In umile servizio CANTARE LA SPERANZA È CANTARE LA VITA - Mantellate

Pagina creata da Greta Nigro
 
CONTINUA A LEGGERE
In umile servizio CANTARE LA SPERANZA È CANTARE LA VITA - Mantellate
in umile servizio
            PERIODICO DI INFORMAZIONE DELLE SUORE MANTELLATE SERVE DI MARIA CONGREGAZIONE DI PISTOIA

ANNO XLII
    N° 2
              CANTARE LA SPERANZA
   2022       È CANTARE LA VITA
In umile servizio CANTARE LA SPERANZA È CANTARE LA VITA - Mantellate
IN
  UMILE
SERVIZIO

           LA GRAZIA DELLA PENTECOSTE
           È PACE E CONCORDIA,
           FRATELLANZA, UNITÀ
           LA TORRE DI BABELE E LA PENTECOSTE

           La Pentecoste è la risposta divina a Ba-      siamo vedere lungo la storia, ma anche
           bele: l’inutile pretesa degli uomini di       nel nostro mondo. Con il progresso della
           raggiungere il cielo con una costruzione      scienza e della tecnica siamo arrivati al
           fatta di mattoni e bitume. La pretesa di      potere di dominare forze della natura,
           fare a meno di Dio. Babele ha scatenato il    di manipolare gli elementi, di fabbricare
           caos delle incomprensioni, la Pentecoste      esseri viventi, giungendo quasi fino allo
           ha stabilito l’armonia del Logos. Il Papa     stesso essere umano. In questa situa-
           emerito Benedetto XVI, in un’Omelia in        zione, pregare Dio sembra qualcosa di
           occasione della Pentecoste 2012 spiega        sorpassato, di inutile, perché noi stessi
           infatti: “La narrazione della Pentecoste      possiamo costruire e realizzare tutto ciò
           negli Atti degli Apostoli, (cfr At 2,1-11),   che vogliamo. Ma non ci accorgiamo che
           contiene sullo sfondo uno degli ultimi        stiamo rivivendo la stessa esperienza di
           grandi affreschi che troviamo all’inizio      Babele. È vero, abbiamo moltiplicato le
           dell’Antico Testamento: l’antica storia       possibilità di comunicare, di avere in-
           della costruzione della Torre di Babele       formazioni, di trasmettere notizie, ma
           (cfr Gen 11,1-9). Ma che cos’è Babele? È la   possiamo dire che è cresciuta la capacità
           descrizione di un regno in cui gli uomini     di capirci o forse, paradossalmente, ci
           hanno concentrato tanto potere da pen-        capiamo sempre meno? Tra gli uomini
           sare di non dover fare più riferimento a      non sembra forse serpeggiare un senso
           un Dio lontano e di essere così forti da      di diffidenza, di sospetto, di timore re-
           poter costruire da soli una via che por-      ciproco, fino a diventare perfino perico-
           ti al cielo per aprirne le porte e mettersi   losi l’uno per l’altro? Ritorniamo allora
           al posto di Dio. Questo racconto biblico      alla domanda iniziale: può esserci vera-
      2    contiene una sua perenne verità; lo pos-      mente unità, concordia? E come?”.
In umile servizio CANTARE LA SPERANZA È CANTARE LA VITA - Mantellate
La risposta la troviamo nella Sacra Scrit-
tura: l’unità può esserci solo con il dono
dello Spirito di Dio, il quale ci darà un
cuore nuovo e una lingua nuova, una
capacità nuova di comunicare. E que-
sto è ciò che si è verificato a Pentecoste.
                                                                                                              ANNO XLII
In quel mattino, cinquanta giorni dopo                                                                        N° 2
la Pasqua, un vento impetuoso soffiò su                                                                       2022
Gerusalemme e la fiamma dello Spirito
Santo discese sui discepoli riuniti, si posò
su ciascuno e accese in essi il fuoco divi-
no, un fuoco di amore capace di trasfor-
mare. La paura scomparve, il cuore sentì
una nuova forza, le lingue si sciolsero e
iniziarono a parlare con franchezza, in
modo che tutti potessero capire l’annun-             Giotto, La Pentecoste della National Gallery di Londra
cio di Gesù Cristo morto e risorto. A Pen-
tecoste dove c’era divisione ed estranei-
tà, sono nate unità e comprensione.
Da: Maria Milva Morciano, La Pentecoste,
soffio dirompente dello spirito santo sulla terra,   Pieter Bruegel il Vecchio, La grande torre di Babele,
Vatican News                                         Museo di Vienna

                                                                                                              3
In umile servizio CANTARE LA SPERANZA È CANTARE LA VITA - Mantellate
IN
  UMILE
SERVIZIO

           “LA STORIA DA CUI PROVENIAMO”
           LA FAMIGLIA È LA RADICE INSOSTITUIBILE DI OGNI ESSERE UMANO

           In occasione della Festa della Santa Fa-     certamente influenzato dall’affetto di cui
           miglia, il 26 dicembre scorso, papa          fa esperienza ogni giorno all’interno del
           Francesco, dopo aver inaugurato l’anno       contesto familiare.
           dedicato a “Famiglia Amoris Laetitia”,       Anche laddove sussistono difficoltà e
           che si concluderà il 26 giugno 2022, ha      dove il disagio sociale è più marcatamente
           condiviso con la Chiesa mondiale alcune      evidente, la famiglia costituisce un punto
           considerazioni in merito al ruolo del-       di riferimento per ciascuno, all’interno
           la famiglia nella vita di ogni individuo e   di una famiglia più ampia che è quel-
           dell’intera società umana. Il primo pun-     la della società. Lo scrittore verista Gio-
           to della riflessione di Francesco riguar-    vanni Verga stabilisce come perno della
           da l’interpretazione della famiglia quale    sua riflessione pessimistica sulla storia e
           radice insostituibile, per quanto spes-      sull’essere umano proprio la contrappo-
           so imperfetta, della storia di ogni esse-    sizione tra la “religione della famiglia” e
           re umano: “la famiglia è la storia da cui    la “religione della roba”. I suoi protago-
           proveniamo. Ognuno di noi ha la propria      nisti, i Vinti, come ogni uomo, si trovano
           storia, nessuno è nato magicamente,          spesso di fronte a un bivio e sono costret-
           con la bacchetta magica, ognuno di noi       ti a scegliere tra la via facile del benessere
           ha una storia e la famiglia è la storia da   immediato, che anestetizza le coscienze
           dove noi proveniamo. […] Proveniamo          e porta a un allontanamento dalle proprie
           da una storia intessuta di legami d’amo-     radici, e una via più angusta, che richiede
           re e la persona che siamo oggi non nasce     coraggio, umiltà e abnegazione al fine di
           tanto dai beni materiali di cui abbiamo      far prevalere i veri valori che definiscono
           usufruito, ma dall’amore che abbiamo         una vita degna. Da questo punto di vista,
           ricevuto, dall’amore nel seno della fami-    i membri della famiglia Malavoglia che
           glia. Forse non siamo nati in una fami-      decidono di percorrere la prima strada
           glia eccezionale e senza problemi, ma è      sono poi trascinati dalla “vaga bramosia
           la nostra storia - ognuno deve pensare: è    dell’ignoto” lontano dalle proprie radici
           la mia storia -, sono le nostre radici: se   e, per riprendere l’immagine proposta
           le tagliamo, la vita inaridisce!”. Ciò che   da papa Francesco, a poco a poco inari-
      4    ogni essere umano è, pensa e realizza è      discono; coloro che rimangono ancorati a
In umile servizio CANTARE LA SPERANZA È CANTARE LA VITA - Mantellate
ciò che per la produzione di Verga è stato                      tiero della vita. L’invito all’ascolto e alla
definito “ideale dell’ostrica”, l’insieme                       comprensione caritatevole è certamente
dei valori trasmessi dalla famiglia, non                        il più urgente per le famiglie di oggi; la
saranno invece sopraffatti dai flutti della                     confusione all’interno della quale sono
“fiumana del progresso”.                                        immerse, la frenesia degli impegni quo-
L’esempio della famiglia siciliana frutto                       tidiani e un certo malcelato egoismo, che
                                                                                                                            ANNO XLII
dell’immaginazione di Giovanni Verga                            conduce a trascurare le esigenze di cia-                    N° 2
introduce in modo eloquente il secondo                          scuno in nome della felicità e della realiz-                2022
punto indicato da Francesco nell’angelus                        zazione personali, rischiano di indebolire
del dicembre scorso: “a essere famiglia si                      quelle radici che costituiscono l’essenza
impara ogni giorno. Nel Vangelo vedia-                          stessa delle famiglie. Genitori e figli as-
mo che anche nella Santa Famiglia non                           somigliano sempre più a coinquilini che
va tutto bene: ci sono problemi inattesi,                       si limitano a condividere gli spazi comuni
angosce, sofferenze. Non esiste la San-                         di un’abitazione, conducendo, tuttavia,
ta Famiglia delle immaginette. […] Ogni                         delle vite pressoché impermeabili le une
giorno, in famiglia, bisogna imparare ad                        alle altre. La riscoperta dell’ascolto dei
ascoltarsi e capirsi, a camminare insie-                        propri figli da parte dei genitori risulta
me, ad affrontare conflitti e difficoltà. È                     oggi quanto mai indispensabile: fragilità,
la sfida quotidiana, e si vince con il giusto                   insicurezze, dubbi nei confronti della vita
atteggiamento, con le piccole attenzio-                         necessitano di un ascolto prolungato nel
ni, con gesti semplici, curando i dettagli                      tempo e non superficiale. Solo in questo
delle nostre relazioni. L’illusione della                       modo è possibile prevenire disagi che, se
perfezione all’interno delle famiglie, an-                      trascurati per troppo tempo, rischiano di
che delle famiglie cristiane, rappresenta                       essere irrecuperabili. L’accoglienza nei
una pericolosa tentazione che danneggia                         confronti di un figlio che molto spesso
i suoi membri, quindi l’intera comunità.                        silenziosamente, chiede l’aiuto dei pro-
Come sostiene Francesco, una famiglia                           pri genitori, anche quando questi non
reale, lontana da vuoti stereotipi, è for-                      condividono più un progetto di vita co-
mata da anime imperfette che, ispirate                          mune, è indispensabile; accettare i suoi
dall’amore vicendevole, portano insie-                          limiti, così come valorizzare i suoi me-
me la propria imperfezione lungo il sen-                        riti, costituiscono le sfide cui ogni geni-

