QUALITA' E SERVIZI PUBBLICI
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QUALITA’ E SERVIZI PUBBLICI di Kieron Wish Il problema della qualità del servizio sta diventando sempre più importante nel servizio pubblico in seguito ai nuovi modelli adottati per il management, in particolare per lo sviluppo del management basato sul contratto. Quest'articolo tratta della difficoltà di definire una nozione di qualità in riferimento ai servizi pubblici, per problemi di asimmetria nell'informazione. Le prime sezioni dell'articolo si occupano del significato della nozione di qualità e dei problemi connessi alla gestione della qualità nei' settori dei servizi e del servizio pubblico in particolare. L'argomento centrale dell'articolo è costituito dai gravi problemi di asimmetria nell'informazione tra fornitori e destinatari dei servizi. Vengono distinte quattro diverse situazioni in relazione alla diversa disponibilità di informazioni. L'articolo conclude sostenendo che problema della qualità nel pubblico servizio è di carattere intrinsecamente politico. Questo articolo tratta del significato della qualità dei servizi pubblici ed analizza le difficoltà connesse nell'assicurare la qualità del servizio. Comincerò con il discutere circa il significato della nozione di qualità. Giungerò a sostenere che esistono problemi peculiari nell'assicurare la qualità nei servizi in generale ed in alcuni tipi di servizi pubblici, in parti- colare di quelli erogati da professionisti. Queste difficoltà possono essere illustrate con l'ausilio di un modello che evidenzia la capacità sia del consumatore che del produttore di valutare la qualità. Tali difficoltà nello specificare la qualità del servizio pongono importanti interrogativi per ciò che riguarda l'introduzione da parte del governo di modifiche e riorganizzazioni delle funzioni dei governi locali, del servizio civile e del servizio sanitario nazionale. Queste modifiche implicano lo sviluppo dei mercati e dei contratti per i servizi, che produrranno i loro effetti solo se il servizio da erogare potrà essere definito e la qualità dello stesso specificata e monitorata. Problemi di Amministrazione Pubblica a. XVIII, n. 1, marzo 1993 1
1. IL SIGNIFICATO DELLA QUALITA’ Il concetto di qualità presenta due elementi fondamentali, riguardanti, rispettivamente, l'uno A prodotto in sé e l'altro la relazione utente/prodotto. Il primo, relativo al prodotto in sé, definisce la qualità come il grado a partire dal quale un determinato servizio o prodotto è conforme alle proprie caratteristiche. t un'idea di qualità basata su difetti identificabili, che possono essere riscontrati attraverso un'ispezione. Prodotti che hanno dei difetti possono essere identificati e non venduti oppure, se il consumatore riconosce il difetto, è possibile porvi rimedio. Si tratta di un'idea statica di qualità che sottolinea la conformità tecnica, sebbene la caratteristica propria di un prodotto potrebbe essere diventata inadeguata alle circostanze successive nella quale il prodotto deve essere adoperato. Un'idea più dinamica di qualità pone invece l'accento sulla misura in cui il prodotto è adatto agli scopi per i quali era stato creato. Ci sono cose che possono corrispondere perfettamente alle caratteristiche loro proprie, senza essere per questo in alcun modo rispondenti alle circostanze in cui devono essere usate. Poiché l'andamento del cambiamento tecnologico è molto veloce, i prodotti sembrano diventare obsoleti più in fretta e il ciclo vitale del prodotto stesso sembra diventare più breve. Una definizione di qualità in termini di conformità diventa tanto meno utile quanto più rapidamente cambia la natura dei requisiti. Le imprese devono guardare verso l'esterno poiché la chiave per il successo passa dal controllo dei sistemi di produzione interna al rapporto con il consumatore. L'idea di fondo di Henry Ford, che rappresenta ancora la parola d'ordine per molte imprese di prodotti, era quella di controllare il processo di produzione, ma oggi un'impresa di successo deve gestire i sistemi esterni piuttosto che quelli interni, e questo spiega perché il marketing e le vendite siano divenuti settori così importanti all'interno delle imprese. Molte innovazioni contemporanee consistono in sistemi ideati per la distribuzione del prodotto. Quest'argomento è stato fortemente sviluppato nel lavoro 2
