I negozi SPERATI Storie di musica nella Savona del passato: MAT2020
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Novembre 2020 È nella tradizione di MAT2020 intercalare la pubblicazione ordinaria con numeri speciali focalizzati su argo- MAT 2020 - MusicArTeam mat2020@musicarteam.com racconta... menti specifici. È accaduto con il ricordo di Greg Lake dopo la sua prematura dipartita, con il VOX 40 di Bernardo Lanzetti, con la celebrazione dei 20 anni di attività di Fabio Zuffanti, con un numero dedicato al Piper di Viareggio, con Angelo De Negri i ricordi di Woodstock a 50 anni di distanza, con due edizioni totalmente in lingua inglese. General Manager and Web Designer L’ultima “fatica speciale” è di poco tempo fa, e riguarda una sorta di mappatura dei negozi di dischi attual- mente esistenti, progetto a cui hanno aderito molti “negozianti” in tutta Italia; siamo così riusciti a far cono- Athos Enrile scere un campione rappresentativo di quella razza di appassionati/coraggiosi che proseguono un’attività che, 1st Vice General Manager and Chief Editor sulla carta, sembrerebbe senza via di scampo, schiacciata dal nuovo che avanza inesorabilmente. In quella occasione, chi scrive non è riuscito a parlare della sua città, Savona, perché le uniche attività rimaste Massimo ‘Max’ Pacini in gioco non hanno ritenuto di collaborare, rinunciando inspiegabilmente ad una pubblicità gratuita. Non 2nd Vice General Manager, Chief Editor and Webmaster resta che parlare di ciò che è stato. Marta Benedetti, Paolo ‘Revo’ Revello Questa edizione di MAT2020, incentrata sulla città di Savona, si aggancia in modo naturale a quella dedicata Administration ai “negozi musicali” appena citata, perché è l’occasione per ricordare, sviscerare, indagare, un periodo di vita magico e irripetibile, attraverso una dinastia e la sua attività sul territorio, quella della famiglia Sperati. Il periodo preso in considerazione è molto breve, tra la fine degli anni ’60 e metà dei ’70, ma la narrazione parte da fine ‘800 e si spinge sino alla fine del ‘900. La perlustrazione profonda, almeno negli intenti, avrebbe dovuto essere allargata, ma occorre fare i conti con il gap temporale - parliamo di mezzo secolo - che produce vuoti di memoria, mancanza di documentazione e riduzione dei protagonisti, molti dei quali non più tra noi. Ciò di cui potrà usufruire il lettore leggendo la storia di Miranda e Pippo Sperati - attraverso la voce degli eredi, dei collaboratori e dei frequentatori dei negozi, delle immagini e dei documenti disponibili -, risulterà affascinante, coinvolgente, capace di ricreare un’atmosfera antica che è certamente caratteristica di una generazione lontana, una storia che è probabilmente paragonabile a tante altre vissute in modo similare in altri luoghi della nostra penisola. Le curiosità non mancheranno, e sono certo che l’effetto domino porterà ad approfondire alcuni aspetti. A seguire le motivazioni dell’autore e, subito dopo, si parte per un viaggio nel passato - per le persone più an- tiche -, una probabile scoperta per i più giovani, quelli desiderosi di conoscere un possibile punto di partenza. MAT2020 is a trademark of MusicArTeam. 2 3
Dedicato a tutti quelli che, in gioventù, entrando in un negozio permeato dalla Musica, La musica è arte, e l’arte ha potere E quando arriverà l’inverno della vita, trasformativo. hanno sentito nell’aria il profumo della la neve cadrà copiosa, e il suo spessore cultura, Il pittore, di ogni razza ed età, è ammorbidirà spigoli sino a poco tempo conscio che, davanti alla propria provato la gioia della socializzazione e, prima infidi e pericolosi. tela immacolata, avrà bisogno di inconsciamente, dato il via alla creazione Sarà più agevole e spontaneo rivisitare il liberare i suoi sogni, provare a na- della colonna sonora della loro vita. vigare con la mente, sperando che i percorso compiuto, e la sincerità e la li- venti siano a lui propizi. bertà di espressione produrranno saggez- A quel punto basterà solo aspettare, za da tramandare ai posteri, e la tela, magicamente, prenderà con il rammarico che una nuova prima- vita, con i suoi colori, vera non si presenterà mai più… i suoi significati, le sue prospettive. La fine di un momento importante, la conclusione di un rapporto, una scadenza dai rigidi termini… situazioni che contengono intrinsecamente il concetto di “silenzio” come sinonimo di “epilogo”, l’idea che si possano azzerare le perturbazioni sonore, la certezza del direttore d’orchestra, che quei “silenzi” li concerta. Ma è solo un’illusione, l’assenza totale del suono e del rumore non sono di questa terra. Alla ricerca spasmodica di una condizione irraggiungibile è bello contrapporre l’immagine di un urlo potente e deciso, quello in grado di lasciare una eco che ripeterà all’infinito il significato di ciò che è stato. 6 7
LE MOTIVAZIONI E LE NOTE Ogni progetto - ogni nuova idea, ogni buon pro- posito creativo - necessita di un punto di accen- sione, una luce che possa illuminare ciò che si na- Non è il mio un lavoro “su commissione”, nessu- no mi ha chiesto di farlo, semmai sono stato io a pormi il problema di recare il minimo disturbo DELL’AUTORE sconde negli anfratti della mente senza trovare la forza per uscirne, una scintilla capace di dare vita possibile. Veniamo all’iter esecutivo. alla combustione. Quando penso ad un nuovo progetto giornali- Nel caso specifico l’innesco è arrivato in modo stico da realizzare, lo elaboro immediatamente del tutto casuale, quando sono incappato su di e mentalmente nel suo insieme, e solo succes- una fotografia proposta in un social dedicato alla sivamente lo pianifico per iscritto: una sorta di mia città, Savona, e a quel punto un mondo cari- visione globale che, nel mio caso, solitamente co di ricordi mi si è aperto davanti. funziona. L’immagine a cui mi riferisco è quella di coperti- Per costruire un puzzle come quello che avevo in na, e propone il negozio di Sperati sito in Corso testa servivano elementi oggettivi e ricordi: foto- Italia, al 231-233 R - quindi quello dedicato agli grafie, documenti, storie e aneddoti. strumenti - ma con la presenza di Miranda Spe- Sono partito da questi ultimi, lanciando il mio gri- rati, notoriamente legata allo spazio dedicato ai do di aiuto pubblicamente, sullo stesso social da dischi, in via Manzoni. cui ero partito, ma rendendomi immediatamente Questo compendio visivo di storie di vita mi ha conto che le piccole testimonianze non mi avreb- fatto scattare la voglia di approfondire un par- bero portato lontano. Ho comunque raccolto ticolare momento della mia esistenza, quello ogni commento che mi è giunto, e la summa è dell’adolescenza, periodo in cui la musica - quella fruibile nell’ultima parte del giornale assieme a che si assorbe in maniera più o meno volontaria - briciole della mia storia iniziale. diventa una colonna sonora da cui non ci si potrà Per gli approfondimenti avrei dovuto trovare e mai più staccare. persuadere gli eventuali eredi, e gli unici discen- L’ascolto di determinati brani - anche a distanza denti a cui sono arrivato portano il nome di Spe- di tempo - provocherà fiumi di emozioni, ricordi, rati. e persino gli odori antichi riempiranno il nostro Troppo poco? Beh, pensai subito che, forse, sa- naso, e l’azione sinestesica di cui solo la musica è rebbe stato sufficiente per realizzare almeno un capace provocherà molteplici effetti, e non tutti articolo. saranno positivi. La prima persona che sono riuscito a contattare Ho pensato quindi di dedicare la mia