ETIOPIA OMO SURMA EXPEDITION - ''Una prima nella terra dei Surma e del fiume Omo - Viaggi Avventure nel Mondo
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avventu.re/2088 RACCONTI DI VIAGGIO | Iran RACCONTI DI VIAGGIO | Etiopia ETIOPIA OMO SURMA EXPEDITION Una‘‘prima ‘‘ nella terra dei Surma e del fiume Omo Da un ETIOPIA-OMO SURMA EXPEDITION, gruppo Bigliati Testo di Domenico Megalizzi D ecido di partire per l’Etiopia attratto dal velo di mistero che la circonda. Sembra sia il luogo ancestrale di tutto: la prima donna bipede, la culla della civiltà umana, il luogo di approdo Coordinatrice Elena Bigliati dell’arca, la regione di Kafa da cui prende il nome la bevanda Foto di Gabriele Fugazza e Virgilio Castellana scura e intensa di cui non potrei fare a meno. Mi dico che ci deve essere qualcosa che giustifica i miti leggendari che vi sono ambientati: le esplorazioni di Bottego, del fiume OMO... Mi incuriosisce il fatto che le diverse etnie di questo pezzo d’Africa, mai unite in un unico popolo ed ancora oggi spesso in conflitto tra loro, hanno resistito da sempre ad ogni tentativo di dominazione, dai sultani arabi ai gas di Graziani. Alterno momenti di entusiasmo ad altri di diffidenza: ci sarà ancora qualcosa che mi sorprenderà? Temo che mitizzando troppo il viaggio potrei invece avere la delusione di qualcosa che, agognata, finisca con lo scontrarsi con la realtà di una globalizzazione che appiattisce ogni rilievo e azzera ogni differenza. Vedremo. 8 - Avventure nel mondo 2 | 2019
RACCONTI DI VIAGGIO | Etiopia 24 dicembre e scopriamo che è un mulino, la strada silenziosa Arriviamo ad Addis Abeba la mattina della vigilia di lascia il posto al frastuono delle macchine che Natale; e partiamo alla volta di Bonga. La periferia di macinano, alla gente più numerosa di quanto Addis è una conferma delle teorie di Marc Augè, un da fuori si potesse immaginare. Le donne sono crogiolo della peggiore speculazione edilizia di molte abbigliate con vestiti coloratissimi e la loro bellezza è periferie urbane, molto somigliante a quella italiana amplificata dalla poca luce soffusa che dalle finestre degli anni 60/70 ma che qui sta crescendo senza filtra faticosamente attraverso la polvere sottile e regole. In tutte le scatole di fiammiferi in costruzione dall’odore forte di curcuma che un po’ prende alla spicca l’aspetto “autoctono” dei ponteggi di pali gola. E’ una luce che solo in pochi punti spezza la irregolari che muovono un po’ queste facciate piatte penombra del locale, si vedono scene che sembrano da edifici del blocco sovietico contemporanei (le quadri di Caravaggio. In pochi minuti abbiamo uno regole sulla sicurezza non sono ancora arrivate). spaccato di quotidianità molto intenso. Per strada Ci immettiamo in una strada polverosa costruita dei bambini studiano all’uscio di un negozio con un per i camion di marche cinesi che trasportano libretto di Topolino, faccio per loro un paio di disegni incessantemente tonnellate di materiale verso la di personaggi Disney e ridono. nuova diga in costruzione di Gibe III e verso le rive del fiume Omo fino ad ora remote in cui spuntano 26 dicembre come funghi impianti di lavorazione dello zucchero Dobbiamo avere dei permessi per entrare nel prodotto nelle piantagioni di canna delle diverse territorio Surma: primo incontro con i tempi africani. multinazionali che ne esportano i frutti lasciando alla popolazione locale lo zucchero peggiore. Mi sa che ormai è troppo tardi, vedremo un’Africa che esiste solo più sui depliant per turisti. La strada è un enorme cantiere con ai lati decine di baracche in cui la lamiera grecata e le strutture dirami di albero contengono qualsiasi mercanzia. Non mancano gli edifici con grandi