   “La famiglia è il motore del mondo e della storia. Ciascuno di noi costruisce la propria personalità in famiglia,
   crescendo con la mamma e il papà, i fratelli e le sorelle, respirando il calore della casa. La famiglia è il luogo
   dove riceviamo il nome, è il luogo degli affetti, lo spazio dell’intimità, dove si apprende l'arte del dialogo e della
   comunicazione interpersonale” (Amoris Laetitia)                                                                          5
In umile servizio CANTARE LA SPERANZA È CANTARE LA VITA - Mantellate
tore si trova a far fronte nel contesto fa-     gli altri, ci fissiamo nei nostri bisogni”.
           miliare. Da questo punto di vista bisogna       La dittatura dell’io, non solo nei rapporti
           augurarsi che, come auspicato dal papa,         familiari ma in tutte le relazioni, è nemi-
           l’incontro che si svolgerà tra il 22 e il 26    ca dell’ascolto, dell’accoglienza e della
           giugno parta proprio da considerazioni          comprensione reciproca. Fissarsi su se
           legate alle famiglie reali, le famiglie del     stessi e sulle proprie egoistiche esigenze,
      IN
  UMILE    2022, non quelle “delle immaginette”;           in amore come in amicizia, rappresenta il
SERVIZIO   solo così il contributo di questo consesso      preludio del fallimento. Due innamorati,
           mondiale potrà risultare rilevante all’in-      genitori, figli e amici dovrebbero vivere
           terno della Chiesa e non solo.                  nel loro quotidiano la bellezza di quell’a-
           D’altro canto è ugualmente necessario           more che, lungi dall’essere un fardello
           che i figli riscoprano la necessità e la bel-   che trattiene e schiaccia a terra, permette
           lezza del rispetto che, a differenza delle      di elevarsi e di fare esperienza di quella
           mode, non sfiorisce mai, ma, al contrario,      leggerezza che non è frivolezza e super-
           è l’inizio e la fine di ogni relazione au-      ficialità ma permette, al contrario, di co-
           tenticamente vissuta. Più volte negli anni      struire la propria relazione sulla roccia
           papa Francesco ha sottolineato l’impor-         che dura nel tempo, non sulla sabbia che
           tanza dell’utilizzo in ambito familiare di      si deteriora all’arrivo dell’onda. In questo
           tre parole, apparentemente semplici ma          senso risultano ancora illuminanti le pa-
           talvolta così impegnative: grazie, prego,       role di Dante Alighieri relative all’amo-
           scusa. Gratitudine, cortesia e umiltà sono      re, non quello passionale e frenetico, per
           indubbiamente l’antidoto ai veleni che          quanto affascinante da un punto di vista
           sempre più si insinuano nelle vite del-         letterario, di Paolo e Francesca, schiac-
           le famiglie di oggi, rendendole luogo di        ciati dal peso delle proprie colpe, ma l’a-
           confronti aspri, anziché di vera condivi-       more autentico che, innescato da Dio, è
           sione. La ragione di ciò è da riscontrarsi      alimentato da se stesso. S. Tommaso nel
           in quella che Francesco chiama la “ditta-       X canto del Paradiso riconosce in Dante
           tura dell’io”, un prodotto umano quanto         un pellegrino illuminato dalla luce di-
           mai lontano dal messaggio evangelico.           vina, che permette di fare esperienza di
           “Guardiamo a Maria, che nel Vangelo di          quell’amore che non conosce vincoli e
           oggi dice a Gesù: «Tuo padre e io ti cerca-     costrizioni ma è pura libertà, nella quale
           vamo» (v. 48). Tuo padre e io, non dice io      alimenta e accresce se stesso. È quell’a-
           e tuo padre: prima dell’io c’è il tu! Impa-     more, quella linfa vitale, di cui ogni rela-
           riamo questo: prima dell’io c’è il tu. Nella    zione ha bisogno per elevarsi, sublimarsi
           mia lingua c’è un aggettivo per la gente        nell’unico Amore che tutto comprende.
           che prima dice l’io poi il tu: “Io, me e con
                                                           “E dentro a l’un senti’ cominciar: «Quando
           me e per me e al mio profitto”. Gente che
                                                           lo raggio de la grazia, onde s’accende
           è così, prima l’io poi il tu. No, nella Sa-     verace amore e che poi cresce amando,
           cra Famiglia, prima il tu e dopo l’io. Per
                                                           multiplicato in te tanto resplende,
           custodire l’armonia in famiglia bisogna         che ti conduce su per quella scala
           combattere la dittatura dell’io, quando         u’ sanza risalir nessun discende;”
           l’io si gonfia. È pericoloso quando, inve-
                                                           (Par. X, vv. 82-87)
           ce di ascoltarci, ci rinfacciamo gli sbagli;
      6    quando, anziché avere gesti di cura per         Leonardo Pasqualini
In umile servizio CANTARE LA SPERANZA È CANTARE LA VITA - Mantellate
«IL REGNO DI DIO DEVE ESSERE LA NOSTRA PASSIONE»

LA TESTIMONIANZA
DI ARMIDA BARELLI
UNA DONNA IMPEGNATA NELLA COMPAGINE ECCLESIALE E SOCIALE NOVECENTESCA,                                            ANNO XLII
                                                                                                                  N° 2
TESTIMONIANZA DI SINTESI TRA PAROLA E VITA NELLA DOCILITÀ ALLO SPIRITO                                            2022

