4 I taccuini del museumgrandtour - John Izard Middleton: un archeologo americano nel Lazio a cura di Luca Attenni

Pagina creata da Margherita Ferrante
 
CONTINUA A LEGGERE
4 I taccuini del museumgrandtour - John Izard Middleton: un archeologo americano nel Lazio a cura di Luca Attenni
I taccuini del museumgrandtour

    John Izard Middleton: un archeologo
    americano nel Lazio
    a cura di Luca Attenni
4
4 I taccuini del museumgrandtour - John Izard Middleton: un archeologo americano nel Lazio a cura di Luca Attenni
4 I taccuini del museumgrandtour - John Izard Middleton: un archeologo americano nel Lazio a cura di Luca Attenni
John Izard Middleton:
un archeologo americano
       nel Lazio

      a cura di Luca Attenni
4 I taccuini del museumgrandtour - John Izard Middleton: un archeologo americano nel Lazio a cura di Luca Attenni
Collana: I Taccuini del Museum Grand Tour

Testi: Luca Attenni

Traduzione a cura di: Maria Scerrato

In Copertina: John Izard Middleton, Veduta del Lago di Nemi e Albano da Monte Cavo, incisione colorata
ad acquatinta, 1812, da Grecian Remains in Italy, a Description of Cyclopian Walls and Roman Antiquities with
Topographical and Picturesque Views of Ancient Latium.

Edizioni Articolo Nove
di Articolo Nove Arte in Cammino srls
Palazzo Barberini
Via Barberini, 24
Palestrina - Roma
www.articolonove.com

ISBN: 9788894837179

Copyright 2019
Finito di stampare dicembre 2019
4 I taccuini del museumgrandtour - John Izard Middleton: un archeologo americano nel Lazio a cura di Luca Attenni
4 I taccuini del museumgrandtour - John Izard Middleton: un archeologo americano nel Lazio a cura di Luca Attenni
Museumgrandtour - Sistema Museale Territoriale Castelli Romani e Prenestini
XI Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini: Ente Capofila e gestore

Istituzioni Museali aderenti al Sistema:
Museo Civico “Mario Antonacci”, Museo della Seconda Legione Partica - Albano Laziale, Museo Diocesano di Albano; Museo Civico
Archeologico “Roger Lambrechts”- Artena; Museo Diffuso Castel San Pietro Romano; Museo Archeologico del Territorio Toleriense
- Colleferro; Ferrovia Museo della Stazione di Colonna; Museo Tuscolano Scuderie Aldobrandini - Frascati; Acquedotti Romani e
Castello di Passerano - Gallicano nel Lazio; Centro Internazionale d’Arte Contemporanea - Genazzano; Museo Nazionale dell’Abbazia
di Grottaferrata; Museo Civico di Lanuvio; Complesso Archeologico del Barco Borghese, Museo della Città - Monte Porzio Catone;
Tuscolo Parco Archeologico Culturale; Museo Archeologico delle Navi - Nemi; Museo Civico d’Arte - Olevano Romano; Museo
Archeologico Nazionale - Palestrina; Museo Diocesano Prenestino di Arte Sacra; Museo Geopaleontologico “Ardito Desio” - Rocca
di Cave, Museo Geofisico - Rocca di Papa, Polo Culturale “Monsignor Francesco Giacci” - Rocca Priora, Museo di Palazzo Doria
Pamphilj - Valmontone, Museo del Giocattolo - Zagarolo.

MiBACT Polo Museale del Lazio
Diocesi di Albano Laziale
Diocesi Suburbicaria di Palestrina
Fondazione per la Ferrovia-Museo della Stazione di Colonna

Comitato Scientifico:
Paola Arena Ferrovia Museo della Stazione di Colonna; Luca Attenni Museo Civico, Lanuvio; Valeria Beolchini EEHAR - CSIC -
Parco Archeologico di Tuscolo, Comunità Montana; Serena Borghesani Museo del Giocattolo, Zagarolo; Giovanna Cappelli Museo
Tuscolano - Scuderia Aldobrandini, Frascati; Maurizio Chirri Museo Geopaleontologico “Ardito Desio”, Rocca di Cave; Maria Teresa
Ciprari Museo Diocesano Prenestino di Arte Sacra, Palestrina; Giuliana D’Addezio Museo Geofisico, Rocca di Papa; Monica Di
Gregorio Museo Civico d’Arte, Olevano Romano - Museo di Palazzo Doria Pamphilj, Valmontone; Roberta Iacono Museo Diffuso
di Castel San Pietro Romano; Roberto Libera Museo Diocesano, Albano Laziale; Angelo Luttazzi Museo Archeologico del territorio
Toleriense, Colleferro; Massimiliano Valenti Musei Civici, Albano Laziale - Museo Civico “Roger Lambrechts”, Artena;

Coordinamento del Comitato Scientifico
Monica Di Gregorio Museo Civico d’Arte, Olevano Romano - Museo di Palazzo Doria Pamphilj, Valmontone;

Coordinamento Tecnico Amministrativo
Patrizia Di Fazio Responsabile del Progetto, Comunità Montana
Francesca Galli Segreteria tecnico organizzativa, Comunità Montana
4 I taccuini del museumgrandtour - John Izard Middleton: un archeologo americano nel Lazio a cura di Luca Attenni
Il Sistema Museale Territoriale dei Castelli Romani e Prenestini interessa un’area geografica molto ampia e
diversificata, con la presenza di 27 servizi culturali tra musei e siti archeologici che fanno del Museumgrandtour
una delle più estese reti museali della Regione Lazio.
Si tratta di un territorio che esprime una propria identità fortemente radicata nella ricchezza diffusa di un
patrimonio culturale unico nel suo genere, caratterizzato da un paesaggio straordinario che ancora oggi offre
scorci di incontaminata bellezza. Con le loro collezioni di manufatti di estremo interesse allestite in edifici storici
prestigiosi, i musei raccontano la storia di un territorio attraverso un arco cronologico che prende avvio dalle
ere geologiche e percorre le tappe dell’evoluzione dell’uomo, in un affascinante viaggio attraverso il tempo. Le
diverse tipologie museali (archeologica, storico-artistica, demoetnoantropologica e scientifica) propongono al
visitatore un ampio ventaglio di offerte culturali e di servizi, con attività didattiche multidisciplinari, percorsi
guidati e strumenti tecnologici in grado di soddisfare un pubblico dalle molteplici esigenze.
La Comunità Montana dei Castelli Romani e Monti Prenestini, ente capofila e gestore del Sistema Museale, fa
della sua lunga esperienza di lavoro in rete un proprio punto di forza poiché il network, ad oggi, rappresenta
– ed i risultati lo dimostrano - la modalità più efficace di promuovere il patrimonio culturale di un territorio.
E’per questo che saluto con grande piacere ed orgoglio la nuova iniziativa editoriale I taccuini del Museum Grand
Tour che, in questa prima fase, raccoglie e documenta le numerose iniziative realizzate dai Musei del Sistema
nell’ambito del progetto Visioni di paesaggio tra arte scienza e letteratura.

