Il rialzo azionario può proseguire malgrado i timori di stagflazione
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11 ottobre 2021, 12:46PM UTC Chief Investment Office GWM Ricerca in materia di investimenti Il rialzo azionario può proseguire malgrado i timori di stagflazione UBS House View - Weekly Global Mark Haefele, Chief Investment Officer Global Wealth Management, UBS AG Al centro dell’attenzione Cosa ci porterà questa settimana La scarsità energetica crea volatilità, non stagflazione La scorsa settimana i prezzi del gas hanno toccato nuovi massimi in Europa I timori di stagflazione rientreranno e sulla scorta della forte accelerazione della domanda legata alla riapertura i prezzi globali dell’energia inizieranno delle economie. Dopo anni di sottoinvestimenti, l’ammanco di energia non a stabilizzarsi? La scorsa settimana ha facile soluzione. Poiché le scorte restano basse, la prospettiva di forniture l’andamento volatile del gas e del carbone insufficienti a far fronte a un inverno rigido ha acuito i timori di stagflazione ha dominato la scena, sollevando timori di la scorsa settimana, spingendo al ribasso azioni e titoli di Stato. Il Presidente un rallentamento della crescita abbinato a Vladimir Putin ha indicato che la Russia potrebbe aumentare le consegne di un aumento dell’inflazione. Gli investitori gas in Europa, ma la capacità produttiva inutilizzata è scarsa e in presenza sperano in un raffreddamento dei mercati di un inverno rigido i black out restano un rischio possibile. Anche se dei combustibili fossili. Nel nostro scenario consigliamo di prepararsi a un’ulteriore volatilità in questa fase di scarsità di riferimento l’economia globale riuscirà a energetica, non ci aspettiamo uno scenario di stagflazione. Primo, le banche tollerare l’incremento dei prezzi dell’energia centrali hanno rassicurato i mercati che non intendono intervenire in presenza e gli investitori dovrebbero continuare di aumenti temporanei dei prezzi dei carburanti. Secondo, la quantità di a puntare sui titoli esposti alla crescita energia utilizzata per produrre un dollaro di PIL mondiale è diminuita di quasi mondiale. il 20% negli ultimi 10 anni e si è più che dimezzata dagli anni ’70, riducendo l’entità dell’eventuale danno causato da un’interruzione delle forniture. E, La scarsità energetica comincia a anche se la spesa al consumo potrebbe risentire dell’aumento dei prezzi, danneggiare la fiducia dei mercati? Un i livelli dei risparmi sono insolitamente elevati a causa dell’impossibilità di rialzo dei prezzi a pronti del carbone e del spendere durante il lockdown e costituiscono un cuscinetto contro eventuali gas non si traduce sempre in un aumento shock. Terzo, i fondamentali economici sono in buona salute. La riapertura immediato della bolletta dell’elettricità. delle economie prosegue a buon ritmo, con l’avanzare delle vaccinazioni e le Tuttavia, gli investitori monitoreranno le ultime notizie positive sul farmaco di Merck contro il COVID-19. indagini ZEW di ottobre per l’Unione europea e la Germania in cerca di segnali Conclusione: continuiamo a consigliare di puntare sui titoli esposti alla di crescente apprensione per il caro-energia. crescita mondiale. Anche in questo caso, pur rimanendo ottimisti sulle prospettive di crescita, Le decisioni di politica fiscale e monetaria appaiono in bilico negli Stati agli investitori che intendono diversificare Uniti, ma la traiettoria complessiva resta positiva le fonti di rendimento consigliamo di A settembre sono stati creati solo 194 mila posti di lavoro, una cifra inferiore rafforzare l’esposizione agli strumenti alle attese, ma il dato di agosto è stato rivisto al rialzo di 131 mila unità alternativi, come hedge fund e private e il tasso di disoccupazione è sceso al 4,8%, dal 5,2%. Il Congresso ha equity. fatto un passo avanti verso la risoluzione dello stallo sul finanziamento delle attività del governo rinviando a dicembre la minaccia di un default sul debito La spesa al consumo statunitense torna e sono aumentate le probabilità che entro fine anno venga approvato un a crescere? Gli ultimi dati sulla fiducia piano di spesa da circa 2 mila miliardi di dollari. Questi due fattori dovrebbero dei consumatori statunitensi hanno risentito mantenere viva la possibilità che la Federal Reserve (Fed) annunci l’avvio della variante Delta. Ora che l’ondata di Se non è disponibile la traduzione italiana, i link portano alla versione inglese. Il presente rapporto è stato elaborato da UBS AG. Vi preghiamo di leggere i commenti di natura legale in coda al documento.