di Peters e Waterman (1982) e da altri teorici recenti del management che hanno concluso che le imprese, per avere successo' devono guardare avanti. Normann (1984) ha sviluppato l'argomento più esplicitamente nel caso dei servizi, rítenendo che la gestione del rapporto col cliente sia cruciale: Dato che il cliente è, al tempo stesso, consumatore e produttore, la gestione dell'interfaccia azienda/cliente diventa estremamente importante e si presenta come un compito delicato per ogni impresa di servizi. Il modello di interfaccia rappresenta una variabile fondamentale che determina molti posizionamenti strategici dell'azienda ed ha profonde conseguenze sul piano dell'organizzazione (Normann, 1984, p. 15). Ciò che è vero per un'azienda privata di servizi è ancora più vero per un'impresa del settore pubblico soggetta alle esigenze della responsabilità pubblica. I cittadini hanno il diritto di valutare la qualità dei servizi pubblici di cui usufruiscono. Come dimostrerò in seguito, è difficile farsi un'idea della produzione di servizi pubblici di alta qualità senza considerare il ruolo del cliente. La valutazione dell'utente sarà sempre un elemento dell'analisi della qualità dei servizi pubblici. Una seconda considerazione nell'analisi della qualità è la misura in cui essa può essere conosciuta preventivamente o se può essere apprezzata soltanto dopo o durante il processo o l'uso di un prodotto o di un servizio. Nelson (1970) ha definito tale distinzione come quella esistente tra beni «di ricerca» e beni «di esperienza». I beni «di ricerca» sono quelli sulle cui caratteristiche il consumatore può svolgere un'indagine prima dell'acquisto. I beni «di esperienza» sono quelli su cui è impossibile, impraticabile o troppo costoso condurre delle indagini prima della vendita. In qualche misura tutti i beni avranno delle caratteristiche delle due categorie, ma vi sono chiaramente dei beni che rientrano prevalentemente nell'una o nell'altra categoria. Auto e case sono beni di ricerca; divertimenti e molti cibi sembrano appartenere ai beni di esperienza. Quanto più costosi sono i beni tanto più si è pronti a intraprendere ricerche potenzialmente costose, sebbene anche i beni più costosi possano comportare dei costi d'indagine troppo alti. 3
Se i costi della ricerca sono alti, ma il prodotto in esame è estremamente costoso, i compratori e i venditori tenderanno a sviluppare mercati particolari ed esoterici, come per esempio nel caso dei diamanti o di merci di prima necessità (Kenney e Klein, 1983). Questi mercati sono spesso fortemente orientati a sviluppare la fiducia come sostitutivo degli alti costi di ricerca per le informazioni su cui basare la valutazione. I beni di esperienza si prestano molto più ad essere valutati nei termini della loro adeguatezza agli scopi piuttosto che della loro conformità, dal momento che sarebbe difficile specificare precisamente perché siano difficili da valutare. Essi possono essere valutati soltanto sulla base dell’esperienza perché la loro qualità non può essere facilmente stabilita in termini di caratteristiche fisiche o di altro genere. E’ perfettamente ragionevole, ad esempio, per me, dire che preferisco un libro ad un altro, o un cibo ad un altro, senza essere capace di dire con precisione perché. I beni di ricerca possono essere specificati più da vicino. Ma per quanto bene possano essere specificati, non si riuscirà mai ad elaborare un parametro universale per misurare la qualità, meno che mai per quel che riguarda i servizi. L'utente è necessariamente coinvolto nella valutazione della qualità, e l'impossibilità di una comparazione interpersonale dell'utilità significa che la misurazione della qualità è sempre un problema di giudizio e un esercizio di buon senso. 2. GESTIONE, CONTROLLO E GARANZIA DELLA QUALITA’ Gli approcci alla gestione, al controllo ed alla garanzia della qualità si riferiscono quindi alle distinzioni tra conformità e adeguatezza, e tra esperienza e ricerca. Il controllo della qualità è un processo inteso ad enucleare prodotti non conformi e avviene necessariamente dopo che il servizio è stato prodotto e prima che sia stato utilizzato. Nel controllo 4
della qualità va sottolineata la conformità e ciò avrà uno scarso significato per quel che riguarda i beni di esperienza, che non possono essere valutati se non attraverso la loro uti- lizzazione. Molti modelli di misurazione della prestazione nei pubblici servizi si concretizzano in un controllo della qualità centrato sulla conformità e attento alla misura in cui il comportamento è conforme alle procedure e ai controlli dell'impresa. Pollit sostiene che: ... sembra essere stata una questione portata avanti dagli interessi dei politici e degli alti funzionari nel controllare le spese, l'estensione e i tipi di attività intraprese dai quadri inferiori, in particolare da coloro che erogano i servizi «a livello di strada» - personale di sportello, operatori sociali e cosi via (Pollit, 1988, p. 77). La misurazione e la valutazione della prestazione come forme di controllo della qualità tendono ad essere orientate internamente e costituiscono strumenti di controllo. La garanzia della qualità è l'insieme delle procedure aziendali che sono voltela tutelare che sia innanzitutto prodotto un buon servizio. E un tentativo di produrre la qualità all'interno del prodotto o del servizio invece di ispezionare i prodotti non conformi. Se ne può dedurre che non è possibile stabilire e monitorare la qualità dei servizi umani allo stesso modo in cui è possibile stabilire la qualità di un prodotto fisico, come ad esempio l'acqua. La garanzia della qualità è necessaria per la natura oscillante della valutazione del consumatore. Appena ci si abitua ad un particolare servizio e ad un particolare prodotto, di solito ci aspettiamo di più rispetto allo standard esistente, come sostiene Hirschman (1983), cerchiamo il confort piuttosto che il piacere. Le aspettative crescono continuamente quando paragoniamo le nostre esperienze con quelle degli altri o con le nostre esperienze passate. Questo processo diventa più marcato nel caso di beni di sperimentazione, che includono molti servizi pubblici. Verificare la qualità comporterà un adattamento a valutazioni costantemente variabili. 5
