza del Servizio Infanzia del comune di Lecco, e di come si è cercato di affron-
tare questa situazione inedita con la concretezza e la cura che contraddistinguono la quotidianità
dei servizi, senza interrompere le relazioni con i bambini e con i loro genitori.
   Mai nella loro storia i servizi educativi sono rimasti chiusi per un periodo così lungo. L’espe-
rienza della lontananza fisica dai bambini e dalle famiglie ci ha messo seriamente alla prova
ma ha anche portato interessanti elementi d’innovazione. Questa situazione “extra-ordinaria”
ha consentito infatti di valorizzare le risorse presenti nei servizi e di scoprirne delle nuove; in un
certo senso il lockdown ha funzionato da acceleratore del cambiamento, spingendo a utilizzare
strumenti e modalità di comunicazione inusuali, che hanno permesso agli operatori e alle fami-
glie di sperimentare una vicinanza e una reciprocità per alcuni versi impensabile nell’esperienza
precedente. Non solo, la chiusura obbligata ha anche rappresentato per il Servizio Infanzia un
incentivo a rinsaldare e ampliare ulteriormente i legami con la comunità locale, della quale i
servizi sono già parte integrante.
  Gli orientamenti culturali e educativi alla base delle prassi organizzative dei servizi (vedi “Al-
fabeto del Servizio Infanzia”) hanno fatto da “bussola” nella navigazione in acque sconosciute, a
volte minacciose, hanno permesso di trovare approdi provvisori e nello stesso tempo di scoprire
nuovi territori da esplorare nell’avventura educativa con i bambini e le famiglie.
   Il testo è scritto al presente per rendere meglio l’intensità di un’esperienza che, anche dopo la
riapertura dei servizi, non si può considerare conclusa; alla prima persona plurale perché è frutto
del lavoro collettivo; al femminile perché il personale del Servizio Infanzia è interamente femminile.
1.
Mantenere i legami
  Venerdì 21 febbraio salutiamo i bambini e i genitori con un semplice “Buon week end, ci vediamo
lunedì“. La settimana successiva il governo decreta la chiusura dei servizi educativi a causa del rischio
epidemiologico Covid-19. Contattiamo telefonicamente le famiglie per informarle della chiusura.
  Nei primi giorni l’unica possibilità che abbiamo è quella di portare avanti i lavori già program-
mati. Uno dei nostri primi pensieri è che questa sospensione possa tramutarsi in un’opportunità
per il gruppo, che si viene a trovare nelle inaspettate condizioni di lavorare con tempi meno
concitati rispetto a quelli che il lavoro in presenza ci impone.
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  Nella speranza che la chiusura sia breve, ci occupiamo degli spazi perché è il modo più con-
creto a nostra disposizione per comunicare alle famiglie che sono rimaste nei nostri pensieri.
Prepariamo alcune sorprese (nuovi libri e nuovi materiali di gioco) per i bambini e cerchiamo di
rendere più accoglienti e interessanti gli spazi per i familiari.
   Già nella seconda settimana di chiusura ci rendiamo conto però che la situazione precedente
potrebbe non tornare in tempi brevi. Ma il gruppo è coeso: ognuna di noi, pur con emozioni e
vissuti differenti, è determinata a portare avanti il lavoro.
  Nonostante la situazione di emergenza colpisca tutti – noi comprese - desideriamo dare il
nostro contributo con professionalità.
   Scegliamo quindi di affrontare questa situazione del tutto inedita con concretezza, alternando
momenti di leggerezza a momenti di pensiero, restando concentrate sul come più che su cosa
fare (anche perché il cosa non dipende da noi).
   Con l’aggravarsi della situazione avvertiamo il bisogno di fare sentire alle famiglie che ci sia-
mo. Le contattiamo di nuovo telefonicamente per sapere come si sono organizzate, visto che le
scuole e i servizi educativi sono chiusi ma i genitori continuano a lavorare, e per conoscere le
loro esigenze.
   Facciamo anche delle ipotesi per continuare a tenere aperti i servizi: aprire il nido a due bam-
bini per educatrice, dislocate nei vari spazi; organizzare a rotazione la presenza durante la mat-
tinata delle educatrici a casa delle famiglie; aprire il giardino; andare a trovare tutti i bambini
portando loro un piccolo dono; allestire storie itineranti nei parchi e sul lungolago di Lecco.
   Lo scopo delle proposte è quello di rispondere ai bisogni dei genitori che lavorano rispettando
le norme sul contenimento del contagio; di alleggerire il carico delle famiglie più in difficoltà; di
offrire opportunità di gioco ai bambini.
  Desideriamo dare un messaggio educativo e di positività in sicurezza a tutta la cittadinanza,
con particolare attenzione ai bambini.
  Purtroppo, nella terza settimana di chiusura, tutte le nostre ipotesi si rivelano irrealizzabili a
causa delle sempre più rigide misure di contrasto del virus. Il peggioramento dell’andamento
dell’epidemia porta alla decisione del Governo di dichiarare la Lombardia “zona rossa”, e, poco
dopo, di decretare il lockdown di tutta l’Italia.
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   In queste prime settimane registriamo, inizialmente negli spazi dei servizi, video per le fami-
glie con proposte che ricordano ai bambini la stanza di riferimento, dove abitualmente vivono
l’esperienza dell’Isola di felicità, e successivamente continuiamo nelle nostre case con letture di
libretti conosciuti. Desideriamo mantenere vivo nei bambini il ricordo degli spazi e degli oggetti
a loro familiari e nello stesso tempo far sentire alle famiglie che non sono sole. A cominciare dai
primi giorni di lockdown, le proposte che facciamo (partite con un po’ di titubanza dal cuore) sono
legate l’una all’altra dalla riflessione sul senso di ciò che stiamo vivendo.

Video dal nido                                          La storia di Albert
2.
Da un capo all’altro del filo
   Con l’entrata di tutta l’Italia in lockdown vengono garantiti solo i servizi e le attività di prima
necessità. Anche il personale del Servizio Infanzia passa dal lavoro in presenza al lavoro a di-
stanza. Il telelavoro, modalità per noi del tutto nuova, ci consente di continuare a sentirci parte
attiva del gruppo e ci aiuta ad affrontare in modo costruttivo la situazione anche in un momento
di generale smarrimento a causa dell’assenza di certezze riguardo al futuro.
   Per prima cosa individuiamo gli obiettivi da perseguire e le azioni che possiamo realizzare in
modalità di telelavoro. In una situazione totalmente diversa da quella nella quale si svolgevano
le nostre attività quotidiane, dobbiamo essere capaci di rivedere le priorità tenendo conto dei
bisogni dei bambini e dalla realtà stravolta dall’emergenza Covid-19.
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    Di norma, la nostra progettazione è aperta, flessibile, si muove all’interno di “panorami possibi-
li”. Ma fare questo ora non basta, oltre a essere estremamente difficile; siamo consapevoli infatti
che la situazione straordinaria che viviamo richiede un investimento altrettanto straordinario.
    Scriviamo un progetto intitolato Lontani ma vicini per rispondere ad alcune domande per noi
cruciali:
    - come continuare, anche a distanza, a essere un gruppo di lavoro?
    - come mantenere aperta la relazione con i bambini?
    - come proporre loro esperienze di crescita?
    - come condividere con le famiglie senza poterle incontrare?
    - come “abitare” gli spazi dei servizi anche mentre sono vuoti?
   Tutte queste domande sono ricomprese nell’interrogativo di fondo: il lavoro educativo è tale
solo se i nostri sguardi s’incrociano con quelli dei bambini e dei genitori e se stiamo fisicamente
l’uno accanto all’altro?
  Prende così avvio la ricerca e la sperimentazione di un diverso modo per stare accanto alle
famiglie. E la condizione di lontananza diventa un laboratorio per ripensare il lavoro di cura,
parola chiave del progetto educativo e organizzativo del Servizio Infanzia.