Non mi preoccuperò più di acquistare virtù e san-
tificarmi, ma d’amare e far amare l’Amore. I doveri
del mio stato non mi concedono di amare Gesù nel-
la tranquillità di una vita silente e nascosta. Marzio
e Pegli sono oasi preparatemi da Gesù; la mia vita
normale è nel lavoro, nel frastuono, nell’affanno
di molteplici doveri. Mi sforzerò dunque d’amare
il mio Gesù nel lavoro, nella sofferenza, nella lotta e
glielo dimostrerò gettandogli ogni giorno i fiori dei
miei piccoli sacrifici, senza dei quali non vi è cuore
a cuore con Lui.                                          e di adattarci ad esso perfettamente per
Ogni volta vorrò versare ai tuoi piedi, o Gesù – e        quanto possibile, con la semplicità di un
secondo l’anno liturgico, in grembo a Maria, sul-         fanciullo» (Armida Barelli).
la tua culla, nei tuoi viaggi apostolici, al cenaco-      Ripercorrendo, seppur brevemente e
lo, sulla croce, nel tabernacolo – un fascio di rose      senza pretesa di esaustività, le principa-
d’amore, violette d’umiltà, gigli di purezza, fiori di    li tappe della sua storia si può scorgere
passione delle mie piccole penitenze.                     quindi il tratto distintivo di un’anima in
                                                          ricerca, «approdata al lido di una fede
Così scriveva nel 1924, al termine de-                    semplice e grata» (Luca Diliberto):
gli Esercizi spirituali, Armida Barelli,
fondatrice e animatrice della Gioventù                    Chi sei tu, mio Dio? Sei l’Amore fatto dolore per
Femminile di Azione Cattolica, che, in-                   salvarci. E chi sono io? La tua creatura che, come
sieme a don Mario Ciceri, è stata beatifi-                tutte, ha tradito l’amore e ne va alla ricerca doven-
cata a Milano lo scorso 30 aprile.                        do attraversare il dolore. Ma io ho paura del dolore
Barelli condusse un’esistenza «nell’af-                   e non so né chiederlo, né volerlo, né desiderar-
fanno di molteplici doveri» offerti al                    lo, né cercarlo, solo accettarlo. Viltà? Ecco il mio
Signore Gesù, «senza mai cedere alla                      proposito: fare la volontà di Dio giorno per giorno
bulimia dell’attivismo» (Papa France-                     fidandomi del S. Cuore, con l’aiuto di Maria, per
sco). La sua biografia ci restituisce in-                 essere serena e non addolorare chi ci ama e per la-
fatti il profilo di una donna impegnata                   vorare fino all’ultimo per lui e morire dolcemente
nella compagine ecclesiale e sociale no-                  sul suo Cuore. Così sia per Maria.
vecentesca, testimonianza di sintesi tra
Parola e vita nella docilità allo Spirito:                Armida Barelli nacque a Milano il 1°
«Scopo di tutta la nostra vita è di entra-                dicembre 1882, terza figlia (in tota-
re con grande umiltà nel pensiero di Dio                  le, i fratelli saranno sei) di Napoleone                7
In umile servizio CANTARE LA SPERANZA È CANTARE LA VITA - Mantellate
Barelli e Savina Candiani. Ricevette il         sta «missione nel mondo» si concretiz-
           battesimo nella chiesa di San Carlo al          zò ben presto nella fondazione dell’as-
           Corso dove vennero battezzati anche             sociazione della Gioventù Femminile di
           altri due importanti rappresentanti del         Azione Cattolica, grazie alla quale in un
           cattolicesimo ottocentesco: Federico            tempo in cui la donna non aveva grandi
           Ozanam (1813-1853) e Contardo Ferri-            spazi di azione, generazioni di ragazze
      IN
  UMILE    ni (1859-1902). Un momento decisivo             potevano condividere la passione della
SERVIZIO   nel suo percorso di crescita fu l’ottobre       testimonianza cristiana, operando at-
           del 1895, quando Ida (come veniva nor-          tivamente nella vita della Chiesa e della
           malmente chiamata) iniziò gli studi in          società. Al primo congresso nazionale,
           un prestigioso collegio svizzero, nella         svoltosi a Roma nell’ottobre del 1919,
           cittadina di Menzingen, una struttura           la Gioventù Femminile poteva contare
           gestita dalle suore francescane di Santa        oltre 40 mila socie iscritte, per le quali
           Croce. Qui, non senza qualche fatica ini-       Armida Barelli si propose da subito come
           ziale determinata dall’impatto con un           “sorella maggiore”. Maria Sticco rico-
           impianto educativo in parte estraneo a          struì così il clima di quegli anni:
           una preadolescente dal carattere libero
           e spontaneo, completò con profitto la           I discorsi tenuti dalla Barelli durante il 1918 nelle
           sua formazione fino a rimanere attratta         parrocchie della diocesi milanese e durante il 1919
           dalla spiritualità della famiglia religiosa     nei principali centri diocesani d’Italia iniziarono
           francescana e a esprimere il desiderio di       un movimento di rieducazione femminile senza
           farne parte, anelito che provocò la rea-        precedenti. Le sue parole non scorrevano in super-
           zione negativa dei genitori. Rientrata a        ficie. Restavano. E aprirono nuovi ideali alle signo-
           Milano, dopo il conseguimento del di-           rine ancora chiuse in una gretta vita di provincia,
           ploma, si immerse in una città in rapida        tra la cucina e il salotto; a quelle che, in attesa di
           trasformazione. Significativo fu l’incon-       un “buon partito”, lavoravano solo per farsi un
           tro con padre Agostino Gemelli, sotto la        corredo (cassoni pieni destinati a trasmettersi di
           cui guida nel 1913, alla vigilia della festa    madre in figlia); a quelle che passavano giornate
           del Sacro Cuore, nel Duomo del capoluo-         intere ricamando alla finestra e le serate sotto la
           go lombardo, si offrì definitivamente al        lampada, facendo immense trine all’uncinetto o
           Signore, impegnandosi a vivere l’apo-           a rete, ovvero leggendo romanzetti. Le sue paro-
           stolato cristiano nel mondo. Già in una         le posero problemi nuovi anche a quelle che già
           lettera del 1910 Gemelli le ricordava che       si guadagnavano il pane col lavoro, ma vivevano
           «si può rinunciare al mondo senza aver          opacamente, senza interiorità, senza pensiero. Fe-
           bisogno di entrare in convento»; e in           cero capire […] alle operaie, alle contadine, alle ar-
           un’altra, di qualche anno dopo, scrive-         tigiane che non bastava essere figliuole rispettose,
           va: «Il Signore l’assista e faccia di lei una   lavoratrici oneste, devote in chiesa; che bisognava
           santa laica nel vero senso della parola,        impegnarsi seriamente nella difesa del cristiane-
           non come “suore in casa”, ma com’era-           simo, risvegliarlo dove sonnecchiava, difenderlo
           no le vergini e martiri cristiane che han-      dov’era combattuto. La sua voce infastidì molte
           no ingigantito la missione della donna          famiglie impigrite in una comoda e accomodante
           nel mondo. E chissà quale parte hanno           pietà; alla sua presa molte ragazze tentarono di
           avuto nella diffusione del cristianesimo!       sfuggire, e parecchie sfuggirono, ma non senza
      8    Così deve fare lei, laica, ma santa». Que-      inquietudine, perché quella voce non chiamava in
In umile servizio CANTARE LA SPERANZA È CANTARE LA VITA - Mantellate
crate a Dio, che testimoniavano, nello
                                                         spirito di san Francesco, la possibilità
                                                         di vivere il Vangelo nella condizione se-
                                                         colare, alla sequela di Gesù obbediente,
                                                         povero e casto, per una missione laicale
                                                         nella Chiesa e nel mondo. All’amicizia
                                                                                                                  ANNO XLII
                                                         con Gemelli, con monsignor Francesco                     N° 2
                                                         Olgiati e con il dottor Ludovico Necchi si               2022
                                                         deve anche la progettazione e la fonda-
                                                         zione dell’Università Cattolica del Sacro
                                                         Cuore:

nome proprio, né in nome del dovere, o della virtù,      Lo so, a molti è parso strano che una donna facesse
o della giustizia, o della umanità, o in nome di altri   parte del comitato promotore dell’università; che
principi astratti; chiamava in nome di una Perso-        accanto a tanta scienza e tanta santità maschile ci
na: il Sacro Cuore. Ed era una voce appassionata di      fosse una così evidente incompetenza femminile.
una fede da veggente.                                    Ma dalla storica scena del Vangelo in qua, sempre
                                                         accanto alle Marie della contemplazione, accanto
Una fede che, insieme a padre Gemelli,                   ai dotti assorti nei problemi intellettuali, vi sono
la portò a dar vita, sempre nel 1919, al                 state le umili Marte che debbono provvedere ai bi-
pio sodalizio delle Terziarie Francesca-                 sogni materiali. Ed anche la cara nostra università,
ne del Regno Sociale del Sacro Cuore,                    questa idea così intellettuale, così spirituale, aveva
che sarebbe divenuto l’Istituto Secolare                 bisogno delle sue Marte.
delle Missionarie della Regalità di Cri-
sto, oggi diffuso nei cinque continenti.                 Sempre con padre Gemelli, a partire dal
Vi facevano parte donne laiche, consa-                   1929, promosse l’Opera della Regalità,
                                                         che ebbe un ruolo di primo piano nella
                                                         diffusione in Italia della formazione li-
                                                         turgica e contribuì a preparare il rinno-
                                                         vamento liturgico conciliare. Nel 1946
                                                         assunse, su indicazione di Papa Pio XII,
                                                         l’incarico di Vicepresidente genera-
                                                         le dell’Azione Cattolica e si prodigò per
                                                         sensibilizzare le donne chiamate per
                                                         una delle prime volte al voto nelle ele-
                                                         zioni per l’Assemblea Costituente.
                                                         Instancabile e appassionata, Armi-
                                                         da dovette tuttavia, da lì a poco, fare i
                                                         conti con la fragilità del suo fisico: nella
                                                         primavera del 1950 le fu diagnosticata
                                                         una paralisi bulbare progressiva che il
                                                         15 agosto 1952 a Marzio, in provincia di
                                                         Varese, la condusse a chiudere la sua vi-
                                                         cenda terrena.                                           9
In umile servizio CANTARE LA SPERANZA È CANTARE LA VITA - Mantellate
Di lei, che ora riposa nella cripta dell’U-
           niversità Cattolica, san Giovanni Paolo II
           ebbe a dire: «La sorgente di questo suo
           multiforme e fecondo apostolato era la
           preghiera, e specialmente un’arden-
           te pietà eucaristica, che trovava la sua
      IN
  UMILE    risorsa più concreta ed efficace nella
SERVIZIO   devozione al Cuore di Gesù e nell’ado-
           razione del SS.mo Sacramento». Parole
           che ritroviamo in uno dei suoi scritti e
           che rinnovano in noi il desiderio di ri-
           manere nella storia del nostro tempo
           con lo sguardo e il cuore rivolti al Signo-
           re Gesù e al Suo regno:

           Ricordate che l’amore serafico non è sentimenta-
           lismo, ma concretezza: esclude gli interessi perso-
           nali per abbracciare quelli di Gesù; lotta per estin-
           guere il male fino alla radice; purifica con dura
           penitenza l’anima da tutti i suoi difetti; si sforza
           di camminare sempre con rettitudine e semplici-
           tà sotto lo sguardo di Dio; tiene sempre accesa la
           lampada della fede dell’amore per presentarsi allo
           Sposo quando verrà.
           Chiediamo a Gesù che ci conceda il dono della pre-
           ghiera. Occorre saper pregare: preghiera sempli-
           ce, pura, ardente, fatta con incondizionata fede.       Lasciate al Signore la cura del vostro avvenire,
           Preghiera che fa realizzare le promesse di Gesù:        preoccupatevi dei suoi grandi interessi. Vedrete
           «Domandate e riceverete, bussate e vi sarà aperto,      come provvederà bene a voi il Padre che sta nei
           cercate e troverete». Breve tanto è la vita, sorelle    cieli, se voi con zelo e amore lavorerete per lui.
           dilette; possiamo noi, soccorse da Maria, imitan-       Il regno di Dio deve essere per tutte noi, la nostra
           do san Francesco, spenderla tutta per il Signore.       passione e lo scopo di tutti i nostri sforzi…
           Amarlo, vederlo amato, farlo amare: ecco tutto il
           nostro programma.                                       Anna Maria Cecchetto Cagnola

           Alcuni consigli di lettura per approfondire la figura di Armida Barelli (www.armidabarelli.net):
           • L. DILIBERTO, Armida Barelli da Milano al mondo. Protagonista al femminile di una società in
             trasformazione, In dialogo, Milano 2022;
           • Cara Sorella Maggiore... La nascita della Gioventù Femminile. Lettere ad Armida Barelli dalle dio-
             cesi italiane (1918-1921) a cura di E. Preziosi, Vita e Pensiero, Milano 2022;
           • E. PREZIOSI, La zingara del buon Dio. Armida Barelli, storia di una donna che ha cambiato un’e-
     10      poca, San Paolo, Cinisello Balsamo 2022.
24 MAGGIO: GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LA CHIESA IN CINA

“Vi invito ad accompagnare con la preghiera i fedeli cristiani in Cina, nostri
carissimi fratelli e sorelle che tengo nel profondo del mio cuore”
(Papa Francesco)
                                                                                           ANNO XLII
                                                                                           N° 2
                                                                                           2022

IL SANTUARIO DI SHESHAN
E LA VENERAZIONE DI MARIA
“AIUTO DEI CRISTIANI”
NEL GIORNO IN CUI SI CELEBRA LA VERGINE AUSILIATRICE VIENE RICORDATO UNO DEI
LUOGHI PIÙ SACRI A LEI DEDICATI: IL SANTUARIO DELLA MADONNA DI SHESHAN IN CINA,
CHE DAL XIX SECOLO ATTIRA PELLEGRINI NEL SEGNO DELLA SUA PROTEZIONE MATERNA

Come ha ricordato Papa Francesco, il 24      Una preghiera ascoltata
maggio ricorre la memoria della Beata        Il santuario di Sheshan sorge infatti
Vergine Maria Aiuto dei Cristiani, patro-    su una collina ricoperta da un bosco di
na del Santuario di Sheshan, nel distret-    bambù, non lontano dall’osservatorio
to di Songjiang, a 35 km a sud ovest di      astronomico costruito dai gesuiti fran-
Shangai, luogo santo che ha una lunga        cesi nel XIX secolo, e spicca con il colore
storia radicata nella fede.                  rosso del granito che la riveste, mentre      11
il tetto brilla per lo smalto delle tegole in   Nasce la prima chiesa
           ceramica cinese. In origine sulla collina       Il padre gesuita rese pubblico l’evento e
           sorgevano i resti di un tempio buddista.        chiese l’aiuto necessario per la costru-
           Nel XIX secolo, padre Gu Zhen Sheng,            zione della basilica. L’anno seguente, il
           superiore della comunità gesuita di             24 maggio del 1871, festa di Maria Au-
           Shangai, si inerpicò sulla collina per in-      siliatrice, monsignor Languillat, ve-
      IN
  UMILE    vocare la protezione della Vergine sulla        scovo di Shangai, posò la prima pietra
SERVIZIO   diocesi che minacciava di essere distrut-       e il 15 aprile 1873 consacrò e inaugurò
           ta dall’esercito ribelle dei Taiping. Come      la chiesa, costruita con lo sforzo corale
           voto promise di far costruire una chiesa        dei fedeli. I materiali per la costruzione
           in suo onore. Maria lo ascoltò e la diocesi     furono trasportati a mano, la pietra da
           fu risparmiata.                                 Fujian e il legno acquistato a Shangai.

