Lontani ma vicini L'esperienza del Servizio Infanzia attraverso il lockdown - Servizio Infanzia - Comune di Lecco
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Servizio Infanzia lontani ma vicini L’esperienza del Servizio Infanzia attraverso il lockdown
Ai genitori con il desiderio che non perdano mai di vista i sogni dei bambini
Teka Edizioni FONTI corso Martiri Materiali prodotti della Liberazione, 28 dai gruppi di lavoro 23900 Lecco LC degli operatori tekaedizioni.it Documentazione dei percorsi info@tekaedizioni.it di formazione e supervisione fb: tekaofmind ig: tekaofmind Contributi dello staff del Servizio Infanzia: Progetto grafico Marina Panzeri tekacomunica.it Giusy Manciucca info@tekacomunica.it Maria Brambilla Illustrazioni Katia Zucchi MartaBi martabrunetti.bi@gmail.com REDAZIONE Emanuela Pizzardi formatrice NB Stampa L’uso del termine bambino Grafiche Riga srl al maschile è da intendersi Annone Brianza LC riferito a entrambi i generi Finito di stampare e risponde solo a esigenze gennaio 2021 di semplicità del testo.
Indice Lontani ma vicini 5 1. Mantenere i legami 7 2. Da un capo all’altro del filo 11 3. Riallacciare i fili 29 4. Tessere una nuova tela 35 5. Rafforzare i legami 41
Lontani ma vicini Il 2020 è stato un anno di profondi cambiamenti e nuove sfide per tutti. In queste pagine rac- contiamo l’esperienza del Servizio Infanzia del comune di Lecco, e di come si è cercato di affron- tare questa situazione inedita con la concretezza e la cura che contraddistinguono la quotidianità dei servizi, senza interrompere le relazioni con i bambini e con i loro genitori. Mai nella loro storia i servizi educativi sono rimasti chiusi per un periodo così lungo. L’espe- rienza della lontananza fisica dai bambini e dalle famiglie ci ha messo seriamente alla prova ma ha anche portato interessanti elementi d’innovazione. Questa situazione “extra-ordinaria” ha consentito infatti di valorizzare le risorse presenti nei servizi e di scoprirne delle nuove; in un certo senso il lockdown ha funzionato da acceleratore del cambiamento, spingendo a utilizzare strumenti e modalità di comunicazione inusuali, che hanno permesso agli operatori e alle fami- glie di sperimentare una vicinanza e una reciprocità per alcuni versi impensabile nell’esperienza precedente. Non solo, la chiusura obbligata ha anche rappresentato per il Servizio Infanzia un incentivo a rinsaldare e ampliare ulteriormente i legami con la comunità locale, della quale i servizi sono già parte integrante. Gli orientamenti culturali e educativi alla base delle prassi organizzative dei servizi (vedi “Al- fabeto del Servizio Infanzia”) hanno fatto da “bussola” nella navigazione in acque sconosciute, a volte minacciose, hanno permesso di trovare approdi provvisori e nello stesso tempo di scoprire nuovi territori da esplorare nell’avventura educativa con i bambini e le famiglie. Il testo è scritto al presente per rendere meglio l’intensità di un’esperienza che, anche dopo la riapertura dei servizi, non si può considerare conclusa; alla prima persona plurale perché è frutto del lavoro collettivo; al femminile perché il personale del Servizio Infanzia è interamente femminile.
1. Mantenere i legami Venerdì 21 febbraio salutiamo i bambini e i genitori con un semplice “Buon week end, ci vediamo lunedì“. La settimana successiva il governo decreta la chiusura dei servizi educativi a causa del rischio epidemiologico Covid-19. Contattiamo telefonicamente le famiglie per informarle della chiusura. Nei primi giorni l’unica possibilità che abbiamo è quella di portare avanti i lavori già program- mati. Uno dei nostri primi pensieri è che questa sospensione possa tramutarsi in un’opportunità per il gruppo, che si viene a trovare nelle inaspettate condizioni di lavorare con tempi meno concitati rispetto a quelli che il lavoro in presenza ci impone.
8 Nella speranza che la chiusura sia breve, ci occupiamo degli spazi perché è il modo più con- creto a nostra disposizione per comunicare alle famiglie che sono rimaste nei nostri pensieri. Prepariamo alcune sorprese (nuovi libri e nuovi materiali di gioco) per i bambini e cerchiamo di rendere più accoglienti e interessanti gli spazi per i familiari. Già nella seconda settimana di chiusura ci rendiamo conto però che la situazione precedente potrebbe non tornare in tempi brevi. Ma il gruppo è coeso: ognuna di noi, pur con emozioni e vissuti differenti, è determinata a portare avanti il lavoro. Nonostante la situazione di emergenza colpisca tutti – noi comprese - desideriamo dare il nostro contributo con professionalità. Scegliamo quindi di affrontare questa situazione del tutto inedita con concretezza, alternando momenti di leggerezza a momenti di pensiero, restando concentrate sul come più che su cosa fare (anche perché il cosa non dipende da noi). Con l’aggravarsi della situazione avvertiamo il bisogno di fare sentire alle famiglie che ci sia- mo. Le contattiamo di nuovo telefonicamente per sapere come si sono organizzate, visto che le scuole e i servizi educativi sono chiusi ma i genitori continuano a lavorare, e per conoscere le loro esigenze. Facciamo anche delle ipotesi per continuare a tenere aperti i servizi: aprire il nido a due bam- bini per educatrice, dislocate nei vari spazi; organizzare a rotazione la presenza durante la mat- tinata delle educatrici a casa delle famiglie; aprire il giardino; andare a trovare tutti i bambini portando loro un piccolo dono; allestire storie itineranti nei parchi e sul lungolago di Lecco. Lo scopo delle proposte è quello di rispondere ai bisogni dei genitori che lavorano rispettando le norme sul contenimento del contagio; di alleggerire il carico delle famiglie più in difficoltà; di offrire opportunità di gioco ai bambini. Desideriamo dare un messaggio educativo e di positività in sicurezza a tutta la cittadinanza, con particolare attenzione ai bambini. Purtroppo, nella terza settimana di chiusura, tutte le nostre ipotesi si rivelano irrealizzabili a causa delle sempre più rigide misure di contrasto del virus. Il peggioramento dell’andamento dell’epidemia porta alla decisione del Governo di dichiarare la Lombardia “zona rossa”, e, poco dopo, di decretare il lockdown di tutta l’Italia.