     Continuare a essere un gruppo di lavoro
  Cerchiamo innanzitutto di sintonizzarci tra di noi, coordinatrici e educatrici. La funzione di regia
(vedi lettera “r” – regia) assume un’importanza ancora maggiore perché, nel lavoro a distanza, è
indispensabile garantire le condizioni affinché ogni educatrice possa continuare a dare il proprio
contributo alla realizzazione del piano di lavoro in tutti i suoi aspetti: attenzione alle famiglie, al
gruppo dei bambini, al singolo bambino e alla comunità.
  I mezzi tecnologici, inusuali per noi, diventano dunque essenziali per mantenere operativi gli
ambiti di condivisione (vedi lettera “C” - Condivisione). La possibilità data dalla tecnologia di man-
tenere funzionante la struttura organizzativa non solo rassicura il gruppo educativo ma porta un
valore aggiunto favorendo uno scambio più intenso e una maggiore “contaminazione” tra i servizi.
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 Lavorare a distanza ci permette di apprezzare il valore del metodo e degli strumenti che abbia-
mo costruito nel tempo e di far emergere/valorizzare le nostre peculiari competenze.
    Nello stesso tempo, però, queste modalità, proprio per il fatto di essere nuove per noi, portano
tensione nel gruppo perché richiedono una regolamentazione. Ad esempio, nel telelavoro gestire
il tempo è più difficile perché vengono meno i confini dell’orario di lavoro in presenza.
 In questo nuovo contesto progettiamo le azioni, programmiamo le attività, ideiamo e realizzia-
mo gli strumenti educativi per mantenere i legami con i bambini e i genitori.
   L’eccezionalità della situazione ci rende ancora più consapevoli dell’importanza dell’autofor-
mazione. Il gruppo educativo spontaneamente si attiva per condividere tramite whatsapp articoli,
letture e videoconferenze che possano aiutare a comprendere ciò che accade.
   La formazione e la supervisione, già avviate e proposte a piccoli gruppi di educatrici dei quattro
servizi con la partecipazione delle coordinatrici, continua durante la chiusura. Gli obiettivi degli
incontri di formazione vengono riformulati tenendo conto delle nuove esigenze.
   La formazione si rivela una risorsa molto utile agli operatori perché fornisce indicazioni e stru-
menti che hanno un’immediata ricaduta nella complessa situazione creata dal lockdown. Negli
incontri trova spazio anche il nostro vissuto; come tutti, infatti, dobbiamo fare i conti con l’ansia
per la salute e con l’incertezza nei confronti del futuro.
  In parallelo alle attività formative prosegue la rivisitazione, cominciata prima del lockdown,
degli orientamenti culturali ed educativi del Servizio Infanzia, finalizzata, nell’ipotesi inziale, alla
realizzazione di una pubblicazione destinata alle famiglie.
   Svolgendo questo lavoro ci rendiamo conto ben presto che, anche se gli orientamenti cultu-
rali, educativi e metodologici fondamentali restano validi, le prassi consolidate nel tempo sono
messe in discussione dall’esperienza del lockdown e che il rapporto a distanza con i bambini e i
genitori apre strade inesplorate.
   L’esito di questo lavoro di ripensamento è documentato nella parte “L’Alfabeto del Servizio
Infanzia attraverso il lockdown”.
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     Il filo con i bambini
     LE PROPOSTE DI GIOCO
   Anche da lontano cerchiamo di seguire il processo di crescita dei bambini offrendo degli spunti
ai genitori rispetto ad attività che permettano di far fare ai figli esperienze concrete, di sentire
ed esprimere le emozioni che provano. Le proposte non hanno un carattere prescrittivo, sono
piuttosto un mezzo per far conoscere alcune delle attività che i bambini sono soliti svolgere nei
servizi. Invitiamo i genitori a partecipare attivamente alle proposte, incentivandoli a inventare, a
trovare il proprio modo di giocare con i figli. Non diamo ricette su come passare il tempo, quanto
piuttosto indicazioni su come stare accanto ai bambini vivendo con loro esperienze di crescita.
   Più volte alla settimana diffondiamo come Servizio Infanzia tramite whatsapp e sulla pagina
Facebook del Centro per le famiglie proposte di gioco e attività che si possono fare con i bambini,
realizzabili con materiali di uso domestico facilmente reperibili. Si tratta di spunti per rendere
piacevoli e interessanti le giornate, di suggerimenti che tutti possono arricchire con idee proprie,
commenti, foto tramite la pagina Facebook. Le proposte di gioco sono accessibili anche a fami-
glie che non frequentano i servizi comunali. In questo modo desideriamo dare un messaggio di
disponibilità e di vicinanza a tutta la città. Accogliamo e valorizziamo anche suggerimenti che
arrivano dalle famiglie.
   Un’attenzione particolare è rivolta alle famiglie dei bambini con disabilità inseriti nei nidi,
ancora più in difficoltà rispetto alle altre, che hanno bisogno anche di una vicinanza fisica. Per
offrire ai genitori un aiuto concreto nella gestione della quotidianità, calibrato in base alle singole
situazioni, l’educatrice di sostegno o di riferimento del gruppo di appartenenza va a casa dei
bambini.

                       Proposte di gioco                                               Video da casa
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  LA FIABA A SPECCHIO “IL MISTERO DEL BOSCO”
  Con il passare delle settimane, ci rendiamo conto che i bambini cominciano ad assorbire le
paure e le preoccupazioni che sentono intorno a sé. Le relazioni e la loro quotidianità si sono
bruscamente interrotte privandoli della possibilità di stare all’aperto, costringendoli in alcuni
casi a stare in spazi molto piccoli, condivisi con membri della famiglia con esigenze differenti.
Pensiamo allora a uno strumento che possa aiutare a dar voce a questo disagio e nello stesso
tempo dia un po’ di speranza.
   Un gruppo di lavoro composto da educatrici di tutti i servizi si occupa dell’ideazione, della
scrittura e dell’illustrazione della fiaba a specchio “Il mistero del bosco”. La fiaba a specchio
offre la possibilità ai bambini di esplicitare quello che provano e di dare un nome alle emozioni
immedesimandosi nei personaggi e nelle situazioni raccontate. La fiaba non dà soluzioni, ma può
essere utile, sia ai bambini sia agli adulti che li accompagnano nella lettura, a prendere consape-
volezza di alcuni elementi di realtà difficili da comprendere e da accettare. Viene anche proposta
a ogni famiglia la realizzazione di una corona magica personalizzata come aiuto a collegare e
integrare la lettura della fiaba con un’esperienza concreta.