Weekly Global del tapering a novembre. Tuttavia, ci aspettiamo che la politica monetaria contagi sembra sul punto di diminuire, rimanga accomodante, poiché la banca centrale americana è consapevole l’indagine dell’Università del Michigan per che una stretta prematura potrebbe compromettere la ripresa economica o il mese di ottobre e le vendite al dettaglio il rialzo dei mercati. Alla sua ultima riunione l’istituto ha sottolineato che negli Stati Uniti di settembre potrebbero il ritiro degli acquisti di obbligazioni rimane subordinato al proseguimento mostrare segnali di ripresa. dei dati economici positivi e non ha pronosticato un rialzo immediato dei tassi d’interesse. Inoltre, anche se la Fed ha segnalato l’aumento dei rischi d’inflazione, il Presidente Jerome Powell ha dichiarato che le pressioni «diminuiranno» e che «l’inflazione dovrebbe ridiscendere verso l’obiettivo a più lungo termine del 2%». Conclusione: nel nostro scenario di riferimento il rialzo azionario non verrà interrotto da un imminente rallentamento della crescita né dai rischi politici derivanti dallo scontro al Congresso sul bilancio. Pertanto, ci aspettiamo che l’S&P 500 raggiunga 5000 punti entro la fine dell’anno prossimo. Raccomandiamo però di diversificare le fonti di rendimento, anche tramite strategie alternative. Il dollaro resta sospinto da vari fattori L’indice DXY del dollaro statunitense ha guadagnato circa il 2% da inizio settembre, anche perché l’impasse sul tetto del debito ha spinto gli investitori verso il biglietto verde in quanto valuta rifugio. Non escludiamo una battuta d’arresto di breve durata se, come crediamo, il Congresso riuscirà a risolvere l’attuale stallo anziché limitarsi a rimandare una decisione, come è successo la scorsa settimana. Tuttavia, nei prossimi mesi diversi fattori dovrebbero continuare a sospingere l’USD. La tendenza al rialzo registrata di recente dai rendimenti dei Treasury dovrebbe proseguire, rafforzando il premio del dollaro rispetto a euro, franco svizzero e yen, tutte valute per le quali una stretta monetaria appare più lontana. Inoltre, ci aspettiamo una decelerazione della crescita mondiale a partire dalla seconda metà di quest’anno, che dovrebbe indebolire le valute più cicliche tra quelle principali, come euro e franco svizzero. Infine, l’aumento dei prezzi dell’energia favorisce gli Stati Uniti (che esporta carburanti su base netta) rispetto ai Paesi importatori della regione asiatica e di buona parte dell’Europa. Dato che le scorte europee di gas naturale si attestano circa il 20% al di sotto della media storica stagionale e le scorte cinesi di carbone sono basse, entrambe le economie sono più vulnerabili degli Stati Uniti al rincaro dei combustibili fossili. Conclusione: per il 4T21 consigliamo di mantenere le posizioni rialziste esistenti sul biglietto verde e di sfruttare eventuali flessioni del dollaro per aprire nuove posizioni lunghe contro yen, euro, franco svizzero o valute emergenti. Gli investitori che hanno il dollaro come valuta di riferimento, sono in grado di operare in opzioni e sono interessati alle strategie basate sulla vendita di volatilità possono vendere il potenziale di apprezzamento dell’USD contro queste valute in cambio di rendimento nei prossimi 1-3 mesi. Per saperne di più sulle opportunità di rendimento non convenzionali, clicchi qui. 02
Weekly Global Cosa ci porterà questa settimana Il rialzo azionario può proseguire malgrado i timori di stagflazione di Mark Haefele, Global Chief Investment Officer L’andamento dei mercati Con l’impennata dei prezzi dell’energia i timori di stagflazione hanno dominato la prima parte della scorsa settimana, ma i progressi compiuti nelle trattative del Congresso statunitense sul bilancio hanno aiutato le borse a chiudere in territorio positivo. Le azioni globali hanno guadagnato lo 0,7% su base settimanale e l’S&P 500 lo 0,8%. Gli indici si attestano rispettivamente il 4,1% e il 3,2% al di sotto dei rispettivi massimi storici. I rendimenti dei Treasury a 10 anni sono aumentati di 13 punti base (pb), chiudendo sopra l’1,6% per la prima volta da giugno. Dai minimi di inizio agosto il rendimento del