9 In queste prime settimane registriamo, inizialmente negli spazi dei servizi, video per le fami- glie con proposte che ricordano ai bambini la stanza di riferimento, dove abitualmente vivono l’esperienza dell’Isola di felicità, e successivamente continuiamo nelle nostre case con letture di libretti conosciuti. Desideriamo mantenere vivo nei bambini il ricordo degli spazi e degli oggetti a loro familiari e nello stesso tempo far sentire alle famiglie che non sono sole. A cominciare dai primi giorni di lockdown, le proposte che facciamo (partite con un po’ di titubanza dal cuore) sono legate l’una all’altra dalla riflessione sul senso di ciò che stiamo vivendo. Video dal nido La storia di Albert
2. Da un capo all’altro del filo Con l’entrata di tutta l’Italia in lockdown vengono garantiti solo i servizi e le attività di prima necessità. Anche il personale del Servizio Infanzia passa dal lavoro in presenza al lavoro a di- stanza. Il telelavoro, modalità per noi del tutto nuova, ci consente di continuare a sentirci parte attiva del gruppo e ci aiuta ad affrontare in modo costruttivo la situazione anche in un momento di generale smarrimento a causa dell’assenza di certezze riguardo al futuro. Per prima cosa individuiamo gli obiettivi da perseguire e le azioni che possiamo realizzare in modalità di telelavoro. In una situazione totalmente diversa da quella nella quale si svolgevano le nostre attività quotidiane, dobbiamo essere capaci di rivedere le priorità tenendo conto dei bisogni dei bambini e dalla realtà stravolta dall’emergenza Covid-19.
12 Di norma, la nostra progettazione è aperta, flessibile, si muove all’interno di “panorami possibi- li”. Ma fare questo ora non basta, oltre a essere estremamente difficile; siamo consapevoli infatti che la situazione straordinaria che viviamo richiede un investimento altrettanto straordinario. Scriviamo un progetto intitolato Lontani ma vicini per rispondere ad alcune domande per noi cruciali: - come continuare, anche a distanza, a essere un gruppo di lavoro? - come mantenere aperta la relazione con i bambini? - come proporre loro esperienze di crescita? - come condividere con le famiglie senza poterle incontrare? - come “abitare” gli spazi dei servizi anche mentre sono vuoti? Tutte queste domande sono ricomprese nell’interrogativo di fondo: il lavoro educativo è tale solo se i nostri sguardi s’incrociano con quelli dei bambini e dei genitori e se stiamo fisicamente l’uno accanto all’altro? Prende così avvio la ricerca e la sperimentazione di un diverso modo per stare accanto alle famiglie. E la condizione di lontananza diventa un laboratorio per ripensare il lavoro di cura, parola chiave del progetto educativo e organizzativo del Servizio Infanzia. Continuare a essere un gruppo di lavoro Cerchiamo innanzitutto di sintonizzarci tra di noi, coordinatrici e educatrici. La funzione di regia (vedi lettera “r” – regia) assume un’importanza ancora maggiore perché, nel lavoro a distanza, è indispensabile garantire le condizioni affinché ogni educatrice possa continuare a dare il proprio contributo alla realizzazione del piano di lavoro in tutti i suoi aspetti: attenzione alle famiglie, al gruppo dei bambini, al singolo bambino e alla comunità. I mezzi tecnologici, inusuali per noi, diventano dunque essenziali per mantenere operativi gli ambiti di condivisione (vedi lettera “C” - Condivisione). La possibilità data dalla tecnologia di man- tenere funzionante la struttura organizzativa non solo rassicura il gruppo educativo ma porta un valore aggiunto favorendo uno scambio più intenso e una maggiore “contaminazione” tra i servizi.
13 Lavorare a distanza ci permette di apprezzare il valore del metodo e degli strumenti che abbia- mo costruito nel tempo e di far emergere/valorizzare le nostre peculiari competenze. Nello stesso tempo, però, queste modalità, proprio per il fatto di essere nuove per noi, portano tensione nel gruppo perché richiedono una regolamentazione. Ad esempio, nel telelavoro gestire il tempo è più difficile perché vengono meno i confini dell’orario di lavoro in presenza. In questo nuovo contesto progettiamo le azioni, programmiamo le attività, ideiamo e realizzia- mo gli strumenti educativi per mantenere i legami con i bambini e i genitori. L’eccezionalità della situazione ci rende ancora più consapevoli dell’importanza dell’autofor- mazione. Il gruppo educativo spontaneamente si attiva per condividere tramite whatsapp articoli, letture e videoconferenze che possano aiutare a comprendere ciò che accade. La formazione e la supervisione, già avviate e proposte a piccoli gruppi di educatrici dei quattro servizi con la partecipazione delle coordinatrici, continua durante la chiusura. Gli obiettivi degli incontri di formazione vengono riformulati tenendo conto delle nuove esigenze. La formazione si rivela una risorsa molto utile agli operatori perché fornisce indicazioni e stru- menti che hanno un’immediata ricaduta nella complessa situazione creata dal lockdown. Negli incontri trova spazio anche il nostro vissuto; come tutti, infatti, dobbiamo fare i conti con l’ansia per la salute e con l’incertezza nei confronti del futuro. In parallelo alle attività formative prosegue la rivisitazione, cominciata prima del lockdown, degli orientamenti culturali ed educativi del Servizio Infanzia, finalizzata, nell’ipotesi inziale, alla realizzazione di una pubblicazione destinata alle famiglie. Svolgendo questo lavoro ci rendiamo conto ben presto che, anche se gli orientamenti cultu- rali, educativi e metodologici fondamentali restano validi, le prassi consolidate nel tempo sono messe in discussione dall’esperienza del lockdown e che il rapporto a distanza con i bambini e i genitori apre strade inesplorate. L’esito di questo lavoro di ripensamento è documentato nella parte “L’Alfabeto del Servizio Infanzia attraverso il lockdown”.