                 Fiaba                              “Il mistero del bosco”
“Il mistero del bosco”                                 con le ombre cinesi
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     Il filo con le famiglie
   Nei nostri frequenti contatti ci rendiamo conto che alcune famiglie attraversano una situa-
zione critica perché sono toccate da lutti, dalla malattia; perchè vivono con particolare intensità
la paura o sentono il peso della convivenza forzata in casa e dell’isolamento. Per noi non si è
tratta più solo di mantenere le relazioni, ma di prendersi cura, di prevenire, per quanto possibile,
l’aggravarsi della situazione di disagio.
   Mettiamo dunque in campo più azioni rivolte alle famiglie per tenere meglio conto, in una
situazione in continuo cambiamento, delle differenti caratteristiche ed esigenze dei nuclei fami-
liari ai quali i bambini appartengono. Tutte le azioni hanno l’obiettivo di incoraggiare i genitori a
vivere attivamente e creativamente il loro ruolo educativo, o di sostenerli in un momento difficile.
   C’è di più: ora che non possiamo osservare direttamente i bambini, sono gli occhi dei genitori a
diventare anche i nostri occhi, sono le loro mani a doversi occupare di tutto, ogni cosa passa da
loro che in questa fase sono le uniche persone con cui i bambini sono in contatto diretto.
   Da subito ci rendiamo quindi disponibili all’ascolto con l’attenzione a cogliere i segnali di
difficoltà. Le coordinatrici cercano di avere il polso generale della situazione sia mantenendo
direttamente i contatti con le famiglie dei bambini frequentanti o in lista di attesa, sia con la
collaborazione delle educatrici, impegnate a raccogliere i bisogni e le richieste delle famiglie dei
bambini del proprio gruppo di riferimento.
   I genitori dimostrano di apprezzare questo sforzo; anche se non abbiamo soluzioni da dare, ci
sono grati per la disponibilità ad ascoltarli e a condividere con loro ciò che accade nell’anomala
quotidianità: difficoltà, conquiste, sorprese ... Si tratta di una condivisione diversa da quella che
sperimentiamo quotidianamente nei servizi quando ci scambiamo informazioni su com’è andata
la giornata, su come sta il bambino.

     ALCUNE DOMANDE PER CONOSCERE IL PUNTO DI VISTA E IL VISSUTO DEI GENITORI
   Per andare più in profondità nella relazione con le famiglie, decidiamo di scrivere loro una
lettera con alcune domande: le invitiamo a fare proposte e a dirci come i servizi possano essere
per loro una risorsa in questo particolare momento. Inoltre, proponiamo di rispondere anche ad
alcune domande per conoscere che cosa i servizi rappresentino per loro e per i loro bambini.
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Anche se può sembrare paradossale, infatti, proprio mentre ne stanno sperimentando l’assenza,
si trovano nelle condizioni per entrare meglio in contatto con il significato di aspetti che nella
routine quotidiana si danno per scontati. Inoltre, nella comunicazione che inviamo alle famiglie,
le invitiamo a fare proposte, a dirci come i servizi possano essere per loro risorsa in questo parti-
colare momento. Le risposte dei genitori sono molto significative e incoraggianti.

     Le domande ai genitori
                                                                      Lecco, 31 marzo 2020

     Cari genitori,
     stiamo attraversando un momento di grande cambiamento per tutti, adulti e bam-
     bini. Ritrovarsi improvvisamente in casa senza avere più la possibilità di uscire, di
     lavorare, di correre al parco, di frequentare il nido, di stare vicino alle persone, di
     abbracciare parenti e amici, ha disorientato adulti e bambini.
     Le nostre giornate sono cambiate, c’è la paura, l’attenzione a proteggere i nostri
     cari, noi stessi, gli altri, e la fatica del quotidiano.
     Le coordinatrici e le educatrici si sono chieste: cosa fare quando tutto intorno cam-
     bia, quando la relazione non è più vicina, non è più quotidiana?
     Ci piacerebbe continuare a dialogare con voi e con i vostri bambini e tenere vivo il
     legame che abbiamo costruito insieme. Ci piacerebbe ascoltare la vostra voce, rac-
     cogliere le vostre opinioni, pensieri, fatiche, desideri. Ci piacerebbe sentire qualche
     vostro racconto su come i bambini si ricordano del nido e su cosa chiedono della
     quotidianità ormai lontana.
     Alcuni genitori raccontano che i bambini nominano i compagni o ripropongono al-
     cuni momenti, e alcuni riti che hanno conosciuto al nido... Per questo vi chiediamo,
     se ne avete voglia, di rispondere con i vostri racconti ad alcune domande:
     - Come i bambini manifestano a casa il ricordo delle vita al nido, in questi giorni
        cosa riportano delle loro esperienze del nido?
     - C’è qualcosa del vostro bambino che vi ha sorpreso?
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     - Dal punto di vista di genitori c’è qualcosa delle esperienze del nido che vi sta
        aiutando in questo momento?
     - Vi è utile quello che stiamo facendo per esservi vicini anche a distanza e c’è altro
        che potremmo fare?
     Inviateci le vostre risposte tramite mail, whatsapp e anche audio se siete più co-
     modi, come preferite! Terremo con cura e riservatezza la fonte delle vostre te-
     stimonianze che potrebbero diventare spunti, frammenti importanti nel racconto
     della storia deì nostri servizi dell’infanzia.
     Per noi sono importanti i vostri racconti per continuare a starvi vicini e per prepa-
     rarci a quando potremo incontrarci di nuovo!
     Un caro abbraccio da tutte noi.
     Le coordinatrici e le educatrici

     Le risposte dei genitori

     I BAMBINI SI EMOZIONANO E RICORDANO
     – Grazie! D. è così felice.
     – Vi mando il video dell’emozione di C. quando vede il video della sua educatrice,
     lo rivede cento volte al giorno!
     – Abbiamo molto apprezzato i video in cui le educatrici leggono le storie, A. li
     richiede molto spesso. In particolare la storia di T. ormai la sa a memoria!
     – Tutte le mattine mi fa fare l’elenco dei suoi compagni, tutte le mattine mi fa fare
     questo piccolo rito in cui lui dice “manca” e tutti i nomi.
     – L’esempio e la vicinanza dei compagni era importante e sicuramente gli manca.
     – Tutto quello che arriva da voi ci tiene legati, ci fa stare meglio, ci dà un senso di
     normalità.