decennale americano è salito di 44 pb. I fattori che hanno spinto i mercati I timori di stagflazione...I dati pubblicati negli Stati Uniti hanno messo in evidenza i timori degli investitori circa un potenziale rallentamento della crescita, mentre l’inflazione appare meno transitoria di quanto si credesse. La stima GDPNow della Federal Reserve (Fed) di Atlanta sul tasso di crescita nel 3T21 è scesa all’1,3% il 5 ottobre, dal 3,2% di appena 10 giorni prima. Sul fronte dell’inflazione, l’indice della spesa per consumi privati (PCE) «core», l’indicatore delle pressioni sui prezzi preferito della Fed, è salito del 3,6% a/ a ad agosto. …aggravati dall’impennata dei prezzi dell’energia… Una «tempesta perfetta» ha spinto le quotazioni dei combustibili fossili su livelli record o sui massimi da diversi anni. La domanda di energia ha registrato un forte rimbalzo con la riapertura delle economie dopo la pandemia. A sua volta, l’offerta ha risentito di problemi come black out per cause meteorologiche, criticità dell’integrazione con le energie rinnovabili, fattori geopolitici e strozzature lungo le catene di fornitura. I prezzi del gas naturale (NBP britannico, TTF olandese) sono aumentati del 330-410% quest’anno, segnando nuovi massimi. I prezzi di riferimento del carbone in Europa (ARA) e Asia (Newcastle) hanno toccato livelli record, pari o superiori a 200 dollari la tonnellata. Il greggio Brent supera gli 80 dollari il barile, la quota più alta da tre anni. ...ma controbilanciati dai progressi verso la risoluzione dello stallo sul bilancio. Il Senato americano ha approvato l’innalzamento temporaneo del tetto del debito federale fino a inizio dicembre, dopo la risoluzione continua per finanziare le attività del governo fino alla stessa data. Anche se queste misure d’emergenza si esauriranno tra circa otto settimane, nell’immediato hanno contribuito a scongiurare il default tecnico del debito sovrano dando tempo a entrambe le parti di raggiungere un accordo sulla legge di bilancio 2022. La nostra opinione sui fattori che hanno spinto i mercati Nel nostro scenario di riferimento i tassi di crescita hanno probabilmente già raggiunto il picco, ma l’espansione si manterrà robusta nei prossimi trimestri, mentre l’inflazione diminuirà rispetto ai livelli di quest’anno. 03
Weekly Global Ovviamente l’avvento della stagflazione comprometterebbe questo scenario, ma giudichiamo eccessivo questo timore. Non siamo negli anni ’70... L’impennata dei prezzi dell’energia farà rallentare la crescita, ma a nostro avviso non basterà a innescare una recessione perché l’input petrolifero nella produzione e il suo impatto sull’inflazione (crescita dei redditi reale) sono minori che in passato. Ad esempio, l’intensità di greggio del PIL mondiale è diminuita del 25% dal 1990 e di oltre il 50% dai primi anni ’70, quando gli shock petroliferi avevano innescato una recessione mondiale. Inoltre, il petrolio rappresenta una quota del portafoglio dei consumatori più modesta che in passato. Nel 2014 (quando il barile di greggio costava 80 dollari come oggi) la benzina rappresentava il 3,26% della spesa per consumi privati degli Stati Uniti, contro appena il 2,35% di oggi (dati BEA). o nel 2013 In passato le banche centrali hanno commesso errori che hanno contribuito a spingere l’economia in recessione, ma oggi sono attente a non intervenire prematuramente per evitare un «taper tantrum» come quello del 2013. La scorsa settimana la Presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde ha dichiarato: «Non dobbiamo reagire eccessivamente ai rallentamenti delle forniture o ai rialzi dei prezzi dell’energia, perché la nostra politica monetaria non è in grado di influenzare direttamente questi fenomeni». La Fed ha sottolineato che il ritiro degli acquisti di obbligazioni rimane subordinato al proseguimento dei dati economici positivi. A settembre sono stati creati solo 194 mila posti di lavoro, una cifra inferiore alle attese, ma il dato di agosto è stato rivisto al rialzo di 131 mila unità e il tasso di disoccupazione è sceso al 4,8%, dal 5,2%. I dati contrastanti mantengono viva la possibilità che la Fed annunci l’avvio del