3. LA QUALITA’ DEI SERVIZI Manufatti sono cose che sono state fatte; servizi sono prestazioni che sono state messe in atto. Come disse Marshafl (1947) (riportato da C0Well, 19841 p . 2 1), i servizi cessano di esistere nel momento in cui sono creati. La gestione della qualità del servizio è più difficile del controllo della qualità dei prodotti manufatti. La natura effimera e conti- nuamente fluttuante dei servizi rende difficile applicare gli standards tecnici della gestione della qualità, per non parlare del controllo della produzione. I servizi hanno un numero di caratteristiche che rendono difficile elaborare un controllo della qualità e dei metodi di verifica della qualità (Bowen e Sclineider, 1988): - essi non sono beni tangibili, a differenza dei prodotti materiali, e di conseguenza non possono essere facilmente depositati, né testati, né misurati secondo parametri standard. - La produzione e il consumo dei servizi non sono separati nel tempo, i servizi sono consumati nello stesso momento in cui vengono prodotti e rendono difficile l'allestimento di filtri tra i processi produttivi e l'atto del consumo per eliminare i prodotti scadenti. Piuttosto che costituire e i processi separati, il controllo della qualità e la verifica di essa devono essere parte del processo di produzione. Essi devono risultare dal lavoro comune del produttore e del consumatore. - Il produttore dei servizi è una parte del prodotto perché la fruizione di un servizio comporta una relazione personale col produttore, e in certi casi estremi proprio tale rela- zione costituisce A prodotto, per esempio in alcuni tipi di terapia. Il servizio non può essere standardizzato risolvendolo nella tecnologia. - Il consumatore è necessario alla produzione dei servizi in un modo che non è quello dei beni manufatti, che esisterebbero indipendentemente dal fatto che il consumatore li usi. D'altro lato, perché il medico, l'infermiera, l'insegnante o l'operatore sociale producano un servizio, il cliente deve giocare un ruolo. 6
I servizi sono per la maggior parte prodotti dagli individui per e con altri individui e l'identità di individui specifici che sono coinvolti nel rapporto di servizio ha importanza, mentre la relazione tra produttore e utente nel caso di beni materiali è essenzialmente anonima. La natura dello scambio in una relazione di servizio sarà spesso altamente personale, coinvolgendo le persone come individui. M'importa poco di chi abbia fatto i vestiti o la cioccolata che acquisto: m'importa molto di chi si prende cura di me quando sono malato o di chi educa i miei figli. Il risultato di queste peculiarità è che gli standard di qualità sono difficili da stabilire e da mantenere. In alcuni casi i servizi sono non solo fisicamente ma mentalmente inaccessibili, perché sono difficili da afferrare e da capire. Può essere che sia difficile sapere se il servizio sia stato fruito o meno da qualcuno. La sicurezza che il servizio - non c'interessa qui se soddisfacente o meno - sia stato reso può non essere raggiunta in molti servizi di tipo personale o protettivo. Gli standard varieranno a seconda del singolo produttore e del singolo consumatore, entrambi coinvolti nel processo di produzione del servizio. L'importanza del coinvolgimento del consumatore nel processo produttivo è stata riconosciuta negli studi successivi ai lavori di Becker (1965), di Lancaster (1966) e di altri che hanno sviluppato l'idea che la gente produce particolari mete desiderate combinando i propri tempi ed i propri sforzi con i beni acquistati. 1 sistemi di qualità sono, allora, difficili da mantenere lavorando sui sistemi interni delle aziende produttive soltanto perché è necessario prendere in considerazione anche la situazione in cui il prodotto viene usato. Il coinvolgimento dell'utente nei processi di produzione per i servizi rende ancora più utopistico controllare internamente la qualità. I servizi non possono essere prodotti e accumulati per garantirsi delle scorte per venire incontro alle fluttuazioni della domanda. Gli addetti ai servizi spesso lavorano preci- samente nel modo opposto: essi non mettono da parte degli stock di prodotti per venir incontro alle fluttuazioni della 7