     LE FAMIGLIE RACCONTANO LE DIFFICOLTÀ E LE PREOCCUPAZIONI
     – La situazione surreale che stiamo vivendo è difficile per tutti, ma soprattutto per
     i nostri piccoli, che all’improvviso hanno perso la loro routine. Di punto in bianco
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sono stati privati del loro “nido”, della loro seconda casa, dei compagni di gioco e
delle loro adorabili educatrici.
– Stiamo provando anche noi a riproporre una routine, altrimenti sarebbe impos-
sibile vivere le giornate e cerchiamo di sfruttare tutte le belle proposte che ci
mandate valorizzando tutti gli aspetti dalla musica alla creatività alla scoperta al
movimento alle emozioni.
– Rispetto a come porci con L., certo la sfida adesso è come essere educatori,
genitori a tempo pieno e devo dire che non siamo abituati, per noi è un ruolo nuovo.
– In questo mese di necessario autoisolamento abbiamo dovuto ripensare spazi,
abitudini, quantità di tempo da dedicargli.
– Un momento che è diventato un po’ tragico è quello del pasto, che è sempre un
disastro; butta tutto in giro, gioca… cosa che prima non faceva.
– Vediamo in lui talvolta atteggiamenti di nervosismo, di rabbia, di sfida verso
quelle che sono da sempre state le nostre regole familiari.
– Vuole il ciuccio molto più spesso.
– Forse anche per le restrizioni di questo momento, riemergono alcune fatiche che
sembravano superate, vedi i morsi o un po’ di rabbia … ma devo dire che in questo
ci sentiamo più sicuri proprio ripensando ai dialoghi avuti con le educatrici.
– Mi piacerebbe essere rassicurata sul fatto che se anche la scuola per questo
anno scolastico non dovesse ripartire, sarà comunque garantito anche solo un
momento finale di ritrovo per un saluto e un aiuto alla conclusione che per noi
purtroppo sarà definitiva, avendo il passaggio alla materna. Sarebbe un vero pec-
cato non riuscire a viverlo insieme.
– Oggi purtroppo il nostro vicino di casa è morto, tu hai un libro da consigliarmi sul
lutto? A. ha pianto. Magari riesco a trovarlo in biblioteca digitale. Che bello questo
scambio e crescita insieme.
– Secondo te chi potrebbe aiutarci? Io e il mio compagno siamo ora in Smart work
ma tra poco tornerò al lavoro. Senza asilo, siamo costretti a cercare aiuto esterno,
ma non si può (sia economicamente sia come salute). Non posso piazzare i bimbi
davanti alla tv ... Non posso nemmeno non lavorare... Che dilemma!
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     Le lettere alle famiglie
   La fiaba a specchio “Il mistero del bosco”, ideata per i bambini, è rivolta anche agli adulti che,
leggendola, possono parlare di ciò che provano e rassicurare i bambini. Ma questo strumento non
ci sembra sufficiente. Quando ci rendiamo conto che la riapertura è ancora lontana e che nelle
famiglie crescono l’ansia e la preoccupazione, decidiamo di rivolgerci direttamente ai genitori
per fare sapere loro che comprendiamo le difficoltà che stanno vivendo. Scriviamo allora delle
lettere, anticipate dal messaggio che segue, nelle quali, dai diversi punti di vista – del bambino,
della mamma, del papà e dell’educatrice – diamo voce alle emozioni.

       Toc,Toc …
       Dopo le telefonate fatte in queste settimane a voi famiglie, abbiamo sentito il desi-
       derio di raggiungervi e “bussare alla vostra porta” per provare a dar voce a pensieri,
       sensazioni, domande, paure, dubbi e perplessità.
       In questo momento “fermo” la fatica c’è, ma vorremmo provare insieme a voi a
       guardare oltre, a valorizzare le risorse e condividere gli sguardi.
       Date un’occhiata alle lettere che riceverete ...
       La nostra “famiglia immaginaria” si farà conoscere: mamma Francesca, papà Andrea,
       i piccoli Tommy e Virginia si racconteranno e con loro anche nonni e educatrici.

     LETTERA DI TOMMY E DI VIRGINIA
   Tommy e Virginia sono bambini immaginari, che, come tanti altri bambini litigano con i fratelli,
non vogliono andare a letto alla sera, faticano a stare a tavola... La gestione di queste situazioni
da parte dei genitori durante il lockdown è più faticosa a causa del forzato isolamento. La lettera
dei bambini cerca di dare in modo leggero, ma nello stesso tempo concreto, spunti per leggere
alcuni comportamenti dei piccoli e per provare affrontarli.

       Ciao io sono Tommy... Ciao io sono Virignia...
       ho quasi tre anni e andavo al Centro ma un giorno...
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Ci siamo ritrovati tutti a casa improvvisamente ed è stato molto bello avere TEMPO
solo per noi! Vero mamma? Vero papà?
Abbiamo fatto tante cose INSIEME: stendere i panni, apparecchiare e sparecchiare
la tavola, anche rincorrerci in giardino, in terrazza o in corridoio…e poi saltare sul
lettone facendo capriole
Poi, però, il tempo è diventato troppo e sembra non finire mai…
mamma e papà devono lavorare da CASA o mettersi guanti e mascherina per uscire
e trasformarsi in Supereroi!!
E noi bambini cosa facciamo? Dove andiamo se NON POSSIAMO PIU’ USCIRE?
Ebe e Tio dove saranno? Canteremo ancora con Elena? Faremo ancora il giro tondo?
Come mi mancano i miei AMICI, piccoli e grandi, del Centro! Chissà cosa stanno
facendo anche loro….
I miei genitori adesso mi hanno detto che devo giocare anche un po’ da SOLO
nell’altra stanza....
Ma non ci penso proprio! Erika avrebbe detto che ognuno deve avere il proprio
SPAZIO, anche mamma e papà, e che alcune REGOLE vanno mantenute, perché se
si sta sempre appiccicati perdiamo il PIACERE di PERDERCI e poi RITROVARCI.
Così da domani al mattino mentre mamma sistema casa e papà non c’è io mi
impegno a fare una torre da solo e quando mamma avrà finito vedrà la SORPRESA.
Quando lei sarà in bagno io guarderò un libro con papà.
La sera andrò a letto presto una volta con papà e una volta con mamma... forse mi
verrà voglia di URLARE per averli entrambi vicini ma so che loro mi diranno “Ce la
puoi fare“!
Ma che FATICA tutte queste cose!!

La mamma ha una BRILLANTISSIMA IDEA, come abbiamo fatto con Katia in labo-
ratorio, recupera un foglio grande, forbici, colla, giornali da ritagliare, fotografie e
colori vari, e insieme abbiamo pensato “LA NOSTRA GIORNATA”.
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     Sapete come l’abbiamo creata?
     Sveglia
     Colazione
     Gioco da solo
     Gioco con mamma o papà
     Pranzo
     Riposino
     Corsa e salti in casa
     Merenda
     Libretto da leggere insieme
     Gioco con papà
     Cena
     Coccole e lettura del mio libro preferito prima di addormentarmi
     Nanna
     Questo cartellone l’ho appeso sopra al mio letto e quando ho BISOGNO di sapere
     cosa fare lo vado a guardare!
     Chissà quanti cartelloni diversi ci sono nelle case dei miei amici... chissà cosa c’è
     scritto!