                                                                                              Danilo Sordi
                                   Il Commissario XI Comunità Montana dei Castelli Romani e Monti Prenestini
4 I taccuini del museumgrandtour - John Izard Middleton: un archeologo americano nel Lazio a cura di Luca Attenni
“Visioni di paesaggio tra arte scienza e letteratura” è un progetto diffuso che ha visto protagoniste ben 14 sedi
museali del territorio dei Castelli Romani e dei Monti Prenestini e che è stato realizzato nel corso dell’anno
2019 grazie ad un finanziamento della Legge Regionale 23 ottobre 2009, n. 26 - Avviso pubblico “La Cultura fa
Sistema”.
Da una riflessione collegiale su quale fosse un tema rilevante e comune denominatore del Sistema Museale
“Museumgrandtour”, il paesaggio è emerso come il trait d’union capace di esprimere in maniera trasversale un
territorio ampio ed eterogeneo, su cui insistono numerosi musei differenti per tipologia, allestimenti e contenuti.
Quindi il paesaggio si è posto sin da subito come un tema la cui interpretazione poteva essere mediata dallo
sguardo dell’uomo, sia esso letterato, artista, architetto, scienziato, collezionista.
Nelle varie sedi che hanno ospitato il progetto, la tematica del paesaggio è stata declinata secondo desinenze
e modalità di comunicazione di volta in volta adattate a contesti e strumenti eterogenei. La nuova collana I
taccuini del Museum Grand Tour si apre dunque con una serie di piccoli cataloghi che raccolgono e documentano
le molteplici iniziative realizzate sul territorio.
I musei scientifici di Rocca di Cave e di Rocca di Papa, attraverso plastici 3D, hanno raccontato la lunga storia
geologica ed evolutiva dell’area dei Castelli Romani e Monti Prenestini: dalle scogliere coralline e i dinosauri
del Cretacico Superiore, al Vulcano Laziale, attivo negli ultimi 700 mila anni, alle glaciazioni e alle modifiche
della linea di costa, fino ad arrivare al paesaggio attuale. Nel Museo Civico di Albano Laziale, il racconto
dell’evoluzione antropologica - e non solo - del paesaggio è stato affidato alla fotografia attraverso due esposizioni
di ampio respiro; nella Torre Medievale di Lanuvio è stata invece ospitata una mostra multimediale dedicata
ai grandi viaggiatori di scoperta dell’800 (Middleton, Dodwell e l’erudita Marianna Dionigi) che avevano come
meta quei siti archeologici dell’Italia Centrale fuori dalle tradizionali direttrici di viaggio e che rappresentavano
per gli studiosi di allora oggetto di grande interesse. Il Museo Civico Archeologico “Roger Lambrechts” ha
affrontato il tema del paesaggio in chiave storico-urbanistica, dedicando due convegni di studio, corredati
da mostre documentarie, riguardanti uno le origini medioevali dell’abitato di Artena, l’altro i contesti urbani
laziali della media Repubblica a confronto con l’abitato del Piano della Civita di Artena. La mostra Formazione
e crescita del sistema urbano dei castelli romani e prenestini tra la tarda antichità ed il pieno medioevo, tenutasi presso
le Scuderie Aldobrandini di Frascati, ha posto interrogativi interessanti: in che modo la Storia, l’Archeologia
e l’Arte tracciano i segni per la ricostruzione del sistema insediativo. Il Museo di Palazzo Doria Pamphilj di
Valmontone ha proposto del paesaggio una lettura in chiave contemporanea ospitando Microcosmo. Visioni
4 I taccuini del museumgrandtour - John Izard Middleton: un archeologo americano nel Lazio a cura di Luca Attenni
contemporanee di paesaggio dal mondo, una mostra internazionale con opere di oltre 40 artisti che hanno dialogato
con le allegorie secentesche dei quattro continenti affrescate nelle volte. La Ferrovia-Museo della Stazione di
Colonna ha prodotto Un itineracconto nella campagna romana, volume e progetto di ricerca presentati insieme
ad un laboratorio di stampa artigianale: Un paesaggio in carta e inchiostro, realizzato per l’occasione in tiratura
limitata.
A Colleferro due giornate di rievocazione storica con personaggi in costume hanno ridato vita alla famosa
Battaglia di Sacriporto, con paesaggi, documenti, materiali e immagini. Il Museo Diocesano di Albano Laziale
ha raccontato invece le Trasformazioni e le rappresentazioni del paesaggio urbano attraverso conferenze, pannelli
illustrativi ed un video con riprese aeree da drone, che restituiscono l’insieme della città di Albano da un
punto di vista decisamente suggestivo. Il Museo Civico d’Arte di Olevano Romano, incentrato sulla pittura di
paesaggio europea del Lazio, ha celebrato i suoi trent’anni di istituzione con una conferenza tenutasi presso
il Museo Casa di Goethe in Roma e dedicata alle molteplici testimonianze pittoriche del paesaggio olevanese
attraverso due secoli di storia dell’arte. La straordinaria cornice di uno dei borghi più belli d’Italia, Castel San
Pietro Romano, attraverso il proprio Museo Diffuso, ha ospitato una mostra immersiva che ha accompagnato il
visitatore attraverso le trasformazioni del paesaggio urbano dall’Antichità ai nostri giorni. Il Museo Diocesano
Prenestino di Arte Sacra, infine, ha illustrato Il paesaggio prenestino, il territorio diocesano, gli insediamenti e la
spiritualità con una mostra documentaria tesa ad evidenziare l’evoluzione dell’identità diocesana nel territorio
prenestino a partire dalla testimonianza del martire Agapito.

                                                                                     Dott.ssa Monica Di Gregorio
                                                                             Coordinatrice del Comitato Scientifico
                                                                                             “Museumgrandtour”
4 I taccuini del museumgrandtour - John Izard Middleton: un archeologo americano nel Lazio a cura di Luca Attenni
John Izard Middleton: un archeologo americano nel Lazio

ENTI PROMOTORI
Regione Lazio
Sistema Museale dei Castelli Romani e Prenestini – Museumgrandtour
Comune di Lanuvio
Museo Diffuso di Lanuvio
PARTNER ISTITUZIONALI
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT)
Museo Civico di Alatri
COMITATO TECNICO ORGANIZZATIVO E COORDINAMENTO SCIENTIFICO DELLA MOSTRA
Luca Attenni: Archeologo, Direttore del Museo Civico Lanuvino, Roberto Libera: Direttore del Museo Diocesano di Albano
Laziale, Massimiliano Valenti: Direttore del Museo Civico di Albano Laziale
COORDINAMENTO ORGANIZZATIVO
Patrizia Di Fazio: Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini
REFERENZE FOTOGRAFICHE
© Daniele Baldassarre, © Daniela Russo, © Paolo Gherardi
Foto Comune di Alatri
Archivio fotografico Museo Archeologico di Segni
Archivio fotografico, Parco Archeologico di Norba
Foto Parco Regionale dei Castelli Romani
FILMATO: Massimo Ciafrei, Internosei Design Studio
Testi e coordinamento scientifico: Luca Attenni
Revisione testi: Benedetta Rizzo
Contributi Organizzativi e Collaborazioni: Piero Bogetto, Gloria Cesarano, Giuseppe Granata, Olivia Lolli, Pia Pigliacelli,
Benedetta Rizzo
Servizi didattici: Museo Diffuso di Lanuvio, Liceo Ugo Foscolo di Albano Laziale
Progetto grafico: Massimo Ciafrei, Internosei Design Studio

RINGRAZIAMENTI
Un particolare ringraziamento va a:
Damiano Pucci Presidente della Comunità Montana Castelli Romani e Prenestini; Luigi Galieti Sindaco di Lanuvio; Simona
Carosi Funzionario archeologo SABAP-RM-MET; Museo Civico di Segni, Parco Archeologico di Norma; Daniela Russo
Fiorillo Parco dei Castelli Romani, Antonio Agostini Dirigente Settore Cultura e Turismo del Comune di Alatri; Gianluca
Prestipino Liceo Foscolo di Albano Laziale; Francesca Galli XI Comunità Montana; Maria Cristina Vincenti Comune di Ariccia;
Gruppo Speleoarcheologico Sotterranei di Roma; Michael Sica Liceo Foscolo di Albano Laziale.
John Izard Middleton. Un americano a Roma; o meglio un archeologo americano nel Lazio. Un magnifico
scrittore d’esprit de finesse quale Marcel Proust nella sua grande opera ci ricordava come “il vero viaggio di
scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere occhi nuovi”. E proprio a quel nuovo sguardo del
Middleton è dedicato questo nostro taccuino.
Un’iniziativa culturale e conseguentemente editoriale quella de I Taccuini del Museum Grand Tour che va a
suggellare nei casi di Lanuvio e Alatri quanto organizzato a inizio 2019 nella Torre Medievale della cittadina dei
Castelli Romani e nella primavera dello stesso anno all’interno del Museo della città ciociara, nell’ambito del
progetto Visioni di paesaggio tra arte scienza e letteratura, un progetto diffuso che ha virtuosamente coinvolto
14 sedi museali del territorio dei Castelli Romani e dei Monti Prenestini. Una mostra multimediale, quella
lanuvina e alatrense, dedicata ai grandi viaggiatori di scoperta dell’800 e incentrata sulla figura proprio del
Middleton, fino anche ad arrivare all’irlandese Edward Dodwell e all’erudita Marianna Dionigi, altra figura
molto importante sia per Lanuvio che per Alatri. Viaggi di scoperta i loro che avevano come meta quei siti
archeologici del Centro Italia al di fuori delle tradizionali direttrici di viaggio e che costituivano per gli studiosi
dell’epoca motivo di notevole interesse. E Alatri e Lanuvio, proprio per quelle che sono le loro peculiarità storico
– archeologiche erano tra le località visitate; ancora oggi i musei diffusi delle due città sono testimonianza di
come essi ben si prestino a un’osservazione, a una scoperta dai più diversi punti di vista, all’insegna proprio di
una multidisciplinarità che ne racconti la ricca e affascinante stratificazione.