finestre colpite dal sole, a queste temperature delle vere e proprie serre. Donne scavano e cementificano dei canali di scolo. Superato questo limbo si comincia a vedere un po’ di natura. Foreste di alberi di banano così coperti dalla polvere marrone da sembrare seccati da un onda di calore improvvisa e potente, un’istantanea color seppia. Arriviamo a Bonga, passiamo per la città brulicante di attività e di colori. Il campeggio è un posto isolato in mezzo alla natura verdeggiante che già apre un po’ il cuore. Ceniamo cucinando le prime risorse della cassa viveri e montiamo le tende. Un cielo così non lo vedevo da tempo; e la mattina, non più accecati dalla stanchezza, scopriamo di essere in un altipiano verdeggiante e fresco. 25 Dicembre La colazione di Natale in mezzo alla natura ha un suo perché: oggi andiamo a visitare le piantagioni Scopriamo che l’addetta dell’ufficio arriverà più biologiche di Kafa. La nostra guida, Talìa, oltre tardi: siamo in periferia di Mizan Tefari ed è già ad essere cortese e professionale evidenzia una passata un’ora alle auto, ma... IN AFRICA NON grande gentilezza d’animo. Le piantagioni “bio” sono ESISTONO TEMPI MORTI, ce ne accorgiamo subito. splendide, si inerpicano per l’altipiano in un bosco All’ombra di un albero enorme si apre la vista di vecchie piante coperte di licheni. Conosciamo sulla strada piena di gente che cammina carica i parenti della guida che ci riempiono di attenzioni delle proprie cose; i bambini vogliono giocare con sincere, ci fanno entrare in casa loro, una capanna in noi a calcio, il gruppo cresce rapidamente, non si pali e paglia di pochi metri quadrati e in cui la poca capisce da dove spuntano. Seguono la palla in modo luce filtra attraverso i pali disconnessi delle pareti li disordinato urlando e ridendo e si contendono ogni dove non è stato aggiunto il fango caduto, una panca passaggio. Qualche metro a piedi e sembra di essere irregolare per sederci, un letto per tutta la famiglia nell’Italia meridionale di Carlo Levi. Gli abitanti del e le ragnatele affumicate dai fuochi accesi a terra villaggio portano le loro bestie al veterinario venuto per cucinare. L’atmosfera è indescrivibile. Nel bosco chissà da dove e chissà quando tornerà. Il “sana incontriamo gente che raccoglie gli ultimi chicchi di porcelle” si sta occupando di una asino ferito sotto caffè rimasti a terra, ci sorridono. Bellissimo. la pancia. Tutti danno una mano e partecipano della È ancora mattina: mi sa che sarà un bel viaggio. preoccupazione del proprietario. Abbiamo perso la Arriviamo nel pomeriggio a Mizan Tefar, facciamo cognizione del tempo, arrivano i documenti. un giro per il mercato, compriamo frutta, verdura Ripartiamo. La luce è tagliente, le donne ai lati della e acqua in quantità. Entriamo in un posto fumoso strada scompaiono sotto i loro covoni o mazzi di Avventure nel mondo 2 | 2019 - 9
RACCONTI DI VIAGGIO | Etiopia legna molto più grandi di loro, formiche verso i loro fanno viaggiare nel tempo. Intanto Elena, la nostra formicai. Mucche, asini e capre ci impongono di coordinatrice, si allontana da noi e fa conversazione, rallentare o fermarci finchè serafiche e indifferenti Dio solo sa in che lingua riesca, con dei ragazzi passano oltre. I nostri autisti non pensano neanche vicini a un fuoco. La loro distanza iniziale si azzera lontanamente di usare il clacson, aspettano, Il tempo e possiamo immortalarli mentre ridono di gusto. Mi ha già valori diversi, non misurabili con i nostri piacerebbe sapere come faccia a farli ridere così. strumenti precisi. Vedremo anche più tardi come questa sua capacità Arrivati a Tulget andiamo a vedere il primo villaggio di entrare in contatto con le persone farà cadere quel dei