tapering a novembre, ma l’istituto ha indicato chiaramente che questa decisione non preluderebbe a un rialzo immediato dei tassi d’interesse. Le conseguenze per gli investitori Nel complesso ci aspettiamo che il caro-energia abbia solo un impatto modesto sulla crescita e l’inflazione. La nostra analisi è esposta al rischio di un inverno rigido nell’emisfero settentrionale, che potrebbe spingere ulteriormente al rialzo i prezzi dei combustibili, stravolgere la produzione industriale ed erodere il PIL. Per ora il Congresso ha solo rinviato il problema di un accordo sul tetto del debito e sulla spesa pubblica, ma crediamo che riuscirà a raggiungere un compromesso, evitare il default e approvare nuovi pacchetti di stimolo da 2000-2500 miliardi di dollari. Dal punto di vista degli investimenti, anche se i mercati scontano almeno in parte un aumento della spesa pubblica non crediamo che le nuove misure di sostegno siano determinanti per l’andamento degli indici azionari. Nel nostro scenario di riferimento continuiamo ad aspettarci un ulteriore rialzo azionario e consigliamo di puntare sui titoli esposti alla crescita mondiale, come energia e finanziari. Dato che il rincaro dell’energia è dovuto anche al calo degli investimenti in combustibili fossili, che non sono ancora stati sostituiti da una capacità sufficiente di generazione rinnovabile, consigliamo di puntare sui settori delle energie tradizionali e dei metalli industriali, nonché sul greentech, per assumere un’esposizione diversificata e realistica alla transizione verso un’economia a emissioni zero. 04
11 ottobre 2021, 09:30AM UTC Chief Investment Office GWM Ricerca in materia di investimenti Stagflazione o reflazione? Weekly - Regional View Italian Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer UBS WM Italy, UBS Europe SE, Succursale Italia «Il mercato azionario ha ancora potenziale» Le ultime settimane sono state difficili per i mercati: sia l’azionario che l’obbligazionario hanno subito una correzione per via dell’aumento dell’inflazione, che ha spinto la Federal Reserve ad annunciare una riduzione delle immissioni di liquidità a partire da quest’anno. Allo stesso tempo, la difficoltà di reperire materie prime sta facendo temere per la sostenibilità della crescita economica. La paura che aleggia sui mercati prende il nome di stagflazione, ossia la combinazione di inflazione elevata e bassa crescita economica. Si tratta di un fenomeno raro che in passato si è manifestato in presenza di uno «shock di offerta», come negli anni ’70 per via dell’impennata del prezzo del petrolio, oppure per via di un aumento troppo consistente della liquidità in circolazione. A nostro avviso il rischio di stagflazione rimane remoto. Sia negli Stati Uniti sia in Cina la crescita economica rimane vigorosa anche se a tassi via via decrescenti, un andamento normale in considerazione della fase più avanzata della ripresa. Le principali economie sono ancora in fase di riapertura e molti Paesi che, come il Giappone, erano rimasti indietro sulle vaccinazioni stanno recuperando rapidamente. Nonostante i tassi di crescita del PIL siano destinati a normalizzarsi gradualmente, gran parte degli indicatori conferma una ripresa robusta che dovrebbe proseguire nel prossimo anno. Inoltre, i piani varati per ridurre le emissioni di CO2 e ammodernare le infrastrutture nelle principali economie dovrebbero sostenere la crescita a medio termine. Escludendo l’impatto dell’energia, ad agosto l’inflazione negli Stati Uniti si è aggirata intorno al 3,6%, un livello elevato. Nella zona euro, a luglio i prezzi alla produzione del comparto industriale sono saliti di oltre 10 punti percentuali rispetto a un anno prima e molte imprese hanno segnalato tempi di consegna più lunghi. Ma l’attuale incremento dell’inflazione è causato soprattutto da alcuni squilibri, poiché la rimozione delle restrizioni legate al COVID-19 ha fatto sì che la domanda da parte dei consumatori finali sia ripartita più rapidamente rispetto alla produzione. Il presente rapporto è stato elaborato da UBS Europe SE, Succursale Italia. Vi preghiamo di leggere i commenti di natura legale in coda al documento.