              Preghiera a Nostra Signora di Sheshan
              Vergine Santissima, Madre del Ver-           la storia l’opera della Redenzione,
              bo incarnato e Madre nostra, vol-            alla quale cooperasti poi con solerte
              gi il tuo sguardo al Popolo di Dio e         dedizione. Da allora tu divenisti, in
              guidalo con sollecitudine materna            maniera nuova, Madre di tutti co-
              sulle strade della verità e dell’amo-        loro che accolgono nella fede il tuo
              re, affinché sia in ogni circostanza         Figlio Gesù e accettano di seguirlo
              fermento di armoniosa convivenza.            prendendo la sua Croce sulle spalle.
              Con il docile “sì” pronunciato a Na-
              zaret tu consentisti all’eterno Figlio       Da: Benedetto XVI,
              di Dio di prendere carne nel tuo             Preghiera a nostra Signora di
              seno verginale e di avviare così nel-        Sheshan
     12
La prima costruzione aveva la pianta a        di un tenue colore grigio converge ver-
forma di croce ed era preceduta da un         so l’altare con un baldacchino dorato e
portico a colonne guardato da una fila di     l’immagine di Maria e il Bambino, nella
leoni. Lo stile mescolava caratteristiche     riconoscibile accezione di Maria Ausi-
orientali e occidentali. Nel 1874, Papa       liatrice. L’altare è in marmo intarsiato di
Pio IX concesse l’indulgenza plenaria a       giada e oro. La capienza è di circa 3.000
                                                                                              ANNO XLII
chi si recava in preghiera nel santuario      e più fedeli ed è considerata la prima ba-      N° 2
nel mese di maggio, così la sacra colli-      silica dell’Asia orientale. Il sentiero che     2022
na attirava sempre più pellegrini. Questa     conduce in cima alla collina dove si in-
struttura sembrò presto troppo piccola e      nalza la chiesa è scandito dalle stazioni
modesta e si decise di costruire un edifi-    della Via Crucis, mentre a metà strada ci
cio di culto più grande e adeguato.           sono cappelle dedicate al Sacro Cuore, a
                                              San Giuseppe e alla Madre di Dio.
La basilica attuale
Nel 1921, iniziarono i lavori per la nuo-     La statua di Nostra Signora di Zose
va costruzione che si protrassero fino        Ciò che caratterizza la Basilica è sicu-
al 1935. La prima pietra fu posata il 24      ramente la statua bronzea di Nostra
maggio 1925. Progettista fu l’architet-       Signora di Zose, così pronunciano She-
to belga, sacerdote della congregazione       shan gli abitanti di Shangai, posta sulla
del Cuore Immacolato di Maria, Alphon-        cupola allungata del campanile. Inco-
se Frédéric De Moerloose e a realizzar-       ronata nel 1946 per volere della Santa
la l’architetto e padre gesuita di origini    Sede, la statua pesa due tonnellate ed è
portoghesi François-Xavier Diniz, in ci-      alta 3,87 metri. La Vergine sembra fare
nese Ye Zhaochang. La basilica attuale è      un gesto inedito dal punto di vista ico-
quindi costruita in cemento armato se-        nografico ma assolutamente familiare
condo le tendenze neoromaniche dell’e-        se pensiamo a un genitore che gioca con
poca, in voga dalla metà del XIX ai primi     il figlio piccolo all’aria aperta. Maria sol-
anni del XX secolo. La pianta è a croce       leva il Figlio in alto, con le braccia sopra
latina, lunga circa 56 metri e larga 25. Il   la propria testa, come se volesse dargli
corpo della chiesa è alto quasi 17 metri,     la possibilità di guardare ancora più lon-
mentre il campanile svetta per un’al-         tano e abbracciare con lo sguardo quan-
tezza di 38 metri. L’interno a tre navate     to più possibile delle terre sconfinate
                                              intorno a sé. Gesù ha le braccia aperte
                                              verso il mondo, come per abbracciarlo,
                                              così che di lontano la figura della ma-
                                              dre con il Figlio si fonde nella forma di
                                              una croce. Questa statua di Maria e Gesù
                                              Bambino, tanto singolare, stabilisce un
                                              dialogo gioioso tra sé e chi la guarda e
                                              permette di comprendere il significato
                                              più profondo della Madre quale tramite
                                              tra gli uomini e il Figlio.

                                              Maria Milvia Morciano (Vatican News)            13
Dalle nostre                       CASE

           NELLA DIOCESI DI XOCHIMILCO (MESSICO) CRESCE L’OPPORTUNITÀ DI
           “FARE UN PO’ DI BENE”

      IN
  UMILE    COMUNITÁ DI NOSTRA SIGNORA
SERVIZIO
           DELLA SPERANZA
           “MANTELLATE” SERVE DI                                    “MANTELLATE” SIERVAS
           MARIA DI PISTOIA                                         DE MARÍA DE PISTOIA
           La Congregazione gioisce, rende grazie                   La Congregación se alegra, da Gracias a
           a Dio e a Maria Nostra Madre, perché il                  Dios y a María Nuestra Madre porque el
           4 aprile di quest’anno è stata aperta la                 día 4 de abril del corriente año abrió la se-
           seconda comunità a Città del Messico,                    gunda comunidad en la Ciudad de México,
           nella Parrocchia di San Juan Bautista                    en la Parroquia de San Juan Bautista Ix-
           Ixtayopan, Tláhuac, Diocesi di Xochi-                    tayopan, Alcaldia de Tláhuac, Diócesis de
           milco. Tale comunità è iniziata con la                   Xochimilco. Dicha comunidad al momento
           presenza di due sorelle: Suor Maria Ma-                  está formada por tres hermanas de votos
           gdalena Gamiño Esquivel e Suor Maria                     perpetuos: Hna. María Magdalena Ga-
                                                                    miño Esquivel Hna. María del Carmen Díaz
                                                                    Diez y la Hna. María Elena Sarellano Al-
                                                                    varado; Colaboramos con el Parroco en la
                                                                    pastoral parroquial y esperamos con nue-
                                                                    stra presencia y la ayuda de Dios, anuciar
                                                                    y testimoniar a Cristo en humilde servicio
                                                                    a ejemplo de la Santísima Virgen María
                                                                    Nuestra Buena Madre y “hacer un poco de
                                                                    bien” como nuestras fundadoras.

                                                                    Hermanas de la comunidad Nuestra Señora
                                                                    de la Esperanza

           Suor M. Magdalena, suor M. Elena, suor M. Carmen

     14                               Chiesa di San Juan Bautista
DALLE NOSTRE CASE

Elena Sarellano Alvarado; la suddetta
comunità gioisce per l’arrivo di un’altra
sorella proveniente dalla Spagna arri-
vata il 1° giugno del c.a.: Suor Maria del
Carmen Diaz Diez. Collaboriamo con il
parroco nel ministero parrocchiale e
                                                                                            ANNO XLII
speriamo, con la nostra presenza e l’a-                                                     N° 2
iuto di Dio, di annunciare e testimoniare                                                   2022
Cristo, nell’umile servizio, sull’esempio
della Beata Vergine Maria nostra Buona
Madre e “fare un po’ di bene” come le
nostre madri fondatrici.