Surma. Capiamo che parte della loro fierezza è velo protettivo di diffidenza e permetterà ai nostri già storia, chiedono dei birr per fotografarli limitando straordinari fotografi di terminare le foto statiche da un po’ la loro autenticità. Il nostro scout col suo AK47 5 Birr e scattare immagini veramente autentiche. Mi non aiuta a rompere il ghiaccio,anzi… notiamo che rendo conto che se non c’è un contatto si può andare chiedono soldi ma non sanno contarli, immagino che in qualsiasi luogo e non vederne buona parte. compreranno oggetti di cui non conoscono il valore Durante la pausa pranzo a Kibish assistiamo alla in denaro e saranno depredati. Sulla sentiero del preparazione dell’injera a casa di una signora, ritorno incontriamo la gente che torna al villaggio entriamo in un bar in cui si beve alcol locale, e in con l’acqua, ballano e ridono di noi, ci fermiamo in un altro mulino. Ancora tempi “morti” straordinari, una scuola imposta dal governo per “istruire” questo meglio delle visite guidate. popolo aggressivo... Poi.. un matrimonio surma. Arriva sempre più gente che balla allo stesso, identico, ripetitivo e incessante 27 dicembre ritmo di tamburi di plastica; bevono birra di sorgo Raggiungiamo a piedi un recinto di rami in cui un a litri e ogni tanto nel cerchio le donne accolgono branco di tori imponenti sosta tranquillo. Fa uno un uomo, lo frustano con dei rami e questo sorride strano effetto vedere queste bestie dotate di corna abbondante . Un ragazzo lo raccoglie dentro una mentre si prende delle gran nervate, lo buttano a terra possenti così mansuete: gli occhi sono così buoni zucca vuota e lo beve tutto. Pare non si accorgano di e lo immobilizzano. Poi tutto si ripete così per ore. e le orecchie tagliuzzate in maniera decorativa. noi, appare tutto naturale. Del fango viene applicato Ogni tanto sparano in aria con i kalasnikov. Il capo Alcuni ragazzi vestiti di collana o bracciale credo sulla ferita del toro a fermare il sangue. Scalzi villaggio sfoggia l’abito migliore, maglietta marrone abbiano dormito qua. Stamattina assistiamo al rito questi uomini camminano fra gli escrementi senza e coperta con disegni di Winny the Pooh legata alla del sangue. In effetti non ha niente di rituale, non prestare attenzione, anzi un bambino ne raccoglie loro maniera tradizionale. Contaminazione che ci fa ci sono motivi ancestrali, religiosi o magici dietro. un po’ per curare la mastite di una mucca, non sorridere. Quando il tasso alcolico ci sembra elevato Il sangue è un ottimo nutriente e ogni giorno conosco le proprietà curative della cacca di mucca andiamo via. Anche oggi giornata veramente ricca. qualche ragazzo della tribù ne beve una quantità ma evidentemente un’utilità la avrà. Mi diverto a direttamente sgorgante dal collo di un toro. Si fotografare i miei compagni di viaggio, le facce 28 dicembre tratta semplicemente di una pratica pragmatica sorprese di chi viaggia con te sono probabilmente Attraversiamo il territorio surma, davanti a pastori in cui costi e benefici vanno a favore dei secondi. specchio della tua, denotano sorpresa e meraviglia. con i loro greggi di mucche, unico “abbigliamento” Con tanta maestria un uomo scaglia una freccia Le orecchie forate coi lobi allungati, le scarnificazioni, un telo e il kalasnikov. Poi, dei check point sul collo di un toro, abbastanza in profondità da gli abiti di stoffe legate su una spalla o addirittura improvvisati in cui gente sorridente ci saluta con gli forare l’arteria e farne uscire un flusso di sangue una sola collana come vestiario sono scene che ci Ak spianati: loro sorridono ma comunque un po’ di 10 - Avventure nel mondo 2 | 2019