14 Il filo con i bambini LE PROPOSTE DI GIOCO Anche da lontano cerchiamo di seguire il processo di crescita dei bambini offrendo degli spunti ai genitori rispetto ad attività che permettano di far fare ai figli esperienze concrete, di sentire ed esprimere le emozioni che provano. Le proposte non hanno un carattere prescrittivo, sono piuttosto un mezzo per far conoscere alcune delle attività che i bambini sono soliti svolgere nei servizi. Invitiamo i genitori a partecipare attivamente alle proposte, incentivandoli a inventare, a trovare il proprio modo di giocare con i figli. Non diamo ricette su come passare il tempo, quanto piuttosto indicazioni su come stare accanto ai bambini vivendo con loro esperienze di crescita. Più volte alla settimana diffondiamo come Servizio Infanzia tramite whatsapp e sulla pagina Facebook del Centro per le famiglie proposte di gioco e attività che si possono fare con i bambini, realizzabili con materiali di uso domestico facilmente reperibili. Si tratta di spunti per rendere piacevoli e interessanti le giornate, di suggerimenti che tutti possono arricchire con idee proprie, commenti, foto tramite la pagina Facebook. Le proposte di gioco sono accessibili anche a fami- glie che non frequentano i servizi comunali. In questo modo desideriamo dare un messaggio di disponibilità e di vicinanza a tutta la città. Accogliamo e valorizziamo anche suggerimenti che arrivano dalle famiglie. Un’attenzione particolare è rivolta alle famiglie dei bambini con disabilità inseriti nei nidi, ancora più in difficoltà rispetto alle altre, che hanno bisogno anche di una vicinanza fisica. Per offrire ai genitori un aiuto concreto nella gestione della quotidianità, calibrato in base alle singole situazioni, l’educatrice di sostegno o di riferimento del gruppo di appartenenza va a casa dei bambini. Proposte di gioco Video da casa
15 LA FIABA A SPECCHIO “IL MISTERO DEL BOSCO” Con il passare delle settimane, ci rendiamo conto che i bambini cominciano ad assorbire le paure e le preoccupazioni che sentono intorno a sé. Le relazioni e la loro quotidianità si sono bruscamente interrotte privandoli della possibilità di stare all’aperto, costringendoli in alcuni casi a stare in spazi molto piccoli, condivisi con membri della famiglia con esigenze differenti. Pensiamo allora a uno strumento che possa aiutare a dar voce a questo disagio e nello stesso tempo dia un po’ di speranza. Un gruppo di lavoro composto da educatrici di tutti i servizi si occupa dell’ideazione, della scrittura e dell’illustrazione della fiaba a specchio “Il mistero del bosco”. La fiaba a specchio offre la possibilità ai bambini di esplicitare quello che provano e di dare un nome alle emozioni immedesimandosi nei personaggi e nelle situazioni raccontate. La fiaba non dà soluzioni, ma può essere utile, sia ai bambini sia agli adulti che li accompagnano nella lettura, a prendere consape- volezza di alcuni elementi di realtà difficili da comprendere e da accettare. Viene anche proposta a ogni famiglia la realizzazione di una corona magica personalizzata come aiuto a collegare e integrare la lettura della fiaba con un’esperienza concreta. Fiaba “Il mistero del bosco” “Il mistero del bosco” con le ombre cinesi
16 Il filo con le famiglie Nei nostri frequenti contatti ci rendiamo conto che alcune famiglie attraversano una situa- zione critica perché sono toccate da lutti, dalla malattia; perchè vivono con particolare intensità la paura o sentono il peso della convivenza forzata in casa e dell’isolamento. Per noi non si è tratta più solo di mantenere le relazioni, ma di prendersi cura, di prevenire, per quanto possibile, l’aggravarsi della situazione di disagio. Mettiamo dunque in campo più azioni rivolte alle famiglie per tenere meglio conto, in una situazione in continuo cambiamento, delle differenti caratteristiche ed esigenze dei nuclei fami- liari ai quali i bambini appartengono. Tutte le azioni hanno l’obiettivo di incoraggiare i genitori a vivere attivamente e creativamente il loro ruolo educativo, o di sostenerli in un momento difficile. C’è di più: ora che non possiamo osservare direttamente i bambini, sono gli occhi dei genitori a diventare anche i nostri occhi, sono le loro mani a doversi occupare di tutto, ogni cosa passa da loro che in questa fase sono le uniche persone con cui i bambini sono in contatto diretto. Da subito ci rendiamo quindi disponibili all’ascolto con l’attenzione a cogliere i segnali di difficoltà. Le coordinatrici cercano di avere il polso generale della situazione sia mantenendo direttamente i contatti con le famiglie dei bambini frequentanti o in lista di attesa, sia con la collaborazione delle educatrici, impegnate a raccogliere i bisogni e le richieste delle famiglie dei bambini del proprio gruppo di riferimento. I genitori dimostrano di apprezzare questo sforzo; anche se non abbiamo soluzioni da dare, ci sono grati per la disponibilità ad ascoltarli e a condividere con loro ciò che accade nell’anomala quotidianità: difficoltà, conquiste, sorprese ... Si tratta di una condivisione diversa da quella che sperimentiamo quotidianamente nei servizi quando ci scambiamo informazioni su com’è andata la giornata, su come sta il bambino. ALCUNE DOMANDE PER CONOSCERE IL PUNTO DI VISTA E IL VISSUTO DEI GENITORI Per andare più in profondità nella relazione con le famiglie, decidiamo di scrivere loro una lettera con alcune domande: le invitiamo a fare proposte e a dirci come i servizi possano essere per loro una risorsa in questo particolare momento. Inoltre, proponiamo di rispondere anche ad alcune domande per conoscere che cosa i servizi rappresentino per loro e per i loro bambini.
17 Anche se può sembrare paradossale, infatti, proprio mentre ne stanno sperimentando l’assenza, si trovano nelle condizioni per entrare meglio in contatto con il significato di aspetti che nella routine quotidiana si danno per scontati. Inoltre, nella comunicazione che inviamo alle famiglie, le invitiamo a fare proposte, a dirci come i servizi possano essere per loro risorsa in questo parti- colare momento. Le risposte dei genitori sono molto significative e incoraggianti. Le domande ai genitori Lecco, 31 marzo 2020 Cari genitori, stiamo attraversando un momento di grande cambiamento per tutti, adulti e bam- bini. Ritrovarsi improvvisamente in casa senza avere più la possibilità di uscire, di lavorare, di correre al parco, di frequentare il nido, di stare vicino alle persone, di abbracciare parenti e amici, ha disorientato adulti e bambini. Le nostre giornate sono cambiate, c’è la paura, l’attenzione a proteggere i nostri cari, noi stessi, gli altri, e la fatica del quotidiano. Le coordinatrici e le educatrici si sono chieste: cosa fare quando tutto intorno cam- bia, quando la relazione non è più vicina, non è più quotidiana? Ci piacerebbe continuare a dialogare con voi e con i vostri bambini e tenere vivo il legame che abbiamo costruito insieme. Ci piacerebbe ascoltare la vostra voce, rac- cogliere le vostre opinioni, pensieri, fatiche, desideri. Ci piacerebbe sentire qualche vostro racconto su come i bambini si ricordano del nido e su cosa chiedono della quotidianità ormai lontana. Alcuni genitori raccontano che i bambini nominano i compagni o ripropongono al- cuni momenti, e alcuni riti che hanno conosciuto al nido... Per questo vi chiediamo, se ne avete voglia, di rispondere con i vostri racconti ad alcune domande: - Come i bambini manifestano a casa il ricordo delle vita al nido, in questi giorni cosa riportano delle loro esperienze del nido? - C’è qualcosa del vostro bambino che vi ha sorpreso?