Suore della comunità Nostra Signora della
Speranza

FIRENZE - ISTITUTO S. GREGORIO

UN FATTO DI CRONACA
RIAPERTA AL PUBBLICO LA CAPPELLA DELL’ISTITUTO

                  Alleluia!                    Un avvenimento nuovo è avvenuto all’I-
“Questo è il giorno che ha fatto il Signore:   stituto San Gregorio di Firenze. La cap-
      rallegriamoci ed esultiamo”              pella della casa è stata riaperta al pub-
                (Sal 117,24)                   blico per l’Eucaristia di Pasqua e per le
                                               domeniche successive: giorno del Si-
Alleluia! È Pasqua di risurrezione!            gnore, Pasqua domenicale. Dopo due
Cristo è risorto!                              anni di sospensione per la pandemia,         15
DALLE NOSTRE CASE

           finalmente è riaperta la chiesa! “Le cose
           di prima sono passate…” (cf. Apocalisse
           21,4-5).
           La cappella si è riempita di fedeli; alcune
           persone hanno trovato posto nella scala
           che porta al coretto, occupato dalle suo-
      IN
  UMILE    re. L’ambiente è accogliente: addobbato
SERVIZIO   con molti fiori di vario tipo, all’ambone
           domina il Cero pasquale. Tutto invita
           alla lode e al ringraziamento.
           P. Felice Vinci, della Congregazione della
           Missione, ha presieduto la celebrazione,
           già ricca di simboli, e resa più viva dai
           canti adatti alla solennità.
           La S. Messa ha infuso nei cuori gioia e
           pace, elargiti ai partecipanti dal Signore
           risorto: “Pace a voi”! (Lc 24,36). Lo si è
           notato, a fine Messa, nel brusio gioio-
           so dello scambio degli auguri di BUONA
           PASQUA.
           La Comunità San Gregorio di Firenze

           I 100 ANNI DI SUOR NICODEMA MACCHI

           UN SECOLO DI VITA
           VISSUTO NELLA FEDELTÀ E NEL SERVIZIO
           Il 3 Maggio la comunità                                      Padri, dal nostro Parroco
           di Milano ha festeggia-                                      don Adriano.
           to ufficialmente il 100mo                                    Alla cerimonia erano pre-
           compleanno di suor Ni-                                       senti suor Germana in
           codema Macchi.                                               rappresentanza dell’U-
           La cappella è stata pre-                                     SMI, suor Cristina per il
           parata per l’occasione                                       decanato, le consorelle di
           ed esprimeva la gioia e                                      San Macario, i parenti di
           la gratitudine per questo                                    suor Nicodema, la Presi-
           giorno importante.                                           de e altri docenti.
           L’Eucarestia, presieduta                                     L’omelia del celebrante è
           dal Vicario episcopale S.E.                                  stata incentrata sul tema
           Mons. Paolo Martinelli è stata concele-       della gratitudine, rendimento di grazie,
     16    brata dal Superiore dei cappuccini e altri    Eucarestia, per quanto le è stato dona-
DALLE NOSTRE CASE

                                                                                          ANNO XLII
                                                                                          N° 2
                                                                                          2022

to di vivere nei lunghi anni, nelle storie   letto ”Signore, mostraci il Padre e ci ba-
condivise, nelle persone incontrate e ac-    sta” ecco la Parola che ha sostenuto suor
colte.                                       Nicodema e che ha dato senso pieno alla
Un secolo di vita, una testimonianza di      sua vita.
vita consacrata nella fedeltà e nel servi-   Al termine dell’Eucarestia il Vescovo ha
zio, un servizio attento e fedele sull’e-    letto la benedizione del Papa, il parroco
sempio delle Fondatrici e in risposta ad     la benedizione e augurio del nostro Ve-
un Amore per il quale ha donato la sua       scovo Mons. Mario Delpini e l’Assessore
vita. Nel Vangelo Gv 14-6, 14 abbiamo        comunale, a nome del Sindaco, ha con-        17
DALLE NOSTRE CASE

      IN
  UMILE
SERVIZIO

           segnato l’Ambrogino d’oro, un ricono-         nuare, (nella sua freschezza) a raccon-
           scimento milanese davvero speciale. Nel       tarci e a trasmetterci il senso della me-
           consegnarlo ha ricordato che le suore         moria nel quartiere e nella città.
           sono nel quartiere una presenza storica       Dopo la Messa, tutti insieme, abbiamo
           a favore della popolazione, nell’edu-         festeggiato suor Nicodema con un mo-
           cazione e nella pastorale, quindi l’Am-       mento di convivialità e gioia con una
           brogino è dato come gratitudine per chi       gradita cena.
           aiuta la città. La sua presenza ci ricorda    La festeggiata, sempre molto schiva, ha
           quanto è importante, avendo dietro di sé      benevolmente partecipato e condivi-
           100 anni ricordare i valori vissuti, valori   so con noi la sua gioia e gratitudine per
           importanti su cui edificare la vita.          questi anni.
           Ha augurato a suor Nicodema di conti-         Suor Emanuela Canziani

     18
Le vie della                              BELLEZZA

                      “CHI ENTRA DALLA PORTA
                   È PASTORE DELLE PECORE” (GV 10,2)

Fig.1 - Lunetta del buon pastore, mausoleo di Galla Placidia, Ravenna 426-50 d.C.

All’interno del capitolo 10 del Vangelo secondo Giovanni                 Dio, è da lui che siamo stati creati e quindi ci può condurre in
ritroviamo un linguaggio caro all’antichità: il concetto del             quanto ci conosce. Gesù afferma “io sono il buon pastore”,
pastore, della porta e delle pecore. Noi siamo abituati a con-           l’espressione “Io sono” è l’abbreviazione del nome stesso di
siderare l’aggettivo “buono” ma, nel testo greco, viene usato            Dio, la Sua essenza.
il termine “bello” che corrisponde alla bellezza dell’anima,             Padre Hernandez, gesuita, ci ricorda, in questa frase, “Gesù
non è solo bontà, è una figura carismatica, che affascina,               sta dicendo che lui è la rivelazione del fatto che Dio è
che guida con amore, come possiamo vedere in questo mo-                  fondamentalmente pastore, e “pastore” è una metafora
saico (Fig.1) attraverso il gesto di tenerezza e complicità con          dell’Antico testamento che si usava per dire che è il re del
cui Gesù accarezza il mento della pecorella. È un gesto di               suo popolo, è il pastore che raduna le pecore perse, che ri-
intimità, è il conoscere fisico di ciascuno di noi da parte di           porta il gregge”.
Fig.2

Addentriamoci meglio all’interno del testo e lasciamoci gui-        sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le
dare. “in Verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto   conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore,
delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un la-    cammina davanti ad esse, e le pecore lo seguono perché co-
dro e un brigante. Chi invece entra dalla porta è pastore delle     noscono la sua voce… io sono la porta: se uno entra attraver-
pecore”. In Verità, in verità… ripetuto due volte non significa     so di me sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo”. Il
enfatizzarne il significato ma, in ebraico, significa dichiara-     guardiano, colui che protegge coloro che entrano nel recinto,
re che chi parla è la Verità e, in quanto tale, dice il Vero, la    nel tempio, nell’intimità di Dio, ci apre la porta e ci permette
Parola, dice Dio. Di quale porta stiamo parlando? In realtà di      di ascoltare la sua voce. Mettersi in ascolto, è l’atteggiamento
due porte diverse, una fisica, reale e una un po’ diversa. La       del discepolo, di colui che è chiamato. Egli chiama le sue pe-
prima è la porta delle pecore, ora distrutta, a Gerusalemme,        core ciascuna per nome. Il nome: nella cultura ebraica, quan-
si trovava dalla parte più vicina al tempio in quanto, da quella    do si impone il nome al bambino appena nato, non si mette
porta, passavano le pecore destinate al sacrificio e gli ebrei      un nome qualsiasi, il nome rappresenta ciò che Dio ha scelto
che volevano entrare il più possibile vicino al tempio. In Ne 3,1   per te, per ciascuno di noi. Le pecore: pecora non è soltanto
si ricorda come fosse l’unica ad essere consacrata. La secon-       colui che ascolta, ma rappresenta l’identità del discepolo e,
da porta è Gesù stesso, che è unto, consacrato, che è re quindi     al tempo stesso, di Gesù. Usare il termine pecora o agnello,
pastore, è colui che guida, è colui che protegge.                   nelle Scritture, è indifferente. Gesù, che è agnello, chiama i
Il recinto: il recinto contiene e separa, protegge dall’attac-      suoi discepoli come lui stesso è chiamato, “è grazie alla ri-
co dei nemici, è luogo sicuro, riservato, ristretto, è il luogo     surrezione stessa che ciascuno di noi è chiamato ad entrare
dell’incontro. La porta: Gesù è la soglia, attraverso la sua        a far parte dell’identità stessa di Gesù, dell’agnello, di Dio”
morte e resurrezione ci ha riaperto la porta della salvezza. Il     continua padre Hernandez. Se ci rifacciamo al termine ara-
testo continua “Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la      maico agnello, dobbiamo ricordarci che è lo stesso che viene
Fig.3