     Lo sapete che ho ritrovato, nel mio cesto dei giocattoli, il ciuccio di quando ero
     piccolo? Quello che si illumina di notte… è proprio bello e sempre buono!
     La mamma, quando mi ha visto con il ciuccio, è rimasta a bocca aperta… ma poi ha
     detto che potevo tenerlo “Rimane il nostro SEGRETO!”
     A proposito, è vero che in questo periodo sono tornato un po’ PICCOLO con il ciuccio…
     MA ANCHE GRANDISSIMO perchè, ho tolto il pannolino ed ora faccio la pipì nel
     vasino!
     Beh, qualche volta mi scappa ancora nelle mutandine, ma la mamma lo sa che può
     capitare… e me ne fa scegliere un altro paio, le mie preferite!
23

      Prima mamma e papà mi INCORAGGIAVANO a stare da solo dai NONNI. Oggi li vedo
      sullo schermo ma dopo che li ho salutati non so cosa raccontare, non abbiamo più
      i nostri segreti da non dire alla mamma perché non vuole che mangi troppi biscotti.
      E mi “STUFO” a parlare con loro in questo modo, ho voglia del SOLLETICO dei baffi
      del nonno e del PROFUMO di caramelle della borsa di nonna.
      Però sto riempiendo un barattolo di tanti BACI da dare a chi potrò riabbracciare
      quando tutto questo SARÀ PASSATO.
      È normale che a volte prenda lo sconforto, la tristezza o lo schiribizzo.
      Può accadere qualcosa di molto triste o di molto preoccupante.
      In questo periodo le EMOZIONI sembrano dentro ad un frullatore; anche mamma
      e papà a volte non ci capiscono più nulla, ma sanno che possono scrivere a Erika,
      Katia e Elena e loro troveranno il modo di rispondere.
      Sarà l’occasione per raccontare loro le cose che ho imparato e come sono diventato
      bravo ad aiutare in casa, così scambiandoci qualche idea possiamo trovare confor-
      to e pensare di nuovo COSE BELLE.
      CIAO AMICI A PRESTO

   LETTERE DI MAMMA FRANCESCA E DI PAPÀ ANDREA
   Le lettere indirizzate alla mamma e al papà hanno stili comunicativi diversi; cerchiamo così di
metterci nei panni dei genitori tenendo conto delle loro differenti sensibilità, dei loro diversi punti
di vista, più riflessivi o più pragmatici.

      Diario di mamma Francesca
      Ventesimo giorno
      Tutti dormono. La casa è silenziosa, i giochi dei bambini sono sparsi sul tappeto,
      devo improvvisare una sorta di slalom per non inciampare, per il momento metto
      tutto da parte. Guardo fuori dalla finestra ... questo tempo è per me!
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     Silenzio, questo silenzio lascia tutto sospeso, un po’ come mi sento io, con le mie
     fragilità, le mie paure, i dubbi, e quel bisogno di dare risposta ai miei bambini,
     quando mi guardano, per capire cosa sta succedendo. A volte mi sento stanca ma
     non di essere mamma, stanca come donna! Mi sembra di vivere tre vite in una,
     sono genitore, lavoratrice, insegnante e ho la sensazione di non riuscire a fare
     niente bene. Alti e bassi sono i pensieri che si alternano, come fossi su di un’alta-
     lena, a volte si va giù e poi si torna su. In questa turbolenza di preoccupazioni, oggi
     è stato il disegno di Tommy a farmi tornare su, raccontava di una gita nel bosco,
     tutti insieme, divertiti a raccogliere lamponi (che a lui piacciono tanto).
     Stiamo vivendo una situazione sconosciuta, nuove regole, nuove leggi, nuove limi-
     tazioni, un nuovo modo di “stare” nel quotidiano là fuori e nella nostra casa.
     Basta poco per sentirsi sbagliate e vestire i panni del genitore spaventato. Mi sem-
     bra di essere un maratoneta al trentesimo chilometro… ce ne sono ancora dodici
     da fare, devo prendere fiato e andare avanti per arrivare al traguardo. So che i miei
     bambini possono capire che ci siano giornate in cui non ce la faccio proprio, sento
     che non per questo “rovino” qualcosa. Loro hanno la grande capacità di andare ol-
     tre al singolo momento e cogliere la forza del nostro legame, forse potrei guardare
     i segnali che loro mi mandano, quando mi fanno delle richieste… e forse potrei non
     far cadere la fatica su di loro.
     Ieri, quando abbiamo impastato insieme la torta, è stato bello vedere la loro gioia,
     il loro sorriso nel nostro “fare insieme”, quel momento mi ha ricaricata e quella
     torta, “ha nutrito” sicuramente tutti. Ora sono molto stanca, è arrivato anche per me
     il momento di andare a dormire, ma questo diario, mi aiuta a ripensare a ciò che ci
     è capitato e mi chiedo:”stiamo imparando qualcosa da tutto questo?”

                     Diario di                                                     Appunti di
                     mamma Francesca                                               papà Andrea
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     Cammino silenziosamente verso la camera di Tommy e Virginia, entro in punta di
     piedi e mi soffermo a guardarli mentre dormono. Fermo questa immagine, sicura
     che sarà quella a cui mi “aggrapperò” per essere un po’ più forte e più tranquilla,
     durante le giornate che mi aspettano quando vivrò preoccupazioni o fatiche.
     Ecco questo è il mio pensiero del cuore!

   LETTERA DELL’EDUCATRICE
  L’idea di scrivere ai nonni viene meno perché le condizioni del contesto cambiano, mentre
sentiamo la necessità, anzi l’urgenza, di comunicare ai genitori i nostri pensieri e di condividere
con loro le nostre emozioni.