18 - Dal punto di vista di genitori c’è qualcosa delle esperienze del nido che vi sta aiutando in questo momento? - Vi è utile quello che stiamo facendo per esservi vicini anche a distanza e c’è altro che potremmo fare? Inviateci le vostre risposte tramite mail, whatsapp e anche audio se siete più co- modi, come preferite! Terremo con cura e riservatezza la fonte delle vostre te- stimonianze che potrebbero diventare spunti, frammenti importanti nel racconto della storia deì nostri servizi dell’infanzia. Per noi sono importanti i vostri racconti per continuare a starvi vicini e per prepa- rarci a quando potremo incontrarci di nuovo! Un caro abbraccio da tutte noi. Le coordinatrici e le educatrici Le risposte dei genitori I BAMBINI SI EMOZIONANO E RICORDANO – Grazie! D. è così felice. – Vi mando il video dell’emozione di C. quando vede il video della sua educatrice, lo rivede cento volte al giorno! – Abbiamo molto apprezzato i video in cui le educatrici leggono le storie, A. li richiede molto spesso. In particolare la storia di T. ormai la sa a memoria! – Tutte le mattine mi fa fare l’elenco dei suoi compagni, tutte le mattine mi fa fare questo piccolo rito in cui lui dice “manca” e tutti i nomi. – L’esempio e la vicinanza dei compagni era importante e sicuramente gli manca. – Tutto quello che arriva da voi ci tiene legati, ci fa stare meglio, ci dà un senso di normalità. LE FAMIGLIE RACCONTANO LE DIFFICOLTÀ E LE PREOCCUPAZIONI – La situazione surreale che stiamo vivendo è difficile per tutti, ma soprattutto per i nostri piccoli, che all’improvviso hanno perso la loro routine. Di punto in bianco
19 sono stati privati del loro “nido”, della loro seconda casa, dei compagni di gioco e delle loro adorabili educatrici. – Stiamo provando anche noi a riproporre una routine, altrimenti sarebbe impos- sibile vivere le giornate e cerchiamo di sfruttare tutte le belle proposte che ci mandate valorizzando tutti gli aspetti dalla musica alla creatività alla scoperta al movimento alle emozioni. – Rispetto a come porci con L., certo la sfida adesso è come essere educatori, genitori a tempo pieno e devo dire che non siamo abituati, per noi è un ruolo nuovo. – In questo mese di necessario autoisolamento abbiamo dovuto ripensare spazi, abitudini, quantità di tempo da dedicargli. – Un momento che è diventato un po’ tragico è quello del pasto, che è sempre un disastro; butta tutto in giro, gioca… cosa che prima non faceva. – Vediamo in lui talvolta atteggiamenti di nervosismo, di rabbia, di sfida verso quelle che sono da sempre state le nostre regole familiari. – Vuole il ciuccio molto più spesso. – Forse anche per le restrizioni di questo momento, riemergono alcune fatiche che sembravano superate, vedi i morsi o un po’ di rabbia … ma devo dire che in questo ci sentiamo più sicuri proprio ripensando ai dialoghi avuti con le educatrici. – Mi piacerebbe essere rassicurata sul fatto che se anche la scuola per questo anno scolastico non dovesse ripartire, sarà comunque garantito anche solo un momento finale di ritrovo per un saluto e un aiuto alla conclusione che per noi purtroppo sarà definitiva, avendo il passaggio alla materna. Sarebbe un vero pec- cato non riuscire a viverlo insieme. – Oggi purtroppo il nostro vicino di casa è morto, tu hai un libro da consigliarmi sul lutto? A. ha pianto. Magari riesco a trovarlo in biblioteca digitale. Che bello questo scambio e crescita insieme. – Secondo te chi potrebbe aiutarci? Io e il mio compagno siamo ora in Smart work ma tra poco tornerò al lavoro. Senza asilo, siamo costretti a cercare aiuto esterno, ma non si può (sia economicamente sia come salute). Non posso piazzare i bimbi davanti alla tv ... Non posso nemmeno non lavorare... Che dilemma!
20 Le lettere alle famiglie La fiaba a specchio “Il mistero del bosco”, ideata per i bambini, è rivolta anche agli adulti che, leggendola, possono parlare di ciò che provano e rassicurare i bambini. Ma questo strumento non ci sembra sufficiente. Quando ci rendiamo conto che la riapertura è ancora lontana e che nelle famiglie crescono l’ansia e la preoccupazione, decidiamo di rivolgerci direttamente ai genitori per fare sapere loro che comprendiamo le difficoltà che stanno vivendo. Scriviamo allora delle lettere, anticipate dal messaggio che segue, nelle quali, dai diversi punti di vista – del bambino, della mamma, del papà e dell’educatrice – diamo voce alle emozioni. Toc,Toc … Dopo le telefonate fatte in queste settimane a voi famiglie, abbiamo sentito il desi- derio di raggiungervi e “bussare alla vostra porta” per provare a dar voce a pensieri, sensazioni, domande, paure, dubbi e perplessità. In questo momento “fermo” la fatica c’è, ma vorremmo provare insieme a voi a guardare oltre, a valorizzare le risorse e condividere gli sguardi. Date un’occhiata alle lettere che riceverete ... La nostra “famiglia immaginaria” si farà conoscere: mamma Francesca, papà Andrea, i piccoli Tommy e Virginia si racconteranno e con loro anche nonni e educatrici. LETTERA DI TOMMY E DI VIRGINIA Tommy e Virginia sono bambini immaginari, che, come tanti altri bambini litigano con i fratelli, non vogliono andare a letto alla sera, faticano a stare a tavola... La gestione di queste situazioni da parte dei genitori durante il lockdown è più faticosa a causa del forzato isolamento. La lettera dei bambini cerca di dare in modo leggero, ma nello stesso tempo concreto, spunti per leggere alcuni comportamenti dei piccoli e per provare affrontarli. Ciao io sono Tommy... Ciao io sono Virignia... ho quasi tre anni e andavo al Centro ma un giorno...
21 Ci siamo ritrovati tutti a casa improvvisamente ed è stato molto bello avere TEMPO solo per noi! Vero mamma? Vero papà? Abbiamo fatto tante cose INSIEME: stendere i panni, apparecchiare e sparecchiare la tavola, anche rincorrerci in giardino, in terrazza o in corridoio…e poi saltare sul lettone facendo capriole Poi, però, il tempo è diventato troppo e sembra non finire mai… mamma e papà devono lavorare da CASA o mettersi guanti e mascherina per uscire e trasformarsi in Supereroi!! E noi bambini cosa facciamo? Dove andiamo se NON POSSIAMO PIU’ USCIRE? Ebe e Tio dove saranno? Canteremo ancora con Elena? Faremo ancora il giro tondo? Come mi mancano i miei AMICI, piccoli e grandi, del Centro! Chissà cosa stanno facendo anche loro…. I miei genitori adesso mi hanno detto che devo giocare anche un po’ da SOLO nell’altra stanza.... Ma non ci penso proprio! Erika avrebbe detto che ognuno deve avere il proprio SPAZIO, anche mamma e papà, e che alcune REGOLE vanno mantenute, perché se si sta sempre appiccicati perdiamo il PIACERE di PERDERCI e poi RITROVARCI. Così da domani al mattino mentre mamma sistema casa e papà non c’è io mi impegno a fare una torre da solo e quando mamma avrà finito vedrà la SORPRESA. Quando lei sarà in bagno io guarderò un libro con papà. La sera andrò a letto presto una volta con papà e una volta con mamma... forse mi verrà voglia di URLARE per averli entrambi vicini ma so che loro mi diranno “Ce la puoi fare“! Ma che FATICA tutte queste cose!! La mamma ha una BRILLANTISSIMA IDEA, come abbiamo fatto con Katia in labo- ratorio, recupera un foglio grande, forbici, colla, giornali da ritagliare, fotografie e colori vari, e insieme abbiamo pensato “LA NOSTRA GIORNATA”.