indagine è stata Elena Monacciani, e il nostro incontro è alla rivisitazione di quei luoghi magici in cui ho quello che mi ha dato il coraggio di proseguire, alimentato la mia fame di musica - che ancora perché mi sono trovato tra le mani uno scritto mi attanaglia -, prendendo in considerazione un della mamma Miranda, redatto di suo pugno, un lasso di tempo che va dalla fine degli anni ’60 a percorso centenario che racconta la storia pre- metà ’70… dalle scuole medie al termine dell’a- gressa della famiglia Sperati, dall’800 sino all’a- dolescenza. pertura dei due negozi savonesi. Tradotto in nomi concreti, i “miei” riferimenti Inoltre, Elena ha messo a disposizione fotografie dell’epoca erano, oltre ai due punti vendita di e piccoli documenti di grande valore affettivo, e Sperati di cui si parlerà nelle prossime pagine, ha elencato una serie di persone che avrei potu- L’orologio parlava ad alta voce. il negozio di Rossocci, La Casa della Musica e il to interpellare. reparto dedicato della STANDA. E se in quel pe- Da quel giorno ho incontrato molti testimoni di- L’ho buttato via, riodo esistevano altri luoghi simili, beh, io non li retti legati alle due attività, raccogliendo ore di frequentavo, o forse non li ricordo. registrazione poi riversate su foglio elettronico, Il mio racconto nasce quindi per esigenze per- trovando in tutti i coinvolti - dopo l’iniziale stu- mi faceva paura sonali, un’unione tra il mio esercizio di scrittura pore e curiosità - una piena collaborazione che, quotidiano e la ricerca dell’attenuazione di que- attraverso il solito effetto domino, ha portato al quello che diceva. sto forte effetto nostalgia che mi ha colpito e che suggerimento di nuovi possibili incontri. fa sì che io debba cercare un saldo aggancio alle Mi riferisco in modo specifico a chi ha lavorato in mie radici, mentre gli anni scorrono con una ve- quei luoghi e ad alcuni di quelli che li hanno fre- locità preoccupante. quentati, e così sono arrivato a scoprire momenti (Tillie Olsen) 8 9
significativi a cui mai avrei avuto accesso senza teresse che questo numero speciale di MAT2020 un ausilio esterno; l’estrema sintesi mi porta a chiosare che i due negozi, concettualmente se- (solitamente rivolto a lettori di tutta Italia) potrà suscitare, perché una tale mole di lavoro risulte- LE ORIGINI parati, hanno avuto una rilevanza culturale che la rebbe uno spreco se indirizzata esclusivamente a La storia della famiglia Sperati, sintetizzata e scritta di suo pugno da Miranda - assieme a Pippo sim- mia giovane età non mi permetteva di catturare pochi intimi. bolo dei due negozi cittadini - parte da molto lontano, al crepuscolo dell’800, e si ferma all’avvio delle all’epoca, e che immagino sarà un piacere per il Ma una visione più distaccata porta facilmente a due attività commerciali conosciute. lettore scoprire nel corso della lettura. evidenziare come l’epopea della famiglia Sperati È un documento molto personale, rivolto esclusivamente ai figli, scritto probabilmente in un momento Dopo Elena è arrivata la mitica Giulia Bianchi e sia solo una delle tante possibili e simili ad altre, di bilanci, quegli attimi in cui si cerca di mettere per iscritto parole e idee che, se non cristallizzate, poi Valter Candellero, e a quel punto avevo la perché in ogni città d’Italia sarà esistita almeno andrebbe perse per sempre. strada aperta per una parte del mio progetto, ma una storia che riporta ad una dinastia, ad esem- La figlia Elena lo ha messo a disposizione, e ciò permette di delineare un percorso di cento anni, dalle mancava tutto il “lato Corso Italia”, e senza quello pi positivi, a vicissitudini altalenanti, allo scema- origini sino agli anni ’60… “E il resto lo sapete”, conclude Miranda rivolgendosi ai suoi figli. il lavoro sarebbe rimasto un incompiuto. re dei successi professionali legati all’evoluzione Ci tengo a sottolineare come la saga della famiglia Sperati sia interessante - e simile a molte altre - indi- Su suggerimento di una delle commesse storiche tecnologica, a situazioni umane, a sane relazioni pendentemente dall’attività per cui è rimasta nella mente dei savonesi, quindi il documento assume un - Rosaria Altieri - sono arrivato a Marco Sicco - aziendali che, virando verso la complicità di rap- valore storico che supera il concetto di “musica e dintorni”. ai tempi accordatore di pianoforti come il padre porti tra proprietario e dipendente, potessero Aristide - che, oltre a illuminarmi con la sua me- moria, mi ha aperto la strada per l’incontro con esaltare il concetto di “famiglia” applicato all’am- biente lavorativo. AI MIEI FIGLI, AFFINCHÈ CONOSCANO Marta e Anna, figlie di Pippo Sperati. Anche con loro - come già successo con Elena - E se l’argomento non riguardava la musica, beh, non era poi un fatto rilevante. LE NOSTRE ORIGINI, DALLA PARTE DI mi sono posto il problema della delicatezza re- In questo senso ritengo di aver costruito qualco- lazionale, perché la mia è stata a tutti gli effetti un’intrusione in una sfera estremamente perso- sa adatto ad una lettura trasversale. Ad un certo punto il percorso professionale del- MIO PADRE, LUIGI SPERATI Di Miranda Sperati nale, che avrebbe potuto causare fastidio o an- le famiglie Sperati si interrompe - con un picco- che dolore, ma per limitare un possibile impatto lo spazio temporale a dividere i due poli - e le Mio nonno, Giuseppe Sperati, nacque a Casalbe- Sceglie e impara il mestiere di “organaro”, giran- non gradito, ogni mia sintesi è stata controllata competenze acquisite e tramandate (tra super trame (NO) nel 1866, da padre garibaldino (più do per le parrocchie del Piemonte riparando or- e approvata a posteriori dal singolo intervista- artigianato e tecnica sopraffina) diventano solo volte piantò moglie e figli con un “Fumna, Gari- gani da chiesa, dormendo e rifocillandosi presso to (una certificazione degli elementi oggettivi), lucide mostrine da mettere in mostra su di una baldi ‘am ciama…”) e da madre nativa di Novara i conventi. giacché il mio unico intento era quello di ricreare splendida divisa; la causa potrebbe essere impu- città. In seguito, verrà assunto dalla “Mola” di via Niz- l’immagine di un mondo lontano in cui mi sono tata all’avvento della musica liquida, all’apertura Entrambi severissimi, mettono fuori di casa il za 42 - al tempo la maggior fabbrica di organi e formato. di grandi magazzini, alle vendite online… tutte figlio Giuseppe, forse perché testardo e disob- pianoforti In Italia - pervenendo al merito di “col- Marta e Anna mi hanno dato un grosso aiuto at- cose con cui abbiamo imparato a convivere, rele- bediente, ma non cattivo, né con poca voglia di laboratore primario”. Particolare curioso: il Cava- traverso le loro esperienze e i documenti custodi- gando a mero ricordo quei grandi centri di comu- lavorare. liere Giuseppe Mola era quello che oggi potrem- ti con cura, indicandomi poi nuovi potenziali ele- nione di intenti e di comunicazione. Giuseppe se ne va col classico fagottino appeso mo definire “self made man”, in quanto “figlio di menti da coinvolgere; così ho aggiunto al gruppo Quei tempi non torneranno più, ed averne no- al bastone - quello che la madre gli aveva pre- N.N.”