     Pensieri di un’educatrice
     Lecco, 22 maggio 2020
     La tecnologia oggi non mi è amica. Ho una riunione su Skype e la connessione è
     lenta. Abbandono la tastiera e nell’attesa ritorno a carta e penna, penso e scrivo.
     Accanto a me ho i miei compagni da almeno due mesi… Cellulare, computer, mac-
     china fotografica. Sono gli unici strumenti che ho utilizzato per mantenere un le-
     game con bambini e famiglie, anche se la distanza continua ad essere una bella
     sfida! Li uso talmente tanto che me li sogno la notte!
     Prima comunicavo con gli abbracci, con il contatto con uno sguardo diretto, addi-
     rittura riconoscevo i vestiti dei bambini dal loro odore.
     Il corpo è il canale attraverso il quale viviamo le emozioni e le relazioni con l’altro,
     ma questa nuova realtà che stiamo attraversando ci chiede di rinunciarci.
     Ora comunico attraverso uno schermo. A volte mi sento impotente di fronte ad
     alcune richieste, ma anche fortemente motivata nel cercare opportunità e orga-
     nizzazioni diverse.
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     Ambivalenza, questa è una parola che ultimamente fa parte di me. Se da una parte
     c‘è lo sconforto, la paura, l’insoddisfazione per un modo di lavorare che non ho
     scelto e per l’incertezza del futuro, dall’altra parte però è viva la curiosità, la crea-
     tività e la voglia di arrivare a loro in tutti i modi possibili. Non è facile... No, non lo è.
     Ho sentito forte il bisogno di esserci, di far sentire che ero presente per dire ai
     bambini “Sono qui”!
     Cerco di mettere cura in quello che invio, perché questo è l’unico modo che ho per
     stare loro vicino e per far loro sentire che nonostante la distanza continuano ad
     essere per me importanti !
     Che bello ricevere le loro foto, i loro video, i loro pensieri, le loro paure, i loro dub-
     bi... la loro voce! È un emozione sincera, diretta e toccante! Ma forse si sta creando
     una dipendenza da tutto ciò che è tecnologico. Proprio noi, che fino a ieri stavamo
     organizzando incontri per trattare temi sull’utilizzo e il dosaggio della tecnologia
     nei bambini più piccoli.
     Ora ci poniamo mille interrogativi e navighiamo su mille dubbi. L’unica certezza
     che abbiamo è che vogliamo continuare ad accompagnarli nel loro percorso di
     crescita, ma in questo momento non c’é più una relazione diretta con i bambini.
     I genitori sono il nostro tramite per arrivare a loro, sono l’unico contatto per man-
     tenere la relazione, ognuno con il proprio modo e il proprio tempo.
     I nostri dubbi sono di essere di troppo, di “entrare in casa senza aver bussato”!
     “Avranno tempo? Avranno voglia? Sarà il momento giusto? Sto inviando troppo ma-
     teriale? Risponderò ai loro bisogni?”
     Penso ai genitori che, oltre a tutto quello che hanno da fare, al lavoro, all’impegno
     che la casa comporta, si sono dovuti inventare artisti, lettori, educatori. Dai mes-
     saggi e dalle telefonate, raccontano che tra le mura di casa hanno trovato ispira-
     zioni insieme ai loro bambini: “appaiare i calzini intanto che si sistema il bucato,
     stendere, apparecchiare la tavola, cucinare”.
     Mi arriva il loro stupore, la piacevolezza e a volte anche la fatica di questi momenti.
27

                                                  Pensieri di un’educatrice

     Avevamo tanti progetti… Ma c’è stato uno strappo, nessuno aveva preparato bam-
     bini e famiglie a questa separazione, e come avremmo potuto? Non lo eravamo
     neanche noi.
     La connessione Skype è tornata… Ora riunione per progettare una possibile e nuova
     apertura per un servizio che mi viene da chiamare “nido” ma so che sarà diverso…
     Come potremmo continuare a salvaguardare il nostro essere educatrici con l’a-
     spetto sanitario e una nuova quotidianità?
     Mi sento spaesata… ed ecco che qui torna l’ambivalenza: da un lato abbiamo il
     desiderio di tornare al “nido” e rivedere bambini e genitori, dall’altro invece ci sen-
     tiamo spaesate, impaurite, noi dobbiamo stare attente a loro… E anche loro devono
     stare attenti a noi. Questo è un atto di responsabilità reciproco. Fiducia... questa
     è la parola che mi viene in mente, una nuova fiducia da ricostruire, nuovi fili da
     riallacciare.
     P.S. Rileggendo mi rendo conto di aver spesso scritto al plurale… abbiamo, sentia-
     mo, nostro, vogliamo!
     Noi… noi gruppo perché in questi mesi il gruppo delle colleghe è stato sostegno,
     appoggio, risorsa.

   IL CONFRONTO CON I GENITORI E TRA I GENITORI
   Durante il lockdown dedichiamo molta attenzione alla comunicazione con ciascuna famiglia,
differenziando i canali e curandone le modalità. I nidi e Floridò con i genitori dei bambini frequen-
28

tanti o in lista d’attesa tengono i contatti con telefonate, whatsapp o videochiamate. Il Centro per
le famiglie invece utilizza, come di norma, la posta elettronica per comunicare con le famiglie
frequentanti. Durante il lockdown il Centro svolge anche la funzione di “amplificatore” del Servi-
zio Infanzia sul territorio diffondendo le informazioni e le proposte tramite la pagina Facebook.
La diversificazione dei canali e delle proposte permette alle famiglie di accedere a quello che
desiderano e di partecipare secondo i propri interessi.
    Alcune famiglie chiedono di potersi connettere per far circolare idee, esperienze, pensieri.
Il fatto che i genitori esprimano i loro bisogni in modo chiaro, con richieste esplicite, è positivo
perché significa che si sentono a proprio agio nel farlo. Proponiamo allora alle famiglie inte-
ressate di formare piccoli gruppi whatsapp con l’educatrice di riferimento e le educatrici del
gruppo. Quasi tutte accolgono la proposta e danno il loro consenso, condividendo alcune regole
per garantire una gestione rispettosa da parte di tutti.
   L’attenzione delle educatrici è quella di favorire lo scambio spontaneo tra i genitori, con di-
screzione, attente a valorizzare le risorse delle famiglie e ad accogliere i bisogni educativi che
possono essere trattati nel gruppo o individualmente. Questa modalità si rivela molto efficace
perchè permette di coinvolgere anche i genitori che, per motivi diversi, faticano a partecipare at-
tivamente alle proposte in presenza. Inoltre, lo scambio, intenso e fluido, ci permette di modulare
le proposte a partire dall’ascolto delle famiglie, che in questa situazione sono particolarmente
propositive e attive. Un altro indice del rapporto di reciprocità che si è instaurato con i genitori è
rappresentato dai gesti spontanei di attenzione nei nostri confronti (es. messaggi di incoraggia-
mento, divertenti ...).
   I colloqui con i genitori, telefonici o in videochiamata secondo la preferenza, nel periodo di
chiusura sono frequenti. Come in precedenza, non si parla solo del bambino, di che cosa ha
bisogno, ma anche di come noi adulti stiamo, delle nostre difficoltà e preoccupazioni. Ma ora
il contesto in cui ci relazioniamo con le famiglie è molto diverso da quello in cui avvenivano i
colloqui in presenza.
   In questa situazione straordinaria la formazione rappresenta per noi una risorsa preziosa per
la conduzione dei colloqui a distanza. Grazie a modalità di comunicazione facilitanti, ci dà infatti
indicazioni utili ad acquisire informazioni significative e a distinguere i bisogni educativi dei
genitori da quelli psicologici, avendo chiari i confini del setting e gli elementi da trattare.
3.
Riallacciare i fili
   A partire dal mese di maggio il lockdown si allenta. Le disposizioni emanate nelle fasi due
e tre danno la possibilità di uscire di casa con l’uso dei dispositivi di protezione individuali e
rispettando la distanza di sicurezza. Nonostante le limitazioni, questa è per noi una buona notizia
sia perché possiamo tornare (non senza un po’ di emozione) a lavorare nei servizi sia perché pos-
siamo andare a trovare i bambini e finalmente riallacciare i fili invisibili che ci hanno tenuti legati.