RACCONTI DI VIAGGIO | Etiopia timore lo incutono. La faccia preoccupata del nostro in tenda e saremmo già deliziati. Ma no, c’è poliziotto di scorta non ci tranquillizza. Maji si trova ancora altro, ci fermiamo al di là del famoso ponte. a quota 2500 m, il paesaggio è lussureggiante, Architettonicamente è di basso profilo, dei bambini arriviamo per la celebrazione della messa copta. lo usano come trampolino di lancio per gettarsi nelle Qui vive l’etnia Dizi, nemici storici dei Surma. Sono acque scure dell’Omo, li vediamo volare per una più cortesi e ospitali. Le donne sono tutte velate di quindicina di metri e stiamo col fiato sospeso per bianco e gli uomini indossano turbanti. Il rito si svolge secondi interminabili prima di vederli riemergere fuori dalla chiesa, in alcuni momenti tutti quanti si tranquilli. Sulle rive uomini nudi con corpi di bronzo inginocchiano a terra in direzione del celebrante. si lavano accanto a donne che fanno il bucato. I miei Riscendiamo a valle lungo sterrati sconnessi e pieni compagni di viaggio scuotono la testa sorpresi e di massi, qui durante la stagione delle piogge si è indicano ora di qua, ora di là scene da condividere. isolati. Passiamo piano piano dal fresco verde delle Io sono al secondo viaggio in Africa, ma ci sono dei montagne al giallo secco e arido della savana. Non si veterani: Gabriele è stato quattro volte in Etiopia, fa in tempo ad abituarsi a un paesaggio che questo eppure... è sempre sorpreso! cambia nuovamente. Arriviamo al campeggio dentro Ripartiamo e percorriamo km di strada rossa l’Omo National Park. Io e Gabriele facciamo qualche ad ora. Al bar ci permettono di mangiare il nostro sollevando nuvole di polvere. Queste pianure km a piedi per arrivare ad una fontana che si aziona cibo e bere un paio di Habesha e Saint. George, rossastre sono segnate da spaccature profonde a mano con una leva. La sensazione dell’acqua due birre etiopi che non hanno niente da invidiare scavate dall’acqua della stagione delle piogge e fresca in mezzo a un paesaggio desertico, il ritorno a alle nostre. Un canale cinese pubblicizza aggeggi punteggiate da altissimi termitai che si ergono come piedi senza bisogno di torce per il chiarore della luna, elettronici da noi di moda venti anni fa. Fuori in totem sul terreno. Qualche albero che sembra la gente che incontriamo per strada a riposare fuori cortile, in attesa del loro buonissimo burna (caffè un baobab in miniatura ci sorprende con i suoi dalle baracche sono un altro viaggio. Leggerezza e appena tostato), ci offrono un’erba da masticare abbondanti fiori rosa. Arriviamo al crepuscolo al libertà, come fai a pensare a qualcosa? Il lavoro e lo che dovrebbe avere effetti eccitanti. Dopo questa villaggio di Korcho. Senza parole, scendiamo muti stress di casa neanche esistono più. pausa visitiamo il villaggio Nyangatom. C’è qui una dalle auto e osserviamo l’ansa del fiume ai nostri certa organizzazione rispetto ai villaggi surma. E’ piedi, siamo su un punto che domina tutta la vallata. 29 dicembre pianeggiante e con una maggiore identificazione Facciamo in tempo a montare le tende e il tramonto Game drive alle 6:30 del mattino. E’un parco ma vi si delle proprietà, si vede il concetto di limite e confine rende tutto ancora più magico. Si riesce a sentire la trova una base logistica di uno dei tanti cantieri cinesi: . Ci sono recinti irregolari che contengono casa, gente che parla sull’altra sponda . file di camion sinohowke e una distesa di baracche depositi, spazi per gli animali. Le donne usano lunghe in lamiera brillanti al sole come il Guggheneim di collane di perline colorate di plastica che una volta 30 dicembre Bilbao in mezzo alla savana arida e piatta. Dopo erano di pietre o legno. Saranno di qualche metro, Ognuno di noi nella notte si