utilizzato per dire “servo” e “ragazzo”. “Io sono il buon pastore.     vocazione coincide con la redenzione. Siamo chiamati con la
Il buon pastore dà la vita per le pecore” Gesù è lo spazio in cui      creazione alla comunione con Dio, dunque della vita, la chia-
Dio diventa pastore. In questo mosaico è rappresentato at-             mata significa essere rigenerati, ritornare alla vita. Se la vo-
traverso una iconografia antica e a tutti conosciuta: quella di        cazione fosse solo per la nostra esistenza terrena, per la vita
Orfeo che, vestito d’oro, sapeva incantare e quindi chiamare a         fino alla tomba, poco gioverebbe, anzi sarebbe una cosa tri-
sé, è il pastore che sa cantare e che, con la sua voce, risveglia      ste. La vocazione si fonda e si giustifica proprio perché Colui
e raduna il creato. Nel mosaico troviamo anche un riferimento          che chiama è capace di strapparci dalle tenebre e unirci alla
al giardino, il Paradiso, e all’acqua fonte di vita.                   luce senza tramonto. La vocazione vuol dire essere chiamati
Questa metafora di Gesù buon pastore, ripresa dal mito di Or-          alla comunione con Dio Padre, cioè ad una vita non più sotto-
feo, è spesso utilizzata dai padri della Chiesa nei primissimi         messa alla corruzione della morte”.
secoli del cristianesimo.                                              Quando Gesù vuol farci entrare nella sua risurrezione e far-
L’opera di padre Marko Ivan Rupnik, Cappella delle suore di            ci riconoscere Dio come pastore, ci chiama agnellini, pecore
Gesù buon pastore a Roma, del 2011 (Fig.2), rappresenta tutto          (Fig.3). Le pecore ascoltano chi le chiama e le guida, mettersi
ciò di cui abbiamo appena parlato; in aggiunta padre Rupnik            in ascolto: Dio non lo si può possedere o vedere, ma solo ascol-
spiega che “per una più completa visione del buon pastore, è           tare. Ascoltare è una esperienza di visione interiore. Attraver-
utile considerare i capitoli 10 e 11 del Vangelo di Giovanni. Nel      so questo atteggiamento di mettersi in ascolto e di permet-
capitolo 10 Cristo si identifica con il pastore che alla matti-        tere alla Parola di venire ad abitare dentro di noi, io mi lascio
na, dall’unico ovile del villaggio, chiama le sue pecore fuori…        abitare da Dio, Io conosco, permetto a Dio di mettersi in con-
Nel capitolo 11 si racconta della morte di Lazzaro, amico del          tatto fisico con me, diventando un solo corpo. Questo è il sen-
Signore. Cristo, mettendosi fuori dalla tomba, chiama il suo           so di essere in comunione con Dio, di farsi Eucarestia. Siamo
amico Lazzaro, riconoscendo la voce del Signore, perché suo            conosciuti, allora il nostro cuore cambia, guarisce. Ci guarisce
amico, esce fuori dalla tomba. Con ciò, appare subito chiaro           anche dalle falsi immagini di Dio che ci costruiamo. Seguirlo
che la chiamata del Signore è la chiamata dalla morte alla             da vicino, fare gli stessi passi che Lui fa, lasciarci portare in
vita. Infatti, nella tradizione spirituale cristiana, il senso della   braccio, essere conosciuti da Dio, è riconoscere l’agnello.
È vivere la vita eterna ora, nella nostra storia e nella nostra
vita ora, su questa terra, in tutto ciò che facciamo.
Un’altra immagine con cui, dall’antichità, si è ripresa la figura
del buon pastore, è quella legata ad un’altra divinità pagana:
Hermes. Il crioforo portava un animale in braccio, al sacrificio.
Il cristianesimo delle origini insiste sulla bellezza e giovinezza
del volto, in cui si copia Apollo, in quanto correlato al sole, al
sole nascente. È la bellezza del mattino, dell’aurora. Diventa
così metafora della risurrezione che prende ciascuno di noi
sulle spalle. Ecco perché lo troviamo spesso rappresentato
anche sui sarcofagi (Fig.4-5).
Il pastore che porta sulle sue spalle l’agnello allude alle quali-
tà personali del defunto e si trova frequentemente nei sarco-
fagi pagani e nei dipinti delle catacombe.
Per terminare questa chiacchierata, mi viene in mente il sal-
mo 23, dove recita: “anche se vado per una valle oscura, non
temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone ed il tuo
vincastro mi danno sicurezza”
È questo l’augurio e la speranza per ciascuno di noi, insieme a
te, o Signore, tutto è possibile e non dobbiamo temere nulla,
perché tu sei la nostra sicurezza e la nostra certezza.

Laura Vanna Ferrari Bardile
                                                                     Fig.4 - Buon Pastore, Museo Lateranense, città del Vaticano

Fig.5 - Sarcofago dei tre pastori, Musei Vaticani
DALLE NOSTRE CASE

VENEZIA - LIDO

UN NUOVO FILONE DI STUDIO:                                                                                   ANNO XLII
                                                                                                             N° 2

LA RIABILITAZIONE ONCOLOGICA
                                                                                                             2022

«PER I MALATI DI TUMORE SI GUARDA SOPRATTUTTO ALLA TERAPIA, MA NON AI SUOI
EFFETTI»

«Al San Camillo ci sono ottime profes-                         del professor Pier Franco Conte, nuovo
sionalità, un gruppo di ricerca con pro-                       direttore scientifico dell’lrrcs (Ospeda-
fessionisti giovani che arrivano anche                         le istituto di ricovero e cura a carattere
dall'estero e una classe medica mol-                           scientifico) San Camillo degli Albero-
to valida. Il mio lavoro avrà due punti                        ni al Lido di Venezia. L’incarico è stato
fondamentali: da un lato consolidare                           formalmente assunto dal primo marzo.
le linee di ricerca già molto efficien-                        Oncologo conosciuto a livello naziona-
ti nel campo della neuroriabilitazione,                        le ed internazionale, il direttore scien-
dall'altro esplorare un ambito ancora                          tifico sarà presente anche a Villa Salus
poco affrontato in Italia, ovvero la ri-                       - data la gestione comune delle due
abilitazione neuro-oncologica, area                            strutture, in capo alle Suore Mantella-
che potrà portare il San Camillo all’a-                        te Serve di Maria di Pistoia - e qui po-
vanguardia a livello nazionale e inter-                        trà continuare a esercitare la sua pro-
nazionale». Sono questi gli obiettivi                          fessione di oncologo medico in corsia,
                                                               collaborando con la nuova sezione di
                                                               senologia chirurgica guidata dal dottor
                                                               Fernando Bozza. Ecco perché l’ultima
                                                               nomina, in ordine di tempo, voluta for-
                                                               temente dall’amministratore delegato
                                                               dott. Mario Bassano e condivisa dalle
                                                               Suore Mantellate avrà ricadute impor-
                                                               tanti sul Lido ma anche sull’ospeda-
                                                               le mestrino che entra così ancor più in
                                                               collegamento diretto con la Rete On-
                                                               cologica Veneta di cui il professor Con-
                                                               te mantiene il ruolo di coordinatore. Si
                                                               apre un collegamento diretto anche con
                                                               lo Iov di Padova, di cui lo stesso Conte è
                                                               stato, negli anni scorsi, sia direttore che
Il nuovo direttore scientifico dell’Irccs San Camillo Franco
Conte. Affiancherà la ricerca all’attività di oncologo in      direttore scientifico facente funzioni.
corsia a Villa Salus                                                                                         19
DALLE NOSTRE CASE