Carlo Fantini                         				 		 Alessandro De Santis
Consigliere Delegato alla Cultura								Assessore alla Cultura
Comune di Alatri                  		 						   Comune di Lanuvio
14   John Izard Middleton
I luoghi del Latium Vetus esplorati e descritti da John Izard Middleton evocano itinerari lungo antichi tracciati, come
quelli che dal guado sul Tevere nei pressi dell’Isola Tiberina raggiungevano i più antichi centri dell’entroterra,
attraverso la dorsale collinare vulcanica della colata lavica di Capo di Bove, fino ai piedi dei Colli Albani. Come
noto, su questa stessa direttrice fu realizzata la Via Appia, la prima via militare costruita ex novo dai Romani e la
prima via censoria. Il percorso della Regina Viarum attraversa il Lazio meridionale, interessando alcune decine
di comuni e un patrimonio di beni culturali e paesaggistici molto vasto, articolato ed eterogeneo. Il tracciato è
legato alla sua origine di strada delle conquiste e all’interazione tra l’orografia dei luoghi e l’individuazione del
più corto percorso possibile.
Il rapporto della Via Appia con il paesaggio laziale è notevolmente differenziato lungo il suo percorso: in molti
tratti l’Appia taglia i segni del territorio, in altri li asseconda, in altri ancora ne costituisce la traccia ordinatrice. Vi
sono inoltre casi in cui il palinsesto paesistico ha cancellato la strada stessa o vi ha sovrapposto nuovi elementi,
in sintonia o in contrasto con la traccia sottostante. L’intersezione della linea della strada con gli altri segni del
territorio, come strade minori, canali, filari e siepi, ha determinato una diversificata serie di forme più o meno
complesse. Questa ricchezza e varietà del paesaggio dell’Appia ne determina valore e potenzialità di sviluppo
culturale e turistico.
Il Parco Archeologico dell’Appia Antica ha il compito istituzionale di coordinare le attività di valorizzazione
dell’intero tracciato da Roma a Brindisi. Nonostante le diverse fasi di sviluppo e i diversi contesti territoriali
attraversati dall’antica strada, è possibile individuare alcuni obiettivi strategici comuni, come la necessaria
manutenzione e il restauro del tracciato, il miglioramento e lo sviluppo dell’itinerario e dei servizi connessi,
l’organizzazione di sistemi di gestione finalizzati allo sviluppo dell’offerta culturale e turistica locale. Punto di
partenza imprescindibile per ogni processo di valorizzazione rimane tuttavia la conoscenza dei beni culturali e
paesaggistici del territorio, alla quale questo volume contribuisce esemplarmente.

                                                                                                    Dott. Simone Quilici
                                                                         Direttore del Parco Archeologico dell’Appia Antica

                                            Un archeologo americano nel Lazio                                                    15
16   John Izard Middleton
John Izard Middleton: un archeologo                                          volta in queste architetture megalitiche sul monte
         americano nel Lazio                                                  Circeo (Fig. 1)5, la cui visione nel 1792 lo colpì a tal
                                                                              punto da continuare ad indagarle per i successivi
Nell’anno 1812 fu pubblicato a Londra ad opera di                             44 anni della sua vita6.
J.I. Middleton1 il volume in folio “Grecian Remains                           La folgorazione di Petit Radel beneficiò
in Italy, a Description of Cyclopian Walls and Roman                          dell’ondata di interesse verso un Antico “altro”, e
Antiquities with Topographical and Picturesque Views                          attirò sulle mura poligonali l’attenzione non solo
of Ancient Latium”.                                                           degli archeologi ma anche dei viaggiatori, che ne
Nel capitolo introduttivo l’autore afferma di                                 subirono il fascino e che si mossero alla scoperta
voler circoscrivere il proprio interesse alle mura                            dei paesi del Lazio Meridionale fino ad allora
poligonali, monumenti del Lazio anteriori a                                   generalmente tagliati fuori dai percorsi turistici.
quelli di età romana, i cui disegni accuratissimi                             In più, collocando la costruzione di queste mura
accompagnano il testo e sono anzi l’oggetto                                   in un’età remotissima e collegandola al misterioso
principale della pubblicazione2.                                              popolo dei Pelasgi, Radel caricò le mura di una
La maggior parte delle città pelasgiche del Lazio                             forte valenza segnica per la cultura e per la
Meridionale si trovava in un anonimato totale                                 sensibilità del suo tempo: esse acquistarono un
fino alla fine del ‘7003, quando il presule francese                          nuovo significato e divennero monumenti capaci
L. Ch. Fr. Petit-Radel4 si imbattè per la prima                               di poderosa risonanza emotiva ed intellettuale
                                                                              negli anni in cui il classicismo e il neoclassicismo
                                                                              stavano entrando in crisi e stava emergendo, dal
                                                                              loro stesso interno, quella differente sensibilità
                                                                              verso l’antico che chiamiamo romantica7. In
                                                                              tale contesto, il successo della scoperta e la
                                                                              conseguente immediata produzione di un’ampia
                                                                              mole di documenti accesero il dibattito8 in cui
                                                                              la comunità si divise fra sostenitori del francese,
                                                                              come il Dodwell, e suoi detrattori9.
                                                                              Mentre attribuiamo la scoperta delle mura a pochi
                                                                              pionieri come Giuseppe Simelli, che, inviato dal
                                                                              Séroux d’Agincourt, esplorò le città sabine del
                                                                              Lazio settentrionale e dell’Umbria, attribuiamo
                                                                              invece la grande opera di documentazione delle
                                                                              sconosciute cinte del ‘Lazio del Calcare’, che
1 | Edward Lear, Veduta delle mura poligonali della cosiddetta
                                                                              avverrà negli anni compresi fra il 1805 (o meglio
acropoli del Circeo, da Illustrated Excursions in Italy II, London 1846       fra il 1807) ed il 1809, all’americano John Izard