è affacciato a guardare colazione partiamo per Kangate, una fila di baracche avvolte con così tanti giri da dare la percezione di il fiume sotto un cielo pesante di stelle. Visitiamo il cresciuta disordinatamente sulle due rive dell’Omo un collo più lungo ed elegante. Anche gli abiti in villaggio Karo: sono più ricchi di altre popolazioni, una volta insuperabili ma ora attraversate da un pelle di mucca sono decorati con figure geometriche bellissimi cesti di canne intrecciate coperti da tetti in ponte di fabbricazione cinese. E’ l’infrastruttura che coloratissime. I cinturini di orologio pendenti sulla paglia si ergono su piccole palafitte per conservare collega il territorio più incontaminato con il resto fronte o tra i capelli sono un’altra dimostrazione il raccolto al riparo dalle termiti. Recinti di pali dell’Etiopia. Queste strade portano il “progresso” fin delle capacità creative e di riciclo di queste donne contengono un numero di case adeguato a quello dentro i villaggi che si erano mantenuti autentici fino stupende. delle mogli e altri più piccoli per gli animali. La luce La giornata sarebbe già piena, potremmo andare Avventure nel mondo 2 | 2019 - 11
RACCONTI DI VIAGGIO | Etiopia radente del primo mattino allunga le ombre filtrando La sera, dopo aver passato un po’ di tempo al lodge tra i pali delle recinzioni e tra le case e disegnando dei nostri compagni, ritorniamo a piedi verso il geometrie mozzafiato. I corpi dei Karo sono colorati, campeggio sotto la luce della luna e accompagnati il bianco è il colore più diffuso, inutile dire che su da hammer che tornano a casa. Surreale. Un ragazzo corpi così longilinei e scuri impreziosisce l’effetto. Le in moto lascia il fratello un po’ più avanti e torna pietre per comporre i colori arrivano da montagne a indietro per darci un passaggio: gesto spontaneo e venti chilometri da qui. Ci dicono che le donne che gentile. indossano pelli di mucca non sono ancora sposate, 31 dicembre mentre chi indossa gonne in tessuto si. Hanno ottimi Saliamo su una canoa per attraversare il fiume rapporti con gli Hammer, consolidati e vedere un villaggio dell’etnia dei da frequenti matrimoni tra le due etnie. Dassanech. L’organizzazione spaziale I visi sono sottili, gli zigomi pronunciati è piuttosto semplice, casupole a forma e i capelli corti. Bellissimi. di covone di grano ma ricoperte di Nel pomeriggio ci spostiamo a Turmi, lamiere piegate. Sono dei forni al sole. alcuni di noi montano le tende in Durante il giorno gli abitanti stanno un campeggio vicino al greto di un fuori, sotto pergole di rami per godere fiume in secca sotto alberi di mango dell’ombra. I Dassanech sono alti e di cui mangiamo i frutti caduti. Nel hanno dei visi quasi effeminati. Le pomeriggio andiamo a vedere il donne ballano e cantano in gruppo; salto del toro. Un rito di passaggio. sono bravissime a recitare anche se Un ragazzo per diventare uomo e fosse per turisti, si divertono. Degli potersi sposare deve superare la uomini costruiscono un nuovo recinto, prova: saltare per tre volte di fila altri scolpiscono con grande maestria una serie di tori affiancati senza cadere, una sorta degli sgabelli/cuscini dal design funzionale ed di tauromachia africana. Prima di questo però le elegante. Un ragazzo si occupa di fare i fori per il donne hammer si fanno frustare a sangue da alcuni manico in corda o pelle di mucca. Usa uno strumento insistentemente di fotografarli, abbiamo ottenuto uomini che avranno il compito di benedire i tori e il primitivo: arroventa una punta di acciaio e la poggia il loro rispetto. Un’immagine mi rattrista un po’, i jumper. Queste donne portano i capelli lunghi fino sul punto da forare; ne brucia pochi millimetri e lo soldi