  Ritrovarsi, finalmente
   Nei mesi di maggio e giugno il nostro obiettivo prioritario è preparare i bambini a riprendere
l’esperienza interrotta. La caratteristica principale delle proposte di queste settimane sta nel
fatto che si svolgono negli spazi esterni delle case dei bambini o dei servizi. Andare a trovare i
30

                                                                                      Riscopriamo
                       Albert va a trovare i bambini                                  il mondo

bambini a casa è per noi una novità assoluta, una scelta che prima della chiusura sarebbe stata
inimmaginabile. Anche tornare a respirare l’aria fresca, ad annusare gli odori, a rivedere i colori
della natura non è scontato che sia per tutti facile dopo un lungo periodo al chiuso. Per questo
prepariamo dei video, dove ci raccontiamo in uscite all’aperto, a volte accompagnate dai perso-
naggi dello sfondo integratore.
  Dal punto di vista operativo, mancando ormai poco alla fine dell’anno scolastico, pensiamo a
delle proposte rivolte ai bambini che a settembre passeranno alla scuola dell’infanzia, a quelli
che rientreranno nei servizi e a quelli in lista d’attesa.
   Riacquistare lo spazio dei servizi ci dà la possibilità, dopo settimane di lontananza, di prepara-
re l’incontro con ogni bambino con oggetti che provengono dall’ambiente che era a lui familiare.
E nel far questo gli ricordiamo che tra non molto condividerà nuove esperienze con altri bambini
al nido, o a Floridò, o alla scuola dell’infanzia. Costruiamo allo scopo veri e propri percorsi che
prevedono più visite a casa nei mesi di maggio e giugno, preparate e documentate con immagini,
video, narrazioni; lasciamo delle tracce ai bambini che li accompagneranno al rientro, a ritrovare
gli spazi noti, i compagni e le educatrici.
  Più precisamente, per i bambini che a settembre rientreranno nei nidi o a Floridò prepariamo
dei piccoli doni personalizzati che li aiutino a ritrovare la continuità con le esperienze che hanno
bruscamente interrotto e a vivere le emozioni che emergeranno nel ritrovarsi con i compagni e
con le educatrici.
   Con i genitori dei bambini in lista d’attesa le coordinatrici tengono i contatti aggiornandoli e
informandoli sugli aspetti organizzativi, mentre le educatrici che hanno conosciuto i bambini nei
“pomeriggi al nido” (vedi “Alfabeto del Servizio Infanzia”, lettera “p” – proposte) mantengono i
rapporti con le famiglie tramite whatsapp, telefonate o visite a casa.
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   Infine, per i bambini che passeranno alla scuola dell’infanzia, ritrovarsi vuol dire salutarsi per
cominciare una nuova esperienza. Quest’anno, causa Covid-19, la consegna della “Sintesi” (vedi
lettera “s” – strumenti) della storia vissuta al nido o a Floridò si svolge all’aperto, nel giardino dei
servizi o a casa.

  Il raccordo con le scuole dell’infanzia
   La consegna alle famiglie della “Sintesi” dell’esperienza vissuta al nido o a Floridò è un mo-
mento emotivamente intenso che fa parte del percorso di accompagnamento di ogni bambino
alla scuola dell’infanzia.
   Il Servizio Infanzia del comune di Lecco da sempre cura il raccordo con le scuole del territorio
(vedi lettera “q” - quartiere). Per esperienza sappiamo che il bambino ha bisogno di costruirsi
piccoli punti di riferimento che lo rassicurino nel vivere il cambiamento. Non basta un semplice
saluto per chiudere l’esperienza vissuta, ma occorre un “rito” che gli permetta di passare oltre, di
aprirsi al nuovo con tutto ciò che di prezioso che ne deriva per la sua crescita.
  In queste circostanze straordinarie i gruppi di educatrici individuati continuano a lavorare a di-
stanza con le insegnanti delle scuole dell’infanzia per trovare nuove modalità che accompagnino
bambini e famiglie nel passaggio. Con la scuola Aquiloni di S. Giovanni e con la scuola Corti di
Pescarenico condividiamo la progettazione di due differenti strumenti che hanno caratteristiche
comuni: il collegamento al tema conduttore che sarà proposto dalle scuole per l’infanzia e la
costruzione di uno “strumento/contenitore” dei ricordi e delle esperienze che possa facilitare il
bambino a inserirsi nel nuovo ambiente. Gli stessi strumenti, rimodulati, vengono utilizzati anche

                                 Caccia al tesoro delle piccole cose belle
32

con le altre scuole dell’infanzia della città in cui i bambini sono iscritti. Anche nel successivo
anno scolastico la conoscenza dei nuovi spazi e delle nuove persone che incontreranno non potrà
essere in presenza ma avverrà tramite immagini e video inviati alle famiglie.
  Nella realizzazione di questi percorsi sono coinvolti attivamente i genitori, indispensabili in
queste circostanze per far sentire i bambini protagonisti di questa importante esperienza.

     Il saluto al Centro per le famiglie
   Anche il Centro “riallaccia i fili” con le famiglie dopo la brusca interruzione di fine febbraio.
Lo fa con una proposta all’aperto che dà a ogni bambino la possibilità di incrociare e riconoscere
i compagni e ai familiari di rivedersi, salvaguardando così almeno in parte la dimensione del
gruppo che caratterizza l’esperienza del Centro.
   Un buon numero di famiglie risponde all’invito a partecipare al percorso a tappe che si realizza
sulla ciclabile, con giochi di movimento, alla ricerca dei folletti dello sfondo integratore (vedi
lettera “s” - strumenti). I bambini si possono divertire all’aperto (finalmente!); alcuni di loro, in
un primo momento intimiditi, ritrovano facilmente la spontaneità. L’iniziativa è molto apprezzata
dai genitori, emozionati nel ritrovarsi e grati agli operatori per essere stati presenti nella loro
quotidianità anche a distanza.

     Il lavoro di rete e la comunicazione con il territorio
  Come è avvenuto con le famiglie, anche con le realtà del territorio la chiusura forzata e il
sentirci nella stessa situazione accorciano le distanze e attivano la solidarietà. Le collaborazioni

                       Invito al saluto del centro
33

con l’esterno non solo vengono mantenute ma, grazie alla tecnologia, si ampliano a realtà geo-
graficamente lontane che sentiamo però affini per la visione del mondo dell’infanzia. Questo ci fa
sentire parte di una comunità pensante, che ha cura dei bambini e delle famiglie.
   La collaborazione con i servizi comunali dell’Area Politiche sociali e con i servizi territoria-
li continua. In un momento in cui il servizio sociale si trova a dovere far fronte all’aggravarsi
dei problemi delle famiglie per la situazione economica, la salute, la fragilità psichica, il nostro
contributo è soprattutto quello di monitorare le situazioni familiari più vulnerabili in cui sono
presenti bambini piccoli o di dare indicazioni a famiglie in difficoltà non conosciute dai servizi su
come avere un supporto.

    Collaborazione con lo “Spazio over60 Il Giglio”
   La collaborazione con “Il Giglio” rimane sempre attiva. Anche se non possiamo avere contatti
diretti, siamo gli uni nel pensiero degli altri.
   Costretti a interrompere l’esperienza della lettura delle storie da parte degli anziani del centro
diurno, li coinvolgiamo nel progetto “Incorona momenti” (vedi di seguito), chiedendo loro di colla-
borare alla realizzazione delle corone magiche. “Il Giglio”, da parte sua, ci propone di partecipare
all’iniziativa “Come un ampio respiro vibrano nell’aria”, organizzata in ricordo di chi ha perso la
vita a causa del Covid-19.
  Le famiglie dei bambini che frequentano i servizi si uniscono alla città nello scrivere pensieri
o ricordi su biglietti che vengono appesi sulla “Lucia”, imbarcazione tipica del lago di Como,
collocata in piazza Cermenati.