Weekly - Regional View Italian Inoltre, molte aziende si sono trovate ad aver ridotto il magazzino e quindi a dover far fronte ad acquisti più consistenti di materie prime: tutto ciò ha amplificato le tensioni sui relativi mercati e contribuito in modo decisivo al rapido aumento dell’inflazione. Le pressioni sui prezzi alla produzione dovrebbero, pertanto, rivelarsi temporanee. A riprova di questa linea di pensiero, l’andamento delle retribuzioni sembra escludere una crescita generalizzata. Per esempio, nella zona euro le retribuzioni crescono molto meno dell’inflazione e prima di vedere rialzi consistenti dovrebbe riassorbirsi la disoccupazione, che rimane a livelli elevati. Insomma ci sembra che lo scenario attuale sia più compatibile con una reflazione – vale a dire un periodo di ripresa economica accompagnata da inflazione – che con una stagflazione. In ogni caso, un’inflazione più alta, anche di poco, è un dato rilevante per gli investitori e deve far riflettere sulla gestione della liquidità: se eccessiva, può portare a un’erosione del valore reale dei patrimoni e, probabilmente, in misura più consistente nel ciclo economico nascente rispetto a quello passato. Le principali banche centrali hanno come obiettivo un’inflazione intorno al 2%. Se in alcuni casi tali obiettivi si sono dimostrati irraggiungibili da tempo (come per l’eurozona o il Giappone) ora potrebbero rivelarsi a portata di mano, se non addirittura superati nel breve termine. La storia suggerisce che solo un’inflazione stabilmente superiore al 3% ha avuto un impatto sulle valutazioni del mercato azionario. Nel contesto attuale le azioni continuano a offrire potenziale, in particolar modo quelle dei settori più ciclici come energia e finanziari. Le dinamiche di mercato dovrebbero inoltre favorire gli asset reali e le infrastrutture. Questo quadro si accompagna a rendimenti obbligazionari che restano compressi. Nonostante la reazione all’annuncio della Federal Reserve, il Treasury decennale rimane attorno all’1,5% e gran parte del mercato obbligazionario presenta rendimenti inferiori all’inflazione. Il recente aumento dell’inflazione rende ancora più difficile la ricerca di rendimenti reali positivi. Per ottenere maggiori ritorni, gli investitori possono considerare alternative come l’high yield asiatico, i private markets e le strategie che monetizzano la volatilità. 06
Weekly Global Appendice Le opinioni d’investimento di UBS Chief Investment Office («CIO») sono elaborate e pubblicate dalla divisione Global Wealth Management di UBS Switzerland AG (disciplinata dalla FINMA in Svizzera) o da una sua affiliata («UBS»). Le opinioni d’investimento sono state formulate in conformità delle norme di legge volte a promuovere una ricerca d’investimento indipendente. Ricerca d’investimento generica – Informazioni sui rischi: Questa pubblicazione viene distribuita solo a fini informativi e non rappresenta un’offerta né una sollecitazione di offerta diretta per l’acquisto o la vendita di prodotti d’investimento o di altri prodotti specifici. L’analisi contenuta nella presente pubblicazione non costituisce una raccomandazione personale né tiene conto degli obiettivi d’investimento, delle strategie d’investimento, della situazione finanziaria o delle esigenze particolari di un determinato destinatario. Si basa su numerosi presupposti. Presupposti diversi potrebbero dare risultati sostanzialmente diversi. Alcuni prodotti e servizi sono soggetti a restrizioni legali e non possono essere offerti in tutto il mondo in modo incondizionato e/o potrebbero non essere idonei alla vendita a tutti gli investitori. Tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento sono state ottenute da fonti ritenute attendibili e in buona fede; tuttavia, si declina qualsiasi responsabilità, contrattuale o tacita, per l’eventuale mancanza di correttezza o completezza (a eccezione della divulgazione di informazioni relative a UBS). Tutte le informazioni e le opinioni