. dei partecipanti Marco Esposto, Sergio Tortarolo, stalgia non ha niente a che vedere con l’età non parato - e non tornerà più indietro, non rivedrà Nel 1885 nonno Giuseppe conosce e sposa ad e Vittorio Rodino (marito di Renata Simonini, al- più verde, ma la socializzazione legata al rito della mai più i genitori, non conoscerà i suoi fratelli e Oleggio (NO) Catterina (con due “t”) Cartabj, di tra storica dipendente, nella fotografia di coper- musica fruita in comunione non può e non deve neppure i parenti (solo molto più tardi si verrà a nobile discendenza spagnola (cambierà successi- tina accanto a Miranda). essere sostituita semplicemente da una scatola sapere di un altro Sperati vivente a Genova con vamente il cognome per un episodio di cui scrivo L’effetto domino mi ha condotto poi sulle tracce che gestisce dei bit. prole, forse proprio un suo fratello). a seguire): lui aveva vent’anni anni e lei sedici. di Livio Scuderi, Alfoso “Alfa” Amodio, Roberto Nelle pagine a seguire ricorderemo - o scoprire- Mortillaro e Franco Bigliani. Leggeremo il loro mo - chi fossero Pippo e Miranda - e Giorgio Mo- pensiero e ne comprenderemo il ruolo. nacciani - e che cosa ruotasse attorno a loro. Per i Il discreto sforzo profuso ha avuto esiti per me savonesi della mia generazione non mancheran- gratificanti, legati al racconto di vicende significa- no le chicche e, probabilmente, arriverà qualche tive della vita cittadina, alla scoperta di motiva- attimo di sana tristezza. zioni e aneddoti di cui non conoscevo l’esistenza, Buona lettura. al riaffiorare di tanti ricordi, al ritrovare attimi di Athos Enrile esistenza che avevo dimenticato, il tutto lavo- rando in squadra, come piace a me! Ovviamente parlando di musica! Mi sono anche posto il problema del livello di in- 10 11
Il 15 settembre 1886 nasce Luigi, mio padre, che nasce la necessità del cambio di cognome di Cat- fornito di una gavetta di minestrone, e alla fine (altri tempi!) negli Arditi. sposerà Elvia Segato Guzzoni. tarina, un bisogno di tipo economico che la portò della giornata l’impegno alle scuole serali, tor- Per alimentare l’attività acquistano parecchi Nel 1892, dopo il trasferimento a Torino in via alla vendita del proprio titolo nobiliare. nando a casa a tarda sera - sempre a piedi - per pianoforti a cilindro che verranno affittati facil- Cellini 33, nasce Irma, che si sposerà a sedici anni Giuseppe è vittima di un infortunio sul lavoro, si ricominciare il mattino seguente. mente; il tornaconto è buono, e Savona e il com- con Luigi Olivieri, figlio di Carolina Invernizzi, ve- rompe il braccio destro e la frattura conseguente, prensorio risuoneranno delle musiche di questi dova di un Olivieri padrone di mezzo Sassello e di non bene ricomposta, sarà motivo di una inva- strumenti, periodicamente rinnovati grazie alla mezzo Piampaludo (Carolina peraltro era amante lidità della durata di un paio di anni, anche se i straordinaria abilità di mio padre nel “richioda- del nonno Giuseppe…). momenti di dolore caratterizzeranno poi l’intera re” i cilindri. Luigi Olivieri, dopo essersi diplomato capitano, vita. Nel 1925 Luigi, mio padre, sposa Elvia Segato diventa comandante di una nave da guerra mes- All’epoca non esisteva “la mutua”, sicché era Guzzoni, amica di Enrica. Io nasco nel 1926. sicana: porta quindi Irma a Vera Cruz da dove miseria nera, e non arrivò neanche un soldo da Stiamo a Villa Migliardi con i nonni e gli zii sino al però dovettero ripartire precipitosamente per parte di Mola che sentenziò: “Doveva stare più 1929, anno in cui i miei genitori trovano casa in via di una classica “revolution”, forse del mitico attento sul lavoro!”. via Incisa, nella villetta dove nel 1930 nasce Car- Zapata. Si industriò a lavorare come poteva in qualità di lo Giuseppe (dapprima “Peppino”, poi “Pippo”), Arrivano quindi a Genova e si rifugiano presso la mancino presso il Dessiglioli, ricevendone pasti, mio fratello. madre/suocera Carolina Invernizzi, a quei tempi asilo e promesse di compensi non appena fosse Nel frattempo, nonno Giuseppe non perde tem- antiquaria. stato possibile, poiché anche lui navigava in cat- po e intreccia una relazione con tale Gina Mane- Nel 1913 nasce Gino, mio cugino. tive acque. ra, e nasce un figlio cieco, Ugo, somigliantissimo Poco dopo la famiglia lascia Genova e si sposta a Nel frattempo, mio padre Luigi, a Torino, termi- al nonno, molto alto, segaligno. Savona, presso i miei nonni, a villa Migliardi, in nava la sesta elementare e si diplomava con lode Crescerà in istituti per ragazzi ciechi e si specia- via Mignone. in disegno architettonico, e nel 1897, a 11 anni, lizzerà come massaggiatore (tutto questo con la Abbandono questa parentesi del Novecento e acquisiva il libretto di ammissione al lavoro in sovvenzione del nonno che provvederà anche torno un attimo all’Ottocento. “Opifizi Industriali, Cave e Miniere”, secondo la per la madre). Nel 1896, sempre a Torino, nasce Enrica, andata legge dell’11 febbraio del 1886. N. 3657 relativa Nonna Cattarina muore per un ictus cerebrale nel poi sposa a Italo Gronchi, di origini toscane, fer- al “lavoro sui fanciulli”. 1937, e il nonno la sostituisce immediatamente roviere alla Spezia. Viene quindi assunto nella fabbrica di pianofor- con Gina Manera, sino al 1950/52 circa, anno in A fine Ottocento Giuseppe viene mandato dai ti di Carlo Perotti, in via Canova e Marchetti 41, Nel 1900 la ditta Dessiglioli fallisce e il nonno la cui anche lei viene a mancare per un cancro. Mola nel savonese per lavorare su alcuni organi, percependo uno stipendietto che contribuì a to- rileva scontando gli stipendi non percepiti, chia- Muore per la stessa malattia anche Ugo e poi la interventi sul nuovo e manutenzioni sull’usato: gliere un po’ di fame a madre e sorelle. ma a Savona la famiglia e, giusto in via Mercato moglie. la richiesta è della ditta Dessiglioli di via Mercato Una vita dura: ogni mattina sveglio alle quattro Vecchio, nasce la ditta “Sperati Giuseppe e figlio Il nonno, rimasto solo, viene accolto dalla figlia Vecchio 33, a Savona. È in questa occasione che per andare al lavoro a piedi, attraversando Torino Luigi” che, in attesa di tempi migliori, è usata sia Irma a Varazze, e vi rimarrà sino alla fine dei suoi come casa che come bottega. giorni, avvenuta nel 1957. Nel 1915 Luigi Sperati parte per il fronte, Prima Guerra Mondiale, e tornerà nel 1919 dopo una prigionia non affatto infelice, grazie alla cono- scenza di elementi basici di Tedesco e Francese: approfittando dei permessi di libera uscita favo- riti da un anziano generale prussiano che l’aveva preso in simpatia, accorda i pianoforti delle guar- nigioni di Monaco e, una volta trasferito a Liegi, quelli delle forze di occupazione della città, con il permesso di eseguire anche accordatura a paga- mento presso abitazioni private. In Belgio entra nelle grazie di un medico che lo nasconde dopo che è evaso ma, fortunatamente, dopo pochi giorni da quella fuga viene decretata la fine delle ostilità. Si imbarca, passa per la “Gare du Nord” di Parigi e torna in Italia, ma è ovviamente stremato. Si riprende e torna al lavoro assieme al padre e al fidato “Pierin” Porta, anche lui da poco tornato dalla Guerra dopo un arruolamento volontario 12 13