22 Sapete come l’abbiamo creata? Sveglia Colazione Gioco da solo Gioco con mamma o papà Pranzo Riposino Corsa e salti in casa Merenda Libretto da leggere insieme Gioco con papà Cena Coccole e lettura del mio libro preferito prima di addormentarmi Nanna Questo cartellone l’ho appeso sopra al mio letto e quando ho BISOGNO di sapere cosa fare lo vado a guardare! Chissà quanti cartelloni diversi ci sono nelle case dei miei amici... chissà cosa c’è scritto! Lo sapete che ho ritrovato, nel mio cesto dei giocattoli, il ciuccio di quando ero piccolo? Quello che si illumina di notte… è proprio bello e sempre buono! La mamma, quando mi ha visto con il ciuccio, è rimasta a bocca aperta… ma poi ha detto che potevo tenerlo “Rimane il nostro SEGRETO!” A proposito, è vero che in questo periodo sono tornato un po’ PICCOLO con il ciuccio… MA ANCHE GRANDISSIMO perchè, ho tolto il pannolino ed ora faccio la pipì nel vasino! Beh, qualche volta mi scappa ancora nelle mutandine, ma la mamma lo sa che può capitare… e me ne fa scegliere un altro paio, le mie preferite!
23 Prima mamma e papà mi INCORAGGIAVANO a stare da solo dai NONNI. Oggi li vedo sullo schermo ma dopo che li ho salutati non so cosa raccontare, non abbiamo più i nostri segreti da non dire alla mamma perché non vuole che mangi troppi biscotti. E mi “STUFO” a parlare con loro in questo modo, ho voglia del SOLLETICO dei baffi del nonno e del PROFUMO di caramelle della borsa di nonna. Però sto riempiendo un barattolo di tanti BACI da dare a chi potrò riabbracciare quando tutto questo SARÀ PASSATO. È normale che a volte prenda lo sconforto, la tristezza o lo schiribizzo. Può accadere qualcosa di molto triste o di molto preoccupante. In questo periodo le EMOZIONI sembrano dentro ad un frullatore; anche mamma e papà a volte non ci capiscono più nulla, ma sanno che possono scrivere a Erika, Katia e Elena e loro troveranno il modo di rispondere. Sarà l’occasione per raccontare loro le cose che ho imparato e come sono diventato bravo ad aiutare in casa, così scambiandoci qualche idea possiamo trovare confor- to e pensare di nuovo COSE BELLE. CIAO AMICI A PRESTO LETTERE DI MAMMA FRANCESCA E DI PAPÀ ANDREA Le lettere indirizzate alla mamma e al papà hanno stili comunicativi diversi; cerchiamo così di metterci nei panni dei genitori tenendo conto delle loro differenti sensibilità, dei loro diversi punti di vista, più riflessivi o più pragmatici. Diario di mamma Francesca Ventesimo giorno Tutti dormono. La casa è silenziosa, i giochi dei bambini sono sparsi sul tappeto, devo improvvisare una sorta di slalom per non inciampare, per il momento metto tutto da parte. Guardo fuori dalla finestra ... questo tempo è per me!
24 Silenzio, questo silenzio lascia tutto sospeso, un po’ come mi sento io, con le mie fragilità, le mie paure, i dubbi, e quel bisogno di dare risposta ai miei bambini, quando mi guardano, per capire cosa sta succedendo. A volte mi sento stanca ma non di essere mamma, stanca come donna! Mi sembra di vivere tre vite in una, sono genitore, lavoratrice, insegnante e ho la sensazione di non riuscire a fare niente bene. Alti e bassi sono i pensieri che si alternano, come fossi su di un’alta- lena, a volte si va giù e poi si torna su. In questa turbolenza di preoccupazioni, oggi è stato il disegno di Tommy a farmi tornare su, raccontava di una gita nel bosco, tutti insieme, divertiti a raccogliere lamponi (che a lui piacciono tanto). Stiamo vivendo una situazione sconosciuta, nuove regole, nuove leggi, nuove limi- tazioni, un nuovo modo di “stare” nel quotidiano là fuori e nella nostra casa. Basta poco per sentirsi sbagliate e vestire i panni del genitore spaventato. Mi sem- bra di essere un maratoneta al trentesimo chilometro… ce ne sono ancora dodici da fare, devo prendere fiato e andare avanti per arrivare al traguardo. So che i miei bambini possono capire che ci siano giornate in cui non ce la faccio proprio, sento che non per questo “rovino” qualcosa. Loro hanno la grande capacità di andare ol- tre al singolo momento e cogliere la forza del nostro legame, forse potrei guardare i segnali che loro mi mandano, quando mi fanno delle richieste… e forse potrei non far cadere la fatica su di loro. Ieri, quando abbiamo impastato insieme la torta, è stato bello vedere la loro gioia, il loro sorriso nel nostro “fare insieme”, quel momento mi ha ricaricata e quella torta, “ha nutrito” sicuramente tutti. Ora sono molto stanca, è arrivato anche per me il momento di andare a dormire, ma questo diario, mi aiuta a ripensare a ciò che ci è capitato e mi chiedo:”stiamo imparando qualcosa da tutto questo?” Diario di Appunti di mamma Francesca papà Andrea
25 Cammino silenziosamente verso la camera di Tommy e Virginia, entro in punta di piedi e mi soffermo a guardarli mentre dormono. Fermo questa immagine, sicura che sarà quella a cui mi “aggrapperò” per essere un po’ più forte e più tranquilla, durante le giornate che mi aspettano quando vivrò preoccupazioni o fatiche. Ecco questo è il mio pensiero del cuore! LETTERA DELL’EDUCATRICE L’idea di scrivere ai nonni viene meno perché le condizioni del contesto cambiano, mentre sentiamo la necessità, anzi l’urgenza, di comunicare ai genitori i nostri pensieri e di condividere con loro le nostre emozioni. Pensieri di un’educatrice Lecco, 22 maggio 2020 La tecnologia oggi non mi è amica. Ho una riunione su Skype e la connessione è lenta. Abbandono la tastiera e nell’attesa ritorno a carta e penna, penso e scrivo. Accanto a me ho i miei compagni da almeno due mesi… Cellulare, computer, mac- china fotografica. Sono gli unici strumenti che ho utilizzato per mantenere un le- game con bambini e famiglie, anche se la distanza continua ad essere una bella sfida! Li uso talmente tanto che me li sogno la notte! Prima comunicavo con gli abbracci, con il contatto con uno sguardo diretto, addi- rittura riconoscevo i vestiti dei bambini dal loro odore. Il corpo è il canale attraverso il quale viviamo le emozioni e le relazioni con l’altro, ma questa nuova realtà che stiamo attraversando ci chiede di rinunciarci. Ora comunico attraverso uno schermo. A volte mi sento impotente di fronte ad alcune richieste, ma anche fortemente motivata nel cercare opportunità e orga- nizzazioni diverse.