così come le previsioni, le stime e i prezzi di mercato indicati si riferiscono unicamente alla data della presente pubblicazione e sono soggetti a cambiamenti senza preavviso. Le opinioni qui espresse possono discostarsi o essere contrarie alle opinioni espresse da altri dipartimenti o divisioni di UBS a seguito dell’utilizzo di presupposti e/o criteri diversi. Il presente documento e le informazioni ivi contenute (tra cui previsioni, valori, indici o altri importi calcolati («Valori»)) non possono in alcun caso essere utilizzati per i seguenti scopi: (i) a fini di valutazione o di contabilità; (ii) per stabilire gli importi dovuti o da versare, il prezzo o il valore di uno strumento finanziario o di un contratto finanziario; o (ii) per misurare la performance di uno strumento finanziario, anche, tra l’altro, con l’obiettivo di monitorare il rendimento o la performance di un Valore o di definire l’asset allocation di un portafoglio oppure di calcolare le commissioni di performance. Ricevendo il presente documento e le informazioni ivi contenute si ritiene che dichiariate e assicuriate a UBS che non userete questo documento e che non farete diversamente affidamento sulle informazioni ivi contenute per gli scopi di cui sopra.UBS e ogni suo dirigente o dipendente possono in ogni momento essere autorizzati a detenere posizioni lunghe o corte in strumenti d’investimento menzionati in questa pubblicazione, effettuare operazioni che coinvolgono tali strumenti d’investimento in conto proprio o in conto terzi o fornire qualsiasi altro servizio o avere funzionari che operano in qualità di dirigenti nei confronti dell’emittente, dello strumento d’investimento stesso o di una società commercialmente o finanziariamente collegata a tali emittenti. In ogni momento, le decisioni d’investimento (compresa la scelta di acquistare, vendere o detenere titoli) prese da UBS e dai suoi dipendenti possono differire o essere contrarie alle opinioni espresse nelle pubblicazioni di ricerca di UBS. Alcuni investimenti possono non essere immediatamente realizzabili, dal momento che lo specifico mercato può essere illiquido, e di conseguenza la valutazione dell’investimento e la determinazione del rischio possono essere difficili da quantificare. UBS fa affidamento su barriere all’informazione per controllare il flusso di informazioni contenute in una o più aree di UBS verso altre aree, unità, divisioni o affiliate di UBS. Le operazioni su future e opzioni non sono idonee a tutti gli investitori poiché comportano un elevato rischio di perdita e possono generare perdite superiori all’investimento iniziale. I risultati passati di un investimento non rappresentano una garanzia dei suoi rendimenti futuri. 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UBS non fornisce consulenza legale o fiscale e non rilascia alcuna dichiarazione circa il trattamento fiscale degli attivi o dei loro rendimenti d’investimento, né a titolo generale né in riferimento alla situazione e alle esigenze specifiche del cliente. Ci è impossibile tenere conto degli obiettivi d’investimento, della situazione finanziaria e delle esigenze particolari di ogni singolo cliente e pertanto vi raccomandiamo di rivolgervi a un consulente finanziario e/o fiscale per discutere le implicazioni, comprese quelle fiscali, dell’investimento in qualunque prodotto menzionato nel presente materiale. È vietata la riproduzione o la distribuzione di copie di questo materiale senza la preventiva autorizzazione di UBS. Se non diversamente convenuto per iscritto, UBS vieta espressamente la distribuzione e il trasferimento di questo materiale a terzi per qualsiasi ragione. 