In quel periodo i pianoforti a cilindro cadono in e la Savona/Torino via Carcare. disuso, sempre più soppiantati dai fonografi. Pia- no piano quelli affittati tornano tutti alla base e Io lavoravo senza stipendio, e così anche mio padre che viveva con le sue accordature: meno IL NEGOZIO DI VIA MANZONI 45R occorrono grandi locali per ospitarli. Si è disposti male che nostra madre guadagnava più di lui fa- anche a svenderli ma non ci si riesce e allora, per cendo la “bustaia” per una clientela sempre più Elena Monacciani, figlia di Miranda e Giorgio, è la prima persona che ho incontrato quando ho deciso alleggerire le spese degli affitti, si decide di di- di élite. di iniziare questo lavoro di ricostruzione degli eventi. L’esito della nostra chiacchierata mi ha permesso struggerli: ma come fare? Bruciandoli nella stufa Tengo a precisare che papà è diventato maggio- di dare un peso alle mie velleità, perché ho capito che potevo contare su di una base documentale, sul da riscaldamento! renne a… 71 anni, quando alla morte del nonno coinvolgimento di altre persone informate dei fatti e, soprattutto, che la mia intrusione aveva trovato Mio fratello durante le vacanze recupera le viti, abbiamo finalmente raggiunto un po’ di serenità! giustificazione, almeno con Elena, testimone importante in quanto impegnata in negozio per moltissimi soprattutto quelle degli “autopiani” pneumatici, Mio fratello, ormai “Pippo” per tutti, seguì la mia anni, a partire dall’adolescenza. preziosi quando ancora riutilizzabili, cioè con tu- sorte. betti di gomma e mantici non dissecati del tutto. Frequentò le elementari e le medie presso gli Dopo la consegna del racconto della madre, ecco cosa ha ricordato della sua esperienza. È utile spiegare che, negli anni precedenti la Se- Scolopi, uscendone sempre col primo premio; conda Guerra Mondiale, nonno e papà, poco alla nell’anno ‘44-45 venne trasferito alle Industria- volta, arrivarono ad acquistare un centinaio di li, tanto per imparare un po’ di falegnameria e pianoforti che vennero affittati, permettendoci di meccanica, guadagnandosi alla fine la miglior I miei ricordi di sopravvivere durante la guerra, periodo in cui, votazione (70, 90%) tra tutte le tre “Prime Liceo per ben due volte, certi militari, con la scusa del Industriale”. Avrebbe anche superato l’80% se coprifuoco portarono via con dei carretti tutto due professori non l’avessero preso per il classico quello che potevano farci stare. asinone mandato alle industriali perché incapa- Cosa dire di me e di mio fratello!? ce di proseguire ai rigidi “Scolopi”. In realtà fa- Di Elena Monacciani Non abbiamo avuto una fanciullezza felice, non ticò nel primo trimestre in quelle materie meno potevamo giocare con gli altri bambini, ci veniva approfondite nei corsi frequentati in collegio, ri- Ho iniziato a lavorare nel negozio di via Manzoni Ho vissuto personalmente le prove a teatro, gli vietato, e stavamo tutta l’estate affacciati alla fi- mediando successivamente, ma inficiando ovvia- a 16 anni, aperto dopo quello di Corso Italia av- incontri tra orchestrali e direttore, e, nonostante nestra per giocare con Ezio Marchese, tranne du- mente la media finale. Nelle altre materie riuscì viato dal nonno nel ’59. la mia scarsa conoscenza della musica classica e rante un mese di “campagna”, ma sempre guar- ad eccellere sin dall’inizio. I negozi quindi diventarono due, uno dedicato operistica, mi ci tuffai a capofitto, perché era un dati a vista. Si seppe poi che, circa il disegno meccanico, i suoi maggiormente agli strumenti musicali (pianofor- ambiente totalmente sconosciuto che mi rapì e Scoppiata la guerra, passavamo parecchie notti lavori eseguiti a china, con tratti spessi ma sen- ti, chitarre, spartiti…) mentre quello di via Man- mi affascinò. nei rifugi antiaerei. za giunture, restarono per anni appesi nell’aula zoni si specializzò nella vendita di “dischi”, cosa I miei genitori erano maniaci della “classica”, e L’affetto genitoriale era poco esternato, e non ab- da disegno come pregiati elementi dimostrativi, che si faceva anche nell’altro polo, ma in misura ricordo che mio padre, con il Maestro Pescetto - biamo ricordi di abbracci e baci da parte di nostra mentre, per quanto concerne la matematica, ne- ridotta. Direttore dell’Orchestra Sinfonica di Milano -, con madre. gli anni ’90 ebbe la soddisfazione di potere rin- La suddivisione fu anche dettata dalle differen- il grande fotografo Mario Stellatelli e col teologo Papà ci raccontava dei combattimenti durante la facciare “bonariamente” un votaccio preso in ti competenze di Miranda e Pippo, quest’ultimo don Giampiero Bof, coltivavano con costanza le guerra, la ritirata di Caporetto, la prigionia: erano matematica in quell’inizio alle industriali, asse- molto tecnico e con grande esperienza “stru- loro passioni, e io ne venivo contaminata. queste le sue fiabe! gnato dall’allora giovanissima Prof. Marzia Saet- mentale”. Non avevo una cultura specifica. Dopo la terza E che dire di me? tone, occasione che capitò quando mio fratello Nel 1997, quando Pippo decise di lasciare, su- media iniziai Ragioneria, ma senza grandi succes- Dopo le scuole elementari ho frequentato con fu chiamato per una manutenzione di ripristino bentrò mia madre, e per la prima volta la vidi ac- si; avrei voluto fare l’Istituto Linguistico, ma a Sa- molto profitto la scuola media di ragioneria di un pianoforte a coda del marito dell’insegnan- cordare una chitarra. vona non c’era ancora, e il senso di protezione di (quattro anni) e, nonostante le esortazioni del te, l’Architetto Fusconi. Lei era un contralto, tipo di vocalità molto rara, mamma e papà si trasformò in ostacolo al prose- Preside affinché continuassi gli studi, mio padre Pippo venne assorbito completamente dal lavoro ma essendo donna era stata osteggiata in fami- guimento degli studi in una scuola genovese, che decise di farmi entrare in negozio. in ditta nell’estate del ’45, soffrendo molto per glia, e poté dare completo sfogo alle proprie pas- per essere raggiunta mi avrebbe costretto ad una Ufficialmente iniziai il lavoro nel 1942, buttando- l’abbandono degli studi. sioni solo a… 60 anni - quando ormai noi figli era- vita da pendolare o, ancor peggio, a trasferirmi. mi a capofitto nell’impiego, dalle otto del matti- Sposerà Gabriella Sillani nel 1961 e avranno due vamo grandi -, diventando contralto in un coro La conclusione a cui arrivai fu quella di trovare un no sino alla sera, domenica compresa (era sem- figlie, Marta nel 1965 e Anna nel 1967. diretto dal Maestro Venturino. lavoro, e a quel punto mia madre disse che, per pre meglio che stare a casa!). Io nel 1957 sposo Giorgio Monacciani. L’Orchestra Sinfonica nacque da un’idea di mio cercare altrove, avrei potuto impegnarmi nell’a- Poi tempi duri, specie nel ’43 quando, con l’ac- Nel 1960 nasce Riccardo e nel 1964 Elena… padre, che credeva fosse importante che Savona zienda di famiglia, e testare le mie attitudini in centuarsi dei bombardamenti, sfollammo a Sas- E il resto lo sapete! ne possedesse una, per cui una mattina si svegliò ambito commerciale. sello: tutte le mattine partivamo da là in bicicletta pensando a come creare una situazione musicale Quello che iniziò come lavoro quasi per caso di- diretti al lavoro, tornando alla sera con lo stesso seria, che potesse dare delle opportunità ai gio- ventò il più importante della mia vita, rimasi nel mezzo, su di una strada ancora in terra battuta, vani, e non a musicisti già affermati che non ne negozio sino alla sua chiusura, che coincise con la poiché ai quei tempi erano asfaltate solo l’Aurelia avevano la necessità. morte di mio padre. 14 15