                                                        Un archeologo americano nel Lazio                                                17
Middleton10, all’irlandese Edward Dodwell11, e a                            Il Viaggio di Middleton
     Marianna Candidi Dionigi12, tutti, va detto, fermi
     sostenitori della tesi ‘pelasgica’. Non erano essi              Nella prima parte del suo viaggio, John Izard
     gli ultimi epigoni del Grand Tour, come spesso                  Middleton percorre la via Appia, la via Regina,
     si è sentito dire, ma «savants» impegnati in una                asse di penetrazione di un territorio che deve la
     precisa opera di documentazione archeologica13.                 sua particolare morfologia e la generosità del suo
     Grazie all’utilizzo delle migliori tecnologie                   clima alla natura vulcanica dei Colli Albani, e che
     dell’epoca, fra le quali le camere chiare e                     costituisce quasi un unicum per la continuità dell’
     oscure14, e alle minuziose misurazioni dal vero                 orografia, del paesaggio e delle sue relazioni con
     che verificavano e correggevano le immagini                     Roma16.
     così ottenute, essi produssero in numero                        Il tracciato romano abbandonato in età medievale
     impressionante i documenti che il dibattito                     all’altezza di Albano Laziale fu recuperato con la
     scientifico richiedeva: non si trattava di vedute               parziale bonifica delle Paludi Pontine dalla fine del
     ma veri e propri rilievi accurati. Nelle edizioni dei           Settecento, quando fu realizzata anche la nuova
     loro lavori (e in questo la nostra Marianna Dionigi             strada tra Albano, Ariccia, Genzano e Velletri.
     batté tutti sul tempo, dando alle stampe il celebre             Qui il territorio è fittamente intriso di tracce della
     Viaggio già nel 1809!) le stampe erano corredate                sua storia, poichè le distese di verde si alternano
     da minuziose descrizioni dei monumenti oggetto                  alle rovine antiche, e la trasformazione degli
     di studio15.                                                    agglomerati Castellani ha visto la costruzione delle
     Da questo momento, dunque, le città dei monti                   ville suburbane avvenuta tra fine Cinquecento e
     a sud di Roma dotate di mura vengono visitate                   inizi Seicento.
     da artisti di diverse nazionalità che ne fanno                  Nello stato pontificio il sistema delle strade
     riproduzioni pittoriche o a stampa ed escono                    si avvaleva delle vie consolari romane, anche
     dall’isolamento e dalla trascuratezza a cui                     se delle antiche strutture stradali rimanevano
     l’itinerario classico del Grand Tour le aveva                   soltanto tratti di pavimentazione o appena
     condannate.                                                     il tracciato17. Le condizioni delle strade
                                                                     dipendevano strettamente dalle stagioni e dalla
                                                                     frequenza della manutenzione. Goethe annotava
                                                                     nei suoi “Viaggi in italia“anche la direzione del
                                                                     vento e le condizioni del tempo, sottolineando che
                                                                     chi viaggia per terra è in loro soggezione quasi
                                                                     quanto il navigante18.
                                                                     La Campagna Meridionale di Roma suggestionò
                                                                     fortemente Middleton: i laghi di Albano e Nemi
                                                                     (Figg. 2 -3), i mausolei, le vestigia archeologiche di

18                                                     John Izard Middleton
2 | John Izard Middleton, Veduta del Lago di Nemi e Albano da Monte Cavo, incisione colorata ad acquatinta, 1812, da Grecian Remains in Italy, a
Description of Cyclopian Walls and Roman Antiquities with Topographical and Picturesque Views of Ancient Latium

3 | Veduta del Lago di Nemi e Albano da Monte Cavo ( foto di Paolo Gherardi, per gentile concessione del Parco dei Castelli Romani)

età romana (Fig.4) e i borghi dei Castelli Romani19                               romana quando si lascia alle spalle Roma,
spiccavano in un paesaggio pieno di contrasti                                     uscendo dalla porta di San Giovanni in Laterano:
tra le opere dell’uomo e la natura che sembrava                                   gli acquedotti in rovina attraversano il paesaggio
riappropriarsi del territorio modificato da secoli                                in ogni direzione; in particolare, il Monte Cavo21
di storia20.                                                                      è pittoresco da qualsiasi lato esso sia ammirato22.
Middleton dice che nulla agli occhi del viaggiatore                               Middleton descrive la vista dalla finestra del
è più allettante che la vista della campagna                                      Convento sulla sommità del Monte Cavo come

                                                     Un archeologo americano nel Lazio                                                             19
4 | Ninfeo dorico ( per gentile concessione dell’archivio fotografico
     del Parco dei Castelli Romani)

     una delle più interessanti al mondo, poichè i
     resti archeologici ancora visibili delle antiche                               5 | Albano Laziale, fontana di Piazza Pia con il Duomo sullo sfondo
                                                                                    ( foto di Daniela Russo Fiorillo)
     città abbracciano lo svolgimento complessivo
     dell’Eneide, dal promontorio di Circe fino alla                                del 1809.
     foce del Tevere23.                                                             Descrive l’area di Palazzolo e il suo convento,
     Resta particolarmente colpito dalla città di Albano                            dove ritiene sorgesse l’antichissima città di
     (Fig.5), dove si sofferma a descrivere il cosiddetto                           Albalonga, conformandosi al parere di Dionigi di
     sepolcro degli Orazi e Curiazi24 e le vaste vestigia                           Alicarnasso25, e in cui si trova il sepolcro singolare,
     della villa di Domiziano, scena di tutte le follie                             antichissimo, scolpito nella solida roccia, che
     del tiranno durante la sua giovinezza, dove però                               identifica con un monumento funebre di qualche
     non trova rovine che lo inducano a tirar fuori il                              re di Albano26.
     suo quaderno da disegno, poiché esse consistono                                Identifica Rocca di Papa con l’antico Forum
     solamente in lunghi terrazzi con le loro sostruzioni.                          Popilii27.
     Middleton fa risalire l’origine della moderna città                            Middleton sente la fascinazione di ogni cosa che
     di Albano ad un accampamento pretoriano, di cui                                riguarda il piccolo Lago di Nemi: sostiene che il
     descrive la consistente porzione di mura ancora                                nome datogli dagli antichi, Specchio di Diana, ne
     visibili la cui parte più intatta funge da muro                                riverberi la bellezza e che in nessun modo delude
     di confine e di fondamenta del convento di San                                 le aspettative del viaggiatore: più piccolo del lago
     Paolo, dove egli stesso ha abitato nei mesi estivi                             di Albano, è esteticamente molto più gradevole;

20                                                                    John Izard Middleton
6 | John Izard Middleton, Segni cosiddetta Portella, incisione
colorata ad acquatinta, 1812, da Grecian Remains in Italy, a Description
of Cyclopian Walls and Roman Antiquities with Topographical and
Picturesque Views of Ancient Latium (per gentile concessione del
Museo civico di Segni)

verso qualsiasi lato il viaggiatore si volti, è
possibile contemplare paesaggi sublimi di cui                                  7 | John Izard Middleton, Segni porta S. Pietro, incisione colorata ad
il lago, circondato dagli alberi, resta comunque                               acquatinta, 1812, da Grecian Remains in Italy, a Description of Cyclopian
                                                                               Walls and Roman Antiquities with Topographical and Picturesque Views
l’attrattiva principale28.                                                     of Ancient Latium (per gentile concessione del Museo civico di Segni)
Descrive poi Velletri, il lago di Giulianello, Cori
dove inizia la vera regione ciclopica e ancora Cora,                           descrive i muri superstiti che erano stati rialzati
Norba, Segni, Alatri, Ferentino, che incoronano                                allo scopo di sostenere la collina; a Norba descrive
le loro ripide colline con possenti mura,                                      un’enorme porta, con le pareti ben conservate che
testimoniando quanto fosse densa la popolazione                                rappresentano un esempio significativo di opera
pelasgica del posto.                                                           ciclopica.
Le mura ci parlano di quanto lunghe e terribili                                I resti che si conservano a Segni e Alatri sono i più
fossero state le guerre in questi territori e di come                          importanti e pertanto li descrive nei dettagli.
fosse progredita la civiltà locale che aveva bisogno                           Della moderna città di Segni, racchiusa tra le
di proteggersi con cinte difensive, tanto elaborate                            antiche mura, Middleton evidenzia che occupa
nel progetto e tanto enormi nelle dimensioni da                                meno della metà dello spazio della città antica.
richiedere uno sforzo vasto e protratto, un lavoro                             Le mura poligonali di Segni sono le più antiche
immenso per la loro costruzione. A Cori Middleton                              (Figg. 6-7): realizzate nel primo stile ciclopeo,