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Prima di acquistare o vendere un’opzione, e per conoscere tutti i rischi relativi alle opzioni, è necessario ricevere una copia del documento «Caratteristiche e rischi delle opzioni standardizzate», disponibile all’indirizzo https://www.theocc.com/about/publications/ character-risks.jsp o presso il proprio consulente finanziario. Gli investimenti in prodotti strutturati comportano rischi significativi. Per maggiori informazioni sui rischi legati all’investimento in un determinato prodotto strutturato, leggere i documenti d’offerta relativi a tale prodotto. I prodotti strutturati sono obbligazioni non garantite di un determinato emittente i cui rendimenti sono collegati alla performance di uno strumento sottostante. A seconda delle condizioni dell’investimento, gli investitori potrebbero perdere la totalità o una parte consistente del capitale investito in base alla performance dello strumento sottostante. 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Weekly - Regional View Italian di partecipazione o da altre caratteristiche. I prodotti strutturati possono prevedere la facoltà di rimborso anticipato; se un prodotto strutturato viene richiamato in anticipo, gli investitori non possono conseguire ulteriori rendimenti e potrebbero non essere in grado di reinvestire in strumenti simili con condizioni simili. I prodotti strutturati sono soggetti a costi e commissioni che in genere sono incorporati nel prezzo dell’investimento. Il trattamento fiscale di un prodotto strutturato può essere complesso e può differire da quello di un investimento diretto nello strumento sottostante. UBS Financial Services Inc. e i suoi collaboratori non forniscono consulenza fiscale. Prima di investire in qualsiasi strumento, gli investitori sono invitati a rivolgersi al proprio consulente fiscale per conoscere la propria situazione fiscale. Informazioni importanti sulle strategie basate sugli investimenti sostenibili: le strategie basate sugli investimenti sostenibili mirano a prendere in considerazione e integrare i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nel processo d’investimento e nella costruzione del portafoglio. Le strategie più varie in termini di orientamento geografico e stile d’investimento possono effettuare analisi ESG e integrarne i risultati in diversi modi. L’inclusione dei fattori ESG o delle considerazioni alla base degli investimenti sostenibili può impedire al gestore di partecipare a certe opportunità d’investimento che altrimenti sarebbero in linea con il suo obiettivo d’investimento e con altre strategie d’investimento tradizionali. I rendimenti di un portafoglio composto essenzialmente da investimenti sostenibili possono essere superiori o inferiori a quelli di un portafoglio il cui gestore non tiene conto dei fattori ESG, non opera esclusioni e non considera altri aspetti della sostenibilità, e le opportunità d’investimento a disposizione di tali portafogli possono essere diverse. Le società possono non soddisfare necessariamente elevati standard di performance per tutti gli aspetti ESG o tutti i temi degli investimenti sostenibili; inoltre, non si garantisce che le società soddisfino le aspettative negli ambiti della responsabilità aziendale, della sostenibilità e/o della performance in termini d’impatto. Gestori patrimoniali esterni / Consulenti finanziari esterni: qualora la presente ricerca o pubblicazione sia fornita a un gestore patrimoniale esterno o a un consulente finanziario esterno, UBS vieta espressamente che questa sia ridistribuita dal gestore patrimoniale esterno o dal consulente finanziario esterno e che sia resa disponibile ai rispettivi clienti e/o terzi. Stati Uniti d’America: Questo documento non è destinato alla distribuzione negli Stati Uniti e/o a US person. Per maggiori dettagli sul singolo paese, consultare il sito ubs.com/cio-country-disclaimer-gr o chiedere al vostro consulente finanziario le relative informazioni sui rischi. Versione B/2021. CIO82652744 © UBS 2021. Il simbolo della chiave e UBS figurano tra i marchi registrati e non registrati di UBS. Tutti i diritti riservati. 08