Giulia Bianchi e Elena Monacciani-1993 Entrai quindi in gioco a sedici anni, ma per molto madre, e quella fu la parte più difficile. tempo non ebbi le “chiavi in mano”, soggetta a Ma fu per me un momento favoloso e gratifican- rigide regole educative: il Datore di Lavoro deve te: andavo alle expo con le Case Discografiche, dare sempre il buon esempio, per cui si entrava conoscevo artisti, cantanti, produttori. dieci… quindi minuti prima dell’apertura, e allo Ho ancora impressa nella memoria la presenta- scoccare dell’ora tutto doveva essere perfetto, e zione genovese che vedeva la nascita del CD! noi dovevamo essere sempre gentili e sorriden- Ricordo l’ultima in assoluto, a Milano, due gior- ti, dimostrando cordialità verso la persona che ni con il gotha della Universal… quella sera ero entrava per compare, cioè “quella che ci dava tanto agitata che non riuscivo ad aprire la por- da mangiare…”. Mi madre diceva sempre che “il ta della stanza del lussuoso hotel, e non riuscii a cliente non entra perché lo ha ordinato il medi- dormire dall’eccitazione. co!”. Tutto questo l’ho appreso rapidamente, ma Quando il negozio di via Manzoni chiuse decisi di per quattro anni ho avuto solo il permesso di de- cambiare tipologia lavorativa. dicarmi alle vendite, a contatto con il cliente. Si chiudeva un’epoca e io, dopo 22 anni di im- Ero naturalmente legata alla musica più “legge- pegno in quell’attività specifica - periodo decisa- ra”, ma in negozio veniva gente di ogni età e con mente significativo - iniziavo un nuovo percorso. ogni tipo di richiesta, e io assorbivo tutto da tutti. Lo scritto lasciato da mia madre come eredità Arrivò poi il momento in cui mio padre disse: storica si ferma alla nascita mia e di mio fratello “Ecco le chiavi del negozio, non voglio più saper- Riccardo, di cui non ho parlato perché se ne andò ne niente, mi occuperò solo della parte ammini- presto dal negozio, all’interno del quale si dedi- strativa...”, per cui tutto il resto veniva delegato cava agli apparecchi Hi-Fi. a me. Ricavare il mio spazio di manovra non fu sempli- Ricordi e sensazioni impagabili, che hanno lascia- ce, perché significava togliere autonomia a mia to segni indelebili! 16 17
Parli del negozio di dischi e pensi a Giulia, impiegata per ventotto anni in via Manzoni. Miranda era una donna severa e io, a 18 anni, ero scevo nulla. Non la vedevo da una vita, forse trent’anni, ma mi avevano preparato: “Giulia non è cambiata di una certamente acerba in tema di relazioni, anche se Lei e il marito dovevano recarsi a Genova per riti- virgola!”. avevo già fatto esperienza in una libreria; il no- rare un premio legato alla loro attività, e decisero Vederla mi ha scosso, perché questo suo aspetto immutato mi ha riportato immediatamente a quei giorni stro rapporto iniziale non fu quindi perfetto: io di lasciarmi da sola in negozio, pur conoscendo in cui, adolescente, entravo nel “suo” negozio, magari fornendo solo poche indicazioni sulla musica che ero sulla difensiva e lei aveva un comportamento le mie ovvie carenze professionali. Mi dissero di avrei voluto trovare, e lei arrivava sempre alla soluzione. un po’ austero, che non era impostato, ma faceva fare ciò che potevo, che sarebbero tornati appe- parte del suo modo di essere, e il suo grigiore - la na possibile. La ricordavo anche un po› burbera, almeno in certe situazioni, una mia sensazione su cui lei, a distanza sua estrema serietà - era bilanciato da momenti La gente entrava e mi chiedeva un disco parti- di lustri, ha concordato in pieno. in cui era incline alla risata. Certo è che l’impatto colare e io impazzivo, perché mi citavano i Pink Belli i suoi ricordi, e utili le indicazioni sulle altre persone che avrei potuto coinvolgere. con i dipendenti era minato dalla soggezione in Floyd e io non li conoscevo ancora; il pubblico Grande gioia il giorno successivo, quando mi ha inviato tre fotografie inerenti al negozio, un paio delle cui si sentivano, ma il mio disagio personale durò chiedeva e io, pur andando in crisi, sfogliavo tut- quali inserite in questo articolo. poco, perché mi resi conto che quelli erano i se- to ciò che era presente e alla fine soddisfacevo il Ecco la sua storia… gni distintivi del suo carattere, così come io ave- cliente… bastava avere pazienza! vo i miei, per cui occorreva convivere nel miglior Questa fu una grande dimostrazione di fiducia, modo possibile. E non fu difficile farlo! un insegnamento, una enorme gratificazione, e Una vita da “Sperati” Ho un ricordo preciso che penso possa spiegare non ho difficoltà nel dire che ho imparato a lavo- bene quale fosse stato da subito il nostro rappor- rare da una donna fantastica! to e quanto fosse disposta a concedere fiducia ai Col tempo, lei e il marito, Giorgio Monacciani, di- dipendenti. ventarono per me come genitori. Ero stata assunta da un paio di mesi ed ero all’o- Sintetizzo: una donna severa, ma se sapevi pren- Di Giulia Bianchi scuro di tutto: di musica, a quei tempi, non cono- derla… Ho iniziato a lavorare nel negozio di Sperati di via Manzoni appena dopo aver compiuto 18 anni, e globalmente ci sono rimasta per 28 anni, quindi il periodo comprende anche la maternità (ho avu- to due figlie all’età di 33 anni), al termine della quale rientrai, ma rimasi dislocata in Corso Italia per circa un anno, al posto di Rosaria, perché nel frattempo Valter Candellero mi aveva sostituito nella vecchia posizione. Walter era un DJ, e quando era al banco si oc- cupava soprattutto della musica da discoteca, ma normalmente lavorava nello spazio dedicato all’Alta Fedeltà. Ho ricordi a sprazzi, e quindi proverò ad andare a ruota libera frugando nella memoria. Mi preme descrivere l’ambiente, che era ab- bastanza goliardico. Inizialmente, operavo con Miranda Sperati, Giulia Bianchi e Giorgio Monacciani-1977/78 un’altra ragazza che rimase diversi anni, e il lavo- ro si univa al divertimento. Avevamo un discreto numero di amici e ricordo momenti di decisa ila- rità condivisa spesso con gli abitué. A proposito di Monacciani, ricordo che era qua- Sembrava non apprezzare molto il modo di scher- Molti di loro ci facevano accantonare dei dischi si sempre in ufficio, ma capitava che venisse in zare del marito, troppo esuberante secondo lei, e in attesa dell’acquisto, e capitava che rimanes- negozio; era un tipo molto diverso da Miranda, noi la prendevamo bonariamente in giro, mentre sero in quella posizione per mesi (i dischi erano sicuramente più malleabile, sempre incline allo lei stava al gioco, perché sotto sotto si divertiva. un discreto costo per i giovanissimi), tanto che la scherzo, molto aperto, capace di esternare i suoi Come tutti i clienti di Sperati ricordano, lei ave- signora Miranda, vedendoli accumulati, periodi- sentimenti, al contrario della moglie. va un’acconciatura particolare e ricercata, lo chi- camente chiedeva di chi fossero, e noi a convin- Credo non sia secondario sottolineare che Mi- gnon, tipico delle persone mature, e quando si cerla che prima o poi li avrebbero acquistati, cosa randa sia stata tra le prime giovani a prendere spostava nella sezione “Classica”, io e Walter, due che effettivamente accadeva. la patente, in tempi in cui le donne di certo non ragazzini, prendevamo di mira quella sua pettina- C’era anche chi… rubava! Giulia nel 1994 guidavano. tura, ma lei stava al gioco: più le persone erano 18 19