che noi diamo vengono subito dati agli scout alle spalle raccolti in sottili treccine colorate da fango rimette sul fuoco. Ci vorranno ore a finire i buchi. Mi in cambio di bustine di aranciata da diluire in acqua. rosso. Sono splendide e fiere,hanno i visi allungati, chiedo se non sia giusto informarli che esiste anche Una foto vale 5 birr, una bustina anche, e a loro di dai tratti somatici e dagli occhi quasi orientali, uno un bulino… Se ne vedessero uno, lo saprebbero questi soldi che neanche conoscono non rimane sguardo di sfida. Si mettono di fronte al frustatore riprodurre! Hanno una manualità che la maggior niente. affrontandolo con canti e danze finché non ricevono parte di noi occidentali ha perso. Al mercato locale Il pomeriggio lo passiamo a visitare Jinka con Znabu, la sferzata senza battere ciglio. Le loro schiene vediamo contenitori di legno scolpito con manici e un cuoco che aveva fatto amicizia con Elena; ci porta nude sono segnate da tagli profondi e insanguinati. tappi di pelle di mucca, sgabelli e altri oggetti fatti con a casa sua dove ci mostra gli strumenti per distillare Lo sprezzo del dolore che mostrano ha qualcosa di gli stessi pochi materiali. Da qui ripartiamo per Jinka. una grappa dolciastra che ci fa anche assaggiare, ancestrale e animalesco. Ci inerpichiamo di nuovo per le montagne, lasciamo dalla sua vicina che prepara l’injera, al mercato Prima del rito le donne circondano la mandria di la savana per tornare al verde lussureggiante. Per locale, dove incontriamo anche sua madre che fa tori ballando intorno con centinaia di campanellini strada ci vengono incontro dei bambini dipinti su compere in un tripudio di colori, schiamazzi e odori. alle caviglie e soffiando dentro a corni di metallo. tutto il corpo che camminano su trampoli altissimi. Tutto gratuitamente. Abbiamo dovuto insistere per Arrivati li ci concediamo un dargli dei soldi per aver passato il pomeriggio con alberghetto, una doccia dopo tanti lui. Unica pecca di questa giornata è stata la nostra giorni non la disdegna nessuno. “invadenza” di fotografie in un’area che non aveva mai visto un turista: mi viene in mente che lo scatto 1 gennaio della fotocamera si chiama shoot. Forse è il nome Visita al villaggio Mursi, imparentati più adatto. A volte la fotocamera è il mezzo migliore con i Surma: ne usano gli stessi per non vedere. Dopo cena Gabriele, Antonio ed io ci costumi ma hanno tratti somatici vediamo di nuovo con Znabu e altra gente del posto differenti. Qualche bella istantanea in una discoteca locale per festeggiare il capodanno, con queste donne che però eravamo gli unici bianchi, divertentissimo. diventano insistenti e invadenti con le loro richieste di fotografie a 5 birr. 2 gennaio Riesco a godere meglio il villaggio Mercato di Alduba. Dopo ore di cammino da ogni quando decido di posare in auto la villaggio arrivano popoli con addosso ogni tipo di fotocamera. Confido nella pazienza mercanzia. C’è una gran varietà di oggetti ottenuti e bravura di Gabriele, che vedrò poi da materiali locali: borse, bracciali, pettini, spezie, non saranno smentite. La nostra formaggi; gli uomini invece si occupano del coordinatrice a un certo punto è bestiame. Mangiamo una carne appena macellata, circondata da questa gente che ride grigliata e servita in fornellini di terracotta; beviamo guardando il video del matrimonio le nostre immancabili birre etiopi. dei loro cugini Surma di qualche Ripartiamo verso Konso. Rettangoli irregolari di giorno prima, anche se sembra siano sorgo col loro giallo intenso ricordano i quadri di Poi silenzio, tutti intorno guardano con apprensione passate settimane. Ha proprio un dono. Aiutiamo una Van Gogh. Le capanne hanno ancora una struttura quello che sta per accadere. Se il ragazzo cadrà sarà donna ad accendere un fuoco, disinfetto una brutta diversa, sembrano dei bottiglioni di vino col vimini reietto dalla tribù. ferita al braccio di un’altra. Nessuno ci chiede più intrecciato alla base, coperti poi da bellissimi tetti 12 - Avventure nel mondo 2 | 2019