Weekly Global trattamento fiscale di un prodotto strutturato può essere complesso e può differire da quello di un investimento diretto nello strumento sottostante. UBS Financial Services Inc. e i suoi collaboratori non forniscono consulenza fiscale. Prima di investire in qualsiasi strumento, gli investitori sono invitati a rivolgersi al proprio consulente fiscale per conoscere la propria situazione fiscale. Informazioni importanti sulle strategie basate sugli investimenti sostenibili: le strategie basate sugli investimenti sostenibili mirano a prendere in considerazione e integrare i fattori ambientali, sociali e di governance (ESG) nel processo d’investimento e nella costruzione del portafoglio. Le strategie più varie in termini di orientamento geografico e stile d’investimento possono effettuare analisi ESG e integrarne i risultati in diversi modi. L’inclusione dei fattori ESG o delle considerazioni alla base degli investimenti sostenibili può impedire al gestore di partecipare a certe opportunità d’investimento che altrimenti sarebbero in linea con il suo obiettivo d’investimento e con altre strategie d’investimento tradizionali. I rendimenti di un portafoglio composto essenzialmente da investimenti sostenibili possono essere superiori o inferiori a quelli di un portafoglio il cui gestore non tiene conto dei fattori ESG, non opera esclusioni e non considera altri aspetti della sostenibilità, e le opportunità d’investimento a disposizione di tali portafogli possono essere diverse. Le società possono non soddisfare necessariamente elevati standard di performance per tutti gli aspetti ESG o tutti i temi degli investimenti sostenibili; inoltre, non si garantisce che le società soddisfino le aspettative negli ambiti della responsabilità aziendale, della sostenibilità e/o della performance in termini d’impatto. Gestori patrimoniali esterni / Consulenti finanziari esterni: qualora la presente ricerca o pubblicazione sia fornita a un gestore patrimoniale esterno o a un consulente finanziario esterno, UBS vieta espressamente che questa sia ridistribuita dal gestore patrimoniale esterno o dal consulente finanziario esterno e che sia resa disponibile ai rispettivi clienti e/o terzi. Stati Uniti d’America:distribuito a soggetti statunitensi da UBS Financial Services Inc., UBS Securities LLC o UBS Swiss Financial Advisers AG, consociate di UBS SA. UBS Switzerland AG, UBS Europe SE, UBS Bank, S.A., UBS Brasil Administradora de Valores Mobiliarios Ltda, UBS Asesores Mexico, S.A. de C.V., UBS SuMi TRUST Wealth Management Co., Ltd., UBS Wealth Management Israel Ltd e UBS Menkul Degerler AS sono consociate di UBS SA. UBS Financial Services Incorporated of Puerto Rico è una consociata di UBS Financial Services Inc. UBS Financial Services Inc. accetta la responsabilità dei contenuti di un documento predisposto da un’affiliata non statunitense quando distribuisce documenti a soggetti statunitensi. Tutte le transazioni di soggetti statunitensi nei titoli citati nel presente documento devono essere effettuate tramite un broker/dealer registrato negli Stati Uniti e affiliato a UBS e non tramite un’affiliata non statunitense. Il contenuto del presente documento non è stato e non sarà approvato da alcuna autorità per gli strumenti finanziari o per gli investimenti negli Stati Uniti o altrove. UBS Financial Services Inc. non agisce in veste di consulente municipale a favore di enti municipali o di persone obbligate nell’accezione della Section 15B del Securities Exchange Act (la «Municipal Advisor Rule») e le opinioni e i giudizi espressi nel presente documento non devono essere intesi come una consulenza, né costituiscono una consulenza, nell’accezione della Municipal Advisor Rule. Per maggiori dettagli sul singolo paese, consultare il sito ubs.com/cio-country-disclaimer-gr o chiedere al vostro consulente finanziario le relative informazioni sui rischi. Versione B/2021: CIO82652744 © UBS 2021. Il simbolo della chiave e UBS figurano tra i marchi registrati e non registrati di UBS. Tutti i diritti riservati. 09
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