domanda, ma mettono in fila - o in lista d'attesa - i consumatori stessi per assicurarsi che il tempo dei produttori non venga sprecato. Gli utenti fanno fronte alla carestia o all'ab- bondanza, la disponibilità del servizio dipenderà dal numero di coloro che lo richiedono in un determinato tempo. La difficoltà è costituita dal fatto che l'utenza tende a richiedere il servizio nello stesso momento e che una crescita della domanda porterà a ridurre la qualità del servizio perché i produttori cercheranno di produrre di più con le stesse risorse. Le risorse impiegate per migliorare la qualità del servizio possono non portare a questo risultato perché esse solítamente estendono il livello della produzione del servizio, semplicemente «riproducendo il problema della qualità del servizio a un livello più alto» (Lipsky, 1980, p. 199). 1 servizi, come afferma Hirschman, si trovano di fronte a problemi di qualità se si cerca di espanderli: ... è probabile che la loro qualità media si abbassi in modo sostanziale. così perché è difficile mettere insieme contemporaneamente tutti gli elementi necessari per una prestazione di alta qualità - nuovi edifici scolastici vengono costruiti più rapidamente di quanto possano venir addestrati nuovi insegnanti, o viceversa. E pertanto proprio nel momento in cui una società compie un determinato sforzo per ampliare l'accesso a determinati servizi che la qualità di tali servizi diminuirà, con gli ovvi effetti negativi sul morale dei nuovi e dei vecchi clienti (Hirschman, 1983, p. 4). Il fatto che i servizi pubblici siano tipicamente prodotti per il pubblico, piuttosto che per altre industrie, significa che essi sono particolarmente soggetti ai cambiamenti a livello dei bisogni che derivano dal carattere ciclico del cambiamento della popolazione (Easterlin, 1980), ed è facile che i livelli di offerta e di domanda vengano combinati in modo sbagliato. E’ più difficile standardizzare i servizi che i beni manufatti, che possono venir controllati attraverso le varie tecniche dell'ingegneria produttiva e del management scientifico. La nuova tecnologia può rendere possibile la standardizzazione di alcuni servizi, seguendo l'esempio di McDonalds, 8
ma la standardizzazione di tutti gli aspetti della produzione di un servizio è improbabile, proprio perché H processo del contatto umano e dell'interazione sono parte integrante del servizio. Levitt (1972) è sicuramente in errore quando sostiene che il pubblico può essere escluso dalla prestazione dei servizi attraverso processi di automazione, per il fatto che essi non gli vengono semplicemente consegnati, essendo l'utente stesso parte del servizio. Il servizio non può venir avulso dalla relazione sottesa al servizio stesso e venir costruito all'interno di un meccanismo. 4. LA POLITICA DELLA QUALITA’ L'adozione di decisioni nel settore pubblico comporta la valutazione di differenze e di conflitti che sorgono con minor evidenza nella produzione di beni per il mercato. Il pro- blema della qualità diventa, in parte, un problema morale, perché risultati e prodotti possono venir valutati da prospettive morali diverse. Queste differenze di valori non sorgono necessariamente tra diversi individui, gruppi o partiti politici; si può trattare anche di divisioni interne tra i valori in conflitto relativi al gruppo, all'individuo, alla parte. Nel de- cidere tra questi valori nel caso di alcune decisioni individuali qualcosa è inevitabilmente perduto, alcuni aspetti dei valori negati. Come afferma Thomas Nagel (1979, p. 128), esiste un dilemma causato dalla «frammentazione dei valori e dalla unicità della decisione», che può essere risolto soltanto con l'esercizio del giudizio. Non esiste un solo valore di base, meno di tutti il danaro, che consenta di evitare i conflitti di valore coi quali è necessario confrontarsi nel prendere decisioni politiche concrete. Il dilemma tra una molteplicità di valori e le singole decisioni può presentarsi particolarmente crudele per coloro che, chiamati a fornire concretamente un servizio, devono razionare le scarse risorse e, senza pietre di paragone, decidere tra i casi meritevoli. Lipsky (1980) ha illustrato in det- 9
taglio i percorsi usuali ed i meccanismi sviluppati dai burocrati a contatto col pubblico per risolvere il dilemma. Egualmente difficili sono quelle ipotesi nelle quali sono presenti dei valori molto profondi in contrasto tra loro nei casi specifici, ad esempio quando si tratta di decidere se proteggere i bambini prendendosi cura di loro o mantenere unite le famiglie. Non è che la decisione sia giusta o sbagliata: lo è e non lo è nello stesso momento. L'efficacia non può essere misurata secondo un unico parametro dal momento che essa comporta dei conflitti di valore anche per l'individuo. Non è necessario che vi sia un parametro comune per confrontare e giudicare la rilevanza e la qualità di un servizio, come non è necessario che vi sia per i giudizi etici (Williams, 1985, pp. 18-19). Se la qualità è un problema di giudizio, allora bisogna riconoscere che può essere difficile per il pubblico esprimere delle impressioni su di essa: «E ragionevole ritenere che è generalmente più facile parlare su problemi manifesti che sulle differenze di giudizio» (Best e Andreasen, 197677, p. 719). Ci saranno dunque dei problemi per stabilire chi abbia il diritto di giudicare la qualità e per molti anni i professionisti hanno gelosamente custodito il proprio preteso diritto particolare di esprimere giudizi sulla rispondenza del servizio. Certamente questa pretesa non è del tutto ingiustificata, ma, come cercherò di dimostrare, ha anche i suoi limiti. 