                                                         Un archeologo americano nel Lazio                                                                 21
cioè squadrate rozzamente, sono a giudizio di                   nessuna delle città sopra menzionate: sulle pareti
     Middleton confrontabili solo con una parte di un                esterne ed interne adiacenti al cancello vi sono
     muro a Cori e di un altro a Palestrina.                         due bassorilievi deturpati dallo scorrere del
     La cinta muraria signina si estende per due                     tempo (Fig.8). Dopo essere stati attentamente
     miglia di circonferenza e conta otto porte antiche,             esaminati sia sul posto che attraverso un calco, tali
     di cui quattro ancora dotate dei loro architravi                bassorilievi sono stati riconosciuti dagli antiquari
     perfettamente conservati. Di queste quattro porte               come “Custos furum atque avium, cum falce saligna29”.
     Middleton e i suoi compagni di viaggio scavano                  “Sul lato dove si trova questa porta, la cittadella
     le basi scoprendo che la terra le aveva invase per              è difesa da un baluardo molto alto che sostiene
     due o tre piedi.                                                la piattaforma del livello antico; vi è un cancello
     La prima e più grande porta, chiamata Porta                     aperto in questo bastione. L’intero bastione, che si
     Saracena, è composta da cinque enormi blocchi:                  estende in dimensioni uguali attorno alla maggior
     due montanti, due inclinati ad angolo di circa                  parte della cittadella, è formato da immensi
     quaranta gradi, ed un quinto a formare l’architrave,            blocchi poligonali (Fig. 9)30; la pietra, che forma
     che appare sbadatamente spalancato. Le altre                    l’architrave della porta, è lunga quasi quindici
     porte sono più piccole e abbastanza ordinarie.                  piedi e mezzo, larga sette e spessa altrettanto; lo
     In molti tratti delle mura di Segni, dove l’opera               spessore del muro, nel punto in cui si trova questo
     ciclopica era stata in parte demolita, Middleton                cancello, è di quarantatre piedi”.
     nota una particolarità che a suo dire poteva far
     luce sul metodo di costruzione utilizzato quando
     si desiderava ottenere maggiore solidità. Sulla
     superficie interna delle pietre lasciate scoperte
     dalla demolizione della parte superiore del muro,
     vi sono fori oblunghi tagliati nel blocco, alcuni
     lunghi circa otto o dieci pollici e larghi un pollice
     e da due o tre profondi. La pietra superiore, che si
     adattava a questi, era scavata nello stesso modo
     per consentire l’introduzione di un pezzo di legno
     o di ferro lungo una decina di centimetri e largo
     quattro o sei che, una volta incassato all’interno
     del muro, avrebbe impedito che le pietre venissero
     rimosse da qualsiasi ferita esterna.
                                                                     8 | John Izard Middleton, Alatri Porta S. Pietro, incisione colorata ad
                                                                     acquatinta, 1812, da Grecian Remains in Italy, a Description of Cyclopian
     Ad Alatri, entrando nella porta di San Pietro,                  Walls and Roman Antiquities with Topographical and Picturesque Views
     evidenzia una caratteristica riscontrabile in                   of Ancient Latium

22                                                     John Izard Middleton
9 | Veduta dall’alto dell’acropoli di Alatri ( Foto Daniele Baldassarre)

                                                                                epoca i romani riproducevano “contra invidentium
                                                                                effascinationes” (Fig. 10)31.
                                                                                Con una descrizione delle tombe scavate nella
                                                                                roccia di Valmontone, dei resti a Palestrina, e
                                                                                degli oggetti di interesse sulla via tra quest’ultima
                                                                                e Roma, il Middleton conclude il suo viaggio e il
                                                                                suo lavoro.
                                                                                Ventidue anni dopo la pubblicazione del suo
                                                                                volume, alcune delle incisioni in esso contenute
                                                                                vennero ristampate per il noto lavoro postumo
                                                                                di Dodwell “Views and descriptions of cyclopean
                                                                                or pelasgic remains in Greece and Italy”, che pure
                                                                                trattava il tema dei Pelasgi nel Lazio 32.
10 | John Izard Middleton, Alatri Porta dei Falli, incisione colorata ad
                                                                                                                        Luca Attenni
acquatinta, 1812, da Grecian Remains in Italy, a Description of Cyclopian
Walls and Roman Antiquities with Topographical and Picturesque Views
of Ancient Latium

Sul lato opposto della cittadella c’è una piccola
porta, sul cui architrave si trova una scultura
di uno di quei “satyrica signa” che fino a tarda

                                                          Un archeologo americano nel Lazio                                             23
Note                                                                      Età repubblicana» (ATTA 9), Roma 2000, pp. 91-
                                                                               102. Sul dibattito sorto intorno alle mura poligonali
     1. Il signor John Izard Middleton apparteneva alla                        agli inizi del XIX secolo e sull’apporto dato da Petit
        nota famiglia della Carolina del Sud distintasi                        Radel e dalla Dionigi si vedano anche: G. Lugli,
        per il servizio pubblico storico e per l’alta cultura                  La tecnica edilizia romana con particolare riguardo
        ereditaria dei suoi membri principali. Nato nel                        a Roma e Lazio, I, Roma 1957, pp. 53-60 e i recenti
        1785, era figlio del patriota e sottoscrittore della                   contributi di Fausto Zevi e Anna Pasqualini nel
        Dichiarazione di indipendenza, Arthur Middleton.                       volume Omaggio a Marianna Dionigi (L. Attenni - A.
     2. Il volume, frutto dei due viaggi nel Lazio                             Pasqualini a cura di), Atti del Convegno di studio
        Meridionale intrapresi nel 1808 e nel 1809, è                          Lanuvio 22 Maggio 2005, Velletri 2007.
        apparso in un momento poco propizio perché                          4. Louis Charles François nacque a Parigi il
        ottenesse la risonanza che meritava: gli ultimi                        26 Novembre 1756; iniziato alla carriera
        anni della lotta contro Napoleone accentravano                         ecclesiastica, venne nominato vicario generale
        su di sé l’attenzione distogliendola dallo studio                      nel 1788 nella Diocesi di Couserans. Scoppiata
        dell’antichità. Inoltre la guerra tra gli Stati Uniti e la             la Rivoluzione Francese nel 1789, fu interdetto
        Gran Bretagna interruppe le relazioni politiche e gli                  come prete refrattario e venne a Roma sotto la
        scambi culturali tra i due paesi per tre anni. Il libro                protezione del Papa Pio VI. Vi rimase tra il 1791
        di Middleton avrebbe potuto attirare l’attenzione                      e il 1800, ottenendo incarichi di esperto botanico
        di alcuni studiosi e artisti, ma scomparve alla vista                  e bibliotecario. Rientrato in Francia divenne nel
        prima che il suo valore fosse riconosciuto e che                       1805 conservatore della biblioteca Mazzarino e fu
        potesse assicurare al suo autore la reputazione                        molto attivo nel continuare gli studi sulle mura.
        che avrebbe meritato. Vedi Charles Eliot Norton,                       L. Ch. Fr. Petit-Radel, Recherches sur les monuments
        The First American Classical Archæologist, in «The                     cyclopèens et description de la collection des modèles en
        American Journal of Archaeology and of the                             relief composant la Galerie Pélasgique de la Bibliothèque
        History of the Fine Arts» Vol. 1, No. 1 (Jan., 1885),                  Mazarine, Paris 1841.
        pp. 3-9.                                                            5. Qui si era recato con lo scopo ufficiale di raccogliere
     3. G. Guadagno, 1809-2009. Una tradizione di due secoli                   una piccola palma da inserire in un orto botanico
        di studi e ricerche sugli insediamenti megalitici, in Le               romano di cui era divenuto direttore. Abbiamo
        mura megalitiche. Il Lazio meridionale tra storia e mito,              una bellissima immagine litografata del 1846
        Roma 2009, pp. 19-37; De Caprio V., Viaggiatori nel                    dell’artista Edward Lear (Fig.1) che dà l’idea
        Lazio, Fonti Italiane 1800-1920, Roma, 2007. Facevano                  dell’importanza della cosiddetta acropoli del
        eccezione le città di Palestrina e Tivoli, monumenti                   Circeo. Questa immagine è parte integrante di un
        menzionati da fonti letterarie antiche come Cori o                     volume pubblicato dal Lear nell’Agosto del 1846
        Priverno. Si veda a riguardo: D. Palombi, Intorno                      composto di 25 vedute, che prende in esame molte
        alle mura di Cori, in «Fortificazioni antiche in Italia,               località nei territori dello Stato Pontificio. E. Lear,