RACCONTI DI VIAGGIO | Etiopia Una splendida piazza si erge sopra la valle sorretta da tre pali ed una pelle in canne di bambù che verdissima con i terrazzamenti che a ragione sono a contatto col terreno marcisce col tempo. Nessun patrimonio dell’Umanità. Le case sono un ottimo problema, sono molto alte e ogni tanto viene tagliato esempio di bioarchitettura e di sapienza costruttiva. lo strato marcio, la casa si abbassa ma è ancora Dei pilastri in legno sostengono il pavimento della utilizzabile per un altro anno. Hanno una forma a casa ma fanno anche da spazio pubblico: di giorno testa di Elefante, somigliano al Mammut dell’”era all’ombra sosta la gente, di notte dormono i giovani glaciale”. Anche l’interno ha una suddivisione più del consiglio cittadino. Il livello superiore presenta complessa di quelle viste fino ad ora. Mangiamo dei fasci di rami sottili intrecciati e piegati in cerchi questa pietanza di banano fermentato insieme sempre più piccoli fino alla sommità, una specie di a miele e beviamo la loro grappa. Nel pomeriggio ragnatela che sostiene uno strato di fasci di paglia passeggiando per il villaggio conosciamo Marta, di circa 40 cm di spessore. Isola dall’acqua piovana, una bambina dalla risata contagiosa e dagli occhi premette il passaggio dell’aria, mantiene costante la furbi. Ci accompagna da una signora molto anziana temperatura. Io guardo molto le case perché sono che ci accoglie in casa e si dispera perché ha da espressione dei modi di vivere quanto gli abiti o offrirci solo qualche seme di grano. Ci sediamo su le usanze, è interessante questa ambivalenza tra un tavolato in legno e Domenech ci mostra come si pubblico e privato sotto i “pilotis”. E’ il primo villaggio fila il cotone. Quelle mani ossute, cordate di vene in cui si sente maggiormente l’idea di comunità, la trasformano dei batuffoli in filo di cotone con gesti gente sta insieme durante il giorno anche per fare le precisi, rapidi e sicuri. Marta ride e balla. Ogni tanto proprie attività. Il paese segue l’orografia del terreno insiste per avere dei birr, ma preferiamo regalarle un adattandosi al pendio con bellissimi terrazzamenti pezzo di sapone per la madre. Sappiamo che questa sorretti da pietre rosse incastonate tra loro, gli stessi spontaneità si perderà, se paghiamo. che permettono di coltivare il sorgo in terreni così scoscesi evitando l’erosione e trattenendo l’acqua 5 gennaio per rendere più fertili i campi. Interessanti anche i Ci dirigiamo verso Awasa, dobbiamo rinunciare di paglia costituiti da un tronco di cono e da un altro giocattoli dei bambini, qui se li costruiscono con gli ai pozzi cantanti di Jabelo. Le strade sono un cono soprastante; e il tutto termina con una scultura scarti del sorgo o del teef, ne usano la base legnosa concentrato di vita locale e di costumi. I fiumiciattoli in terracotta in cima. I bambini per strada offrono dei per tagliare dei cilindretti che collegano perforandoli semiasciutti sono punti di accumulazione di molte giocattoli in legno fatti da loro, tra questi si trovano con la corteccia e costruiscono camion, auto, attività. Cominciamo a vedere donne velate, purtroppo anche dei kalashnikov perfettamente animali. Un bambino vede gli occhiali di uno di noi e entriamo nel territorio a maggioranza mussulmana intagliati. Facciamo una passeggiata per il centro. un attimo dopo ne aveva fatta un’imitazione in legno, di