5. LA VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ I servizi sono qualcosa di profondamente diverso dai beni manufatti, e i servizi pubblici lo sono ancora di più. Le varie differenze che ho sottolineato rendono il giudizio sulla qualità un esercizio potenzialmente difficile e soggetto a contestazioni. 1 produttori e gli utenti avranno capacità e diritti differenti nel giudicare della qualità dei beni e dei servizi. Alcuni possono trovare particolarmente difficile giudicare la 10
qualità di ciò che è stato prodotto anche perché possono ricercare degli aspetti differenti. In uno studio sul lavoro sociale negli Stati Uniti, Maluccio riscontrò che «... per i lavoratori il contenuto dell'interazione nella sessione iniziale era più significativo, più impresso nella memoria che il processo. Per i clienti era l'inverso» (Maluccio, 1979, p. 178). Non è tanto la qualità del servizio a variare: sono differenti e mutevoli i parametri in base ai quali la qualità è giudicata. Ciò che costituiva per il passato un servizio accettabile, può non esserlo più nel momento in cui le aspettative aumentano. Ciò che costituisce un livello accettabile di servizio per una persona, può non esserlo per un'altra. Per queste ragioni la valutazione della qualità o, almeno, il conseguimento del gradimento sulla qualità è, probabilmente, intrinsecamente difficile. Possono essere individuate quattro i tesi fondamentali in relazione a situazioni in cui risulta o facile o difficile per il consumatore valutare la qualità del servizio, e facile o dif- ficile per il produttore esprimere lo stesso giudizio. Le distinzioni fondamentali sono illustrate alla figura 1, che distingue quattro tipi di casi che possono verificarsi nella valu- tazione della qualità dei servizi. Nel primo caso in cui vi è una conoscenza reciproca, sia il produttore che il consumatore possono facilmente valutare la qualità di un bene o di un servizio. t probabilmente il caso di prodotti semplici di Lisci quotidiano, come ad esempio A cibo, i prodotti da toilette e i prodotti base per la casa. Grado di difficoltà per l'utente nella valutazione della qualità. Basso Alto Grado di Difficoltà Basso Conoscenza Conoscenza Per il di Entrambi Del produttore Produttore nella valuta- zione della Alto Conoscenza Ignoranza qualità Del consumatore Di entrambi FIG. 1 11
Anche in questi casi esistono probabilmente alcune disparità di conoscenze e il produttore può essere abile nel nascondere l'informazione o nell'ingannare, ma ciò accadrà più limitatamente rispetto al caso in cui si tratti di beni più complessi. t possibile dedurre la qualità degli alimenti o di qualsiasi cosa che possa essere testata soltanto nella fase finale con esami sofisticati, ma il punto è che i clienti si sentono in grado di dare giudizi sufficientemente informati per prendere delle decisioni. Ad un certo livello la qualità è ac- cessibile. Anche se i consumatori stessi non possono compiere i test che sarebbero necessari per determinare la qualità, essi possono essere in grado di valutare e di far uso dei test e del giudizio degli esperti, come ad esempio negli studi di Which. La qualità è, in tali circostanze, una dimensione del prodotto accessibile sia per il consumatore che per il produttore, o direttamente o attraverso terzi in grado di provvedere a una valutazione compiuta da esperti. Nella seconda situazione l'utente ha, rispetto al produttore, capacità molto minori di giudicare un prodotto. Tra utente e produttore esiste una seria disparità di cognizioni. Non è il caso in cui la maggiore conoscenza del produttore o del venditore pone questi necessariamente in una situazione di vantaggio, il fatto che A consumatore non è in grado di giudicare può semplicemente significare che il mercato s'indebolisce. In economia questo problema è stato affrontato dal lavoro di Akerlof (1984), che esamina i problemi che sorgono quando la qualità non può venir facilmente valutata. Egli sostiene che vi sono: ... molti mercati in cui i consumatori utilizzano delle ricerche di mercato per giudicare la qualità delle prospettive di acquisto. In questo caso vi è un incentivo per i compratori ad immettere sul mercato merci di bassa qualità, visto che i profitti derivanti da merci di buona qualità aumentano per l'intero gruppo preso in considerazione dalla statistica, non solo per il singolo venditore. Come risultato si va verso una riduzione della qualità media dei beni e dunque anche della grandezza dei mercato (Akerlof, 1984, p. 7). Nei mercati di beni di seconda mano, per esempio il 12