aperte più si sentiva a suo agio. professionalmente parlando è stato faticoso, so- Valter Candellero diventò dipendente del negozio di via Manzoni a metà degli anni ’80, cioè quando La ricordo anche come una grande lavoratrice, prattutto per le modifiche logistiche che compor- io mi ero momentaneamente allontanato dalla musica, e quindi avevo di lui un’immagine sfuocata. non si tirava mai indietro, anche se si doveva la- tava ogni cambiamento. Ma non bisogna dimen- Quando Giulia me ne ha parlato ho riannodato i fili della memoria e l’ho cercato, ricavando dal nostro vare il pavimento, e in quel caso i nostri reciproci ticare gli aspetti sentimentali, l’attaccamento al incontro una serie di informazioni significative. ruoli diventavano paritari. vinile con cui eravamo cresciuti, l’avvento del CD La presenza di un DJ come Valter, profondo conoscitore della “disco”, contribuì a formare un mix vin- Il rapporto che aveva con le persone era da com- - inizialmente parallelo all’LP -, le musicassette cente fatto di rock (Giulia), pop (Elena) e classica (Miranda), generi a cui venivano abbinati i giusti merciante navigata; essendo musicalmente di degli anni ’80 e ’90 e, ancora prima, persino lo impianti stereo (Livio), tessere di un puzzle messo a disposizione della clientela, in quei giorni molto stampo molto classico, toccò noi a portare la giu- Stereo 8 (tra il ‘60 e il ’70), quando iniziai il lavoro trasversale. sta ventata di gioventù in un momento di grande in negozio. Alcune delle storie che Valter snocciola appariranno bizzarre per l’eventuale giovane lettore, ma è pro- cambiamento culturale e di costume, quindi an- Io ero solitamente sorridente, ma capitava di es- babile che risulteranno sorprendenti anche per qualche fruitore della musica dell’epoca, magari un che della musica. sere un po’ scontrosa, soprattutto all’inizio, per- acquisitore episodico e quindi allo scuro di certe dinamiche del momento. Lettura interessante! Si rese conto, ad un certo punto, di essere troppo ché a quell’età non si conosce la diplomazia, ma “adulta” rispetto ai giovani clienti, e piano piano ovviamente il tempo mi ha cambiato e ammor- prese ad occuparsi esclusivamente della musica bidito. classica, anche se continuò a servire al banco, a Ad un certo punto della storia entrò in negozio Valter Candellero “sopportare” il rock, il prog, il pop, ma… aveva Elena, la figlia di Miranda: era una bimba con le una forte repulsione per il reggae… quello pro- trecce lunghe, e la cosa che più la attirava era bat- prio no! tere i tasti della cassa e io, come una sorella mag- Quando arrivavano i loro amici, grandi intendito- giore, la tenevo sotto controllo; abbiamo sempre ri di musica classica (Stellatelli, Folco…), si ritira- avuto un ottimo rapporto e ci siamo sempre aiu- vano nella loro nicchia, pronti a coltivare le loro tate, nessuno screzio, nessuna gelosia, insomma, nobili passioni. una squadra molto affiatata. Non davano grande valore alla musica “nuova”, Elena trovò inizialmente difficoltà con la mam- Entrai nel negozio di via Manzoni, mi pare, cosa che, tutto sommato, accadeva in ogni fami- ma, che solo alla fine dell’attività capì che doveva nell’’85 o ’86, e vi restai sino al ’92. glia, e come tutt’oggi avviene - normali contrap- darle dell’autonomia, ma si sa che il rapporto tra A quei tempi ero poco più che ventenne, e nel posizioni generazionali -, ma ricordo che Monac- madre e figlia presuppone anche l’aspetto didat- tempo libero facevo il D.J., e il materiale utile alla ciani e l’amico Stellatelli erano più aperti verso il tico, l’insegnare il mestiere. mia attività lo compravo da Sperati. nuovo che arrivava e, da grandi esperti quali era- Io ed Elena ci aiutavamo, e capitava a volte di Quando la ditta per cui lavoravo allora si trasferì no, riuscivano a riconoscere le varie contamina- andare assieme a Milano a comprare dischi dagli a Milano, rimasi senza lavoro, ed Elena Monac- zioni classiche nei dischi in arrivo, fornendo loro importatori. Lei si occupava maggiormente un al- ciani, figlia di Miranda Sperati e Giorgio Monac- un’aura di nobiltà. tro tipo di musica, la dance, quella legata alla sua ciani, mi propose di collaborare nel settore ven- Quando misero su la loro orchestra, i ragazzi che età, mentre io, anche se non seguivo il genere, dite in quel momento caldo - il periodo natalizio la componevano venivano in negozio e ascolta- dovevo ricordare ogni cosa per poterla venderla. -, che all’epoca garantiva una grande capacità di vano anche metal, e acquistavano la musica del Avevo memoria e intuito di ferro: capitava spes- afflusso, tale da rasentare la follia, con code fuo- momento, sottolineando come certe idee in loro so che arrivassero clienti con un frammento di un ri dal negozio a partire dalle nove del mattino; radicate erano utilizzate anche nel rock. brano da farmi ascoltare, per tracciarne la prove- era quindi gradita una presenza maschile, anche Tornando a me, la mia formazione fu favorita dal- nienza, e spesso riuscivo ad accontentarli… tut- perché si registravano dei furti, e la fisicità di un le amicizie strette in negozio… si ascoltava musi- to mi rimaneva impresso a quei tempi, anche gli uomo era forse più rassicurante per Giorgio Mo- ca assieme, in ogni occasione e con tutti i mezzi ascolti radiofonici! nacciani - marito della titolare Miranda Sperati disponibili all’epoca, ed era cosa normale parte- Peccato non aver a disposizione documenti e fo- - che non era quasi mai in negozio. cipare ai tanti concerti proposti. tografie dell’epoca, ma in quei giorni - e a quell’e- Lo ricordo come una persona splendida, sem- A quell’età le menti sono predisposte per un to- tà - l’ultima cosa che poteva venirci in mente era pre impeccabile col suo farfallino, molto gentile tale e vario assorbimento; una cosa che non di- circolare con una macchina fotografica o un regi- e umano, ben inserito nel settore musicale clas- menticherò mai è il modus in cui ordinavamo i 45 stratore a bobine! sico, assieme a Miranda, che era considerata un giri nel casellario: non usavamo l’ordine alfabeti- Nel tempo ho continuato a sentire musica, so- Credo di essere stato utile sin da subito, perché vero guro del genere. ero già inserito nel settore della “Disco”, che all’e- co, o qualche convenzione che potesse facilita- prattutto “LA MIA MUSICA” - senza disdegnare La mia presenza per la signora Miranda rappre- re lo sforzo mnemonico, ma a quei tempi usava altri ascolti - e lo faccio ancora con mio marito poca viaggiava fortissimo; c’erano decine e deci- sentò forse un’anomalia: io ero giovane, con i ne di locali e di radio - molte di esse private - che così, e per noi baldi giovani non rappresentava che, ovviamente, era un cliente di Sperati! capelli lunghi e lei, molto rigorosa, mi imponeva una difficoltà. Continuammo così sino alla scom- Quel mondo non esiste più, ma i ricordi rimango- usufruivano di quella musica, ed era quindi una di raccoglierli per mitigare l’aspetto e ripristina- continua corsa per accaparrarsi le nuove uscite: parsa dei 45 giri! no per sempre, e da essi si può trarre piacevole re quello che per i suoi canoni era l’ordine della Ho vissuto il passaggio dei vari formati fisici, e nutrimento. diventò naturale occuparmi di quel genere. persona. Successivamente fui assunto e messo in rego- 20 21