26 Ambivalenza, questa è una parola che ultimamente fa parte di me. Se da una parte c‘è lo sconforto, la paura, l’insoddisfazione per un modo di lavorare che non ho scelto e per l’incertezza del futuro, dall’altra parte però è viva la curiosità, la crea- tività e la voglia di arrivare a loro in tutti i modi possibili. Non è facile... No, non lo è. Ho sentito forte il bisogno di esserci, di far sentire che ero presente per dire ai bambini “Sono qui”! Cerco di mettere cura in quello che invio, perché questo è l’unico modo che ho per stare loro vicino e per far loro sentire che nonostante la distanza continuano ad essere per me importanti ! Che bello ricevere le loro foto, i loro video, i loro pensieri, le loro paure, i loro dub- bi... la loro voce! È un emozione sincera, diretta e toccante! Ma forse si sta creando una dipendenza da tutto ciò che è tecnologico. Proprio noi, che fino a ieri stavamo organizzando incontri per trattare temi sull’utilizzo e il dosaggio della tecnologia nei bambini più piccoli. Ora ci poniamo mille interrogativi e navighiamo su mille dubbi. L’unica certezza che abbiamo è che vogliamo continuare ad accompagnarli nel loro percorso di crescita, ma in questo momento non c’é più una relazione diretta con i bambini. I genitori sono il nostro tramite per arrivare a loro, sono l’unico contatto per man- tenere la relazione, ognuno con il proprio modo e il proprio tempo. I nostri dubbi sono di essere di troppo, di “entrare in casa senza aver bussato”! “Avranno tempo? Avranno voglia? Sarà il momento giusto? Sto inviando troppo ma- teriale? Risponderò ai loro bisogni?” Penso ai genitori che, oltre a tutto quello che hanno da fare, al lavoro, all’impegno che la casa comporta, si sono dovuti inventare artisti, lettori, educatori. Dai mes- saggi e dalle telefonate, raccontano che tra le mura di casa hanno trovato ispira- zioni insieme ai loro bambini: “appaiare i calzini intanto che si sistema il bucato, stendere, apparecchiare la tavola, cucinare”. Mi arriva il loro stupore, la piacevolezza e a volte anche la fatica di questi momenti.
27 Pensieri di un’educatrice Avevamo tanti progetti… Ma c’è stato uno strappo, nessuno aveva preparato bam- bini e famiglie a questa separazione, e come avremmo potuto? Non lo eravamo neanche noi. La connessione Skype è tornata… Ora riunione per progettare una possibile e nuova apertura per un servizio che mi viene da chiamare “nido” ma so che sarà diverso… Come potremmo continuare a salvaguardare il nostro essere educatrici con l’a- spetto sanitario e una nuova quotidianità? Mi sento spaesata… ed ecco che qui torna l’ambivalenza: da un lato abbiamo il desiderio di tornare al “nido” e rivedere bambini e genitori, dall’altro invece ci sen- tiamo spaesate, impaurite, noi dobbiamo stare attente a loro… E anche loro devono stare attenti a noi. Questo è un atto di responsabilità reciproco. Fiducia... questa è la parola che mi viene in mente, una nuova fiducia da ricostruire, nuovi fili da riallacciare. P.S. Rileggendo mi rendo conto di aver spesso scritto al plurale… abbiamo, sentia- mo, nostro, vogliamo! Noi… noi gruppo perché in questi mesi il gruppo delle colleghe è stato sostegno, appoggio, risorsa. IL CONFRONTO CON I GENITORI E TRA I GENITORI Durante il lockdown dedichiamo molta attenzione alla comunicazione con ciascuna famiglia, differenziando i canali e curandone le modalità. I nidi e Floridò con i genitori dei bambini frequen-
28 tanti o in lista d’attesa tengono i contatti con telefonate, whatsapp o videochiamate. Il Centro per le famiglie invece utilizza, come di norma, la posta elettronica per comunicare con le famiglie frequentanti. Durante il lockdown il Centro svolge anche la funzione di “amplificatore” del Servi- zio Infanzia sul territorio diffondendo le informazioni e le proposte tramite la pagina Facebook. La diversificazione dei canali e delle proposte permette alle famiglie di accedere a quello che desiderano e di partecipare secondo i propri interessi. Alcune famiglie chiedono di potersi connettere per far circolare idee, esperienze, pensieri. Il fatto che i genitori esprimano i loro bisogni in modo chiaro, con richieste esplicite, è positivo perché significa che si sentono a proprio agio nel farlo. Proponiamo allora alle famiglie inte- ressate di formare piccoli gruppi whatsapp con l’educatrice di riferimento e le educatrici del gruppo. Quasi tutte accolgono la proposta e danno il loro consenso, condividendo alcune regole per garantire una gestione rispettosa da parte di tutti. L’attenzione delle educatrici è quella di favorire lo scambio spontaneo tra i genitori, con di- screzione, attente a valorizzare le risorse delle famiglie e ad accogliere i bisogni educativi che possono essere trattati nel gruppo o individualmente. Questa modalità si rivela molto efficace perchè permette di coinvolgere anche i genitori che, per motivi diversi, faticano a partecipare at- tivamente alle proposte in presenza. Inoltre, lo scambio, intenso e fluido, ci permette di modulare le proposte a partire dall’ascolto delle famiglie, che in questa situazione sono particolarmente propositive e attive. Un altro indice del rapporto di reciprocità che si è instaurato con i genitori è rappresentato dai gesti spontanei di attenzione nei nostri confronti (es. messaggi di incoraggia- mento, divertenti ...). I colloqui con i genitori, telefonici o in videochiamata secondo la preferenza, nel periodo di chiusura sono frequenti. Come in precedenza, non si parla solo del bambino, di che cosa ha bisogno, ma anche di come noi adulti stiamo, delle nostre difficoltà e preoccupazioni. Ma ora il contesto in cui ci relazioniamo con le famiglie è molto diverso da quello in cui avvenivano i colloqui in presenza. In questa situazione straordinaria la formazione rappresenta per noi una risorsa preziosa per la conduzione dei colloqui a distanza. Grazie a modalità di comunicazione facilitanti, ci dà infatti indicazioni utili ad acquisire informazioni significative e a distinguere i bisogni educativi dei genitori da quelli psicologici, avendo chiari i confini del setting e gli elementi da trattare.