           Gli effetti neurologici a lungo termine     pazienti: al riguardo c’è ancora una ca-
           delle terapie                               renza di studi dovuta soprattutto al fat-
           «La progressione della medicina e le        to che l’oncologia si sofferma più sulla
           nuove terapie per pazienti con patologie    cura del paziente che sulle conseguenze
           oncologiche – spiega ancora Conte - ci      a lungo termine delle terapie. Determi-
           consentono di arrivare, per fortuna, in     nante è però considerare la qualità della
      IN
  UMILE    molti casi alla guarigione della malattia   vita e non solo la durata. In questa dire-
SERVIZIO   e laddove questo non è ancora possibile,    zione le strutture private sono strategi-
           ottenere perlomeno la cronicizzazione       che al fianco della sanità pubblica. Pos-
           di questa. Ci si sta rendendo conto, tra    siamo e dobbiamo fare più ricerca».
           i medici, che molte terapie hanno con-
           seguenze sulle capacità cognitive dei       Lorenzo Mayer

           NUOVI SERVIZI E NUOVE AREE DI RICERCA ALL'IRCCS AGLI ALBERONI

           SAN CAMILLO: INFORMAZIONE
           “PORTA A PORTA” AL LIDO
           «VOGLIAMO FAR CONOSCERE DI PIÙ LA NOSTA STRUTTURA»

           L’ospedale lrccs San Camillo degli Albe-    l’ospedale di Mestre: entrambi infat-
           roni al Lido di Venezia sta sviluppando     ti sono gestiti dalle Suore Mantellate di
           nuovi progetti di ricerca nella onconeu-    Pistoia. La novità relativa alla neuroria-
           roriabilitazione. Già riconosciuto dal      bilitazione in campo oncologico viene
           Ministero della Salute come Istituto di     impressa dal nuovo direttore scientifico
           ricovero e cura a carattere scientifico,    professor Pier Franco Conte, oncologo di
           l’ospedale del Lido vuole aggiungere        fama internazionale chiamato a dirigere
           anche questa nuova caratterizzazione,       l’ambito di ricerca e la parte scientifi-
     20    sempre più in sinergia con Villa Salus,     ca dell'ospedale. Progetti di ricerca che
DALLE NOSTRE CASE

vanno di pari passo con l’area clinica che    partire con una campagna informativa
è guidata dal direttore sanitario dottor      quasi “porta a porta” nell’isola su tutti
Tiziano Salvadori. L’area della onco-         quelli che sono i nostri servizi sanitari»,
neuroriabilitazione, ovvero della riabili-    spiega l’amministratore delegato Mario
tazione o neuroriabilitazione in pazienti     Bassano. «Questo perché ci siamo resi
oncologici, oggi ha ancora grandi mar-        conto che ancora in molti non conosco-
                                                                                              ANNO XLII
gini da esplorare. Lo ha ricordato il di-     no a fondo quello che stiamo facendo e          N° 2
rettore scientifico sottolineando come le     abbiamo a disposizione al San Camillo,          2022
cure oncologiche, terapie e trattamenti,      in convenzione con l’azienda sanitaria,
siano riusciti oggi a portare in molti casi   oppure ad un prezzo comunque agevo-
alla guarigione della malattia. Con Villa     lato per i residenti. Siamo a disposizione
Salus è inoltre prevista una collabora-       dell’Ulss 3 Serenissima anche per incre-
zione anche per alcuni progetti in ambito     mentare il numero di specialità e tratta-
cardiologico che coinvolgeranno anche         menti in convenzione».
il Lido. Ma non c’è solo ricerca, c’è anche
l’apertura al territorio, e alla cittadi-     Lorenzo Mayer, da Gente Veneta,
nanza locale, per la clinica. «Intendiamo     17 giugno 2022

UN’OPPORTUNITÁ PER MIGLIORARE I SERVIZI

SAN CAMILLO E VILLA SALUS NELLA
SANITÀ PONTIFICIA
LA FONDAZIONE HA ADERITO ALLA COMMISSIONE CHE RIUNISCE LE STRUTTURE
SANITARIE CATTOLICHE

L’ospedale San Camillo degli Alberoni al      servizio secondo standard condivisi più
Lido e la Fondazione Villa Salus entra-       elevati.
no nella commissione pontificia delle         Una struttura sanitaria di orientamento
strutture sanitarie-cattoliche italiane.      religioso non può prescindere dalla sua
L’Irccs del Lido punta ad ottenere un’ul-     sostenibilità e funzionalità economica.
teriore caratterizzazione nell’ambito         L’esperienza di Villa Salus in questa di-
della onconeuroriabilitazione. «Parteci-      rezione è virtuosa: in pochi anni la nuova
piamo a questa commissione con grande         gestione ha sanato il bilancio economico
entusiasmo e fiducia - ha commentato          e ha potuto così affrontare investimenti
Mario Bassano, amministratore dele-           importanti in strumentazioni innovati-
gato della Fondazione Villa Salus - cer-      ve e personale qualificato». All’incon-
ti che un maggior coordinamento offra         tro in cui è stata illustrata l’iniziativa ha
anche migliori opportunità ad esempio         partecipato con un videomessaggio an-
nell'acquisto su scala di strumentazioni      che il cardinale Pietro Parolin, Segreta-
all'avanguardia e di miglioramento del        rio di Stato Vaticano.                          21
DALLE NOSTRE CASE

      IN
  UMILE
SERVIZIO

           Ospedale S. Camillo – Lido, Venezia

           Censimento                                    signor Marco Belladelli - in America è
           Per analizzare la sostenibilità del siste-    da 20-30 anni che il mondo della sanità
           ma sanitario della Chiesa in Italia è stato   cattolica fa rete e i risultati si vedono.
           realizzato un questionario-censimen-          Partiamo dall’analisi della situazione
           to per aggiornare una banca dati delle        attraverso i dati che saranno raccolti con
           strutture esistenti e della loro situazione   questa prima iniziativa di censimento,
           economica. «Pur nel rispetto dell’auto-       poi insieme valuteremo i punti di forza
           nomia di ciascuno - ha spiegato Paro-         e debolezza e definiremo le strategie a
           lin - è ormai chiara a tutti l’urgenza di     lungo termine». Monsignor Belladel-
           agire come un unico corpo, superando          li è anche stato recentemente in visita
           individualismi e resistenze. Siamo chia-      all’Irccs San Camillo del Lido di Venezia,
           mati a pensare ad un quadro organico          realtà che ha potuto apprezzare per la
           e strutturato per tutte le attività sani-     sua nuova gestione e in particolare per
           tarie della Chiesa in Italia nel segno di     l’eccellenza nell’ambito della ricerca:
           una solidarietà reciproca, per perseguire     «Sono rimasto piacevolmente sorpreso
           una sostenibilità economico-finanziaria       di conoscere una simile realtà - ha di-
           e sociale dei singoli soggetti coinvolti e    chiarato - Sono certo che anche per lo
           del sistema stesso, a garanzia del fine       sviluppo della ricerca fare rete e sinergia
           apostolico delle opere. Il fare sistema       con altre strutture sanitarie d’Italia po-
           favorirà anche un rapporto con lo Sta-        trà solo portare grande beneficio a que-
           to e le Regioni più paritario e faciliterà    sto istituto e ai pazienti che è impegnato
           l’attivazione di strumenti di supporto        a curare».
           comuni». «È la prima volta che in Italia
           ci muoviamo in questa direzione - spie-       Lorenzo Mayer, da Il Gazzettino,
     22    ga il direttore della Commissione, mon-       20 giugno 2022
Puoi anche leggere