la definitivamente, avendo superato brillante- da solo e riempivo la macchina di dischi che, ap- famiglia! presa era davvero basso, e anche le cose di minor mente il periodo di avviamento, ed ebbi anche pena arrivati in negozio, venivano venduti, per- Ma a quei tempi il concetto di “famiglia” era qualità si vendevano, e penso che sia stato quello l’opportunità di occuparmi della parte dedicata ché al sabato mattina gli amici che lavoravano esteso anche ai locali musicali che frequentava- il periodo di maggior splendore per la nostra in- all’Alta Fedeltà. Non avevo abbandonato la ven- nelle radio e nelle discoteche arrivavano in mas- mo, come “La Garitta”, - da dove ho iniziato il mio dustria musicale. dita dei dischi, ma essendo tutti noi un po› jolly, sa, e capitava persino che qualcuno mi aspettas- percorso - e il “Moulin Rouge”, discoteca in cui Da noi arrivavano i rappresentanti per proporre gli avvicendamenti avvenivano in modo automa- se al mio ritorno del venerdì sera, come Roberto penso siano passati tutti i giovani della città: ci nuove uscite, offrendo grandi sconti, proporzio- tico. Occorre ricordare che Sperati era all’epoca Mortillaro, che il giorno successivo avrebbe pun- conoscevamo tutti ed eravamo una sorta di co- nali al numero di copie acquistate, ma non c’era un punto di riferimento per la vendita di “Pione- tato su qualche anticipazione all’interno della munità. azzardo alcuno, esisteva la consapevolezza che er” e impianti stereo di qualità, e continuò ad es- programmazione di Radio Savona Sound. Questo accadeva anche al di fuori del settore tutto sarebbe stato venduto. serlo per molti anni. Ma alla qualità si poteva as- Dal momento che la mia attività come DJ era pro- musicale, e quando compravamo dell’abbiglia- Ad un certo punto cercai una strada tutta mia e sociare la quantità delle vendite, e ricordo come seguita parallelamente, tenevo per me le cose mento andavano nei negozi vicini, come “Nobili” mi tuffai in altre attività, peregrinando tra lavo- a volte capitasse di dover chiudere il cancello più particolari, anche perché erano tempi in cui o “Meraviglia”. ri molto differenti tra loro. Le vendite non erano per fare entrare una persona alla volta; il rappor- far ascoltare una novità in discoteca era un pre- Le mie amicizie come Disk Jokey favorivano indi- più le stesse e probabilmente era necessario un to col cliente era curato nel dettaglio, perché gli gio ed elemento di vanto, al contrario di quanto rettamente il lavoro di Sperati, perché quando in ridimensionamento, e cercai alternative. impianti era molto costosi, e c’era gente - molti accade oggi, tempo in cui è necessario che un discoteca qualcuno era incuriosito da un pezzo Con il senno di poi direi con l’avvento del CD ci fu dei quali amici dei titolari - che spendeva tanto e brano sia super conosciuto per far ballare i gio- che mettevo nel corso della serata, lo esortavo un buon rilancio del mercato. Per me il passag- con costanza, e i compratori andavano trattatati vani. ad approfondire e a venire in negozio ad acqui- gio non fu facile, avendo il cuore… appoggiato sul con i guanti di velluto, pensiero che rappresenta- È stato un periodo davvero bello, si lavorava tan- starlo, avendo così l’opportunità di sentire altre vinile ma, vista l’esperienza lavorativa maturata, va la sintesi della mentalità che Miranda cercava tissimo e il negozio viaggiava col vento in poppa. novità. Tutto ciò procurava giornate di lavoro avevo potuto apprezzare la qualità del CD, supe- di inculcarci, legata al concetto di “sacralità del Nel mio percorso evolutivo ho avuto altri compiti, campali, con una suddivisione delle “punte” fo- riore rispetto all’LP. cliente”. da un lato gratificanti, ma più onerosi, incomben- calizzata sul venerdì pomeriggio e sul sabato. Il cambiamento fu graduale: arrivarono prima i Un altro personaggio storico che lasciò il segno ze che in realtà significavano godere della totale Laserdisc, ma non attecchirono, così come ebbe come dipendente fu Livio Scuderi, che però si fiducia da parte del datore di lavoro: capitò infat- scarso successo il DAT. Io rimasi sbalordito dall’ef- occupò esclusivamente dell’Hi-Fi, e fu per tanti ti che Monacciani mi chiamasse nel suo ufficio ficacia del Compact Disk, e ricordo che dissi a anni un’istituzione. per consegnarmi gli incassi - ovviamente cospicui Monacciani che avrei voluto comprare uno ste- Io ero appassionato di impianti stereo e di elet- dopo una giornata di lavoro - che avrei dovuto reo di qualità, cosa che feci nonostante il costo tronica, e andavo spesso ad aiutarlo nel suo spa- versare in banca, e ricordo alla sera una sorta di elevato: acquistai un impianto con casse moni- zio, specialmente nei periodi delle feste, quando rito della raccolta e della consegna che, almeno tor JBL, tuffandomi quindi sul nuovo formato. Il gli acquisitori si ammassavano in negozio. in quel periodo, prevedeva un versamento com- primo CD che acquistati fu un album degli ABC Ovviamente rinforzare il servizio nella parte de- prensivo dei due negozi - Via Manzoni e Corso di Martin Fry e poi “Welcome to the Pleasure- dicata all’“Alta Fedeltà” aveva una logica econo- Italia -, quindi mi vedevo con Renata - storica fi- dome” - dei Frankie Goes to Hollywood - con un mica, data la differente redditività delle vendite. gura del negozio di strumenti in corso Italia - che inizio caratterizzato dalla presenza e dal “suono” Tornando alla parte “dischi e pubblico”, io mi mi dava il “suo” incasso che io consegnavo a Mi- degli “uccellini”, che sul vinile non si sentivano occupavo di tutto il nuovo che usciva, e con Ele- randa, e successivamente depositavo la somma La mattina del sabato, oltre a vendere moltepli- nitidamente, ma col CD mi sembrava pazzesca la na era diventata buona consuetudine partire al delle due entrate giornaliere. ci dischi per radio e discoteche, era il momento separazione e l’alternanza sui canali. venerdì per andare a Milano (con la Audi 100 di Un’altra testimonianza dell’apprezzamento nei di Giulia e dei “rockettari”, poi nel pomeriggio Un ultimo aneddoto. Mia madre ha 93 anni, e suo padre, che tanto mi preoccupava per le sue miei confronti mi riporta al momento in cui ac- arrivavano i “discotecari” o fruitori del pop, che per un certo periodo ha avuto problemi ad una dimensioni!) per comprare materiale di importa- quistai un’auto a rate, e Monacciani si fece ga- magari si erano alzati tardi dopo una settimana gamba e stentava a guarire, per cui cercammo e zione, le lacche e i dischi appena arrivati. Aveva- rante presso la banca asserendo che ero un suo continua di serate al “lavoro”. trovammo a Varazze una struttura specialistica; mo alcuni punti di riferimento, e in quelle occa- dipendente e che avevo una busta paga sicura, Tutto il periodo passato presso Sperati mi è ser- lì scoprii casualmente, chiacchierando con una sioni ho avuto la possibilità di conoscere grandi tempi in cui la parola di un uomo stimato aveva vito moltissimo per ampliare le mie conoscenze vicina di letto di mia madre, che anche Miran- personaggi, come Severino Lombardoni - produt- gran peso. musicali, che erano state per lungo tempo par- da era nella stessa struttura, ad un altro piano. tore, discografico, fondatore e proprietario della Io ero molto espansivo e Miranda, al contrario, ziali. Giulia mi ha permesso di conoscere il rock, e Chiesi se fosse possibile vederla ma mi risposero Discomagic Records - che produceva la “Dance” molto austera e rigorosa, ma nel tempo la am- Miranda la musica classica; per quella era neces- che per farlo occorreva trovare la giornata giu- italiana che in quegli anni spopolava; quindi gi- morbidimmo in modo sostanziale, anche se ten- sario avere almeno competenze basiche, perché sta, perché capitava che non riconoscesse chi si ravamo questi grossi centri che sembravano cit- go a sottolineare come la sua severità fosse bi- quando la signora era impegnata anche noi gio- trovava davanti. Nel corso dei giorni aspettai che tà, dove si poteva trovare di tutto e di più: noi lanciata dalla sua gentilezza e tutti i dipendenti vani ci trovavamo a presentarla/trattarla. Le sue il momento giusto arrivasse, ma dopo poco man- cercavamo di accaparrarci il disco nuovo, a volte erano trattati molto bene. indicazioni di vendita specifica erano preziose, cò, e ho il rammarico di non averla potuta vedere addirittura i bootlegs, magari dal vivo, spesso di A Natale mi facevano sempre un regalo, sottoli- con suggerimenti sul che cosa proporre in caso un’ultima volta. scarsa qualità, ma molto ricercati. neo di buon valore, e sovente in estate ci invita- di regalo, o sul come provare a smaltire dischi È stato un periodo bellissimo ed è stato un grande Questo peregrinare durò un bel po› di tempo; a vano nella loro casa di campagna, e qualche cena meno richiesti, ma in quei giorni il rischio di im- piacere lavorare per Sperati. volte Elena non poteva muoversi e allora andavo ci veniva offerta, insomma, è stata davvero una 22 23