3. Riallacciare i fili A partire dal mese di maggio il lockdown si allenta. Le disposizioni emanate nelle fasi due e tre danno la possibilità di uscire di casa con l’uso dei dispositivi di protezione individuali e rispettando la distanza di sicurezza. Nonostante le limitazioni, questa è per noi una buona notizia sia perché possiamo tornare (non senza un po’ di emozione) a lavorare nei servizi sia perché pos- siamo andare a trovare i bambini e finalmente riallacciare i fili invisibili che ci hanno tenuti legati. Ritrovarsi, finalmente Nei mesi di maggio e giugno il nostro obiettivo prioritario è preparare i bambini a riprendere l’esperienza interrotta. La caratteristica principale delle proposte di queste settimane sta nel fatto che si svolgono negli spazi esterni delle case dei bambini o dei servizi. Andare a trovare i
30 Riscopriamo Albert va a trovare i bambini il mondo bambini a casa è per noi una novità assoluta, una scelta che prima della chiusura sarebbe stata inimmaginabile. Anche tornare a respirare l’aria fresca, ad annusare gli odori, a rivedere i colori della natura non è scontato che sia per tutti facile dopo un lungo periodo al chiuso. Per questo prepariamo dei video, dove ci raccontiamo in uscite all’aperto, a volte accompagnate dai perso- naggi dello sfondo integratore. Dal punto di vista operativo, mancando ormai poco alla fine dell’anno scolastico, pensiamo a delle proposte rivolte ai bambini che a settembre passeranno alla scuola dell’infanzia, a quelli che rientreranno nei servizi e a quelli in lista d’attesa. Riacquistare lo spazio dei servizi ci dà la possibilità, dopo settimane di lontananza, di prepara- re l’incontro con ogni bambino con oggetti che provengono dall’ambiente che era a lui familiare. E nel far questo gli ricordiamo che tra non molto condividerà nuove esperienze con altri bambini al nido, o a Floridò, o alla scuola dell’infanzia. Costruiamo allo scopo veri e propri percorsi che prevedono più visite a casa nei mesi di maggio e giugno, preparate e documentate con immagini, video, narrazioni; lasciamo delle tracce ai bambini che li accompagneranno al rientro, a ritrovare gli spazi noti, i compagni e le educatrici. Più precisamente, per i bambini che a settembre rientreranno nei nidi o a Floridò prepariamo dei piccoli doni personalizzati che li aiutino a ritrovare la continuità con le esperienze che hanno bruscamente interrotto e a vivere le emozioni che emergeranno nel ritrovarsi con i compagni e con le educatrici. Con i genitori dei bambini in lista d’attesa le coordinatrici tengono i contatti aggiornandoli e informandoli sugli aspetti organizzativi, mentre le educatrici che hanno conosciuto i bambini nei “pomeriggi al nido” (vedi “Alfabeto del Servizio Infanzia”, lettera “p” – proposte) mantengono i rapporti con le famiglie tramite whatsapp, telefonate o visite a casa.
31 Infine, per i bambini che passeranno alla scuola dell’infanzia, ritrovarsi vuol dire salutarsi per cominciare una nuova esperienza. Quest’anno, causa Covid-19, la consegna della “Sintesi” (vedi lettera “s” – strumenti) della storia vissuta al nido o a Floridò si svolge all’aperto, nel giardino dei servizi o a casa. Il raccordo con le scuole dell’infanzia La consegna alle famiglie della “Sintesi” dell’esperienza vissuta al nido o a Floridò è un mo- mento emotivamente intenso che fa parte del percorso di accompagnamento di ogni bambino alla scuola dell’infanzia. Il Servizio Infanzia del comune di Lecco da sempre cura il raccordo con le scuole del territorio (vedi lettera “q” - quartiere). Per esperienza sappiamo che il bambino ha bisogno di costruirsi piccoli punti di riferimento che lo rassicurino nel vivere il cambiamento. Non basta un semplice saluto per chiudere l’esperienza vissuta, ma occorre un “rito” che gli permetta di passare oltre, di aprirsi al nuovo con tutto ciò che di prezioso che ne deriva per la sua crescita. In queste circostanze straordinarie i gruppi di educatrici individuati continuano a lavorare a di- stanza con le insegnanti delle scuole dell’infanzia per trovare nuove modalità che accompagnino bambini e famiglie nel passaggio. Con la scuola Aquiloni di S. Giovanni e con la scuola Corti di Pescarenico condividiamo la progettazione di due differenti strumenti che hanno caratteristiche comuni: il collegamento al tema conduttore che sarà proposto dalle scuole per l’infanzia e la costruzione di uno “strumento/contenitore” dei ricordi e delle esperienze che possa facilitare il bambino a inserirsi nel nuovo ambiente. Gli stessi strumenti, rimodulati, vengono utilizzati anche Caccia al tesoro delle piccole cose belle
32 con le altre scuole dell’infanzia della città in cui i bambini sono iscritti. Anche nel successivo anno scolastico la conoscenza dei nuovi spazi e delle nuove persone che incontreranno non potrà essere in presenza ma avverrà tramite immagini e video inviati alle famiglie. Nella realizzazione di questi percorsi sono coinvolti attivamente i genitori, indispensabili in queste circostanze per far sentire i bambini protagonisti di questa importante esperienza. Il saluto al Centro per le famiglie Anche il Centro “riallaccia i fili” con le famiglie dopo la brusca interruzione di fine febbraio. Lo fa con una proposta all’aperto che dà a ogni bambino la possibilità di incrociare e riconoscere i compagni e ai familiari di rivedersi, salvaguardando così almeno in parte la dimensione del gruppo che caratterizza l’esperienza del Centro. Un buon numero di famiglie risponde all’invito a partecipare al percorso a tappe che si realizza sulla ciclabile, con giochi di movimento, alla ricerca dei folletti dello sfondo integratore (vedi lettera “s” - strumenti). I bambini si possono divertire all’aperto (finalmente!); alcuni di loro, in un primo momento intimiditi, ritrovano facilmente la spontaneità. L’iniziativa è molto apprezzata dai genitori, emozionati nel ritrovarsi e grati agli operatori per essere stati presenti nella loro quotidianità anche a distanza. Il lavoro di rete e la comunicazione con il territorio Come è avvenuto con le famiglie, anche con le realtà del territorio la chiusura forzata e il sentirci nella stessa situazione accorciano le distanze e attivano la solidarietà. Le collaborazioni Invito al saluto del centro
33 con l’esterno non solo vengono mantenute ma, grazie alla tecnologia, si ampliano a realtà geo- graficamente lontane che sentiamo però affini per la visione del mondo dell’infanzia. Questo ci fa sentire parte di una comunità pensante, che ha cura dei bambini e delle famiglie. La collaborazione con i servizi comunali dell’Area Politiche sociali e con i servizi territoria- li continua. In un momento in cui il servizio sociale si trova a dovere far fronte all’aggravarsi dei problemi delle famiglie per la situazione economica, la salute, la fragilità psichica, il nostro contributo è soprattutto quello di monitorare le situazioni familiari più vulnerabili in cui sono presenti bambini piccoli o di dare indicazioni a famiglie in difficoltà non conosciute dai servizi su come avere un supporto. Collaborazione con lo “Spazio over60 Il Giglio” La collaborazione con “Il Giglio” rimane sempre attiva. Anche se non possiamo avere contatti diretti, siamo gli uni nel pensiero degli altri. Costretti a interrompere l’esperienza della lettura delle storie da parte degli anziani del centro diurno, li coinvolgiamo nel progetto “Incorona momenti” (vedi di seguito), chiedendo loro di colla- borare alla realizzazione delle corone magiche. “Il Giglio”, da parte sua, ci propone di partecipare all’iniziativa “Come un ampio respiro vibrano nell’aria”, organizzata in ricordo di chi ha perso la vita a causa del Covid-19. Le famiglie dei bambini che frequentano i servizi si uniscono alla città nello scrivere pensieri o ricordi su biglietti che vengono appesi sulla “Lucia”, imbarcazione tipica del lago di Como, collocata in piazza Cermenati. Il progetto “Incorona momenti” Il progetto, ideato nel territorio lodigiano2 per dare, attraverso la creatività, un segnale di spe- ranza, è patrocinato anche dal comune di Lecco. Il progetto è patrocinato dal Comune di Lodi, dal comune di Codogno, dall’Ordine degli Psicologi della Lombar- 2 dia e da altre realtà dell’ambito sociale e sociosanitario.