    Il progetto “Incorona momenti”
  Il progetto, ideato nel territorio lodigiano2 per dare, attraverso la creatività, un segnale di spe-
ranza, è patrocinato anche dal comune di Lecco.

	Il progetto è patrocinato dal Comune di Lodi, dal comune di Codogno, dall’Ordine degli Psicologi della Lombar-
2

  dia e da altre realtà dell’ambito sociale e sociosanitario.
34

                      Le collaborazioni con Il Giglio

   Il Servizio Infanzia partecipa, nello specifico, all’azione “C’era una volta una corona magica”,
rivolta ai bambini e alle famiglie, con la fiaba a specchio “Il mistero del bosco”.
   La fiaba, consegnata a casa in versione cartacea a ogni bambino dalle educatrici, è succes-
sivamente pubblicata sulla pagina Facebook e anche rappresentata con l’utilizzo delle ombre
cinesi. La valutazione dell’esperienza da parte delle educatrici che insieme hanno ideato ed ela-
borato la fiaba è molto positiva.
  Il valore della partecipazione al progetto è stato soprattutto quello di sentirsi parte di una
comunità più ampia di persone che, realizzando lo stesso oggetto in modi diversi, manifesta
creativamente la possibilità di collaborare per andare nella stessa direzione.

     La comunicazione con la cittadinanza e con le famiglie del territorio
   La pagina Facebook del Centro per le Famiglie è, al momento della chiusura, lo strumento
utilizzato per dare visibilità a tutti i servizi facendoli conoscere a un pubblico più ampio rispetto
a quello rappresentato dalle famiglie che li frequentano.
  In questa situazione straordinaria Facebook diventa un’importante risorsa per valorizzare la
cultura dell’infanzia dei servizi comunali, un’apertura verso l’esterno che dà spazio anche alle
proposte e alle idee delle famiglie.

                       Fb: Centro per le Famiglie “dire, fare, giocare” - Lecco
4.
Tessere una nuova tela
    Quando viene data la possibilità di riaprire i servizi l’esperienza vissuta durante il lockdown
non può essere rinchiusa in una parentesi, anche perché il Covid-19 non è ancora sconfitto.
Il nostro desiderio è quello di trasferire le acquisizioni del periodo di chiusura nella riprogettazio-
ne degli spazi e delle proposte rivolte ai bambini e alle famiglie.
   Per raggiungere quest’obiettivo, la “trama e l’ordito” che abbiamo disegnato in stretta colla-
borazione con i genitori nelle settimane di chiusura ci permettono ora di “tessere la nuova tela”
dei servizi salvaguardando i nostri orientamenti culturali e educativi (vedi “Alfabeto del Servizio
Infanzia attraverso il lockdown”).
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     Co-costruzione della riapertura con le famiglie
   Condividiamo con le famiglie il percorso che ci porta a definire le modalità con cui i servizi
riaprono a fine giugno e a settembre, proponendo a piccoli gruppi di genitori incontri in remoto
durante i quali ascoltiamo le loro esigenze, le loro opinioni, i dubbi e le preoccupazioni. In queste
occasioni chiediamo loro come s’immaginano la riapertura, di che cosa pensano abbia bisogno il
bambino e quali sono i loro timori.
  Non abbiamo soluzioni preconfezionate né vogliamo dare niente per scontato, perchè sappia-
mo che nella scelta di fare frequentare ai bambini i servizi sono determinanti non solo gli aspetti
pratici ma anche quelli emotivi.
  Dal punto di vista educativo, il patto di corresponsabilità tra operatori e famiglie in questa
fase è essenziale per osservare ciò che accade e non perdere di vista il benessere del bambino.

     Riaprire in sicurezza e riprogettare gli spazi
   Nel periodo che precede la riapertura ci confrontiamo a fondo con tecnici esperti in materia di
sicurezza e di prevenzione. In questi incontri non ci limitiamo a prendere atto e ad adeguarci a
quello che le norme sanitarie prescrivono, ma cerchiamo di capire come in concreto sia possibile
tenerne conto trovando soluzioni che salvaguardino le caratteristiche educative delle proposte
per i bambini e che ci consentano di rispondere in modo flessibile alle esigenze dei genitori.
   Nella riorganizzazione degli spazi dobbiamo tenere separati i gruppi e limitare i loro sposta-
menti. Le strutture dove hanno sede i nidi e Floridò ci danno fortunatamente la possibilità di
predisporre per ogni “gruppo bolla” due spazi comunicanti: la stanza di riferimento che conserva
le stesse caratteristiche, e uno spazio polivalente, dove i bambini hanno la possibilità di svolgere
le attività di laboratorio che prima si realizzavano in spazi dedicati, di fare il riposino, di pranzare
(vedi “Alfabeto del Servizio Infanzia”, lettera “A” – Ambiente).
  Inoltre, per esplicita indicazione dei regolamenti sanitari, s’intensifica l’uso degli spazi esterni,
che, delimitati e utilizzati a turno, diventano un’estensione degli spazi interni (vedi “Alfabeto del
Servizio Infanzia”, lettera “o” – outdoor”).
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                                      Il Servizio Infanzia Comune di Lecco

   La presenza del personale ausiliario durante la giornata, da sempre prevista, si rivela in questa
situazione molto importante, perché le disposizioni richiedono la frequente sanificazione e igie-
nizzazione dei materiali e degli oggetti utilizzati nello svolgimento delle attività e nelle routine
quotidiane (pasto, cambio...).

  I Centri estivi
   “Centro estivo” è il nome con cui i servizi per la prima infanzia comunali riaprono dal 29 giugno
al 31 luglio presso le sedi di San Giovanni e di Pescarenico.
  Il Centro estivo rappresenta una sorta di “prova generale” per prepararci ad accogliere a set-
tembre i bambini con responsabilità, con cura e con la creatività indispensabile per individuare la
possibilità nel vincolo, e così continuare a tenere conto delle esigenze delle famiglie.
   I Centri estivi sono frequentati da poco più di un terzo dei bambini iscritti, suddivisi in piccoli
gruppi di tre con un’educatrice. Tutte le domande sono accolte; per alcune famiglie è un momen-
to molto atteso e sperato, altre, considerato il periodo estivo, hanno trovato soluzioni alternative.
Per agevolare le famiglie proponiamo due moduli orari: uno di sei ore con il pasto e uno di quattro
ore e mezzo senza il pasto.
   Ogni educatrice realizza un video per il proprio piccolo gruppo dove illustra le modalità di
accesso, i percorsi e i nuovi spazi per evitare che i bambini e i genitori si sentano disorientanti di
fronte ai cambiamenti.
  Lo sforzo e la fatica di riaprire in sicurezza sono ampiamente ricompensati dal desiderio dei
bambini e delle famiglie di ritrovarsi e di curiosare dentro e fuori. Per tutti è emozionante rivedere
Puoi anche leggere