mercato delle macchine usate, l'incertezza sulla qualità abbasserà il prezzo medio, inducendo coloro che hanno prodotti di buona qualità ad uscire dal mercato perché non possono ottenere il valore pieno della merce che intendono vendere. I servizi professionali, in virtù della conoscenza specialistica e dell'expertise da cui derivano, hanno alcune di queste caratteristiche, forse con l'ulteriore difficoltà derivante dall'indisponibilità di una media statistica - o dalla sua deliberata soppressione. I professionisti sono spesso contrari a procedere a pubbliche stime delle loro prestazioni, su cui il pubblico sarebbe in grado di esprimere giudizi. Dingwall e Fenn (1987) sostengono che i professionisti sono particolarmente adatti ad affrontare il problema della loro incapacità a fare agevolmente chiarezza sulla qualità del loro lavoro. Essi affermano che: In conseguenza dell'asimmetria dell'informazione, i produttori non sono capaci di segnalare ai consumatori le differenze nella qualità relativa della propria :prestazione. Il prezzo di mercato rifletterà soltanto il livello medio della qualità sicché i produttori di alta qualità saranno portati fuori dal mercato o ridurranno la qualità del loro servizio. D'altra parte, ciò porterà a ridurre il livello medio di qualità percepita dai consumatori, ad un'ulteriore conseguente riduzione del prezzo e ancora ad un'altra diluizione della qualità, e il processo continuerà in una spirale discendente (Dingwall. e Fenn, 1987, p. 54). La miglior conoscenza che il professionista ha può risolversi allora in una fonte non di potere ma di debolezza per effetto della legge di Gresham per i servizi professionali. La migliore conoscenza dei produttori di pubblici servizi sarà fonte di potere nelle circostanze in cui il consumatore deve far uso del servizio ed è conveniente agli interessi dei professionisti mantenere l'ignoranza. Paradossalmente, come sostiene Carley (1989) nel caso dei servizi dei professionisti, possono essere proprio quelli che hanno maggior bisogno ad essere i meno capaci a giudicare il servizio di cui usufruiscono perché mancano delle basi necessarie alla valutazione. La terza situazione è quella in cui A consumatore è in grado più del produttore di valutare la qualità di un servi- 13
zio, per esempio perché il singolo produttore è soltanto un membro del gruppo e può vedere soltanto una parte del risultato finale. Ne è un esempio l'assistenza sociale, in cui diverse agenzie devono cooperare per erogare un servizio effettivo. E singolo cliente può avere un'esperienza insoddisfacente del risultato finale, mentre i singoli servizi, come ad esempio la sanità, i servizi sociali, l'accoglienza, la sicurezza sociale e le agenzie di volontariato possono ritenere di aver svolto un lavoro ineccepibile. Il servizio non è il risultato di ciascun individuo o di ciascun servizio preso separatamente ma l'effetto globale, che ben può essere anche inferiore alla somma delle sue parti. Quando il lavoro da svolgere è altamente complesso e differenziato, i produttori devono lavorare in stretta interdipendenza. Sarà difficile determinare le responsabilità per dei cedimenti di qualità, anche se il consumatore sa che il cedimento si è verificato. Stinchombe e Heimer (1985) ritengono che l'amministrazione dell'industria petrolifera nel Mare del Nord dia origine a problemi di questo tipo. Quanto più due attività dipendono l'una dall'altra nei particolari, tanto più la prestazione insufficiente di una di esse influenzerà negativamente la produzione dell'altra, e, di conseguenza, tanto più difficile sarà individuare tra i due partner chi sia responsabile per i costi, i ritardi, la qualità inferiore, e per altri problemi (Stinchombe e Heimer, 1985, p. 69). La conoscenza del consumatore è privilegiata laddove il fine del servizio sia quello di entrare in contatto con lui come persona, fisicamente, psicologicamente o emozionalmente. Solo io posso giudicare se il professionista ha fronteggiato bene A mio problema. Il risultato dell'attenzione prestata o del parere dato è invisibile per tutti, tranne che per il consumatore e i bisogni sono sempre mutevoli. La conoscenza del consumatore è dunque privilegiata quando riguarda colui che fornisce il servizio. Nel caso che Foa e Foa (1974) chiamano, generalizzando, scambi, per esempio il semplice scambio di beni contro danaro, l'identità della parte che fornisce il servizio non ha importanza, ma nel caso di 14