34 Le collaborazioni con Il Giglio Il Servizio Infanzia partecipa, nello specifico, all’azione “C’era una volta una corona magica”, rivolta ai bambini e alle famiglie, con la fiaba a specchio “Il mistero del bosco”. La fiaba, consegnata a casa in versione cartacea a ogni bambino dalle educatrici, è succes- sivamente pubblicata sulla pagina Facebook e anche rappresentata con l’utilizzo delle ombre cinesi. La valutazione dell’esperienza da parte delle educatrici che insieme hanno ideato ed ela- borato la fiaba è molto positiva. Il valore della partecipazione al progetto è stato soprattutto quello di sentirsi parte di una comunità più ampia di persone che, realizzando lo stesso oggetto in modi diversi, manifesta creativamente la possibilità di collaborare per andare nella stessa direzione. La comunicazione con la cittadinanza e con le famiglie del territorio La pagina Facebook del Centro per le Famiglie è, al momento della chiusura, lo strumento utilizzato per dare visibilità a tutti i servizi facendoli conoscere a un pubblico più ampio rispetto a quello rappresentato dalle famiglie che li frequentano. In questa situazione straordinaria Facebook diventa un’importante risorsa per valorizzare la cultura dell’infanzia dei servizi comunali, un’apertura verso l’esterno che dà spazio anche alle proposte e alle idee delle famiglie. Fb: Centro per le Famiglie “dire, fare, giocare” - Lecco
4. Tessere una nuova tela Quando viene data la possibilità di riaprire i servizi l’esperienza vissuta durante il lockdown non può essere rinchiusa in una parentesi, anche perché il Covid-19 non è ancora sconfitto. Il nostro desiderio è quello di trasferire le acquisizioni del periodo di chiusura nella riprogettazio- ne degli spazi e delle proposte rivolte ai bambini e alle famiglie. Per raggiungere quest’obiettivo, la “trama e l’ordito” che abbiamo disegnato in stretta colla- borazione con i genitori nelle settimane di chiusura ci permettono ora di “tessere la nuova tela” dei servizi salvaguardando i nostri orientamenti culturali e educativi (vedi “Alfabeto del Servizio Infanzia attraverso il lockdown”).
36 Co-costruzione della riapertura con le famiglie Condividiamo con le famiglie il percorso che ci porta a definire le modalità con cui i servizi riaprono a fine giugno e a settembre, proponendo a piccoli gruppi di genitori incontri in remoto durante i quali ascoltiamo le loro esigenze, le loro opinioni, i dubbi e le preoccupazioni. In queste occasioni chiediamo loro come s’immaginano la riapertura, di che cosa pensano abbia bisogno il bambino e quali sono i loro timori. Non abbiamo soluzioni preconfezionate né vogliamo dare niente per scontato, perchè sappia- mo che nella scelta di fare frequentare ai bambini i servizi sono determinanti non solo gli aspetti pratici ma anche quelli emotivi. Dal punto di vista educativo, il patto di corresponsabilità tra operatori e famiglie in questa fase è essenziale per osservare ciò che accade e non perdere di vista il benessere del bambino. Riaprire in sicurezza e riprogettare gli spazi Nel periodo che precede la riapertura ci confrontiamo a fondo con tecnici esperti in materia di sicurezza e di prevenzione. In questi incontri non ci limitiamo a prendere atto e ad adeguarci a quello che le norme sanitarie prescrivono, ma cerchiamo di capire come in concreto sia possibile tenerne conto trovando soluzioni che salvaguardino le caratteristiche educative delle proposte per i bambini e che ci consentano di rispondere in modo flessibile alle esigenze dei genitori. Nella riorganizzazione degli spazi dobbiamo tenere separati i gruppi e limitare i loro sposta- menti. Le strutture dove hanno sede i nidi e Floridò ci danno fortunatamente la possibilità di predisporre per ogni “gruppo bolla” due spazi comunicanti: la stanza di riferimento che conserva le stesse caratteristiche, e uno spazio polivalente, dove i bambini hanno la possibilità di svolgere le attività di laboratorio che prima si realizzavano in spazi dedicati, di fare il riposino, di pranzare (vedi “Alfabeto del Servizio Infanzia”, lettera “A” – Ambiente). Inoltre, per esplicita indicazione dei regolamenti sanitari, s’intensifica l’uso degli spazi esterni, che, delimitati e utilizzati a turno, diventano un’estensione degli spazi interni (vedi “Alfabeto del Servizio Infanzia”, lettera “o” – outdoor”).
37 Il Servizio Infanzia Comune di Lecco La presenza del personale ausiliario durante la giornata, da sempre prevista, si rivela in questa situazione molto importante, perché le disposizioni richiedono la frequente sanificazione e igie- nizzazione dei materiali e degli oggetti utilizzati nello svolgimento delle attività e nelle routine quotidiane (pasto, cambio...). I Centri estivi “Centro estivo” è il nome con cui i servizi per la prima infanzia comunali riaprono dal 29 giugno al 31 luglio presso le sedi di San Giovanni e di Pescarenico. Il Centro estivo rappresenta una sorta di “prova generale” per prepararci ad accogliere a set- tembre i bambini con responsabilità, con cura e con la creatività indispensabile per individuare la possibilità nel vincolo, e così continuare a tenere conto delle esigenze delle famiglie. I Centri estivi sono frequentati da poco più di un terzo dei bambini iscritti, suddivisi in piccoli gruppi di tre con un’educatrice. Tutte le domande sono accolte; per alcune famiglie è un momen- to molto atteso e sperato, altre, considerato il periodo estivo, hanno trovato soluzioni alternative. Per agevolare le famiglie proponiamo due moduli orari: uno di sei ore con il pasto e uno di quattro ore e mezzo senza il pasto. Ogni educatrice realizza un video per il proprio piccolo gruppo dove illustra le modalità di accesso, i percorsi e i nuovi spazi per evitare che i bambini e i genitori si sentano disorientanti di fronte ai cambiamenti. Lo sforzo e la fatica di riaprire in sicurezza sono ampiamente ricompensati dal desiderio dei bambini e delle famiglie di ritrovarsi e di curiosare dentro e fuori. Per tutti è emozionante rivedere
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