24                                                            John Izard Middleton
Illustrated Excursions in Italy II, London 1846.                    Caetani. Vedi F. M. Cifarelli, Il Petit-Radel e la
6. Nel 1801 di fronte alla Classe d’Histoire et de                     riscoperta delle città ‘Pelasgiche’, in M. Cancellieri,
   Littérature Ancienne dell’Institut de France, e poi di              F. M. Cifarelli, D. Palombi, S. Quilici Gigli a cura
   nuovo nel 1803 di fronte alla Classe des Beaux-Arts,                di, Tra memoria dell’antico e identità culturale. Tempi
   pose all’attenzione del mondo accademico questi                     e protagonisti della scoperta dei Monti Lepini, Roma
   monumenti, ipotizzando che essi, diffusi tanto in                   2012, pp.33-48.
   Grecia quanto in Italia, fossero la testimonianza                8. Solo dopo che le successive indagini di Dodwell
   della presenza in queste regioni del popolo dei                     e Gell in Grecia e nelle isole del Mediterraneo
   Pelasgi. Tale teoria era basata sulla conoscenza                    avevano confermato le sue opinioni, l’origine
   dei testi antichi ma mancava di documentazione                      pelasgica di queste antiche mura venne considerata
   iconografica, pertanto l’Institut de France chiamò a                probabile, ed esse vennero classificate in tre o
   raccolta con un bando i Savans perchè realizzassero                 quattro ordini diversi, secondo la forma e la posa
   questa documentazione. Vedi F. M. Cifarelli, Il                     delle loro pietre. Dodwell, che in precedenza
   Petit-Radel e la riscoperta delle città ‘Pelasgiche’,               aveva visitato la Grecia, era uno dei “gentiluomini
   in M. Cancellieri, F. M. Cifarelli, D. Palombi, S.                  inglesi” nella cui compagnia Mr. Middleton
   Quilici Gigli a cura di, Tra memoria dell’antico e                  disegnava e studiava le mura del Lazio. Non mancò
   identità culturale. Tempi e protagonisti della scoperta             di notare la somiglianza tra l’opera ciclopica di una
   dei Monti Lepini, Roma 2012, pp.33-48. Nel 1804                     terra e l’altra, eppure solo nel 1818 pubblicò il suo
   viene pubblicato il testo degli Eclaircissemens                     eccellente “Tour classico e topografico attraverso
   nel Magasin Enciclopédique, e il bando diede                        la Grecia”, in cui ha richiamato l’attenzione ancora
   l’avvio alla riscoperta delle città Pelasgiche. Non si              una volta su questi resti più antichi della civiltà
   trattava della scoperta di monumenti sconosciuti,                   europea.
   le mura erano infatti note da anni, ma solo da allora            9. Parallelamente, si alza la voce della scuola tedesca:
   cominciano a essere effetto di studio e di dibattito.               nelle fasi iniziali si contrappose alla teoria del
   V. De Caprio, Viaggiatori nel Lazio. Fonti italiane                 Petit-Radel il Sickler, le cui dure critiche furono
   1800 - 920, Istituto Nazionale di Studi Romani,                     ospitate, con grande disappunto del primo nella
   Roma 2007.                                                          rivista francese Magasin Encyclopédique: in sintesi,
7. Ulteriore cassa di risonanza degli Eclaircissemens                  il Sickler si mostrava fermo sostenitore della
   fu il fatto che tale bando venne rilanciato da                      pertinenza delle strutture ‘ciclopiche’ ad età
   altri prestigiosi istituti: sappiamo dal Petit- Radel               romana, riprendendo peraltro la teoria secondo
   che nello stesso 1804 l’Accademia dei Lincei a                      la quale esse altro non erano che l’opus incertum
   Roma distribuì un Invito agli amatori delle belle                   di Vitruvio. Vedi F. M. Cifarelli, Il Petit-Radel e la
   arti e delle antichità volto a un’analoga raccolta di               riscoperta delle città ‘Pelasgiche’, in M. Cancellieri,
   documentazione destinata all’abate Scarpellini                      F. M. Cifarelli, D. Palombi, S. Quilici Gigli a cura
   molto attivo nei circoli romani facenti capo al                     di, Tra memoria dell’antico e identità culturale. Tempi

                                              Un archeologo americano nel Lazio                                                  25
e protagonisti della scoperta dei Monti Lepini, Roma                          assomigliare ai disegni originali. J. I. Middleton,
           2012, pp.33-48. Le teorie degli studiosi tedeschi                             Grecian Remains in Italy, a Description of Cyclopian
           ebbero presto il sopravvento, seguite ormai dalla                             Walls and Roman Antiquities with Topographical and
           gran parte di coloro che, dal Canina al Fonte-a-                              Picturesque Views of Ancient Latium, London 1812.
           Nive, vollero occuparsi più o meno direttamente                         15.   Fu Middleton il primo a presentare le mura
           del problema. R. Fonte-a-Nive, Sui monumenti                                  della città di Segni partendo da Porta Saracena
           ed altre costruzioni poligonie od epimonolitiche dette                        e proseguendo lungo il circuito in senso orario,
           ciclopee, saturnie o pelasgichee e sui resti di tali fabbriche                chiudendo con la descrizione del tempio di
           esistenti nella provincia romana, Roma 1887. Sul tema                         Giunone Moneta. Vedi F. M. Cifarelli, Il Petit-Radel
           della discussione: P. Pinon, Pierre-Adrien Pâris                              e la riscoperta delle città ‘Pelasgiche’, in M. Cancellieri,
           (1745-1819), architecte, et les monuments antiques de                         F. M. Cifarelli, D. Palombi, S. Quilici Gigli a cura
           Rome et de la Campanie, Rome 2007.                                            di, Tra memoria dell’antico e identità culturale. Tempi
     10.   J. I. Middleton, Grecian Remains in Italy, a                                  e protagonisti della scoperta dei Monti Lepini, Roma
           Description of Cyclopian Walls and Roman Antiquities                          2012, pp. 33-48.
           with Topographical and Picturesque Views of Ancient                     16.   I. Salvagni, Oltre e attraverso Roma. I teatri del Grand
           Latium, London 1812.                                                          Tour, pp. 1-6.
     11.   E. Dodwell, Views and Descriptions of Cyclopian, or                     17.   Gli itinerari di viaggio tra una locanda di posta
           Pelasgic Remains, in Greece and Italy, London 1834.                           e l’altra hanno rappresentato una realtà di lunga
     12.   M.Candidi Dionigi, Viaggio in alcune città del Lazio                          durata nell’Europa Moderna. Tutti i viaggiatori,
           che diconsi fondate dal re Saturno, Roma 1809.                                con poche eccezioni fino alla prima metà del XIX
     13.   F. M. Cifarelli, Il Petit-Radel e la riscoperta delle                         secolo, percorrono le stesse strade, attraversano le
           città ‘Pelasgiche’, in M. Cancellieri, F. M. Cifarelli,                       stesse campagne. Si veda A. Finocchi, In viaggio,
           D. Palombi, S. Quilici Gigli a cura di, Tra memoria                           Itinerari, locande e guide postali, pp. 285-290.
           dell’antico e identità culturale. Tempi e protagonisti                  18.   J. W. Goethe, Viaggio in Italia, Milano 1993, p. 7.
           della scoperta dei Monti Lepini, Roma 2012, pp. 33-48.                  19.   Del resto i Castelli Romani, con la campagna
     14.   Questa precisione è stata resa possibile dall’uso                             incontaminata e ricca di rovine che evocavano
           della camera oscura. “La maggior parte dei                                    ai viaggiatori i luoghi dell’Arcadia perduta,
           miei contorni”, dice, “in effetti, potrei dire tutte                          divengono tra XVIII e XIX sec, una delle mete
           le distanze e quelle parti dell’immagine che                                  preferite del Grand Tour. F. Sbaraglia, I luoghi del
           richiedono la precisione dell’antiquario più che                              ristoro, pp. 296-301.
           la grazia dell’artista,” sono garantite da questo                       20.   A. Brilli, Il Petit Tour. Itinerari minori del viaggio in
           processo meccanico. “In seguito li ho ritoccati sul                           Italia, Milano 1988, p.118.
           posto e ho dato quella grazia di dettagli che era                       21.   I resti di questo tempio consistono adesso in
           impossibile ottenere mentre la carta era sotto la                             un muro in peperino. Middleton ha trovato
           lente.” Le incisioni sono state colorate a mano per                           similmente, in un campo adiacente al Convento,