scambi particolari, come l'amore o la cura, l'identità dell'altra parte avrà rilevanza. Contratti generalizzati, in cui non viene identificato il fornitore del servizio, non saranno possibili. Molti settori dei servizi pubblici sono altamente particolari perché ci coinvolgono come individui e soltanto A consumatore può giudicare del servizio. La qualità sarà in funzione di colui che fornisce il servizio, qualsiasi sia lo standard del suo lavoro. La conoscenza del consumatore sembra dunque privilegiata nel casi m cui la percezione della qualità varia significativamente da un individuo ad un altro. Alcuni possono essere ad esempio più consapevoli di altri della qualità e più pronti a cambiare ad esempio in qualità piuttosto che in prezzo. Quanto più complesso è il servizio interessato, tanto più probabile è che vi saranno differenze per quanto concerne i livelli di qualità, perché possono venir fatte più distinzioni. Ogni misurazione della qualità dipende pertanto dalla conoscenza della capacità di percepire la qualità da parte di colui che fruisce del servizio stesso. E’ soprattutto così nel caso di prodotti non materiali, come l'educazione o la salute, quando tutto ciò che può concernere una rivalutazione può consistere in un cambiamento di percezione. La conoscenza privilegiata del consumatore può, anche se non necessariamente, porre questi in una posizione di maggior potere. Il fatto che il consumatore possa giudicare la qualità del risultato può creare pericoli di rischi morali per cui il consumatore può sottovalutare i benefici ottenuti da un servizio, arrivando forse a servirsene in misura minore o a pagarlo meno. Ma allo stesso modo il consumatore può ritenere che la qualità sia bassa ed essere tuttavia incapace di distribuire le responsabilità tra i produttori o, anche se è in grado di farlo, può non essere in grado di reagire. Può non essere capace di astenersi dal fruire del servizio. Se coloro che attribuiscono un grande valore alla qualità cessano di usufruire del servizio, ricorrendo, ad esempio, ad istituti privati per l'educazione o per la sanità, o acquistando le case in 15
cui vivono, per il produttore l'incentivo a mantenere la qualità sarà ridotto. Coloro che cessano di usufruire del servizio possono però non essere in grado o non voler pagare un prezzo sufficiente per garantire la qualità. Le forze del mercato allora non possono garantire la qualità. Se la conoscenza che il consumatore ha in ordine alla qualità è difficile da arti- colare e da utilizzare nei rapporti col produttore allora essa può anche risultare inutile ad accrescere il suo potere. Nell'ultima situazione, nella quale è difficile per entrambe le parti valutare la qualità senza costi troppo alti, i problemi che sorgono in caso di conoscenza sia da parte del consumatore che del produttore sono ancora più evidenti. La ignoranza di entrambi può derivare dal fatto che i risultati del servizio saranno visibili solo a lungo termine o perché esso è molto nuovo o semplicemente perché è difficile essere chiari su cosa sia un risultato accettabile. Carley (1989) sostiene che è difficile per coloro che sono coinvolti (siano essi consumatori o produttori) fare sufficiente chiarezza sui fini dei servizi prestati dai professionisti. Gran parte del lavoro nel settore pubblico ha carattere preventivo come ad esempio nel caso della sanità o dell'assistenza sociale e per alcuni aspetti del settore abitativo. In tali casi è veramente difficile valutare la qualità del lavoro che è stato fatto, visto che il risultato può consistere in qualche cosa che non si è ancora verificato. Anche quando è possibile procedere imparzialmente ad accurati controlli di qualità, può essere estremamente costoso farlo e contratti con clausole troppo rigide saranno pertanto inefficienti. Kenney e Klein (1983) esaminano, ad esempio, il problema che sorge nel mercato dei diamanti dove i costi di valutazione della qualità sono alti e dove è importante sviluppare la fiducia. Poiché la qualità del prodotto non può venir specificata se non con costi molto alti, il produttore e A consumatore devono dividersi il rischio: Quando entrambe le parti della transazione devono fornire dati importanti che non possono venire specificati prima nel contratto a costi ac- 16
cettabili e quando i costi dei marchi sono notevoli, un accordo sulla ripartizione del rischio, sebbene crei potenziali problemi di rischio morale, può essere la soluzione più efficace. In un mondo di previsioni, misura- zioní e applicazioni imperfette, alcune combinazioni di specificazioni, marchi e costi di disincentivazione saranno associate con alcuni accordi contrattuali (Kenney e Klein, 1983, p. 525). Potrebbe essere possibile testare la qualità ma ciò non varrebbe lo sforzo e la spesa se potessero essere elaborati metodi alternativi e più economici per assicurare un risultato accettabile. Nel caso di servizi che si occupano dei corpi o delle menti degli uomini - ipotesi in cui la natura dei problemi è costantemente fluttuante e difficile da definire - può essere particolarmente arduo definire la natura del risultato attuale o perseguito e quindi emettere un qualsiasi giudizio sulla qualità. Strauss e altri (1985) riconoscono questo problema nel loro studio sull'attività medica: Le infermiere chirurgiche ci hanno fatto notare a proposito della chirurgia d'avanguardia che nelle fasi postoperatorie è difficile perfino valutare «che cosa sta avvenendo» e fino a che punto l'intervento ha avuto successo. Poiché «tutto è così nuovo» non sanno letteralmente cosa aspettarsi e come valutarlo (Strauss e altri, 1985, p. 10). Il problema dei consumatori e dei produttori che non sanno effettivamente valutare la qualità sembra sorgere particolarmente per i nuovi servizi e laddove vi siano circostanze costantemente mutevoli. Questi problemi aumentano quando il consumatore è parte del processo produttivo. Molti servizi nel settore pubblico sono caratterizzati dal fatto che è difficile tanto per il consumatore quanto per il produttore emettere un giudizio sulla qualità - e forse anche sul fatto che il servizio sia stato effettivamente prestato o meno. La natura di cosa debba in- tendersi sia stato prodotto nel caso di un lavoro di sviluppo di una comunità, o in gran parte del lavoro sociale e dell'educazione, è necessariamente imprecisa perché si tratta di fatti che riguardano la vita nelle sue linee generali e non nei 17