Inserendo una dopo l’altra le tessere del puzzle arrivo a Livio Scuderi, segnalatomi da Valter Candel- In quel ruolo fui notato dal signor Francesconi, L’ambiente era sufficientemente disteso, e tra noi lero come suo mentore nel settore Hi-Fi nel negozio di via Manzoni. Nella sua storia emerge un filo marito di Nilde, dipendente di Sperati; fu lui a se- dipendenti regnava una certa goliardia. conduttore, che si può descrivere come forte passione per gli aspetti tecnici - oltre che per la musica -, gnalarmi a Monacciani che mi assunse, e iniziò Uno degli aneddoti che mi sono rimasti dentro una predisposizione personale che ha fatto sì che tutto il suo cammino, dall’estrema giovinezza sino alla così l’allargamento dei miei orizzonti, tra Wi-Fi e riporta proprio al periodo della mia assunzione, maturità, sia stato caratterizzato da elementi comuni, quelli che sono emersi con naturalezza nel corso Car Stereo, un interesse molto forte quest’ultimo che avvenne come già sottolineato nel mese di della nostra chiacchierata. tanto che, una volta diventato esperto, quando dicembre, quindi nel momento di massima ven- I ricordi che restano, misti a sentimenti contrastanti, regalano un altro frammento significativo che capitava di avere impianti da montare, mi facevo dita, e ricordo come prima di Natale fosse ne- contribuisce a formare il quadro generale, che è poi l’obiettivo di questo progetto. lasciare le auto che portavo in un garage attrez- cessario l’ausilio di una guardia che regolasse il zato, e dopo cena mi mettevo al lavoro. flusso in entrata e uscita, tante erano le perso- Ecco il suo pensiero, a ruota libera… ne interessate agli acquisti. Era anche usuale, in Certo è che quando mi si prospettò la possibilità quelle occasioni, l’utilizzo di un’agenzia che, due di lavorare in quel luogo mi sembrò di entrare nel o tre volte al giorno, prelevasse dalla cassa il rica- paese dei balocchi, ci sarei andato gratis, perché vato: altri tempi! trattare quella “materia” significava far coincide- Un’altra cosa che riporta al mio lavoro specifico re lavoro e passione. riguarda un allestimento richiesto dal Comune di Savona, una sala conferenze creata ad hoc al Il settore “Car Stereo” fu introdotto, credo, Monturbano: avevamo assemblato un impian- Livio Scuderi nell’84-85, e andò avanti per un bel po’; ne ven- to incredibile, con enormi casse JBL… chissà che devamo molti, anche perché all’epoca eravamo fine ha fatto quel materiale, tutto uscito dal ne- esclusivisti “Pioneer”. Poi cambiò tutto in modo gozio di Sperati. drammatico. Il montaggio fu iniziato da chi mi aveva precedu- L’attività “Car Stereo” ha successivamente carat- to nel ruolo - Marco, che ora vive in Africa -, ed terizzato parte della mia vita professionale futu- io lo avevo terminato. Per anni ne seguii la ma- ra perché, dopo un paio di anni come direttore nutenzione, necessaria proprio per il progressivo Il lavoro nel negozio di Sperati in via Manzoni L’idea di “alta fedeltà esoterica” risale agli anni commerciale di una azienda di Cairo, ho aperto decadimento legato allo scarso utilizzo. rappresentò il mio primo impiego serio dopo il ’90, e nacque in contrapposizione all’alta fedeltà nel 1989 una mia impresa e, assieme a mio pa- Episodicamente la sala veniva usata per qualche congedo militare, e durò dal dicembre del 1981 industriale dei grandi produttori giapponesi, co- dre, ho iniziato a installare stereo con antifurto, conferenza: c’era un impianto voci e quello au- sino al 1988, quindi un periodo di vita significa- stituita da componenti dichiarati validi per il suo- lavoro che mi ha condotto sino ai giorni nostri, dio - giradischi, lettore cd, registratore a bobine, tivo. no in base a misurazioni e risultati di laboratorio. visto che alla chiusura della mia attività, avvenu- registratore a cassette -, insomma, il Top Pioneer. Quegli anni mi servirono come trampolino di lan- Artigiani costruttori iniziarono a proporre appa- ta nel 2008 - logica conseguenza di un mercato Quella struttura ideata per i meeting non fu mai cio per tutte le altre attività che avrei intrapre- recchi che “suonavano meglio” pur avendo ca- in caduta libera e della dipartita del genitore -, usata, o almeno non furono mai sfruttate le gran- so in futuro e, a distanza di tanti anni, considero ratteristiche tecniche inferiori, il tutto legato a sono diventato dipendente di quello che allora dissime potenzialità che avrebbero potuto soddi- quel periodo come l’avvio di una esperienza for- scelte tecnologiche originali, a volte recuperan- era un mio cliente, rimanendo quindi nello stes- sfare le esigenze di 300/400 persone. mativa fondamentale, con un approccio facilitato do tecnologie ormai abbandonate o utilizzando so settore. Riassumo gli elementi che ricordo: casse JBL, re- dai miei forti interessi musicali. materiali insoliti. Ma a prezzi ovviamente da alto Di Miranda Sperati e Giorgio Monacciani ricordo gistratore a bobine Pioneer, lettore cassette CTF Iniziai come ragazzo di bottega addetto alle con- artigianato. la grande signorilità, e credo che persone di quel- 1250, amplificatore PRE e FINALE SAE (400 Watt segne, ma piano piano entrai nei meccanismi lo stampo non ne esistano più… mai un tono di per canale), quest’ultimo per me un sogno, repe- aziendali, occupandomi di vendite e di Hi-Fi, ar- Riuscire a lavorare nel negozio di Sperati rappre- voce inappropriato, mai un comportamento fuo- ribile a cifre astronomiche solo negli USA, dove rivando ad ottenere la piena fiducia della fami- sentò la realizzazione di un sogno perché, come ri dalle righe. però si utilizza l’alimentazione a 110 Volt. glia Sperati/Monacciani, con un buon margine di credo capitasse a tutti i giovani savonesi appas- azione gestionale. sionati di musica, era per me usuale rimanere in- Purtroppo, ad un certo punto il mercato incomin- collato per lungo tempo davanti a quella magica ciò inesorabilmente a calare, e Giorgio Monac- vetrina carica di novità situata al 45 R di via Man- ciani, realista e capace di guardare oltre l’imme- zoni, e quindi oltrepassare la soglia del negozio, diato, mi disse onestamente che se avessi trovato non come cliente ma esercitando un ruolo attivo, un altro impiego sarebbe stato per me più sicuro, fu motivo di vanto e di soddisfazione. e io seguii i suoi consigli. Mentre ero ancora studente bazzicavo il labo- Quando lasciai il lavoro, l’attività più tecnica di ratorio Valle (allora Grundig), grazie all’amicizia via Manzoni proseguì ancora per qualche anno dell’allora proprietario con mio padre. Mi appas- con Valter e Andrea, forse l’ultimo ad interessar- sionai presto alle televisioni e all’elettronica in si all’Hi-Fi esoterico, concetto che forse è bene generale, e d’estate quello diventò il mio “lavoro esplorare. da studente”. 24 25
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