26                                                                   John Izard Middleton
parte di una piccola colonna scanalata di marmo                         ottenne il trionfo: questa è l’opinione di (Ligarius);
    bianco. Piranesi ha disegnato diversi frammenti                         troviamo in Plutarco che i resti di Pompeo furono
    di questo tempio nel suo lavoro sulle antichità                         portati e depositati ad Albano.
    di Albano. Il tempio doveva essere piccolo, se lo                 25.   Dionigi di Alicarnasso Antichità Romane 1,9, 1-2.
    dobbiamo giudicare tramite i frammenti disegnati                        Middleton si sorprende che non ci siano più resti
    da Piranesi e che io stesso vidi.                                       delle mura di Alba, città che venne, come ci riferisce
22. Middleton sottolinea come dalla sommità                                 Virgilio, fortificata due volte.
    del monte sia possibile trovare una porzione                      26.   Middleton riporta le varie congetture formulate
    dell’antica via trionfale che conduceva al tempio di                    al suo tempo che riguardavano il monumento
    Iuppiter Latialis e che al tempo del suo viaggio era in                 funerario: un’ipotesi lo identifica con il sepolcro di
    condizioni di perfetta preservazione, con la base di                    un console, Cn. Cornelius, secondo Livio ammalatosi
    circa undici palmi Romani o di otto piedi Inglesi.                      dopo aver fatto un sacrificio sul Mons Albanus, e poi
23. Il promontorio di Circe, la città di (Circeii?), la                     morto a Cuma, mentre un’altra ipotizzava che fosse
    palude Pontina, il sito di Nettuno, un’antica città                     la tomba di Tullius Hostilius. Sulla decorazione del
    dei Volsci, il Porto d’Anzo, l’antica Antium, sulla                     sepolcro si veda: Shaefer Th, Imperii insigna. Sella
    costa, e quasi in linea con Albano, c’è il sito di                      curulis und fasces. ZurRepräsentation Römischer
    Ardea, la capitale dei Rutuli, più vicino alla voce                     Magistrate, Mainz 1989, pp. 265-272, nr. 18 tavv. 38
    del Tiber, c’è Pratica, l’antica Lavinum, poi l’antica                  e 39.
    Laurentum e, immediatamente sulla foce del Tiber,                 27.   Livio lib. VII c. 25. ci dice che Forum Popilii prese
    c’è Ostia. Guardando ancora a sinistra, sul primo                       il suo nome da M. Popilius Lenatus, che sconfisse
    rilievo al di sopra del lago più piccolo c’è Nemi,                      i Galli, e li obbligò a prendere rifugio in questo
    dalla quale prende il nome il lago; costeggiando                        castello dove rimasero fino a quando il rigore della
    questo lago a sinistra, troviamo su di una collina                      stagione li forzò a scendere verso la pianura, oggi
    distante la città di Lanuvium (odierna Lanuvio).                        denominata Campi D’Annibale.
    Vicino sulla destra, e al di sopra del lago, c’è la città         28.   Non posso fare a meno di pensare, come Kircker,
    di Genzano, l’antica Cynthianum, chiamata così                          che ci sia una naturale comunicazione sotterranea
    dal tempio di Diana. Ancora a destra Middleton                          tra i laghi di Albano e di Nemi; lui la piazza al di
    descrive Ariccia, che dice fondata da Archilocus,                       sotto di alcune rovine chiamate l’eremitaggio, e le
    uno dei primi re dei Siculi, e che si trovava in                        guide mostrano ancora questo luogo come essere la
    precedenza sulla via Appia Antica le cui rovine                         parte più profonda del lago; invero come un punto
    sono ancora visibili poco sotto la città moderna.                       in cui “il piombino non suonò mai”. É al di sotto di
24. Questo è adesso fortunatamente smentito. La                             un albero incurvato, e qui il lago assume quel colore
    congettura più accreditata è che sia la tomba di                        blu che sempre indica le acque profonde. Potrebbe
    Pompeo e che le cinque torri, di cui tre sono cadute,                   questo paesaggio non indicare la comunicazione?
    alludevano alle sue cinque vittorie, per le quali                 29.   Georg. IV. 110.

                                                Un archeologo americano nel Lazio                                                    27
30. F. Zevi, Alatri, in Hellenismus in Mittelitalien,                    dei quali hanno addirittura svalicato il I millenio
         Gottingen 1976, pp. 84-96; S. Gatti, Per una rilettura               avanti Cristo; sia tra gli stessi archeologi, le cui
         dell’acropoli di Alatri, in «Lazio e Sabina», III, Roma              valutazioni variano invece dal VI secolo per l’arx
         2006, pp. 289-296.                                                   fino al I a.C. per il circuito esterno. I blocchi della
     31. “Una fotografia di Stillman di questo cancello                       cinta muraria dell’acropoli, in calcare locale,
         offre la prova della straordinaria vivacità                          provengono dai banchi del colle dell’acropoli
         del disegno di Middleton. In ogni blocco del                         stessa, ancora affioranti, in alcuni tratti, dal piano
         cancello la parete vicina appare nell’incisione                      di campagna. Lungo il percorso dell’acropoli
         non esattamente nella stessa fotografia; e il                        si aprono due ingressi; la Porta Maggiore, con
         confronto di queste due rappresentazioni, così                       il monolite dell’architrave che pesa circa 30
         come di altre in cui il signor Stillman ha preso                     tonnellate e la Porta Minore che presenta anch’essa
         la stessa opinione, stabilisce l’intera affidabilità                 un architrave ragguardevole, che prende il nome
         delle tavole del signor Middleton.” A pianta                         da tre bassorilievi, disposti a T, che raffigurano dei
         trapezoidale, l’Acropoli di Alatri per la sua mole,                  falli.
         due ettari di area ed interamente visibile lungo i               32. Il libro non contiene riferimenti al giovane
         circa 400 metri di perimetro percorrendo la Via                      americano che era stato compagno del suo autore
         Gregoriana, le proporzioni e le dimensioni dei                       nello studio delle antichità latine e il cui libro non
         singoli blocchi rappresenta una degli esempi più                     era riuscito a garantire l’attenzione che meritava.
         significativi di cinta muraria in opera poligonale.
         Gli importanti scavi diretti dalla Soprintendenza
         per i Beni Archeologici del Lazio tra il 1976
         ed il 1979 hanno riportato alla luce, nella zona
         retrostante i cosiddetti “Santuari”, un basamento
         in opera poligonale più diversi reperti che ne
         indicano la funzione di luogo di culto, e che in
         alcuni esemplari dovrebbero risalire quantomeno
         al V sec. a.C.. Ciò è particolarmente significativo:
         perché proverebbe che una prima fortificazione
         sulla cima del colle si ebbe almeno in epoca tardo
         arcaica. Quello della datazione dell’Acropoli di
         Alatri (e della cinta urbana, da molti comunque
         ritenuta più tarda) rimane in effetti un dibattito
         aperto, con una forbice temporale assai ampia. Sia
         tra gli “appassionati” sostenitori di una maggiore
         arcaicità di queste “costruzioni ciclopiche”, alcuni

28                                                          John Izard Middleton
33.

                                      Traduzione di Maria Scerrato

      Un archeologo americano nel Lazio                              29
POTENZIAMENTO DELL’EDUCAZIONE AL PATRIMONIO CULTURALE, ARTISTICO,
     PAESAGGISTICO.
     La collezione epigrafica del Museo Civico di Alatri: la vita pubblica e privata nell’Alatri romana.