dettagli ed anche perché i risultati possono divenire evidenti solo a lungo termine. Nel chiederci se la qualità possa essere valutata è dunque necessario tener conto anche di un altro fattore: se sia possibile discernere la qualità prima di usufruire del servizio o soltanto durante o dopo la sua fruizione. Quanto più l'utente è in grado di procedere ad una valutazione ex ante, tanto più facilmente sottoscriverà un contratto che specifichi in dettaglio la qualità della prestazione desiderata. Se è possibile soltanto valutare la qualità durante la fruizione del servizio, allora i contratti sulla sua fornitura saranno necessaria- mente centrati sulla relazione tra il produttore e l'utente, piuttosto che sulla valutazione dei risultati o su una specificazione preventiva. Ciò di cui c'è bisogno sono quelli che MacNeil (1980) chiama contratti relazionali. Non è necessario che l'abilità nel valutare la qualità del risultato di un servizio ponga il produttore o l'utente in una posizione dominante, perché la conoscenza della qualità non è il solo fattore che determini il potere. Come nel caso dei limoni di Akerlof (1984), la conoscenza della qualità del produttore può soltanto metterlo sull'avviso sul momento in cui può venir svantaggiato. Il potere del produttore o del consumatore costituirà una variabile indipendente che sarà fondamentale considerare nel momento in cui si tentano di sviluppare dei metodi di regolazione, ispezione e monitoraggio dei servizi o in cui si elaborano o si gestiscono i contratti o le clausole particolari relative alla prestazione dei servizi. Il contratto si occuperà necessariamente delle conoscenze specialistiche e terrà conto della capacità di utilizzare una tale conoscenza, il che significa che aspetti differenti del contratto saranno rilevanti in circostanze differenti. Il rapporto tra produttore e cliente nella fornitura del servizio pubblico richiede un grado di fiducia maggiore rispetto a quello necessario tra il produttore e il consumatore di beni manufatti. La difficoltà di valutare il prodotto e la prestazione del produttore, fino al punto che può non risultare sempre chiaro se esso sia stato addirittura prodotto, significa che il cliente deve avere una 18
certa fiducia nel produttore. Quanto più il servizio coinvolge il cliente in un rapporto personale col produttore, tanto più essenziale sarà la fiducia per il successo e la persistenza del rapporto. I rapporti con medici, terapeuti, operatori sociali ed insegnanti richiedono una fiducia maggiore di quella necessaria nei rapporti con giornalai, autisti, operatori ecologici. t richiesta più fiducia per scambi di carattere particolare che non per scambi di tipo generalizzato. 1 produttori hanno bisogno di aver fiducia nei consumatori quando si tratta di servizi, perché i consumatori sono parte del processo della produzione del servizio. Il dottore o l'insegnante non può avere successo senza la cooperazione del cliente, e il profes- sionista avrà bisogno di fidare nel fatto che il cliente si comporterà responsabilmente. 6. CONCLUSIONE Ho sostenuto in questo articolo che la qualità è necessariamente difficile da valutare in alcuni settori di erogazione del pubblico servizio. Fino ad ora la valutazione e la specifi- cazione della qualità sono state limitate a servizi materiali semplici e diretti, come la raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strade e degli edifici. Anche in questo caso sorgeranno difficoltà del tipo di quelle che ho esaminato, per esempio è impossibile definire degli standard di pulizia senza ambiguità. Ma quando la contrattazione, l'approccio basato sui dati di mercato comincia ad essere esteso a prestazioni professionali più complicate, come la medicina, il diritto, la finanza o i servizi sociali, sarà necessario sviluppare approcci più sofisticati per la specificazione della qualità. Il problema non è soltanto dato dalla complessità ma dal confronto col fatto che i pubblici servizi in particolare comportano delle scelte di valore. Il problema della qualità nei servizi pubblici non è quello di elaborare delle specificazioni del servizio stesso, quanto piuttosto quello di confrontarsi con la fluttuante struttura di valori della società. 19
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