Sashemene. La città di Awasa è bruttina, si vede Sulla strada principale si vede la tipica periferia bellissimo. Nel pomeriggio ci dirigiamo verso il lago la povertà che non si vedeva altrove, derivante dalla urbana africana, la gente veste all’occidentale, le auto Chamo ammirando scenari ancora nuovi: campi sperequazione di bisogni indotti, forse. e le imitazioni dell’ape Piaggio fanno da taxi, edifici sterminati di banani e di sorgo, gente lungo la strada moderni in cemento ai bordi della strada, banche e che vende caschi di banane accatastati in splendide 6 gennaio negozi di elettronica mostrano una città sospesa tra nature morte, rivoli d’acqua in cui ci si lava o Giriamo per il mercato di Awasa, che offre spaccati progresso e povertà antica. Poi una bambina ci porta nascono piccoli mercati coloratissimi. Siamo stanchi di vita interessanti e autentici; ma stiamo poco al mercato e appena spostati dalla strada principale e verrebbe voglia di dormire, ma qui i trasferimenti tempo perché dobbiamo partire per Addis. Arriviamo tutto cambia. Veniamo letteralmente assaliti da un sono belli quanto le visite, non ci riusciamo. in serata e ceniamo nel più antico ristorante della nugolo di bambini e venditori che cercano la nostra città, un luogo storico in stile liberty con arredi e attenzione mostrandoci ogni cosa. Ci parlano, ci 4 gennaio ringhiere in legno piegato in forme organiche. Bello. toccano, ridono di noi e ci seguono fino dentro Lago Chamo Partiamo in nottata per l’Italia con scalo a Il Cairo. il villaggio, giochiamo con i bambini ma appena Giro in barca in un lago che sembra mare, con enormi Lungo viaggio durante il quale, sonnacchiosi, facciamo finta di inseguirli corrono via ridendo e uccelli, coccodrilli ed ippopotami. Poi il mercato di mescoliamo ricordi a pensieri sulla nostra vita urlando: farangiii. Siamo la novità della giornata, non Hayzo. Gentilezza diffusa, non chiedono soldi per quotidiana che ricomincerà domani. riusciamo quasi più a camminare per la gente che ci le foto, vendono mercanzie particolarissime. Ci Sembra di essere stati qui dei mesi. sta intorno contendendosi la nostra attenzione. Non propongono canne da zucchero, farina di albero di Ci accorgiamo solo adesso di ricominciare a abbiamo neanche per un attimo la sensazione di non banano fermentata che è la base di una specie di misurare il tempo. essere al sicuro, ci offrono tutto quello che hanno da pizza dolce che si mangia col miele e con delle salse mostrare: siamo solo a trenta metri in linea d’aria piccanti. Anche le confezioni dalla strada principale. sono particolari, gli involti del formaggio o di questa pasta 3 gennaio fermentata sono ancora di Dopo una visita alle gole di Gesergio, entriamo in foglia di banano legata con una scuola. Ogni centimetro di muro è utilizzato fiocchi di erba ed esposte come lavagna. I banchi sono vecchi e gli allievi in ordine su stuoie di canne hanno un unico quaderno che trattano come una intrecciate. Nei locali i reliquia. In un luogo in cui la gente vive in baracche pavimenti e le pareti sono polverose, fatte di legna e fango, i quaderni sono più dello stesso materiale e i in ordine e curati di quelli dei miei allievi. Si sente la vecchietti bevono bottigliette loro fame di sapere. In un’aula con circa 60 alunni di idromele che somiglia al si ode solo il graffiare del gesso sulla lavagna. limoncello. E’ un continuo Il villaggio Mechecke ha già un’organizzazione scambio di saluti, strette cittadina, ci sono spazi di aggregazione per la vita di mano e sorrisi. Le case pubblica e luoghi di ritrovo in cui si beve insieme. Dorze hanno una struttura Avventure nel mondo 2 | 2019 - 13
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