     Idea progettuale: Prof. Daniele Scarchilli
     Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020.
     Asse I – Istruzione – Fondo Sociale Europeo (FSE). Obiettivo Specifico 10.2 – Miglioramento delle competenze chiave degli allievi.
     Azione 10.2.5 - Azioni volte allo sviluppo delle competenze trasversali con particolare attenzione a quelle volte alla diffusione della
     cultura d’impresa. Codice identificativo progetto 10.2.5A-FSEPON-LA-2018-70.
     Alatri, Istituto Magistrale “Luigi Pietrobono” in partenariato con il Museo Civico Comunale
     Anni Scolastici 2018-19 e 2019-20
     Organizzazione:
     Istituto Magistrale “Luigi Pietrobono” di Alatri: Prof.ssa Simona Scarsella, Dirigente Scolastico; Dott.ssa Manuela
     De Vecchis, Gestione amministrativa contabile; Prof. Daniele Scarchilli, Supporto organizzativo; Prof.ri Rocco Torre,
     Achille Gussati, Umberto Carotenuto e Angela Flori, Tutor; Prof. Roberto Fiorletta, Referente per la valutazione;
     Antonio Pagliarella, Assistente tecnico; Savina Maria Luisa, Assistente amministrativo.
     Esperti esterni:
     Dott. Luca Attenni; Dott.ssa Nadia Fagiani; Dott.ssa Orietta Dora Cordovana
     Comune di Alatri:
     Dott. Antonio Agostini, Responsabile del Sevizio Cultura; Dott. Luca Attenni, Direttore del Museo Civico
     Pia Pigliacelli, Collaboratrice del Museo di Alatri, Silvia Rufi, Collaboratrice del Museo di Lanuvio

     Partecipanti alle attività: gli alunni degli indirizzi di studio Classico, Scientifico, Linguistico e Scienze Umane
     Arquati Giulia, Ceci Francesca, Evangelisti Andrea, Galuppi Emilia, Galuppi Gabriele, Giudici Giulia, Gizzi Ilaria, Graziani Marianna,
     Imperatore Giulia, Marcoccia Pierpaolo, Meta Gabriel Jan, Mocci Stefano, Pelloni Matteo, Quadrozzi Luca, Ritarossi Martina,
     Rondinara Greta, Rosatella Simone, Santurro Gianluca, Tagliaferri Simone, Toska Elona, Umbri Marco, Barbi Elisa, Bracaglia
     Morante Elisabetta, De Santis Danila, Di Pietropaolo Diego, Fioramonti Francesca Romana, Gallucci Sofia, Macera Christian, Martelli
     Giulia, Neccia Alessandro, Strabone Giulia, Talone Alessio, Tucciarelli Annalisa, Tulli Aurora, Vergato Maria Ludovica, Potenziani
     Giulia, Angelucci Chiara, Baldassarra Beatrice, Di Benedetto Carmine, Fontani Paola, Girolami Marta, Gjermeni Felisia, Mafferri
     Lorenzo, Notarmei Chiara, Toti Maria Lucia, Ferrante Giulia, Campoli Chiara, Sevri Alice, Rossi Giorgia, Belardi Michelle, Bianchi
     Niko, Boudour Linda, Capone Lucia, Del Signore Nicolò, Denni Annamaria, Fortini Arianna, Graziani Tommaso, Ierussi Valentina,
     Moriconi Michele, Pietrobono Alessio, Ronti Filippo, Sabellico Gabriele, Secchi Matteo, Galante Rebecca, Latini Martina, Rizzo Davide,
     Rossi Eleonora, Fanelli Massimiliano, Mambolo Alessio, Marucci Tommaso, Pica Giacomo, Rossi Elisa, Sabellico Rachele, Sau Gabriel,
     Sgambato Emily, Tosti Sofia, Trulli Sofia, Vatra Giulia, Vona Mattia, De Somma Riccardo, Gneo Stefano, Piccirilli Flaminia, Shehaj
     Klaudio, Galuppi Laura, Caperna Gabriele, Caporilli Davide, Cinti Federica, Coccia Giorgia, Costantini Syria, Dell’uomo Federico,
     Frioni Diego, Lemma Giacomo, Panacchia Gioia, Pantano Lorenzo, Promutico Samuele, Sabellico Chiara, Sabellico Giorgia, Santucci
     Aurora, Santurro Beatrice, Trinti Kimberly, Trulli Federica, Giralico Giada, Mirchi Ludovica, Scardella Beatrice.

30                                                          John Izard Middleton
L’Istituto Magistrale Luigi Pietrobono di Alatri ha promosso negli anni scolastici 2017/18 e 2018/19 il progetto denominato
“La collezione epigrafica del Museo Civico di Alatri: la vita pubblica e privata nell’Alatri romana”. L’iniziativa si inseriva
nel quadro delle azioni finalizzate al potenziamento dell’educazione al patrimonio culturale, artistico, paesaggistico, di
cui all’Obiettivo Specifico 10.2 - Azione 10.2.5 del Programma Operativo Nazionale (PON) “Per la Scuola, competenze e
ambienti per l’apprendimento” per il periodo di programmazione 2014-2020.
Il progetto è stato incentrato sulla collezione epigrafica del Museo Civico di Alatri in quanto i materiali epigrafici contenuti
rappresentano un fondamentale strumento di conoscenza del momento di grande splendore vissuto dalla città di Alatri tra
III e II secolo a.C. e di cui restano ancora oggi visibili sul territorio importanti e numerosi resti e reperti archeologici.
Le attività del progetto hanno voluto contribuire alla costruzione di un valore di cittadinanza che comprenda anche la
sensibilizzazione di studentesse e studenti ai problemi del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico del territorio,
cercando di sensibilizzarli alle tematiche della conoscenza, del ripristino e del mantenimento dei beni stessi e riconoscendo
la centralità della scuola nella formazione della cultura e dei comportamenti dei cittadini.
Per l’attuazione di questo progetto l’Istituto Pietrobono ha stabilito un accordo di partenariato con il Museo Civico del
Comune di Alatri e ottenuto la collaborazione della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di
Frosinone, Latina e Rieti.
Le principali attività svolte hanno riguardato la storia antica del territorio della Valle Latina, il patrimonio archeologico
del Museo Civico e della città, la legislazione dei beni culturali, la museologia. Un modulo in particolare è stato dedicato
all’epigrafia latina, dove è stata esaminata la fonte epigrafica sia dal punto di vista storico e linguistico sia dal punto di vista
monumentale ed iconografico.
Particolare interesse hanno suscitato tra gli studenti le pratiche di didattica laboratoriale come la catalogazione e
conservazione dei reperti archeologici.
Alle attività del progetto hanno partecipato complessivamente 117 studenti delle classi terze, quarte e quinte, coordinati da
esperti esterni all’Istituzione scolastica e da docenti tutor.
Rivolgo un particolare ringraziamento per il fondamentale contributo dato alla riuscita delle attività alla Dott.ssa Chiara
Delpino della Soprintendenza archeologica, al Dott. Luca Attenni direttore del Museo Civico di Alatri, al Dott. Antonio
Agostini responsabile del Settore Cultura del comune di Alatri, alla Dott.ssa Nadia Fagiani e alla Dott.ssa Orietta Dora
Cordovana che sono intervenute in qualità di esperte, ai docenti proff. Rocco Torre, Achille Gussati, Umberto Carotenuto
e prof.ssa Angela Flori che hanno contribuito in qualità di tutor, ai collaboratori tecnici e amministrativi e al prof. Daniele
Scarchilli che del progetto è stato l’ideatore e il supporto organizzativo.
					                                                            Il Dirigente Scolastico dell’Istituto Magistrale “L. Pietrobono”
							                                                                                                 Prof.ssa Simona Scarsella

                                               Un archeologo americano nel Lazio                                                       31
Puoi anche leggere